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MENTAL COACHING vUOI FARE DEL BENE AL MONDO? NON FARE I BAMBINI
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GRAVIDANZA
eSPERTI YEAR: 2015Numero Dicembre KinesisMED
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07 Alimentazione e gravidanza
Indice
allenamento in gravidanza
09 24 mental coaching
14 Il perineo in gravidanza
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Viaggio nella gravidanza 2
KinesisMED
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parto-analgesia epidurale vuoi fare del bene al mondo? non fare i bambini
27 la consapevolezza del cuore
20 KINESIOLOGIA SPECIALIZZATA
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PRECAUZIONE IN GRAVIDANZA
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ESERCIZIO FISICO IN GRAVIDANZA
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BUONAFortuna
Scritto da Avv. Franco Domini
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urante l’intervallo delle lezioni che tenevo a Milano al corso per M.C.B. uno dei miei allievi “il Dr. Fabio Marino” mi parlò dell’idea di fondare una rivista che si occupasse dei problemi legati alla c.d. “macchina del corpo”.
Mi venne in mente allora, data la mia appartenenza alla formazione scolastica classica, il blocardo del grande poeta e scrittore latino Giovenale, che nelle sue satire coniò la formula del “mens sana in corpore sano” . La tenacia e la professionalità del Marino ha oggi dato alla luce questo straordinario prodotto editoriale, ricco di varia umanità culturale, accompagnata e, per certi versi, coccolata da Professionisti appartenenti al settore complesso della cura del corpo. La rivista appartiene, quindi, al generale mondo della cultura e dell’informazione, unico fine dell’Associazione KinesisMed, che ho avuto l’onore di assistere legalmente. Eguale privilegio mi viene ora concesso in ordine alla partecipazione al lavoro degli esperti del Settore ed alla possibilità di esporre, con la periodicità possibile, qualche idea e qualche osservazione che va oltre l’aspetto tecnico-scientifico, per appartenere alla mia attività di Docente ed Esperto di Diritto. Ho quindi accettato la proposta di collaborazione alla rivista per due ordini di ragioni: la prima di carattere oggettivo, legata alla credibilità del progetto ed alle sue nobili finalità; la seconda di ordine soggettivo, legata alla stima ed all’affetto che nutro per il Fondatore ed il Regista dell’Associazione, Fabio Marino, mio straordinario Allievo. Valga per tutti, allora, associati, collaboratori e lettori l’unico motto possibile: “Ad meliora, semper”. Fornire informazioni sul modo di aver cura del proprio corpo, occupandosi scientificamente anche degli aspetti collaterali (binomio stress-terapia del corpo) assume la forma e le finalità di una sorta di missione, che travalica l’aspetto squisitamente para-sanitario per assumere una funzione sociale. E non appare sufficiente cogliere solo gli aspetti tecnico-professionali dell’informazione che verrà data con la rivista, ma si rende necessario coglierne e lodarne gli aspetti culturali e comunicativi. Buon lavoro, allora, a Tutti Noi.
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PREFAZIONE Filosofia e significato di kinesisMED
Scritto da Fabio Marino Presidente KinesisMed
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’con piacere, che in qualità di presidente di KinesisMed, presento a tutti voi lettori la rivista ufficiale dell’Associazione,
nata il 7 maggio 2014 come Associazione culturale senza fini di lucro. Ho creato un team giovane e dinamico di professionisti che da anni operano nel settore ospedaliero e in quello privato e insieme abbiamo costituito KinesisMed
per dare vita a tutti i nostri progetti riguardo al nostro corpo, alla nostra persona e più in generale alla nostra relazione con il mondo. Organo ufficiale dell’Associazione è la rivista online che vi apprestate a leggere. Tra le sue pagine troverete i contributi di importanti figure mediche e sportive tra cui medici con diverse specializzazioni, fisioterapisti, osteopati, massoterapisti, psicologi e preparatori atletici. Sceglierò personalmente le tematiche di ciascun numero, e chiederò ad amici e collaboratori di entrare a far parte della rete di KinesisMed, regalando a noi e al pubblico di lettori un proprio scritto sulla nostra splendida ‘macchina corpo’. I temi saranno affrontati da diverse prospettive e punti di vista così da soddisfare anche i più curiosi tra di voi. La rivista si pone come obiettivo quello di diventare un vero e proprio strumento di informazione da inserire come supporto formativo in istituti di formazione post diploma. Per incrementare e approfondire la conoscenza reciproca tra i membri dell’Associazione, verranno organizzati cene e momenti di incontro che vi permetteranno di incontrarvi, conoscervi e arricchire la vostra rete di contatti. Per il pubblico più generale, saranno inoltre in programma serate di incontro formative e informative, per le quali inviterò docenti e specialisti (medici o figure legate al mondo delle attività sportive) a presentare un argomento inerente il proprio campo di specializzazione e a rispondere a tutte le vostre domande e curiosità. Il nostro obiettivo è quello di diventare organo di informazione specialistica, sia per gli ‘addetti ai lavori’ che per tutti coloro che vogliono semplicemente aprire la propria mente e i propri occhi verso ciò che è il nostro corpo. Si parlerà di sanità, salute, psicologia, sport, benessere e molto altro. Con la speranza che questo progetto di crescita culturale e sociale possa avere lunga vita vi auguro una buona lettura.
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ALIMENTAZIONE
e GRAVIDANZA U n’alimentazione corretta durante la gravidanza, sia in termini di qualità che di quantità, è un presupposto indispensabile per assicurare un buon sviluppo intrauterino del feto e un peso ottimale alla nascita, e al tempo stesso per prevenire alcune possibili complicanze nella gestante, quali quelle collegate all’eccessivo incremento di peso (esempio ipertensione, rischio di gestosi, diabete gestazionale). Infatti durante la gravidanza tutto ciò che la donna assume attraverso la dieta incide non solo sulla sua salute ma anche su quella del bambino. FATE ATTENZIONE PERO’! In gravidanza non bisogna mangiare per due ma due volte meglio! Per determinare quale sia la corretta alimentazione, occorre prima stabilire quale sia il fabbisogno energetico giornaliero che dovrà poi essere suddiviso nei vari nutrienti. L’apporto calorico giornaliero varia in base al peso materno pre-gravidico. Il peso viene considerato in termini di BMI (Body Mass Index = Indice di massa corporea), un termine ormai entrato nel quotidiano ed espresso come rapporto del peso sul quadrato dell’altezza. I LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di Energia e Nutrienti), per la popolazione italiana, suggeriscono come il fabbisogno energetico sia maggiore nelle donne sottopeso e diminuisca con l’aumentare del BMI. Per facilitare la comprensione di quanto detto, la seguente tabella schematizza l’incremento ponderale ideale in base al BMI della donna all’inizio della gravidanza.
L’aumento del peso deve essere il più graduale possibile e deve seguire le fasi fisiologiche della gravidanza stessa. Nel primo trimestre infatti l’incremento ponderale è dovuto principalmente alla crescita dell’utero e all’aumento del volume del sangue, che nel loro insieme non rappresentano
Scritto da Anna Pirovano Dietista
più di un chilo di aumento ponderale. Nel secondo trimestre invece si verifica un aumento della massa adiposa e del volume mammario ed iniziano in maniera importante l’aumento di volume della placenta e la crescita del feto, che rappresenta poi la principale causa di aumento di peso del successivo terzo trimestre. È necessario evitare di prendere chili nei primi mesi, poiché saranno poi quelli più difficili da smaltire dopo il parto!! Per questo motivo durante il primo trimestre non è necessario incrementare il fabbisogno energetico, pertanto l’alimentazione va mantenuta varia ed equilibrata, senza improvvisi aumenti quantitativi. A partire dal secondo trimestre invece, con l’aumento dei tessuti materni e della crescita fetale, si inizia ad avere necessità di aumentare l’introito energetico in quanto aumenta il fabbisogno calorico. Ma non dimentichiamoci che, in genere, nella donna in gravidanza si assiste spesso ad una riduzione dell’attività fisica che contribuisce di per sé a determinare un aumento del peso corporeo. Si ritiene pertanto corretto nel primo mese un aumento del peso corporeo di circa un chilo, seguito da un aumento pari a 0,5 Kg a settimana nei mesi successivi. Queste indicazioni valgono per una donna normopeso. Nella tabella seguente viene invece indicato l’incremento di fabbisogno, in termini di calorie, anche nei casi di donne sottopeso o in sovrappeso.
È importante seguire una dieta equilibrata e varia per garantire un adeguato apporto di nutrienti fondamentali per il feto, al fine di consentirgli un corretto sviluppo e accrescimento KinesisMED
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senza incorrere in deficit, di uno o l’altro nutriente, dannosi per il nascituro e la madre. Ecco la piramide alimentare che rappresenta al meglio la corretta alimentazione della futura mamma.
