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>bmmZONE 16 del 13.07.2013 - Periodico - Poste Italiane S.p.a. - Spedizione abb. post. D.L. 353/2003 (conv.in L.27.02.2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Ravenna - IVA assolta all’origine - ₏ 3,00

> the linked issue

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the couples

Love, job, ideas, friendship, life, feelings, sex, hobbies, experiences, all what you can do better with a partner

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>zone MASTHEAD

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Editor in Chief Lorella Monchi_lorellamonchi@bmm.cc Creative Director Piero Cattani_pierocattani@bmm.cc Fashion Director Rossana Costantino_ rossanacostantino@bmm.cc Graphic Designer & Photo Editor Roberto Morellini_robertomorellini@bmm.cc Creative Director Assistant Giuliano Cattani Editorial Staff Alessandra Allegri, Manu Benedetti, Sandra Bonfiglioli, Claudia Bruni, Leonardo Bruni, Prisca Maizzi, Eve Mathieu, Sarah Migliori, Andrea Pari, Roberta Pazzi, Paola Scola, Alice Visconti Photographers in this issue Pietro Bruni, Piero Cattani, Paolo Genovesi, Daniele Guidetti, Roberto Morellini, Gianluca Pasquini, Francesco Venzi, Alessandro Zini Printing Arti Grafiche Picene Advertising Fashion Abbey Srl tel +39(0)544 590490 fax +39(0)544 590480 Advertising Agents alessandratarroni@bmm.cc, danielasaporetti@bmm.cc, fabiononnato@bmm.cc bmmZONE is published by bmm Srl Reprensented by Fashion Abbey Srl Viale Monte Nero 70, 20135 Milano - Sede operativa Via Magazzini Anteriori 51, 48122 Ravenna tel +39(0)544 590490 fax +39(0)544 590480 www.bmm.cc, www.fashionabbey.com Distribuzione edicole Rag. Rossi Massimo Agenzia Distribuzione Quitidiani Periodici Via Del Lavoro 2, Zona Ind. Montaletto, Cervia (Ra) - F.lli Rossi di Massimo e Marco Rossi Agenzia Distribuzione Stampa Via Romagnoli 10, Ravenna Abbonamenti bmm@bmm.cc Abbonamento annuale bmmZONE â‚Ź 10,00 bmmZONE 16 del 6 dicembre 2013 bmmZONE è iscritto al tribunale di Ravenna n. 1332 - 15/06/2009

Kontatto Winter Collection photographed by Piero Cattani on page 44

UNDERGROUND WORLD



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>zone SOCIETY 29 Six Degrees_Editorial 58 The Glam Couples: Maria Antonietta&Valeria Ancarani_Alessia Giacobino&Alessandro Squarzi_Laura Gasparini&Maurizio GullĂ _Simona Corsellini&Fabrizio Franceschini_Paolo Badesco&Costantino Affuso_Elena Botarelli&Stefano Gentilini_Francesca Pirini&Michele Casalboni 76 Linked and Unlinked 78 When Love Breaks down 80 Escaping from poverty 82 Ten Couples (Fairytale) Ranking

ALESSIA GIACOBINO

photographed by Gianluca Pasquini on page 58

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>zone ARCHITECTURE & DESIGN 42 Ten Must for Home 86 Bonnie & Clyde 92 The House in the Wood 100 The Art of Gifting_ Christmas Presents 105 Just the Two of us 108 Shabby Fusion, lo stile Penelopee Junk

ENRICO IASCONE E CARLOTTA MENARINI interviewed on page 92

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>zone FASHION & BEAUTY

EDMONDO TIRELLI

talks about Via delle Perle on page 124

36 Ten Must for Her 38 Ten Must for Him 40 Ten Must for Kids 44 Underground_Piero Cattani/Fashion Story 1 114 Once upon in China_Piero Cattani/Fashion Story 2 124 Dino Tirelli_Sulla Via delle 128 Back to Byzantium 132 When 2 ‘r in Fashion 134 Couples in Fashion 136 Precious Pairs_Roberto Morellini/Fashion Story 3 146 Life’s Chic Boutique_Two Friends Working in Fashion 148 Sunshine_Roberto Morellini/Fashion Story 4 158 Bojoux_We are Golden 160 Hair_So Wet, So Shiny 162 Make-up_Back to the Future 164 Giovanna Casadio_Soft Surgery Make us Beautiful 169 Fragrance’s notes just for Two in Love 172 Esp_Magia di Natale

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>zone BORDERLINE

Luca Florian e Mecco Guidi, dressed by ALESSANDRINI

Luca Florian

photographed by PIETRO BRUNI on page 186

176 Travelling... a Couples Affair 180 Quartopiano_Terre Alte_Al Boschetto_La Pescheria: In the Name of Food 186 Luca Florian_Music inside my Head 190 Mattia Emme_Learning to Djing

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>zone NIGHTSPOT 192 Exclusive Cala Celeste_A Party Lasted One Summer

CALA CELESTE

photographed by FRANCESCO VENZI on page 192

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>zone EDITORIAL

Lorella Monchi

SIX DEGREES Ricordate la teoria dei sei gradi di separazione? Quella portata anche al cinema da Fred Schepisi e prima ancora a teatro da John Guare? In sostanza, nel 1929 uno scrittore ungherese, tal Frigyes Karinthy, ipotizzò che una qualsiasi persona poteva connettersi a una qualunque altra tramite una catena composta da non più di 5 intermediari che si conoscevano tra loro. Nel 1967 tale teoria, chiamata “Teoria del mondo piccolo” dal sociologo americano Stanley Milgram, divenne nota al mondo dopo la sua pubblicazione su Psychology Today che coniò per primo l’espressione “sei gradi di separazione”.

Cosa fece Milgram? La dimostrò empiricamente, selezionando in maniera casuale un gruppo di americani del Midwest che avrebbero dovuto spedire un pacchetto a uno sconosciuto residente in Massachussets. A ciascuno era noto il nome, il lavoro e la zona di residenza del destinatario, ma non il preciso indirizzo. Dunque ciascuno di loro inviò il proprio pacchetto a qualcuno di conosciuto e che a sua volta, secondo il giudizio dei primi, aveva maggiori possibilità di raggiungere il destinatario finale. La stessa cosa fece il primo ricevente e così via, fino alla meta. Per arrivare da A a B furono necessari, mediamente, dai 5 ai 7 passaggi. L’era di Internet ha ulteriormente stimolato la ricerca e la sperimentazione di questa teoria, tanto che nel 2001 il professor Duncan Watts della Columbia University utilizzò al posto del pacchetto di Milgram un messaggio e-mail. Sorprendentemente, dopo aver analizzato i dati ottenuti dagli invii effettuati da 48.000 differenti persone residenti in 157 stati diversi, nei confronti di 19 “obiettivi”, trovò che il numero medio di intermediari era effettivamente sei. L’avvento dei computer ha condotto all’applicazione della teoria di Milgram anche in aree differenti: dall’analisi delle reti informatiche ed elettriche alla trasmissione delle malattie.

E oggi? Ci ha pensato Facebook a consolidare l’assunto, addirittura accorciando da 6 a 3,47 i gradi di separazione. Come dire, ti trovo in tre/quattro mosse: scacco! Sì, proprio scacco. Perché, se nel 1967 quando Milgram la enunciò la teoria poteva non fare paura, oggi, che il mondo è totalmente accessibile, trovo quest’informazione confortante e preoccupante al tempo stesso. Mi piace pensare che al mondo esistano solo sconosciuti virtuali (poiché se ci interessa possiamo conoscere chicchessia), ma al tempo stesso ciò evidenzia come il concetto di privacy, su cui tanto si discute, sia totalmente privo di significato. E che siano sei, o quattro, siamo destinati a essere linkati, connessi, raggiunti nostro malgrado. O possiamo ancora scegliere di non esserlo?

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10 MUST FOR HER Abiti che potrebbero essere ospiti fissi sui red carpet più glamour. Vestire da gran soirée significa anche declinare il proprio stile: femminile e minimal, nostalgico e romantico, algido e gotico. A cura di > Rossana Costantino

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1 Jumpsuit Diane Von Furstenberg. 2 Smoking rivisitato, Victoria Beckham. 3 Lo stile Fifties proposto da Lanvin. 4 Le trasparenze di Missoni. 5 Una moderna gladiatrice di Michael Kors. 6 La preziosissima clutch di Alexander McQueen. 7 L’anello dal design inconfondibile di Repossi Paris. 8 Un vero must have per l’inverno, gli occhiali Dolce & Gabbana. 9 Honey, l’ultima fragranza by Mark Jacobs. 10 Décolleté Sergio Rossi.

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>zone TREND

10 MUST FOR HIM L’eveningwear maschile di questo inverno è fatto di completi dal taglio sartoriale, tessuti preziosi e dettagli di stile. Un po’ dandy contemporaneo, un po’ lord d’altri tempi, tra formale e informale.

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1 Parola d’ordine “glitter” per Viktor & Rolf. 2 Un classico per Ermanno Scervino. 3 L’inconfondibile Japanese Style di Yohji Yamamoto. 4 Super chic lo smoking Saint Laurent Paris. 5 Total grey per l’outfit Salvatore Ferragamo. 6 Sunglasses Chrome Hearts. 7 The scent of Peace la fragranza di Bond n°9. 8 Pois black and white per il portafogli di Comme des Garçons. 9 Lo zaino, trend di stagione, visto da Marni. 10 Le sneakers di Lanvin.

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>zone TREND

10 MUST FOR KIDS La moda Invernale per i più piccoli celebra la comodità, l’eleganza e il romanticismo, tra stile casual chic e college club, ma sempre con dettagli glam. Per chi ha voglia di coccole, allegria e libertà!

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1 Casual il look Bon Chic. 2 Mini pelleccia per Miss Blumarine. 3 Lo stile bon ton di Quis Quis. 4 Grunge style di John Galliano. 5 Philipp Plein Petit e il suo stile neyorkese. 6 Le immancabili creepers T.U.K. 7 Il griffattissimo marsupio Gucci. 8 Anche per i bebé, il caldissimo piumino Moncler. 9 Per i più piccini la Peppa Pig Car. 10 Intramontabile il gioco da tavolo L’Allegro Chirurgo.

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10 Must for Home

Dire sedia (e derivati) è un po’ come dire “storia del design”, poiché è questo il punto di partenza e di arrivo di ogni grande designer. Storiche o contemporanee, eccone 10 che, per carattere e bellezza, potrebbero da sole arredare un’intera stanza. A cura di > Eve Mathieu

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1 Dalia, poltrona, designer Marcel Wanders per Cappellini, 2013. 2 Algor, poltroncina, designers Lievore, Altherr, Molina per Arper, 2009. 3 LC4, la madre di tutte le Chaise Lounge, designer Jenneret-Perriand-Le Corbusier, Cassina, 1928-2013. 4 Nemo, poltrona, designer Fabio Novembre per Driade, 2010. 5 Boccaccio, sofà, designer Romeo Sozzi per Promemoria, 2013. 6 Grandtour designers Ludovica e Roberto Zanotta per Maserati, 2013. 7 Giro, sedute a base circolare, designers Claesson-Koivisto-Rune per Casamania, 2013. 8 Rocking Chair Voido, poltrona, designer Ron Arad per Magis, 2006. 9 Fedro, seduta, designer Lorenza Bozzoli per Dedon, 2012. 10 Soft Easy, poltrona, designer Ron Arad per Moroso, 1991.

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Può un giovane sopravvivere alle pressioni di un mondo così assurdo? Da soli è impossibile; la società è indifferente. L’unica speranza è trovare una persona giusta con cui affrontare la realtà, uniti. Essere coppia significa condividere, al di là di ogni schema predefinito, oltre ogni barriera sociale, nel bene come nel male, in pace o con rabbia. Stile di vita, esperienze comuni coinvolgono ogni coppia sia in amore sia in amicizia, soprattutto quando si ha tutta la vita davanti. Kontatto interpreta il look grunge in libertà di due ragazze contemporanee.

Photographer PIERO CATTANI Fashion Editor ROSSANA COSTANTINO

UNDERGROUND WORLD

All clothes KONTATTO

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“I expected more from the world and from the people. Instead I realized that no one will give you anything�

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“Fuck the world, fuck everyone and fuck you too. Now I feel I’m really lonely”

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“My last boyfriend left me for a dose badly cut”

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“I’ve never had a diary, I’ve never had a book of the heart, the newspapers make me sick. The only things I understand are the signs that look like the scratches that I carry inside”

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“When you find someone to share your life, you’ve got everything you could. Enjoy it as you can, dedicating to him all yourself”

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Photographer PIERO CATTANI, Fashion Editor ROSSANA COSTANTINO Models: KATE@MAJORMODELS, CLAUDIA, Grooming APOLLONIA TOLO All outfits courtesy KONTATTO



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>zone CHAPTER

SOCIETY 29 Six Degrees_Editorial 58 The Glam Couples: Maria Antonietta&Valeria Ancarani_Alessia Giacobino&Alessandro Squarzi_Laura Gasparini&Maurizio GullĂ _Simona Corsellini&Fabrizio Franceschini_Paolo Badesco&Costantino Affuso_Elena Botarelli&Stefano Gentilini_Francesca Pirini&Michele Casalboni 76 Linked and Unlinked 78 When Love Breaks down 80 Escaping from 82 Ten Couples (Fairytale) Ranking

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Da oltre cent’anni il nome Ancarani è sinonimo di alta gioielleria e orologeria. Maria Antonietta (per tutti Antonia) e Valeria sono la terza generazione al comando di una boutique che col passare degli anni è divenuta esclusivista delle firme più prestigiose, sia nel settore della gioielleria che in quello dell’orologeria, proponendo inoltre un’ampia selezione di gioielli Antichi e gioielleria classica di produzione propria.

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Cosa significa essere coppia? Significa condividere esperienze: il lavoro, gli hobby, la vita. Abbiamo scelto per voi sette coppie glam della nostra regione. All pictures > Roberto Morellini (excepted indicated)

GLAM COUPLES

Maria Antonietta e Valeria Ancarani, Alessia Giacobino e Alessandro Squarzi, Laura Gasparini e Maurizio GullĂ , Simona Corsellini e Fabrizio Franceschini, Paolo Badesco e Costantino Affuso, Elena Botarelli e Stefano Gentilini, Francesca Pirini e Michele Casalboni <<

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Alessia Giacobino, riminese doc laureata in architettura, è fashion designer. Nel 2002 ha creato il brand JONOFUI. Vive e lavora tra due città: Rimini, città in cui vi è la sede produttiva, e Milano, dove si trova il suo showroom. Dal 2002 è la compagna di Alessandro dal quale ha avuto una figlia e con cui si è sposata 2 anni fa. Alessandro Squarzi, forlivese d’origine, vive a Rimini con la moglie Alessia e la figlia Allegra. Nasce come rappresentante, ma presto diviene imprenditore, tenendo a battesimo molti marchi importanti, alcuni dei quali ancora di sua proprietà. Viaggia spesso in Italia tra Milano, Bologna, Firenze e Ancona dove ha i suoi quattro Showroom e all’estero, tra Giappone e Stati Uniti dove ama andare a far ricerca per le strade tra la gente. (Portrait Gianluca Pasquini)

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Laura Gasparini, ha vissuto dalla nascita a Cattolica e, dopo gli studi a Firenze, è diventata architetto, poi moglie di Maurizio e mamma di Rocco. La sua vita si svolge tra Bologna e Cattolica, dove ha aperto i suoi due studi in cui si occupa di progettazione, sopratutto di interni. Ha realizzato importanti progetti, sia in Italia che all’estero, che la portano a vivere una vita un po’ nomade che deve abilmente coniugare con quella più tradizionale della famiglia. Maurizio Gullà è nato a Ravenna, dove ha vissuto fino ai 18 anni. Dall’inizio dell’Università si è trasferito a Bologna, dove inizialmente ha svolto la professione di avvocato, e successivamente quella di notaio, attività che tuttora esercita nel suo studio bolognese in Piazza Cavour.

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Simona Corsellini è l’ideatrice e fondatrice del brand Space Style Concept di cui è alla direzione artistica. Giovane, ma con un’esperienza pluriennale ereditata dalla famiglia, da sempre operante nel mondo della moda, ha saputo conquistarsi, nel corso degli anni, collezione dopo collezione, il favore del pubblico. Il suo mondo si riflette nei suoi abiti: rigorosi, chiari, capaci di trasmettere i messaggi inequivocabili di una donna decisa che sa quello che vuole, senza dover scendere a compromessi. Fabrizio Franceschini ha assunto il ruolo di AD di Space Style Concept nel 2013. Dotato di un forte spirito imprenditoriale e pragmaticità, inizia il proprio percorso in azienda approdando al settore produttivo dove acquisisce le conoscenze tecniche che gli hanno permesso di sviluppare con successo la rete commerciale di Space.

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Paolo Badesco inizia l’attività di interior designer progettando spazi commerciali nell’ambito della profumeria e cosmesi naturale. Determinante è l’incontro con L’Erbolario, azienda per la quale realizza, col suo staff di architetti e designer, flag ship stores, punti vendita in franchising in Italia e all’estero. La sua indole poliedrica gli permette di spaziare agilmente dall’architettura all’interior e product design più aggiornato. Le boutiques Julian a Milano Marittima rappresentano eloquentemente “l’altra” sensibilità creativa, più connessa al fashion retail e più aperta a contaminazioni contemporanee. Costantino Affuso si laurea presso la facoltà di architettura di Firenze, città nella quale vive le prime, importanti esperienze professionali. Apre poi un proprio studio di progettazione a Policoro (MT), all’interno del quale svolge stimolanti commesse nell’ambito urbanistico e architettonico. Parallelamente coltiva la passione per l’interior design che lo porta a collaborare nel 2006 con lo Studio Badesco, in un rapporto che dura tutt’oggi consolidato con l’apertura in societa’ del negozio Raw di via Palermo a Milano.

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Elena Botarelli e Stefano Gentilini sono una coppia a 360°. Soci all’interno dello showroom Steel, con sede a Bologna, sono della Vergine lei e dei Pesci lui. Due segni opposti dello zodiaco: precisa e metodica Elena, fantasioso e caotico Stefano, sono la dimostrazione di come gli opposti‌ si attraggano. Complementari e quindi vincenti!

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Francesca Pirini da impiegata di banca a first lady del Terre Alte. Moglie, madre e imprenditrice, si dedica in particolare alla parte amministrativa e affianca Michele nella quotidiana conduzione del locale di Longiano. Michele Casalboni è il patron di Terre Alte, che ha inaugurato nel settembre 2002 dopo aver lavorato in importanti locali della riviera, fin dall’etĂ di 14 anni, in veste di cameriere di sala. Oggi si occupa a tempo pieno del suo locale, condividendo tempi e spazi con la sua compagna di vita, Francesca.

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Maria Antonietta e Valeria Ancarani

miei laboratori che, durante le vacanze natalizie, hanno eseguito i capi su mie direttive, pronti per essere presentati al Pitti a Gennaio per l’edizione maschile. Il nome MR & MRS FURS è dedicato a mio marito, siamo noi due in quanto ispiratori l’uno dell’altra… ALESSANDRO: Ho avuto solo la brillante idea di portarle un parka vintage, al resto ha pensato Alessia. Cosa pensate debba condividere una coppia? ALESSIA: Una coppia deve condividere solo ciò che ha piacere di condividere. Odio il concetto di condividere tutto. Noi in questo siamo molto autonomi, ci incontriamo solo quando ci fa piacere farlo. Siamo una coppia anomala, cerchiamo di proteggere la nostra privacy… chi ci vede da fuori pensa al peggio, interpretando le nostre vite autonome negativamente… la cultura italiana è molto bigotta in questo senso. ALESSANDRO: Deve condividere tutto ciò che vuole condividere, mai ciò che non vuole. Esiste, secondo la vostra esperienza, un segreto per far funzionare a lungo un rapporto a due? ALESSIA: Il segreto per me è non cadere mai nella routine, che penso sia la morte di tutto. La nostra vita, divisa su due città diverse, e i numerosi viaggi che dobbiamo compiere per lavoro ci tengono spesso lontano. Quando ci ritroviamo abbiamo un sacco di cose da dirci e da fare, abbiamo voglia di rivederci perché ci siamo mancati. ALESSANDRO: Bisogna avere la capacità di smussare gli angoli, chiudere gli occhi spesso e volentieri, e avere la consapevolezza che c’è chi sta peggio. Cosa non si può perdonare al proprio partner? ALESSIA: La mancanza di rispetto. ALESSANDRO: …Che manchi lo zucchero in casa!!!! In amor vince chi… ? ALESSIA: …Sa essere onesto e sincero. Io non ho mai paura di dire quello che quello che provo, che penso, che sto vivendo. Scopro sempre anche il mio lato debole. Inizialmente Alessandro aveva paura di questo mio tratto così impetuoso e schietto, era abituato a un rapporto di tipo più convenzionale. Con me ha dovuto stravolgere il suo concetto di donna: per certi aspetti sono più uomo di lui, ma poi - all’improvviso - divento così fragile da spezzarmi con un soffio… e lui può recitare il suo ruolo di uomo protettivo. Con me non si annoia, insomma, sono imprevedibile, in continua trasformazione. È capitato di discutere la mattina prima di salutarci per andare a lavorare, ma io non conservo rancore o faccio musi lunghi, perciò quando Ale torna a casa trova tutto ciò che un uomo può desiderare: una casa accogliente, una cena perfetta, una vasca da bagno fumante, un DVD da guardare insieme sul divano quando la nostra bimba si è addormentata. Poi succede che per giorni mi isolo, soprattutto quando devo disegnare, ma lui lo sa e mi aspetta. Lui ha reso la mia vita meravigliosa perché mi fa essere la donna che sono. ALESSANDRO: …Sa ballare meglio la Black Dance!!!

