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LA NOSTRA PASSIONE LA TUA INFORMAZIONE

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Stile di vita PAGE 22

l’a-b-c del kinesio tape

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Il Kinesio Tape nasce nel 1979

CAMBIAMENTO CLIMATICO

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stress e malattie YEAR: 2014 Numero 1 Settembre KinesisMED

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07 Stile di vita

Indice

La società in cui viviamo ci obbliga a ritmi innaturali, a volte eccessivamente frenetici

Kinesiologia specializzata La kinesiologia è “un’arte” per la salute, rivolta al benessere della persona, allo sviluppo del suo potenziale e al miglioramento della qualità della vita.

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Allenamento respiratorio

Benessere una direzione

Ab ipis as dolorest quatiam illent elia quidi to conseque as exces et alis dolorest, vid quia doles quia veles aut volupta tureseq uiation esecupt aecupidenis.

Benessere psicologico quanto esso sia importante nella vita di tutti i giorni

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cambiamento

climatico 2

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L’A-B-C DEL KINESIO TAPE ARTE E CORPO UMANO

24 Sincromiografia e performance

Kalòs kai Agathos direbbe Omero per descrivere l’uomo greco dei tempi del mito; un uomo “bello e buono, il cui scopo nella vita era raggiungere la gloria terrena ...

KalL’Elettromiografia (EMG) è un campo immenso di studi applicativi e di base, di ordine semeiologico, diagnostico funzionale e fisiopatologico

20 STRESS E MALATTIE

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BEN-ESSERE

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BUONAFortuna

Scritto da Avv. Franco Domini

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urante l’intervallo delle lezioni che tenevo a Milano al corso per M.C.B. uno dei miei allievi “il Dr. Fabio Marino” mi parlò dell’idea di fondare una rivista che si occupasse dei problemi legati alla c.d. “macchina del corpo”.

Mi venne in mente allora, data la mia appartenenza alla formazione scolastica classica, il blocardo del grande poeta e scrittore latino Giovenale, che nelle sue satire coniò la formula del “mens sana in corpore sano” . La tenacia e la professionalità del Marino ha oggi dato alla luce questo straordinario prodotto editoriale, ricco di varia umanità culturale, accompagnata e, per certi versi, coccolata da Professionisti appartenenti al settore complesso della cura del corpo. La rivista appartiene, quindi, al generale mondo della cultura e dell’informazione, unico fine dell’Associazione KinesisMed, che ho avuto l’onore di assistere legalmente. Eguale privilegio mi viene ora concesso in ordine alla partecipazione al lavoro degli esperti del Settore ed alla possibilità di esporre, con la periodicità possibile, qualche idea e qualche osservazione che va oltre l’aspetto tecnico-scientifico, per appartenere alla mia attività di Docente ed Esperto di Diritto. Ho quindi accettato la proposta di collaborazione alla rivista per due ordini di ragioni: la prima di carattere oggettivo, legata alla credibilità del progetto ed alle sue nobili finalità; la seconda di ordine soggettivo, legata alla stima ed all’affetto che nutro per il Fondatore ed il Regista dell’Associazione, Fabio Marino, mio straordinario Allievo. Valga per tutti, allora, associati, collaboratori e lettori l’unico motto possibile: “Ad meliora, semper”. Fornire informazioni sul modo di aver cura del proprio corpo, occupandosi scientificamente anche degli aspetti collaterali (binomio stress-terapia del corpo) assume la forma e le finalità di una sorta di missione, che travalica l’aspetto squisitamente para-sanitario per assumere una funzione sociale. E non appare sufficiente cogliere solo gli aspetti tecnico-professionali dell’informazione che verrà data con la rivista, ma si rende necessario coglierne e lodarne gli aspetti culturali e comunicativi. Buon lavoro, allora, a Tutti Noi.

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PREFAZIONE Filosofia e significato di kinesisMED

Scritto da Fabio Marino Presidente KinesisMed

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’con piacere, che in qualità di presidente di KinesisMed, presento a tutti voi lettori la rivista ufficiale dell’Associazione,

nata il 7 maggio 2014 come Associazione culturale senza fini di lucro. Ho creato un team giovane e dinamico di professionisti che da anni operano nel settore ospedaliero e in quello privato e insieme abbiamo costituito KinesisMed

per dare vita a tutti i nostri progetti riguardo al nostro corpo, alla nostra persona e più in generale alla nostra relazione con il mondo. Organo ufficiale dell’Associazione è la rivista online che vi apprestate a leggere. Tra le sue pagine troverete i contributi di importanti figure mediche e sportive tra cui medici con diverse specializzazioni, fisioterapisti, osteopati, massoterapisti, psicologi e preparatori atletici. Sceglierò personalmente le tematiche di ciascun numero, e chiederò ad amici e collaboratori di entrare a far parte della rete di KinesisMed, regalando a noi e al pubblico di lettori un proprio scritto sulla nostra splendida ‘macchina corpo’. I temi saranno affrontati da diverse prospettive e punti di vista così da soddisfare anche i più curiosi tra di voi. La rivista si pone come obiettivo quello di diventare un vero e proprio strumento di informazione da inserire come supporto formativo in istituti di formazione post diploma. Per incrementare e approfondire la conoscenza reciproca tra i membri dell’Associazione, verranno organizzati cene e momenti di incontro che vi permetteranno di incontrarvi, conoscervi e arricchire la vostra rete di contatti. Per il pubblico più generale, saranno inoltre in programma serate di incontro formative e informative, per le quali inviterò docenti e specialisti (medici o figure legate al mondo delle attività sportive) a presentare un argomento inerente il proprio campo di specializzazione e a rispondere a tutte le vostre domande e curiosità. Il nostro obiettivo è quello di diventare organo di informazione specialistica, sia per gli ‘addetti ai lavori’ che per tutti coloro che vogliono semplicemente aprire la propria mente e i propri occhi verso ciò che è il nostro corpo. Si parlerà di sanità, salute, psicologia, sport, benessere e molto altro. Con la speranza che questo progetto di crescita culturale e sociale possa avere lunga vita vi auguro una buona lettura.

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STILE DI VITA Atteggiamento mentale e benessere

