Fonte
http://www.labeccacciascientifica.it/ Enrico Cavina
LA BECCACCIA “ SCIENTIFICA ”
RASSEGNA della BIBLIOGRAFIA SCIENTIFICA “ Evidence Based Review “ 1
2008 ecavina@lycos.com
THE “SCIENTIFIC” WOODCOCK translate : http://translate.google.com/translate_t?hl=it instructions at the bottom INTRODUZIONE
Questo lavoro di ricerca ( rassegna critica ) sulla bibliografia scientifica più recente,si finalizza alle possibilità di studio della “pura” migrazione delle beccacce (Scolopax Rusticola ) - includendo tutti gli elementi generali connessi alla migrazione – per le implicazioni utili al prelievo sostenibile ed alla gestione dei territori in Italia . Segnaliamo che sul Web c’è un sito che raccoglie 33 domande/risposte dedicate alla migrazione degli uccelli “ Migration :frequently asked questions” www.tpwd.state.tx.us/huntwild/wild/birding/migration/fag/index
Abbiamo potuto consultare dal WEB ( “googling”) molti lavori altamente qualificati e svolti anche con metodologie strettamente scientifiche, tali da non poter essere riportati con fedeltà di “rigidità scientifica” che sarebbe risultata non per tutti comprensibile . La nostra esposizione , in tentativo di sintesi, potrà apparire a volte eccessivamente semplicistica ed anche inesatta : per questo ci scusiamo con gli “addetti ai lavori” che potrebbero giustamente ritenere pleonastiche e/o appunto troppo semplicistiche alcune nostre argomentazioni . L’analisi qui presentata – che pur si integra con acquisizioni dirette “sul campo” – si rivolge essenzialmente a : - i “Ricercatori” ( Ornitologia,Zoologia,Ecologia,Scienze Naturali)
- i “Cacciatori” ( Cacciatori c.d. “specialisti”,Responsabili di ATC ed Istituzioni parastatali,Dirigenti di Associazioni venatorie e di Clubs dedicati,Assessorati,Dirigenti Parchi ecc.) 2
L’obbiettivo è anche quello di stimolare un coordinamento associativo-federativoistituzionale possibilmente capace di concentrare fondi di ricerca specifici ( ricerca sulla migrazione ) e di dettare linee guida di metodologia di ricerca possibilmente uniformi su tutto il territorio nazionale . Tutto ciò al fine di “far cultura”. Parallelamente,le acquisizioni scientifiche che si evidenziano dalla Letteratura Europea e Mondiale potrebbero appunto suggerire un metodo utile ad identificare normative ambientali e di prelievo venatorio per le finalità di salvaguardia della specie migrante (la beccaccia) e nello stesso tempo di difesa e mantenimento ottimale di classica specifica - vorremmo dire storica – “ Ars venandi “ . In calce al testo di Rassegna Bibliografica e dopo l’elenco delle voci bibliografiche , il lavoro si conclude con una novella “IL SOGNO : LA FATA E LA FIABA DI UNA MIGRAZIONE “
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PRECISAZIONE Questo lavoro si svolge pienamente nello spirito di Internet e del Web : raccogliere tutto quello che è stato posto on-line nell’intento di dare un contributo culturale , valutarlo nei termini di credibilità e di “evidence based” , ed infine cercare di interpretarlo e riferirlo in una Rassegna critica , completamente al di fuori di qualsiasi interesse economico o commerciale . Ciò vale – a nostro giudizio- sia per i contributi scientifici reperibili sul web sia per le più svariate immagini che possono essere colte per meglio spiegare o impreziosire . Quindi “navigare”,”navigare”,navigare per comprendere ed ancor più per far cultura in piena libertà intellettuale : uno spirito “buono” di globalizzazione . Speriamo di aver saputo ben raccogliere il senso dei Testi e delle Immagini che gli Autori hanno voluto porre in rete a disposizione di tutti : se avessero voluto mantenere in segreto il loro sapere non lo avrebbero dovuto porre su Internet. Quindi il nostro lavoro , irrispettoso per qualche supposto illogico “copyright”,si pone a disposizione di tutti senza alcuna pretesa di “copyright”.
Questo “collage” di immagini si colloca tra le due immagini “Global Internet” INTERNET vuol dire anche <LIBERTA’ > : libertà intellettuale possibilmente unita ad onestà intellettuale .Questa la “filosofia” che abbiamo cercato di seguire.
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Dalla Letteratura Scientifica pi첫 recente vediamo cosa
si
sa
circa
LA BECCACCIA
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IL
SUO
FUTURO
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La Caccia
La Letteratura offre importanti e qualificati studi prevalentemente svolti nelle aree di nidificazione e di svernamento : così tanti che hanno portato ad affermare che per condurre un’adeguata politica di controllo venatorio la beccaccia può essere considerata un uccello “sedentario” nell’areale Europeo ( Fadat C. 1989-2007;Ferrand 1989;Wilson 1979;Gossman e al.1979 – dal Forum sul Web di Amici Scolopax Rusticola ).
La validità ( “evidence based”) di questi studi – che appunto sono stati condotti in aree fisse (riproduzione,svernamento) – è indiscutibile per le opportunità di approfondimenti metodologici che ne sono scaturiti . Ma è altresì innegabile che esiste tuttora una carenza di analoga approfondita ricerca scientifica dedicata ai territori di transito migratorio .
Non è quindi fuori luogo sottolineare che l’Università di Oxford (UK) ha istituito e finanziato uno studio – a partire dall’Aprile 2008 – dedicato a “Migration and winter ecology of Eurasian Woodcock” dove il primo obbiettivo è “gain a better understanding of woodcocks’ movements between breeding and wintering grounds within Europe “ !! 7
Dato che questa iniziativa Universitaria è -ovviamente per Sede (UK)– dedicata alle linee migratoria che interessano ,con modalità quasi esclusive , le Isole Britanniche , sarebbe auspicabile sollecitare analoga iniziativa per la Penisola Italiana . E’ a questo punto che sono necessari alcuni dati numerici di base relativi al census in Europa .
CENSUS : Popolazione Europea (Bibby C.I. e coll. – Bird Census Techniques – Second Edition - // Academic Press,London , 2000)
La popolazione Europea di beccacce è stimata intorno a 15 milioni , con un trend considerato stabile negli ultimi 15 anni . Questa stima –non da tutti condivisariguarda i Paesi Europei ,includendo la Russia Europea, per un territorio globale di circa 10 milioni di Km/quadrati (International Waterbirds Census IWC , Istituzione operativa con 20.000 siti e 15.000 operatori in 120 Paesi – rapporto 2006).
Nidificazione
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Le popolazioni nidificanti in Europa sono così stimate : - Russia 6-7 milioni - Francia 100.000-300.000 - U.K. 8.500-21.500 ( dati da Stroud e al. 2004-2006 ) Dati più specifici sono nel Draft “ European Union management plan for woodcock (Scolopax Rusticola) 2006-2009 “ , dove i dati numerici sono appunto per “coppie” per un totale Europa di 1.800.000 – 6.600.000 coppie e per i soli Paesi della U.E. sono 466.280 – 1.453.610 coppie . Quindi non si può non rilevare come alcuni di questi dati sono discordanti da quelli sopra riportati (Stroud e al. 2004-2006) : tutti questi riferimenti di “stima/census” riportati nella Letteratura anche più qualificata evidenziano sempre una “forbice” che è di per se significativa dell’approssimazione dei metodi di censimento. Comunque sono da riportare altri dati che appaiono importanti ed indicativi : -Russia 1.200.000-500.000 coppie -Bielorussia 100.000-200.000 -Finlandia 100.000-150.000 -Svezia 250.000-1.000.000 -Norvegia 30.000-50.000 -Polonia 20.000-100.000 -Paesi Baltici 50.000-100.000 In Italia sono stimate 80-150 coppie (Nord Italia – zone pre- alpine),confermate 100 coppie, da Aradis A. e l. (2007). In definitiva il 90% della popolazione Europea nidifica in Russia,Bielorussia,Scandinavia
MIGRAZIONE – SVERNAMENTO Consideriamo a parte alcune popolazioni propriamente Europee considerate “residenti” in aree “marittime” o centrali occidentali : quelle delle isole Britanniche migrano “a breve” tra Inghilterra ed Irlanda e poco a Sud , quelle dell’entroterra Francese migrano per lo più “a breve” a Sud (Francia,Spagna,Marocco). 9
Tutte le altre popolazioni sono considerate propriamente “migranti” dalle lontane aree di nidificazione alle lontane aree di svernamento ( migrazione più lunga ) ad Ovest / Sud-Ovest/ Sud / Sud-Est . Queste aree di svernamento s’identificano in tutti i territori adatti ( principalmente boschivi in grandi estensioni ) di tutta la Francia occidentale lungo la costa Atlantica e prima e dopo ( in Spagna ) la catena Pirenaica . L’altra zona di svernamento è in tutto il bacino del Mediterraneo (incluso il Nord Africa) ma anche all’interno della Penisola Balcanica e poi -per le correnti più orientali – i bacini del Mar Nero e del Mar Caspio . A parte va considerata la migrazione Asiatica , dalle zone di nidificazione ad Est degli Urali, sino in VietNam ed in India . In Italia (Penisola ed Isole Maggiori) la popolazione propriamente svernante è stimata tra 50.000-100.000 (Gariboldi e al. 2004). La stragrande maggioranza delle popolazioni Europee nidificanti in Scandinavia,Russia,Bielorussia migra e sverna nella Francia Nord e Sud Occidentale sino in Spagna e Marocco .La rotta migratoria di questi contingenti è principalmente NE – W/SW e corre sui territori delle coste Baltiche attraversando poi il Nord e Centro Europa (Polonia,Belgio,Germania). Le mappe di migrazione più interessanti a livello Europeo sono quelle riportate da Dobrynina I.N. e Kharitonov S.P. (Ringing Centra of Russia – 2006 ) e sono rappresentative dell’evoluzione dei risultati d’inanellamento nei decenni Va sottolineato – come più volte faremo anche in seguito – che la pochezza dei ritrovamenti ( abbattimenti ) e ricatture riesce solo a dare dati riferiti a qualche migliaio di casi diluiti in quasi mezzo secolo rispetto ai milioni di uccelli migranti .
Comunque i risultati dell’inanellamento di ricerca scientifica sulla migrazione della beccaccia .
sono ancora l’unica base
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Tavole da Dobrynina I.N. e Kharitonov S.P. ( 2006 )
Da : http://ret007ie.eresmas.net/DECLIVE%20BECADEROo/Indices%20de%20mortalid ad.htm
La più recente mappa sulla migrazione in Italia è ben riportata dai recentissimi lavori dell’Istituto Naz.Fauna Selvatica e Castelporziano (2007) , lavori dei quale faremo in seguito ampia citazione .In precedenza era punto di riferimento la mappa riportata nella monografia di Celano .
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Torneremo comunque su questo aspetto “ zone di nidificazione-zone di transito-zone di svernamento” che include anche le caratteristiche genetiche della specie e subpopolazioni , ed inoltre tutti quei movimenti e/o “calate” invernali con percorsi limitati o a “fisarmonica” per lo più legati alle condizioni di gelo prolungato. Interessante comunque segnalare sin da adesso quanto rilevato da Dobrynina e coll.(2006) : le analisi statistiche su inanellamento evidenziano (vedi tavole sopra) che le distanze di percorso migratorio –pur dovendosi considerare molte variabili temporali – sono andate progressivamente allungandosi nei decenni . Nel decennio 1950-60 per 23 controlli la distanza media era 1519 Km , sino al decennio 1980-90 per 67 controlli era diventata di 2300 Km ( 800 Km in più ) e questo incremento risultava analogo sulle rotte Nord-Sud e sulle rotte Est-Ovest .
DATI VENATORI
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I dati circa il prelievo venatorio risultano apparentemente ancora approssimativi , a parte i più recenti ottenuti in Francia e Russia . - Francia : (1974-75) 1,5 milioni abbattiti ; (1983-84) 1,3 milioni ; (1998-99) 1,2 milioni - Russia : (2006 ) 200.000 inclusa l’area degli Urali e di questi 140.000-150.000 maschi abbattuti in Primavera e 40/50.000 uccelli M/F in Autunno/Inverno La maggior parte degli abbattimenti avviene nella Russia Centrale (Primavera/ Estate) : 90.000 ( Blokhin Y.Y. e al. 2003-2006) La stima globale in Europa riporta un “carniere” di 3-4 milioni (Duriez O. e al. 2006) Spanò S. (2007) riporta 3-5 milioni . Nel Draft “ E.U management plan for woodcock 2006-2009 “ è riportata una Tabella “venatoria” limitata ai Paesi della U.E. dove i dati più eclatanti sono : -
Francia 1.168.20 Italia 500.000-1.500.000 Grecia 450.000-550.000 U.K. 150.000 Danimarca 25.000
In Italia Spanò S. (2007) giustamente denuncia la pochezza dei dati certi , e rileva che circa la metà degli abbattimenti è riferita a Francia e Italia (stime). In Italia una stima in estrapolazione di dati ottenuti “a macchia di leopardo” si colloca in una forchetta tra 500.000 – 1.000.000 (già molto meno di 1,5 milioni , n.d.A.). Per quanto riguarda la nostra finalità di “rassegna” e studio ( elementi propri della “pura” migrazione ) è necessario fare alcune considerazioni .
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Dai dati certi ottenuti in Russia – solo recentemente con il monitoraggio del Servizio di Stato Goskhotutchet – si rileva che nelle aree di nidificazione (caccia primavera/prima estate) il prelievo venatorio ( maschi alla croule) rappresenta il 75 % di tutto il prelievo annuale ( periodo di residenza + periodo di migrazione/svernamento) . In Francia nel periodo di migrazione/svernamento il calcolo del prelievo è cumulativo sugli uccelli migranti , residenti ( comunque pochi),e svernanti. In Italia -dove la popolazione svernante nel Sud e Costa tirrenica è stimata 50/100.000 – si può ritenere che l’ 80-90 % del prelievo avviene su uccelli in migrazione pura ( in transito ) e/o in saltuari periodi di sub-migrazione a fisarmonica (gelo) dai Balcani alla costa Sud dell’Adriatico .
Spanò S. (2007) sottolinea come per l’Italia i soli dati reali , ma allo stesso tempo sottostimati (o meglio …. sottocertificati sui tesserini ) riguardano Liguria,Lombardia e Toscana con circa 50.000 abbattimenti annui . La stima ( approssimativa deduttiva dai dati in Letteratura ) dell’80 % dei prelievi (Italia) esclusivi su uccelli migranti , può essere ben trasferita su Grecia , e forse un po’ meno sui Balcani (Nord – Centro – Paesi ex-Jugoslavia ) dove più consistenti possono essere i contingenti in svernamento , sempre comunque suscettibili di spostamenti simil-migratori più a Sud o verso l’Italia in periodi di geli prolungati. Non esistono in Letteratura consultabile ( ciò forse anche per motivi linguistici) dati , neppure indicativi, circa la situazione nel bacino del Mar Nero , che comprende le aree di Crimea (Ucraina),Sud-Russia,Georgia,Bulgaria,Romania e soprattutto Turchia (area costiera anche sull’Egeo) dove di certo su un areale boschivo molto vario ( biodiversità) per estensione ed altitudine pre-costiera , svernano alcuni milioni di beccacce migranti un poco dal Nord e molto dal Centro e Centro-Est della Russia . Qui nel bacino Mar Nero il prelievo avviene in fase iniziale di svernamento ( costa Nord e Crimea ) o di consolidato svernamento ( Turchia,Georgia) : il prelievo è di certo legato in buona parte al turismo venatorio ( comunque molto localizzato ad aree ristrette – leggi Crimea) ma soprattutto dovuto alla enorme pressione locale serotina con caccia all’aspetto ,che si sviluppa per migliaia di casolari e siti contadini per centinaia di chilometri sulla costa turca (osservazione personale ) o dovuto alla caccia in battuta ( cacciatori locali) in presenza di “calate” da gelo o addirittura con fari nelle zone di pastura notturna . Rispetto a questo fenomeno “locale” – per esperienza personale di oltre 10 anni – il prelievo da turismo venatorio è solo un ago in un pagliaio. Condizione analoga è rilevabile nel bacino del Mar Caspio ( Atzerbajan,Iran) ed è però da riferire molto di più alle popolazioni nidificanti ad Est dei Monti Urali e migranti lungo o attraverso le coste del Mar Caspio. 14
Dai dati esposti in Letteratura ( riferendoci quasi esclusivamente alla Letteratura specifica degli ultimi 15-10 anni ) , e qui in buona parte selezionati , possiamo forse azzardarci a trarre alcune considerazioni numeriche , sempre tenendo presente che questi dati derivano da stime spesso approssimative , estrapolate da dati certi limitati , e comunque basate su metodologie scientifiche : - 15 milioni di beccacce presenti in Europa , Russia ; - il 90 % nidifica in Russia , Bielorussia , Scandinavia e quindi certamente migra e lo fa a lunga distanza ; - il 10 % nidifica più ad Ovest e Sud-Ovest ( Francia,Isole Britanniche,Centro Europa) e nel periodo invernale può migrare su corte distanze e quindi ha opportunità di contatti con le popolazioni più Nordiche , e quindi si “mischia” al più grande contingente (90%) migrante e svernante in aree in comune ;in tal senso è quindi cumulabile nel potenziale “oggetto” venatorio globale ; - il prelievo venatorio nelle aree di nidificazione avviene al 75% in Primavera e ciò non è più Francia , U.K. e Paesi U.E. perché vietato ; - la stima del prelievo venatorio Europeo annuale si colloca in una forchetta tra 3-6 milioni; - rimane da stabilire quanto di questo prelievo avviene nei luoghi propri di definito e solido svernamento e quanto avviene invece nei luoghi propriamente di transito migratorio ; nelle isole Britanniche (Hoodless A.e al. 2003-2006) il problema è più particolare dipendendo anche da migrazioni “corte” interne alle isole (Irlanda) e da migrazioni “solide” o a “fisarmonica” dalla Penisola Scandinava ; - in Francia il prelievo venatorio , scientificamente studiato (ICA),si evidenzia maggiore e più stabile nel periodo proprio di svernamento (Cau J.F. e al. 20032006) : il prelievo Francese (1.200.000 annui ) rappresenta il 30-40% di tutto il prelievo Europeo (Duriez O.e al.2003-2006) stimato in 3-4 milioni (N.B. stima ridotta rispetto a quelle già espresse in precedenza – ndA); essendo questo prelievo realizzato principalmente ad Ovest, Sud-Ovest, così come anche nella Spagna N/W,Portogallo e Marocco , è intuitivo riferirlo principalmente al contingente che ha finito la migrazione ed è “residente svernante”; - in Italia il prelievo venatorio si collocherebbe in una forchetta approssimata ( vedi Draft U.E 2006-2009 ; Spanò S. 2007) tra 500.000-1.000.000/1.500.000, e dobbiamo tener conto che la popolazione stimata svernante è solo tra 50.000100-000 uccelli; - questo potrebbe valere anche per la Grecia che ha una stima ( verosimilmente in difetto) di 500.000 uccelli cacciati - Appare quindi evidente che in questi Paesi ( Italia , Grecia ) il prelievo venatorio avviene per oltre l’80 % sulle beccacce ( memento : la popolazione Europea è stimata 15 milioni) in TRANSITO migratorio , o in migrazione terminale da Nord e dai Balcani (“calate” da gelo in dicembre,gennaio). 15
PALEARTICO OCCIDENTALE :
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Con questa analisi e “rassegna” che andiamo sviluppando ancora , abbiamo cercato di focalizzare l’attenzione sulla migrazione “pura” : - quantità e tipo di popolazioni migranti ; - calendario migratorio (***)autunno/inverno rapportato anche alle condizioni meteo ; - modificazioni negli ultimi anni rapportate a nuove ed instabili condizioni climatiche ; - modificazioni dell’ambiente (habitat) di transito e sosta ; 16
- interazione umana ( caccia e tipologie di caccia , territorio , cinofilia ,campi elettromagnetici , inquinamento , luminosità artificiali ,ecc.) (***) Calendari venatori in Europa –da Draft Piano U.E. 2006-09 ble 2: Information relative to the hunting status of the Woodcock Scolopax rusticola in the European Union. Member State Austria Belgium Cyprus
Status H Flanders : P Wallonia : H H
Hunting period 01.09 – 30.04 (according to region)
Annual harvest estimate 2,700 – 6,000
15.10 – 31.11 01.01 – 28.02 (only Wednesdays and Sundays)
?
25,000
Ref 2 2 3
Czech Rep
H
Denmark
H
01.10 – 31.12
Estonia
H
20.08 – 31.10
Finland
H
20.08 – 31.12.
5,200
1
France
H H
1,168,290 (+/- 2.3%) for season 1998-1999 6,000
2, 4
Germany
1st September- 2nd ten-days period of February 16.10 – 15.01
Greece
H
15.09 – 28.02
450,000 – 550,000
2
Hungary
H
01.03 – 10.04
9,500 for year 2001
1,5
Rep. Ireland
H
01.11 – 31.01
?
1,2
Italy
H
30.09 – 31.01 (31.12 in North)
500,000 – 1,500,000
2
Latvia
H
from arrival to 1st of May 01.08 – 15.11
1
Lithuania
H
Luxembourg
H
01.10 – 31.01
2
Malta
H
01.09-31.01
1
Netherlands
P
Poland
H
Portugal
H
Slovakia
H
Slovenia
P
Spain
H
Sweden
H
UK
H
1, 2 1
2
2
05.10 – 28.02 05.10 – 06.12 Madeira Azores annual and regional variations
2
12.10 – 31.01 protected in Canaries 21.08 – 31.10 (North) 21.08 – 30.11 (South) 01.09 – 31.01 (according to regions)
2 1,300
1
150,000
2
Status: H: huntable, P: protected
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Perché questo sforzo di sintesi , possibilmente propositiva di “ricerca”, portato avanti sulla base quasi esclusiva di Review dei contributi realmente scientifici e piu recenti ? Bisogna evitare che le manipolazioni dei dati scientifici si concretizzino in politiche e/o vere Normative (Leggi Europee e/o Nazionali) frutto solo di strumentalizzazioni anti-caccia , gestite a tutto campo da soggetti anti-caccia . Silvio Spanò –al recentissimo Convegno su “Beccaccia caccia e ricerca” , Città di Castello , Marzo 2008 - ha opportunamente richiamato l’attenzione sul fatto che circa il Piano Beccaccia 2006-2009 della Unione Europea aleggia un silenzio d’informazioni , da ritenere molto sospetto per far trovare tutti di fronte a fatti compiuti (anti-caccia) . Per evitare situazioni del genere , o quanto meno cercare di evitarle, è necessario che la “conoscenza” sia alla portata di tutti coloro ai quali sta a cuore la beccaccia e la corretta gestione venatoria di questo ancora “misterioso” uccello. E’ altresì un solido dato di fatto che la stragrande maggioranza dei dati scientifici disponibili deriva dalle iniziative e dalle collaborazioni esclusive dei cacciatori di beccacce : senza di loro le stesse implicazioni ambientali ed ecologiche sarebbero misconosciute . Non per niente la maggior parte delle ricerche sono state svolte in Francia ed hanno un’etichetta istituzionale che si commenta da sola “ Office National de la CHASSE e de la Faune Sauvage “
La “beccaccia” è – di fatto – rimasta l’unica specie di uccello selvatico “vero” di bosco cacciabile con il cane nella maggior parte delle Regioni Italiane interessate dal suo transito migratorio . Per questo , malgrado la diminuzione del numero dei cacciatori,è oggetto di una crescente pressione venatoria , che purtroppo si sviluppa anche in larga misura in modi e forme non corrette.
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Pur essendo la nostra Penisola un eternamente solido “ponte” migratorio in mezzo al Mediterraneo ,sono ancora scarsi i contributi scientifici che consentono gli approfondimenti sui vari aspetti della migrazione e sosta temporanea o stagionale della beccaccia .Sono comunque da segnalare eccellenti contributi Scientifici condotti da Ricercatori molto preparati. E’ anche a Loro – speriamo vorranno essere tolleranti per questa stesura dilettantistica di “rassegna” – che si rivolge appunto questa Review , nell’intento di supportare un impegno durevole e continuativo di loro stessi,delle loro Istituzioni e di quelle affini, per una “Ricerca” utile ad integrarsi con le esigenze del territorio “venatorio” .
GENERALITA’ e dettagli di aggiornamento sulla MIGRAZIONE L’aggiornamento scientifico sullo “stato” e migrazione della beccaccia Eurasiatica (Scolopax Rusticola) non può non fare riferimento - per la condizione “Italia” – a classiche monografie compiutamente dedicate alla beccaccia ed edite negli ultimi 40 anni. La base di studio e di stesura - più o meno propriamente scientifica – è più spiccatamente derivata ed orientata alla “passione caccia “ degli Autori . Per avere una conoscenza completa del problema “beccaccia” in Italia , anche nelle varie sfaccettature evolutive di un “sapere” prevalentemente empirico,è indispensabile riferirsi a tre Autori : Silvio Spanò ( Il punto sulla beccaccia – Ed.Olimpia Firenze 1993) , Matteo Califano ( Beccaccia :morfologia ,biologia ,abitudini ,caccia – Ed.Olimpia Firenze 1971-78 ), Vincenzo Celano ( Il nuovo libro della Beccaccia – Ed.Olimpia Firenze 1980 ) . Ognuno di questi Autori riporta organicamente elementi scientifici integrati,amalgamati , se non derivati , con osservazioni dirette personali ed osservazioni indirette ed anche solo aneddotiche tratte dal mondo venatorio . La monografia di Spanò , più recente ,si presenta come quella più rigidamente scientifica ed aggiornata , e ciò è ovvio anche per la posizione istituzionale universitaria dell’Autore. La monografia di Califano è punto indiscutibile di riferimento per la parte morfologica (anatomia.fisiologia) e per la parte biologica rapportata , con dovizia di particolari,alla migrazione . La monografia di Celano ( 1° Edizione 1973 ed oggi 4° Edizione) si avvale di confronto diretto tra elementi scientifici ed esperienze sul campo , e ben si sviluppa per ecologia,etologia,conservazione e filosofia della caccia. Tutte queste monografie tengono conto delle acquisizioni , per lo più empiriche seppur valide,riportate nel lavori di Garavini e principalmente La Beccaccia (Ed.Diana 1938) e Beccacce e Beccacciai (4°Ed.Olimpia Firenze 1957-2000) . Per la più accurata ricerca bibliografica è d’obbligo oggi riferirsi al monumentale lavoro di Roberto Basso Bibliografia Italiana sulla Beccaccia che raccoglie le 19
pubblicazioni di “ricerca” e di Narrativa in Italia dal 1800 al 2004 ( Ed. Ruberti –
Mestre 2006 ). Per quanto ci riguarda , vogliamo ancora sottolineare che il nostro tentativo di aggiornamento scientifico bibliografico si finalizza al “ momento della pura migrazione “: in tal senso riteniamo utile ricordare anche elementi conoscitivi che rientrano nelle “generalità” sulla beccaccia e sulla migrazione degli uccelli. Alcuni elementi di base possono servire ad esplorare meglio la complessità del fenomeno “migrazione della beccaccia”. Elementi ANATOMO-FISIOLOGICI correlati alla migrazione Il CERVELLO della beccaccia è unico tra gli uccelli (Fergus Chuck-WildlifenotesPennsylvania Game Commission-Harrisburg,2004-www.pgc.state.pa.us ).
Il Cervelletto – che controlla il coordinamento dei muscoli ed il bilanciamento del corpo – è collocato sotto il resto del cervello e sopra la colonna spinale. Una teoria ipotizza che nella evoluzione ancestrale corporea della beccaccia , gli occhi si sono via via collocati indietro nel cranio,il becco si è allungato e le narici e le orecchie si sono avvicinate alla base del becco,il tutto per consentire un miglior sondaggio del terreno dove trovare i vermi . Come risultato di questa dinamica evolutiva, il cervello è stato forzato all’indietro , il cervello medio e posteriore è stato spinto sotto e leggermente in avanti,così si può dire che oggi la beccaccia ha un “cervello capovolto” . Già in precedenza Stanley Cobb ( “On the angle of the cerebral axis in the American Woodcock” – Auk,vol.75,55-59,2959) aveva descritto i particolari di questa singolare conformazione del cervello e cervelletto,ed aveva evidenziato lo stretto rapporto tra bulbo olfattivo ed orbita , argomentando anche l’aspetto evolutivo del rapporto tra “grandi” occhi e becco : gli occhi sarebbero così grandi per facilitare le attività alimentari ed i movimenti notturni (controllo a 360° dei predatori) consentendo di vedere avanti e dietro , ed in alto per l’involo “a colonna” nel bosco , e sarebbero più riparati dal fango smosso dal becco. Occhi,orecchie ( e relativo orecchio interno con apparato vestibolare) ed apparato olfattivo hanno capacità di coordinarsi per le attività alimentari , e più compiutamente per tutte le attività migratorie (orientamento,assetto di volo,scelte di direzione geografica e di sosta ecc.). Nel suo insieme questo coordinamento ( riflessi ed elaborazioni dei circuiti nervosi ed endocrini) costituisce un eccezionale sistema sensitivo , molto sviluppato nella beccaccia. Come già detto (Chuck F.-2004) “il cervello della beccaccia è unico tra gli uccelli “. 20
VEDI IMMAGINI TRATTE PER DIMOSTRAZIONE DIDATTICA DA people.eku.edu/ritchisong/birdbrain2.html BIO 554/754 Ornithology
Nervous System: Brain and Special Senses II http://images.google.it/imgres?imgurl=http://people.eku.edu/ritchisong/Avian_eye2.jpg&imgrefurl= http://people.eku.edu/ritchisong/birdbrain2.html&h=273&w=504&sz=45&hl=it&start=100&um=1 &tbnid=IQqxtIFRL9I_PM:&tbnh=70&tbnw=130&prev=/images%3Fq%3Dwoodcock%2Beye%26 start%3D80%26ndsp%3D20%26um%3D1%26hl%3Dit%26sa%3DN
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Structure of the avian eye: characteristic shape, with front & back sections being spheres of unequal radii. Eye shapes varies among birds, ranging from globose or flattened (most diurnal birds; below) to tubular (owls; also shown below) light entering the eye is refracted by the cornea & lens and strikes the retina where the sensory cells (the cells that convert light into nervous impulses) are located
Source: http://www.lsi.usp.br/~bioinfo/chickeneye.html
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Le orecchie sono anch’esse molto sviluppate (10mm) e sono situate sul prolungamento craniale della parte inferiore del becco e sono sprovviste di padiglione auricolare. L’udito è acutissimo,verosimilmente capace di percepire ed interpretare
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anche gli ultrasuoni , ed è certamente specializzato nel percepire i rumori prodotti dai
vermi nel terreno . Non si esclude che possa anche servire nel percepire segnali tra le beccacce (pericoli) ed anche segnali di gruppo in migrazione notturna. Per facilitare la perforazione e progressione “mirate” nel terreno ,nel becco sono stati ben identificati organi tattili (corpuscoli di Herbst) costituiti da cellule sensoriali che percepiscono vibrazioni e modificazioni di pressione , e quindi permettono di localizzare al meglio i vermi. Per la parte “meccanica” il becco ha intorno alla metà un sistema articolare di micro-ossicini capaci di fare da puleggia per poter aprire e divaricare nel terreno la parte terminale anterior-superiore del becco in modo da poter ingurgitare i vermi. L’orecchio interno con i canali semicircolari,saccula,otricolo,coclea gestisce il bilanciamento e l’equilibrio anche durante il volo , ed in particolare la coclea ,con il suo epitelio di cellule cigliate sensibile ai mutamenti di pressione e di livello del liquido in essa contenuto,attiva i riflessi cerebellari che coordinano poi i movimenti muscolari utili alle necessità di volo . Queste generalità comuni agli uccelli e con caratteristiche di specializzazione più pronunciate per i migratori,lasciano intendere l’importanza dell’apparato cocleare attivo nel mantenimento dell’equilibrio direzionale ed altimetrico nei voli migratori della beccaccia e nelle capacità di volo nel bosco . Nella scatola cranica strettamente connesse al cervello vi sono –come nell’uomo – due ghiandole endocrine ( Ipofisi ed Epifisi ) che producono ormoni : le loro attività ,peraltro molto interconnesse tra loro ed il SNC, sono strettamente legate alla luce del giorno . Queste ghiandole sono al vertice di tutto il sistema endocrino ed esercitano un’azione determinante sulle attività di tiroide (TSH),surreni (ACTH),ghiandole sessuali (testicoli ed ovaie / LH,FSH);agiscono anche sul metabolismo esso stesso differenziato secondo l’età ed i cicli stagionali . Stimolano l’accrescimento ed attività delle ghiandole sessuali quando (luce del giorno che si allunga) gli uccelli nei quartieri invernali devono decidere di tornare ai quartieri di riproduzione . Sono invece inibite (luce del giorno che si accorcia) ed inibiscono a loro volta le funzioni sessuali quando gli uccelli devono prepararsi al volo autunnale verso i quartieri di svernamento : la tiroide , ghiandola in parte da loro dipendente, promuove l’accumulo di grasso ed il trofismo muscolare necessari per il lungo volo migratorio. L’Ipofisi è strettamente connessa con l’ipotalamo (SNC) ed è divisa in due parti (neuroipofisi e adenoipofisi) , risente della luce che quindi è in grado di regolare la produzione di gonadotropine , gli ormoni che regolano il ciclo sessuale : è quindi evidente la connessione con gli stimoli migratori. 22
http://www.theramex.it/thol/pages/images/foto/ipofisi.gif L’Epifisi o ghiandola Pineale ,appartiene all’epitalamo ed è collegata con un intreccio di fasci nervosi alle circostanti parti nervose .
http://thebrain.mcgill.ca/flash/i/i_11/i_11_cr/i_11_cr_hor/i_11_cr_hor_1a.jpg
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E’ deputata alla produzione di melatonina e regola – come nell’uomo (es.jet-lag)
– i ritmi giorno/notte in dipendenza della luce del giorno.Per regolare questi ritmi esiste un raffinato sistema di comunicazioni nervose che dalla retina nell’occhio (molto sviluppata nella beccaccia) si collega all’ipotalamo portando le informazioni (tipo,intensità) della luce e da qui (SNC) partono impulsi modulati che percorrono le vie del nervo pineale sino alla ghiandola stessa : questi impulsi inibiscono la produzione di melatonina di giorno , e quando poi il buio sopprime questi impulsi la ghiandola è libera di produrre melatonina (c.d. orologio biologico). La ghiandola acquisisce dall’esterno e contiene anche un materiale magnetico ( magnetite – ossido di ferro) e questo materiale in microcristalli endotissutali è considerato alla base delle capacità di navigazione migratoria degli uccelli ( “bussola”) essendo capace di monitorare i campi magnetici dell’ambiente attraversato e quindi influire massivamente all’allineamento del corpo nello spazio .E’ stato accertato sperimentalmente che se si manipola la direzione e l’intensità dei campi magnetici intorno al capo degli uccelli , viene alterata la capacità di orientamento;inoltre viene inibita l’attività propria della ghiandola pineale e si riduce la produzione di melatonina : da ciò deriva lo sconvolgimento dei ritmi circadiani. La ghiandola , ritenuta anche fotosensitiva di per se e per i riflessi con la retina,ha un ruolo essenziale nel determinismo degli stimoli migratori ; questi stimoli si coordinerebbero con i materiali magnetici contenuti nella ghiandola e questi si allineerebbero ai campi magnetici terrestri realizzando come un cartello indicatore ( “road sign” ) per l’orientamento migratorio (Csernus V.,Mess B. – Biorhytms and pineal gland – Neuroendocrinology Letters 6,24,404-411,2003 – www.nel.edu ).
