scheda del progetto Nome e Sito del progetto: Casa solare, Vens (Val d’Aosta) Architetti: studio Albori (Emanuele Almagioni, Giacomo Borella, Francesca Riva), Milano Collaboratori: Lorenza Crotti, Virginia Chiappa Nunez, Panagiotis Veizis Progettazione Strutturale: Echo-D, Aosta Apparato Energetico: Gßnther Gantioler / TBZ , Bolzano; Christian Cavorsin / Atelier Projet, Aosta Appalto: Echo-D, Aosta Area del sito: 430 mq Superficie Totale Edificio: 83 mq Fase di progetto: 2010 Durata lavori Feb/Giu 2011
intervista Potreste fare una breve presentazione del vostro Studio? Lo Studio Albori è stato fondato a Milano nel 1993 da tre architetti, laureatisi al Politecnico di Milano: Emanuele Almagione, che ha anche lavorato come docente nella suddetta Università nell’anno 2010; Giacomo Borella, formatosi lavorando nello studio di Alvaro Siza a Porto (1987) e in quello di Umberto Riva a Milano (1991/93), anch’egli docente a contratto presso la stessa Facoltà di Architettura dal 2007 al 2010 e inoltre direttore della rubrica di recensioni urbane “Sopralluoghi metropolitani” sulle pagine milanesi del Corriere della Sera dal 2001 al 2007; infine Francesca Riva, anch’essa formatasi professionalmente lavorando nello studio di Umberto Riva a Milano (1991/93). Dove affonda le radici la vostra Architettura? Lo studio lavora sui temi dell’Architettura e del Paesaggio, soprattutto su piccola scala, con una particolare attenzione alle questioni energetiche e ambientali, nel loro intersecarsi con la dimensione dell’abitare quotidiano. Per questo, quando è possibile, noi stessi progettisti partecipiamo concretamente ad alcune fasi della costruzione, svolgendo interventi e lavorazioni manuali direttamente in cantiere, e in qualche caso realizzando per intero l’opera! Un esempio perfetto è proprio la “Casa Solare”, che è nostro oggetto di studio: a proposito, parlateci un po’ di come nasce questo progetto e di come si evolve. Il progetto nasce dalla strabiliante vista che il sito offre (Vens, Saint Nicolas, valle d’Aosta) e dalla particolare generosità della sua esposizione solare, che permette all’edificio di ricevere luce solare diretta ad ogni ora del giorno, dall’alba al tramonto. La casa è situata a 1750 metri di altitudine, alle spalle del piccolo villaggio di Vens, e si affaccia su un arco montuoso che va dal Monte Emilius fino al massiccio del Gran Paradiso e alla Grivola. Il vero fulcro del progetto sono i tre diversi modi in cui l’energia solare viene impiegata: viene accumulata in modo diretto attraverso le finestre poste nella facciata a sud, immagazzinata e rilasciata più lentamente dai sali minerali contenuti nei vetri PCM (Phase Change Material) delle finestre sulla facciata Sud, oppure trasformata in elettricità dai pannelli fotovoltaici disposti sulla copertura. L’unica altra fonte energetica impiegata dalla casa è la legna che alimenta la stufa/cucina, posta al piano terra. Un altro tema fondamentale di questo progetto è proprio il legno: quello della struttura e delle facciate è Larice valdostano, messo in opera senza alcun trattamento o verniciatura; parte dei mobili della casa è stata costruita a mano da noi stessi, con legno e altri materiali di recupero. Il telaio in legno che costituisce la struttura portante, rimane a vista nella facciata Sud, nella quale tutti i locali abitabili affacciano, molto finestrata per aprirsi al sole e al paesaggio, mentre è completato da un involucro in legno fortemente isolato e opaco sui rimanenti tre lati (quelli con l’esposizione peggiore). Quest’attenzione per le componenti ecologica e ambientale, ci ha permesso, grazie all’attento studio degli impianti, di realizzare una “Casa Attiva”, che produce energia invece che consumare!
schema funzionamento impianti
scheda tecnica vetro PCM PCM – Phase Change Material, materiale a cambiamento di fase La tecnologia PCM, basata sull’accoppiamento di componenti vetrati e accumuli di superficie a cambiamento di fase, è già utilizzata in altri paesi (stranamente meno dotati di risorsa solare rispetto all’Italia) come Svizzera, Austria e Germania, ma non è ancora stata impiegata nella Regione in questione. Tale soluzione è in grado di migliorare e potenziare lo sfruttamento dell’apporto solare passivo accumulandone l’energia per poi rilasciarlo, nel tempo, agli ambienti adiacenti (sfruttando il cosiddetto “effetto spugna”). Oltre al beneficio in termini di risparmio energetico si evidenzia anche il miglioramento degli standard qualitativi dell’ambiente indoor per l’abbattimento dei picchi di temperatura derivanti sia dalla fluttuazione della radiazione solare (evitando così anche il surriscaldamento nelle stagioni intermedie), sia dall’apporto energetico intermittente del generatore a legna. Il sistema solare passivo (con PCM e riflettore prismatico) è costituito da un componente trasparente a triplo vetro bassoemissivo (U=0,48 W/m-2K) con interposto, nella prima vetrocamera, un pannello riflettore prismatico che seleziona l’irraggiamento in base all’angolo di incidenza e, pertanto anche in base alla stagione. Nella camera più interna trova spazio l’accumulo termico a base di sali idrati in contenitori di policarbonato che garantisce una capacità termica pari ad un muro in cls di 20 cm. Il sistema così configurato consente di utilizzare la capacità termica del calore latente [circa 1185 Wh/m2] per distribuire l’apporto energetico diurno di notte e nei giorni successivi (tempo di cristallizzazione) ad una temperatura superficiale interna compresa fra i 26 e i 30°C. Attraverso il componente di spessore pari a circa 8 cm passa, a seconda delle stagioni (per effetto del selettore prismatico), fino al 40% dell’energia d’inverno e solo il 22% d’estate: l’ideale per modulare gli apporti in relazione alle necessità stagionali.
studio albori
«Lo Studio Albori è un piccolo Atelier di Architettura situato a Milano, attivo dal 1993. Emanuele Almagione, Giacomo Borella e Francesca Riva propongo un approccio differente all’architettura contemporanea. I progetti sono attentamente disegnati nel pieno rispetto del luogo e del paesaggio, sono meticolosi, col fine di realizzare lavori in cui le problematiche ambientali siano limitate. In questo studio la pratica architettonica è considerata come un mestiere piuttosto che uno strumento di produzione seriale di edifici, e la progettazione non ruota intorno a vaghi concetti formali o a un tentativo di nascondere o negare le condizioni materiali dell’edificio, ma intorno ad aspetti funzionali, in maniera indipendente, sperimentale e empirica, dove la realtà è percepita come un’opportunità piuttosto che un limite. Il loro operato è la dimostrazione che l’architettura, oltre all’accettazione della natura non solo come spazio architettonico, dove gli edifici sono costruiti, ma come una condizione entro cui essa stessa è prodotta, è naturalmente anche programma, plasticismo e simbolismo. Prestando particolare attenzione alle architetture anonime locali, lo studio persegue un modo di progettare sostenibile.» STUDIO ALBORI, Giardino Pensile e Posti Auto, a cura di A. C. MORAIS, Collana ASthought 33, 2013
bibliografia, sitografia STUDIO ALBORI, Giardino Pensile e Posti Auto, a cura di A. C. MORAIS, Collana ASthought 33, 2013 www.designboom.com www.divisare.com www.albori.it