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a società in cui viviamo ci obbliga a ritmi innaturali, a volte eccessivamente frenetici. Ci si aspetta da ognuno di noi sempre di più e su ognuno di noi gravano sempre troppe aspettative. Gli impegni sono sempre incalzanti, gravosi e il tempo per poter svolgere tutto è sempre più limitato. Il modo di vivere odierno ci obbliga ad essere sempre connessi e ci costringe ad utilizzare e verificare le informazioni in tempo reale. Le aspettative nei confronti di ciascuno di noi sono sempre maggiori e la quantità di informazioni a cui siamo assoggettati tende a superare le nostre capacità di elaborazione e di decisione. I ritmi di vita, a causa dei troppi impegni, sono diventati eccessivamente frenetici e rimane poco tempo a disposizione per poter fare ciò che serve al benessere dell’organismo. La nostra mente spesso trascura i messaggi di malessere che il nostro fisico invia; con il tempo, questo comportamento causa sintomatologie psico-somatiche come disturbi alimentari, del sistema muscoloscheletrico (cefalea, mal di schiena…) e del sistema nervoso (gastrite, dispnea, insonnia …). Il tempo dunque è la risorsa più richiesta ma anche la meno disponibile: siamo sempre più impegnati nel perseguire e accrescere l’immagine che diamo di noi stessi – il sé sociale – a scapito del sé fisico e del benessere interiore. Il termine ben-essere indica una filosofia che “vede gli individui come responsabili, attivamente coinvolti nel processo volto ad aumentare e migliorare la propria salute e non solo mantenerla” (Bruhn 1988). Il senso di cognizione dell’individuo, il proprio corpo, il dialogo interiore, le relazioni interpersonali contribuiscono a migliorare lo stato di salute della persona e spingono a intervenire consapevolmente per migliorare gli aspetti negativi della nostra vita. Infatti, il termine salute è anche sinonimo di: Crescita |Fiducia in se stessi |Miglioramento esistenziale | Conquista dei propri obiettivi |Soddisfazione per se stessi Ciò di cui la persona ha bisogno è la capacità di riprendere il controllo della propria vita, attraverso un ruolo attivo dell’esistenza e di ciò che lo circonda. Deve essere perseguito un atteggiamento proattivo e costruttivo, tale da fronteggiare e sconfiggere le eventuali situazioni stressanti e avverse. E’ indispensabile e “vitale” utilizzare strumenti che permettano di riprendere in mano la vita e il tempo. Se si vuole tutelare il proprio benessere e il proprio equilibrio psicofisico, da cosa è necessario partire?

Scritto da Andrea Lecchi Ingegnere Gestionale

L’individuo deve liberarsi dalla gabbia mentale in cui si trova e agire: è importante staccare dalla routinarietà e inseguire una dimensione di vita più profonda e consapevole della complessità del tempo nel quale siamo calati. Solo con questa consapevolezza si possono adottare tutte le tecniche e gli strumenti di time-management, che ci permettono non solo di fare ordine tra impegni e priorità ma di avere una gestione del tempo nel suo insieme, di noi stessi e, nel complesso, della nostra vita. L’individuo deve intraprendere un percorso di autoconsapevolezza che lo porti ad individuare e riconoscere lo stadio in cui si trova; solo successivamente potrà identificare le azioni future da intraprendere e mettere in atto quei meccanismi personali di cambiamento che gli permettano di progredire da uno stadio al successivo. Per intraprendere tale percorso di autoconsapevolezza che promuove la salute, possiamo far riferimento al modello transteoretico di James Prochska, Di Clemente. Nel corso della propria vita, l’individuo si trova in uno dei seguenti stadi: Pre-contemplazione: il soggetto non è consapevole della propria situazione, nega il problema, è male informato, sotto-informato, non mostra nessuna intenzione a cambiare nel breve periodo. Contemplazione: il soggetto è consapevole dell’esistenza di un problema ed è convinto nella volontà di volerlo superare, ma non conosce nessun modus operandi, non sa come agire, non sa quali azioni intraprendere, si trova in una sorta di “limbo”, in una situazione di stallo nella quale manca la decisione. Tale stadio può anche perdurare nel tempo. Preparazione: il soggetto intende agire, vuole modificare lo status quo, far propri dei cambiamenti e adottare nuovi stili di vita. Azione: in questa fase di liberazione e di rivalutazione di sé, il soggetto è convinto nell’essere in grado di cambiare e agisce modificando i propri comportamenti. Mantenimento: il soggetto mantiene e consolida i comportamenti del precedente stadio di “azione”, crescendo in autoconsapevolezza. L’individuo deve capire in quale stadio si trova: solo così potrà adottare un’appropriata strategia per passare alla fase successiva. E’ importante che la persona applichi le strategie corrette allo stadio di appartenenza, in modo da evitare comportamenti errati che si rivelerebbero controproducenti. L’importante dunque è migliorare consapevolmente e direttamente la propria salute e il proprio benessere: trarre il meglio da ogni situazione, gestire e risolvere efficacemente i problemi, implementare KinesisMED

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soluzioni alternative rispetto agli schemi mentali, cambiare se stessi e il modo di guardare le cose. Salute e benessere derivano insomma dalla capacità di realizzare “creativamente” – senza perdere di vista i limiti personali e dell’ambiente – il nostro progetto esistenziale. Tale visione implica un atteggiamento positivo anche nei momenti di crisi, traendone occasioni e opportunità di cambiamento. Saper gestire gli eventi, aumentare l’efficacia nel gestire il proprio progetto di vita, aumentare la propria elasticità nell’affrontare la vita, sono tutte variabili che contribuiranno ad accrescere il proprio benessere e la propria salute.

Martha Medeiros

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L’ode alla vita Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

A Morte Devagar Muere lentamente quien se transforma en esclavo del hábito, repitiendo todos los días los mismos trayectos, quien no cambia de marca, no arriesga vestir un color nuevo y no le habla a quien no conoce.

Muore lentamente chi fa della televisione il suo guru. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Muere lentamente quien hace de la televisión su gurú. Muere lentamente quien evita una pasión, quien prefiere el negro sobre blanco y los puntos sobre las "íes" a un remolino de emociones, justamente las que rescatan el brillo de los ojos, sonrisas de los bostezos, corazones a los tropiezos y sentimientos.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo quando è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.

Muere lentamente quien no voltea la mesa cuando está infeliz en el trabajo, quien no arriesga lo cierto por lo incierto para ir detrás de un sueño, quien no se permite por lo menos una vez en la vida,huir de los consejos sensatos.

Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

Solamente la ardiente paciencia hará que conquistemos una espléndida felicidad

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Scritto da Veronica Fiorillo Psicologa

BENESSERE: NON una destinazione MA DIREZIONE

Benessere psicologico quanto esso sia importante nella vita di tutti i giorni Molto spesso come professionista della salute mi viene chiesto cosa si intende per benessere psicologico e quanto esso sia importante nella vita di tutti i giorni. L’organizzazione mondiale della sanità definisce specificatamente il benessere psicologico come quella condizione in cui riusciamo ad adattarci in modo costruttivo alla condizioni esterne e

ai conflitti interni. Tale definizione ci rimanda ad una immagine dinamica di tale concetto, ma concretamente che cos’è? Quando una persona sta bene (è bene, ben-essere)? Si può parlare di benessere psichico quando ognuno di noi è in grado di attivare le proprie potenzialità mentali (delle vere e proprie strategie) che ci permettono di affrontare

situazioni stressanti. Gli psicologici le definiscono appunto strategie di coping (dall’anglosassone “to cope”, far fronte a, reagire a) e possono essere di diverso tipo, variano da persona a persona, a seconda del contesto e del tempo. Esse rappresentano un valido strumento per fronteggiare le difficoltà che inevitabilmente caratterizzano le vite di tutti noi permettendoci di raggiungere KinesisMED

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un determinato equilibrio psichico. Inoltre si può parlare di benessere quando siamo in grado di ricavare soddisfazione dalle diverse attività che svolgiamo nella vita di tutti i giorni sia in ambito lavorativo, sia creativo o sportivo. A molti di noi sarà capitato di sentirsi soddisfatto dopo aver concluso una vendita importante o aver fatto una mezza maratona, o semplicemente dopo aver finito di tagliare l’erba nel giardino di casa nostra. Chiaramente non possiamo trascurare come fonte di benessere la nostra vita relazionale, sia in termini di vita amorosa che di amicizia. Una chiacchierata con un vecchio amico di scuola può rimediare ad una pessima giornata di lavoro, oppure sapere che di ritorno da casa, dopo ore passate in macchina in mezzo al traffico, c’è il nostro\a compagno\a che ci sta aspettando, ed è li pronta ad abbracciarci non appena varcheremo la soglia di casa.

facile da vivere: bastano davvero le piccole cose, come un aperitivo fuori con gli amici, una corsa la mattina presto nelle giornate d’estate, e molte altre semplici attività. Ci hanno probabilmente fatto credere che il nostro benessere (così come la nostra felicità) siano una destinazione, e quindi noi siamo li, a rincorrerla, a bramarla, e poi? Alla fine basterebbe incominciare a pensare che essa rappresenta più semplicemente una direzione e non un punto di arrivo. Molte altre volte invece, il percorre tale strada diventa difficile perché la vita ci ha messo di fronte a problemi e avversità più grandi di noi, e nonostante gli sforzi, gli atteggiamenti positivi, i buoni propositi e spesso una buona rete sociale, non riusciamo a farcela, ; ed è proprio lì che è entra in gioco l’applicazione della psicologia (grazie alle sue innumerevoli tecniche, per esempio le tecniche di rilassamento, l’EMDR.

