2M
la nostra antologia
con la super isione della prof.ssa esposito
2M scuola bartolena
la nostra antologia con la super isione della prof.ssa esposito
a.s. 2020/2021
Realizzato con i racconti antologici fatti dai ragazzi e ragazze della classe 2M, scuola Bartolena di Li orno nell'anno scolastico 2020/2021
indice diario
p. 1-9
racconto comico
p. 10-14
racconto d'avventura
p. 15-45
racconto di fantascienza racconto fantasy
p. 52-73
racconto giallo racconto horror
p. 46-51
p. 74-85 p. 86-95
racconto d'azione
p. 96-100
il diario - sono sempre io, matilde. G. Gassani
- una nuova vita L. Crestacci
- Una battaglia tra mente e cuore, la vita spezzata dall'amore G. Bianchi
pagina 1
"Sono sempre io, Matilde"
Diario
Sono sempre io, matilde Questa pagina di dia io acconta la p ima pa tita di Matilde nella nazionale italiana di calcio. Il suo sogno fin da quando e a bambina.
Caro diario, da quanto tempo che non ci vediamo! Si, sono sempre io, Matilde, solo che in questo tempo sono un po’ cresciuta. Ho trovato questo diario di quando ero piccolina e visto che oggi è un giorno molto importante per me ho deciso di scriverti. L’ultima volta che ho scritto qui ero molto piccola, avevo circa 7 anni (infatti ho trovato molti errori di scrittura). 10 anni fa ti scrivevo per farti sapere con chi avevo giocato a scuola, o che gusto di gelato avevo scelto. Ti scrivevo cose che scriverebbero tutte le bambine di 7 anni, o forse. La cosa che mi ha sempre distinto dalle altre bambine era la mia grandissima passione, che coltivo tutt’oggi. Il pallone. Ti raccontavo come andavano gli allenamenti, se qualcuno mi prendeva in giro perchè giocavo a calcio, se avevo imparato qualche nuova cosa, o se facevo gol. Bene, mi sa che alla fine non è cambiato così tanto dalla Matilde di 10 anni fa. L’unica cosa che sempre mi distingue è la mia passione per questo sport. Sono una ragazza come le altre, esco con i miei amici a divertirmi, vado a scuola, studio. Solo che passo circa tre ore tutti i giorni sul campo da calcio. Sai caro diario, quando ti scrivevo 10 anni fa giocavo con i maschi perchè nella mia città non c’era una squadra tutta femminile... Indovina un po’? Sono già circa 6 anni che gioco in una squadra tutta femminile e se devo dire la verità, mi diverto molto di più. La cosa divertente è che dopo tutti questi anni gioco ancora in attacco e il mio numero di maglia è sempre il 10!
Giulia Gassani
2
Diario
"Sono sempre io, Matilde"
Oggi ti ho scritto per una cosa molto
titolare era così emozionata e ansiosa.
importante. Oggi farò la mia prima
Ma lei non giocava per una
partita nella nazionale femminile
qualificazione ai mondiali! In ogni caso
italiana. Hai sentito bene
è due o tre giorni che mi ripete di stare
mi hanno convocata e ancora non ci
calma, che ce la faremo e che se mi
sto credendo, sono la più giovane nella
hanno convocato vuol dire che me lo
squadra. Giocheremo una partita di
merito. Spero soltanto che abbia
qualificazioni per il mondiale del
ragione lei. Ieri sera prima di andare a
prossimo anno contro la Spagna.
letto, poiché non riuscivo a dormire, ho
Pensa, che dall’ansia stanotte non ho
cercato su internet l’ultima partita della
dormito, infatti in questo momento
Spagna femminile. Beh devo dire che
sono le 6.30, quando l’appuntamento
sono veramente forti...
per la colazione è alle 9.00... Non so
Prima di incontrare te caro diario mi
quanto sia salutare dormire
domandavo.. e se non ce la facessi? e se
così poco, ma veramente non c’è la
sbagliassi i passaggi ? e se deludessi le
faccio, cosi ho deciso di scriverti e ho
aspettative dei miei compagni e dei miei
scoperto che questo mi fa stare meglio
genitori ? insomma mi era venuta un po
e mi rilassa. Ieri pomeriggio siamo
di paura.
andate ad allenarci nello stadio
Poi ti ho ritrovato, e mi sono ricordata
dove giocheremo stasera. È enorme,
delle vecchie amiche, delle giornate
non sono sicura che in Italia abbiamo
estive passate tutto il giorno a giocare
stadi così grossi.
con la palla per il gusto di giocare.
Chissà quante persone ci saranno a
Sognavamo e ci bastava una palla e due
vedermi giocare, sia qui allo stadio che
zaini per terra che rappresentavano i
dalla televisione. Curve piene di tifosi
pali della porta per essere felici.
ma c’è anche la curva avversaria, che
Adesso che il sogno di bambina sta per
essendo noi in trasferta è molto più
diventare realtà voglio entrare in campo
grande. I miei genitori saranno lì, nei
con quella stessa spensieratezza e
posti dei familiari, a fare il tifo per
quella gioia che avevo a quel tempo e se
me e per sostenermi. La mia migliore
sbaglierò non importa.
amica è Alice e gioca in squadra con
L’importante è vivere le proprie
me, è il portiere.
passioni con grinta e determinazione
Lei è fortissima, le para tutte. Ha
ma soprattutto divertendosi.
cinque anni più di me, ma insieme ci
Grazie Caro Diario per avermi aiutato a
divertiamo tantissimo. Alice gioca già
ragionare su cosa è davvero importante.
da qualche anno, e anche lei quando
P.S. ah dimenticavo tornerò a scriverti
fece la sua prima partita da
dopo la partita qualunque cosa accada.
Giulia Gassani
3
Diario
"Una nuova vita"
una nuova vita
27 Novemb e 1997 Caro Diario, era il 13 Settembre del 1997, ed io e la mia famiglia partivamo. Una nuova vita mi stava per aspettare. Aspetta, mi presento: io mi chiamo Liam Brown, e vivevo in un piccolo borgo delľ Alabama chiamato Union Grave, insieme alla mia famiglia e mia sorella Lily. Facevo la scuola primaria lì, insieme ai miei sette compagni di classe. La scuola era piccola, molto piccola, ma la casa della mia famiglia era abbastanza grande per far abitare altre due persone. Era arrivato un momento in cui i miei genitori e i miei nonni, credo soprattutto i miei genitori, visto che la nonna andava appassionatamente in chiesa e mio nonno girava per tutto il borgo felicemente, avevano deciso di trasferirsi, ma non alla casa accanto, e nemmeno quella accanto ancora, ma a Washington DC. Il viaggio era lungo al tal punto che ci saremmo fermati ad un autogrill per dormire. Il problema, come dicevano i miei genitori, non era il posto in cui dormire, ma era come arrivarci: i miei genitori avevano una comoda station-wagon, ma i miei nonni un’auto un po’ vecchiotta, non tanto pronta per quei milleduecento chilometri che ci attendevano. Quando tutti ebbero il loro posto, la “formazione” era così: la mamma guidava la station-wagon, e aveva la nonna accanto dato che aveva dei problemi con la schiena. Dietro ć era il nonno, Lily al posto centrale, dato che era la più piccola, ed io. Nella macchina dei nonni ć erano il papà, un amante della velocità, e Dudley, il grosso e vecchio cane dei nonni. Poi, visto che a Lily non piaceva il posto centrale e visto che al papà non piaceva avere quel cane bavoso accanto a lui, mi misero accanto al mio papà. Quasi tutti i bagagli erano sulla nostra auto, ed era talmente piena che sembrava un’auto sportiva. L’ auto dei nonni invece aveva solo metà della nostra roba e basta, senza nemmeno niente sul tettuccio, con la paura che dopo tanto cedesse. Partimmo tutti insieme, ma ci mettemmo subito a cercare un benzinaio, dato che ľ auto dei nonni era già in riserva.
Leonardo Crestacci
4
Diario
"Una nuova vita"
La mamma stava davanti, dato che
tutti lanciarono un grido di gioia,
sulla sua macchina ć era il navigatore,
perfino il nonno e Lily si misero a urlare
ed io e papà dietro. Appena avevamo
di gioia, infatti erano stati attratti per
finito, il mio papà entrò di fretta in
tutto il viaggio dalle carte delle
autostrada, ma si accorse che era la
Principesse Disney. Dentro alla città, ci
macchina dei nonni, e non la sua, e per
dividemmo: io e il papà saremmo andati
poco non andò addosso alla sbarra
dai miei secondi nonni, cioè dai genitori
pensando che avesse il telepass. Allora
di mio padre, mentre la mamma andava
fece retromarcia, prese il biglietto, e
a svuotare i bagagli alla nuova casa e a
fece uno scatto che quell'auto non
sistemare i nonni. I genitori del papà
aveva mai visto, persino la mamma si
vivevano in un palazzo importante e
mise a rincorrerlo, mentre il papà
famoso in tutta Washington, con due
cercava invano di stare dietro ad una
scale differenti e tutto rifinito in
Corvette. Dopo qualche ora, ad un
marmo. Il loro appartamento era
quarto dalľ arrivo, ci fermammo ad un
piccolino, ma molto rifinito anche nei
autogrill per prendere un panino,
minimi dettagli. I nonni, con mia
mentre la nonna prendeva il cibo bio-
grande sorpresa, erano molto più
farmaceutico fatto apposta per lei.
giovani di quelli della mamma, infatti il
Dopo essere ripartiti, la mamma si
nonno mi prese con le sue manone e mi
accorse che la nonna si era dimenticata
fece volare per tutto il loro
la dentiera, e tornarono indietro
appartamento, mentre il papà prendeva
mentre il papà sclerava contro la
un caffè con la sua mamma su un
suocera. Ripresa la dentiera, si fece
tavolino tutto di vetro e parlavano del
sera, e ci mettemmo a dormire in auto.
viaggio e di me. Quando tornammo,
Novembre
vedemmo ľ imponente palazzo in cui
Rifatta la mattina, il papà vomitò
vivevamo: non era più come quello di
dietro ai camion perché era stato otto
Union Grave, a due piani, tutto nostro,
ore con il puzzo di cane, quando
ma era un palazzone molto alto anche
avevamo dovuto tenere i finestrini
quello diviso in tanti appartamenti,
chiusi, usando un impianto del clima
come quello dei genitori di papà. Al
rotto. Ripartiti per ľ ennesima volta,
nostro piano, il trentaquattresimo, ć
andammo più veloci del solito. Il papà
erano due appartamenti, uno più
rincorreva le belle auto, e la mamma
piccolo per i nonni, ed uno più grande
cambiava le radio-stazioni ogni volta
per la mia famiglia. I nonni erano
che finivano le canzoni, stressando la
stupefatti da quella vista, e noi pure,
nonna che voleva Radio Maria. Arrivati
dato che sembrava di essere su un
in periferia, appena vedemmo il
elicottero. La mamma aveva già
cartello “Welcome to Washington DC”
sistemato quasi tutto, e con un
Leonardo Crestacci
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Diario
"Una nuova vita"
efficiente servizio di traslochi, finimmo tutto in due giorni. 29 Novembre 1997. Il terzo giorno a Washington fu il più complicato, rientrai a scuola. Menomale che in quell'estate ć era il cambio scuola primaria con scuola secondaria, e quindi non ci fu tutta la presentazione e nemmeno compagni che si conoscono già e che ti prendono in giro. Dopo la scuola Lily e la mamma andavano in giro per tutti i negozietti del quartiere, mentre io e il mio papà si andava a giro a cercare dei concessionari. Sono stato felice di non essere andato con Lily e la mamma, visto che a ogni locale o negozio che entravano, ć era la presentazione di chi erano e da dove venivano. Dopo un lungo giro per tutta la città, io e il papà andammo a casa a riposarci e a fare il nuovo abbonamento a sky, mentre i nonni, Lily e la mamma ripartirono per andare a vedere i genitori di papà. 30 Novembre 1997. Il quarto giorno andammo tutti insieme a vedere le cose importanti e i monumenti storici di Washington, anche se il papà comprò ad un edicola una rivista di automobili e finse di interessarsi al National Gallery of Art. Nel pomeriggio noi raccontammo tutto ai nonni mentre i nostri genitori andarono a fare commissioni. In fondo, ripensandoci, questa nuova vita mi ha aperto una nuova strada, una bellissima strada.
Leonardo Crestacci
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Diario
"Una battaglia tra mente e cuore, la vita spezzata dall’amore."
Una battaglia tra mente e cuore, la ita spezzata dall’amore. L'amo e è un a ma a doppio taglio, può fa ti sta e bene come fa ti mo i e. Caro diario, oggi mi sono sono resa conto che la a paura è un emozione che ci paralizza, immobilizza i nostri muscoli, e spesso non riusciamo ad averne il controllo. La paura blocca alcune funzioni corporee a volte vitali, ci ferma fisicamente, ma lascia la nostra mente pensare, anche alle cose più orribili. La paura ci cambia, ci fa riflettere molto, ma ci fa commettere errori, e se mischiata all’amore può diventare un'arma letale per chiunque. Io capii questo troppo tardi... Sono la solita ragazza “perfetta”, o meglio quella che tutti ignorano, troppo intelligente per le amicizie e troppo ingenua per capire che da quel Martedì la mia sarebbe cambiata radicalmente. Faccio parte di una famiglia di otto persone, i miei fratelli e le mie sorelle mi reputano di un altro livello, troppo intelligente, anche se questo spesso mi porta ad avere problemi nel rapportarmi con il mondo. Sono la gioia di mamma e papà, ma spesso anche loro sono troppo stupidi per comprendermi. Per chi non l’avesse ancora capito, sono come Sheldon di “The Big Bang Theory”. Io non parlo, penso e capisco, reputo i miei coetanei stupidi, perchè non sono come me, loro non pensano, ma soprattutto non capiscono. Sento spesso parlare le mie sorelle e i miei coetanei dell’amore, non l’ho mai provato, penso che a questa età siano soltanto piccoli sentimenti, che fanno perdere tempo. Quel Martedì era un giorno come gli altri, iniziai la mia mattina con dei buonissimi cereali, e mi avviai verso la scuola, ovviamente da sola, e non con le mie sorelle, che riuscivano sempre a ritardare. Arrivai, come sempre, venticinque secondi prima del suono della campanella, e varcai la porta della classe per prima, diedi il buongiorno al professore, mi sedetti e quando tutti i miei compagni arrivarono la lezione iniziò. Mi accorsi che c’era qualcosa di strano: un nuovo ragazzo, Gabriele, si presentò alla porta, si era trasferito dall’America. Lo ignorai, e mi concentrai, come sempre, sulla lezione. Durante il cambio dell’ora, mi ritrovai Gabriele
Ginevra Bianchi
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Diario
"Una battaglia tra mente e cuore, la vita spezzata dall’amore."
davanti, mi chiese se potevo prestargli
parole “Io. Ti. Amo!” , non avevo più il
una penna, dato che la sua aveva
controllo sul mio corpo. Rimanemmo
terminato l’inchiostro. Io accettai.
qualche secondo uno di fronte all’altro,
Durante il nostro scambio ci fu un
io nell’angoscia più totale,
momento in cui entrambi avevamo le
improvvisamente, si fece avanti e mi
mani posate sulla penna, e in
avvolse in un caldo abbraccio, seguito
quell’istante i nostri sguardi si
da un bacio. Il mio primo bacio. Il bacio
incrociarono. Rimasi a bocca aperta,
che non dimenticherò mai in tutta la
come incantata. Sentii come delle
mia vita. Eravamo perfetti, ognuno
farfalle che svolazzavano nel mio
faceva ridere l’altro, ci facevamo bene a
stomaco. Mi ero innamorata. La mia
vicenda, insieme davamo il meglio di
mente mi fece subito tornare lucida,
noi stessi. Erano passati appena due
ma io mio cuore martellava
mesi dal nostro fidanzamento, ormai
all’impazzata nel mio petto. Durante le
eravamo inseparabili. Un giorno al
lezioni tentai di concentrarmi ma non
termine delle lezioni, uscimmo e ci
riuscivo a smettere di farmi domande.
accorgemmo che fuori c'era una vera e
Anche lui ha provato la stessa cosa che
propria tempesta, quindi decidemmo di
ho provato io ? Che cosa succede
aspettare, ma questa sembrava non
adesso? Che cosa devo dirgli ? E se non
cessare mai. Allora aspettammo un
fosse alla mia altezza ? E se io non
momento in cui questa era più lieve e
fossi alla sua altezza? La mia mente
prendemmo la moto di Gabriele per
era sommersa da questi pensieri, che
tornare a casa. Durante il percorso la
mi angosciavano e mi rendevano poco
tempesta tornò a crescere e con questa
sicura di me, cosa che accadeva di rado
la mia paura, ma mi fidavo di lui, io mi
solitamente. Con il passare dei giorni
sentivo al sicuro se c'era lui. La pioggia
imparammo a conoscerci, adoravo
divenne sempre più fitta, da non vedere
passare il mio tempo con lui, mi
neanche la strada. Di punto in bianco
rendeva felice. Non avevo mai avuto
una luce mi abbagliò e non vidi più
una persona così importante ed
niente. Riuscivo a sentire tutto, ma non
influente nella mia vita, e questo mi
vedevo niente. Capii pochi giorni dopo il
aveva fatto bene, lui mi faceva bene.
mio risveglio di ritrovarmi in ospedale,
Arrivò un momento della nostra
e di essere rimasta coinvolta in un
amicizia in cui sentii di dovergli
incidente. Sono in una specie di coma.
confessare ciò che provavo per lui,
Sento spesso le voci dei medici, mia
anche se avevo paura di perderlo, io
madre che si dispera e piange, mio
dovevo farlo. Quando riuscii a mettere
padre che la consola, i miei fratelli più
da parte un po’ della mia paura, mi
grandi che mi raccontano tutti i posti
dichiarai. Dalla mia bocca uscirono le
che visitano, i miei fratelli più piccoli
Ginevra Bianchi
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Diario
"Una battaglia tra mente e cuore, la vita spezzata dall’amore"
che mi parlano, mi piacerebbe potergli rispondere... Ho sentito piangere anche Gabriele, almeno so che lui sta bene.In questa condizione sono incapace di poter fare qualsiasi cosa, riesco soltanto ad ascoltare, e pensare. Spesso mi piace inventare storie, e raccontarle dentro di me, vorrei poterle far sentire ai miei fratellini... Ho sempre ignorato la comunicazione con le persone, ora comprendo quanto sia importante.
Ginevra Bianchi
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racconto comico - un viaggio straziante L. Crestacci
- Un sogno davvero strano A. Finocchiaro
pagina 10
un
iaggio straziante
Salii sulľ aeroplano che mi avrebbe portato in vacanza, ma già prima ero col broncio. Infatti ľ aereo era lontano dal Gate, e alľ inizio fui felice perché non avevo alcuna voglia di camminare con il mio zaino a spalla, ma ci misero tutti dentro a un grosso e bianco autobus, che aveva pochi posti a sedere, e quindi tutti si accalcavano dentro stando in piedi, come negli allevamenti intensivi. Poi, come se questo fosse il peggio, alľarrivo la gente spingeva, tirava e spostava le altre persone per essere i primi ad entrare sulľ aeroplano, e io fui strattonato giù dalľ autobus, ma mi accorsi che il mio zaino non ć era. Ć era la mia vita dentro: il mio tablet, il mio telefonino, le mie gomme e il mio tablet... e tante altre cose! Corsi da una delle hostess per denunciare il rapimento, quando la stessa mi fece ancora più innervosire quando mi disseche dovevo stare calmo. Mi girai e, era lì, lì sulľ autobus, che aveva chiuso appena le porte e che se ne stava andando. Lo rincorsi fino allo sfinimento, ma poi una guardia mi fermò e mi disse che non potevo stare lì a causa di quelli stupidi oggetti volanti che stavano per arrivare. Gli dissi che il mio zaino era su quelľ autobus e che non potevo partire senza quello. La guardia avvisò degli agenti dello smarrimento, che mi riportarono velocemente lo zaino. Ľ aereoplano non poteva partire senza di me, perché avevo caricato la mia valigia nella stiva, e quindi mi rilassai e tornai tranquillamente alľ aereo.
11
Racconto comico
"Un viaggio straziante"
Ma ľ aeroplano non ć era più, era
vecchietti, uno sul finestrino, che stava
impossibile che se n'era andato, ma
leggendo un giornale, e che quindi non
poi mi ricordai che la mia valigia non
gli fregava niente la vista, e un altro
era in quella stiva, ma su un cargo, e
dove c'era il corridoio, che aveva aperto
contemporaneamente vidi il mio aereo
il portabevande davanti a se, e che stava
sfrecciare via dalla pista. Mi recai al
spippolando con forza il suo nuovo
centro visitatori, chiedendo aiuto per
smartphone, ma senza successo. Gli
un altro volo, o per il rimborso con
dissi se potevo passare, e gentilmente
interessi. Anche lì dovetti aspettare un’
disse di sì e richiuse il portabevande,
ora, perché ć era un ragazzino giovane
allora, per non farmi prendere come
che a malapena sapeva ľ italiano, ma
uno che chiede e basta, gli insegnai
poi arrivò un altro signore, che non mi
come si metteva in modalità aereo il suo
voleva dare il rimborso, ma una carta
smartphone, e per questo mi ringraziò
omaggio, che francamente detestavo.
di nuovo dandomi una lunga pacca sulla
Allora mi prenotò un altro volo, che
spalla, e dicendomi che noi ragazzi più
sarebbe partito tra quattro ore, e come
giovani ci sapevamo fare, mentre lui lo
il quattro è la carta peggiore a sette e
aveva appena preso, scherzando sul
mezzo, io non sapevo se restare alľ
fatto che aveva avuto nel tempo solo
aeroporto o tornare a casa, ma con i
Brondi e robe del genere. Poi chiesi alľ
viaggi di trenta minuti ľ uno. Decisi di
altro signore se potevo prendere il posto
andare a casa, e cosa ć era di peggio di
con il finestrino, visto che a lui non
un bel traffico lungo chilometri e
interessava, ma non sentì, glielo urlai,
chilometri, be’ niente. Tornai a casa
ma niente, lui proprio era sordo, allora,
che mancavano quarantacinque minuti
non potendo guardare fuori, mi misi a
al volo, e senza nemmeno aprire lo
guardare il film che avevo scaricato con
sportello per una boccata d'aria, tornai
le cuffie in santa pace. Poi una hostess
alľ aeroporto. Questa volta il volo
mi fece dei cenni per farmi capire che
riuscii a prenderlo, dato che non persi
dovevo levarmi le cuffie, e così feci. Mi
la mia valigia, che mi tenevo molto
disse che ć era da vedere le prove di
stretta attorno alla pancia, e arrivai
sicurezza, e le ascoltai, anche se,
sano e salvo alľ aereo. Salii su, e le
avendo volato molte volte, erano
hostess volevano il biglietto, cosa che
sempre le stesse. Ci dissero dov’era il
avevano già chiesto alľ aeroporto, ma
giubbotto, dov’erano le maschere, ma io
non fu un problema, perché mi erano
ero più interessato al foglio
rimasti nel giacchetto. Salii,
pubblicitario posto sopra il mio
pretendendo il posto col finestrino,
portabibite. Ľ aereo si mosse, e il
visto che nelľ altro volo avevo pagato
capitano parlò per un minutino, sia in
di più per averlo, ma quando vidi il mio
italiano, sia in inglese, su come sarebbe
posto, mi misi a piangere: ć erano due
stato il volo.
