Riza Psicomatica- Fai volare l'autostima

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www.riza.it AGOSTO 2016 n. 426 PERIODICO MENSILE ISSN 2499-0418 (ONLINE)

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Così fai volare l’autostima

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Le risposte di Raffaele Morelli Attacchi di panico: come vincerli una volta per tutte

PERDERE PESO: AL MARE E IN MONTAGNA È PIÙ FACILE

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A cura dell’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica

Direttore responsabile: Raffaele Morelli Condirettori: Vittorio Caprioglio, Daniela Marafante, Piero Parietti Direttore generale: Liliana Tieger Redazione: Giorgio Barbetta (caporedattore) Grafica e impaginazione: Elisa De Gradi Progetto grafico: Roberta Marcante Comitato scientifico: Ervin Laszlo (presidente), Piero Parietti, Maria Ceriani, Emilio Minelli (direttori scientifici), Romeo Compostella, Maurizio Cusani, Pietro Fornari, Francesco Padrini, Maria Rita Parsi, Fiorenza Zanchi HANNO COLLABORATO Testi: G. Cataldo, P. Costanzo, P. Fornari, G. Guerini Rocco, P. Lumia, A. Mantice, C. Marazzina, M. Morelli, N. Morelli, D. Mosca, P. Parietti, G. Ruatasio, M. G. Tumminello, K. Vignoli, M. Zanardi, M. Zani Immagini: A. Ruggieri, Fotolia, 123rf.com. Copertina: A. Ruggieri Pubblicità: Elisabetta Alborghetti, Doris Tieger, Luisa Maruelli Segreteria: Luana Lombardi, Chiara Rizzelli Responsabile amministrativo: Danila Pezzali Segreteria di Direzione: Daniela Tosarello Responsabile ufficio tecnico: Sara Dognini Ufficio abbonamenti: Maria Tondini CORSI DELL’ISTITUTO RIZA Responsabile: Patrizia Peri Segreteria: Pierangela Scapuzzi, Alessandra Montagna REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE, SERVIZIO ABBONAMENTI E PUBBLICITÀ: via L. Anelli 1, 20122 Milano, tel. 02/5845961 (8 linee r.a.) - fax 02/58318162 Stampato in Italia da: Rotolito Lombarda S.p.A. 20063 Cernusco Sul Naviglio (MI) Distribuzione per l’Italia e per l'estero: SO.DI.P S.p.A., via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Una copia € 4,20, arretrati € 8,40. Abbonamento annuale (12 numeri): Italia: € 38,00. Paesi europei: € 122,00. Altri Paesi: € 164,00. Oceania: € 218,00. Versamenti da effettuare sul C.C.P. n. 25847203, intestato a Edizioni Riza S.p.A., via L. Anelli, 1 - 20122 Milano. Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 190 del 19-4-’80. ISSN 0394-9982 (PRINT) ISSN 2499-0418 (ONLINE)

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Associato a:

n. 426 AGOSTO 2016

diretta da Raffaele Morelli

SOMMARIO A tu per tu con Raffaele Morelli

L’Editoriale Morelli risponde

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Lezioni di autostima

Il lavoro giusto per te? Non pensarci e arriva

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Riza al tuo fianco

I disagi interiori I disturbi psicosomatici Curarsi con i sogni Dimagrire con la psiche Coppie e amori I tuoi successi

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Il giornale delle

Soluzioni

Il tema del mese Medicina naturale

Interventi

VITA DI COPPIA Non fare da mamma al tuo partner! 32 I DISTURBI PSICOSOMATICI Le malattie della pelle al tempo di Internet 37 PSICHE E BENESSERE Ti senti invisibile? È il momento giusto per cambiare identità 42 La vacanza che ti cambia la vita

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Ayurveda Latti vegetali Silhouette

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I grandi libri dell’anima Comunicare le emozioni Il cervello e le parole Sesso e amore Dalla parte di lei Figli nostri Il test del mese

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Riza al tuo fianco

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Il giornale delle soluzioni

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Il tema del mese

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La medicina naturale

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L’EDITORIALE Di Raffaele Morelli. raffaele.morelli@riza.it

Così trovi la Sembra che il nostro destino passi per decisioni irrevocabili: questo lavoro o l’altro? È proprio lui l’amore giusto? È ora di fare un figlio o aspetto? Non è così: l’anima ha già preso le sue decisioni. A noi resta solo la possibilità di non guastare il suo lavoro, di fare silenzio e di imparare a seguire la sua scia

