L’A RT E D E L ‘900TRA G E N E R A Z I O N I E DISCIPLINE DIVERSE 06-30.GIUGNO.13 PALAZZOARDUINO
L’arte del ‘900 tra generazioni e discipline diverse A cura di / Curator Willy Darko 6 - 30 GIUGNO 2013
L’arte del ‘ 900 tra generazioni e discipline diverse Comunicazione emotiva, ricerca e patrimonio stilistico palazzo arduino via arduino 27 - cuorgnè - torino 6 - 30 giugno 2013
patrocino/sponsored regione piemonte provincia di torino città di cuorgnè
a cura di/curator willy darko
coordinamento organizzativo/exhibithion coordination darko’s store - il magazzino di darko
testo critico/text barbara aimar
traduzioni/translations marina goglio
fotografie/photos willy darko lorena Paternicò
grafiche e impaginazioni/graphic design lorena Paternicò
stampa/print italgrafica s.r.l., novara
si ringraziano tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione della mostra / we thank all those persons who kindly contributed to the exibition.
L’arte del ‘ 900 tra generazioni e discipline diverse Comunicazione emotiva, ricerca e patrimonio stilistico “Il mondo […] non è stato creato una volta, ma tutte le volte che è sopravvenuto un artista originale” (Marcel Proust)
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ell’esperienza dell’arte c’è il respiro della libertà cerebrale, del momento in cui il razionale cede all’emotivo, a quel pizzico di follia che fa l’uomo differente dal computer, lo rende creativo e umanamente grande. L’arte è il regno dell’illusione e non c’è scienza che sappia spiegare il segreto di come pochi segni, i colori e i chiaroscuri, lo sfumato o la profon-
dità generino la percezione di forme complesse e provochino emozioni diverse. Ma quali sono gli elementi principali della pittura che, se utilizzati dall’artista in modo opportuno, provocano più emozione? Linguaggio del segno, colore, luce e chiaroscuro. Non avrebbe senso chiedersi cos’è l’arte…sarebbe come chiedersi cos’è la vita… Mi porrei piuttosto altri quesiti: Quale deve essere il ruolo dell’arte nella società di oggi? C’è spazio, attualmente per la libertà artistica e per tutte le forme artistiche, siano esse tradizionali o tecnologiche? L’arte è ancora popolare? O vuole essere una forma di comunicazione che può capire solo un’ èlite in grado di interpretare i linguaggi nascosti nella pittura contemporanea? Le opere d’arte hanno il compito di essere testimonianza di valori che da temporali diventano eterni. Ci sono artisti che invece di dipingere liberamente, tentano, spesso imitando, di assecondare il volere dei mercanti d’arte, distruggendo quanto di più sacro ci sia nell’arte, ovvero la libertà. Mentre dovrebbe regnare la libertà espressiva nel rispetto della cultura, della conoscenza, della bellezza e dell’espressione delle idee. I protagonisti di questa mostra sono artisti operosamente tenaci che lavorano da anni con continuità e costanza. Silenziosi, fuori dal chiasso, dalla confusione e dal caos del sistema dell’arte contemporanea, coerenti e onesti nella loro ricerca personale, sempre fedeli alla cifra che li contraddistingue. Diversi punti di vista uniscono artisti con caratteristiche differenti. Si tratta di un viaggio attraverso la storia e la cultura fatto con occhi differenti. Di fronte all’ormai certificata obsolescenza della nozione di autonomia che aveva alimentato le estetiche moderniste, le pratiche e i discorsi artistici più recenti si misurano obbligatoriamente con
il tramonto del pensiero utopico e del legame rivoluzionario che questo istituiva tra nuove forme dell’arte e della vita. Ciò è stato sostituito dalla pressione dell’onnipresente immaginario pubblicitario, sullo sfondo di un paesaggio sempre rinnovato e sempre identico a sé stesso di merci, immagini, mode, in cui le opere d’arte si presentano come irriducibili singolarità. Sono molteplici i modi con cui gli artisti contemporanei tematizzano le coordinate culturali del mondo globalizzato, le contraddizioni, il potenziale immaginario di un tempo che si potrebbe definire postumo, sopravvissuto alla fine dell’arte, e in cui, almeno in apparenza, tutto è possibile e nulla è veramente ‘differente’. Non c’è nulla di sbagliato. Laddove tradizione significa restare legati a modelli culturali portati avanti nel tempo, misurarsi col passato e restare fedeli a modi di vita già messi in atto, ed innovazione indica invece apertura verso prospettive future, essere tradizionalisti o essere portati all’innovazione non è solo una scelta che implica l’assunzione di una posizione ideologica, ma una tendenza che rivela il modo di essere in rapporto all’essenza profonda dell’umanità. Ci sono nuove geografie artistiche tra i nomi proposti, ricerca costante, sperimentazione, scelte stilistiche e forti tematiche. Ma non si deve mai scordare che la fantasia è qualcosa di difficilmente gestibile, controllabile, giudicabile. Ogni persona ha una sensibilità e un vissuto diverso e questo ci porta a emozionarci e ad apprezzare opere con capacità evocative differenti, siano astratte o figurative, antiche o moderne. Non dobbiamo dimenticare soprattutto, che per un artista vero il momento creativo è uno stato emotivo alto in cui le scelte del linguaggio, della luce, del colore sono dettate non solo dall’abilità tecnica ma soprattutto dalla capacità di far fluire sulla tela una parte importante ed elevata del suo stesso esistere e gli artisti presenti in questa mostra ne sono la dimostrazione.
