LO SPAZIO RITROVATO _ paesaggi a disposizione al dal molin di Vicenza Università Iuav di Venezia - Facoltà di Architettura Tesi di Laurea Magistrale in Architettura per il Paesaggio - LM4 relatori:
prof. arch. Laura Zampieri - CZstudio / Iuav prof. arch. Paolo Ceccon - CZstudio / Iuav prof. arch. Renato Bocchi - Iuav
studenti:
Alessandro Carollo alessandrocarollo87@gmail.com
Sebastiano Mazzaggio sebastiano.mazzaggio@gmail.com
e.mail:
spazioritrovato.dalmolin@gmail.com
Il presente volume e gli allegati sono consultabili on-line all’indirizzo http://issuu.com/lospazioritrovato/docs/spazio_ritrovato_book http://issuu.com/lospazioritrovato/docs/spazio_ritrovato_tavole
PREFAZIONE Durante il periodo della formazione come architetti e specialisti di paesaggio, la crisi di rapporto tra il territorio e le popolazioni che lo abitano, ha assunto forme estreme, presentando il conto di politiche di uso del suolo corrotte, di pianificazione mancata, di false priorità, con una serie di eventi che sono rimasti impressi nella mente di noi giovani cittadini. Questi eventi segnano con chiarezza l’urgenza di adottare politiche speciali per ricercare l’equilibrio nel rapporto tra le diverse esigenze e rivelano con altrettanta evidenza quanto sia necessario un ragionamento di respiro più ampio sul tema del nostro vivere e pensare il territorio e ciò che abbiamo a disposizione. È per questo che la tesi di Laurea magistrale che vi presentiamo, cerca di analizzare e comprendere due avvenimenti, tanto recenti, quanto significativi e devastanti: l’aumento dell’occupazione militare statunitense a Vicenza, con la dismissione dell’aeroporto cittadino e l’alluvione del 01.11.2010. Analizzare e comprendere questi sintomi di un rapporto malato, per elaborare poi l’occasione, investigatrice di sviluppi futuri possibili e riconciliati che questi avvenimenti presentano alle popolazioni, nel momento stesso in cui tragicamente si verificano. Ed è su queste occasioni rivelate che ci siamo divertiti a riflettere, senza privarci di qualche espediente accademico o della giusta dose di utopia sognatrice, per immaginare un futuro diverso, in cui le risorse a disposizione entrino in sistema e permettano di tendere a quell’equilibrio perso che è urgente ritrovare. Alessandro Carollo - Sebastiano Mazzaggio
aeroporto dal molin 2007
EVENTI E REAZIONI La riflessione prende in analisi due eventi che riguardano il territorio a nord della città di Vicenza.
giori, come il bacino di laminazione del torrente Timonchio, affluente principale del Bacchioglione.
Il primo evento considerato è l’aumento dell’occupazione militare statunitense sul suolo vicentino.
Sono previsti inoltre ulteriori interventi, come la possibilità di usare alcuni suoli immediatamente a nord di viale Diaz, attuale circonvallazione di Vicenza, come cassa di espansione ed ultimo baluardo a difesa della città dalle acque. Per un evento idraulico di intensità uguale a quella del 1 novembre 2010, anche in presenza del grande bacino di laminazione sul Timonchio, è stato stimato che proprio in queste aree vi sarebbe comunque uno straripamento del fiume Bacchiglione, per il contributo idraulico derivante dal torrente Orolo.