Altri recentissimi studi hanno evidenziato capacità di adattamento e controllo delle attività della retina sino a poter regolare cambiamenti di stile di vita “notturna” durante la migrazione : ne riportiamo un elenco . -
Shocklet R. – Comparison of circadian changes in the retinas of migrating and nonmigrating birds – Thesis-Undergraduate Research Texas A-M University – April 2006 – www.TexasA-MUniversity - -Wiltschko W.&R. – Magnetic compass orientation in birds and its physiological basis – Naturwissenchaften 89,445-452,2003 - Kusnar V. e al. – The bird clock :a complex multi-oscillatory and highlydiversified system.- Bio.Rhytm Res.35,121-144,2004 - Mouritson H.U. e al.- Cryctochromes and neuronal activity markers colocalize in the retina of migratory birds during magnetic orientation – Proc.Nat.Acad.Sci.USA 101,39,14294-14299,2004 . Ancora altri recenti studi ( Fusani L.<Univ.Siena> & Gwinner E. – Melatonin and Nocturnal Migration – Annali NY Avad,Sci. 1046,264-270,2005 – www.annalsnyas.org ) evidenziano che
i livelli notturni di melatonina ,prodotti dalla ghiandola Pineale,sono più bassi durante tutto il periodo migratorio ( dormono di meno durante la notte) e direttamente od indirettamente contribuiscono a regolare le attività notturne per la reintroduzione 24
delle riserve alimentari energetiche , necessarie in misura diversa nei periodi migratori ed in quelli di permanenza di riposo. Certamente queste implicazioni riguardano anche le abitudini ed attività notturne della beccaccia durante la migrazione e poi lo svernamento : studi specifici (Ferrand) utilizzano un Indice (I.A.N.) di Attività Notturna , come vedremo in seguito (ndA). Queste citate ricerche indagano – in diverse condizioni di stimoli e relativi riflessi – sulle condizioni funzionali delle strutture anatomiche deputate quali centri nervosi,nervi,epiteli sensitivi situati nelle ghiandole endocrine endocraniche e nella retina . Da tutti questi lavori ,per lo più recenti nell’ultimo decennio, si evince come sia attuale la ricerca nel settore “migrazione degli uccelli” anche per gli aspetti morfo-funzionali . Chiunque si accinge ad esplorare quello che ancora è definito il “mistero” delle migrazioni , dovrebbe –a nostro avviso- applicarsi ad uno sforzo conoscitivo il più possibile aggiornato ed approfondito. Come già accennato in precedenza , gli elementi della retina ( alcuni elementi più specificatamente dedicati) hanno funzione di recettori che si attivano con fotopigmenti (oggi sempre più identificati come criptocromi) insieme ad altro tipo di recettori che sono stimolati dalla magnetite ( minerale ferroso- Ossido di Ferro – “Fe3O4 “– ioni metallici tipo A e B in cristalli ) .Questi recettori sono strettamente legati con la branca oftalmica del nervo trigemino e sono sensibilissimi anche a minimali cambiamenti del campo magnetico . Come queste azioni di stimoli e riflessi si coordinano tra loro,rimane ancora sconosciuto. (Beason R.C. – Mechanism of magnetic orientation in birds – Integr.Comp.Biology 45,3,565-573,2005 – www.bione.org ).
ndA: questi elementi relativi alla percezione del campo magnetico sono certamente da tenere in considerazione per quanto riguarda l’inquinamento magnetico (magnetic pollution) da ripetitori di telefoni cellulari,antenne varie TV e Radar e relativi fenomeni di disorientamento degli uccelli migratori ( vedi in seguito). Negli uccelli la magnetite è stata isolata nei tessuti del capo , particolarmente nella regione etmoide situata alla base del becco e nella cute della mandibola superiore , tutte zone che sono innervate dal nervo oftalmico (trigemino).
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A questi reperti si aggiunge l’identificazione ultrastrutturale di cellule che contengono magnetite. I micro-cristalli di magnetite possono risentire , in una specie di catena assiale , delle interazioni dal campo magnetico , ruotando ed allineandosi in una forma di movimento di compasso . Alcuni esperimenti realizzati modificando il campo magnetico dimostrerebbero che negli uccelli migratori questi magnetorecettori si orienterebbero secondo specifici assi direzionali , ad esempio est-ovest. ( Wiltshko W.e al. – Magnetite-based magnetoreception in birds : the effect of biasing field and a pulse on migratory behavior – Journ.Experim.Biol. 205,3031-3037,2002 ). Studi più recenti
(2005) dimostrerebbero che esistono due diversi sistemi sensibili al campo magnetico : - uno basato sulla magnetite presente nei tessuti alla base del becco (vedi qui figura – piccione)
- uno basato su processi di elaborazione dipendenti dalla luce . In tal senso questi rilievi dimostrebbero ( Mouritsen H. & Ritz T. – Magnetoreception and its use in bird’s navigation – Current Opinion Neurobiology 15,4,406-414,2005 ) :
- le risposte comportamentali degli uccelli dipendenti dall’oscillazione del campo magnetico; 26
- la presenza di sensori putativi (criptocromi) negli occhi dei migratori; - un’area del cervello specializzata ad integrare i suddetti fattori con gli “input” visivi notturni nei migratori notturni; - un’altra area putativa ,sensibile al magnetismo,situata alla base del becco
IMMAGINI SPECIALI dal WEB – aree specializzate
FIGURE SOLO A SCOPO DIDATTICO : da Mouritsen, Henrik et al. (2005) Proc. Natl. Acad. Sci. USA 102, 8339-8344 Altre immagini didattiche delle aree visive di uccelli da (Graham R. Martin e al.-Kiwi Forego Vision in the Guidance of Their Nocturnal Activities - PLoS ONE. 2007; 2(2): e198. ) Visual processing areas of the brains of four species of birds. Ventral and dorsal views of the brains of a, Emu (diurnal, flightless); b, Kiwi (nocturnal, flightless); c, Barn Owl (nocturnal, flying), and d, Pigeon (diurnal, flying). OT: optic tectum; ON: optic nerve ; OB; olfactory bulb (which actually consists of a cortical-like sheet in the adult kiwi – V: vallecula. Note the reduced diameter of the optic nerve in Kiwi compared with that in the three other species (see text for actual measurements). In the dorsal view of Kiwi, note the caudal extension of the large telencephalic hemispheres, which completely hide the underlying midbrain. Note also in Kiwi that there is no obvious bulge on the dorsum of the hemisphere that identifies the Wulst in species such as Barn Owl and Emu. Scale bars: Emu, 1 cm; Kiwi, Barn Owl and Pigeon: 0.5 cm.
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Beason R.C. nel basilare lavoro del 2005 (Beason R.C. – Mechanism of magnetic orientation in birds – Integr.Comp.Biology 45,3,565-573,2005 – www.bione.org ) sottolinea come l’orientamento migratorio visivo può entrare in crisi in condizioni di cielo coperto,nebbia,nubi basse.Il campo magnetico terrestre però,è sempre presente in ogni luogo del pianeta e “penetra” in ogni struttura liquida,gassosa,solida incluso il corpo degli animali .Queste caratteristiche fanno sì che il campo magnetico può
sempre fornire,ovunque,informazioni direzionali.Gli uccelli usano il campo magnetico come un compasso , ma sono anche sensibili a possibili variazioni
temporali e spaziali The avian inclination compass provides information about the alignment of the magnetic field not the polarity of the field (like a compass does).
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Insieme ai rilievi visivi gli uccelli migratori sono anche capaci di usufruire di una “mappa” magnetica dove possono rilevare variazioni -anche molto piccole- del campo magnetico che stanno sorvolando , ed anche in dipendenza del livello di latitudine ( in discesa a Sud , in risalita a Nord ) appunto più o meno vicino all’equatore . Anche l’apparato vestibolare (orecchio interno) deputato all’equilibrio direzionale risente di queste variazioni .
Avian cochlea. The sensory epithelium, consisting of hair cells and supporting cells
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Molti altri contributi scientifici ( vedi Bibliografia nel testo ed in calce) di questi ultimi anni ( 2000-2008 ) avvalorano molte di queste acquisizioni sinora esposte . Qui un testo integrale on-line che può aiutare a comprendere meglio il sistema visivo degli uccelli ( da : http://www.windowalert.com/birdvision1.html) Bird Vision
Birds enjoy sharper vision than humans. Birds can see certain light frequencies--including ultraviolet--that humans cannot see. In fact, many songbirds have feathers that reflect ultraviolet light. This light is used to communicate species, gender, and perhaps even social standing. Birds can see this ultraviolet light under normal, daylight conditions. Humans require the assistance of a black light. Why do birds see better than humans?
1) Both birds and humans have photoreceptive 'cones' in the retina located at the back of the eye. These cones allow us to see color light. The human eye contains 10,000 cones per square 30
millimeter. Wild birds have up to 12 times this amount or 120,000 cones per square millimeter. 2) In humans, these photoreceptive cones consist of three types. Each cone is sensitive to red, green, or blue light. This is called trichromatic color vision. Birds have an extra cone for quadchromatic color vision. This extra cone expands the visible light spectrum, allowing birds to see ultraviolet frequencies. 3) During low-light conditions, both humans and birds rely on photoreceptive ‘cell rods’ in the retina. The human eye has 200,000 cell rods per square millimeter. Some birds, such as owls, have up to 1,000,000 cell rods per square millimeter. 4) Bird eyes, on average, account for 15% of the mass of the bird’s entire head. Human eyes, by contrast, account for less than 2% of the head. 5) Bird retinas, in contrast to humans, contain no blood vessels. This prevents light scattering and thus provides birds with greater visual acuity than humans.
Volendo cercare di semplificare molto approssimativamente il problema “capacità direzionale” del fenomeno migratorio , si potrebbe dire che micro-lancette magnetiche ( micro-cristalli di magnetite) situate in strutture tissutali , si orientano in asse tra loro in dipendenza del campo magnetico terrestre , e trasmettono le informazioni di rotta che poi il cervello “vede” e decide di far seguire con il volo ( comandi ai muscoli) migratorio ; il cervello usufruisce ovviamente di altre informazioni visive ( sole,orizzonte,stelle,orografia) e comunque sensitive ( olfatto,calore,udito) e centrali per gli adulti (memoria). Abbiamo più volte fatto riferimento alla retina ed alla sua struttura cellulare così importante anche per l’attivazione del compasso magnetico . La vista e gli occhi della beccaccia sono ben descritti nel vecchio testo di Califano ( 1° ediz.1971) : “ gli occhi della beccaccia contrariamente a come molti credono , non sono mobili , ma fissi nella loro cavità orbitale ( sono le tre palpebre che si muovono –ndA) , “ con i due occhi riesce ad abbracciare un campo addirittura superiore a
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360°”, “ la parete posteriore dell’occhio è appiattita in modo che il campo visivo sia sempre a fuoco .Sulla Retina vi sono numerosi elementi visivi per unità di superficie e si presume che siano cellule specializzate nella visione dei colori (ndA:siamo nel 1971) “, “ La pupilla ha proprietà veramente eccezionali dovendo l’uccello adattarsi ad ambienti scarsamente illuminati”. Molti lavori più recenti – anche testi di descrizione sistematica ( Nervous System:Brain and Special senses II, BIO 554-75 Ornithology http://people.eku.edu/ritchsong/birdbrain2.html 2006) - evidenziano l’eccezionale campo visivo della beccaccia a 360° e
documentano la capacità degli elementi retinici per la discriminazione dei colori : la retina ha recettori di colori,recettori di bianco e nero,ed un altro tipo di recettore capace di regolare i ritmi circadiani , e questo gioca un suo ruolo nel processo di analisi dei segnali magnetici. ( Ritz T. e al. – A model for photoreceptor-based magnetoreception in birds – Byophysical Journal 78,707-718,2000 ). QUI’ ELEMENTI DELLA RETINA
E’ molto significativa l’affermazione di Beason R.C. e che è generica per tutti gli uccelli “ Paragonati alle capacità visive degli uomini , gli uccelli possono distinguere più colori e recepire direttamente la luce ultravioletta e la luce polarizzata “. (Beason R.C. – Through a Bird’s Eye : exploring avia sensory perception . 2003 – Bird Strike CommUsa/Canada - www.birdstrikecanada.com/ ).
Ma viene da domandarsi : “la percezione della luce polarizzata e della luce ultravioletta è così importante per l’attivazione dei meccanismi direzionali negli uccelli migratori ? “
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La risposta viene in buona parte dalla sintesi di Mueller H. ( Mueller H. – The sixth sense of Direction – Sun 12,17-19,2006 // - Navigation Secrets of Migratory Birds – http://serendip.brynmawar.edu/exchange/node/71 ) : “molti uccelli,la maggior
parte,possono fare affidamento su un meccanismo legato a coppie di radicali . I radicali liberi sono atomi instabili di un gruppo di atomi ; in presenza di un campo magnetico , i loro elettroni sono meno disposti ad allinearsi . Gli uccelli possono essere capaci di percepire quando più o meno è necessaria energia per allacciare i radicali liberi ( atomi appunto instabili) e così possono percepire la presenza del campo magnetico . E’ accertato e documentato che la luce verde-bleu e quella ultravioletta realizzano la miglior condizione per i radicali liberi. I criptocromi ,recettori della luce verde-bleu,sono stati trovati negli occhi e nei neuroni , specie quelli sensitivi del magnetismo , di molti uccelli migratori. “ In definitiva , in questo “sesto senso” degli uccelli migratori si realizzerebbero le integrazioni tra stimoli luminosi e recettività magnetica : alcune componenti della luce andrebbero a muovere le lancette ( la lancetta “cumulativa”) della bussola biologica , facilitando così la scelta direzionale . L’elaborazione cerebrale degli stimoli “da orientamento notturno” avverrebbe in un’area del cervello specializzata alla visione notturna (Durham N.C. – Migratory songbirds have a specialized night-vision brain area – ScienceDayly – Proceedings National Academy of Science – may 2005 ) : questa elaborazione consentirebbe –oltre alla guida direzionale dall’emisfero celeste (stelle) – di “vedere” , letteralmente vedere il campo magnetico terrestre . Queste affermazioni avrebbero documentato riscontro sperimentale . Un articolo recentissimo (2007), che dimostra - anche con dettagliate immagini molto “scientifiche” e specialistiche – la realtà di questo “vedere” il campo magnetico è il seguente (contiene ampia bibliografia specifica ) : Heyers D, Manns M, Luksch H, Güntürkün O, Mouritsen H (2007) A Visual Pathway Links Brain Structures Active during Magnetic Compass Orientation in Migratory Birds. PLoS ONE 2(9): e937 doi:10.1371/journal.pone.0000937 - http://www.plosone.org/article/
Tutte queste implicazioni/integrazioni –nello specifico della beccaccia – avrebbero anche grande importanza nel determinismo e controllo del volo migratorio notturno . Un lavoro molto importante e specifico sull’occhio della beccaccia è quello di Martin G.R. – Visual fields in woodcocks (Scolopax Rusticola) – Journal of Comparative Physiology 174,6,787-793,1994 –www.springerlink.com/ - dove si specificano importanti
elementi conoscitivi . - Sono assenti movimenti dell’occhio significativi . - Il campo retinico binoculare è lungo e ristretto; si estende per 190° nel piano sagittale mediano.Quando la testa si pone in una normale postura (becco in angolo di 40° rispetto al piano orizzontale) il campo binoculare si stringe da 25° sopra il becco a 5° sopra il piano orizzontale dietro la testa : stando così le 33
cose le beccacce hanno una copertura di visuale emisferica sopra di loro , ma il becco impedisce in basso la visione completa del terreno . - I campi retinici monoculari coprono un angolo di 182° sul piano orizzontale (360° per la visione binoculare) e non vi sono settori ciechi dei campi ottici. - La struttura del cranio della beccaccia facilita la visione panoramica sul piano orizzontale. - Nel campo dell’anatomia comparata la configurazione del sistema visivo è più finalizzata alla visione utile per mangiare . La copertura visiva più vasta dell’emisfero celeste nella sua interezza si realizza solo in specie –come la beccaccia – che usano altri sensi (udito,olfatto) per guidare maggiormente l’atto alimentare ( Martin G.R.).( Hall M.I. e al.- Eye shape and activity pattern in birds – Journal pf Zoology 271,437-444,2007 –// - Iwaniuk A.N. e al.- The Comparative Morphology of the Cerebellum in Caprimulgiform Birds: Evolutionary and Functional Implications - Brain Behav Evol 2006;67:53-68 (DOI: 10.1159/000089120 )
Vedi movimento di perforazione a : http://urbanhawks.blogs.com/photos/uncategorized/img_0268.gif
Si potrebbe appunto aggiungere che tutte queste acquisizioni si allineano al fatto che le beccacce mangiano perforando il terreno , quindi al di sotto del piano orizzontale visivo, e più che vedere hanno bisogno di altri sensi per localizzare l’area dove perforare (olfatto,udito) ed ingurgitare (organi tattili dentro il becco) . Inoltre la struttura oculare deve privilegiare la visione nell’emisfero sovrastante il capo ( migrazione notturna , involo a colonna nel bosco) e comunque essere a largo raggio (360°) per percepire i pericoli nel bosco e nelle zone aperte di pastura. Non esistono rilievi scientifici consultabili che quantificano l’estensione dei settori retinici con i recettori del c.d. “sesto senso” , verosimilmente più estesi che in altri uccelli (dato il grande occhio) , utili alla navigazione notturna ed al volo in bosco;è verosimile che siano più estesi che non in altri uccelli “diurni”.Ciò anche in rapporto all’enorme sviluppo retroverso degli occhi e loro rapporto con il già citato (Chuck F.) “cervello rovesciato”. 34
La percezione analitica della luce polarizzata
sarebbe particolarmente importante nel determinismo della direzione da prendere per il volo notturno (Devlin K. – Those amazing flying mathematicians – MAA ondine – www.maa.org/devlin-october 1999) e questa capacità si realizzerebbe al momento del tramonto del sole
(dalla Home page : www.angel.ekol.lu.se/~rachel/beringiaupdates.php ) consentendo di localizzare Nord e Sud. Si tratterebbe di una specie di largo compasso nel cielo
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utile - come un sestante a determinare la direzione da prendere per lâ&#x20AC;&#x2122;inizio del volo migratorio notturno (decollo migratorio notturno ).
Gli uccelli servendosi dei loro perfetti sistemi sensitivi ,giĂ descritti,possono stabilire una rotta , e lungo questa rotta possono navigare via via facendo il punto della propria
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posizione in dipendenza della latitudine : servendosi del sole all’alba ed al tramonto ,
nonché delle stelle . Le stelle più vicine ai poli (Sud-Nord) si “muovono” di meno , mentre le stelle più vicine all’equatore si muovono di più e più velocemente .
Questa visione della rotazione celeste è anche particolarmente importante per gli uccelli giovani al loro primo volo migratorio : già nel nido possono ricevere l’imprinting dei segnali celesti che consentono ai piccoli di comprendere la rotazione del cielo ed imparare a determinare l’asse “Nord-Sud” che “sentono” innato .
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TroupC. – Navigating by the stars and sun – Bird Migration – Te-Ara-the Enciclopedia of New Zealand – dec.2007 – www.TeAra.govt.nz/
Altri elementi utili a comprendere la “navigazione stellare” si possono trarre dalla Rivista on-line Bird Talk vol.179,8,0ct.2005-Migratory Birds- : Niao Zhi Dao “How birds use the star sto orientate .Latitude and longitude determination using stars” pag 21. Altri elementi più dettagliati sono rilevabili a : Martin G.R.- The visual problem of nocturnal migration- in “Gwinner E.editor Bird Migration .p.186-195 – Publish.SpringerVerlag 1990 .
Queste ultime argomentazioni ci consentono di discutere ed affrontare meglio il problema della “memoria” (aree in verde a sin.)di viaggio e della condizione migratoria “innata” o “genetica” (aree violette) – Uccello a sin. –Uomo a dx.
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E’ indubbio che nei migratori esiste una capacità di ricordare - ovviamente ciò vale per gli adulti – il percorso geografico migratorio , riconoscendo coste,montagne,valli,fiumi,laghi ed anche costruzioni umane
(strade,autostrade,città,alti edifici ecc.) . Di certo l’orografia condiziona il percorso territoriale sia per il riconoscimento dei luoghi sia per programmare e realizzare il volo notturno in favore di correnti aeree prevalenti e/o ripararlo da venti contrari. Sicuramente le beccacce durante il percorso,conoscono i luoghi dove fermarsi al mattino ,luoghi più sicuri dai predatori ,conosciuti come non molto disturbati dalla caccia (zone protette),e comunque principalmente idonei all’indispensabile rifornimento alimentare .
Tutto ciò vale –lo ripetiamo- per gli individui adulti : va ricordato che le beccacce possono vivere oltre 15 anni . L’altro elemento di guida riguardante alcune specie di uccelli migranti è l’ olfatto .
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Cranio e fossette delle narici alla base del Becco
http://ret007ie.eresmas.net/OLFATOBECADA/sentido_del_olfato_en_la_becad a1.htm
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Dobbiamo premettere che –pur essendo sperimentalmente confermata – la navigazione olfattiva non può essere intesa come una soluzione universale per la navigazione migratoria ( Schmidt K.e al.-Bird navigation : has olfactory orientation solved the problem – The Quarterly review of Biology 62,1,31-47,1987). La capacità olfattiva è stata molto studiata nei piccioni viaggiatori (“homing”) con approfondite ricerche condotte già dal 1986 da Floriano Papi e dal suo team dell’Istituto di Scienze Naturali dell’Università di Pisa (http://images.google.it/imgres?imgurl=http://www.treccani.it/site/Scuola/nellascuola/area_biolo gia/archivio/viaggio/images/PAPI03.gif&imgrefurl=http://www.treccani.it/site/Scuola/nellascuol a/area_biologia/archivio/viaggio/frontiere1.htm&h=293&w=390&sz=12&hl=it&start=18&um=1 &tbnid=HlEYAGMpgBfkbM:&tbnh=92&tbnw=123&prev=/images%3Fq%3Drotta%2Blatitudine %2Bsole%26um%3D1%26hl%3Dit%26sa%3DG )
La beccaccia ha un potente apparato olfattivo (Califano) che può guidarla alla miglior rimessa nel bosco e fuori del bosco : infatti la beccaccia fora il terreno solo in determinati segmenti di terreno . E’ verosimile che odori trasmessi da feromoni alimentari (lombrichi,larve) attraggano particolarmente la beccaccia anche da distanze notevoli.Altra ipotesi – che non esclude l’altra – è che i terreni più adatti per i vermi , ricchi di humus particolare ( macerazione vegetale,muffe,tuberi,minerali terrosi più specifici,acqua e liquami e feci di eiezione animale da pastorizia o umana come canali fognari a cielo aperti o contenitori di letame) possono produrre odori più specifici portati dal vento anche a grande distanza : per esempio nel momento all’alba quando la beccaccia in migrazione deve decidere di fermarsi a mangiare ( “buttate” limitrofe a prati con pastorizia ). La sensibilità olfattiva può essere comunque ritenuta una componente nel determinismo della rotta su “una mappa cognitiva stabilita geneticamente ed attraverso l’esperienza “ ( Ramenofsky M. e al. – Regulation of Migration – BioScience 57,2,135-143,2007 – www.biosciencemag.org )
L’analisi dell’influenza olfattiva sulla navigazione migratoria è riportata anche nel lavoro : Berthold P. – Orientation in Birds.The role of experience in Avian navigation and homing in “Control of Bird Migration” p.250-269-Ed.Chapman & Hall,London,1996 .
Lo stesso Autore riferisce anche la possibilità che –specie nella navigazione notturna – gli uccelli possono orientarsi anche recependo suoni (-udito-) particolari come rumore del mare sulle coste,scorrere di fiumi,eventuali fonti di ultrasuoni, oltre ovviamente a suoni (versi di canto) interindividuali o di gruppo utili specie per uccelli giovani che migrano con adulti : ricordiamo tipicamente tordi,allodole,gruccioni,oche,anatre,trampolieri,falchi ecc. (Bird Talk magazine 179,8,oct.2005).
La conoscenza e considerazione di tutti i seguenti fattori è fondamentale per poter comprendere il fenomeno “migrazione “ :
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- strutturazione genetica - stagioni e clima - dinamiche meteorologiche - modificazioni ormonali - modificazioni metaboliche - modificazioni tissutali (muta) - caratteristiche alimentari - risposte sensitive negli apparati visivo,uditivo,olfattivo - processi cognitivi e memoria - la “bussola biologica” - l’ “orologio biologico” - il “sesto senso” - le risposte e/o modificazioni comportamentali Questi vari fattori –anche se generici per tutti gli uccelli o per i migratori notturni in particolare - dovrebbero essere approfonditi con aggiornamento scientifico continuo , per poter poi orientare un più completo studio sulla migrazione “pura” della beccaccia in Italia . Solo su questa seria base – e purtroppo non è così data l’approssimazione di molti organi c.d. istituzionali deputati alle norme – potranno essere autorizzati interventi normativi ed ambientali utili a gestire il/i territorio/i e non ultima la caccia alla beccaccia .
LA MIGRAZIONE
Il fenomeno migratorio - negli animali e negli uccelli più in particolare –è indubbiamente un fenomeno complesso e da sempre definito un “mistero”. 42
Molte sono le vie migratorie sul globo e sono oggetto di ricerca e di monitoraggio anche come mezzo indiretto di controllo dello stato ambientale dei continenti .
http://wildlife1.usask.ca/images/EMPRES_Watch_global_flyways.gif Il significato delle migrazioni è comunque semplice : le migrazioni avvengono per salvaguardare la sopravvivenza stagionale delle singole specie e singoli individui , e consentire la riproduzione e conservazione di ogni singola specie. Il fenomeno è anche messo in relazione alla c.d. “deriva dei continenti” che –nel corso delle varie “ere” – avrebbe spostato l’habitat di molti uccelli , realizzando così una specie di marcatura cromosomica capace di indurre gli uccelli “spostati” a ritornare stagionalmente alle latitudini di origine .
Catene cromosomiche ( a sin . in uccello )
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Da : http://ret007ie.eresmas.net/GENETICA%20DE%20LA%20BECADA/la_necesidad_ del_estudio_genetic1.htm
DERIVA dei CONTINENTI
ANIMAZIONE a : http://cronologia.leonardo.it/mondo02a.htm
ANIMAZIONE a : http://www.odsn.de/odsn/services/paleomap/animation.html Senso e/o istinto di sopravvivenza e di riproduzione sono quindi elementi biologici essenziali , elementi di “storia” e di conservazione di ogni singola specie degli uccelli. 44
I comportamenti conseguenti ( etologia ) sono quindi finalizzati a : -alimentazione e salute -sicurezza (capacità di difesa) -maturità sessuale e riproduzione -cura ( +/- ) della prole Potremmo dire molto più semplicemente e prosaicamente : “ pappa – ciccia – sesso “. Per raggiungere questi obbiettivi le varie specie di uccelli si adattano all’ambiente e perseguono gli obbiettivi di vita , e ciò anche in dipendenza della loro collocazione spaziale e nel tempo : così vivono secondo il proprio DNA in parte figlio della “deriva dei continenti “.
A prescindere dal significato “umano” del termine , la “responsabilità” di questo stato di vita è molto forte negli uccelli , e poiché –per molti di essi- la migrazione è l’unico sistema di sopravvivenza , lo stato o condizione temporale e fisica pre-migrazione determina un comportamento ansioso , una sindrome pre-migratoria, definita in Ornitologia “Zugunruhe” . Il termine è creato dalla lingua tedesca : “Zug” per migrazione , “unruhe” per ansietà . E’ ben rappresentato in questa vignetta , che può riguardare anche molti di noi quando dobbiamo intraprendere un viaggio : Ah, zugunruhe!
Zugunruhe is the need to migrate.
http://www.nytimes.com/2006/04/04/science/04side.html?_r=1&oref=slogin
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La luce , intensitĂ e durata ,
www.temple.edu
ed il graduale abbassamento della temperatura ed intensitĂ delle piogge
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e
le modificazioni stagionali dellâ&#x20AC;&#x2122;ambiente
47
e dei terreni utili all’approvvigionamento alimentare , inducono modificazioni ormonali e metaboliche , peraltro già geneticamente prestabilite .
Nature’s Pharmacy
Queste modificazioni stagionali incidono in maniera determinante sulla strutturazione ed attività degli organi riproduttivi.
Testicoli e Ovaie negli uccelli 48
Tutte queste modificazioni e cambiamenti valgono sia sui territori di nidificazione ( pre-migrazione autunnale o post-nuziale) sia sui territori di svernamento (premigrazione primaverile o pre-nuziale ). Gli stimoli innati e quelli condizionati dalle modificazioni ambientali innescano meccanismi di cambiamenti corporei : - accumulo energetico ed ipertrofia muscolare , - maturazione o spegnimento della maturità sessuale stagionale con relative modificazioni strutturali degli organi endocrini . Il cervello – in modo diverso tra giovani ed adulti , e tra maschi e femmine – subisce l’influsso di queste modificazioni , collegandole allo stato temporale ambientale ( stagioni normali o più o meno ritardate o anticipate ) , ed inoltre per la “responsabilità” genetica che gli compete ( salvaguardia della specie ) , innesca la sindrome ( insieme di sintomi ) pre-migratoria o “Zugunruhe” (ansia del viaggio). E’ altresì da rilevare che esistono dubbi sulla universalità della “sindrome” in tutti gli uccelli migratori : Piersma e al. – Is there a “migratory sindrome” common to all migrant birds ? – Annals of the NY Acad.Scie. 1046,282-293,2005 –
Non ci risultano studi scientifici consultabili specifici “Zugunruhe” per la beccaccia. Sempre rimanendo nella genericità del fenomeno migratorio , per quanto riguarda il controllo ormonale dei processi migratori, la migrazione autunnale non è androgenodipendente , ed almeno in parte è regolata da ormoni tiroidei : ricordiamo che la ghiandola tiroide è dipendente dalle attività “superiori” delle ghiandole endocraniche ,epifisi in particolare ,sensibile alla luce e sue modificazioni temporali.
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Gli ormoni tiroidei hanno capacità di promuovere il metabolismo aerobico dei muscoli per la preparazione al volo migratorio e la secrezione glicocorticoide sarebbe poi più elevata in associazione con lo sforzo da volo. La migrazione primaverile è invece chiaramente dipendente da ormoni androgeni sia nei maschi sia nelle femmine ( maturazione sessuale degli organi riproduttivi ). Nel periodo di svernamento delle beccacce si verificano le modificazioni maturative degli organi sessuali, così come nel periodo pre-volo autunnale (post-nuziale) si verifica una regressione degli organi sessuali.La maturazione è selettiva in funzione di età e sesso. Uno studio sulla maturazione sessuale nelle beccacce svernanti ( 564 beccacce in 3 anni) è stato presentato nel 2001 dal Club della Beccaccia Francese : Parrigade M.,Coril F.- Histologie des organes reproducteurs ed endocrinologie chez la Becasse des bois en hivernage –Journ.Sciet.Techn.2001 –http://salah.club.fr/loctscie.html .
Ritornando all’esame generale della migrazione , va subito segnalato un aggiornato e completo approfondimento peraltro recentissimo (2007) : Ramenofsky M. e al.Regulation of Migration – BioScience 57,2,135-142,2007 – www.biosciencemag.org Sempre degli stessi Autori è da segnalare : Ramenofsky M. e al.- Behavioral and phsicological conflicts in migrants : the transition between migration and breeding – Journal of Ornithology 147,135-142,2006 .
Il “decision making” della migrazione pre-nuziale è sempre relativa all’avvio e/o conseguimento dei processi di maturità sessuale che servirà al momento dell’arrivo nelle aree di riproduzione . La flessibilità differenziata comportamentale e maturativa è stata ben studiata anche per le beccacce , perché alcune popolazioni di questi uccelli (Francia,Isole Britanniche) possono essere considerate come sedentarie , mentre altre compiono migrazioni “vere” corte oppure molto lunghe . Le migliori conoscenze sulla specie stanno via via identificando popolazioni quanto meno diverse tra loro per i comportamenti migratori o meno , con relative implicazioni genetiche . In un certo senso si può pensare che nei ritmi lentissimi del tempo delle Ere biologiche , le beccacce siano predisposte a mutare da uccelli essenzialmente migratori ad uccelli propriamente sedentari così com’è gia ora per alcune “sacche” di popolazioni che sono di fatto sedentarie o lungo-residenti . D’altra parte sub-specie di beccacce euro-asiatiche (Azzorre-Canarie) hanno già questi consolidati caratteri di sedentarietà , ed altre specie di beccacce “asiatiche” ( Malesia,SriLanka,Isole Oceaniche, Giappone,Molucche ecc.) sono là stabilmente residenti .
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Amami Woodcock ( Scolopax mira -5/10.000 birds)
Isole Amami (Giappone)
E’ altresì evidente che le spinte ad accelerare o ritardare questo possibile processo sono strettamente legate ai cambiamenti climatici ( temperatura,precipitazioni) ed ambientali ( vegetazione,tipo di terreno,cibo) e/o all’ “incapsulamento” in isole . Lo studio dei cambiamenti e/o della solidità genetica (DNA) di queste popolazioni potrà meglio aiutare a comprendere il fenomeno . Per ora rimane fermo il concetto che “ le migrazioni sono soggette ad un ritmo geneticamente programmato , endogeno circannuale che a sua volta è condizionato da differenti fattori esterni . Il più importante di questi è la lunghezza della luce diurna ( photoperiodo) , ma anche altri fattori climatici e meteorologici devono essere considerati “ ( Birds migratory – http://my.ort.org.il/holon/birds/mig2.html ). Altri lavori inerenti anche i possibili cambiamenti di comportamento sono: -
-
Bell C.P.- Process in the evolution of bird migration and pattern in avian ecogeography – J.Avian Biol. 31,2,258-265,2000 Helm B. e al.- Flexible seasonal timing and migratory behaviour – Max Plank Inst.Ornithologu Audechs,Germany - 2008-03-25 Arguedas N. e al. – Seasonal migration and genetic population – The Condor 102,3,517528,2000 Noll P. – Evolution of Bird migration – www.paulnoll.com/Oregon/Birds/migrateevolution.html Schwalb H. e al. – Endocrine correlates of autumnal behaviour in sedentary and migratory individuals ecc. – The Auk 101,499-507,1984 Anonimo - Evolution of migratory strategies – in “Advances in the study of avian migration” – 2003 – www.zoo.ufl.edu/ajahn/advances.htm
Si può quindi ritenere che qualcosa stia cambiando nei comportamenti migratori di molti uccelli , beccaccia inclusa ? Cambiamenti che hanno comprovata “evidenza” possono essere così elencati : - tempo di arrivo dei migratori : alta evidenza di cambiamento - tempo di partenza : scarsa evidenza - abbreviazione/allungamento della migrazione : qualche evidenza - periodo di nidificazione : media evidenza 51
- performance di nidificazione : scarsa evidenza - incremento/decremento delle popolazioni : scarsa evidenza - distribuzione più a Nord o a Sud : scarsa evidenza. Segnaliamo un “sito” sul Web dove esiste un’ampia documentazione didattica circa i cambiamenti migratori relazionati all’ambiente . Sono presenti anche numerose animazioni in Yutube , ed in particolare una riguardante la deriva dei continenti : BIO 554-754 – Ornithology –BIRD BIOGEOGRAPHY II people.eku.edu/ritchisong/birdbiogeography2.html
A parte gli elementi di commento che abbiamo esposto in termini di aggiornamento (2008) , riteniamo doveroso sottolineare che l’analisi più completa del fenomeno “migrazione della beccaccia” può ben essere consultata nella monografia di Silvio Spanò (“Il punto sulla beccaccia “ -ediz.Olimpia 1993 ) dove sono riportate anche alcune considerazioni di Ettore Garavini ( Beccacce e Beccacciai- ediz.Olimpia 1978 ). Molti dettagli ed approfondimenti di Spanò sono focalizzati sulla migrazione in Italia e si articolano su comportamento,fattori endogeni ( ciclo ormonale,età,sesso,regione d’origine,peso ) e fattori esogeni ( fasi lunari,venti,temperatura,pressione atmosferica , fattori geomorfologici) , analisi della migrazione autunnale,lo svernamento,la migrazione primaverile . Tutto , come già detto, è principalmente focalizzato sulla nostra Penisola .
Molti elementi di analisi – ripetiamo condotta da Spanò con dovizia di particolari – sono basati sui risultati dell’inanellamento , quale unica metodologia scientifica con capacità documentali circa origine e vie di migrazione .Purtroppo non si può non rilevare la pochezza del significato statistico , come è appunto riportato da Spanò : in Europa circa 10.000 beccacce inanellate sino al 1975 ( oltre 30 anni fa’) e di queste 29 (0,3%) riprese in Italia .Ricordiamo che la popolazione Europea + Russia è stimata 15 milioni. Abbiamo già detto che però i dati da inanellamento sono gli unici scientificamente validi , elaborati a loro volta da specifiche metodologie scientifiche . Un lavoro esaustivo sui risultati dell’inanellamento nei vai Paesi è quello di Fadat C.,Gossmann F.,Spanò S. – L’inanellamento della beccaccia a scopo di Studio e di gestione : le esperienze francesi e la missione “Italia” - Il cui testo per esteso è consultabile on-line a www.scolopaxrusticola.com/italia/studi2_shtml . 52
Il lavoro di molti decenni di inanellamento è condensato nella ormai vecchia ma classica monografia Bykhovskii B.E. – Bird Migrations : ecological and physiological factors – Edizione Inglese – JohnWiley & sons – NY-1973 : è il lavoro che riporta l’esperienza pluridecennale della stazione ornitologica di Rybachi ( Kaliningrad-Russia) sul Mar Baltico . Nel 1973 su un totale di circa 200 beccacce inanellate , 5 (cinque) erano state catturate in Francia W e NW . Gli uccelli catturati con l’anello sono sempre pochi per dare assolute certezze statistiche
. Abbattimenti personali dell’Autore;un altro abbattimentopersonale (Islay,Scozia)riguarda un’Oca Faccia-bianca(Barnacle Goose) inanellata in Groenlandia 20 anni prima (nido). Affronteremo di nuovo questo argomento , prendendo coscienza delle più moderne tecnologie e metodologie conseguenti . “Migration of Birds” – Lincoln F.C.(1935) è un testo monografico di assoluto valore scientifico – pur geograficamente rapportato al Continente Americano – ed è consultabile on-line aggiornato da Zimmerman J.L. (1998) prodotto da US.Dept.of
the Inter.-Fishing & Wildlife Service
.
