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Introduzione
di Giuseppina Rita Jose Mangione, Francesca De Santis, Maeca Garzia
L’idea di un numero monografico su Le tecnologie per una scuola di comunità aperta e inclusiva nasce nell’ambito delle attività di studio e intervento del gruppo di ricerca INDIRE nei contesti educativi più periferici, di montagna, delle isole e delle aree interne del paese. Il tema delle scuole piccole e rurali trova infatti nell’ambito dell’educational research numerose prospettive di indagine. Tra i filoni di studio di maggiore rilevanza si citano quelli che si focalizzano sul rapporto tra scuola e territorio1, studi che ripensano l’uso delle tecnologie e della materialità digitale per intervenire sulle situazioni di remoteness2, oltre che ricerche che approfondiscono la comprensione dei vantaggi – classi di piccola numerosità e vicinanza della comunità – e degli svantaggi – di coltà nell’incentivare e trattenere insegnanti altamente qualificati, gestione delle pluriclassi, isolamento geografico e di coltà di inclusione di bambini con di coltà3 – con attenzione alle situazioni di maggiore fragilità anche in seguito al periodo pandemico e all’iniquità delle soluzioni per l’educazione a distanza per i rural learner4 .
1. Cfr. M. Corbett, S. White, Introduction: Why put the ‘rural’ in research?, in «Doing educational research in rural settings», Routledge 2014, pp. 19-22; R. Bartolini, G.R.J. Mangione, F. De Santis, A. Tancredi, Piccole scuole e territorio: un’indagine sulla relazione scuola-comune per un progetto formativo allargato, in «Scienze del Territorio», vol. 9, 2021, pp. 155-167.
2. Cfr. G.R.J. Mangione, G. Cannella, Small School, Smart Schools: Distance Education in Remoteness Conditions, in «Technology, Knowledge and Learning Technology, Knowledge and Learning», 2020, pp. 1-21; G.R.J. Mangione, S. Calzone, Materialities in innovative education: Focus on small Italian schools, in «Epistemological Approaches to Digital Learning in Educational Contexts», Routledge 2020, pp. 102126.
3. Cfr. A.P. Azano, T.T. Stewart, Confronting challenges at the intersection of rurality, place, and teacher preparation: Improving e orts in teacher education to sta rural schools, in «Global Education Review», 3(1), 2016, pp. 108–128.
Emerge un quadro complesso, in quanto le piccole scuole non si trovano soltanto in luoghi remoti e isolati, ma anche nei territori dell’“Italia di mezzo”5 e addirittura, talvolta, nei centri urbani, magari in periferie con problemi di marginalità o in centri storici in via di spopolamento. In questi contesti educativi il problema fondamentale è quello dell’isolamento culturale e geografico derivante dal posizionamento territoriale e da un carente livello di interazione, generato dal numero ridotto di studenti e spesso dalla impossibilità di connettere classi e plessi, o ancora classi e spazio della casa in cui si trovano i bambini in di coltà, per via di problemi di salute o per assenza di trasporti e strade percorribili per arrivare a scuola6.
Il volume monografico accoglie ricerche ed esperienze che hanno come oggetto le piccole scuole e le situazioni didattiche non standard, con attenzione ad alcuni temi chiave:
Aperture di rete in pluriclasse
La letteratura internazionale mette in luce l’importanza delle tecnologie per le scuole che si trovano in condizione di isolamento geografico. Il lavoro in rete, la connessione a distanza con realtà scolastiche a ni rappresenta una modalità e cace, ad esempio, per condividere materiali utili per la didattica nelle pluriclassi7 o per valorizzare strategie di di erenziazione esterna per gruppi classe. Nelle piccole scuole le tecnologie informatiche possono essere strumenti di primaria importanza per l’arricchimento, l’apertura e l’estensione dell’aula anche in situazioni di isolamento8. Tramite le tecnologie informatiche i docenti e i discenti di pluriclasse possono collaborare con docenti e discenti di altre scuole, realizzando, per esempio, unità didattiche comuni attraverso forme organizzative proprie della didattica condivisa.
4. Cfr. European Commission, Directorate-General for Education, Youth, Sport and Culture, M. Melstveit Roseme, L. Day, T. Fellows et al., Enhancing learning through digital tools and practices: how digital technology in compulsory education can help promote inclusion, October 2021, Publications O ce, 2021, Report EAC Directorate-General for Education, Youth, Sport and Culture 2020.
5. Cfr. A. Coppola, M. Del Fabbro, A.S. Lanzani, G. Pessina, F. Zanfi, Ricomporre i divari. Politiche e progetti territoriali contro le disuguaglianze e per la transizione ecologica, il Mulino, Bologna 2021.