Alla necessità dell’esercito americano di riunificare alcuni battaglioni con quelli stanziati a Vicenza, il governo italiano, sulla scorta anche di un voto favorevole del consiglio comunale e provinciale individua nell’aeroporto cittadino “Tomaso Dal Molin” il sito per la costruzione di un’ulteriore base militare USA, andando ad aggiungersi alla Caserma Ederle e al supporto abitativo “Villaggio della Pace” Dapprima viene elaborato un progetto che prevede lo sviluppo della nuova base sul lato est dell’aeroporto, con un impatto notevole sulla viabilità esistente già compromessa e con una strettissima prossimità con diversi nuclei abitati. Dopo le proteste dei residenti e della città viene elaborato un ulteriore progetto, non meno impattante, che però sposta la costruzione della base sul lato ovest del sedime aeroportuale, affiancandolo al fiume Bacchiglione e prevedendo l’abbattimento delle precedenti strutture dell’aeronautica militare italiana e la demolizione di buona parte della pista di atterraggio. Dal 1º ottobre 2008, a causa dei lavori per la costruzione del nuovo insediamento militare l’aeroporto è stato chiuso ad ogni tipo di traffico aereo. La demolizione della pista, iniziata il 3 febbraio 2009, si è conclusa nello stesso anno. È così che il grande vuoto dell’aeroporto Dal Molin viene per metà riempito di nuove costruzioni e superfici impermeabili, lasciando “sul tavolo” l’altra metà del sedime. L’opposizione dei cittadini alla costruzione della base militare fu molto forte fin dagli inizi della vicenda. L’apice della protesta fu la grande e colorata manifestazione del 17 febbraio 2007. A queste proteste il governo italiano rispose con l’assegnazione di alcune compensazioni, tra le quali la disponibilità della restante area aeroportuale per la costruzione di un parco pubblico e il finanziamento per la progettazione della tangenziale nord est di Vicenza. Il secondo evento preso in considerazione è l’alluvione del primo novembre 2010, che ha interessato la regione Veneto ed in particolare la provincia e la città di Vicenza. Il 20% della città è stato invaso dall’acqua dei due fiumi cittadini. In particolare il Bacchiglione è esondato in più punti anche nell’hinterland di Vicenza, a Caldogno, nelle frazioni di Rettorgole e di Cresole, che è stata interamente sommersa e dove si è registrata la prima delle tre vittime di questo sciagurato evento. Passata la fase emergenziale si è palesata la necessità di procedere urgentemente con la messa a punto di una serie di opere idrauliche mag
La vicinanza temporale e territoriale di questi due eventi e la correlazione delle reazioni messe in campo ci ha spinti ad indagare su quale palinsesto paesaggistico, ambientale, idrico e infrastrutturale si costruiscono questi avvenimenti, indagando il territorio a nord di Vicenza e l’area dell’ex aeroporto Dal Molin. L’esame e la revisione dei sistemi e dei processi in gioco, ci ha permesso di cogliere le occasioni che questi avvenimenti portano alla luce e di cogliere le risorse a disposizione per immaginare un futuro diverso: il grande vuoto ritrovato torna a disposizione della popolazione e il sistema di salvaguardia idraulica diviene connettore di nuovi spazi e nuovi metodi di fruizione del territorio.
