Il Ferruccio
Nuovo complesso culturale nell’area detta del “Piaggione” Empoli (Firenze)
Il Ferruccio
Nuovo complesso culturale nell’area detta del “Piaggione” Empoli (Firenze)
Luca Marrucci
Relatore
Prof. Fabrizio F.V. Arrigoni
Correlatore
Prof. Ing. Giovanni Cardinale
Università degli Studi di Firenze
DIDA | Scuola di Architettura
Laurea Magistrale a ciclo unico in Architettura anno accademico 2022-2023
Indice Abstract
Empoli, il “Piaggione”
Un’introduzione per immagini
Empoli e l’Arno
La risorsa fiume
Il superamento delle mura
Le vie del vetro
Il vetro verde empolese
Lo spazio del teatro
Il
Il
La
La
La
La
La
Nota
Questa pubblicazione è la riduzione al solo capitolo della proposta progettuale, della più ampia e completa relazione consegnata il giorno 11 settembre 2023, alla discussione della tesi tenuta all’Università degli Studi di Firenze, presso la Scuola di Architettura, in aula 208 al polo di Santa Teresa, in via della Mattonaia n.8.
Coloro i quali avessero la necessità di consultare i capitoli riferiti all’indice (descritto sopra) e alla bibliografia (alle pagine finali), insieme alla visione del Regesto delle tavole, gentilmente si invitano a contattare l’autore, Luca Marrucci, o il relatore della tesi, prof. Fabrizio F.V. Arrigoni: per una più ampia lettura e un completo approfondimento intorno alle ricerche sulla storia e la cultura del vetro verde empolese, sull’ex teatro cittadino Tommaso Salvini (abbattuto durante la Seconda guerra mondiale), sul rapporto della città di Empoli con il fiume Arno e sugli ampliamenti urbani ottocenteschi fuori dalle mura medievali; materie e argomenti dai quali ne conseguono i temi di partenza della proposta progettuale finale. Ringraziando, cordialmente.
foto storica
Spettacolo al “Salvini” agli artiglieri del “III Reg. Contraerei”, ca. 1942 da: Bini Nino, Empoli 10 giugno 1940. Lalli editore, Poggibonsi 1991
Abstract
Il progetto per un nuovo teatro ha come scopo quello di tener viva la tradizione millenaria della realtà scenica - o della maschera, quindi finzione - che si fonde insieme alle esigenze vitali, economiche e culturali della società e degli spettatori che assistono, facendone parte. La sua presenza nel contesto urbano incide sulla vita sociale di un quartiere e ne caratterizza il luogo, rivitalizzandone il carattere e l’essenza; è istituzione popolare, un monumento della civitas. Più di altre funzione urbane, il teatro assorbe il compito di essere un protagonista della scena cittadina, e il ruolo di contenitore di spettacoli si riverbera sull’immagine architettonica, un’architettura parlante e insieme macchina culturale. La città di Empoli conserva nella propria memoria un passato teatrale glorioso e unico in tutta la provincia fiorentina e toscana: all’interno del tessuto urbano, prima di venire distrutto in seguito ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, esisteva l’istituzione del Teatro dei Gelosi Impazienti, chiamato successivamente Teatro Tommaso Salvini, in onore del grande attore che nel 1894 recitò La Morte Civile di Paolo Giacometti. Fu il primo teatro della provincia fiorentina a essere promosso da un’accademia già nel 1711, e uno dei primi ad avere un impianto classico, all’italiana, su progetto dell’architetto Luigi De Cambray Vigny del 1818. Simbolo di una città con una forte impronta culturale, che si avviava a espandersi anche economicamente grazie alla crescita del settore vetrario in ambito regionale, per la presenza di materie prime e ai commerci effettuati per vie navigabili tramite l’Arno. L’espansione dei primi centri manufatturieri, sostenuti dalle riforme leopoldine, con i nuovi impianti industriali che cambiavano progressivamente il volto del nucleo abitato stabilendosi al di fuori delle mura, garantì un florido mercato dei prodotti empolesi, specializzati nel vetro verde di uso domestico e nella fiascheria. Tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento Empoli assumeva un aspetto prettamente industriale, e le vetrerie co-
