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PRIME PROPOSTE PER UNA STRATEGIA PARTECIPATA DI SVILUPPO LOCALE Telese Terme (BN) – 17, 18, 19, 20 se6embre 2015


Highlights

L’INIZIATIVA

SANNIO St.A.R.T.

Sannio St.A.R.T. (Stakeholder in Assemblea per la Rigenerazione Territoriale) ha voluto coniugare un momento di ascolto degli stakeholder locali con quello di definizione di una strategia di intervento partecipata per rilanciare il Sannio e le aree interne della regione Campania. All’iniziaLva hanno partecipato rappresentanL di IsLtuzioni, Comuni, Università, Centri di ricerca, Associazioni datoriali e civiche, organizzazioni sindacali, ci6adini ed operatori di se6ore, imprese, etc.. Il confronto è stato arLcolato in laboratori temaLci (green economy-­‐paesaggio e riqualificazione urbana; cultura, enogastronomia e turismo; agricoltura e filiere produ:ve; start-­‐up e innovazione; fondi stru=urali e sviluppo locale) i cui principali risultaL vengono illustraL nei punL successivi e cosLtuiranno la base di una proposta programmaLca di intervento che verrà implementata in una fase successiva uLle alla qualificazione della spesa dei fondi stru6urali di Europa 2020 e delle risorse regionali e nazionali.

SVILUPPO LOCALE

Perché Sannio St.A.R.T.? Lo sviluppo locale, uno dei fa6ori essenziali della trasformazione economica e sociale del Paese, oggi è praLcamente scomparso. Gli stringenL vincoli di bilancio negli EnL ed una programmazione 2007-­‐2013, che di base aveva già scelto di non invesLre più in sviluppo locale e che successivamente nell’a6uazione è andata anche peggio, hanno contribuito al suo affievolimento. Più che ad iniziaLve di sviluppo locale si è assisLto ad un localismo poliLco più concentrato, in un periodo di scarsità finanziaria, ad interce6are risorse piu6osto che ad interce6are idee. Oggi, oltre alle strategie nazionali e regionali necessarie per far riparLre il Paese, occorrono strategie di sviluppo locale che nascano dai territori e che le compleLno per una complessiva crescita organica. Per questa finalità Sannio St.A.R.T. ha rappresentato un momento di confronto e di raccolta di proposte.

POLITICHE PLACE – BASED

Perché oggi? La programmazione Europa 2020 presenta nei regolamenL comunitari una nuova enfasi sugli intervenL locali basaL su poliLche place-­‐based, cara6erizzate da elemenL che Sannio St.A.R.T. ha fa6o propri: “Mobilitazione delle conoscenze e degli a6ori locali per lo sviluppo di intervenL integraL”; “PoliLche che a6raverso l’aggregazione di preferenze e conoscenze locali e isLtuzioni per la partecipazione poliLca disegnano e implementano un insieme di servizi e beni integraL e miraL alle specificità dei contesL”; “Una strategia di sviluppo a lungo termine i cui obie[vi sono la riduzione delle inefficienze intese come so6ouLlizzazione dei potenziali esistenL, e la riduzione delle ineguaglianze, rispe6o a standard di benessere e disparità tra gruppi sociali, di specifici contesL”.


Highlights

LA DISCUSSIONE

UNA REGIONE DEI TERRITORI PER I TERRITORI

Nelle esperienze di spesa dei fondi stru6urali sembra che i territori debbano seguire le esigenze amministraLve e rendicontaLve della Regione Campania e non invece la Regione a prevedere programmi di intervento che rispondano alle esigenze dei territori. E’ necessario, pur rispe6ando le modalità di a6uazione comunitarie, inverLre questo a6eggiamento e garanLre tempi «cerL» di a6uazione e liquidazione della spesa.

ALLARME “ACCELERAZIONE DI SPESA”

Sull’accelerazione della spesa in assenza di una proroga oltre il 2015 si rischia un default di cenLnaia di Comuni e di imprese. Occorre una soluzione ponte. Per il futuro occorrerà superare la logica del finanziamento del primo proge6o disponibile nel casse6o, magari datato e inadeguato ma uLle alla rendicontazione: mai più accelerazioni della spesa! Con i marciapiedi e le fontane non si fa sviluppo. Il decoro urbano solo se inserito in un più ampio intervento integrato che risponda ad una strategia locale può generare indo[.