Leonardo Crestacci
12
Racconto comico
"Un viaggio straziante"
I bambini che erano in gita
battendo le mani sui nostri sedili,
urlavano e sbraitavano, al punto
e io e Mario non riusciamo a
che chiesi delle cuffie
parlare. Poi passò la hostess, e io
insonorizzate sopra le mie cuffie
presi un panino , mentre Mario si
per vedere il film, ma poi quel
limitò a un caffè corretto allo
tabletaccio mi disse che non aveva
Spyritus, anche se poi capii che
completato ľ operazione, e che
non era proprio una limitazione.
dovevo riprovare utilizzando la
Dopo un po’ ci fu una turbolenza, e
rete, che però non si poteva più
per un altra volta io e Mario non
usare. Poi ci dissero di allacciare le
riuscimmo a capire ľ uno le parole
cinture, e io le allacciai non solo a
delľ altro. Poi la turbolenza passò,
me, ma anche ai due anziani posti
e io dovetti andare al bagno, ma
tra di me. Ci misi molto tempo,
proprio in quel momento ľ
dato che il sordo al finestrino non
aereoplano iniziava a atterrare. Io
voleva che gli allacciassi la sua
entrai, ć era un puzzo veramente
cintura. Partimmo in tranquillità, e
orrendo, e quando ebbi finito, la
io cercai di provare a guardare le
porta, che avevo giustamente
campagne dal finestrino, ma
chiuso a chiave, non si aprì. Provai
invano a causa del giornale del
e provai, ma niente, non si alriva,
sordo. Non sapevo minimamente
allora, invaso da quel puzzo
cosa fare, e allora mi misi a parlare
tremendo, sfondai la porta. Tutti
con quello che almeno ci sentiva
mi guardavano, ma io non avevo
qualcosa. Scoprii che era molto
vergogna, perché la porta non
simpatico. Si chiamava Mario, e mi
funzionava. Arrivato finalmente a
raccontò tutta la sua straordinaria
destinazione, uscii dalľ aereo dopo
vita. Lui era di un paese povero, e
un attacco colposo dei ragazzi della
venne in Italia in giovane età per
gita, che volevano uscire per primi
lavorare. Quasi tutto quello che
a tutti i costi. Chissà cosa mi
guadagnava lo dava alla sua
sarebbe ancora successo?
famiglia tramite la posta, e ora che era in pensione faceva il suo ultimo viaggio per tornare a casa e godersi ľ ultima parte della sua vita. Io gli raccontai un po’ di me, che stavo andando in vacanza e delľ aeroplano che avevo perso. Mentre parlavamo, però, i ragazzini della gita fecero rumore
Leonardo Crestacci
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Racconto comico
"Un sogno davvero strano"
Un sogno davvero strano
Piero era un bambino di 12 anni, lui era molto sincero infatti diceva sempre le cose come stavano senza girarci intorno. Per questo alcuni lo ritenevano una persona pessimista o troppo diretta. Una notte fece un sogno molto strano: era su un aeroplano ma cascò sfracellandosi al suolo, però non si fece nulla. Si era scordato tutto, compreso il fatto che se cadi da un’altezza troppo elevata ti fai male o addirittura muori. Nella foresta dove era atterrato c’era un grande troll che cercò di spaventarlo, ma il bambino gli disse: “ Mi dispiace caro il mio troll ma non mi spaventi”. Il troll,offeso, si mise a piangere e scappò. Salito di nuovo sull’aereo, il ragazzo, cominciò a ricordare tutto. Quindi quando sarebbe cascato non si sarebbe salvato così facilmente. Allora mentre era in aria cercò di farsi crescere le ali, funzionò ma gli spuntarono delle alette di pollo e così si schiantò a terra. Come se non bastasse il troll, ancora più arrabbiato di prima, gli dette una clavata in testa. Piero non capiva come mai non si fosse risvegliato dal sogno dopo tutto quel dolore. Il troll gli disse:” Dai lo sanno tutti che per uscire da un sogno bisogna darsi un pizzico sul braccio”. Piero gli dette la ragione e facendo quel piccolo gesto si risvegliò. Il dolore però non passava. Successivamente il bambino si accorse di avere una grande ferita sul braccio e dei piccoli taglietti sulla schiena. Poi girò la testa e vide un orso con sopra la testa il suo gatto. I due erano molto amici, infatti il gatto aveva insegnato all’orso, che gli creò quei piccoli taglietti, ad essere più delicato e l’orso aveva reso più forte il gatto che ferì al braccio. Visto che il padre era ricco si tennero il grande animale e vissero tutti felici, con un orso.
Leonardo Crestacci
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racconto d'a entura
Disegno di G eta B ogi
-emma e il sogno del manga G. Brogi
-alice e l'incontro con la cantante misteriosa G. Brogi
-l'isola deserta M.Bonucci pagina 15
-l'hotel continental C.Pardossi
-cinque ragazzi alla ricerca di un medaglione G.Filippi
-La scatola di legno C.Pardossi
-un'avventura per due R.Sarri
-Tracce S.Raciti
-il tesoro nascosto G.Paggini
-la storia di rick M. Quochi
-allison G.Simoni
-kevin, il bambino amante di harry potter G.Simoni
-viaggio nell'isola misteriosa D.Baroni
-i due ragazzi M.Quochi
-ferdinando e la super onda A.Finocchiaro pagina 16
Racconto d'avventura
"Emma e il sogno del manga"
emma il sogno del manga
Una sera di primavera, una ragazza, di nome Emma stava leggendo un manga di avventura sul suo letto a castello mentre ascoltava anche un po’ di musica rilassante con le sue cuffie nere. Durante la lettura si immedesimava così tanto in quelle scenette che pensava di trovarsi nella storia insieme agli altri personaggi. Per lei era davvero emozionante! Mentre leggeva si rese conto che le sue palpebre stavano diventando sempre più pesanti tanto che non riusciva più a sollevarle. Alla fine Emma non resistette e cedette al sonno. Il manga le era caduto sulla faccia. All’improvviso sentì dei rumori di urla e passi di persone che correvano; di colpo si sollevò e vide una cosa che la lasciò a bocca aperta. Emma si rese conto che stava sognando la storia del suo manga preferito; era davvero emozionata che quasi non riusciva a muoversi. Ad un tratto però una freccia si scagliò contro di lei sfiorandole i capelli biondi e subito venne afferrata da una mano che la portò al sicuro. Emma non capiva chi fosse quella persona che l’aveva salvata, perciò non sapeva se fidarsi oppure scappare. Era davvero confusa. Quando arrivò nella casa vide che quella persona era avvolta da un manto nero, molto familiare ai suoi occhi e quando se lo tolse Emma stava quasi per svenire dalla sorpresa: Era Hitoshi, il suo personaggio preferito. Nella sua camera aveva tutte le pareti ricoperte di poster e di suoi disegni e c’erano tanti accessori da cosplay ricevuti per il compleanno. Era talmente confusa che non si rese conto che cosa Hitoshi le stesse dicendo. Subito Emma si dette una pacca sulla testa e si scusò per non aver prestato molta attenzione. Hitoshi accennò un piccolo sorriso e ricominciò il suo discorso con serietà dicendole che solo lei poteva cambiare il finale di questo manga.
Greta Brogi
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Racconto d'avventura
"Emma e il sogno del manga"
La ragazza non capiva e disse; “
salvezza. Tutti cominciarono a
perché proprio io? “ il ragazzo si
festeggiare esaltando per la gioia e
mise una mano fra i capelli neri e
nel frattempo arrivò la sera. Dopo
rispose “ solo coloro che vengono
aver festeggiato tutti andarono nei
scelti per entrare nel mondo di
propri letti tranne Emma che si
questo fumetto tramite un sogno,
sedette al tavolo e lì la raggiunse il
possono cambiarne il finale”;
suo idolo preferito, Ichigo. La
Emma continuava a non capire e
ragazza le fece molte domande per
chiese:” perché dovrei cambiare il
sapere cosa stesse accadendo. la
finale di questa storia?”. Ad un
città era stata attaccata e molte
tratto , qualcuno sfondò la porta
persone erano morte. ad un tratto
della casa e i due si nascosero sotto
però Ichigo sparì e Emma sentì una
un tavolo lì vicino. Emma arrossì
voce sinistra che le sussurrava:
perché si rese conto di essere
-”svegliati Emma! la colazione è
vicina al suo personaggio
pronta”. anche se avrebbe voluto
preferito.Ad un tratto sentì Hitoshi
sapere la risposta, Emma si alzò
tirare fuori una katana e dopo
come ogni mattina, assonnata
qualche minuto, mentre il mostro
rimanendo con la sua curiosità e si
si stava avvicinando, Hitoshi gli si
era proposta di finire il manga.
scaraventò contro e gli infilò la spada nella gola, ricoperta dalle enormi scaglie verdi. Emma rimase a bocca aperta perchè ancora non era arrivata a quella parte del manga, sempre se fosse stata quella. Subito dopo Hitoshi L'afferrò per la mano, salirono su un cavallo e scapparono. La ragazza domandò:” dove stiamo andando?” e lui:”stiamo andando in una casa isolata nel bosco, dove ci sono stati anche altri miei amici”. Quando arrivarono Emma vide tutti i personaggi del manga riuniti intorno al tavolo pensierosi e rimase senza parole per la felicità. Ad un tratto Hitoshi Spiegò la situazione e tutti subito guardaro Emma come se fosse di
Greta Brogi
18
Racconto d'avventura
"Alice e l'incontro con la cantante misteriosa"
alice e l'incontro con la cantante misteriosa
Era un pomeriggio di autunno e Alice, una ragazza dai capelli castani, gli occhi verdi e dalle piccole lentiggini, si stava riposando sul letto, ascoltando un po’ di musica rock dal suo telefono. Infatti, la musica rock era quella che più le piaceva ascoltare. Mentre stava per socchiudere gli occhi con il suono di sottofondo della musica, sentì suonare il cellulare. Vide che erano soltanto delle sue amiche di scuola che la stavano chiamando, e alla fine decise di rispondere. Dopo essersi salutate, una di loro propose di uscire nel pomeriggio, ma Alice disse che non sarebbe andata perchè aveva un impegno. In realtà, non voleva uscire con gli amici, perché sapeva già che tutti l’avrebbero presa in giro per il suo modo di vestire. Le due amiche sospirarono, e cercarono di convincerla ad andare con loro dicendole che si sarebbero divertite. Alice, dopo poco tempo, si rassegnò e decise di uscire per accontentarle. Allora, decisero il luogo in cui si sarebbero ritrovate. Quindi, andò a vestirsi ascoltando sul telefono la sua playlist preferita e, mentre ascoltava un brano di Billie Eilish, sentì varie volte ripetere questa frase: “Fregatene del giudizio degli altri e va’ avanti a testa alta”. Alice rifletté molto su queste parole e decise di vestirsi senza pensare troppo a ciò che la musica le aveva appena detto. La ragazza decise di indossare una lunga felpa nera, dei jeans strappati e di ricoprire il suo collo di catene e collane con le borchie. Si truccò, mise le sue scarpe preferite ricoperte da tante piccole punte nere e grigie ed uscì. Dopo poco vide le sue due amiche scherzare e ridere insieme ad altri amici che si sarebbero uniti al gruppo. Alice iniziò a provare un po’ di ansia e decise che sarebbe tornata a casa; ad un tratto, però, si ricordò le parole della canzone che aveva ascoltato poco prima, e decise di affrontare la sua paura a testa alta. Le amiche rimasero sorprese nel vederla, e la salutarono perplesse perché, anche se aveva detto che sarebbe stata con loro, pensarono che avesse usato qualche scusa all’ultimo minuto per non uscire, come faceva di solito.
Greta Brogi
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Racconto d'avventura
"Alice e l'incontro con la cantante misteriosa"
Alice iniziò a provare un po’ di ansia e
si fece da parte mettendosi di fianco al
decise che sarebbe ritornata a casa;
palco credendo che, dal suo modo di
però ad un tratto si ricordò le parole
vestirsi, sicuramente non l’avrebbero
della musica che aveva ascoltato poco
scelta. Quando scoraggiata si girò per
prima e decise di affrontare la sua
tornare verso casa, vide una ragazza
ansia a testa alta. Le amiche rimasero
vestita come lei con i capelli verdi e neri
sorprese nel vederla, e la salutarono
che la stava indicando da dietro il palco.
perplesse, perché anche se aveva detto
Un ragazzo muscoloso e vestito di nero,
che sarebbe andata, poi di solito usava
si avvicinò e le disse che la cantante
qualche scusa dell’ultimo minuto per
l’aveva scelta per salutare i fan dal palco
non uscire o semplicemente non diceva
prima del concerto. Alice rimase a bocca
niente rimaneva a casa. Invece gli altri
aperta e, mentre si chiedeva
ragazzi del gruppo, nel vederla,
continuamente perché avessero scelto
iniziarono a prenderla in giro per come
una come lei, si incamminò verso il
si era vestita, alcuni la guardavano
palco. La cantante si girò levandosi il
straniti e altri borbottavano alle sue
cappuccio e Alice rimase senza fiato
spalle. Alice ci rimase un po’ male
quando si rese conto che davanti aveva
perché anche se un po’ si immaginava
proprio lei, Billie Eilish!
tutto questo, non si sarebbe mai
Billie le disse che l’aveva notata da
aspettata che le sue due amiche per
subito per il suo stile proprio come
non perdere l’amicizia dei ragazzi non
piaceva a lei e le chiese se la voleva
prendessero le sue difese, però si fece
accompagnare sul palco a salutare i fan.
forza e decise di rimanere. Tutte le
Alice accettò, si aprì il sipario e le due
persone intorno a lei mentre
ragazze uscirono sul palco, davanti alla
passeggiava, la guardavano come se
folla che iniziò a urlare e saltare. Gli
fosse un alieno e qualcuno la indicava
amici di Alice rimasero sbalorditi nel
sghignazzando, ma Alice non gli dava
vederla parlare con Billie Eilish, ma
corda e camminava a testa alta. Ad un
rimasero ancora più stupiti quando Alice
tratto vide una folla di persone saltare
rimase sul palco ad ascoltare l’intero
e urlare intorno ad un palco con
concerto.
numerose luci accese; lei e i suoi amici
Finito l’evento, le due ragazze si
si avvicinarono e dalle voci della folla
abbracciarono e Alice tornò dal gruppo.
sentirono che stavano scegliendo delle
Le amiche subito iniziarono a farle un
persone che sarebbero entrate nel back
sacco di domande, e si accorsero che la
stage per incontrare il cantante che di
loro compagna di classe era una persona
li a poco si sarebbe esibito. Mentre tutti
che, a differenza degli altri, affrontava le
urlavano e scuotevano le mani vide i
cose a testa alta senza dare troppa
suoi amici infilarsi tra la folla per
importanza alle opinioni altrui.
cercare di essere scelti ma lei
Greta Brogi
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Racconto d'avventura
"L'isola deserta"
l'isola deserta
La ciu ma del capitano James Black è p onta a salpa e pe
aggiunge e l’Ame ica, ma
qualcosa di o ibile li attende. Così si it ovano a dove sfida e lo o stessi a una p ova di sop avvivenza su un’isola dese ta. Era una giornata di sole e leggero vento a Bristol, ciò significava che era una giornata perfetta per navigare. Il capitano James Black era pronto per salpare con i suoi amici. James Black era un ragazzo giovane, aveva circa 25 anni, figlio di una povera famiglia. Era alto, robusto, coraggioso e forte, aveva proprio la stazza del navigatore! Erano le sette in punto di mattina, e Black disse al resto dei navigatori: “Partiremo alle nove, isseremo le vele e poi inizieremo il nostro viaggio.” “Qual è la nostra meta, ragazzo?” Disse un uomo anziano, con lunghi baffi grigi, e un cappello da pirata in testa. L’uomo guardò James con occhi fieri. Quello era suo padre, William Black. William, aveva lasciato da qualche anno la nave al figlio, in modo che quest’ultimo imparasse tutte le tecniche che un navigatore deve conoscere, prima di navigare nei mari più estesi. Quel giorno, James era pronto per farlo: avrebbe navigato in uno dei mari più estesi. “Partiremo per l’America, padre! Attraverseremo l’Oceano Atlantico, per raggiungere Ocracoke”, rispose con aria audace. La ciurma, composta da circa 20 uomini, si diresse alla stanza della nave, in cui si trovava una mappa del globo, e concordarono le strategie per navigare con tranquillità. Si fecero le nove, e la nave partì. Una brutta sorpresa, però, li stava attendendo.
Marghrita Bonucci
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Racconto d'avventura
"L'isola deserta"
Infatti, dopo neanche un’ora, il tempo
dormire". Un giorno i navigatori, ancora
cambiò. Il cielo diventò nuvoloso, e il
su quell’isola deserta, al calar del sole,
vento si alzò. Le nuvole erano di un
erano intorno al fuoco, seduti su dei
grigio scuro, così scuro che un
tronchi, aspettando il tanto atteso cibo.
qualsiasi navigatore, anche solo con un
Ma James si accorse subito che qualcosa,
veloce sguardo, avrebbe capito che
oppure qualcuno, mancava. “Dove sono
stava per arrivare un temporale. Ormai,
finiti Connor e Joe?” Urlò con tono
la ciurma era in viaggio, in mezzo al
preoccupato, ma anche arrabbiato.
nulla: non c’erano isole vicino a loro.
Connor e Joe erano gli addetti al taglio
All’improvviso, le onde iniziarono ad alzarsi, la pioggia a cadere, il vento ad aumentare. La nave era incontrollabile. Le stive erano già colme d’acqua. La nave non resse, e con uno scoppio improvviso, si ruppe. I marinai finirono in acqua, alcuni riuscirono a reggersi a delle tavole di legno, altri non sopravvissero alle onde. Dopo poco tempo, gli occhi dei marinai ancora vivi si chiusero.
della legna, e Black sapeva che erano troppo intelligenti per perdersi. Tra l’altro, erano su quell’isola da più di una settimana, quindi sapeva che perdersi sarebbe stato difficile, visto che l’isola non era così grande. Così, tutti i navigatori partirono alla ricerca dei compagni sperduti. Camminarono per quasi un’ora, senza meta. Il tragitto sembrava infinito, soprattutto perché, non sapendo dove andare, cercarono in lungo e in largo,
Quando si risvegliarono, si ritrovarono
con la speranza di imbattersi un
su un’isola apparentemente deserta.
villaggio in cui avrebbero trovato gli
Erano rimasti in dieci. James riuscì ad
amici.
alzarsi in piedi, e così fece il resto della
Dopo un’altra mezz’ora circa, gli otto
ciurma.
rimanenti, trovarono un passaggio
“Non abbiamo raggiunto l’America
dentro ad una caverna, che li portò ad un
purtroppo, non abbiamo più una nave,
villaggio. Scrutarono la zona. Gli abitanti
e non possiamo tornare a casa.
di quel villaggio erano vestiti come degli
Dobbiamo per forza trovare il modo di
uomini preistorici, e come essi, si
sopravvivere, finché non riusciremo a
comportavano. Mangiavano di tutto:
fuggire.” Così, si divisero i compiti:
carne, verdura e frutta, cereali, diversi
due marinai dovevano raccogliere la
tipi di piante edibili e molto altro. Al
legna, altri due dovevano cucinare il
centro del villaggio c’era una gabbia. Al
cibo, altri ancora costruire il rifugio,
suo interno James intravide una sagoma.
mentre James e suo padre dovevano
Così li riconobbe. Erano Connor e Joe.
andare a caccia di animali, scoprire
Così, alcuni marinai iniziarono a correre,
altri villaggi e quindi i corrispondenti
correre molto velocemente, per liberare
villaggeri. “Lavoreremo da
gli amici intrappolati. Ma non sarebbe
mezzogiorno al tramonto, fin quando ceneremo insieme e poi andremo a
Margherita Bonucci
stato così semplice, e questo lo sapevano anche loro. Nella mente, però, avevano un obiettivo: liberarli, e nessuno poteva 22
Racconto d'avventura
"L'isola deserta"
fermarli in quel momento.
oppure le armi. A loro interessava
I tre marinai corsero attraverso le case
tornare a casa, a Bristol.
dei villaggeri preistorici. Quest’ultimi li
Dopo due giorni, e qualche ora,
videro, quindi preparano lance e
tornarono nella loro città e, felicemente,
forconi per attaccarli. Black non poteva
dalle loro famiglie. Non sarebbero
lasciarli soli, in fondo, erano tre contro
tornati in mare per qualche mese, ma di
circa cinquanta! Pensò tra sé e sé:
certo, non avrebbero rinunciato alla loro
“Non posso lasciarli soli! Sono io il
passione più grande.
capitano, devo salvare Connor e Joe!” Poi, fece un cenno agli altri marinai, che lo seguirono e andarono in battaglia. Prima che la nave del padre di James affondasse, tutti i navigatori si erano muniti di pistola, katana e corde. I cinque partirono, raggiunsero gli altri feriti dai forconi, fortunatamente ancora vivi. Black iniziò a manovrare la sua katana, poi, si avvicinò alla gabbia degli amici. Attraverso le fessure ruppe le corde, che li tenevano legati. Segretamente, rubò un forcone dalla casa di un villaggero, così riuscì ad aprire il lucchetto che chiudeva la gabbia di Connor e Joe, li fece scappare, e poi anche gli altri scapparono seguendoli. I due erano feriti sulle braccia e sulle mani, James non chiese loro cosa i cavernicoli li avessero fatto, perché non li avevano sconfitti del tutto, quindi era pericoloso rimanere ancora lì a lungo. Ordinò a suo padre e altri tre marinai di costruire una piccola barca per scappare in fretta, e così fecero. Vedevano l’isola e i cavernicoli dietro di loro scomparire: l’incubo era finalmente finito. A nessuno importava di aver lasciato sulla terra deserta cose importanti, come la restante legna,
Margherita Bonucci
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Racconto d'avventura
"L'Hotel Continental"
l'hotel continental
Era una una delle poche giornate ventose d’estate. Il sole splendeva nel cielo azzurro, ma tirava anche un forte vento. Quel giorno una ragazza di appena tredici anni, di nome Linda andò al mare nonostante il forte vento. Arrivata al mare lei e le sue amiche iniziarono subito a giocare a pallavolo alla rete, dopo aver finito la partita si recarono alle cabine a fare la loro solita merenda composta normalmente dalla macedonia, con frutti di tutti i tipi, dai biscotti, e dalle patatine. A loro piaceva fare merende molto abbondanti ormai da diversi anni. Dopo aver spolverato la merenda si recarono come al solito sotto ad un ombrellone a chiaccherare. Passò un’oretta circa e decisero che era l’ora di fare il bagno in mare. Si diressero sulla battigia per vedere com’era il mare. Appena arrivarono si resero conte che l’acqua era molto mossa e piena di alghe viscide. Nel loro stabilimento balneare non c’erano piscine, quindi si rassegnarono e tornarono sotto l’ombrellone. Dopo poco tempo a Linda venne un’idea piuttosto folle: andare nella piscina dell’hotel “Continental”. Il Continental è un hotel cinque stelle a Tirrenia, la cui piscina è accessibile solo se si alloggia nell’hotel. Le amiche di Linda accettarono e si preparano per andare in piscina. Prima di partire si misero ad escogitare un piano per riuscire ad entrare. Per accedere alla piscina ci sono due ingressi. Dal primo si accede dalla spiaggia del bagno Mary, dal secondo si accede passando per il bar dell’hotel. Linda e le sue amiche decisero che sarebbero passate dall’ingresso del bar, dato che l’ingresso dalla spiaggia era più sorvegliato che mai. Il piano era il seguente: inizialmente si sarebbero divise in piccoli gruppi composti da tre persone massimo, per passare inosservate. Chiara Pardossi
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Racconto d'avventura
"L'Hotel Continental"
Ogni gruppo partiva circa due minuti
Si trovarono davanti ad una porta come
dopo la partenza del gruppo
le altre e mentre Linda stava
precedente. In seguito sarebbero
appoggiando la mano sulla maniglia, la
andate da Beni, un ristorante vicino ad
porta si spalancò e si trovarono davanti
un cancello sempre aperto. La maggior
ad uno dei bagnini della piscina. Così le
parte delle persone non sapevano dove
ragazze corsero via chiamando anche i
conduceva il cancello, tranne Linda. Il
gruppi in piscina per poter scappare.
cancello infatti conduceva ad un
Fortunatamente scapparono in tempo e
parcheggio dietro l'hotel e accanto alla
tornarono al loro Bagno raccontando
piscina. Il piano prevedeva di entrare
tutto ai genitori. Quel giorno era per loro
nel cancello che portava poi all’interno
l’ultimo giorno che andarono al loro
del bar. Dopo dovevano passare
stabilimento dato che la scuola era
attraverso il bar inosservate e per finire
ormai alle porte. Quando infatti la
dirigersi all’interno della piscina. Il
mattina dopo tutte le ragazze si
piano funzionò e si ritrovarono a
svegliarono capirono che c’era qualcosa
nuotare tutti in piscina. I bagnini non
di piuttosto misterioso dietro a tutto
si accorsero di niente. Rimasero tutte
ciò,ed erano determinate a scoprirlo
in piscina per una mezz’ora circa fino a
l’estate dopo...
quando il bagnino si alzò dalla sdraio e si diresse dalla loro parte. Linda e le sue amiche si accorsero di quello che stava accadendo così si diressero a gruppi verso l’uscita. Tutti i piccoli gruppi erano usciti, tranne l’ultimo, erano quasi sulla spiaggia quando sentirono delle urla proveniente dall’interno del Continental. L’ultimo gruppo corse in spiaggia spaventato dalle urla. Tornati al loro stabilimento raccontarono tutto alle altre amiche, dopodiché si fece buio e tornarono tutte a casa. mare e si diressero al Continental con lo stesso piano del giorno prima. Stavolta alcune si diressero in piscina, altre invece si diressero all’interno dell’hotel. Le ragazze che erano entrate nell’hotel sentirono altre urla e cercarono velocemente il posto da dove provenivano.