Alla base ci sono i carboidrati e derivati. Questi sono un’ottima fonte di energia e devono rappresentare circa il 55-60% dell’apporto calorico totale giornaliero. Da preferire sono pasta, riso, orzo, pane, patate… Al primo piano troviamo frutta e verdura, di cui si consigliano almeno 5 porzioni al giorno, in quanto ricche di sali minerali, vitamine e fibra. Al piano superiore troviamo latte e derivati, carne, pesce, uova e legumi. Questi forniscono proteine, il cui fabbisogno è lievemente aumentato durante il periodo gestazionale, in quanto rivestono un ruolo primario nella costruzione dei tessuti materni, placentari e fetali. Questi inoltre forniscono calcio, ferro, zinco, ma anche una discreta quantità di grassi. Infine al vertice troviamo i grassi e i dolci che forniscono calorie povere di nutrienti. Il loro consumo va tenuto sotto controllo. Non sono dannosi per la salute, ma bisogna bilanciare quantità e qualità. In tutto ciò non dimentichiamoci dell’acqua, il cui apporto non deve mai essere inferiore a un litro e mezzo / due al giorno. Ciò è fondamentale per mantenere una corretta idratazione dei tessuti, facilitare la funzionalità renale e favorire la motilità intestinale. In particolare si consiglia l’assunzione quotidiana di un’acqua calcica per raggiungere l’elevata richiesta di questo sale minerale. Un’acqua per poter essere considerata ricca in calcio deve contenerne almeno 150 mg/ litro (informazione presente sull’etichetta). I principali micronutrienti di cui aumenta in maniera importante la richiesta durante la gravidanza sono 8
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dunque il calcio, il ferro e l’acido folico. Il calcio è implicato nello sviluppo e nel mantenimento di ossa e denti sia del feto sia della madre. Fonti sono oltre a latte e derivati, anche l’acqua di cui sopra abbiamo già parlato, alcuni tipi di verdura (es. cavoli, broccoli, rucola e rapa), frutta a guscio (es. mandorle), alcuni pesci (es. alici e polpo). Il ferro è un componente dell’emoglobina (il trasportatore di ossigeno nel sangue), collabora al metabolismo energetico, è necessario per l’aumento di volume di sangue materno, lo sviluppo della placenta e l’accrescimento fetale. Alcuni costituenti della dieta, quali fitati e polifenoli (contenuti nel tè, cacao…), inibiscono l’assorbimento del ferro, altri, quali la vitamina C o la vitamina A, lo potenziano. Usare per es. il succo del limone per condire verdura, carne o pesce, è quindi un ottimo modo per favorire l’assorbimento di questo minerale. Infine l’acido folico è importantissimo per la prevenzione della spina bifida e dell’anencefalia (difetti di sviluppo del tubo neurale fetale). L’incremento dell’apporto in gravidanza deve essere di almeno 400 microgrammi al giorno. Tale integrazione dovrebbe iniziare già in fase di concepimento. E’ presente nelle verdure a foglia verde (come spinaci, broccoli, lattuga), nei legumi, nei cereali, in alcuni tipi di frutta, uova e erbe aromatiche (come prezzemolo, origano, menta). Tuttavia è una vitamina che si disperde in cottura, con la conservazione o lavaggi prolungati. Quindi è bene consumare verdure fresche o cotte al vapore, e comunque sempre lavate sotto l’acqua corrente, evitando lunghi ammolli. Infine, qualche consiglio riguardo all’alcool e al caffè. Durante la gravidanza è consigliabile astenersi da superalcolici e limitare l’assunzione di bevande a discreta gradazione alcolica. Questo perché l’alcool attraversa la barriera placentare e può indurre l’insorgenza di malformazioni congenite soprattutto nei primi tre mesi. Per lo stesso motivo è bene moderare anche tè, caffè e tutte le bevande nervine eccitanti. Dunque attenzione all’alimentazione per le future mamme, perché mediante una dieta bilanciata ed equilibrata è possibile soddisfare le mutate richieste energetiche materne e fornire al feto tutti i nutrienti di cui ha bisogno per lo sviluppo che lo porterà a diventare il bambino sano che nascerà!
Allenamento in GRAVIDANZA
Scritto da Lorenzo Sironi Laureato in scienze motorie
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a gravidanza è una condizione fisiologica della donna che inizia al momento del concepimento e si protrae fino al momento del parto, apportando significativi cambiamenti al corpo della gestante che riguardano soprattutto, ma non solo, l’apparato cardiocircolatorio, quello respiratorio, quello muscolo-scheletrico e quello endocrino. Queste modificazioni devono essere tenute in considerazione per pianificare un programma di allenamento davvero utile e personalizzato, al fine di consentire alla donna di godere degli innumerevoli benefici che l’attività motoria può garantire senza creare involontariamente situazioni di rischio per sé o per il nascituro. Le indicazioni per un corretto allenamento contenute in questo articolo si riferiscono, ovviamente, a una donna sana e senza particolari patologie.Resta sottinteso che, per qualsiasi stato patologico pregresso o gestazionale, è necessario sempre effettuare un nuovo consulto medico specialistico con eventuale integrazione, modifica o sospensione dell’allenamento programmato. Allenamento nel primo trimestre di gravidanza: Le prime 12 settimane di gestazione sono generalmente considerate come il periodo più rischioso per una gravidanza. In generale, sono sconsigliati sport di potenza, di contatto o a rischio di cadute, immersioni subacquee o esercizi con carichi di lavoro elevati. L’American College of Obstetricians and Gynecologists raccomanda la pratica di attività fisica, di moderata intensità, per una durata di circa 30 minuti, fino ad un limite massimo di 45’, con una frequenza minima di 3 volte a settimana. Attività di tipo aerobico, come cyclette e camminate, all’aria aperta o su tapis roulant, sono vivamente consigliate, perché a basso rischio di traumi perché utili strumenti per il controllo del peso corporeo, il miglioramento della performance cardiocircolatoria e la prevenzione del diabete che si potrebbe slatentizzare durante la gravidanza.
L’intensità raccomandata si colloca intorno al 60 - 70% della frequenza cardiaca massima del soggetto o a 12/16 punti della scala RPE. Viene perciò consigliato, a chi già svolge attività fisica in modo regolare, di continuare a praticarla pur riducendone magari intensità e durata. Per le donne sedentarie, invece, si propone di intraprendere lo svolgimento di esercizio in modo graduale, iniziando con attività di bassa intensità e di breve durata per 3-4 volte a settimana. Ad esempio sarebbe utile per una neofita esercitarsi con 15 minuti di camminata 3 volte alla settimana ed aumentare progressivamente la durata e la frequenza delle passeggiate. Recenti studi KinesisMED
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hanno inoltre dimostrato come la maggioranza delle donne che intraprendono un regime di attività fisica durante la gestazione riescono a mantenere con più facilità questa abitudine anche nel periodo post-partum. Un semplice programma di allenamento o ricondizionamento tonico-posturale del rachide sarebbe, infine, sempre da consigliare a ogni futura mamma al fine di prevenire la lombalgia gestazionale o la riacutizzazione di quadri pregressi, conseguenti al progressivo aumento del peso corporeo associato alla gravidanza. Allenamento nel secondo trimestre di gravidanza: Nel secondo trimestre avvengono ulteriori cambiamenti all’intero del corpo della donna. Per esempio, con l’aumento delle dimensioni dell’utero, del seno e del peso, e con il conseguente spostamento del centro di massa, il controllo dell’equilibrio può essere più difficoltoso. La gestante
la postura. Per gli stessi motivi è consigliata la pratica di attività natatorie, considerato che in acqua le articolazioni sono meno sollecitate per via del minor peso apparente del corpo. Sono però sconsigliati tuffi e apnee subacquee. L’intensità da mantenere durante l’esercizio è misurata in relazione alla frequenza cardiaca e non si discosta da quella consigliata per le attività aerobiche precedentemente proposte. Si consiglia, infine, di non eccedere nella durata della permanenza in piscina, ricordando che il tempo limite di allenamento dovrebbe essere di circa 45 minuti. Allenamento nel terzo trimestre di gravidanza: Durante le ultime 12 settimane, conseguentemente all’accrescimento fetale, potrebbero riacutizzarsi i dolori alla schiena, i fastidi alle articolazioni e la sensazione di stanchezza. La gestante dovrebbe quindi essere incoraggiata nel continuare a praticare attività fisica, riducendo però
potrebbe quindi trovare difficoltà nella gestione di movimenti complessi e in rapida successione. Per questo motivo, oltre a rimaner sconsigliate le attività considerate pericolose per il primo trimestre, con l’inizio del secondo, si suggerisce di evitare attività dinamiche come la danza. Le maggiori dimensioni dell’utero inoltre potrebbero comportare problemi di circolazione per via di un insufficiente ritorno venoso al cuore. In posizione supina, infatti, l’utero comprime la vena cava, rendendo difficoltoso il normale reflusso sanguigno. È inoltre sconsigliata la permanenza in piedi per lunghi periodi senza muoversi. Attività quali yoga, pilates ed esercizi di tonificazione con i pesi sono quindi indicate per la donna in questa fase gravidica, pur essendo fondamentale affidarsi a personale qualificato che sia in grado di consigliarla al meglio 3. Esercizi svolti in palestra per aumentare il tono muscolare possono essere svolti 2 volte a settimana, preferibilmente in giorni non consecutivi, prestando alcune accortezze come evitare esercizi in equilibrio precario e in posizione supina, utilizzare pesi leggeri aumentando il numero di ripetizioni, o evitare la manovra di Valsava, in quanto l’eccessivo aumento della pressione intraddominale e quella sanguigna potrebbe limitare inopportunamente l’apporto di ossigeno al feto. La donna in tale fase gravidica inoltre potrebbe trarre benefici da un lavoro di corestability indirizzato al potenziamento del muscolo trasverso dell’addome, muscolo profondo
ulteriormente intensità e durata. Questo anche poiché durante la gravidanza il diaframma si solleva, determinando l’ingresso di un minor volume d’aria, sia a riposo che sotto sforzo. La donna potrà ancora quindi praticare passeggiate, ma con passo più lento rispetto a prima e con un limite temporale di circa 15 minuti. Risultano ancora molto indicate attività di rilassamento, stretching e tecniche di respirazione. Sono infine raccomandate attività a bassa intensità svolte in acqua che potrebbero esserle utili anche come preparazione pre-parto. È possibile inoltre svolgere attività di tonificazione in palestra prestando molta accortezza nella scelta dei carichi; è quindi sconsigliato l’utilizzo di pesi liberi come manubri o bilancieri perché potrebbero urtare accidentalmente l’addome. Allenamento nel periodo post-partum: Dato alla luce il nascituro e in caso di parto non complicato, la donna sarà in grado di svolgere attività di moderata intensità in tempi brevi. Lo svolgimento di esercizio fisico non solo non influisce negativamente sulla produzione di latte materno e di conseguenza sullo sviluppo del bambino , ma può anche contribuire a ridurre il peso acquisito durante la gravidanza, a migliorare l’umore e a prevenire eventuali stati di ansia e depressione. Un’ipotetica seduta di allenamento in palestra potrebbe invece essere strutturata inserendo del lavoro aerobico di bassa intensità, esercizi di mobilità ed esercizi
della parete addominale coinvolto nell’espirazione e nel mantenimento della stabilità del tronco. Lo spostamento del centro di massa e l’aumento del peso possono creare o accentuare dolori alla schiena e alle articolazioni della futura madre. Esercizi di allungamento, stretching e rilassamento possono quindi apportare sollievo alla donna e migliorarne
per il pavimento pelvico, utili anche nel ridurre il rischio di incontinenza urinaria post-partum. Le attività in piscina possono, infine, essere proseguite anche con il bambino in strutture appositamente dedicate al fine di lavorare non solo sugli aspetti motori ma anche su quelli psicologici, affettivi ed emozionali.
