Scuola di Architettura Corso di Laurea Magistrale in Pianificazione e progettazione della cittĂ e del territorio
Corso di Piani e progetti per il paesaggio
REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA NEL MONTALBANO Docente: Prof.ssa Daniela Poli Tutor: Monica Bolognesi, Gabriella Granatiero, Alexander Palummo
Studentesse: Barbara Esposto Francesca Tommasoni Sara Trevisan
A.A. 2016/2017 Settembre 2017
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2 . Inquadramento storico 3 . Inquadramento del problema 4 . Reintroduzione della policoltura
ARTICOLAZIONE DEL LAVORO
1 . Quadro conoscitivo
[1] QUADRO CONOSCITIVO
QUADRO CONOSCITIVO
Montalbano è una diramazione dell’Appennino Tosco Emiliano, estesa per circa 16000 ettari che funge da spartiacque tra due ampie pianure, la Pianura Pistoiese-Fiorentina e la Val di Nievole. Si tratta di un crinale non alto (la quota massima è 644 m, l’andamento medio della dorsale oscilla attorno ai 500 m) ma continuo, orientato da nord-ovest a sud-est. Il lato di ponente è più soleggiato, protetto dal vento del nord e riceve i venti di mare, qui il clima è mite; il lato di levante è più ombroso e umido, più freddo d’inverno e molto afoso d’estate.
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4
3
2
1
QUADRO CONOSCITIVO
Caratteri geologici
4
3
2
1
QUADRO CONOSCITIVO
Pedologia
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3
2
1
QUADRO CONOSCITIVO
Pedologia
QUADRO CONOSCITIVO
Pedologia 4 3 Fonte: Database pedologico regione Toscana
2 1
QUADRO CONOSCITIVO
Confronto usi del suolo
USO COPERTURA DEL SUOLO 1954
4 3 2 Fonte: rielaborazione Uso e copertura del suolo Regione Toscana 2013
1
QUADRO CONOSCITIVO
Confronto usi del suolo
USO COPERTURA DEL SUOLO 2013
4 3 2 Fonte: Uso e copertura del suolo Regione Toscana 2013
1
USO E COPERTURA DEL SUOLO 2013
BOSCO E AREE NATURALI AREE PRODUTTIVE AGRICOLE E ARBOREE
AREE URBANIZZATE
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3
2
1
QUADRO CONOSCITIVO
Confronto usi del suolo
USO E COPERTURA DEL SUOLO 1954
QUADRO CONOSCITIVO
Dato ARTEA luglio 2016
Aziende e offerta aziende
Uso del suolo aziendale 2016
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Dato ARTEA luglio 2016
Dato ARTEA luglio 2016
QUADRO CONOSCITIVO
Aziende biologiche 2016
Aziende e offerta aziende
Consistenza aziendale 2016
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QUADRO CONOSCITIVO
Dato al LUGLIO 2016 Potenziale
Aziende e offerta aziende
CALCOLO OFFERTA PRODUZIONE AGROALIMENTARE AZIENDA ARTEA
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4
3
2
1
QUADRO CONOSCITIVO
Quantificazione della domanda
QUADRO CONOSCITIVO
Quantificazione della domanda
Dato nazionale (Italia)
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3
2
1
QUADRO CONOSCITIVO
T/anno
Bilancio domanda-offerta
CONFRONTO DOMANDA – OFFERTA attuale Potenziale
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PRODUZIONE ORIENTATA AL MERCATO ESTERNO DOVE FANNO DA PADRONE LA PRODUZIONE OLIVICOLA E VITIVINICOLA
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[2] INQUADRAMENTO STORICO
4
3
2 1
QUADRO CONOSCITIVO
Morfotipi percettivi territoriali
4
3
2 1
QUADRO CONOSCITIVO
Struttura economica del 1800
4
3
2 1
QUADRO CONOSCITIVO
Morfologie agricole del 1800
Uso del suolo 1830 (Catasto leopoldino)
Volo Gai 1954
Schema morfologia
QUADRO CONOSCITIVO
In pianura troviamo i campi sistemati a prode o alla toscana, caratterizzati da tre elementi: • la figura geometrica rettangolare • l’affossatura profonda di natura permanente che circonda il campo, costituita dalle scoline • i filari delle colture arboree e arbustive, disposti sulle prode del campo; al centro crescevano i cereali. (Pazzagli)
Funzionamento delle morfologie
LAVORATIVO ARBORATO SU AREE PIANEGGIANTI E PIANI ONDULATI
Lavorativo Lavorativo olivato Lavorativo vitato olivato Lavorativo vitato pioppato Lavorativo vitato olivato pioppato Pastura
Stralcio cartografico
Stralcio Carta Touring Seminativo arborato Seminativo asciutto Oliveto Vigneto Bosco promiscuo Edifici e strade al 1954
4 Seminativo arborato asciutto Seminativo asciutto Bosco d’alto fusto Vigneto - Oliveto
3 2 1
QUADRO CONOSCITIVO
Funzionamento delle morfologie
Inserimento foglio CHIESA NUOVA (Monsummano Terme) su OFC 1954
4 3 2 1
Uso del suolo 1830 (Catasto leopoldino)
Volo Gai 1954
Schema morfologia
QUADRO CONOSCITIVO
Come in pianura, anche sulle colline i poderi sono tutti coltivati a olivi, viti, aceri oppi e frutti, generalmente in linee perpendicolari, secondo la direzione naturale del corso d’acqua. Nella Toscana mezzadrile, nei più diversi terreni, giaciture e pendenze, si può trovare il classico campo toscano vitato, olivato pomato. Da tutte le parti lo circondano filari di olivi, di viti, di olivi alternati ad alberi da frutto, di gelsi. (Pazzagli)
Funzionamento delle morfologie
LAVORATIVO ARBORATO SU COLLINE MORBIDE
Lavorativo Lavorativo vitato olivato Lavorativo vitato pioppato Pastura
Stralcio cartografico
Stralcio Carta Touring Seminativo arborato Seminativo asciutto Oliveto Vigneto Bosco d’alto fusto Edifici e strade al 1954
4 Seminativo arborato asciutto Seminativo asciutto Bosco d’alto fusto Vigneto - Oliveto
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QUADRO CONOSCITIVO
Funzionamento delle morfologie
Inserimento foglio CERRETO GUIDI su OFC 1954
4 3 2 1
Uso del suolo 1830 (Catasto leopoldino)
Volo Gai 1954
Schema morfologia
QUADRO CONOSCITIVO
