L'Uomo Che Parlava A Se Stesso

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L’uomo che parlava a se stesso Luca Zamoc Introduzione: Lorenzo Fonda Editing: Luca Speranzoni Revisione Stampa: Massimo Pastore Š 2010 Luca Zamoc All rights reserved



E’ appena saltata la luce. Ci sono dei bulldozer qui di fronte che da giorni stanno rimestando la spiaggia, non ho capito bene per che motivo, e allora ho pensato che forse avevano toccato qualche cavo principale della luce e ho subito pensato al peggio, cioè che sarei dovuto rimanere senza elettricità per giorni, e già avevo iniziato a pensare a tutte le cose che non avrei potuto fare, a dove sarei dovuto andare per ricaricare il computer, a chi avrei dovuto chiedere di prestarmi la sua wireless, con chi delle persone dall’altra parte dell’oceano non sarei potuto rimanere in contatto, ai libri che non avrei potuto leggere prima di addormentarmi, e cosi via. Poi ho pensato che il fatto che ci sia un cavo della luce sotto alla sabbia che nutre di elettricità tutto il quartiere è un’idea un po’ assurda. Qualche secondo dopo infatti la luce è tornata e si è riacceso il monitor. E il desktop era monopolizzato in full screen dalla magnificenza della patta dei pantaloni di Zamoc. Conosco poche persone al mondo per cui il disegno è cosi tanto una seconda pelle, vestita e portata con cosi tanta grazia e naturalezza che ti chiedi cosa succederebbe se un giorno gliela si togliesse, gliela si strappasse di dosso senza avvertimento, proprio come mi è stata sottratta l’elettricità da sotto le dita qualche minuto fa. Potrebbero ancora esistere nella società? Senza quel secondo strato protettivo la vita gli scotterebbe tutte le terminazioni nervose che prima erano coperte da tutta quella grazia e naturalezza? Forse potremmo dargli una qualche nuova pelle, e probabilmente dopo qualche periodo di transizione e reazioni allergiche, ci si saprebbero abituare e iniziare a conviverci con lo stesso talento con cui indossavano l’altra. Ma non vedo il benchè minimo motivo nel privare qualcuno della sua elettricità. Portate pazienza, lo so che sono domande retoriche e forse anche scontate, ma noi artisti abbiamo il privilegio di poterci nascondere dietro al fatto che siamo molto piu bravi a fare domande che a dare risposte. E ritengo vitale che ci siano persone talmente generose da avere il coraggio di tirar fuori buona parte dei propri organi dal proprio corpo per poter analizzare qualcosa della loro vita. Va bene, ok, magari


qualche motivo un po egoistico e personale Zamoc lo avrà pur avuto, ma non è il modo con cui gli artisti ci parlano di noi, parlandoci di loro stessi? Delle loro paure, dei loro sconforti, dei loro demoni, ma anche dei loro amori e di quello che li fa sentire vivi? Non sono forse i libri, i quadri, i film, che funzionano da specchi e in cui noi rivediamo la nostra umile e incasinata vita? Non e’ forse un processo catartico quello che ogni volta accade quando si riaccendono le luci in sala e sentiamo che qualcosa dentro di noi è cambiato? Il sentimento che provo maggiormente quando ho la fortuna di incontrare opere come questa è riconoscenza. Perchè vi assicuro, ci vuole tanto coraggio per imbarcarsi in un progetto che dice cosi tanto di chi lo realizza, sia a lui stesso, che a noi, fruitori. Psicologia chirurgica, l’ha chiamata Zamoc. Dice anche che vuole scriverci un trattato. Ma per ora a me basta questo, poche pagine, ma in cui è racchiusa tutta la sua passione per la vita, per le donne, per l’autoanalisi, per Charles, e infine, per il disegno. Perchè è sconsigliato andare in spiaggia senza mettersi un po’ di crema. A proposito di spiaggia, lasciatemi salvare questa pagina, prima che risalti la corrente e succeda un casino.

Lorenzo Fonda

Venice Beach Ottobre 2010


L’anima desidera stare col suo corpo perchè, senza li strumenti organici di tal corpo, nulla può operare ne sentire. Leonardo Da Vinci

L


Fin da piccolo compresi il potere delle immagini. Scoprii d’esser tanto sensibile ad esse da riuscire tr asfor mare un dio in una lucertola appesa in croce.