Chiara Pardossi
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Racconto d'avventura
"Cinque ragazzi alla ricerca di un medaglione"
Cinque ragazzi alla ricerca di un medaglione Elena, Matteo, Sa a, Giulia ed Edoa do sono cinque amici insepa abili. T asco ono tutte le vacanze insieme e pe l’ennesima volta sono all'ae opo to pe pa ti e, questa volta ve so l’Egitto. Qui ce cano un miste ioso medaglione egiziano, insieme devono supe a e t appole e pe icoli, ma g azie alla lo o amicizia niente li può fe ma e. La giornata era calda e soleggiata e Elena, Matteo, Giulia, Edoardo e Sara, cinque amici di 13 anni, erano all'aeroporto insieme a i loro genitori per partire verso l’Egitto. Tutto era pronto! Le valigie erano fatte, i passaporti c’erano e le cinque famiglie salirono sull’aereo. Il viaggio andò benissimo. Appena arrivati in Egitto le famiglie si diressero verso l’hotel dove trascorsero la fine della giornata divertendosi facendo bagni in piscina e prendendo il sole. Poi fu l’ora di cenare e successivamente di andare a dormire. La notte fu tranquilla e calda e il mattino arrivò presto. Per quella mattina c’era in programma la visita alle piramidi e tutti furono eccitati, avrebbero visitato le Piramidi di Giza. Prima però le famiglie decisero di andare al mercato del villaggio per far rifornimento di acqua e cibo. Mentre giravano le bancarelle Elena e Matteo ne avvistarono una con alcuni papiri con disegni e scritte in egiziano. Una di queste riguardava proprio le piramidi e decisero di comprarla, il negoziante li disse che secondo una leggenda esiste un medaglione scomparso, appartenuto ad un faraone tantissimi anni prima e mai più ritrovato. Aggiunse anche che in quel papiro c’erano le indicazioni per trovarlo. I due amici lo comprarono e corsero a raccontare tutto a Giulia, Sara ed Edoardo. I cinque amici amici erano emozionati e curiosi, non sapevano se credere alla leggenda ma sapevano che avrebbero provato a cercare il medaglione. C’era solo un problema: i genitori! Nessuno dei ragazzi voleva che nelle ricerche si mischiassero anche i babbi e le mamme, quindi decisero che avrebbero fatto tutto di nascosto e sarebbero scappati mentre i genitori erano distratti con la guida. Giulia Filippi
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Racconto d'avventura
"Cinque ragazzi alla ricerca di un medaglione"
Arrivati alle piramidi i ragazzi erano
Elena subito rispose:” Guardate sulla
stupiti dalla maestosità e la grandezza
mappa! Dice che alla fine di questo
di questi reperti e il piano fu perfetto,
cunicolo c’è un’altra stanza con dipinti
mentre i genitori ascoltavano la guida i
egiziani, andiamo a vedere!” Alcuni dei
ragazzi se ne andarono di soppiatto
cinque amici erano un po’ dubitanti ma
senza farsi vedere. Edoardo prese il
decisero di proseguire ugualmente.
papiro e lo iniziò a guardare: era una
Appena arrivati nella stanza i dipinta
specie di mappa con disegnate le
erano tutti sbalorditi dalla bellezza delle
piramidi di Cheope, Chefren e
pitture, esse infatti, si erano conservate
Micerino. Inoltre c’erano altri disegni
perfettamente, nessun altro esploratore
di tunnel, trappole e simboli.
era passato da lì prima di loro, o
Come primo passaggio sulla mappa era
comunque nessuno aveva toccato quei
disegnata la piramide di Cheope e una
disegni. I ragazzi stavano camminando
freccia indicava tre massi dietro di essa
tranquillamente nella stanza quando
disposti a triangolo con una buca al
all’improvviso le pietre del pavimento
centro. “Andiamo a vedere!” gridò
iniziarono a crollare, era una trappola!
Matteo e tutti gli amici lo seguirono.
Erano tutti preoccupati e spaventati,
Dietro la grande piramide c’erano i tre
iniziarono ad urlare dalla paura e
grandi massi, dato che non erano
cercarono di saltare sulle pietre rimaste
disposti a triangolo i ragazzi gli
per arrivare dall'altra parte della stanza.
spostarono con forza ed iniziarono a
Fortunatamente riuscirono ad arrivarci
scavare al centro. Improvvisamente la
tutti sani e salvi, avrebbero voluto
sabbia iniziò a cedere e i bambini
tornare indietro ma ormai il pavimento
scivolarono in un tunnel sotterraneo.
era crollato e non avevano scelta.
Rotolarono per un po’ fino ad arrivare
Guardarono la mappa e molto stupiti
su una superficia di cemento, in una
notarono che era cambiata: al posto
specie di stanza buia. Avevano qualche
della stanza dipinta si trovava una croce
dolore alle gambe e alle braccia per la
e anche al posto dei tre massi a forma di
caduta ma riuscirono ad alzarsi
triangolo c’era. Erano tutti molto stupiti
facilmente. Non riuscirono a capire
e capirono che i posti con la “x” sopra
dove fossero finiti, vedevano solo delle
erano quelli che loro avevano già
pareti di pietra e mattoni. Finalmente
superato.
uno di loro riuscì a intravedere una
Davanti a loro adesso si trovavano delle
specie di corridoio e, un po’ impauriti
scale che salirono velocemente. Arrivati
si diressero verso di esso. Appena
in cima si ritrovarono in un’altra stanza
arrivati Sara disse:” Beh ragazzi che
con alcune mummie vestite da soldati.
facciamo? Ci avventuriamo in questo
Giulia immediatamente disse:” Oh no,
cunicolo o aspettiamo qui sperando che
quale trappola ci sarà adesso?!
qualcuno ci trovi?”
Sicuramente le mummie prenderanno
Giulia Filippi
27
Racconto d'avventura
vita e proveranno ad attaccare, come
"Cinque ragazzi alla ricerca di un medaglione"
d’acqua mentre gli altri sull’altra. Tutto
facciamo a superarle?” Matteo alzò la
sembrava semplice, il piano sarebbe
testa e rispose:”Guardate! Ci sono delle
stato lo stesso. Edoardo era solo, saltò le
specie di corde in cima al soffitto,
sponde ma improvvisamente un
dobbiamo aggrapparci a quelle!”. Non
coccodrillo lo vide e nuotò saltando
era un’impresa facile, ci voleva forza e
verso di lui. Lo ferì con i denti ad un
coraggio, ma insieme riuscirono a
braccio ma fortunatamente Edoardo
farcela. Sulla mappa comparve una
atterrò salvo nella sponda con gli amici.
croce sopra alla stanza delle mummie e
Non riusciva a credere di essere ancora
così i cinque amici poterono
vivo, gli altri ragazzi corsero verso di lui
proseguire. La prossima missione da
e tapparono la ferita. Adesso si
superare era camminare sopra ad una
trovavano davanti ad una pietra verticale
tavola di legno in funzione di ponte
con sopra uno scrigno decorato. Lo
sospesa nel vuoto. La tavola era
guardavano con occhi pieni di
appoggiata solo agli estremi, sopra le
meraviglia, mancava solo una prova per
due “sponde” dell’interruzione del
riuscire a prendere il medaglione: aprire
pavimento. Gli amici cominciarono a
lo scrigno. Lo guardarono bene e
camminare sulla trave uno alla volta,
successivamente notarono che nella sua
lentamente, con molta paura. Per
parte posteriore c’era una fessura con
primo andò Edoardo, seguito da Elena,
alla fine una specie di pulsante.
poi Giulia, Sara e infine Matteo, appena
Provarono a infilarci le dita per toccarlo
passò lui successivamente la tavola
ma non ci riuscirono. Così a Matteo
crollò e da quanto profondo era il
venne in mente di piegare la mappa in
burrone non si sentì nemmeno la
modo da farla entrare nella fessura, così
botta. Adesso mancava solo una prova:
fecero e riuscirono ad aprire lo scrigno.
quella dei coccodrilli! Infatti i ragazzi
Dentro di esso c’erano gioielli e disegni
dovevano sforzare al massimo la loro
appartenenti ad antichi faraoni egizi,
intelligenza per superare il fiume dei
sotto di loro si trovava il medaglione: era
coccodrilli. Per l’ennesima volta erano
completamente d’oro con la centro una
spaventati, ormai però nulla li poteva
grande pietra verde. I cinque amici erano
fermare! Elena disse:” Questo è il mio
contentissimi, emozionati ed entusiasti.
piano: dovremmo passare uno alla
Avevano vissuto un’avventura bellissima
volta mentre uno passa gli altri si
e pericolosa, adesso avevano il compito
mettono lontani da lui e distraggono i
di portare il medaglione e lo scrigno al
coccodrilli che staranno vicino al
museo. Ma niente era ancora finito.
gruppo più numeroso. Il piano riuscì
Infatti proprio mentre i ragazzi avevano
alla perfezione, ma ebbe solo un
finito di chiudere lo scrigno e stavano
piccolo intoppo: alla fine Edoardo
per andarsene una voce risuonò nella
rimase solo da una sponda del corso
stanza:” AHAHAH, davvero pensavate
Giulia Filippi
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Racconto d'avventura
"Cinque ragazzi alla ricerca di un medaglione"
he tutto fosse finito? Davvero pensavate di avercela fatta? Ingenui ragazzi”. Successivamente una figura apparve nella stanza, Elena e Matteo la riconobbero: era il venditore della mappa! Probabilmente li aveva usati per superare tutte le prove e arrivare al medaglione. L’uomo continuò:” Datemi il gioiello se volete andarvene via vivi da qui!”, “Mai!” rispose Giulia. L’uomo fece qualche mossa di karate ed incominciò a lottare contro i ragazzi. Presero tutti molte botte, infine l’uomo arrivò allo scrigno e prese il medaglione in mano. Si sentì un rumore strano e successivamente il pavimento iniziò a tremare. Poi dalle pareti iniziarono a cadere sassi e tutto cominciò a crollare. I cinque ragazzi si alzarono agilmente da terra e velocemente salirono le scale in corda per uscire dalla stanza, tutti tranne Edoardo. Lui infatti, con molta agilità andò a recuperare lo scrigno. Lo strappò dalle mani dell’uomo, il quale a causa di un sasso che lo aveva colpito era sdraiato per terra. Appena tutti i furono in superficie si abbracciarono: erano stanchi, ancora molto spaventati, ma contenti ed eccitati perché sapevano che un’avventura come quella capita poche volte nella vita. Portarono l’oggetto al museo e tornarono dai loro genitori che gli stavano cercando, sani e salvi.
Giulia Filippi
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Racconto d'avventura
"Un'avventura per 2"
la scatola di legno
Era la mattina del 29 Aprile quando Alice e suo cugino Mattia andarono al lago vicino alla loro casa in campagna. Era una giornata soleggiata e calda, per questo decisero che che fosse il momento perfetto per farsi un bel bagno. Quando arrivarono al lago sistemarono le loro cose sotto l’albero più vicino e si misero la crema solare. Decisero di fare i tuffi con la corda che da piccoli avevano legato all'albero e Alice si tuffò con la corda. Quando levarlo arrivò il turno di Mattia decise che voleva tuffarsi dai massi che si affacciavano sulla riva del lago. Nessuno dei due aveva mai provato prima a tuffarsi dai massi perché erano molto alti, se ti tuffavi dentro andavi a finire nella parte più profonda del lago dove nessuno ci toccava. Mattia salì su i massi e si tuffò. Quando atterrò in acqua venne catapultato sul fondale e riuscì a toccare la sabbia. Mattia aprì gli occhi sott’acqua per godersi quel momento e la prima cosa che vide fu una specie di che stranamente non era buia, anzi si vedeva un po’ di luce, come se la non fosse del tutto sommersa. Incuriosito, Mattia tornò in superficie e raccontò quello che aveva visto ad Alice. I due cugini si immersero insieme ed entrarono dentro la. La non era gigante, infatti ci entravano massimo quattro persone. La era vuota, tranne per una scatola di legno molto vecchia appoggiata su una rientranza nel muro. Alice e Mattia si guardarono sconcertati e decisero che dovevano vedere cosa vi era al suo interno. La poca luce che illuminava la proveniva da una specie di finestra coperta da delle piante. Decisero che si sarebbero passati la scatola tramite la finestra. Così fecero, infatti Mattia uscì dall’acqua e andò dietro alle rocce e scansò le piante. Alice passò la scatola al cugino e uscì anche lei dall’acqua. Dato che iniziava a farsi buio andarono a casa con la scatola di legno. Si recarono di corsa in camera di Mattia e Appena aprirono la scatola rimasero incuriositi da quello che si trovava al suo interno: c’era una copia di un giornale. Inizialmente rimasero un po’ delusi ma guardarono lo stesso la prima pagina del giornale.
Alice lesse il titolo: “18 marzo 1965: Il cosmonauta Alexey
Leonov è il primo uomo a camminare nello spazio.” Mattia lesse invece il sottotitolo “Rimane nel vuoto cosmico per 12 minuti legato con una corda alla navetta Voskhod 2. E per poco non sfiora la tragedia”. Il testo era incomprensibile perché era stato per molto tempo in un posto umido senza essere mai toccato o lasciato all’aria aperta. Riccardo Sarri
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Racconto d'avventura
"Cinque ragazzi alla ricerca di un medaglione"
Non ebbero il tempo di provare a leggere
L” Alice e Mattia non capirono
il resto del giornale perché sentirono i
inizialmente, poi Alice decise di
passi di qualcuno salire le scale.
controllare il giornale trovato nella
Istintivamente Alice e Mattia nascosero
scatola di legno. Dentro alla copia di
la scatola di legno e il giornale sotto al
giornale c’era un biglietto scritto a
letto. Subito dopo la porta si aprì ed
penna. Fortunatamente era abbastanza
entrò il padre di Alice e disse loro che
comprensibile. Alice lesse ad alta voce
dovevano andare a dormire. La mattina
quello che era scritto sul biglietto: “In
dopo Alice scese a fare colazione e
questo foglio voglio far sapere a chi lo
sussurrò all’orecchio del cugino che per
leggerà il vero motivo per cui ho
scoprire che cosa c’era scritto sul
rischiato di morire anni fa. Dopo essere
giornale avrebbero potuto chiedere al
tornato dallo spazio ho scoperto che il
padre di Alice di accedere ai registri del
mio incidente non era una coincidenza
giornale per cui lavorava levarlo e vedere
ma era stato pianificato un omicidio di
cosa fosse successo precisamente il 18
un’altra persona che non sono io. Infatti
marzo 1965. Mattia capì che era una
al mio posto ci doveva essere un altro
buona idea e chiese a suo zio se era
uomo, il quale doveva morire poi per
possibile, rispose di sì. I due cugini non
motivi di salute non ha potuto
persero tempo e già il pomeriggio stesso
partecipare alla missione. Le persone
si trovavano negli uffici del giornale.
che avevano pianificato l’omicidio erano
Trovarono un articolo riguardante quella
tutte persone molto vicine alla mafia che
data e diceva “18 marzo 1965: Il
mi hanno obbligato a non dire niente a
cosmonauta Alexey Leonov è il primo
nessuno minacciando di uccidermi. Ecco
uomo a camminare nello spazio. Rimane
perché ho scritto questa lettera, per
nel vuoto cosmico per 12 minuti legato
riferire i fatti a qualcuno nella speranza
con una corda alla navetta Voskhod 2.
che si possa fare giustizia. Non so se
“La passeggiata” comunque ha rischiato
qualcuno leggerà questa lettera, ma
di terminare in tragedia levarlo. Infatti a
spero di sì. Firmato Alexei Levon“.
causa del vuoto presente nello spazio, la
Mattia e Alice si guardarono sbalorditi e
tuta spaziale Berkut, la prima creata
capirono che la decisione migliore era
appositamente per supportare un'attività
tutto ad un adulto. Poco dopo tutto al
extraveicolare, si è gonfiata in una
padre di Alice che, da quando erano
maniera tale che Leonov per poco non è
arrivati negli uffici, iniziava a farsi
riuscito più a passare attraverso lo
troppe domande alle quali i due cugini
stretto abbaino per raggiungere il
non potevano rispondere. Ovviamente il
portello dell'abitacolo della capsula
padre di Alice tutto alla polizia che, con
spaziale. o scarico di pressione
delle indagini approfondite, riuscì a
dall'interno della tuta spaziale è stata la
scovare i criminali che andarono in
soluzione che fece riuscire la manovra e
galera. Finalmente avevano scoperto
ha salvato la vita di Leonov.
cosa fosse veramente successo il 18 marzo 1965.
Giulia Filippi
31
Racconto d'avventura
"Un'avventura per 2"
un avventura per 2
Era una giornata come le altre, Lee era nella sua tenuta nella Baia di Halong, mentre si sorseggiava una bevanda allo zenzero, ad un certo punto bussano alla sua porta, Lee si alzò e andò ad aprire era Eros un suo vecchio amico che non vedeva da ormai quasi dieci anni, Lee preso dall’euforia andò in un “panico” felice, ma Eros lo fermò e li disse che aveva il suo aiuto per risolvere una situazione complicata e pericolosa, allora Lee disse:- Eros raccontami però prima cosa hai fatto in questi dieci anni e poi informa dei fatti pericolosi. Eros replicò:- Lee per questi dieci lunghi anni sono stato alla corte della figlia, che non principessa, dello sceicco arabo Khalif Ahmmla, all’inizio era tutto rose e fiori, la principessa Sorya
era molto gentile e quindi tutto
andò liscio per ben quasi nove anni, ma allo scadere del nono anno mi ero stufato di stare sotto gli ordini e volevo essere un uomo libero, e è li che ho fatto la cosa più scellerata che ho fatto in tutta la mia vita, era una sera come le altre in corte e la principessa mi aveva risposto male, allora io mi sono alzato e l'ho insultata, essendomi reso conto della grando idiozia commessa mi sono messo a correre e sono scappato, adesso sono una sorta di ricercato dalla famiglia Ahmmla. Lee e Eros parlarono per un po ti tempo e alla fine decisero di partire per il Canada per rifugiarsi, arrivati a Winnipeg con l’aereo e si diressero verso le montagne vissero li per 6 mesi ma un giorno era l’alba ed un signore vestito di nero chiedendo di Eros e dove fosse, perché aveva un conto in sospeso allora Lee disse:- Vado a vedere dove è. Lee chiusa la porta avvisò Eros e i due iniziarono a scappare dal retro, i due essendosi allontanati escogitarono un piano, dovevano catturare l’uomo e interrogarlo. A passo svelto si diressero verso la baita dove vivevano e con un buon gioco di squadra lo presero, ma contro tutte le aspettative l’uomo disse:- Il capo Khlif ti ha perdonato adesso sei libero. Eros tirò un sospiro di sollievo ma l’uomo disse:- però devi svolgere un ultimo compito cioè portare alla principessa una introvabile pietra che si trovava nel Guatemala, una pietra rossa fuoco che si dice facesse ringiovanire. Eros e Lee impiegarono alcuni mesi per trovarla rischiando la vita ma alla fine la trovarono e la portarono alla principessa e i due amici restarono in contatto per tutta la vita.
Riccardo Sarri
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Racconto d'avventura
"Tracce"
tracce
Era un bellissimo giorno d’estate e un gruppo di amici che amava gli animali decise di andare ad esplorare il bosco alla ricerca di tracce da riconoscere e fare nuove avventure. Ogni anno gli amici si ritrovavano per le vacanze estive nel piccolo paese di campana ed ogni estate quando si avvicinava il periodo della partenza per la casa estiva, l'attesa di arrivare era davvero emozionante. Dodo, il più piccolo di tutto il gruppo, sapeva che sarebbe stata una nuova vacanza di gioco e divertimento e non stava nella pelle al pensiero di stare di
nuovo con i suoi amici e vivere nuove
avventure. Arrivati tutti al paesino di campagna, si ritrovarono nel loro solito punto di incontro, sotto la grande quercia. Decisero tutti insieme di andare a cercare delle impronte. Dopo un po’ che le stavano cercando, le videro. Decisero di andare nella casa dei nonni di Dodo a vedere il grande libro delle tracce, che la nonna ogni giorno sfogliava come passatempo. Dentro al grande libro c’erano scritte le caratteristiche di ogni tipo di animali. Arrivati a casa chiesero subito il libro alla nonna e lei glielo dette e tutti insieme andarono nella cameretta di Dodo. I bambini sapevano che le tracce che avevano trovate potevano essere dell’istrice e allora iniziarono a cercare le caratteristiche dell’istrice; trovarono la pagina e ritornarono subito nel sentiero dove avevano visto le impronte. Videro proprio che erano le impronte di un istrice, piano piano seguirono le impronte per andare a cercare l’animale ma l’istrice non c’era più. Nel sentiero trovarono solo un aculeo. I bambini però non si arresero, quindi decisero di rimanere là fino a sera per vedere l’istrice, perché avevano letto dal grande libro della nonna che gli strisci
si muovevano di notte. Arrivati alla sera tardi erano
stanchissimi, però non si potevano arrendere e allora decisero di accamparsi nel bosco per la notte. Montarono una tenda con all’interno i propri sacchi a pelo. Attaccarono vicino alla tenda dei fili con attaccati dei campanelli, in maniera che se qualche animale si fosse avvicinato i campanelli avrebbero suonato e loro così avrebbero potuto sentirlo e così forse avrebbero potuto vedere l’animale. La prima sera sentirono muovere i campanelli e tutti entusiasti si affacciarono ma videro solo un piccolo cucciolo di gatto, così fu anche per gli altri seguenti tre giorni.
Sofia Raciti
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Racconto d'avventura
"Tracce"
quinto giorno sentirono sempre dei rumori ma loro si erano ormai arresi e pensarono fossero sempre dei gatti, perché ce n’erano tanti. Dodo però non si era arreso, lui non si arrendeva mai, era testardo e coraggioso. Il più piccolo del gruppi fu l’unico ad affacciarsi dalla tenda per guardare cosa fosse stato a far suonare i campanelli. Appena fuori dalla tenda vide l’istrice, piano piano con calma ritornò alla dai suoi amici per avvertirli. Gli amici all’inizio non gli credettero, il più grande però disse: “Dai bimbi, ha ragione Dodo, vale la pena non abbandonare mai le speranze!”. I bambini allora si fecero coraggio e si affacciarono, loro non credettero ai loro occhi. Là davanti a loro c’era un cucciolo di istrice insieme alla sua mamma. La mamma era enorme, non si erano immaginati che un istrice potesse essere così grande, era grande quasi quanto loro e il piccolo istrice era davvero tenero tutto appiccicato alla sua mamma. Presero la macchina fotografica e scattarono una foto. Quell'anno, quando tornarono a scuola, fecero vedere a tutti i loro compagni di classe le foto del bellissimo istrice con il suo cucciolo.
Sofia Raciti
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Racconto d'avventura
"Tesoro nascosto"
tesoro nascosto
Quando arrivò la notizia che il bisnonno Jo era morto sull’isola dove abitava suo nipote Tom fu molto triste. Si ricordava di quel simpatico vecchietto e dei suoi racconti misteriosi su un tesoro che nessuno aveva mai trovato. Nonno Jo diceva sempre a Tom e suo fratello Jack che in una delle tante caverne dell’isola tanti e tanti anni prima una nave spagnola con un tesoro a bordo era affondata da qualche parte vicino. Il giorno dopo i fratelli e i genitori partirono per organizzare il funerale del bisnonno. Arrivati nell’isola scoprirono un posto bellissimo fatto di mare blu splendente, sabbia dorata e verde dovunque. Mettendo in ordine Tom e Jack trovarono un vecchio libricino rosso del nonno e leggendolo capirono che erano scritte tutte le indicazioni per ritrovare il tesoro. C’era anche una mappa che segnava la caverna ma quale poteva essere? Le caverne sull’isola erano 24 e loro non conoscevano niente di quel posto. La notte stessa i due fratelli presero il libretto rosso, le pile per fare luce, una corda, un coltello e con le loro bici cominciarono ad esplorare le caverne. Ad un certo punto si accorsero che la caverna indicata dal nonno era la più grande e si trovava esattamente al centro delle altre che formavano come una stella. Sulla spiaggia presero una canoa che trovarono abbandonata e andarono nella caverna. Entrarono e superarono alcune trappole fatte con corde e grandi massi e arrivarono fino al centro dove in una meravigliosa piscina di acqua di mare spuntava l’albero di una nave. I due fratelli con maschera e due piccole bombole si tuffarono e arrivarono sul fondo. Qui entrarono nel relitto e nella stiva trovarono casse e casse piene di monete d’oro spagnole e gioielli di tutti i tipi, pietre preziose e oggetti d’oro e di argento, Tom e Jack tornarono subito a casa e raccontarono tutto al padre che avvisò la polizia del tesoro ritrovato. Sull’isola venne creato un museo che portava il nome del bisnonno Jo e dove il tesoro poteva essere visitato da tutti i turisti e dalla gente che abitava laggiù.