L’indice del lavoro monografico costituisce una organica guida allo studio delle migrazioni , beccaccia inclusa . Riteniamo opportuno riportarlo integralmente : Table of Contents • • •
Introduction Early Ideas About Migration Techniques for Studying Migration o Direct Observation o Aural o Preserved Specimens o Marking o Radio Tracking 53
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• • • •
o Radar Observation Evolution of Migration Stimulus for Migration When Birds Migrate o Time of Year o Time of Day Flight Speed and Rate of Migration Migratory Flight Altitude Segregation During Migration o By Individuals or Groups of Species o By Age o By Sex Geographic Patterns of Migration o Populations Within Species o Short Distance Migration o Long Distance Migration Orientation and Navigation o Vector Navigation o Orientation Cues Influence of Weather Influence of Topography Perils of Migration o Storms o Aerial Obstructions o Exhaustion Routes of Migration o General Considerations o Flyways and Corridors o Narrow Routes o Converging Routes o Principal Routes From North America o Atlantic Oceanic Route o Atlantic Coast Route and Tributaries o Mackenzie Valley-Great Lakes-Mississippi Valley Routes and Tributaries o Great Plains-Rocky Mountain Routes o Pacific Coast Route o Pacific Oceanic Route o Arctic Routes Patterns of Migration o Loops o Dog-legs o Pelagic Wandering o Leap-frogging o Vertical Migration o Pre-migratory Movements o Vagrant Migration Future Directions Bibliography A-L Bibliography M-Z List of Bird Species Mentioned in Text
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Consultabile a : http://www.npwrc.usgs.gov/resource/birds/migratio/index.htm Di alcuni di questi Capitoli facciamo breve approfondimento . - Stimoli : modificazioni dei centri nervosi dell’ipotalamo
http://openlearn.open.ac.uk/file.php/2817/S324_2_033i.jpg
che controllano il senso di fame e di sazietà in modo che gli uccelli mangiano di più (40%) , accumulano grasso e quindi energia in quantità utili a consentire voli lunghi .Durata della luce diurna legata alla latitudine (fotoperiodo primaverile) e crescita della vegetazione sono fattori determinanti per il volo primaverile . Esiste un’ipotesi interpretativa di questo stimolo , molto più avanzata : questo stimolo già al momento del volo primaverile innescherebbe il timer per la partenza del volo autunnale . - Tempistica : numerose specie di uccelli anche molto piccoli migrano di notte . Osservazioni con radar hanno dimostrato che la migrazione notturna inizia circa un’ora dopo il tramonto , ha il suo massimo poco prima di mezzanotte,declina avvicinandosi l’alba . Vi sono anche vari fattori che spiegano il perchè del volo notturno per alcune specie . Fermandosi in sosta (stopover) già all’alba hanno tutto il giorno per programmarsi a mangiare (reintegrare le riserve energetiche) ed alternativamente riposare.Lo sforzo di volo migratorio genera calore : la migrazione notturna consente di mantenere la giusta temperatura corporea e volare più a lungo . - Velocità : in genere tra 20-50 miglia orarie . Più sono grandi più sono veloci. (La beccaccia si ristiene possa volare a 40-60Km/h sec.Spanò) . Sfruttano il vento di coda anche per risparmiare energia.Anche la temperatura (isoterme 16°) per alcuni uccelli (es.oche) condiziona la velocità. - Altitudine : varia molto ma in genere il volo più alto determina molti vantaggi come miglior termoregolazione,superamento di barriere fisiche o atmosferiche (nubi,nebbia),controllo visivo ampio del territorio . In genere uccelli migratori notturni volano più alti.Molti uccelli sul mare volano a 50-150 metri , ma per la maggior parte si ritiene che volino tra 500-800 m . In genere le beccacce che entrano dal mare si ritrovano sulle prime catene montuose a queste altezze , così come quelle che sorvolano le pianure ucraine e turche giungono sui primi monti di Bulgaria e Grecia ad un’altitudine intorno a 700-800 m. - Orientamento e navigazione : gli uccelli devono apprendere il modo per localizzare le aree di svernamento e nidificazione (le loro mete) per poter 55
navigare verso queste aree ma “non hanno idea di quello che stanno apprendendo “ . Le esperienze con inanellamento ( ricatture per più anni ) dimostrano che alcune specie apprendono la capacità di localizzare i tradizionali luoghi di sosta durnate il volo migratorio , ma come riescono a far questo rimane un mistero .Si afferma che gli uccelli hanno innato il senso della direzione che devono prendere , senso che è nel DNA , ed analogamente sono geneticamente programmati a percorrere ben precise distanze. Per navigare si servono anche della conoscenza dei luoghi già sorvolati in passato , ma questo vale solo per gli adulti. Per gli uccelli a migrazione notturna la scelta della direzione da prendere avverrebbe al tramonto quando i loro recettori selezionerebbero gli stimoli luminosi provenienti dalla penetrazione nell’atmosfera della luce del sole che scende dietro il profilo degli alberi del
bosco . La gamma della luce polarizzata nel cielo della sera sarebbe determinante per la direzione da prendere poi per la migrazione notturna che inizia circa un’ora dopo il tramonto e raggiunge il suo massimo verso la mezzanotte. Successivamente l’imprinting stellare dell’emisfero celeste
con più stelle e non con solo la stella polare ,consentirebbe la prolungata navigazione notturna ( Emlen S.T. – Decision-making by nocturnal bird migrants:the integration of multiple cues – Proc.XVII Intern.Ornit.Congress 17,558-560,1980 )
L’integrazione di altri fattori è poi essenziale come appunto la risposta sensitiva dei pigmenti visivi alla energia elettromagnetica che l’uccello rileva dal naturale campo magnetico terrestre variante durante il cambio di latitudine in volo , e che costituisce la base dell’orientamento geomagnetico .
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rappresentazioni campo magn. - Condizioni del tempo e Venti : in Primavera il vento da Sud è determinante per l’inizio del volo di ritorno ai quartieri di nidificazione a Nord .
La circolazione dei venti intorno alle aree di alte e basse pressioni influenza notevolmente la migrazioni .
Durante l’Autunno i migliori “passi” di migratori notturni si verificano il giorno dopo il passaggio di un fronte freddo con venti da Nord , caduta della temperatura, 57
rialzo della pressione atmosferica,cielo chiaro. Quando la direzione dei venti diventa variabile ,la velocità del vento decresce è l’alta pressione atmosferica è dominante : questo è tempo per fermarsi e mangiare. - Vie migratorie : viene rimarcato che il sistema d’inanellamento indica nulla di più che il luogo d’inanellamento e quello di ripresa ( Infatti già dai primi esperimenti su beccacce “spagnole” con Radiotracking Satellitare si sono viste, letteralmente viste, deviazioni così sorprendenti tali da poter inficiare tutte le conoscenze sinora acquisite sulle vie migratorie -2007-2008 – ndA). Esistono considerevoli diversità di direzione e di movimenti tra popolazioni nidificanti in un’area , tra specie diverse e tra singoli individui di una stessa popolazione .
rif.beccacce
Per molte specie la via di andata (discesa) e ritorno (risalita) differiscono tra loro – anche in dipendenza della orografia che diversamente si articola ( autunno- primavera ) con la prevalenza dei venti – e spesso si disegnano come un ansa od ellisse .
In Italia alcuni dati da inanellamento ( Castelporziano – INFS -2007) sembrano indicare che le beccacce svernanti nelle aree di costa tirrenica , scendono in autunno attraversando Adriatico ed Appennino a vari livelli di latitudine e poi volando a Sud , risalgono a Nord in Primavera lungo il versante occidentale dell’Appennino e più a Nord s’indirizzano verso Slovenia,Ungheria,Bielorussia. (ndA). - Prospettive di ricerca : si può dire che oggi il “mistero” della migrazione è stato in buona parte esplorato,compreso e spiegato. Molto è stato anche scientificamente provato per quanto riguarda i meccanismi migratori. La conoscenza più approfondita è evolutiva ed essenziale anche in funzione del monitoraggio e prevenzione di eventuali malattie dell’uomo ( influenza aviaria) 58
trasmesse da uccelli migratori e nocivi per il mondo animale e vegetale
virus Influenza Aviaria Applicare queste conoscenze alla salvaguardia delle specie e dei loro ambienti è oggi un dovere anche per i cacciatori. La migrazione degli uccelli può anche essere considerata una “cartina di tornasole” per valutare lo stato di salute dell’ambiente .
Tutto quanto sopra riportato in termini di citazione e sintesi è stato aggiornato , capitolo per capitolo , per il testo on-line di riferimento : “Migration of Birds” – Lincoln F.C.(1935)-Zimermann J.L (1998) – Consultabile a : http://www.npwrc.usgs.gov/resource/birds/migratio/index.htm La nostra “prosaica” sintesi rimane comunque “pappa-ciccia-sesso”. *****
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A questo punto avendo acquisito una certa base conoscitiva , aggiornata , sulle generalità e su alcuni dettagli del fenomeno Migrazione , è opportuno ritornare al nostro obbiettivo : Migrazione della Beccaccia in ITALIA Abbiamo già detto delle importanti monografie presenti nella Letteratura venatoria Italiana ( Garavini,Califano,Celano,Spanò ) : ne terremo conto seguendo alcune linee guida presenti in queste monografie , peraltro tutte abbastanza datate rispetto all’evolversi della Ricerca. Ora ci sembra opportuno riferire il nuovo : i lavori scientifici,pur settoriali,apparsi recentemente ad opera di Ricercatori Italiani . Uno dei più recenti lavori sembra una base inportante per introdurci nel tema “quali popolazioni di beccacce ( diversi territori di origine ) e per quali vie migratorie arrivano in Italia ? “ Insomma “ da dove vengono le nostre beccacce ? “ 59
Il lavoro –recentissimo 2007 – è di Memoli A.,Papetti D. ( Dipartimento di Scienze e Tecnologia Ambientali Forestali – Università di Firenze ) Indagini preliminari sulla variabilità genetica della beccaccia (Solopax Rusticola) – Giornale Italia Forestale Montana IFM 2,118-128,2007 . La ricerca è finalizzata a valutare livelli di variabilità del DNA
per definire l’appartenenza a determinati gruppi in transito in Italia . In precedenza (1997) un lavoro di Burlando B.,Arillo A.,Spanò S.,Machetti M.- A study of genetic variability in populations of the European woodcock by random amplication of polymorphic DNA – Ital.J.Zoology 63,31-36,1996 aveva svolto analoga indagine genetica su diverse popolazioni europee di beccacce , ed ancora successivamente Arillo A.e al .in “La Regina del Bosco” –Giornale CIB- XXIII ,47,39,2000 , per evidenziare il gruppo di
appartenenza di individui catturati in varie località italiane ed estere. Rispetto a questi precedenti lavori , Memoli e Papetti hanno usato una diversa metodologia d’identificazione con l’analisi di sequenze del genoma mitocondriale (mDNA) , un genoma che probabilmente ha più di 400 milioni di anni e viene trasmesso solo per via materna .
Gli Autori - per quanto riguarda le mappe migratorie in Italia e relativi origini delle beccacce – si riferiscono purtroppo a mappature ed indicazioni troppo vecchie per avere un pieno significato scientifico ( Ghigi 1947,Garavini 1978) . L’indagine genetica condotta su 161 beccacce reperite in Toscana,Calabria,Sardegna ha comunque il pregio di una rigidità scientifica specifica che si riflette sulla complessità delle interpretazioni dei risultati. Secondo gli AA.l’indagine si presta a valutare il deterioramento degli habitat necessari per le beccacce in transito (stopover). La conclusione degli AA. è che in Italia (Centro,Sud,Sardegna) il “volo migratorio viene realizzato da individui appartenenti a popolazioni molto simili” e quindi verosimilmente di provenienza dagli stessi territori di nascita . Analoghe conclusioni sono state riportate da Spanò (Convegno ARCICACCIA “ La beccaccia oggi :tra caccia e conservazione,tra passione e ricerca” – Città di Castello(Pg) 15.03.2008) : lo studio di DNA su beccacce , lascia rilevare che nella nostra Penisola transitano beccacce appartenenti a popolazioni geneticamente molto simili tra loro , mentre invece esistono standardizzate differenze autoctone per le beccacce che dalla Russia migrano in Turchia . Rimanendo nell’ambito di studi atti a valutare il possibile deterioramento dell’habitat di sosta e di svernamento, è da segnalare il lavoro di Carpenè E.,Andreani G. ( Sez.Biochimica Univ.Bologna) – Distribuzione di alcuni elementi traccia in tessuti di beccaccia 1995-1996 – Tesi di Laurea di Andreani G.- Univ.Bologna- “ Produzione di metallotienina ed accumulazione di Cadmio a livello di rene di beccaccia “ www.scolopaxrusticola.com
Lo studio - e questa è una metodologia che ci sembra di particolare valore comparativo – si avvale di prelievi di lombrichi (zone di pastura) poi esaminati per evidenziare la presenza di possibili sostanze tossiche . Nei reni di beccacce adulte il 60
Cadmio è presente in concentrazioni maggiori che non in altri selvatici (fagiano) ma comunque non è imputabile di effetti patologici evidenti .
http://www.scielo.org.ve/img/fbpe/ic/v47n3/art02img11.gif
Il Cadmio è contenuto nei fertilizzanti a base di fosfati .
Livelli di cadmio in sedimenti terrosi. Il monitoraggio del Cadmio nei tessuti di beccaccia può essere indicatore dell’inquinamento ambientale .
ISTITUTO NAZIONALE FAUNA SELVATICA Dobbiamo ora sottolineare e riconoscere tutto l’eccellente lavoro svolto per diversi anni dal Gruppo di Ricerca INFS che grazie alla collaborazione con la Tenuta Presidenziale di Castelporziano
ha potuto svolgere - per la prima volta in Italia – ricerche dedicate alle beccacce , realizzandole in termini strettamente e lodevolmente scientifici.
61
E’ quindi molto preoccupante pensare che l’attuale crisi del INFS ( Commissariamento 2007) , legata ad enormi problemi economici , possa interrompere una linea di ricerca già impostata e con risultati molto importanti per definire la condizione “Beccaccia” in Italia . Un primo lavoro è datato 2001 :Aradis A. e al.-Monitoraggio della beccaccia (Solopax Rusticola)svernante in un’area del Centro Italia (1993-2000)- Avocetta 25,44,2001 . Il seguito (2001-2005) di questa ricerca “ Winter survival of Eurasian Woodcock in Centre Italy” è stato pubblicato nel 2005 . In questo lavoro viene scientificamente introdotto il metodo del radiotrakking ( su 68 uccelli ) per seguire in loco ( Tenuta di Castelporziano – Roma ) i movimenti ed il comportamento delle beccacce presenti da Novembre a Febbraio . Il monitoraggio è stato meticolosamente continuo . La metodologia di studio per la raccolta e l’analisi dei dati rilevati è piuttosto complessa , come si evidenzia per molte Tabelle , ma offre quindi una rigida scientificità , quale è richiesta per confrontarsi con analoghi studi ornitologici sulla beccaccia che da più anni vengono svolti in Francia,Inghilterra,Svezia,Finlandia,Bielorussia e Russia. E’ di fatto la prima volta che questo avviene in Italia. Questo studio che si svolge nel periodo e località “protetta” di svernamento , evidenzia che i soggetti giovani in area protetta non avrebbero sopravvivenza più bassa rispetto agli adulti , come invece ( Tavecchia e al. 2002) è stato rilevato in Francia.Da questo studio INFS - e da altre attività di osservazione promosse anche da Spanò S. (Istituto Zoologia Univ.Genova) è partita una cospicua azione d’inanellamento che ha prodotto risultati notevoli.Quindi costituisce una base più che autorevole per lo studio proprio della “migrazione” in Italia . L’approccio scientifico ai risultati dell’inanellamento era già ben svillupato ed evidente nella monografia di Spanò ( Il punto sulla beccaccia – Ed.Olimpia – Firenze 1998 ) Anche se i riferimenti che fa Spanò alle conclusioni “migratorie” di Garavini (1978) appaiono un po’ troppo datate .Spanò riporta anche i primi dati del lavoro di ricerca in corso dell’INFS (1997). Spanò , analizzando le catture in Italia di uccelli inanellati all’estero si limita a sottolineare una graduatoria di provenienza Finlandia 45%,Paesi Baltici 37%,Centro Europeo 21%, ma nello stesso tempo evidenzia che questa graduatoria non è realistica perché se nei suddetti Paesi è alta l’attività d’inanellamento ,non è così – almeno nei decenni passati- in Russia che rappresenta il più grande bacino di nidificazione . In un certo senso con questa sottile critica si evidenziano i limiti degli studi basati sull’inanellamento . L’interpretazione di questi dati può aver generato falsi convincimenti sulle modalità di “passo” in Italia , anche se poi –almeno per quanto riguarda la mappatura delle vie migratorie – la cartina riportata a pag.148 della monografia “Beccaccia” di Califano ( I ed.1971) risulta molto realistica per i cacciatori esperti e per il loro empirico immaginifico. I dati ed i grafici relativi al “passo” così come rilevati dall’osservazione venatoria (Appennino Ligure 1965-1991) e raccolti da Spanò testimoniano quante variabili e quanti influssi “esterni” propri di più fattori migratori esistono , e come questi
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possono ben riflettersi in una più approfondita analisi della migrazione “storica” della beccaccia in Italia . Quanto sia costante questa attenzione di Spanò alle problematiche del “passo” lo dimostra il suo ultimo articolo “Beccacce : questo strano passo 2007”www.giornaledellabeccaccia.it - 9,1-2,febbraio 2008 . Spanò ,Presidente del Club della Beccaccia,rileva “ le anomalie generate dalla siccità estiva nella zona della Russia Centrale” : in Italia nel 2007 si è verificata una distribuzione anomala “con zone prive di beccacce a fronte di alte presenze altrove “. Ci sembra che anche questi ultimi rilievi sottolineano quanto sia necessario un più organico e continuativo programma di ricerca scientifica , finalizzato all’Italia come Paese di prevalente transito migratorio. Il più importante passo avanti in questa direzione di “ricerca” continuativa in Italia , è di certo il già segnalato lavoro dell’INFS. La “summa” più recente di questa ricerca è : Aradis A. e al. – La Beccaccia (Scolopax Rusticola)nella Tenuta Presidenziale di Castel Porziano – Vol. Ministero Politiche Agricole e Forestali- Istituto Nazionale Fauna Selvatica X.I-XX.2006 Disponibile in pdf a : http://www.infs.it/index.php?option=com_content&task=view&id=30&Itemid=68
Sarebbe riduttivo esporre in sintesi gli elementi trattati (2006) nei vari Capitoli di questo Testo. Riteniamo che chiunque in Italia voglia approfondire le sue conoscenze sulla beccaccia in Italia , debba necessariamente leggere e rileggere tutte le argomentazioni esposta dagli Autori , e che sono espressione di un duro e rigido lavoro scientifico protratto per più anni . I Capitoli in INDICE sono : - Tassonomia e stato della beccaccia - Note morfologiche - Biologia riproduttiva - Alimentazione - Ecologia - Migrazione e svernamento - La beccaccia in Italia - Area di studio : la Tenuta di Castelporziano,il clima,la vegetazione,la fauna - I metodi del Progetto :le catture e l’inanellamento , la telemetria - I risultati :la consistenza numerica e la fenologia della specie,la morfometria.le origini delle popolazioni,l’area vitale,l’habitat,il comportamento,il tasso di sopravvivenza della specie. - Conclusioni - Bibliografia Come già indicato il Testo è disponibile per esteso on-line .
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Vorremmo aggiungere che –al momento- la sua collocazione di reperibilità sui motori di ricerca del Web , è poca,quasi nulla, e quindi è riduttiva rispetto al grande valore scientifico , anche solo conoscitivo, che va assegnato a questo lavoro . Ci prendiamo quindi la libertà di criticare fortemente il modo con cui si affronta il problema “migrazione beccaccia” nella pubblicistica venatoria in Italia : non è per noi ammissibile che il numero di “Speciali Olimpia-Beccaccia” edito il 3 Ottobre 2007 e ricco di contributi di vari articolisti “specializzati” , ignori completamente questo lavoro INFS , nemmeno accennando ai reali dati scientifici ottenuti in Italia . Se vi sono “specialisti” che affrontano il problema – pur su pubblicazione non scientifica – è difficile pensare che non fossero a conoscenza del lavoro INFS : perché lo hanno ignorato ? Analogamente ,nulla di questo lavoro INFS e di questi Autori (inclusi i lavori precedenti al 2007) è riportato nel Testo “Bibliografia sulla Beccaccia” , pur edito nel 2007,a cura del Centro Studi Storici Caccia e Falconeria , con presentazione del Presidente dell’Associazione Beccaciai d’Italia : opera “fortemente voluta dal responsabile regionale per la Puglia di “Beccacciai d’Italia” in occasione del Convegno Internazionale sulla Beccaccia tenutosi a Lecce il 20.5.2007 ….. la “puntigliosa” ricerca delle bibliografie ….. ecco ci sembra tutto men che puntigliosa . La citazione del lavoro INFS è invece ben presente nell’aggiornamento di Spanò S. in prefazione al Volume “Bibliografia Italiana sulla Beccaccia” di Basso R.,Ediz.Ruberti,Mestre,2006. Ritornando ora al nostro obbiettivo “migrazione Italia” alcuni elementi interessanti – se pur nei limiti quantitativi del metodo “ringing”- possono essere tratti ancora dal lavoro INFS : per meglio orientarci sull’identificazione delle rotte di transito sull’Italia ci siamo permessi di spulciare tra i dati e le date delle catture sugli uccelli (1087 beccacce dal 1999 al 2004) inanellati a Castelporziano. Premettiamo ancora per completezza le mappe “Scolopax Rusticola”
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prodotte da Dobrynina I.N. e Kharitonov S.F. – The Russian Waterbird migration Atlas :temporal variation in migration routes – Waterbirds around the World – www.jncc.gov.uk/worldwaterbirds
La evidente comparazione delle mappe – ovviamente da considerare nei limiti dell’entità degli inanellamenti durante un mezzo secolo –dimostra l’evidenza della rotta Baltica ( Russia-area SanPietroburgo – Francia Nord.Occ.costa Atlantica) nei vari decenni : 1951-60,1961-70,1971-80 (più documentativi per Nord Italia),1981-90 Questa ultima mappa appare particolarmente significativa : si rileva una quasi assoluta esclusività delle rotte NE-SW tutte al di sopra della catena Alpina.Per questo decennio sono inclusi anche numerosi inanellamenti effettuati in Russia Centrale e Bielorussia. Di queste mappe la partecipazione Italia è quasi insignificante : 1 cattura (51-60),0 catture(61-70),4 catture (71-80),2 catture (81-90) per un totale di 7 (4,6%) su 150 catture globali in Europa. Nella esperienza di Castelporziano , svolta in periodo di svernamento ma con quasi certa parziale sovrapposizione di beccacce in stopover di migrazione più a Sud – SudOvest, sono state inanellate 1087 beccacce in 6 anni delle quali 112 autoricatturate vive in loco . Altre beccacce invece abbattute sono state 50 (4,5%)in Italia e 23(2,1%) all’Estero . Su questa base i ricercatori INFS hanno evidenziato una supposta linea migratoria che da Roma passa nel Nord dei Balcani e termina (A/R) nella Russia Centrale . Forse potrà apparire scorretto – e ci scusiamo dell’invadenza in un lavoro altrui – ma abbiamo cercato di spulciare un po’ tra i dati del INFS : 1 cattura è riferibile ad un’iniziale volo di ritorno primaverile (31.1.94 Umbertide65
Umbria),1 cattura è riferibile ad una beccaccia giovane che nel secondo svernamento anziché ritornare a Castelporziano è migrata più a Sud in Sila ( ma potrebbe anche essere che al momento dell’inanellamento fosse in stopover sulla via della Sila già al primo inverno) ; 6/50 catture sono tutte riferibili ad uccelli che con il volo primaverile sono ritornati alle aree di nidificazione ( verosimilmente Centro Russia) e nel primo o successivi voli di discesa autunnale sono stati abbattuti in Italia sulla fascia di territorio ad Est della catena Appenninica ( da Forlì a Bari). 42/50 sono stati catturati ,anche questi nei voli autunnali di discesa,nella fascia di territorio ad Ovest della catena Appenninica . Si potrebbero quindi ipotizzare conferme alle due linee migratorie ,già presenti nelle mappe di Celano , che da Nord scendono lungo i due versanti appenninici ,con attraversamenti Est-Ovest a varie latitudini . La linea “Adriatica” lascerebbe presupporre l’eventuale attraversamento diretto (ampio raggio) del mare dai Balcani all’Italia ; la linea “tirrenica” indicherebbe una più consistente “entratura” a Sud delle Alpi dal Centro-Europa e Nord –Balcani attraversando le Venezie e la Valle Padana o l’Appennino ( entratura nordica dell’Adriatico) a vario livello di latitudine prima di scendere poi più decisamente Nord-Sud lungo il lato Ovest dell’Appennino.Questa linea “tirrenica” sembrerebbe la linea prevalente (42/50) per la sosta di stopover o vero svernamento sino al Sud Italia e Sicilia . Analizzando invece le catture “Estere” 17/23 (73,9%) sono tutte catture venatorie nel volo primaverile pre-nuziale e tutte indicano (almeno per il volo Sud-Ovest// NordEst ) un cono direzionale che attraversa il Nord dei Balcani. Questa analisi è comunque una goccia , pur importante , nel mare magnum dei movimenti di una supposta stimata popolazione Europea di 15 milioni di beccacce : 1087 inanellamenti equivalgono al 0,007%, e 73 catture equivalgono al 0,0004%.Questa nostra valutazione , certamente dilettantistica, vuole essere solo un po’ bonariamente provocatoria sullo stato di ricerca per le migrazioni , e vedremo in seguito perché. L’altro aspetto ,estremamente importante, dello studio INFS è relativo alle condizioni di habitat e relativi movimenti delle beccacce : l’approccio scientifico e relativa metodologia dovrebbe essere trasferita ,almeno in termini di campionatura, sui territori esclusivi di “puro” transito ( zone di “buttata”). Rimarchiamo ancora la necessità per ogni ricercatore e cacciatore - realmente interessato ad approfondire lo stato della beccaccia in Italia - consulti , legga e rilegga,il lavoro INFS di Arianna Aradis,Giuseppe Landucci,Pier Franco Ruda,Stefano Taddei,Fernando Spina ( 2006 ).
Abbiamo quindi sinora esplorato molte risultanze scientifiche in buona parte relative alla “pura” migrazione di “passo” sull’Italia . Rimangono molte zone d’ombra per comprendere la prevalenza o meno di vie privilegiate , e se così sono perché , e perché variano o sono variate temporaneamente o definitivamente . Così come rimangono non compiutamente esplorati due settori fondamentali : 66
- l’<origine> ( popolazione,habitat territoriale climatico e stagionale ) - l’<arrivo> ( scelta differenziata del luogo di svernamento , habitat, pressione venatoria e comunque umana,tempistica d’arrivo e di partenza). Molte iniziative , forse troppe e scoordinate, sono in corso per le attività delle Associazioni dedicate alla beccaccia ( rimandiamo ai siti web )e per le attività di alcuni settori istituzionali ( INFS,Ministeri,Regioni,Parchi,Province,ATC,Comunità Montane,Istituti Universitari) La necessità di una metodologia di ricerca ,uniforme e scientificamente coordinata, è stata sottolineata nelle conclusioni del lavoro INFS : non si può non essere d’accordo e quindi bisognerebbe che quanti hanno a cuore la “cultura” della beccaccia ( in primis la cultura della caccia alla beccaccia) si adoperino per contrastare la frammentazione –inaccettabile- di questa cultura . Come impostare questa metodologia ? Molte indicazioni già oggi ci vengono dai pochi Ricercatori Italiani che in questi ultimi anni si sono interessati del settore. Noi possiamo solo suggerire di tener molto conto di quanto emerge dai più recenti contributi scientifici Internazionali , e nello stesso tempo fare equilibratamente emergere il contributo che la caccia offre –come sempre ha fatto- alla ricerca sulla beccaccia . Questi contributi Internazionali sono numerosi . Già alcuni mesi fa’ avevamo condotto una ricerca e review bibliografica : ne riportiamo alcuni stralci . Review personale Dicembre 2007 Alcuni elementi di trattazione di questa nostra precedente rassegna , potranno risultare ripetitivi del Testo attuale , ma potranno altresì anche servire a rimarcare alcuni aspetti importanti della cultura della beccaccia .