Chiaramente il nostro star bene e non, influenza il nostro corpo. È ormai fatto assodato anche dalla medicina il collegamento tra lato fisiologico e psicologico (sono infatti nate negli ultimi anni discipline come la psiconeuroimmulogia). E ciò dimostra più che mai l’importanza di pensare a noi stessi e alla nostra salute anche psicologica. Molto volte la vita ci porta a pensare che il nostro benessere deriva da cose difficili e poco realizzabili, quanti di noi per esempio non hanno mai sognato di vincere a qualche “gratta e vinci” e di risolvere così tutti i nostri problemi per poter stare finalmente bene? La vita frenetica ci ha portato a dimenticare che il NOSTRO star bene è non solo fondamentale, ma anche

L’aiuto di un professionista permette di lavorare su se stessi, di sviluppare competenze, dando la possibilità di concedersi uno spazio per sé, per lavorare sulla propria storia, sui propri bisogni e necessità. Il pregiudizio ci ha portato a credere che dagli psicologici vanno solo i pazzi, i malati di mente, quando invece è vero il contrario; una persona sana, è proprio colei che è in grado di chiedere aiuto quando sa di non potercela fare. Il benessere è una strada percorribile da tutti, ma a volte è facile perdersi, una guida (psicologica e\o medica) può essere un valido aiuto (e un buon investimento) sulla propria vita e sulla propria voglia di realizzazione.

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Scritto da Stefano Parolini kinesiologo

KINESIOLOGIA SPECIALIZZATA La kinesiologia è “un’arte” per la salute, rivolta al benessere della persona, allo sviluppo del suo potenziale e al miglioramento della qualità della vita. Nasce in California nei primi anni 60 dal chiropratico George Goodheart (Kinesiologia applicata) e successivamente ampliata e perfezionata dal chiropratico John Thie (Kinesiologia specializzata). Non è mai facile spiegare cos’è la kinesiologia. Essa non è infatti una tecnica ben precisa con una progressione di movimenti standard. È una vera e propria arte, perché gli sviluppi dei riequilibri kinesiologici non sono mai uno uguale all’altro e la strada per la risoluzione di un problema non si può e non si deve pre-organizzare. Un bravo kinesiologo spazia da tecniche strutturali a tecniche emotive, da moderne tecniche di comunicazione ad antiche tecniche di filosofie orientali. Capita spesso che per un disagio che si presenta in certo ambito non si interviene con tecniche apparentemente associate, ma con soluzioni completamente diverse che però in quel momento sono le più importanti per la persona. Per esempio un dolore alla schiena non lo tratta con massaggi o manipolazioni ma con tecniche più emotive che tendono a sciogliere blocchi di tensione. La procedura, se così si può chiamare, si basa sulla priorità, ossia cosa è più importante per la persona in quel momento e noi “alternativi” sappiamo che un problema fisico ha spesso origini diverse da quelle logicamente correlabili ai sintomi. Un dolore alla schiena, per esempio, può essere la rappresentazione fisica dello stress che in un certo periodo ha fatto KinesisMED

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parte della vita della persona. In altre parole, lo stress si manifesta in un certo modo in una certa parte del corpo, con dolori e disagi che non hanno quindi nulla a che vedere con sintomatologie fisiche. La kinesiologia ha come obiettivo quello di ricercare la causa del problema e non quello di togliere il dolore. C’è da dire che ogni essere umano ha le risorse per il mantenimento del benessere, ha insiti in lui i processi di auto guarigione, ma talvolta non riesce ad attivarli al meglio, spesso sono bloccati. Un kinesiologo opera per questo; per permettere alla persona di riattivare i propri meccanismi di auto guarigione e riprendere possesso della propria vita. Nella maggior parte dei casi il problema all’origine del malessere è un conflitto, un mancato allineamento tra quello che la persona vuole nella vita, come si sente in relazione a quello che fa e cosa veramente fa. La maggior parte delle volte questi aspetti non sono congruenti. Una persona che riceve dei riequilibri di kinesiologia specializzata fa un vero e proprio training su se stessa. Ma come riesce un kinesiologo a fare tutto questo? Attraverso il test muscolare caratteristica principale della kinesiologia. E’ lo strumento con cui il kinesiologo opera, è il cardine fondamentale del riequilibrio. Tutta la procedura di riorganizzazione della persona si svolge dall’inizio alla fine con l’applicazione del test muscolare, è il test a indicare la priorità delle tecniche da applicare e la direzione verso cui si orienterà il riequilibrio.

E’ indicata per qualsiasi tipo di disturbo: fisico, emotivo, nutrizionale ed energetico

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Scritto da Valerio Romanò Dottore magistrale in scienze motorie

ALLENAMENTO RESPIRATORIO L’allenamento respiratorio è da considerarsi la “ Madre” del training, in quanto è in grado di condizionare oltre all’apparato respiratorio, il sistema cardiovascolare e quello nervoso, inducendo modificazioni intracellulari e delle capacità organiche.

Attraverso questo tipo di allenamento è possibile condizionare la performance sia di atleti di endurance che di potenza, nonché la qualità di vita di soggetti comuni, sedentari e patologici. L’allenamento respiratorio è da considerarsi la “ Madre" del training, in quanto è in grado di condizionare oltre all’apparato respiratorio, il sistema cardiovascolare e quello nervoso, inducendo modificazioni intracellulari e delle capacità organiche. Attraverso questo tipo di allenamento è possibile condizionare la performance sia di atleti di endurance che di potenza, nonché la qualità di vita di soggetti comuni, sedentari e patologici. Come sostenuto da Ringquvist (1966) i muscoli respiratori mostrano una variazione nella forza e nella resistenza in relazione a statura, età, sesso, livello di allenamento e hanno implicazioni nel mantenimento dell’adeguata ventilazione durante l’attività fisica. Soggetti con forti muscoli respiratori raggiungono elevati volumi e inferiori frequenze respiratorie, con minori sensazioni di dispnea (“fame d’aria”)

(Pardy R. I. e coll., 1981). Uno degli aspetti particolarmente interessanti e di rilevanza in campo sportivo e cinesiterapico di questo tipo di pratica sono i provati effetti benefici della ginnastica respiratoria nelle sintomatologie algiche del rachide e la sua azione di riequilibrio posturale (almeno nel breve termine), molto simile a quella ottenuta con la ginnastica tradizionale (Campra P., 2006; Nespoli A., 2005). L’allenamento respiratorio ben modulato può essere d’ausilio sia all’incremento del benessere generale, che alle performance del super atleta. Mediante la ginnastica del respiro, in particolare se abbinata a dei precisi schemi posturali, si può aumentare la consapevolezza del proprio corpo, eseguire esercizi di allungamento e migliorare la postura per poter effettuare in maniera più efficiente KinesisMED