Odiavo andare a messa, il problema er a il prete: Romolo. Non aveva la ben che minima concezione del tempo, diceva le cose cantando con quella nenia di cui solo la chiesa è capace.

Le messe er ano inter minabili, per ogni bambino presente diventavano uno str azio

c’er a un crocefisso, in quella piccola chiesa, nel quale mi immergevo completamente, tentando di sfuggire all’inesor abilità della funzione.. quel crocefisso er a cosi vero e crudo, così terribilmente doloroso..er a come se riuscissi a sentirne le urla scolpito nel legno a gr andezza natur ale, imper ava nell’angusta chiesa con monita eleganza. Noi tut ti ne er avamo sopr affat ti.

Er a come se ci sarebbe potuto cadere addosso da un momento all’altro


Non riuscivo a fare a meno di perder mi nella sua inspiegabile, terribile bellezza

Quel particolare giorno, ebbro della sua mostruosità, presi un foglio e cominciai a disegnare

Per la prima volta disegnai senza pensare, di get to. Ebbi come la sensazione che L’Inchiostro e la Rabbia si amalgamassero sulla punta della penna imprigionandosi sul foglio

Io lo ricordo, c’era Orrore in lui. Mi disse che non potevo disegnare mostri nella casa del Signore.

Percepivo il suo volto piangente dal quale inconsciamente sentivo di dover mi purificare

Mio padre vide il disegno di li a poco prima che riuscissi a finirlo. Lo str appò dalle mie mani, spaventato

Mi disse chiaramente: “Cosa direbbe Romolo se lo vedesse?” Ai miei occhi Romolo era più di un mero super-io, e lo temevo più di qualunque lupo.

Mio padre strinse il foglio nella sua enorme mano calda. Come dovevo sentirmi? Vuoto. Ringraziai solo il cielo che mio padre non avesse afferrato il sogget to.


Solo molto tempo dopo capii..

Questo umano secernere divenne catarsi


cazzo

cazzo cazzo

cazzo!

esciesciesci

basta esci

vat tene cazzo

Questo sono io. Sto pensando cose terribili sulla mia neo-ex fidanzata. Ho fat to uno di quei sogni velenosi che ti distruggono intere giornate. C’era troppa sopraffazione in quel sogno, le sue immagini mi dilaniano il cervello da ore.


Sto così male che non riesco neanche più a disegnare. Fino a ieri stavo bene. Ci sono altre donne. Hai altre donne. Piantala.

L’ultima volta che ebbi un at tacco simile disegnai fino alle 5 di mat tina un uomo rana chiamato “Verto”. È assurdo. Fino a ieri stavo bene, basta un sogno e perdo tut to. Le mie sicurezze, i miei amici, la mia casa, è tut ta carta se riappari nella mia vita. Cosa voglio?

cosa voglio?

ti rivoglio o no?

Divelto dal mondo nelle mie assurde domande, finalmente decisi:

ERA ORA DI PARLARE CON ME STESSO


cuore!


stomaco!

fegato!


intestino!


maledet ti egiziani!

pescati come tonni!

cervello! bene!

ora che ci siamo tut ti, signori, facciamo quat tro chiacchiere!



che storia è mai questa che mmodi!

rimet tici subito dentro altamente sconveniente

fa caldo qui è secco!

genio! per quanto mi sforzi invano

ora tacete tut ti quanti!

non riesco a capire cosa voglio

non ne posso più di voi

di tut ti voi

è tut ta colpa vostra ora ci met tiamo qua e ne parliamo

ognuno mi dice una cosa diversa

diio luca c’era bisogno di arrivare a tanto?

grande zamoc!

taci

si, ce n’era bisogno..non riesco più ad andare avanti, vi prego di collaborare


immagino il problema sia lei oh che sagacia

chi è che parla di

la figa!

figa??

già

embè in effetti

oddio no

eticamente non possiamo estrometterlo

CALDOOO!

rovinerà la magia

ci mancava+ solo lui

cosa faccio? lo tiro fuori? ok no amico non questa volta

ah vedi te massi dai porello è giusto

figafigafigafi

hey ma!

che succede?


ciao charles

tutto ciò mi inquieta molto

luca è impazzito

sua maestà

voglio parlare con voi

riunione di famiglia

riunione di famiglia??