“ La maggior parte degli studi sulla biologia della beccaccia sono svolti nelle aree di svernamento e di riproduzione : le modalità di ricerca stanno evolvendo rapidamente e gli approfondimenti valutativi spaziano su vari aspetti della biologia della specie europea . Gli studi sulle migrazioni della beccaccia sono ancora totalmente affidati ai risultati dell’inanellamento : i numeri appaiono inevitabilmente esigui ( qualche migliaio) rispetto ai milioni e milioni della stimata popolazione europea………………. Se la “caccia” è da sempre imputata di essere causa principale , se non assoluta, dei rischi di declino della specie , è certamente innegabile che moltissimi dati concreti “demoscopici” e di census realistico derivano esclusivamente dalla caccia e dalla “cultura” dei cacciatori e conseguenti implicazioni di ricerca e di protezione . Esiste una caccia permanente se pur stagionale nei Paesi di svernamento ( Francia in particolare , Turchia,Iran,Marocco ) e di riproduzione ( Russia , Bielorussia in particolare ) , nonché in Paesi di relativa migrazione/svernamento/riproduzione (Francia, Inghilterra,Irlanda) , e Paesi di
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principale transito migratorio ( Balcani,Italia,Grecia e nel Nord Europa costa del Mar Baltico e Danimarca ). Cerchiamo di prendere coscienza di alcuni dati “venatori” recentissimi che riguardano Russia,Francia,Danimarca . In Russia annualmente sono incarnierate circa 200.000 beccacce .In Russia per maggior tradizione ed opportunità la pressione venatoria viene esercitata in Primavera (roding) con l’uccisione di 140-150.000 maschi , mentre in Autunno-Inverno ( caccia con il cane e/o aspetto serale : in Russia sono censiti 8.800 cani da ferma e 8.500 spaniels) i capi abbattuti , maschi e femmine , sono 40-50.000 (Blokhin Y.Y. e coll. 2003-2006 . Il monitoraggio ( Servizio di Stato Gosokhotutchet ) è accuratamente svolto a partire dal 1996 . Data la varia latitudine dei territori provinciali in Russia esistono importanti variabili geografiche di calendario venatorio : la caccia primaverile si svolge dai primi di Aprile a tutto Maggio, la caccia autunnale non è consentita in molte regioni ed in alcune la caccia alla beccaccia è totalmente chiusa per tutto l’anno . Nelle aree di migrazione,sosta e/o svernamento ( più a sud , vicine a Crimea e Mar Nero ) la caccia è consentita sino al 31 Dicembre . La maggior concentrazione e relativo carniere ( 5.100 capi annuali) si verifica nella Regione di Sverdlovsk (Urali). La media di carniere per ogni licenza di caccia è 0,7-1,2 con picchi regionali sino a 4,6 . Nell’area Centrale della Russia in Primavera/Estate la media degli abbattimenti è di 90.000 annuali (20.000 nell’area di Mosca ) , quasi la metà del “totale 200.000” della Russia Europea inclusi gli Urali . I dati riportati hanno validazione scientifica : bisogna però notare che intuitivamente non sembrerebbero allineati alle “stime” globali Europee che riportano un “carniere annuale” di 3-4 milioni di beccacce uccise in Europa ed 1,200.000 nella sola caccia invernale in Francia ,( Duriez O. e coll.- 2006) . Le popolazioni Europee nidificanti e svernanti , specie in Francia, sono comunque ritenute “stabili” durante gli ultimi 15 anni (Ferrand Y. -2001 ). In Francia l’approccio venatorio alla ricerca applicata è molto più ricco di dettagli metodologici . Ciò è forse dovuto alla gestione verticistica e statale della caccia grazie ad una Istituzione para-statale ( Office national de la chasse e de la faune sauvage . ONCFS ) che , oltre all’integrazione con gli Istituti Universitari e di ricerca scientifica , comunque si collega ai contributi associativi dei cacciatori e -per quanto riguarda la beccaccia – lo storico Club de la Becasse . Abbiamo già citato il dato di stima di oltre 1 milione di abbattimenti annui in Francia , pur correlato all’altro dato che comunque le popolazioni ( nidificanti , migranti ) rimangono stabili . L’introduzione di alcuni “indici” , a valenza “cruda” o più propriamente statistica , ha consentito approfondimenti di 68
conoscenza sulla biologia della beccaccia , a tutt’oggi troppo spesso affidata all’anedottica venatoria ed al “sapere” di tradizione . L’ ICA è l’ “hunting index of abundance” riferito al numero di beccacce viste durante una cacciata di 3 ore e mezza.Oltre mille cacciatori francesi hanno utilizzato questo ICA per gli studi applicati in periodi limitati (10 giorni),e mensilmente e/o stagionalmente o annualmente . Su questa base sono possibili documentati approfondimenti circa i movimenti invernali e/o la vera migrazione , relazionati alle condizioni meteo o più largamente climatiche . L’ICA valutato per 10 anni non evidenzia rischi per lo stato di salute delle popolazioni delle beccacce . Molto più sofisticato e di non sempre facile applicazione , oltrechè costoso e dispendioso di energie e risorse, è l’utilizzo della tele-radio-manometria . Attualmente l’indirizzo è via satellite
ma il maggior utilizzo (più economico) sinora è stato con sistema locale sul territorio con impianto di micro-ricetrasmittente , che comunque in una vasta area di riserva (protezione) e di caccia in Bretagna nel Nord-ovest è stato applicato nel monitoraggio di 98 beccacce per tre inverni consecutivi (1999-2002) dal 1 Dicembre al 20 Febbraio : il 71% dei soggetti adulti ed il 54% dei giovani è sopravissuto alla pressione venatoria . La non-sopravvivenza è comunque legata anche alla predazione , principalmente le volpi : lo studio ha evidenziato che caccia e predazione sono sullo stesso piano . Per quanto riguarda i soggetti giovani la mortalità è più alta (44%) così come anche per gli adulti (22%) nei territori a caccia aperta rispetto a quelli chiusi : simulazioni statistiche di 69
crescita e sopravvivenza virtuale hanno confermato la validità di aree di rispetto ( Duriez O. e coll. 2003-2006) . In Danimarca ( Clausager I. – 2003-2006) l’analisi dei dati venatori raccolti è principalmente riferita alla migrazione , poiché le popolazioni nidificanti e svernanti sono molto piccole,ed è anche un’analisi temporalmente molto lunga poiché parte dal 1970 , considerando anche che la caccia primaverile è stata bandita a partire dal 1972 . I cacciatori danesi preferiscono cacciare con il cane da ferma , ed anche per questo il modello danese è vicino alla condizione “Italia”.Il carniere “migratorio” dei cacciatori danesi ( la Danimarca è un Paese piccolo) è comunque pesante ( tra 24.500 e 34.000 capi annualmente nella esclusiva caccia autunnale ) se rapportato ai 50.000 capi autunnali e 200.000 totali in Russia. Dati scientifici sulle “migrazioni” sono affidati quasi esclusivamente ai risultati dell’inanellamento e quindi numericamente limitati . Non abbiamo trovato studi scientifici su larga scala basati sul DNA delle popolazioni Eurasiatiche , e nemmeno basati sull’identificazione dei parassiti esterni (piume,cute,orifizi) ed interni (vie aeree,polmoni,apparato digerente,organi parenchimali) che possono significare l’origine di un uccello migrante ( per esempio esistono studi in tal senso sulla migrazione del Gruccione Europeo) . Abbiamo riportato all’inizio le mappe migratorie derivate dall’inanellamento per 4 decenni . L’analisi in Russia su 2817 beccacce inanellate e 333 ricatture ( 1994-2001 aree di S.Pietroburgo e Mosca ) ha dimostrato che rispettivamente il 47.3% e 57.3% sono ritrovate in Francia , il 25.7% e 9.7% in Russia ,il 9.5 % e 8.6% in Italia (Bauthian I.e coll. – 2003 ) . Il collegamento di studio con i ricercatori francesi ( Julliard R. -2003) ha permesso di confermare due linee migratorie principali tra Finlandia-Scandinavia attraverso il mar del Nord sino in Francia , e l’altra dalla Russia Occidentale attraverso i Paesi Baltici e l’Europa Centrale .La popolazione Finno-Scandinava sembrerebbe in diminuzione ( Sixth European Woodcock and Snipe Workshop – Novembre 2003- Wetlands International Woodcock -2006 updated published ). Pur dovendosi apprezzare la scientificità delle analisi e delle elaborazioni/proiezioni/stime anche negli anni più recenti , è evidente che la base di ricerca è costituita da qualche migliaio di anelli rispetto ad una popolazione “volante” di circa 15 milioni di beccacce . Le ricerche nelle aree di svernamento offrono comunque importanti dati che collimano con le conoscenze tradizionali intuitive circa i movimenti delle beccacce rispetto alle condizioni climatiche-meteorologiche , all’habitat ed in particolare all’offerta alimentare ( vermi) del terreno . L’interesse dei cacciatori Italiani circa i movimenti autunnali- invernali delle Beccacce trova molti elementi di conferma e di risposta nelle ricerche più recenti . 70
Il freddo condiziona fortemente le attività alimentari delle beccacce , incidendo sulla “perforabilità” del terreno e sulla presenza dei vermi a portata di becco : nei quartieri di svernamento temporaneo o definitivo le beccacce non escludono escursioni alimentari su territori più vivibili. Il monitoraggio delle attività notturne anche con tele-radiometria ha evidenziato che –in condizioni particolari del terreno nel sottobosco- le beccacce possono decidere di rimanere nel bosco anche di notte per più giorni ( Duriez O.e coll.-2006) prima di decidere in altri giorni di uscire dal bosco per le pasture notturne. Altrimenti in condizioni più estreme di non-vivibilità dell’area possono decidere di spostarsi in altre aree più affidabili o lontane anche decine o centinaia di kilometri : ad esempio zone costiere od insulari . Poi in dipendenza del periodo stagionale e dello stato ormonale d’impulso al ritorno possono decidere di rientrare nell’area di sosta invernale primitiva anche in anticipo sui tempi stagionali sulle rotte di ritorno : è questo un aspetto di sub-migrazione od erratismo a fisarmonica che necessita di approfondimenti scientifici . Per ora comunque lo studio delle attività notturne durante lo svernamento si è rivelato importante per meglio comprendere le strategie di sopravvivenza ( foraggiamento alimentare e consumo di energie ) : l’indice di attività notturna (IAN) comparato con gli indici ICP ( abbattimento) e ICA ( osservazione visiva o acustica) ha fornito molte indicazioni . Sono state verificate fluttuazioni annuali d’incremento o decremento dello IAN , ma negli ultimi 7 anni i test statistici hanno dimostrato un incremento costante .Il monitoraggio di questi indici ha indotto modificazioni di calendario e restrizioni venatorie territoriali e stagionali in Francia ( Ferrand Y.e coll.-2006). Questo monitoraggio nel corso degli anni 1990-2001 ha riguardato diverse migliaia di beccacce ( 3.932 – 14.986) attraverso 1.100 siti di osservazione in 75 dipartimenti territoriali di svernamento . Lo studio del territorio ( clima,tipologia della vegetazione,temperatura esterna e del terreno,venti,campionatura dei vermi per quantità e caratteristiche di potenzialità alimentare quale biomassa dei vermi ,studio fisico-chimico dell’humus e dei terreni ) rapportato alle attività diurne e notturne delle beccacce in svernamento , potendosi anche valutare indirettamente (IAN ed altri indici) i dispendi energetici e di termoregolazione ,ha dato indicazioni sulle preferenze di scelta della beccaccia che sverna . Molto verosimilmente può essere così anche per le beccacce in transito migratorio con sosta breve o prolungata . Sono stati definiti ( Duriez O. e coll. 2006) tre tipi di comportamento su spazi più o meno grandi nell’area territoriale : alcune beccacce rimangono a muoversi in un area tra 300-650 metri ma sempre lì ( uso UNICO) , altre si spostano in altri siti per un certo periodo poi ritornano a vivere il sito primitivo ( categoria SUCCESSIVO ) ed altre ancora cambiano via via i siti di vita ,irregolarmente, e con distanze varie ed anche notevoli ( categoria ALTERNATIVE). Per le attività diurne – su 108 beccacce monitorate – il 48%è nella categoria ALTERNATIVE , il 34% nella categoria UNICO , il 18% rientra 71
nel SUCCESSIVO , per le attività notturne il 62% è nella categoria ALTERNATIVE , il 33% nella categoria UNICO ed il 5% nella categoria SUCCESSIVO .Molto importante rilevare che nessuna beccaccia ,per tre inverni consecutivi, ha abbandonato la zona di studio . E’ indubbio che l’analisi di tutti questi dati scientifici , variamente rapportati tra loro, appare complessa e non sempre facilmente comprensibile a molti . E’ certo però che è questa la strada scientifica per comprendere quanto le modificazioni climatiche e dell’habitat , sinteticamente inserite nel semplice rapporto “ricerca del mangiare – difesa dalla predazione (caccia inclusa)”, possono modificare consistentemente e/o definitivamente le rotte migratorie e le scelte di zone di riproduzione e di svernamento . In tal senso riguardante le variazioni delle rotte migratorie sono state condotte di recente analisi statistiche su molte migliaia di uccelli (di varie specie d’acqua) inanellati in Russia nell’ultimo mezzo secolo , e l’analisi ha riguardato in particolare anche la beccaccia ( Dobrynina I.N. e coll. -2006 ). Le distanze di percorso migratorio – pur dovendosi considerare molte variabili temporali – sono andate progressivamente allungandosi nei decenni : 1950-60 per 23 controlli – 1519 KM contro 1980-1990 per 67 controlli – 2300 Km.. Questo incremento è stato analogo sulle rotte Nord-Sud e sulle rotte Est-Ovest . Da questo stesso studio emerge però una realtà ,tuttora non ben studiata e documentata, che riguarda movimenti definiti chiaramente “non-migratori” : questi movimenti sono tipici nella tarda estate , ma anche in autunno tardivo verificandosi quasi sempre su rotta “primaverile” in direzione di risalita verso Nord,Nord-Est,Est . Le correlazioni climatiche e meteorologiche riguardanti le condizioni di habitat , sembrano molto importanti nel determinismo di questi movimenti “non-migratori” . Sempre in relazione a questi movimenti e relative strategie di sopravvivenza , sono molto importanti gli studi anche recentissimi ( Boos M. e coll. – 2005 ) , condotti anche in collaborazione con i cacciatori, e che riguardano la risposta strettamente corporea alle condizioni prolungate di “gelo” . L’analisi si è finalizzata a misurare il consumo energetico e le capacità di adattamento in loco ( durata del “gelo” nell’area in precedenza scelta per lo svernamento ) per un periodo medio di 6.5 giorni ( per lo più nel periodo Dicembre-Febbraio ) e/o capacità di intraprendere voli anche molto lunghi di sub-migrazione di sopravvivenza (da 50 a 750 Km) : il 35-57% di beccacce svernanti avrebbe scelto questa via di fuga per “gelo” prolungato o “previsto” tale , ma si rileva che circa la metà delle beccacce svernanti rimane nell’area scelta per svernare . Più importante che non le proteine sarebbe l’accumulo di grassi (lipidi) e l’alimentazione delle beccacce all’inizio del periodo di migrazione si orienterebbe a creare questa riserva energetica . Appare evidente quanto sarebbero importanti studi atti a valutare il consumo energetico e le capacità di riserva alimentare nelle aree di sosta più o meno prolungata durante il volo di “vera” migrazione . 72
A codicillo di questa revisione di bibliografia recente e strettamente scientifica riportiamo alcuni dati di osservazione “empirica” personale . Comportamento della beccaccia nelle zone di svernamento : sulla costa turca in faccia alla Crimea possono verificarsi “calate” strettamente dipendenti da ondate di freddo . E’ noto e documentato in visione diretta sulla costa che molte beccacce giungono direttamente dalla Crimea anche in Gennaio inoltrato , tornando poi in Crimea subito al termine del periodo di gelo . Le “calate” sono comunque integrate dalla discesa di molte beccacce aqquarteriate in altitudine medio alta sui monti e colline per alcune centinaia di chilometri di entroterra parallelo alla costa del Mar Nero , e spinte in basso dalla neve .Le concentrazioni si verificano nei boschi cedui delle zone paludose o agricole della costa sino anche alle dune cespugliate retro-spiagge .Tre elementi sono poi determinanti nella frequentazione delle zone agricole limitrofe a boschi per lo più non molto ampi : la pastorizia brada , le coltivazioni di cavoli (o similari vegetali a foglia larga) che si estendono per chilometri e che coprono il terreno prevenendo il gelo e lasciandolo perforabile ,le vaste coltivazioni di nocciole che creano un humus particolare . Nell’area è presente un notevole contingente di predatori alati notturni (molti gufi) e diurni che condizionano le attività di movimento delle beccacce . Certamente l’area costiera che corre dalla Georgia sino al Bosforo accoglie in inverno qualche milione di beccacce . In Iran ( costa del Mar Caspio , Ramsar) le maggiori concentrazioni si hanno in Febbraio . Difficile comprendere gli spostamenti in loco dove il grado di umidità elevata è permanente , e dove i boschi cedui si alternano a risaie : questi spostamenti di frequentazione di molte beccacce sono improvvisi ogni due-tre giorni in aree vicine e molto ristrette per lo più in zone collinari e di valli in altitudine. Molto importante è il comportamento di difesa in sottoboschi ricchi di estesi roveti molto intricati dove –anche in piccoli gruppetti ( 4-5 beccacce in due metri quadri)- le beccacce si rifugiano di giorno ed anche di notte per la presenza massiccia di numerosissimi branchi di sciacalli . Notevole l’attività di bracconaggio con lacci nelle marcite di pastura . Non abbiamo dati scientifici di supporto a queste osservazioni personali . Infine alcune osservazioni locali nell’entroterra dell’Appennino Marchigiano negli ultimi due anni : le zone classiche di “buttata” in altitudine medio-alta sono state di fatto abbandonate dalle beccacce in migrazione che per lo più qui arrivavano dopo la traversata dell’Adriatico o sulla rotta di discesa da Nord-Est .E’ per questo che in molti cacciatori locali si va consolidando l’impressione che la specie sia in inarrestabile declino . Concludendo questa disamina sulla bibliografia strettamente scientifica reperibile dal 2000 ad oggi (2008) , non possiamo non rilevare come per quanto riguarda Anatomia e Fisiologia della beccaccia non si trovano Testi aggiornati , in particolare per quanto riguarda la Fisiologia , che non il Libro – non 73
strettamente scientifico - di Matteo Califano “ Beccaccia :morfologia,biologia,abitudini,caccia “ ( Editoriale Olimpia , Firenze ) la cui prima edizione è del 1971 e l’ultima del 1978 , almeno per quanto è di nostra conoscenza in Italia . Rimandiamo ad una successiva analisi quanto può emergere da una puntigliosa ricerca sul Web , collegando a questa anche gli elementi che possono emergere dai siti delle tre Associazioni beccacciaie in Italia . Di certo però va rimarcato quanto affermato all’inizio : la Penisola Italiana è un privilegiato potenziale “laboratorio” di ricerca sulla Migrazione , tuttora non sfruttato . Senza voler entrare nei dettagli , anche polemici, della realtà associativa Italiana ( analoga più globalmente a tutto il settore “caccia”) viene da domandarsi se non sarebbe più utile azzerare queste divisioni e concentrare energie e sforzi in un unico Gruppo e/o Consorzio Nazionale di RICERCA affidandone la gestione ad Istituti Universitari opportunamente identificati , trovando comunque soluzioni di salvaguardia per le autonomie associative . La pianificazione di un’eventuale ricerca satellitare potrebbe costituire un concreto punto d’incontro. “ Rimarchiamo quanto già espresso all’inizio di questa “precedente” rassegna bibliografica : molti elementi potranno apparire ripetitivi di parti del Testo attuale, che qui riprendiamo.
Da questa nostra prima disamina sulla bibliografia esclusivamente scientifica e recente - così come avevamo anticipato – possiamo trarre elementi di approfondimento utili a raccordarsi ad eventuali metodi di ricerca sulla migrazione “pura” e aree di sosta temporanea in Italia. In seguito proveremo ad esprimere – con umiltà dilettantistica – un qualche contributo progettuale La prima attenzione riguarda ora l’ habitat . Ed anche per questo vale sempre “ pappa-ciccia – (e dopo) sesso “ Secondo la definizione di Aradis A. e al. (2006) “ per habitat si intende il tipo di area in cui ricade l’ “home range” e che rende utilizzabili tutte le risorse necessarie agli individui in almeno una fase del ciclo vitale “ . “ L’ “home range” o “area vitale” contiene,per definizione,tutte le caratteristiche idonee alla specie per sopravvivere durante le diverse fasi del ciclo biologico” Certamente la “migrazione” è una di queste fasi che risente della fatica di viaggio , della necessità di rifornirsi di energie,delle condizioni meteorologiche contingenti o prevedibili (dall’uccello stesso), della possibilità ambientale di difendersi dai predatori (uomo incluso),della conoscenza innata di quanta distanza manca ancora per il punto d’arrivo ( area di svernamento all’andata,area di riproduzione al ritorno).
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La buona condizione dell’habitat nel luogo scelto per sostare poco o molto, è quindi essenziale per proseguire i viaggio nelle migliori condizioni possibili. Il luogo viene scelto “in relazione al tipo di vegetazione , alle variabili del terreno (tipologie dell’humus) ed abbondanza del principale alimento (vermi).” Quindi la scelta (memoria visiva per gli adulti e/o olfatto <??>) del luogo di sosta ed habitat relativo deve consentire una buona “pappa” per mantenere una buona “ciccia” (trofismo corporeo) e – nel volo di ritorno- preparare buone condizioni per le attività riproduttive cioè “sesso”.( Chernetsov N.S. e al.- Optimal stopover decisions of migrating birds under variable stopover quality:model predictions and field data – Journal of General Biology 65,3,211-217,2004).
I luoghi di sosta devono dimostrare caratteristiche adeguate a quanto sopra : aree boschive (bosco misto con copertura sempreverde) con radure interne o praterie contigue,cespugliati,suolo umido,ricchezza di lombrichi e larve,aree di pastorizia,e probabilmente anche aree sicure (zone di rispetto venatorio e memoria degli uccelli). Di certo nelle zone di “entratura”migratoria gioca un suo ruolo anche l’altitudine , il riparo dai venti contrari e/o da quelli freddi,la presenza di predatori (memoria,caratteristiche ambientali)la facilità di potersi ambientare per il tempo più o meno breve necessario al rifornimento energetico, e forse altri fattori misteriosi che non sapremo mai. Le esperienze di vecchi cacciatori evidenziano che comunque ogni beccaccia può essere diversa da un'altra (giovane o vecchia non conta) poiché l’uccello ha “ una forte individualità nella modalità di utilizzo dell’habitat “ (Aradis A. e al.) anche nelle zone di sosta temporanea .Bisogna poi ricordarsi anche il vecchio detto di cacciatori “cercala anche dove non ti aspetteresti mai di trovarla”. Un recentissimo lavoro (2007) di ricercatori Americani (Thogmartin W.E. e al.-Modeling and mapping abundance of American Woodcock across the Midwestern and Northeastern U.S. – Journal of Wildlife management 71,176-183,2007) evidenzia le correlazioni tra condizioni
evolutive delle vegetazioni dei territori di sosta (in particolare aree cespugliate) alla base della ricchezza di cibo (vermi) ed abbondanza di beccacce . Su questa base si possono identificare modelli di abbondanza a vari livelli ( anche in termini predittivi) calati su determinate mappature territoriali (anche satellitari) e relativo habitat. Queste proiezioni del rapporto “vegetazione-habitat per beccaccia” sono anche più genericamente rilevabili sugli Atti di Scientific Programme Optimality in Bird Migration – Final Conference – “Migration in the life-history of birds” February 2005 , Wilhelmshaven,Germany – Bairlein F.: “ Climate Change and Migratory Birds” . Qui l’analisi
che si focalizza sui vari aspetti climatici stagionali e decennali , richiama l’attenzione sulle mappature territoriali viste anche in funzione di un indice specifico definito “ Normalized Difference Vegetation Index – NDVI “ e quindi viene valorizzato il rapporto tra “vegetazione” e “ habitat” specifico per uccelli migratori , localizzandolo in aree di nidificazione,aree di sosta migratoria,aree di svernamento considerate secondo le stagioni di viaggio andata/ritorno . E’ evidente che le condizioni climatiche dell’Europa in genere - dipendenti da quella che ormai viene definita una fase di “tropicalizzazione” a latitudini sempre più alte – influiscono in maniera determinante sullo sviluppo della vegetazione , ed ancora più a 75
monte sul livello a più strati di umidificazione del terreno dove sono presenti i vermi : ciò vale di più –in negativo – per le aree di nidificazione , e sempre meno –in positivo- scendendo di latitudine ( vie di migrazione ed aree di svernamento) ; ciò vale anche variando la longitudine ad Ovest (aree di svernamento lungo la Costa Atlantica , più umida). Il rapporto tra clima e migrazione è particolarmente approfondito nel lavoro : Zalakevicius M. – Bird Migration and the climate : a review of the studies conducted in Lithuania in the context of climate change – Acta Zool.Lithuania 11,2,200-218,2001.
L’importanza dei cambiamenti climatici incidenti sulle migrazioni degli uccelli (beccaccia inclusa) studiati in un’area Baltica di particolare rilevanza e concentrazione migratoria , viene analizzata nel sopra citato lavoro e tutti i dettagli appaiono rigidamente scientifici .In particolare vengono stigmatizzati i rapporti tra i cambiamenti stagionali di “temperatura” e di “pressione atmosferica” e “il momento” d’inizio del volo migratorio ( beccaccia inclusa – pag.212). Dobbiamo anche ricordare che la “tropicalizzazione” di regioni c.d. “temperate” comporta l’insorgere più frequente di fenomeni meteorologici violenti (sequenze di temporali,tempeste di vento e/o trombe d’aria,piogge torrenziali,grandinate,cicloni ) che in ogni stagione possono danneggiare l’habitat o cogliere le popolazioni di uccelli migratori proprio durante i loro spostamenti ( o prima durante il delicato periodo di nidificazione), decimandole .Inoltre anche in presenza di temporanee piogge torrenziali , più o meno localizzate o diffuse,queste non realizzano un graduale assorbimento d’acqua da parte del terreno , ma lo danneggiano in superficie e nei vari strati ; l’evenuale verificarsi di piogge acide è un’ulteriore aggravante . Per contro ed in antitesi ( leggi tropicalizzazione) ciò vale anche per i danni da siccità prolungata e da insolazione non filtrata ( desertificazione). Per tutti questi motivi il danno è massimo per la vita vegetale (NDVI) e di conseguenza (effetto “eco”) per la vita animale. La biodiversità vegetale è quindi colpita,e sappiamo che la biodiversità vegetale influisce moltissimo per le scelte di sosta della beccaccia,anche nelle fasi di migrazione. Come anche rilevato in Italia nelle ultime stagioni venatorie,le beccacce si trovano sempre meno nelle grandi aree boschive così dette di “buttata” (versanti montani e vallivi appenninici) e sempre di più frequentano fiumi,fossi,pantani,laghetti dove le condizioni di permanente umidificazione del terreno limitrofo facilitano lo sviluppo della biodiversità vegetale ( Bairlein F. 2005). Queste osservazioni -che necessitano comunque di più approfondita validazione scientifica sull’asse “ umidificazione-vegetazione-vermi-beccaccia” – sembrano quindi spiegare meglio il verificarsi di accentramenti delle beccacce in determinate aree e di abbandono per altre , sia nelle fasi di “sedentarietà” sia in quelle di “sosta migratoria” (Thogmartin W.E. e al. 2007) :il maggiore imputato di danno alla specie sarebbe quindi il clima con i suoi cambiamenti (Bairlein F. – 2005) più o meno persistenti o definitivi a lungo termine , più o meno attuali o prevedibili. Le tipologie di vegetazione utili all’habitat della beccaccia sono ben note ai cacciatori: i rilievi dello studio INFS a Castelporziano sembrano ben definire un 76
terreno “ideale” caratterizzato da querceti e boschi misti di latifoglie ,con ridotte aree a “pineta” (14%),macchia mediterranea,macchia propriamente costiera a dune mobili, e poi zone a pascolo (prati), ed aree agricole per foraggio e cereali . Comunque lo studio di Aradis e al. (INFS) evidenzia anche come poi le beccacce in questa area ,con importanti aree molto ristrette,si muovono variabilmente per le attività notturne e diurne (individualizzazione). Tutto ciò conferma la definizione che la beccaccia è uccello estremamente “opportunista” ed in tal senso “intelligentemente” capace di adattarsi. Alcune osservazioni “empiriche” e personali mi sono d’obbligo. In Turchia sulla zona costiera del Mar Nero ,anche limitrofa a paludi e laghi,le “soste” più o meno temporanee di “calata” da gelo (2-3 gg) preferiscono macchie e cespugliati del tipo “a dune mobili” , ed anche boschetti di tamerici molto lineari e localizzati lungo costa dietro le spiagge . I boschetti più interni anche molto piccoli hanno caratteristiche con querce e latifoglie, con bosco ricco di arbusti,roveti,intrichi d’edera,grandi chiazze di felci e spesso hanno limitrofe piccole risaie e campi arati da poco.Alcuni boschi più grandi , anche con piante secolari richiamano le beccacce subito all’inizio ( prime 2-3 ore) di nevicate che si preannunciano persistenti: ho personalmente assistito ad uno di questi fenomeni con le beccacce che scendevano – in pieno giorno- da ogni dove come proprio a rifugiarsi nel bosco “grande”. Abbiamo già accennato in precedenza all’attrattiva delle aree coltivate a cavoli (grandi estensioni) che mantengono un terreno farinoso , specie alla base ed intorno ad ogni cavolo,anche nei giorni di grandi gelate .
Anche di giorno le beccacce non si allontanano dalle zone così coltivate e rimangono nei frattoni dei canali e nei boschetti proprio al lato dei campi.In molte occasioni specie in campi con grandi cavoli che si toccano tra loro , diversamente che non nell’immagine qui riportata,rimangono anche durante il giorno per ripararsi dal freddo sotto le grandi foglie che di fatto possono costituire una tettoia estesa ad un’altezza di 40cm dal suolo (foto a dx).
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Altro effetto “agricolo” è legato a piantagioni costiere –molto estese- di noccioli
dove l’humus del terreno ( qui da noi in Italia ben conosciuto anche per impiantare tartufaie ) ricco di vermi , richiama i voli serotini delle beccacce che partono anche da grande distanza dalle colline ed alture sovrastanti. In Grecia sui monti che costituiscono la prima barriera dopo l’attraversamento delle pianure turche prima del fiume Evros , molto spesso –specie anche se è freddo- le beccacce scelgono cespugliati alti ,specie di ginepro, sulle creste montane dove ci sono esposte al sole ginepraie alternate a pietraie che meglio riflettono e mantengono il calore del sole ; ciò vale anche per stradoni sassosi con fratte e cespugliati in mezzo al bosco .
In Iran gli spostamenti giornalieri da zone a risaie e colline boschive con grande biodiversità sono imprevedibili :aspetto dominante è la presenza di beccacce raggruppate ( anche 4-5 ) in roveti impenetrabili , specie nel sottobosco,dove si rifugiano per via della grande quantità di sciacalli .
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In Irlanda e Scozia è nota la “solidità” difensiva dei grandi boschi di conifere impenetrabili per la caccia anche quella in battuta , e dove comunque nei territori
alternati ai grandi boschi domina la biodiversità boschiva e di fratta e di marcita , preferita dalla beccaccia .
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In Russia
nelle zone di nidificazione , la dispersione delle beccacce in grandi boschi di conifere e di betulle con sottobosco estremamente vario alternato a radure a prato o con felci , è l’aspetto dominante . La gran quantità di foglie accumulate,aghi di conifere,rami e tronchi caduti per il vento e la neve permottono la costituzione di un humus ideale per la vita della micro-fauna sotterranea : basta pestare con un piede un qualche tronco marcito per rendersi conto di quanti insetti,larve,vermi vivono e prosperano in quel micro-habitat . Qui più facilmente il rifornimento alimentare delle beccacce in cova avviene al massimo , ed anche i pulcini che già nei primissimi giorni sono chiamati ad autoalimentarsi,possono trovare cibo animale . La “croule” è più consistente ai limiti delle abetaie secolari dove il bosco via via trova dominanti le betulle .
Ho voluto ricordare queste osservazioni personali proprio per rimarcare la “bioplasticità” opportunista della beccaccia nell’ambiente vegetativo che per lei –oltre ad essere elemento di difesa – è sempre indicativo delle condizioni proprie del terreno , 80
della terra dove può trovare i vermi :poi sicuramente per la scelta del terreno da “pappa” giocano altri fattori oltre quelli visivi e di memoria , quali le muffe,le fungaie marcite,il livello di marcita delle foglie,gli escrementi da pastorizia e da pascolo bovino-equino brado e da ungulati, il tutto collegato anche alle capacità olfattive . Nei nostri terreni di sosta migratoria è da più parti segnalato il cambiamento ambientale derivato dalle mutevoli attività dell’uomo che incide negativamente sugli habitat preferiti dalla beccaccia anche durante il viaggio di migrazione . Ciò si aggiunge –anche da noi- ai cambiamenti climatici che alterano la biodiversità vegetale nelle sue varie fasi evolutive stagionali e non .
E’ indubbio che questi fenomeni sono talmente grandi ed inarrestabili che riesce difficile pensare di poterli contrastare , ed appena forse si può pensare di cercare di prevenirli. Inserito nelle argomentazioni relative all’habitat , bisogna anche considerare il problema dei predatori , uomo incluso .
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Le scelte di territorio di svernamento ed anche di sosta migratoria sono influenzate dalla valutazione che la beccaccia di certo fa per prevenire i rischi da predatori che intuisce o sa che possono essere presenti in quell’ambiente. Questa valutazione tiene conto della vegetazione come elemento di difesa e fuga , e di certo è più insito nella memoria genetica dell’uccello , mentre altra valenza ha la memoria (adulti) più moderna relativa a territori che sa essere frequentati da cacciatori. Uscire o non uscire dal bosco per recarsi nei luoghi di pastura notturna dipende anche da queste valutazioni . E’ stato anche ipotizzato (Aradis A. e al.INFS) che il ritrovamento di piccoli gruppi di beccacce insieme in pastura,sia anche un comportamento di difesa di gruppo. In zona di consolidato svernamento lo studio di Duriez e al. (2003) ha evidenziato una mortalità da predazione al di sotto del 20% e molto simile quantitativamente a quella da “caccia”: sarebbe equivalente per giovani ed adulti quella da predatori naturali , ed invece molto più alta per i giovani quella da “caccia” (inesperienza di difesa).Nello studio di Duriez la predazione accertata era dovuta principalmente alle volpi,e poi gatti e mustelidi nelle zone aperte (pasture) e molto meno nel bosco.
Più difficile quantificare la predazione aviaria sia diurna (falchi,poiane,cornacchie) sia notturna (barbagianni,gufi) comunque molto presente in alcune aree di svernamento specie nei territori vicini a zone palustri (Turchia,Grecia,Iran).In Iran abbiamo già detto della presenza di sciacalli,presenti anche in Turchia,Grecia.
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Oggi tuttâ&#x20AC;&#x2122;ora non quantificato nĂŠ studiato emerge un altro grave problema legato allâ&#x20AC;&#x2122;aumento dei gatti inselvatichiti ed alla presenza in forte crescita degli ungolati nei boschi .
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In particolare le attività notturne dei cinghiali , specie vicino alle zone umide con terreno adatto alla beccaccia,può creare un disturbo permanente tale da convincere la beccaccia a scegliere un altro posto : questo nuovo fenomeno può essere così molto disturbante proprio nelle zone di sosta migratoria che solo da pochi anni sono “infestate” da cinghiali. Occorre poi considerare anche la competitività alimentare dato che il 10% dell’alimentazione dei cinghiali è costituito da vermi.Il disturbo e vera predazione da cinghiali è segnalato anche nel Draft 2006-2009 Piano della Unione Europea (vedi).
Il monitoraggio degli ambienti utili alla sosta della beccaccia andrebbe perseguito più concretamente , anche per questi aspetti che sembrano collaterali ma possono invece essere molto importanti nel “decision making” (sosta) della beccaccia. Tornando alla semplificazione più banale e cioè terreno da “pappa” , la ricerca ornitologica e biologica ha standardizzato metodi scientifici per testare il terreno
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e quindi rapportare i risultati alla biologia della beccaccia e sua relativa presenza in una zona : “qui sì , qui no” per un ristretto pezzo di prato o di sottobosco , come anche rilevato nello studio INFS di Castelporziano . Per quanto riguarda appunto il “suolo” Duriez O. e al. – Individual wintering strategies in the Eurasian Woodcock – Proceed. 6° European Workshop-Wetlands Intern. 2003 – Editor Ferrand Y. 2006 – pag.27 , distinguono 3 tipi di humus : uno con accumulo di detriti di
sterpaglia ( 13%) derivato da un substrato acido e che contiene pochi vermi , un secondo tipo caratterizzato come una specie di mensola che contiene molti vermi , ed un altro tipo intermedio tra i due . L’humus può cambiare completamente anche per pezzi a pochissima distanza tra loro ( 10cm ) , ed è quindi difficile da testare . Duriez O. e al. hanno usato un metodo standardizzato da Bouclè e Alliaga (1986) e che consiste nell’estrazione chimica ( 0,4% formalina ) che fa uscire i vermi in superficie , dopo questa raccolta si setaccia il terriccio per l’estrazione fisica di altri vermi rimasti sotto. L’analisi viene fatta su una “toppa” ( 30x30x10 ) e con prelievi multipli in un’area di 6 mq . Con una specifica metodologia di prelievo viene mappata l’abbondanza di vermi , in 6 classi di bio-massa e relative elaborazioni statistiche.
Questo metodo è stato applicato nell’isola di Vormsi ( Estonia ) http://209.85.129.104/search?q=cache:3l4Xrqq7sK0J:www.giornaledellabeccaccia.it/bspano6.pdf+ www.giornaledellabeccaccia.it&hl=it&ct=clnk&cd=2&gl=it&lr=lang_it
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dai membri del Club della Beccaccia (Italia) come riferito da Biancardi E. – La Regina del bosco - 60,24-25,2008 : l’elaborazione statistica ha evidenziato differenze significative per la valutazione classificata della bio-massa e corrispondente presenza di lombrichi in 1 mq , da un minimo di “0” ad un massimo di “455” per una media su 42 campioni di 62 mq ed indice (g) di bio-massa 15,55 . Il metodo pur semplice nel principio ( “ vedi quanti vermi ci sono in una toppa e poi calcola quanto valgono come energie di “pappa”) non è poi così semplice nelle modalità di prelievo ed analisi , e quindi è abbastanza esclusivo per Ricercatori. Forse varrebbe la pena di semplificarlo , ed affidare i prelievi su larga scala proprio ai cacciatori che ben conoscono i luoghi di pastura boschiva ed extra-boschiva. Forse si potrebbe suggerire di impiantare un sistema di monitoraggio su tutto il territorio nostro peninsulare dove si attuano i “stop-over” delle beccacce in migrazione. : una raccolta a date fisse effettuata in vari siti “classici” di transito migratorio potrebbe fornire dati elaborati su grandi numeri ed utili a concretizzarsi in un vero monitoraggio multiterritoriale , anche per individuare i vari cambiamenti ambientali che possono condizionare la sosta e le frequentazioni delle beccacce. Tutto ciò da interpretare sempre nei termini “ qui c’è “pappa” e qui mi fermo un po’ od un po’ di più ; qui non c’è ed allora vado via “. Il prelievo dei vermi potrebbe anche integrarsi con un altro tipo di “ricerca” –che non ci risulta molto sviluppata in campo ornitologico- finalizzata alla identificazione dei parassiti , prevalentemente “alimentari”, e loro ciclo vitale che si trasmettono dai vermi alla beccaccia nei vari luoghi di origine e/o transito. Questo metodo è ritenuto anche valido per localizzare –con buona approssimazioneil territorio di origine dell’uccello migratore , data la peculiarità territoriale di alcuni tipi e/o ceppi di parassiti. Il metodo è stato ed è utilizzato nello studio della migrazione del Gruccione Europeo (Merops Apiaster) e l’Autore Francisco Valera Hernandez (Spagna) http://www.eeza.csic.es/eeza/personales/pvalera.aspx- con comunicazione personale (2008) mi ha dato accesso a 15 lavori scientifici ,recenti e specifici, circa la parassitologia della beccaccia . Esiste un esemplare (cestode ) etichettato come “ Aploparaksis sinensis” parassita tipico della beccaccia (Scolopax Rusticola) conservato al Museo di Zoologia di Copenaghen ed al Museo di Storia Naturale di Ginevra .
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I cestodi (tra questi anche l’echinococco) hanno un loro ciclo vitale attraverso ospiti , dove si collocano spesso attaccandosi all’intestino con degli “uncini”. Esistono anche altri tipi di parassiti infestanti la beccaccia e che avrebbero anche potenzialità d’infestazione per l’uomo ( Nota: ricordarsi la cottura degli intestini per la preparazione dei “crostini” e non secondo la ricetta toscana del “merdocchio” – non cotti ). Tra i vari lavori c’è anche una vecchia pubblicazione Italiana (Sombrero L. e al.-Nuove osservazioni faunistiche e biologiche sulle zecche d’Abruzzo – Parassitologia 18,109-118,1976 )
dove si identificano 9 tipi di parassiti trasmessi dalle zecche con ospiti alcuni mammiferi selvatici ed uccelli tra i quali la beccaccia .
Attualmente la maggior parte degli studi in questo campo sono condotti da Ricercatori dell’Università di Vilnius in Lituania e riguardano anche l’area Russa
nordica . L’elenco completo di bibliografia sui parassiti nella beccaccia , oltre che dal Web, si ricava da Bondarenko S. e al.- Aploraksis kornyshini n.sp.(Cestosa:Hymenolepididae) a parasite of the woodcock (Scolopax Rusticola) and its life-cycle – Systematic Parasitology 63,1,45-52,2006
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esempi di Himenolepididae
parte del ciclo nell’intestino di vermi Questi studi rilevano la presenza dei metacestodi localizzabili tipicamente nel tessuto “clorogogenous “ dell’intestino di alcuni lombrichi . Inoltre è segnalato che nella beccaccia una parte dell’alimentazione vegetale (semi di timo e mirtillo) avrebbe una funzione disinfestante antiparassitaria . Altri lavori , in Repubblica Ceca, evidenziano la presenza di Cryptosporidium nella beccaccia ed in altri mammiferi inclusi cavallo,cervi,conigli .
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Un lavoro molto esaustivo per tordi,storni e beccaccia è quello di Louc E. e al. – Estimation of distribution parameters of some avian parasites – Wiad Parazytol 43,2,185193,1997 .
Per obbiettivi completamente diversi , anche per metodologia di accertamento sui lombrichi,è da segnalare lo studio di Kalas A. e al.-Radiocensium from the Chernobil Reactor in Eurasian Woodcock and Earthworms in Norway – The Journal of Wildlife Management 58,1,141-147,1994 dove si evidenzia il graduale decremento della presenza
di cesio radioattivo nei tessuti animali ( vermi e beccacce ) nel periodo 1986-1990 .
Model for the vertical migration of 137Cs in the soil profile http://www.environmental-studies.de/Radioecology/Radiocesium/Cs_E7/Cs_E8/rad_05-7.jpg
Uno studio affine è stato pubblicato in Italia : Spanò S. e Borgo E.-Age-ratios,radio-activity and foods in Eurasian Woodcock in Italy –Proceed.8°American Woodcock Symposium – U:S:Dept.Inter.,Biol.Rep. 16,126-130,1993. Questa breve su-esposta rassegna di studi sui lombrichi rapportati alla beccaccia sembra evidenziare una certa potenzialità –ancora inesplorata- di ricerca sui prelievi a terra nei luoghi di pastura delle beccacce .