«N

Illustrazione di Alberto Ruggieri

on so cosa decidere» mi dice Anna (40 anni): «Vado a vivere con lui o resto con mio marito?». Sono tante le persone che mi scrivono perché devono decidere: tra un lavoro e un altro, tra avere un figlio o rinunciare, tra rimanere single o convivere, tra restare e partire. A volte le decisioni sono più terra a terra: vado o non vado alla festa? Parto per il mare o rimando? Ma quando si deve prendere una decisione, quale lato della nostra anima chiamiamo, a quale forza mentale chiediamo di scendere in campo? «Come posso decidere» mi dice ancora Anna «se dentro di me ci sono due forze che mi tirano da una parte e dall’altra? Con mio marito condivido tante cose belle, l’altro mi piace per la passione. Più ci penso, più mi riempio di dubbi. Sono mesi che valuto i pro e i contro, ma non decido mai, penso ai figli, mi arrovello e mi faccio male». Decide il cuore di battere? Oppure c’è in noi qualcosa che sta facendo il suo viaggio e le cose che ci capitano sono semplicemente onde del mare della vita cui dare scarsa importanza? C’è proprio da decidere? In che area della nostra mente si prendono decisioni? «Ci penso e ci ripenso» ripete Anna. I ragionamenti, come ben spiegava il grande Plotino, non possono nulla nei confronti delle cose essenziali

della nostra vita. Anzi, tutte le decisioni che abbiamo preso dopo averci pensato e ripensato, dopo averci ragionato a lungo, valutando i pro e i contro, sono quasi sempre state sbagliate. E allora quali sono le decisioni giuste? Come si prendono? Il nostro Sé sta facendo un viaggio, va verso una meta: che cosa volete che gli interessi un lavoro o un altro, un amore convenzionale o trasgressivo, o il parere degli altri, dei benpensanti? C’è un percorso segreto che sta “decidendo al posto nostro” quale strada seguire e quelle che chiamiamo “decisioni da prendere” sono semplicemente delle illusioni cui diamo l’importanza che non hanno. Quando stiamo decidendo tra un sentiero e l’altro siamo nel lato più superficiale di noi stessi. In realtà dall’anima le decisioni vengono prese in un attimo oppure sono già state prese, mentre io mi dibatto tra il sì e il no. In pratica il nostro voler decidere fa perdere tempo all’anima e ci riempie di dubbi inutili. C’è solo la tua via! Ti stai innamorando di un altro per lasciare tuo marito? Oppure l’anima ti ha fatto incontrare una passione accanto all’uomo tradizionale con cui vivi? L’anima vuol farti incontrare la donna tradizionale accanto a quella passionale, trasgressiC O N T I N U A A PA G . 6

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IL BLOG DI MORELLI Cerca gli interventi e i video che ti aiutano a superare i piccoli e grandi problemi con te stesso e con gli altri: riza.it/raffaelemorelli.html

tua strada CONCILIA GLI OPPOSTI Non sai deciderti? Fai spazio alle immagini dentro di te

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e decisioni prese dopo grandi ragionamenti che soppesano i pro e i contro sono sempre decisioni scadenti. La mente confonde il campo. Distrarsi dalle decisioni da prendere è quindi la cosa più importante da fare. E poi immaginare. Ad Anna, divisa tra marito e amante, facevo immaginare di essere la donna trasgressiva, con l’abito provocante che le piaceva avere addosso. E contemporaneamente immaginare a occhi chiusi la madre di famiglia, la donna che allatta. L’immagine di Venere e di Maria, insieme. Non c’era niente da decidere. Semplicemente, per fare il suo viaggio verso la sua meta, Anna aveva bisogno di un’immagine trasgressiva accanto a quella della purezza.

Non scegli tu Una saggezza innata ti porta ogni giorno ciò che ti serve. Non dare giudizi, osserva e lasciati guidare

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L’EDITORIALE

Come si sa se siamo sulla strada giusta? Perché la decisione arriva da sé, senza pensieri, senza titubanze, nel silenzio mentale

