Muro di Berlino 1989 - 2017
DAL SISTEMA DI CONFINE AI PROGETTI PER IL RECUPERO DELLA MEMORIA
Laureandi Eleonora De Fabiis Luca Stefanet Relatore Mauro Marzo
Indice M U R O
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B E R L I N O
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A B S T R A C T Berlino, città che si rinnova
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A T L A N T E Bernauer Straße Memorial 1989, Bernauer Straße 2017, Bernauer Straße Memorial Approfondimenti Nordbahnhof 1989, Nordbahnhof 2017, Nordbahnhof Approfondimenti Günter Litfin Memorial 1989, Kieler Straße 2017, Günter Litfin Memorial Approfondimenti Hauptbahnhof 1989, Invalidenstraße 2017, Hauptbahnhof Approfondimenti Brandenburger Tor 1989, Brandenburger Tor 2017, Brandenburger Tor Approfondimenti Potsdamer Platz, Checkpoint Charlie 1989, Potsdamer Platz, Checkpoint Charlie 2017, Potsdamer Platz, Checkpoint Charlie Approfondimenti Luisenstadt 1989, Luisenstadt 2017, Luisenstadt Approfondimenti East Side Gallery 1989, Oberbaumbrücke 2017, East Side Gallery Approfondimenti
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T A V O L E Analisi Progetto
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A P P A R A T I Allestimento Bibliografia Filmografia Sitografia
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Abstract
2016 The Space Between Marc Yankus
Abstract B E R L I N O ,
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C I T T À
Berlino. Città in trasformazione, arcipelago di etnie e di linguaggi eterogenei che mostra le cicatrici dei conflitti del secolo scorso sotto forma di spazi vuoti e soluzioni di continuità tra le architetture. La capitale tedesca, a partire dal 1945, venne ricostruita da un Nullpunkt. L`approccio di costruire ex-novo il tracciato urbano demolito venne adottato da molte città europee martoriate dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. La peculiarità che rese unica Berlino fu la scelta di costruire due città: Berlino Est e Berlino Ovest. La convivenza di due ideologie opposte imposta ai cittadini dalle potenze che si erano divise il governo della capitale tedesca nel corso della conferenza di Jalta provocò numerose migrazioni. La cultura liberale e capitalista pubblicizzata dalle nazioni occidentali attirava numerosi cittadini sovietici. Tra il 1961 e il 1989, per limitare i flussi in uscita dai territori di Berlino Est verso quelli di Berlino Ovest, venne eretto un muro che circondava la porzione di città sotto il controllo delle forze Americane, Francesi e Inglesi. Berlino Ovest divenne un`enclave circondata dai territori sovietici inaccessibile ai cittadini orientali. I contrasti sociali e politici si tradussero in modalità e velocità di sviluppo sociale, urbano e architettonico differente tra le due Berlino. In particolare l`inizio dell`attività dell`IBA 84 (Internationale Bauausstellung), coincisa con la definitiva conclusione del processo feroce di demolizione postbellica, ha compromesso l`assetto tradizionale della città occidentale in favore della sperimentazione di nuove formule di riuso e ristrutturazione degli spazi urbani. Con la fine della Guerra Fredda venne immediatamente eliminato il Muro di Berlino e si diede inizio ad un processo di rigenerazione degli spazi attualmente ancora in atto. Tuttavia non fu possibile cancellare altrettanto velocemente le tracce della divisione della città insite negli edifici residenziali, nei locali commerciali, nei parchi e nelle piazze; tracce che in molti casi sopravvivono ancora oggi a testimonianza di un confine sfumato. Nel nostro tempo il solo collante di questo sistema frammentato pare essere l`aspirazione a costruire sulle macerie dei conflitti storici un continente mentale nuovo. Le intenzioni attuali convergono nel recupero della memoria delle città scomparse che si sono sovrapposte nel corso degli eventi storici rifacendosi ai principi dell`IBA che dibatteva, tra il 1984 e il 1987, sul tema della “ricostruzione critica”. La città tradizionale con i suoi impianti geometrici delle piazze e dei parchi è stata accantonata in nome di una composizione libera di oggetti, che instaurano tra loro rapporti di tipo astratto. Questa nuova idea di città è stata realizzata per parti, lasciando evidenti situazioni di discontinuità: lacerti di città storica convivono, intervallati da grandi vuoti inedificati, con nuove parti di città moderna. Aree inutilizzate, i vecchi aeroporti Tempelhof e Tegel, antiche stazioni ferroviarie, ex-locali al di sotto delle linee metropolitane S-bahn, archeologie industriali e lotti abbandonati adiacenti al fiume Sprea sono le sfide della nuova progettazione urbana. Il processo evolutivo della città porta alla continua creazione
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R I N N O V A
di spazi da convertire e rigenerare in particolare nei quartieri in forte crescita come Neukölln, Wedding e Moabit. I repentini cambiamenti in questi territori, enfatizzati da una commistione etnica particolarmente visibile, producono sempre nuove esigenze nella popolazione che li vive, ciò implica la necessità costante di interventi che ristabiliscano l`equilibrio urbano. La ricerca analizza le trasformazioni architettoniche e urbane che la demolizione del Muro di Berlino ha prodotto in otto aree della città scelte secondo i criteri di centralità geografica, storica e sociale. I cambiamenti vengono evidenziati sulla base di ortofoto del 1989 e del 2017. Attraverso la rappresentazione schematica delle medesime aree vengono enfatizzate le modalità con cui la memoria del Muro è stata conservata, interpretata o è andata perduta con particolare attenzione alle architetture che si relazionano con l`ex fascia di confine. Gli spazi studiati si collocano a cavallo tra due epoche, assumono importanza nella morfologia urbana per la loro posizione strategica relazionandosi con le tracce di un`eredità storica complessa. Da tale atlante emerge un sistema memoriale incompleto composto da numerosi linguaggi contrastanti. Il progetto che ripercorre le tracce del Muro e che si è riappropiato del vuoto è, in area urbana, lacunoso; sono presenti soluzioni di continuità che rendono fragile l`ampio intervento a ricordo del confine che riteniamo possa assumere valore solo se completo, unitario. A tale scopo proponiamo la realizzazione di due progetti di paesaggio supportati da architetture che rispondano alle esigenze di ciascun quartiere. Per non sovraccaricare un sistema già ricco di simbologia, gli interventi che assumono la valenza di memoriale ristabiliranno la continuità dell`ex confine attraverso l`utilizzo di materiali e modalità già presenti in altri tratti che affrontano le medesime tematiche. Il dibattito sulla necessità o meno di ripristinare la memoria di un`evento storico di tale portata è più che mai acceso, tuttavia, le mosse all`interno della città sono già state compiute: Baulücken, strade, edifici, parchi e memoriali portano oggi in modo frammentato la memoria del più potente simbolo della Guerra Fredda.
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“Le aree desertificate divenivano nodi di una rete fatta da una nuova generazione di spazi ibridi, in cui si mescolavano funzioni, pratiche e riti.� Bernardo Secchi