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Scritto da Veronica Fiorillo Psicologa
Viaggio nella gravidanza
DI OGNI DONNA
tra accoglienza e supporto
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on il termine gravidanza, o gestazione, si intende la condizione biologica della donna (o in generale della femmina dei mammiferi) dal momento del concepimento al parto. Letteralmente il termine gravidanza deriva dall’aggettivo latino gravidus che significa “gravato, appesantito" (derivato a sua volta dall’aggettivo gravis “pesante").
Tale peso si potrebbe identificare in due aspetti fondamentali: uno fisico, legato agli indubbi mutamenti fisiologici che la gravidanza comporta; uno mentale, caratterizzato dagli importanti (e non trascurabili) cambiamenti psicologici in atto. Durante la gestazione la donna alterna fasi psicologiche molto diverse tra loro. Nel primo trimestre si trova infatti a vivere repentini cambiamenti ormonali e fisiologici, che indubbiamente già di per sé possono destabilizzare il suo equilibrio. Con essi compaiono spesso ansie conseguenti a vari fattori, come il pensiero di essere incinta e di diventare madre, le nausee, le paure legate ai possibili aborti, la confusione legata alle procedure mediche da fare e le diete da seguire (eliminare determinati cibi, integrare la dieta con vitamine, ecc...), la paura legata alla mancanza di segnali dal corpo che possano far sentire la vitalità 12
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del bambino, e molto altro. Importante in questa fase è il sostegno da parte di una buona rete sociale, sia da punto di vista professionale (per es. l’ostetrica, il ginecologo, il medico di base, ecc), sia dal punto di vista prettamente umano (amiche, il partner, la famiglia, ecc..), pronta ad alleviare preoccupazioni e ansie. Il secondo trimestre invece è vissuto per la maggior parte dei casi come più tranquillo e più sereno, permettendo alla donna di ritrovare una condizione di benessere, sia dal punto di vista fisiologico (disturbi come nausee tendono infatti ad attenuarsi o scomparire), che da quello psicologico. La donna, comincia a “familiarizzare” con l’idea di diventare genitore, riuscendo a sentire dentro di sé il bambino; con i primi movimenti infatti si incomincia a sviluppare una vera e propria comunicazione tra la madre e il suo piccolo, e successivamente anche con il papà quando tali movimenti saranno percepibili anche dall’esterno, contribuendo a costruire quel legame affettivo che li accompagnerà anche dopo la nascita. L’ultimo trimestre si caratterizza infine per aspetti ancora diversi: il corpo della mamma diventa sempre più ingombrante, la fatica si fa sentire ogni giorno di più, così come l’avvicinarsi della data del parto che può alimentare paura legate al dolore fisico da affrontare, alla propria percezione di sé come futura madre (ce la farò? Sarò una brava mamma). Un ruolo chiave è giocato ora dagli importanti corsi pre-parto, organizzati dalle strutture ospedaliere, che permettono alla future madri non solo di confrontarsi con professionisti pronti a risolvere i loro dubbi, ma danno loro anche la possibilità di conoscere nuove donne che stanno vivendo la medesima condizione, permettendo un ampio spazio di confronto. In ultimo, ma non in termini di importanza, è da considerarsi il ruolo del partner, la sua capacità di accoglienza, la sua empatia, e anche un po’ di sana pazienza nel vivere e nel sostenere i momenti, non sempre stabili, della propria compagna durante questa fase di cambiamento così importante. Da un punto di vista più strettamente clinico, i disturbi psicologici che si possono riscontrare in gravidanza sono legati a diversi fattori, per esempio fattori ambientali e sociali (riguardano il contesto in cui la donna si trova a vivere), fattori biologici (per esempio legati ai cambiamenti ormonali), fattori psicologici (sintomi ansiosi-depressivi, come attacchi di panico, ansia generalizzata, disturbi somatoformi, ecc...). La presenza di specifici disturbi clinici, come ansia o disturbi dell’umore (sopratutto nel terzo e ultimo trimestre) non sono da sottovalutare, poiché possono rappresentare un fattore di rischio nello sviluppo di disturbi psichici post partum depressione post partum). Diventare madre comporta notevoli cambiamenti nella vita di ogni donna, sia dal punto di vista fisiologico (e ormonale), sia dal punto di vista psicologico, poiché la donna passa da una condizione di “figlia” a quella di “madre” e tale cambiamento di ruolo comporta di per sé una piccola fonte di preoccupazione. La fase successiva alla nascita è momento di gioia per ogni genitore, ma è anche caratterizzato da una buona dose di stress che si risolve, nella maggior parte dei casi, con un graduale adattamento al nuovo stile di vita. Ancora una volta la rete sociale intorno alla madre, ma anche alla coppia, è fondamentale. Diventa più che mai necessario non tanto trasformarsi tutti in puericultrici, e dire ai neo genitori cosa sarebbe giusto fare o non fare, ma accogliere le loro preoccupazioni, rassicurarli, e ricordare loro tutte le loro abilità, permettendogli di vivere con gioia, senza giudizio e più di leggerezza il loro momento speciale.
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Scritto da Sara Baccaro Fisioterapista
IL PERINEO IN
GRAVIDANZA
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uesta poco conosciuta, ma importantissima zona del nostro corpo , svolge un ruolo fondamentale in qualsiasi momento della vita di un uomo e di una donna, ma assume un ruolo primario durante il periodo della gestazione. Durante la gravidanza, infatti, il perineo è continuamente sollecitato dal peso del bambino, della placenta e del liquido amniotico. Conosciamolo meglio.
I muscoli che formano il perineo sono disposti su tre strati, ognuno dei quali con un compito differente. Lo strato più esterno chiude l’ano e la vagina; lo strato intermedio sostiene la parete vaginale anteriore e l’uretra; quello più interno la parete vaginale posteriore e il retto. Conoscere questa parte del corpo è utile per tutte le donne, sia prima che dopo il parto. Esercitare la forza, la resistenza e l’elasticità del perineo agevola il parto, favorendo un’espulsione più veloce del neonato e prevenendo lacerazioni o episiotomie; migliora inoltre le sensazioni durante i rapporti sessuali e previene incontinenza urinaria o prolassi uterini. 14
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Per prendere coscienza di questi muscoli basta immaginare di trattenere la pipi, facendo attenzione a non contrarre glutei e cosce. Quelli che stiamo utilizzando con questi movimenti sono proprio i muscoli del perineo. Per migliorare la forza e la resistenza del perineo esistono due semplici esercizi messi a punto dal ginecologo Kegel, da cui prendono il nome: gli esercizi di Kegel. Il primo esercizio consiste nella ripetizione di 10-20 contrazioni dei muscoli del perineo in modo veloce. Il secondo nel mantenere una contrazione prolungata per 20-30 secondi. Una volta presa coscienza dei muscoli interessati, questi esercizi possono essere facilmente ripetuti in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi posizione. Esistono poi altri tipi di esercizi che si avvalgono della tecnica per visualizzazioni. Si può ad esempio immaginare che l’interno della vagina contenga un ascensore che dal piano terra deve salire all’ultimo piano, dunque contrarre progressivamente i muscoli dalla parte più esterna a quella più interna e successivamente rilasciare lentamente. O ancora immaginare di strizzare una spugna bagnata, disegnare dei cerchi o scrivere il proprio nome. Molto utile durante la gravidanza e dopo il parto è inoltre la pratica dell’automassaggio, per migliorare la circolazione locale e donare elasticità ai tessuti. Per il massaggio del perineo si può tranquillamente usare un olio naturale in alternativa a oli specifici presenti sul mercato. Per cominciare, si possono effettuare dei piccoli cerchi con il pollice sulla parete esterna del perineo. Questo aiuterà a migliorare la circolazione. Successivamente si possono inserire due dita all’interno del canale vaginale e massaggiare la parete anteriore e posteriore disegnando delle “U”, infine allargare e stringere le dita facendo pressione sulle pareti laterali.