S E G U E D A PA G . 4

va? Se così fosse, decidere vorrebbe dire andare contro se stessi. Insomma, c’è un “sapere profondo” dentro di noi che decide, che ci fa amare certe persone, intrattenere certi rapporti di amicizia, scegliere un lavoro, litigare, sapere relazionarci. Ma sempre con un fine più alto, quello di realizzare la nostra personalità e quindi il nostro destino. Sentite Jung: «La strada che si cela dentro di noi è come un elemento vivente della psiche, che la filosofia classica cinese chiama “Tao” e paragona a un corso d’acqua che inesorabilmente scorre verso la propria meta. Essere nel Tao significa compimento, integrità, vocazione pienamente realizzata, principio e fine, e completa realizzazione del significato dell’esistenza intrinseco a tutte le cose. La personalità è il Tao» (Carl Gustav Jung, Lo sviluppo della personalità). Ci innamoriamo, cambiamo lavoro, seguiamo vocazioni e passioni semplicemente perché lo vuole la nostra essenza: le nostre decisioni sono ininfluenti, tuttalpiù possono solo disturbare il viaggio che stiamo facendo. È più importante il tuo lavoro Non c’è fiore che non sbocci quando c’è il sole, e non c’è fiore che non si ritiri quando arriva il maltempo. Anzi, certi fiori come l’iris e la passiflora lo sanno prima. Non c’è cosa più difficile al mondo che trasformare il polline in miele: eppure le api lo fanno con grande semplicità. Seguono la loro vocazione. Non devono decidere, lo fanno e basta. Che direste di un’ape che si mette a seguire la vocazione di una formica? Vorrei dire ad Anna che è per questo che ci innamoriamo: per avere da Eros l’energia per intraprendere più forti, più sicuri, più

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fiduciosi il nostro viaggio. Non per scegliere! Non c’è niente da scegliere. Le uniche decisioni che contano sono quelle che vengono spontaneamente, senza averci pensato. «Si è formata in me la certezza, senza tentennamenti: dovevo fare l’ostetrica, non più l’infermiera come prima. Non ho ascoltato nessuno, sono partita e via. Tutti mi davano della pazza, io non avevo nessuna titubanza» mi dice Amelia (36 anni). Prima di scegliere la “vocazione” dell’ostetrica Amelia aveva sofferto di tutto: attacchi di ansia e poi di panico, crisi coniugali con conseguenze economiche devastanti, insuccessi lavorativi e infine la depressione. Appena ha deciso di iscriversi al corso di ostetrica (che durava 3 anni) tutti i disagi sono svaniti. In un attimo. Se non segui le decisioni dell’anima ti ammali. «La nevrosi è dunque una difesa contro l’attività interna oggettiva della psiche, ovvero un tentativo, pagato abbastanza caro, di eludere la voce interiore e quindi la vocazione» (Carl Gustav Jung, Lo sviluppo della personalità). Dobbiamo imparare a non decidere con la mente, con i ragionamenti, ma aspettare che qualcosa di profondo ci indichi la strada. Come si sa se siamo sulla strada giusta? Perché la decisione arriva da sé, senza pensieri, senza titubanze, nel silenzio mentale, come è successo ad Amelia. Ulisse non ha forse incontrato Circe e Calipso per tornare a casa, alla sua terra promessa, a Itaca? Non c’era da scegliere tra Circe e Penelope. Entrambe servivano a fare il suo viaggio. Fidarsi di se stessi è questo: lasciare decidere all’anima, che sa dove portarci. Le altre decisioni sono ininfluenti e accanirsi sulle scelte ci fa ammalare. ■


Centro Riza Servizio di psicologia e psicoterapia

Incontri di gruppo Tutti i giovedì con Raffaele Morelli SCOPRIAMO LE NOSTRE RISORSE INTERIORI Abbandoni, separazioni, fallimenti sentimentali, disagi esistenziali e disturbi psicosomatici a volte ci travolgono. E così ricorriamo agli psicofarmaci con la speranza di salvezza. Ma non è fuggendo dal sintomo, o cercando di metterlo a tacere con le medicine, che possiamo risolvere il problema. Questi disagi racchiudono una gemma preziosa: è il grande sapere dell’anima che preme per farci realizzare la nostra vera natura, cioè il nostro essere diversi da tutti gli altri. Perché ognuno possiede Immagini soltanto sue. Gli incontri terapeutici del giovedì sono workshop pratici dove vengono insegnate le tecniche fondamentali per ritrovare il benessere interiore.

Incontri terapeutici di gruppo, condotti dal dott. Raffaele Morelli, medico, psichiatra e psicoterapeuta, tutti i giovedì dalle 17.00 alle 18.30 Dato l’elevato numero di richieste si consiglia di prenotare con largo anticipo

LE TECNICHE PER PREVENIRE E CURARE L’ANSIA E IL PANICO Chi soffre di DAP (disturbi da attacco di panico) ritiene che questo disagio sia insormontabile e finisce con il farsi condizionare l’esistenza. Rinuncia a viaggi, teme la solitudine, perde la sua autonomia e l’indipendenza. In questi incontri di gruppo si impara prima a gestire il disagio e via via a scoprire che l’ansia e gli attacchi di panico sono la manifestazione della parte più vitale che chiede di prenderci cura di noi stessi. Affrontarle come un’opportunità di crescita rende molto più rapida la guarigione.