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qualsiasi gesto quotidiano o sportivo. 1 Eseguire respiri lenti e più profondi possibile cercando di portare la respirazione sempre più “bassa" e diaframmatica 2Durante la fase inspiratoria diaframmatica effettuare una antiversione di bacino e durante la fase espiratoria effettuare una retroversione di bacino (progressivamente verso la massima ampiezza) 3 Effettuare i due esercizi precedenti con un piccolo sovraccarico (1kg o una fascia elastica) posto sull’ addome 4 Durante l’inspirazione diaframmatica extraruotare gli arti superiori, durante l’espirazione intraruotare gli stessi, tale esercizio può anche essere inserito assieme all’antiversione e retroversione del bacino. 5 Supini, completamente distesi piedi uniti e a martello, braccia estese appoggiate e extraruotate, con i medi delle due mani a contatto e i palmi delle mani rivolte verso l’alto. Effettuare diverse respirazioni addominali profonde, guadagnare quanto più possibile in posizione di autoallungamento e tentare di mantenere l ‘autoallungamento guadagnato durante la fase di espirazione. Per sollecitare in maniera massimale la meccanica respiratoria è necessario alternare cicli di massima contrazione e completo rilassamento favorendo la coordinazione tra muscoli agonisti e antagonisti incrementando così la vascolarizzazione, l’ossigenazione di tutta la muscolatura interessata favorendone l’allungamento e l’efficienza. Procedendo con graduali allungamenti millimetrici dell’ atto respiratorio si può riuscire a ottenere uno sblocco del diaframma grazie al progressivo reclutamento anche dei sarcomeri (unità funzionali del muscolo) retratti imprigionati dal connettivo a causa della loro fissità in una posizione. L’inspirazione di grande ampiezza esercita un’azione sul centro frenico del diaframma, favorendo l’allungamento delle fibre di questo muscolo. In fase inspiratoria l’autoallungamento dovuto alla diminuzione della cifosi dorsale e l’elevazione delle spalle mette in tensione il centro frenico sottoponendo le fibre muscolari del diaframma a una contrazione isotonica eccentrica restituendo ad esse forza ed elasticità. Per stimolare al massimo la capacità respiratoria e la mobilità articolare delle strutture connesse ad essa bisognerebbe giungere ad effettuare dei cicli respiratori massimali in stazione eretta abbinando delle gestualità sinergiche favorenti la fisiologia del diaframma e la sua massima ampiezza di movimento, ovvero: Inspirazione massimale diaframmatica - Estensione del capo - Antiversione del bacino 14

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- Estensione del tronco - Extrarotazione degli arti superiori Espirazione massimale diaframmatica (contrazione importante degli addominali) - Retroversione del bacino - Flessione del tronco - Intrarotazione degli arti superiori Per sollecitare in contrazione e allungamento la muscolatura antigravitaria invece è possibile effettuare degli esercizi basati sulla tenuta in postura dell’ espirazione in autoallungamento. Partendo dal mantenimento del corretto allineamento del sacro, con l’apice della curva cifotica dorsale e la parte più posteriore dell’occipite (aiutarsi all’inizio contro il muro o con un asta), ripetere questa sequenza mantenendo le gambe ben tese per il maggiore numero possibile di atti respiratori:


sollevare le braccia distese verso l’ alto con i palmi delle mani rivolti verso l’alto e con le punte dei medi a contatto; inspirare andando in massimo autoallungamento (rettilineizzazione delle curve della colonna vertebrale cercando di allontanare quanto più possibile l’apice del capo dalle piante dei piedi) e portando le braccia in massima distensione; espirare intensamente con un forte intervento della muscolatura addominale cercando di mantenere l’allungamento raggiunto con l’inspirazione o addirittura tentare di aumentare l’autoallungamento in fase espiratoria forzata. La respirazione può diventare un utile alleato anche dello stretching tradizionale: sempre partendo dall’applicazione di uno stretching posturale, indipendentemente dal segmento utilizzato, è possibile, una volta raggiunta la posizione di massimo allungamento (senza avvertire dolore) utilizzare la respirazione per indurre delle micromodificazioni delle catene muscolari grazie al coinvolgimento della muscolatura respiratoria, della colonna vertebrale e delle strutture connesse. Ad esempio: giunti nella posizione di massimo allungamento di un determinato distretto muscolare è possibile cercare di guadagnare allungamento durante una profonda fase di espirazione diaframmatica e durante la fase di inspirazione, tentare di mantenere l’allungamento raggiunto, cercando sempre per quanto possibile di conservare un buon assetto posturale in situazione di autoallungamento e sollecitare al massimo il torchio addominale. Questo tipo di approccio all’allungamento muscolare in postura oltre a offrire stimolazione al diaframma e al sistema respiratorio può favorire la consapevolezza dell’interazione delle catene muscolari, aumentando il grado di concentrazione e attenzione negli atteggiamenti posturali e raggiungendo il massimo range di estensibilità del distretto corporeo desiderato. attenzione negli atteggiamenti posturali e raggiungendo il massimo range di estensibilità del distretto corporeo desiderato.

STRESS E MALATTIA

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tress è un termine di cui ormai si abusa in quasi ogni ambito della vita umana; si dice stress per dire sforzo, fatica, dolore, malattia, paura, pressione agonisitica, eccetera eccetera. Tuttavia, lo stress non è nessuna di queste cose anche se è certo che tra di esse esiste una forte correlazione: il modo in cui il corpo si prepara ad affrontarle. Il medico austriaco Hans Selye nel 1936 osservò come le sue cavie subissero tutte lo stesso di tipo di lesioni (ulcere gastriche, soppressione del sistema immunitario, ipertrofia surrenalica) in seguito all’esposizione a diversi stimoli nocivi (temperature e rumori estremi, tossine, agenti patogeni); la risposta dei diversi animali ai diversi agenti era stereotipata e prevedibile. Forte dei risultati ottenuti in laboratorio, Selye fu il primo

Scritto da Stefano Arrigoni Medico Chirurgo a cercare di definire il termine stress in ambito medico. Lo stress, da allora, è la risposta aspecifica di adattamento del corpo ad ogni richiesta esterna di cambiamento. Il punto importante di questa definzione, sostenuta poi da numerosi studi scientifici posteriori, è proprio la caratteristica di aspecifità dello stress. L’organismo, oltre a rispondere in modo congruo all’agente stressante (‘stressor’), mette in atto anche un meccanismo sempre uguale, a causa della necessità di adattarsi alla nuova situazione, indipendentemente dalla natura di quest’ultima. Quando ci troviamo ad affrontare uno ‘stressor’ il nostro corpo elabora la sensazione percepita e innanzitutto decide se l’evento è davvero stressante, ovvero se nei confronti di KinesisMED