Un lavoro, quello dell’alta oreficeria e orologeria, che vi vede “linkate” da sempre. Lo avevate entrambe nel DNA? ANTONIA: No, avrei voluto fare l’interprete e girare il mondo, ma con successo ho portato avanti l’attività della mia famiglia… pensandoci bene senza alcun rimpianto. VALERIA: Direi proprio di sì. Ho ereditato questa passione dai miei nonni. Essere la III generazione al timone dell’azienda… un privilegio, una scomoda eredità o una grossa responsabilità? ANTONIA: Semplicemente uno stato di fatto, non mi sento privilegiata. VALERIA: Per me è sempre stato un privilegio. Quando non lavorate, mantenete spazi privati? Vi piace fare le stesse cose anche nel tempo libero? ANTONIA: Sì, manteniamo spazi privati e abbiamo frequentazioni diverse. Io amo molto viaggiare. VALERIA: Non condividiamo il tempo libero. In particolare, quando posso, leggo e faccio lunghe passeggiate. La rivalità in un lavoro svolto tra sorelle esiste? ANTONIA: No tra noi non c’è rivalità. VALERIA: Assolutamente nessuna rivalità, almeno non tra di noi. Cos’è necessario per far sì che il lavoro in tandem funzioni? Esiste, secondo la vostra esperienza, un segreto? ANTONIA: Per quanto mi riguarda è - da sempre - un’abitudine. VALERIA: Penso sia avere la sinergia e quella coesione necessaria al buon funzionamento dalla nostra attività. Chi si occupa di cosa: ruoli distinti o sovrapposti? ANTONIA: Principalmente mi occupo del rapporto con i clienti e degli acquisti insieme a Valeria VALERIA: Mi occupo insieme ad Antonia degli acquisti e poi faccio ricerca per trovare sempre qualcosa di nuovo e raffinato da proporre ai nostri clienti. Cosa non perdonereste mai a un socio, per di più sorella nel vostro caso, in affari? ANTONIA: La disonestà e la prepotenza. VALERIA: Non la perdonerei se prendesse delle decisioni importanti senza consultarmi prima. Per finire un vostro personale consiglio… se lui vuol chiedere la mano a lei cosa deve regalarle per essere sicuro che gli risponda sì? ANTONIA: Dipende dalle possibilità economiche... comunque, se c’è amore vero, la risposta sarà sempre sì! VALERIA: Non importa cosa... L’importante è che abbia un significato speciale!

Alessia Giacobino e Alessandro Squarzi

Il vostro primo incontro. ALESSIA: Nella Boutique dei miei genitori a Rimini (Boutique Bennys): lui aveva un appuntamento con mia madre e, casualmente, io passavo di li, è stato un colpo di fulmine. ALESSANDRO: A Rimini, in negozio da sua madre, ero andato là a venderle i jeans di Dondup… è stato amore a prima vista! Condividete anche il lavoro, oltre al privato? ALESSIA: Pochissimo. O meglio, essendo due personaggi pubblici, condividiamo l’aspetto più mondano del nostro lavoro, presenziamo a eventi e serate legati al mondo della moda, in quanto coppia. Non amo parlare di lavoro quando torno a casa, cerchiamo di dedicare il tempo libero a nostra figlia e agli amici. Per alcuni lavorare insieme è un punto di forza, come è stato per i miei genitori, credo che per me ed Alessandro sia stato meglio dividere le due cose, siamo due persone molto libere e abbiamo bisogno di una certa autonomia, anche creativa. Per non parlare del business, Alessandro ha una mente super commerciale, io sono solo poesia e arte. ALESSANDRO: Direi di no, basta avere l’intelligenza di scindere le due cose… e poi a casa abbiamo Allegra che non ci lascia il tempo di pensare al lavoro! Mr e Mrs Furs… Com’è nata l’idea di questo secondo brand? ALESSIA: Ho creato il marchio MR & MRS FURS, nel 2009. Si tratta, in sostanza, di un prolungamento di JONOFUI. Nella collezione JONOFUI esisteva già una capsule vintage, poi la collezione si è evoluta sempre più e ho capito che dovevo tenere separate le idee, in più il vintage è unisex, mentre JONOFUI è una collezione solo donna, era necessario creare due collezioni separate. L’idea dei parka è nata in vacanza, Alessandro mi aveva comprato un parka stupendo dell’esercito Vietnamita, io me lo sono customizzato e riempito internamente di pelliccia, una volpe gold stupenda. Un capo decisamente appariscente. Durante le vacanze di Natale, in montagna, tutti mi fermavano per sapere di chi era quel capo, a quel punto ho capito le potenzialità e ho mandato i disegni della collezione ai >72

Laura Gasparini e Maurizio Gullà

Come vi siete incontrati? E cosa ricordate del primo incontro? LAURA: La prima volta ho visto Maurizio a Riccione, frequentavamo gli stessi locali, poi una presentazione ufficiale a Cortina; sembrava il Dottor Zivago avvolto nel suo cappotto, mi era piaciuto molto, ma all’epoca eravamo entrambi già fidanzati… la vera scintilla è scoccata molto tempo dopo, e ci ha fatto scoprire da subito il nostro grande feeling. MAURIZIO: Ho conosciuto Laura a Cortina, esattamente sulla porta della pasticceria Lovat, dove ci presentò un’amica comune. Si è trattato del classico colpo di fulmine e da quel momento ho mantenuto i contatti con lei come se si trattasse di un’amicizia, in realtà aspirando a qualcosa in più. Il “fidanzamento” è avvenuto solo dopo qualche anno. Ricordo bene il primo incontro, seduti a parlare delle nostre passioni come se ci conoscessimo da sempre, scoprendo fin dall’inizio un interesse non solo “fisico”. Perché “una coppia non scoppi”, pensate sia meglio mantenere spazi privati? LAURA: Secondo me, se una coppia deve scoppiare, scoppia con o senza spazi privati. È chiaro che la consapevolezza di poterseli creare, coltivando in autonomia passioni, amicizie, sport o altro rafforza - forse - nella coppia una piacevole idea di fiducia e libertà reciproca. In realtà, stando spesso fuori per lavoro, non mi viene naturale sottrarre altro tempo alla famiglia, ma se per un po’ “scappo”... nessuno mi rimprovera! MAURIZIO: Credo sia assolutamente necessario avere anche spazi privati. Lo è sicuramente il lavoro, dove mantengo un assoluto riserbo (al contrario mi intrometto spesso nel suo che mi appassiona come un hobby). Ho poi interesse nello sport che pratico con assiduità insieme ad amici o solo… essendo mia moglie un’antisportiva (ride)! Per fortuna non mollo! A volte ho la sensazione che le sue richieste di partecipare con lei ad attività alternative siano scuse per sottrarmi un po’ di questo tempo.


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Simona Corsellini e Fabrizio Franceschini

Il vostro primo incontro. SIMONA: Nel marzo del 2002 allo Zelig, locale moda della bella Bologna che purtroppo non esiste più. Ricordo quella sera come se fosse ora, c’era un vento fortissimo, quasi volesse portare belle novità… Io avevo da poco lasciato il mio ex, non volevo nemmeno uscire, poi le mie amiche mi sono venute a prendere a casa di forza. Quando si dice “il destino”… Il locale era pienissimo e per non farci aspettare troppo ci hanno fatto sedere allo stesso tavolo. Lui era con un amico. Lo Zelig era famoso per il mitico mascarpone con la nutella. Lui, molto amico della proprietaria, si è fatto dare il vaso che era quasi alla fine e con un cucchiaio continuava a mangiarmi Nutella davanti… Io parlavo di lavoro, di quanto fosse impegnativo trovare collaboratori validi, lui mi ha guardata e ha detto: “Potrei venire io a lavorare per te”. Non gli ho risposto benissimo… anzi! Poi abbiamo parlato tutti insieme. La serata si è conclusa con il suo amico che ha chiesto il numero di telefono alla mia amica! Noi due ci siamo salutati, lui con un bellissimo sorriso… FABRIZIO: Nel mese di marzo nel 2002. Allo Zelig, un locale in auge in quegli anni. Per caso ci siamo seduti vicino e davanti ad un barattolo pieno di Nutella mi sono ingolosito di lei. Lavorare e vivere insieme anche il privato. Un punto di forza o… ? SIMONA: Sicuramente aiuta a comprendersi meglio, si condivide davvero tutto. Il rischio è quello di non staccare mai, di vedersi solo come compagni di lavoro e non di vita. Devo dire che in questo però siamo bravi, arrivati a

casa esistiamo solo noi e il piccolo Gregorio. FABRIZIO: Un rischioso punto di forza! Svolgete mansioni autonome, seppur all’interno della medesima azienda? SIMONA: Assolutamente sì. Io mi occupo dello stile, lui del commerciale. È chiaro che il lavoro ci impone il confronto, poi ognuno di noi nel proprio ambito ha la facoltà di decidere in piena autonomia. La cosa bella è che tutti e due ci fidiamo molto del parere dell’altro, quindi, a volte più che un obbligo è una vera e propria necessità personale. Io voglio conoscere il suo punto di vista, perché lo stimo, perché so che mi arricchisce, indipendentemente dalla decisione che prenderò. FABRIZIO: Siamo autonomi, ma ci confrontiamo spesso. Confrontarmi con lei mi arricchisce, mi fa mettere in discussione in diverse occasioni e mi fa guardare oltre. È l’unica persona che ci riesce. Lei è la direzione artistica, dove tutto nasce e prende forma. Virtuosa ma allo stesso tempo concreta. Un vero talento. Io mi occupo del commerciale e dell’amministrazione: sono più razionale. Lavoro a parte, cosa pensate debba condividere una coppia? SIMONA: Credo che una coppia, per essere davvero tale, debba condividere tutto, anche la quotidianità nel senso più stretto del termine. Questo non significa rinunciare ai propri spazi e alla propria individualità. È bello far entrare completamente chi ami nel tuo mondo e far sì che ne diventi parte integrante. Devi però riuscire a preservarlo, a mantenerlo tuo, tuo intimamente. FABRIZIO: Con i nostri ritmi di vita, una coppia deve dividere e condividere tutto, altrimenti si smarrisce. Dalle piccole cose alle grandi occasioni. Esiste, secondo la vostra esperienza, un segreto per far funzionare a lungo un rapporto a due? SIMONA: Penso che non esista un segreto vero e proprio. Diciamo che ciascuno di noi si crea il suo… Mantenere la curiosità per tutto ciò che ci circonda, l’allegria, continuare a porsi obiettivi da raggiungere, e da raggiungere insieme. E perché nulla cambi, tutto deve cambiare… FABRIZIO: Dedicarsi tanto l’uno all’altra, avere voglia e bisogno di stare insieme non solo come famiglia ma anche come coppia. È fondamentale lasciare il lavoro fuori di casa: questa è una delle cose più difficili. Fino ad oggi siamo stati bravi. Cosa non si può perdonare al proprio partner? SIMONA: Che tradisca i valori che faticosamente si sono costruiti e condivisi insieme, smettendo così di proteggerti. FABRIZIO: Che smetta di volere il meglio per te. Il momento più bello e quello meno bello vissuto insieme? SIMONA: Quello meno bello che, voglio specificare, non equivale al più brutto, è stata una vacanza fatta anni fa a Santo Domingo. Ci sono mancate tante cose, prima fra tutte non siamo riusciti ad essere “noi insieme”… succede… poi con la chiarezza tutto si sistema. Il più bello? Potrei rispondere la nascita di nostro figlio, il giorno del nostro matrimonio… invece… sabato pomeriggio nel lettone, tutti e tre a fare un po’ di nanna e poi a giocare come pazzi! Ma se mi rifaceste la stessa domanda tra qualche giorno non vi darei mai la stessa risposta. FABRIZIO: Il momento più brutto è stato il 30 luglio 2009: era il nostro quarto anniversario, aveva subito da poco un intervento e alla visita di controllo ci dissero che doveva essere rioperata d’urgenza. Invece, i momenti belli sono tantissimi: dal primo viaggio insieme al matrimonio, alla nascita di Gregorio... L’ultimo, domenica mattina, quando abbiamo fatto colazione tutti insieme: mia moglie che dava da mangiare al piccolo e lui che la guardava innamorato. E così io.

Paolo Badesco e Costantino Affuso

Come vi siete incontrati? PAOLO: Ero alla ricerca di un nuovo Senior architect per il mio studio di Milano e Costantino mi è stato presentato dal Senior uscente. Poche battute per capire che potevano esserci i presupposti per una proficua e duratura collaborazione e intesa professionale. COSTANTINO: Ho visto le realizzazioni sul sito e sono stato subito colpito dalla “doppia anima” dello studio: da una parte una ricerca dei valori tradizionali, in cui lo sguardo al passato è fonte di spunti e ispirazioni, dall’altro, soprattutto negli spazi commerciali legati alla moda, una ricerca di forme e materiali più inediti. Qual è il tassello fondamentale, quello che non può mancare nella costruzione di una perfetta intesa lavorativa? PAOLO: Dopo un primo periodo di rodaggio in cui lo scambio di informazioni è stato un passaggio fondamentale per far comprendere l’attività da me svolta nel corso di questi 20 anni, il resto è venuto da sé: il linguaggio sicuramente è stato alla base della nostra intesa professionale, >73

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L’essere entrambe in carriera, può creare tensioni o rivalità? LAURA: Assolutamente no, anzi, ci sosteniamo molto. Maurizio in particolare mi supporta e mi consiglia continuamente, spesso quando di sera siamo a tavola abbiamo mille argomenti di confronto e veniamo giustamente rimproverati da nostro figlio che vorrebbe essere coinvolto in chiacchiere per lui più gradevoli! MAURIZIO: Rivalità? La mia massima aspirazione è che mia moglie possa mantenermi (naturalmente con tutti i vizi che ho). Scherzo, non smetterei mai di lavorare, amo il mio lavoro, ma il successo di mia moglie mi dà grande soddisfazione e lei lo sa, sono uno dei suoi più grandi promoter! Partecipate comunque all’attività dell’altro o ve ne guardate bene? LAURA: A Maurizio piace molto il mio lavoro, fa domande, entra nei dettagli , vuole capire ,vuole spesso dire la sua , e la cosa mi diverte molto , moltissimo. Io purtroppo non sono altrettanto partecipe… è un lavoro troppo tecnico e complesso per la mia capacità di concentrazione . MAURIZIO: Conosco tutti i suoi progetti e a volte mi intrometto (forse anche troppo). Al contrario ben poco sa Laura del mio lavoro, un po’ per la riservatezza che necessariamente richiede, e poi perché a un creativo quello che faccio io sembra noioso! Cosa è bene condividere quando si è in coppia? LAURA: Grande complicità, l’intesa anche senza le parole ma, soprattutto, deve avere il coraggio di abbattere le barriere, mettersi a nudo, sapendo che dall’altra parte si è ascoltati e sostenuti e che alla fine, assieme, si potrà migliorare . MAURIZIO: Alcune passioni, che poi si traducono in quello che piace fare assieme, come viaggiare cercando cose belle da vedere o da comprare in due! Cenare insieme trovando, dopo tanto tempo, ancora argomenti di dialogo; chiaramente condividere l’educazione di un figlio e affrontare assieme i problemi quotidiani, sapendo di poter contare su un interlocutore che, anche quando non la pensa come te, alla fine sarà sempre un tuo alleato. Esiste, secondo la vostra esperienza, un segreto per far funzionare a lungo una coppia? LAURA: Non ne conosco. Credo sia una combinazione magica di elementi che si mescolano e si evolvono, a volte in meglio, altre in peggio. MAURIZIO: Essere convinti di aver fatto una buona scelta a monte, di avere al fianco una persona intelligente, che per questo comprende che ci sono alti e bassi e che la vita di coppia va valutata nell’insieme. La passione non basta. Occorre provare un sentimento molto più profondo, meno mutevole: questo è il vero collante della coppia. Cosa non si può perdonare al partner? LAURA: Che non mi lasci essere quella che sono da sempre . MAURIZIO: Che mi dica quello che non voglio sentirmi dire. Negli Stati Uniti un matrimonio su tre si celebra fra persone conosciutesi grazie al web e anche in Italia i siti d’incontri si moltiplicano. Cosa pensate dell’amore al tempo di Internet? LAURA: Una follia! Rischiamo di perdere la meraviglia dell’incontro, del corteggiamento, degli sguardi, l’emozione della vicinanza, il profumo... Non si deve perdere tutto questo, non si può scegliere senza questo . MAURIZIO: Che tristezza! Ho una certa nostalgia dei rapporti nati prima dell’esistenza di cellulari e Internet! Non sono contrario alla tecnologia, ma forse un tempo i rapporti erano più veri, più cercati, più voluti…


oggigiorno non è sempre facile trovare chi parla la tua stessa lingua! COSTANTINO: Il turn over dei collaboratori crea puntualmente fasi di stallo dovute a una mancanza di metodo comune, per cui mettere mani nel lavoro di altri diventa sempre dispersivo. Paolo ha saputo costruire in maniera sapiente il suo Studio, atteggiamento riscontrabile di conseguenza nell’organizzazione del lavoro. Cos’è centrale condividere tra voi, lavoro a parte? PAOLO: La passione per i viaggi di lavoro al quale si abbina, quasi sempre, il piacere e… COSTANTINO: L’amorevole cura di due setter irlandesi, Dylan e Paco. Stile, inteso come tratto distintivo. Cos’è per voi? PAOLO: Un imperativo, un ideale, un obiettivo… e come tale sarebbe bello fosse perseguito da molti! Come fare a vivere senza!? Nella vita lo stile è tutto, non necessariamente connesso all’avere o all’esibire; talvolta è semplicemente nell’essere! COSTANTINO: Un’espressione dei tempi, della società o semplicemente di un individuo. È una parola che racchiude molti significati, dipende da come la si usa. Per me, l’obiettivo dello stile è superare i limiti temporali per riconoscersi e distinguersi anche a distanza di tempo. Il progetto che meglio vi esprime. PAOLO: Il nuovo progetto RAW. Da un anno e mezzo siamo entrambi protagonisti di questa nuova avventura che raccoglie gli entusiasmi degli addetti ai lavori. Raw è un contenitore che cambia stagionalmente il suo aspetto e propone una ricerca internazionale svolta tra la Francia, Belgio, Olanda, Inghilterra. COSTANTINO: Il progetto è in realtà un’evoluzione già sperimentata da Paolo nel suo store di corso Magenta. Protagonista è l’arredo vintage, proveniente da contesti insoliti come laboratori, botteghe, o fabbriche d’altri tempi, volutamente non restaurato, in cui sono visibili i segni del tempo; a questo viene abbinata una selezione di accessori e complementi contemporanei, spesso di fattura artigianale. Raw si è subito guadagnato una segnalazione sulla Louis Vuitton Guide 2013 e figura tra i 15 negozi più belli d’Italia secondo Vanity Fair… A un socio non si può perdonare…? PAOLO e COSTANTINO (all’unisono): La tentazione di cercarsene un altro (eh eh eh)!

