Ali settembre 2013 Periodico della Lipu - Anno 48 n. 3 - Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 – CN/PR. Contiene I.R
settembre 2013
Aboliamo i richiami vivi!
L’agricoltura che vorremmo
Dossier rete Natura 2000
la rivista del Socio Lipu Lipu Ente Morale riconosciuto con D.P.R. n. 151 del 6/2/85 pubblicato sulla G.U. n. 99 del 27/4/85 O.N.L.U.S (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale D.L.g.s. 460 del 4/12/97) Presidente Fulvio Mamone Capria Vicepresidenti Lorenzo Borghi Paola Lodeserto Giunta esecutiva Rino Esposito Riccardo Ferrari Michele Mendi Consiglieri Stefano Allavena Lorenzo Borghi Stefano Costa Rino Esposito Riccardo Ferrari Simona Imperio Paola Lodeserto Danilo Mainardi Fulvio Mamone Capria Michele Mendi Mario Pedrelli Filomena Petruzzi Angelo Scuderi Giuliano Tallone Aldo Verner Collegio dei Probiviri Luigi Bertero Luca Fanelli Tomaso Giraudo Collegio dei Revisori dei Conti Giovanni Massera Giorgio Picone Massimo Trasatti Direttore generale Danilo Selvaggi Direttore Conservazione Claudio Celada Relazioni Istituzionali Danilo Selvaggi Segreteria Miranda Lupo (Assistente di Direzione) Boris Pesci Maria Cecilia Caruso Ufficio Stampa Andrea Mazza Soci e Donatori Rossana Bigliardi Promozione Maristella Filippucci Oasi e Riserve Ugo Faralli Specie e ricerca Marco Gustin Agricoltura Patrizia Rossi Ecologia urbana Marco Dinetti Coordinamento Antibracconaggio, Guardie ecologiche e venatorie volontarie Aldo Verner Coordinamento Ufficio Legalità ambientale Rino Esposito Amministrazione Cinzia Dal Cielo Volontariato e Progetti Massimo Soldarini Educazione e Formazione Chiara Manghetti IBA e Rete Natura 2000 Giorgia Gaibani
settembre 2013 PRIMO PIANO 4 Una riforma che non ci piace Dossier 6 Natura sotto scacco 8 Dal mondo Lipu progetto fedeltà 10 Una passione senza tempo assemblea 2013 12 La nostra missione Campagna richiami vivi 15 Imprigionati, legati, accecati, mutilati legalmente 16 Cosa stiamo facendo, cosa faremo 18 Racconti di libertà Conservazione 19 Eolie, allarme falco della regina BirdLife International 20 Il mondo siamo noi Ecologia Urbana 22 Pericolo di vetro Progetti 24 Ladri di natura Oasi 26 Benvenuta Benevento! 28 Emporio 29
Dal 1994 la Lipu è il partner italiano di BirdLife International, il grande network che riunisce oltre 100 associazioni per la protezione degli uccelli in tutto il mondo. www.birdlife.org
La rubrica di Danilo Mainardi Pescatore conto terzi
Bacheca 30 Voli liberi! 31 Faccio festa con la Lipu Seguici su
Direttore Responsabile Fulvio Mamone Capria Coordinamento redazionale Andrea Mazza Comitato di Redazione Rossana Bigliardi Claudio Celada Marco Dinetti Ugo Faralli Maristella Filippucci Giorgia Gaibani Marco Gustin Andrea Mazza Sara Orlandi Patrizia Rossi Danilo Selvaggi Direzione, redazione e amministrazione Lipu, via Udine 3/A 43122 Parma Tel. 0521 27.30.43 Fax 0521 27.34.19 www.lipu.it info@lipu.it Progetto grafico e impaginazione Tracce - Modena www.tracce.com Stampa Graphiscalve srl Bergamo Numero chiuso in redazione 2 settembre 2013 Autorizzazione Tribunale di Parma n. 622 del 13/09/80
Ali è stampato su carta riciclata Charisma Silk delle Cartiere Steinbeis, certificata dal Ministero dell’Ambiente tedesco con il marchio ecologico “Angelo Blu”, ed è confezionato con d2w ® in plastica biodegradabile, non eco-tossico, che non provoca bio-accumulazione di sostanze nocive. Getta la confezione di Ali con gli altri materiali plastici nella raccolta differenziata, verrà riciclata. Grazie!