Si tratta di una sistemazione collinare intensiva ‘a superficie divisa’, consistente in pianori orizzontali lunghi e stretti, sorretti da muri a secco, realizzati con pietre presenti in situ, nel substrato del macigno. Agli inizi dell’Ottocento si diffuse l’uso di seminare ai piedi degli ulivi segale, avena, orzo e grano. (Pazzagli)
Funzionamento delle morfologie
OLIVETI SU TERRAZZI FORMATI DA MURI A SECCO
Lavorativo Lavorativo olivato Lavorativo vitato olivato Lavorativo vitato pomato
Stralcio cartografico
Stralcio Carta Touring Seminativo arborato Seminativo asciutto Oliveto Vigneto Bosco d’alto fusto Bosco ceduo Edifici e strade al 1954
4 Seminativo arborato asciutto Seminativo asciutto Bosco d’alto fusto Vigneto - Oliveto
3 2 1
QUADRO CONOSCITIVO
Funzionamento delle morfologie
Inserimento foglio VITOLINI (Vinci) su OFC 1954
4 3 2 1
Uso del suolo 1830 (Catasto leopoldino)
Volo Gai 1954
Schema morfologia
QUADRO CONOSCITIVO
Le scarse pendenze e la minore rilevanza delle forre di incisione hanno reso meno necessarie, nel versante orientale, laboriose sistemazioni. Anche la scarsità di pietre adatte ha contribuito a limitare l’uso di terrazzamenti con muri a secco in favore dei ciglioni inerbiti. (Baldeschi)
Funzionamento delle morfologie
OLIVETI SU TERRAZZI FORMATI DA CIGLIONI INERBITI
Lavorativo vitato Lavorativo vitato olivato Pastura
Stralcio cartografico
Stralcio Carta Touring Seminativo arborato Seminativo asciutto Oliveto Vigneto Bosco d’alto fusto Bosco ceduo Edifici e strade al 1954
4 Seminativo arborato asciutto Seminativo asciutto Bosco d’alto fusto Vigneto - Oliveto
3 2 1
QUADRO CONOSCITIVO
Funzionamento delle morfologie
Inserimento foglio CARMIGNANO su OFC 1954
4
3
2 1
QUADRO CONOSCITIVO
Fonte: Pazzagli C., L’agricoltura toscana nella prima metà dell’800
Sistemazioni dell’800
Sistemazione classica a prode
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QUADRO CONOSCITIVO
Fonte: Pazzagli C., L’agricoltura toscana nella prima metà dell’800
Sistemazioni dell’800
Preparazione del terreno
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QUADRO CONOSCITIVO
Fonte: Pazzagli C., L’agricoltura toscana nella prima metà dell’800
Sistemazioni dell’800
Sistemazioni collinari
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QUADRO CONOSCITIVO
Fonte: Pazzagli C., L’agricoltura toscana nella prima metà dell’800
Sistemazioni dell’800
Viticoltura
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QUADRO CONOSCITIVO
Fonte: Pazzagli C., L’agricoltura toscana nella prima metà dell’800
Sistemazioni dell’800
Viticoltura
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QUADRO CONOSCITIVO
Fonte: Pazzagli C., L’agricoltura toscana nella prima metà dell’800
Sistemazioni dell’800
Olivicoltura
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QUADRO CONOSCITIVO
Fonte: Pazzagli C., L’agricoltura toscana nella prima metà dell’800
Sistemazioni dell’800
Olivicoltura
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[3] INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
Scala 1:15000
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
Cerreto Guidi
La perdita della policoltura
Confronto tra l’uso del suolo del 1800 e del 2013:
4 3 2 1
Scala 1:15000
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
Vitolini
La perdita della policoltura
Confronto tra l’uso del suolo del 1800 e del 2013:
4 3 2 1
Scala 1:15000
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
Carmignano
La perdita della policoltura
Confronto tra l’uso del suolo del 1800 e del 2013:
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Scala 1:15000
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
Chiesanuova
La perdita della policoltura
Confronto tra l’uso del suolo del 1800 e del 2013:
4 3 2 1
Scala 1:15000
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
Chiesanuova
La perdita della policoltura
Confronto tra l’uso del suolo del 1800 e del 2013:
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• Semplificazione della trama agraria
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
• Scomparsa dei seminativi arborati
La perdita della policoltura
Cosa si nota dall’analisi dalle variazioni degli usi del suolo:
• Specializzazione delle colture • Crescita dei centri urbani • Incremento del bosco, dovuta all’abbandono delle colture 4 3 2 1
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3 2
1
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
Sintesi delle criticità individuate
Consumo di suolo relativo all’urbanizzazione successiva agli anni ‘50 con margini prevalentemente di bassa qualità.
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
Direttrici di connettività ecologica interrotte o critiche.
Sintesi delle criticità individuate
Criticità idrogeologiche, esondazione, impoverimento e inquinamento degli acquiferi.
Tendenza alla conurbazione e alla saldatura dei varchi inedificati.
Scarsa manutenzione potenziale o in atto dei tessuti agricoli tradizionali. Processi di intensificazione delle attività agricole.
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INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
Sintesi delle criticità individuate
Scarsa manutenzione potenziale o in atto dei tessuti agricoli tradizionali del suolo: Abbandono e degrado dei terrazzamenti
CONSEGUENZE DELL’ABBANDONO DEI TERRAZZAMENTI: • • • • • • • • • •
Perdita della maglia agraria storica; Abbandono delle rotazioni tradizionali; Sistemazioni semplificate e intensivizzazione delle colture; Perdita di biodiversità; Perdita di paesaggio; Aumento del rischio idrogeologico; Aumento dei processi erosivi; Maggior dilavamento superficiale del terreno; Interruzione della rete ecologica; Aumento di esondazione dei corsi d’acqua.