Elena Bottarelli e Stefano Gentilini

Come vi siete incontrati? ELENA: Il primissimo incontro proprio no... amici comuni direi. Poi ho iniziato a lavorare in uno showroom dove lui lavorava già e… STEFANO: Non ricordo esattamente né come né quando; ci siamo frequentati all’interno di un gruppo di amici e conoscenti comuni. Dopo alcuni anni, le proposi di aiutarmi sul lavoro. Lì è nato dapprima un sodalizio professionale e poi, dopo vicende alterne, il nostro rapporto personale. Lavorare insieme, come fate voi dal 1990 nello showroom Steel di Bologna, può creare tensioni che si trasferiscono nel privato o questa partnership è un punto di forza anche per il rapporto a due? ELENA: Tensioni a volte, ma di solito le scarichiamo subito, anche furiosamente. Di contro è anche un grande punto di forza perchè siamo due persone diverse eppure molto compatibili. STEFANO: Lavorare insieme crea inevitabilmente tensioni: diversi punti di vista a confronto, leadership all’interno dello studio, pesanti stress acuiti anche dai tempi difficili che attraversiamo… La cura risolutiva non esiste, ma aiutano forti dosi di compromesso, chiarimenti anche aspri, ma immediati, tali da non consentire al “male” di radicarsi e, last but not least, non perdere mai di vista intenti e obiettivi comuni. Avete stabilito dei ruoli autonomi, pur all’interno della medesima azienda? ELENA:Sì certo, ci sono competenze diverse. Negli ultimi anni la mia operatività è rivolta prevalentemente alla vendita, mentre Stefano si dedica anche alle consulenze. Ciò non toglie che, comunque, qualsiasi strategia e/o decisione sia assolutamente condivisa... Ed è qui ci si scanna (ride)! STEFANO: Le competenze operative sono divise e complementari, ferma restando una quotidiana e compatta presenza sul mercato. Cosa è bene condividere quando si è in coppia, lavoro a parte? Avete altre passioni comuni? ELENA: Noi condividiamo tutto, stiamo molto bene insieme, ci divertiamo e soprattutto ridiamo tanto. Io sono un po’ frenetica nel fare, organizzare, vedere, Stefano è più tranquillo, ma senz’altro siamo molto curiosi entrambi, perciò abbiamo sempre un punto comune che ci appassiona. STEFANO: Abbiamo gusti molto simili, nel senso che apprezziamo per lo più le stesse cose, anche se possono avere contenuti diversi: ci piace leggere, ma spesso diverse letterature, ci piace il cinema, ma spesso film >74

diversi, ci piace il viaggio e qui spesso i gusti coincidono. Esiste, secondo la vostra esperienza, un segreto per far funzionare a lungo una coppia? ELENA: Molto rispetto l’uno per l’altro e ancora molto amore. STEFANO: Immediati chiarimenti e saper voltare pagina velocemente. Cosa non si può perdonare al partner? ELENA: La falsità. Non posso sopportare che mi si prenda in giro, meglio la verità, per quanto brutta o difficile. STEFANO: La meschinità. Negli Stati Uniti un matrimonio su tre si celebra fra persone conosciutesi grazie al web e anche in Italia i siti d’incontri si moltiplicano. Cosa pensate dell’amore al tempo di Internet? ELENA: Non fa proprio parte del mio DNA. Anche se i Social network da Fb a Instagram mi piacciono molto, non potrei mai pensare di utilizzarli in quel senso... STEFANO: Sono di una generazione diversa e fatico a capire queste nuove modalità, mi sembrano artifizi atti a superare quello che le nuove generazioni non sanno più dirsi a parole.

Francesca Pirini e Michele Casalboni

Il vostro primo incontro. FRANCESCA: Eravamo vicini di casa, quindi ci conosciamo da sempre… Io avevo più o meno 15 anni e lui 25… Poi, dopo circa cinque anni, ci siamo messi insieme. MICHELE: Onestamente non me lo ricordo di preciso… abitavamo vicino… quindi direi non ci siamo dovuti incontrare! Lavorare insieme ogni giorno e poi tornare a casa insieme ogni giorno... C’è il rischio che le normali e inevitabili tensioni quotidiane si trasferiscono nel privato, e viceversa, oppure questa partnership a 360 gradi è un grande punto di forza? FRANCESCA: Penso che se non avessimo lavorato insieme sarebbe stato un grosso problema… io sarei stata impegnata di giorno e lui di notte, quindi vedersi sarebbe diventato complicato. Certo, a volte Michele sul lavoro si arrabbia un po’ (solo lui, io mai) e quando si torna a casa o si fa pace a casa o si resta arrabbiati fin quando la cosa non si risolve da sola. MICHELE: Io a casa non porto mai i problemi nati sul lavoro. Se c’è qualche tensione, com’è normale, sul lavoro nasce e al lavoro resta. Avete stabilito dei ruoli autonomi pur all’interno della medesima azienda? FRANCESCA: Lui dirige e tutti noi, me compresa, seguiamo le indicazioni. Io in particolare curo in autonomia la parte amministrativa. MICHELE: Acquisti, conti, clienti… sono il mio ambito preferenziale, mentre Francesca amministra. Ma credo che potrebbe fare tranquillamente le mie veci, com’è accaduto quest’anno quando mi sono dovuto assentare per quattro giorni. Se l’è cavata egregiamente. Avete passioni comuni, extra lavoro intendo? FRANCESCA: Stiamo talmente tanto tempo insieme e condividiamo così tanto qui dentro che, al di là dell’essere genitori delle due nostre meravigliose bambine e prenderci una serata ogni tanto solo per noi, cenando in qualche bel locale, non potremmo far altro! MICHELE: Nel poco tempo che ci resta libero, condividiamo la stessa passione per la cucina… e naturalmente quella per le nostre figlie. Esiste, secondo la vostra esperienza, un segreto per far funzionare a lungo un rapporto a due? FRANCESCA: L’amore… quando c’è quello il resto è facile! MICHELE: Non credo ci sia un segreto… se non quello di vivere attimo per attimo, giorno per giorno, costruendo il rapporto insieme. Cosa non si può perdonare al proprio compagno/a di vita? FRANCESCA: L’infedeltà, anche se si dovesse continuare a stare insieme, non credo che potrei perdonarla mai. MICHELE: Se tradisse la mia fiducia, non parlo d’infedeltà in senso classico, quindi. Da veri esperti… quanto può beneficiare un rapporto di coppia del rito del cibo? FRANCESCA: Per mia esperienza, devo dire che il fatto che Michele, specie all’inizio, quando eravamo fidanzati, mi portasse a cena in dei bei locali, facendomi trascorrere serate romantiche… ha aiutato molto! Intanto ho compreso di più il suo mondo e poi ho cominciato ad apprezzarlo davvero anch’io. MICHELE: Credo che il buon cibo aiuti, perché dopo averlo condiviso… si può condividere anche altro, no?!?

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L’amore è bello, finché dura. Ecco, appunto, come riuscire nell’impresa? Eternamente linkati o ciascuno con un proprio angolo privato? Le opinioni sono disparate e talvolta discordanti. Text > Claudia Bruni

LINKED & UNLINKED

Complice il boom dei Social network, che hanno cambiato le dinamiche dei rapporti interpersonali, ultimamente si parla molto di condivisione. Dai profili digitali alle relazioni umane, tra individualismo e bacheche pubbliche, ci si chiede: cosa bisognerebbe condividere e cosa no? In un’epoca in cui i siti d’incontri propongono di trovare potenziali partner sfruttando il concetto di compatibilità di coppia attraverso il matching tra desideri, interessi e stili di vita, la domanda sorge spontanea: cosa è necessario avere in comune, perché una coppia funzioni e sia equilibrata? Meglio condividere tutto, essere simili e simbiotici, o avere propri spazi, essere diversi e complementari? A riguardo, le opinioni, sono le più diverse. Ci sono relazioni in cui i partner diventano quasi un unico essere “coppia” ; altre in cui fanno ciascuno la propria vita,

condividendo tempi e spazi ridotti, accuratamente scelti. La tendenza “Tesoro, ci vediamo nel weekend” è in crescita, e lo stesso concetto di coppia si sta evolvendo in nuove direzioni, ridefinendo i suoi valori fondanti, i suoi elementi chiave. È il pensiero che conta - Al di là delle piccole differenze, la condizione necessaria (e spesso sufficiente) perché una coppia funzioni è essere d’accordo sui grandi temi. Lo conferma anche un recente sondaggio svolto su 2000 single dall’agenzia Eliana Monti, in cui sono stati individuati i tre pilastri che tengono in piedi l’amore, permettono di trovare compromessi e riconciliarsi dopo i litigi. Nonostante le normali diversità personali, infatti, bisognerebbe: 1) condividere ideali, valori e filosofia di vita; 2) avere dei progetti in comune, avere gli stessi >76

obiettivi di vita e priorità; 3) condividere emozioni, sentimenti, opinioni, ossia comunicare, raccontarsi gioie e turbamenti, potendo così contare l’uno sull’altra/o con fiducia. “Amore non è guardarsi a vicenda, ma guardare insieme nella stessa direzione”, sosteneva Antoine De SaintExupery. Capirsi, anche parlando lingue diverse Ok, uomini e donne sono diversi, e spesso comunicano gli stessi sentimenti ed emozioni in modi differenti. L’importante è dialogare, sviluppando l’empatia e avendo soprattutto la volontà di ascoltarsi e di andare oltre i propri schemi mentali, per poter comprendere il partner. E se proprio a parole non ci si capisce, c’è un linguaggio universale molto più efficace: quello del corpo. Interessi variabili - Avere interessi in comune


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>zone SOCIETY

a volte aiuta, perché così è più facile passare del tempo insieme ed è, inoltre, sempre bello condividere le proprie passioni con chi si ama, tuttavia non è strettamente necessario per il benessere della coppia. Anzi, a volte, ritagliarsi del tempo per coltivare in singletudine i propri interessi significa crearsi uno spazio personale in cui prendere “ossigeno”, per riportarlo poi all’interno della coppia. Convivenza: letti separati, eterni fidanzati - Secondo una ricerca svolta da Parship.it, il 35% delle donne intervistate non dormirebbe insieme al partner per quieto vivere e a causa delle diverse abitudini, ma c’è anche chi usa l’espediente per tener vivo il desiderio. E dai letti, sono sempre di più le coppie che vivono anche sotto tetti separati: per esigenze professionali, ma soprattutto personali. La “tutela della propria

individualità” è sempre più in voga, specie tra le coppie che si formano tra uomini e donne reduci da un matrimonio o una convivenza precedenti, e che, una volta ristabilito il proprio equilibrio e le proprie abitudini, non sono disposti a cambiarle, preferendo incontrarsi “quando se ne ha davvero voglia”. Giocando, in sostanza, ai fidanzati, e mantenendo viva la passione complice la lontananza. Tesoro?!? Ti do la mia password - Sembra che ultimamente le chiavi di accesso ai propri profili o alla propria email siano considerati come un pegno d’amore del massimo valore. Ma è davvero prudente condividere informazioni confidenziali con il partner? Qualcuno dice che è una questione di fiducia, la dimostrazione che non si ha nulla da nascondere; qualcun altro, scettico, replica: “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”. >77

La coppia Social - I siti di incontri per single e i Social network possono essere utilissimi per incontrare l’anima gemella, anche se i “single malgrado” escono sempre abbruttiti da un eccesso di frequenza. Una volta trovato l’amore, però, meglio non sbandierare le proprie cronache sentimentali nella piazza digitale di Facebook&co, sopratutto quando si tratta di litigi, scaramucce e crisi: potrebbe essere umiliante per il partner, e gli amici faccialibro (veri o presunti) si potrebbero facilmente mettere in mezzo, sentendosi chiamati in causa dalla pubblicazione di messaggi e status. Saggezza popolare recita “i panni sporchi si lavano in casa”, e a computer spento!

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>zone SOCIETY

Perché ci si innamora e ci si lascia alla velocità della luce? Perché separazioni e divorzi sono in costante aumento? Soddisfare sempre e comunque i propri impulsi è sintomo di libertà o di un perdurante stato di fanciullezza? Insomma, qual è il problema della coppia contemporanea? Text > Roberta Pazzi

WHEN LOVE BREAKS DOWN

Dalla crisi del settimo anno a quella del quindicesimo. L’Istat fotografa la famiglia italiana e ne sancisce la crisi: mediamente i matrimoni sopravvivono 3 lustri, dopo di che il 30% naufraga. E, rincara il Censis, la famiglia intesa come istituzione è in crisi, nella coppia uno dei due è spesso assente, il troppo lavoro allontana dai valori veri, i giovani fanno richieste economicamente sempre più esose, non esiste più il conflitto sano tra genitori e figli, ma piuttosto l’estraneità. Faticoso trasmettere dentro le mura di casa il senso delle cose che contano: la televisione la fa da padrona e i suoi modelli trovano terreno fertile in famiglie sempre più lasciate sole dalla società. Le statistiche non indagano le motivazioni profonde (a volte anche no) che si celano dietro queste rotture, per cui prima di addentrarci tra percentuali e grafici riportiamo quanto suggerito dalla dottoressa Giuliana Proietti, psicologa e sessuologa anconetana. “La vita in comune, la troppa intimità, le preoccupazioni economiche e lavorative, la nascita e l’educazione dei figli, la scomparsa di qualsiasi senso di mistero nel partner, il suo eccesso di disponibilità e presenza producono assuefazione e con essa fastidio e noia. Molti partner, inoltre, diventano assai critici

nei confronti dell’altro, scoprono nel partner dei difetti che non avevano immaginato, per cui le liti sono frequenti. Tutto perde di valore: il progetto matrimoniale, il partner, sé stessi. Molte persone si sentono intrappolate nel rapporto matrimoniale, manipolate dall’altro, che viene vissuto come oppressivo e limitante. Chi è concentrato poi sui propri bisogni, sull’esigenza di crescita personale, può sentirsi via via diverso, maturato, cambiato, e dunque lontano dalla vita del partner con il quale diventa difficile perfino la comunicazione: ciascuno finisce per fare una propria vita indipendente, che poi porta al desiderio o all’esigenza della separazione. Per molti, al centro della discordia coniugale sono i rapporti sessuali, che diventano abitudinari e sempre meno soddisfacenti. L’aria di conflitto perenne, la scarsa comunicazione, la limitata soddisfazione nei rapporti porta inevitabilmente a cercare delle evasioni extraconiugali, che a loro volta sono foriere di ulteriori litigi ed incomprensioni. E così da partners ‘buoni’ si diventa ‘cattivi’, senza spesso neanche capire fino in fondo quali siano stati gli strani meccanismi e le reazioni, chimiche e non, che hanno modificato questa delicatissima alchimia che è l’amore.” >78

Di fatto la separazione è dietro l’angolo. E, in concreto, cosa accade quando una coppia scoppia? L’Istat ha fotografato che nell’85,5% dei casi l’addio è dato consensualmente. Un buon dato si potrebbe pensare (finalmente su qualcosa questa ex-coppia è d’accordo), ma nella realtà più che separarsi perché il rapporto è finito simultaneamente da ambo i lati pare verosimile che la separazione consensuale sia preferita in ragione di una maggior velocità e per i costi decisamente inferiori. Altro aspetto spinoso e delicato, la presenza dei figli: il 68,7% delle separazioni e il 58,5% dei divorzi - sempre secondo l’ultima rilevazione Istat - ha riguardato coppie con prole. Nel 90% dei casi i genitori hanno optato per l’affido condiviso, mentre solo nel 9% dei casi i figli sono stati affidati in esclusiva alla madre. Va da sé che la quota di affidamenti concessi ai papà continui a rimanere su livelli molto bassi. Tutt’altro che trascurabile è il risvolto economico dell’intera faccenda, non a caso si parla di nuove leve di poveri (e questo ancor prima che la crisi generalizzasse il problema). 
Nel 20,6% delle separazioni – questo è il dato generale nazionale – è previsto un assegno mensile di mantenimento per


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>zone SOCIETY

il coniuge che, nel 98% dei casi, è corrisposto dal marito alla moglie. L’importo medio di tale assegno è più elevato al nord - 520 euro - che nel resto del Paese - 447,4 euro (ma nella realtà, esso risulta mediamente di 250). C’è poi quello per i figli, qualora risiedano presso uno dei due genitori (diversamente si provvede a ripartire ogni spesa al 50%). Nel 56% dei casi la casa in cui la coppia risiedeva viene assegnata alla moglie e nel 21,5% al marito. C’è infatti un 19,8% di casi in cui gli ex coniugi decidono ambedue di andare a vivere in case diverse da quella coniugale. Non c’è che dire. L’Italia è un paese che litiga. Lo vediamo in Tv, lo leggiamo sui giornali, figuriamoci quanto accade tra le pareti domestiche! Ma dove si litiga e ci si lascia di più? Tra i dati Istat c’è anche quello che deriva da una mappatura geografica delle coppie che si separano: la litigiosità appare - a sorpresa - più alta al Sud, dove le separazioni giudiziali raggiungono il 21,5% contro una media nazionale del 14,5%. Mentre tra i fenomeni che si sono stabilizzati negli ultimi dieci anni, vi è quello secondo il quale le coppie più propense a separarsi sono quelle con titolo di studio più elevato e, prevalentemente,

quelle in cui marito e moglie hanno lo stesso livello di istruzione, laddove una forte omogamia - cioè l’appartenenza a uno stesso ceto o classe sociale - caratterizza gli sposi al momento dell’unione matrimoniale. Uno dei dati che più stupiscono è quello che registra l’aumento delle separazioni tra gli ultrasessantenni. Vien facile pensare sia perché la vita media si è allungata e, dunque, tutto si è spostato più avanti, matrimoni e divorzi compresi. Eppure mi è capitato di chiedere a un gruppo di persone di una “certa età” (over 70 per la precisione) di fornirmi una definizione di famiglia, ed avere una risposta unanime e immediata: “Un uomo e una donna, dei bambini, dei nonni, degli zii e dei cugini che si aiutano vicendevolmente”. Senza ombra di dubbi, senza alcun tentennamento. E allora? Numeri e percentuali, definizioni e stereotipi a parte, siamo persone sempre più complesse con una vita sempre più articolata e sollecitata. Che ci piaccia o no, però, dobbiamo ugualmente fare i conti non solo con noi stessi, ma con gli altri, perché per esistere abbiamo bisogno di riconoscerci e di essere riconosciuti dagli altri. >79

Dobbiamo, quindi, prendere atto che la famiglia può attraversare momenti difficili e può dover fronteggiare condizioni diverse da quelle di partenza, ma che ci è indispensabile imparare lo stesso a riconoscerla per poter esistere. Come dire: tra le competenze che quest’epoca ci domanda per meglio adattarci all’oggi ci sono anche quelle di riuscire a comprendere i nostri bisogni e quelli dell’altro, evitando così di scambiare amore per passione o desiderio per interesse. Il modello edonista, di cui parlava con ironia il signor Dagospia negli anni ‘80 - ossia “per stare bene fai quello che ti senti ora” - è uno schema che può soddisfare gli impulsi, ma non i bisogni esistenziali dell’essere. Sembrerebbe opportuno ridefinire le persone in base alle reali necessità, e non solamente secondo gli impulsi, stando comunque attenti a non sposare l’ottica bacchettona che li vuole negati aprioristicamente, ma anche preoccupandosi di non cadere nel tranello edonista della soddisfazione a tutti costi e in modo selvaggio degli stessi. Sì, serve assolutamente un nuovo modo di pensare alle soluzioni. O forse, come sostiene saggezza popolare, per riuscirci dovremmo nascere vecchi e morire bambini!

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>zone OPINION

Ogni giorno politici, esperti di economia e santoni giocano a prevedere quando finirà la crisi; sappiamo bene che le loro sono solo prese in giro, atte a farci resistere oltre ogni limite per poterci sfruttare fino all’ultimo. In realtà, la crisi è destinata a peggiorare sempre più, perché la crisi siamo noi, e non abbiamo nessuna intenzione di farla passare. Text and picture > Piero Cattani

ESCAPING FROM POVERTY (Oje vita, oje vita mia, oje core ‘e chistu core...) Manca il link. Sembra essere un paradosso, ma nell’era delle infinite possibilità spazio temporali offerte dalla rete, a me manca la porta d’accesso per raggiungere un dominio altrove. Farei meglio a parlare di una via d’uscita, più che d’entrata. Una via di fuga. Perché di questo si tratta. È sempre più forte in me il desiderio, se non la necessità, di andarmene da questo Paese. Di fuggire dall’inarrestabile progredire del cancro che lo divora.

È ovvio che non ci sono più speranze, nessuna cura possibile. E la causa siamo proprio noi italiani, che non abbiamo la forza, l’intelligenza, la lucidità, la sensibilità, la lungimiranza per cambiare noi stessi e, pur rendendoci conto di cosa ci sta accadendo, abbiamo paura di perdere l’illusione che ci hanno dato. Continuiamo a scaricare le nostre colpe sui politici per paura di guardare dentro noi stessi; ma “quei bastardi, quei ladri, quei bugiardi, >80

quegli arroganti e prepotenti” non sono altro che il nostro riflesso. Sono noi. L’Italia fa schifo, questo bisogna avere il coraggio di dire. E gli italiani sono l’Italia (e gli italiani fanno schifo). Altri paesi sono in difficoltà, ma alla fine il senso della comunità ha avuto la meglio. Gli sforzi sono stati accettati e meglio ripartiti per il bene comune. Noi no, non abbiamo capito e accettato la situazione. Soprattutto


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>zone OPINION

i privilegiati, i ricchi. Quegli italiani, cioè, che ignorano il dramma di una nazione agonizzante, vittime dell’egoismo esasperato. Ma è mai possibile continuare su questa rotta? È possibile non capire che queste disparità economiche e sociali porteranno, a breve, all’annientamento della nostra società? Cosa ve ne farete dei soldi nel materasso, dei privilegi, della notorietà, quando non ci sarà più nessuno ad aprivi lo sportello?