nuova base militare USA al Dal Molin alluvione del Veneto 01.11.2010
occupazione militare USA a Vicenza
nuova base militare USA - Dal Molin base militare USA “camp ederle” supporto abitativo “villaggio della pace”
nuova base militare USA
area a disposizione della cittĂ
tangenziale nord est
alluvione del Veneto 01.11.2010
alluvione 2010 aumento occupazione militare USA
alluvione del Veneto 01.11.2010
previsione esondazione a nord di viale Diaz per evento di intenistĂ pari a quella del 01.11.2010 cassa di espansione a nord di viale Diaz
CARATTERI AMBIENTALI Da una prima analisi dei caratteri ambientali, paesaggistici, idraulici, risulta evidente come le valenze, così come le criticità, siano da assegnare in primo luogo agli elementi legati all’acqua: il fiume Bacchiglione, l’Astichello e l’Orolo, la fascia delle risorgive con il sistema delle rogge che convogliano questi affioramenti ai corsi idraulici principali, in particolare il bosco umido di Dueville, con le sorgenti del Bacchiglione. Tutti questi elementi, si inseriscono ovviamente in un sistema di scala più vasta, contribuendo alla rete di connessione ecologica regionale e locale, alla rete delle aree di interesse naturalistico, oltre che ai Siti di Interesse Comunitario e alle Zone di Protezione Speciale, che certificano la preziosità di questi luoghi. Questo determina nello stesso tempo una certa pericolosità idraulica, dovuta alla topografia e purtroppo anche alla progressiva sottrazione di spazi utili allo sfogo dei vari corsi d’acqua, che si è tristemente palesata durante l’alluvione del novembre 2010. Il fiume Bacchiglione è ovviamente principale connettore ecologico dell’areale esaminato, andando ad intrecciarsi con corridoi ecologici trasversali, in particolare a sud dell’ex aeroporto Dal Molin. Anche i sistemi vegetali maggiormente significativi sono profondamente legati ai sistemi acquei. Filari, siepi alberate e piccoli boschi, si allungano verso nord dalla prima periferia della città a formare, assieme al sistema delle colture locali, un complesso paesaggio agrario che si dispone lungo le sponde del Bacchiglione. I caratteri del suolo sono legati alla natura dei suoi componenti, in particolare argille e sabbie, fatto salvo un primo strato misto superficiale. Questo comporta un coefficiente di deflusso e una permeabilità mediamente bassa, il che facilita la presenza di ristagni idrici in corrispondenza di piogge forti o prolungate.
aree soggette a pericolositĂ idraulica valenze ambientali a nord di Vicenza
valenze ambientali e connessioni paesaggio agrario lungo il Bacchiglione
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CARATTERI INFRASTRUTTURALI L’indagine sulla situazione infrastrutturale della città e dei flussi provenienti da nord, mette in luce la presenza di una rete di piste ciclabili che innervano il nucleo urbano e che, assieme alle piste previste, consentono una buona e relativamente veloce connettività dell’area del parco pubblico immaginato sul sedime dell’ex aeroporto. Anche la mobilità pubblica e i sistemi di interscambio si dispongono nelle immediate vicinanze, a lambire il perimetro dell’area, con un parcheggio di interscambio e linee di autobus urbani con corse verso il centro che tuttavia potrebbero vedere aumentata la loro frequenza. Il traffico in direzione nord sud proviene dalle aste stradali principali, la strada Pasubio e la strada Marosticana, con flussi che in parte si dirigono verso il centro cittadino e in parte verso le infrastrutture di scala maggiore: strade statali verso Padova e Verona, Tangenziale Sud e Autostrada A4. Questo andamento dei flussi di tipo tangenziale al centro urbano, da nord a sud, potrà essere ulteriormente facilitato dalla realizzazione di bretelle di variante che convoglino con maggiore facilità il traffico verso sud e verso le grandi infrastrutture di distribuzione.
mobilitĂ e infrastrutture urbane a nord di Vicenza
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mobilitĂ lenta mobilitĂ pubblica
principali flussi di traffico nord sud
SGUARDO CRITICO Considerati i caratteri e le valenze ambientali e infrastrutturali dell’area di studio si è cercato di osservare con sguardo critico le compensazioni ottenute per la costruzione della base militare americana e le previsioni sull’area e sui sistemi che la interessano: la tangenziale nord-est di Vicenza, le casse di espansione sul fiume Bacchiglione e il sistema di drenaggio dell’aeroporto Dal Molin. Rispetto alle criticità emerse, è stata proposta una soluzione anche con approcci alternativi a quelli previsti.