PROGRAMMAZIONE LOCALE

Perme6ere ai territori, sopra6u6o quelli più fragili, di dotarsi di strategie locali. Occorre, dunque, sostenere i processi di programmazione e proge6azione non solo quelli di realizzazione dell’opera. Allo stesso tempo occorre ridisegnare le governance locali puntando all’associazionismo dei comuni per raggiungere un’adeguata massa criLca funzionale.

CO-­‐OPETIZIONE TERRITORIALE

La leadership che si propone non è un’alternaLva all’a[vismo dei piccoli comuni, anzi renderà più efficace la loro azione poiché in un sistema economico connesso vi è sviluppo solo se questo è colle[vo. Occorre, dunque, un’alleanza tra territori da perseguire tramite la partecipazione a[va di tu[ gli a6ori: in primo luogo le IsLtuzioni, per co-­‐pogrammare, co-­‐proge6are ed intervenire anche in chiave di “co-­‐opeLzione” (insieme compeLzione e cooperazione).

IL TERRITORIO COME DRIVER DI SVILUPPO

Il territorio è il primo driver di sviluppo, pertanto bisogna tutelarlo dal punto di vista paesaggisLco ed urbanisLco. Il patrimonio culturale e rurale, unito ai prodo[ agroalimentari locali, può sviluppare una filiera cibo-­‐turismo che ancora non esprime tu6o il suo potenziale e che può crescere in maniera complementare con il turismo cosLero. E’ necessaria una messa in rete complessiva per superare una frammentarietà diffusa.

I TALENTI LOCALI

Il territorio è anche capitale sociale e capitale umano che va valorizzato con misure di formazione vocazionale, ado6ando iniziaLve volte a frenare la fuga dei giovani. Tra coloro che rimangono alcuni stanno già apportando importanL innovazioni in agricoltura, altri sono diventaL startuppers: l’innovazione è giovane e bisogna sostenerla.

SPECIALIZZAZIONE

In un territorio non specializzato, dove la maggiore vocazione rimane quell’agricola, ma è diffuso il nanismo imprenditoriale e la frammentazione fondiaria, andrebbero ricercate soluzioni di aggregazione e di rafforzamento delle filiere e della mulLfunzionalità.


Highlights GREEN ECONOMY (Riqualificazione urbanisMca e del paesaggio)

LE PROPOSTE DI INTERVENTI •  Per garanLre le pre-­‐condizioni dello sviluppo occorre intervenire sulla normaLva regionale, approvare i Piani PaesisLci come strumento di tutela e valorizzazione ambientale; rivedere la L.R. n.16/2004 “Norme sul governo del territorio” ormai obsoleta; predisporre una regolamentazione sulle fonL alternaLve. •  Mappare i suoli agricoli in disuso e perme6ere agli EnL locali, tramite gli opportuni isLtuL, la messa a disposizione a favore dei giovani che vogliono intraprendere un’impresa agricola. •  Semplificare ed incenLvare gli intervenL negli ambiL di riqualificazione e rigenerazione urbana; rivedere i Piani UrbanisLci per fermare il consumo del suolo e salvaguardare le aree a desLnazione agricola. •  IncenLvare l’associazionismo tra piccoli comuni per una pianificazione strategica intercomunale al fine di rafforzare l’approccio di sistema. •  Fare una ricognizione a livello regionale dei Comuni che ad oggi non hanno provveduto alla redazione dei relaLvi PUC e prevedere un tempo di adeguamento perentorio oltre il quale avviare le sanzioni. •  Predisporre un fondo di rotazione per gli EnL locali al fine di sostenere la pianificazione strategica. •  Sostenere l’applicazione della L.R. n. 12/2002 “Norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso e del consumo energeLco …”, che prevede la realizzazione da parte dei Comuni del PIC (Piano di Illuminazione Comunale) con l’obie[vo di limitare l’inquinamento ambientale. •  Promuovere la realizzazione di edifici energeLcamente ed ambientalmente sostenibili con iniziaLve di informazione e sensibilizzazione. •  IncenLvare gli impianL ad emissione zero CO2 (biogas, maggiormente ada[ in un territorio a vocazione agricola, per produrre energia pulita e sostenere l’installazione di impianL di teleriscaldamento per un uso razionale delle fonL energeLche). •  Rafforzare la filiera inter-­‐isLtuzionale del ciclo delle acque, dei rifiuL e del fabbisogno energeLco. •  GaranLre fonL di finanziamento adeguaL alla creazione di uno sviluppo sostenibile.