Incontri terapeutici di gruppo, condotti dalla dott.ssa Maria Chiara Marazzina, psicologa e psicoterapeuta, tutti i martedì dalle 18.30 alle 20.00 Centro Riza di Medicina Naturale - Via Luigi Anelli, 4 - 20122 Milano Per informazioni e prenotazioni tel. 02-5820793 http://centro.riza.it - centro@riza.it


MORELLI RISPONDE Le email al direttore. raffaele.morelli@riza.it

«Come faccio a mandar «Cerco di essere forte, ma ogni volta crollo di nuovo», dice Mara. Ma il panico questo vuole: che crolli! Che fai crollare l’impalcatura mentale. E lasci spazio a una Mara naturale, del tutto unica

LA LETTERA DI MARA “Ho provato di tutto ma gli attacchi tornano”

«L

a mia vita è cambiata in seguito agli attacchi di panico. Ho avuto il primo otto anni fa, poi altri, l’ultimo pochi mesi fa. Mi hanno segnato profondamente. Per farli andar via sono andata in terapia da una psicologa, ho cercato in tutti i modi di essere più forte. Al momento mi sono sentita bravissima, poi dopo ho avuto di nuovo il crollo. Lei dice che devo accettare il panico, non combatterlo. Cosa vuol dire?». MARA

N

on mi piace il verbo accettare. Sarebbe come dire: è una sfortuna ma devo tenermela. No, non devi accettare: devi accogliere. Tu dici: «Ho cercato in tutti i modi di essere più forte». Ma il panico viene per renderci più deboli, viene perché siamo troppo forti, troppo ostinati! Il panico mi fa crollare? Io guardo il mio crollo senza volerlo cambiare. Sto crollando? Crollo! Mara, se devi crollare, crolla, fallo, una volta! Questa è la sola cosa da capire: ciò che produci da dentro, dal seme del tuo frutto, spontaneamente, è sempre la cosa migliore. Ciò che produce la mente, che è esterna, superficiale, è la buccia, è sempre la cosa peggiore. Pensi forse che 8

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dentro di te ci sia un nemico che ti manda il panico per farti del male, contro di te? Sarebbe un pensiero folle. Allora la domanda giusta è: «Io, dove sto guardando? Che direzione ha preso Mara? Quale Mara vuole farmi conoscere il panico?». È il contrario di: «Non voglio il panico, come faccio a cacciarlo?». La mente senza commento Se uno dovesse chiedermi, dopo tanti anni che faccio questo lavoro: «Che cosa serve nella vita?», risponderei: una sola cosa: essere presenti, silenziosamente, a ciò che accade. Se non si sa stare in silenzio il peggio può solo venire. Com’è una mente silenziosa? Cosa possiamo fare con noi stessi? Posare lo sguardo su ciò che accade. È molto diverso dire: «Devo cambiare le cose, devo fare uno sforzo per migliorarle», oppure dire: «Guardo cosa succede, in silenzio». Deve essere uno sguardo silenzioso, senza il commento. È il mio sguardo che si posa sull’evento. Io non voglio capire il problema, o risolverlo, voglio posare lo sguardo. Io non voglio star meglio, voglio posare lo sguardo. Quanto tempo? Una frazione di secondo, un secondo, il tempo necessario. Guardo la paura se arriva, guardo la tristezza, guardo il panico. Perché se i sintomi non sono andati via, vuol dire che non li hai guardati. Ti sei ostinata. O li hai guardati con la mente piena di parole inutili. Ma la mente del profondo è silenziosa. Lo sguardo presente Invece io guardo il mio dolore. Non mi dico che non va bene. Lo guardo. Senza giudicare. Con quello sguardo dis-identificato che hanno i bambini: quando giocano, giocano. Quando devono scappare, scappano. Quando devono ridere, ridono. Quando piangono, piangono. Il pianto dura


L’ESERCIZIO A occhi chiusi puoi prepararti per l’amante

via il panico?» Un dio prezioso Panico viene da Pan, il selvaggio dio greco della natura e delle foreste. Racchiude tutta l’energia naturale che non esprimiamo

un minuto. Non dura otto anni, come facciamo noi: «Quella volta sono stata male, otto anni fa, da allora sono segnata». Il panico torna perché lo combatti. Devi spostarti sulla percezione, non sull’eliminazione. Se li guardi, i disagi se ne vanno; ma vogliono essere visti. Perché ciò che guardiamo ci feconda e così ci trasforma. Ecco cosa vuole l’anima: trasformarci. Perché viene a trovarci Allora, quando guardi in modo silenzioso, comincia a muoversi un processo, cominci a vedere nel disagio qualcosa che ti appartiene. Sì, il panico è la cosa migliore che hai, non la cosa peggiore. Nel panico ci sono immagini che non vedi. Il panico è vita, deriva da Pan, il dio della natura degli antichi greci. Perché la natura viene da te sotto forma di panico? Perché il tuo seme la manda? Per distruggere l’idea di Mara che ti sei