Purtroppo, sono certo, non esistono possibili soluzioni, niente redenzione; finiremo come Sodoma e Gomorra, vittime della nostra cecità. Io non posso più essere indifferente a tutto questo, alle ingiustizie, alle disparità assurde, all’ignoranza, all’arroganza. Ma ora, che finalmente ho aperto gli occhi e che rifiuto di continuare a essere parte di questa realtà, non ho più il link, le possibilità per fare il grande passo e fuggire all’estero. Gli anni, forse, e >81

le risorse, certamente, mi impediscono di mettere in atto questo piano che da tempo è diventato il mio chiodo fisso. Come direbbe Gandalf il Grigio* nel tentativo estremo di salvare i compagni d’avventura, vi dico, finché siete in tempo: “fuggite, sciocchi!” *Il Signore degli Anelli (parte seconda)

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>zone SOCIETY

Siamo la coppia più bella del mondo, cantavano Celentano e Claudia Mori. Aprendo una finestra sul mondo, ci siamo chiesti: quali saranno le 10 coppie secondo i nostri lettori? Lo abbiamo chiesto a una giuria composta da personaggi glam, trend setter ed esperty beauty & fashion emiliano-romagnoli. Non è stato semplice, ma alla fine, dopo dibattiti, incroci e confronti - talvolta molto aspri - ecco il risultato! A cura di >bmmZONE staff&friends

TEN COUPLES (FAIRYTALE) RANKING

1 Barack Obama e Michelle LaVaughn Robinson. Dimostrarsi un valido presidente Usa è tutt’altro che semplice, ma essere una degna first lady non è certo da meno. Indiscutibili!

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>zone SOCIETY

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Elton John e David Furnish La collaudata coppia di papà&papà (o mamma&mamma?!?) è insieme da una vita, professionalmente e sentimentalmente: praticamente una cosa sola. Coraggiosi!

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Justin Timberlake e Jessica Biel Oltre a vivere entrambi un momento magico professionalmente, sono la quintessenza dell’eleganza. Very glam!

4

David Beckham e Victoria Beckham Super belli, super ricchi, super genitori... (in) Super(abili)!

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Tim Burton e Helena Bonham Carter Se non esistessero bisognerebbe inventarli. Sembrano usciti dallo stesso film! Born to be together!

6

Andrea Casiraghi e Tatiana Santo Domingo “Il principe e la ballerina” si trasforma in un più moderno “Il principe e la it-girl”. Ci piace questa favola romantica dal sapore hippie chic!

3

Francesco Totti e Ilary Blasi Er Pupone e pupona sono il simbolo non solo di Roma, ma della coppia giovane e felice, con il comune obiettivo di fare famiglia! Politically correct! >83

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Kanye West e Kim Kardashian Quando passano è un po’ come assistere a una sfilata sul red carpet... too cool, too Vip!

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Jay Z e Beyoncé Knowles La coppia simbolo di tutte le coppie belle, ricche e innamorate. Provate a immaginarveli mentre cantano al mattino insieme sotto la doccia!

2

Brad Pitt e Angelina Jolie Troppo belli per essere veri? Può darsi, e come non invidiarli per l’amore che li lega e per i loro ! Neverending!

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>zone CHAPTER

ARCHITECTURE & DESIGN 42 Ten Must for Home 86 Bonnie & Clyde 92 The House in the Wood 100 The Art of Gifting_Christmas Presents 105 Just the Two of us 108 Shabby Fusion, lo stile Penelopee Junk

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>zone DESIGN

Si dice che lavorare nello stesso ufficio, col proprio coniuge, fidanzato, fratello o amico, non sia quasi mai un’idea vincente. Esistono, però, coppie in grado di smentire il luogo comune e che, oltre all’abilità creativa, hanno saputo (e sanno) gestire un business di successo, evitando divorzi e litigi. Ve li presentiamo! A cura di > Alice Visconti

Leather Alligator Banquete Chair, designers Fernando e Humberto Campana, 2011 In collaborazione con la ONG Orientvida.

BONNIE & CLYDE >86


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>zone DESIGN

Aviary Chair, designers Patrik Fredrikson e Ian Stallard, 2012 Sedia in acciaio composta da oltre 2500 giunti saldati a mano. Wright al quadrato!!! Tant’è. Achille e Pier Giacomo Castiglioni (fratelli), Charles e Ray Eames (marito e moglie), Afra e Tobia Scarpa (marito e moglie), Franco Albini e Franca Helg e Antoine Philippon & Jacqueline Lecoq (semplicemente soci) sono alcune delle grandi coppie di designer dal passato che, con la loro arte a quattro mani, hanno contribuito a mutare per sempre il senso dell’arredamento. E oggi? Gli esempi brillanti non mancano. Si va dai francesi Bouroullec, che sono fratelli, ai britannici Edward Barber e Jay Osgerby e Patrik Fredrikson e Ian Stallard, ex compagni di college; da Roberto e Ludovica Palomba, un esempio di coppia all’italiana, ai fratelli brasiliani Fernando e Humberto Campana o ancora agli olandesi Douwe Jacobs e Tom Schouten, co-fondatori del marchio Flux Furniture. Non sappiamo e non sapremo mai se le loro spettacolari creazioni sono nate in una situazione di totale armonia e sintonia. Di sicuro, nelle loro mani c’è il design di ieri, di oggi, di domani. >87

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Il concetto di coppia nel design sottende a prodotti di arredo pensati a coppia, per fare coppia, fatti per stare insieme, insomma, proprio come fanno due amici, due parenti, due vicini, due amanti, due fratelli, due animali... Esistono al contempo pezzi unici di design pensati da coppie di designer, ed è a questo secondo emisfero che abbiamo attinto per presentarvi una carrellata di oggetti creati a quattro mani. Si dice che essere una coppia (di amanti, soci, amici) e lavorare in coppia possa essere insalubre. Gli artisti, si sa, sono prime donne… Ma se è vero che l’egocentrismo e il senso di superiorità sono due tipici effetti collaterali dei creativi, allora, come hanno fatto tante “coppie” di designer a controllare il proprio ego, condividendo felicemente con un partner pensieri e passioni? Frank Lloyd Wright ebbe a dire: “Ben presto nella vita mi trovai a scegliere fra una schietta arroganza e una ipocrita umiltà; scelsi l’arroganza”, e tutti sappiamo chi Wright fosse e la grandezza del suo operato… Ora, immaginate l’effetto che si può produrre elevando la scelta di


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>zone DESIGN

Soriana sofa, designers Afra e Tobia Scarpa per Cassina, 1970. Divano fuori produzione premiato con il Compasso d’Oro nel 1970. Satellite, designers BarberOsgerby per Quodes, 2012. Mobile modulare appoggiato su un semplice cavalletto.

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>zone DESIGN

Papyrus, sedute in policarbonato trasparente, designers Ronan e Erwan Bouroullec per Kartell, 2009.

Eames Elephant, designers Charles e Ray Eames per Vitra, 1945 Coloratissimi sgabelli disegnati appositamente per i bambini.

Flux Chair, designers Douwe Jacobs e Tom Schouten per Flux Furniture, 2011. La sedia che porta all’estremo il concetto di arredo pieghevole.

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>zone DESIGN

Up_PliĂŠ e Gran PliĂŠ, designers Roberto e Ludovica Palombo per Driade, 2010. Poltroncina e divano per esterni, ma utilizzabili anche indoor. Right_ AM/AS, designers Albini Franco & Helg Franca per Sirrah, 1968 ca. Coppia di lampade da terra in metallo cromato.

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>zone DESIGN

Taccia, designers Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Flos, 1962. Lampada da tavolo a luce riflessa in metallo laccato e vetro.

Desk, designers Antoine Philippon & Jacqueline Lecoq, Form Desk, Comfort Collection, 1967.

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>zone ARCHITECTURE

THE HOUSE IN THE WOOD

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>zone ARCHITECTURE

Vivono insieme e lavorano in coppia Enrico Iascone e Carlotta Menarini, fondatori dello studio bolognese EIA (Enrico Iascone Architetti). Sostenuti da una profonda passione per la progettazione architettonica, mostrano nei loro lavori una particolare sensibilità alle tematiche energetiche e ambientali, riservando una speciale attenzione all’inserimento paesaggistico e all’utilizzo di tecnologie sostenibili per l’ambiente. Proprio come nell’abitazione che vi presentiamo. A cura di > Manu Benedetti

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>zone ARCHITECTURE

La Guest House è una piccola residenza, costruita all’interno di una proprietà più grande, commissionata con l’obiettivo di aggiungere alla villa padronale una dépendance per gli ospiti. Un’attenta progettazione per la sistemazione del terreno, caratterizzato dalla presenza di affioramenti di strati gessosi con forti dislivelli, ha consentito il recupero e la valorizzazione di un nuovo volume interrato, dotato di un’ampia superficie vetrata, adibito a zona notte. L’area del progetto si trova in una zona residenziale, nella prima collina bolognese.

Il lotto, che comprende anche la villa principale, è completamente immerso nel verde, quasi un piccolo bosco, ed è caratterizzato da una macchia molto fitta di alberi, querce, frassini e aceri, che conferiscono al contesto una qualità paesaggistica e naturalistica di notevole pregio. L’idea che ha guidato il planning è stata quella di realizzare in questo bosco una lanterna, visibile da diverse angolature con effetti e caratteristiche differenti, che con la sua luce soffusa si proponesse come una presenza quasi magica e che, attraverso i diversi effetti luminosi creati dal sole e dalla >94

luce artificiale, diventasse un segno delicato, ma visibile, nel paesaggio. Nell’intento di utilizzare materiali ecologici e tecnologie sostenibili si è scelto il legno sia come elemento strutturale che come rivestimenti esterno, al fine di creare un legame col contesto, ulteriormente rafforzato dalle scelte cromatiche che accostano il colore degli alberi al colore del volume nella sua totalità. Con il legno sono state realizzate tutte le strutture, ad eccezione di quella portante delle parti interrate, in cemento armato.


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>zone ARCHITECTURE

scorci sul bosco, come la finestra sul lato nord e i piccoli tagli sul lato est visibili dalla cucina. Gli infissi sono stati realizzati con telai di legno di alta qualità come l’abete rosso e il larice trattati con vernici idrosolubili. I vetri utilizzati sono a doppia camera e triplo vetro. Internamente l’edificio è molto semplice, al piano terra si trova un piccolo soggiorno con angolo cottura e al piano sottostante è stata ubicata una camera per gli ospiti con un bagno e piccoli locali di servizio. Tale scelta è stata dettata dalla volontà di affidare alla natura esterna il ruolo di >95

elemento ornamentale e decorativo principale, utilizzando elementi semplici e basilari per le finiture interne. Il rivestimento in resina bianca delle pavimentazioni e della scala con parapetto in ferro crea continuità con le pareti candide e con il battiscopa, accuratamente incassato nelle pareti di fibrogesso. Per le sistemazioni esterne si è scelto di utilizzare gli stessi blocchi di gesso provenienti dalle lavorazioni di cantiere per i muretti di contenimento e per colmare i dislivelli tra l’ingresso e la parte posteriore dell’edificio.

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La “pelle” è in pannelli di betulla, giuntati a battente con coste parallele, trattati e verniciati in autoclave, posti in opera su un supporto in listelli di legno. Le parti trasparenti sono, sul prospetto frontale, delle asole di luce che rispettano il passo e la dimensione dei pannelli, mentre sui fronti laterali si aprono grandi vetrate. Il soggiorno si rivolge prevalentemente a sud, in direzione della grande vetrata verso la casa principale, la quale crea un collegamento visivo e di affaccio diretto; altri tagli sono invece stati studiati in modo da privilegiare semplicemente gli


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>zone ARCHITECTURE

Enrico Iascone Architetti è uno studio professionale fondato nel 2001 da Enrico Iascone e Carlotta Menarini. In questi dodici anni di lavoro, EIA ha affrontato diversi temi nel campo dell’architettura: dalla ristrutturazione di palazzi storici alla progettazione di nuovi complessi, nei diversi ambiti della residenza, degli uffici, del terziario. Il lavoro, attraverso le diverse tematiche, ha messo in evidenza la necessità e l’importanza di confrontarsi con le tante discipline e i tanti attori che partecipano alla realizzazione di un’opera. Progettare non è mai frutto di una sola intuizione, ma è il risultato di una stretta collaborazione fra diversi intuiti ed intelletti, di un dialogo ininterrotto tra l’architettura, l’ingegneria, la tecnologia. È in questa ottica che lo studio ha lavorato per formare un team dinamico, che potesse condividere la logica dell’entusiasmo e della ricerca continua. Enrico Iascone, nato a Bologna nel 1965, si è laureato in architettura presso la facoltà di Firenze. Prima di costituire l’associazione professionale con Carlotta ha avuto diverse esperienze lavorative. Ha collaborato con l’architetto bolognese Mario Cucinella nella progettazione e direzione lavori di importanti interventi sul territorio nazionale, esperienze queste che hanno avuto una significativa influenza sia sotto il profilo compositivo sia per l’approfondimento dei concetti di sostenibilità ambientale. Dal 1999-2006 è stato professore a contratto presso la facoltà di Architettura di Ferrara, responsabile del Laboratorio di Tecnologia dell’Architettura II. È curatore della sezione progetti della rivista internazionale di architettura ‘THE PLAN’. Carlotta Menarini, anche lei bolognese doc, laureatasi in architettura a Firenze, ha lavorato presso lo studio dell’architetto Leone Pancaldi e il centro studi OIKOS Ricerche e dal 1997 al 2000 nel settore edilizia dei Lavori Pubblici per il Comune di Bologna.

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>zone ARCHITECTURE

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>zone ARCHITECTURE

Il soggiorno si rivolge prevalentemente a sud, in direzione della grande vetrata che crea un collegamento visivo e di affaccio diretto verso il bosco e la casa padronale.

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>zone ARCHITECTURE

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>zone DESIGN

Rendere magico un momento è una questione di scelte, scelte di stile, naturalmente. Ecco un’esclusiva selezione di gift e articoli di design firmati Fendi, Kenzo, Bentley, Heritage e Vladimir Kagan, prodotti e distribuiti da Club House Italia SpA, che illumineranno di classe il vostro Natale, e non solo! A cura di > Eve Mathieu

THE ART OF GIFTING Christmas presents

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>zone DESIGN

KENZO MAISON (on the left) Kanak: Lampada in metallo con disegno traforato e verniciato color beige perlato. Tiger: Sedia con braccioli in legno massello imbottito con shienale in metallo e gambe in caasoaio finitura canna di fucile. Ramage vases: Set di vasi Ramage dall’evocativo decoro “a grappolo” color tortora. BENTLEY HOME (up) Oxford: Coffee table dalla linea geometrica con base in acciaio lucido e top in radica Chestnut con finitura lucida spazzolata. Chester: Raffinata madia con ante e fianchi in radica miele o Chestnut finitura lucida spazzolata e interni in legno laccato nero con ripiani in cristallo. Top con rivestimenti in pregiata pelle. Harlow: Coffee tables dal design moderno con struttura metallica in acciaio finitura canna di fucile. Piano in onice o rivestito in pelle. Richmond: Elegante e sofisticata linea di sedute che comprende divani, chaise longue, poltrona. Struttura esterna avvolgente in preziosa radica, oppure rivestita in pelle. La parte interna della struttura è rivestita in pelle o in lino, oppure in pregiato velluto di cachemire. Il profilo è arricchito da un filetto in pelle.

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>zone DESIGN

VLADIMIR KAGAN - NEW YORK COLLECTION Chaise: Chaise longue dal design inconfondibile, basamento in metallo verniciato cromo e rivestimento in tessuto. Grace: Candeliere a 4 bracci in legno massello di noce Canaletto e acciaio lucido. Shirley: Lampada da tavolo dalla geometria squadrata realizzata in legno massello di noce canaletto e barra in acciaio lucido. Paralume in tessuto avorio o nero. >102


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>zone DESIGN

www.luxuryliving.it

FENDI CASA Icelite: Iconico lampadario con bracci in cristallo lavorato a mano colore trasparente e base in acciaio canna di fucile. Logo FF sabbiato. Cuscino in satin o velluto nero con motivi made in Swarovski elements crystal, 50x50 e 30x40 cm. Prezioso cuscino in pelliccia di volpe color antracite con bordino in nappa, 30x60 cm. Cuscino in satin o velluto bianco con motivi made in Swarovski elements crystal e neri 50x50 e 30x40 cm.

HERITAGE - ORIENT EXPRESS COLLECTION Set di cornici in legno rivestite in tessuto cachemire o pelle. Dettagli in pelle, bronzo nichelato o ottone. Cappelliera in legno rivestita in pelle proposta in color avorio. “Sedia regista� con struttura in mogano pieghevole e dettagli in metallo cromato. Seduta e schienale in pelle. Rectangular box porta champagne: Valigetta in legno rivestito in pelle, dettagli in ottone, cinghie in pelle. Interni in legno sagomato rivestiti in microfibra per contenere 2 bottiglie e 4 flute. Vassoio in legno estraibile rivestito in microfibra.

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>zone ARCHITECTURE

A Cesenatico, un piccolo rifugio nel quale rigenerarsi dopo il lavoro. Una casa di mare nata e costruita per due, essenziale quanto serve e confortevole quanto basta per essere vissuta appieno durante i mesi estivi, ma pensata per accogliere la coppia anche nei weekend invernali. Text > Alessandra Allegri Photos > Roberto Morellini

JUST THE TWO OF US il tronco dei pini secolari in particolare. Spiccano anche il verde delle fronde e lo smeraldo del mare, quest’ultimo scelto - ad esempio - per il tavolo e le sedie della cucina. Punti luce, artificiale e naturale, contribuiscono a conferire profondità alle pareti bianche. Il ripostiglio occupa un’ampia superficie della casa, in ragione di un ordine e di una funzionalità immediati, particolarmente indispensabili quando si hanno a

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Nel ristrutturare l’appartamento di Cesenatico che vi presentiamo, l’architetto Rita Martelli è intervenuta su spazi minimi, potendo però contare su altezze ampiamente sfruttabili, per creare, anche attraverso un sistema di griglie d’aerazione interne ubicate sulle porte scorrevoli, un effetto di aero-dilatazione volumetrica. Le resine e le bio-malte utilizzate, come nel caso di quelle scelte per la parete della zona tecnica riservata al cooking, richiamano i colori visibili all’esterno,


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>zone ARCHITECTURE

disposizione dimensioni ridotte. Sempre per questa ragione, nel soggiorno è stato scelto un mobile del Novecento a serrandina, capace di nascondere la zona bar e varie altre suppellettili. Secondo la logica del rigore e dell’assoluta pulizia formale, le zone di servizio, come ripostiglio e lavanderia, sono state letteralmente inghiottite dalla boiserie a listoni di legno verniciato che, correndo sulle pareti della zona giorno, ricorda i vecchi capanni da pesca e che, insieme alla grande nave che fluttua in un cielo di stelle, sul muro del living, rimanda al mare.

C’è una storia, in realtà, legata alle stelle e all’astrologia - la predizione di un incontro, fatta alla proprietaria dell’appartamento anni prima, e puntualmente verificatasi - che ha in qualche modo reso d’obbligo la presenza del vascello e quella delle costellazioni del Cancro e del Capricorno (segni zodiacali dei due proprietari), riprodotte nel soffitto della camera da letto da due file di led. Nel piccolo affaccio fronte mare, spiccano le piante dipinte sul muro del davanzale e un’opera scultorea in legno dell’artista, e amico della coppia, Pippo Leocata.