Questo tipo di massaggio può essere praticato anche da una donna che ha subito un episiotomia. Il massaggio non deve essere doloroso ne dare fastidio, ma anzi deve risultare piacevole. Se non lo è, probabilmente non si è abbastanza rilassate o idratate. Un perineo tonico ed elastico prima della gravidanza è un perineo che riacquisterà tonicità ed elasticità più velocemente dopo il parto. Se durante le prime settimane post-parto si continua comunque a soffrire di incontinenza urinaria è necessario rivolgersi ad un centro riabilitativo specializzato. Esercizi effettuati con l’utilizzo di elettrostimolatori o bio-feedback possono infatti aiutare a rendere il recupero più veloce definitivo, risolvendo tempestivamente il problema.
Scritto da Stefano Parolini kinesiologo
KINESIOLOGIA SPECIALIZZATA “I MERIDIANI DELLA MEDICINA TRADIZIONALE CINESE” La Kinesiologia Specializzata ha introdotto la correlazione MUSCOLO - ORGANO MERIDIANO. Ogni muscolo è associato all’energia di un organo o alle viscere e a un meridiano come indicato dalla medicina cinese. COSA SONO I MERIDIANI? Il Sistema dei Meridiani della medicina tradizionale cinese è composto da canali energetici situati sulla superficie e all’interno del corpo. I meridiani connettono tra loro parti e regioni differenti e distanti del corpo, come ad esempio la regione temporale della testa con la faccia esterna del piede e l’organo cistifellea, il polmone KinesisMED
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con l’estremità del dito pollice e lo stomaco con l’estremità del secondo dito del piede. Dentro ai meridiani scorrono, in diverse proporzioni, sia il Qi (energia vitale) che il sangue. Tutti sappiamo cos’è il sangue, mentre il Qi non è mai stato scientificamente identificato. Nelle lingue occidentali non esiste una traduzione adeguata, se non “energia vitale" o “forza vitale", che sono espressioni indefinite per entità non misurabili. Il Qi è noto anche come il ki (giapponese) o chi di alcune arti marziali. Il Sistema dei Meridiani di MTC si compone di: - 12 meridiani PRINCIPALI, ciascuno dei quali è collegato con l’omonimo organo interno e possiede punti propri. I 12 meridiani principali e relativi organi sono distinti in 6 yin (3 sulla superficie volare dell’arto superiore e 3 su quella dell’arto inferiore) e 6 yang (3 sulla superficie volare dell’arto superiore e 3 su quella dell’arto inferiore). Yin e yang sono i due termini complementari della famosa filosofia degli opposti che, in riferimento agli organi, sono traducibili perfettamente con pieno (fegato, rene, milza...) e cavo (vescica biliare, vescica, stomaco...). La medicina tradizionale cinese ha due distinte parole per organo pieno (zang) e organo cavo (fu) che la terminologia medica occidentale non possiede. Ogni organo-meridiano principale PIENO è “accoppiato" con un organo-meridiano principale CAVO. In alcuni casi (es. fegatocistifellea e rene-vescica) l’accoppiamento ha un senso fisiologico moderno, in altri (stomaco-milza) no. La circolazione del Qi e del sangue ha un ritmo di 24 ore, con orari fissi e un picco massimo e minimo di due ore per ogni canale-organo. In questa circolazione si alternano coppie di meridiani pieni e coppie meridiani cavi. - 8 meridiani STRAORDINARI, senza collegamenti con organi specifici, due dei quali soltanto (il Vaso Governatore Du Mai e il Vaso Concezione Ren Mai) hanno punti propri. - 12 meridiani secondari o collaterali che collegano tra loro i meridiani accoppiati di diversa natura. L’energia della persona circola da un meridiano all’altro. Lo stress fisico, mentale, emotivo, biochimico ed energetico può ostacolare il flusso del Qi e da qui possono nascere disturbi di qualsiasi genere: dolori fisici, disturbi emotivi, alimentari, ecc. LA KINESIOLOGIA SPECIALIZZATA E’ QUINDI UNA TECNICA CHE SI PROPONE DI MANTENERE L’EQUILIBRIO ENERGETICO E PERMETTERE ALL’ENERGIA VITALE DI FLUIRE LIBERAMENTE IN TUTTI I MERIDIANI E QUINDI ANCHE NEI VARI ORGANI E MUSCOLI ASSOCIATI.
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PARTO-ANALGESIA
EPIDURALE
Per la maggior parte delle donne il dolore del parto è intensissimo, tale da non poter essere descritto a parole; in molti casi costituisce in assoluto il dolore più violento mai provato. Sebbene questo dolore si esaurisca quasi immediatamente dopo il parto, da esso possono generarsi sequele neuropsicologiche rilevanti. L’incidenza di depressione postpartum e disordine post-traumatico da stress, ad esempio, è risultata essere maggiore tra le donne che non ricorrono alla parto-analgesia. Il dolore ha origine in più punti, in particolare deriva dalle
Scritto da Stefano Arrigoni Medico Chirurgo
contrazioni uterine, dalla dilatazione della cervice e dallo stiramento perineale. In risposta allo stress provocato dal dolore, nell’organismo aumenta il rilascio di diversi mediatori, tra cui l’adrenalina, la quale tra i numerosi effetti ha anche quello di rilassare la muscolatura uterina, antagonizzando di fatto le contrazioni e prolungando il travaglio. Annullare il dolore avrebbe quindi l’effetto di favorire il parto oltre quello di renderlo un’esperienza meno traumatica. L’analgesia epidurale costituisce attualmente la tecnica che garantisce il miglior controllo del dolore in tutte le fasi del travaglio e del parto. Essa prevede l’inserzione in uno spazio KinesisMED
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intervertebrale lombare di un catetere molto sottile il cui sbocco termina in uno spazio che circonda la dura madre, la meninge più esterna. Attraverso questo cateterino vengono iniettati, in dosi crescenti, nelle diverse fasi del parto un anestetico locale ed un oppiaceo. Da qui le molecole iniettate si diffondono attraverso la dura nello spazio subaracnoideo, dove agiscono sulle radici dei nervi spinali ed in minor misura sul midollo spinale e sui nervi paravertebrali. Questa azione provoca un blocco sensitivo e simpatico dei nervi responsabili delle afferenze dolorifiche del travaglio e del parto, riducendo il rilascio dei mediatori dello stress. La possibilità che si generi anche un blocco motorio dei nervi, con conseguente impossibilità di muovere gli arti inferiori per un tempo limitato, dipende dalla concentrazione dell’anestetico locale, la quale in ogni caso non provocherà la paralisi dei muscoli lisci e di conseguenza non interferirà con
somministrati gli anestetici inoltre vengono costantemente monitorati la pressione sanguigna e il respiro della madre, il battito cardiaco fetale, e ad ogni somministrazione viene rilevato il livello del blocco sensitivo ed accertata l’assenza di un blocco motorio. In sede è comunque sempre presente l’adeguato equipaggiamento per qualsiasi emergenza in modo da garantire tempestività di intervento in caso di necessità.
le contrazioni del miometrio.
ricorrono al catetere epidurale e non sono mai stati riportati danni al feto causati da questa manovra. Per di più, nel caso indesiderato in cui si debba ricorrere ad un taglio cesareo d’urgenza, il catetere stesso, se posizionato precedentemente, può essere utilizzato per somministrare l’anestesia semplicemente incrementando la concentrazione degli stessi farmaci utilizzati per la parto analgesia. Questo accorcia sensibilmente il periodo di attesa tra la diagnosi di emergenza ed il taglio cesareo stesso, garantendo una maggior probabilità che esso si concluda positivamente. Parafrasando il pensiero presente nelle linee guida di anestesisti e ginecologi americani, per concludere, non è mai considerato accettabile per un individuo il provare un dolore intenso sotto gli occhi di un medico che è in grado di alleviarlo. Pertanto, qualsiasi donna in corso di travaglio e di parto ha il diritto di chiedere ed ottenere la migliore analgesia possibile.
L’iniezione dei boli analgesici avviene generalmente ad opera dell’anestesista, ma è possibile lasciare alla donna il controllo delle somministrazioni attraverso la pressione di un apposito comando. In questo caso l’analgesia è ottimizzata per le reali esigenze della paziente ed è più probabile evitare la somministrazione di farmaci in dosi eccessive. I rischi legati alla procedura, ovvero la formazione di un ematoma o di un ascesso epidurale e il danno neurologico, già di per sé molto bassi, sono minimizzati dalla visita anestesiologica preliminare, che controindica la manovra in determinate categorie di pazienti e consente di attuare gli accorgimenti necessari per la buona riuscita nelle donne con rischio aumentato. Durante tutto il periodo in cui sono
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Una preoccupazione molto frequente è quella che permanga a lungo un dolore alla schiena, ma in riferimento a questo problema non è stata riscontrata una maggior incidenza in chi ha usufruito del catetere epidurale. Le evidenze più recenti sottolineano inoltre che non esiste una maggior incidenza di taglio cesareo tra le partorienti che
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Scritto da Alessandro Arrigoni Ing.bioambientale
Vuoi fare del bene al mondo?