Con questa ultima parte di “ rassegna” della letteratura scientifica - rassegna scientifica che potremmo forse definire ambiziosamente ,secondo la moda attuale nella letteratura specie medica, “evidence based review “ - abbiamo cercato di rimarcare gli altri due aspetti fondamentali per il monitoraggio dei territori di sosta temporanea durante la migrazione : - l’habitat , in particolare quello caratterizzato da biodiversità vegetativa ; - la presenza quantitativa dei vermi nei terreni frequentati in bosco ed in prato di pastura. Le beccacce hanno i loro quartieri di residenza stagionale e di transito migratorio in aree boschive e corrispondenti aree di pastura dove possono trovare buone sorgenti alimentari , dimostrando quindi un’adattabilità “a mosaico” dove trovare vermi e 89
difesa dai predatori (Draft Piano 2006-2009 – Unione Europea ) . Per quanto riguarda le foreste a monocultura di conifere , queste non favorirebbero il mantenimento di una buona condizione di humus (vermi) creandosi un’acidificazione del terreno (macerazione degli aghi) . Queste affermazioni contraddicono la realtà di molti luoghi di nidificazione e di transito –specie all’inizio della migrazione- dove invece è elevata la frequentazione di boschi di conifere dove comunque sia presente un sottobosco con biodiversità. Segnaliamo infine un recentissimo e qualificato lavoro , già precedentemente citato, utile all’aggiornata comprensione del problema generale delle migrazioni : Ramenofsky M. e Wingfield J.C. – Regulation of Migration – BioScience 57,2,135-143,2007 – www.biosciencemag.org
Ci sembra d’obbligo a questo punto riferire del piano dell’Unione Europea 20062009 completamente finalizzato alla salvaguardia della beccaccia in Europa .estraendone gli elementi più importanti da considerare anche per le implicazioni venatorie :
EUROPEAN UNION MANAGEMENT PLAN FOR WOODCOCK Scolopax rusticola 90
2006 -2009 Draft
http://www.woodcockireland.com consultabile integralmente
The European Commission (DG ENV B2) commissioned this management plan for Woodcock This management plan is based upon a previous version by Y. Ferrand and F. Gossmann, Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, which was published in Game and Wildlife Science, Vol.18 (1), March 2001. This version was prepared December 2005 by Marc Lutz, Station Biologique de la Tour du Valat, F-13200 Le Sambuc, and Flemming Pagh Jensen, DDH Consult. Comments, data or general information to this version were generously provided by: Yves Ferrand (ONCFS) and Olivier Duriez
Il Piano –facilmente reperibile sul Web utilizzando il motore di ricerca Google – è stato commissionato dalla Commissione Europea DG ENV B2 (2005) e si basa essenzialmente sui contributi Francesi dell’Office National de la Chasse e de la Faune Sauvage pubblicati in Game and Wildlife Science 18,1,2001 e successivamente nel 2005 Ferrand Y.,Gossmann F.,Duriez O. ed ancora da Lutz M.,Station Biologique de la Tour du Valat,F-13200 Le Sambuc FR - Jensen F.P.-DDH,Consult . Spanò S. ( Convegno ARCI su Beccaccia e Ricerca-Città di Castello PG-marzo 2008 ) ha
richiamato l’attenzione sull’attuale silenzio che grava sull’iter burocratico e politico di questo Piano. E’ un vero peccato dover rilevare che l’esperienza dell’INFS-Castelporziano non sia stata agganciata a questo Piano , come qualificato Partner scientifico . Forse in un prossimo futuro questo obbiettivo ( Progetti della U.E. ) dovrà essere perseguito più concretamente . Vogliamo approfondire alcuni tratti del Piano .
Rileviamo innanzitutto che nelle conclusioni (Research,monitoring and International cooperation ) si richiama la necessità di espletare studi anche sulla ecologia dei diversi habitat , specie quelli dell’area Mediterranea (Spagna,Italia,Grecia) e più specificatamente sulle “montagne dove avviene la migrazione in altitudine” il che corrisponde alle motivazioni principali della nostra Rassegna Bibliografica. 91
Nell’introduzione al Piano 2006-2009 viene chiaramente riportato che la specie non è considerata in declino (Wetlands International 2002) e che comunque nei Paesi E.U. si osserva una tendenza in decremento con fluttuazioni variabili. Nelle aree di svernamento sempre più si osservano movimenti locali , per lo più verso zone costiere quando fa più freddo e si riduce il potenziale alimentare (difficoltà a reperire vermi) . Per le popolazioni già residenti nelle Isole Britanniche ed in Francia , il freddo non costituisce stimolo a migrare : dalla Gran Bretagna solo il 13% migra in Irlanda. Molto del Piano è dedicato al problema “caccia” in particolare anche in rapporto alle condizioni che si verificano quando periodi di particolare e prolungato gelo affliggono i quartieri di svernamento ( “cold spell protocol” )
Molte tabelle di “census” e di conteggio dei “carnieri” sono consultabili nel draft del Piano. 92
Table 1: Estimates of breeding populations of Woodcock in Europe (BirdLife International, 2004a) Country Albania Andorra Armenia Austria Belarus Belgium Bulgaria Croatia Czech Rep. Denmark Estonia Finland France Georgia Germany Greece Hungary Rep. Ireland Italy Latvia Liechtenstein Lithuania Luxembourg Macedonia Moldova Netherlands Norway Poland Portugal Azores Madeira Romania Russia Serbia & Montenegro Slovakia Slovenia Spain Canaries Sweden Switzerland Turkey Ukraine UK Total European Union (approx.) Total Europe (approx.)
Breeding pop. Size (pairs) 50 -100 (15-30) 350-850 (1,500-4,500) 100,000 – 120,000 1,600-2,800 0-20 (1-50) 2,000-4,000 2,000-3,500 20,000-50,000 100,000-150,000 (10,000-30,000) present (12,000-24,000) (0-10) (10-60) 2,500-10,000 (80-150) 20,000-30,000 3-8 (10,000-20,000) 80-100 30-90 2,000-3,000 (30,000-50,000) (20,000-100,000) present present (6,000-9,000) (1,200,000-5,000,000.) 600-1,000 1,300-2,500 (100-200) (2,310-2,590) 1,000-2,500 (250,000-1,000,000) 1,130-1,630 (0-50) 7,600-12,800 5,400-13,700 466,280 – 1,453,610
Year(s) 1996-2002 1999-2001 1997-2002 1998-2002 1997-2000 2001-2002 1996-2002 2002 2000 1989-1996 1998 1998-2000 1998-2002 2003 1995-1999 1995-2000 1995-2002 1988-1991 2003 1990-2000 1998-2000 1999-2001 2000-2002 1990-2000 1998-2000 1990-2002 1990-2000 2002 2002 1990-2002 1990-2000 1990-2002 1990-1999 1999-2000 1980-2001 1997-2003 1999-2000 1993-1996 2001 1990-2000 2000
1,800,000 - 6,600,000
Population estimates are given in pairs, but according to the breeding ecology of the species, it seems more relevant to estimate a total number of nesting females.
QUESTA E LE SEGUENTI TABELLE SONO RIPORTATE INTEGRALMENTE TRATTE DIRETTAMENTE DAL DRAFT DEL PIANO U.E.
http://www.woodcockireland.com/
93
Table 2: Information relative to the hunting status of the Woodcock Scolopax rusticola in the European Union. Member State Austria Belgium Cyprus
Status H Flanders : P Wallonia : H H
Hunting period 01.09 – 30.04 (according to region)
Annual harvest estimate 2,700 – 6,000
15.10 – 31.11 01.01 – 28.02 (only Wednesdays and Sundays)
?
25,000
Ref 2 2 3
Czech Rep
H
Denmark
H
01.10 – 31.12
Estonia
H
20.08 – 31.10
Finland
H
20.08 – 31.12.
5,200
1
France
H H
1,168,290 (+/- 2.3%) for season 1998-1999 6,000
2, 4
Germany
1st September- 2nd ten-days period of February 16.10 – 15.01
Greece
H
15.09 – 28.02
450,000 – 550,000
2
Hungary
H
01.03 – 10.04
9,500 for year 2001
1,5
Rep. Ireland
H
01.11 – 31.01
?
1,2
Italy
H
30.09 – 31.01 (31.12 in North)
500,000 – 1,500,000
2
Latvia
H
from arrival to 1st of May 01.08 – 15.11
1
Lithuania
H
Luxembourg
H
01.10 – 31.01
2
Malta
H
01.09-31.01
1
Netherlands
P
Poland
H
Portugal
H
Slovakia
H
Slovenia
P
Spain
H
Sweden
H
UK
H
1, 2 1
2
2
05.10 – 28.02 05.10 – 06.12 Madeira Azores annual and regional variations
2
12.10 – 31.01 protected in Canaries 21.08 – 31.10 (North) 21.08 – 30.11 (South) 01.09 – 31.01 (according to regions)
2 1,300
1
150,000
2
Status: H: huntable, P: protected
94
Member State FI SE EE LV LT PL SK CZ DK UK IE DE NL BE LU HU AT SI FR ES PT IT MT GR CY
RESIDENT
Breeding
MIGRANT Passage
9 9
9 9
9 9 9 9 9
9 9 9 9 9 9 9
9
9
9 9 9
9 9 9 9
9 9 9 9
Probably breeding
9
9
9 9
9 9
Wintering
9 9 9 9 9 9 9
Popolazioni stanziali – aree di nidificazione – transito – svernamento nei vari Paesi EU
95
Periodi di nidificazione nei vari Paesi
J A N F
E B M A R A P R M A Y J U N J U L A U G S E P O C T N O V D E C
FI SE EE LV LT PL SK CZ DK UK IE DE NL BE LU HU AT SI FR ES PT IT MT GR CY
Comments and conclusions 1) The period of reproduction begins with the occupation of the breeding sites (courtship display roding). 2) End of the period of reproduction ranges from the 3rd decade of July (DK) to the 1st decade of September (AT, IE, UK). The end of the reproduction period is difficult to observe in the field, but can be extrapolated from the laying date. Therefore, its end is c. 4 decades after hatching (full flight of young birds). 3) In France, recent scientific studies have shown that prenuptial migration starts from Feb. 23 to April 10. (Ferrand, pers. comm.)
96
Periodi di volo e transito Primaverile J A N F E BMA R A P RMA Y J U N J U L A U G S E P O C T N O V D E C FI SE EE LV LT PL SK CZ DK UK IE DE NL BE LU HU AT SI FR ES PT IT MT GR CY
?
?
Comments and conclusions 1) In western maritime countries, it is difficult to identify the beginning of the period of return because the Woodcock is a secretive species, a nocturnal migrant and, furthermore, movements can occur in response to cold weather. In other regions where it is mainly migratory, it is not difficult to identify the beginning of that period (AT, DE, FI, SE). Beginning of the prenuptial migration period ranges from the 2nd decade of January (IT, ES) to the 2nd decade of March (FI).
Pur nella validità scientifica delle tabelle come autorevolmente riportate , sembra comunque molto approssimativa la “stima” di 3-4 milioni di uccelli abbattuti nei Paesi U.E. , specie nelle regioni occidentali e del sud. La caccia viene considerata un fattore aggravante nei periodi di nidificazione e di svernamento , ma di certo il fattore più importante nel rischio di “declino” è legato agli habitat di nidificazione e svernamento soggetti ad una tendenza di distruzione/modificazione. 97
L’aggiornamento del Piano (2007) sotto il profilo strettamente scientifico risulta comunque carente. Dobbiamo però sottolineare che forse bisognerebbe cercare i giusti collegamenti ed interlocutori a livello dei Direttorati competenti nella Commissione Europea ( DG ENV B2 ) per introdurre un “forte” contributo Italiano sul piano della Ricerca Europea. La “ CACCIA “ – E’ fisiologico che l’attenzione di alcuni Ricercatori , per lo più di parte protezionista , al problema “beccaccia” si sia svolto e si svolga in termini “anticaccia” .
Emerge però –in maniera indiscutibile- in più settori della “ricerca” un dovuto rispetto per i cacciatori senza il contributo dei quali non sarebbe stato possibile raccogliere , e seguitare a raccogliere, dati utili alle verifiche di inanellamento ed alle valutazioni morfometriche della specie e sua ambientazione in diversi habitat. E’ nata ,forse in maniera non coordinata, una certa collaborazione tra Associazioni di cacciatori ed Istitutuzioni di ricerca . E’ molto significativo che il 9 Aprile 2008 nella trasmissione televisiva “Parliamo di Caccia” (Canale 235 Sky) i Presidenti delle Associazioni che hanno firmato un concordato di “riunificazione” , abbiano fortemente affermato che la base di tutte le future politiche venatorie dovrà essere la “ricerca”.Documento per esteso pagg.4-5 DIANA n.2100- n.9-1 maggio 2008
98
In Italia un grande impegno è stato svolto da Silvio Spanò (Istituto di Zoologia dell’Università di Genova e Presidente del Club della Beccaccia) ma i risultati non
sono ancora tangibili. Per iniziativa di Spanò si è avviato un progetto “Beccaccia” mirato allo studio della beccaccia svernante in Italia ,con la collaborazione di Parchi e di Aree protette : molti elementi si possono trarre consultando i seguenti siti http://www.parcodelticino.pmn.it/progettieatti/progettobeccaccia.html http://www.parcoconero.it/ http://209.85.129.104/search?q=cache:m5xytQTW4KAJ:www.giornaledellabeccaccia.it/bcon10.pdf +Parco+del+Conero+Beccaccia&hl=it&ct=clnk&cd=2&gl=it&lr=lang_it http://www.giornaledellabeccaccia.it/bcon10.pdf
In altri Paesi , abbiamo già accennato al recente sforzo di monitoraggio della caccia svolto in Russia . Blokhin Y.Y. e al.- Woodcock hunting bag statistics in Russia since 1996 . Proceed. 6° Workshop Wetlands Internat. 2006 – riporta un’analisi molto dettagliata nelle varie province della
Russia . Va qui considerato che la maggior pressione venatoria avviene in Primavera (tradizione) e per le caratteristiche proprie della “croule” o “roding” , vengono abbattuti 140.000-150.000 maschi in primavera a fronte di 40-50.000 maschi e femmine in autunno . In parallelo segnaliamo un lavoro dell’Istituto di Zoologia di Minsk (Bielorussia) : Mongin E. e al.- Breeding Eurasian woodcock survey in Belarus –(Google:”Mongin Edward,Minsk”)-2006 . In Lituania un lavoro molto specifico sulla caccia Primaverile è quello di Petelis, K., Brazaitis, G. - The dynamics of woodcock (Scolopax rusticola L.) abundance in Southwest Lithuania.- Acta Biologica Universitatis Daugavpiliensis, 3, . 1,1-7,2003http://www.cababstractsplus.org/google/abstract.asp?AcNo=20043040311
In Inghilterra il prelievo venatorio è stato monitorato accuratamente già a partire dall’inizio del 1900 , valutandolo sulla base di un Indice “bag/Kmq” : questo Indice era di 0,2-0,5 agli inizi del 1900 , salendo a 1-2 (1930-1940) e poi a 2-4 (1980). I rilievi in dettaglio sono riportati dal “The Game Conservancy’s National Game Census” nella monografia McKelvie C.L.- The Book of the Woodcock – Ed.Swan-Hill PressSharwsbury SY3 9EB-England- 1990 – grafici a pagg.212-213 . 99
Molto più recentemente un’accurata valutazione dello stato della beccaccia nelle Isole Britanniche è riportata da Hodless A. e al.-Development of a survey method for breeding woodcock and its application to assessing the status of the British population – Proceed.6° Workshop Wetlands Internat. pg.48-54- 2006.
L’analisi dei prelievi venatori è stata accuratamente svolta per più anni in Francia ( periodo di svernamento) ,in Inghilterra (condizioni stanziali e migratorie), ed in Danimarca (prevalenza migratoria). L’analisi in Francia riguarda il territorio N-W-S atlantico dove sverna la maggior parte delle beccacce Europee , ed è un’analisi molto dettagliata e riguarda un lungo periodo di 10 anni . Cau J.F. e Boidot J.P. – Assessment of the abundance of Woodcock over the last 10 years hunting season in France – Proceed.6°Worshop Wetlands Intern. pag.24-20032006.
L’analisi è stata condotta sui dati raccolti da 1000 membri del Club de la Becasse
(CNB) su attività venatorie di 3.5 ore realizzando un “ Indice (ICA) = numero di beccacce viste x 3,5 : numero di ore di caccia “ calcolando su 10gg di caccia al mese per anno. ICA è stato considerato un indice valido anche per valutare la consistenza della popolazione svernante nelle varie aree. La conclusione di questo studio è confortante : i risultati di 10 anni (1993-2003) non dimostrano allarmanti decrementi nella popolazione delle beccacce malgrado l’aumento dei cacciatori. Si afferma peraltro che l’ICA può contribuire grandemente alle conoscenze sulla migrazione . Un esempio di applicazione dell’ICA in Italia è riportato in dettaglio a : http://www.beccacciaiditalia.it/web/index.php?page_id=16 Sempre in Francia – come riferito da Spanò (2007)- le indagini raccolte da Ferrand e Gossmann (1995-2000) indicano 1,5 abbattimenti nel 1974-75 , 1,3 milioni nel 198384, 1,2 milioni nel 1998-99 . In Italia Spanò (2007) solo su base di “diversi informatori” ( questo tipo di approccio è ritenuto da Ferrand privo di qualsiasi valore scientifico ) esprime una “stima” compresa in una forchetta tra 500.000-1.000.000. Sulla base dei tesserini ATC per Liguria,Lombardia,Toscana ci sarebbe in Italia un prelievo annuale –per queste Regioni- di 50.000 beccacce e di queste 10.000 in Liguria : Spanò S. e al.-Woodcock hunting bag in Liguria – Woodcock and Snipe Specialist Group Newsletter 28,28-29,2002 .
Questo ultimo lavoro ci permette di esprimere un commento durissimo sulla inefficienza dei sistemi burocratici di controllo in Italia , orientati solo a d una fiscalizzazione colpevolistica e mai produttivi di dati numerici e statistici utili alle elaborazioni scientifiche : che ciò sia dovuto alle eccessive frammentazioni provinciali,regionali,ministeriali, è verosimile , ma di certo dipende anche dalla frammentazione di responsabilità a livello di Dirigenti di Associazioni Venatorie di ogni tipo.
100
La beccaccia è forse rimasto l’unico selvatico vero per la caccia “vera” : è dovere di tutti impegnarsi in maniera concretamente costruttiva per una miglior cultura specifica. Forse si dovrebbero forzare –a livello Nazionale più che Regionale- i responsabili
della Legislazione affinché gli ATC siano obbligati a riportare direttamente on-line i dati annuali degli abbattimenti “dichiarati” , mensilmente differenziati , sino ad immetterli in tempo reale,alla fine della stagione, in uno specifico data-base Ministeriale , ed il Ministero dovrebbe renderlo subito disponibile per gli Istituti di Ricerca . Solo su questa base – prevedendo anche severe ammende per gli ATC inadempienti – potremo recuperare il “gap” di analisi statistica che l’Italia soffre rispetto ad altri Paesi. Questo tipo di monitoraggio potrebbe contribuire molto alla gestione del “patrimonio beccaccia” secondo le proposte di Charles Fadat ( Proposte per la gestione venatoria delle popolazioni di beccaccia in Europa – www.scolopaxrusticola.com/italia/studi3.shtml . on-line 2007 ) che per la beccaccia prevedono che l’uccello “possa venir considerato come
selvaggina stanziale” . Queste proposizioni si integrano –sullo stesso sito Web – con analoga pubblicazione di Spanò S. – Conoscenze e suggerimenti per un piano di gestione della beccaccia in Europa : qui si rileva una maggior attenzione ai Paesi di transito e di svernamento che “tendono ad essere “serviti” sempre dalle stesse popolazioni. Riteniamo di dover segnalare l’opportunità di controllare per esteso i testi dei suddetti lavori direttamente sul Web www.scolopaxrusticola.com/italia/studi3.shtml. Rimandiamo quindi a questi su-citati lavori ed a quanto esposto nel Piano 2006-2009 della Unione Europea , per completare competenze conoscitive circa i piani di prelievo sostenibile nelle attività venatorie . Queste conoscenze –già approfondite per i Paesi di riproduzione e di svernamento – potranno ben essere trasferite sui territori di “migrazione pura” . In tal senso elementi di metodologia di studio –ben trasferibili in Italia – possono essere tratti dal lavoro di Clausager Ib. che analizza anche i dati venatori raccolti in
Danimarca paese che –come l’Italia – ha scarsa se pur più consistente che da noi,popolazione nidificante e svernante . questo studio è svolto quasi in assoluto sulle popolazioni in migrazione autunnale . Clausager Ib.- Wing survy of Woodcock and Snipe in Denmark – Proceed.6°Workshop Wetland Internat. 2003 – 108114,2006 . 101
:
TIPOLOGIE DI CACCIA
Le tipologie note di caccia sono : - con il cane da ferma prevalentemente in zone boschive: CACCIA CLASSICA - l’ “aspetto” : “croule” o “roding” primaverile – serale (fly-night) in tutti i luoghi di transito o svernamento , o analogamente al mattino all’”entratura” - in battuta Negativamente significativo l’estendersi del metodo “in battuta” anche per il turismo venatorio , come si può rilevare dagli “annunci” di agenzie prevalentemente Inglesi. Islay, West islands, Scotland, probably the best woodcock available on its day. The area is fir groves with excellent rides giving testing shooting, flighting and driven are the speciality here and 20 per day to 4-5 guns is not unusual with 80-90 birds lifted per day professionally run and managed the hotel is located at Port Charlotte and a 3 day 4 night package of DBB is £350 pp woodcock minimum team of 4 -6 being maximum will cost £700 per gun per 3 days driven and night flighting.
102
~ The woodcock, which is always driven, is a mix of natural woodland on Temple House, surrounds and some carefully selected forestry in the area. You will see some lovely country.
Russia : SPRING: Woodcock hunting Terms of hunting: April, 1 - May, 10. Hunting for mail birds during their flight in mating season (from sunset till dark).
Forse si può avanzare l’idea che proprio da una reale “regolamentazione” delle tipologie di caccia , può attuarsi una precisa linea di politica venatoria finalizzata al prelievo “sostenibile”. La caccia primaverile è ancora consentita marzo-maggio con varianti Paese per Paese come da Tabella precedente e principalmente Russia,Bielorussia,Ungheria,Slovacchia,Romania,Paesi Baltici ed anche in altri Paesi ,Francia compresa,è consentita sino a metà o tutto febbraio . 103
In Italia vi è stato un dibattito per abolirla anche in Gennaio , ma per quanto sia basso il livello culturale anche nel mondo dei beccacciai basta leggere gli interventi di un Forum su Internet , e di questi riportiamo un esempio che si commenta da solo : “I desideri sono stati esauditi in toto ... potenza degli auguri... è incredibile .. Il club della beccaccia ha chiarito che la caccia a gennaio alla beccaccia non si discute. Mi sembra un risultato interessante per noi sudisti. “
Il problema della caccia primaverile è comunque molto serio ed andrebbe meglio affrontato a livello di Unione Europea , dove però l’influsso francese ,sensibile a conservare la caccia anche a febbraio, è molto forte . L’impegno dei beccacciai Italiani sul monitoraggio del ripasso primaverile ( a caccia chiusa) è testimoniato in Centro Italia a : http://www.beccacciaiditalia.it/web/?p=30 La caccia in “battuta” , pur tradizionale nelle Isole Britanniche , andrebbe proibita , anche nel corso di “battute” ai fagiani .Questo tipo di caccia è purtroppo praticata ( in maniera brutalmente tipo “scaccia ai cinghiali”) anche in Turchia , esclusivamente in occasione delle “calate” da gelo. La caccia all’ “aspetto” : questa caccia è purtroppo ampiamente praticata anche in Italia ed andrebbe totalmente vietata con il ricorso alla pena più grave e cioè il ritiro annuale della Licenza di caccia . Le pene pecuniarie non sono sufficienti a scoraggiare , ma il ritiro della Licenza –ben propagandato- sarebbe di certo un buon deterrente anche se scarse sono le possibilità dei controlli . Questo divieto dovrebbe essere esteso all’occasionalità del tiro ai valichi e negli appostamenti per colombacci.
Un’altra misura , indiretta, ma estremamente efficace è relativa all’orario di caccia alla beccaccia : consentita dopo le 8 al mattino,e chiusura nel primo pomeriggio. Sottolineiamo ancora l’utilità di introdurre per i trasgressori l’ammenda-pena più idonea come sicuro deterrente : il ritiro stagionale totale della Licenza di caccia. Rimanendo nell’ambito dell’ “aspetto” , ricordiamo ancora quanto avviene sulla costa Turca del Mar Nero dove per un estensione di alcune centinaia di chilometri (SinopTrabzon) ogni sera migliaia di cacciatori-contadini fanno l’ “aspetto” subito “ fuori 104
l’uscio di casa nell’orto accanto” abbattendo ogni sera da Novembre a Febbraio migliaia di beccacce , e ciò avviene anche al di fuori delle “calate” da gelo (n.b. : testimonianza diretta dell’Autore). Analogamente succede anche in Bulgaria,Romania,Montenegro,Albania,Georgia. La caccia classica con il cane da ferma ( o con spaniels , meno classica ) è praticata in Francia,Germania,Belgio,Danimarca,Svizzera,Italia,Spagna,Serbia,Grecia,Portogallo ecc. , molto meno nelle Isole Britanniche.
105
In Francia vi sono 4000 iscritti al Club Nazionale (CNB) e rappresenterebbero l’elite dei cacciatori “classici” , ma la grande quantità di beccacce abbattute in Francia è indice della gran quantità di abbattimenti ad opera di cacciatori “occasionali” . Questa occasionalità di caccia è preponderante anche in Danimarca , accertata su un territorio piccolo e facilmente monitorato e controllabile, e qui appunto solo il 25% degli abbattimenti è dovuto a caccia classica con il cane da ferma (Clausager Ib.-2006) effettuata tradizionalmente solo in autunno. In Grecia esistono cacciatori classici , e comunque l’abitudine di recarsi in luoghi di “calata” da gelo è molto forte . Comunque per dare un’idea della pressione venatoria in alcune aree , è significativo menzionare che nell’area del delta dell’Evros sovrastata da un’immensa area boschiva ad altitudini medio-alte , eccellente per biodiversità vegetale , e situata in un punto cruciale di 3 vie migratorie N-NE-E dopo le grandi pianure turche ed ucraine ed il Mar Nero occidentale ai confini con i monti della Bulgaria ad Ovest , i cacciatori locali sono 3000 e solo in 30 (trenta) si dedicano alla caccia classica con il cane ( osservazione personale )
Immagini (personali) della bio-diversità boschiva nell’area del delta dell’Evros – Grecia
106
In Russia 160.000 beccacce ( maschi ) sono abbattute in Primavera ( tradizione venatoria molto radicata ) delle quali il 60% nelle Regioni Centrali : in genere tutto si svolge in Aprile nella tarda serata (ore 21-22 ) dato che già in quel mese il tramonto del sole è molto tardivo secondo le latitudini del Nord. La media nazionale è di 0,1-0,3 beccacce per licenza x cacciatore x tutta la Russia , ma si rilevano alcune differenze regionali come ad esempio 4,6 in Tambov (1996) e 4,1 in Briansk (1997).Nella Russia Centrale 83.000 cacciatori praticano la caccia primaverile (“roding”) ma questi rappresentano solo il 39% di tutti i cacciatori in Russia : la media nazionale dei cacciatori che praticano il “roding” è di 170.000 cacciatori. La caccia autunnale è praticata molto meno ( 50.000 capi abbattuti) e si rileva che vi sono solo 8.800 cani da ferma registrati ( dei quali 6.800 nella Russia Centrale) e 8.500 spaniels ( Blokhin Y.Y. e al.- Woodcock hunting bag statistics in Russia since 1996 – Proceed.6° Workshop Wetlands Internat.pag 17-23,2006 ) . Forse potremmo azzardarci a dire che è abbastanza vergognoso per l’Italia che – in confronto alla Russia – non è assolutamente in condizione di fornire simili dettagliate statistiche .
In Italia oltre ad un consistente numero di cacciatori classici “over-50 “ , stiamo assistendo ad un particolare fenomeno : molti cacciatori , per lo più giovani ,stanno modificando l’approccio a questo tipo di caccia : percorrono in auto a tappe estese aree di possibile incontro , preferibilmente lungo fiumi
e lungo fossi e laghetti , in piccole valli con piccoli boschi , ed abituano i cani ad una
107
cerca molto lunga , esplorando così oltre 100 km di territorio per tutto il giorno , “aspetto” serale compreso .Inoltre si verifica un fenomeno paradosso : alcuni cinofili puri , poco esperti di vera caccia , si trasferiscono per curiosità e poi per accanimento, dai campi di gara e di allenamento ai veri terreni di caccia contribuendo così all’abbattimento occasionale delle beccacce al di fuori dei metodi classici. Anche Spanò (2007) segnala che la stragrande maggioranza degli abbattimenti è fatta da cacciatori generalisti che uccidono 1-4 beccacce all’anno. E’ poi assolutamente da condividire il tentativo di Spanò per introdurre una politica venatoria contro l’uso del “beeper” o sonaglio elettronico .
Le reazioni a questo tentativo sono state e sono fortissime così come si evince dallo stesso già citato Forum su sito beccacciaio : “Ma ancora più entusiasmante è la notizia che il consiglio direttivo del Club di gennaio 2008 ha chiarito definitivamente di non doversi penalizzare l'uso del beeper rispetto al campano e quindi cessa ogni discriminazione e contenzioso in materia ...incredibile ... “ Anche questo si commenta da se e da una misura circa qual è la varietà di presunti beccacciai con i quali confrontarsi per costruire una cultura possibilmente migliore. Il beeper è alla base della nuova metodologia di caccia a “tappe” della quale abbiamo già fatto cenno : non più battere macchia e territorio con il cane “ a campano” sempre sotto controllo , ma scendere via via dall’auto di tappa in tappa e lanciare il cane ad una cerca lunghissima sino a poter sentire il segnale di ferma e solo allora raggiungerlo . Questa pratica è anche molto seguita in Grecia. Resta da verificare il livello di sportività “cacciatore-natura” ma soprattutto suscita orrore l’attuale nuova selezione attuata sui cani da ferma . Saranno questi i cani che saranno considerati “specialisti” a beccacce ? Siamo ancora d’accordo con Spanò che ha scritto che questa pratica porta “ad una selezione inidonea delle razze da ferma”.
108
Dopo tutti questi rilievi critici si affaccia quindi un’idea –certamente impopolare – ma già secondo molti necessaria “d’istituire in Europa una caccia specialistica con apposito tesserino “ (Spanò-2007) come è anche già accennato nel Draft del Piano 2006-2009 della Unione Europea. E’ già così per alcune cacce agli ungulati e per vari territori , e non si vede perché non potrebbe essere così anche per la beccaccia. ESEMPIO di DIFFERENZIAZIONE DI TERRITORIO ( Toscana) · Esclusione dall’area vocata di quegli istituti faunistici (AFV, ATV, ZRV, ZPRM) adiacenti al precedente perimetro dell’area non vocata e che hanno finalità contrastanti con elevati valori di densità della specie cinghiale. Così sono ad esempio le AFV con indirizzo faunistico verso la lepre, le ATV , le zone di protezione lungo le rotte di migrazione e le zone di rispetto venatorio, il cui target di protezione è chiaramente indirizzate verso le specie ornitiche o la piccola fauna stanziale (lepre e galliformi).
Pochi mirati provvedimenti di regolamentazione potrebbero segnare una svolta nelle politiche di “prelievo sostenibile” con buona pace degli anti-caccia . Ci azzardiamo a concepire un elenco : -orari di caccia solo al mattino dalle ore 8 alle ore 14 -tesserino di “specializzazione” -preventiva scelta (sul tesserino) del territorio di caccia del giorno -sec.territori (ATC) divieti mirati di caccia sec.altitudine (fossi,marcite) -divieto di strumenti tecnologici elettronici (beeper e altro) -divieto di caccia per più di due cacciatori insieme .gelate e nevi prolungate : divieto di caccia in periodo e su territori anche estesi limitrofi non innevati -divieto di abbattimento di beccaccia in corso di battute a fagiani,lepri,cinghiali ecc. -divieto di abbattimento su valichi e/o appostamenti
109
PENALIZZAZIONI : ritiro del Tesserino (ATC) Stagionale per tutta la stagione;se recidivo ritiro del Porto d’Armi per 5 anni . Nessuna pena pecuniaria.
Questa regolamentazione , adattata secondo Paesi , dovrebbe essere proposta alla Unione Europea.
Indipendentemente dalla tipologia di caccia propria della beccaccia , è oggi insorto un altro fenomeno negativo legato alla “chiamata” (telefoninini) durante le attività dei battitori di cinghiale : le “levate” occasionali vengono subito segnalate ad amici del gruppo che a “cacciarella” finita possono poi tranquillamente rilevarle con cani da penna. Queste aree di battuta al cinghiale nelle ore successive e nei due giorni successivi dovrebbero essere interdette alla caccia da penna .
Alcuni , pochi ma duri , provvedimenti , se correttamente gestiti , consentirebbero anche per gli “specialisti” il mantenimento dei “prelievi massimi” consentiti (PMA) a livelli di buona soddisfazione (giornaliera,mensile,stagionale) , salvaguardando così la “classicità” di una tradizione venatoria ed educando i più giovani a proseguire e difendere questa tradizione .
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In Italia così come all’Estero – a testimonianza di quanta passione ed interesse venatorio sia legato alla beccaccia – sono nate iniziative Associative oggi in parte
coagulate anche a livello Europeo .
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In Italia sono state promosse alcune ricerche da parte delle Associazioni specifiche
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L’Associazione Beccacciai d’Italia ha impostato una ricerca continuativa “Monitoraggio del ripasso primaverile della beccaccia” che è stata ed è attuata in Umbria,Toscana : una serie di grafici molto interessanti è riportata da Senesi G.,Vigliotti D.,Pannacchini P. “Monitorare le beccacce” in Beccaccia,Ed.Olimpia,2 Novembre 2006,pagg.33-37 . Sempre la stessa Associazione ha prodotto una ricerca molto mirata su “Age-ratio,Sex-ratio,peso e raccolta delle ali “ed è stata pubblicata nel Novembre 2007 : Pennacchini P.,Vigliotti D. “Ali d’Italia” in Beccaccia , Ed.Olimpia,nov.2007,pagg.46-55. Altre ricerche sono consultabili sul sito dell’Associazione. Nello stesso numero “Speciale Beccaccia” dell’Ed.Olimpia,2007,sono riportati i contributi dell’Associazione Amici di Scolopax : Tedeschi A. “Percorsi coerenti della memoria storica” pag.38-45. Qui viene presentata l’esperienza in atto di due progetti ( vedi logo) Ali Regali (raccolta delle ali) e WORM ( Woodcocks Observation Russian Migration) quest’ultimo finalizzato all’identificazione dell’origine geografica della beccaccia a mezzo marcatura isotopica con isotopi stabili dell’Idrogeno (H) . Più recentemente l’Associazione ha impostato il monitoraggio inter-attivo su Internet per la valutazione della stagione venatoria controllata direttamente dai Soci in “Tempo Reale” : sembra questa un’ottima iniziativa . Tedeschi ricorda che il progetto Murdoch che aveva tentato di avviare con il radiotrack satellitare è abortito per mancanza di fondi , ed ora rilevando pur con gioia il successo degli Spagnoli non può non esserci un bruciante rammarico ( comunicazione personale). Sempre sul già citato numero “Speciale Beccaccia” Ed.Olimpia,2007,viene riportata la sintesi delle attività della più antica associazione Italiana “Club della Beccaccia” (Presidente Silvio Spanò) . Il testo redatto dal giornalista De Robertis P.F. riporta l’iniziativa del Club sull’Isola di Vormsi (Estonia) per studio ed inanellamento . Abbiamo già riportato i dati dello studio sul terreno-vermi. Nel testo di De Robertis è riportata la cronaca dell’Assemblea 2007 (Budapest) della Federazione Associazioni Nazionali di Beccaciai del Paleartico Occidentale (FANBPO) .
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A conclusione di questo excursus sulle attività delle Associazioni in Italia , dobbiamo bonariamente rilevare che le benemerite ricerche effettuate dalle Associazioni ( eccetto che per i lavori di Spanò) mancano di una documentata metodologia scientifica e di relativa bibliografia scientifica : per questo le “voci” non sono state qui trascritte in neretto.
HABITAT : INQUINAMENTO CHIMICO-FISICO Proprio oggi ( 14 Marzo 2008 ) mentre aggiorniamo queste note , i TG Italiani danno notizia del rilevamento di eccessivi pericolosi livelli di Cadmio in alcune aree agricole del Nord Italia . Abbiamo già avuto modo di segnalare questo aggiornamento
che segue .Il Cadmio è contenuto nei fertilizzanti a base di fosfati , quindi è maggiormente presente nei terreni a culture agricole
.La beccaccia non predilige questi terreni ,ma tuttavia –forse più occasionalmente durante la migrazione – li frequenta secondo necessità di pastura. Due lavori Italiani ad opera di Ricercatori della stessa Istituzione (Sez.Biochimica – Università di Bologna ) sono significativi del coinvolgimento della beccaccia. Carpenè E. e Andreani G.- Produzione della metallotienina ed accumulazione di cadmio a livello del rene di beccaccia . 2007 http://images.google.it/imgres?imgurl=http://www.scolopaxrusticola.com/partners/scolopax/logof orum2007.jpg&imgrefurl=http://www.scolopaxrusticola.com/italia/studi1.shtml&h=88&w=468& sz=51&hl=it&start=1&um=1&tbnid=0Bw2J6sVPJ9wsM:&tbnh=24&tbnw=128&prev=/images% 3Fq%3Dmetallotioneina%26um%3D1%26hl%3Dit%26sa%3DG
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Atomi di Cadmio legati ad una sottounità di metallotieneina – I nanocristalli di cadmio hanno forte affinità con il DNA e fluorescenza.