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Tipi di sesto di impianto:
Disposizione delle piante nei sesti a quadrato, rettangolo, controsesto e quinconce, con una densità di 278 piante per ettaro per tutti i sesti.
Più la densità aumenta e più le piante devono essere attentamente gestite, sia per garantire il passaggio dei macchinari sia per incrementare il controllo dei parassiti, che con un ravvicinamento delle piante porta ad una maggiore esposizione ai danni.
In base al tipo di sesto le lavorazioni sono più o meno agevoli in senso longitudinale e trasversale. Tra gli impianti proposti, il controsesto offre una migliore esposizione alla luce.
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
Consiglio Oleicolo Internazionale, Tecniche di produzione in olivicoltura, 2007, Madrid
Sintesi delle criticità individuate
Processi di intensificazione delle attività agricole: Intensificazione oliveti
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Sottochioma: le gocce di acqua piovana aumentano di volume e acquistano energia, con aumento della capacità erosiva. Si consiglia di mantenere residui vegetali per ostacolare il problema.
Interfila: il passaggio ripetuto di
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
Problemi di erosione del terreno:
Sintesi delle criticità individuate
Consiglio Oleicolo Internazionale, Tecniche di produzione in olivicoltura, 2007, Madrid
macchinari tende a compattare il suolo e riduce i tassi di infiltrazione, oltre ad ostacolare lo sviluppo della copertura vegetale.
4
Più l’impianto è intensivo e più è richiesta la sua manutenzione quindi le criticità legate all’erosione si amplificano.
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Consiste nella disposizione dei filari secondo le linee di massima pendenza, soprattutto nei suoli a tessitura argillosa. Si adottano lunghezze di 60-80m per pendenze notevoli (2030%) e di 100-200m per pendenze modeste (5-10%).
Foto: Azienda agricola ‘Grappina’ (Vinci)
Struttura dell’impianto: Per il tracciamento dei sesti di impianto è importante decidere le distanze a cui porre le piante in quanto una volta cresciute è molto difficile modificarle, tenendo presente la possibilità di introdurre la meccanizzazione, oggi fondamentale.
Schema di impianto vigneto GUYOT (Comavit)
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
Renzo Landi, Sistemazioni idraulico-agrarie, in Italia Atlante dei tipi geografici, Istituto Geografico Militare, 2004
Sintesi delle criticità individuate
Processi di intensificazione delle attività agricole: Sistemazione a rittochino
Si crea un’invariante sul paesaggio sulla quale è difficile intervenire a posteriori.
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- Si evita il ribaltamento della terra verso valle - Si evita il ribaltamento del trattore - Favorisce il deflusso superficiale veloce
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
Vantaggi:
Sintesi delle criticità individuate
Renzo Landi, Sistemazioni idraulico-agrarie, in Italia Atlante dei tipi geografici, Istituto Geografico Militare, 2004
Processi di intensificazione delle attività agricole: Sistemazione a rittochino
Criticità: - Predisposizione all’erosione per ruscellamento con formazione di profonde escavazioni - Il problema è amplificato nei terreni senza cotica erbosa (perché diserbati o lavorati frequentemente) in cui sono maggiori le asportazioni di terreno in seguito a precipitazioni concentrate
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SCHEDA DI AMBITO DI PAESAGGIO AMBITO 6: Firenze-Prato-Pistoia
Criticità individuata: diffusione di colture specializzate, che, sebbene in generale abbia contribuito ad arginare fenomeni di abbandono, ha determinato in alcuni casi, per impianti vitivinicoli di grande estensione e con ridisegno integrale della maglia agraria, la semplificazione eccessiva della stessa con la riduzione del corredo vegetazionale e la rimozione della rete di infrastrutturazione rurale esistente, con conseguente riduzione dei valori paesaggistici. Obiettivo 3: “preservare i caratteri paesaggistici della montagna e della collina, conservare i suoli agricoli”
Obiettivo 2: tutelare e valorizzare l’identità agro-paesaggistica della fascia collinare che circonda la Piana e il significativo patrimonio insediativo, connotato da nuclei storici, villefattoria ed edilizia colonica sparsa, storicamente legato all’intenso utilizzo agricolo del territorio
PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2014-2020
Da esso deriva il Progetto integrato territoriale (Pit), che consente di presentare un progetto di natura strategica, promosso da un partenariato locale pubblico-privato e finalizzato a sostenere un ambito territoriale delimitato, riguardante specifiche tematiche che richiedono un’azione collettiva.
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
SCHEDA DI AMBITO DI PAESAGGIO AMBITO 5: Valdinievole e Valdarno inferiore
Normativa di riferimento attuale
Lettura degli strumenti urbanistici e regolamenti:
Il progetto di reintroduzione della policoltura nel Montalbano coinvolge tre di queste tematiche: • •
•
dissesto idrogeologico, attraverso il recupero dei terrazzamenti e del loro importante ruolo in questo senso; biodiversità, attraverso il ripristino della policoltura e l’introduzione di siepi e filari, introducendo buone pratiche agricole agroecologiche; paesaggio, ripristinando il mosaico agrario della coltura promiscua.
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SCHEDA DI AMBITO DI PAESAGGIO AMBITO 6: Firenze-Prato-Pistoia
Obiettivo 3:
Obiettivo 2:
• 3.5 – perseguire, ove possibile, la permanenza delle colture tradizionali nell’intorno paesistico dei centri collinari e lungo la viabilità di crinale, e di un mosaico agrario morfologicamente articolato e complesso, favorendo il mantenimento e lo sviluppo di un’agricoltura innovativa che coniughi competitività economica con ambiente e paesaggio; • 3.6 – favorire, nei vigneti di nuova realizzazione o reimpianti, l’interruzione della continuità della pendenza anche tramite l’inserimento di opere di sostegno dei versanti e promuovere la realizzazione di una rete di infrastrutturazione ecologica e paesaggistica articolata e continua; • 3.7 – promuovere la conservazione degli oliveti, collocati in particolar modo sui versanti del Montalbano.
