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VAL SERIANA & SCALVE MAGAZINE
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Pellegrino e taumaturgo, San Rocco è implorato da secoli contro il flagello delle epidemie. Amato in ValSeriana e Val di Scalve, a lui sono dedicate chiese, affreschi e opere d’arte. di Orietta
Pinessi, foto: Archivio Fotografico della Diocesi di Bergamo
C
i sono, nella storia della Chiesa, diversi santi invocati nei momenti delle calamità epidemiche, ma il primo in assoluto è San Rocco, il santo più implorato, dal Medioevo in poi, come protettore dal flagello della peste. La sua popolarità continua a essere ampiamente diffusa e, con il propagarsi del Coronavirus, molti si stanno a lui affidando in Italia e nelle comunità cattoliche dell’Estremo Oriente, come nelle Filippine, a Hong Kong e Macao. Così recita il Messale Romano al 16 agosto, festa liturgica: «In Lombardia, San Rocco, che, originario di Montpellier in Francia, acquistò fama di santità con il suo pio peregrinare per l’Italia curando gli appestati». Rocco di Montpellier fu pellegrino e taumaturgo. Il suo patronato si è progressivamente esteso alle catastrofi dovute alle epidemie, alle malattie molto gravi, ai terremoti. Nella sola Italia è il patrono di oltre cento comuni ed è il compatrono di molti altri fra cui Napoli. Con il trascorrere dei secoli è divenuto uno dei santi più conosciuti in Europa, nelle Americhe e in Asia. Le prime fonti agiografiche concordano sulle origini di Rocco, nato da una famiglia benestante di Montpellier, in Francia, probabilmente i De La Croix, notabili e consoli della città. Questo secondo il più antico e affidabile testo anonimo medievale, gli Acta Breviora redatti nel primo quarto del Quattrocento, provenienti da un testo italiano primitivo oggi perduto e, a loro volta, fonte di ispirazione per la Vita Sancti Rochi di Francesco Diedo, composta attorno all’anno 1478, considerevolmente romanzata e dunque traboccante di flagranti anacronismi.
Secondo queste fonti, la sua nascita era seguita a un voto fatto dai genitori avanti negli anni. La madre fu sua catechista e lo indirizzò verso una profonda devozione alla Madonna, spingendolo, fin dalla nascita, a diventare “servo di Cristoˮ. Di viva intelligenza, studiò fino a vent’anni all’Università di Montpellier, per poi sposare la spiritualità francescana, tanto che, come sostengono alcune fonti, decise di entrare a far parte del Terz’ordine di San Francesco. L’informazione è tuttavia molto controversa. Qualora Rocco fosse stato un terziario francescano non avrebbe infatti potuto in-
Chiesa dei Santi Defendente e Rocco, Clusone.
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