NON FARE I BAMBINI Mettere al mondo un bambino è forse considerata la gioia più grande che la vita possa regalare. Privarsene volontariamente pare quindi un atto di mero masochismo e comunque una decisione in netto contrasto con le varie filosofie che indicano il perseguimento della felicità come unica via da percorrere. La scelta di non avere figli è per di più in conflitto con religioni, come quella cattolica, che considerano sbagliato separare la sessualità dalla procreazione. Secondo la Chiesa l’atto sessuale deve avere infatti come fine ultimo il concepimento di un bambino, altrimenti ci si espone al rischio di infelicità. Come a dire: “oltre al danno, la beffa”. Come in altre circostanze, la Chiesa rischia tuttavia di perdere il contatto con la realtà e, soprattutto, di coerenza con la sua missione. Se le reminiscenze di catechismo non mi tradiscono, il suo obiettivo dovrebbe essere il bene comune e quindi la felicità di tutti. Affinché la felicità sia condivisa, e non del singolo individuo, il percorso atto al suo raggiungimento non deve compromettere quella altrui. Tornando al tema in questione, viene troppo spesso trascurato che pure uno splendido evento come la procreazione possa portare infelicità e distruzione. Ma a chi può seriamente nuocere la messa al mondo di un bambino? Le vittime di tale evento possono essere riassunte all’interno dell’insieme “pianeta” che contiene, oltre alla natura, il nascituro stesso e noi tutti. De André ne “Il testamento di Tito” sintetizza con “la fame” i pericoli a cui potrebbe andare incontro il figlio di genitori negligenti, che hanno concepito con troppa noncuranza delle avverse condizioni ambientali in cui crescerebbe il bambino. Feconda una donna ogni volta che l’ami così sarai uomo di fede. Poi la voglia svanisce e il figlio rimane e tanti ne uccide la fame. Io, forse, ho confuso il piacere e l’amore ma non ho creato dolore”. Una volta in vita, tuttavia, il bambino si riterrà responsabile lui stesso di parecchie “nefandezze”. Sin dal primo giorno inizierà infatti a consumare risorse e, inevitabilmente, ad inquinare ed emettere gas a effetto serra in atmosfera. Estendendo questi consumi ed emissioni a tutta la vita del bambino, il suo bilancio ambientale risulta un disastro e a patirne le conseguenze 20
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siamo noi tutti, la sua generazione e le successive. Il bilancio ambientale del neonato risulta per di più insostenibile se si considerano le condizioni critiche in cui il pianeta già si trova. La procreazione senza troppa cognizione di causa ha infatti portato ad una continua crescita della popolazione mondiale. Nonostante i dati Istat mostrino come il numero di figli per donna in Italia è ora ben al di sotto del 2,1 necessario per mantenere la costanza della popolazione locale, quella mondiale continua a crescere sotto la spinta dai paesi in via di sviluppo. Attualmente la popolazione mondiale si
ambientale di una popolazione crescente è difficilmente controllabile da semplici politiche ambientaliste. Uno studio dell’università dell’Oregon (USA) ha dimostrato come l’impatto della messa al mondo di un bambino superi di 20 volte gli impatti evitati conducendo uno stile di vita eco-compatibile. Ciò significa che per quanto ci sforziamo di ridurre i nostri impatti, prendendo ad esempio la bicicletta per andare a lavoro anziché la macchina, utilizzando lampadine a basso consumo energetico e facendo la raccolta differenziata, i nostri sforzi sono resi insignificanti dalla scelta di avere un bambino.
alla messa al mondo di un bambino in un paese sviluppato corrispondano a circa 1000 tonnellate di anidride carbonica, equivalenti all’abbattimento di circa ventimila metri quadrati di foresta. Una cifra astronomica se si considera l’attenzione che si presta quotidianamente al fine di evitare l’emissione di qualche chilogrammo dello stesso gas. Oltre alla stabilità della relazione e alla disponibilità di risorse economiche, una variabile che andrebbe tenuta in seria considerazione il giorno del concepimento è dunque l’impatto che il bambino genererebbe sul mondo alla sua nascita. Come si risolve quindi
aggira sui sette miliardi, ma l’ONU stima che nel 2040 si raggiungeranno i nove. Superata quella soglia il numero di persone dovrebbe tuttavia cominciare a decrescere a causa del minor tasso di natalità e della mancanza di risorse. Il termine utilizzato per descrivere l’eccessiva popolazione rispetto alle possibilità di vita in un determinato luogo è “sovrappopolazione” ed è oggetto di numerose controversie. I cosiddetti “Malthusiani” ritengono che la crescita demografica sia la causa principale di quasi tutti i mali mondiali: fame e povertà per citarne un paio. I più ottimisti ritengono invece che il numero di abitanti sia un fattore che non deve destare preoccupazioni. A loro avviso gli avanzamenti tecnologici possono rispondere senza particolari patemi alle esigenze crescenti e ritengono quindi sbagliato parlare di sovrappopolamento. A parer mio, per quanto OGM e fertilizzanti possano riuscire nel miracolo, sfruttando al
La crescita demografica globale e l’impatto ambientale non sono tuttavia due variabili direttamente proporzionali. Sebbene un essere umano in più sulla terra generi un impatto sicuramente maggiore rispetto alla sua assenza, non è affatto vero che l’impatto di una persona in più nelle steppe centroafricane sia uguale a quello di una persona in più in una metropoli americana. La cosiddetta impronta di carbonio (carbon footprint), ovvero la quantità di emissioni di gas clima alteranti attribuibili ad un prodotto o un individuo, di un americano medio è circa 200 volte quella di un etiope e circa 12 volte quella di un indiano. Ciò significa che le emissioni generate da un americano durante la sua vita equivalgono a quelle generate da circa 200 etiopi o a quelle di 12 indiani. È quindi vero che i responsabili dell’aumento demografico sono i paesi in via di sviluppo (in primis Asia e Africa) ma sarebbe disonesto attribuire
il problema? Il numero di persone sulla Terra va ridotto prima che siano guerre e carestie a farlo con maggior violenza e sofferenza. La soluzione non può essere tuttavia di proibire a chiunque di fare figli (con conseguente estinzione della specie umana) né di permetterlo solo ad alcuni. La soluzione deve essere una combinazione di differenti approcci: dalla diffusione di metodi contraccettivi nei paesi in via di sviluppo all’introduzione, nei paesi già sviluppati, di politiche, come quella del figlio unico, che permettano di raggiungere un numero di abitanti sopportabile dal pianeta in tempi relativamente brevi. L’alternativa a queste politiche, spesso lacunose dal punto di vista etico, è quella di agire sulla conoscenza e sulla coscienza delle persone e dello Stato. Si dovrebbe riuscire a incentivare la riduzione del numero di figli per coppia e introdurre la compensazione degli impatti generati con importanti azioni pro-ambiente. La mia proposta per
massimo le sempre più ristrette aree destinate all’agricoltura, di sfamare la crescente popolazione mondiale e, per quanto lo sviluppo tecnologico possa sostituire con materiali alternativi le risorse in via d’esaurimento, l’impatto
a loro le responsabilità delle attuali crisi ambientali (depauperamento delle risorse e cambiamenti climatici in particolare). Ma quanto impatta in definitiva fare un figlio? È stato calcolato che le emissioni complessive dovute
il governo in carica potrebbe essere un’iniziativa dal nome “figlio a impatto zero”, il cui spot reciterebbe: “Vuoi fare un figlio? Ottimo, ma oltre a crescere il bambino, fai pure crescere una foresta!”
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Scritto da Fabio Marino Laurea in Scienze Motorie Massoterapista
KINESIO TAPE
CONTROINDICAZIONI –PRECAUZIONE E GRAVIDANZA Continua la nostra rubrica dedicata al Kinesio Tape, cerotti apparentemente miracolosi, in realtà dotati di logica e razionalità scientifica. Dopo aver descritto nei numeri precedenti la tecnica applicativa di base e i sistemi sui quali il Kinesio Tape agisce, tratteremo ora i casi in cui la loro applicazione è controindicata e quelli per i quali è necessaria una maggiore cautela. Queste alcune delle situazioni in cui l’applicazione del cerotto deve necessariamente essere evitata: •
Tumori o Trombosi profonda. L’applicazione del cerotto, favorendo il sollevamento dello strato cutaneo e di tutti gli strati
sottostanti, potrebbe liberare metastasi o trombi, che una volta entrati nel circolo sanguigno creerebbero inevitabilmente danni irreversibili; •
Infezioni cutanee. La pelle infetta e/o infiammata, a contatto con la colla e sollecitata dalle trazioni meccaniche prodotte dal
cerotto, vivrebbe l’applicazione come un “insulto” che si concretizzerebbe in un aumento dello stato irritativo, e non in uno stimolo volto alla guarigione. •
Su ferite aperte. In queste circostanze non si applica nessun tipo di bendaggio adesivo (quale il kinesio tape), ma solo un
cerotto protettivo privo di colla. Ci sono poi condizioni in cui il cerotto può essere applicato, ma con qualche accortezza in più da parte del terapista. Particolare attenzione deve essere posta nel trattamento di soggetti affetti da diabete poiché tra gli effetti secondari della patologia si potrebbero manifestare: •
Un’alterata sensibilità periferica, che renderebbe la percezione del cerotto fastidiosa e dolosa.