Guido Paggini
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Racconto d'avventura
"Tesoro nascosto"
la storia di rick
Tanto tempo fa i marinai inglesi erano pronti per salpare dalla città di Londra. Tutta la città era sul molo per vedere i propri marinai partire per un lungo viaggio. Pochi minuti dopo essi partirono. I giorni passavano e sulla nave tutti i marinai facevano il proprio lavoro, ma un giorno accadde una cosa diversa. Pioveva forte e c’era molto vento. Le onde del mare si alzavano velocemente, fino a quando un'onda grandissima fece sbattere la nave su uno scoglio. Non si era salvato nessuno tranne una persona, “Rick”. Rick era un uomo di 21 anni. Riuscì ad arrivare alla spiaggia spinto dalle onde del mare, ma appena arrivò svenne, per risvegliarsi il giorno seguente. Rick si svegliò con un po’ di dolori dappertutto ma nonostante ciò iniziò a esplorare l’isola. Camminando trovò delle banane e alcune noci di cocco, le prese e portò tutto nella sua piccola dimora costruita da lui stesso. Mentre tornava sentì dei rumori provenire da un cespuglio accanto a lui. Si spaventò molto, ma poco dopo riuscì a capire che era un piccolo cagnolino. Prese anche il suo nuovo amichetto e tornò a casa. I mesi passavano e secondo i suoi calcoli era passato un intero anno. Una notte sentì dei tamburi suonare allora curioso com’era andò a vedere da dove proveniva quel suono. Erano degli uomini che stavano mangiando un amico di Rick che come lui si erano dispersi in quella notte. Spaventato cominciò a scappare e tornò nella sua piccola dimora. Il giorno seguente una nave passò di lì, Rick si accorse di tutto ciò, allora accese i suoi legni e foglie secche per far vedere ai marinai di quella nave che era lì. In poco tempo la nave cambiò rotta e andò a salvare il povero Rick. Salì su quella nave e visse una vita felice.
Guido Paggini
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Racconto d'avventura
"Allison"
Allison
Allison è una ragazza di 16 anni con dei bellissimi occhi verde smeraldo e dei capelli mossi e rossi come il fuoco, che le ricadono perfettamente sulle spalle piccole . E’ una ragazza di statura bassa e snella, con molte lentiggini rosse in viso che la fanno sembrare una fragolina. Caratterialmente è Allison è una ragazza molto simile è chiusa con virgola proprio per questo ha solo la sua migliore amica Elena, che a differenza sua, è una ragazza alta, mora con gli occhi scuri e pochissime lentiggini. Inutile dire che il detto tra "gli opposti si attraggono” in questo caso è molto veritiero
dato
che,
come
potete
capire,
Elena
caratterialmente
così
come
esteticamente non è minimamente simile ad Allison . Il loro primo incontro è avvenuto in prima superiore, quando Alison, mentre camminava tranquilla per i corridoi scolastici, andò a sbattere contro Elena con in mano un bicchierino di caffè che prontamente si scaraventò addosso alla ragazza, in quel momento Allison presa dal panico presto ad Elena una maglia che aveva di ricambio, e da lì nacque la loro bellissima amicizia, fatta di litigate e ricongiungimenti. Ma io non sono qui per parlare di questa amicizia, no questa è un'altra storia, Io sono qui per parlare di un altro tipo di amicizia, ovvero quello tra la nostra Alison è una cavalla di nome yamila... "drin drin " il suono della sveglia rimbomba nelle orecchie di Allison la quale si alza dal suo letto e ancora assonnata, per andare a fare la sua solita colazione a base di brioche e cappuccino con tanto di schiuma. Nel mentre che faceva colazione la ragazza buttò un occhio sul calendario e si accorse che era il 14 di Giugno, ovvero il penultimo giorno di scuola alla "Becker Hight" di Bay Fair Village. Finito di fare colazione Allison si alzò dalla sedia, e andò in camera sua per vestirsi, e andare a scuola, prendendo il suo solito autobus che prendeva sempre e dove si incontrava con la sua amica Elena. " Ehi mora! "urlo alla rossa iniziando a saltellare per farti vedere dalla sua amica, “Ehi Rossa!" rispose stavolta Elena iniziando a correre per abbracciare Alison. "Ti devo parlare" disse Elena con aria preoccupata ad Alison, una volta che le due ragazze furono salita sull'autobus, "Dimmi" rispose la rossa
Giorgia Simoni
37
Racconto d'avventura
"Cinque ragazzi alla ricerca di un medaglione"
preoccupata nel vedere lo sguardo
quest'ultima si fece trovare pronta,
dell’amica, "Ecco oggi dopo scuola
vestita come l'amica. Quando entrambe
dovrò andare nel maneggio, e ti volevo
arrivarono a destinazione ,scesero dalle
chiedere se volevi venire con me?" A
bici, ed entrarono nelle scuderie per
quel punto Alison sgranò gli occhi e
andare dal cavallo di Elena. Allison una
rispose "Assolutamente no! non verrò,
volta entrata nella scuderia, si senti
non ho intenzione di vedere nemmeno
affievolire una marea di emozioni, tra
un cavallo!" vi chiederete del perché di
cui gioia per aver visto i cavalli, tristezza
questa sua reazione,beh dovete sapere
per avere la consapevolezza di non
che la
poterli montare, rabbia per sapere non
nostra Alison, qualche anno fa
essere riuscita a combattere il suo cuore,
montavo a cavallo ed era anche molto
e quindi poter continuare a montare i
brava, solamente che durante una gara
cavalli.
svenne proprio alla fine. Quello
"Ehi Ally ! ci sei? "disse Elena amica ",
svenimento,si rivelò solo il frutto di un
Sì sì ci sono allora dov'è il tuo cavallo?"
problema al cuore. Da quel giorno
disse Alison per svagare un po' la testa,
Alison non sali più a cavallo.
"Eccolo lì!" Elena indicò a un cavallo di
"Ti prego" continuò Elena sperando
razza araba con il manto di un colore
che Allison accettasse, "Ally io non ti
come il bianco, solo che nel mondo
chiedo di montare, Ti chiedo solo di
dell'equitazione è chiamato grigio, alta
rimanere con me!" "Ok va bene!" disse
all'incirca un metro e ottanta e con una
in preda alla disperazione Allison, "si
criniera nera che faceva da contrasto con
grazie Ally!" il discorso si concluse
il manto.
nello stesso momento in cui l'autobus
Rimase stupefatta dalla tanta bellezza di
e arrivò a destinazione. Le ore
quella animale, "lui è Emerald" disse
scolastiche passarono veloci, e quando
Elena, "è bellissimo!" rispose Allison
finalmente arrivarono alle 16:00
che finalmente riuscì a parlare. "vado a
precise, ovvero l'ora di andare da
prendere la sella e torno" disse la
Elena, Alison iniziò a prepararsi:
ragazza mora "Ok, Io ti aspetto qui"
indossò un paio di pantaloni appositi
rispose la rossa.
per l'equitazione che ormai si erano
Dopo qualche minuto Alison senti un
inpolverati per il troppo tempo nel
nitrito provenire da uno dei tanti
quale erano stati lì poi indossò una
paddock fuori dalle scuderie.
maglia sbracciata bianca da infilare nei
Attratta dalla curiosità Alison andò a
pantaloni, ed infine i suoi amatissimi
vedere e si trovò davanti agli occhi un
stivali neri in pelle, e si fece una lunga
bellissimo frisone dal manto Morello e la
treccia mezza lisca.
criniera il medesimo colore è
Una volta pronta, Alison preso la bici e
leggermente mossa, così come la
andò a casa di Elena,anche
coda,gli zoccoli invece erano bianchi e
Giulia Filippi
38
Racconto d'avventura
"Cinque ragazzi alla ricerca di un medaglione"
rgandi quanto una mano dell'uomo.
cuore si faceva sentire sempre di più,
Passo lento e Allison avanti o verso il
perciò raddoppiò le medicine, ma non
cavallo e disse "Ehi piccolo, che
bastò...
succede?" "Piccola, è una lei e si
Qualche mese dopo durante la prima
chiama yamila", Alison non si era
gara di Allison, quest’ultima svenne alla
accorta che Elena era tornata e che era
fine mentre stavano decidendo il
venuta a cercarla, "è da dressage, solo,
vincitore, e si risvegliò in ospedale.
e ripeto solo, se vuoi puoi provare a
Ed è proprio in quel luogo che venne a
montarla " disse la mora speranzosa,
sapere che Yamila era stata ripresa dalla
“Non lo so, ci devo pensare”rispose la
sua legittima proprietaria, in preda al
rossa “E’ molto
panico Allison attaccò manifesti, fece
brava e calma, e poi nel dressage
ricerche ma niente non riuscì mai a
durerai un pò meno fatica rispetto al
trovare la sua cavalla.
salto a ostacoli” ribadì Elena “Ok ok!
Un giorno però venne chiamata al
ma solo una prova” rispose la rossa
telefono, e le dissero che Yamila era
alquanto irritata ma sotto sotto anche
sana e salva, solamente che gareggiava
lei sapeva di essere felice,”Yuppi! vieni
con i bambini ciechi. Allison non potè
con me dai!” Elena prese per un
essere più felice di così.
braccio Allison e la portò con sé verso l’istruttore del maneggio. Era un uomo alto e ticcio con i capelli neri e gli occhi marroni, avrà avuto circa quaranta anni. L’uomo disse” Ehi Ele che c’è?” allora la mora rispose” Oh niente James, solo ti volevo chiedere quando Allison avrebbe potuto montare per la prima volta” a questa affermazione Allison potè capire che l’istruttore si chiamava James. “Beh anche ora tanto non ho nessuna lezione ora” disse l’istruttore,” Per me va bene solo vorrei montare Yamila,” disse la ragazza”Ok va bene” rispose James. Un’ora dopo la Allison aveva montato e si era dimostrata molto brava. Da quel giorno Allison continuò a montare tutti i giorni Yamila, però il suo dolore al
Giulia Filippi
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Racconto d'avventura
"Kevin, il bambino amante di Harry Potter"
kevin, il bambino amante di harry potter Kevin è un bambino di sei anni, ha dei capelli lunghi fino alle spalle, lisci, e ne i come la pece, degli occhi celesti,come quelli della mad e,inco niciati da un paio di occhiali tondi e ne i ,p op io come quelli di Ha y Potte , cioè il suo film p efe ito sin dalla nascita, Kevin ha letto tutti i lib i g azie all’aiuto del pad e Jace, un uomo alto e possente,anche lui con dei capelli co vini e lisci, solamente che invece di tene li lunghi , ha semp e p efe ito po ta e un taglio co to, con degli occhi ma one scu o.La se a il pad e leggeva il lib o di Ha y Potte al piccolo Kevin p ima di anda e a do mi e. Pe quanto igua da la mad e, Abigail, una donna bassa e mag a con anche lei dei capelli lunghi e liscissimi, che ip endono pe fettamente gli occhi celesti come il ma e.......
Era il 25 dicembre del 2019 quando al telegiornale si iniziò a sentir parlare di una malattia ad alto contagio,e a rischio mortale,chiamata COVID-19, inizialmente nessuno ci diede molto peso, ma quando verso i primi di Gennaio i morti iniziarono ad aumentare, le persone si iniziarono a preoccuparsi sempre di più.Venne decretato che tutti dovevano indossare le mascherine prima di uscire di casa e che era assolutamente vietato abbracciarsi o avere contatti fisici con persone che non erano nostri coinquilini,e quindi mantenere una distanza di almeno un metro gli uni dagli altri......dopo circa due mesi i negozi,le scuole,i parrucchieri, le estetiste vennero chiusi e così anche noi fummo costretti a stare rinchiusi in casa,rimasero aperti solo i supermercati....ma voi questo come lo spiegate ad un bambino di sei anni. Ebbene Abigail e Jace fecero in modo che per Kevin tutto sembrasse come in un film di Harry Potter.... “Kevin,piccolo,da oggi in poi dovrai tenere sempre questa, è un oggetto stregato da Albus Silente in persona,e sarà come la tua bacchetta magica,solo che con questa non rischierai di essere riconosciuto dalle persone babbane, ma mi raccomando non avvicinarti a loro a più di un metro, o percepiranno la magia che ha, ” disse
Giorgia Simoni
40
Racconto d'avventura
"Kevin, il ragazzo amante di Harry Potter"
bigail al piccolo Kevin mentre
amici, ma sapeva perfettamente anche
guardavano il tg del pomeriggio, che
lei che dopo un po di tempo Kevin ne
annunciavano che era d’obbligo
avrebbe risentito...
indossare le mascherine se si usciva di
E infatti dopo un mese di D.A.D. ormai
casa, “E tutte le volte che tocchi
nel pieno lockdown, Kevin si lamentò
qualcosa che non è tuo, metti questo, e
del fatto che gli mancavano i suoi amici,
spalmalo bene sulle mani,ricordi che
che gli mancava stare con loro, poterci
cosa è successo ad Harry quando ha
giocare,scherzare e moltre altre
preso in mano la penna della Umbrige
cose...ma il
senza prima stare attento? Bene se
padre rispose” Kevin ti sembra che
metterai questo a te non potrà
Harry non abbia dovuto affrontare delle
succedere” aggiunse Jace indicando un
difficoltà , a me sembra che per arrivare
barattolo di amuchina vicino alla
dove è arrivato adesso ne ha incontrate
mensola della cucina,” Mamma, Papà
molte, anzi moltissime di difficoltà ma
quindi Hogwarts è chiusa proprio come
non si è fatto scoraggiare da niente e da
la mia scuola e Harry è a casa dei suoi
nessuno,e tu vuoi essere come lui
zii o dagli Weasley proprio come me?”
giusto?” “Sì certo!” rispose il bambino
disse Kevin felice pensando che anche
deciso “ Beh allora non importa per
il suo eroe era nelle sue stesse
quanto tempo dovrai aspettare prima di
condizioni, “Si esatto tesoro,pensa un
poter riabbracciare i tuoi amici,
po’”rispose la madre.
l’importante è che lo rifarai” ribadì il
Dopo alcuni giorni annunciarono al tg
padre....”facciamo una cosa, da oggi in
che gli alunni dai sei anni in poi
poi tutti i giorni scriveremo una lettera
dovevano cominciare la D.A.D., ovvero
ad Hogwarts dove racconteremo come
la didattica a distanza,e che quindi i
stanno le cose qui,così quando tutto
bambini avrebbero dovuto “andare” a
finirà le spediremo tutte e loro
scuola dal
insegneranno tutto agli allievi che
computer....”Mamma,Mamma guarda!
verranno” intervenne la madre”Come
posso vedere i miei compagni anche se
un diario mamma?” “esatto
non sono qui,sono sicuro che è stato Il
tesoro come un diario” e così fu infatti
signor Arthur Weasley ad aver reso
da quel giorno Kevin scrisse ogni cosa
magico questo computer babbano in
che accadeva, giorno dopo giorno....
modo che tutti possiamo stare insieme
E finalmente quando arrivò l’estate e
anche se non concretamente” esclamò
finì il lockdown Kevin, Abigail e Jace
il bambino entusiasta di avere tra le
spedirono tutte le lettere.
mani un oggetto che lui riteneva
Ovviamente nessuno sa dove sono
magico. “Ne sono sicura anche io
arrivate quelle lettere ma di una cosa
tesoro!” disse la madre felice anche lei
siamo certi, ovvero che tutto il periodo
del fatto che il bambino non soffrisse
di sofferenza che molti di noi vivono,
del fatto di non poter vedere i suoi
per quel bambino di sei anni era stato fantastico.
Giorgia Simoni
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Racconto d'avventura
"Viaggio nell'isola misteriosa"
Viaggio nell'isola misteriosa
Era una splendida giornata per Giorgio e la sua famiglia il sole splendeva e loro stavano per prendere un aereo che gli avrebbe portati in Australia, appena saliti sull’aereo Giorgio e sua sorella volevano andare al posto con il finestrino per vedere fuori.Andava tutto bene il viaggio procedeva senza intoppi però ad un certo punto, nel bel mezzo dell’oceano Pacifico l'aereo si ritrovò nel bel mezzo di una tempesta la pioggia batteva forte i fulmini erano giganti e per poco non prendevano l’aereo tutti a bordo erano spaventati le hostess provavano a rassicurare le persone ma non funzionava,poi i piloti videro un enorme tornado davanti a loro provarono a scappare ma il tornado gli aveva presi e dopo poco l’aereo si schiantò a terra come se lì ci fosse un’isola. Successivamente Giorgio e la sua famiglia si risvegliarono su una spiaggia purtroppo loro erano gli unici sopravvissuti presero quello che potevano e iniziarono ad esplorare, una cosa che gli saltò all’occhio era che in quell’isola c’erano dinosauri api giganti e elefanti piccoli quanto un cane. Dopo un po’ arrivarono al centro dell’isola in cui c’era una città antica ormai abbandonata da centinaia di anni, però un tirannosauro lì iniziò a rincorrere ma fu fermato da una formica gigantesca. Il giorno seguente videro che il livello dell’acqua dell’isola si stava alzando e capirono che ben presto l’isola sarebbe affondata, nel tentativo di trovare qualcosa di utile per scappare arrivarono all’altra sponda dell’isola in cui trovato a il Titanic erano tutti sbalorditi e pensavano di essere salvi perché non c’era nessun buco il Titanic non era affondato per colpa di un iceberg ma è arrivato qui, però non partiva infatti li manca elettricità per partire e dopo due giorni non sapevano cosa fare, ormai l’isola era quasi sott’acqua notarono un anguilla elettrica gigante e grazie a molti fili di ferro riuscirono a partire, l’isola fu totalmente sommersa dal mare e la tempesta si placò, mentre stavano navigando Giorgio capì che la città che avevano visto era Atlantide risalita in superficie.
Davide Baroni
42
Racconto d'avventura
"I due ragazzi"
I due ragazzi
C’era una volta un ragazzo di nome Liam. Liam si trasferì a Los Angeles in America per il lavoro di suo padre. Lui era un ragazzo alto, biondo e con occhi azzurri ed era molto timido, per questo fece molta fatica ad avere amici nella nuova scuola. Un giorno mentre Liam mangiava nella mensa della scuola un ragazzo di nome William si avvicinò a lui e iniziarono a conoscersi meglio. I giorni passavano in fretta e Liam e William erano inseparabili, erano diventati così inseparabili che alcune volte Liam andava a mangiare a casa di William e viceversa. Come tutti i giorni dopo scuola tornarono a casa insieme, ma quel giorno fu diverso dagli altri. Fecero una strada diversa per tornare a casa e mentre camminavano trovarono una casetta fatta in legno a due piani, loro decisero di entrarci anche se William aveva molta paura. In quella casa non c’era nulla di cui aver paura. Il giorno dopo tornarono in quella casa con altri ragazzi, e decisero di giocare a nascondino, allora William e Liam decisero di nascondersi insieme nell’armadio, appena lo aprirono trovarono una porta, la aprirono e come per magia vennero trasportati in un altro mondo. Era un pianeta diverso dove non c’era anima viva, i due ragazzi si guardarono e impauriti cercarono di ritornare nel proprio pianeta ma la porta con cui sono arrivati era chiusa. Erano stanchi e senza speranze fino a quando un robot si avvicinò a loro e li disse: D-O-VE-T-E T-R-O-V-A-R-E L-E T-R-E G-E-M-M-E N-A-S-C-O-S-T-E E D-OV-E-T-E P-O-R-T-A-R-L-E A-L
G-R-A-N-D-E C-A-P-O E L-U-I V-I FARÀ’
T-O-R-N-A-R-E A C-A-S-A. Allora loro si incamminarono e dopo poche ore trovarono una giostra e in cima c’era una gemma, salirono sui sellini e iniziarono a girare con molta velocità Dopo pochi minuti Liam la prese e la giostra si fermò, diventò notte e decisero di fermarsi. Fu mattina e vennero svegliati da un luccichio che proveniva da sopra il vulcano e capirono subito che era una gemma che splendeva con un raggio di sole. Si incamminarono per la foresta e tutto sembrava andare per i versi giusti fino a quando però William cadde nelle sabbie mobili. William era terrorizzato e impaurito e continuava a muoversi per riuscire a salvarsi ma Liam li disse di stare fermo perché
Matteo Quochi
43
Racconto d'avventura
"I due ragazzi"
più si muoveva più era possibile di
più veloci di loro, allora decisero di
morire. Con l’astuzia e l'intelligenza di
nascondersi e questa idea fu molto
Liam riuscì a salvarlo con una fune che
intelligente. Rimasero nascosti fino a
portava con sé nel suo zainetto.
quando il T-rex non se ne andò. Ci volle
Arrivarono nel vulcano e con un po’ di
un po’ di tempo ma quando il dinosauro
ingegno riuscirono a recuperare la
si stancò se ne andò, poi i due ragazzi
gemma, rimaneva l’ultima gemma da
andarono a riprendersi la gemma pronti
trovare. Con fatica e stanchezza
per andare nella dimora del grande
decisero di andare a cercare la gemma
capo. La trovarono e incontrarono il
ma mentre camminavano
capo, Liam li disse in che disastro si
sprofondarono in un sonno profondo.
erano cacciati e lui capì e con uno
Si risvegliarono il giorno dopo e
schiocco di dita riportò i due ragazzi
disorientati si alzarono e con le uniche
nelle proprie case. Appena arrivarono le
risorse che avevano fecero un piccolo
mamme li abbracciarono e li dissero
pasto prima di andare a cercare
cosa era successo. Loro li credettero e
l’ultima gemma nascosta. Iniziarono il
con stupore rimasero a bocca aperta
cammino fiduciosi ma per tutto il
dalla storia raccontata ma erano felici di
giorno non trovarono nulla, il tempo
avere i propri ragazzi lì con loro.
passava e si era fatta ora di andare a dormire, erano tristi di non aver trovato nulla e come se non bastasse iniziò a piovere. I due trovarono una caverna, stanchi e senza forze cominciarono a dormire. Il giorno seguente si svegliarono fecero il loro piccolo pranzo e iniziarono la ricerca, poco dopo William e Liam trovarono la gemma però la gemma si trovava in una posizione scomoda per i due ragazzi, era tra le braccia di un Trex. Provarono ad avvicinarsi con cautela ma William imbranato come era calpestò un legno per terra provocando rumore, il dinosauro si svegliò e a quanto pare non era molto felice di essersi svegliato. William e Liam iniziarono a gridare e a correre con il T-rex al collo ma dopo qualche minuto di corsa capirono che era molto
Matteo Quochi
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Racconto d'avventura
"Ferdinando e la super onda"
ferdinando e la super onda
Ferdinando era un serfista estremo, infatti andava a prendere le onde giganti che sembrano tsunami. Era andato in tutti posti con le onde più alte al mondo come le isole Hawaii o l’Australia, per questo in molti lo credevano pazzo ma lui si divertiva a farlo. Ferdinando però non era mai andato a Nazaret una città in Portogallo in cui le onde superano spesso i 30 metri. Perciò decise di andarci: era carichissimo e sapeva che nulla lo avrebbe potuto fermare. Dopo che la moto d’acqua lo portò nel punto giusto per prendere le onde partì subito e ne prese una enorme, probabilmente era di 32 metri. Alla vista del gigante d’acqua Ferdinando impallidì ma era comunque deciso a prendere quell’onda, andava tutto bene riuscì ad alzarsi in piedi sulla tavola ma l’enorme schiuma provocata dall’onda lo travolse e lo spinse sott’acqua. Riuscì a risalire perché era ben allenato ma un’altra onda enorme, più forte della precedente, lo spinse di nuovo sott’acqua. Ferdinando batte la gamba ad uno scoglio a una velocità incredibile infatti la gamba si staccò di netto. Per fortuna le onde finirono e i soccorsi arrivarono in tempo, purtroppo aveva perso la gamba sinistra e gli dovettero mettere una protesi. Pur avendo un arto artificiale, non si arrese e dopo due mesi di addestramento riuscì a prendere un’altra onda. La sua storia finì su tutti i giornali e ispirò molte persone che avevano perso un arto a dare del loro meglio per raggiungere i loro obiettivi, facendo capire che nulla è impossibile.
Alberto Finocchiaro
45
racconto fantascientifico -ke in, john e una città sott'acqua E.Raciti
-la nascita di un nuo o pianeta A.Di Blasi
-da e e il silenzio A. Germani
-bye bye connessione D.Morelli pagina 46
Racconto di fantascienza
"Kevin, John e una città sott'acqua"
Ke in, John e una città sott'acqua
Kevin era un ragazzo di quattordici anni che viveva in una casa di campagna. Aveva una sorella e un fratello entrambi più piccoli. Era un ragazzo agitato sempre in cerca di avventure. Non molto lontano da casa sua c'era un lago dove Kevin e suo fratello minore John andavano spesso a giocare. Kevin era appassionato di lettura, leggeva molti libri. Un giorno su un libro lesse di una città sott'acqua. Kevin si interessò di questo argomento ed effettuò delle ricerche, ma non riuscì a trovare nulla. Era un caldo pomeriggio dell'estate 2009 quando Kevin e John andarono a giocare a pallone sulla riva del lago. Mentre i due giocavano, il pallone arrivò in acqua ma si perse sul fondo. Allora Kevin si tuffò per andare a prenderlo. Mentre lo cercava si accorse di qualcosa di strano: il fondale si faceva sempre più profondo. Ad un tratto vide un cancello e qui si rese conto di essere in un mondo parallelo. All'improvviso fu attaccato da degli esseri molto strani. Erano piccoli con le orecchie grandi. Kevin si scontrò con loro e li batté e così riuscì ad oltrepassare il cancello. Scendeva sempre più in fondo, il fondale si faceva sempre più scuro. Ad un tratto vide un castello con una scalinata, Kevin sempre in cerca del pallone si avvicinò ed entrò nel castello. Cominciò a salire le scale quando all'improvviso comparve un drago che sputava ghiaccio. Era di colore grigio, aveva la pelle squamosa. lucida, aveva delle ali molto grandi, un muso lungo e dei denti grandi e appuntiti. John preoccupato per il fratello scese sul fondo alla ricerca del fratello. Kevin e il drago cominciarono a battersi. All'inizio il drago sottovalutò le capacità di Kevin ma quando egli capì che il ragazzo faceva sul serio cominciò a reagire. Il drago cominciò a fare sul serio e per Kevin le cose si misero male, lo strinse forte in modo da bloccare mani e piedi. Kevin cercava di reagire, ma non ci riuscì. Finalmente John arrivò al castello. Vide che Kevin era in difficoltà. Allora cercò qualcosa per colpire il drago. Il ragazzino trovò una spada in una stanza del castello, si diresse verso il drago e lo colpì più volte. Il drago colpito con la spada si accasciò per terra e morì. Così i due fratelli grazie alla spada magica riuscirono a tornare a casa sua e salvi.