C

hiudi gli occhi. Prova a immaginare che non esisti, che sei nel nulla. Adesso, cerca il panico. Cercalo in un punto del tuo corpo da dove può partire. Adesso, mettigli sopra la mano destra, dolcemente. Immaginati che da lì il panico incominci a salire. Lo lasci salire. Adesso, via via che il panico sale devi arrivare alla sensazione dolce di sentirti soffocare. Lasciati soffocare dolcemente e mentre sei in questo stato immagina, immagina una pianta che ti piace, con cui ti senti a tuo agio. C’è il profumo. Ci sono i fiori. Annusa. E lascia che il panico si svolga dentro di te. Adesso immagina quel vestito che ti sei messa tanto tempo fa e che ti piaceva da impazzire. Ora ci sei tu, il vestito, la pianta, e il panico che sale dolcemente dentro di te. Sei truccata come per incontrare un amante. Senti il profumo. Adesso il panico può andar via, lo puoi lasciare andar via. Lentamente riapri gli occhi: questo è tutto il lavoro da fare, ogni giorno, per superare il panico.

fatta: chi sei, come devi essere, qual è l’amore giusto e quello sbagliato, come devi comportarti per essere perfetta. Distrugge il controllo, distrugge l’idea che hai di guidarti e guidare la tua vita. Più è forte l’idea di Mara che ti sei fatta, più è come se bloccassi il cervello. È come se dicessi a uno spermatozoo: «Guarda che i bambini non si fanno così, si fanno come dico io». Blocchi il processo, blocchi la Mara che in ogni istante può sgorgare da dentro, dalla tua essenza, che è unica e non somiglia a nessuno, tanto meno a un’idea che ti sei fatta tu. Tu non sai dove guidarti, la tua Mara interna lo sa. Sai qual è il vero problema? Che tu continui a dirti come devi essere, continui a dirti cosa va bene e cosa no: ma sono tutti pensieri esterni, acquisiti. Più li assecondi, più il tuo interno, per salvarti, ti ■ manderà il panico. Agosto 2016

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LEZIONI DI AUTOSTIMA

Di Vittorio Caprioglio

Il lavoro giusto per te? Non pensarci e arriva Molti credono che la causa dei propri malesseri, della frustrazione, del senso di inutilità sia il lavoro. Certo, il lavoro è il nostro “campo di gioco”. Ma trasformarlo in un chiodo fisso è l’approccio sbagliato: diventa un alibi. La vera partita è imparare a stare con se stessi in modo diverso

IL PENSIERO OSSESSIVO “Il mio lavoro non mi piace ma non so come uscirne”

«F

accio un lavoro che non mi piace, non mi sento realizzata. Ma il problema è che non so cosa voglio fare. E sto male, mi dico di non pensarci ma poi ci penso di continuo. Cosa fare quando i pensieri diventano ossessioni?». ROBERTA

M

olti pensano che il lavoro sia la causa del proprio star male. Certo, in alcuni casi estremi, ad esempio quando c’è mobbing, è vero. Ma in generale è l’approccio a essere sbagliato: quando stiamo male non è mai per una causa esterna, ma perché siamo come una pianta che non fa il suo fiore. E non dipende dall’esterno ma dal rapporto con noi stessi. Concentrarsi sulle cause per correggerle ci farà solo girare a vuoto: i disagi non hanno cause, hanno invece un destino, un percorso che ci spingono a intraprendere. Del resto se davvero volessi cambiare lavoro l’avresti 10

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già fatto. Invece rimani lì. Starai forse meglio dicendoti: «Faccio un lavoro che non mi piace, devo fare qualcosa!» e ripetendolo ottanta volte al giorno? No. Ti aiuterà a cambiare? No. L’anima non ragiona così, non capisce questo linguaggio. Come puoi dire ai pensieri: «Non venite più»? È come dire a un uomo di stare con te se non vuole starci. È impossibile. A che ti serve dirti che il tuo lavoro non ti piace? Ripetendolo vai da qualche parte? No, diventa solo un alibi. Non è quella la partita. La vera partita è invece a fare un’altra cosa: stare con te in un modo diverso. Non devi capire Il seme della rosa fa la rosa. E se non fa la rosa è una rosa abortita. Il peggio che può capitare. Noi siamo nati per fare qualche cosa che ci caratterizza. Roberta è nata per fare Roberta. Non un’altra, non una qualsiasi. E Roberta deve fare il suo lavoro. In natura, pensaci, l’ape fa il suo lavoro. Non ne fa un altro. Non fa il lavoro della formica, sarebbe folle. Tu prova a prendere il polline e a trasformarlo in miele se ci riesci: è impossibile. Solo lei sa farlo. Ma come si fa a capire che tipo di seme sei? Non lo devi capire, ecco il punto. La rosa non vuole capire com’è fatto il suo seme. Eppure il suo seme sta facendo la rosa. Qualcosa sta facendo Roberta. Sai come la sta facendo? Ad esempio mandando le