Barbara Aimar
The Art of XXth century among different generations and disciplines Emotive communication, research and stylistic endowment “Thanks to art, instead of seeing one world only, our own, we see that world multiply itself and we have at our disposal as many worlds as there are original artists� (Marcel Proust)
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n the experience of art there is the breath of cerebral freedom, since when the rational side surreders to the emotive one, to that pinch of madness that makes a man different from a computer, that makes him creative and humanly great. Art is the reign of illusion and there is no science that could explain the secret of how a few outlines, colours, chiaroscuros, sfumato
or the perspective can generate the perception of complex shapes provoking different emotions. But which are the main elements of painting that, if used by the artist in the suitable way, can generate more emotions? The language of the drawing, colour, lights and chiaroscuro. It is senseless to question what art is, it is like asking what life is. Instead I will ask other questions: which role should play art in contemporary society? Is there space, nowadays, for artistic freedom and all those artistic expressions, both traditional and technological? Is Art still popular? Or is it a kind of communication understandable only by an elite able to interpret the hidden languages of contemporary painting? Works of art should be proof of values that, from temporary, become eternal. Some artists, instead of a free painting tries, often by imitating, to adjust their art to the desires of art dealers, destroying that sacred part of art, that is freedom. On the contrary there should reign a free expression of cultures, knowledge, beauty and ideas. The characters of this show are artists determined, perseverant and hard-working since years. Silent, outside the turmoil, the confusion and chaos of contemporary art, coherent and honest in their personal research and always faithful to their own mark. Different points of view gather artists with different features. It is a voyage through history and culture made with different eyes. In front of the certified obsolescence of the notion of autonomy that alimented modernist aesthetics, more recent practices and artistic discourses have imperatively to face the sunset of uto-
pic thought and the revolutionary link between the new form of art and life. It has been replaced by the pressure of the omnipresent advertising unconscious, on the background of a landscape always renovated and identical to itself as regards goods, images, fashions in which the works of art are indomitable singularities. Contemporary artists thematize the cultural coordinates of the new globalized world in different ways: contradictions, the potential unconscious of a time that could be defined as posthumous, survived to the end of art and, at least apparently, all is possible and nothing is really different. There is nothing wrong. Where tradition means being linked to cultural models of the past, facing it and being faithful to ways of life already acted, and instead innovation is an opening towards future perspectives, here being traditionalist or innovative is not only a selection that determines an ideological position, but a trend that displays the way of life in relationship to the deep essence of humanity. There are new artistic geographies among the presented names, constant research, experimentation, stylistic choises and strong themes, but we should not forget that fantasy is something that is scarcely manageable, steerable and judgeable. Each person has his own sensibility and different experiences and this leads us to be touched and appreciate works with different evokative skills, both abstract and figurative, ancient and modern. We should not forget that the real creative moment for an artist is an highly emotional state of mind in which the choice of language, of light and colour is determined by the technical skill and, above all, by the ability to let flow on the canvas an important and elevated part of his being. The artists present in this exhibition do demonstrate it.
Barbara Aimar
Artisti/Artists OSCAR BAGNOLI KATARINA BALUNOVA VALERIA CARBONE LAURA CASSETTI VALERIA CIOTTI MARILLINA FORTUNA MAURO FRANCO GIANFRANCO GALIZIO MARIO GIAMMARINARIO FERNANDO MONTÀ PIERA PADERNI ANGELA POLICASTRO EGLE SCROPPO GIANNI MARIA TESSARI MAYA ZIGNONE
OSCAR BAGNOLI informale
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Obscuro, 2010 olio su tela cm 40 x 40
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Fly, 2010 olio su tela cm 40 x 40
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scar Bagnoli è in grado di unire, nei suoi dipinti, espressività e partecipazione, dosando una quantità di colore che culmina talvolta nel monocromatismo. Il segno, appena tracciato o nervosamente accennato, diviene l’elemento cardine della sua dimensione estetica. Ciascuna opera rappresenta per Bagnoli la testimonianza della travagliata esperienza umana tradotta in una ricerca analitica sul reale, che coglie ogni volta un nuovo interrogativo sui grandi quesiti dell’ esistenza. così descrive la tecnica pittorica. l’opera nasce per sovrapposizione di segni e colore secondo una sequenza. le prime tracce di matita o gessetto sulla superficie sono riferimenti, coordinate, punti nodali e strutture portanti. i piani più profondi vengono creati con stesure di colore molto diluite per poi procedere con sovrapposizioni più coprenti; in questa fase le linee tracciate dettano il ritmo e la dinamica dell’opera, i piani sono giocati su contrasti cromatici, sull’alternanza chiari/scuri. gli ultimi graffi e incisioni sulla tela fanno emergere gli strati sottostanti Oscar Bagnoli is able to mix, in its paintings, expressivity and participation dosing a quantity of colour that sometimes ends with monochromatism. The drawing, just outlined or nervously sketched, is the focus of his aesthetic dimension. Each works represents for Bagnoli an evidence of the troubled human experience translated in an analytic research on the real world, reaching every time a new question about existence. Thus he describes his pictorial technique: “the work is born by superimpositions of drawings and colours following a sequence. The first outlines of pencil or chalks on the surface are references, coordinates, crossroads and supporting structures”. The deeper levels are created by layers of watered colours covered by denser superimpositions; in this moment the lines lead the rhythm and the evolution of the work, the levels plays with crhomatic contrasts, with the alternation of light and shades. The last scratches and etches let the underlying levels to appear.
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Aeree, 2013 pastello a olio su tela cm 30 x 40
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Icaro, 2011 tecnica mista su tela cm 40 x 60
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RealtĂ virtuale, 2013 pastello a olio su tela cm 40 x 30 Landscape, 2013 pastello a olio su tavola cm 25 x 50
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Anime del mare, 2013 polimaterico su tela dittico cm 70 x 100 Landscape 2, 2013 pastello a olio su tavola cm 25 x 60
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KATARINA BALUNOVA figurativo concettuale
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Animals in the area of the city, 2010 acrilico su tela cm 135 x 155
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No Country, 2010 acrilico su tela cm 160 x 180
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Elle Opere Dell’ Artista Slovacca Katarina Balunova Il Tema È Spesso Quello Di Una Località Intesa Come Una Precisa Area Del Mondo E, In Particolare, Dello Spazio Urbano. Ogni Luogo Ha Il Suo Passato Che Consiste In Tutto Ciò Che È Successo Nel Percorso Del Tempo: La Vita, La Nascita E La Morte. Ha Trovato Ispirazione Nella Città Come Luogo Costruito Dall’uomo All’interno Della Natura E Allo Stesso Tempo Come Luogo Costruito Contro Di Essa. La Città, Avendo Sostituito La Natura, Diventa Un Ambiente Nuovo Per Le Persone Che Vi Abitano E Per Gli Animali Che Devono Accettare Un Nuovo Tipo Di Habitat. Nelle Sue Opere Inoltre Ritorna Sempre Il Motivo Della Casa Come Un Simbolo Di Percorso Vitale. Allo Stesso Tempo La Casa, La Quale Offre La Pace Agli Esseri Viventi, È Intesa Come Qualcosa In Grado Di Fermare Il Movimento E Viene Vista Come Gabbia Sentimentale. La Casa Puó Quindi Essere Intesa Come Un Ambiente, Come Una Casa Città, Una Casa Famigliare O Una Casa Gabbia. Nelle Sue Opere Coesistono Forme Geometriche E Naturali: La Geometria È Pura Astrazione, Le Forme Viventi Sono Manifestazione Della Realtà, Creano Intimità E Poesia Ed Entrambi Questi Elementi Sono Ben Presenti Anche Nelle Tele Dedicate A Torino. In The Works By The Slovakian Artist Katarina Balunova A Place Is Seen As A Precise Area Of The World And, Particularly, Of The Urban Space. Each Place Has Its Own Past That Consists Of All That Happened During Time: Life, Birth And Death. She Found Her Inspiration In Those Cities Seen As Places Built By Men Inside Nature And, At The Same Time, As Places Built Against The City Itself. Having Replaced Nature, The City Becomes A New Environment For People Inhabiting It And For Those Animals That Have To Accept A New Kind Of Habitat. In Her Works The House Is A Symbol Of Vital Path And, At The Same Time, It Offers Peace To The Living Beings, Is A Sort Of Thing Able To Stop The Movement And Is Seen As A Sentimental Cage. So, The House Can Be Regarded As The Habitat, As A City-House, A Familiar Or Cage House. In Her Works Geometric And Natural Shapes Coexist: Geometry Is A Pure Abstraction, The Living Beings Are The Manifestation Of Reality And Create Intimacy And Poetry And Both Of Them Are Present On The Canvas Dedicated To Turin.