stituivano il settore principale di sviluppo. Da queste premesse il progetto ridisegna un complesso culturale che parte dalle richieste dello strumento attuativo dell’Amministrazione Comunale, che sull’area del Piaggione - l’arenile una volta presente nella più ampia golena del fiume e parzialmente interrato a metà ottocento, fuori le mura medievali - realizzerà il nuovo teatro del Ferruccio, dedicato al grande compositore e pianista empolese Ferruccio Busoni; con un diverso morfotipo che mira a riqualificare la Piazza Guido Guerra, oggi sede del Palazzo delle Esposizioni, un edificio degli anni Sessanta non più soddisfacente i bisogni della città. L’intero complesso è pensato come una struttura la cui espressività è affidata a un materiale della tradizione, il laterizio, e a uno del progresso della tecnica, il vetro U-Glass. Estetica e memoria della manifattura vetraia empolese, dove le costruzioni dei fabbricati industriali (i cosiddetti capannoni) si ergono invece oggi come ruderi privi d’identità. L’edificio è costituito da tre corpi collegati da una hall di ingresso: la Galleria espositiva, che stagliandosi verticalmente sull’asse nord-sud si apre sia alla città storica che al parco Mariambini collegati, ed è la prima funzione cui accedono i flussi che arrivano dal centro urbano; la Sala da concerti, perpendicolare sia alla Galleria espositiva, con cui forma una piazza urbana rivolta verso le vecchie mura medievali, sia all’asse viario che continua verso il ponte collegando gli argini del fiume; la Sala teatro, che, parallela al corso del fiume, ne accompagna dolcemente il naturale declivio dell’asse urbano che l’affianca. Il tutto si caratterizza in volumi giustapposti e riconoscibili all’esterno, seguendo una doppia logica: quella della configurazione morfologica del sito e quella della storia dell’architettura teatrale. La Torre scenica si manifesta come un grande volume verticale che si riflette nell’acqua del fiume, e s’innesta come un baluardo alla memoria delle ciminiere industriali e dei campanili medievali abbattuti durante la Seconda guerra mondiale, e come nuovo ingresso alla città.
prospettiva
Il Ferruccio
dalla sponda di Spicchio-Sovigliana
maquette di progetto planimetria in scala 1:500
Il nuovo Ferruccio di Empoli è un progetto nato come alternativa morfologia al progetto dell’Amministrazione Comunale per riqualificare il complesso pubblico di Piazza Guido Guerra e rigenerare l’area urbana che si sviluppa intorno ad esso, allo scopo di offrire nuovi servizi culturali e sociali. Il processo rigenerativo del Comune s’inserisce in uno dei tre macrosettori individuati nel Piano Strategico 2030 della Città Metropolitana di Firenze (formazione-cultura) approvato con D.C.M. n.26 del 05.04.2017, dove la cultura è intesa in senso ampio e rivolta a tutti i cittadini che, messa a sistema con il tessuto sociale e il patrimonio storico, contribuisce a costruire un’economia della conoscenza, che rende la Città Metropolitana di Firenze il luogo del sapere e della cultura. L’obiettivo principale dell’intervento è la rigenerazione di un settore strategico della città di Empoli, configurandosi come vero e proprio Piano Urbano Integrato, in coerenza con gli obiettivi della missione M5C2 - Investimento 2.2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (atto legislativo Decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152). Con l’intervento di rigenerazione del complesso di Piazza Guido Guerra di Empoli, l’Amministrazione Comunale mira a promuovere il recupero e la rifunzionalizzazione delle aree pubbliche descritte in precedenza. Il progetto di tesi parte dallo strumento attuativo del Comune, che prevede nell’area detta del Piaggione, l’attuale Piazza Guido Guerra, una destinazione d’uso culturale, con l’intento di riqualificare una zona a oggi funzionalmente periferica, per divenire parte integrante del tessuto urbano cittadino. Il programma funzionale è stato redatto dall’Amministrazione Comunale e l’ipotesi di progetto ne segue gli intenti, creando un’alternativa morfologica di studio sostituendo il fabbricato esistente del Palazzo delle Esposizioni, per una nuova e più funzionale struttura che accolga tre differenti funzioni unite da una Hall di ingresso, eccetto la nuova Galleria espositiva che mantiene la propria semi-individualità diversamente dalle nuove Sala teatro e Sala da concerto, con un proprio accesso sul lato ovest della piazza, ma che si unisce compositivamente all’intero sistema tramite una corte verde interna. Il nuovo Complesso è pensato non solo per attività ed eventi culturali, ma anche per diventare uno spazio aperto a iniziative dedicate a diverse categorie di utenti. I principali beneficiari dell’intervento saranno, oltre ai fruitori diretti dell’offerta culturale e le associazioni di promozione