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>zone INTERIOR

Una fucina d’idee per un mondo fatto non solo di cose, ma di emozioni. I pezzi unici e senza tempo di Penelopee Junk sono da oggi in una nuova grande sede, a Mezzano di Ravenna, inaugurata dalla titolare Maria Cristina Mercuriali, instancabile viaggiatrice. Text > Claudia Bruni Photos > Roberto Morellini

SHABBY FUSION, LO STILE PENELOPEE JUNK

Siamo entrati nel nuovo Penelopee Junk di Mezzano. Colpiscono le decine di cuscini tinta unita e fantasia, i copriletto con particolari intarsi e lavorazioni, le tende che si legano perfettamente ad autentici pezzi di storia, ma anche a mobili dal design moderno. Perché la prerogativa dello Shabby Fusion Style è l’abilità nel mixing e combining, quella grazie a cui è possibile creare spazi con l’anima. All’ingresso ci ha subito investito l’aroma esotico e speziato di candele, profumatori, saponi. L’occhio non riusciva a catturare così tanti particolari tutti insieme, neppure un intero giorno sarebbe bastato a

cogliere le mille sfumature di Penelopee. Un nome che ha una storia. “In realtà è una storia semplice, spiega Maria Cristina. Mi è sempre piaciuto il personaggio di Penelope, che è stato anche il mio primo account email. In quanto a ‘junk’, al di là dei suoi svariati significati trash, vuol anche dire cianfrusaglie, o comunque piccole cose vecchie da collezionare, tutto ciò che può essere recuperato e riportato a nuova vita, da qui il Junk Style; così nel 2007, caldeggiato da un’amica, è nato Penelopee Junk.” La passione per l’interior nasce, invece, ai tempi della scuola “Negli anni ‘90 ho vissuto per 6 anni a Milano dove ho studiato all’Istituto Europeo >108

del Design (IED). Poi mi sono occupata di moda, disegnando scarpe per Baldinini, prima a Milano e in seguito a San Mauro Pascoli. Credo siano stati i miei frequenti viaggi in Francia a dirottarmi verso l’interior design.” In realtà - nel 1994 - Cristina aveva già “ceduto” alle seduzioni dell’arredo d’interni, aprendo Country Home, poi è stata ‘distratta’ nuovamente dal settore fashion, fino a ritornare all’interior con Penelopee Junk, aperto in prima battuta nel centro di Ravenna. Di recente hai compiuto una scelta forte e coraggiosa, visti i tempi: lasciare la città,


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>zone INTERIOR

vissuto e da reinterpretare, possano essere mixati al nuovo. Vien da sé che la consulenza ha tratto immediati benefici da quando ci troviamo in questo nuovo grande spazio. Quali altri servizi per la clientela? Disponiamo di un architetto per tematiche tecniche, di un esperto per il restauro di mobili vintage, mentre di interior mi occupo in prima persona. Poco fa parlavi di nuova accoglienza e di percorso sensoriale. Cioè? Tutto parte da un’idea. Si studiano gli ambienti, si definiscono in base alle attitudini del cliente, si creano ad hoc in showroom… è una filosofia che parte da >109

un concetto che si traduce in un progetto, non da un prodotto. Non a caso ho scelto di condividere momenti di relax con i nostri ospiti, offrendo loro l’aperitivo, ogni giovedì e venerdì dalle 17, e il brunch della domenica a partire dalle 11. Ma in qualsiasi momento è possibile bere una tisana o un caffè, perché Penelopee Junk è un luogo in cui ci si sente a casa. Sempre per questa ragione ospitiamo veri e propri eventi, workshop, convegni legati al mondo del design in tutte le sue declinazioni: cooking writers che presentano libri e insegnano la mise en place, ospiti che ci affinano nell’arte della grafia e altro ancora.

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destinazione il Mulino di Mezzano. Spinta da cosa? Fin dall’inizio la mia idea era quella di creare un Concept Store dove l’accoglienza fosse diversa, il cliente potesse consultare libri, prendere un caffè, rilassarsi, compiere un viaggio anche sensoriale all’interno del negozio. Dunque, lo spazio non era sufficiente. Ciò che sto cercando di fare non è vendere un oggetto punto, piuttosto trasmettere una sensazione, un’impressione, un’emozione; poter “ambientare” i miei articoli è fondamentale. Inoltre, la superficie maggiore mi consente di guidare il cliente in questo percorso, mostrandogli concretamente come pezzi vintage, con un reale


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>zone INTERIOR

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>zone INTERIOR

è solo caffè, come il tè non è semplicemente tè, piuttosto sono momenti di condivisione, d’incontro, cui conferire plusvalore anche attraverso la ricercatezza di forme e sapori degli zuccheri CAN À SUC: cristalli dai colori vivaci e intensi, zollette colorate e in tante forme diverse, bastoncini in canna bianca o bruna… Nella nostra vetrina dedicata sarà impossibile non trovare quello giusto da regalare! Dato che sei continuamente alla ricerca di stimoli nuovi, dobbiamo aspettarci altre news a breve? Se ciò che sento riuscirò a condividerlo e a trasmetterlo, ampliando il discorso dell’accoglienza e della ricerca, penso che potrò dirmi soddisfatta. Anche se… viaggiando ti si aprono spesso mondi >111

inattesi che mi piacerebbe riuscire a mettere in connessione. Ti faccio un esempio, ho conosciuto a Siena un brocante, che fa mercati, la cui compagna - che organizza eventi - lavora stoffe che poi cuce a mano realizzando complementi meravigliosi… insomma, sarebbe bello linkare i diversi mondi dell’interior! Siena, Parigi, la Provenza, Mezzano... da cosa nasce cosa, quindi… chissà! Penelopee Junk Via Reale, 288 Ravenna T. 0544 217997 Aperto da martedì a sabato dalle 10 alle 19 Domenica 11-18 Durante le feste aperto tutti i giorni

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Natale è alle porte. Consigli per un regalo? Intanto diciamo che per vestire la casa e l’albero abbiamo un’ampia scelta di oggettistica e decorazioni, così come tante sono le idee dono per piccoli e grandi pensieri: si va dalle candele Serax alle cornici, dai profumatori per ambienti ai saponi, dai cuscini ai plaid Vivaraise, in tinta unita o con bellissime fantasie, dalle lampade alla linea completa per la mise en place in cucina… e naturalmente oggetti più importanti come sedute, tavoli, letti, panche, divani, credenze, scansie, cucine; tutto esposto in showroom. Tra i dolci pensieri, spendo volentieri una parola per CAN À SUC, di cui sono esclusivista per la provincia. Si tratta di un’azienda che presenta lo zucchero in modo inedito partendo dal concetto che il caffè non



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>zone CHAPTER

FASHION & BEAUTY 114 Once upon in China_Piero Cattani/Fashion Story 2 124 Dino Tirelli_Sulla Via delle 128 Back to Byzantium 132 When 2 ‘r in Fashion 134 Couples in Fashion 136 Precious Pairs_Roberto Morellini/Fashion Story 3 146 Life’s Chic Boutique_Two Friends Working in Fashion 148 Sunshine_Roberto Morellini/Fashion Story 4 158 Bojoux_We are Golden 160 Hair_So Wet, So Shiny 162 Make-up_Back to the Future 164 Giovanna Casadio_Soft Surgery Make us Beautiful 169 Fragrance’s notes just for Two in Love 172 Esp_Magia di Natale

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>zone FASHION

Le frontiere della moda sono state abbattute dal nuovo ordinamento economico mondiale. Lo stile sarà sempre più condizionato dal mercato. è dall’est che arrivano i nuovi trend setter che, con le loro scelte, muovono gli orientamenti delle grandi maison.

Photographer PIERO CATTANI Fashion Editor SABINA ZABBERONI

ONCE UPON IN CHINA

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>zone FASHION

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Han wears coat JUNIA WATANABE, jeans VICTORIA BECKHAM

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Yong Bo wears all Rick Owens

>zone FASHION

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>zone FASHION

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Xu wears jacket Comme des Garรงons, skin pant SUPERFINE

>zone FASHION

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>zone FASHION

Han wears all LANVIN

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>zone FASHION

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>zone FASHION

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Yong Bo wears all GARETH PUGH, t-shirt YOHJI YAMAMOTO, sneakers GIUSEPPE ZANOTTI; Han wears bike jacket JUNIA WATANABE, skirt GARETH PUGH

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Yong Bo wears coat Comme des Garรงons, t-shirt RICK OWENS, jeans PEOPLE +

>zone FASHION

Photographer PIERO CATTANI, Fashion Editor SABINA ZABBERONI, courtesy julian-fashion.com Models: YONG BO YANG, XU KE, HAN JI YUN >122


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>zone FASHION

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>zone INTERVIEW

Edmondo Tirelli, Presidente e Brand Ambassador di Via delle Perle, racconta a >bmmZONE le nuove frontiere del marchio dopo l’ingresso del fondo Argos Soditic. Un marchio, VDP, che in prima persona ha contribuito a rendere celebre nel mondo attraverso una mirata strategia comunicativa e di business. Text > Lorella Monchi

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>zone INTERVIEW

“Negli ultimi tre, quattro anni di vita aziendale è stato un continuo susseguirsi di situazioni nelle quali il mondo economico dimostrava un interesse nei confronti di Via delle Perle, i nostri successi cominciavano a essere ben chiari al mercato così che numerosi fondi si sono fatti avanti chiedendoci una partnership e l’acquisizione di pacchetti azionari.” <<

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>zone INTERVIEW

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>zone INTERVIEW

“Negli ultimi tre, quattro anni di vita aziendale è stato un continuo susseguirsi di situazioni nelle quali il mondo economico dimostrava un interesse nei confronti di Via delle Perle, i nostri successi cominciavano a essere ben chiari al mercato così che numerosi fondi si sono fatti avanti chiedendoci una partnership e l’acquisizione di pacchetti azionari.” Finché, ad un certo punto… “Ci siamo obbligati a una sincera riflessione. Proprio alla luce delle richieste esterne che continuavano a sollecitare un ulteriore passo avanti da parte nostra.” Così, Edmondo Tirelli, Nuziella Saltini, Glauco Verrini i tre founder e manager di VDP hanno compreso che per implementare l’internazionalizzazione del brand, tra l’altro chiesta a gran voce da paesi quali Russia e Cina, non potevano rimandare oltre “Non potevamo pensare, da soli, a un’espansione così importante. Con un prodotto 100% Made in Italy, con due showroom di proprietà a Milano, forti di 250 clienti in Russia e continuamente sollecitati dai mercati cinese e orientale al fine di aprire negozi monobrand, sì è trattato di un atto dovuto: gli investimenti che si realizzeranno nel prossimo quinquennio potranno imprimere una dimensione globale al brand.” Il 31 maggio di quest’anno, dopo l’ingresso del fondo Argos attraverso la società di advisory Argo Soditic, a seguito di un’attenta due diligence condotta dall’investor manager Alessio Manigrasso, è stata creata una New Co il cui socio di maggioranza è di provenienza francoitalo-svizzera, il nuovo AD è Christopher Bizzio mentre “Io, Nuziella e Glauco continuiamo, come soci e manager, a ricoprire i ruoli di sempre. Il grande vantaggio è che possiamo disporre di un management che ci aiuterà a implementare il business.”

Resta invece un punto fermo la scelta di puntare sulla nicchia dell’haute de gamme “Anche se il prodotto VDP è un luxury available, totalmente Made in Italy, ma accessibile”, ci tiene a precisare Tirelli. A oggi lo stile VDP è sviluppato in quattro linee diverse, in un gioco fatto di seduzione e sensualità declinata al femminile. Materiali pregiati e attrezzature all’avanguardia, creatività e ricerca stilistica costante sono gli ingredienti di un mix che parla alle donne con il linguaggio delle donne. “Un universo in continuo divenire quello femminile - osserva il Presidente VDP - non a caso, dal prossimo inverno (2014-15) saranno in produzione una linea di borse, una di scarpe e, in seguito, le linee bimbo e bimba. Possediamo tutte le brand extensions per moltiplicare il nostro prodotto, senz’altro uno dei valori aggiunti di VDP che, potendo contare sull’apporto creativo di designer chiamati a rafforzare l’ufficio stile interno, completerà l’offerta con nuove linee e licenze.” Parlando di retail, invece, Tirelli spiega che “L’investimento di Argos nella Società ha impresso nuove strategie come, ad esempio, l’apertura del primo monomarca italiano nella città di Bologna, in galleria Cavour, cioè a dire nel più lussuoso dei contesti bolognesi, non distante dal quartier generale di Carpi… Una scelta, quella del capoluogo felsineo, che è anche un modo per dichiarare la nostra appartenenza all’Emilia, terra ricca di talenti nei più svariati settori, incluso il comparto fashion. Il flagship store bolognese si aggiunge ai monobrand di Mosca, Kiev, a quelli in Cina, Tenerife, Gedda e, dalla prossima estate, Forte dei Marmi. Milano, dove si trovano già due showroom VDP di proprietà, è un altro

obiettivo importante. Infine, l’ampliamento del network retail prevede la nascita di dieci nuovi franchising, mentre saranno aperti in joint venture 40 negozi in Cina e altri ancora nell’Est europeo.” Via delle Perle è un marchio che fino ad oggi “Ha occupato un segmento compreso fra i quelli trasversali di nicchia e quelli luxury di riferimento, ma per il quale, grazie agli investimenti di Argos Soditic, è concretamente ipotizzabile una crescita in direzione dei big brands”, conclude il brand Ambassador. Dunque, Glauco, Nuziella ed Edmondo continueranno a essere la testa e il cuore di VDP e con Argos Soditic porteranno la creatività Made in Emilia-Romagna in ogni angolo del mondo.

Previous page from left: VDP founders Glauco Verrini, Nuziella Saltini, Edmondo Tirelli. These pages: S/S 2014 collection. >127

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>zone FASHION

La creatività nella moda è la continua ricerca di un equilibrio tra ispirazione al passato e gusto contemporaneo. Fra i trend più opulenti di stagione vi è il rimando all’arte Bizantina dei mosaici di cui Ravenna è capitale, per una moda giocata nel segno della ricchezza e dello sfarzo, tra ori, gemme, broccati e velluti. A cura di > Paola Scola

BACK TO BYZANTIUM

CHANEL, F/W 2010 >128


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>zone FASHION

DOLCE & GABBANA, F/W 2013 La creatività nella moda si esprime ancor oggi nella ricerca di un equilibrio tra ispirazioni al passato e gusto contemporaneo. Uno dei trend più lussuosi di questa stagione riscopre l’arte Bizantina, per una Golden Age della moda nel segno della ricchezza e dello sfarzo tra ori, gemme, broccati e velluti. La moda bizantina, di cui sono preziosi testimoni i mosaici ravennati, in particolare quelli dell’abside della Basilica di San Vitale, si diffuse in Europa in particolare dal momento in cui l’imperatore Costantino, nel 330 d.C., trasferì la capitale da Roma a Bisanzio, ribattezzata Costantinopoli >129

(oggi Istanbul). Ricchissimo l’abbigliamento femminile: nel mosaico in San Vitale, l’imperatrice Teodora indossa tunica e clamide ricamata con i Re Magi in processione. In epoca bizantina l’oro e le pietre preziose erano protagonisti dell’eleganza: le vesti sobrie, lunghe, strette, con maniche aderenti, erano infatti tutte tempestate di ricami preziosi e di gemme, oltre che arricchite da bande di pelliccia. Anche le pettinature, lisce, erano valorizzate da sontuosi diademi; non mancavano vistosi orecchini e collane. Se con la collezione A/I 2013-14 Dolce &

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Secondo Georg Simmel “la trasformazione obbligatoria del gusto” è uno strumento comunicativo di coesione sociale che assicura coerenza di comportamenti attraverso la comunicazione implicita di valori. Il meccanismo della moda è, dunque, un dato fondamentale della psicologia sociale in quanto parte di una delle forme più importanti dell’imitazione. La “moda” è uno tra i dati essenziali delle società contemporanee complesse, all’interno delle quali assume una posizione centrale poiché, nella maggior parte dei casi, ogni fenomeno sociale ne subisce l’influenza.


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>zone FASHION

ROBERTO CAVALLI, F/W 2013

VALENTINO, S/S 2014

RAMI AL ALI, F/W 2013

SALVATORE FERRAGAMO, F/W 2013

TORY BURCH, S/S 2014

EMILIO PUCCI, F/W 2013

Gabbana hanno portato in passerella una madonna bizantina, dichiarando il loro omaggio alla “sicilianità” e ai mosaici di Monreale, non si può negare che gonne, corsetti in oro e pietre preziose, e corone richiamino altrettanto i temi musivi di quelli ravennati, città che Karl Lagerfeld visitò nel 2010 e a cui s’ispirò per la pre-collezione Chanel A/I 2011-12 “Paris-Byzantium”, sottolineando così la nota predilezione di Coco Chanel per i gioielli Byzantium style. Di sapore bizantino erano anche le croci stampate su sete, velluti e cady della donna Versace del passato inverno. Così come per Elie Saab, nella collezione F/W 2012-13, l’impero di

Costantino è stato terreno fertile da cui attingere. Continue citazioni di tale tecnica pittorica si hanno in Emilio Pucci e Roberto Cavalli, palesemente osservabili nella collezione Couture Fall/Winter 2013-14 portata in passerella da Rami Al Ali. Lo ha fatto anche Tory Burch per la P/E 2014, disegnando un mini-prendisole fatto di migliaia di piccole tessere sbiadite. E non potrebbe essere un mosaico anche il leggero pyton-coat di Ferragamo per la prossima primavera? Quella del mosaico è un’arte antica e futurista, capace di creare sodalizi inattesi, come quello tra l’azienda ravennate SICIS, leader mondiale

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nell’arte del mosaico, e l’irriverente artista haute couture Christian Lacroix che, nel 2011, ha disegnato una collezione di arredi ispirati alla storia dei mosaici di Ravenna, in particolare a quelli di Teodora, imperatrice bizantina, e ad Arles, sua città natale. In generale, osserviamo come arte e moda siano due facce della stessa medaglia, destinate a vivere parallelamente e, qualche volta, a incontrarsi nelle opere dei grandi artisti, tra citazioni dotte e visioni oniriche che nobilitano il fashion e impreziosiscono il nostro guardaroba con uno stile non solo glamour , ma ad alto contenuto artistico!

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>zone TREND

PRADA WOMAN - Quelli di Miuccia sono abiti dal sapore Anni Cinquanta, stilisticamente lontani dal minimalismo stile nordico e dalle parentesi flower-pop della scorsa stagione. DIOR HOMME - Dior propone una collezione in cui completi e giacche dalle linee rigorose ricordano quelle dei costumi di un celebre telefilm di fantascienza. INSIEME PERCHÉ: leziosa lei, minimal lui… gli opposti si attraggono!

DAVID KOMA WOMAN: lucida e fetish l’ammaliante dark lady di Koma, in pelle nera da indossare rigorosamente in total look! ANN DEMEULEMEESTER MAN: un po’ gotico, un po’ femminile, un po’ dandy… sotto il cappello si cela un uomo dall’animo settecentesco! INSIEME PERCHÉ: alla fine, dopo che lui avrà salvato lei, sarà lei a salvare lui (Pretty Woman)!

SAINT LAURENT WOMAN: È puro stile Grunge quello che il californiano Hedi Slimane porta sulla passerella di Saint Laurent. Capelli arruffati, eyeliner nero, stivali corti e bassi, calze a rete e quadri rubati alle camicie di Kurt Cobain! MOSCHINO MAN: re incontrastato del tartan in questo inverno è senza dubbio Moschino che con i suoi completi a quadri è riuscito a carpire alla perfezione la bellezza essenziale di questo disegno. E, dopo secoli dalla sua invenzione, non è certo cosa da poco! INSIEME PERCHÉ: hoppa Tartan Style!

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>zone TREND

Essere fashion in due si può (e forse si deve)! Abbiamo giocato ad abbinare gli outfit più cool dell’inverno creando cinque coppie virtuali capaci di distinguersi per allure, per originalità o rigore formale. Qual è, tra questi, il trend che più ti somiglia? A cura di > Rossana Costantino

VALENTINO WOMAN - Eleganza davvero molto sofisticata quella espressa nell’outfit electric blue di Valentino. THIERRY MUGLER HOMME - Mugler propone un iconico modello-aviatore, ma muta il colore della sua divisa in un irresistibile blu elettrico. INSIEME PERCHÉ: ci fanno pensare al giovane Maverick e alla sofisticata astrofisica Charlie di Top Gun! PROENZA SCHOULER WOMAN: compattezza e precisione, ma anche femminilità ed eleganza, espressa nell’eterno gioco tra bianco e nero. KRIS VAN ASSCHE MAN: tutta giocata gioca sui “tagli” orizzontali la nuova collezione di Van Assche: creativa, originale e… black&white! INSIEME PERCHÉ: in coppia ispirano l’idea di un Back to the Future!