6. Cfr. E.K. Hyry-Beihammer, T. Hascher, Multi-grade teaching practices in Austrian and Finnish primary schools, in «International Journal of Educational Research», 74, 2015, pp. 104-113.
7. Cfr. C. Couture, N. Monney, P. Thériault, S. Allaire, M. Doucet, Enseigner en classe multiâge: besoins de développement professionnel d’enseignants du primaire, in «Canadian Journal of Education», 36(3), 2013, p. 108.
8. Cfr. Y. Alpe, J.L. Fauguet, Enseigner dans le rural: un «métier» à part?, in «Travail et formation en éducation», 2, 2008; G.R.J. Mangione, G. Cannella, op. cit.
Forme di networking e alleanze territoriali
La dimensione del networking, analizzata anche attraverso pratiche di mentoring tra scuole rurali9, viene studiata in letteratura attraverso sguardi plurimi: da un lato il rapporto di collaborazione tra soggetti a erenti ad ambiti diversi che Edwards10 definisce in termini di relational agency o capacità collaborativa; dall’altro la collaborazione tra ricercatori e pratici (researchpractice partnerships – RPPs) che nelle reti di scuole può rappresentare lo strumento con cui a rontare problemi endemici del contesto riferendosi a queste in termini di “Research Alliances”, “Design Based Research Partnerships”, e “Network Improvement Communities”; da un altro ancora, la dimensione della rete nel potenziare azioni che seguono più approcci di mentoring (topdown, bottom-up, mixed-method) e di crescita professionale.
Spazi ibridi per situazioni didattiche non standard
Le Situazioni di Didattica Non Standard (SDiNS) (scuola domiciliare, scuola in ospedale, scuola “disconnessa”), ovvero tutte quelle realtà di scuola che, per la loro comprensione, sfuggono al modello della “classe normale”, con attenzione ai contesti rurali e periferici, meglio di altre si prestano a interpretare il ruolo del digitale e delle tecnologie per favorire processi inclusivi, collaborativi e improntati alla personalizzazione educativa11. Oggi una scuola disconnessa, tanto geograficamente quanto telematicamente, vede nella tecnologia uno strumento attraverso cui «costruire o ricostruire i legami»12. La dimensione tecnologica diviene quindi collante tra la sfera epistemologica, quella didattica e quella relazionale13. Superando una lettura dicotomica del ruolo del digitale (analogico/digitale; reale/virtuale) che impedisce di cogliere la natura complessa degli ambienti di apprendimento ibridi, si propone una lettura “di sintesi” che permetta di ripensare gli ambienti in modo da valorizzare la dimensione fisica (lo spazio in cui si è fisicamente presenti), la dimensione digitale (tutto ciò che l’uso delle tecnologie digitali apporta nello spazio fisico) e la dimensione delle interazioni sociali nelle esperienze educative.
9. Cfr. C. Chapman, M. Fullan, Collaboration and partnership for equitable improvement: towards a networked learning system?, in «School Leadership & Management», 27(3), 2007, pp. 207-211; D. Muijs, M. West, M. Ainscow, Why network? Theoretical perspectives on networking, in «School e ectiveness and school improvement», 21(1), 2010, pp. 5-26; D. Muijs, Leadership and organisational performance: from research to prescription?, in «International Journal of Educational Management», 2011; M. Fazekas, T. Burns, Exploring the complex interaction between governance and knowledge in education, in «Synthesis of the literature», Paper for the CERI Governing Complex Education Systems Project Launch Meeting, Oslo 2012, pp. 28-29.
10. Cfr. A. Edwards, Relational agency in collaborations for the well-being of children and young people, in «Journal of Children’s Services», 4(1), 2009, pp. 33-43.
11. Cfr. A. Carenzio, S. Ferrari, Situazioni didattiche non standard, in P.C. Rivoltella (a cura di), Apprendere a distanza. Teorie e metodi, Ra aello Cortina, Milano 2021, pp. 69-75.
12. P.C. Rivoltella (a cura di), Apprendere a distanza. Teorie e metodi, Ra aello Cortina, Milano 2021, p. 61.
13. Cfr. V. Benigno, C. Fante, G. Caruso, F. Ravicchio, Approcci, azioni e tecnologie a supporto della classe ibrida inclusiva, in «Italian Journal of Educational Technology», 29(1), 2021, pp. 5-25.