sociale che operano sul territorio, i cittadini con caratteristiche trasversali tra le varie fasce di popolazione, nell’ottica della completa accessibilità ai luoghi. Effetto dell’intervento sarà la rivitalizzazione economica e culturale del quartiere, con nuovi esercizi e servizi che diverranno trainanti per l’offerta commerciale del luogo, a piccola e grande scala, prolungando l’asse del centro storico fino al cuore dell’intervento. L’area interessata dalla rigenerazione urbana è di circa 50.000mq, comprendenti tutta l’area di Piazza Guido Guerra e del Palazzo delle Esposizioni, con i relativi parcheggi (25.500mq) e il Parco Mariambini, che si collegano a quelli di via Leopardi e via Bisarnella. A scala urbana, l’intervento mira a creare una nuova infrastruttura in continuità con l’asse del centro storico, per ampliare la fruibilità cittadina della zona e integrarla nel contesto. Le dirette conseguenze saranno la modifica della viabilità veicolare e il ripensamento del sistema dei parcheggi, con gli obiettivi di mantenere la dotazione attuale, incrementando il verde pubblico dell’area con nuovi impianti di alberature, e diminuire l’antropizzazione del suolo. Il bacino di utenza non si limiterà alla sola Città di Empoli, ma si amplierà ai comuni limitrofi e a livello metropolitano, grazie all’ampia portata attrattiva di un polo culturale innovativo. Tale attrazione si realizzarà con un vero e proprio progetto integrato a livello urbano e metropolitano, punto di riferimento per tutti i cittadini dell’Empolese Valdelsa
Il principio insediativo
A scala urbana, l’area di intervento risulta essere in posizione strategica: la porta di accesso alla città da nord, primo punto di arrivo e cerniera tra il fiume Arno e il centro storico. L’area si sviluppa come filtro della viabilità principale di penetrazione da est, in particolare dalla Strada Statale SS67, e da nord dai comuni di Vinci e Capraia e Limite, interfacciandosi con il perimetro del centro storico. Allo stato attuale è presente, inoltre, il principale parcheggio in prossimità del centro pedonale, a servizio dello stesso e del Palazzo delle Esposizioni. L’area è percepita, tuttavia, come semplice snodo a servizio della viabilità e di mera transizione per raggiungere il centro storico, priva di elementi attrattivi che ne determinino una sua indipendenza dal contesto circostante. Il Palazzo delle Esposizioni risulta essere l’unica funzione all’interno del comparto, seppur
sottoutilizzato, privo di specifica caratterizzazione e poco flessibile. Attualmente l’area è suddivisa in tre porzioni urbane definite da:
- il Palazzo delle Esposizioni e il parcheggio pinetato di Piazza Guido Guerra che si affacciano sull’Arno delimitati dalla SS67;
- Il quartiere definito da edifici in linea prevalentemente di formazione ottocentesca che costituiscono un elemento lineare sul parco pubblico Mariambini;
- I parcheggi pubblici collegati con la rotatoria tra via Bisarnella e il Viale Francesco Petrarca.
Le funzioni prevalenti nell’area sono quelle di tipo pubbliche tra le quali il Palazzo delle Esposizioni, i parcheggi e il parco, mentre quelle private sono di tipo residenziale, direzionale e in minima parte commerciale, limitatamente ad alcuni piani terra di fronte alla piazza. A livello urbanistico, l’intento è quello di rigenerare l’area di Piazza Guido Guerra, mediante la creazione di tre nuove piazze urbane di accesso al nuovo Complesso, relazionate e dimensionate in previsione dei flussi di utenze in arrivo dalle tre diverse zone cittadine. A nord del progetto, la piazza di accesso per le utenze in arrivo dalla viabilità collegata al fume Arno, a sud-ovest quella relativa agli arrivi dal centro storico, e ad est la piazza di accesso e con superficie maggiore per la vicina area del parcheggio e i collegamenti con il Parco Mariambini e la via Guido Guerra. I percorsi sono volti a creare un continuum