• 2.1 – salvaguardare il paesaggio agricolo collinare fiorentino, caratterizzato tra l’altro da un complesso mosaico di colture agrarie in particolare nelle colline che vanno dal versante orientale del Montalbano (Quarrata, Carmignano) fino a quelle a sud di Firenze.
PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2014-2020
Da esso deriva il Progetto integrato territoriale (Pit), che consente di presentare un progetto di natura strategica, promosso da un partenariato locale pubblico-privato e finalizzato a sostenere un ambito territoriale delimitato, riguardante specifiche tematiche che richiedono un’azione collettiva.
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
SCHEDA DI AMBITO DI PAESAGGIO AMBITO 5: Valdinievole e Valdarno inferiore
Normativa di riferimento attuale
Lettura degli strumenti urbanistici e regolamenti:
Il progetto di reintroduzione della policoltura nel Montalbano coinvolge tre di queste tematiche: • •
•
dissesto idrogeologico, attraverso il recupero dei terrazzamenti e del loro importante ruolo in questo senso; biodiversità, attraverso il ripristino della policoltura e l’introduzione di siepi e filari, introducendo buone pratiche agricole agroecologiche; paesaggio, ripristinando il mosaico agrario della coltura promiscua.
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Regolamento (CE) n. 1244/2001 del Consiglio Organizzazioni comuni di mercato (OCM) → misura di sostegno: concedono pagamenti diretti agli agricoltori.
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
Regimi di sostegno dei mercati agricoli all’interno della PAC, disciplinati dal
Normativa di riferimento attuale
Lettura degli strumenti urbanistici e regolamenti:
Il regolamento stabilisce norme orizzontali, applicabili alle diverse OCM, che promuovono l'integrazione di considerazioni ambientali e dell'occupazione nella politica di concessione di aiuti diretti degli Stati membri. Sono oggetto del regolamento le seguenti OCM: seminativi, fecola di patate, cereali, olio d'oliva, legumi da granella, lino, canapa, baco da seta, banane, uve secche, tabacco, sementi, luppolo, riso, carni bovine, latte e prodotti lattierocaseari, ovini e caprini.
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l’introduzione di consociazioni (policoltura). • Non sono definite norme tecniche di attuazione che indirizzino effettivamente le aziende e i privati alla reintroduzione della policoltura.
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
• Non sono previsti finanziamenti/contributi per
Normativa di riferimento attuale
Problematiche degli strumenti e regolamenti attuali
• Poca chiarezza nelle disposizioni di ricevimento dei contributi nel caso di adozione di tecniche innovative e sostenibili per la gestione delle produzioni colturali.
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[4] REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Utilizzo dell’uso del suolo aziendale ARTEA 2016
Studio delle colture possibili sul territorio
Prontuari (p.e. in ‘metodi di valutazione del suolo e delle terre’ c’è un elenco delle colture adatti ai territori toscani)
Studio dai manuali e dai prontuari
Criticità idro-geopedologiche (PIT)
‘Scrematura’ dei raggruppamenti di colture
Si mantengono solo le colture che non influiscono o influiscono positivamente sui rischi idro-geo-morfologici.
Si ottengono delle consociazioni che rispondono ai capisaldi dell’azione sul territorio: - economia - qualità - struttura
Si assegnano le colture individuate ai suoli, in base a TESSITURA e REAZIONE DEI SUOLI (pH) In base alle esigenze delle colture stesse
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Studio delle colture presenti sul territorio
Idoneità dei suoli potenziale
Studio delle caratteristiche dei suoli e delle colture
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Idoneità dei suoli potenziale
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Idoneità dei suoli potenziale
0-35%
Uso del suolo 2013
Estrazione degli spazi con usi compatibili con la coltivazione
Dimensione minima utilizzabile
500 mq
Aree idonee alla coltivazione
4 3 Carta delle consociazioni potenziali delle colture Suddivisione in macrogruppi
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Pendenze
Consociazione potenziali colture
IdoneitĂ dei suoli
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1
REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Consociazione potenziale colture
Legenda
[4] REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA 1. Base teorica
Gli agroecosistemi a compatibilità ambientale dovrebbero fondarsi sulle capacità di
autorganizzazione, autocontrollo e automantenimento, mutuando la loro struttura da quella dei sistemi naturali, dove a maggiore diversificazione biologica (numero di specie
presenti) e strutturale (pluristratificazione e continuità temporale della vegetazione)
corrisponde maggiore capacità produttiva e stabilità. Il primo requisito per garantire un elevato grado di automantenimento è conservare
il suolo
e la sua fertilità. Il potenziamento della fertilità del suolo si realizza con l’agricoltura mista (coesistenza di colture e allevamenti animali) e anche con l’introduzione del prato poliennale
di leguminose, che crea i presupposti per una efficace prevenzione nei riguardi dello sviluppo delle erbe infestanti, della diffusione delle fitopatie e dei parassiti delle colture.
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Fonte: Caporali F., Campiglia E., Mancinelli R., Agroecologia, Teoria e pratica degli agroecosistemi
Base teorica
Agroecosistemi – Organizzazione e compatibilità ambientale
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Fonte: Caporali F., Campiglia E., Mancinelli R., Agroecologia, Teoria e pratica degli agroecosistemi
Base teorica
Agroecosistemi – Organizzazione e compatibilità ambientale
Consociazione delle colture Anche nell’ambito delle coltivazioni erbacee di piccola taglia, come cereali autunno – vernini (frumento duro, frumento tenero, orzo, avena, segale, triticale, farro), possono configurarsi situazioni favorevoli di consociazioni temporanee o permanenti con altre
specie, in genere leguminose, capaci di offrire vantaggi in termini di migliore utilizzazione delle risorse native, di aumento delle rese, riduzione degli input di energia ausiliaria e di più
generali benefici agroambientali. Da un punto di vista strettamente agronomico, l’effetto che maggiormente giustifica la consociazione è il conseguimento su una stessa superficie di una produzione superiore: si tratta di conseguire un miglior risultato produttivo attraverso la semplice associazione di biotipi appropriati, con disposizione e in proporzione relativa tali da consentire una più completa utilizzazione delle risorse native (spazio – suolo).