HighLights TURISMO E CULTURA

LE PROPOSTE DI INTERVENTI

•  Adeguare, innovare e rendere funzionali i musei unitamente alla creazione di un sistema di info-­‐point territoriale. •  Rafforzare la filiera cibo–turismo con un raccordo in rete degli evenL culturali, dei musei e degli operatori (ristorazione/rice[vità). •  Promuovere in maniera colle[va il patrimonio culturale, anche in forma di distre6o culturale e dotarsi di Piani Strategici per il Turismi. •  Riqualificare e potenziare il bacino archeologico monumentale. •  ULlizzare il paesaggio come a6razione (es. ecomusei). •  Promuovere azioni di incoming anche per la valorizzazione delle locaLon per produzioni cinematografiche e teatrali (cineturismo), per creare pacche[ collegaL con i grandi a6ra6ori (Pompei, Reggia di Caserta, Santa Sofia-­‐ circuito Unesco etc.) o con evenL ormai divenuL internazionali (es. Giffoni Film FesLval). •  Promuovere la formazione per gli operatori, per gli amministratori ed i funzionari pubblici, nonché percorsi scolasLci o extracurriculari che insegnino il territorio e la sua storia. •  CosLtuire un coordinamento inter-­‐isLtuzionale e raccordo pubblico privato tramite un tavolo programmaLco permanente. •  Creare iLnerari “forL”, anche interregionali, su cui innervare iLnerari secondari, riconoscendo ad essi una premialità sui bandi e rafforzare le sinergie a6ra[ve con altri territori (iLnerari interregionali siL Unesco). •  Supportare la creazione di strumenL di social markeLng capaci di generare iLnerari dinamici.


HighLights AGRICOLTURA

LE PROPOSTE DI INTERVENTI •  Sostenere il sistema delle filiere produ[ve e la valorizzazione delle produzioni locali anche tramite disciplinari di origine ed organismi di cerLficazione e controllo. •  Promuovere la formazione degli operatori della filiera, le azioni di informazione/formazione ai consumatori, le azioni di divulgazione presso le scuole sul consumo “criLco”. •  GaranLre l’accesso alla consulenza specialisLca anche alle microimprese e orientamento alle tecniche di produzioni primarie sostenibili. •  GaranLre tramite tecnostru6ure il trasferimento tecnologico e l’innovazione di prodo6o e processo anche alle aziende più piccole. •  Semplificare le procedure burocraLco-­‐amministraLve e dei controlli, con differenziazioni agevolaLve negli adempimenL per le micro-­‐imprese. •  Promuovere processi aggregaLvi (contra[ di filiera e/o di rete) e supportare iniziaLve consorLli per agevolare l’accesso ai servizi reali da parte delle microimprese. •  Promuovere e sostenere la creazione di distre[ agroalimentari di qualità e di distre[ rurali. •  Prevedere un marchio ombrello territoriale del Sannio per una migliore idenLficazione e commercializzazione dei prodo[ (agroalimentari e Lpici) e dei servizi (ristorazione/rice[vità). •  Sostenere il ruolo dell’agricoltura nei processi di integrazione sociale (impresa agro-­‐sociale L. 141/2015). •  Sviluppare un Piano Regionale per la segmentazione delle produzioni in funzione dei mercaL di prossimità, locali, interprovinciali, interregionali ed internazionali. •  IsLtuire un organismo pagatore regionale per le liquidazione dei fondi FEASR (PSR Campania), ovvero prevedere una delegazione stabile dell’a6uale AGEA presso la Regione. •  Promuovere la concertazione per la definizione dei bandi PSR, non essendo ad oggi uno strumento condiviso.