Educare in emergenza e all’emergenza
Le pratiche messe in campo dalla pedagogia della pandemia non sono solo azioni di adattamento per rispondere a un’emergenza sanitaria, ma definiscono lo spazio di un sistema di conoscenze, idee, valori e desideri che mirano a costituire specifiche identità, relazioni, e specifiche ermeneutiche del presente e del futuro14. Pratiche prodotte in patti culturali ideologicamente e politicamente orientati all’oggettivare le persone. Ne deriva uno scenario disincantato, in cui risulta necessario decostruire alcune delle parole che a nostro avviso stanno caratterizzando l’emergenza, o meglio le emergenze, ancora in corso mentre stiamo scrivendo, quali pandemia, cura, resilienza, tecnologie, relazione educativa, dialogo15. Quali pratiche o strategie aiutano le scuole a sopportare il presente e, allo stesso tempo, a renderlo tempo generativo di resilienza? È possibile educare e insegnare in emergenza e all’emergenza?
I lavori accolti e presentati nelle pagine che seguono danno voce a processi educativi inclusivi e forme di co-progettazione e networking in grado di potenziare l’o erta educativa in contesti estremi di isolamento caratterizzati da situazioni di crisi e di emergenza.
Bibliografia
Y. Alpe, J.L. Fauguet, Enseigner dans le rural: un «métier» à part?, in «Travail et formation en éducation», 2, 2008.
A.P. Azano, T.T. Stewart, Confronting challenges at the intersection of rurality, place, and teacher preparation: Improving e orts in teacher education to sta rural schools, in «Global Education Review», 3(1), 2016, pp. 108–128.
R. Bartolini, G.R.J. Mangione, F. De Santis, A. Tancredi, Piccole scuole e territorio: un’indagine sulla relazione scuola-comune per un progetto formativo allargato, in «Scienze del Territorio», 9, 2021, pp. 155-167.
V. Benigno, C. Fante, G. Caruso, F. Ravicchio, Approcci, azioni e tecnologie a supporto della classe ibrida inclusiva, in «Italian Journal of Educational Technology», 29(1), 2021, pp. 5-25.
14. Cfr. H. Giroux, Pandemic Pedagogy. Education in time of crisis, Bloomsbury, LA 2021.
15. Cfr. M.V. Isidori, A. Vaccarelli, Pedagogia dell’emergenza/didattica nell’emergenza, Franco Angeli, Milano 2013.
G. Cannella, G.R.J. Mangione, P.C. Rivoltella (a cura di), A scuola nelle piccole scuole. Storia, metodi, dinamiche, Morcelliana Scholè, Brescia 2021.
A. Carenzio, S. Ferrari, Situazioni didattiche non standard, in P.C. Rivoltella (a cura di), Apprendere a distanza. Teorie e metodi, Ra aello Cortina, Milano 2021, pp. 69-75.
C. Chapman, M. Fullan, Collaboration and partnership for equitable improvement: towards a networked learning system?, in «School Leadership & Management», 27(3), 2007, pp. 207-211.
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C. Couture, N. Monney, P. Thériault, S. Allaire, M. Doucet, Enseigner en classe multiâge: besoins de développement professionnel d’enseignants du primaire, in «Canadian Journal of Education», 36(3), 2013, p. 108.
A. Edwards, Relational agency in collaborations for the well-being of children and young people, in «Journal of Children’s Services», 4(1), 2009, pp. 33-43.
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C. Gristy, L. Hargreaves, S.R. Kučerová (a cura di), Educational research and schooling in rural Europe. An engagement with changing patterns of education, space, and place, Information Age Publishing, Charlotte, NC 2020.
H. Giroux, Pandemic Pedagogy. Education in time of crisis, Bloomsbury, LA 2021.
A. Harris, J. Spillane, Distributed leadership through the looking glass, in «Management in education», 22(1), 2008, pp. 31-34.
E.K. Hyry-Beihammer, T. Hascher, Multi-grade teaching practices in Austrian and Finnish primary schools, in «International Journal of Educational Research», 74, 2015, pp. 104-113.
M.V. Isidori, A. Vaccarelli, Pedagogia dell’emergenza/didattica nell’emergenza, Franco Angeli, Milano 2013.
G.R.J. Mangione, S. Calzone, Materialities in innovative education: Focus on small Italian schools, in «Epistemological Approaches to Digital Learning in Educational Contexts», Routledge 2020, pp. 102-126.
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R. Melstveit, S. Fellows, F. Staring, L. Vicentini, J. Looney, Enhancing learning through digital tools and practices: how digital technology in compulsory education can help promote inclusion, October 2021, Publications O ce, 2021, Report EAC Directorate-General for Education, Youth, Sport and Culture 2020.
D. Muijs, M. West, M. Ainscow, Why network? Theoretical perspectives on networking, in «School e ectiveness and school improvement», 21(1), 2010, pp. 5-26.
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P.C. Rivoltella, Editoriale. Insegnanti Totalmente Autonomi, in «Scuola Italiana Moderna», 2(10), 2016, pp. 1-2.
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