Emma Raciti
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Racconto di fantascienza
"La nascita di un nuovo pianeta"
La nascita di un nuo o pianeta
Nel 1957 viene lanciato lo sputnik dai russi... Oggi nel 2100 lo sputnik non è più una piccola sonda, ma è un grandissimo pianeta composto da una parte artificiale costruita dalľ uomo e ľ altra parte è composta da una materia organica aliena, ed era una cosa spettacolare perché le nostre culture le abbiamo portate anche agli alieni e loro con noi. Questo pianeta si chiama beta; si chiama cosi perché è come se fosse un' altra terra per noi uomini e non credo per gli alieni. Buon giorno io sono il maggiore Grayson; James Grayson, io vi dirò una delle tante mie avventure su questo pianeta.La mia storia inizia così. Allora ero in una taverna, era quasi sera e il comandante mi chiamo e mi disse :- “Grayson vieni subito qui abbiamo un problema”, allora io mi diressi come un fulmine alla base, cosi quando arrivai dissi al comandante:- “Cosa succede comandante!?” e lui mi rispose:“Devi andare a riprendere il diamante degli 8 mondi, un diamante di colore verde che a sempre illuminato il tempio di Gawa. Senza di esso la città di Gawa non può avere nessun tipo di energia usata dai Gawala, quindi sono arrabbiati verso la nostra specie; il nostro esercito li sta tenendo sotto controllo prima che avvenga una guerra civile e noi non vogliamo che succeda, quindi per sicurezza ti diamo un partner per la missione, il tuo partner a dire la verità è una donna ed è il sergente Taylor, lei è una dei più bravi nel suo campo, il suo nome è Marilyn, non fare il maestrino perché il sergente sa tenere testa a tutti. Allora vi voglio rivedere con quel diamante, è una cosa importante che c’è ”. Io risposi:- “ Va bene capitano io e il sergente partiamo domani mattina con ľ ala”. Il giorno dopo io e sergente partimmo per Gawa a cercare se qualcuno avesse visto qualcosa, io entrai nel tempio e il sergente chiedeva ad alcuni Gawala se avessero visto qualcosa, poi io e lei ci ritrovammo davanti il tempio per dire cosa avevamo trovato, io dissi che non avevo trovato nulla mentre
lei aveva
trovato una cosa molto importante ed era che un Gawala aveva visto chi aveva preso il diamante, io sorpreso perché non credevo che avesse trovato qualcosa; dissi chi era e lei mi rispose che era Lucas Walter detto anche “ EL DIABLO ”.
Alessio Di Blasi
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Racconto di Fantascienza
"La nascita di un nuovo pianeta"
Io dissi che IL DIABLO era a Jaküc,
Quindi io e il sergente facemmo
a scontare la sua pena in un
visita a tutti gli orefici di quella
carcere di massima sicurezza, lei
città.
mi disse che proprio due giorni fa
In un orefice stava per iniziare a
dentro il carcere era esplosa una
lavorare un diamante che era
bomba.
molto luminoso quindi noi si entrò
Il sergente mi disse che sarebbe
di corsa e vide il DIABLO che
stata una buona idea andare a
minacciava di fare veloce e noi gli
Jaküc io risposi che era una buona
si disse di buttare giù il blaster e di
idea andare li, quindi siamo
non opporre resistenza, ma lui
rimasti a Gawa fino al giorno dopo
corse verso la porta sul retro e
e poi alla mattina seguente
scappò ma il sergente visto che lei
partimmo subito.
era preparata gli sparò a una
Il sergente mi disse di dividerci
gamba e lui cascò in terra e lei
perché così si sarebbe controllato
iniziò la corsa e gli saltò a dosso e
più territorio in meno tempo.
quindi lo presero e lo
Quindi io andai alla parte nord
imprigionarono ad Alcatraz e non
ovest della città mentre lei andò
riuscì più a scappare.
alla parte sud est della città.
Io e lei diventammo amici e
Durante la giornata si controllò
risolvemmo molte missioni
tutta la citta ma non si trovò nulla
assieme a lei.
però si sentì delle voci che il DIABLO avrebbe fatto un gran colpo e noi due abbiamo pensato che fosse stato lui. Quindi pian pano noi due si trovarono alcuni membri della sua banda e li interrogammo e tutti ci dissero che il DIABLO fosse andato nel paese più ricco al mondo tra cui Goldcity una città che sapeva lavorare tutti i tipi di pietre preziose in tutta la galassia. Allora io e Marilyn andammo in questa città, prima che EL DIABLO lavorasse la pietra e la vendesse a altre persone.
Alessio Di Blasi
49
"Dave e il silenzio"
Racconto di fantascienza
dave e il silenzio
Nel 1957 viene lanciato lo sputnik dai russi... Un Sabato del 2056, Dave, un ragazzo di Houston stava nella sua casa in campagna con la sua famiglia. Aveva due fratelli e tre sorelle, di cui lui fra tutti era il più piccolo. Dave non era molto felice perchè viveva con il padre alcolizzato e i fratelli e sorelle teppisti. La madre era morta esattamente dieci anni prima, in un atterraggio andato storto su un aereo diretto in europa. La donna era molto giovane e da solo pochi mesi dalla nascita di Dave, l'avevano assunta come hostess, ma la fortuna non era dalla sua parte. Quel sabato faceva un caldo terribile e Dave cercava di leggere il suo libro preferito ma in quella desolata casa c'era un frastuono disarmante. I due fratelli erano nella sala principale con chitarre e batteria, le ragazze avevano invitato circa sette persone e tutti insieme cantavano e ballavano al piano di sopra con una cassa ad altissimo volume, il padre che aveva appena installato gli amplificatori alla televisione per sentire meglio una patita, ed infine l'orologio a pendolo della mamma che in tutto questo era la cosa che si sentiva più di tutti. Dave voleva fermare il tempo e stare per sempre in silenzio e senza la sua famiglia, fino a quando non tirò un urlo fortissimo che silenziò tutto e tutti. A tutta voce disse alla famiglia ed agli amici che voleva vivere in un mondo tutto suo con un silenzio eterno e senza nessuno che lo potesse disturbare sempre. In lontananza si sentì solo il rumore dell'orologio della mamma che continuava a ticchettare. Dave si avvicinò e lo tirò con tutta la rabbia e potenza che aveva in corpo sul pavimento. Si sentì molto strano. Si girò e vide tutti immobili e silenti. Dave pensò che era uno scherzo e ci rise su, ma dopo un minuto che nessuno parlava o batteva gli occhi si era accorto che il suo desiderio si era avverato. Era chiuso in un mondo tutto suo, dove nessuno parlava, si muoveva o lo disturbava.
Alessandro Germani
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"Bye bye connessione"
Racconto di fantascienza
bye bye connessione
Era l'anno 2300 e in una città tecnologica, in cui ogni cittadino aveva un telefono che poteva essere utilizzato come elettrodomestico, viveva la famiglia Bandi, persone molto strane conosciute da tutti. Un giorno decisero di fare una vacanza, mentre si dirigevano verso l'aeroporto, sentirono alla radio che la ditta di telefonia aveva messo sul mercato un nuovo smartphone con le sembianze di robot e con funzioni nuove. I ragazzi presi dall'euforia convinsero i genitori ad annullare la gita e ad andare alla presentazione di questo nuovo prodotto. Arrivati sul posto si accorsero che qualcosa non andava: i robot si erano ribellati e cercavano di intrappolare le persone con l'obiettivo di estinguere l'essere umano dalla faccia della Terra. Nel giro di poche ore i robot avevano preso possesso di diverse zone della città e solo alcune famiglie erano riuscite a scappare rifugiandosi nei boschi dove non c'era la connessione internet e così non potevano essere localizzati. La tecnologia quindi non era più a favore delle persone e l'unico modo per difendersi dai robot era andare alla fabbrica degli smartphone e sconfiggere l’artefice di questo disastro. La famiglia Bandi aveva capito che chi comandava i robot in realtà era il loro vecchio telefono che per vendicarsi di essere stato sostituito voleva prendere possesso del pianeta. Gli umani, che non erano stati ancora aggrediti, trovarono degli oggetti per poter distruggere i robot non ancora attivi ed anche spegnere la fonte di energia di cui si alimentava il loro capo ed a disinstallare il server principale provocando così un cortocircuito che distrusse tutti i telefoni. Da quel giorno la città decise di non usare mai più la tecnologia telefonica ma solo gli elettrodomestici che erano in uso da sempre.
Davide Morelli
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racconto fantasy
Disegno di G eta B ogi
pagina 52
-fantasilandia S.Raciti
-cristina, la principessa che ha imparato ad amare G.Bianchi
-giulia, gine ra e un cespuglio E.Raciti
-l'isola misteriosa E.Di Blasi
-il libro magico G.Diana
-la grande gemma G.Filippi
-oltre l'arcobaleno M.Bonucci
-super pig: un inaspettato supereroe A.Di Blasi
-il re mal agio S.Cosentino
pagina 53
Racconto fantasy
"Fantasilandia"
fantasilandia
C’era una volta nel lontano 3333 una città di nome Fantasilandia. In questa terra vivevano tanti abitanti, dico tanti perché in realtà non si può sapere bene il numero esatto e il motivo è molto semplice, perché tanti si potevano vedere ma tanti altri erano invece invisibili e quindi per questo motivo non si riusciva a contarli. In questa città gli abitanti erano quasi tutti giovani, perché qualche secolo prima era stata inventata la pozione magica dell’immortalità, anzi, a dire il vero, non esisteva una terra e un aldilà, esisteva soltanto Fantasilandia. Un mondo fantastico dove tutti gli abitanti erano contenti, tranne qualche brontolone di natura, che non si rassegnava al fatto che non c’era niente per cui stare male ed essere infelice. Tutti vivevano per l’eternità e per questo era sciocco stare male o litigare e lottare l’uno contro l’altro, quindi si poteva soltanto essere amici e stare bene insieme. Gos e Tom, erano due compagni di
scuola e amici fin dalla loro nascita. Gos e Tom in realtà erano i
diminutivi di Ghost e Phantome, questi erano i loro veri nomi. I due amici erano cresciuti insieme, giocavano sempre nel labirinto spaziale e sui missili acrobatici, una specie di parco giochi spaziale elastico e soffice come una nuvola, dove puoi saltare e volare a chilometri di distanza, tornare giù, rimbalzare e non farti male. Tom e Goss andavano alla scuola dei superpoteri in areobici, per le strade del cielo. Fin da piccolini Goss e Tom avevano un desiderio, quello di liberare tutti gli abitanti dall’invisibilità. Fu così che un giorno Goss e Tom dopo aver a lungo fatto esperimenti su esperimenti, finalmente riuscirono a progettare la macchina misteriosa che riusciva a far tornare visibili. Gli abitanti di Fantasilandia infatti, non è che fossero nati invisibili, ci diventavano nel momento in cui erano tristi di vivere la loro vita. A Fantasilandia nessuno doveva stare male ed il motivo era molto semplice, tutti erano in salute, c’era ricchezza per tutti, era un mondo pulito, pieno di alberi, tutti avevano da bere, da mangiare, una bella casa dove dormire, non mancava proprio niente; quindi era proprio una cosa sbagliata quella di essere tristi e di lamentarsi e volere qualcosa di più, quando in realtà non gli mancava niente, Sofia Raciti
54
"Fantasilandia"
Racconto fantasy
avevano già tutto, solo che non se
ritornare visibili. Si, perché in
ne rendevano conto. Quando
realtà chi era diventato invisibile,
questo accadeva, allora arrivava la
non era tanto contento che
magia dell’invisibilità. Una mattina
nessuno lo vedesse. Era bello
tutte quelle persone che erano
vedersi, salutarsi e stare bene
tristi della loro vita si svegliavano
insieme e con l’invisibilità questo
e... “Puff!!!”, erano diventati
non era possibile.
invisibili. Fu proprio per questo
Prima di usarla così Goss e Tom
motivo che Goss e Tom avevano
raccomandarono a tutti di stare
deciso di inventare la macchina
attenti a come vivevano la loro vita
misteriosa.
e fecero questo avviso:
Fino a quel momento nessuno
ATTENZIONE MACCHINA DELLA
sapeva ancora dell’esistenza della
VISIBILITÀ. SI PUÒ’ AVERE UNA
macchina e Tom e Goss erano stati
SOLA OPPORTUNITÀ. Questo
gli unici ad averci pensato.
avviso serviva a non far
Avevano avuto l’idea leggendo dei
commettere mai più di nuovo
libri della biblioteca stellare, dove
questo errore.
erano custoditi i milioni di
Fu così che tutti gli abitanti di
miliardi di libri delle magie
Fantasilandia riuscirono ad essere
dell’universo. Dentro a uno di
visibili e furono tutti felici e
questi libri c’era anche una specie
contenti.
di mappa per trovare una macchina simile a quella che avrebbero voluto costruire loro, solo che non era la macchina dell’invisibilità ma la macchina della felicità e per costruirla più o meno ci volevano le stesse cose. Andarono a cercarla e la trovarono in una grotta. Scoprirono, studiando i vari meccanismi che questa macchina si poteva usare solo una volta per ogni persona. Grazie al ritrovamento di questa macchina e ai loro progetti di anni di studi intergalattici e magici, riuscirono a costruire finalmente la macchina della non invisibilità. Avvertirono così tutti che finalmente si poteva
Sofia Raciti
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Racconto fantasy
"Cristina, la principessa che ha imparato ad amare"
CRISTINA, LA PRINCIPESSA CHE HA IMPARATO AD AMARE...
Dopo una g ande delusione d'amo e, C istina cu a le sue fe ite cavalcando, non av ebbe mai pensato di iusci e ad innamo a si nuovamente. C’era una volta una principessa di nome Cristina, lei non aveva mai mostrato un sentimento d’amore nei confronti di nessuno. Era una ragazza fredda, non si fidava delle persone, ma quando lo faceva, esponeva anche la parte più fragile di sé. Solo una persona la conosceva veramente, Meri, la sua migliore amica. Meri, conosceva il suo passato, era la sola a capire Cristina, perché anche lei un po’ assomigliava all’amica. Erano inseparabili. Cristina appariva severa e insensibile, ma era solo una corazza che lei stessa si era costruita, per evitare di essere ferita. Un giorno, dopo una delle sue avventurose cavalcate a bordo del suo unicorno Fel, incrociò lo sguardo un un ragazzo, che stava portando il suo unicorno nel box. Non ci diede peso, era troppo impegnata a sistemare la sua attrezzatura. Passarono diversi giorni, e incrociare Alex nelle scuderie del palazzo, era diventata un’abitudine, ed ogni tanto ai due piaceva cavalcare insieme,passione condivisa da entrambi. Erano come compagni di volo, uno aiutava l’altro nel bisogno, erano arrivati al punto di essere uno il riferimento dell’altro. Alex fu il primo uomo con cui Cristina si confidó, lei si fidava di lui. Arrivó un giorno in cui Alex decise di compiere un passo molto importante: chiese a Cristina di diventare la sua ragazza. Cristina accettó subito, cosa che non era da lei, infatti, quando doveva compiere decisioni importanti si confrontava sempre con Meri. La storia d’amore tra Alex e Cristina durò ben 3 anni, nessuno avrebbe mai pensato ad una eventuale rottura. Per Cristina non era facile compiere decisioni importanti, a causa del suo carattere, ma questo accadeva sempre, tranne mentre cavalcava a ca
Ginevra Bianchi
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Racconto fantasy
Cristina, la principessa che ha imparato ad amare
cavallo di Fel. Cavalcare era la
piccole Cascate. Arrivò il momento
prima cosa che nella sua vita la
di varcare la porta di quella grande
fece stare veramente bene, aveva
sala che gli avrebbe uniti per
un dono per questo. Mentre
sempre...
sfiorava le nuvole, ed il calore del
Alex l’aspettava, l’aspettava con
sole si faceva sempre più caldo lei
ansia, ma dopo quindici minuti
stava sempre meglio, ogni sua
ormai passati ad aspettare capì che
preoccupazione, emozione
Cristina non era pronta a tutto
negativa, paura, in cielo spariva, la
questo, lei non era mai stata tipo
abbandonava. Purtroppo, si
da queste cose. Lui lo capì troppo
scatenò una guerra magica e
tardi. Allora decise di percorrere
Cristina e Alex si dovettero
indietro la navata da solo, apri la
arruolare. Entrambi videro morire
porta e lì fuori c’era Cristina,con le
numerosi guerrieri, ma questo non
le lacrime che stavano per
li divise. Quando tornarono al
percorrere le sue guance, e Mary
castello, anche se la guerra non era
che la incoraggiava ad andare
ancora terminata, Alex decise di
avanti, raggiungere Alex. Ma
fare un altro grande passo:
niente, non riusciva a farlo, era
chiedere a Cristina di sposarlo.
tutto quello che voleva il suo
Quando Cristina venne a sapere la
cuore, ma il suo corpo la
notizia ed Alex inginocchiò davanti
respingeva. Alex un po’ offeso e
a lei, non ebbe altra scelta che dire
con il cuore a pezzi se ne andò
di sì. Il cuore, per la prima volta,
dicendo “ti capisco, sono stato
gli aveva dato un’indicazione su
troppo frettoloso, mi dispiace”.
quello che voleva o doveva fare. La
Cristina scoppiò in lacrime, e
madre di Alex aiutò Cristina a
Mary, come sempre, dovete
prepararsi per il matrimonio, la
consolarla per giorni e giorni. Alex
sposa non era tipa da cerimonie in
non si fece più vivo e Cristina
grande, grandi matrimoni, regali,
decise di continuare la sua vita
colori, e tutto quello che si può
normalmente. Passato il
definire “perfetto” per un
periodo di “crisi”, Cristina e Mary
matrimonio. Lei non era così, ma
iniziarono a scherzare su questo
accettò tutto questo solo per Alex,
argomento, finalmente Cristina
solo per amore nei suoi confronti.
stava bene. Gli anni passarono, lei
Il matrimonio era magico, pieno di
continuava ad essere felice, finché
colori, la magia si poteva trovare
non incrociò uno sguardo in quella
anche nelle piccole cose: il
stessa scuderia...
cioccolato usciva magicamente dai
Lo sguardo di un ragazzo di nome
fiori posti sui tavoli come delle
è George, anche lui amava
Ginevra Bianchi
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Racconto fantasy
"Cristina, la principessa che ha imparato ad amare"
cavalcare gli unicorni, diventeranno buoni amici, stessa storia come con Alex, ma Cristina non se ne rendeva conto. I giorni passarono iniziano a conoscersi meglio a comprendersi e a volersi bene. Anche loro ebbero una storia d’amore, ma differente da quella con Alex. Prima di fidanzarsi, Cristina disse a George che sarebbe stato impossibile amarlo pienamente, come lui avrebbe fatto con lei, e decise di raccontargli del suo passato con George, disse che Alex, quando se ne andò, portò via con sé un pezzo di lei, una parte del suo cuore, della sua lucidità, un vero e proprio pezzo di lei, che ancora oggi sente mancare. Prima di rispondere “Si!” alla proposta di George, Cristina gli chiese di non portargli mai via un pezzo di sé. George comprese pienamente, insieme ebbero una storia d’amore bellissima, si sposarono e Cristina riuscì ad affrontare questo grande passo nella sua vita per la prima volta, era matura. Cristina capì che per amore se vengono fatti sacrifici è giusto, ma vanno fatti secondo la propria felicità.
Ginevra Bianchi
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Racconto fantasy
"Giulia, Ginevra e un cespuglio"
GIULIA, GINEVRA E UN CESPUGLIO
Ogni sera la signora Giovanna, anziana e sola, passeggiava nel parco con il suo cane Oliver, e incontrava spesso una coppia di amiche, Giulia e Ginevra. Anche quella volta la signora Giovanna scambio qualche parola con loro, e tutto sembrava nella normalità anche se la signora percepì una strana sensazione, come se stesse per accadere qualcosa di terribile. Non diede molto importanza alla cosa e salutò le giovani amiche, tornando a casa, la brutta sensazione rimase. La sera successiva, tornata al parco per la sua passeggiata, subito notò l’assenza delle due amiche. Preoccupata, si mise a pensare. Per altri giorni, ogni sera, la signora Giovanna le cercò durante il suo tragitto, ma non le trovò. Passando vicino ad un'edicola, comprò un giornale locale e scoprì che le giovani amiche erano scomparse, spariti proprio poco dopo averla incontrata al parco qualche giorno prima. Erano già in corso le indagini, ma la polizia non aveva ancora scoperto nulla. La donna rimase sconvolta dalla notizia: pensò di andare dalla polizia, ma era confusa e dubbiosa, così decise di continuare la sua passeggiata e ritornò al parco con il cane. Sentì il desiderio di appoggiarsi all’albero dove ogni sera si fermavano a chiacchierare le giovani amiche, ma una volta arrivata, vide che l’albero non c’era più. In quel punto al suo posto era cresciuto un cespuglio. La signora Giovanna rimase molto perplessa e, pensò, Giovanna si accorse che in realtà erano due cespugli uno appiccicato all’altro, erano Giulia e Ginevra. Non credeva ai suoi occhi... Le due amiche sarebbero state così unite per sempre, e la loro amicizia sarebbe stata custodita in eterno in quel parco. Giovanna tutte le sere passeggiava e ripassava vicino a quel luogo, sapendo dentro di sé che quei cespugli fossero in realtà ragazze scomparse.
Emma Raciti
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Racconto fantasy
"L'isola misteriosa"
l'isola misteriosa
Jesse era
una ragazza di 24 anni era mora abbastanza alta di corporatura
snella,amante dell’avventura e ogni giorno cercava nuove avventure. Un giorno Jesse partì per un viaggio con la sua squadra: Marc era il capitano della nave, Miriam era il genio della situazione e poi Josh che aveva paura di tutto. Mentre erano in viaggio la nave finì il carburante e quindi dovettero fermarsi in un isola. Arrivati all’isola scesero subito e cercarono qualcosa per il carburante, quindi entrarono nella spaventosa foresta che era subito dopo l’incantevole spiaggia. I quattro ragazzi si divisero per vedere se avrebbero scoperto qualcosa di più. Jesse andò a dritto, Miriam andò a destra, Marc andò a sinistra e Josh rimase alla nave perché non voleva andare nella foresta. Jesse si addentrò per prima nella spaventosa foresta e dopo ore di cammino raggiunse una pianura enorme. Quella pianura non era come le altre perché lì c’erano unicorni di tutti i tipi da quelli con il corno lungo a quelli con le ali. Lì non c’erano solo unicorni ma anche folletti ed elfi. Quando Jesse torno dagli altri a dire cosa aveva visto, tutti vollero vedere. Arrivati nell’immensa distesa verde Josh disse:- “ è sempre stato il mio sogno diventare amico di unicorni, elfi e folletti”- e Miriam concordò con Josh. I quattro amici si avvicinarono lentamente agli unicorni e dopo poco presero confidenza e gli cavalcarono, dopo parlarono con elfi e folletti e quando pensarono che questo era il pomeriggio più bello della loro vita, un ciclope enorme e molto affamato si avvicinò,tutte le creature magiche scapparano o si nascosero perché il ciclope veniva solo ed esclusivamente per farsi uno spuntino, I quattro ragazzi decisero di nascondersi tra gli unicorni, sfortunatamente il ciclope aveva l’olfatto molto elevato e sentì l’odore dei ragazzi, così iniziò a cercarli per farci una bella e gustosa merenda. Josh andò subito nel panico e quando il ciclope scoprì dove si nascosero iniziò ad urlare come una
Emma Di Blasi
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Racconto fantasy
"Lisola misteriosa"
femminuccia e gli amici iniziarono a guardarlo, il ciclope iniziò a rincorrere e i ragazzi non avevano speranze contro un enorme ciclope, così i nuovi amici vollero aiutarli quindi gli unicorni fecero salire sopra, e iniziarono a volare Jesse e gli amici erano felici anche se Josh stava per morire dalla paura. Arrivarono nel nascondiglio dove elfi folletti e unicorni si nascondevano dal ciclope. Passarono il resto della giornata a pianificare un piano per uccidere il ciclope. Dopo aver pianificato il piano dovettero creare una trappola. Il piano consisteva nel scegliere una esca che avrebbe portato il ciclope nella trappola e poi l’avrebbero ucciso. Ora bastava trovare un esca adatta alla situazione così Jesse si offrì per essere l’esca. Così il giorno dopo effettuarono il piano e funzionò alla meraviglia e come i primitivi gli elfi e i folletti iniziarono a lanciare delle lancie fino a che non morisse, dopo la morte del gigante le magiche creature fecero un dono a tutti chiedendo cosa era la cosa che desideravano e tutti in coro risposero RITORNARE A CASA così esaudirirono il desiderio e ritornarono a casa. Jesse e i suoi amici non si scorderanno mai della loro avventura.