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Night city Prague 1, 2012 acrilico su tela cm 80 x 60
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Night city Prague 2, 2012 acrilico su tela cm 80 x 60
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Dead city by Pompeii, 2011 acrilico su tela cm 110 x 110
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No country, 2010 olio su tela cm 115 x 110
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Walls around 1, 2012 acrilico su tela cm 70 x 70 Walls around 2, 2012 acrilico su tela cm 70 x 70
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VALERIA CARBONE iconico metafisico
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L’ essenziale, 2012 tecnica mista cm 120 x 100
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Ianua Coeli, 2003 tecnica mista cm 180 X 80
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aleria Carbone è una pittrice che, attraverso un uso sapiente di ombre e luci, di colori vivaci e di chiaroscuri, dipinge il proprio vissuto alla luce dei ricordi, del viaggio introspettivo nel mondo della memoria, che però sa farsi anche capacità di ritrarre splendidi paesaggi naturali e floreali spesso in perfetta armonia con gli interiori paesaggi dell’anima. Il linguaggio del colore, delle sfumature, è fondamentale nell’opera di Valeria Carbone: in una pittura piana, essenziale, di linee e di volumi, introduce il segno vibrante dell’esplosione cromatica o l’iconico elemento dorato, metafisico riferimento all’immensità dell’Universo. Nel dinamismo del gesto artistico così come nella staticità della forma perfetta del cerchio si definiscono gli opposti vitali che mantengono in tensione l’Universo, in un continuo gioco di rapporti di attrazione e repulsione; è una visione complessa del cosmo, interpretata da una graffiante e simbolica grafia. Valeria Carbone is a painter that, by means of a skilful use of shades and lights, of intense colours and chiaroscuro, depicts her own experiences seen from the point of view of memories, of the introspective voyage in this world that can become even a portrait of wonderful, natural and flowered landscapes often in perfect harmony with the inner landscapes of the soul. The language of colours and nuances is fundamental in the works by Valeria Carbone: a plain painting, essential as regards lines and volumes, introducing the vibrations of a chromatic explosion or the symbolical and golden element that is a metaphysical reference to the immensity of the Universe. In the liveliness of artistic gesture as in the static nature of the perfect shape of the circle we can define the vital opposites that keep in tension the Universe, in a perennial game of attraction and repulsion; it is a complex vision of the cosmos, interpreted by a biting and symbolic handwriting.
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Foglie secche, 2004 olio su tela cm 80 X 60
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Foglie, 2003 tecnica mista su carta cm 70 x 50
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Il miraggio, 2011 olio su tavola cm 105 x 60
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Suonatori, 2012 tecnica mista cm 70 X 50
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Crocefisso, 2011 tecnica mista cm 44 x 45
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I piccoli palpiti del cuore, 2004 tecnica mista
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LAURA CASSETTI art decò futurista
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La cena, 2012 acrilico su tela cm 40 x 70
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Il risveglio - Proserpina, 2012 acrilico su tela, cm 50 x 60
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e opere di Laura Cassetti sono rappresentative di una ricerca figurativa elegante e sensuale, dove si esaltano chiare ed elaborate ascendenze déco e liberty, tra la stucchevole lascivia di Tamara De Lempicka ed il surreale rigore di Gino de Dominicis. Il tutto elaborato in un tratto cromatico acceso e palpitante. Le donne e le superdonne di Laura Cassetti, madonne postmoderne, veneri e dee, belle e perfette nella perfezione delle unità che le compongono, si muovono sinuose in curve, abbandonano il figurativo per incontrarsi in una vera e propria ricerca grafica. Tutta la tenacia femminile dell’artista nel proporre figure di donna vestite di colore traspare proprio dal fatto che i tratti concavi e convessi divengono ‘centralità del messaggio visivo’ e gli ambienti segmentati, cromaticamente accesi e nettamente definiti, raccontano le innumerevoli sfaccettature dei ruoli richiesti, interpretati e vissuti dalla donna moderna. The works by Laura Cassetti are representative of a figurative research, smart and sensual, that highlights clear and elaborated references to art déco and liberty, between the fulsome prurience of Tamara de Lempicka and the surreal strictness of Gino de Dominicis. All of this is elaborated with chromatic strokes intense and pulsing. Women and wonder women by Laura Cassetti, a sort of post-modern madonnas, venuses and goddess, beautiful and perfect as regards the units that compose them, move sinuous and curvy, abandon the figurative theme in order to meet one another in a real graphic research. The feminine tenacity of the artist in presenting figures of women dressed with colours is evident by means of the concave and convex strokes that become “centre of the visual message” and the segmented spaces, chromatically bright and precisely defined, tell the different aspects of the roles, interpreted and lived by modern women.