•
Fragilità della pelle causata da un’alterata circolazione periferica che porta gradualmente alla necrosi della cute. Il cerotto,
sulla pelle fragile, potrebbe causare lacerazioni cutanee poi difficilmente rimarginabili. In caso di problemi cardiaci e renali, poi, un terapista professionale dovrebbe consultare sempre il medico del paziente per accertarsi 22
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delle reali condizioni fisiche del soggetto e per prevenire qualsiasi risposta in caso di scompenso. Particolare attenzione si deve avere anche con donne in gravidanza, perché secondo la teoria dell’agopuntura la sollecitazione di alcuni punti del corpo potrebbe indurre il parto o stimolare il rivolgimento del feto. Il trattamento di alcuni di questi punti stimola infatti le contrazioni uterine, auspicabili però solo dopo la 37° settimana, in preparazione e durante il travaglio. Tra questi punti vi sono: •
Il punto 21 del meridiano della Vescica Biliare (circa a metà tra la settima
vertebra cervicale e l’acromion, nel punto più alto del trapezio):
•
Il punto 6 del meridiano della Milza che si trova 4 dita sopra il malleolo tibiale:
Il punto 4 del meridiano del grosso intestino che si trova tra pollice e indice, nel mezzo del secondo metacarpo:
Ad esclusione del punto 21 sul trapezio, gli altri due sono comunque punti che raramente incorrono in patologie trattabili con kinesio tape. Il punto 67V che si trova all’angolo esterno dell’unghia del 5° dito del piede stimola invece il capovolgimento del feto da posizione podalica alla posizione corretta per il parto. Il kinesio tape può invece essere applicato, e viene solitamente percepito dalla gravida con piacevoli sensazioni di calore e sostegno, sul punto 32 della vescica biliare che si trova a metà tra le fossette di Venere, sopra la natica e sopra al sacro. La stimolazione di questo punto favorisce infatti il rilascio di endorfine, che sappiamo avere un elevato effetto analgesico. Per questo tipo di applicazione è consigliata una correzione dello spazio con tensione del 35-50% dal centro verso i lati che termineranno con ancoraggi sulle creste iliache con tensione pari a zero. 32VB Nel caso di donne in dolce attesa consiglio inoltre è di applicare due strisce di kinesio tape con azione muscolare partendo dalla base del sacro, ai margini della colonna, fino alla prima vertebra lombare (nulla vi vieta di proseguire oltre). Tensione dal 15 al 25%. Maggiore è il dolore percepito dalla donna in questa zona, minore dovrà essere la tensione applicata. In questo modo si dà sostegno alla muscolatura paravertebrale lombare che, durante la gravidanza si trova spesso in stato di sofferenza. La donna in gravidanza e il suo bambino apprezzeranno molto gli effetti benefici del kinesio tape!
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MENTAL
COACHING M
Scritto da Andrea Lecchi Ingegnere Gestionale
olti atleti e allenatori non conoscono il ruolo che la nel
preparazione
per
miglioramento
il delle
mental
coaching
performance
gioca
atletiche.
L’allenamento della “forza mentale” è parte del più ampio campo della scienza dello sport, che studia il comportamento umano. Allenare la forza mentale significa migliorare le prestazioni sportive. L’obiettivo dell’allenamento della forza mentale è aiutare gli atleti e le squadre a dare il massimo, migliorando la proprie competenze per eccellere nello sport. Il mental coaching è la branca della psicologia dello sport che analizza i metodi per superare le barriere mentali che impediscono agli atleti di esprimere tutto il proprio potenziale. Lo scopo di questa disciplina è aiutare gli atleti a sviluppare la forza mentale necessaria per raggiungere il successo nello sport e nella vita. Il suo primo obiettivo è insegnare agli atleti come ricercare una maggiore sicurezza personale per raggiungere alti livelli di concentrazione e per mantenerla in situazioni di forte pressione, così da essere più efficienti in ogni circostanza. È del tutto errato infatti pensare che gli aspetti mentali e quelli fisici dello sport siano separati. Alcuni atleti ritengono erroneamente che sia necessario padroneggiare in maniera “perfetta" la tecnica prima di poter lavorare sull’atteggiamento, sulla mentalità. In realtà, quando si fa un’analisi delle prestazioni di uno sportivo, non è possibile scindere le sue qualità e le sue abilità fisiche da quelle mentali.. Le decisioni, i pensieri, le immagini e le sensazioni guidano il motore del comportamento. L’allenamento della forza mentale aiuta gli atleti a sviluppare la fiducia e la messa a fuoco delle proprie competenze in concomitanza con la padronanza degli aspetti tecnici dello sport. Per fare ciò, l’atleta deve innanzitutto cominciare a porsi alcune domande. Sono consapevole del fatto che mi preoccupo di ciò che gli altri pensano della mia performance? Ho la mente sufficientemente libera prima della competizione? Temo il fallimento e questo influisce sulle mie prestazioni di gara? Mi distraggo facilmente? Mi sento frustrato quando le cose non vanno secondo i piani? In quali casi è necessario il training della mente? Il coach training è consigliabile agli atleti ogni volta che si presentino alcuni
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segnali chiari di incapacità di raggiungere il massimo delle proprie prestazioni, non strettamente dipendenti da fattori fisici. Qualche esempio: L’atleta
mostra
performance
nettamente
migliori
durante
l’allenamento rispetto alla competizione I tuoi risultati sono sempre impeccabili, ma durante la competizione le tue prestazioni non si rivelano all’altezza delle performance ottenute durante l’allenamento. Ti senti sicuro e sciolto durante le ore di preparazione alla gara, ma in competizione sei afflitto da dubbi e indecisioni. Senti che qualcosa cambia tra la pratica e la competizione: solitamente sono la paura di fallire o la tensione le cause più frequenti che inducono l’atleta a mostrare performance di più scarso livello sotto lo stress di una competizione ufficiale piuttosto che in allenamento. L’atleta ricerca ossessivamente la perfezione Molti atleti ritengono che il successo di una prestazione stia nella
ricerca della perfezione della tecnica sportiva. La ricerca della perfezione può essere in alcuni casi spinta da una positiva motivazione o da un forte orientamento al risultato. Tuttavia, molto spesso, questa si può trasformare in una ossessione che al contrario allontana l’atleta dal successo, caricandolo di una eccessiva e poco produttiva autocritica e di una severità di giudizio che ha come conseguenza solo la frustrazione e quindi il progressivo allontanamento dai proprio obiettivi. L’atleta non ha buone performance quando si sente osservato Capita spesso che un atleta subisca il peso degli sguardi di chi gli sta intorno (genitori, compagni, allenatori, fan…). Spesso il pensiero di essere giudicati e di non essere all’altezza delle aspettative degli altri può essere la causa di un fallimento: quella che possiamo definire come “paura da palcoscenico”. La causa di questa paura è da ricercare in una mancanza di sicurezza che si concretizza non nel timore per la competizione in sé, ma nella paura del giudizio che gli altri possano avere su di noi. L’atleta ha dubbi sullo sport scelto prima o durante l’esibizione La tensione per una competizione, nonostante una perfetta competenza tecnica, può inconsciamente far nascere nella mente dell’atleta dubbi e insicurezze sullo sport scelto. Questi dubbi caricano l’atleta di un peso mentale crescente che agisce negativamente sull’esito delle sue performance. L’atleta prova ansia quando gareggia in competizione La causa più comune di sconfitta o scarse performance resta comunque l’ansia, associata alla “paura di non farcela”. Una eccessiva e ossessiva ricerca del risultato migliore può infatti essere la principale causa di un fallimento. L’atleta limita inconsciamente la propria performance mirando ad aspettative troppo alte Alimentare eccessivamente le proprie aspettative, in atleti che non sono in grado di gestire lo stress e la pressione di una competizione, può rivelarsi controproducente e indurre ad un eccessivo aumento della tensione e alla conseguente incapacità di raggiungere gli obiettivi prefissati. L’atleta lega la stima di se stesso alla capacità di eccellere nello sport Alcuni atleti sono spinti a competere solo dalle ricompense associate all’idea di successo: la fama, i riconoscimenti, il rispetto. Sebbene questi possano rappresentare degli ottimi premi a fronte di eccellenti risultati, non sono da considerarsi le migliori motivazioni da cui partire per ottenere performance di successo. Legare la stima di sé solo ed esclusivamente alla buona riuscita di una gara può rivelarsi un’arma a doppio taglio. Alla mancanza, anche temporanea, di successo rischia di legarsi inevitabilmente una caduta della stima nelle proprie capacità e una irrefrenabile perdita delle giuste motivazioni che portano un atleta al raggiungimento delle performance migliori. L’atleta perde la messa a fuoco durante i momenti decisivi La pressione esercitata dalla paura del giudizio di allenatore, compagni o genitori, l’ansia di non essere all’altezza e lo stress fisico legato ad una competizione possono essere la causa di una mancata attenzione nei momenti decisivi di una performance. Non riuscire a liberare la mente e a focalizzare i propri obiettivi sono spesso all’origine di errori anche banali che in fase di allenamento, dove le pressioni subite sono minori, non si sarebbero commessi. Dopo un infortunio e relativo recupero al 100 %, l’atleta non è in grado di comportarsi come prima. Molti atleti che hanno subito un grave infortunio sportivo hanno difficoltà nel riconquistare la fiducia in se stessi. Anche dopo un parere positivo del medico, le cicatrici mentali faticano a guarire. La paura di ricadere ancora nell’infortunio e la mancanza di fiducia nelle proprie capacità portano spesso gli atleti a mettere in atto dei meccanismi inconsci di difesa, causa di performance approssimative. Il mental coaching è consigliato anche a tutti quegli atleti che, pur non mostrando nessuno dei sintomi descritti, vogliono semplicemente indagare più a fondo i meccanismi che regolano il successo di una performance per ottenere risultati migliori di quelli raggiunti con il solo training fisico. La maggior parte degli atleti si affida però al mental coaching solo dopo particolari crolli o diminuzioni delle proprie prestazioni. Spesso il l’allenamento mentale è ancora l’ultima “risorsa” a cui attingere per migliorare o recuperare le proprie prestazioni. Forse c’è ancora troppa diffidenza nei confronti di tecniche alternative che sembrano aver poco a che fare con il lato meramente fisico dello sport. L’obiettivo del mental coaching è infatti quello di far ottenere all’atleta il massimo dalle proprie capacità, passando però attraverso un allenamento dei processi mentali e non con un mero traning fisico. Il vero scopo del mental coaching è aiutare un team o i singoli atleti a identificare gli ostacoli al lavoro di squadra e migliorare le prestazioni sia personali che di gruppo, migliorando le capacità mentali per ottenere successo.