Fall/Winter 2013-14

WHEN 2 ‘R IN FASHION >133

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>zone FASHION

Mariti e mogli che formano non solo un team nel fashion-system ma che ne hanno fatto uno stile di vita. Fratelli o gemelli che condividono le responsabilità creative, tra chi disegna le collezioni e chi gestisce il business. Le squadre composte da coppie sembrano essere di successo, non importa chi fa cosa. Date un’occhiata ad alcuni dei nostri fashion-duets preferiti! A cura di > Rossana Costantino

Dean e Dan Caten

Miuccia Prada, designer, e Patrizio Bertelli, ceo di Prada, sono senza dubbio la coppia d’oro della moda italiana: inossidabile nella vita come nel lavoro, resistente alle classiche “crisi” familiari, come a quelle dei mercati! Helmut Lang è stato sinonimo dell’estetica minimal e di ricerca negli anni Novanta, dopo varie vicissitudini che hanno incluso per un certo periodo anche la proprietà da parte del gruppo Prada, è disegnato ora da una coppia nel lavoro e nella vita: Nicole e Michael Colovos. Amore e affari anche per Max e Lubov Azria. Max, stilista francese di origini tunisine è stilista, direttore a AD dell’azienda che incorpora oltre venti case di moda, tra le quali Max Azria, BCBG Max Azria ed Hervé Léger. La moglie è direttrice creativa del gruppo. Art Ortenberg e Liz Claiborne (rispettivamente

AD e stilista del brand Liz Claiborne) non solo condividono il lavoro, ma numerose cause sociali attraverso la Liz Claiborne Art Ortenberg Foundation. Ralph e Ricky Lauren, sposati dal 1964, sono l’emblema stesso dello stile preppy declinato dalla Maison americana. Ricky, artista e fotografa, contribuisce all’immagine del brand (di cui il marito è stilista e proprietario) attraverso il Ralph Lauren Magazine. Filip Arickx e An Vandevorst, entrambi fashion designer del brand belga A.F. Vandevorst, dimostrano dal 1988 che “love & work” si può! Isabel e Ruben Toledo, anch’essi marito e moglie, sono due creativi a 360 gradi. Michelle Obama, first Lady USA, adora le creazioni di Isabel, che spesso indossa per occasioni ufficiali o mondane.

Filip Arick e An Vandervorst

Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi (Aquilano.Rimondi) sono uniti dalla passione per la moda, oltre che nella vita privata, proprio come Stefano Gabbana e Domenico Dolce (Dolce & Gabbana). E, in fatto di coppie declinate al maschile, come non citare quella formata da Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti (Valentino), cuore e mente di un brand che è storia della moda? Ci sono - infine - “coppie malgrado”, decretate dalla consanguineità, e che dimostrano il valore della fratellanza nella creatività. Due esempi di successo sono rappresentati dai gemelli canadesi Dean e Dan Caten (Dsquared2) e dalle gemelle americane Ashley e Mary-Kate Olsen (The Row), prima attrici poi stiliste e imprenditrici. Ma sempre in coppia!

Kate e Mary Olsen >134


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>zone FASHION

Dolce&Gabbana

Nicole e Michaels Colovos

Ralph e Ricky Lauren

Ruben e Isabel Toledo

Miuccia Prada e Patrizio Bertelli

Giancarlo Giammetti e Valentino Garavani

COUPLES IN FASHION

Lubov e Max Arzia

Liz Clairborne e Art Ortenberg photographed by Dari Milova >135

Aquilano e Rimondi

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>zone FASHION

Gioielli e sovrani, gioielli e regine, gioielli e… gioielli. Ecco sei esclusive coppie di alta gioielleria e orologeria, selezionate per i lettori di >bmmZONE dalle Gioiellerie Bartorelli di Milano Marittima, Riccione, Pesaro e Cortina d’Ampezzo. Oggetti preziosi da custodire che esprimono più di un valore e diventano uno status symbol.

Bracciale “Serpenti” in oro rosa e diamanti BULGARI, anello “Serpenti” in oro rosa, diamanti e rubellite BULGARI

Photographer ROBERTO MORELLINI Fashion Editor MICHAELA FRATTINI

PRECIOUS PAIRS >136


>zone FASHION

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Collana e anello “Happy Spirit” in oro bianco e diamanti CHOPARD

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>zone FASHION

MAISON BARTORELLI : Anello in oro bianco con zaffiro blu taglio cuscino ct. 18.65 e diamanti taglio triangolo ct. 1.00; orecchini in oro bianco con zaffiri blu taglio goccia ct.9.95 + 9.97 e diamanti taglio marquise ct. 1.41 >138


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>zone FASHION

Collana e orecchini “Talita” in oro rosa, ametista e perle viola MIMÍ

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>zone FASHION

Orologio ref. 5227G-001Calatrava in oro bianco PATEK PHILIPPE; orologio ref.5940J-001 Calendario Perpetuo in oro giallo PATEK PHILIPPE >140


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>zone FASHION

Photographer ROBERTO MORELLINI, Fashion Editor MICHAELA FRATTINI

MAISON BARTORELLI: Anello in oro bianco con rubino birmano taglio ovale ct. 6.11 e diamanti taglio triangolo ct. 1.51; orecchini con rubino taglio goccia ct.10.88, diamanti taglio goccia ct. 3.25 e diamanti taglio brillante ct. 0.90

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>zone FASHION

Lo stile grunge ritorna in un’irresistibile versione contemporanea nella collezione Fall/Winter 2013-14 del prestigioso marchio italiano di abbigliamento e maglieria Kontatto, tra stampe animalier, capi in pelle e lavorazioni floreali barocche.

LADYLIKE E NEO-PUNK, L’INVERNO KONTATTO

L’ultimo anno ha rappresentato un’occasione di crescita fondamentale per Kontatto, marchio di womenswear e maglieria donna 100% Made in Italy che fa capo all’omonima azienda fondata nel 1995 da Federico Ballandi. Forte di una produzione che nel 2012 ha superato i duemila articoli, il marchio ha infatti consolidato la propria posizione sul mercato italiano, aprendo un monomarca a Milano - dopo quelli di Bologna e Milano Marittima che farà da apripista ad altre opening, previste a Firenze e Roma.

Parallelamente le energie sono state dirottate anche fuori dai confini nazionali, negli oltre quattromila negozi clienti distribuiti tra Belgio, Canada, Olanda, Stati Uniti, Polonia, Russia, Kazakistan e Cina. Cresce anche la voglia di regalare alla donna capi versatili e sempre più trendy. Così, per la stagione fredda, Kontatto ci propone un mix di tendenze per un look dal forte impatto visivo, dove bon ton e neopunk possono non solo convivere, ma unirsi, per dare vita a proposte originali caratterizzate dalla ricerca e dall’interpretazione dei nuovi trend della moda internazionale. Look stampati dalla testa ai piedi e outfit sporty-chic sono le linee guida del guardaroba invernale di una donna raffinata ma sicura di sé: maglie in lana grossa, operate e traforate, si abbinano a leggere minigonne in tulle e pizzo, il black&white in versione geometrica si accende di tocchi di fluo, non mancano i colori neutri come il grigio, il panna e il beige, per i capi più eleganti. 
 Novità della stagione i giubbotti >143

trapuntati, soffici e caldi, dalla silhouette extra-slim. A completare il tutto una selezione gli accessori: manicotti in pizzo, colletti di perline o borchie, colli e cuffie in lana lavorata. Insomma, un guardaroba perfetto per qualsiasi occasione quello firmato Kontatto, dove ogni capo può essere abbinato o indossato a contrasto, giocando con l’effetto multilayered che da sempre caratterizza l’inconfondibile estetica del brand.

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>zone FASHION

Ishikawa il brand che mixa tradizione orientale e appeal occidentale in una linea total look glamour e graffiante, dal sapore vintage, urban e cyber, ha aperto il suo primo monomarca a Ravenna in via Cavour. Incontriamo l’ideatore del marchio, Angelo Lupis.

ISHIKAWA, A NEW SHOP FOR A NEW SUCCESS

Se dovessimo usare un termine, uno soltanto, quello più adatto a descrivere il concept del primo store Ishikawa sarebbe “audace”. Audace perché inedito, audace perché internazionale, audace perché coerente con un mood che è in sostanza la filosofia del brand, quella che fa appello al senso tattile, visivo e olfattivo per esprimersi e svelarsi: il legno, da sempre presente in natura e dominante nelle architetture made in Japan,

dialoga in un perfetto equilibrio con materiali artificiali tipici dell’architettura moderna, quali acciaio e vetro, mentre “La simbologia orientale si esprime palesemente nel grande divano rotondo, che rimanda al Sol Levante, piuttosto che nel bidone in latta nuclear-age - precisa Angelo Lupis - rigorosamente rossi, lo stesso rosso che si stempera, spatolato in modo volutamente irregolare, sulla resina del pavimento.” Lo store ravennate è una sorta di start-up poiché Ishikawa aprirà presto a Milano Marittima, Milano e in altre capitali estere: “Ho, però, fortemente voluto che il primo monomarca nascesse dove tutto è iniziato, a Ravenna nella centralissima via Cavour. E ho immaginato uno store dall’appeal orientale, seguendo un layout fortemente linkato al Giappone. È così a cominciare dalla vetrina, per la quale ho disegnato un camino rosso a forma di O, simbolo della metropolitana di Tokyo e versione stilizzata del sole presente sulla bandiera giapponese”. Ishikawa, che in un paio d’anni è divenuto marchio di riferimento nel segmento della calzatura, è oggi un brand total look che affianca alle scarpe, con il plus della lavorazione Made in Italy, accessori e abbigliamento sportivo. Novità assoluta è l’utilizzo della zeppa interna, invisibile, di 4 e di 8 centimetri, che oltre a slanciare la figura, garantisce la postura più corretta. I colori dell’A/I 2013-14 si fondano su una palette che spazia dai grigi ai neri, dai >144

blù ai marroni, dai maculati agli zebrati, con il verde tinta dominante. I modelli, dalle sneaker alle slipper, dalle running ai boots, e i materiali, dal velvet al suede e dalla pelle al cavallino, rendono irresistibilmente fashion il mondo “graffiato” di Ishikawa. E all’insistente domanda di una e-commerce aziendale, Angelo Lupis risponde:“Siamo pronti, dovremmo partire entro la fine del 2013.”

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>zone FASHION

“Una microatmosfera di sapore domestico con arredi dalle forme classiche, rivestiti di tessuti pregiati provenienti da antichi arazzi turchi, che rafforzano la percezione di lusso ed esclusività di un ambiente in cui provare un capo è un po’ come farlo a casa propria.” Life’s Chic Boutique, all’interno di life planet Ravenna, è un’esperienza inedita, sorprendente, appagante gestita da una coppia di amiche: Deborah Bartolini e laura Agrioli. Text > Alessandra Allegri Photos > Roberto Morellini

Deborah, quando e come nasce l’idea di una boutique all’interno di un centro wellness e benessere? Certo che se avessimo analizzato i recenti risvolti economici del Paese, e un po’ di tutto il mondo direi, non l’avremmo mai aperta, ma...l’istinto ha avuto il sopravvento e così, durante un soggiorno in Messico, a me, mio marito e alla mia amica e socia Laura Agrioli è scattata l’idea di aprire una boutique all’interno del Life Planet. In effetti, prima, ti occupavi di tutt’altro... l’abbigliamento perché? Quando sono a casa, e mi sento stanca o un po’ triste, entro nel mio guardaroba e inizio ad abbinare abiti, scarpe, borse... cambio la loro collocazione, creo inediti abbinamenti di colori, li rendo animati e questa futile attività mi infonde immediatamente una sorta di serenità e di pace. Così ho pensato di trasmettere questo mio mondo in un luogo di lavoro, Life’s, costruendo un ambiente familiare e sereno e condividendolo con Laura, che ha apportato alla nostra nuova avventura la sua esperienza nel

campo dello sportswear. A proposito, qual è il mood dei vostri capi? Diciamo che all’interno del negozio convivono due opposte tendenze: abbigliamento elegante da un lato e capi sportivi dall’altro, che si uniscono, si mixano, si attraggono. Cosa vi siete prefissate aprendo Life’s? Abbiamo innescato questo

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nuovo percorso unendo le nostre esperienze e i nostri differenti background, ma l’obiettivo è comune: creare uno spazio dedicato al “benessere” della persona. Sia per me sia per Laura, fare shopping è sinonimo di piacere, e se lo si fa a mente rilassata si riesce a scegliere meglio e, di conseguenza, a essere più soddisfatti dei


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>zone FASHION

Life’s Chic Boutique

TWO FRIENDS WORKING IN FASHION propri acquisti. Non nascondo che insieme al divertimento ci auguriamo di veder crescere sempre di più la nostra boutique anche sotto il profilo del business, questo ci consentirà di continuare a sognare lavorando. Quali sono i punti di originalità di Life’s? Penso che rappresenti una sorta di sorpresa cui ci si trova di fronte entrando al Life

Planet: una boutique piccola, molto intima ed elegante, qualcosa che non sospettavi potesse esserci e che ti comunica subito bellezza e benessere. Trovarsi all’interno di un centro wellness può essere un limite per gli accessi? Sinceramente non saprei, certo è che serve molto impegno per far conoscere Life’s al di fuori, ma ad ogni modo,

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possiamo contare su un passaggio elevato e costante di persone. Life’s per te è... ? Un sogno realizzato. Sento che è proprio questo il mondo che ho sempre desiderato, un desiderio divenuto realtà grazie al preziosissimo apporto di mio marito e a quello della mia socia Laura.

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>zone FASHION

Men of the future, choice of the present. Julian lancia la nuova frontiera della moda, che non vuole più l’uomo relegato a semplice comparsa nascosta all’ombra della donna. Oggi la moda maschile non teme più il confronto. Unico rischio è la paura dettata dal conformismo e dalla tradizione Chi non osa è out!

Photographer ROBERTO MORELLINI Fashion Editor ROSSANA COSTANTINO

SUNSHINE

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>zone FASHION

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Andrea Giacomo wears all GIVENCHY

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>zone FASHION

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>zone FASHION

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Enrico wears all YOHJI YAMAMOTO

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Andrea Giacomo wears all GARETH PUGH

>zone FASHION

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>zone FASHION

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>zone FASHION

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>zone FASHION

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Enrico wears coat ROUTES DES GARDEN, pant SHAFT

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Andrea Giacomo wears all BURBERRY LONDON

>zone FASHION

Photographer ROBERTO MORELLINI, Fashion Editor ROSSANA COSTANTINO Models: ENRICO CINOSI, ANDREA GIACOMO ESTRIPEAU

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>zone FASHION

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>zone JEWELRY

Si perde nella notte dei tempi l’abitudine delle donne di adornare il proprio corpo con preziosi e gioielli capaci di conferire personalità, femminilità e sensualità. Da un anno, a Ravenna in via Maggiore, è nata BOJOUX, la gioielleria che insieme alle nuove collezioni propone preziosi pezzi vintage… irresistibili tentazioni da regalare e regalarsi. Text > Mirella Pazzi Photos > Paolo genovesi

WE ARE GOLDEN

Bojoux, via Maggiore 149 - Ravenna L’attività è nata circa otto anni fa come compro oro e piccola gioielleria, poi una naturale evoluzione, cresciuta di pari passo a un’esperienza, quella nel settore gioielleria, che andava affinandosi e arricchendosi di knowhow e competenze tecniche col passare degli anni, ha portato all’apertura, lo scorso inverno, di Bojoux una splendida gioielleria che insieme a preziosi, orologi e pezzi vintage, offre gioielli di produzione propria. Tra le preziose creazioni disponibili da Bojoux spiccano quelle firmate Unoaerre, brand che si distingue per l’utilizzo di attrezzature che uniscono alla tradizione artigianale delle lavorazioni orafe aretine la qualità dell’alta tecnologia applicata ai processi produttivi. Lo studio e la creatività del design, la perfezione delle produzioni di serie, il controllo della qualità, la certificazione e la garanzia finale del prodotto Unoaerre sono da sempre i fattori distintivi del brand noto, in particolare, per le bellissime fedi, fedi nuziali e fedine, tanto

che se al dito ne portate una... non sarebbe strano se fosse firmata proprio dal brand aretino. In esposizione e vendita all’interno di Bojoux anche la collezione 1Ar by Unoaerre, gioielli in ottone placcato oro dai tratti volutamente fashion. Sempre nell’ambito dei gioielli dedicati al lusso accessibile, la linea 1Ar Tweety

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e ancora la preziosa Anniversari, una collection di eleganti anelli con diamanti che celebrano l’amore. Tra le aziende che Bojoux ha portato in città spiccano un’altra aretina, la Diamond Import - particolarmente nota per la produzione di gioielli con diamanti che acquista e importa direttamente dalla borsa di Anversa


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>zone JEWELRY

Bojoux acquista in fiere e mercati dedicati, piuttosto che da privati, gioielli usati e antichi che poi sottopone a una vera e propria remise en forme. Il duplice vantaggio che

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si genera è quello di un gioiello indistinguibile dal nuovo, ma con costi assai più contenuti e assolutamente originale, per non dire unico. Bojoux esegue un attento processo di ricondizionamento e recupero che ridona ai gioielli l’originario splendore, eliminando i segni inevitabili dell’uso e del passaggio del tempo.
I gioielli ricondizionati sono davvero un ottimo affare: il loro valore non è dissimile da quello di un oggetto nuovo, ma i prezzi d’acquisto sono nettamente diversi rispetto al gioiello tradizionale. Lo stesso dicasi per gli orologi, tra cui splendidi Rolex, pezzi unici che provengono dal passato... resi nuovamente perfetti. Insomma, unendo un’ampia gamma di nuovi preziosi, con le nuove collezioni di famosi brand, a un’accurata selezione di gioielli e orologi vintage, Bojoux si avvia a conquistare una fascia sempre più ampia di appassionati del settore. La gioielleria che mancava, finalmente c’è.

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- e la fiorentina Efesto, conosciuta in particolare per le bellissime fedi smaltate. Originalissime, inoltre, sono le creazioni Il centimetro. C’è poi la nuovissima linea di gioielli creati proprio da Bojoux, ricca di articoli ideali anche per i regali delle feste, e prodotta in Toscana, una terra dalla forte vocazione orafa, con Arezzo distretto tra i più importanti e accreditati nel settore. Lo showroom Bojoux è ampio e accogliente, funzionale all’esposizione dei preziosi che si svolge come in un allestimento musivo: teche in legno conservano luccicanti bracciali, collane, anelli e orecchini e tra esse è bello perdersi. Boi è una consolidata realtà emiliano-romagnola con sedi a Pesaro, Cervia, Cesenatico, Cesena, Forlì, Imola, Bologna, Budrio e Ravenna, in quest’ultima da un anno si sono ampliati confini e orizzonti ed è quindi nata Bojoux, la gioielleria capace di sorprendere per la varietà della propria offerta che spazia dal gioiello nuovo a quello vintage.


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>zone HAIR

Nelle uggiose giornate invernali, le chiome si vestono di uno stile minimalista e sfruttano il potere della cosmesi per illuminarsi d’immenso. Il look Hair Shiny e lo Wet Style, molto in voga quest’inverno, sono semplici da riprodurre e vocati a fare della luminosità il punto di forza, A cura di > Prisca Maizzi

PRADA

VICTORIA BECKHAM

per un look molto casual, ma assolutamente cool. Se non bagnato, certo “umido” l’hairstyling da Christian Dior che ha fatto sfilare capelli pettinati all’indietro e qui celati in uno stretto chignon. Lo stesso per le modelle di Lanvin, dove il concio è sostituito da una coda di cavallo bassa. Balmain sceglie di pettinare i capelli solo fino alla nuca: da lì, poi, li fa scendere in onde appena accennate lungo le spalle. In stile dual-textured le acconciature che hanno sfilato sulla passerella di Missoni: mentre la parte superiore dei capelli, infatti, è lucida e ad effetto bagnato, la lunghezza è mantenuta opaca e raccolta sopra la nuca. Roberto Cavalli applica il wet-look a capelli

divisi con una riga centrale e modellati ultrapiatti sulla testa. Al contrario, è scarmigliato il look che Prada ha portato sul catwalk: la maggior parte delle sue modelle hanno sfoggiato un look wet con riga laterale, le restanti, invece, sono uscite con il viso scoperto. E se Calvin Klein modernizza il look rassicurante delle sue modelle disegnando una profonda riga laterale sulle loro teste, Victoria Beckham, oltre alla riga laterale, sceglie di raccogliere loro i capelli in un piccolo chignon, morbido e naturale, da cui fuoriescono ciocche ribelli, una chiara istantanea della donna contemporanea sempre in bilico tra aspetto chic e minimal.