«C’è qualcosa che ogni ventotto giorni ricrea tutto il tuo femminile, la tua unicità. E non sbaglia. Vuoi che non sia capace di trovare il lavoro adatto a te?»

qualcosa sta facendo Roberta. La fa! E decide da solo che cosa è funzionale. Di volta in volta. È questa la tua unicità. È solo a questo che devi stare vicina.

mestruazioni ogni ventotto giorni. È una cosa di una complessità tale che non si può immaginare: il cervello antico crea Roberta ogni ventotto giorni e rifà tutto il femminile. Vuoi che non sappia trovare il lavoro giusto per te? Fai come la ghianda Come vanno prese allora le decisioni? Senza di te! Tu puoi diventare il vero ostacolo, i tuoi lamenti, i tuoi obiettivi, le tue convinzioni. «Questo lavoro non va bene perché non è abbastanza prestigioso, cosa penseranno di me, forse quell’altro va meglio, ma se poi non sono all’altezza? Se fallisco? Devo sforzarmi! E se non è quello giusto?». Così non ne esci più. Una ghianda non chiede il permesso per fare la quercia. La fa. Nessuno spiega all’ape come fare il miele. Nessuno spiega a Roberta come fare Roberta. Nel silenzio,

Vai alla sorgente C’è una Roberta che continua incessantemente a essere creata. Ma qual è? Quella del nucleo che ti manda tutti gli stati d’animo, o quella imbrigliata nei dubbi acquisiti dall’esterno? Finché fai stare in campo la seconda, la prima non può entrare. Cosa fare allora? È semplice. Arrivano i pensieri ossessivi? Percepisco che dentro di me ci sono questi pensieri, e li tengo lì con me, non li voglio mandare via. Li guardo, non li elaboro, non faccio piani, non li giudico, non cerco soluzioni. Mi lascio invadere dall’ansia, dai timori, dal senso di fallimento. Non li combatto. Se fai così i pensieri velocemente sfumano perché la psiche non è statica, ■ è un vento, un soffio in cui tutto si muove di continuo. Uno stato emotivo ritorna se tu lo fai tornare. Se fai così permetti al tuo nucleo, alla tua sorgente, di mandarti gli stati che ritiene più funzionali. Lei sa perché li sta mandando, tu no. Se li combatti, li fissi: allora sì che diventano un problema. Diventano invalidanti perché tu non li vuoi. Cosa interessa alla tua sorgente? La tua percezione: che guardi ciò che ti manda e non lo giudichi. Non le importa nulla di che cosa per te va bene o non va bene. La fioritura ■ è un processo spontaneo, naturale. Agosto 2016

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al tuo fianco La voce dei lettori e le risposte degli esperti I disagi interiori

Disturbi psicosomatici

Anche gli sbagli servono: non devi fare tutto giusto!

16 Dimagrire con la psiche Perdere peso: d’estate ce la fai!

IMPOTENZA Il maschile si nasconde perché vuole giocare

18

I vostri successi «Quello che desidero? Un destino imperfetto!»

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E inoltre questo mese parliamo di...

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Curarsi con i sogni

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Coppie e amori

Nel tunnel trova i ragni: l’aspetta una prova difficile

Condividere un interesse: ecco il segreto per avvicinarlo

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RIZA al tuo fianco I disagi interiori di Vittorio Caprioglio, medico psicoterapeuta

SUBISCE TROPPI DOVERI

Anche gli sbagli servono: non devi fare tutto giusto! «S

ono consapevole di reprimere il piacere per un senso del dovere smisurato: verso il lavoro (insegno), i genitori anziani (mia madre che ha problemi di salute ed è sola), la fedeltà verso un uomo sposato… con un’altra. Cerco di prendermi cura di me nei ritagli di tempo: palestra, parrucchiere. Ma va a finire che anche questi diventano doveri: il dovere della perfezione. Voglio venirne fuori ma non so come dare voce a questa energia assopita che ha voglia di vivere senza poi pentirmi di un’eventuale trasgressione. Ho 45 anni, non ho figli e sublimo l’istinto materno col servizio a scuola e le cure verso mia madre, che è un’eterna bambina. Voglio essere donna con un uomo vero al mio fianco che mi cinga i fianchi e mi stringa a sé con decisione e dolcezza». SERENA