Highlights START-­‐UP E INNOVAZIONE

LE PROPOSTE DI INTERVENTI •  Sostenere le start-­‐up innovaLve. In un contesto in cui i giovani sono comba6uL tra sfiducia e fermento, l’unico indicatore posiLvo che si registra in questo periodo di crisi è la crescita del numero di start-­‐up all’albo speciale con percentuali a due cifre. •  Creare un ecosistema, ovvero un ambiente posiLvo per far nascere le imprese, a6raverso la semplificazione burocraLco-­‐amministraLva con sgravi fiscali e poliLche a[ve del lavoro per i primi anni di vita dell’azienda. •  IncenLvare la diffusione della cultura dell’imprenditorialità e processi di accompagnamento all’intrapresa. •  Rimuovere le barriere di accesso al credito e rafforzare gli strumenL di equity, seed capital e business angel. •  Sostenere l’internazionalizzazione del capitale umano e delle start-­‐up tramite accordi con incubatori internazionali. •  Supportare la nascita di nuova imprenditorialità a6raverso a[vità di formazione e sensibilizzazione sul tema start-­‐up, chiamata di idee, compeLzioni di idee e creazione di spazi di co-­‐working per la pre-­‐ incubazione/accelerazione e incubazione di impresa. •  Creare un sistema qualificato regionale di supporto alla breve6azione nazionale ed internazionale e di facilitazione al trasferimento di tecnologie innovaLve dal mondo della ricerca al sistema produ[vo.


Highlights

FONDI STRUTTURALI E SVILUPPO LOCALE .: LE PROPOSTE DI SISTEMA :.

ACCESSO AL CREDITO

Promuovere confidi e la cosLtuzione fondi di garanzia per consenLre l’accesso al credito alle imprese di giovani, di donne e a quelle con difficoltà finanziarie.

TECNOSTRUTTURE PER LO SVILUPPO

Negli ulLmi anni tecnostru6ure, che a diverso Ltolo operavano sul territorio per sostenere processi di sviluppo locale, sono state dismesse o rese ina[ve, generando la perdita di importanL presidi locali uLli a qualificare la programmazione, proge6azione e realizzazione degli intervenL. Occorre sostenere una nuova stagione di sviluppo locale basato su tecnostru6ure di nuova concezione (sopra6u6o in rete) che accompagnino la nascita di nuove imprese ed il consolidamento di altre.

FINANZIARE LA STRATEGIA

La frammentazione nei bandi nonché la compeLzione per interce6are le risorse non genera sviluppo. Occorre finanziare non più proge[ ma strategie territoriali, sostenendo la qualificazione delle programmazioni territoriali e delle proge6azioni che dovranno essere integrate su un’idea forza. Inoltre dovrà essere ripensato il modo di finanziare gli intervenL/opere. Sarebbe opportuno prevedere il finanziamento, oltre che della componente infrastru6urale, anche di quella immateriale di gesLone nelle fasi di avvio (es. primo triennio).

PIU’ I.T.I. IN REGIONE CAMPANIA

La programmazione 2020 prevede nuovi strumenL per l’a6uazione delle poliLche di sviluppo locale: gli I.T.I. -­‐ InvesLmenL Territoriali IntegraL (Reg. 1303/2013 – Art. 36). Si tra6a di un nuovo strumento capace di integrare la finanza derivante da diverse fonL di finanziamento, nazionali, regionali ed europee. Sarebbe opportuno dare la possibilità alla pluralità di territori Campani di dotarsi di propri programmi di sviluppo tramite gli I.T.I. per rispondere meglio alle esigenze locali sLmolando l’associazionismo tra EnL ed i partenariaL pubblico-­‐privato (PPP). Anche i Comuni del Sannio, in un’o[ca di area vasta, intendono dotarsi di strategie locali da a6uare tramite I.T.I.

ORGANISMI INTERMEDI TERRITORIALI

Laddove si registrino le condizioni e le competenze, la Regione potrebbe optare per la delega ad «organismi intermedi» (Reg. 1303/2013 – Art. 137 punto 7) di autorità di gesLone e cerLficazione, per sgravare gli uffici regionali nell’a6uazione dei Programmi OperaLvi, rendere le procedure più rapide, aumentare la prossimità ai territori per realizzare il principio di sussidiarietà.


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