tra gli spazi pubblici, nuovi ed esistenti, al fine di percepire l’insieme come un unico tessuto connettivo, non solo di transito, ma fruibile anche come area di sosta e relazione. L’area è collegata con le principali linee di comunicazione regionali, grazie alla stazione ferroviaria e la S.g.c. Fi-Pi-Li, con fruibilità garantita da parcheggi di prossimità. Il parcheggio esistente in Piazza Guido Guerra, attualmente asfaltato, si prevede rinaturalizzato e razionalizzato, mantenendone le alberature presenti e incrementando la permeabilità del suolo con nuove pavimentazioni, compatibili con lo sviluppo radicale delle piante e sfruttando parte delle le terre di risulta degli scavi. Nell’ottica di unificare la piazza orientale del nuovo Complesso con il Parco Mariambini, e quindi l’intero polo culturale, il progetto segue l’intenzione dell’Amministrazione Comunale di acquisire una porzione di 300mq attualmente destinata a resede pertinenziale di immobile privato; la suddetta area diverebbe la cerniera di unione tra il parco e il nuovo Complesso, e potrebbe aprire una
prospettiva la Piazza di accesso dall’area di parcheggio
nuova direttrice di collegamento, come breccia tra il tessuto edificato, per trasformarla nell’accesso a un percorso verde all’interno del Parco Mariambini. L’edificio è costituito da tre corpi collegati da una Hall d’ingresso: la Galleria espositiva, che stagliandosi verticalmente sull’asse nord-sud si apre sia alla città storica che al Parco Mariambini collegati, ed è la prima funzione cui accedono i flussi che arrivano dal centro urbano; la Sala da concerto, perpendicolare sia alla galleria espositiva, con cui forma una piazza urbana rivolta verso le vecchie mura medievali, sia all’asse viario che continua verso il ponte collegando gli argini del fiume; la Sala teatro, che, parallela al corso del fiume, ne accompagna dolcemente il naturale declivio dell’asse urbano che l’affianca. Il tutto si caratterizza in volumi giustapposti e riconoscibili all’esterno, seguendo una doppia logica: quella della configurazione morfologica del sito e quella della storia dell’architettura teatrale. Il nuovo Complesso interpreta il ruolo del teatro, con la volumetria della torre scenica che s’impone come landmark urbano e nuova porta di accesso alla città. La memoria corre alle ciminiere delle vetrerie empolesi e ai campanili delle chiese del centro storico, mentre gli altri due volumi, quello della sala da concerti e della nuova galleria positiva, si relazionano alle architetture domestiche del luogo dei fabbricati di minore volumetria. Il dualismo tra le altezze, quella della Torre scenica alta 35 metri e quella degli altri due corpi alti 9 metri, accentuano il movimento dello sguardo e il gioco di luci e ombre sul paesaggio circostante, tuttavia gli edifici mantengono una loro omogeneità sia strutturale che materica, con lunghe facciate in laterizio e vetro U-Glass modulate mantenendo libera la prospettiva e lo sguardo verso il contesto. La composizione planimetrica e la morfologia del sito eliminano la frammentazione dell’attuale Palazzo delle Esposizioni, creando un collegamento visivo fra il fiume Arno, le tre nuove piazze, e il centro storico. I prospetti, caratterizzati dal gioco di monocromie, riflessi e opacità derivate dalla combinazione di ampie facciate vetrate con i laterizi bruni, con i tre corpi uniti dal basamento continuo alto 5 metri e dalla pergola in calcestruzzo che rende dinamico amplificando la prospettiva nello sguardo dello spettatore, ricordano un processo artistico, alla memoria della manifattura vetraria empolese.
Esploso Assonometrico
1.
Livello + 28.23
teatro sala prove - laboratorio teatrale spogliatoi accesso impianti U.T.A.
2.
Livello + 22.55
teatro primo piano graticciato
3.
Livello + 7.20
teatro secondo ordine di palchi sala polifunzionale sala riunioni servizi
4.
Livello + 4.00
teatro primo ordine di palchi servizi
Livello + 0.00
ingresso biglietteria guardaroba bookshop höf
teatro ridotto
platea golfo mistico palcoscenico caffetteria cucina servizi
reception spazio teatranti deposito amministrazione archivio servizi
sala da concerto gradonate servizi
galleria espositiva ingresso bookshop sale temporanee sala permanente servizi
6.