S

pesso la testa, con tutti i suoi distinguo, ci mette di fronte a una serie di paletti fatti di ragionamenti, di finto buon senso, di aspettative illusorie, di ideali, giudizi, autocritiche che riducono, fino a chiudere del tutto, il nostro campo d’azione. Se tu provassi a seguire un po’ di più l’istinto? Non è detto che ti debba far fare per forza delle follie, magari è proprio il contrario: magari è più ragionevole smetterla di aspettare in eterno un uomo sposato, non trovi? E poi, agendo sull’onda delle sensazioni che ti ispirano, sarai più in sintonia con te stessa e meno divorata dai dubbi: quali che siano le scelte che farai, o gli sbagli necessari cui andrai incontro, sarai sempre confortata dalla consapevolezza di essere in linea con qualcosa di profondo che guida le tue decisioni e che “sa” dove ti sta portando.

COSA TI STA DICENDO L’ISTINTO?

Il cuore si ascolta mettendoci sopra la mano

N

on sai se insistere con lui o lasciarlo? La mente interferisce e ti confonde? Chiudi gli occhi, appoggia una mano sul petto, respira lentamente e percepisci il punto di contatto della mano, l’aria che entra ed esce, i polmoni che si riempiono e svuotano. Ora immagina di restare ancora con lui: pensa al vostro futuro assieme, osserva la scena. Senti un peso nel punto in cui la mano è appoggiata, o una sensazione di leggerezza? Fai lo stesso immaginando di lasciarlo. Senti che il cuore scende verso il basso, appesantito, o che sale, leggero? Il corpo sa cose che noi non sappiamo: questo è un sistema semplice per ascoltarlo.

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Riza psicosomatica


NON HA PIÙ VOGLIA DI NIENTE

Asseconda il desiderio di isolarti: ti farà rifiorire

Chiudi per riaprire Tagliare i ponti col vecchio è spesso il solo modo per far nascere il nuovo

«P

È

molto probabile che tu soffra di una forma di depressione. I sintomi sono quelli, ma non c’è motivo di preoccuparsi. Deprimersi significa solo che qualcosa di profondo in noi è stanco della solita vita e ci spinge per un po’ a chiuderci in noi stessi, per portarci lontano da

situazioni che non ci dicono più nulla ma che da soli non riusciremmo a troncare. E nello stesso tempo per farci maturare nuove scelte di vita. Anche il seme ci mette un po’, nel buio della terra, per germinare: dagli tempo. Nel frattempo non resistere a questo desiderio di isolarti, non combatterlo. Ma, contemporaneamente, osserva e ascolta te stessa; dopo un periodo di svogliatezza e pianto, incomincerà ad affacciarsi qualcosa di nuovo e di inconsueto: piccoli interessi, ricordi curiosi, alcune voglie diverse dal solito, desideri inaspettati. Prova ad assecondarli perché, come i prati tornano a fiorire in primavera, anche in te la vita farà di nuovo capolino. ■

erché al mattino mi alzo già con la voglia di non fare niente e poi quando esco non vedo l’ora di tornare a casa? Non ho più voglia di stare con la gente, sorrido ma in realtà non è un vero sorriso. Una volta rientrata mi sento al sicuro, stare in casa mi dà un senso di pace. Sento però anche un senso di angoscia nello stomaco. Mi sento sola con tanta voglia di piangere. Mi aiuti a capire che cosa mi sta succedendo». MARIA


RIZA al tuo fianco Disturbi psicosomatici di Daniela Marafante, medico psicoterapeuta daniela.marafante@riza.it

IMPOTENZA

Il maschile si nasconde Intraprendente e allegro da ragazzo, Edoardo si è spento, schiacciato tra un impiego noioso e una moglie esigente che non sa o non vuole più soddisfare. Ma l’inconscio ha altri piani per lui e inaspettatamente li porta alla luce attraverso i sogni

E

doardo, 40 anni, apre il colloquio terapeutico con queste parole: «Forse « mi sfugge qualcosa della mia vita: tutti gli aspetti piacevoli». piacevoli Dopo questa chiara “diagnosi” il paziente mi descrive lo stato grigio della sua vita, l’impiego in cui vivacchia e ha rinunciato ad affermarsi, e la sua grande sofferenza: non poter avere figli ha trasformato lui e sua moglie. Gli domando quando è iniziata questa fase. «Poco « tempo dopo l’inizio della convivenza ho iniziato a essere agitato: sono entrato nel ruolo del “marito serio” e ho smesso di fare quello che mi piaceva. Il sesso si è raffreddato, abbiamo tentato di avere figli, ma non sono arrivati, neppure con la fecondazione artificiale. Ma il mio problema è che ora non riesco più ad avere neppure l’erezione e questo per me è un dramma». dramma Edoardo ha un volto molto bello, ma grigio, occhiaie scure e non sorride quasi mai. Al lavoro, da due anni, si sente messo da parte e si annoia. «Dove « è finito quel tocco di magia che prima mi faceva realizzare tutto quello che volevo? Fino ai 25 anni giocavo a basket, suonavo la chitarra… Poi tutto si è spento. Perché?». Perché

Dov’è il maschio?