Tangenziale Nord Est di Vicenza Le geometrie dei tracciati e delle sezioni previste, ricavati dal Documento di Definizione del 2010 e dal Pum del 2012, hanno caratteristiche tali che la realizzazione della tangenziale nord est determinerebbe la formazione di una forte cesura dei sistemi di connessione ecologica e di mobilità lenta nord-sud lungo i sistemi paesaggistici, idrici e vegetali individuati. La proposta è la definizione di due bretelle di variante alla viabilità ordinaria, definite scolmatrici laterali, per intercettare e velocizzare i flussi di traffico che da nord arrivano alla periferia di Vicenza e necessitano di raggiungere la viabilità veloce a sud. Tali bretelle potranno continuare ad avere una definizione geometrica e di sezione di tipo tradizionale, per velocità anche sostenute. I collegamenti est ovest invece, anch’essi bisognosi di essere migliorati, potranno essere potenziati con alcune strade di collegamento trasversale con precedenza, aumentando le condizioni di confort viabilistico di quelle esistenti e costruendo un ulteriore tratto di connessione tra le due bretelle laterali ma con geometrie del tutto differenti, che impongano velocità assai ridotte, sezioni molto vicine al piano di campagna e un affiancamento ai sistemi vegetali, idrici e costruiti esistenti.
Casse di espansione sul fiume Bacchiglione Per la soluzione dello stato di pericolosità dei sistemi idraulici a nord di Vicenza, è prevista la costruzione di una cassa di espansione del torrente Timonchio, tributario principale del Bacchiglione, per raccogliere le piene che questo riceve accumulando buona parte dell’acqua che cade nell’alto vicentino. Il calcolo del volume di invaso di 3 300 000 mc è stato determinato anche sulla possibilità del ripetersi di un evento di pari entità di quello avvenuto il primo novembre 2010. In tale ipotesi, il bacino previsto non sarebbe sufficiente a contenere entro gli argini il fiume Bacchiglione, che esonderebbe comunque, proprio nelle vicinanze dell’aeroporto Dal Molin, subito a nord di Viale Diaz, circonvallazione nord di Vicenza. È per questo che sono stati previsti una serie di lavori di regimentazione idrica, con la costruzione di arginature a margine di questi terreni, compromettendo in parte la continuità visiva, percettiva ed ecologica dei luoghi. La proposta elaborata è l’inspessimento dei segni del paesaggio, con l’aumento delle sezioni dei canali esistenti, per aumentare la capacità di invaso di questi terreni, formando zone depresse e naturalmente umide. Ciò consente di aumentare la valenza ecologica dei luoghi e di formare, assieme al parco nell’ex aeroporto Dal Molin, la “testa sud” di quel sistema ambientale e paesaggistico che dalla periferia della città si snoda fino al Bosco di Dueville, lungo il corso del fiume.
Sistema drentante Dal Molin
Fin dalla sua costruzione, l’aeroporto è stato servito da un sistema di drenaggio delle acque sotterraneo e variamente diffuso sul suo sedime. Le acque erano convogliate su collettori principali e successivamente verso il fiume. L’andamento delle curve isofreatiche individua chiaramente la funzione drenante del fiume Bacchiglione rispetto alla microfalda superficiale. L’inizio del cantiere, lo smantellamento della pista e la costruzione delle fondazioni su pali dei grandi casermaggi previsti per la base militare USA, hanno interrotto sia la rete drenante dell’aeroporto sia la continuità tra il grande prato di aviazione e il fiume stesso, con conseguenti problemi di ristagno idrico superficiale alle prime piogge su tutta l’area. La soluzione individuata è una nuova topografia del grande prato concesso alla città : formazione di piani leggermente inclinati per la gestione superficiale delle acque; canalizzazioni, zone depresse e umide per intercettare il sistema drenante danneggiato, convogliando diversamente l’acqua al fiume per nuovi percorsi, anche attraverso l’area di espansione del Bacchiglione a nord di viale Diaz.