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Fonte: Caporali F., Campiglia E., Mancinelli R., Agroecologia, Teoria e pratica degli agroecosistemi
Base teorica
Agroecosistemi – Organizzazione e compatibilità ambientale
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Fonte: Caporali F., Campiglia E., Mancinelli R., Agroecologia, Teoria e pratica degli agroecosistemi
Base teorica
Agroecosistemi – Organizzazione e compatibilità ambientale
Consociazioni nel settore erbaceo: ruolo delle cover crops Nella monocoltura di mais possono essere traseminate leguminose foraggere, di limitata altezza a maturità (20-30 cm) allo scopo di controllare le infestanti e apportare azoto nel terreno. Una volta raccolto il mais, le leguminose possono permanere per il periodo
autunnale e invernale, prima di essere sovesciate al momento della preparazione del letto di semina per il mais successivo. Un altro tipo di consociazione può prevedere di intercalare a una o più file di una
coltura da granella, ad esempio un cereale autunno-vernino (frumento duro, frumento tenero, orzo, avena, segale, triticale, farro) una banda o striscia di
leguminosa foraggera, destinata a rimanere soda, cioè non lavorata: si ottengono vantaggi che spaziano dal controllo delle infestanti, all’apporto di sostanza organica e di azoto al terreno, al risparmio di energia sussidiaria per ridotte lavorazioni e trattamenti
concimanti e di difesa fitosanitaria. Il trifoglio sotterraneo seminato a bande alternate
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con bine di frumento e orzo si sviluppa assieme al cereale, occupando la nicchia
3
ecologica delle infestanti. Dopo la mietitura le file di cereale possono essere sostituite da
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file di mais irriguo, per ottenere un secondo raccolto, dalla resa ottimale grazie a una maggiore disponibilità di azoto minerale nel suolo rilasciato dalle leguminose.
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Fonte: Caporali F., Campiglia E., Mancinelli R., Agroecologia, Teoria e pratica degli agroecosistemi
Base teorica
Agroecosistemi – Organizzazione e compatibilità ambientale
Consociazioni per produzioni granellari Nel caso di consociazione per granella di colture primaverili estive (soia/sorgo e girasole/cece), il successo del sistema appare tanto più evidente quanto più i membri
manifestano esigenze differenziate nel tempo per le risorse limitanti comuni, nello specifico grazie a una differente precocità. Ad esempio l’accrescimento del cece si completa prima, dopo circa 100 giorni dalla semina, da questa data il girasole consociato può usufruire delle residue risorse ambientali senza competizione.
La corretta scelta del genotipo adatto alla consociazione (frumento duro/fava e frumento tenero/pisello) porta un incremento della produzione granellare rispetto alle omologhe colture pure.
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Fonte: Caporali F., Campiglia E., Mancinelli R., Agroecologia, Teoria e pratica degli agroecosistemi
Base teorica
Agroecosistemi – Organizzazione e compatibilità ambientale
Fonte: Caporali F., Campiglia E., Mancinelli R., Agroecologia, Teoria e pratica degli agroecosistemi
Vantaggi delle rotazioni La rotazione delle colture è una delle conquiste agronomiche di maggiore significato agli
2° anno Frumento
effetti pratici, implica infatti:
il mantenimento della fertilità dei suoli
la resa delle colture
Il controllo dei competitori diretti (fitofagi e fitopatogeni) e indiretti (erbe infestanti)
la diversificazione strutturale e funzionale dei componenti dell’agroecosistema e il suo grado di sostenibilità.
Nella logica della specializzazione degli agroecosistemi, il principio della rotazione è caduto in
1° anno Rinnovo
7° anno Frumento
3° anno Medica
4° anno Medica
disuso.
L’elemento più qualificante della rotazione è l’introduzione delle colture foraggere poliennali che porta a un migliore bilancio della sostanza organica nel terreno (ad esempio l’erba medica può permanere fino a quattro anni in rotazione, come
6° anno Medica
5° anno Medica 4 3
nella settennale Rinnovo-Frumento-Medica-Medica-Medica-Medica-Frumento). 2 1
REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Base teorica
Agroecosistemi – Organizzazione e compatibilità ambientale
Colture intercalari All’interno di una rotazione tra la raccolta di una coltura principale e la semina della successiva è possibile attuare in certi casi la coltivazione di specie a ciclo breve. Ad esempio a fine rotazione, tra la raccolta del cereale autunnovernino a luglio e la semina primaverile della coltura da rinnovo che riapre il ciclo, si può attuare una coltivazione intercalare invernale (esempio: senape bianca e trifoglio), che può essere sfruttata anche come sovescio.
Lavorazione del terreno La prassi dell’aratura autunnale profonda con la semina differita in primavera contrasta vistosamente con i
fondamentali principi agroecologici di coprire il suolo agrario per il maggior tempo possibile e di conservare energia
4
e materia nell’agroecosistema. L’aratura è una tecnica lenta e dispendiosa, oggi si propongono una serie di metodi alternativi alla prassi
3
consolidata dell’aratura profonda, al fine di arrecare il minimo disturbo al suolo.