Le quote Lipu Ordinario € 25 Sostenitore € 35 Benemerito € 65 Special € 170 Club Grandi Amici della Lipu € 500 Junior (0-14 anni) con ALI junior € 18 Giovanile (15-18 anni) con ALI € 18 Socio Famiglia ordinario € 40 Socio Famiglia sostenitore € 55 Classe scolastica € 25 Classe di Natura (con pacco didattico) € 35
I pagamenti delle quote associative e delle donazioni possono essere effettuati tramite: • conto corrente postale n. 10299436 intestato a Lipu Onlus Parma • carta di credito telefonando all'Ufficio Soci tel. 0521/1910777 • tramite bonifico bancario IT50L0103012705000063298108 • on line sul sito www.Lipu.it • presso le Sezioni, Oasi e Centri Lipu • Le donazioni alla Lipu sono deducibili dalla dichiarazione dei redditi, come stabilisce la legge sulle Onlus (460/97). In copertina: Garzetta - Maurizio Ravasini
4 ■ primo piano di Patrizia Rossi, responsabile Agricoltura Lipu J.Cecere
Una riforma che non ci piace Delude la nuova Politica agricola comune varata a Bruxelles: manca una vera svolta “verde” che tuteli ambiente e biodiversità. E intanto la crisi del settore si aggrava
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i pensava a una svolta, in questi tempi di crisi. Un nuovo modello agricolo che premiasse le produzione di cibo sano, la tutela dell’ambiente e nuove possibilità di occupazione per i giovani. E invece la delusione è molta dopo il varo, lo scorso 25 giugno, della tanto attesa riforma della Politica agricola comune. Una Pac che negli scorsi decenni ha sostenuto a lungo produzioni intensive ad alto impatto ambientale, causando una grave crisi di biodiversità, secondo una politica che, alla lunga, non ha saputo nemmeno garantire la tenuta economica delle stesse aziende che avrebbe dovuto tutelare. Le quali, nell’ultimo decennio, sono state spinte dalla crisi sull’orlo del baratro: meno 32% di aziende in Italia (-25% in Europa) e redditi nazionali giù del 25% (-12% in Europa).
Se l’economia piange, la biodiversità non sorride L’attività agricola intensiva impoverisce l’ecosistema agricolo per vari motivi: per l’uso eccessivo di prodotti fitosanitari sintetici, perché distrugge gli elementi naturali come le siepi, gli stagni e i boschetti; e perché sostituisce le colture estensive (come i prati da sfalcio e i pascoli) con quelle intensive (le serre, ad esempio). Alcuni habitat agricoli importanti per l’ambiente sono minacciati da un fenomeno
opposto: l’abbandono delle zone più difficili da coltivare sulle nostre montagne. Le campagne italiane sono minacciate
Averla piccola, L.Sebastiani-www.birds.it
primo piano ■ 5
Stiaccino - L.Sebastiani
LA CRISI DI ALLODOLA, CALANDRELLA & C.
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hi frequenta le Alpi avrà senz’altro avuto modo di osservare lo stiaccino, un migratore che dall’Africa si sposta nei nostri territori per nidificare. La sua presenza è minacciata dalle bonifiche agricole effettuate nei fondovalle e al rimboschimento naturale dei pascoli abbandonati in quota; la specie è calata, nel periodo 2000-2012, del 21% (dati Rete rurale nazionale e Lipu 2013). Lo stiaccino fa parte di quelle specie che vivono nei prati e pascoli di montagna e che purtroppo risultano in grave crisi, come il beccafico (-39%) e la cesena (-47%). Sono molte le specie che soffrono le trasformazioni dell’habitat agricolo: negli ambienti pseudosteppici mostrano una diminuzione l’allodola (-39%) e la calandrella (-22%). Così come in difficoltà sono quelle specie legate agli ambienti agricoli più diversificati, cioè ricchi di elementi seminaturali quali siepi e boschetti: l’averla piccola è precipitata del 42%, l’averla capirossa dell’80% e il saltimpalo del 56%.
anche da fattori esterni all’attività agricola come il consumo di suolo, che negli ultimi sessant’anni ha causato l’urbanizzazione, in Italia, di un milione e mezzo di ettari dei terreni più fertili.