Emma Di Blasi
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Racconto fantasy
"Il libro magico"
Il libro magico
Era il 7 Luglio del 1985,
Alfredo era andato in libreria per comprare un libro da
leggere dato che poi avrebbe dovuto farci un lavoro per la scuola. Appena entrato vide la vastità di libri che stavano dentro quella struttura: c’era l’imbarazzo della scelta ,ma il suo occhio cadde subito su un libro particolare che si chiamava “ Il mondo inesistente”. Alfredo senza dubbio prese quello e corse subito al bancone per chiederlo in prestito. Arrivò subito a casa, aprì la porta di casa e si buttò sul letto con libro con sé, pronto a leggerlo. Lesse subito il primo capitolo come niente, passò subito al secondo ma arrivò ad un certo punto che non vedeva più le parole da leggere, non sentiva più il libro nelle sue mani, era come se stesse svanendo. Poco tempo dopo venne catapultato in un “ mondo inesistente”. All’inizio pensava di avere le allucinazioni ma, poi, si rese conto che era dentro il libro, proprio nel punto che stava leggendo prima di essere teletrasportato. La prima cosa che notò fu che tutto intorno a lui era molto diverso da quello che di solito viveva sulla Terra: tutti erano amici gli uni con gli altri, non c’erano discriminazioni né guerre. Di diverso c’era anche molto altro: Il mondo era tutto a colori, le persone assomigliavano a pupazzi, mostriciattoli, maghi, orchi, gnomi e moltissima altra gente del genere, tutti in pace e fratellanza fra di loro. Alfredo andò da un pupazzo e gli chiese come si potesse uscire e tornare nel mondo normale. Il pupazzo con sgarbo gli disse”- E’ molto difficile uscire devi andare sulla montagna più alta che esista. Lì sopra troverai il saggio che ti dirà come uscire. Dicono che devi superare delle prove una più difficile dell’altra”. Alfredo si spaventò e ansimò per un secondo ma poi si fece coraggio, ringraziò il pupazzo e iniziò il suo cammino per il grande monte. Un paio di giorni dopo era distrutto dalla fatica e dalla stanchezza ma non poteva mollare perché era alimentato da una grande voglia di tornare a casa e alla normalità di tutti i giorni. Più camminava più sembrava che il monte si allontanasse. Riuscì ad arrivare ai piedi del monte ma la fatica non era ancora finita visto che doveva salire in cima. Gregorio Diana
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Racconto fantasy
"Il libro magico"
Iniziò a salire ma, purtroppo ,solo
prova consiste nello sfidare uno
quando arrivò a metà vide che
pseudo gladiatore romano ma con
accanto alla montagna c’era una
armi vere”. Alfredo si domandò:-
scala mobile che ti portava fino in
Ma non era un mondo pacifico?- E
cima. Alfredo fece finta di non
il vecchio ,leggendogli nella mente
averlo visto, per dare un senso a
,gli rispose:- solo in queste prove
tutta la sua fatica che
sono consentite queste armi-.
,altrimenti,sarebbe andata
Iniziò lo scontro e il giovane era
sprecata. Arrivò in cima che gli
subito in svantaggio rispetto al suo
mancava il fiato, si sentiva morire.
avversario. Ma col suo ingegno
Appena riprese fiato si alzò in piedi
riuscì a fare uno sgambetto allo
e vide una figura gigantesca con
pseudo gladiatore mandandolo a
una barba molto lunga e grigia: era
terra e puntandogli la spada sul
il saggio. Il saggio guardò il
collo in segno di vittoria.Il giorno
giovane con pena nei suoi
dopo il saggio gli annuciò la terza
confronti . Alfredo era curioso di
prova che consisteva nell'aiutare
sapere il motivo per cui era dovuto
tutte le persone che vivevano nel
andare fin da lui ma, pochi
paesino vicino alla montagna in
secondi dopo, lo capì. Infatti, senza
meno di un ora e mezzo. Alfredo
che il giovane gli chiedesse nulla,il
senza pensarci due volte corse
Saggio gli disse che avrebbe dovuto
subito nel villaggio ed aiutò tutte
superare cinque prove sempre più
le persone che erano nel suo
difficili .“ La prima prova che
campo visivo il più velocemente
dovrai affrontare sarà quella di
possibile. Tutte le persone lo
salire e scende per ben cento volte
ringraziarono e lui altrettanto.
tutto il monte con un tronco di
Finita l’ora e mezzo aveva aiutato
legno sulle spalle”. Alfredo si
tutte le persone del villaggio. Era
riposò un bel pò prima di iniziare
felice perché è così che si sente
quella difficilissima e stremante
una persona che aiuta gli altri. La
prova. Arrivato a quindici
quarta prova consisteva nel
ripetizioni non aveva più fiato né
combattere contro un orco. Contro
forze in corpo. Ma ancora una
di lui non poteva usare le stesse
volta fu alimentato dalla voglia di
mosse che aveva usato contro il
tornare alla vita di tutti giorni.
gladiatore; allora escogitò un
Riuscì ad arrivare alle novanta
piano: mentre l’orco lo attaccava
ripetizioni; non ce la faceva più
lui avrebbe schivato il colpo e
ma, comunque ,la finì. Il saggio gli
avrebbe contrattaccato così che,
disse”- Bene adesso la seconda
mentre l’orco era
Gregorio Diana
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Racconto fantasy
"Il libro magico"
disorientato,avrebbe iniziato a colpirlo ripetutamente senza pietà fino alla sua sconfitta. Questo piano lo portò alla vittoria e si chiese quale fosse l’ultima prova e il saggio gli disse “- Devi volare verso la libertà” .Alfredo sapeva che era impossibile ma ci provò lo stesso, si concentrò moltissimo e vide che piano piano riusciva a sollevarsi da terra ,sempre di più. Arrivato a levitare si chiese quale fosse la libertà, ma visto che questo mondo era molto strano fece come per volare; si concentrò e si risvegliò sul suo letto con il libro fra le mani. Andò alle ultime pagine in cui c’era scritto”- era inevitabile”. Lui ,come se niente fosse successo,decise di leggere fino alla fine il libro e si accorse che c’era scritta per filo e per segno la storia che aveva vissuto lui!
Gregorio Diana
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Racconto fantasy
"La Grande Gemma"
la grande gemma
Un agazzo t ova un piccolo elfo. Insieme devono iusci e ecupe a e la G ande Gemma pe salva e il mondo, combattendo anche con pe icolosi nemici. Un ragazzo era nel bosco per raccogliere la legna, stava sistemando il carro per tornare a casa quando a un tratto sentì qualcosa muoversi dietro un cespuglio. Prese una pala e con prudenza ci si avvicinò. Dal cespuglio uscì una creatura piccola, alta circa come un bambino, con la pelle azzurra, una tunica fino ai piedi e due antenne sulla testa. La creatura si presentò dicendo: “Ciao mi chiamo Bibu, hai mica un po’ di acqua e del cibo per me? Bibu ha tanta sete”. Il ragazzo gli diede un pezzo di pane e ancora un po’ scioccato rispose:” Piacere Bibu io sono Ryan.” e un po’ imbarazzato continuò:”Ehm, scusami ma perché sei blu?”. La creatura con tono tranquillo rispose:”Perché vengo da un pianeta parallelo al tuo. Ti chiederai perché sono qui? Beh ho una missione speciale: nel nostro mondo è stata rubata la Grande Gemma, una pietra magica che tiene in vita il pianeta. Si pensa che sia stato l'Uomo del male a farlo, ma non è certo. Il problema è che senza la gemma il mio mondo si secca, non crescono più le piante e si prosciugano i fiumi e i mari. Il Consiglio degli Anziani ha deciso di mandare qualcuno a ricercare la gemma, e sono stato scelto io. Quindi ti prego aiutami o tutto il mio mondo morirà”. Il ragazzo gli chiese se aveva qualche indizio e la creatura rispose che gli era stato dato solo un biglietto con scritto "aquile". Lui l'aveva interpretato come "segui la direzione delle aquile" e così era comparso lì. Allora i due amici si misero in marcia e appena videro un’aquila la seguirono. Quando arrivò il buio i due si costruirono un riparo con la legna, accesero il fuoco e la mattina si misero nuovamente a seguire le aquile. Passarono i giorni e la creatura era sempre più debole e stanca finché un giorno il piccolo elfo morì.
Giulia Filippi
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Racconto fantasy
"La Grande Gemma"
Il ragazzo era disperato, non
Fortunatamente proprio in quel
sapeva più cosa fare senza il suo
momento dallo zaino del ragazzo
amico e alla fine decise di
si vide uscire una luce e
continuare da solo il viaggio
successivamente l’elfo spicco in
seguendo le aquile. Finché, un
cielo, la gemma gli aveva ridato la
giorno, gli venne in mente una
vita! Poi atterrò nella grotta e
montagna chiamata La Grande
pronunciando e eseguendo un rito
Aquila. Anche se era molto lontana
del suo popolo fece aumentare il
decise di partire e andare ad
bagliore della Gemma e uccise
esplorarla. Dopo giorni di viaggio
l’Uomo del Male che temeva la
finalmente arrivò ai piedi del
luce. Il ragazzo, ancora un po’
monte e, giorno dopo giorno, lo
accecato dal bagliore, abbracciò
scalò tutto fino ad arrivare in cima.
Bibu. Era molto contento: aveva
Il panorama era spettacolare ma
ritrovato il suo compagno di
lui non si concentrò su quello: non
avventura e insieme erano riusciti
voleva distrarsi dal suo obiettivo.
a recuperare la Grande Gemma. I
Si sporse verso il centro che era
due partirono insieme per tornare
cavo e intravide qualcosa luccicare
nel mondo parallelo di Bibu e
di azzurro. Era la Grande Gemma!
consegnare l’oggetto magico al
Così, con molto coraggio decise di
Consiglio degli Anziani. In questo
calarsi per prenderla. Quando se la
modo riuscirono a salvare tutto il
ritrovò davanti il bagliore quasi lo
pianeta degli elfi.
accecò, Ryan prese la gemma e la mise nello zaino insieme al suo amichetto ormai morto. Stava per risalire la montagna quando vide delle ombre aggirarsi vicino al lui. Improvvisamente sentì una voce:” Ehi tu ragazzino! Cosa stai facendo? Stavi rubando eh? Ridammi la mia gemma o me la prenderò da solo! Sarà meglio per te che tu me la dia altrimenti insieme alla gemma qua ci rimarrai anche te!” Era l’Uomo del Male. Il ragazzo era impaurito e non sapeva cosa fare.
Giulia Filippi
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Racconto fantasy
"Oltre l'arcobaleno"
oltre l'arcobaleno
Clai e, una piccola bambina dalle lunghe t ecce, stava facendo una passeggiata nel bosco vicino a casa di suo nonno, fino a quando qualcosa di inc edibile le fece inizia e una nuova avventu a. Claire stava facendo una passeggiata con i suoi genitori in un bosco vicino la casa in campagna di suo nonno, che quel giorno aveva invitato lei e tutto il resto della sua famiglia per festeggiare il compleanno della nonna Marie. Iniziò a saltellare, prima su una roccia del sentiero, poi su un’altra, mentre cantava una canzoncina allegra. “Claire! Attenta! Aspettaci!” Iniziò a gridare suo padre. Claire era una bambina di quasi otto anni, e la sua caratteristica principale era la curiosità. Aveva lunghi capelli biondi ondulati, che teneva raccolti in due lunghe trecce. Aveva gli occhi azzurri e le lentiggini, che ricoprivano la parte superiore delle sue guance rosee. Sua mamma Sarah e suo padre Charlie la raggiunsero, correndo, visto che la figlia saltava molto velocemente. I tre, ormai mano nella mano, iniziarono di nuovo a camminare normalmente, senza una meta precisa, ma con il piacere di stare in mezzo a tutta quella vegetazione. Dopo qualche ora la famiglia tornò nella casa del nonno. Insieme anche agli altri parenti mangiarono, si divertirono e scherzarono. Rimasero alla tavola da pranzo fino alle 15. “Claire, va in camera tua, devi riposarti. Oggi è stata una giornata pesante!” Disse Sarah. Ma Claire non voleva assolutamente riposarsi. Discusse con sua mamma. Claire voleva soltanto fare un’altra passeggiata nel bosco, ma i suoi genitori non lo permisero. Quindi, si chiuse in camera. Quando si accorse che i suoi parenti non erano vicini, Claire si alzò da quel piccolo letto, uscì dalla camera segretamente, ed andò ad avventurarsi nel bosco. Claire, all’improvviso, iniziò a non vedere più niente. Il cielo era stato coperto da quegli immensi alberi. Era completamente al buio. Solo un fascio di luce in lontananza illuminava un po’ il sentiero. Così, Claire iniziò a correre verso quel fascio. Più si avvicinava, più Margherita Bonucci
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Racconto fantasy
"Oltre l'arcobaleno"
diventava abbagliante. Ad un certo
però, fu una casetta, una casetta
punto diventò così abbagliante che
incastrata dentro al gigantesco
Claire dovette chiudere gli occhi.
tronco di un albero. Claire non
Ad ogni modo, continuò a
riuscì a trattenere la sua curiosità,
camminare. Il fascio di luce non
così entrò. All’interno della casa
c’era più. Tutti gli alberi attorno a
c’erano un centinaio di scaffali e
lei erano scomparsi. Sentiva solo
mensole di diverso tipo con delle
molto vento tra i capelli, e una
ampolle di vetro appoggiate sopra.
sensazione di leggerezza, come se
Il liquido delle pozioni era per
stesse volando. Allora abbassò lo
ognuna diverso, e alcune
sguardo verso i suoi piedi. Sotto di
sbrilluccicavano. Si voltò
lei c’era come un nastro, colorato
improvvisamente. Aveva sentito
con i colori dell'arcobaleno. Si
dei rumori. Sobbalzò. Dietro di lei
fermò per un secondo. Era
c’era una piccola creatura, verde,
impaurita. Forse si stava
con delle orecchie enormi, e un
immaginando la sua situazione.
naso piccolo. Era molto magra.
Ma pensò che sarebbe stato troppo
“Chi sei tu? Perché sei qui? Non ti
strano e surreale. Quindi, continuò
ho mai vista nel villaggio!” Le
a camminare. “Forse dovrei vedere
disse la piccola creatura. “Io sono
se c’è qualcosa sotto di me...”
Claire. Ero a casa di mio nonno in
Pensò. Dopo qualche minuto, si
campagna, e ad un certo punto
girò di scatto, e vide quell’enorme
sono stata trasportata qua dentro
prato sotto di lei, compreso il
attraverso un gigantesco
piccolo bosco e la casa di suo
arcobaleno, che sembrava quasi
nonno a moltissimi metri di
senza fine! Mia mamma potrebbe
distanza. Allora iniziò a correre,
entrare in camera mia da un
pensando che così l’incubo si
momento all’altro, e se non mi
sarebbe concluso. Invece, non fu
vedesse sarebbe un bel guaio per
così. Anzi, dopo aver corso la
me! Aiutami a tornare a casa!”
bambina dai lunghi capelli biondi
Allora anche la piccola creatura si
si trovò in un mondo
presentò: “Ciao! Io sono un goblin,
completamente diverso dal mondo
il goblin del villaggio, e questo è il
in cui noi tutti viviamo. La
posto in cui io e altri miei amici
vegetazione, quindi tutti gli alberi,
goblin viviamo! Il mio nome è
i cespugli, i fiori, erano
Gocrog. E non preoccuparti della
completamente differenti. Alcuni
tua famiglia adesso, perché quando
alberi erano a testa in giù, altri
entri qui dentro il tempo là fuori si
erano di colori simili al rosa e al
blocca. Almeno così mi hanno
celeste. La cosa che più la colpì,
detto! Infatti, noi goblin di questo
Margherita Bonucci
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Racconto fantasy
"Oltre l'arcobaleno"
mondo non possiamo uscire fuori
diverse. Ogni zona era più o meno
perché, anche se adesso ti può non
grande come il salotto della casa
sembrare, siamo piccolissimi,
del nonno di Claire, bisogna però
piccoli quanto un mignolo umano,
immaginarci le case alte tre volte
e sarebbe molto pericoloso, perché
un nostro mignolo.
ci potrebbero calpestare da un
Erano tutti dei goblin molto
momento all’altro.” “Questo è così
accoglienti: quando Claire entrò
surreale! Ma anche fantastico!
nelle varie zone tutti gli offrirono
Spero non sia un sogno.”
torte, pasticcini, ma anche bibite,
“Tranquilla, non è un sogno”,
vari tipi di pizza e molto pane. Le
disse il goblin, riprendendo il
offrirono anche un posto dove
discorso. “Vorrei avvertirti, però,
sedersi, per osservare la bellezza
subito di una cosa: il villaggio è in
del paesaggio attorno a lei.
pericolo, per colpa degli orchi, che
All’entrata di ogni zona, il goblin
vogliono prendere tutti i nostri
iniziava a descrivere tutto quello
tesori e distruggere il villaggio. Noi
che c’era intorno a loro: “Iniziamo
non abbiamo fatto niente di male,
dalla zona del villaggio centrale:
ma loro ci incolpano dicendo che
qua vivono i goblin villaggeri,
abbiamo costruito il nostro
ovvero i goblin più saggi come me,
villaggio nel loro territorio, e che
che preparano i pasti per ogni
quindi serve denaro per ricostruire
zona, sistemano le varie abitazioni,
ciò che era loro. Tra l’altro, visto
annaffiano le piante, danno il cibo
che pensano che sia colpa nostra,
agli animali, scrivono storie per
vogliono che gli orchi siano al
poi raccontarle a tutti intorno al
comando pure sul regno dei goblin,
fuoco. In questa zona siamo il
il che ci toglierebbe ogni libertà.”
doppio rispetto a tutte le altre
“Tutto questo è assurdo!” “Lo so”,
zone, quindi siamo circa 70 goblin.
disse con voce preoccupata Gocrog.
Il mio braccio destro, che mi aiuta
“Pensa che veniamo attaccati dagli
in tutto è Togo.” Claire era
orchi da almeno tre anni, ma che
sbalordita. Era tutto così magico.
per fortuna non sono ancora
“In questa zona invece si trovano i
riusciti a portare via niente... ma
velocisti, ovvero i goblin che ogni
adesso ti mostro la nostra terra!
giorno nascondono ogni cosa più
Claire era emozionata. Era iniziata
preziosa per non farla prendere
la sua avventura, quell’avventura
agli orchi, ogni giorno in posti
che aveva sempre sognato. Il
diversi. Sono gli unici che possono
goblin iniziò a descrivere tutto il
uscire dal villaggio, e quindi
paesaggio. Il villaggio era diviso in
andare nel tuo mondo, ma soltanto
quattro zone, tutte completamente
per un’ora, perché poi il passaggio
Margherita Bonucci
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Racconto fantasy
"Oltre l'arcobaleno"
si chiude.” “Ma rispetto a voi
dovrai combattere stanotte,
villaggeri, i goblin velocisti
insieme a tutti gli altri guerrieri, se
lavorano pochissimo!” Disse
veramente sei così coraggiosa per
Claire. “Potrebbe sembrare, ma
farlo. Dovrai indossare questa
non è così.”
armatura, con sopra una giacca
“In questa zona, invece, abitano i
resistente e con uno stemma cucito
goblin cercatori e cacciatori, che
su essa per essere considerata una
quindi procurano a noi il cibo che
guerriera del nostro villaggio.
poi i goblin villaggeri
Inoltre, dovrai bere questo elisir,
cucineranno.”
che è un elisir di forza e potenza,
Mentre i due camminavano per
che ti porterà a sconfiggere un
andare in un’altra zona, Gocrog
orco con circa 10 colpi di spada. Gli
riprese a parlare: “Eccoci infine
orchi non sono così potenti come
all’ultima zona, in cui vivono i
sembra!”
goblin guerrieri, ovvero coloro che
Disse Togo, e mentre pronunciava
ci salvano dall’arrivo degli orchi
l’ultima frase, iniziò a ridacchiare.
ogni notte. Senza di loro il
“Ricordati, però, che l’elisir ha un
villaggio sarebbe già distrutto da
effetto che dura solo 10 minuti,
tempo!” “Tutto questo è
quindi usalo al meglio, e tienilo
incredibile!” Urlò Claire, mentre
sempre con te, perché ne ho solo
saltellava. Era così felice, così
uno per ognuno di voi guerrieri!”
tanto che non si immaginava che
“Poi, dovrai sempre tenere con te
cosa le avrebbero riferito più tardi.
questa spada, non toglierla mai
Improvvisamente un goblin
dalla tasca, potrebbe essere
guerriero andò da Claire, per
pericoloso.”
informarla di una notizia, che
Claire si allenò tutto il pomeriggio
forse non le sarebbe piaciuta più di
per ciò che la stava aspettando. Poi
tanto... “Ciao Claire. Io sono un
arrivò il momento. La battaglia era
goblin guerriero, e il mio nome è
molto confusionaria, gli altri
Nastal. Sono qui per chiederti
goblin non combattenti erano
gentilmente se vuoi aiutarci a
nascosti nelle case per la paura, e i
sconfiggere una volta per tutte gli
guerrieri andavano in contro agli
orchi.” Claire era spaventata. Non
orchi per combattere con ognuno.
sapeva cosa rispondere. Avrebbe
Con pochi colpi riuscirono a
potuto farsi molto male. Ma lei,
sconfiggere tutti gli orchi, che
anche se con voce tremolante,
quindi non vollero mai più tornare
accettò. Così, Nastal la portò da
nella terra dei goblin. “Grazie per
Togo, che iniziò a spiegarle tutto.
il tuo aiuto Claire! Senza di te non
“Osserva attentamente, Claire. Tu
avremo sconfitto gli orchi! Adesso
Margherita Bonucci
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Racconto fantasy
"Oltre l'arcobaleno"
torna a casa, e porta con te questo stemma come segno della nostra amicizia.” Claire tornò a casa segretamente, ed entrò nel suo letto. Guardò l’orologio. Erano ancora le quindici e un quarto. Il tempo si era veramente fermato quando era entrata nel fascio. Dubitò un secondo, poi guardò la sua mano. C’era lo stemma dentro. Sapeva che non era stato un sogno, e ne era felice di questo. Ma in quel momento era troppo stanca, quindi si mise subito a dormire, senza pensarci due volte. Era ancora contentissima di quello che era appena successo. Moriva dalla voglia di raccontare tutto ai suoi genitori, ma sapeva che avrebbe dovuto mantenere il segreto. Ma nella sua mente i ricordi non svanirono mai, nemmeno dopo una decina di anni.
Margherita Bonucci
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Racconto fantasy
"Super Pig: un inaspettato supereroe”
Super Pig: un inaspettato supereroe
Una volta in una piccola fattoria malandata c’era un maialino speciale e si chiamava Porky. Porky era un maialino molto piccolo, aveva la pelle di un rosa acceso ed aveva anche una macchia sul occhio sinistro di colore nero. La fattoria in questi ultimi tempi non ce la faceva a continuare perché gli affari andavano male, infatti un giorno arrivarono quelli della banca per dire al allevatore che doveva chiudere, perché non ce la faceva a pagare il mutuo. Quindi l’allevatore organizzò la fiera del “maiale day” che durava una settimana da Lunedi a Domenica, che consisteva nel giocare con gli animali, coccolarli ed altro, ci saranno anche le attività culinarie e piccole bancarelle, dopo la fiera il denaro che verrà raccolto che servirà per pagare il mutuo e se rimarrà qualcosa si userà per migliorare la fattoria. Passarono un po’ di giorni e inizio la fiera. Al inizio andava tutto molto bene, ma verso gli ultimi giorni non veniva più nessuno. Porky senti l’allevatore dire a quelli della banca che mancava poco per raggiungere la cifra da pagare per il mutuo, quindi a Porky venne un idea che poteva riuscire. Giovedì Porky andò nella foresta per chiamare altri suoi amici animali e chiederli se potessero venire alla fiera. Cosi Porky e gli altri animali entrarono nella fattoria ed andarono dentro i recinti per aiutare l’allevatore a raggiungere la cifra per il muto. Arrivò Domenica e arrivarono quelli della banca per vedere se avesse raggiunto la cifra, il contadino controllò e vide che c’erano abbastanza soldi per pagare il mutuo e per migliorare la fattoria. Cosi l’allevatore anche non sapendo cosa fosse successo per arrivare a quella cifra in pochi giorni migliorò la fattoria e pago il mutuo. Cosi tutti vissero felici e contenti da ora e in poi. GRAZIE A PORKY.