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questo è necessario mettere in atto dei cambiamenti. La decisione avviene attraverso un rapidissimo processamento cerebrale in cui vengono integrate le attuali informazioni provenienti dal sistema sensitivo con la memoria di precedenti avvenimenti simili già catalogati come stressanti. Una volta che l’organismo ha deciso che l’evento è stressante, attiva la risposta (stress) e la sostiene finché lo stressor è presente o fino a quando l’evento non è più riconosciuto come stressante, o ancora, fino a quando le riserve non si esauriscono. Questo discorso vale per qualsiasi agente stressante, dalla malattia organica a quella psicologica. La risposta allo stress ha origine nell’ipotalamo, una struttura nervosa che si situa al centro del cervello e che costituisce il regista di innumerevoli attività umane. Ricevuto il segnale di attivazione per un pericolo imminente, l’ipotalamo attiva istantaneamente una risposta a breve termine, definita dagli anglosassoni ‘fight or flight’ (combatti o scappa), che coinvolge in prima linea il sistema ortosimpatico, di cui l’adrenalina è il principale mediatore. Essa di fronte a uno stressor viene secreta in maggior quantità e prepara il corpo al combattimento o alla fuga, principalmente aumentando l’attività cardiaca e polmonare e fornendo maggior substrato energetico a muscoli e cervello. Questa fase è breve e mira all’immediata autopreservazione. Se questa non è risolutiva, e lo stressor è ancora presente, inizia una fase di resistenza, che si associa biochimicamente ad un aumento della produzione di corticosteroidi da parte del surrene (agente finale dell’asse ipotalamo-ipofisisurrene). Tra i diversi scopi dei corticosteroidi il più significativo in questa fase è quello di garantire scorte sufficienti di glucosio nel sangue (aumentandone il rilascio da parte del fegato), in modo da fornire al corpo energia sufficiente per affrontare l’evento stressante durante un tempo sufficientemente

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prolungato. Questa energia tuttavia non è inesaurbile e se superata in durata dallo stressor conduce la risposta allo stress all’ultima fase, quella dell’esaurimento. In definitiva durante una risposta allo stress aumenta la quantità corporea dei cosiddetti ormoni della controregolazione, tra cui appunto adrenalina e corticosteroidi. Di questi ultimi in particolare è nota l’attività di soppressione sul sistema immunitario, motivo per il quale vengono anche utilizzati terapeuticamente per contrastare malattie di cui il sistema immunitario stesso è la causa (malattie autoimmuni) . Quando però un sistema immunitario funzionante viene soppresso per un eccesso di steroidi legati ad uno stress prolungato si espone il corpo all’azione di patogeni che trovano una resistenza minore e possono agire con minor disturbo. Sebbene la risposta allo stress sia sovrapponbile per diversi stressor e per diversi individui, esiste una variabilità nella fase di attivazione del meccanismo e nella capacità di adattamento allo stress, su questa variabilità è possibile agire, non invece sull’eliminazione dello stress stesso. Semplificando, persone in grado di affrontare con maggior serenità le situazioni stressanti sono meno soggette ad ammalarsi, avvalorando l’ipotesi che il modello biopsicosociale possa assumere un ruolo sempre più importante anche nella medicina tradizionale. Lo stress non è qualcosa che non può e non deve essere evitato. Indipendentemente dal tipo di stress, inevitabile, il corpo dovrà produrre l’energia necessaria per rispondere al problema, adattandosi, con lo scopo finale di preservare la propria vita. Il nostro obiettivo, suggerito dallo stesso Selye non deve essere quello di combattere lo stress (una battaglia persa in partenza) ma quello di accettarlo e comprenderne più a fondo il funzionamento adattandone di conseguenza la nostra filosofia di vita.


Scritto da Alessandro Carzaniga

CAMBIAMENTO CLIMATICO IMPATTI E CONSEGUENZE SUL BENESSERE DELLA SOCIETA’ E SULLO STATO FISIOLOGICO DELLE PERSONE Come evidenziato da una serie innumerevole di recenti ricerche, il mutamento del clima e delle sue variabili rappresenta una minaccia per la salute umana, con effetti negativi sempre più marcati con il progredire del tempo. Il mutamento climatico influisce direttamente sulla salute delle persone (tramite ad esempio l’aumento dello stress da calore, la perdita di vite in alluvioni e tempeste) e indirettamente tramite ad esempio il cambiamento nella distribuzione geografica di insetti vettori di malattie (es. zanzare), agenti patogeni veicolati dall’acqua e dagli alimenti nonché la scarsità di acqua e l’inquinamento atmosferico. In Italia le ondate di calore, come quella famosa del 2003, unite al mutato regime delle piogge e delle temperature, hanno dato un segnale forte della sfida che la sanità pubblica dovrà fronteggiare adesso e nel prossimo futuro. Le vittime accertate di quella drammatica estate confermate dal bollettino dell’Istituto superiore di Sanità furono in Italia di circa 20.000 unità, ben oltre i 15.000 della vicina Francia.I più colpiti furono gli KinesisMED

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ultrasessantacinquenni con tassi di mortalità anche il 30% superiori rispetto alla media annuale di decessi in questa fascia d’età:basti pensare che solo a Genova dal 1 al 18 Agosto 2003 gli anziani deceduti sono stati 693 e nella più fresca Bolzano 107. Le temperature massime registrate durante tale estate hanno toccato in gran parte delle città italiane valori oltre i 40°C (a Firenze il 5 agosto 2003 41,1°C, a Milano 40,4°C e a Sondrio l’11 agosto 2003 39,7°C). I paesi del Mediterraneo e, con essi, L’Italia sono tra le regioni al mondo più vulnerabili ai mutamenti climatici.

A causa del ritardo, globale e nazionale, nel dare corpo ad azioni efficaci nel mitigare gli effetti del fenomeno, le misure per limitare le conseguenze sulla società, richiederanno un grande sforzo. Tali misure comportano, partendo dai fatti e dati già disponibili, azioni preventive basate su previsioni, monitoraggio e sorveglianza atti a valutare gli effetti dei mutamenti climatici sulla salute. Studi effettuati hanno dimostrato un’associazione tra temperatura massima apparente (una combinazione di temperatura massima e umidità relativa) e mortalità per cause

respiratorie e cardiovascolari in diverse fasce di età. I soggetti più vulnerabili sono gli anziani, i bambini piccoli, le persone che vivono in condizioni di isolamento sociale e in aree svantaggiate; inoltre un aumento di decessi legato alle ondate di calore si osserva in persone con patologie croniche, quali malattie cardiovascolari, respiratorie e cerebrovascolari (problemi legati ad una scarsa vascolarizzazione dell’encefalo). Altre condizioni aggiuntive correlate al tasso di mortalità per caldo eccessivo sono risultate essere il diabete e l’obesità, le quali conferiscono una

maggiore suscettibilità allo stato fisiologico dell’individuo. Il grafico sotto evidenziato mostra, prendendo in esame tre diverse fasce d’età, le relazioni esistenti tra il numero di decessi giornalieri e le temperature apparenti (in tutti i grafici si considerano popolazioni di sesso femminile e maschile.) Le curve mostrano una diminuzione della pendenza in relazione a un range medio di temperatura situato tra i 20° e i 27°C, ovvero in corrispondenza delle temperature ideali per lo svolgimento

delle principali attività metaboliche. Con valori di temperature apparenti maggiori di 27°C e minori di 20°C l’andamento della curva risulta invece essere esponenziale, così come il numero di decessi, sottolineando condizioni di maggiore stress fisico e vulnerabiltà dell’organismo. Accanto ai decessi legati alle ondate di caldo, non trascurabili sull’effetto della salute umana sono le basse temperature. L’aumento della temperatura terrestre media globale potrebbe teoricamente portare l’Italia a sperimentare una

riduzione della mortalita’ invernale. E’ stato valutato che alcune patologie sono particolarmente connesse alla mortalita’ legata al freddo. L’ischemia cardiaca può essere considerata la prima causa specifica associata a un eccesso di morti durante l’inverno, rappresentando la maggiore causa dei decessi registrati; lo stress da freddo è stato associato anche ad un aumento di patologie coronariche e malattie respiratorie. Enti scientifici tra i più accreditati hanno mostrato come la riduzione del