2 1
REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Fonte: Caporali F., Campiglia E., Mancinelli R., Agroecologia, Teoria e pratica degli agroecosistemi
Base teorica
Agroecosistemi – Organizzazione e compatibilità ambientale
1 - Lavorazioni differite dalla semina La lavorazione a due strati viene realizzata attraverso una ripuntatura profonda (50-60 cm) con aratri leggeri, seguita da un’aratura superficiale (25-30 cm) con scarificatori. La ripuntatura fende il terreno rendendolo permeabile e facilmente penetrabile dalle radici delle colture, mentre evita il rimescolamento degli strati; l’aratura superficiale garantisce l’interramento e la concentrazione dei residui vegetali dove è più vantaggioso che avvengano i fenomeni di umidificazione e mineralizzazione. Questa tecnica di coltivazione permette di: aumentare la porosità del terreno favorire l’arieggiamento del suolo
migliorare l’infiltrazione dell’acqua
4
migliorare l’attività dei microrganismi del suolo
3
favorire l’azotofissazione
2
aumentare il processo di degradazione della sostanza organica. 1
REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Fonte: Caporali F., Campiglia E., Mancinelli R., Agroecologia, Teoria e pratica degli agroecosistemi
Base teorica
Agroecosistemi – Organizzazione e compatibilità ambientale
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Fonte: Caporali F., Campiglia E., Mancinelli R., Agroecologia, Teoria e pratica degli agroecosistemi
Base teorica
Agroecosistemi – Organizzazione e compatibilità ambientale
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Fonte: Caporali F., Campiglia E., Mancinelli R., Agroecologia, Teoria e pratica degli agroecosistemi
Base teorica
Agroecosistemi – Organizzazione e compatibilità ambientale
3 - Lavorazione
minima (minimum tillage): non si passa sul terreno con i normali aratri, ma impiegando soltanto degli erpici a dischi e/o a denti che hanno come scopo quello di rompere soltanto il cotico erboso superficiale in modo da creare dei solchetti dove poi potranno essere deposti i semi. Colture a strisce (strip cropping): è una tecnica impiegata nei terreni collinari per proteggerli dall’erosione e consiste nel lavorare e coltivare in senso ortogonale alla pendenza dell’appezzamento strisce alternate di colture diverse in modo da farle succedere in sequenza con le opportune rotazioni colturali. Nella rotazione vengono inserite piante che proteggono il terreno dall’erosione (leguminose e/o graminacee foraggere seminate fitte), assieme a colture da
reddito meno protettive (cereali). Molto efficace per pendenze comprese tra il 5 e il 15%; la larghezza delle strisce coltivate normalmente si aggira tra i 15 e i 45 cm. Può essere adottata anche laddove le lavorazioni vengono
eseguite ancora manualmente o mediante l’ausilio di animali, dove la dimensione aziendale è frammentata e di piccole dimensioni.
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Fonte: Caporali F., Campiglia E., Mancinelli R., Agroecologia, Teoria e pratica degli agroecosistemi
Base teorica
Agroecosistemi – Organizzazione e compatibilità ambientale
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Fonte: Convegno Internazionale “La Storia del paesaggio agrario italiano di Emilio Sereni cinquant’anni dopo”, Novembre 2011, Dott. Agronomo Alessandro Cantarelli.
Base teorica
Sistemazioni idraulico-agrarie
Per favorire l’emungimento del ristagno idrico da strati impermeabili una soluzione è rappresentata dal drenaggio tubolare sotterraneo (rete emungente di dreni), realizzato mediante tubi in PVC o PE rigido e microfessurato, inclinati in modo da garantire il deflusso dell'acqua verso i condotti collettori, sistema che può essere utilizzato sia in terre declivi che di pianura, generalmente applicato per colture ricche come le ortive o le arboree. Un valido sussidio al drenaggio sotterraneo, è dato dall’impiego dell’aratro talpa che effettua delle fessurazioni nel terreno (cunicoli entro il suolo), fino a una profondità di 70-80 cm, e consente di ottenere il drenaggio senza tubazioni. Questo tipo di intervento risulta essere molto più economico rispetto al precedente, ma la sua riuscita è fortemente condizionata dall’avere tracciato le gallerie nel momento in cui il terreno in superficie sia sufficientemente secco per favorire le fessurazioni, mentre in profondità risulti di un’umidità sufficiente per avere un’adeguata plasticità: in questo modo le gallerie possono durare anche 2-3 anni.
Erosione per “incisione” nel rittochino (a destra), assente nella porzione con solchi acquai (a sinistra)
4 GIRAPOGGIO per le fosse, RITTOCHINO per le unità colturali
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Nel caso della sistemazione a rittochino, si può ottenere un miglioramento della regimazione idrica superficiale mediante il tracciamento di solchi o fossi acquai. Le fosse possono essere sostituite da strade in contropendenza (strade fosso) con leggera pendenza trasversale verso monte, dove si trova una scolina capace di raccogliere e condurre le acque trasversalmente verso gli acquidocci; oltre alla funzione regimante agevolano l’accesso agli appezzamenti e quindi consentono una più economica gestione agronomica.
Base teorica
Fonte: Convegno Internazionale “La Storia del paesaggio agrario italiano di Emilio Sereni cinquant’anni dopo”, Novembre 2011, Dott. Agronomo Alessandro Cantarelli.
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Fonte: Paper online, Università di Milano Facoltà di agraria, 2009
Base teorica
Sistemazioni idraulico-agrarie
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Fonte: Convegno Internazionale “La Storia del paesaggio agrario italiano di Emilio Sereni cinquant’anni dopo”, Novembre 2011, Dott. Agronomo Alessandro Cantarelli.
Base teorica
Sistemazioni idraulico-agrarie
• • • • •
Si basa sul recupero e sulla reinterpretazione di antichi saperi contadini; Agricoltura di piccola scala dimensionata sull’economia familiare; È orientata all’autoconsumo e alla vendita diretta; Consente di mantenere fertile e arata la terra; Conferisce la diversità del paesaggio.
AGRICOLTURA BIOLOGICA: Sfrutta la naturale fertilità del suolo; Non si utilizzano fertilizzanti di sintesi ma solo naturali (come compost e letame); Punta a trasformare le aziende in un sistema agricolo autosufficiente; Punta a evitare l’inquinamento derivante dalle tecniche agricole; Punta a produrre alimenti di elevata qualità nutritiva. Per quanto riguarda l’allevamento, si punta a rispettare il benessere degli animali, evitando tecniche di forzatura della crescita; gli animali sono inoltre curati con tecniche omeopatiche limitando i medicinali convenzionali.