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I girasoli, 2011 acrilico su tela cm 70 x 30
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Nudo su coperta, 2011 acrilico su tela cm 45 x 60
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L’incantatrice, 2009 acrilico su tela cm 90 x 70
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Madonna con bambino, 2009 acrilico su tela cm 50 x 70
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Nudo di schiena, 2012 acrilico su tela cm 50 x 30
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Telefonata a Roy, 2012 acrilico su tela cm 50 x 50
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VALERIA CIOTTI figurativo coloristico
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Paesaggi 08, Ecco, 1973 acquerello su carta cm 29,5 x 40
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Sinfonia II 09, 1993 acquerello su carta cm 33 x 48
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ittura e incisione sono due aspetti complementari, distinti eppure inscindibili, dell’ attività artistica di Valeria Ciotti. Già allieva di Enrico Paulucci, la Ciotti dal maestro ha fatto suo il richiamo a una visione essenzialmente coloristica che si concretizza sulla tela nell’entusiasmo per i giochi delle tinte e della luce. Nei fogli incisi invece, l’assenza di quelle tinte, rende la qualità essenzialmente coloristica dell’artista più riservata e raffinata. Le tele di Valeria Ciotti racchiudono l’insieme di emozioni e sensazioni che girano nel creato. Tutte le sue opere si ispirano alle forze attive della natura. L’insieme dei colori, giallo, rosa, arancione, è l’esplosione festosa di un mondo nuovo, pulito. Non si ispira quasi mai alla figura umana, forse perché l’uomo che è al centro dell’universo apporta, secondo la sua concezione etica, innumerevoli metamorfosi della terra, distruggendo la natura ed il suo stesso essere. I colori della pittrice sono sempre caldi, anche se violenti, creano luce e suggestione e affascinano notevolmente chi si avvicina al quadro. Painting and etching are two complimentary aspects, different and yet unseparable, of the artistic activity of Valeria Ciotti. She was a scholar of Enrico Paulucci, and she assimilated his own vision essentially full of colours that materializes on the canvas by means of the enthusiasm for the playing of colours and light. On the contrary the etched papers are without any colours and this make the dimension basicly full of colours of the artist more discreet and refined. The canvas by Valeria Ciotti gathers the emotions and sensations that live in the universe. Her works are inspired by the active forces of nature, all the colours, yellow, pink, orange, it is an happy explosion of a new and clean world. She does not ispire to the human figure maybe because man, that is the centre of the universe, generates a lot of transformations for the earth, destroying nature and its own being. The colours of the painter are always warm, even if violent, and create lights and suggestions and fascinate everyone that looks at the painting.
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Composizione: il vento 2, 1985 olio su tela cm 70 x 85 Composizione: il vento 3, 1985 olio su tela cm 70 x 85
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Leggiadria, 1975 olio su tela cm 60 x 100
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Riposo al sole, 1971 olio su tela cm 105 x 100
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Vascello fantasma, 1974 (Angeli 01) acquaforte su zinco cm 16,3 x 12,5 Il parco, 1970 (Flora 05) acquaforte su zinco cm 32,3 x 24,9
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MARILlINA FORTUNA concettuale
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Angela. Piccole isole crescono n.6, 2010 assemblaggio di rifiuti riportati a riva dal mare, colore ad acqua su tavola cm 17 X 17 Mediterranean people, 2010 assemblaggio di rifiuti riportati a riva dal mare, colore ad acqua su tavola cm 230 x 100
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e opere di Marillina Fortuna sono assemblaggi di rifiuti portati a riva dal mare, riutilizzati per creare forme alle quali attribuiamo valore estetico: residui, utilizzati come sono stati raccolti e condotti verso una nuova vita. Un tappo consumato, un pezzo di legno scolpito dal mare, un pettine contorto sono “tesori” recuperati, purificati. Le composizioni assomigliano molto a veri e propri “quadri” (nature morte soprattutto) grazie all’uso della tecnica del collage che raduna i “pezzi di mondo” su supporti planari. Sono materiali che si rigenerano a simbolo di riscatto, emancipazione, libertà e di un grado elevato di affezione per le cose del mondo; residui, resti di cose che erano e non sono più, almeno nella forma originaria. Fatte di ‘spazzatura’ le opere finali si allineano agli oggetti artistici della tradizione, si traducono in qualcosa di positivo e familiare. Sulla falsariga dell’objet trouvé surrealistico, del ready made e dell’arte concettuale degli anni Sessanta, i “Residui” di Marillina Fortuna parlano il linguaggio dell’arte moderna e contemporanea ed anche quello profondo dell’inconscio, di quel “rimosso” che tanta parte gioca nel paesaggio interiore di ognuno di noi e dell’artista in particolare. The works by Marillina Fortuna are mixing of garbage brought to the shore by the sea, used to create shapes with aesthetic values: leftovers used as they had been caught and guided to a new life. A consumed top, a piece of wood sculpted by the sea, a twisted comb are recovered and purified “treasures”. The compositions are similar to real “portraits” (above all still life) thanks to the technique of collage that gathers “pieces of world” on plain supports. They are materials that regenerates as symbols of redemption, emancipation, freedom and of an high level of affection for worldly things; leftovers of things that are no more, at least not in their original shapes. Made of garbage, the final works are aligned to the artistic objects of tradition, are transformed into something positive and familiar. Along the lines of the surrealist objet trouvé, of ready made and conceptual art of the Seventies, the “Residui” by Marillina Fortuna speak the language of modern and contemporary art and even the language of unconscious, of that “ removed side” that is an important part of the inner landscape of each of us and, particularly, of the artist.
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Oltre il giardino n6, 2009 assemblaggio di rifiuti riportati a riva dal mare, colore ad acqua su tavola cm 92 x 92
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Milano, vicina all’Europa, 2010 assemblaggio di rifiuti riportati a riva dal mare, colore ad acqua su tavola cm 150 x 150
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W-inter, 2010 assemblaggio di rifiuti riportati a riva dal mare, colore ad acqua su tavola cm 62 x 62 Fall in love, 2010 assemblaggio di rifiuti riportati a riva dal mare, colore ad acqua su tavola cm 62 x 62
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Fiamma e le sue sorelle. Piccole isole crescono n5, 2010 assemblaggio di rifiuti riportati a riva dal mare, colore ad acqua su tavola cm 17 x 17 Il vento fa il suo giro n.10, 2010 assemblaggio di rifiuti riportati a riva dal mare, colore ad acqua su tavola cm 101 x 101
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mauro franco materico concettuale
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Materico 1, 2013 tecnica mista cm 80 x 110
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Materico 1, 2013 tecnica mista cm 80 x 110
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e ombre le luci e lo spessore della materia servono a Mauro Franco per dare risalto a forme ‘informi’ che hanno una loro particolare atomica interna, in un gioco di visione prospettica che pare come la ripresa dall’alto o da una certa distanza, per cui la nostra percezione visiva è alla ricerca costante di un impossibile centro. La ricerca dell’artista trae ispirazione dal calore della terra e dall’effetto ipnotico del magma terrestre. Tematica costante nella propria produzione ‘materica’ è il magma vulcanico fedelmente riprodotto con l’utilizzo di gesso, stucco, poliuretano e resine. Gli inserti di legno e acciaio sulle tele simboleggiano l’intervento, spesso violento, dell’ uomo sulla natura e sul territorio. Alcuni precedenti lavori, sono ispirati al decadimento della società contemporanea che sta tornando alla barbarie di una civiltà senza regole dalla quale i nostri antenati avevano cercato di tirarsi fuori con grande fatica. Non sarà però un ritorno tra alberi e fiumi, ma tra macerie. Mauro Franco uses shades, lights and thickness of matters to highlight “shapeless” shapes with inner peculiarities, a game of perspectives that is similar to a shooting from above or from a certain distance, so that our visual perception is constantly searching for an impossible centre. The research of the artist starts from the heat of earth and from the hypnotic effect of the magma. The constant theme of his material production is the magma accurately reproduced with chalks, stucco, polyurethane and resins. The wooden and steel insertions on the canvas represent the intervention, often violent, of man on nature and its territory. Some previous works are inspirated to the decay of contemporary society that is regressing to savagery, a civilisation without rules from which our forefathers rose with an immense effort. It is not a return to trees and rivers but to ruins.