Carpene’E. e al.-Distribuzione di Cadmio,Zinco,Rame e Ferro in selezionati tessuti di vermi e di Beccaccia Europea –Science of the Total Environment 363,1-3,126-135,2006
Questi studi dimostrano la presenza di metalli nei tessuti intestinali dei lombrichi ed il passaggio alimentare in alcuni organi di beccaccia (rene,fegato).
Molto tempo prima di questi lavori era stato pubblicato questo studio : Stafford E.A. e al.- The use of acide insolubile residue to correct for the presence of soil-derived metals in the gut of earthworms used as bioindicator organism – Env.PollutionEcol.Biol.42,3,233-246,1986
E molto più recentemente ( in press-2008) è apparso questo lavoro : Maity S. e al.- The role of earthworms in amending lead and zinc treated soil- Bioresource Tech.,in press 2008 ,available on-line Web.
In questo lavoro si esalta la capacità dei vermi ad accumulare metalli e bonificare il terreno
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consentendo migliore crescita ed equilibrio vegetale . Resta da verificare poi , quanto i vermi mangiati possano creare danni tissutali ed interferire con il DNA delle beccacce (malformazioni ?) La presenza di sostanze pesticide e fertilizzanti nei terreni agricoli limitrofi od essi stessi zone di pastura potrebbe indurre mutazioni , quali ad esempio sono ipotizzate essere alla base della beccaccia brevirostra ( Fraguglione D.-Ed.de l’Oree,Bordeaux 1984,citato da Spanò S. 2007). Questo fatto potrebbe essere plausibile per beccacce prevalentemente sedentarie , geneticamente “costrette” in aree anche con agricoltura sviluppata come in Inghilterra : McKelvie C.L. – The book of the Woodcock-Swan-Hill Press-England-1990 riporta 130 documentate catture di brevirostre in 5 anni in UK ,e 62 in Francia. Per quanto riguarda l’inquinamento “fisico” fa testo quanto verificatosi con la tragedia di Chernobil (URSS) . Ne abbiamo già riferito come qui ancora di seguito. Uno studio e stato dedicato ai lombrichi , anche per metodologia di accertamento sui Kalas A. e al.-Radiocensium from the Chernobil Reactor in Eurasian Woodcock and Earthworms in Norway – The Journal of Wildlife Management 58,1,141-147,1994 dove si evidenzia il graduale decremento della presenza di cesio radioattivo nei tessuti animali ( vermi e beccacce ) nel periodo 1986-1990 .
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Model for the vertical migration of 137Cs in the soil profile http://www.environmental-studies.de/Radioecology/Radiocesium/Cs_E7/Cs_E8/rad_05-7.jpg
Uno studio affine è stato pubblicato in Italia : Spanò S. e Borgo E.-Age-ratios,radio-activity and foods in Eurasian Woodcock in Italy –Proceed.8°American Woodcock Symposium – U:S:Dept.Inter.,Biol.Rep. 16,126-130,1993.
La contaminazione del 1986 è avvenuta su un’ampia area interessata da nidificazione e transito di beccacce . Molti lavori anche recenti si focalizzano sul danno genetico anche per gli uccelli : - A.P. Moller, T.A Mousseau. 2007. Determinants of Interspecific Variation in Population Declines of Birds after Exposure to Radiation at Chernobyl. Journal of Applied Ecology, in press. -
A.P. Moller, T.A. Mousseau, F. de Lope, and N. Saino. 2007. Elevated frequency of abnormalities in barn swallows from Chernobyl. Biological Letters. A.P. Moller, T.A Mousseau . 2007. Birds prefer to breed in sites with low radioactivity in Chernobyl. Proceedings of the Royal Society, 274:1443-1448.
- A.P. Møller, T. A. Mousseau. 2006. Biological consequences of Chernobyl: 20 years after the disaster. Trends in Ecology and Evolution, 21:200-207.
- Møller, A. P. and T. A. Mousseau . 2001. Albinism and phenotype of barn swallows rustica from Chernobyl. Evolution, 55 (10): 2097-2104.
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Un sito molto esaustivo sulle conseguenze di Chernobyl è a : cricket.biol.sc.edu/chernobyl/Chernobyl.htm
Beccacce e Chernobyl : KÅLÅS J. A. (1) ; BRETTEN S. (1) ; BYRKJEDAL I. ; NJÅSTAD O. (1) - Norwegian inst. nature res., 7005
Trondheim, NORVEGE- Radiocesium (137Cs) from the Chernobyl reactor in Eurasian woodcock and earthworms in Norway- The Journal of wildlife management - vol. 58, no1, pp. 141-147 (28 ref.)-1994 - ci sembra opportune riportare integralmente l’abstract di questo lavoro :
“To understand the ecological effects of the Chernobyl reactor accident, we investigated radiocesium (137Cs) levels in Eurasian woodcock (Scolopax rusticola), earthworms (Lumbricidae), litter (dead organic materials lying on the ground), humus (beneath litter 2 cm deep), and mineral soil samples (3-6 cm deep) from a heavily effected (20-60 kBq/m2 [1 Bq = 1 nuclear fission/sec]) area in Norway. The highest concentrations measured in earthworms (1988 median = 142 Bq/kg) and woodcock (1986 median = 730 Bq/kg) were below levels that should affect animal health. Values above the European Economic Community's limit for human food (600 Bq/kg fresh mass) only were found in woodcock during 1986 “
HABITAT MIGRATORIO : INQUINAMENTO da LUCE
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ITALY “LIGHT POLLUTION” MAP : www.tamanti.it/Equipment.htm
LUCI STRADALI e di AUTOSTRADE e PONTI e TUNNEL
TORRI ed EDIFICI
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EUROPE “LIGHT POLLUTION” from Satellite
Abbiamo voluto introdurre questo argomento con numerose immagini tratte dal Web perchè commentano da sole quale può essere l’impatto visivo su un migratore notturno in media quota , specie se per lo più solitario come la beccaccia che a grandi o brevi tappe deve attraversare questa Europa “by-night”. Riteniamo di poter affermare che questo aspetto dell’inquinamento luminoso è stato ed è sottovalutato come fattore capace d’incidere sulla migrazione della beccaccia . Può anche essere che le luci artificiali di alcuni edifici ,di luci di città costiere,di aeroporti o campi militari o zone di grandi insediamenti industriali o raffinerie,di fari e di stazioni petrolifere marine possano anche orientare gli uccelli adulti nel riconoscere una rotta migratoria , ma questo aspetto “positivo” è forse minimo 120
rispetto ai danni che la “light pollution” specie in condizioni meteorologiche particolari può causare .
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TORONTO by night
E’ molto significativo che le normative municipali di Toronto (Canada) città situata sulle grandi rotte migratorie di molti uccelli , prevedano che nel periodo migratorio molte luci della città debbano essere spente . Gli uccelli migratori notturni , inclusa la beccaccia , utilizzano – come abbiamo già riportato – la luce crepuscolare interpretandone le bande ultraviolette , quindi utile ad attivare i meccanismi per attivare i meccanismi ( bussola ed orologio biologici) per intraprendere il volo di migrazione . Ciò vale anche per la luce dell’alba per decidere il termine del volo notturno.Poi –oltre alla “visione” del campo magnetico della Terra – utilizzano la “cupola celeste” e le stelle per regolare il volo notturno in quota .
La luce artificiale in “bolla luminosa” o “light pollution” può alterare questi meccanismi
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E’ a tutti noto che le stelle si guardano molto male , o non si vedono affatto,stando in una piazza illuminate o altro di simile con luci intorno.Se di notte da un’altura guardiamo una delle tante città o cittadine in uno dei tanti fondi valle delle nostre regioni ed aree montane o pre-montane , ci rendiamo conto di quanto la luce diffusa a cupola possa incidere sulla visione di un uccello che passa sopra,in mezzo o vicino a questa luce risultandogli impossibilitata la visione dell’emisfero celeste sopra di lui , nel quale distinguere le stelle ed il movimento stesso dell’emisfero.
Questa condizione può poi esasperarsi in negativo per condizioni meteorologiche particolari specie con neve,nebbia,pioggia.
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Un uccello in migrazione notturna può essere completamente disorientato , perdersi e poi venire attratto a terra proprio dalle sorgenti di luce più intensa come in piazzali , piazze,tunnel autostradali,campi sportivi ecc.
Sono noti accadimenti nei quali –specie in corso di nevicate – sono state ritrovate beccacce,anche in numeri importanti, nelle piazzette illuminate di paesi montani o all’interno di tunnel stradali ( testimonianze dirette all’Autore ). Questa foto satellitare documenta la “light pollution” in Italia ed Europa
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Sono presenti sul Web siti che documentano nei dettagli la situazione in Italia : www.lightpollution.it/cinzano/en/page3en.html
Sul numero di febbraio 2008, “La Regina del Bosco” Club della Beccaccia , Spanò riporta la fotografia di una beccaccia trovata morta in pieno Centro a Genova , con lesioni da impatto contro il sovrastante grattacielo illuminato. Il problema “luce” è chiamato in causa per la mortalità da “fari” , che può verificarsi anche su grandi contingenti di uccelli migranti di notte . Disorientamento prima , abbagliamento attrattivo poi possono essere elementi di danno alle migrazioni notturne .
Il problema è connesso anche con le torri di ripetitori,parabole,antenne ,pale eoliche che si pongono come ostacoli al volo migratorio indipendentemente dalla luce .
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Il danno, danno da “luce”, può incidere anche sulla capacità di orientamento magnetico : Wiltscho W. E al.- Magnetic orientation in Birds : non-compass responses under monochromatic light of increased intensity – Proc.R.Scien.London 270,2133-2140,2003
Altri lavori inerenti da segnalare sono i seguenti : -
Bower J. – The dark side of light – http://magazine.audobon.org/darksideoflight.html (2000 NASI) Durham N.C. – Migratory songbirds have a specialized night-vision brain arca – Science Dayly,May 2005 – on-line Muheim R. e al. – Polarized Light Cues underlie Compass Calibration in Migratory Songbirds –Science Dayly.Aug.2006 – on-line
HABITAT MIGRATORIO : INQUINAMENTO ELETTRO -_MAGNETICO
Abbiamo già svolto la rassegna dei lavori scientifici più aggiornati utili a comprendere i complessi meccanismi della “componente” di strutture cellulari nervose e tissutali sistemiche che – su base elettromagnetica – si integrano con altre strutture , principalmente visive , per innestare e guidare e determinare l’orientamento migratorio. Di fatto gli uccelli migratori usano il campo geomagnetico come una sorta di informazioni a compasso e vi sono due ipotesi sul processo di attivazione , una basata sulla attivazione di magnetite , ed un’altra basata sulla sensitività magnetica e reazione chimica . Questi meccanismi hanno comunque la loro base nel “campo magnetico terrestre” (campo geomagnetico).
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questa immagine con animazione a : faculty.kfupm.edu.sa/ES/akwahab/RML_Services.htm
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Rappresentazioni “spaziali” del campo geomagnetico e dell’influenza del sole su di esso The avian inclination compass provides information about the alignment of the magnetic field not the polarity of the field (like a compass does). www.pigeon.psy.tufts.edu/asc/Phillips/Default.htm
Il campo magnetico terrestre,è sempre presente in ogni luogo del pianeta e “penetra” in ogni struttura liquida,gassosa,solida incluso il corpo degli animali .Queste caratteristiche fanno sì che il campo magnetico può sempre fornire,ovunque,informazioni direzionali.
Gli uccelli usano il campo magnetico come un compasso , ma sono anche sensibili a
possibili variazioni temporali e spaziali
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Insieme ai rilievi visivi gli uccelli migratori sono anche capaci di usufruire di una “mappa” magnetica dove possono rilevare variazioni -anche molto piccole- del campo magnetico che stanno sorvolando , ed anche in dipendenza del livello di latitudine ( in discesa a Sud , in risalita a Nord ) appunto più o meno vicino all’equatore .
L’orientamento –sotto influenza del campo magnetico e sue variazioni – sarebbe legato , come nella bussola , alla magnetite . Negli uccelli la magnetite è stata isolata nei tessuti del capo , particolarmente nella regione etmoide situata alla base del becco e nella cute della mandibola superiore , tutte zone che sono innervate dal nervo oftalmico (trigemino).
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L’inquinamento o “ electromagnetic pollution” generato da antenne , strumentazioni radio-televisive, centrali elettriche , ripetitori per telefoni cellulari ,parabole, strumentazioni elettriche di grandi dimensioni , può modificare l’orientamento dei micro-cristalli di magnetite così come una calamita può modificare l’orientamento dell’ago di una bussola .
Riportiamo alcune immagini che possono dare un’idea dell’impatto elettromagnetico generato da strutture ad alta tecnologia .
vedi movimento (dx) : faculty.kfupm.edu.sa/ES/akwahab/RML_Services.htm
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Volendo semplificare il fenomeno dell’inquinamento sui microcristalli di magnetite inclusi nei tessuti degli uccelli deputati all’orientamento si può fare il noto piccolo esperimento di puntare una calamita sopra polvere o detriti di ferro posti su un piano e muovere sopra circolarmente la calamita osservando i movimenti dei detriti . Molti lavori scientifici sono apparsi di recente . -
-
Mouritsen H. e Ritz T. – Magnetoreception and its use in bird navigation- Current Opinion in Neurobiology 15,4,406-414,2005 Beason R.C. – Mechanism of Magnetic Orientation in Birds – BioOne 45,3,565-573,2005 //Integr.Comp.Biol.// Ritz T. e al. –A model for photoreceptor-based magneto-reception in birds – Byophysical Journal 78,707-718,2000 Ritz T. – Disrupting Magnetic Compass Orientation with Radio Frequency Oscillating Fields – Proceed. of RINO1-Orientation and Navigation-Birds,Humans and other Animals.Royal of Navigation-Oxford 2001 Ritz T. – The magnetic sense of Animals – www.ks.uiuc.edu/Research/magsense/ms.html on-line 2008-04-13 Wiltschko W. e al. – Magnetite-based magneto-reception in birds : the effect of biasing field and a pulse on migratory behaviour – The Journal of Experimental Biology 205,3031-3037,2002
Un certo tipo di conclusione interpretativa di questo fenomeno – come suggerito da più Autori – può essere che “gli uccelli migratori “vedono” (occhio destro) il campo magnetico e su questo si orientano per seguire comunque vie di rotta , geneticamente innate nel loro background ancestrale. Essendo l’energia elettromagnetica nell’aria,nell’ambiente spaziale
l’utilizzo di strutture che producono queste energie può alterare lo stato di percezione del campo magnetico di base utilizzato dagli uccelli
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Il complesso fenomeno trova una sua dizione semplicistica in un piccolo aneddoto marchigiano : qualche tempo fa’ un cacciatore contadino – di certo non acculturato,anzi tutt’altro – così commentava la cattiva stagione a beccacce “Mah!Io non so ….. ma da quando hanno messo tutte quelle antenne sul Monte Conero (da sempre zona di transito e storico campo base del Gramignani –ndA) qui nei nostri territori montani e collinari , le beccacce non passano più “. Crediamo di poter dire che questa semplificazione “verace” sia molto significativa. I sistemi di trasmissione (antenne,radar,ecc.) di onde elettromagnetiche sono ormai dovunque ,e ciò in particolare in dipendenza dell’enorme inarrestabile sviluppo della telefonia mobile.La concentrazione di telefoni cellulari e relativi ripetitori,ovunque,avrebbe poi una sua influenza negativa sugli uccelli anche negli spazi urbani ,tant’è che sarebbe stata alla base della sparizione o diminuzione dei passeri nelle città. Evaret J. E al.- A possibile effect of Electromagnetic Radiation from Mobile Phone Base Station on the number of Breeding House Sparrows(Passer Domesticus) – Electromagnetic Biology and Medicine 26,1,2007 Balmori A. e al. – The urban Decline of the House Sparrows : a possible link with Electromagnetic Radiation – Electromagnetic Biology and Medicine 26,2,2007
Questo effetto dei telefoni cellulari sarebbe anche alla base del disorientamento delle api : “Are mobile phones wiping out our bees?”- Sam’s blog – 17-18 April 2007www.pbs.org/wgbh/nova/magnetic Ritz T.e al.- Resonance effects indicate a radical pair mechanism for avian magnetic compass Nature 429,177,2004 : si afferma quì categoricamente che “I risultati scientifici di
qualificati Ricercatori in USA e Germania dimostrano che campi magnetici oscillanti distruggono la capacità di orientamento degli uccelli “ . Ricercatori Svedesi hanno condotto ricerche specifiche anche in Italia : Effects of magnetic manipulation on orientation:comparing diurnal and nocturnal birds migrant on Capri,Italy,in autumn – Ornis Svecica 16,55-61,2006 .
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Il problema della “polluzione elettromagnetica” oltre che per il contingente interesse sulla migrazione , riguarda anche eventuali danni rilevabili nel periodo di nidificazione , ed anche proprio danni cellulari , tissutali,cromosomici (cariocinesi) e non ultimi cancerogeni nel mondo animale . Balmori A. – Possibile effects of electromagnetic fields fron Phone Masts on a population of “Ciconia Ciconia” – Electromagnetic Biology and Medicine -24,2,109-119,2005 : in questo
lavoro si documenta la validità dell’ipotesi che le micro-onde interferiscono sui risultati della nidificazione a seconda della distanza dei nidi dalle antenne. Le spiegazioni del fenomeno rimangono ancora misteriose,pur nell’accertamento di analoghi episodi o fatti che realmente sono avvenuti o avvengono .Per questo i contributi scientifici si stanno moltiplicando e focalizzando sul problema e quindi sulla prevenzione . Vuckovic L. e al.- Elements and methods for risk assessment of an electric power transmission system – Facta Universitatis 2,5,421-430,2005 – Univ.Njs.Serbia – on-line Anonimous – Feasibility of future epidemiological studies on possible health effects of mobile phone base station – www.fgf.de/english/pubblications/infoline_neu.php?id=zhi Anonimous – FCC seeks comment on possible measures to reduce migratory bird collision with communication towers – Nes Federal Comminications Commision –News Media Contact 202,418,2006 – http://hraunfoss.fec.gov/
Ma la “summa” di tutte le argomentazioni su “electromagnetic pollution” si può rilevare con massima completezza on-line dalla recentissima Relazione Manville A.M.U.S.Fish and Wildlife Service concerns over potential radiation impacts of cellular communication towers on migratory birds and other wildlife –Research opportunities – Congress on Health effects of Radiofrequency (RF) Radiation- House Capitol 5,Washington,DC, may 10,2007 – www.hese-project_org/hese-uk/en/issues/neture.php
Sono significativi I dati riportati circa la mortalità da collisione contro torri e ripetitori : una stima tra 4-5 milioni di uccelli morti per anno,esasperata a 40 milioni nel mondo. Si riporta un episodio del Febbraio 1998 in Kansas con un’ecatombe notturna di 10.000 uccelli in una sola notte.In questa relazione risulta anche molto approfondita l’analisi dei potenziali danni cellulari e tissutali.Vengono anche riportati i dati , già qui citati,circa l’impatto della polluzione elettromagnetica da telefonini
sulle api e conseguenti danni sulla vegetazione ,per mancata o ridotta impollinazione . Il richiamo Istituzionale “US Wildlife Service è per un grande necessario sforzo di standardizzare protocolli e metodi di ricerca. 134
Questo auspicabile sviluppo metodologico in questo “misterioso” nuovo campo di ricerca , deve però sempre avere la validazione – non aneddottica o giornalistica – ma esclusivamente scientifica , espressa rigidamente e criticamente nelle sedi editoriali
scientifiche (Riviste,Siti Web)
e nei Congressi.
A noi purtroppo rimane solo - al momento- l’opportunità di ricordare quanto riportavamo a proposito del cacciatore marchigiano : “ da quando hanno messo le antenne a Monte Conero quì le beccacce non passano più !” Rimanendo nell’empirismo ecco un’osservazione personale : nella nostra zona appenninica tra Marche ed Umbria , sulle montagne a lato do Passo Cornello , tra Pioraco e Nocera Umbra , c’è la montagna di Laverino
Qui sotto il versante ad est (verso il mare Adriatico)
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con una grande estesa faggeta esposta a levante e con grandi estensioni prative e cespugliate a biodiversità sopra ,in mezzo,e sotto il bosco per oltre un chilometro .Questo posto da sempre è stato “la prima buttata di Laverino” che all’inizio del passo in altitudine alla fine di Ottobre-primi di Novembre accoglieva le prime numerose beccacce che arrivavano direttamente dall’Adriatico. Da tre anni hanno posto due grandi impianti di antenne-ripetitori per telefonia mobile subito sopra il margine superiore del bosco : da tre anni là non si trovano più beccacce d’entratura.E’ questa solo un’osservazione (personale) : il fatto casuale o meno resta da dimostrarlo . Un possibile invisibile impalpabile “veleno” elettromagnetico forse aleggia da quelle parti.
PROSPETTIVE di RICERCA sulla MIGRAZIONE Malgrado l’enorme quantità di contributi scientifici sulla migrazione e più in particolare in parte anche sulla migrazione della beccaccia , molto rimane ancora sconosciuto o addirittura misterioso. I metodi di ricerca e di osservazione - in buona parte per merito dei cacciatori – sono evoluti,ma ancora molti segreti rimangono nel piccolo grande rovesciato cervello e nei gradi occhi fissi della Regina del bosco.
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Migratore prevalentemente solitario e notturno , grande opportunista, questo uccello rimane difficile da investigare attraverso le sue rotte migratorie , abitudinarie o meno. “ Migratory connectivity ,or the links between breeding and non breeding areas is not well understood.Recent advances in methods for examining these links,including advanced telemetry,chemical isotopes,and molecular genetic markers , offer more insight into migratory connectivity.” www.werc.usgs.gov/sattrach/
“ L’inanellamento è stato sinora l’unico metodo di ricerca sulla migrazione degli uccelli.Comunque,data la scarsa probabilità di ritrovamento degli uccelli inanellati,sono necessari grandissimi numeri di uccelli inanellati per raccogliere un piccolissimo numero di informazioni disperse.” Linthicum J e al.- Annual migrations as revealed by satellite telemetry – Journal Rapt.Research 41,2,106-112,2007
Chiunque ha fede nella “scientificità” della Ricerca , ben sa che dal niente , e spesso all’improvviso,possono sorgere innovazioni ,dapprima apparentemente insignificanti e spesso osteggiate o volutamente ignorate dall’Accademia , che poi sconvolgono completamente tutti i metodi di ricerca in un settore specifico. Crediamo che questo fatto stia avvenendo ora nel settore “migrazione degli uccelli”. Ebbene questo è anche avvenuto negli ultimi mesi (2007-2008) anche per la ricerca sulla migrazione della beccaccia. Nella primavera del 2006 (03.03.06) – ancora per merito dei cacciatori e precisamente del Club dei Cacciatori di Beccacce di Spagna (CCB) – sono state catturate vive due beccacce , ed equipaggiate con microtrasmettitori PTT con batterie solari e connessi con rilevamenti sistematici del satellite Argos . Il prof.J.F.Tobar Arbulu (Università dei Paesi Baschi – Spagna) ha coordinato una squadra multidisciplinare : molte notizie e mappe e particolari sono stati pubblicati su “Beccacce che Passione” n.52,Dic/Gen 2007. Tutti i dettagli di questa ricerca sono riportati su due siti Spagnoli : -http://www.ccbp.org/ e da qui entrando sul link interno “Scolopax Sin Fronteras -http://ret007ie.eresmas.net/
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Qui una prima mappa di monitoraggio aggiornata ad Aprile 2008 http://rtvs.ccbp.org/pivot/entry.php?id=50#body
Su “ yahoo” è già a disposizione di tutti il video di tutte le fasi di applicazione della micro-ricetrasmittente sino al rilascio : http://mx.video.yahoo.com/video/play?vid=487485 Oltre all’eccezionale documentazione delle tappe ( ora più di 10.000 Km di volo migratorio ) nei voli primaverili ed autunnali sino al nuovo rilievo di ritorno in Spagna ( 6 Febbraio 2008 ), è stato rilevato un comportamento migratorio sinora totalmente sconosciuto : una beccaccia ritornata nell’area di nidificazione in Russia in Aprile Maggio 2007 a circa 500 km NE di Mosca , ai primi di Maggio volava a SE verso gli Urali ( 18 Maggio) compiendo un volo di 230 km in 56 ore , e poi il 4 Giugno ritornava alla precedente posizione nell’area di nidificazione a NE di Mosca . PERCHE’ ??? Basta già questo singolo episodio a dimostrare quanto ancora resta da scoprire nel mistero dei movimenti migratori della beccaccia. Di certo evidenzia i limiti dei risultati dell’inanellamento che può solo dimostrare un punto di partenza ed uno di arrivo , ma nulla può dire su eventuali percorsi di deviazione temporanea , così come ha invece dimostrato il monitoraggio satellitare . Ancora un’altra beccaccia ,anch’essa nell’area di nidificazione a NE di Mosca , è ritornata in Spagna e rilevata il 6 Febbraio 2008 ,avendo compiuto un viaggio A/R di
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7600km ed ora il 13 Aprile è già risalita a NE per circa 2500 km ulteriori compiendo
numerosi “stop over” ( vedi sopra la mappa ).
il rilascio
Al momento , malgrado un personale “sollecito” ai cacciatori-ricercatori spagnoli ( vedi commento sul sito CCB ) , questa stupenda esperienza manca ancora di una metodologia espositiva scientifica lasciando –fisiologicamente – lo spazio all’entusiasmo . Questa carenza appare molto più grave sull’altro sito spagnolo (http://ret007ie.eresmas.net/) dove –a lato di intuizioni scientifiche molto originali- si rileva una grande confusione espositiva ulteriormente aggravata da una “grafica” del sito che ne impedisce una ordinata e razionale lettura .
ULTIMISSIMO AGGIORNAMENTO 19- 27 APRILE 2008 tratto con integrità originale dal sito del Club Spagnolo http://rtvs.ccbp.org/pivot/entry.php?id=53#body 139
CURIOSIDADES (19 de abril de 2.008)
Observemos las trayectorias de las tres becadas que tenemos ahora mismo de viaje. Lo más curioso es comprobar como tanto Navarre como Laguna siguen una trayectoria casi exactamente paralela, sin embargo, Araba ha optado por un rumbo más al Norte, por ahora. Otra curiosidad: tanto laguna como Araba tirán una línea perfectamente recta en su migración. Os adjuntamos un par de mapas.
Las trayectorias de Navarre (en verde) y de Laguna (en azul) son casi exactas en su paralelismo y las encaminan directamente hacia los lugares de veraneo de Navarre del año pasado.
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Fijaos, sin embargo, en la trayectoria que nos da Araba en su primer desplazamiento: más al norte. ¿Cuestión de vientos? En los últimos días toda la zona del Cantábrico hasta los Pirineos ha registrado vientos de Sur superiores a los 100 km/h en altura. ¿Enderezará Araba su rumbo? ¿Es el que ha escogido? Si ha sido empujada por el viento más al norte de lo que ella quería ¿Continuará la misma línea, o rectificará? Son solamente especulaciones. Las respuestas, en breve.
Velocidad de crucero (27 de abril de 2.008) Ayer, con la intención de informaros lo más pronto posible, nos quedamos en la última emisión de Araba, en la Península de Rügen (Alemania) a las 16:19. Lo cierto es que el PTT tenía cuerda para rato y siguió emitiendo durante toda la tarde. Atentos a lo que nos dijo y cuál es el rumbo que parece seguir. Parece que hemos captado emisiones de Araba en vuelo. Lo cierto es que la calidad de las dos Loc0 que nos envió a lo largo de la tarde nos deja un tanto asombrados, pero ahí están. Atentos al mapa:
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Tras la emisión que os comentábamos ayer, a las 16:19 parece que Araba se ha animado a cruzar el mar hacia el NordEste. A las 20:18 nos dice que está sobre el mar a 38 kilómetros de su última posición. La última emisión del día, a las 21:56, la deja también sobre el mar, a 106 kilómetros de su anterior emisión. Claro que no sabemos a qué hora despegó de Rügen, pero las dos últimas emisiones con una hora y media de diferencia entre una y otra son muy interesantes. Si nuestros cálculos no fallan, algo así como una velocidad de crucero de 65 km/h. a poco más de un kilómetro por minuto - 1,08 para ser exactos). Interesante dato. Se nos va para Finlandia, ¿Con escala en la isla de Gotlands?
QUINDI : « Araba » si dirige verso la Finlandia ed il satellite la coglie in volo sul mare a nord della costa Baltica (Penisola di Rugen – Germania) intorno alle ore 22 di sera , ad una velocità di 65 Km/h. Ecco : di certo questa è l’assoluta innovazione nella ricerca sulla migrazione ! ULTERIORE AGGIORNAMENTO “29 Aprile 2008” : NO!! E’ in SVEZIA. Araba pasa por Suecia (29 de abril de 2.008)
Recordaréis que la semana pasada Araba emitía en vuelo con dirección a Finlandia. Todos nos preguntamos cuál sería su próxima emisión, si cruzaría el mar Báltico de una tirada, haría escala en alguna isla o se decidiría por cualquiera de las dos orillas. ¿Países Nórdicos o Europa Oriental?. Hoy Araba nos dice que para en Suecia. Por cierto, Navarre sigue viva. 142
Tras sus últimas emisiones del día 26 de abril, en vuelo sobre el mar Báltico, Araba nos comunica que hace escala en Suecia. Se ha decidido por un rumbo Norte que le asegura el resguardo de la costa. Observaréis que sus emisiones a lo largo de Europa han sido excelentes y un detalle interesante, aunque hay que colocarlo en el capítulo de Elucubraciones o "vaya usted a saber": lo cierto es que las últimas etapas son más cortas. ¿Tras 2.000 kilómetros, le falta gasolina a nuestra amiga?. Repetimos, hasta que sepamos más del tema, es una cuestión que dejamos caer para que vosotros mismos entréis en el debate. Lo que es seguro es que ha parado en una preciosa zona de fiordos. A nuestra amiga le gusta el agua.
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Han sido 354 kilómetros en tres días y parece que va a seguir rumbo. Nos gusta por dos motivos: el primero, nos está dando una imágen excelente de la ruta de una becada que vuela desde las Península hacia Finlandia - u otro país nórdico -, algo que no teníamos. El segundo, va por una zona "civilizada", en la que sabemos no va a ser disparada por nadie. Recordad que es un macho y que la croule es, hoy por hoy, un peligro en algunos países del Este de Europa.
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Este es el track de Araba por el momento. Lo mejor es que los nuevos PTTs de MTI nos están dando un resultado espectacular. Soñabamos con mejoras, es cierto. Pero para que los aficionados al automovilismo lo entendáis, esto no son tres décimas por vuelta, estamos pasando por encima de los Ferrari. Claro que, modestia aparte, los Ferrari de esta historia ya éramos el CCB. Ya perdonaréis, pero a Dios lo que es de Dios y al César... Y NAVARRE... Pues no la olvidamos. Nuestra vieja amiga ha vuelto a emitir hoy y aunque lo ha hecho con una LocZ que no nos ofrece coordenadas, sabemos que sigue ahí, viva y coleando. Ha sido otra de las alegrías del día y estamos seguros de que nos va a dar muchas más. Seguimos en la brecha.
ULTERIORE AGGIORNAMENTO del Club Becc.Spagnolo 11 Maggio 2008¡Asentadas! (11de mayo de 2.008)
Tras una semana en la que hemos recibido multitud de emisiones casi podemos afirmar que Araba, Laguna y Navarre se han asentado en los lugares en los que, presumiblemente, pasarán el verano. Navarre ha vuelto, exactamente, a su lugar 145
del año pasado; Laguna parece quedarse un poco al sur de Navarre y Araba se nos va a la frontera de Finlandia. Esta entrada también va a ser de las largas. Os vamos a contar lo acontecido esta semana en tres capítulos: Primero: la Gran Navarre!!!! Esta misma mañana hemos recibido la última emisión de Navarre, que nos dice que ha vuelto al mismo lugar en el que disfrutó del verano pasado. Su PTT - recordad que es uno de los antiguos Argos/PTT de 9,5 gramos - no se puede comparar a los nuevos prototipos, pero está cumpliendo con su labor perfectamente. Ya lleva unos días por la zona, dándonos localizaciones del tipo B, A o Z, pero esta mañana a las 07:45 nos ha dado una estupenda Loc0. En cualquier caso y para que entendáis que su PTT sigue funcionando de maravilla, solamente en la jornada de hoy, domingo 11 de mayo, nos ha dado cinco localizaciones y todas ellas con coordenadas. Además ha emitido los días 8 y 9 de mayo, con lo que no se puede pedir más a nuestra campeona.
Los iconos verdes corresponden a las emisiones de Navarre el verano pasado. El icono diferente corresponde a la emisión Loc0 de esta mañana (11 de mayo de 2.008). Navarre nos ha ofrecido datos que afirman, sin lugar a dudas, que una becada tiene una capacidad de precisión increible en sus migraciones. La emisión del 4 de febrero en la sierra de Aralar nos decía que había vuelto a 10 kilómetros del lugar en el que fue soltada. La emisión de hoy la sitúa a menos de 5 kilómetros del lugar donde pasó el verano. A esto hay que añadir que muy probablemente las emisiones de este año y el pasado se irán cruzando y mezclando y que si hubieramos tenido tantas localizaciones en la zona de suelta, pasaría lo mismo. Precisión absoluta. Por cierto, recordad que Navarre es hembra.
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Este mapa es el mismo, verano pasado y posición de hoy, pero en 100 kilómetros cuadrados. Segundo: Araba la nórdica. Atenta la compañía a la jugada que hace Araba para sortear el Mar Báltico y posicionarse entre Rusia y Finlandia.
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JJ nos comentaba la jugada de la siguiente manera: "Y llegó a donde habíamos pronosticado. En su stop en Alemania la calificamos de las más nororientales: Finlandia o Karelya, y aquí está. El pronóstico no fue gratuito, si no basado en la marcha tardía, trayectoria y estado de su destino final, aun cubierto de nieve. Corrigió un poco la deriva de la minietapa Francia-Francia. Enfiló hasta Alemania, repuso fuerzas en la isla Alemana de de Rügen en la costa Baltica.Como en los flywais, no hay curvas pero si vientos laterales, su infalible compas corrigío la deriva de la etapa del día 21 en Francia. A continuación salto a Suecia en la noche del 26/4 Hace stop hasta el 29/4. Cruza el Báltico cambiando la dirección de vuelo hacia el E en vez del NE habitual. Descansa en Estonia, isla de HIiiumaa y del 4 al 6 retoma la ruta NE hasta Leningrado y hace un par de cosas extrañas, de cambios de ruta Zigzag o desplazamientos absurdos en Finlandia hasta que hoy aparece en Karelya. Mucho nos tiene que enseñar y mucho tenemos que aprender." Por cierto, observad que la escala del 4 de mayo en la isla de Hiiumaa la sitúa a solamente unos kilómetros al Oeste de la isla de Vorsmi.INCREDIBILE !! Esta isla es muy especial, porque ha sido convertida en reserva por parte de nuestros amigos italianos del CDB. Casi les hacemos una visita de cortesía. Por cierto, no olvidéis que Araba es macho.
Tercero: Laguna siempre cumple. Sobriedad es la palabra. Laguna nos da todo lo que le pedimos, sin ponernos el corazón a 120 pulsaciones, con una puntualidad suiza. Primero le pedimos que se dejara coger y lo hizo razonablemente pronto. Después le dijimos que saliera de viaje y no se demoró mucho - no como Araba, que casi nos mata del susto -. Esperábamos que emitiera con precisión y regularidad en la zona de interferencias de Europa Occidental y dijo que sí, que faltaría más. Le pedimos que documentara un stop over y ahí estuvo cinco días emitirndo, entre el 7 y el 12 de mayo. Por último, necesitábamos una becada con prototipo de MTI en la misma zona de Navarre, para poder comparar el rendimiento de los dos sistemas... y siempre dice que sí.
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Laguna se encuentra a 200 kilómetros al SurOeste de las posiciones de Navarre. Parece asentarse en las orillas del Volga, en la zona de Kostromo. Creemos que esta será su posición de verano, aunque como decimos siempre: ¡Hay mucho que aprender! Seguimos abiertos a cualquier sorpresa. Por cierto, Laguna también es macho.
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In Italia – come già in precedenza segnalato – resta il rammarico (comunicazione personale) di Alessandro Tedeschi, Presidente di Amici di Scolopax,che già anni fa’ tra molte diffidenze aveva avviato un progetto del genere poi abortito per mancanza di fondi .