• • • • • •
PERMACULTURA: • •
Punta a progettare sistemi integrati, produttivi e sostenibili per il benessere dell’uomo; Si basa sull’armonia con la natura, preservando la fertilità dei suoli e la salute delle piante e degli animali.
COLTURA INTERCALARE: • •
•
Consiste nella coltivazione di piante a rapida crescita (graminacee, leguminose, trifoglio, girasole…) da interporre tra due colture principali; Il raccolto non è destinato alla rendita ma all’utilizzazione come foraggio. Comporta azioni positive sul terreno come il dissodamento, arricchimento di humus, protezione dall’erosione, aumento delle scorte di azoto nelle coltivazioni di leguminose.
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
AGRICOLTURA CONTADINA:
Base teorica
Adozione di pratiche agricole a basso impatto ambientale:
La food forest è un tipo di coltivazione multifunzionale che prende a modello l’ecosistema foresta (da qui il nome) e nel quale si coltivano piante da frutto e noci, piante da legno, ortaggi, aromi, fiori, erbe medicinali, fibre tessili, piante mellifere e tanto altro, in armonia con le necessità umane e della natura. Può essere realizzata in giardini e appezzamenti di qualsiasi grandezza. È una tecnica che in sé non è permacultura, ma viene utilizzata molto spesso perché imita l’ecosistema foresta, svolge molteplici funzioni e, se rivisitata e inserita correttamente, facilmente rispetta molti dei princìpi di progettazione in permacultura.
Hart, il pioniere di questa tecnica, ha proposto di “copiare” la natura e di sistemare le piante in sette livelli differenti in base alla loro altezza: 1) alberi di alto fusto (Chioma primaria) 2) alberi di media altezza (Chioma secondaria) 3) arbusti 4) erbacee 5) rizomatose 6) tappezzanti 7) rampicanti
Non devono necessariamente essere presenti tutti i sette livelli per avere una coltivazione di tipo food forest. La food forest permette di lavorare con la natura e non contro di essa, di ottenere un raccolto imitando l’ecosistema foresta e adottando soluzioni energeticamente efficienti. Può essere vista come una valida alternativa al frutteto familiare poiché ottimizza il materiale organico, l’acqua e i minerali offrendo una molteplicità di piante e di raccolti nell’arco dell’anno
Esempio di food forest su di un’area di 1200m2: • alberi: ontani (5), pero, melo, prugno, nespolo germanico, fico, mandorlo, ciliegio (2), asimina (3), ginkgo (3), tiglio (4) • arbusti: eleagnus x ebbingei (30), ginestra (30), noccioli (5), goji (12) • erbacee: asparagi (240), salvia (50), salvia ananas (35), origano (50), consolida (250), bamboo, dragoncello (5) • radici: aglio, cipolle, porri (350) • tappezzanti: fragole (70) • rampicanti: kiwi (3), viti (10), luppolo (1).
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
FOOD FOREST
Base teorica
Adozione di pratiche agricole a basso impatto ambientale:
[4] REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA 2. Misure di reintroduzione
•
consociazione e rotazione delle colture
•
introduzione di siepi e filari
•
adozione di lavorazioni a ridotto impatto sul suolo
4 3 2 Frutti 28% Cereali 72%
Frutti 20% Foraggio 80%
Frutti 19% Cereali 20% Vegetali 20% Legumi 20%
Cereali 70% Legumi 70% Frutti 30%
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Misure nella monocoltura a seminativo
Nella monocoltura a seminativo:
Nella monocoltura a seminativo: •
consociazione e rotazione delle colture
•
introduzione di siepi e filari
•
adozione di lavorazioni a ridotto impatto sul suolo
4 3 2 Cereali 33% Foraggio 33% Maggese 33%
Cereali 40% Vegetali 40%
Frutti 20% Legumi 20% Tuberi 20% Vegetali 20%
Frutti 100% Alternanza di specie Fioriture e produzioni alternate
Frutti 44% Legumi 56%
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Misure nella monocoltura a seminativo
PER IL PROGETTO
Puntone
Fosso Bagnolo
Baccane
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2
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Misure nella monocoltura a seminativo
Poggioni
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2
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Misure nella monocoltura a seminativo
Inserimento di siepi e filari a scopo multiplo Si tratta di ambienti di natura artificiale che si sviluppano generalmente lungo le linee di discontinuità del territorio rappresentate da confini di proprietà, rete viaria di servizio, corsi d’acqua naturali, canali irrigui, aree marginali o linee di separazione di aree funzionalmente diverse. Sono molto preziosi dal punto di vista naturalistico, infatti possono costituire un connettivo diffuso, una serie di piccoli corridoi e di piccole unità di habitat; svolgono inoltre molte altre funzioni: rallentano la velocità del vento, consolidano il terreno, producono legname e frutti, hanno interesse apistico, ospitano predatori di specie dannose ai raccolti, costituiscono fonti energetiche e riserve di anidride carbonica. Testo di riferimento: RETI ECOLOGICHE POLIVALENTI di Sergio Malcevschi
Inserimento di una Food Forest Una foresta di cibo riproduce un ecosistema boschivo coltivando su più strati: erbaceo, arbustivo e arboreo. Tende all’autofertilità e all’autoregolazione, attraverso la piantumazione di alberi, arbusti, cespugli, rampicanti, piante erbacee perenni da foglia e da radice che producano frutti, foglie, fiori, radici, legna utilizzabili in cucina, in erboristeria (piante officinali) o come alimento per gli animali.
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Food forest: farmaci fuoco fibra food foraggio fertilizzante fun
Misure nella monocoltura a seminativo
Food forest e siepi e filari
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2
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Misure nella monocoltura a seminativo
Food forest e siepi e filari
4 3
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Misure nella monocoltura a seminativo
Food forest e siepi e filari
0-10% 10-20% 20-35% >35%
Monocoltura a seminativo presso Cerreto Guidi
Adozione dello strip cropping nei terreni collinari a seminativo nudo, per pendenze comprese tra il 5 e il 15%.