Alessio Di Blasi
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Racconto fantasy
"Il re malvagio"
il re malvagio
Tantissimo tempo fa, esistevano degli gnomi che vivevano in un grande villaggio pieno di capanne
fatte con tanti piccoli ramoscelli. Gli gnomi erano migliaia e
amavano le loro adorate casette. Il re degli gnomi era Almerino, un uomo anziano e molto saggio che si faceva sempre rispettare. Un giorno Almerino morì e gli gnomi diedero il trono a suo figlio ,Boveglio che era il contrario di Almerino, pensava solo a se stesso ed era pieno di crudeltà e malvagità,
infatti, tutte le persone che non
obbedivano ai suoi ordini venivano mandate al rogo. Un giorno Amelia, una giovanissima gnomo femmina piuttosto alta per essere uno gnomo, decise di porre fine al trono di Boveglio. Amelia riunì i suoi concittadini e incominciò a dire che se Boveglio fosse rimasto al trono avrebbe sicuramente creato solo caos e uccisioni. Amelia preparò un grandissimo esercito per combattere il re e i suoi seguaci. Dopo tantissimi giorni arrivarono da tutte le parti della vallata e si ritrovarono davanti a una grandissima villa. Entrarono e videro una grandissima casa, diversa dalle altre. Il portone era fatto di materiali molto rari. le stanze erano arredate con troni e tavoli di legno pregiato. Poi, giunsero nella stanza di Boveglio e lo trovarono sdraiato sul letto. Arrivarono subito le guardie del re che riuscirono ad imprigionare uno gnomo e Amelia che iniziò ad urlare fino a quando i re Boveglio non le diede ascolto. Gli raccontò della sofferenza in cui viveva il popolo e che nessuno era felice. Boveglio sbuffò e poi si guardò intorno: era circondato da spade e coltelli. Il figlio di Almerino si arrese e alzò le mani. Amelia arrestò Boveglio che non aveva più speranze. Così la ragazza gnomo divenne il nuovissimo re e fece delle regole giuste.
Stefano Cosentino
73
racconto giallo
pagina 74
-artur e il delitto sulla na e A.Domenici
-un delitto inaspettato M.Di Blasi
-il delitto scottante R.Sarri
-il giro d'italia G.Paggini
-l'assassino nell'ombra G.Diana
-il preside mascherato C. Laganà
-l'orologio D.Baroni
pagina 75
Racconto giallo
"Artur e il delitto scottante"
Artur e il delitto sulla nave
Il 23 Febbraio alle ore 12:30 Giulio,un modello di fama mondiale, salì sulla nave per Parigi. Salito sulla nave, venne accolto da una dozzina di giornalisti che gli fecero molte domande, ma lui non rispose a nessuna di queste perché era molto stanco e voleva andare a dormire nel suo camerino. Giulio prese l’ascensore e salì al terzo piano,il penultimo della nave. Il camerino era molto grande,il migliore di tutta la nave: aveva un letto matrimoniale, accanto un comodino, e vicino ad esso c’era una grande finestra con vetri doppi e molto difficili da spaccare; addormentò subito. Giulio possedeva due anelli d’oro sulla mano destra,un altro sulla mano sinistra d’argento con un grande rubino rosso fuoco, mentre sopra il polso sinistro un Rolex d’oro. La sera, dopo una bella dormita si svegliò e andò a cena,dove era da solo ad un piccolo tavolo nell'angolo destro del salone,il cameriere quando gli andò a chiedere che cosa volesse da mangiare, gli chiese anche un autografo. Giulio molto felice glielo fece e poi ordinò un piatto di riso nero, di secondo seppie con gli spinaci e come dolce una crostata ai lamponi. Giulio mentre stava tornando in camerino ripensò all’autografo che gli chiese il cameriere pensava che quella faccia gli fosse molto famigliare. Andò a letto pensando sempre chi fosse quell’uomo e dove l’avesse visto. Prima di addormentarsi si ricordò che quell’uomo era quello che gli andò a pulire la stanza. Giulio non diede molto peso a questa cosa, ma aveva un presentimento che quell’uomo l’avesse già visto anche da qualche altra parte, ma mentre pensava a questo si addormentò per l’ultima volta. Il mattino seguente Giulio era arrivato a Parigi e doveva sbarcare, Giulio però non usciva dal camerino,così quando la signora Maria gli andò a pulire la stanza trovò il corpo senza vita di Giulio steso sul letto. La signorina Maria diede l’allarme e il capitano chiamò la polizia e non fece 76 Andrea Domenici
Racconto giallo
"Artur e il delitto scottante"
scendere nessuno dalla nave.
derubato ma per altri motivi.
La polizia arrivata sul posto andò
Dopo un giorno di continue
subito nella stanza di Giulio e vide
indagini Artur decise di tornare sul
subito che Giulio era stato
luogo del delitto, come la volta
strozzato, perchè aveva dei lividi
successiva non vide niente ma per
sul collo.
fortuna era una giornata molto
La polizia chiamo l’investigatore
ventosa e la finestra accanto al
Artur che iniziò ad interrogare la
letto si aprì.
signora Maria.
Artur così capì che la porta era
Artur : “Signora Maria mi racconti
stata aperta e cercò di capire chi
cos’è successo?”
potesse essere stato?
Maria: “Io ho incominciato il mio
Artur chiese alla signora Maria se
turno alle ore 10:00 del
anche la mattina del delitto era
mattino,prima sono andata a pulire
stata aperta e lei gli rispose di si.
la stanza 123 quella dei signori
Artur andò per la terza volta dal
Martinez e poi sono andata nella
luogo del delitto, si affacciò dalla
124 del signor Giulio,appena
finestra e vide che il colpevole
entrata mi sembrava tutto apposto,
prima doveva aver aperto la
perchè niente era fuori posto, ma
finestra dell’intero, poi l’aveva
poi quando mi sono avvicinata al
richiusa per il momento con un
corpo di Giulio ho notato che era
pezzo di scotch e in fine si e calato
senza vita così ho avvertito il
dall’ultimo piano con una corda da
comandante”.
alpinista e dando una piccola botta
Artur: “Ha notato qualcosa di
sulla finestra chiusa con lo scotch,
insolito nella stanza, ad esempio la
lo scotch si spaccò e il colpevole
porta aperta la finestra rotta o
entrò nella stanza e strozzò Giulio
qualunque altra cosa che le poteva
nel sonno.Almeno questo è quello
sembrare sospetta o strana?”
che dedusse Artur.
Maria:”No, la porta era chiusa con
In quel giorno il corpo senza vita
le mandate e la finestra era
di Giulio venne portato a fare
chiusa.”
l’autopsia.
Artur: “Ok,grazie per ora.”
Dopo due giorni arrivarono i
Artur allora andò a ispezionare il
risultati che dicevano che Giulio
luogo del delitto, a prima occhiata
era stato ucciso con della droga che
non notò niente di strano a parte
aveva deglutito insieme a qualcosa
che il signor Giulio aveva ancora
di nero che però non era
tutti gli oggetti costosi su di sé,
riconoscibile a causa dei liquidi
così Artur dedusse che Giulio era
gastrici; e successivamente
stato ucciso non per essere
strozzato ma quando era già
Andrea Domenici
77
Racconto giallo
"Artur e il delitto scottante"
morto.
onfessare l’omicidio
Così Artur andò all’ultimo piano e
Artur:”Perché l’hai ucciso?”
vide un pezzo di carta,lo girò e vide
Massimo:”Io l’ho ucciso perché
che era un autografo con scritto
Giulio mi ha fatto lasciare dalla dia
“Al mio cameriere preferito Giulio”
fidanzata, perchè lui e la mia ex
Così Artur andò a interrogare tutti i
fidanzata si erano innamorati, e io
Camerieri.
questo non lo potevo accettare.”
Prima interrogò Matteo il cuoco
Artur riuscì a risolvere anche
Artur:”Conosci Giulio il modello?”
questo caso e Massimo venne
Matteo:”Non seguo il mondo della
condannato all’ergastolo.
moda, ma mi sembra che fosse l’uomo che anno trovato morto nel suo stanzino l’altra mattina” Artur:”Si, esatto; fai uso di droghe o stupefacenti?” Matteo:”No,io fumo e basta” Artur:”Ok,grazie” Artur capì che non era lui perché era stato sempre molto sincero e non avrebbe avuto il movente. Artur fece altri interrogatori,e venne fuori che ieri un cameriere era strano e fu proprio lui che andò a servire Giulio. Artur interrogò Massimo il cameriere che la sera prima aveva servito Giulio. Artur:”Ieri mi hanno detto che sei andato a servire Giulio la sera dell’omicidio?” Massimo:”Sì,sono andato a servirlo io.” Artur :”Sai di cos’è morto Giulio” Massimo:”Sì,è morto strozzato” Artur:”Come fai a sapere che è morto a causa di un soffocamento se non l’Abbiamo detto a nessuno? Sei te il colpevole,dimmi la verità.” Massimo a quel punto dovette
Andrea Domenici
78
Racconto giallo
"Un delitto inaspettato"
un delitto inaspettato Era una notte come le altre, Mary stava servendo ai tavoli del pub,” Cherrys” che si trovava sulla A36 del Kansas, finito il turno come le era usuale prendeva la spazzatura accumulata la sera stessa, e si dirigeva verso i bidoni, li aprì e trovò il compagno James, che giaceva senza vita con la gola tagliata e il corpo pieno di bruciature, Mary iniziò ad urlare e chiamo con velocità la polizia che si recò subito sul posto e isolò la zona. Il detective Collins era uno dei detective più famosi della zona si narra che avesse risolto casi quasi impossibili. La polizia iniziò gli interrogatori già dal mattino seguente, la prima sotto osservazione fu’ proprio Mary, essa affermava, che, la sera stessa James era andato ad un barbecue con il gruppo con cui giocava a baseball, aveva pranzato al pub e era partito verso le 3 di pomeriggio con il suo amico Marc, ed erano andati al campetto da baseball. La situazione era molto complessa , ma il detective aveva un sospettato, ed era proprio Marc, l’amico fidato di James, la cosa poteva sembrare strana, ma il detective che aveva imparato negli anni era che nulla era come sembrava. Il detective andò subito a casa di Marc, e lo trovo lì come se nulla fosse a fumarsi un sigaro. L’interrogatorio durò alcune ore, ma le prove non erano abbastanza, per metterlo dietro le sbarre. Passarono molte settimane dal caso ma non ci furono altri indizi, un giorno però, quando Mary era a casa, un signore di mezza età bussò alla porta, Mary li chiese chi fosse, ma la figura disse solo di sapere alcune cose sull’omicidio del suo compagno, Mary però era sospettosa e non voleva fare la stessa fine del suo compagno James, e quindi gli chiese di riferirle tutto su una email, e così fece. In essa c’era scritto che prima della morte di James che la macchina di Marc era stata avvistata sulla A35 vicina alla A36 dove poco tempo dopo si è trovato il corpo esanime di James. Mary riferì tutto al detective Collins, che ordinò ad una pattuglia di recarsi alla residenza di Marc, ma purtroppo non lo trovarono, era scappato. Il detective informo tutti i caselli che si trovavano in quella zona,
e gli disse di aver bisogno di tutte le riprese della telecamera dal giorno
dell’omicidio a oggi. Passarono alcuni giorni per controllare le riprese e nel giorno 12-03-2015, esattamente un mese dopo l’omicidio di James le telecamere avevano
79 Matteo Di Blasi
Racconto giallo
"Il delitto scottante"
catturato un istante in cui si intravedeva la macchina di Marc, con la targa AB36G78, e si dirigeva verso St. Louis, il detective avvisò la polizia di St. Louis, e infatti proprio pochi giorni dopo trovarono Marc in un vicolo del quartiere Mhelville, e che adesso era dietro le sbarre, e che lo avrebbero mandato con una pattuglia nel Kansas per l’interrogatorio. Marc arrivò alla centrale di polizia il 23-03-2015, e non seppe altro che confessare, disse che dopo il barbecue quando il resto del gruppo era andato via, James era rimasto con Marc per bersi un goccio di rum, ma la cosa andò troppo avanti e i due erano ubriachi, e si misero a litigare vigorosamente perché Marc si era innamorato di Mary dalla prima volta che l’aveva vista, e la voleva strappare a James, ma esso come prevedibile non era d'accordo e dato che la griglia del forno era ancora calda Marc perse la testa e lo butto sopra la griglia, e James si ustionò su molte parti del corpo, e allora Marc per smettere di farlo soffrire li tagliò la gola, e lo portò all’interno di casa sua, al mattino seguente Marc appena si riprese dalla sbronza, andò nel panico e decise di portarlo al pub visto che essendo un locale che l'affluenza di clienti era serale lo portò di mattina sperando che poi la colpa ricadesse su di Mary, ma non fù così e Marc finì dietro le sbarre per il resto della sua vita e così si chiuse il caso del delitto scottante. Riccardo Sarri
80
Racconto giallo
"Il giro d'Italia"
l'assassino nell'ombra Il 12 maggio 2020 iniziò il Giro d‘ Italia. Tutti i ciclisti si presentarono per la gara. Lo starter iniziò a elencare i concorrenti in gara, ma appena arrivò a Contador nessuno rispose. Lo starter lo richiamò e non avendo risposta proseguì. Quando finì l'elenco sparò in aria e i ciclisti partirono, Gli spettatori si domandavano perché l’atleta non si fosse presentato, essendo il concorrente più atteso. Era una bella giornata, la gara entusiasmava la folla che esultava al passaggio del proprio concorrente preferito. Il giro proseguiva. In testa c’era Nibali con Froome alle calcagna.I due si contendevano il titolo. Nibali girò l’ultima curva e vide la vittoria davanti ai suoi occhi, accelerò. La gara stava finendo. Nibali tagliò il traguardo. Froome girò la curva e arrivò secondo. Di Contador nessuna notizia. E, fu la volta della premiazione. La maglia rosa era sparita! Venne chiamato l'ispettore Poirot che arrivò dopo cinque minuti. Nibali confidò al detective che aveva visto poco prima di iniziare la gara un uomo aggirarsi nei pressi della teca con aria sospetta. Dietro il cancelletto c'erano delle orme di scarpe sportive e il detective le seguì. Quelle orme portavano davanti a due case e poi si fermavano: la case Contador e Paggini. Allora, Poirot andò a suonare alla casa Paggini. Il padre aprì la porta e l’investigatore gli chiese:”Posso
entrare? Qualcuno ha rubato la maglia rosa”. Il signor
Paggini fu molto sorpreso ma lascio che l'ispettore ispezionasse tutta la casa. Poirot non la trovò. Si recò nella casa Contador e bussò. Il ciclista aprì e Poirot gli chiese se poteva entrare. Cercó in ogni stanza della casa ma non trovò niente. Poi l’investigatore vide una soffitta, salì e dentro un baule della nonna trovò una maglia rosa senza nome e capì che era di quest'anno. L’investigatore chiamò la polizia e fece arrestare Contador. L’atleta aveva spiato di nascosto tutti i partecipanti e non appena era iniziata la tappa aveva rubato la maglia rosa. L’uomo, per aprire la teca, si era servito, di una forcina per capelli di sua moglie. Alla fine, Nibali fu chiamato e gli fu consegnata la maglia che gli spettava. 81 Guido Paggini
Racconto giallo
"Il preside mascherato"
il preside mascherato Compton Town era un piccolo paese nelle vicinanze di Londra, lì la vita scorreva tranquilla e non succedeva mai niente, fino a che il giorno 7 novembre avvenne un fatto imprevedibile: la scomparsa di un ragazzino. James Smith era un ragazzo di circa 12 anni che aveva una vita comune, giocava a calcio e frequentava la scuola del paese. Un giorno non tornò più a casa e nessuno in paese si preoccupò eccessivamente, pensando che fosse scappato per una marachella adolescenziale. A Compton Town nessuno aveva paura che potesse succedere qualcosa di pericoloso. I fatti diventarono più preoccupanti quando dopo qualche settimana venne a mancare anche Flynn Royalton, un compagno di scuola di James.
Le persone e le famiglie
iniziarono a chiudersi in casa e a non mandare i propri figli a scuola. Tutti temevano che ci fosse qualcuno che potesse fare del male ai ragazzini. La polizia del paese decise che era il momento di chiamare la detective Enola Holmes: Lei era la migliore di tutta Londra e grazie al suo carattere forte e arguto era in grado di risolvere qualunque crimine. Ma il caso di Compton Town sembrava poter mettere in difficoltà persino lei. Arrivata nel piccolo paese per prima cosa andò a parlare con il Preside della scuola, per capire che cosa era successo nelle settimane precedenti. L’incontro tra Enola e il Preside fu molto particolare, quest'ultimo era molto agitato e tentava di evitare di rispondere alle domande più scomode. Iniziò a sudare, irritato, nonostante fosse un uomo
sicuro di sé. Il Preside aveva un aspetto molto elegante,
proveniva da una famiglia ricca e infatti la detective aveva notato l’orologio di valore che portava al polso. Enola aveva notato in questo comportamento i sintomi della paura per le stranezze che stavano avvenendo in quel paese, che prima sembrava perfetto. Nei giorni seguenti iniziano le indagini e la città entrò in subbuglio. Enola andò a parlare con le famiglie ma il caso sembrava irrisolvibile. Si mise sulle tracce di James Smith temendo che fosse già morto
82 Chiara Laganà
Racconto giallo
"Il preside mascherato"
anche se non sapeva proprio da
Enola pensò che le vittime
dove cominciare a cercarlo.
potevano trovarsi nella scuola e lì
Perlustrando ogni angolo della
decise di dirigersi subito.
scuola si imbatté in una porta
I suoi sospetti erano giusti, il
chiusa che la insospettì parecchio,
Preside aveva nascosto i due
era lo sgabuzzino. Aprì la porta e
ragazzi nei sotterranei segreti che
con sua grande sorpresa trovò il
comunicavano con lo sgabuzzino
corpo di James senza vita. In quel
dove era stato trovato il corpo di
momento si sentì in dovere di
James.
trovare il colpevole, la pervase
Per fortuna Flynn ed l’altro
l’idea che si trattasse di un serial
ragazzo vennero trovati legati ad
killer perché non solo la vita di
una sedia nel sotterraneo in attesa
Flynn poteva essere in pericolo ma
della loro fine.
anche le vite di altre probabili
Enola riuscì a salvare i due ragazzi
vittime.
ed a condannare all'ergastolo quel
Sul cadavere non vennero trovate
Preside che all’apparenza
alcune tracce e tutto sembrava
sembrava innocuo ma dietro la
non avere soluzione.
maschera nascondeva un serial
Enola, in una delle sue passeggiate
killer.
serali, intravide una figura losca con una maschera sul volto, provò a seguirla e notò che stava mettendo un grosso sacco nero sul retro di un furgone, probabilmente era un altro bambino. Tentò di inseguirlo ma ormai l’uomo mascherato era già scappato. Enola nell’inseguimento notò che all’uomo era caduto qualcosa.... un orologio... e prendendolo in mano ed esaminandolo si ricordò... del Preside. In quel momento altre vite erano in pericolo. Enola aveva trovato il colpevole e doveva coglierlo in flagrante. Chiamò la polizia che si fiondò all’inseguimento.
Chiara Laganà
83
Racconto giallo
"L'orologio"
l'orologio
Il 9 Marzo 2011 era un Mercoledì come tanti altri,o così sembrava... Lucia e i suoi amici, di nome Maurizio,Marica,Leonardo,Simone,Enrico e Alessio, questi ultimi tre erano degli apprendisti investigatori, stavano pranzando tranquillamente come ogni Mercoledì. Arrivati al momento del dolce,Lucia si alzò e andò a prendere un meraviglioso millefoglie al cioccolato...solamente che una volta arrivata nella sua immensa e bellissima cucina, si accorse che il suo orologio da sessantamila euro era sparito....un urlo fortissimo uscì automaticamente
dalle sue labbra,
spaventando a morte gli amici che corsero in suo aiuto. Inizialmente nessuno capì del perchè dello strillo di Lucia...così la ragazza ancora sotto shock raccontò il fatto.....a quel punto allora intervennero Simone,Enrico e Alessio che era da moltissimo tempo che aspettavano di fare una vera e propria indagine come quelle che avevano letto nei loro numerosi libri gialli e avventurosi. Partendo subito alla carica Simone disse: “Lucia dimmi tutto ciò che hai fatto oggi...e se dico tutto intendo tutto tutto non tralasciare nulla, è molto importante” la donna riflette per qualche istante, cercando di ricordare ogni cosa, prima di dire: “Beh stamani mattina sono andata a lavorare in ospedale ma ricordo che avevo ancora l’orologio al polso perchè una mia paziente mi chiedeva continuamente l’orario,poi sono andata in pasticceria ma anche in quel momento lo avevo,l’ho guardato poco prima di entrare in pasticceria per controllare se ero in orario, poi sono venuta a casa e l’ho appoggiato sul tavolo, e da li non l’ho più rivisto.” Mentre Simone ascoltava attentamente Enrico scrisse ogni cosa sul suo taccuino in pelle marroncina... dopo pochi minuti Alessio disse: “ Bene, mi sembra ovvio che da questo momento in poi ognuno di noi è un sospettato”...un silenzio di stupore,ansia, e paura si insinuò nella stanza. 84 Davide Baroni
Racconto giallo
"L'orologio"
Mentre i tre ragazzi cercavano di trovare qualche indizio, a Lucia venne in mente un dettaglio fondamentale....nella cucina erano entrati solamente tre persone ovvero Maurizio,Marica e Leonardo dato che Simone,Alessio ed Enrico erano arrivati dopo....di conseguenza i sospetti passarono direttamente a loro tre. Subito dopo questo indizio si sentì urlare Alessio, che disse: “Ho trovato delle impronte! Presto venite!” Simone e gli altri corsero verso il luogo indicato da Alessio e lo aiutarono a rilevare le impronte digitali. Quando ebbero finito il tutto, videro un espressione preoccupata sul volto di Enrico, ma non ci fecero molto caso, e proseguirono cercando di identificare di chi erano le impronte. Dopo pochi minuti erano quasi giunti al termine della ricerca che i computer si arrestarono e videro un'ombra incappucciata correre verso la porta... Simone, il più veloce tra tutti, lo inseguì e riuscì a prenderlo, dopo poco lo raggiunsero anche gli altri e insieme tolsero il cappuccio al criminale....era Enrico!....Con la scusa di andare in bagno, era andato a rubare l’orologio per poi rivenderlo e diventare ricco. Il ragazzo ,alla fine, restituì l’orologio e poi venne arrestato e messo in galera.
Davide Baroni
85
racconto horror
Disegno di G eta B ogi
pagina 86
-il carillon A.Germani
-i 4 amici e la bambola E.Di Blasi
-il terribile mostro T.Corti
-la bambina A.Domenici
-il cattivo festuca e le marionette C.Laganà
-voci misteriose D.Morelli
-l'assassino fantasma D.Cicorelli
pagina 87
Racconto horror
"Il carillon"
il carillon Era un pomeriggio buio e senza luce, stava arrivando la stagione estiva e tutte le famiglie nel quartiere di Tidy erano in vacanza, anche i suoi genitori. Tidy era sola in casa con la nonna molto anziana. Ad un tratto la nonna si alzò dalla poltrona e disse a Tidy che stava uscendo per comprare la merenda. Tidy salutò la nonna dalla finestra e dopo poco non la vide più. Passarono circa due ore e mezzo e la bambina era molto preoccupata
per la nonna. Aspettò
un'altra lunga ora ma la nonna era sparita. Tidy decise di andare a chiamare il suo vicino di casa Zack, anche lui solo con i nonni. Preoccupata spiegò tutto all'amico, ma lui, testone come era, non ci credeva. Ad un tratto lo squillo di un telefono a cornetta ruppe il silenzio nella grande casa della nonna. Tidy cercava di capire da dove venisse, ma Zack indicò il corridoio strettissimo della casa dove in fondo c'era la porta per andare giù nella vecchia e polverosa cantina del nonno di Tidy, ormai morto da vent' anni. I due percorsero il corridoio. Tidy aprì la porta, entrò nel pianerottolo ma grazie ad una folata di vento essa si richiuse subito. Zack era rimasto fuori. L' amica riaprì subito la porta, ma il bambino non c'era più. Tidy era preoccupata ,ma rispose al telefono sul pianerottolo. Si sentiva una voce maschile che diceva sussurrando: “scendi.... scendi.... scendi...” seguito da un respiro profondo e affaticato. Tidy prese coraggio e scese la lunga scala a chiocciola arrugginita. La bambina era davanti alla porta rossa, non si muoveva, non sentiva nessun rumore. All'improvviso dalla porta si sentiva il rumore di un carillon. Tidy aprì la porta tagliandosi un po' con la ruggine ma non ci pensava perchè era concentrata a guardare il carillon posizionato al centro della cantina vuota. Faceva un rumore inquietante che pronunciava il suo nome:- Tidy...Tidy........ La bambina ipnotizzata dalla terrificante nenia stava per prendere il carillon e quando lo sfiorò appena, si sentì il suo ultimo grido. La porta si chiuse di scatto e la bambina sparì, per sempre.