ogni volta che succede qualcosa anche se minima è madre di un’infinità di contraddizioni

devo capire alcune cose

tutti voi

spiegagli

dai

le cose insomma, devono cambiare

la figa?

anche

il cuore despotizza tutto e tutti

il cervello tenta di essere razionale ma...

vorrei +vedere è lui quello gramo!

la vita è una merda+ e poi muori

e tu stomaco! cacasotto maledetto!

il cacasotto poi è lui tecnicamente ha ragione

avete capito bene cosa intendo. ognuno ha il suo modo di intendere il mondo e mi sta bene.. solo che così è staziante! non riesco più a decidere nulla!

fai un summit

questo è fascismo!

z il malvagio noi facciamo solo il nostro dovere


no adesso tacete!

non ve lo sto chiedendo.. non sarei mai arrivato a tanto

cazzo scusate è che..

adesso parliamo

per me il mondo è sempre stato in bianco e nero, buio e luce.. non ho mai avuto mezze misure

ora invece scopro tante di quelle sfumature che non+riesco ad affrontarle

merda una volta andavamo più d’accordo


è vero.. andavamo più d’accordo

ci piacciono +ancora

come le suore vomito

ci piacevano i cat tivi

luce e colore

no seriamente.. abbiamo sempre avuto una una predisposizione a dividere +tut to in due categorie abbiamo perso la luce

parliamo del colore

esat to

ci siamo sempre impediti il colore

Vi ricordate quel Natale, non ricordo l’anno, aspet tavo i regali come se fosse l’unica cosa che avesse senso in questo mondo.

non riuscivo neanche ad at taccare la giacca all’at taccapanni

mi aiuti pà?

disegnavo già, eccome se disegnavo. sapevo fare gli occhi cat tivi, la bocca a forma di swoosh nike, inventavo mille mostri terribili

disegnarli era l’unico modo per evitare di esserne sopraffat to


disegnavo solo. Non coloravo, odiavo colorare, mi disturbava. odiavo i pennelli, i pastelli, le tempere, gli acquerelli, li odiavo tut ti. usavo rubare ai miei compagni i pennarelli neri, il mio astuccio sembrava quello di un serial killer.

adoravo le punte secche, i colori scuri, le forme chiuse e ben definite. ero un bel ciccione gaudente quando disegnavo. quel natale non vedevo l’ora di aprire i regali.

arrivò mio padre vestito da babbo natale, lo riconobbi subito. mi prese sulle ginocchia, ricordo il suo odore misto a quello della barba sintetica, lo ricordo cosi bene..

mi diede il regalo, lascatola era enorme e pesante. non stavo piĂš nella pelle. volevo una pistola laser

fu terribile invece scoprire che si trat tava di un kit di tempere e pennelli chiamato

“Matisse�


ricordo ancora il packaging: c’era un mezzo frocet to con una camicia gialla, il cappello sporco di colore ed il piat to da pollice con tut te le tempere sparse intorno

sorrideva, il frocet to ero talmente arrabbiato..mi sentivo umiliato. era stata mia madre, lo sapevo, la sua fissa del colore! mi voleva artista, mi voleva frocet to

CORSI IN CAMERA DELLA NONNA E PER LA RABBIA MORSI IL CUSCINO

assai stavamo piangendo cristo

eh si me lo ricordo bene

un pelo melodrammatico eh

aveva ragione!


diio vi ricordate il disegno di sant’ambrogio?

forse il più brut to disegno della tua vita zamoc

fosse finita qui! vi ricordate pizano? il prof di artistica che mangiava i bambini? me lo ricordo bene era orribile

i colori erano tut ti sballati scurissimi

nascosi il disegno sot to quello di prampo così che non lo vedesse subito

CHEFFAI ZANNI!? non fu così...

abbiamo concepito come colore sempre e solo il nero


il nero non è mai abbastanza

in realtĂ ..

AMEN aha

neanche le nere

ci piace troppo

il fegato ha ragione

..non lo sappiamo usare al massimo

secondo me il nero..

è tut ta una questione di equilibrio

ne perdiamo il controllo

nei graffiti

una linea sola non ci basta mai o a me piace cosĂŹ!

ho capito ma non puoi decidere te!

riempiamo tut to subito

posso..

posso dire una cosa?


perchè dipingiamo i muri se non rimediamo neanche un pelo di fica?

spara

sempre il solito

diamine charles+ stavamo parlando seri

non pensate sia il momento di evolversi? sul colore intendo

purio io scet tico bah

sarebbe una bella sfida

magari cosĂŹ riesco a beccare

massĂŹ dobbiamo almeno provarci o rimarremo sempre allo stesso livello vi ricordate quando dicevo..