4 3 Coltivazione
Foraggere e/o leguminose e
Consociazione a strisce
lungo le linee di
cereali coltivati a strisce
su colline morbide
livello
alternate
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
colline morbide
Misure nella monocoltura a seminativo
acclivitĂ
4 3
2
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Misure nei vigneti specializzati
4 3 Frutti 25% Oliveto 25% Cereali 20% Vite 30%
2 Oliveto 50% Vite 30%
Frutti 25% Cereali 50% Oliveto 25%
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Misure negli oliveti specializzati
Misure e consociazioni di colture
Coltivazione lungo le linee di livello
Erba, siepi e alberi in strisce a lunga durata
Terrazze e ciglioni, a lunga durata, se mantenuti
Policoltura su terrazzamenti e ciglioni, con ulivi, erba e cespugli di leguminose sui bordi
Nei terrazzamenti e nei ciglioni: •
inserimento di cover crops (inerbimenti);
•
reintroduzione della consociazione olivi/viti/cereali - frutti/viti/cerali. 4 3 2
Viti maritate agli olivi Viti maritate ai frutti Cover crops di leguminose
Olivi/cereali Frutti/cereali
Olivi/leguminose
1
REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
terrazzamenti
Misure nei ciglioni e terrazzamenti
ciglioni
forte riduzione dei tempi operativi e di conseguenza a una diminuzione dei costi di produzione e, soprattutto, al mantenimento della presenza umana in ambiti territoriali difficili, soggetti a erosione e dissesti. I vantaggi sono: • l’ottimizzazione delle operazioni colturali e quindi l’ incremento della capacità di lavoro • la riduzione dei costi di manodopera e quindi di produzione • la diminuzione dei carichi di lavoro e dei rischi per gli operatori agricoli • il recupero di superfici coltivate • la conservazione del paesaggio e dell’ambiente nel suo complesso.
Diffondere opportune macchine e attrezzature può rappresentare un incentivo alla coltivazione in quelle aree che necessitano di una meccanizzazione particolare per poter sopravvivere.
4 3 2 1
REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Agevolare le operazioni colturali attraverso macchine innovative porta a una
Misure di reintroduzione
La meccanizzazione agricola nei terrazzamenti
4 3 2 1
REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Misure di reintroduzione
Macchine innovative per la meccanizzazione agricola nei terrazzamenti
4 3 2 1
REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Misure di reintroduzione
Macchine innovative per la meccanizzazione agricola nei terrazzamenti
4 3 Carrello polifunzionale leggero in configurazione di trasporto Carrello polifunzionale leggero in configurazione da lavoro (erpicatura)
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Le macchine sviluppate a servizio dell’agricoltura di pianura spesso non sono in grado di soddisfare le esigenze dei territori marginali: si apre quindi uno spazio di ricerca riguardante la concezione funzionale di prototipi per agricoltura montana. In particolare il progetto di un avantreno a trazione animale a telaio leggero appositamente studiato per permettere piccole lavorazioni in terreni montani di difficile accesso e a elevata pendenza, e contestualmente consentire il trasporto dei prodotti agricoli e delle attrezzature sviluppato presso il Laboratorio di Macchine Appropriate del Politecnico di Torino è nato dall’esigenza di ripristino e valorizzazione di terrazzamenti di piccola dimensione, soggetti a dissesto, erosione e frane, e con accesso prevalentemente di tipo sentieristico.
Misure di reintroduzione
Alternative sostenibili
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Gli alpaca sono presenti in un’azienda agricola del Montalbano. Permettono di tenere pulite le terrazze che ospitano l’oliveta senza l’uso di macchinari agricoli per il diserbaggio, che inquinano e rovinano la terrazza stessa. Avendo solamente la dentatura inferiore non strappano l’erba ma la tagliano di netto vicino alla base e, a differenza di quanto succede al passaggio di altri animali come capre e cavalli, non ricrescono solo le erbacce, che sono più robuste, ma anche tutte le altre erbe. Inoltre dal loro mantello si possono ricavare pregiati filati di lana.
Misure di reintroduzione
Alternative sostenibili
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2
1
REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Scenario di reintroduzione
finanziamenti per l’effettiva introduzione della policoltura. N.B: Si riportano misure e distanze da rispettare come linee guida a scopo e strumento di consultazione per le aziende.
• Le aziende percepiscono finanziamenti se adottano tecniche innovative e sostenibili dal punto di vista ambientale; queste tecniche sono prima individuate e spiegate in eventuali allegati nei quali vengono messe in evidenza le caratteristiche principali, per punti. Questi punti saranno a strumento delle aziende per individuare i requisiti minimi necessari per percepire il finanziamento stesso. N.B: Negli allegati di spiegazione è possibile aggiungere dei sotto paragrafi che riportano gli step di effettiva introduzione della tecnica.
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
• Le aziende percepiscono finanziamenti per la proporzione di colture mostrata nei pattern agroecologici: si percepiscono quindi
Scenario di reintroduzione
Linee guida per stesura delle norme tecniche di attuazione
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Scenario di reintroduzione
Offerta potenziale scenario:
4 3
2
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Scenario di reintroduzione
Bilancio DOMANDA-OFFERTA potenziale scenario
T/anno
50%
4 3 2
VERSO UNA PRODUZIONE MINORE MA DIVERSIFICATA, DI QUALITA’, ORIENTATA PRINCIPALMENTE AL CONSUMO INTERNO
1
REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA
Scenario di reintroduzione
CONFRONTO DOMANDA – OFFERTA potenziale scenario
ELABORATI QUADRO CONOSCITIVO E STRUTTURA STORICA Gruppo di lavoro: Alessandra Alessandrelli, Federico Dodoli, Barbara Esposto, Roberto Fiaschi, Giulia Guerri, Jessica Innocenti, Leonardo Invernazzi, Marco Natali, Francesca Tommasoni, Sara Trevisan, Lorenzo Zoppi.
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REINTRODUZIONE DELLA POLICOLTURA NEL MONTALBANO
Barbara Esposto, FrancescaTommasoni, Sara Trevisan