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PARCO TERRITORIALE Le soluzioni alternative per il superamento di alcune criticità, muovono tutte per la valorizzazione dell’asse nord-sud che dall’area dell’aeroporto Dal Molin si snoda lungo il Bacchiglione fino ad arrivare al Bosco di Dueville e alle risorgive del fiume stesso dove è presente il Parco delle sorgenti del Bacchiglione. Tutto questo individua un vero è proprio parco territoriale del Bacchiglione determinato dalla sinergia di sistemi di natura diversa. Mobilità lenta, pubblica e automobilistica trasversale previste, insieme ai sistemi di connessione ecologica, idraulica e vegetale esistenti formano quindi un complesso lineare. L’accesso a questo complesso è immaginato nei punti di incrocio tra la viabilità trasversale e il Bacchiglione, con la formazione di aree attrezzate per il parcheggio dell’auto, il gioco dei bambini dei nuclei abitati vicini e con attrezzature per lo svago. Queste aree, definite Aree esondative di accesso, possono configurarsi topograficamente come degli spazi in cui il fiume può, in ultima istanza e in casi eccezionali, avere un ulteriore sfogo idraulico, andando a definire un nuovo rapporto tra il territorio e il fiume stesso. La loro condizione produttiva attuale, potrà essere in parte mantenuta, con un cambio di colture a favore di produzioni lignifere, compatibili con l’uso del suolo e con eventuali esondazioni. Il sistema potrà essere implementato ulteriormente, con buone pratiche di piantumazione ripariale dei canali agricoli esistenti, ad infittire la rete del sistema vegetale e di connessione ecologica
parco del Bacchiglione
parco territoriale
rapporto con i sistemi territoriali aree esondative di accesso
SPAZIO RITROVATO Settore da definire è in primo luogo la testa sud del parco territoriale, in corrispondenza dell’ex aeroporto Dal Molin e dell’area di espansione a nord di viale Diaz. Ciò necessità una prima comprensione spaziale, attraverso un confronto dimensionale con alcuni esempi noti di carattere locale, regionale ed europeo e dell’individuazione degli strumenti progettuali con cui operare. Questi strumenti sono stati individuati, come per l’area di espansione del fiume Bacchiglione a nord di viale Diaz, nello scavo e riporto dei terreni e nella formazione connessioni ambientali, infrastrutturali e ciclabili, tenendo sempre presente le soluzioni proposte alle criticità emerse in fase di studio. Il progetto si pone l’obiettivo di formare un complesso di supporti a disposizione della collettività e della città che possono assumere diverse connotazioni e che accettano differenti sviluppi futuri. Nella molteplicità delle scelte possibili, i temi che tuttavia si sono presentati come non rinunciabili sono senz’altro la formazione di spazi per lo sport e per le grandi manifestazioni, la costruzione di luoghi di alta valenza ecologica e di dispositivi di superamento delle barriere infrastrutturali. Vista la natura del luogo e la caratterizzazione produttiva del paesaggio agrario circostante, si è scelto inoltre di ipotizzare un possibile sviluppo di alcune parti del parco, con aree a coltura biologica, attraverso una fattoria sociale o con colture orticole gestite dalla collettività. Per limitare al minimo nuove superfici impermeabili si sono ipotizzati percorsi e superfici in terra stabilizzata e si è limitato il progetto di superfici in calcestruzzo a quelle esistenti derivanti dalla presenza dell’aeroporto e a due nuove piastre, a nord e a sud dell’area, che ospitano i parcheggi di interscambio modale con il relativo sistema di raccolta e depurazione delle acque. La nuova strada di connessione trasversale ipotizzata, che connette le due bretelle scolmatrici laterali, raggiunge la testa della base militare americana, fornendo un punto di accesso diretto da nord che evita flussi di traffico impropri e ulteriori infrastrutturazioni degli argini del fiume. La strada procede poi all’interno del parco consentendone il superamento attraverso la nuova configurazione del suolo.