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La consapevolezza
DEL CUORE
P
arlare di gravidanza è una cosa delicata, credo sia un’esperienza così unica, intima e profonda, che solo chi l’ha vissuta può cogliere tutta l’intensità, il senso, l’esperienza di quello che questo periodo comporta. Tuttavia è anche un argomento trattato da moltissimi autori in svariati campi: cambiamento e tappa di vita importante, ricco di emozioni intense e spesso contrastanti, è argomento privilegiato anche nel campo della psicologia. Si potrebbe scrivere molto a proposito, per esempio riguardo
Scritto da Laura Barazzetta Psicologa Psicosomatica
ai cambiamenti non solo fisici, ma anche psicologici che la donna affronta nel passaggio del ciclo di vita da “figlia” a “madre”, dell’importanza di essere madri “sufficientemente buone” per garantire uno sviluppo adeguato ai propri figli e di come quelle che sono le prime relazioni per noi significative, in primis quella mamma e bambino, influenzano, già durante la gravidanza, il nostro sviluppo psichico, fisico, emozionale, relazionale e mentale. Scrivere di questo rischia di ripetere quello che già i manuali e una vasta letteratura nel campo riportano, tuttavia se la KinesisMED
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gravidanza è il processo in cui una nuova vita si prepara a venire al mondo, perché non affrontare questo argomento così vasto e delicato dal punto di vista del bambino e dei bambini che siamo stati? Di cosa ha bisogno il bambino che verrà? Certo di protezione, di una casa e di una famiglia abbastanza attenta e amorevole. Credo però che la cosa più importante che meriti di ricevere un bambino, fin dai primi momenti in cui viene al mondo, sia di essere riconosciuto per quello è. Tutti noi abbiamo una storia famigliare, chi più felice e chi meno, e tutti noi siamo e siamo stati oggetto di condizionamenti e di proiezioni da parte dei nostri genitori. È vero: si dice che essere genitore sia il “mestiere più difficile al mondo” e credo che un genitore, eccetto alcuni casi drammatici e di grave carenza, faccia sempre del suo meglio. Spesso però egli, in modo inconsapevole, ripete e riproduce sul figlio la propria storia personale, le proprie carenze e lo investe di proprie aspettative, ideali, giudizi e condizionamenti, positivi e negativi, impedendogli così di esprimere quelle che sono la sua vera natura e le sue potenzialità. Il tema è delicato e complesso per essere affrontato ed esaurito in queste righe, quello che però molti di noi scoprono da adulti, e spesso non senza dolore, durante percorsi di terapia o crescita personale, è che fin dalle prime fasi della nostra esistenza noi abbiamo imparato ad eliminare e disconoscere quelle parti di noi che sentiamo non essere gradite, approvate, accettate da chi si prende cura di noi. Nasciamo completi, ma per sopravvivenza, impariamo a reprimere e modificare atteggiamenti, qualità, comportamenti, parti di noi, che non incontrano l’approvazione, e in una parola, l’amore dei nostri genitori. Questo è un meccanismo implicito, non verbale, se vogliamo inevitabile, ma che spesso il genitore mette in atto perché poco consapevole. Si tratta di aspettative, ambizioni, proiezioni, ma anche sfiducie, paure giudizi e critiche da parte dei nostri genitori che spesso condizionano o hanno condizionato le nostre scelte, i nostri comportamenti e la nostra vita. E questo si traduce nel senso, che molti di noi provano nel corso della loro vita, di “andar bene” ed essere amati e accettati solo se siamo, facciamo o ci comportiamo in un certo modo. È il genitore che dice o ci ha detto “se fai il bravo ti voglio bene” comunicando in modo implicito e sottile che “non vai bene così come sei”. Questo non riconoscimento nella vita viene percepito anche come quel senso di “non essere visti”,“non essere degni di”, “non valere”, “non essere all’altezza” che molti di noi si portano dietro per molto tempo. L’unico modo per spezzare questa catena, per riprendere contatto con quella che è la nostra autenticità e per evitare che queste dinamiche si ripetano nelle generazioni future è quello di prenderne consapevolezza, anche se a volte è doloroso Ogni bambino nasce con una sua individualità, una sua “essenza” o “anima” se vogliamo chiamarla così: credo che il regalo più bello che un genitore possa fare al proprio figlio sia quello di cercare di riconoscere questa sua unicità e di far sì che questa possa esprimersi. E questo riconoscimento può partire già nei primi momenti della gravidanza, nel prendere un contatto profondo, empatico con la creatura che si porta in grembo. Ciò non consiste solo nel fare tutti gli esami, seguire i consigli, le diete indicate ecc ma anche nel prendersi del tempo per “sentire” chi è e com’è quell’essere che sta crescendo: già nel pancione è possibile passare quel messaggio del “ti vorrò bene qualsiasi cosa farai”. E nella vita questo si traduce come sentire che siamo amati, accettati, riconosciuti per quello che siamo. E non per quello che dovremmo essere. In questo modo il bambino crescerà, nonostante gli inevitabili condizionamenti famigliari, con una maggiore consapevolezza di sé, dei propri bisogni, sentimenti e aspirazioni. E questo sarà per lui la base per avere fiducia in se stesso e avere il coraggio di vivere la propria vita secondo le sue più vere inclinazioni e la sua identità più profonda.
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KinesisMED
ESERCIZIO FISICO
E GRAVIDANZA
Scritto da Valerio Romanò Laureato in scienze
L’esercizio fisico in gravidanza, se ben dosato, attenua tutte le
Sono assolutamente da evitare i classici esercizi per gli addominali
problematiche dolorose dovute alle mutazioni posturali, aiuta
eseguiti in posizione supina, prediligendone al contrario altri da
a contenere gli aumenti di peso, tiene sotto controllo eventuali
stazione eretta o sollevando le gambe da posizione seduta
difficoltà intestinali e minimizza gli effetti dello stress.
Risultano particolarmente efficaci gli esercizi di equilibrio su basi
Uno dei peggiori errori che si possano commettere è quello
leggermente instabili che prevedono, se bene eseguiti, una forte
di pensare che durante la gestazione sia assolutamente
attivazione del core, quindi del tronco nell’insieme delle sue catene
controindicato ogni sforzo fisico.
muscolari.
Un altro grave errore è quello di iniziare, proprio in gravidanza,
Un ottimo modo per gestire lo stress, attivare la parete addominale e
intense attività venendo da una vita sedentaria e senza avere delle
migliorare l’elasticità è riprendere gli esercizi respiratori che abbiamo
basi fisiche che possano supportarci.
visto nel primo numero di KinesisMed evitando, anche in questo
Uno dei principali effetti dell’esercizio durante lo stato interessante
caso, quelli eseguiti con la schiena a terra in posizione supina.
è favorire la produzione di serotonina, dopamina ed endorfine,
In linea di massima è bene eseguire 30-35 minuti totali di esercizio
che contribuiscono alla gestione dello stress e conferiscono una
quotidiano per 6 giorni alla settimana. Sarebbe eccellente fare ogni
sensazione di benessere. L’esercizio principe a questo scopo
giorno 20 minuti di esercizio di carattere aerobico ad intensità media,
potrebbe essere la camminata, 20-30 minuti di buon ritmo
effettuando successivamente un esercizio di forza analitico per un
possono stimolare a sufficienza la produzione di queste sostanze
singolo gruppo muscolare, eseguendone 3 serie da 10 ripetizioni
e ci aiutano a mantenere sotto controllo l’aumento dell’appetito,
intervallate con esercizi respiratori. Per finire sarebbe bene eseguire
il cambio delle abitudini alimentari e del fabbisogno calorico. È
3 serie da 10 ripetizioni di un semplice esercizio globale per tutto il
in ogni caso sconsigliato effettuare, anche se ben sopportabili,
corpo che coinvolga anche il core, concludendo poi con 5 minuti di
esercizi intensi, soprattutto aerobici. Questo perché il lasso
allungamento muscolare.
temporale successivo allo svolgimento di tali sforzi è caratterizzato
I principali gruppi muscolari da allungare in gravidanza sono:
dall’abbassamento temporaneo delle difese immunitarie. Durante
in piedi: gastrocnemio, ischio-crurali e quadricipiti
la gravidanza questo potrebbe rappresentare un serio rischio, date
da sedute: adduttori, dorsali e la muscolatura cervicale.
anche le limitazioni nell’uso dei farmaci.