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Materico 4, 2012 tecnica mista cm 70 x 70
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Materico 3, 2012 tecnica mista cm 80 x 60
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Materico 5, 2012 tecnica mista cm 90 x 80
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Stone 1, 2012 tecnica mista cm 40 x 40
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Stone 2, 2012 tecnica mista cm 40 x 40
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Stone 3, 2012 tecnica mista cm 40 x 40
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GIANFRANCO GALIZIO figurativo
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Anonimo percorso, 2012 olio su masonite cm 70 x 70
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Anonimo percorso, 2013 acrilico su tavola cm 70 x 100
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ianfranco Galizio ama definirsi come “il pittore della tranquillità”. E’ un ‘inventore di immagini’: dipinge le sue scene attraverso un sottile velo di nebbia dietro al quale si srotolano metri di asfalto, paesaggi metro-
politani rarefatti nei quali si intravedono i fari di alcune auto che creano l’aspettativa su cosa può accadere. Le sue opere sono prive di personaggi ma lo spettatore non si sente solo o perduto: gli “altri” sono sempre presenti, e possono emergere dalla foschia in ogni momento. Galizio ha sperimentato diverse tecniche e stili per riuscire a guardare il mondo che lo circonda staccando l’apparenza dalla temporalità per poi dipingerla, destreggiandosi all’interno delle regole pittoriche, facendo ricorso al ricordo, sia delle forme che delle impressioni, delle somiglianze e delle emozioni, alternando imitazione e innovazione, mimesi e invenzione. Gianfranco Galizio likes to define himself as “the painter of quietness”. He is an “inventor of images”: he paints his scenes lightly clouded and, behind the mist, meters and meters of roads, urban rarefied sceneries in which it is possible to distinguish the lights of some cars creating a sort of expectation about the future. His works are void of characters but the spectator does not feel alone or lost: the “others” are always present and can appear from the mist in every moment. Galizio experimented different techniques and styles in order to be able to look at the world. He separates appearance from time and is able to depict it by manouvring the painting rules, memories, shapes and impres-
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sions, similarities and emotions and alternating imitation and innovation, mimesis and invention.
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Anonimo percorso, 2013 acrilico su tavola cm 80 x 110
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Anonimo percorso, 2013 acrilico su tavola cm 80 x 110
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Anonimo percorso, 2010 acrilico su masonite cm 50 x 60
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Anonimo percorso, 2010 acrilico su masonite cm 60 x 80
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Anonimo percorso, 2011 acrilico su masonite cm 100 x 120
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Anonimo percorso, 2013 acrilico su tavola cm 90 x 110
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MARIO GIAMMARINARO materico
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Noi che guardiamo il mare, 2012 uomo e pesce e uomo e pinguino in resina e tela cm 150 x 150
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Noi che guardiamo il mare, 2012 pinguini in resina e tela cm 150 x 150
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aratteristica dell’arte di Mario Giammarinaro è l’intuizione profonda del senso della materia come valore chiave, quasi una ‘materia prima interiore’ che l’artista forgia. L’artista sperimenta, mescolandole insieme, le diverse colle, le resine sintetiche, i fanghi, i pigmenti industriali e i colori ad olio che poi stende secondo calcolate velature; il colore assume una propria e indiscutibile identità, una intrinseca capacità di trasmettere un’ emozione, un pensiero, una sottile inquietudine. Ciò si identifica con una pittura intensa, interiorizzata, modulata sulle cadenze di una personale visione della società contemporanea, di quel ripercorrere incessantemente i percorsi della memoria, dell’ ambiente, della natura. Egli parte da forme astratte che sviluppa in modo gestuale e libero e paesaggi naturali (lande desertificate, terre laviche, le spiagge dell’ Atlantico degradate dalla mare di petrolio) emergono dall’erompere dei segni; sono paesaggi carichi di presagi inquietanti che si fanno cronaca ambientalista e richiesta di un impellente risoluzione. The main feature of the works by Mario Giammarinaro is the deep intuition of the sense of the matter as the keyword, almost as an “inner raw material” moulded by the artist. In his creative forge the artist experiments, mixing them together, different kind of glue, synthetic resin, mud, industrial pigments and oil colours he uses following calculated overlays ; colours become a real and unquestionable identity, an innate ability to transfer an emotion, a thought, a subtle uneasiness. And this is identifiable by the intense painting, interiorised, modulated on the cadence of a personal vision of contemporary society, of tragedies and expectations of the human beings, of the perennial recalling of memories, of environment and nature. It is an alchemy of materials thought in order to create new light effects on the matter. He starts from abstract shapes he develops in a free and gestural way so that natural landscapes (desertified and lava lands, Atlantic beaches deteriorated by petroleum) appear from the drawings; the landscapes are full of disquieting omens that become ecologist chronicles and questions of an impelling solution.