88 Alessandro Germani
Racconto horror
"I 4 amici e la bambola"
i 4 amici e la bambola Un giorno quattro bambini giocavano a nascondino nella casa di un suo amico. I quattro bambini si chiamano Marco,Franco,Veronica e Aurora. Mentre Marco stava contando a Franco venne un’idea e cioè di nascondersi in cantina, così fece un cenno alle ragazze per non farsi sentire da Marco. Arrivati in cantina i ragazzi cercarono subito di trovare un nascondiglio perfetto per nascondersi e che Marco non avrebbe mai cercato. Quando Marco ebbe finito di contare inizio a cerca i suoi amici ma di loro non c'era traccia,così decise di scendere in cantina a vedere se erano lì, così Marco accese la luce e scese le scale piano. Sceso in cantina Marco iniziò a cercare gli amici . Trovò subito Veronica e Aurora perchè vedendo un ragno iniziarono ad urlare,così rimaneva solo Franco che si era nascosto dietro a delle scatole. Tutti lo iniziarono a cercare perchè nemmeno le bimbe sapevano dove si era nascosto. Marco si avvicinò alle scatole e così Franco lo sentì per il pavimento che scricchiolava allora Franco decise di fargli paura e si tirò su dicendo:”BOO!” così Marco fece un balzo di paura mentre Franco rideva e rideva. Nel fare questo gesto Franco fece cascare una scatola che si aprì, ed uscì una bambola inquietante. A Franco venne un'idea brillante e cioè di far paura alle bimbe, lo scherzo consiste nel posizionare la bambola su una sedia a dondolo vecchia e polverosa che nessuno usava più da tanto tempo e poi di urlare i nomi di Veronica e Aurora in modo che scendendo dalle scale,trovassero Marco e Franco a terra ad occhi chiusi come se fossero morti e vedere le loro reazioni. Così effettuarono il piano e le bimbe fecero la stessa identica espressione che avevano immaginato. Quando stavano per andare su a fare la merenda Franco rimase in dietro e quando spensero la luce Franco sentì uno strano rumore quindi riaccese la luce e la bambola era scomparsa così chiamò gli altri che scesero subito,pensarono che fosse uno scherzo,
89 Emma Di Blasi
Racconto horror
"I 4 amici e la bambola"
quando Franco disse che la bambola era scomparsa, perché è impossibile che una bambola si muova. Conviti dalla faccia spaventata di Franco gli amici iniziarono le ricerche.La trovarono in piedi dietro a uno scatolone. La rimisero di nuovo a sedere sulla sedia a dondolo, spensero la luce e risentivano di nuovo lo stesso strano rumore di prima, ri accesero la luce e videro la bambola in piedi, davanti a loro, cercarono di capire cosa fosse successo nell’istante che avevano spento la luce,ma non capirono così cercarono nella scatola da dove era uscita la bambola e lì c'era anche una croce così provarono a fare un tentativo di metterla addosso come una collana. Appena messa al collo, la bambola scomparì e i bambini si guardarono in modo spaventato e increduli. Dopo che la bambola scomparì la mamma arrivò a casa, li chiamò per dargli la merenda. Della bambola non si seppe più nulla.
Emma Di Blasi
90
Racconto horror
"Il terribile mostro"
il terribile mostro Tanto tempo fa, in una cittadina sempre avvolta dalla nebbia, viveva una bambina di nome Carmen. Carmen aveva 12 anni, era alta e bionda e viveva lì da circa 5 anni; si era trasferita con la famiglia per il lavoro del padre che era un giardiniere ed era dovuto andare lì per ordine capo della ditta per cui lavorava. Sua madre, invece, era una commessa. Un giorno, mentre Carmen, Giulio, Marco e Caterina giocavano per la strada sentirono provenire dal bosco un boato. Spinti dalla curiosità, si incamminarono verso il punto d'origine del suono. Il bosco era avvolto dalle tenebre e, più Carmen e i suoi amici si addentravano tra gli alberi, più l'atmosfera diventava paurosa. Dopo circa un'ora, i quattro amici, arrivavano ad un casottino di legno cupo e inquietante ma, spinti dalla curiosità, vi entrarono. Improvvisamente le loro caviglie furono afferrate da una mano fredda e pelosa e furono trascinati in stanze diverse. La prima a vederlo fu Carmen: era un terribile mostro, nero come la pece, aveva occhi rossi come il sangue che brillavano di luce propria, lunghissimi artigli, denti affilati come coltelli e dalla bocca scendeva anche un rivolo di sangue. Subito dopo anche gli altri amici realizzarono quello che stava succedendo e i 4 bambini urlarono con tutto il fiato che avevano in corpo. Provarono a fuggire divincolandosi in ogni modo, ma più si muovevano e più la stretta del mostro si faceva potente. Ci fu un urlo fortissimo e il mostro divorò in un sol boccone Marco, ma nel mangiarlo allentò la presa su Carmen, che riuscì a scappare e corse verso Giulio per salvarlo. I due ragazzi, approfittando del momento di distrazione del mostro, riuscirono a liberarsi, ma subito questi se ne accorse e imprigionò di nuovo Carmen. Giulio riuscì a nascondersi dietro un telo e rimase immobile mentre il mostro divorava Carmen e Caterina che urlavano per la paura ed il dolore. Poi ci fu silenzio, un silenzio terribile. Avendo mangiato molto il mostro si addormentò e Giulio riuscì a fuggire. Tornato in paese chiamò tutti gli abitanti in piazza per raccontare l'accaduto e proprio mentre narrava quanto era successo, dal bosco si levò un urlo mostruoso... 91 Tommaso Corti
Racconto horror
"La bambina"
La bambina
Un giorno la famiglia Connor si recò in un cinema,a vedere un film intitolata”Non si vide mai più”. Questo film parlava di un bambino che andò a prendere in treno sotterraneo,ma del ragazzo non si ebbe più traccia,ne mai più visto. Questo film era molto pauroso, infatti era vietato ai minori di quattordici anni,Filip il figlio maggiore della famiglia Connor aveva compiuto quattordici anni da poco e, voleva andare a vedere quel film a tutti i costi,così la famiglia ce lo portò. La famiglia Connor era formata dal padre Giorg,la madre Samanta,il figlio primogenito Filip e la sorellina di Filip chiamata Caterina. Quella sera già che Carolina aveva dodici anni la lasciarono a casa da solo,la mamma Samanta per cena gli aveva preparato un piatto di pasta di pomodoro e alcune fettine di carne di tacchino. La famiglia partì per il cinema e salutò Samanta che doveva restare a casa. La sera sembrava trascorrere bene sia per quelli al cinema sia per Samanta che era a casa. Una quarantina di minuti dopo che la famiglia era al cinema Smanta si sentì bussare alla porta,Samanta molto ingenuamente aprì la porta senza chiedere chi fosse. L’uomo che era alla porta la prese e la portò via. La famiglia alla fine della prima parte del film la chiamarono,ma lei non rispose. La famiglia preoccupata andò a casa ma non la trovò,come del resto per tutta la loro vita. La bambina non è ancora stata trovata,ma si dice che si aggiri furiosa nel mondo a caccia di qualche persona innocente da uccidere.
92 Andrea Domenici
Racconto horror
"Il cattivo Festuca e le marionette"
Il catti o Festuca e le marionette In una grotta sotterranea fredda e buia, lontana da centri abitati e nascosta sotto una montagna innevata, viveva un gigante dalle sembianze umane. Era sempre arrabbiato e infuriato con tutto il resto del mondo. Non dormiva mai e la sola sua distrazione per placare la sua rabbia erano le marionette. Il gigante possedeva uno strano potere nella dita della sua mano destra. Con un solo tocco ogni essere umano si trasformava in una marionetta, e per lui questa magia era un bellissimo passatempo. Il gigante di nome Festuca trascorreva le giornate camminando tra boschi tenebrosi e selve oscure alla caccia di piccoli uomini da rapire. Tutti lo temevano, e i villaggi ai piedi della montagna dove viveva Festuca erano ormai abbandonati da tempo. Oltre al gigante minaccioso, anche le sue marionette andavano alla caccia di persone umane, avventurandosi nei paesi vicini per accontentare il loro padrone Festuca, che ogni sera si divertiva a inventare spettacoli per marionette. Linda era una bambina che viveva vicino alla montagna di Festuca e anche lei soffriva per la terribile paura del gigante. I suoi genitori le raccomandavano sempre di non inoltrarsi mai da sola nei boschi, per evitare pericoli e di giocare lontano dalla selva oscura. Un giorno però, Linda venne sorpresa da un terribile temporale mentre rientrava a casa e si dovette riparare in una piccola casetta abbandonata e disabitata nel bosco. Dopo un’ora la pioggia forte cessò e Linda decise di riprovare ad uscire per continuare la sua strada ma improvvisamente si trovò di fronte a due mostruose figure. Due persone inquietanti, dal corpo rigido e magro, con lunghi fili che penzolavano dalle loro braccia e che legavano le loro gambe. Si stavano avvicinando alla povera bambina in silenzio, cercando di toccarla e fermarla. Linda restò impietrita dalla sorpresa terrificante senza riuscire a muovere un solo passo e soprattutto senza fiato in gola per poter urlare, anche se nessuno avrebbe mai potuto soccorrerla. In un secondo le due inquietanti marionette presero Linda dalle braccia e la trascinarono nel bosco, camminando piano piano in silenzio tra la pioggia che aveva ricominciato a scendere fortemente. Era sceso il buio e una fitta nebbia avvolgeva la montagna, quando le marionette e Linda arrivarono alla grotta. Quella sera il gigante Festuca sarebbe stato più felice del solito perché una marionetta in più poteva farlo divertire per tutta la fredda e lunga notte nella sua terrificante grotta... 93 Chiara Laganà
Racconto horror
"Voci misteriose"
oci misteriose
Alice è una ragazza che studia lingue all'Università, che ha deciso di trascorrere una settimana nella casa di montagna di sua nonna con alcuni suoi compagni di corso, per prepararsi a un esame. I primi due giorni passano tranquilli, durante il giorno Alice e i suoi amici studiano e la sera chiacchierano e si divertono. Durante la terza notte la ragazza si sveglia di soprassalto perchè le sembrava di sentire delle voci, la casa è immersa nel silenzio e i suoi amici dormono profondamente. Alice si mette a fare il giro delle stanze ma non vedendo niente di strano torna a dormire. La notte seguente la ragazza sente di nuovo delle voci che la chiamano, e che le sussurrano qualcosa di indecifrabile e per timore che la credessero pazza decide di non raccontare niente ai suoi amici. Le voci che sente, confuse e misteriose cominciano ad essere insistenti, così Alice diventa nervosa e non riesce a concentrarsi nello studio. La sera del quinto giorno decide di uscire di casa per seguire quelle voci che la chiamano mentre nel cielo si stanno accumulando dei grossi nuvoloni. La ragazza viene presa da brividi di freddo ma decide ugualmente di proseguire verso il bosco dove le voci si fanno più forti ed insistenti. A un certo punto vede delle luci e avvicinandosi si trova davanti a dei tronchi dove lei pensa che lì stavano rinchiuse delle anime che urlavano per cercare aiuto. Alice spaventata scappa e mai racconterà a nessuno quello che lei aveva vissuto per paura di non essere creduta.
94 Davide Morelli
Racconto horror
"L'assassino fantasma"
l'assassino fantasma Era una semplice e comune giornata d’inverno, Marta era appena tornata a casa dopo essere uscita con i suoi amici. Aprì la porta, vide subito il fidanzato di sua sorella Giulia, lo salutò ma non ebbe risposta, rimase ferma a guardarlo per dieci secondi, lui non si muoveva. Marta fregandosene salì le scale per andare in camera sua, appena aperta la porta saltò sul letto, prese il suo telefono e chiamò sua sorella: “Giulia, qui a casa c’è il tuo ragazzo, ha un’aria strana, l’ho salutato ma non mi ha risposto” Giulia allarmata rispose: “Il mio ragazzo!? Non è possibile!” Marta disse: “come no! E perché!?” Giulia senza esitazione Urlò: “Marta, nasconditi! Veloce!! Marco...” “Marco cosa!?” disse Marta, “Marco è morto.” disse Giulia, “Morto!?” esclamò Marta, Giulia disse: “Eravamo in macchina, guidavo io, stavamo litigando perché l’avevo tradito, era arrabbiatissimo, e senza accorgersene ci siamo schiantati”, Marta disse: “Oh mio dio! Stai bene?” Giulia rispose: “Si, solo qualche graffietto”. Ci fu un attimo di silenzio, Marta disse sussurrando: “Giulia, sento dei passi” Giulia rispose “shh fai silenzio, sto venendo a prenderti, ma c’è troppo traffico!” Ci furono circa 2 minuti di silenzio, all’improvviso si senti la porta aprire. Giuli sentì una voce, era la voce di Marco che diceva: “Giulia, che bello rivedersi” “Dove mia sorella!?” Urlò Giulia, Marco con la sua voce inquietante disse: “E’ qui accanto a me, sta bene per ora, dipende tutto da te, rispondi a questa domanda, con chi mi hai tradito? Hai dieci secondi da ora” “Dieci” “Te l’ho detto, con nessuno” disse Giulia, “nove” “non ucciderla, piuttosto” “otto” “Uccidi me” “sette”, “sei”, “cinque” “devo dirlo” “quattro, Marta è sempre più pallida ahahah” “tre, sta per svenire”, “due”, “uno!” “Ti ho tradito con il tuo migliore amico: Steve!” disse Giulia con timore. “Wow, io mi fidavo di te, come hai potuto basta, è il momento” Giulia spaventata disse: “No non fare del male a lei, uccidi me!” Marco rispose: “Perché dovrei ucciderla, è già svenuta, e poi perché dovrei uccidere te che sei già morta?” “Cosa!?” Disse Giulia, Marco le rispose: “è già, in realtà siamo entrambi morti, il traffico che c’è per tornare a casa è il traffico del tuo incidente” Giulia disse: “Oddio è la nostra macchina, è schiantata, oh mio dio, perché sta scomparendo tutto intorno a me!?” “Sta succedendo anche a me, stiamo scomparendo dal mondo in quanto morti, Addio!” disse Marco, Giulia urlò: “No, Marta, per favore rispondi, no!!!”. 95 Emma Di Blasi
racconto d'azione -il giro del mondo nel 2020 D.Cicorelli
-come ho incontrato tuo papà G.Gassani
pagina 96
Racconto d'azione
"Il giro del mondo nel 2020"
il giro del mondo nel 2020
Era il 3 Gennaio del 2020 e Steve era nel suo solito bar a Pioltello, un piccolo comune in provincia di Milano. In quel bar c’era solo lui e i suoi amici seduti su un tavolo a giocare a Briscola, come fanno tutti gli uomini di mezz’età. Un suo amico si vantava dei suoi viaggi in giro per il mondo ma appena ci fu un attimo di silenzio, Steve disse: - Io il giro del mondo lo faccio in tre giorni – Tutti, pensando fosse impossibile, cominciarono a prenderlo in giro, così finirono per scommettere 50.000.000 € sulla possibilità che Steve riuscisse nella sua impresa. Il giorno dopo Steve era pronto a partire. Pensava di aver fregato i suoi amici, visto che per fare il giro del mondo usando l’aereo, ci vogliono solo quaranta ore. Prese quindi un biglietto e partì pensando di avere la vittoria in pugno. Le prime ore di volo andarono per il meglio, e Steve si rilassa guardando quel piccolo schermo davanti al suo sedile che riproduce film e documentari di vario tipo. Tutto andava per il meglio, quando lo schermo che Steve stava guardando smise di trasmettere all’improvviso. Una luce rossa, con il simbolo dell’attenzione, assieme ad un suono quasi assordante,indicava che era scattato un allarme: tutti i presenti avevano cominciato ad urlare. Anche Steve ebbe molta paura. L’aeroplano precipitava e l’ultima cosa che Steve vide dall’oblò dell'aereo, fu una foresta. Passarono poche ore dall’incidente aereo quando Steve riuscì ad aprire gli occhi. Tutto era sfuocato intorno a lui, ma riusciva a intravedere a malapena delle persone in camice bianco che lo guardavano. Gli spiegarono in inglese che l’aereo era precipitato nella foresta e che i soccorritori lo avevano portato in ospedale. Lì lo avevano curato con successo. Il suo corpo non presentava gravi danni, a parte qualche punto di sutura ed escoriazioni varie comunque stava bene; Questo è stato un miracolo! Steve chiese quanto fosse passato dall’incidente e i medici gli risposero solo 24 ore da quando l’aereo era caduto. lui subito si 97 Daniele Cicorelli
Racconto d'azione
"Il giro del mondo nel 2020"
alzò di scatto dal letto, ma subito
Acquistò un biglietto per l’Italia. Il
una fitta lo fermò e lo fece ricadere
viaggio sarebbe durato ancora 13
a sedere. Aveva ancora gli elettrodi
ore. Prese mal volentieri un altro
attaccati al torace e cominciò
aereo, ma questa volta, per la legge
subito a strapparli. Disse ai medici
delle probabilità, il volo non poteva
che doveva tornare subito a casa
precipitare nuovamente. Tutto
sua in Italia, ma questi gli dissero
andò come Steve aveva previsto. Il
che era troppo presto per
volo era stato perfetto, senza
affrontare il viaggio ed uscirono
intoppi. Atterrato a Milano, prese
dalla stanza, per dire all’infermiera
un taxi che lo portò a casa.
di preparare una dose di sedativo
Mancavano poche ore allo scadere
da somministrare al paziente.
dei tre giorni concessi per vincere
Steve senza esitare subito
la scommessa, ed era di nuovo a
approfittò della distrazione del
Pioltello. Si cambiò velocemente e
personale che lo credeva ancora
si precipitò nella locanda dove i
troppo debole, si alzò, rubò un
suoi amici giocavano a briscola.
camice bianco e dei vestiti dallo
Nel vederlo entrare, tutti si
spogliatoio e velocemente si mise a
stupirono. Ce l’aveva fatta! Steve
cercare l’uscita. Ben presto fu fuori
sapeva di aver corso un rischio
dall’ospedale e fermò un taxi
enorme e di aver vissuto
chiedendo di essere accompagnato
un’esperienza che non avrebbe
in aeroporto. C’era un portafogli
potuto mai dimenticare.
con del denaro nei pantaloni che aveva rubato. Non c’era molto contante, ma c’era anche una carta di credito. Si disse che se avesse vinto la scommessa avrebbe risarcito il proprietario, ma doveva far presto, sia per tornare a casa in tempo e vincere la scommessa, sia per evitare che il proprietario degli abiti che indossava si accorgesse del furto e bloccasse la carta. Di certo in ospedale avrebbero dato l’allarme, ma aveva un buon vantaggio e ce l’avrebbe fatta a partire. Arrivò in aeroporto: si trovava in Messico.
Daniele Cicorelli
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Racconto d'Azione
"Come ho incontrato tuo papà"
Come ho incontrato tuo papà Una sto ia d'azione basata sul p imo incont o di due futu i genito i. Olivia è la mamma di Ca oline e moglie di un e oe che salvò la città di New Yo k.
Era una bellissima giornata di sole, io ero in mezzo alla folla di Times Square, quando fui urtata da qualcuno bruscamente. Sia io che lui cademmo a terra, lui fu molto gentile con me, mi aiutò ad alzarmi e mi consegnò la borsa che mi era caduta a terra. Lui si scusò tanto e dopo riprese la sua e si mise a correre più veloce di prima, scomparendo tra la folla. Subito dopo, altrettanto veloce, mi passarono accanto 4 o 5 poliziotti che stavano inseguendo quello che a quel punto pensai fosse un ladro. Tornai a casa, mi misi comoda sul mio grande divano dopo aver preparato una tazza di tè, e aprii la borsa per iniziare a guardare un film sul mio computer. Fu soltanto allora che mi accorsi che la borsa non era la mia. Presa dal panico la aprii velocemente, e speravo di sbagliarmi... Ma non era così, la borsa non era la mia. Nella borsa non trovai il mio computer, ma bensì una cartellina con sopra scritto “TOP-SECRET” piena di documenti. In quell’istante suonò il mio telefono, che fortunatamente avevo in tasca. Era un numero sconosciuto, ma io risposi lo stesso. “Pronto?” dissi timidamente. “Olivia!” una voce dura mi chiamò per nome. Risposi cercando sempre di rimanere gentile.“Scusi ci conosciamo?” “So cosa stai pensando. Non farti ingannare dalle apparenze. Credimi, è molto importante che io riabbia quei documenti, non sono un ladro. Non posso spiegarti molto adesso, vediamoci stasera alle nove, all’ultimo piano del grattacielo alla destra dell'Empire State Building. Mi riconoscerai, avrò una felpa gialla, dei jeans e uno zaino rosso. Non mi tradire la vita di molte persone è nelle tue mani.” Decisi di fidarmi, ricordando i modi gentili che aveva tenuto con me per strada, quel ragazzo non poteva essere un ladro. La sera mi presentai all’appuntamento più
Giulia Gassani
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Racconto d'azione
"Come ho incontrato tuo papà"
puntuale che mai. A differenza del
rosso, si aprì un paracadute. Il
ragazzo con felpa gialla, jeans e
vento ci portò dolcemente 5 isolati
uno zaino rosso che invece vidi
più lontani da dove ci eravamo
arrivare con esattamente 6 minuti
buttati, atterrammo in mezzo a
di ritardo. Mi venne subito
Central Park. Appena atterrati mi
incontro, prese i documenti e se li
ringraziò per il coraggio che
infilò sotto la giacca, continuava a
avevamo dimostrato, mi restituì la
guardarsi intorno, come se avesse
mia borsa e mi promise che
paura di essere seguito. A quel
quando fosse finito tutto, lui mi
punto però, presi io in mano la
avrebbe ritrovato. Così dicendo si
conversazione e gli chiesi come
allontanò e scomparve nell’ombra
mai aveva quei documenti.
di Central Park. Ritornai a casa un
Prima che mi potesse rispondere
po’ scossa, andai a letto e riflettei
una porta in fondo alla sala in cui
su quello che era successo. Qualche
eravamo si aprì violentemente, e
giorno dopo su tutte le prime
quattro uomini in divisa iniziarono
pagine dei giornali, comparve la
a correre verso di noi esclamando
notizia di come la multinazionale
“Eccolo, l’abbiamo trovato,
“Vectre” stava per immettere sul
prendiamolo, che sia vivo o morto
mercato una bibita che in realtà
non mi interessa” Esclamò l’uomo
era una droga, che ne avrebbe reso
più grosso e forte. Mi prese per un
dipendenti i consumatori,
braccio e iniziammo a correre
spingendoli a comprare e
verso le scale per salire sulla
ricomprare questa bibita. Tutti i
terrazza. Mi disse con una voce
capi della società erano stati
spaventata che se ci avessero
arrestati, grazie a un giovane che
preso, ci avrebbero ucciso
ha consegnato dei documenti
entrambi. Arrivammo in cima
segreti alla polizia, grazie ai quali,
all’edificio, ci fermammo davanti
l’inganno è stato smascherato. Il
al parapetto. Non avevamo più
giovane è sconosciuto, perché ha
scampo. Gli agenti incominciavano
consegnato i documenti senza farsi
a tirare fuori le pistole. Lui mi
identificare. Tutti a New York si
disse di abbracciarlo e di non
domandavano chi era questo eroe.
staccarsi mai da lui. Io presa dal
“Quindi questo eroe era mio
panico obbedii immediatamente, e
papà!” esclamò mia figlia Caroline
lui saltò. Saltò da un grattacielo di
dodici anni dopo l’accaduto.
120 piani. Io urlai, urlai e urlai
“Si proprio così!” li risposi
ancora, pensando che fosse finita,
dolcemente.
sentivo gli spari degli agenti, ma improvvisamente dallo zaino
Giulia Gassani
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C c lA a s s Ee 2 M s Cc u o l A a bBA a r t o lEe n A a, l Ii o r n o
Aautori:I
Baroni Davide Bianchi Ginevra Bonucci Margherita Brogi Greta Cicorelli Daniele Corti Tommaso Cosentino Stefano Crestacci Leonardo Di Blasi Alessio Di Blasi Emma Di Blasi Matteo Diana Gregorio Domenici Andrea Ivo Filippi Giulia Finocchiaro Alberto Gassani Giulia Germani Alessandro Laganà Chiara Morelli Davide Paggini Guido Pardossi Chiara Quochi Matteo Raciti Emma Raciti Sofia Sarri Riccardo Simoni Giorgia
: I EG Idi: Disegni
Brogi Greta Cosentino Stefano
Ccon laA : I E di: E Iisione super
Professoressa Esposito
Lucia Esposito
A.S. 2020/2021
Ebook creato da Bianchi Ginevra, Filippi Giulia, Gassani Giulia.