La riforma della Pac: un’occasione mancata La Pac concede oltre 50 miliardi di euro all’anno agli agricoltori europei (7,4 miliardi a quelli italiani) perché l’agricoltura è un settore primario che produce il nostro cibo e perché si ritiene che sia importante anche per la tutela dell’ambiente e la prevenzione del dissesto. Dal modo in cui la Pac distribuisce i soldi dipende la qualità delle nostre campagne e dei cibi che mettiamo in tavola. La strada maestra che ci viene indicata dagli scenari attuali è di puntare in modo deciso sulla diversificazione, la
sostenibilità e la multifunzionalità. La nuova riforma della Pac, approvata con una procedura di codecisione che, per la prima volta, ha visto coinvolti Consiglio europeo, Parlamento europeo e Commissione europea (il cosiddetto “trilogo”), può essere considerata secondo molti come una riforma verde. Ma è veramente
La Lipu e la Pac
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così? Agricoltura biologica, prodotti a chilometro zero, agricoltura sociale, benessere degli animali allevati, tutela delle acque, biodiversità: la nuova Pac riuscirà a favorire tutto questo? Qualche elemento positivo di novità effettivamente è stato introdotto, ma il giudizio complessivo della Lipu sulla nuova Pac è negativo, perché si confermano i sussidi all’agricoltura industriale e i vecchi privilegi senza introdurre vere innovazioni per rendere le nostre imprese agricole più competitive e sostenibili da un punto di vista ambientale ed economico. Ancora una volta si è persa un’occasione storica di cambiamento. Tali e tante sono le deroghe e le esenzioni che anche le poche novità positive sono state svuotate di significato. Emblematico è il caso il cosiddetto “pagamento ecologico”: per ottenere questo sussidio è previsto, tra gli altri requisiti, l’obbligo di riservare alla natura una porzione di terreno (per esempio mettendo a riposo un terreno, creando un’area umida o tutelando boschi e siepi). Ebbene, tutte le aziende sotto i 15 ettari di estensione (il che significa l’85% del totale) saranno esentate dal rispetto di questo requisito, e potranno dunque incassare il pagamento ecologico senza portare benefici agli uccelli e alla biodiversità. La partita però non è ancora chiusa. Resta da definire l’importante programmazione nazionale e regionale dei tre miliardi l’anno dello sviluppo rurale. La Lipu farà sicuramente la sua parte. J.Cecere
gli uccelli
a Lipu si occupa da molti anni di Politica agricola comune: in ambito europeo con BirdLife Europe e gli altri partner europei mentre in Italia, da settembre 2012, grazie a un coordinamento formato da 14 associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica, tra cui Aiab, Firab, Slow Food, Wwf, Fai e Legambiente, con lo scopo di elaborare proposte per la riforma della Pac.
6 ■ DOSSIER di Giorgia Gaibani, responsabile Iba e rete Natura 2000 Lipu
Natura sotto scacco G. Pamio
Lipu e Wwf hanno inviato alla Commissione europea un dossier per denunciare il degrado dei siti di rete Natura 2000 in Italia. E chiedono l’apertura di una procedura d’infrazione contro il nostro Paese
no essere provocati sull’ambiente (vedi box alla pagina successiva), e che ha spinto Lipu e Wwf a presentare un dossier di denuncia alla Commissione europea. Secondo le due associazioni, tale modo di operare ha portato alla devastazione di siti importanti per la tutela di specie e habitat di interesse comunitario, aree di speciale bellezza, fondamentali per la salute e il benessere delle persone. Sono tristemente eloquenti le immagini di quanto è successo in alcuni siti della rete Natura 2000 del
PRIMA
Il taglio della vegetazione effettuato nel Sic “Parco della Magra Vara”
Friuli-Venezia Giulia (i loro codici: Zps IT3341002 e Sic IT3340006), della Liguria (Sic IT1343502, evidenziato nelle foto qui sotto), della Campania (Sic IT9110002), e in pressoché tutte le altre Regioni italiane. Ma ai tagli non selettivi effettuati lungo le rive dei corsi d’acqua si aggiungono, nei siti Natura 2000, molti altri interventi che vengono realizzati senza alcuna valutazione dei danni che essi provocano sugli habitat e sulle specie di interesse comunitario per cui Zps e Sic sono stati designati: interventi dopo
D.Barcellone