Data la particolare delicatezza di questo periodo della vita di ogni
Oltre ad un lavoro aerobico è importante dedicare del tempo ad
futura madre è bene non eseguire questi esercizi se si è soli ed
esercitare la forza dei principali gruppi muscolari, in modo da
è indicato rivolgersi a persone esperte per effettuarli in totale
mantenere un buon trofismo ed elevare il metabolismo basale,
sicurezza e permettere di modularli in base al grado di preparazione
mettendoci anche in condizioni di ovviare ad eventuali stati di
fisica ed alle caratteristiche metaboliche e morfologiche di ognuna.
riposo forzato dovuto a particolari problematiche nel periodo di
Invito quindi tutte le future mamme a rimboccarsi le maniche e
gestazione o post-parto.
a rivolgersi a personale competente per iniziare fin da subito a
La parete addominale subisce notevoli modificazioni durante la
prendersi cura di sé e dei propri piccoli!|
gravidanza, ma non bisogna mai smettere di esercitare, anche se con le dovute cautele, la muscolatura che la compone.
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Come entrare nella
RETE kinesisMED?
S
ostenere KinesisMED significa entrare a far parte di un’importante rete di professionisti del settore, avendo l’opportunità di partecipare ad un progetto innovativo di crescita culturale e sociale. Avrete l’occasione di incontrare e di tessere relazioni con numerosi esperti e di accrescere la vostra rete di conoscenze e la vostra visibilità. Diverrete protagonisti attivi all’interno di un sistema innovativo di formazione e informazione e potrete approfittare di un’offerta informativa ed educativa unica nel suo genere. VISITA IL NOSTRO SITO WEB WWW.KINESISMED.EU
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Corsi di formazione KinesisMed PRIMO SEMESTRE 2015 In collaborazione con CSEN COMITATO MONZA E PROVINCIA MASSAGGIATORE TECNICO PRIMO LIVELLO 7 – 8 MARZO ORE 9 – 17,30 SEDE OPERATIVA: Bellusco Centro Kinesis Sport & KinesisMed REQUISITI PER ACCEDERVI: Aver compiuto i 18 anni di età – essere in possesso del diploma di scuola media superiore. Al termine del corso non è previsto nessun esame e verrà rilasciato l’attestato di partecipazioni riconosciuto dall’Associazione KinesisMed che, per chi fosse intenzionato, permetterà di accedere al corso di massaggiatore sportivo. Il tesserino tecnico nazionale CSEN e il diploma nazionale verranno rilasciati solo dopo aver conseguito anche la qualifica di massaggiatore sportivo. PROVA FINALE: Non prevista ISCRIZIONE ENTRO IL 10 FEBBRAIO. NUMERO MASSIMO DI ALLIEVI: 10 Costo del corso € 190. MASSAGGIATORE TECNICO-SPORTIVO 25 – 26 APRILE e 18 MAGGIO ORE 9 – 17,30 SEDE OPERATIVA: Bellusco Centro Kinesis Sport & KinesisMed REQUISITI PER ACCEDERVI: Laurea in Fisioterapia – diploma di Massoterapia - aver frequentato il corso tecnico di primo livello. Per accedere alla prova finale il candidato dovrà aver effettuato un personale tirocinio formativo identificabile in un minimo di 20 trattamenti sportivi. Al termine del corso, previo superamento dell’esame teorico/pratico verrà rilasciato il diploma nazionale dello Csen, il patentino tecnico e l’iscrizione sull’albo nazionale presente sul sito Csen. PROVA FINALE: 30 domande chiuse – Colloquio pratico/orale. ISCRIZIONE ENTRO IL 25 MARZO. NUMERO MASSIMO DI ALLIEVI: 10 Costo del corso € 320.
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OPERATORE DEL KINESIO TAPING O TAPING NEUROMUSCOLARE PRIMO LIVELLO 31 GENNAIO – 1 FEBBRAIO ORE 9 – 17,30 SEDE OPERATIVA: Bellusco Centro Kinesis Sport & KinesisMed REQUISITI PER ACCEDERVI: Laurea in Fisioterapia – Laurea in Scienze Motorie – Diploma Isef - diploma di Massoterapia – qualifica Csen di massaggiatore tecnico sportivo. PROGRAMMA DEL CORSO: • Tecniche muscolari di inibizione e attivazione. • Tecniche di correzione dello spazio. • Tecniche di linfodrenaggio. Il materiale didattico, forbici e kinesio tape vengono interamente forniti dalla scuola. PROVA FINALE: 30 domande chiuse – nessun esame pratico. ISCRIZIONE ENTRO IL 21 GENNAIO. NUMERO MASSIMO DI ALLIEVI: 15 Costo del corso € 230. OPERATORE DEL KINESIO TAPING livello avanzato 18 -19 APRILE ORE 9 – 17,30 SEDE OPERATIVA: Bellusco Centro Kinesis Sport & KinesisMed REQUISITI PER ACCEDERVI: Qualifica di Operatore del kinesio tape di primo livello. PROGRAMMA DEL CORSO: Tecniche di attivazione e inibizione muscolare avanzate. Correzioni fasciali. Correzioni meccaniche articolari. Correzioni meccaniche legamentose e tendinee. Lavoro sulle cicatrici. PROVA FINALE: 30 domande chiuse – nessun esame pratico. ISCRIZIONE ENTRO IL 30 MARZO. NUMERO MASSIMO DI ALLIEVI: 15 Costo del corso € 230. BREVETTO FUNCTIONAL TRAINING 31 GENNAIO – 1 FEBBRAIO E 7 – 8 FEBBRAIO Ore 9,30 – 17,30 SEDE OPERATIVA: Bellusco Kinesis Sport & CrossFit Cambiago. Al termine del corso, previo superamento dell’esame teorico/pratico verrà rilasciato il diploma nazionale Csen e il tesserino tecnico di riconoscimento.
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REQUISITI PER ACCEDERVI: Aver compiuto il diciottesimo anno di età – diploma di scuola media secondaria – certificato medico di base di buona salute. PROVA FINALE: Prova pratico/orale. ISCRIZIONE ENTRO IL 22 GENNAIO. NUMERO MASSIMO DI ALLIEVI: 15 Costo del corso: 360€ ISTRUTTORE DI FITNESS E BODY BUILDING 7 - 8 FEBBRAIO 21 - 22 FEBBRAIO ORE 9 – 17,30 SEDE OPERATIVA: Bellusco Centro Kinesis Sport & KinesisMed Al termine del corso, previo superamento dell’esame teorico/pratico verrà rilasciato il diploma nazionale Csen, il patentino tecnico e l’iscrizione sull’albo nazionale presente sul sito Csen. REQUISITI PER ACCEDERVI: Aver compiuto il diciottesimo anno di età – diploma di scuola media secondaria. PROVA FINALE: 30 domande chiuse – esame pratico. ISCRIZIONE ENTRO IL 30 GENNAIO. NUMERO MASSIMO DI ALLIEVI: 15 Costo del corso € 380. PERSONAL TRAINER FITNESS E BODY BUILDING 28 FEBBRAIO – 1– 28 - 29 MARZO ORE 9 – 17,30 SEDE OPERATIVA: Bellusco Centro Kinesis Sport & KinesisMed REQUISITI PER ACCEDERVI: Laurea in Fisioterapia – laurea in scienze motorie - diploma Isef - aver frequentato il corso di istruttore di fitness e body building. Al termine del corso, previo superamento dell’esame teorico/pratico verrà rilasciato il diploma nazionale Csen, il patentino tecnico e l’iscrizione sull’albo nazionale presente sul sito Csen. PROVA FINALE: 30 domande chiuse – esame pratico. ISCRIZIONE ENTRO IL 20 FEBBRAIO. NUMERO MASSIMO DI ALLIEVI: 15 Costo del corso € 380. INSEGNANTE DI PILATES MATWORK 11 – 12 APRILE ORE 9 – 17,30 SEDE OPERATIVA: Bellusco Centro Kinesis Sport & KinesisMed
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REQUISITI PER ACCEDERVI: Laurea in Fisioterapia – laurea in scienze motorie - diploma Isef - aver frequentato il corso di istruttore di fitness e body building. Al termine del corso, previo superamento dell’esame teorico/pratico verrà rilasciato il diploma nazionale Csen, il patentino tecnico e l’iscrizione sull’albo nazionale presente sul sito Csen. PROVA FINALE: 30 domande chiuse – esame pratico. ISCRIZIONE ENTRO IL 30 MARZO. NUMERO MASSIMO DI ALLIEVI: 15 Costo del corso € 190. ISTRUTTORE DI TENNIS PRIMO LIVELLO 18 – 19 APRILE ORE 9 – 17,30 SEDE OPERATIVA: Bellusco - Carnate REQUISITI PER ACCEDERVI: Aver compiuto il diciottesimo anno di età - Certificato medico di idoneità sportiva – diploma di scuola media superiore. Al termine del corso, previo superamento dell’esame teorico/pratico verrà rilasciato il diploma nazionale Csen, il patentino tecnico e l’iscrizione sull’albo nazionale presente sul sito Csen. PROVA FINALE: 30 domande chiuse – esame pratico/orale. ISCRIZIONE ENTRO IL 15 MARZO. NUMERO MASSIMO DI ALLIEVI: 12 Costo del corso € 200.
Per maggiori informazioni tel 3286583963 Via bergamo 67, Bellusco (MB) infokinesismed.eu
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