E’ evidente che dal punto di vista strettamente scientifico un singolo rilevamento non può essere preso come determinante un assioma metodologico. Il dato di questa “beccaccia” è però avvalorato da tutta una larga serie di ricerche sulla migrazione di altri uccelli,realizzate sempre con il radiotracking satellitare. Si può quindi tranquillamente affermare che nel settore “ricerca” sulla migrazione è in atto una vera rivoluzione , legata all’evolversi delle tecnologie.( www.werc.usgs.gov/sattrach/).
Se pure attualmente possono apparire non affrontabili su larga scala i costi di applicazione di questa tecnologia satellitare , è altrettanto vero che i costi –anche in termini di numero di operatori impegnati per grande spazio lavorativo – dei metodi d’inanellamento e risultati conseguenti , sono costi comunque elevati pur diluiti nel tempo. L’investimento di ricerca in questo settore (radiotelemetria satellitare) dovrebbe essere subito opportunamente rivalutato nei termini costi/benefici. Oggi si sta già programmando un satellite “dedicato” allo studio delle migrazioni degli uccelli come nel Progetto DTUsatMDD “Bird Migration Mystery wins the
DTUsat Call for Payload competition.” http://dtusat.dtu.dk/index.php?id=76
nell’ambito dei programmi del Museo di Zoologia dell’Università di Copenagen in Danimarca . A capo del Progetto Kasper Thorup ha dichiarato “ Sono realmente sorpreso.Non avrei mai immaginato che questo sogno potesse divenire realtà . Le vie di migrazione sono ancora un problema che tiene occupati tutti noi ricercatori” http://dtusat.dtu.dk/index.php?id=39 (on-line 2006-2008)
Ma tutta una lunga serie di lavori scientifici e di esperienze concrete è ormai reperibile e consultabile sul Web.La maggior parte di queste esperienze si è svolta 150
dopo il 2000 come è ampiamente evidente nei links dell’Archivio di Microwave
Telemetry Inc. (http://dtusat.dtu.dk/index.php?id=39 (on-line 2006-2008)
L’ultimo nato trasmettitore pesa 9,5 grammi Il collegamento satellitare avviene con il sistema Argos http://www.argos-system.org/ attualmente il sistema che si avvale di oltre 50 stazioni a terra ed 16000 piattaforme segue in applicazioni su varie specie “ More than 4,200 animals including birds, marine and land mammals are tracked constantly using miniaturized Argos transmitters.”
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Questi sistemi sono in grado di fornire –oltre alla localizzazione spaziale (latitudine/longitudine) - dati circa temperatura locale,altitudine di volo,mappe animate sui voli migratori,condizioni atmosferiche,pressione atmosferica,nonché parametri biologici e parametri vitali dell’uccello. Molti sono i lavori scientifici di riferimento. Anonimous- Satellite Tracking endangered birds and animals – www.spacetoday.org/Satellites/Tracking/SatTracking .html (on-line 2008)
Sin dal 1990 all’Università di Clemson esiste un “Radar Ornithology Laboratory” – http://virtual.clemson.edu/groups/birdrad/
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Una larghissima serie di voci bibliografiche (1995-2007) di un gruppo specializzato di ricerca è rilevabile sul sito dell’Università di Lund . Migration Ecology Group.
http:// orn-lab.ckol.lu.se/birdmigration/index.php
Un’ampia Review sul tracking satellitare è riportata da Beekman J.e al – Perspectives for satellite tracking swans and geese:a review – Int.Bird Strike Comm.IBSC25/WP-RS1-April 2000
Recentemente vi è stato un forte impegno della NASA per monitorare le migrazioni in rapporto ai rischi di pandemia da Influenza Aviaria. Esiste un progetto FAO : On avian influenza research by tracking the migrations of wild birds with satellites – www.enviromental –studies.de/news/news-1/news-1.html
A Roma , maggio 2005,alla Conferenza Internazionale sull’Influenza Aviaria XiaoX.e al.. (New Hampshire Univ.USA) hanno presentato un’ampia documentazione (slides-presentation on-line) “Bird Migration and satellite remote sensing” (2005). Sempre riguardo “Avian Alert” è stata costituita la European Satellite Operators Association che coordina un sistema di informazioni sulle migrazioni e mobilità degli uccelli – www.esoa.net
www.fao.org/avianflu/en/wildbirds_home.html
In Europa è stata costituita un’Agenzia (maggio 2007) European Space Agency che possa stimolare progetti internazionali nel settore. In USA dià dal 2001 è in atto uno studio con radiotelemetria aerea effettuata su 42 beccacce (Scolopax minor) radiomarcate Myatt N.A. e al.-Fall migration and Habitat use of American Woodcock in Central US – J.Wildlife Manag. 1197,2006
In Asia molti studi (2007) sono stati sviluppati da Tamura M. e al.-Satellite Observation of Migration Routes and Habitats of Migratory Birds living in Wetlands in East Asia – University of Toyo-Japan – higuchi@uf.a.u.-tokyo.ac.jp
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Un altro recentissimo lavoro sul monitoraggio satellitare dei migratori :Smith J.A. e al.Simulating Bird Migration using Satellites and Biophysics – Proceed. “Environmental Modelling and Simulation” 579,2007- www.actapress.com
L’evoluzione “macro-micro” dei trasmettitori (http://www.microwavetelemetry.com/) ed anche dei sistemi di monitoraggio satellitare (http://www.argos-system.org/) è stata rapidissima , ma oggi dobbiamo aspettarci molto di più dall’evoluzione delle nanotecnologie . Alcuni di questi aspetti evolutivi specifici sono rilevabili nella lista bibliografica ( con molti riferimenti alla migrazione degli uccelli) di Linthicum J.telemetry 2006-Google Scholar .
La potenzialità delle nano-tecnologie si ritrova anche nel già citato sistema satellitare “DTUsat to solve the bird migration mistery “(Museo Zoologia Copenaghen) Altro approfondimento specifico e : Anonimous- “Nano-Built UAV Developed” – http://crnamo.typepad.com/crnblog/2007/03/nanobuilt_nav_d.html (2007)
Altro sito (pdf) è dedicato alle nano-tecnologie e dove si rileva : “ …..bird migration…science content and the civic challanges presented by nanotechnology” www.sencer.net/Resources/pdfs/Models_Print_web_2005/Nenotechnology_model.pdf
library.thinkquest.org/04apr/00480/images.html
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Non è fuori luogo ipotizzare che quanto prima ci sarà la possibilità di impiantare nano-strumentazioni negli uccelli migratori utili a monitorare compiutamente le migrazioni inclusa la biologia stessa dell’uccello prima-durante-dopo la migrazione , collegando il tutto alle relative modificazioni atmosferiche e dell’ambiente , in tempo reale. Mackay - Bio-Medical Telemetry:Sensing and Transmitting Biological Information from Animals and Man – chapter:Satellite Tracking- http://eu.wiley.com (2007 seconda edizione)
Per rendersi conto del rapidissimo sviluppo di questo settore , basta effettuare adeguate ricerche sul Web e ci si rende subito conto che questa evoluzione (nanotecnologie) è ormai dietro l’angolo.
In conclusione di questa rassegna finale sulle prospettive di ricerca possiamo dire che “non c’è alcun dubbio” : le beccacce “Spagnole” (2006-2008) hanno aperto nuovi orizzonti nella ricerca sulla migrazione e sul ciclo vitale di Scolopax Rusticola . Il 19 Marzo 2008 il TG – RAI 1- ha presentato le grandi sorprese rilevate con il monitoraggio satellitare sulle migrazioni delle balene . Potrà essere così anche per le beccacce . Ricordiamoci che attualmente (Aprile 2008) “ More than 4,200 animals including birds, marine and land mammals are tracked constantly using miniaturized Argos transmitters.”
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Collateralmente alla su-esposta review , rimanendo nell’ambito delle “Prospettive di Ricerca “ ricordiamo che in Italia, per iniziative delle tre Associazioni di cacciatori di beccacce, sono in atto progetti di ricerca basati sulla raccolta delle ali (age/ratio) e sull’identificazione del sesso ( sex/ratio) . E’ noto che la sicurezza del sesso , pur considerando altri metodi alternativi “indicativi”, si ha solo con l’esame autoptico : ovaie – testicoli .Vedi a : http://ret007ie.eresmas.net/sexo.htm
Oggi l’evoluzione dei sistemi mobili di Ecografia (Ultrasound-US) consente l’applicazione sul campo anche per l’identificazione di organi interni e/o patologie anche per piccoli animali . Il sistema con opportuna metodologia applicativa e sonde adeguate potrebbe applicarsi per definire protocolli interpretativi delle immagini ( sia sull’uccello vivo sia su quello morto) utili a definire il sesso , contribuendo così alle importanti indagini sex/ratio. L’ecografia è già stata applicata anche su altri tipi di uccelli , con strumentazioni
adeguate . www.sandiegozoo.org/.../hawaii-bird-project/
Per arrivare ad applicare questa metodologia , identificativa del sesso , sarebbe necessario verificare le potenzialità delle strumentazioni e definire protocolli d’uso. 156
Abbiamo concluso la nostra ampia consultazione e rassegna della letteratura scientifica mirata allo studio della beccaccia e della migrazione degli uccelli rapportata alla migrazione delle beccacce europee ( Scolopax Rusticola). Sarebbe - a nostro avviso- importante che i Ricercatori Italiani si predisponessero ad accettare e sviluppare iniziative responsabilmente basate su quanto la letteratura scientifica “beccaccia” oggi offre , possibilmente con la stretta collaborazione sul campo con i cacciatori Italiani “di beccaccia”.
CONCLUSIONI
Conclusioni della Rassegna definita “Evidence Based Review” ? Proviamo . Caccia :
- tesserino “specialista”
-
rigide restrizioni di comportamento (controlli,pene)
-
collaborazione scientifica
Ricerca : 157
- concentrazione delle iniziative e di investimenti (modello Francia) - studio della migrazione “Italia” ed “Europa” con satellite - ambiente – habitat ( prelievi di terreno)
Associazionismo : - unificazione
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Riferimento a : ecavina@lycos.com
Stesura finita il 14 Aprile 2008 , aggiornata il 30.05.08
. BIBLIOGRAFIA 158
N.B. : Tutte le voci bibliografiche sono già citate nel Testo con tutti i dettagli di riferimento propriamente bibliografici e/o del WEB. Alcune voci possono essere ripetitive data la vastità della ricerca .Per qualsiasi dubbio o difficoltà di consultazione si consiglia di usare Google immettendo le parole-chiave di interesse specifico e/o della “voce” bibliografica in ricerca. Ci scusiamo per eventuali inesattezze. La “scaletta”bibliografica cronologica – specie dal 2000 ad oggi – vuole essere massimamente indicativa di reale aggiornamento .
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APPENDICE
della BIBLIOGRAFIA
N.B. – molte voci bibliografiche qui riportate sono ripetitive di CITAZIONI per esteso inserite direttamente nel Testo con inclusi i riferimenti di ricerca bibliografica . Molte altre voci estesamente presenti nel Testo non sono qui riportate .
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27)Simon D. – Population estimates and trends of the world’s Woodcocks and Snipes with special reference to globally threatened species – p.1 28)Biokhin Yu.Yu. e coll. – Woodcock hunting bag statistics in Russia since 1996 – p.10 29)Cau J.F. e coll. – Assesment of the abundance of woodcock over the last ten hunting season in France – p.24 30)Duriez O. e coll. – Individual wintering strategies in the Eurasian Woodcock – p.27 31)Ferrand Y. e coll. – What census method for migrating and wintering Woodcock population ? – p.37 32)Blokhin Y.Y. e coll. – National roding census in Russia - p.44 33)Hoodless A. e coll. –Development of a survey method for breeding Woodcock and its application to assessing the status of the British population – p.48 34)Duriez O. e coll. – Winter survival rates of Eurasian Woodcock in western France , with reference to hunting . – p.55 35)Bauthian I. e coll. – Survival rates of Russian Woodcocks – p.62 36)Lauer E. e coll. –Identification test of suitable Woodcock breeding habitats in mountain areas (Isere dept.France) –p.66 37)Julliard R. e coll. – The origins of Woodcocks wintering in France (abstract) – p.71 38)Clausager I. –Wing survey of Woodcock and Snipe in Denmark – p.108
39)Angioletti A.e al.- Sex Determination in the Common Buzzard (Buteo buteo) by means of Endoscopy and DNA Analysis - Veterinary Research Communications Volume 27, Supplement 1 / January, 2003 40) King A.M. - Development, advances and applications of diagnostic ultrasound in animals The Veterinary Journal Volume 171, Issue 3, May 2006, Pages 408-420
171
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MISCELLANEA BIBLIOGRAFICA ( Voci,indicazioni,Abstracts) BECCACCE – bibliografia e note da Google The woodcocks found in Scotland and Ireland have no doubt crossed over ... On the subject of migration of those woodcock that come to our shores in winter ... www.woodcockireland.com/come_from.htm - 14k uarc00227 F. John Ward papers, 1953-1976 Penelope Krosch; updated ... Ward was introduced to many experts in woodcocks in Europe after writing to the president of .... Fadat concerns European woodcock migration. May 9, 1968. ... special.lib.umn.edu/findaid/xml/uarc00227.xml - 36k [DOC] European Union Management plan for the Woodcock (Scolopax rusticola) Formato file: Microsoft Word - Versione HTML Eurasian Woodcock (Woodcock) Scolopax rusticola. In The migration Atlas : movements of the birds of Britain and Ireland.Wernham, C.V., Toms, M.P., ... IngentaConnect Breeding biology of the Woodcock Scolopax rusticola ... ***** Check our FAQs; Or contact us to report problems with:; Subscription access · Article delivery · Registration · Library administrator tasks · Other problems ... www.ingentaconnect.com/content/bto/bird/1998/00000045/00000002/452195 MONITORING OF THE EUROPEAN WOODCOCK POPULATIONS, WITH SPECIAL REFERENCE TO FRANCE YVES FERRAND1, Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, CNERA Avifaune Migratrice, BP 20 St-Benoist, 78612 Le-Perray-en-Yvelines Cedex, France PHILIPPE AUBRY, Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, Direction des études et de la Recherche, BP 20 St-Benoist, 78612 Le-Perray-en-Yvelines Cedex, France FRANÇOIS GOSSMANN, Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, CNERA Avifaune Migratrice, 53 rue Russeil, 44000 Nantes, France CLAUDINE BASTAT, Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, CNERA Avifaune Migratrice, 53 rue Russeil, 44000 Nantes, France 172
MICHEL GUÉNÉZAN, Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, CNERA Avifaune Migratrice, 53 rue Russeil, 44000 Nantes, France Abstract: The Woodcock (Scolopax rusticola) is present in all European countries (Western Palearctic) during the breeding, migratory and/or wintering periods. The monitoring of its populations implies the collection of data on breeding and wintering numbers to estimate their trends. At the present time, only four countries [(France (since 1992), Switzerland (since 1993), Russia (since 1999) and Great-Britain (in 2003)] have been collecting data during the breeding period. Only two countries [France (since 1992) and Great-Britain (1994 and 1996)] have been collecting data during the wintering period. The analysis of abundance indices shows a relative stability for breeding and wintering numbers. A more detailed interpretation of trends requires additional information on demographic parameters. The ringing of woodcocks has been greatly developed in France (since the 80s) and in Russia (since the 90s). Consequently, estimations of survival rates are available for the huntable wintering population in France and for the Russian Woodcock population. An estimation of the proportion of young in hunting bags is available for four countries thanks to a wing collection. This allows us to detect springs with low breeding success. Finally, information on harvest is provided by annual or periodical surveys in some European countries. The actions developed to monitor the European Woodcock populations in the Western Palearctic may appear to be incomplete and heterogeneous from one country to another. Obviously, this is due to various situations at different levels: culture, economy and hunting practices. In the future, the objectives should be to complete the panel of monitoring actions and get more information on the evolution of habitats. BREEDING EURASIAN WOODCOCK SURVEY IN BELARUS EDWARD MONGIN, Institute of Zoology of National Academy of Sciences of Belarus, Academicheskaya St. 27, 220072 Minsk, Belarus MARINA DMITRENOK, Institute of Zoology of National Academy of Sciences of Belarus, Academicheskaya St. 27, 220072 Minsk, Belarus YURI BOGUTSKI, Berezinski Biosphere Reserve, Domzeritsi, Vitebsk Region, Belarus NICHOLAS CHERKAS, Belovezskaya Puscha National Park, Kamenyuki, Brest Region, Belarus SERGEY SANDAKOV, Belarusian State University, Minsk, Belarus Abstract: In 2005, Institute of Zoology of the National Academy of Science of Belarus and APB-Birdlife Belarus (NGO Akhova Ptushak Belarusi) undertook a survey of breeding Eurasian Woodcock Scolopax rusticola with following aims: (1) to develop the Woodcock monitoring program in Belarus, (2) to produce baseline population index figures for breeding population of Woodcock, and (3) to investigate the distribution and abundance of breeding Woodcock in relation to woodland habitat characteristics. A survey method was based on counts of roding males, as developed in France (Ferrand, 1993). We performed counts at 60 listening points located in 10 squares (12x12 km each). Observers made the counts of roding birds during May and June. Habitat data were collected at squares situated within 50–100 m from the each observation point. The number of contacts varied between 2 and 30 (mean 11.6+6.91 SD). The occupation rates of the high and low abundance sites were 0.867 and 0.133 respectively. We found a significant difference in the Woodcock abundance between habitats ranked based on the tree density and a negative relationship in the variables. This is likely explained by features of the feeding and breeding behavior of Woodcock. Further work is needed to establish population trends and to determine the factors influencing the species abundance in order to establish a sustainable management policy in future. This work was EUROPEAN UNION MANAGEMENT PLAN FOR WOODCOCK Scolopax rusticola 173
2006 -2009 stavros.dimas@ec.europa.eu <stavros.dimas@ec.europa.eu> In DG ENV B2 U.E. su google e su Documenti “Beccaccia”
Sixth European Woodcock and Snipe Workshop 25-27 November 2003, Nantes, France Proceedings of an International Symposium of the WI Woodcock and Snipe Specialist Group, Edited by Y Ferrand This volume contains 16 papers covering topics such as breeding biology, ecology, behaviour, population dynamics, monitoring and hunting bags.The papers focus on Woodcock .... 114 pages | Figs, tabs | Wetlands International ________________________________________________________________________________ ___ http://www.oncfs.gouv.fr/events/point_faune/oiseaux/2006/becasse_LETINFO_15.pdf BODY CONDITION IN THE EURASIAN WOODCOCK WINTERING IN THE WEST OF FRANCE: PRACTICAL STUDY FOR WILDLIFE MANAGEMENT DURING COLD SPELLS M. Boos1,2, J-P. Boidot3 & J-P. Robin2. 1 Naturaconst@, Bureau d'Etudes et de Recherche en Ecologie, 14 rue principale F67270 Wilshausen. Tel/fax: (33) 3 88 02 26 76. Email : m.boos_naturaconst@tiscali.fr 2 Centre d'Ecologie et Physiologie Energétiques, CNRS, 23 rue Becquerel F-67087 Strasbourg Cedex 2. Tel: (33) 3 88 10 69 00. Fax: (33) 3 88 10 69 06. Email : Jean-Patrice.Robin@cstrasbourg.fr 3 Club National des Bécassiers, Le Moulin du Buis, Beg Aël F-29940 La ForêtFouesnant. Tel: (33) 2 98 56 82 58. Fax: (33) 2 98 51 44 47. E-mail: jpboidotcnb@wanadoo.fr Correspondence concerning this article should be addressed to Mathieu Boos1. Introduction The Eurasian woodcock (Scolopax ru s t i c o l a) is a migratory species having a great patrimonial and hunting interest in Europe and more particularly in France. As a forest species with a high specialised diet, the woodcock is very sensitive to adverse weather conditions in winter [1]. Furthermore it has been shown that wintering mortality linked to habitat conditions is a major factor affecting population dynamics [2]. Although the woodcock has physiological and behavioural capabilities to face ambient temperatures below freezing point, it has however a limited autonomy of Abstract The Eurasian woodcock (Scolopax rusticola) is one of the most widespread VEDI BIBLIOGRAFIA ECCELLENTE 174
http://zipcodezoo.com/Animals/S/Scolopax_rusticola.asp buono - dati numerici
Timing and Amount of Bird Migration in Relation to Weather: A Review W. John Richardson Oikos, Vol. 30, No. 2, Current Bird Migration Research. Proceedings of a Symposium at Falsterbo, Sweden, 3-8 October, 1977 (1978), pp. 224-272 Analysis and a Theory of Visible Bird Migration Thomas Alerstam Oikos, Vol. 30, No. 2, Current Bird Migration Research. Proceedings of a Symposium at Falsterbo, Sweden, 3-8 October, 1977 (1978), pp. 273-349 doi:10.2307/3543483 This species has a large range, with an estimated global Extent of Occurrence of 10,000,000 km². It has a large global population estimated to be 15,000,000-16,000,000 individuals (Wetlands International 2002). Global population trends have not been quantified, but the species is not believed to approach the thresholds for the population decline criterion of the IUCN Red List (i.e. declining more than 30% in ten years or three generations). For these reasons, the species is evaluated as Least Concern.
http://ln.com.ua/~kekz/berkut/journals.htm LISTA DEI JOURNALS di ORNITOLOGIA nel mondo (vedi preferiti)
Journals of Ornithology in the World – LIST - http://ln.com.ua/~kekz/berkut/journals.htm Boere G.C. e coll – Waterbirds around the World – //www.Jncc.gov.uk/worldwaterbirds Ed.Stationery Office Edinburgh UK – 2006 Dobrynina I. e coll. – The Russian waterbird migration atlas : temporal variation in migration routes ( with reference to woodcocks) -// www.Jncc.gov.uk/worldwaterbirds - Ed.Stationery Office Edinburgh UK – 2006 Taft O. e coll. –Waterbirds on working lands : Literature review . Bibliography //chris.elphick@uconn.edu // National Audubon Society Inc. Connecticut . 2007 - Present Review collects 44 pages of scientific references ( about 500) : many related to woodcocks - 2007 Boos M. e coll. – Body Condition in the Eurasian Woodcock winterinig in the west of France : practical study for wildlife management during cold spells .- // Wildl.Biol.Pract. 1 (1),15,2005 Boos M. e coll. – Determining body fuels and body condition of wintering wooscocks -// Proceedings 25° Congress Inter.Union of Game Biologists. P.79-80 ,IUGB, Limassol,Cyprus , 2001 175
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Simon D. – Population estimates and trends of the world’s Woodcocks and Snipes with special reference to globally threatened species – p.1 Biokhin Yu.Yu. e coll. – Woodcock hunting bag statistibs in Russia since 1996 – p.10 Cau J.F. e coll. – Assesment of the abundance of woodcock over the last ten hunting season in France – p.24 Duriez O. e coll. – Individual wintering strategies in the Eurasian Woodcock – p.27 Ferrand Y. e coll. – What census method for migrating and wintering Woodcock population ? – p.37 Blokhin Y.Y. e coll. – National roding census in Russia - p.44 Hoodless A. e coll. –Development of a survey method for breeding Woodcock and its application to assessing the status of the British population – p.48 Duriez O. e coll. – Winter survival rates of Eurasian Woodcock in western France , with reference to hunting . – p.55 Bauthian I. e coll. – Survival rates of Russian Woodcocks – p.62 Lauer E. e coll. –Identification test of suitable Woodcock breeding habitats in mountain areas (Isere dept.France) –p.66 Julliard R. e coll. – The origins of Woodcocks wintering in France (abstract) – p.71 Clausager I. –Wing survey of Woodcock and Snipe in Denmark – p.108
VŠĮ Vilniaus Universiteto Leidykla: Institute of Ecology -[ (Cestoda : Hymenolepididae), a Parasite of the Woodcock, Scolopax rusticola Linnaeus, and Its Life-cycle // Systematic Parasitology. 2005, 61: 53-63 p. ... www.leidykla.eu/scientific-report/scientific-report-2005/institute-of-ecology/?type=1 - 65k 177
Syst Parasitol. 2006 Mar ;63 (1):45-50 16699927 (P,S,E,B) Aploparaksis kornyushini n. sp. (Cestoda: Hymenolepididae), a parasite of the woodcock Scolopax rusticola (L.), and its life-cycle. Svetlana Bondarenko, Vytautas Kontrimavichus Institute of Ecology, Vilnius University, Akademijos 2, Vilnius, LT-2600, Lithuania, v.kontrimavichius@takas.lt. Aploparaksis kornyushini n. sp. is described from a woodcock Scolopax rusticola L. from Lithuania, Russia (Tver' Region) and the Ukraine. Initially, one specimen of this tapeworm was described and figured by Kornyushin (1975) as A. scolopacis Yamaguti, 1935 together with another specimens belonging to the latter species. A. kornyushini n. sp. and A. scolopacis are morphologically very similar species. They can be distinguished by the slightly different length of the rostellar hooks and by the shape of the cirrus, which lacks basal bulbus in the new species. A. kornyushini can be readily distinguished from the remaining species of Aploparaksis Clerc, 1903 from woodcocks by the structure of its fully-developed embryophore, which has polar thickenings and two large or a few smaller lateral projection; this combination of characters is unknown for embryophores other Aploparaksis spp. (except for A. scolopacis). The life-cycle of A. kornyushini was studied under experimental conditions in Lithuania. The metacestodes were located under the chlorogogenous tissue of the intestine of Dendrobaena octaedra (Lumbricidae). The metacestode exhibits a pattern of postembryonal development typical for the cysticercoid modification termed an 'ovoid diplocyst'. Other papers by authors: Syst Parasitol. 2005 Nov 21; : 16362196 (P,S,E,B) Aploparaksis kornyushini n. sp. (Cestoda: Hymenolepididae), a parasite of the woodcock Scolopax rusticola (L.), and its life-cycle. Svetlana Bondarenko, Vytautas Kontrimavichus Institute of Ecology, Vilnius University, Akademijos 2, Vilnius, LT-2600, Lithuania, v.kontrimavichius@ takas.lt. Syst Parasitol. 2005 May ;61:53-63 15928992 (P,S,E,B) Aploparaksis demshini n. sp. (Cestoda: Hymenolepididae), a parasite of the woodcock Scolopax rusticola Linnaeus, and its life-cycle. Svetlana Bondarenko, Vytautas Kontrimavichus A REVISION OF APLOPARAKSIS CRASSIROSTRIS AND A. SINENSIS (CESTODA: HYMENOLEPIDIDAE) S. K. Bondarenko, V. L. Kontrimavichus, C. Vaucher Key words: Cestoda, Hymenolepididae, Aploparaksis, Lumbricidae, life cycle, matacestode, tailed diplocyst. SUMMARY Based on the examination of specimens of Aploparaksis crassirostris deposited in the Museum of Zoology in Copenhagen and the Museum of Natural History in Geneva and cestode material from other collections, we have carried out the revision of this species, designated the lectotype and paralectotypes, made its redescriptions, enumerated synonyms, showed the only host of this 178
species in the snipe Gallinago gallinago, and more precisely mapped the distribution range of the parasite. The investigation of the type series of A. sinensis, the parasite of the woodcock Scolopax rusticola, deposited in the Museum of Natural History in Geneva, confirmed the validity of this species, earlier considered as synonym of A. crassirostris. The lectotype and paralectotypes of A. sinensis were designated. Some data on its life cycle have been obtained. It was also found by the experimental invasion that five species of oligochaetes of the family Lumbricidae are intermediate hosts. The metacestodes of this species belong to the tailed diplocyst modification and possess a characteristic feature, the bifurcation of tail. 'http://ny.checkm8.com/Ads/213615/468x60google.html?CM8Click=http://web.checkm8.com/ada m/em/click/283923/cat=IngentaConnect.IC.klu.main' WIDTH=468 HEIGHT=60 FRAMEBORDER='no' SCROLLING='no' LEFTMARGIN=0 TOPMARGIN=0 MARGINWIDTH=0 MARGINHEIGHT=0></ILAYER>
Aploparaksis kornyushini n. sp. (Cestoda: Hymenolepididae), a parasite of the woodcock Scolopax rusticola (L.), and its life-cycle Authors: Bondarenko, Svetlana1; Kontrimavichus, Vytautas Source: Systematic Parasitology, Volume 63, Supplement 1, March 2006 , pp. 45-50(6)
Abstract: Aploparaksis kornyushini n. sp. is described from a woodcock Scolopax rusticola L. from Lithuania, Russia (Tver' Region) and the Ukraine. Initially, one specimen of this tapeworm was described and figured by Kornyushin (1975) as A. scolopacis Yamaguti, 1935 together with another specimens belonging to the latter species. A. kornyushini n. sp. and A. scolopacis are morphologically very similar species. They can be distinguished by the slightly different length of the rostellar hooks and by the shape of the cirrus, which lacks basal bulbus in the new species. A. kornyushini can be readily distinguished from the remaining species of Aploparaksis Clerc, 1903 from woodcocks by the structure of its fully-developed embryophore, which has polar thickenings and two large or a few smaller lateral projection; this combination of characters is unknown for embryophores other Aploparaksis spp. (except for A. scolopacis). The life-cycle of A. kornyushini was studied under experimental conditions in Lithuania. The metacestodes were located under the chlorogogenous tissue of the intestine of Dendrobaena octaedra (Lumbricidae). The metacestode exhibits a pattern of postembryonal development typical for the cysticercoid modification termed an 'ovoid diplocyst'. Document Type: Research article DOI: 10.1007/s11230-005-5527-2 Affiliations: 1: Email: v.kontrimavichius@takas.lt 179
Titre du document / Document title Habitat selection of the Eurasian woodcock in winter in relation to earthworms availability Auteur(s) / Author(s) DURIEZ Olivier (1 2) ; FERRAND Yves (3) ; BINET Francoise (4) ; CORDA Eve (3) ; GOSSMANN Francois (5) ; FRITZ Hervé (6) ; Affiliation(s) du ou des auteurs / Author(s) Affiliation(s) (1)
Laboratoire d'Ecologie, UMR 7625, bâtiment A, 7éme étage, case 237, 7 quai St Bernard, Université Paris 6, 75005 Paris, FRANCE (2) Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, CNERA Avifaune Migratrice, Station de Chizé, Beauvoir-sur-Niort, 79360 Villiers-en-Bois, FRANCE (3) Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, CNERA Avifaune Migratrice, 5 rue de St-Thibaut, BP 20 St-Benoist, 78612 Le-Perray-en-Yvelines, FRANCE (4) CNRS - Université de Rennes 1, UMR 6553, Ecobio 263 avenue du Général Leclerc, Campus de Beaulieu, Bât 14B, CS 74205, 35042 Rennes, FRANCE (5) Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, CNERA Avifaune Migratrice, 53 rue Russeil, 44000 Nantes, FRANCE (6) CNRS - Centre d'Etudes Biologiques de Chizé, UPR 1934, BP 14, 79360 Beauvoir-sur-Niort, FRANCE Résumé / Abstract The Eurasian woodcock (Scolopax rusticola) is a game species experiencing high hunting pressure, long-term modifications of its habitats, and with questions regarding its current conservation status. Winter is a season of highest concentration of birds and hunting pressure but woodcock precise habitat requirements are poorly known. It is crucial to assess threats and to develop sustainable management options for the conservation of woodcock populations. During three consecutive winters, we monitored 65 individual woodcocks fitted with radio-tags in Brittany, France. Habitat selection was analysed using GIS and compositional analysis, in relation to vegetation types, soil variables (humus types) and the abundance of their main prey (earthworms). Woodcocks used different habitats diurnally and nocturnally, generally preferring areas with high earthworm biomass. Diurnal habitat selection in forests was associated with humus type (preference for mulls, rich in earthworms) and dense shrub strata (better protection). Hedges with a high density of trees and shrub were also important habitat. At night, grazed meadows were the preferred habitat, containing five times higher biomass of earthworms compared to cultivated fields. Sustainable management of populations requires protection and management of habitats that incorporates food and cover. Forestry practices should preserve rich humus types and coppices by choosing tree species that ameliorate the soil and soil tilling. Changes in landscapes and intensive agricultural practices are current threats to woodcock populations: destruction of hedges, decrease of permanent grazed meadows, impoverishment of 180
soils fauna biomasses from ploughing and chemical applications. However, woodcocks may benefit from the recent development of set-asides, grass field-borders and simplified farm practices (no-tillage and direct sowing). Revue / Journal Title Biological conservation (Biol. conserv.) ISSN 0006-3207 CODEN BICOBK Source / Source 2005, vol. 122, no3, pp. 479-490 [12 page(s) (article)] (2 p.) Abstract To understand the ecological effects of the Chernobyl reactor accident, we investigated radiocesium ${}^{137}\text{Cs}$ levels in Eurasian woodcock (Scolopax rusticola), earthworms (Lumbricidae), litter (dead organic materials lying on the ground), humus (beneath litter 2 cm deep), and mineral soil samples (3-6 cm deep) from a heavily effected (20-60 kBq/$\text{m}^{2}$ [1 Bq = 1 nuclear fission/sec]) area in Norway. The highest concentrations measured in earthworms (1988 median = 142 Bq/kg) and woodcock (1986 median = 730 Bq/kg) were below levels that should affect animal health. Values above the European Economic Community's limit for human food (600 Bq/kg fresh mass) only were found in woodcock during 1986. Radiocesium concentrations decreased (P < 0.001) in earthworms (40%) and woodcock (95%) from 1986 to 1990. There was no reduction in total radiocesium in soil over the same period. The relatively high radiocesium concentrations in woodcock during 1986 and the decreasing radiocesium ratio in woodcock to earthworms during the first years following fallout could have been caused by woodcock ingesting abiotic radiocesium with earthworms. The decrease in radiocesium in woodcock and earthworms during the study (1986-90) probably resulted from decreasing bioavailability of radiocesium during the first years after fallout rather than by radiocesium disappearing from the ecosystem. Radiocesium (${}^{137}\text{Cs}$) from the Chernobyl Reactor in Eurasian Woodcock and Earthworms in Norway John Atle Kalas, Simen Bretten, Ingvar Byrkjedal, Oddvar Njastad The Journal of Wildlife Management, Vol. 58, No. 1 (Jan., 1994), pp. 141-147 doi:10.2307/3809560 Habitat selection of the Eurasian woodcock in winter in relation to earthworms availability Olivier Durieza, b, , , Yves Ferrandc, , , Françoise Binetd, Eve Cordac, François Gossmanne and Hervé Fritzf a Laboratoire d’ Ecologie, UMR 7625, bâtiment A, 7éme étage, case 237, 7 quai St Bernard, Université Paris 6, 75005 Paris, France b Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, CNERA Avifaune Migratrice, Station de Chizé, Beauvoir-sur-Niort, 79360 Villiers-en-Bois, France c Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, CNERA Avifaune Migratrice, 5 rue de StThibaut, BP 20 St-Benoist, 78612 Le-Perray-en-Yvelines cedex, France d CNRS – Université de Rennes I, UMR 6553, Ecobio 263 avenue du Général Leclerc, Campus de Beaulieu, Bât 14B, CS 74205, 35042 Rennes Cedex, France e Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, CNERA Avifaune Migratrice, 53 rue 181
Russeil, 44000 Nantes, France f CNRS â&#x20AC;&#x201C; Centre dâ&#x20AC;&#x2122;Etudes Biologiques de ChizĂŠ, UPR 1934, BP 14, 79360 Beauvoir-sur-Niort, France Received 27 February 2004; revised 20 July 2004; accepted 5 August 2004. Available online 17 November 2004. Abstract The Eurasian woodcock (Scolopax rusticola) is a game species experiencing high hunting pressure, long-term modifications of its habitats, and with questions regarding its current conservation status. Winter is a season of highest concentration of birds and hunting pressure but woodcock precise habitat requirements are poorly known. It is crucial to assess threats and to develop sustainable management options for the conservation of woodcock populations. During three consecutive winters, we monitored 65 individual woodcocks fitted with radio-tags in Brittany, France. Habitat selection was analysed using GIS and compositional analysis, in relation to vegetation types, soil variables (humus types) and the abundance of their main prey (earthworms). Woodcocks used different habitats diurnally and nocturnally, generally preferring areas with high earthworm biomass. Diurnal habitat selection in forests was associated with humus type (preference for mulls, rich in earthworms) and dense shrub strata (better protection). Hedges with a high density of trees and shrub were also important habitat. At night, grazed meadows were the preferred habitat, containing five times higher biomass of earthworms compared to cultivated fields. Sustainable management of populations requires protection and management of habitats that incorporates food and cover. Forestry practices should preserve rich humus types and coppices by choosing tree species that ameliorate the soil and soil tilling. Changes in landscapes and intensive agricultural practices are current threats to woodcock populations: destruction of hedges, decrease of permanent grazed meadows, impoverishment of soils fauna biomasses from ploughing and chemical applications. However, woodcocks may benefit from the recent development of set-asides, grass field-borders and simplified farm practices (no-tillage and direct sowing).