Livello - 4.00
teatro camerini cameroni macchine torre scenica spogliatoi musicisti archivi servizi
sala da concerto palcoscenico servizi
esploso assonometrico nuovo complesso culturale Il Ferruccio
prospettiva la Piazza di accesso dal centro storico di Empoli
piano terra
nuovo complesso culturale Il Ferruccio
pagine seguenti maquette di progetto sezione in scala 1:100
La pianta al piano terra, nella totalità del complesso, si rivela a un primo sguardo come un’unione di diverse ma definite e autonome funzioni collegate da una Hall e da un cortile interno. I volumi della Sala teatro e della Sala da concerto sono distribuiti dal salone d’ingresso che si erge su tre assi differenti, corrispondenti ai tre ingressi delle differenti piazze di accesso all’edificio. Sono direzioni che da est-ovest e da nord-sud tagliano la Hall dividendo i flussi e liberando le funzioni in maniera chiara e netta per le utenze di riferimento, sia del pubblico che dei dipendenti. La pavimentazione esterna continua all’interno in modo uniforme, trasformando la Hall d’ingresso in una via urbana coperta che attraversa l’edificio e il parco in più direzioni. La pergola esterna, correndo per quasi tutta la lunghezza delle facciate creando un movimento orizzontale contrapposto alle verticalità dei volumi, è un invito a entrare rivolto alle utenze che giungono dalle tre differenti piazze. Gli accessi del pubblico e degli operatori sono differenziati e distribuiti in maniera consona agli orientamenti e alle funzioni dell’edificio e alle zone di vegetazione e alberature: a sud-est, adiacenti al parcheggio e all’area di carico/scarico, vi sono gli ingressi autonomi dei dipendenti e degli operatori teatrali, mentre sul lato nord-orentale, vi è l’accesso indipendente al magazzino con area esterna di manovra per i mezzi specifici di lavoro e scarico. Quindi, gli spettatori che arrivano dal fiume saranno invogliati a scendere nella piazza della Caffetteria sul lato nord occidentale, oppure proseguire verso la Hall scambiandosi con le utenze in arrivo dagli altri ingressi; gli spettatori in arrivo dal centro storico troveranno come prima e semi-indipendente funzione l’ingresso alla Galleria espositiva, che si rapporta alla Piazza Guido Guerra in continuità dalle vecchie mura al nuovo edificato; gli utenti dal Parco Mariambini o in arrivo dal parcheggio, si distribuiranno tramite l’asse che ingloba la via d’ingresso all’edificio o nella adiacente via Guido Guerra.
prospetto nord sezione longitudinale pianta al secondo livello
La Sala teatro
Il progetto della sala teatrale deriva dallo studio sulla tipologia del teatro all’italiana. Dalla Hall principale si accede al Ridotto, connesso a sinistra alla Caffetteria e a destra agli ingressi che si aprono sulla distibuzione intorno la sala teatrale, il principale alla quota del piano terra, quello dei palchetti alla quota di +0,80 metri. Il foyer dei palchetti si ripete ancora per tutti i livelli superiori, fino al solaio tecnico delle vele acustiche, e il distributivo si sviluppa tramite un doppio collegamento verticale che inizia alla quota del Ridotto. Al terzo livello, sopra il doppio volume del Ridotto, vi è una Sala polifunzionale, che sul modello delle antiche sale da gioco nei teatri all’italiana si distingue come elemento di continuità nel disegno delle volumetrie e dei profili esterni. La Sala teatrale ha una pianta a ferro di cavallo ed è rivestita interamente da pannelli acustici in legno; è illuminata da un grande lampadario centrale, protagonista assoluto ed emozionale dello spazio, e presenta sul soffitto tre grandi vele acustiche, che, oltre a contenere il tempo di riverbero al di sotto della soglia di 1.5 secondi, disegnano architettonicamente la sezione della sala. In pianta, il disegno della curva geometrica nasce da un cerchio di 8,5 metri di raggio e dalle successive curvature multiple del cerchio di partenza. La distanza dall’ultima fila di sedute, adiacenti all’ingresso principale, dalla linea del boccascena, è di circa 17 metri, un ottimo dimensionamento per una Sala adatta sia al teatro di prosa che all’opera lirica, in quanto la distanza massima affinchè siano riconoscibili le mimiche facciali e i movimenti dei corpi è di 24 metri. La curvatura del cerchio che geometricamente misura la dimensione della Sala è di 17 metri: questa si sviluppa in altezza per circa 14 metri, su tre ordini di palchetti divisi da tramezzi alla francese, posizionati ad alveare seguendo le fughe originate sul vertice opposto della linea della ribalta, disegnate in pianta. Il palcoscenico effettivo, ovvero quello libero sui vuoti verticali inferiori e superiori della Torre scenica, misura 22 metri per 16 metri, e la profondità si avvicina alla misura calcolata secondo la formula tipica del palcoscenico, su riferimento della misura della larghezza del boccascena, 14,80 metri: Ax1,5B. L’altezza del boccascena è di 9.70 metri e termina all’estradosso dell’ultimo ordine dei palchetti; l’altezza libera della Torre scenica fino alla prima graticcia misura
sezione trasversale prospetto ovest e sezioni trasversali pianta al livello interrato