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Mareggiata 1, 2012 su tela cm 100 x 100
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Terre fossili 1, 2012 su tavola cm 50 x 50
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Mareggiata, 2012 su tavola cm 50 x 50
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Mareggiata, 2012 su tela cm 70 x 100
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Roccioso, 2012 acrilico su tavola cm 50 x 50
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Terre fossili, 2012 acrilico su tavola cm 50 x 50
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fernando montà segnico informale
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Essenza - La Collina 9, 2011 acrilico su tavola cm 53 x 67
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Essenza - Dentro l’Onda 11, 2011 acrilico su tavola cm 53 x 67
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l fare pittorico di Fernando Montà è un tentativo di ristabilire un rispetto troppo spesso violato per l’ambiente naturale, un desiderio di armonia tra l’uomo e il mondo, una ricerca, quasi nostalgica, di ritrovare luoghi incontaminati dal progresso urbano per ricreare un rapporto con la natura fatto di equilibrio. Il suo percorso espressivo inizia con l’analisi del soggetto visto da più punti di vista e passa attraverso l’indagine del segno che definisce sempre di più l’elemento trattato. C’è nelle sue opere il bisogno di unire la composizione per poi espanderla nello spazio, mantenendo l’unità del soggetto mediante il cerchio o l’ellisse. La forma circolare, come una lente d’ingrandimento, si posa su un particolare e lo enuclea in ogni suo minimo dettaglio; in tal modo l’effetto è quello di una dilatazione spaziale, come se il dipinto tendesse ad espandersi conservando però un fulcro centrale. La natura di Montà, spinta verso l’astrazione e l’essenziale, non è mai triste, ma ricerca un equilibrio tra esteriorità ed interiorità, tra i ricordi dell’infanzia e la sua vita adulta. Predilige colori acrilici opachi, sfondi neri. The pictorial technique by Fernando Montà is an attempt to restore the respect for a too often violated environment, a desire for harmony between man and world, a research, almost nostalgic, to find again places uncontaminated by the urban progress e to recreate a relationship made of balance with nature. His expressive experience starts with the analysis of the subject seen from different points of view and continues through the study of the gesture that better defines the element he deals with. In his works there is the need to mix the composition in order to expand it in space, maintaining the unity of the subject by means of circles or ellipses. The circular shape, as a magnifying glass, is laid on a detail and clarifies it in every particular: so it is like a spatial expansion, as if the painting tries to expand itself but still maintaining its central focus. The nature by Montà, pushed towards abstraction and essentiality, is never sad but searches a balance between outward and inward appearance, between memories of childhood and adulthood. He prefers opaque acrylic colours and dark backgrounds.
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Essenza - Dentro l’Onda 12, 2011 acrilico su tavola cm 53 x 67
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Essenza - La Collina 10, 2011 acrilico su tavola cm 53 x 67
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Essenza - Mareggiata 7, 2011 acrilico su tavola cm 51 x 65 Essenza - Mareggiata 8, 2011 acrilico su tavola cm 53 x 67
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Luna 2, 2010 acrilico su tavola cm 53 x 47
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Luna, 2010 acrilico su tavola cm 50 x 47
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piera paderni
concettuale “Indagare Lo Spazio” 1
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La voce dello spazio, 2012 alluminio, carta, acciaio, DVD. Decodificazione degli impulsi emessi dalla sorgente PSR0239p54 pulsar captati dal radiotelescopio dell’ University Astronomical Center di Turùn (Polonia) cm 80 x 230 x 70 Indagare il pensiero, 2012 elaborazione digitale su alluminio. Le antiche lamine auree quale testimonianza dell’urgenza dell’ uomo di consegnare alla Divinità e al Tempo il proprio pensiero trascendente cm 70 x 200 x 20
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a tematica dello Spazio, indagata ed analizzata dall’artista nell’ installazione precedente (Torino: ottobre 2011 Cripta settecentesca della Chiesa di S. Michele) viene ulteriormente approfondita in questo contesto dove le antiche pietre del
Castello rimandano echi sedimentati nei secoli.
Torun, Polonia: Il radiotelescopio dell’University Astronomical Center intercetta e registra l’eco di un’emissione che rimbalza dalle profondità dell’universo. Per i fisici è la voce di una pulsar che finirà nei registri astronomici con il codice di PSR-0329p54; per l’artista un richiamo creativo, l’invito ad un’ indagine sullo spazio e, naturalmente, sul
tempo. Un’ indagine che prende la forma di un universo individuato e parzialmente analizzato nella sua molteplicità, da una serie di
cornici che svelano una moltitudine di piani immaginari e compenetrati, nei quali trovano la propria dimensione fino a dialogare: volti, strumenti, segni, codici. Le cornici diventano così l’elemento che consente di pausare lo spazio inteso nelle sue accezioni più ampie ed in tale sospensione le opere dialogano tra di loro e con l’occasionale visitatore interagendo in un contesto spazio-temporale dove il gesto o la leggera vibrazione di alcune di esse, divengono tracce in un continuo divenire. L’artista è demiurgo e le sue suggestioni ucroniche sembrano indurci a concludere come Spazio e Tempo restino magnifiche illusioni che l’uomo da sempre cerca di afferrare e rappresentare, con i linguaggi che gli sono propri. Prima che l’Universo senza confini le inghiotta. Oltre l’orizzonte degli eventi. Là dove non sarà un radiotelescopio a poter arrivare. Forse… solo lo sguardo ieratico di un Apollo pietrificato.
Alessandro Oberholtzer.
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Indagare l’enigma, 2012 elaborazione digitale su supporto rigido e alluminio. Lo sguardo volto verso un Altrove che si perde nel futuro, incrocia quello del suo Doppio che pare indagare in un passato sedimentato nella pietra. cm 90 x 160 x 50
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Le fasi del tempo, 2012 elaborazione digitale su supporto rigido e alluminio. La perfezione di un solido platonico, uno strumento sofisticato e misterioso quale input verso lo Spazio astronomico. cm 70 x 200
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Il tempo catturato dal sole, 2012 elaborazione digitale su supporto rigido e alluminio. Una scatola metallica in grado di catturare il tempo nello Spazio effimero di un continuo divenire. cm 105 x 105 x 45
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Spazio reale - Spazio virtuale, 2011 elaborazione digitale su supporto rigido e alluminio. Uno Spazio che può anche essere inteso come Spazio mentale dove l’antico vissuto, riemerso da un fondale marino, divine link per il presente. cm 105 x 105 x 50 Il pensiero assiale: l’Occidente - l’Oriente, 2011 elaborazione digitale su supporto rigido. Parte dell’installazione realizzata nella Cripta della Chiesa di S. Michele Arcangelo, in Torino, relativa alla mostra: Lo Spazio Assiale. Un solido platonico essenza stessa del Pensiero Occidentale, è il vertice di un triangolo isoscele alla base del quale l’immagine del Buddha è essenza stessa del pensiero Orientale. La forma è conclusa, gli elementi inscindibili. cm 140 x 340
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Il tempo dell’era, 2011 elaborazione digitale su supporto rigido. Parte dell’installazione realizzata nella Cripta della Chiesa di S. Michele Arcangelo, in Torino, relativa alla mostra: Lo Spazio Assiale. Da Dea greca a Spazio Temporale misurabile con un orologio. cm 140 x 340
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“Indagare Lo Spazio�
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he theme of the Space, investigated and analyzed by the artist in the previous installation (Turin, october 2011 in the crypt of S. Michele Church) is further investigated in this context where the ancient stones of the Castle echo
sounds sedimented during centuries.