Keywords: Compositional analysis; Lumbricidae; Habitat changes; Scolopax rusticola; Sustainable management
Corresponding authors. Tel.: Fax: +33 1 30 46 60 99
+33 5 65 60 77 40
Biological Conservation Volume 122, Issue 3, April 2005, Pages 479-490
Research Article Modeling and Mapping Abundance of American 182
Woodcock Across the Midwestern and Northeastern United States WAYNE E. THOGMARTIN,1 United States Geological Survey Upper Midwest Environmental Sciences Center, 2630 Fanta Reed Road, La Crosse, WI 54603, USA JOHN R. SAUER, United States Geological Survey Patuxent Wildlife Research Center, 12100 Beech Forest Road, Laurel, MD 20708, USA MELINDA G. KNUTSON,2 United States Geological Survey Upper Midwest Environmental Sciences Center, 2630 Fanta Reed Road, La Crosse, WI 54603, USA ABSTRACT We used an over-dispersed Poisson regression with fixed and random effects, fitted by Markov chain Monte Carlo methods, to model population spatial patterns of relative abundance of American woodcock (Scolopax minor) across its breeding range in the United States. We predicted North American woodcock Singing Ground Survey counts with a loglinear function of explanatory variables describing habitat, year effects, and observer effects. The model also included a conditional autoregressive term representing potential correlation between adjacent route counts. Categories of explanatory habitat variables in the model included land-cover composition, climate, terrain heterogeneity, and human influence. Woodcock counts were higher in landscapes with more forest, especially aspen (Populus tremuloides) and birch (Betula spp.) forest, and in locations with a high degree of interspersion among forest, shrubs, and grasslands. Woodcock counts were lower in landscapes with a high degree of human development. The most noteworthy practical application of this spatial modeling approach was the ability to map predicted relative abundance. Based on a map of predicted relative abundance derived from the posterior parameter estimates, we identified major concentrations of woodcock abundance in east-central Minnesota, USA, the intersection of Vermont, USA, New York, USA, and Ontario, Canada, the upper peninsula of Michigan, USA, and St. Lawrence County, New York. The functional relations we elucidated for the American woodcock provide a basis for the development of management programs and the model and map may serve to focus management and monitoring Heyers D, Manns M, Luksch H, G端nt端rk端n O, Mouritsen H (2007) A Visual Pathway Links Brain Structures Active during Magnetic Compass Orientation in Migratory Birds. PLoS ONE 2(9): e937 doi:10.1371/journal.pone.0000937
INDICE di alcuni argomenti trattati in corso di rassegna bibliografica
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@ CENSIMENTI – ANAGRAFE pag.7
@ VIE MIGRATORIE pag.10,59
@ DATI VENATORI pag.11-14,62-66,94,100
@ MIGRAZIONE pag.17,40,42,47
@ ANATOMO – FISIOLOGIA dell’ORIENTAMENTO e MIGRAZIONE Pag.18-39,45,51,121
@ MIGRAZIONE “ITALIA” pag.54,56
@ TERRITORIO pag.66
@ VERMI pag.78
@ PREDAZIONE pag.75
@ PARASSITOLOGIA pag.80
@ DNA pag.41,46,56
@ PIANO EUROPEO ( EU) pag.84-91 184
@ CACCIA & TIPOLOGIE di CACCIA pag.92-104
@ HABITAT pag.69-75
@ HABITAT : INQUINAMENTO CHIMICO-FISICO pag.83,107
@ HABITAT MIGRATORIO : INQUINAMENTO da LUCE pag.111
@ HABITAT MIGRATORIO : INQUINAMENTO ELETTRO-MAGNETICO Pag.119
@ PROSPETTIVE di RICERCA pag.6,53,55,128 - MONITORAGGIO SATELLITARE pag.129 - NANOTECNOLOGIE pag.135 - ECOGRAFIA pag.137
@ BIBLIOGRAFIA pag.140
NO NON E’ STATO PREVISTO ALCUN “ COPYRIGHT” on-line 185
Chiunque può trarre dati e riportarli in altri siti Il Testo completo è comunque disponibile per eventuale pubblicazione in stampa , previo accordo con l’Autore ecavina@lycos.com
APRILE 2008
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PER TRADUZIONE SI CONSIGLIA DI UTILIZZARE http://translate.google.com/translate_t?hl=it
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IL SOGNO: LA FATA E LA FIABA DI UNA MIGRAZIONE
Per più giorni ,credo per più di un mese,mi ero lasciato prendere dalla passione di consultare tutto quello che di più scientifico si potesse cogliere dalla Letteratura di Ricerca sulla beccaccia e sulla sua migrazione.E così di pari passo mi ero messo a scrivere uno zibaldone,una vera rassegna bibliografica che poi pomposamente avevo definito “evidence based review”,ed altrettanto scherzosamente avevo titolato
“La beccaccia scientifica”. Avevo letto,riletto,analizzato e cercato di sintetizzare tanti aspetti della anatomofisiologia della beccaccia e del suo ciclo vitale , io stesso trascinato da quella curiosità che ti prende quando affondi te stesso ,umile dilettante,dentro i rigidi risultati della ricerca scientifica , quella vera ;tanta passione quasi quanto quella che per anni ed anni,ed ancora oggi,ti spinge nel bosco,duro ed impenetrabile a tratti,alla ricerca di quel frullo dove poi tu lanci un’inconsulta vampata di piombo e morte:così dentro i misteri della beccaccia,così dentro i misteri del tuo “essere”. Così dopo una giornata passata su Internet a spulciare lavori scientifici di ogni tipo,mi capitava poi di notte di sognare qualche cosa di strano e che poteva riguardare i campi magnetici,la migrazione notturna della beccaccia ed anche di altri uccelli,gli assalti e la difesa da predatori di terra e di volo,il volo notturno di una beccaccia mai persa in un bosco immenso e tenebroso,il volo solitario sul mare o nel turbinio 187
improvviso di una tempesta di neve .Poi quando mi svegliavo avevo un vago ricordo di qualche cosa,ma non molto ; facevo colazione e mi ributtavo sul computer e sui libri. Ma questa volta non è stato così ! Mi sono svegliato dopo un lungo,lunghissimo sonno e sogno,ricordandomi tutti i particolari subito al risveglio e dopo:tutti i dettagli dall’inizio alla fine.E’ stato un sogno molto bello tra desideri ed “assurde”paradossali analisi logiche,tra metempsicosi e poesia,tra metamorfosi e crude e banali realtà, sino anche alla morte.Così ho pensato di raccontarlo,questo sogno,con tutti i benefici del racconto di fantasia,tanta e forse troppa,ma comunque amica di questa passione che poi –nella realtà- ci trascina a cercar beccacce per i boschi con i nostri cani.
C’era un gran vociare intorno a me quando scendemmo dalla Land Rover della Guardia Forestale ai margini del bosco ; c’erano alcune persone,forse cinque o sei,con le lampade da minatori sui cappelli,e sembrava che tutti mi conoscessero ed io conoscessi loro . Era già notte fonda ; con un breve percorso eravamo partiti dalla Residenza Presidenziale di Castelporziano e la Villa era ancora tutta illuminata perché quella sera c’era stata una qualche visita ufficiale e relativo gran ricevimento.Un lungo corteo di macchine se ne era già andato da tempo e quattro o cinque corazzieri smessi stavano seduti nell’atrio probabilmente a scolarsi i rimasugli del rinfresco ;le guardie forestali erano tornate alla Villa dopo aver chiuso i grandi cancelli ed avevano dato l’OK per la nostra spedizione.Noi con la Land Rover avevamo percorso tutto uno stradone dalla parte verso il mare:faceva freddo ma non moltissimo per essere alla metà di Gennaio , non gelava.In lontananza si sentiva la 188
risacca del mare.Le persone che erano con me erano Ricercatori esperti ed in due coppie erano forniti di uno speciale attrezzo , una specie di “bilancia da pesca” rovesciata montata su una lunga canna.Uno del gruppo aveva una potente pila a fascio largo di luce,e tutti portavano anche altri strumenti negli zaini.Appena ben pronti così attrezzati ci avviammo per una serie di viali e vialetti in mezzo ad una pineta di alti pini mediterranei,e poi in mezzo ad un bosco ceduo con larghi spiazzi cespugliati e atratti ricolmi di felci.Tutti in silenzio i Ricercatori procedevano nel buio,invitando anche me al silenzio assoluto.Arrivammo al limite del bosco dove cominciava una radura erbosa a pratino e muschi,e a tratti appena a marcita:sentimmo due frulli fragoroso,poi accese tutte le pile inquadrammo subito una beccaccia ferma
immobile. Lì si diresse la prima coppia di Ricercatori ed in un battibaleno la retina a bilancia rovesciata intrappolò l’uccello .Nello stesso tempo l’altra coppia di Ricercatori si diresse velocemente verso un’altra beccaccia illuminata a 15-20 metri da noi ,ed anche questa fu subito catturata.Stesi per terra con il braccio e la mano destra sotto il bordo delle due reti,i Ricercatori tirarono fuori delicatamente le due beccacce che furono subito delicatamente incappucciate con le
cuffie simili a quelle che si usano per la falconeria. A me diedero da tenere in mano una pila per illuminare il loro lavoro : con gesti rapidi e sicuri tirarono fuori dagli zaini alcuni strumenti con i quali pesarono,misurarono,inanellarono i due uccelli,registrando tutti i dati morfologici su un computer,poi con un piccolo ecografo
eseguirono con maestria l’ecografia dell’addome e consultandosi ripetutamente tra loro nel leggere le immagini,stabilirono che una beccaccia,quella più giovane,era una femmina,mentre l’altra adulta era un maschio. Poi si accinsero alla operazione più importante:installarono un piccolo tavolo apribile e sopra di questo,come su un tavolo operatorio,applicarono due piccolissimi ricetrasmettitori a pannello solare,uno per ognuna.
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Li imbracarono delicatamente sotto l’articolazione delle ali e poi li fissarono al dorso degli uccelli con due punti chirurgici.Fecero una rapida verifica telemetria circa l’efficienza dello strumento e del sistems,e poi tolti i cappucci rilasciarono gli uccelli nel mezzo della radura.
Erano tutti molto contenti del lavoro svolto in appena un’ora,e rientrando nei viottoli del bosco fecero segno a me di andare dall’altra parte della radura nella direzione che avevano preso le due beccacce al momento del rilascio.Io ebbi qualche esitazione ma poi andai. Dopo questa fase di sogno che mi era sembrata normalmente “umana” e realistica ,il mio sogno cambiò ed io ero ora immerso in un’atmosfera immaginifica,irreale,vorrei dire fiabesca.
Camminavo sull’erba con passi soffici,quasi aerei,sinchè immerso in una nebbiolina appena luminescente entrai in un bosco con grandi querce ed anche lecci secolari e a
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tratti piccole tamerici circondate da un tappeto di foglie marcite ammucchiate dal vento.Subito alla base di una di queste tamerici era ferma,accoccolata immobile la beccaccia femmina con la sua radiolina sul dorso,per nulla spaventata e che mi guardava con i suoi grandi occhi fissi , vorrei dire serenamente immobili. Nel sogno vedevo la mia stessa figura quasi evanescente,trasparente nel buio del bosco stranamente a tratti illuminato da un chiarore surreale : era un ambiente incantao,fiabesco e la mia fata era la beccaccia.Mi guardava
e sembrava mi dicesse “fermati” ,fermati qui con me,accoccolati qui anche tu al riparo dal freddo della notte,ed io mi sentivo lusingato del suo invito.Così feci e nel mio sonno,tra brevissimi dormiveglia e sogno vero che continuava a puntate,trascorse il tempo così come se trascorressero più notti e più giorni.Seguivo la beccaccia in volo subito al primo buio sino alla radura – sempre quella- dove lei mangiava perforando il terreno insieme ad altre beccacce , incluso il maschio anche lui fornito di radiolina, e tutte poi dopo la mezzanotte se ne tornavano ai loro posti di riposo nel bosco.Di giorno,al mattino,se era sereno andavamo di pedina sino al limite del bosco dove batteva il sole e ci mettevamo fermi vicino ad un mucchio di pietre e brecce sufficienti a riflettere meglio il calore del sole.Poi tornavamo nel bosco,sempre di pedina,e la mia fatina conosceva alcuni pezzi di terreno subito ai piedi di grandi antiche querce dove la terra più umida ed odorosa 191
di muschio,era più ricca di vermi.Lei mangiava avidamente e man mano che i giorni passavano sembrava aver perso il senso della sazietà.Alcune volte faceva una piccola diversione nel percorso per andare in un piccolo tratto di bosco dove c’erano tre o quattro cespugliosi di nocciolo e lì trovava più abbondante il cibo.Il posto era ben conosciuto perché sempre lì di giorno si radunavano altre beccacce . Man mano che aumentavano le ore di luce la beccaccia limitava sempre più le sue attività di movimento,mangiava insaziabile ed ingrassava a vista d’occhio.Alcune volte sentimmo il rumore ed il vociare di alcuni uomini:io li vidi,erano i Ricercatori che con alcuni strumenti ad antenna cercavano di localizzare la beccaccia e poi prendevano appunti su un computer e se ne andavano senza disturbarci. Una notte ,poco prima dell’alba,corremmo un grave pericolo : io , che nel sogno dormivo accanto al cespugliose della beccaccia,mi svegliai trovandomi quasi sopra di me –invisibile per loro- quattro cinghiali con i loro musi soffianti a sfrugugliare tra la
terra coperta di foglie. Allora credo ebbi di nuovo sembianze materiali ed i cinghiali scattarono all’indietro spaventatissimi e fragorosamente galopparono nel bosco più fitto.La mia fata mi guardò e credo mi sorridesse per ringraziarmi. Passarono ancora diversi giorni,l’aria anche di notte s’era fatta meno fredda,il vento più frequentemente tirava dalla parte del mare ,tant’è che la risacca sembrava vicinissima.Poi la beccaccia via via diventò più nervosa e a volte mi sembrava volesse scrollarsi di dosso quella radiolina sulla schiena : dormiva solo per poche ore e più di frequente sempre di pedina si aggirava nel suo territorio sia di giorno sia di notte a cercar pastura.La sera nella radura si muoveva a scatti,come danzando,poi si fermava molto vicino a due beccacce –una era il maschio con la radiolina- che si esibivano insistentemente facendo la ruota con la coda.Al tramonto non usciva subito in volo dal bosco , ma rimaneva a lungo ferma in uno spiazzo da dove poteva vedere bene il limite dell’orizzonte dove tramontava il sole.Dormiva molto meno nelle notti con cielo chiaro e stellato e sembrava scrutar le stelle. Un giorno il tempo diventò piovoso ed appiccicoso,con una pioggerella fitta fitta che veniva dal mare spinta da folate di scirocco.Verso sera la pioggia cessò ,il vento si fece più calmo ma continuo,ed il cielo sino allora coperto si schiarì a tratti proprio 192
mentre il sole tramontava.Non so bene cosa successe ma fu come se la mia fata volesse farmi partecipe di una sua ansia e di una sua decisione.Muovendo il capo e le ali mi fece capire di stendermi accanto a lei con la mia testona accanto alla sua testolina e gli occhi –così come i suoi- diretti a guardare là dove il sole tramontava:fu così che allora vidi un chiarore luminoso con colori più forti degradanti al
violetto subito ai lati estremi del mio campo visivo e –non so come - mi resi subito conto che quei colori servivano alla beccaccia per fare il punto di dove eravamo su un asse virtuale “ sud – nord “.Via via che il
,fu buioi aumentava ed il cielo si punteggiava di stelle come se anch’io vedessi una specie di viale virtuale nel cielo ; su questo viale ,nel capino della beccaccia,si orientava una specie di sistema a catena di alcuni aghi di bussola che si erano materializzati anche per me . E quando tutto questo sistema “colori U.V.-stelle-bussola” si allinearono compiutamente ,e già da due ore era completamente buio,la mia fata voltò solo un attimo verso di me il suo capo con i
suoi grandi occhini e poi calma spiccò il volo in quella precisa direzione elaborata dalla “sua” bussola via via controllandone l’efficienza riferita alle stelle. Ed io,come un invisibile evanescente accompagnatore,volavo accanto a lei pur non avendo le ali. Il vento di scirocco ci spingeva piacevole di coda,e velocemente prendemmo quota , circa 4-500 metri : a destra il luccichio delle piste dell’Aeroporto di Fiumicino,prima, 193
e poi quello tumultuoso di Roma e delle sue strade ed autostrade ci sfilarono sotto di lato.La mia fata aveva il suo capino immobile fisso in una precisa direzione verso nord-est ; gli occhioni ben aperti e fissi sicuramente vedevano sopra il capo l’emisfero celeste. Era impressionante la fissità della testa rispetto a tutto il suo corpo e le ali che si muovevano intorno ad essa : i movimenti della beccaccia si adattavano alle spinte del vento e a qualche vortice d’aria , tutta protesa,lei, per un viaggio ancora molto lungo ma intrapreso con estrema sicurezza ed assoluta determinazione.Così viaggiammo per tutta la notte,ci alzammo di altitudine per superare alcune montagne e le valli punteggiate di luci di
città,villaggi,strade ed al primissimo incombere all’orizzonte del primissimo chiarore –sfumato di viola- verso est , cominciammo a scendere di quota sin verso una grande foresta che ben si vedeva apparire tra canali e lagune , subito prima del mare che già luccicava alle prime luci
dell’alba. La mia fata fece un largo giro ad “U” sopra il
bosco prendendo il vento al contrario così che le facilitò l’atterraggio in una zona cespugliata,umida ed odorosa di muffe –anch’io sentivo quell’odore- subito al margine della grande
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foresta dove dentro nel sottobosco già si vedevano chiazze di ciclamini e di viole.Appena a terra s’infilò decisa in un roveto , tastò il terreno con il becco una o due volte,si accovacciò e subito dormì.Ed io insieme a lei.Eravamo certamente sulla costa settentrionale del Mar Adriatico , forse eravamo nel bosco della Mesola.Dormimmo. Durante il giorno più volte la mia fata fece voli brevi in mezzo al bosco ricco di grandi alberi secolari e di cespuglioni,fratte,roveti,fossi ricolmi di felci e poi intramezzato da ampie e piccole radure erbose : lei volando sembrava sempre odorare l’aria poi scendeva a terra in piccole riparate radure e mangiava voracemente , poi dormiva,poi rivolava di nuovo a mangiare in posti sicuri. Quando trovò un grande slargo dove pascolavano alcuni cavalli,non si mosse più da quel posto ricco di fatte e di vermi. Al tramonto riprese la posizione fissa a terra studiando i colori a lato della luce del sole che scendeva all’orizzonte ad ovest ; poi si girò dall’altra parte ad est ed aspettò il buio.Due ore dopo il tramonto , ancora con il cielo stellato ed un fresco vento da ovest,volammo di nuovo ora sul mare ad un’altitudine di non più di cento metri.Fu tutta una bella tirata sino alla costa dall’altra parte del mare quando ci apparvero le prime isole della Dalmazia e lì giungemmo che era ancora notte così proseguimmo all’interno ,spinti da un buon vento di coda, per valli e creste di montagne alcune ancora
innevate altre rocciose e brulle , sinchè al primissimo chiarore del giorno ci buttammo giù in una valle boschiva dove in mezzo scorreva un fiume tranquillo con ampie anse sabbiose.Ci fermammo in una radura tra il fiume ed il bosco e lì il terreno sembrò 195
subito ricco di vermi,tant’è che prime di dormire la mia fata mangiò avidamente per una buona mezz’ora. Così giorno dopo giorno – non so dire quanti,ma non molti – sempre con la stessa determinazione risalimmo a nord dove la luce del giorno durava molto più a lungo ed il terreno per larghi tratti era ancora coperto di neve.Ora anche la luna crescente era quasi a metà del suo culmine ed il paesaggio sotto , visto dall’alto, era splendido con il luccichio di laghi e fiumi ed immensi boschi di
conifere e scarsi o assenti i punti di luci artificiali.Finalmente una mattina giungemmo in un luogo dove i boschi di conifere sembravano sfumare in boschi marginali di betulle i cui tronchi biancheggiavano
d’argento al chiarore della luna.Quì la mia fata volteggiò diverse volte prima di decidersi ad atterrare : sembrava voler controllare se tutto era a posto.Così finalmente scese in una radura i cui contorni erano ricchi di cespugli e di grandi macchie di felci.Ormai era giorno fatto.Allora mi guardò e mi fece in qualche modo capire che eravamo arrivati. Dormì . Dormimmo . A giorno pieno , appena sveglia fece ancora numerosi voletti tutt’intorno,ogni tanto atterrando in zone macchiate ancora da qualche residuo di neve ; subito al limite della neve testava il terreno con il becco ma più spesso pedinava vicino a grossi tronchi caduti e marciti dove affioravano musch,muffe,funghi e larve d’insetti,e lumachine.Così trascorse la prima giornata e la beccaccia ,sempre con la radiolina ben fissa sul dorso,non diede più segno di voler proseguire il viaggio.Subito la prima sera sentimmo sopra il bosco di betulle,già da lontano, il canto “croch,croch” di alcuni maschi che arrivavano con volo lento,grandi “farfalloni”,e poi intrecciavano voli gestuali in un virtuale combattimento aereo , e altri scendevano subito a terra 196
vicino a noi e si pavoneggiavano impettiti facendo la ruota.La mia fata non si agitò e si limitò ad osservare. Non uscì più a mangiare in luoghi di pastura scoperti.Trovava i vermi dappertutto lì dentro ed appena intorno al bosco. Al mattino dopo tutta la foresta di alti altissimi abeti che era lì vicino risuonò di numerosi canti d’amore dei Galli Cedroni , tanti, forse più di venti in tutta l’area di un paio di chilometri quadrati , l’<arena> ,e tutti cercavano di affermare il proprio ruolo
nelle gerarchie dell’accoppiamento con le femmine che tutt’intorno a terra , molto più numerose dei maschi,stavano ad ascoltare “Toc,Toc,toctoctoc,schiii,schiii” . Alcuni troneggiavano in bosco facendo la ruota sulle cime di alcuni abeti ,altri lo facevano a terra,pronti anche ad ingaggiare gestuali combattimenti tra i maschi dominanti.Conoscevo bene quei siti e quei riti per essere stato lì anni prima alla caccia di Primavera.In lontananza si sentiva inconfondibile il vociare di grandi branchi di oche che ormai quasi al termine del loro viaggio di ritorno al Grande Nord,alle tundre,cercavano luoghi di pastura per rifocillarsi prima dell’ultimo balzo, e là si sentivano anche incredibili scariche di fucilate. Poi quella sera le fucilate arrivavano anche nel nostro bosco , e vidi alcuni uomini con fucile che aspettavano i maschi in “croule” pronti a gettare in alto il cappello per attirarli a terra.Allora pensai anche a quell’altro maschio di beccaccia che era stato fornito di radiolina la sera stessa della mia “fatina” in quel di Castelporziano. E così il mio sogno che si era come stabilizzato dopo il grande viaggio nel grande bosco del Grande Nord , sembrò interrompersi.All’improvviso mi ritrovai in una grande sala operativa ,come quelle di Cape Canaveral durante i voli della navetta spaziale Shuttle,e lì erano tutti i miei amici Ricercatori di Castelporziano che attraverso alcuni monitor registravano ed avevano registrato tutti gli spostamenti
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delle beccacce con radioline .
“Guarda,guarda – mi dicevano – vedi dove sei arrivato tu insieme alla tua fatina ; guarda qui tutte le soste che avete fatto ed ora siete un po’ più ad oriente di Mosca nel mezzo della Russia . Invece vedi che l’altro maschio ha fatto più o meno il vostro percorso , è stato più rapido ed è arrivato molto più in su quasi sino alla Penisola di Cola”
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Un grande computer elaborava un’infinità di dati raccolti tramite il satellite :
temperatura dell’ambiente e pressione atmosferica in loco dove erano le due beccacce,temperatura corporea ed uno strano indice di attività muscolare degli uccelli.Io ero seduto dietro una grande scrivania dove erano sparsi disordinatamente tanti fogli stampati che includevano tutti gli articoli e lavori che avevo letto quando mi ero buttato a fare quella Rassegna Bibliografica . Poi sempre all’improvviso il mio sogno ritornò ad essere ancora più fantastico ed io ero di nuovo in mezzo al grande bosco del Grande Nord accanto alla mia fata. Era una notte di luna piena ed in mezzo alla radura del bosco erano riunite molte beccacce , non so dire quante : era un po’ come in quelle fiabe per bambini quando tutti gli animali del bosco si riuniscono per qualche evento eccezionale,e tutt’intorno i
folletti del bosco osservano,discutono e danzano e rendono grazie ad Odino il Dio dei grandi boschi del Nord ed accendono fuochi .Ed io ero diventato
e assistevo partecipe a quel come uno di quei folletti raduno di beccacce stando ben vicino alla mia fata che finalmente ora parlava . 199
“Dove sei stato così a lungo? – mi disse – Avevo paura di non vederti in tempo per questo nostro appuntamento di beccacce che tutti gli anni in estate si svolge qui , e per me che sono giovane di un anno è la prima volta “ Io non avevo la cognizione del tempo trascorso , e solo allora notai che il bosco ed il sottobosco erano tutti freschi di rinnovamento di foglie e di muschi e di licheni.Anche se era notte i raggi di luce lunare che filtravano tra i rami
facevano luccicare di un verde smeraldo le foglie e le erbe ed alcuni fiori sparsi a volte quasi ammucchiati come primule,orchidee selvatiche ed i fiori “delle serpi” con tutti i grappoli di palline variamente colorate.Le beccacce ,a gruppetti,erano tante e sembravano comunicare tra loro con una specie di “crichhh,crichhhh” sommesso. Io non capivo e quello che più mi colpiva era quell’atmosfera di fiaba dei boschi con i folletti che saltavano di qua e di là come danzando,e avevano acceso fuochi ,mentre intanto si erano radunati anche alcuni caprioli ,qualche cervo ed alcune alci con i loro grandi immensi “palchi”.C’era anche come nelle fiabe un vecchio grande e buffo barbagianni appollaiato
su un grosso ciocco e proprio nel mezzo della radura ; sembrava che tenesse un’importante conferenza comunicata a tutti con strani suoni soffiati e fischi liutanti mentre le beccacce e le
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altre creature del bosco ascoltavano attente.
Io seguitavo a non capire un bel nente,ma poi come per incanto e all’improvviso mi ritrovai solo accanto alla mia fata beccaccia che ancora mi parlò. “Sai,qui ogni anno ci vengono spiegate tante cose dei pericoli che incombono sulle nostre vite selvatiche : il clima che cambia,i cacciatori che sono sempre più numerosi,le grandi macchine che tagliano il bosco e che smuovono la terra,i grandi uccelli di ferro che rombano qui sopra e buttano giù una specie di pioggia gialla che uccide tutti i vermi , quelli che vanno in processione su e giù dai pini, ma che poi brucia anche tutto il resto.Questa volta ci è stato spiegato che dove incontriamo e vediamo alberi di ferro che chiamano antenne , noi dobbiamo evitarli e non
avvicinarli mai. Tu lo sai bene che nelle nostre testoline noi abbiamo tante piccole fettuccine di ferro che si muovono attratte dalle forze di Odino,quelle che il Dio tiene nel centro della
Terra ;hai ben visto che quando si muovono in certe direzioni noi le colleghiamo ai colori del tramonto e dell’alba e possiamo così sapere 201
dove volare quando viene il tempo dei nostri grandi viaggi.Ecco …. ritornando alle torri di ferro , il barbagianni–che da molti anni tutti considerano il più grande Professore delle nostre foreste- ci ha spiegato che da lì nascono forze malefiche che possono muovere malamente le nostre freccine direzionali,portandoci poi fuori strada od anche a sbattere contro le torri , anche quelle che fanno grandi fasci di luce.
Ma tu queste cose le sai già . Adesso riposati e poi domani ti farò vedere altre cose che sono successe mentre tu eri via .” Sognai allora di svegliarmi al mattino , ed appunto il sogno –sempre quello- proseguì. Il sole irraggiava una piccola radura nel bosco dove tutto era lussureggiante di verde e risuonava di canti di uccelli silvani e di frusciar di lucertole e di rospi.La mia fata era al margine della radura e mangiava avidamente perforando il terreno e così facendo sembrava quasi insegnare il movimento di perforazione a quattro pulcinotti
tigrati che la seguivano in ordine sparso.Mi vide e lasciò soli i piccoli per avvicinarsi allegramente a me . “ Molte cose sono successe quando tu non c’eri.Alcuni bei maschietti volavano a me
tutte le sere ma poi quando mi 202
corteggiavano sul più bello s’accorgevano di quello strano affare che gli uomini mi han messo addosso , ed allora quelli si spaventavano e non mi curavano più.Poi finalmente un bel beccaccione , proprio quello che mi piaceva di più ed era più bravo a far la ruota,quello cedette presto alle mie lusinghe e così passammo insieme alcuni giorni d’amore intenso,intensissimo,alla faccia del marchingegno che ho sulle spalle.Poi presto trovai un bel posticino tranquillo,ben nascosto e riparato e lì partorii
quattro uova ed allora fui molto accorta ed occupata a covarle bene,tant’è che nacquero tutti sani e vegeti questi bei quattro pulcini.Dopo pochissimi giorni ebbi molta paura:vidi una lince che a naso esplorava il mio territorio.Per sviarla dovetti fingermi ferita d’ala e riuscii ad indirizzarla in un altro territorio che sapevo molto frequentato dai topini ; quando s’accorse di questa insperata abbondanza di cibo non si mosse più da lì.Io però per sicurezza non mi fidai troppo del successo conseguito ed allora uno ad uno per sicurezza trasferii i pulcini –
tenendoli ben stretti in volo sotto la pancia(immagine copyright Scolopax Rusticula) - collocandoli qui in questo territorio dove ormai sono ben cresciuti ed hanno già imparato a difendersi da soli dai pericoli della foresta.Ormai mangiano sempre da soli . Anch’io sto di nuovo ingrassando e poi faccio spesso dei bei voli qui intorno per tenere allenati i muscoli “ Io la guardavo e con più tenerezza guardavo quei quattro piccoli beccaccioncelli che razzolavano sicuri di qua e di là , e di lì a poco erano pronti a volare : erano l’emblema della riproduzione della specie ed un inno alla vita del bosco. La sera la mamma li faceva raccogliere tutti insieme incespugliati , ma con un bello spicchio di cielo sopra in modo che loro cominciassero a conoscere bene la posizione delle stelle.
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Anch’io come la mia fata mi sentivo felice vivendo così naturalmente la loro rapida crescita e l’avvio all’incombente migrazione. Il mio sogno seguitò – per me senza alcuna precisa cognizione del tempo che scorreva – e così vidi i piccoli che ormai volavano la sera ai luoghi di pastura fuori del bosco e che erano indicati dalla madre che li precedeva.Poi un giorno dopo l’altro,prima uno e poi tutti se ne andarono chissà dove non ritornando più nel loro posto nel bosco.La mia fata non soffrì più di quel tanto perché ormai era concentrata su se stessa che doveva mangiare sempre di più ed ancora una volta senza alcun senso di sazietà. Le giornate si erano ormai molto accorciate ,cominciava a far freddo con i primi venti dal nord che spazzavano il cielo e la sera le stelle brillavano come non mai.Di nuovo la mia fata si metteva a guardare intensamente il tramonto e poi le stelle.E finalmente
partì, partimmo puntando decisamente a sud-ovest ,però rispetto a quello che era stato il volo di Primavera,le soste lungo tutto il percorso furono molto più lunghe.Ancora attraversammo il mare e riconobbi bene le luci
delle coste Italiane dell’Adriatico : ci alzammo in altitudine e proseguimmo all’interno . Non era ancora l’alba ma potei riconoscre bene la punta 204
aguzza del Monte S.Vicino nell’entroterra marchigiano e noi volammo in quota oltre i 700 metri e sfilammo a lato della cima per sorvolare poi la vasta valle dove numerose erano le luci di città e villaggi .In breve ormai alla primissima luce dell’alba ci apparve la lunga cresta montana di Laverino con i prati sopra e sotto ed in mezzo la larga fascia di faggeta
.Capii che la beccaccia fiutava l’aria e dopo poco non ebbe esitazioni e lì si buttò in una piccola radura erbosa al limite superiore della faggeta dove erano anche alcuni piccoli ginepri . Io riconobbi subito il posto e mi preoccupai molto , perché conoscevo bene quiel posto dove avevo cacciato per anni.Di lì a poco sarebbero arrivati cani a cacciatori. Io angosciato non riuscivo più a comunicare con la mia fata,e mi sembrava che anche lei non più mi vedessi e mi sentisse vicino. Sentii il rombo dei motori delle macchine che arrivavano su dalla valle e poi lo scampanellio dei campani sovrastato da quegli orribili angoscianti suoni dei “beeper”. La mia fata dormiva sotto un piccolo ginepro.
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Sentii i cani più vicini,poi inconfondibile il frusciare del cane che ancora nel bosco “guidava” sull’emanazione della mia fata.Io non so come , e nemmeno se in qualche forma umana od animale,mi sentii immerso e trasportato in un incantesimo di difesa della beccaccia . Lei seguitava a dormire tranquilla. Il cane a circa 8-10 metri da lei coperta da alcuni cespugli, si bloccò in ferma decisa e quel tremendo aggeggio
fischiante cominciò ritmicamente a suonare.Sentii il frusciare affrettato dei passi del
ed allora non ebbi più dubbi : in una cacciatore qualche sconosciuta forma d’invisibilità io entrai in un cespuglio tra la beccaccia ed il cane e lì mi trasformai sottoterra. Volevo assolutamente difenderla senza sapere a quali conseguenze di rischio ponevo il cacciatore e me stesso . Ero anche iroso per via di quel suono angosciante del beeper che per me era un vero insulto al buon senso della caccia e delle naturali difese della natura stessa. Quando il cacciatore arrivò affannato accanto al cane , pur seguitando ad imbracciare il fucile, toccò il dorso del cane invitandolo ad avanzare . Vidi che la mia fata si era svegliata ed a quel punto si era ancora di più accucciata tra le foglie come ultimo estremo mimetismo di difesa.Fu allora che io presi coscienza di aver assunto –sotto terra- le sembianze di una grande grandissima beccaccia , alta come un uomo, ed allora venni fuori dalla terra e dal cespuglio proprio davanti al muso del cane , e come 206
a svolazzare allargai le ali enormi e il becco acuminato come una spada contro il cacciatore.Nel bosco ancora rosso di foglie , con i primissimi raggi di sole che filtravano l’intrico dei faggi ed inghirlandavano di luce diamantina le ragnatele tese tra i rami , la scena era quasi apocalittica . Ed in un certo senso purtroppo fu così. Il cane con quello strano barattolo rosso fischiante appeso al collo,abbassò la testa e la coda tra le gambe mettendosi dietro al padrone . Il cacciatore – di fronte a questa enorme diabolica minacciosa beccaccia eruttata dalla terra – sbarrò gli occhi , lasciò cadere il fucile e si portò le mani al petto stramazzando poi subito al suolo con una specie di urlo di lancinante dolore soffocato in gola .Era morto.
Contemporaneamente la mia fata era volata via decisa e sapevo bene che da lì sarebbe andata alla solita rimessa giù ai “trocchi”.Mi sembrò che lei non si fosse accorta di nulla della mia metamorfosi incantata .Mi accorsi che stavo riprendendo sembianze umane : il cane si era accucciato impaurito accanto al corpo disteso del padrone che rimasto con gli sbarrati e raggelati giaceva ormai morto. Per un attimo , solo per un attimo,ebbi paura di ravvisare in lui la mia immagine di cacciatore. Ma fu solo un attimo.Mi sentivo angosciato di non poter portare più alcun soccorso a quell’uomo.In lontananza sentivo le voci di altri cacciatori .Vivevo quell’incantesimo malefico tra la pietà umana , l’impotenza di medico e l’affettività che si era creata tra me e la mia fata.Per l’uomo non c’era di certo più nulla da fare e quando sentii che ormai –guidati dal beeper- si avvicinavano e arrivavano gli altri cacciatori , io invisibile mi allontanai ed in un battibaleno ritrovai la mia fata nella sicura rimessa in fondo al primo vallone.Allora sì , lei mi vide e con i grandi occhi fissi mi sembrò sorridesse per ringraziarmi.Le feci segno di andare , e lei capì che anche se in pieno giorno era meglio andare in qualche altro bosco lì vicino . Così volammo di nuovo nella valle.
La valle,il bosco, la “buttata”,i prati e gli scogli su in alto riecheggiavano lugubremente di quel fischio lamentoso ed angosciante del beeper , un suono lacerante che si spandeva intorno come un suono di morte.
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Arrivammo in un altro bosco , dall’altra parte della valle , e che io sapevo bene chiuso alla caccia.Più volte durante il giorno la mia fata trovò spazi di buon terreno per mangiare
. Poi subito a sera volò alta , con me accanto, superando ancora monti e boschi e valli sino a che ci apparvero inconfondibili le luci di Roma e delle sue strade e autostrade tutt’intorno e poi le luci del grande aeroporto : solo allora la mia fata volò più in basso sino ai boschi non lontani dalla riva del mare . Eravamo a casa , la nostra “ casa d’inverno “ .
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