parco al dal molin supporti a disposizione della cittĂ
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TOPOGRAFIE La conformazione spaziale, infrastrutturale e di valenza ecologica deriva in primo luogo dalla nuova topografia pensata per il parco. Lo scavo del terreno avviene per l’aumento della capacità di invaso dei terreni a nord di viale Diaz, per il ripristino della rete drenante del parco stesso e per la formazione di aree umide di collettazione delle acque, creando una nuova topografia al di sotto della quota del piano di campagna. Il riporto del terreno di questi scavi determina la nuova conformazione a grandi piani debolmente inclinati per la gestione delle acque formando una seconda topografia al di sopra della quota del piano di campagna. Con l’eventuale eccesso si potrà coprire le necessità derivanti dalla costruzione della nuova strada di connessione trasversale. Questa conformazione spaziale, che potrà essere costruita nel tempo per implementazioni successive, consente un efficace gestione del sistema delle acque, la formazione di condizioni ecologiche che determinano diversi tipi di piantumazione e la formazione di nuovi spazi fruibili a disposizione della città e della collettività.
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variazioni
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SISTEMA DELLE ACQUE Il sistema delle acque si imposta sulla nuova topografia di progetto. La ridefinizione delle geometrie dell’area a nord di viale Diaz e della parte a sud del parco, permettono l’esondazione programmata del fiume e l’accumulo delle eccedenze idriche derivanti da eventi meteorologici eccezionali. In condizioni normali la topografia e la conformazione delle linee d’acqua e delle zone umide permanenti, permette un normale deflusso delle acque e l’irrigazione dei diversi spazi a disposizione.
vista dei bacini di collettazione/espansione da viale ferrarin verso la pista
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BACCHIGLIONE
gestione idrica deflusso, stoccaggio e apporto
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SISTEMA DELLA VEGETAZIONE La vegetazione di progetto per il nuovo parco è legata alle condizioni ecologiche definite anch’esse dalla nuova topografia. In particolare la presenza di nuove zone umide e di eventuale collettazione delle acque meteoriche, implica la piantumazione di specifiche combinazioni di specie diverse, dalle comunità idrofitiche, alle formazioni ripariali, al bosco umido. Le dimensioni generose dell’intero intervento e il suo costruirsi nel tempo impongono la messa a dimora esemplari giovanissimi o la semina, arrivando alla formazione definitiva delle masse vegetali, solo dopo diversi anni.
vista del bosco umido ai bordi del parco
vegetazione delle aree umide del parco
formazione del biotopo accrescimento vegetale
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EVOLUZIONE La costruzione del progetto è pensata per implementazioni successive. Ad una prima fase di predisposizione, con la formazione progressiva della nuova topografia di progetto, dei percorsi, della piantumazione e delle prime attrezzature, seguirà una fase di stabilizzazione e manutenzione, oltre ad un graduale utilizzo dei suoli a disposizione, che nell’ipotesi affrontata, si immagina produttivo, con colture biologiche od orticole, legate ad un utilizzo generalizzato della collettività o di una fattoria sociale. Al trascorrere del tempo, l’accrescimento delle strutture vegetali consentirà anche un aumento della biodiversità faunistica dell’area, consolidando la valenza ambientale del sistema territoriale lungo il fiume.
predisposizione, ecologia e produzione
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SPAZIO CONSOLIDATO Nell’ipotesi messa in essere, l’utilizzo produttivo colturale si affianca a quello sperimentale con la costruzione di serre e altre strutture, fino ad una quasi completa saturazione degli spazi a disposizione. È tuttavia previsto che nel tempo lungo, i supporti a disposizione della città potranno assumere svariate condizioni d’uso e supportare diverse pratiche, derivanti da processi decisionali che coinvolgano tutta la cittadinanza. La predisposizione di questo sistema di topografia, piantumazioni, infrastrutture e attrezzature, porterà a consolidare la testa sud di quel parco territoriale individuato, con un funzionamento ecologico ed infrastrutturale di scala più grande: lo spazio ritrovato dell’aeroporto Dal Molin, completa una grande macchina vegetale e idraulica che si snoda lungo il fiume e tra le risorse a disposizione.
scenario produttivo per il parco al dal molin
macchina vegetale
macchina idraulica
plastico scala 1 :3500
plastico scala 1 :3500