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a chiamano “pulizia dei fiumi”, e parlano di “messa in sicurezza dei corsi d’acqua”. In realtà, nella maggior parte dei casi, sono solo tagli drastici della vegetazione, condotti in modo non selettivo e senza che questo porti un reale miglioramento della funzionalità idraulica dei fiumi stessi. Un modo nefasto di operare che ha portato alla distruzione, in Italia, di numerosi siti della rete Natura 2000, quasi sempre senza una preventiva valutazione dei danni che posso-
DOSSIER ■ 7
L’
CHE COS’è LA VALUTAZIONE D’INCIDENZA
art. 5, comma 3, del Dpr 357/97 come modificato, stabilisce che i piani e i progetti che potrebbero avere un impatto negativo su un sito della rete Natura 2000 devono preventivamente essere sottoposti a una Valutazione di incidenza con l’obiettivo di individuare, in maniera esaustiva, tutti gli impatti potenziali del piano o del progetto che potrebbero rivelarsi significativi per il sito, con riferimento agli obiettivi di conservazione dell’area tutelata e alla coerenza globale della rete Natura 2000. Questo per garantire l’equilibrio tra la difesa della biodiversità e le attività antropiche all’interno dei Sic e delle Zps. di speculazione edilizia, distruzione di habitat (come gli incolti e i prati stabili o come gli ambienti steppici della Puglia e della Sardegna) con lo scopo di convertirli in coltivazioni agricole intensive, o addirittura interventi di manutenzione e di gestione dei siti Natura 2000 che non tengono conto degli obiettivi per cui il sito è stato designato. E ancora impianti eolici e fotovoltaici realizzati distruggendo protetti dall’Unione europea o habitat fondamentali per la sopravvivenza di specie importanti, come il capovaccaio. E molto altro ancora. Ciò ha fatto sì che habitat tutelati dalla Ue siano andati distrutti e specie vegetali e animali danneggiati, e ampie superfici naturali e seminaturali siano state cementificate con danni incalcolabili alla biodiversità, agli ecosistemi e ai servizi ecosistemici. Gli ecosistemi degradati perdono infatti la loro capacità di fornire tutti quei servizi da cui dipende il benessere delle persone, come la purificazione dell’acqua e dell’aria inquinate, o l’impollinazione
dei fiori, la protezione da inondazioni e tempeste, o il mantenimento di un clima stabile sulla terra. Un triste esempio: nei siti Zps ITA070029 “Biviere di Lentini, tratto mediano e foce del fiume Simeto e area antistante la foce” e Sic ITA070001 “Foce del Fiume Simeto e Lago Gornalunga”, alcuni interventi realizzati senza una corretta valutazione di incidenza, hanno portato alla diminuzione del 70% della popolazione di moretta tabaccata e del 60% della popolazione di pollo sultano e, inoltre, alla scomparsa del tarabusino. La crisi economica attuale sta incentivando la spinta ad approvare sempre e comunque la realizzazione di nuove infrastrutture, ignorando gli impatti ambientali o trattandoli in modo superficiale. Il perdurare di questo modus operandi porterà presto ad un’irreversibile irreversibile perdita di coerenza della rete Natura 2000 in Italia. Per fermare il depauperamento dei siti della rete Natura 2000, la Lipu e il
Pollo sultano - F.Cilea
Wwf hanno inviato alla Commissione europea un dossier (scaricabile alla pagina http://www.Lipu.it/news/ no.asp?1526) chiedendo che venga aperta una procedura di infrazione contro l’Italia per il pieno rispetto della direttiva Habitat. Il dossier di Lipu e Wwf, presentato pubblicamente a Roma lo scorso 6 giugno, rappresenta il primo caso di ‘denuncia orizzontale’ riguardante la rete Natura 2000 in Italia, vale a dire una denuncia che riguarda non un singolo sito, ma la quasi totalità della rete. Affinché la nostra biodiversità possa essere, questa volta veramente, e non solo a parole, messa in sicurezza.
Moretta tabaccata - M. Bonora
TROVA SUL WEB I SITI RETE NATURA 2000
I
n Italia la rete Natura 2000 è costituita da 2.299 Sic, 27 dei quali sono stati già designati come Zsc, e 609 Zps. Questi siti comprendono sia ambienti completamente naturali che ambienti seminaturali (come le aree ad agricoltura tradizionale, i pascoli, ecc.) situati, talvolta, a poca distanza dai centri abitati. È possibile che le persone abitino all’interno o in prossimità di un sito della rete Natura 2000 senza saperlo. Per capire dove essi si trovano si può consultare il sito web dell’Unione europea http:// natura2000.eea.europa.eu/# o il sito Geoportale Nazionale http:// www.pcn.minambiente.it/viewer/ index.php?project=natura
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