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numero delle giornate con temperature estremamente rigide riflette solo in parte la diminuzione delle morti da freddo; il miglioramento delle condizioni abitative (in termini di riscaldamento), condizioni di salute generale migliorate e il progresso di prevenzioni e trattamenti di infezioni invernali hanno giocato un ruolo più significativo. La correlazione tra la riduzione della mortalità da freddo e l’aumento di quella legata al caldo non è nota. In definitiva l’una non è strettamente collegata all’altra. Di fronte a un incremento medio delle temperatura globale sempre più evidente e inesorabile le sfide aumentano e pongono interrogativi e questioni sempre più incalzanti. Le politiche nazionali e la rete di cooperazioni internazionali devono essere finalizzate al contenimento della sempre più grave ”febbre del pianeta”, riducendo per esempio le emissioni di combustibili fossili e di inquinanti (principali responsabili dell’Effetto serra), dando maggiore attenzione all’educazione ambientale della comunità, evitando di anteporre logiche consumistiche e di progresso illimitato e investendo maggiormente sul valore pulito creativo e tecnico che la tecnologia può fornire. Agire deve essere la parola comune, il tempo per le riflessioni è concluso. Potrebbe non bastare comunque, ma non è mai troppo tardi per capire e rimediare agli errori commessi. Questa è la grande sfida che ci aspetta per il presente e per il futuro.

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ARTE E CORPO UMANO

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Scritto da Vania Erba Insegnante di Danza

alòs kai Agathos” direbbe Omero per descrivere l’uomo greco dei tempi del mito; un uomo “bello e buono”, il cui scopo nella vita era raggiungere la gloria terrena

Tra le più note statue di atleti vorrei partire dall’analisi de il Discobolo di Mirone, risalente al 450 a.C., una copia in marmo di un originale in bronzo (rifuso probabilmente in epoca

per far si che il ricordo delle sue azioni divenisse immortale. Esattamente come le odi poetiche offrono la commemorazione di un momento, la statuaria è il mezzo per immortalare le grandi gesta nel modo più solido e durevole possibile. La scultura bianca e candida in marmo ( in realtà quasi sempre copie postume di originali in bronzo andati fusi) esposta nei grandi musei archeologici del mondo e proveniente soprattutto dai frontoni dei colossali templi andati in rovina, è tra le nostre più antiche fonti a disposizione per indagare le origini dell’anatomia artistica. Moltissime le statue degli Dei dell’Olimpo, di semidei e di guerrieri eroici vincitori di battaglie epocali, ma altrettanto frequenti le statue di atleti; di certo le più adatte ad esprimere le innumerevoli ricerche condotte fin dall’antichità sui rapporti numerici presenti nel corpo umano. Quelli atletici erano tra gli spettacoli più importanti di tutta l’antichità Classica, i più famosi erano i quattro giochi Panellenici a cadenza quadriennale svolti in diverse zone della Grecia, da considerare i veri e propri antenati delle odierne Olimpiadi. Erano manifestazioni sportive strettamente connesse al rito religioso e a cui potevano partecipare solo maschi, adulti, liberi e di stirpe greca, il cui ruolo con i guerrieri spesso si sovrapponeva. Vincere la gara atletica era un dono divino: una manifestazione della vicinanza dell’ uomo-atleta agli Dei, attraverso la quale poter dimostrare un’eccellenza innata, un’ abilità sopra al comune, disciplina e disponibilità al rischio. Di conseguenza, la statua dedicata all’atleta non era una celebrazione di un individuo specifico con un nome ed un cognome, ma semmai di un’idea di atleta in senso astratto con tutte le sue qualità.

romana). Il soggetto è un lanciatore di disco ritratto nel momento esatto in cui sta per scagliare la pesante ruota; protende un braccio indietro come a caricare il lancio, tracciando col corpo due grandi curve che si intersecano: dal ginocchio al capo e da una mano all’altra. Il busto è in torsione completa, come un elastico teso ad arco,

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scarica il peso soltanto su un piede, mentre con l’altro si punta sul terreno in una posa impeccabile che immediatamente ci trasmette la sensazione di fatica fisica. Le più prestigiose fonti storiche descrivono l’opera come quella attraverso cui Mirone riuscì a conquistare il MOTO; riuscì a mostrare attraverso la scultura nel modo più chiaro possibile il meccanismo che muove le articolazioni, i muscoli, le ossa, presenti al di sotto della morbida pelle. Una figura umana convincente, un corpo umano misurato, armonioso, Kalos e Agathos” come da tradizione. Tornando alla “rappresentazione astratta” della corporeità dell’uomo-atleta: non si tratta mai di riproduzione della realtà, né di copia dal vero. L’artista greco osserva sì i corpi degli atleti nell’arena, ma da ognuno di essi ruba per le sue statue solo gli elementi che preferisce, li adatta, li ritocca, cancella ogni piccola irregolarità, come farebbe un fotografo con Photoshop, e ne ricava così un canone perfetto da plasmare nel bronzo o nella pietra. Ed è proprio la ricerca del canone e della forma perfetta ideale, il fine estetico dell’opera di Policleto di Argo, scultore attivo nella seconda metà del V secolo a.C., creatore del Doriforo, il portatore di lancia. Questa statua, a noi nota attraverso una copia in marmo oggi al museo archeologico di Napoli, è secondo lo storico Argan una “perfetta espressione materica delle concezioni teoriche esposte nel perduto Trattato sul canone delle proporzioni umane dello stesso Policleto”. Ci troviamo di fronte ad un atleta rappresentato stante con una gamba leggermente flessa e arretrata e l’altra portante; la spalla opposta alla gamba flessa è leggermente abbassata col braccio a riposo lungo il fianco, mentre l’altro braccio è piegato probabilmente a reggere il giavellotto ( oggi non più presente). La postura del corpo è mirabile, l’autore la definisce Chiasmo ( termine derivante dalla lettera greca X) con la quale intende la disposizione delle parti del corpo attive o a riposo incrociate all’opposto; un bilanciamento delle forze, una ponderazione, che permette di creare una figura decisamente vitale, non rigida come le statue precedenti. Il braccio destro a riposo corrisponde alla gamba sinistra attiva e viceversa. Anche la linea del bacino rispetto a quella delle spalle è controbilanciata, se il bacino si inclina verso il basso sul lato destro, la spalla sullo stesso lato tende ad alzarsi. In un unico corpo sono presenti i due modi di essere nello spazio: il moto e la stasi. E’ chiaro che con il Doriforo Policleto sia giunto alla soluzione del pluriennale dilemma sul movimento e/o immobilità della figura rappresentata in scultura; discorso che insieme a quello sulle proporzioni e a quello dei gesti misurati ed equilibrati, stanno alla base della ricerca di ogni artista Classico interessato di anatomia. Ciò che emerge da queste brevi analisi stilistiche è la portata innovativa delle opere di Policleto e di Mirone, i quali furono capaci di elevare la creazione artistica verso la costruzione di un corpo umano perfettamente armonioso; essi affrontarono i loro studi anatomici in funzione di una ricerca di armonia tra le parti che fosse simbolo sia dell’immortale e perfetto uomo-atleta, che di tutta una forma di pensiero e di un ideale di società che ancor oggi viene guardata con malinconia ed estremo rispetto.