I° tavola della legge di zamoc

gli errori si riparano

col nero

sto ponderando sia una regola da superare


quindi meno nero e più colore?

fegato?

charles? yep

ci sto

pollice alzato

a me sta bene

stomaco?

gemelli? sarete quellic he dovranno lavorare di più tu che dici?

io te lo dico da sempre ma tu ascolti solo il principino

che sarebbe ora

principino? noi ci +siamo

manchi solo te

magari scopro di essere DAltonico

non chiamarmi così! non mi va! non ne ho voglia a cosa serve?

serve a crescere

non puoi imparare solo le cose che ti piacciono

è una cospirazione! d’accordo! se poi però falliamo vedete che magone che vi tiro fuori

“the heart racket”

il nuovo film di luca zamoc


e LUCe sia


mi sento ridicolo

sembro un big babol masticato

carinoo0

las vegas stiamo arrivando!

bè fin qui è poi facile

vi trovo bene

stiam poi bene veh

vi ricordate chi sapeva colorare bene bene?

grazie è un+ inizio

che c’è?? che ho ddetto??

si?

zamoc?

tutto bene?

sisi

eddai non fare così cosi come?

io sto benissimo


in realtà volevo, anzi, era il motivo originale per il +quale vi ho convocati

non si può accennare ad elle che fai subito così quella faccia lì

però ora non so quanta voglia ne ho

vuoi parlarne?

dalla via che siamo qui lo farei vorrei tanto tornare dentro

si ma voglio che capiate che lei è la punta dell’iceberg.. c’è qualcosa di insano nel mio rapporto con le donne

cosa c’è che non va in me? dovresti vedere la faccia con la quale lo dici

non ho discernimento con le emozioni rifuggo l’amore oppure mi ci faccio ammazzare


è colpa sua

non hai compromessi

mi costituisco

no sua

o amo senza un perchè rinunciando a tut ta la mia vena creativa oppure creo e vivo forte continuando ad amare l’idea di una donna distruggendomi dalla condizione di non poterla più avere.. con elle è stato così.. la amavo con tut to me stesso perdendomi in lei

la mia mano svanì ciao luca arrivederci

sono arrivati i riccioli


ciao mano, sei molto affascinante ma penso non ci sia posto per tut ti e due

io ti adoro, vorrei che restassi ma è il tuo capo il problema

è esat tamente questo il punto, lui non ha muse..

ho le anti-muse .. disegno davvero solo se sto male

la morte

ma io voglio continuare a disegnare!

se fosse una persona normale la donna che ama gli darebbe ispirazione

ha anti-muse

riesco a esprimere solo il mio senso di morte

i miei incubi

i miei demoni


e questa cosa è giusta o sbagliata

questa domanda avrei potuto farla io.. non è questione di giusto o sbagliato, è il mio modo di reagire al mondo

fabbri* diceva che sei un filtro: prendi la merda del mondo e la trasformi in arte

tu parli sempre di demoni.. ma a cosa ti riferisci realmente?

si è sempre nascosta in+ giro, fra le sinapsi del cervello.. * fabrizio loschi: pit tore e scultore modenese

vi ricordate che ci volevano portare dallo psicologo non abbiamo mai voluto per paura di imparare ad affrontare il male

e cosa saremmo noi senza il

male?

i demoni, il male, è quella cosa che sento da sempre presente dentro di me..

si sposta sovente nelle viscere, costringendole e soffocandole


a volte ha preso il sopravvento anche su charles svelando che anche lui può avere le zanne..

ma un nido, una dimora, l’ha sempre avuta.. e tut ti sappiamo dove

fallo uscire

voglio vederlo

cos’è che vuoi fare??

sei impazzito?

non è permesso

devo citarti un paio di episodi poco piacevoli?

stavolta discordo zamoc

dr. jeckill mr. hyde, il faust, la mosca..


cos’è questa omertà?! è un mio dirit to! sono io!