circa 22 metri, sulla base della regola di essere almeno due volte la misura del boccascena. Il perimetro totale del palcoscenico, compreso lo spazio laterale per gli attori e le manovre degli scenografi, misura 21,5x 26 metri, e la superfice è marcata da due torri in calcestruzzo di servizio alla scala e al montacarichi che collegano verticalmente i piani interrati fino al piano ultimo della Sala prove. Il palcoscenico segue un’inclinazione di 3° rispetto al pianoterra, e arriva alla quota di 0,80 metri che è il livello del Magazzino, per facilitare il movimento e il trasporto delle scene. Il primo piano graticciato, alla quota di 22,45 metri, è costituito da una serie di travetti paralleli tra loro e posti parallelamente al boccascena, ed è sdoppiato in un graticcio praticabile e un contrograticcio posizionato a 2,30 m sopra al primo. Il contrograticcio è composto da una serie di travi ortogonali al boccascena alle quali vengono fissati i gruppi di pulegge di rinvio dei tiri motorizzati. In questo modo il piano praticabile non è attraversato da funi a quota di calpestio, ma da funi che calano verticalmente. Sopra la seconda graticcia vi è la Sala prove con relativi spogliatoi di servizio, pensata come un grande spazio flessibile che, riportando in pianta la stessa dimensione del palcoscenico, facilita le prove dei Corpi di ballo prima e dopo gli spettacoli. La Torre scenica si presenta come un volume totalmente rivestito in vetro U-Glass, che si accende durante le ore serali come un faro notturno richiamando il pubblico dalla città. Dai collegamenti verticali si accede all’ultimo piano esterno in copertura dove si posizionano gl’impianti tecnologici UTA. Al piano interrato si trovano i camerini e cameroni, oltrechè gli archivi e i depositi per i musicisti con l’accesso diretto al golfo mistico. La Torre scenica con i macchinari idraulici per i movimenti delle scene in direzione verticale si edifica da una quota di - 8.56 metri rispetto alla quota di calpestio. La platea contiene 308 posti a sedere, ogni singolo palchetto ospita fino a un massimo di quattro spettatori, per una capienza totale di 632 persone.
prospetto sud sezione pianta al quarto livello
La Sala da concerto
Dalla Hall d’ingresso si accede alla Sala da concerto con capienza di 288 sedute, ed è pensata come una càvea acustica interamente rivestita da pannelli fonoassorbenti e fonoriflettenti in legno, per distribuire uniformemente il suono dal palco centrale e contenere il tempo di riverbero sotto la soglia di 1,5s. Lo spazio a gradoni è disegnato invertendo la sezione della Sala teatrale principale: se quest’ultima si sviluppa in altezza, la Sala da concerto scava la quota del terreno per posizionare le due gradonate lateralmente al palco centrale. Alla quota del piano terra si trovano ulteriori sedute che circondano e avvolgono lo spazio acustico, creando particolari prospettive e sguardi per tutto il perimetro della sala. Ma l’elemento principale, che sin dall’inizio ha definito il tema della Sala da concerto, è il grande lucernario che circolarmente illumina di luce naturale gli interni: la memoria alla Musikverein di Vienna e alle matinée è totale. Il pacchetto tecnologico esterno del volume appoggiato sul basamento in laterizio, con sistema vetrato U-Glass, regola la luminanza secondo le esigenze dell’evento; le tende removibili e le luci artificiali collaborano insieme ai pannelli fonoassorbenti per risolvere artisticamente la funzione musicale. Lateralmente al palco, oltre i servizi alla quota del piano terra, si trova la porta tagliafuoco per uscita d’emergenza e accesso al montacarichi per il carico e scarico degli strumenti.
prospettiva la Sala da concerto
prospetto est
all’ottavo livello
La Galleria espositiva
La nuova Galleria espositiva sostituisce l’edificato del Palazzo delle Esposizoni mantenendone invariati la superficie totale di allestimento (ca. 540mq) e il carattere semi-indipendente rispetto alle altre funzioni del Ferruccio. E’ il primo ingresso per i visitatori dal centro storico, e grazie alla sua planimetria in asse nord-sud rispetto alla Piazza Guido Guerra, si affaccia su entrambe le nuove piazze a est e ovest, caratterizzandone il carattere e illuminandole con la facciata di vetro U-Glass. Le vetrate a tutt’altezza delle facciate esterne filtrano la luce e il paesaggio urbano permettendo di passare gli sguardi da un lato all’altro dell’area di Piazza Guido Guerra; e una volta superata la biglietteria d’ingresso, il visitatore percorre un deambulatorio che circonda le tre sale, due più piccole con esposizioni permanenti e quella principale con esposizioni temporanee. L’ultima sala affaccia sul giardino interno che si connette anche alla Hall principale, tramite un accesso secondario. Le tre sale della Galleria espositiva hanno un’altezza massima di 4,70 metri: il progetto illuminotecnico ha individuato l’utilizzo di un cavedio alto ca. 3,30 metri sopra le sale, che dalla combinazione di luce naturale e artificiale permetta una distribuzione controllata per tutta la superficie delle sale espositive, illuminando le opere artistiche in maniera flessibile a seconda degli allestimenti.