CHANEL

Capelli come appena usciti dall’acqua? È uno dei trend di stagione - visto abbondantemente anche anche durante le sfilate Autunno/Inverno 2013-14 e su numerosi red carpet. I capelli sono lasciati sciolti e tirati indietro, come se le modelle fossero appena uscite dal mare, fissati con grandi quantità di gel effetto acqua e grazie a prodotti per finish glossy a tenuta extra-forte. Wet solo sulle radici, o anche sulle lunghezze, purché l’effetto finale sia naturale ed elegante! Ecco alcuni dei look scelti da blasonati fashion designer per accompagnare gli abiti della collezione A/I 2013. Da Chanel i capelli - divisi al centro e dall’allure très chic - s’infilano in collane e colli di cappotto,

MISSONI

BALMAIN

CALVIN KLEIN

SO WET, SO SHINY

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>zone MAKE-UP

Le proposte make-up per l’inverno hanno come elemento comune l’annullamento delle barriere temporali. Tornano, infatti, alcuni dei look più iconici degli ultimi decenni, reinterpretati in chiave moderna, mentre resistono smokey-eye e rossetto rosso. A cura di > Prisca Maizzi

RODARTE

MARC JACOBS

CHRISTIAN DIOR

Sulle passerelle di Emilio Pucci, come su quelle di Anna Sui e Rag & Bone, hanno spopolato gli anni ’60: occhi in primo piano, allungati dall’eyeliner in stile Brigitte Bardot, ma anche cat-eyes sfumati e declinati in tutti i colori, a cui aggiungere il divertente particolare delle ciglia inferiori disegnate a matita con dei piccoli tratti, per ricreare lo sguardo sorpreso di Twiggy. Marc Jacobs, invece, si è ispirato agli anni ‘70 e alla sottocultura punk. Con un salto di dieci anni si arriva agli ‘80: a diventare protagoniste assolute del viso sono le sopracciglia, folte, naturali e scomposte, come quelle di Brooke Shields in

“Laguna Blu” o Madonna in “Like a Virgin”. Modelle versione “total nude” da DKNY, con occhi e labbra naturali, o abbinati a rossetti intensi, dai classici rossi e bordeaux ai più estivi arancioni e fucsia, quest’ultimo scelto anche da Diane von Fürstenberg. Tornano poi gli anni ‘90, con make-up grunge, imprecisi e sbavati: Rodarte presenta le sue modelle con uno spesso strato di mascara colato sotto alle ciglia inferiori, con un effetto estremamente “messy”. Da questo decennio ricompare un altro trend: il rossetto marrone, evoluzione del vampiresco bordeaux che ha spopolato durante l’inverno scorso,

declinato in tutte le nuances, dal più portabile color cannella all’intenso cioccolato (in questo caso, meglio lasciare gli occhi naturali per bilanciare il look). Michael Kors presenta uno smokey eye grafico e metallizzato sui toni del grigio e del rosa, mentre Jason Wu punta su un viola acceso. Anche sulle labbra si può osare un effetto-ghiaccio, applicando prodotti perlescenti e illuminanti. Dior, per esempio, ha optato per labbra illuminate da un rossetto con sfumature glitter e cangianti. Il look finale è a metà tra una regina delle nevi e una donna cyborg: di grande effetto per una serata speciale!

DIANE VON FURSTENBERG

EMILIO PUCCI

MICHAEL KORS

BACK TO THE FUTURE

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>zone INTERVIEW

La medicina estetica, capace di ottenere risultati strabilianti pur essendo poco invasiva, è un settore in continua evoluzione per il quale la dottoressa Giovanna Casadio, Medico estetico, è divenuta nostro punto di riferimento. In questo numero parliamo con lei del trattamento risolutivo delle discromie della pelle. Text > Andrea Pari Pictures > Roberto Morellini

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>zone INTERVIEW

Giovanna Casadio

SOFT SURGERY MAKE US BEAUTIFUL fino a diversi centimetri, come nel cloasma attinico o nella pitiriasi alba.

 Cosa fare contro le discromie cutanee? Come prevenirle e come trattarle?
 Non v’è dubbio che la prima regola sia sempre la prevenzione. La prevenzione parte dall’alimentazione, per cui va evitata l’assunzione e il contatto con alimenti, sostanze o farmaci contenenti derivati dell’arsenio (molluschi e crostacei). Si possono assumere integratori a base di vitamine A, C, D e complesso vitamine B oppure alimenti che le contengono, e ancora minerali a base di zinco - in grado di eliminare l’eccesso di rame che causa la pigmentazione -, selenio e silicio. Meglio evitare i sali d’argento, presenti nei prodotti per argentare oggetti, nelle porcellane, vetri, specchi e nelle tinture per capelli. Particolare attenzione poi va posta ai raggi UVA e UVB… Quando le macchie si fossero conclamate, però, diversi sono gli approcci terapeutici, a seconda della natura del disturbo discromico e della sua estensione. Personalmente i migliori risultati li ho ottenuti con Plexr, un presidio Medico Chirurgico efficace anche laddove laser e bisturi poco possono. Di cosa si tratta dottoressa Casadio? In sostanza di un piccolo strumento, precisamente un generatore elettronico di plasma, che sfrutta il principio della ionizzazione dei gas contenuti nell’aria per ottenere un piccolo arco elettrico, simile a un minuscolo fulmine, col quale si trattano le zone epidermiche interessate dalle problematiche estetiche, senza comunicare quantità di calore indesiderate alle aree circostanti e a quelle sottocutanee. Quindi massima precisione e risultati certi. Per cosa è indicato? Xantelami, angiomi rubino, macchie, cloasma, nevi e piccole lesioni cutanee benigne. Come si svolge un trattamento con il Plexr? Si tratta di un tipo di proceduta estremamente semplice e di grande effetto. La tecnica da eseguire nelle discromie è quella spray in grado di >165

evitare un accorciamento delle fibre cutanee che produrrebbe un antiestetico aumento di spessore della parte trattata. In pratica si effettuano una serie di passate molto rapide in modo da sfiorare appena la cute, senza mai toccarla. Dopo di che si osserva la macchia, che risulta colorata in grigio scuro per effetto del carbonio che è stato depositato. A questo punto si applica, sulla macchia, del cotone intriso con abbondante acqua distillata e disinfettante al benzalconio in uguali proporzioni e si eseguono delicati movimenti a X del cotone per asportare i residui carboniosi. In base alla gravità della discromia, la cute potrà apparire dello stesso colore di quella circostante fin dalla prima seduta. Ma nel caso in cui la parte pigmentata fosse ancora visibile, non è opportuno insistere, questo per evitare ispessimenti cutanei. Dovremo, invece, procedere con una seconda (a volte anche terza e quarta) seduta, circa quattro settimane più tardi, che si svolgerà esattamente con le stesse modalità della prima sulla parte già trattata. Il grande vantaggio della tecnica Plexr è che non è necessario ricorrere all’uso di anestetici iniettabili, punti di sutura e medicazioni con cerotti o creme antibiotiche, intervenendo sui tessuti senza alcun sanguinamento della zona trattata e in tempi brevi. Insomma, la pelle è lo specchio del nostro io interiore, la nostra anima, e oggi, grazie al trattamento con Plexr, la nostra rinnovata bellezza e vitalità può trasparire proprio da essa!

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Dottoressa Casadio, cosa sono le discromie della pelle? Con tale termine s’intende la presenza, su ambiti più o meno ampi della superficie cutanea, di ‘macchie’ di numero ed estensione variabile, più chiare o più scure rispetto alla normale tonalità cromatica della pelle e sostanzialmente dovute a un difetto o, al contrario, a un eccesso localizzato di melanina. L’ipocromia (che nella sua forma più acuta si dice acromia) è caratterizzata da macchie chiare mentre macchie più scure indicano l’ipercromia. Da cosa dipendono? Le cause possono essere le più disparate: da un effetto pigmentante anomalo e disomogeneo da parte del sole, sia esso spontaneo in soggetti predisposti o indotto da fattori irritativi chimici locali, oppure come esito di ustioni solari ripetute o di reazioni infiammatorie particolarmente intense. Sempre nell’ambito delle ipercromie, le macchie possono essere di natura biotica, indotte cioè dalla iper proliferazione di miceti, ciò accade per esempio nella Pitiriasi versicolor ipercromizzante, o ancora da batteri, come nel caso dell’eritrasma. 
Le cause delle macchie ipocromiche, invece, possono essere di natura autoimmunitaria, è così per la vitiligine, di natura post-flogistica, come nella pitiriasi alba o di natura infettiva. Ecco, dunque, che il nostro viso può essere colpito da discromie cutanee più o meno significative. Come si manifestano le alterazioni del colore della pelle?
 Le discromie cutanee, siano esse da eccesso o difetto di melanina, si possono manifestare con macchie di diversa forma e dimensione, con margini netti o sfumati, localizzati per lo più al volto, come cloasma, lentiggini, efelidi, discromie postinfiammatorie, eczematide ipocromizzante, vitiligine, o alle estremità, è il caso di lentiggini, vitiligine, leucodermia coriandolo, ma talvolta anche al tronco, vedi pitiriasi versicolor e pitiriasi alba. La loro estensione può variare da pochi millimetri, come nelle lentiggini o nelle efelidi,


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>zone INTERVIEW

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>zone INTERVIEW

Medicina Estetica - Studio Medico Dott.ssa Giovanna Casadio Via Magazzini Anteriori 37, Ravenna Telefono 0544-591521 www.studiomedicocasadio.com

“Se la regola d’oro resta la prevenzione, oggi per le discromie cutanee c’è Plexr, uno strumento efficace e preciso che garantisce risultati definitivi in poche e indolori sedute.”

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>zone SCENT

Non sono nè marcatamente femminili nè palesemente maschili e possono essere indossati sia da lui sia da lei. Sono i profumi unisex, universo sfaccettato di prodotti che creano “la coppia olfattiva”! A cura di > Rossana Costantino

1. Armani Privè Oud

Royal, Armani 2010. La linea La Collection des Mille et une Nuits è un elisir caldo e speziato di legno di Agar, un “ingrediente” molto popolare nel mondo arabo, arricchito da note speziate di zafferano, ambra, rosa, legno di sandalo e incenso.

Il profumo è quasi una scelta di vita che associa due differenti percorsi olfattivi e tira in ballo quei valori che spesso poco hanno a che fare con la gradevolezza del jus. Non a caso è proprio il profumo unisex che negli anni ’90 diventa simbolo della parità dei sessi con una delle fragranze più rappresentative della categoria, diventata un vero e proprio must have; ma il più vecchio profumo che uomini e donne hanno condiviso per generazioni è un classico tra i classici, ed è anche il più vecchio ancora in commercio: lo storico Cologne N° 4711 del 1792. Accademia del Profumo, in attesa di scoprire il Premio Miglior Profumo dell’Anno 2013, ha intrapreso un viaggio nel mondo delle fragranze unisex, in un lungo percorso olfattivo tra passioni, valori politici e usi sociali. Se volete che anche il jus sia una “fatto di coppia”, ecco i 9 migliori profumi unisex da indossare... in due!

FRAGRANCE’S NOTES 3.

Voyage d’Hermès Eau de Parfum, Hermès 2012. Rilanciata sulla scia dell’originale Voyage d’Hermes, la nuova edizione va ad arricchire la composizione originale con l’aggiunta di note floreali di rosa e ambra.

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4. Eau de Cartier, Cartier

2001. È una fragranza agrumata che si apre con coriandolo, yuzu, bergamotto per passare a lavanda, foglie di violetta e a una base di cedro, patchouli, muschio e ambra bianca.

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2.

Ck One, Calvin Klein 1994. Le note di testa comprendono bergamotto, cardamomo, ananas, papaia, quelle di cuore violetta, noce moscata, rosa, Hédione e quelle di fondo Ambroxan e Galaxolide.


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>zone SCENT

6. Tropical Splash Ibiscus, Marc Jacobs 2012.

Dall’anima fruttata e floreale, si presenta in grande stile con mandarino, peonia, frutti di bosco che lasciano spazio a fresia, ibisco e tiarè e a una chiusura di vetiver, legni esotici, muschio.

7. Ambre Nuit, Christian Dior 2009. È

una fragranza in cui pompelmo e bergamotto introducono rosa turca e pepe rosa, con un fondo di ambra, cedro e patchouli.

JUST FOR TWO IN LOVE 8. Private Blend Neroli Portofino, Tom Ford 2011.

Fresca e aromatica, è una creazione frizzante, dolce ma molto vigorosa.

5. Bulgari Black, Bulgari 1998.

Fragranza molto particolare, fumosa e legnosa, il cui jus si apre su bergamotto, tè verde, rosa e si schiude in un cuore di legno di sandalo, cedro e gelsomino e un fondo di ambra, muschio, vaniglia, pelle, muschio di quercia.

9.10:10 Am In Sicilia, Kenzo

2011. Una fragranza che profuma di un mattino siciliano: bergamotto, mandarino, pompelmo cedono a fresia, peonia, fico e a una coda di vetiver e cedro.

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>zone SHOPPING

È stato il primo in Romagna. Ha trasformato la vocazione del parco commerciale da mero luogo di shopping a vero e proprio spazio da vivere. Parliamo dell’ESP di Ravenna, dove tutto è pronto per le feste più magiche! Text > Paola Scola

MAGIA DI NATALE

Il Gruppo Immobiliare IGD, titolare di 19 gallerie/retail park e di 19 ipermercati e supermercati dislocati in tutta Italia, oltre ad altri immobili a destinazione commerciale, è una società d’investimento immobiliare di cui fa parte anche il Centro Commerciale Esp di Ravenna, dal 2006 diretto da Franca Savoia. Direttore, com’è cambiato l’ESP nel corso degli ultimi 15 anni? Intanto è nato nel novembre 1998 sulle ceneri di un precedente parco commerciale, che aveva lo stesso nome, ma caratteristiche profondamente diverse. Il nuovo progetto fu strutturato sulle esigenze di un’area urbana medio/piccola, si optò per una

dimensione media della galleria e si valorizzò al massimo l’ubicazione in prossimità della città e lungo la statale Adriatica. Si privilegiò la presenza di grandi superfici vetrate per favorire l’illuminazione a luce naturale e una separazione razionale fra l’area dell’ipermercato alimentare, che fu una delle grandi novità, e la galleria con i negozi; mentre il progetto commerciale puntò su un mix merceologico equilibrato fra brand internazionali e insegne locali, con la presenza sia di negozi a grande superficie che di piccoli punti vendita. È stata posta attenzione alla presenza di utili servizi accessori, dalla banca alla ristorazione, dal parrucchiere/estetista >172

alla lavanderia, dalle calzature alle chiavi, alla fotografia, etc…, ed è stato garantito un servizio gratuito di “baby park” in un’area attrezzata. Ben 3000 i posti auto e, da qualche anno, nel piazzale è stato aperto un distributore di carburanti, auto-lavaggio. Una realtà in continuo divenire, però, dato che un paio d’anni fa, l’ESP ha di nuovo cambiato volto… Volevamo offrire ai clienti un’immagine ancora più moderna, gradevole e accattivante. L’intervento ha cambiato profondamente l’impatto visivo esterno: la facciata ha assunto come colore predominante il rosso e sono stati modificati ingressi e zone limitrofe. E all’interno


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>zone SHOPPING

Ph Alessandro Zini

Ph Alessandro Zini

Ph Alessandro Zini

si è reso l’ambiente ancora più luminoso, accogliente, moderno e funzionale. Per il Natale è tutto pronto, direttore? Come sempre! E all’ESP si può trovare davvero tutto per festeggiare. Oltre a IperCoop, sono 42 i nostri punti vendita, fra cui 14 attività di abbigliamento, 7 di accessori e gioielli, 4 di salute e bellezza, 6 di elettrodomestici e telefonia, 10 - invece - di servizio. E, tra un acquisto e l’altro, Magnosfera Camst, McDonald’s, Bar Qui e il nuovo punto ristoro aperto all’interno dell’ipermercato DE GUSTO – COOP, attendono tutti per una piacevole sosta! Quindi la filosofia del Gruppo IGD,

sintetizzata nel claim “Spazi da vivere”, è più che mai vera all’ESP!?! Esp cerca di essere un luogo nel quale, oltre a soddisfare le proprie esigenze di shopping, il visitatore può trovare occasioni e spazi di cultura, intrattenimento e stimoli per il proprio tempo libero. Come? Nel corso dell’anno, organizziamo anche attività di puro svago o di servizio ai clienti e ai cittadini. Queste iniziative possono andare dal piccolo evento di spettacolo al supporto alla vita quotidiana delle famiglie, fino a eventi e progetti sviluppati in collaborazione con soggetti attivi e riconosciuti nella società ravennate e romagnola, come sono state per esempio la >173

partecipazione ai cartelloni 2011 e 2012 della rassegna “Alle 7 della sera” di Ravenna Festival e a quelli di “Spiagge Soul” negli ultimi 3 anni; la collaborazione con il “Solarolo Festival” e con l’Ottobre Giapponese; le performance di Accademia del Musical e del Gymnasium; le iniziative dedicate a wellness e salute in partnership con la rivista “Salute 10+”. E visto che è Natale, ci tengo a sottolineare come ESP presti da sempre grande attenzione a iniziative di valore educativo e sociale, specie rivolte ai bambini e alle famiglie. Chi verrà a trovarci, anche nelle prossime settimane, potrà certamente scoprirne alcune!

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>zone CHAPTER

BORDERLINE 176 Travelling... a Couples Affair 180 Quartopiano_Terre Alte_Al Boschetto_ La Pescheria: In the Name of Food 186 Luca Florian_Music inside my Head 190 Mattia Emme_Learning to Djing 192 Cala Celeste_A Party Lasted one Summer

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>zone TRAVEL

Appena fidanzati o coppia rodata? Ecco 10 mete che incantano, dove l’amore potrà consolidarsi, riaccendersi o esplodere improvviso. Luoghi solitari e ameni, oppure magici e misteriosi, o ancora pulsanti e vitali… tutti straordinariamente romantici! A cura di > Sandra Bonfiglioli

TRAVELLING... A COUPLE AFFAIR

10 Toscana, Italia

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La Toscana per intero è una destinazione incredibilmente poetica. Gli uliveti abbondano sui fianchi di gentili colline, tra bellissime città punteggiate da torri vecchie di secoli... Tutto fa della Toscana una meta squisitamente romantica, di un romanticismo quasi epico (non a caso proprio a Montepulciano Bella salverà il suo Edward nel II capitolo della saga paranormal-romance “Twilight”).

Barbados, Caraibi Il romanticismo è nell’aria su questa lussuosa isola indo-occidentale dei Caraibi. La vostra vacanza a Barbados può includere una giornata oziosa sulla spiaggia, un tè pomeridiano in stile inglese, l’ascolto di vibranti suoni reggae o calypso, un buon rum al tramonto e notti fatte per amare, sotto un cielo Bajan pieno di stelle.

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Acapulco, Messico Con la sua magnifica baia, le maestose montagne, le spiagge assolate e una vibrante vita notturna, Acapulco è da decenni una delle principali destinazioni romantiche. JFK e Jackie, Liz Taylor e Richard Burton così come altre celebri coppie l’hanno frequentata, ispirando - forse - le lovestory ambientate a bordo della più celebre tra le navi da crociera dei Caraibi, la LoveBoat.

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>zone TRAVEL

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Casablanca, Marocco La città costiera di Casablanca, il cui nome è da sempre automaticamente associato alla parola “amore”, offre un immenso ventaglio di proposte ad alto tasso romantico. Sebbene sia oggi una città moderna, l’ex centro coloniale offre ancora una miriade di possibilità a quanti vogliano rivivere l’intensità della storia d’amore tra Humphrey Bogart e Ingrid Bergman.

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Agra, India

Si narra che il Taj Mahal fu costruito in onore della moglie defunta da Shan Jahan, sovrano dell’Impero Mogul, e che per questo fu subito considerato una sorta di “tempio all’amore”. Riuscite a immaginare destinazione più romantica? Il Taj Mahal è l’attrattiva principale – ma non l’unica - di Agra, città dell’India centrosettentrionale sulle rive del fiume Jamuna. Per coppie meditative.

Newport Beach, California è difficile trovare un posto chic e sofisticato al pari di Newport Beach in California. Andate a fare shopping a “Fashion Island”, visitate la vicina Isola di Catalina e non privatevi di un romantico giro in gondola su uno dei canali di Newport: sono tutte cose che renderanno il vostro soggiorno in questa cittadina della “Riviera Americana” indimenticabile.

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Nizza, Costa Azzurra, Francia Con la sua atmosfera cosmopolita, i suoi favolosi negozi alla moda, i suoi ristoranti e il fondale azzurro del Mediterraneo, Nizza è il posto perfetto per l’amore. Il mercato dei fiori di Cours Saleya e il suggestivo Museo Matisse aggiungono colore alle romantiche passeggiate in città che l’abbondanza di porti turistici, gallerie e rovine romane rendono molto interessante oltre che romantica.

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>zone TRAVEL

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Budapest, Ungheria

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Buda e Pest, le due diverse città che costituiscono la capitale dell’Ungheria, sono ubicate sulle due sponde opposte del Danubio. Le suggestive stradine della “Parigi dell’Est” sono perfette per passeggiate ‘hand in hand’ e l’Isola di Margaret, nel cuore del Danubio, è un posto altrettanto incantevole ricca com’è di locali dalla “giusta” atmosfera.

Venezia, Italia

Con la sua incredibile architettura e i suoi stretti viottoli, Venezia è il rifugio perfetto per gli innamorati: in gondola tra le sue calle o al chiaro di luna in Piazza San Marco, impossibile resistere al richiamo dell’amore.