è questo che sbagli

ha ragione è arrivata da fuori

non è innata in te..

voglio vederlo

è aliena

l’hai già visto

io avevo apprezzato

quella volta fosti tu a venire da noi

è vero.. come posso dimenticarlo


il fascio di luna etrava dalla finestra e trasformava la luce in argento come un re mida da poco

quella canna era stato il mio caronte

steso sul divano, chiusi gli occhi espirando.. più usciva aria da me più sprofondavo in me stesso

poi vidi la scala a chiocciola della laringe, buia e umida. senza paura alcuna riuscivo ad emanare un esilissimo fiot to di luce, come quello di un fiammifero

..fu BUIO..

arrivai ben presto alla porta del cuore, il viaggio non fu lungo. sapevo che c’era qualcosa di spaventoso, ma sapevo di essere al sicuro, ero io..

aprii la porta..

..BUIO..

poi qualcosa di enorme si mosse davanti a me, vicino, vicinissimo.. capii che si stava girando, ebbi come la sensazione di uno spostamento d’aria


poi emerse dal buio.


guarda

guarda

guarda guarda

guarda guarda

guarda

guarda

guarda

guarda

ma guarda

guarda

ma guarda

guarda

ci è chi

venuto

guarda

a trovare..

(diceva bisbigliando)

lo temevo, terrorizzato, ma non fuggii..

quando provai a parlargli rinvenni, ma ancora ebbro della sua epifania, si palesò sul tavolo di vetro di fronte al divano.. venne verso di me, ciondolando la testa

e come venne se ne andò.. sot to quel fascio d’argento mi addormentai serenamente..

più che come una zanzara sembrava muoversi come un felino


dorme da molto tempo

voglio parlarci potrebbe servire non credo sia la cosa giusta da fare

quali sono le storie che ami di piĂš ci sono dei limiti zamoc

quelle dove la sete di conoscenza porta alla morte.. era la tesina alla superiori

la maschera del male ora, levati quella faccia di cazzo.. lui tanto non esce

io me la ricordo bene la discussione aspetterò ok

non è il momento per incontrarvi

un giorno però, me lo promettete

non sei pronto


grazie per aver capito

tut to sommato non si sta cosi male qua fuori

ed ora? vorrete rientrare immagino

una sega??

sapete cos’ho voglia di fare? aha

ho voglia di disegnare eheh

no

aha

anche io!

anche noi

sisi dai


c’è pace qui

c’è bellezza


Ogni muscolo


ogni anfrat to carnoso


siamo architet tura organica


Perfet ti mosaici+ di sangue

che cos’è l’umano?


L’umano è un bellissimo disegno



è bello perchè non abbiamo alcuna sicurezza sul futuro

se c’è una cosa che ci ha sempre messo tutti d’accordo

è stato questo

will eisner è morto disegnando

se non che continueremo a disegnare

per sempre

Me lo sono sempre immaginato lì, curvo, anchilosato come un punto interrogativo

una camicia di flanella a scacchi

La sua biografia scrit ta sulle dita

due mani incredibili


lo sguardo acceso, vestito di spessi occhiali neri.. due occhi antichi, enormi e vispi e nel cuore ancora un bambino.. forse, preso dal dsegno, riproponeva la stessa espressione che stava disegnando..

arrabbiato digrignante

o sorridente a volte la morte sa essere cosĂŹ poetica..


anche noi moriremo un giorno..forse sarò io..

oppure io

io..

oppure saremo noi

o io

forse addirittura io..

cerchiamo di stare insieme come oggi.. fa effetto sentirvelo dire..

so che suona retorico ma..

cerchiamo di farlo sempre..

OK?


eheh dai che ti sporco di sangue

sei pelato

fai il bravo eh

colpa tua

va bene

scusa se a te non ti bacio no problem

ciao tato grazie per aver resistito tanto..

ciao bello

bevi meno

ok


e mangia piĂš kinder delice!

ci siamo tutti?

comodi?

comoderrimi chiudo? ahah ok lo farò.. grazie

chiudi

dvlcis in fvndo..

charles..

tu la ami ancora vero?


non riesco a dimenticarla..

si

...beh...

parlo parlo ma alla fine penso a lei

lo sai vero che se tu ti innamori ci metto il triplo del tempo a dimenticare..

eh va beh non te ne faccio una colpa..aspetteremo

che cosa ci posso fare?!

ti voglio bene charles a presto ti avrei preferito piĂš grosso ma vai bene lo stesso

si però sono un duro che dura!




Finito di stampare OTTOBRE 2010 Bologna


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