prospettiva la Galleria espositiva
pattern dei materiali laterizi, vetro verde di Empoli
La struttura della Torre scenica
L’approfondimento strutturale, nella complessità dell’intero progetto, già ideato nella sua totalità seguendo una possibile e attuabile realizzazione esecutiva, si è tenuto sul volume della Torre scenica; come elemento chiave e identitario del nuovo Ferruccio, per il significato in chiave progettuale dell’intero sistema, e perché più interessante e complesso dal punto di vista ingegneristico e di cantiere. Il dettaglio materico delle tre volumetrie segue sempre lo stesso linguaggio, e le differenti facciate si differenziano solo nella fase cantieristica, per due diversi tipi di strutture: muratura continua portante in calcestruzzo per le facciate esterne in laterizio, un sistema di travi e pilastri in acciaio per i volumi-lanterna vetrati. Strutturalmente la Torre scenica è suddivisa in due parti: è costituita da setti in calcestruzzo armato con spessore di 60cm fino a un’altezza di 25 metri, su cui si appoggia una struttura a capriate in acciaio alta 9 metri per la Sala prove del teatro. Il primo solaio è formato da travature reticolari in acciaio e contiene il livello della seconda graticcia (la prima graticcia, a quota più bassa, è sospesa tramite cavi in acciaio alle aste inferiori delle singole travature reticolari del solaio e bullonata alle pareti in cemento). Le singole travature del primo solaio sono collegate alle grandi capriate verticali laterali di facciata, rinforzate con montanti diagonali proprio nella quota delle travi del primo solaio, così da permettere un montaggio più facile in cantiere per singoli pezzi. Le capriate verticali laterali sono in profili scatolari RHS saldati ai nodi, con profili HEB di rinforzo sempre saldati alle RHS Le connessioni delle capriate verticali laterali a tutte le travature orizzontali avvengono tramite bullonatura e piastre di collegamento. L’ancoraggio della struttura in acciaio alle pareti in cemento armato è ipotizzato con appoggi meccanici Freyssinet tipo POT. Infine la struttura della facciata in vetro U-Glass è collegata alle pareti in calcestruzzo armato e alle capriate in acciaio tramite profili e piastre in acciaio. Il vetro strutturale U-Glass dell’azienda tedesca Lamberts assicura un’altezza massima utilizzabile dei profili a U di 7 metri. Nel caso della Torre scenica e tenendo conto delle azioni del vento, la dimensione massima nel ritmo di facciata dei profili a U è di circa 5 metri, che corrisponde all’altezza della Sala prove. Per rinforzare ulteriormente i vetri U-Glass di questa altezza,
approfondimento nodi strutturali
esploso assonometrico struttura della Torre scenica
nodo capriata - trave copertura
nodo capriata - trave reticolare
nodo capriata - trave copertura con appoggio meccanico Freyssinet tipo POT
sistema vetrato
LINIT U-Glass di Lamberts
s’ipotizza d’incastrare tra le connessioni U-U dei singoli vetri, degli ulteriori profili in acciaio collegati ai montanti principali. Per quanto riguarda il terreno di costruzione, non si evidenziano problematiche che possano condizionare in maniera negativa la fattibilità degli interventi di progetto, e si ritengono rispettate le raccomandazioni legate alla Fattibilità Geologica, Fattibilità Sismica e Idraulica. Da studi archeologici, è emerso come l’area sia stata sfruttata in passato per riempimenti con macerie e detriti del secondo dopo-guerra, dunque risulta priva di interesse geologico-naturalistico e idonea alla realizzazione di interrati. La zona urbana interessata all’intervento risulta separata dal fiume Arno, la SS67 Tosco Romagnola marca un confine indelebile tra il costruito e l’alveo del fiume: la falda acquifera si trova a 13 metri sotto la quota zero delle fondazioni della Torre scenica, a 9,53 metri interrati, e gli argini del fiume sono interdetti dalle autorità di bacino ad interventi strutturali. Si prevede di riutilizzare le terre di scavo per l’impiego in cantieri limitrofi di committenza pubblica, e in fase di dismissione del cantiere si procederà al ripristino ambientale dei luoghi.