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Scritto da Fabio Marino Laurea in Scienze Motorie Massoterapista

L’A-B-C.. del KINESIO TAPE Molti di voi si saranno chiesti cosa sono

SIO). I muscoli non solo sono importanti

quei cerotti colorati che sempre più spor-

perché generano il movimento, ma lo

tivi mostrano durante le loro gare. Il loro

sono anche perché controllano la circo-

nome ufficiale è Kinesio Tape.

lazione venosa, linfatica e la temperatura.

Il Kinesio Tape nasce nel 1973, da un’idea

L’impossibilità di un muscolo di lavorare

di Kenzo Kase, Chiropratico Giapponese.

secondo il suo schema fisiologico può

Fino ad allora non esisteva in commercio

creare diversi tipi di patologie. Quando i

neppure nelle nazioni più avanzate del mondo. In Italia giunge solo nel 1999, ma è negli ultimi anni che sta ottenendo una grande popolarità anche grazie ad atleti di fama internazionale che ne mettono in risalto l’utilizzo. Il KT sfrutta le capacità del corpo di rigenerarsi da sé, a seguito di uno stimolo (il Tape) correttivo (da qui il nome KINEKinesisMED

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muscoli vengono sovra-stirati o sono troppo contratti possono non recuperare adeguatamente la tensione fisiologica di base e infiammarsi. Per esempio, un muscolo contratto s’irrigidisce e si gonfia diminuendo lo spazio tra il muscolo e la pelle; il risultato è una conseguente compressione dei recettori dolorifici e costrizione al flusso linfatico e sanguigno (ricco di ossigeno e nutrienti). A questo punto il cervello riceve dalla periferia il segnale di “disagio periferico” percepito come dolore. Il tape provoca onde in superficie che si propagano in profondità, aumentando così lo spazio interstiziale. L’effetto che si ottiene è una riduzione delle pressioni createsi tra i vari strati sottocutanei, quindi si riduce l’attivazione dei recettori dolorifici (presenti nel sottocute), alleviando il dolore. CARATTERISTICHE DEL TAPE • Non contiene né farmaci né lattice. • Mira al mantenimento del range fisiologico di movimento senza sovrastiramento. • Porta il muscolo biomeccanicamente a guarire se stesso. • 100% cotone e fibre elastiche. • Le differenze di colore non corrispondo a differenze funzionali. FISIOLOGIA MUSCOLARE Un muscolo troppo accorciato non produce tensione poiché tutti i ponti miosinici 1 sono già attivi. Un muscolo troppo allungato non produce tensione per impossibilità di creare ponti miosinici (distanti dai siti di ancoraggio dell’actina). Un muscolo in squilibrio potrà essere o troppo allungato o troppo corto e rigido. Qual è quindi l’utilità del Kinesio Tape? •Il tape riporta il muscolo alla lunghezza ottimale. •Migliora la contrazione della muscolatura indebolita. •Riduce la fatica muscolare. •Riduce il sovra stiramento o la sovra contrazione muscolare. • Migliora la mobilità articolare e riduce il dolore. CONTROINDICAZIONI • Tumori • Infezioni cutanee • Ferite aperte • Trombosi profonda PRECAUZIONI • Diabete(a causa della fragilità della pelle e dell’ alterata sensibilità). • Problemi cardiaci e renali (perché non sappiamo come può rispondere in caso di scompenso). • Pelle fragile. • Donne gravide (perché secondo la teoria dell’agopuntura alcu24

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ni punti potrebbero favorire il parto). DIFFERENZE RISPETTO AL TAPING SPORTIVO O BENDAGGIO FUNZIONALE • Il bendaggio funzionale ha come scopo la limitazione o il controllo del movimento articolare e dei muscoli, utilizzando molteplici stratificazioni di nastro, pressioni (a volte eccessive) e tensioni, spesso molto severe. •È usato solo a scopo preventivo o in fase acuta per immobilizzare muscoli e articolazioni traumatizzate. •Genera forze compressive sulla cute e sui muscoli con risultato finale quello di ostruire il flusso dei liquidi corporei (effetto opposto rispetto al kinesio tape). •Bagnato non mantiene la sua tenuta. •Poco usato a scopo riabilitativo, usato prevalentemente per bloccare un’articolazione. Nello sport il kinesio tape si applica prima della competizione, e vi rimarrà anche nei giorni successivi; invece il nastro anelastico tradizionale (bendaggio funzionale con tensoplast) viene applicato prima dell’attività e rimosso subito dopo.


SINCROMIOGRAFIA E PERFORMANCE SPORTIVA

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lL’Elettromiografia (EMG) è un campo immenso di studi applicativi e di base, di ordine semeiologico, diagnostico funzionale e fisiopatologico.Essa è sorta con gli apporti delle più diverse branche delle neuroscienze e si è sviluppata nelle più diverse discipline neuromediche. I progenitori della elettromiografia ci parlano in italiano, nel settecento, dalle Università di Bologna e di Pavia. Li abbiamo avuti a noi dinanzi come maestri illustri nel 1961 nell’aula Volta della Università di Pavia dove ebbe luogo il 1° Congresso internazionale di EMG. Il primo Comitato scientifico di EMG venne denominato Pavia’s Committee.L’elettromiografia altro non è che l’analisi dell’attività elettrica dei muscoli masticatori: in definitiva una sorta di elettrocardiogramma del sistema masticatorio. Il suo ausilio all’odontoiatria viene dalle conoscenze della neurofisiologia alla base delle connessioni posturali tra strutture anche distanti tra di loro, che hanno portato ad approfondire, sempre di più, il rapporto tra patologie del massiccio facciale e quelle della postura in generale intesa come la relazione spaziale tra segmenti scheletrici il cui fine è il mantenimento dell’equilibrio ( postura e visione ). Un contributo valido alla conoscenza di tali temi è venuto dalla possibilità di mettere in evidenza lunghe e complesse correlazioni funzionali tra i muscoli. Lo studio di queste lunghe catene osteo-artro-muscolari ha consentito di dare un contributo significativo alla clinica e di mettere a punto un gruppo di tests elettromiografici fondamentali per la diagnosi delle disfunzioni occluso-posturali. Nell’ambito di queste ultime è possibile, tramite l’elettromiografia, trovare la causa prima della disfunzione, ossia se essa è a partenza da una alterata occlusione o da un’alterata postura. L’esame sincromiografico e’ utilizzato nel mondo sportivo per la valutazione neuromuscolare dell’occlusione dentaria.L’occlusione dentaria puo’ influire negativamente ,attraverso le catene muscolari, la performance dello

Scritto da Alessandro Galletta Dentista

sportivo.L’esame e’ assolutamente non invasivo, indolore ed estremamente affidabile.Attraverso normali elettrodi di superficie e sonde wi-fi vengono effettuati tests di serramento con rulli di cotone tra le arcate dentarie e poi in chiusura abituale ed attraverso le loro differenze si puo’ affermare scientificamente quanto il serramento generi stabilita’ oppure, purtroppo, disequilibrio. Vengono applicate quattro sonde sui muscoli temporali e massetteri che registrano l’attività muscolare durante due prove di serramento della durata di 5 secondi, con e senza rulli salivari. Il medico ha la possibilità di intervenire senza dover togliere le sonde dal viso del paziente, potendo così eseguire un’ulteriore valutazione post-trattamento. Questo procedimento può essere ripetuto numerose volte nell’ambito della stessa seduta di lavoro, mostrando l’oggettiva efficacia del trattamento cui il paziente è sottoposto. In questo ultimo caso e’possibile effettuare splint personalizzati, anche asimmetrici, da permettere il recupero della stabilita’ della mandibola, quindi osso iode, con il resto del cranio e vertebre cervicali. Molti atleti, come sempre piu’ spesso notiamo attraverso i media, utilizzano questi splint con notevole miglioramento delle prestazioni e recupero funzionale.