Parigi, Francia Scontato? In realtà nulla lo è sotto i ponti parigini dove i sogni di chi si ama possono sempre diventare realtà. Un po’ come accade alla protagonista del film Sabrina (Audrey Hepburn) che, fuggita nella capitale francese, viene raggiunta a Parigi da Larry (Humphrey Bogart) il quale, dichiaratole il suo amore, la sposerà. Sotto la Torre Eiffel tutto può accadere... del resto... siete nella città più romantica del mondo!

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>zone FOOD

Per condividere con voi la nostra passione per la cucina creativa, abbiamo chiesto agli chef dei ristoranti Quartopiano, Terre Alte, Al Boschetto e La Pescheria quattro ricette da veri gourmet che possiamo divertirci a preparare trasformando la nostra tavola in quella di un grande ristorante.

IN THE NAME “La nostra maniacalità per l’eccellenza, ci porta a una continua ricerca di materie prime e fornitori che ce la possano garantire. Pane e pasta sono fatti in casa; prediligiamo, laddove possibile, il chilometro zero, come nel caso della Mora Romagnola e anche per il pesce diamo ampio spazio a quello nostrano. Non manchiamo, però, d’impreziosire le proposte con crostacei, salmoni, tonni o ricciole: sempre comunque e rigorosamente pesce pescato, mai d’allevamento. Gli oli provengono, a rotazione, dai produttori artigianali di zona, mentre riguardo i vini credo possa parlare la nostra carta; le etichette di riferimento non mancano, ma sono degnamente affiancate da numerose eccellenze qualitative di produttori minori, da vari terroir di riferimento: italiani e francesi, ma anche tedeschi e spagnoli.” Il titolare Andrea Tani

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>zone FOOD

Passatelli asciutti al ragù di sogliola dell’Adriatico, frutti di mare e stridoli. Ingredienti: Passatelli: 300 g parmigiano reggiano, 300 g pane grattugiato, 80 g farina, 400 g uova, noce moscata, buccia di un limone grattugiato. Ragù: 4 sogliole di circa 150 g, 500 g vongole, 1 kg di cozze, 4 fasolari, 8 tartufi di mare, olio d’oliva, aglio, peperoncino, 1 mazzo di stridoli. PROCEDIMENTO: impastare tutti gli ingredienti per i passatelli e fare riposare l’impasto per 30 minuti. Sfilettare le sogliole e ricavarne 16 filetti che andranno tagliati a pezzi. Dopo aver pulito e spurgato i frutti di mare, aprirli separatamente in olio, aglio e vino bianco. Una volta cotti, sgusciarli, filtrare bene l’acqua di cottura e lasciarli in immersione nella stessa. Con l’apposito utensile fare i passatelli e tuffarli in acqua salata in leggera ebollizione. Preparare poi il ragù mettendo in padella l’olio, l’aglio, il peperoncino e del brodo di pesce. All’acqua di cottura dei molluschi e dei pezzi di sogliola unire a questo punto gli stridoli già puliti ed i frutti di mare, scolare i passatelli e saltarli delicatamente in questo ragù. Aggiungere alla fine ancora alcuni stridoli e mantecare con olio crudo e un po’ di parmigiano e servire morbidi. Guarnire con i tartufi di mare appena aperti.

QUARTOPIANO

OF FOOD

Quartopiano, un luogo sospeso tra cielo e terra, un ristorante non riminese a Rimini, una voce fuori dal coro, per una cucina personale e ‘sartoriale’, piatti e proposte ‘made to measure’, in cui si racchiude tutta la filosofia e passione dello chef, Silver Succi, un “ragazzo” senza tempo, dietro ai fornelli...”

Info: Ristorante Quartopiano, via Chiabrera 34-C, Rimini (RN). Tel. 0541-393238. Domenica chiuso. www.quartopianoristorante.com >181

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Lo chef Silver Succi


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>zone FOOD

Un ristorante elegante, che ha fatto della qualità e dell’eccellenza i suoi ingredienti principe. Immerso nel verde di Longiano, con vista a mare, Terre Alte ha portato per primo il pesce in collina: solo pescato freschissimo per sfiziose ricette e squisite crudité.

TERRE ALTE

Lo chef Thomas Rivalta

IN THE NAME MAZZANCOLLE AL PORRO IN PADELLA Preparazione: Lavate le mazzancolle, levate loro il guscio e la coda, lasciando solo la testa. Fate un’incisione abbastanza profonda col coltello sul dorso dei crostacei, facendo attenzione a non dividerli in due e togliete il filo, se presente. Sbucciate lo spicchio d’aglio e in una padella capiente dai bordi alti fatelo imbiondire nell’olio a fuoco basso. Aggiungete le mazzancolle, adagiateci sopra il porro tagliato a julienne e fate insaporire il tutto. Sfumate col vino bianco, lasciando evaporare l’alcool, spolverizzate con farina e lasciare imbrunire. Versate infine il brodo e lasciate cuocere per 5 minuti col coperchio socchiuso. Servire calde con un crostone di pane.

Tempo di preparazione 10 minuti Ingredienti per persona: nr. 3 mazzancolle freschissime ½ porro ½ spicchio di aglio 3 cucchiai di olio di oliva 2 cucchiai rasi di farina 100 ml. di brodo di pesce bianco ¼ di bicchiere di vino bianco

Info: Ristorante Terre Alte, via Olmadella 11, Longiano (FC). Tel. 0547-666138. Lunedì chiuso. >182


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>zone FOOD

Lasciatevi trasportare in un viaggio fatto di gusti, profumi e sapori. I menù innovativi di carne e pesce e la calda atmosfera dell’Osteria al Boschetto di Ravenna conquistano i sensi, rendendo speciali cene, pranzi di lavoro, momenti di festa.

AL BOSCHETTO

OF FOOD

Giovanni Gennari, chef

“Come scriveva Ada Merini, Io amo le Osterie che parlano il linguaggio sottile della lingua di Bacco... E aggiungo - le osterie sono un teatro di storie, personaggi e vita, uno spazio sospeso anche per chi non si ferma mai, dove chiunque, per un attimo, dovrebbe saper cogliere quel momento perfetto di evasione e sensualità, la magia di un istante vissuto con curiosità, il gusto di un sapore, di un ingrediente, il profumo intrigante del vino che si mescola a tutto ciò che ti circonda... la compagnia... Tutto ciò bisogna apprezzarlo con accanto chi ti può seguire in questo viaggio.” Daniela Tonelli, “locandiera”

Ingredienti per 4 persone: 2 filetti di maiale da 450 gr. Circa, 4 carciofi, 2 spicchi d’aglio, Timo, 40 cl. di nocino, 0 gr. di burro, brodo di carne o vegetale, 2 patate bollite, olio extravergine, sale, pepe, limone. Preparazione: Pelare le patate bollite e schiacciarle con la forchetta, condire con olio, sale e pepe. Pulire i carciofi, eliminando le foglie esterne, tagliarli a metā, eliminando con la punta del coltello la peluria interna, e disporli in acqua e limone. In una casseruola mettere gli spicchi d’aglio e il timo, aggiungere carciofi, sale e pepe. Bagnare con poco vino bianco e brodo, coprire e cuocere per circa10 minuti. Pulire i filetti e porzionarli (tagliare le due estremità e poi a metà). In una padella antiaderente calda, con poco olio, farli rosolare a fuoco medio dopo averli conditi con sale e abbondante pepe. Togliere dalla padella e finire la cottura in forno a 200° per 6/7 minuti. Nel frattempo, mettere il nocino nella padella precedentemente usata per la cottura del filetto, fare bruciare l’alcool, lasciar ridurre della metà, allungare con un po’ di brodo o burro, e aggiustare di sale e pepe. Impiattare a piacere e… buon appetito!

Filetto di maialino al nocino e carciofi brasati al timo e patate schiacciate

Info: Osteria Al Boschetto, Via Faentina 275, San Michele-Ravenna. Tel. 0544-414312. Chiuso il giovedì.

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>zone FOOD

IN THE NAME

LA PESCHERIA

PANZANELLA DI TONNO ROSSO

Ingredienti a persona 40 gr. di pane tostato a cubetti, 60 gr. di filetto di tonno freschissimo, 2 ml. di aceto di riso, 10 ml. di olio, sesamo tostato, 4 pomodori pendolini maturi, 1 cetriolino, 40 gr. di sedano a cubetti, 2 foglioline di basilico, qualche goccia di miele e di salsa di soia. Tagliate il tonno a piccoli cubetti e conditelo con l’aceto di riso, il sesamo e qualche goccia di salsa di soia. Poi unite il resto degli ingredienti, sempre tagliati a cubetti e, per finire, qualche goccia di miele. Amalgamate il tutto, disponete sul piatto a mo’ di tortino e accompagnate con cipollina dolce croccante.

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>zone FOOD

All pictures Valentina Ambrosi

INFO: Ristorante La Pescheria, Via Romea Sud 1, Ravenna. Tel 0544-240113 o 339-2811609. www.lapescheriaravennacentro.it

Lo chef Massimiliano Pizzardo

OF FOOD

La tradizione marinara rivisitata in chiave creativa, le cruditĂŠ, la speciale pizza bio, piatti di carne a base di mora romagnola e un ambiente luminoso e accogliente sono i tratti distintivi del ristorante la Pescheria, nella nuova sede di via Romea Sud a Ravenna. >185

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>zone INTERVIEW

Dai corsi in accademia, per imparare la professione di hairstylist, ai seminari di musica, per apprendere l’arte delle percussioni: Luca Florian, cresciuto alla corte di Elvis Jones e Horacio Hernandez, e laureatosi a pieni voti con Mario Biondi, ci racconta che si possono amare anche due mestieri così diversi poiché “sono entrambi espressioni artistiche!”. Text > Manu Benedetti Photos > Pietro Bruni

Luca Florian

MUSIC INSIDE MY HEAD Spesso, è tristemente vero, di sola musica non si vive. Capita così che ottimi musicisti si cimentino in mille altre cose, pur restando focalizzati sull’amore della propria vita, le sette note. Luca Florian è tra questi, anche se da qualche anno il lavoro come musicista ha preso il sopravvento. “In qualche modo, porto avanti le mie due professioni: faccio il parrucchiere e suono! Del resto anche quella dell’hairstyling è un’arte... certo che quando parti in tournee devi mollare...”, spiega. Luca è uno che le cose le fa per bene, così se ha frequentato l’Accademia per acconciatori, non di meno ha preso parte a seminari tenuti da nomi altisonanti della musica: Elvin Jones - uno dei batteristi jazz più influenti dell’era post bop, scomparso nel 2004 - e Horacio Hernandez, drummer cubano vincitore di numerosi Grammy Awards. Florian ha poi trascorso un intero anno in Brasile, specializzandosi in percussioni e ritmi latini. Il tuo debutto come professionista del drumming? Era il 1999 quando iniziai a suonare con Andrea Mingardi. Di lì a due anni ero in tournee con Eumir Deodato, un lungo viaggio in tutta Europa insieme a questo grande pianista jazz… E poi hai incontrato Mario Biondi… A quel tempo Mario non era ancora diventato la star di prima grandezza che oggi tutti conoscono, ma il feeling tra noi è scattato subito. Quando Biondi è “esploso”, sono partite due tournee mondiali. >186


>zone INTERVIEW

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Mario Biondi e Luca Florian, Dressed by JO NO FUI

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>zone INTERVIEW

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>zone INTERVIEW

È stato davvero emozionante suonare live al Blue Note di Tokyo, in Cina, Indonesia, Turchia, Africa, fino a Londra dove ci siamo esibiti per quindici serate consecutive al leggendario Ronnie Scott’s Jazz Club… doppio spettacolo serale, sempre sold out! Dal vivo, ma anche in studio, giusto? Certo, non solo in tutti i dischi di Mario Biondi, ma anche, ad esempio, in Reality and Fantasy del cantautore e pianista Raphael Gualazzi, con cui ho suonato anche live. E poi, quest’estate, ho accompagnato in tour i Jestofunk, intraprendendo col gruppo una collaborazione ancora in essere. Mingardi, Deodato, Biondi, Gualazzi, Jestofunk: i generi musicali degli artisti coi quali hai collaborato e collabori sono completamente diversi. Come riesci a “sincronizzarti” con tutti? La vita del musicista è dura proprio perché devi - prevalentemente suonare per altri, quindi anche generi che non ti appartengono, e devi sempre farlo al massimo. Io sono stato fortunato, però, perché in particolare quello di Mario Biondi coincide perfettamente coi miei gusti. È per questo che a un certo punto hai sentito l’esigenza di incidere un album solo tuo? Diciamo che avevo nel cassetto alcuni pezzi miei e che mi piaceva l’idea di comunicare me stesso agli altri. Così, a inizio 2013, è uscito Punch and Flowers, primo disco solista insieme a Michele “Mecco” Guidi, fantastico organista - davvero tra i migliori in Italia, conosciuto soprattutto per il suo stile inconfondibile con l’hammond - che ha collaborato con artisti del

calibro di Franco Califano, Mario Biondi e Cesare Cremonini. Punch and Flowers è anche un album ricco di importanti collaborazioni. Intanto è prodotto da Mario Biondi, vede la partecipazione straordinaria di Fabrizio Bosso, mentre i testi all’interno del disco sono di Barbara Rossi. Lo stesso Mario ha cantato in uno dei brani, In the Sun. E poi c’è il basso di Pierluigi Mingotti, la voce di Giò De Luigi e ancora Daniele Scannapieco, Lorenzo Tucci, , Alessandro Scala, co-autore di alcune fra le composizioni originali e degli arrangiamenti insieme a Michele Guidi, Roberto Rossi, Andrea Morelli,

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Samantha Iorio, Stefano Serafini e Valentina Monetta... E dentro c’è tutto il mondo di Luca Florian? Questo album è una sorta di celebrazione dell’amicizia d’annata tradotta nei più disparati generi musicali: brani originali e covers nu jazz, brazilian jazz, funk e raggae. Un lavoro con un’anima calda e latina. Ma alla fine, si torna sempre a casa? Io sento un legame profondo con il luogo in cui sono nato. Vivo perennemente in viaggio, così tornare e sedermi sul mio divano... ogni tanto mi piace!

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>zone INTERVIEW

Nato a Ravenna nel 1990, sotto il segno della Vergine, Mattia Marisi Torre - in arte “Mattia Emme” - inizia a muovere i primi passi un po’ come hanno fatto tutti gli appassionati e i curiosi di djing, suonando in feste private di amici, per compleanni e occasioni speciali, o presso piccoli locali. Oggi è noto a livello nazionale e internazionale anche per avere vinto, lo scorso luglio, il concorso The Talent sezione DJ! Text > Sarah Migliori

Mattia Emme

LEARNING TO DJING

Molti lo hanno fatto, altri lo faranno: diventare dj è ancora un sogno ricorrente tra i teen-agers. Si prova nella propria cameretta, poi ad una festa dell’amico di scuola, poi, poi, poi… Mattia Emme, senza neppure il foglio rosa, ha cominciato ad arricchire la propria cultura musicale interessandosi alle sonorità House da club nel 2007. È cresciuto di pari passo alla sua tecnica e al suo gusto musicale e, nell’inverno dell’anno successivo, appena diciassettenne, ha visto realizzarsi il suo più grande desiderio: far ascoltare un suo DJ set al di fuori del proprio salotto di casa. Siamo al FOREX (Marina di Ravenna). Da quel momento l’ascesa si è fatta inarrestabile. La sua professionalità, unita a una tecnica impeccabile e a un’ottima selezione musicale, insieme alla capacità di trasmettere una grande energia al pubblico, hanno portato questo giovane artista del mixer a diventare uno dei DJ italiani emergenti, su cui puntare. Scommettiamo? Come ti scopri DJ.? Hey!? Mi stai considerando un “vero” DJ?!? Perché ne dubiti? Secondo me DJ si nasce. Amore per la musica e voglia estrema di far festa in maniera salutare, di show, ma sopratutto di veder sorridere la gente. Chi e cosa ti hanno ispirato? Semplice, il mixer e i suoi meter luminosi. Genere musicale preferito. Considerando che la mia vita musicale è iniziata suonando la chitarra e poi il basso, direi dal Rock, in casa e in macchina, alla Deep, ottima per l’aperitivo, fino alla classica da discoteca, la House, insomma! Cosa contiene la tua DJ-BAG? Un prezioso concentrato di “carica e grinta”, frutto di una rigida selezione tra i pezzi presenti nelle principali charts

mondiali. Dj-star preferito. Hardwell. Provo molta ammirazione per l’amico Robbert, un ragazzo olandese, appena venticinquenne, già presente sui palchi dei principali festival mondiali. In Italia è difficile trovare locali disposti a dar spazio a ragazzi giovani o emergenti, perché qui si parte dal presupposto che sono piccoli e non hanno abbastanza esperienza; secondo me, invece, oggi più che mai i locali hanno necessità di un vero e proprio show per caratterizzare una serata e invogliare il pubblico ad entrare e al di là dei soliti nomi, ci sono giovani DJ veramente capaci. Cos’è cambiato dopo che quest’estate hai vinto The Talent categoria DJ? I 20 euro spesi per il parcheggio… Scherzo!!! Di certo ho più fiducia nelle mie capacità, ho guadagnato un +10 punti nella carica giornaliera che occorre per affrontare i miei numerosi nuovi progetti… meno male che mi sostiene una grinta pazzesca, grazie alla quale non mi arrendendo di fronte ai vari intoppi che incontro. Ma… nella vittoria… ci credevi o ci speravi? A dir la verità, a differenza di altri che avevano passato le prime fasi già alcuni mesi prima, per me è stato un convulso susseguirsi di avvenimenti in un tempo brevissimo, questo perché l’ultima tappa delle selezioni era a Ravenna. Insomma, sono arrivato sul palco di Piazzale Roma a Riccione per la finale, quasi senza rendermene conto, ma a quel punto non potevo che crederci... e sperarci soprattutto! Quali sono i tuoi progetti, imminenti e futuri? Poco fa è uscito il mio primo progetto musicale Electro House sotto il nome di Whiname. Con mia somma gioia ha avuto uno start-up A-T-O-M-I-C-O: è entrato nella top chart Electro-House mondiale >190

direttamente al numero 56! Nel futuro (che spero sia davvero imminente) vorrei andare in giro un po’ per tutti i club d’Italia, per conoscere realtà differenti e vedere come il pubblico risponde davanti a certi Set. Il locale del mondo in cui ti piacerebbe essere resident? Se si parla di aperitivi/sole/mare direi assolutamente Nikki Beach a Miami, dove sono già stato, mentre come discoteca… l’Amnesia a Ibiza. Il disco che vorresti produrre? Vado a momenti. A volte m’immergo in uno totalmente strumentale e poetico, a volte solo su grandi pezzi vocal… Tutto questo dipende dal mio stato d’animo “mixato” agli atteggiamenti della gente che mi sta attorno. Il cantante a cui faresti cantare un tuo pezzo? M’incuriosisce molto Max C, ma attualmente sarei “soddisfatto” di avere Pharrell Williams (hahaha!). C’è qualcuno a cui senti di dover dire grazie? Scontato. Tutti i miei amici VERI. La provincia è davvero un terreno fertile da cui attingere talenti originali, come qualcuno sostiene? Sono dell’idea che alla fine i talenti siano un po’ ovunque. Diciamo che “un grande personaggio può uscire anche da un piccolo borgo”! Non penso sia il luogo a determinare il talento, piuttosto le capacità, la grinta, lo spirito, l’energia e le potenzialità che ti caratterizzano; ma soprattutto le emozioni che regali alle persone attorno a te. Ecco, quando riesci a emozionare e a trasmettere qualcosa anche di piccolo agli altri, significa che sei sulla buona strada… La città in cui vorresti vivere. Ad oggi, accendo e confermo Barcellona in quanto città di cultura, ma anche divertimento, piena di studenti e di gente che proviene da ogni parte del mondo!

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Queste immagini sembrano portarci in una terra lontana, raggiungibile dopo ore e ore di volo, dove una spiaggia incontaminata ed esclusiva si perde nell’infinito dell’oceano... Siamo, invece, al Cala Celeste di Lido Adriano dove protagonististi sono la magia della natura di giorno e le luci dei party più glamour la notte.

CALA CELESTE

a party lasted one summer photographed by FRANCESCO VENZI

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Al Cala Celeste l’alba segna l’inizio di ogni giornata che termina solo all’alba successiva.

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Sport, musica, eleganza e bellezza sono sempre protagonisti al Cala Celeste.

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Il calore della famiglia e il valore dell’amicizia trasmettono agli ospiti un senso di appartenenza.

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Let’s party!!!! Al Cala Celeste sei sempre un VIP.

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Glamour, eleganza e raffinatezza; ecco cos’è Cala Celeste.

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Estate 2013: i Jestofunk hanno scelto il Cala Celeste per l’unica tappa italiana del loro tour europeo.

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