Fasi di cantiere: (1) finite le operazioni di scavo, si procede con il getto in opera delle fondazioni continue a platea (2) e delle pareti verticali controterra fino alla quota zero (3), per proseguire in altezza fino alla quota di innesto della struttura reticolare in acciaio con esecuzione in situ di solette a mensola (4); data la grande altezza delle capriate laterali, si realizza una travatura autoportante sfruttando il corrente inferiore della travatura finale (5) per posizionare montanti, diagonali e correnti superiori in parti, senza la necessità di un puntellamento provvisorio (6). Una volta terminate le capriate laterali si posizionano le travi del solaio di copertura (7) e si esegue il getto del calcestruzzo collaborante nei solai con casseri a perdere di lamiera grecata appoggiati alle travi armate; si procede infine con il montaggio della struttura della facciata vetrata di U-Glass.
maquette di progetto sezione in scala 1:100
maquette di progetto sezione in scala 1:100
dettagli costruttivi la Galleria la Sala da concerto
Le bucce, le tecnologie
Il rivestimento esterno di tutte le facciate del Ferruccio è definito dalla combinazione di tre differenti colorazioni dello stesso tipo di laterizio. Il linguaggio architettonico ha portato a scegliere i mattoni Corso serie Selmo LOC, Corso serie Selmo LO e Corso serie Selmo PL, dell’azienda Fornace S. Anselmo di Loreggia (PD). Questo tipo di mattone è interamente fatto a mano con metodologia pastamolle, e propone una superficie rustica ma di carattere, una dimensione allungata e sottile, colori freddi e stonalizzati. Sono posati in cantiere a giunti evidenti, ed è l’elemento materico che caratterizza l’opera e ne segna l’appartenenza di stile, assicurandone prestazioni di durabilità, ecocompatibilità, funzionalità tecnica, isolamento e salubrità, qualità estetica.
Le pensiline delle facciate esterne, che percorrono orizzontali quasi interamente tutte le lunghezze dei profili dell’edificio, sono realizzate tramite una soletta in calcestruzzo armato con elemento isolante portante Isokorb® T tipo K-O con reggispinta HTE-Compact® e materiale isolante con spessore di 80 mm, dell’azienda multinazionale di origine tedesca Schöck. Si tratta di un particolare elemento per l’isolamento termico di strutture a sbalzo da raccordare, secondo le esigenze costruttive, a una trave in spessore o a una parete in calcestruzzo armato. Trasferisce momenti negativi e forze di taglio positive, e risponde perfettamente ai ponti termici strutturali consentendo la realizzazione dell’isolamento termico di pensiline; una soluzione che contribuisce in modo decisivo alla riduzione delle perdite energetiche, alla tutela ambientale e al raggiungimento della sostenibilità.
Per i volumi-lanterna sopra i basamenti murari e per il rivestimento della Torre scenica, si è scelto il vetro profilato Linit U-Glass di Lamberts, con isolamento termico traslucido e capacità portante, in colorazione Cord Grün e sabbiato tipo Solar S. Questa particolare tipologia ha una resistenza statica molto elevata che permette di evitare le controventature laterali. Il risultato finale è una facciata che offre il massimo del vetro e il minimo del profilo dei telai.
prospettiva a volo d’uccello
Il Ferruccio
dalla sponda di Spicchio-Sovigliana
Bibliografia
Empoli
AA.VV., Empoli, nove secoli di storia. Tomo I Età Medievale - Età Moderna. Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2019
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Boldrini Elisa, Empoli com’era. Volume Secondo. Vita quotidiana, luoghi, eventi. Editori dell’Acero, Empoli 2001
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Vetro
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AA.VV., Taddei ed Etrusca. Arte e industria del vetro a Empoli nel primo ‘900. Edizioni Polistampa, Firenze 2015
Gelli Lara, I maestri vetrai dell’empolese. Una ricerca tra storia e antropologia. Ibiskos Editrice Risolo, Empoli 2006
Scappini Alessandra, Industria storica dell’empolese: la manifattura del vetro. Centro editoriale toscano, Firenze 1998
Teatro
AA.VV., I teatri storici della toscana. Provincia di Firenze, Prato e provincia. Marsilio, Venezia 1998
Allegri Luigi, Prima lezione sul teatro. Laterza, Roma-Bari 2012
Cruciani Fabrizio, Lo spazio del teatro. Laterza, Roma-Bari 1992
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Nicoll Allardyce, Lo spazio scenico. Storia dell’arte teatrale. Bulzoni editore, Roma 1971
Panizza Mario, Edifici per lo spettacolo. Laterza, Roma-Bari 1996
Ringraziamenti
All’ing. Giulia Marconcini, Settore Lavori Pubblici e Patrimonio del Comune di Empoli
All’ASCE - Archivio Storico del Comune di Empoli
Al MUVE - Museo del Vetro di Empoli
All’arch. Marco Arrigoni, socio fondatore di Arrigoni Architetti
Al prof. ing. Giovanni Cardinale socio fondatore di GPA Partners
Al prof. Fabrizio F.V. Arrigoni, maestro e Architetto
Alla mia famiglia
A Valentina
Luca Marrucci
lucamarrucci.bim@gmail.com
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