Danilo Bernasconi record mondiale d’ immersione www.progettolago360.it

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IL BEN-essere alla luce della consapevolezza

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e parliamo di ben-essere, indipendentemente dal punto di vista da cui lo affrontiamo, fisico, psicologico, mentale non possiamo escludere una dimensione a discapito dell’altra, il ben-essere è infatti uno stato che coinvolge la persona nella sua interezza, in più dimensioni, e che ci porta quindi a concepire la persona come un’unità psicosomatica in cui corpo e mente sono integrati e in cui varie componenti, da quella biologica, mentale, sociale e spirituale si intrecciano. La persona è dunque un intero in cui le varie parti sono fra loro interdipendenti e in cui ogni unità è in relazione all’altra:

Scritto da Laura Barazzetta Psicologa Psicosomatica

di conseguenza il cambiamento di una avrà un effetto su tutte le altre, modificando l’equilibrio del sistema corpo-mente. Quando queste parti sono in equilibrio tra loro, e si trovano quindi in uno stato di coerenza e integrazione, sperimento uno stato di ben-essere, diversamente avrò una condizione di disequilibrio e di malessere. Negli ultimi anni la ricerca scientifica, in particolare gli studi della recente Psiconeuroendocrinoimmunologia (Pnei) hanno confermato quanto appena detto: questa disciplina ha infatti dimostrato che il nostro organismo è una rete, un network, all’interno della quale corpo e mente si intrecciano e all’interno KinesisMED

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della quale i vari sistemi del nostro organismo, quello nervoso centrale e periferico, quello endocrino, il sistema immunitario e la psiche comunicano fra loro influenzandosi a vicenda. Sono state infatti individuate le vie biochimiche che permettono questa comunicazione bidirezionale ed è stato inoltre rilevato come le nostre emozioni ed i nostri pensieri abbiano un ruolo cruciale nel determinare o meno il nostro benessere, quindi il nostro stato di salute e di malattia, attraverso gli effetti che, a livello biochimico, esercitano sul nostro organismo, ed in particolare sull’asse dello stress, sul sistema endocrino e immunitario. Quanto detto ha due importanti implicazioni: Se il nostro organismo è come una rete in cui corpo e mente comunicano e in cui i vari sistemi sono fra loro in relazione, allora io, per ripristinare o promuovere il mio stato di ben-essere, potrò intervenire in diversi “punti di ingresso”: sulla componente fisica, su quella ambientale, per esempio attraverso l’alimentazione e lo stile di vita o su quella mentale, per esempio attraverso interventi psicologici, pratiche di rilassamento, meditative ecc. Se le nostre emozioni hanno un ruolo determinante nel favorire o meno il nostro benessere allora io posso imparare a relazionarmi meglio con esse. Sono infatti le emozioni represse e negate, ovvero quelle che non ci permettiamo di provare, spesso perché troppo spiacevoli o intense, che rimangono “bloccate” a vari livelli nell’organismo e lo alterano sia sul piano “fisico” che su quello “biochimico”. Come mostrano gli studi di Reich, la bioenergetica e la moderna psicosomatica, quando non ci permettiamo di provare un’emozione, sia essa piacevole o spiacevole, noi tendiamo a bloccare il respiro, a

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creare tensione fisica e muscolare e a modificare la nostra postura. Inoltre, come evidenzia la famosa neuroscienziata Candance Pert, tutto ciò altera il flusso di neuropeptidi, ovvero quelle molecole che trasmettono messaggi e informazioni, incluse quelle emozionali, all’interno del nostro corpo, creando quindi danni nella regolazione complessiva dell’organismo e preparando così il terreno per la malattia. Non è dunque l’emozione “negativa in sé a influire negativamente sul benessere, ma il fatto che non ci permettiamo di provarla: quando una persona cerca di nascondere a sé stessa un’emozione, o la subisce agendola acriticamente, ne è condizionata. Solo guardandola e ridandole la sua legittima espressione possiamo superarla, lasciarla andare e quindi integrarla. Come afferma Candance Pert nel suo best-seller Molecole di emozioni*: “Tutte le emozioni sincere e autentiche sono emozioni positive (…) Tutte le emozioni sono sane, perché sono le emozioni che tengono uniti la mente e il corpo. Rabbia, paura, tristezza, le così dette emozioni negative, sono altrettanto sane quanto serenità e gioia. Reprimere queste emozioni e non lasciarle libere di fluire significa creare una dis-integrazione nell’organismo, facendo sì che agisca in modo contraddittorio, anziché come un tutto unico”. Il benessere è dunque collegato al nostro modo di sentire, di pensare, alla qualità del nostro modo di rapportarci al mondo e di dare significato alle esperienze che viviamo. Sperimentiamo infatti uno stato di ben-essere quando agiamo in modo coerente al nostro sentire, alla nostra natura, quando siamo cioè consapevoli del nostro sentire. Possiamo dunque dire che il ben-essere si basa sulla consapevolezza, sul prestare cioè attenzione a sé stessi, al proprio vissuto e alla propria vita momento dopo momento. Ma cosa vuol dire essere consapevoli? E quali sono le pratiche e le tecniche che ci possono aiutare a favorire il nostro benessere psicofisico nella vita di tutti i giorni? Ne parleremo dettagliatamente nel prossimo articolo. *C. Pert, “Molecole di Emozioni. Perché sentiamo quel che sentiamo? “, ed. Corbaccio, 2000, p 230-231.

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Docenti/RELATORI

Vania Erba Ballerina

Andrea Lecchi Ingegnere gestionale

Stefano Parolini kinesiologo

Laura Barazzetta Psicologa Psicosomatica

Veronica Fiorillo Psicologa

Valerio Romanò Scienze motorie

Fabio Marino Scienze motorie Massoterapista

Stefano Arrigoni Medico Chirurgo

Alessandro Galletta Dentista

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Come entrare nella

RETE kinesisMED?

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ostenere KinesisMED significa entrare a far parte di un’importante rete di professionisti del settore, avendo l’opportunità di partecipare ad un progetto innovativo di crescita culturale e sociale. Avrete l’occasione di incontrare e di tessere relazioni con numerosi esperti e di accrescere la vostra rete di conoscenze e la vostra visibilità. Diverrete protagonisti attivi all’interno di un sistema innovativo di formazione e informazione e potrete approfittare di un’offerta informativa ed educativa unica nel suo genere. VISITA IL NOSTRO SITO WEB WWW.KINESISMED.EU

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