Torun, Polonia. The radio telescope of the University Astronomical Center intercepts and records the echo of an emission that bounces from the depths of the universe. Physicians call it the voice of a pulsar that will be recorded in the astronomical registers with the code PSR0329p54; for the artist it is a creative recall, the invitation to investigate space and, obviously, time. This is an investigation that shapes itself as a precise universe and partially analysed in its multifacetedness by a series of frames that show a multitude of imagined and interlaced levels in which they reach their own dimension until the dialogue: faces, instruments, signs, codes. The frames become thus the elements that allow to pause the space known in its wider terms and in this suspension the works dialogue among themselves and with the spectator by an interaction in the spatial-temporal context where the gesture or the light vibrations of some of them become traces of a perennial growth. The artist is a demiurge and his suggestions seem to lead us to the conclusion that Space and Time remain magnificent illusions that Man always tries to reach and represent with the languages he owns. Before the limitless Universe swallow them. Beyond the horizons of events Where a telescope is not due to arrive. Maybe‌. only the solemn gaze of Apollo.
Alessandro Oberholtzer.
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articolarità delle opere di Piera Paderni è la commistione fra immagini appartenenti a momenti storico-artistici anche molto distanti fra loro che, dialogando, creano situazioni insolite, talvolta spiazzanti in un contesto di
apparente normalità. L’ artista dosa i linguaggi artistici di varie epoche nel “mixer” babelico del presente e con armonia postmoderna ne ricava pitture e sculture personalizzate dall’eleganza irreale dell’esecuzione, e da una arguzia combinatoria “decorativamente” giocata sui dati dell’informazione di massa. Opere di varie epoche e civiltà passano così dall’immobilità museale, alla meraviglia della vita, diventano personaggi e turisti. A metà degli anni ’90 è nata l’esigenza di continuare a sperimentare ulteriori linguaggi attraverso la tecnologia digitale. Negli ultimi lavori: “Il Giardino di Pietra”, “Il Giardino d’Inverno” ed altri, lo spazio che ospita le installazioni, gioca un ruolo fondamentale potenziandone i rimandi. Piera Paderni ricerca una dimensione al di sopra della normale percezione visiva; una dimensione che pur non alterando le caratteristiche dell’elemento, lo proietti appena al di fuori del reale, in un mondo probabile dove tutto può accadere e tutto ci appartiene in quanto parte integrante del nostro presente e del nostro passato.
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he works by Piera Paderni are a mix of images of historic and artistic moments very far away that, by dialoguing, create unusual situations, sometimes flooring in a con-
text apparently normal. The artist doses artistic languages of different ages in a Babel “mixer” of present and postmodern harmony and the results are paintings and sculptures personalized by the unreal elegance of performance and by a clever “decorative” combination that plays with data of mass communication. Works from different ages and civilizations move from the immobility of a museum to the astonishment of life becoming characters and turists. The need to continue experimenting further languages by means of digital technology was born during the middle nineties. In her last works: “Il Giardino di Pietra”, “Il Giardino d’Inverno” and others, the space hosting the installations plays a fundamental role reinforcing the references. Piera Paderni searches a dimension above the normal visual perception; a dimension that , even if changing the features of the element, could be projected just outside reality, in a world where everything can happen and everything belongs to us as an essential part of our present and our past.
angela policastro figurativo materico
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Slip rossi, 2012 tecnica mista su tela cm 80 x 80
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Lolita, 2013 tecnica mista su tela cm 30 x 20
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ngela Policastro, pittrice (ma nota anche come scultrice), predilige temi figurativi e da sempre adotta una tecnica in cui si fondono pittura e disegno, tecnica mista, colori acrilici uniti alla sabbia e alla colla vinilica a cui si aggiungono caffè e carboncino. I soggetti che tratta sono eterogenei e spaziano dai simboli della contemporaneità, alle architetture e ai ritratti. Ostentato o pudicamente richiuso su sé stesso il corpo nudo, di giovani donne procaci o di figure efebiche è protagonista assoluto di molte opere ma le tele sorprendono sempre per la loro inaspettata ariosità cromatica e per la freschezza che le contraddistingue. Perché il nudo, che sia maschile o femminile, rappresentato dall’artista, vive in quella soglia che sta tra sensualità ed eros, tra convenzione e scandalo. Il corpo diventa un mezzo per fondere erotismo, desiderio e sublimazione e svelare le pulsioni dell’inconscio. Angela Policastro, painter and renown even as sculptress, favours figurative themes and uses a technique that mixes painting and drawing, acrylic colours with sands and vinyl glue and coffee and charcoal. Her subjects are heterogeneous ranging from symbols of contemporary age to architectures and portraits. Naked bodies, displayed or modestly covered, of young and provocative women or ephebic figures are the main characters of a lot of works but the canvas are always amazing as regards their unexpected airy chromatism and freshness. As a naked body, both feminine and masculine, represented by the artist lives in-between sensuality and eros, convention and scandal. The body becomes an instrument to mix eroticism, desire and sublimation and to display the impulses of the unconscious.
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Riflesso, 2012 tecnica mista su tela cm 100 x 80
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Il cappello, 2012 tecnica mista su tela cm 90 x 60
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Mauro, 2006 tecnica mista su tela cm 100 x 80
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Mio fratello, 2006 tecnica mista su tela cm 100 x 80
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500 blu, 2012 tecnica mista su tela cm 70 x 100
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Mosca, 2011 tecnica mista su tela cm 120 x 80
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EGLE SCROPPO astratto simbolista
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L’ ora costante, 2012 acrilico su tela cm 50 x 50
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Armonia del mutamento, 2011 acrilico su tela cm 70 x 100
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opera astratta di Egle Scroppo colpisce per l’equilibrio determinato da un contrasto; quello tra il lato “caotico” della composizione in opposizione alla disciplina nella suddivisione degli spazi. Ci sono alcuni fil rouge
ben definiti in lei: il segno preciso, la riconoscibilità delle cromie, i segni che si ripetono e rappresentano una sorta di mosaico pittorico elaborato con una meticolosa soluzione di continuità. La Scroppo raffigura scenari mobili come quinte teatrali che raccontano storie oniriche inusuali e complesse con possibilità di lettura sempre aperte a ulteriori approfondimenti. Nelle intense componenti traslate e simboliche della sua pittura sono nascosti indizi e informazioni di spirito fantasticamente narrativo, così vi si ritrovano elementi aerei, incorporei, onnipresenti, non legati allo spazio, non soggetti alle differenze del qui e là. The abstract works by Egle Scroppo are amazing due to the balance determined by a contrast; the chaotic side stands opposite to the strictness of the subdivision of the spaces. There are some well defined fils rouge: the precise drawing, the recognizable colours, the repeated signs that represent a sort of pictorial mosaic created with an accurate sense of continuity. Scroppo figures mobile sceneries as in theatres, and they tells unusual, complex and dreamlike stories with different possibilities of meaning and open to further analysis. In the intense, translated and symbolic parts of her painting she hides hints and information which are fantastically narrative, so
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we can find aerial, incorporeal and spaceless elements which are free from the differences of “here” and “there”.
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Mutevole, perpetuo, 2011 acrilico su tela cm 70 x 40
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Liberare il centro, 2013 acrilico su tela cm 50 x 50
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Presi uno per uno, 2013 acrilico su tela cm 49,6 x 59,6
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Per quanto ancora e quando, 2013 acrilico su tela cm 40 x 60
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Vie di fuga, 2009 acrilico su tela cm 60 x 60
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Provvisoriamente con fuoco, 2012 acrilico su tela cm 70 x 100
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gianni maria tessari figurativo geometrico
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Ambient #1, 2013 olio su tela cm 40 x 30
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Fabbriche e cieli #18, 2012 olio su tela cm 100 x 50
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e costruzioni severamente geometriche di Gianni Maria Tessari annullano la dimensione spazio-temporale, enfatizzano la relatività della condizione umana, costretta ad un continuo abuso tecnologico. L’artista porta avanti una critica al razionalismo tecnologico con forme geometriche severe e rigide. Sopra le sue costruzioni architettoniche immaginarie fluttuano, come graffiti murali, monogrammi di una lingua perduta. Gli incomprensibili graffiti sembrano anelare ad un nuovo auspicabile linguaggio comunicativo. I quadri di Tessari, nella loro struttura, sono fascinosamente disturbanti. La tessitura urbana il più delle volte, appare deformata, stiracchiata fino ad ottenere delle forme e un’ambientazione quasi surreale. Mentre nell’esterno-interno del quadro tutto mantiene una severità impassibile, si notano talora degli inserti, più ‘pittorici’ rispetto alle linee geometriche e ciò fornisce una visione più varia della realtà . Si potrebbe dire che i dipinti di Tessari sono in continuo divenire: le forme si creano e si disfano continuamente sotto la pressione incessante della natura; i colori sono vibranti e violenti quasi a volere gridare una loro verità. The strictly geometric buildings by Gianni Maria Tessari nullify the spatial-temporal dimension, focusing on the relativity of the human condition, forced to a perennial technological misuse. The artist criticize the technological rationalism with geometric, strict and inflexible shapes. Above his imagined architecturial buildings some monograms of an ancient language fluctuate like graffiti. These uncomprehensible graffiti seem to yearn for a new communicative language. The paintings by Tessari, in their structures, are charmingly disturbing. The urban texture seem to be deformed, forced until it reaches a shape and an environment almost surreal. And, whereas in the externalinternal of the painting all is impassive and severe, we can sometimes see some insertions, more “pictorial” than the geometric lines and thus giving a more varied vision of reality. We could say that the paintings by Tessari are always on the move: shapes are perennially created and destroyed under the constant pressure of nature; the colours are quivering and violent almost as if they could shout their truth.
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Fabbriche e cieli# 6, 2011 olio su tela cm 100 x 100 Fabbriche e cieli #14, 2012 olio su tela cm 70 x 50
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Fabbriche e cieli #16, 2012 olio su tela cm 70 x 50 Fabbriche e cieli #17, 2012 olio su tela cm 70 x 50
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Ambient #3, 2013 olio su tela cm 40 x 30
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Ambient #2, 2013 olio su tela cm 40 x 30
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maya zignone concettuale multimediale
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Perhaps, 2008 videostill, misure variabili
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Orange, 2009 video “Steps”, neon arancio, 16 altoparlanti, trasformatore, misure variabili
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rtista genovese dal respiro internazionale, Maya Zignone disegna segni grafici netti e decisi che trasforma in opere d’arte. La luce al neon è il linguaggio con cui penetra negli spazi e dà vita a dimensioni nuove; la luce è energia, è uno strumento compositivo che genera spazialità differenti e illumina ciò che è in ombra, ciò che non c’è, che prima non era pensato. Il suo concept d’arte è la multimedialità: attraverso media differenti (suono, installazioni, fotografia, video..) ma soprattutto con l’uso costante della luce crea luoghi e situazioni che trovano nel confronto con lo spettatore l’equilibrio e la convergenza tra energie fisiche ed emozionali, una sorta di legame esperienziale tra uomo e spazio. Facendola circolare realizza nuovi ambienti che diventano luoghi di vita, di comunicazione e di relazioni. Neon, plexiglass e ferro sono i materiali con cui lavora, gli strumenti con cui crea le installazioni. Maya Zignone, an artist from Genova and renown at international level, draws with gestures precise and determined and she transforms them into works of art. The neon lights are the language she uses to penetrate spaces and to give life to new dimensions; light is energy, instrument of composition that generates different kind of spaces and enlightens those things in shadows, those things that do not exist, that had never been thought before. Her concept of art is multimediality: by means of different media (sound, installations, photography, video) but above all the perennial use of light she creates places and situations that in the dialogue with the spectator find their balance and the meeting of physical and emotional energies, a sort of relationship between man and space. She realizes new habitats that become places for life, communication and relations. Neon, plexiglas and iron are the materials she uses, the instruments of her installations.
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Help me (particolare), 2012, box in plexiglass, neon rosso, scritte in braille, trasformatore cm 51 x 27 x 18 IF (particolare), 2012 box in plexiglass, neon azzurro in vetro bianco, specchi, trasformatore cm 35 x 42 x 22
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Metropolis, 2011 stampe digitali su forex, neon verde, corda e legno, trasformatore, tappeto erboso cm 400 x 100 x 7 Bestiario mitologia del contemporaneo, 2011 neon blu, marmo, video “Evoluzione�, misure variabili
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Different Lives, 2011 ferro, neon bianco, trasformatore, misure variabili
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Noise (particolare), 2008 audio installazione, 16 altoparlanti, pietre bianche, misure variabili
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ITALGRAFICA S.R.L. VIA VERBANO 146, 28100 NOVARA TEL. 0321 47 12 69
cornici artheos
finito di stampare: giugno 2013
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