Grandi psicoanalisti come Jung e Hillman ci hanno insegnato, e io l’ho visto concretamente in tutti i miei anni di psicoterapia, che aderire a un mo18

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Via dal ruolo Dover essere qualcuno che non sei: è questo che toglie spontaneità e innesca l’ansia


I DISTURBI DELL’EREZIONE

Ansia da prestazione: i danni del mito dell’iper-maschio Spesso all’origine dei disturbi erettivi ci sono bambini che si sono sentiti amati solo a condizione di essere “forti” o hanno vissuto un’adolescenza in cui dovevano corrispondere al modello dell’ipermaschio. Quasi sempre il narcisismo li manovra e, se non ritengono di soddisfarlo appieno, si sentono insicuri e incapaci, non in grado di essere perfetti compagni sessuali. Ciò scatena una fortissima ansia da prestazione che impedisce di lasciarsi andare alla propria modalità sessuale e genera la perdita dell’erezione. In tutti i casi, comunque, l’impotenza sessuale dovuta a problemi psicologici offre una grande possibilità di riflessione sul proprio modo di vivere le relazioni con l’altro sesso e sul giudizio che si ha su se stessi.

perché vuole giocare

Il bambino sepolto Edoardo inizia a

sentirsi più vivo e dopo qualche tempo porta in terapia questo sogno. «Sto in una casa perché qualcuno mi dice che è sparito un bambino. Sono un detective, la cosa non mi riguarda personalmente. Chiedo a che ora

è sparito. Di colpo capisco di conoscere quel bambino e mi preoccupo perché fuori c’è tanta neve. Ho la certezza assoluta che questo bambino è sepolto sotto la neve. Spiego che si deve assolutamente guardare sotto la neve ed esco. Poi rientro in casa e qualcuno (mio fratello, o mia madre, o mio cognato) ritorna con un involucro di plastica in cui si intravede un bambino bluastro. Penso che sia morto congelato e vado nel panico. Mi agito, sbraito, urlo. Ma poi il bambino si muove. Non è morto. Viene verso di me e indica una coperta e sento qualcuno dire che il bambino la vuole. Gliela do e vedo che accanto a lui c’è mia moglie: mi tranquillizza dicendomi che non è morto, è vivo». Infine un’ultima scheggia onirica racconta simbolicamente la guarigione di Edoardo. «Mi ritrovo nella mia città natale. Qui incontro un vecchio amico che mi invita alla radio dove lavora, vicino alla casa in cui ho abitato fino ai 18 anni. Ci arriviamo, ma sulla strada ci sono ragazzi che si tirano secchiate d’acqua. L’amico mi dice di preparare dei gavettoni per rispondere. Mi sembra inadeguato ma lo faccio e mi diverto un sacco».

La spinta ritorna Sotto la neve era sepolto il

bambino, cioè il suo maschile, che vuole essere riscaldato, ma non è morto. Questo riporta Edoardo all’adolescenza e risveglia la sua anima giocherellona e intraprendente. Il giorno dopo aver riflettuto in terapia sul senso di questo sogno, Edoardo “prende” sua moglie e la porta al Tribunale dei minori per intraprendere la via dell’adozione. Sul lavoro è riuscito a dire quello che pensava senza tenersi più dentro la bile. Anche il colore del suo volto è cambiato e non ha più le occhiaie. ■

dello che non rappresenta la nostra vera essenza spegne ogni energia. Nelle sedute successive emerge che Edoardo è troppo accomodante e la moglie ha al contrario un caratteraccio: spietata con se stessa, spacca sempre il capello in quattro e lui non riesce a tenerle testa, a litigarci. Lei poi vuole un bambino a tutti i costi. Ecco un sogno che descrive lo stato di insoddisfazione in cui è immerso Edoardo: «Sono in un campo, il terreno è sabbia, come fosse un’arena da gladiatori. Un tizio molto muscoloso mi dice che devo solo prendere due bisacce rotonde e muoverle con le mani. Io ci provo, ma nelle mie mani le bisacce diventano inconsistenti e poi si sgonfiano». «Dove è finita l’energia maschile di Edoardo?», gli domando. Mentre mi racconta il sogno nel viso di Edoardo si è come accesa una luce e, mi dirà in seguito, scatta la ribellione. «Due giorni dopo questo sogno vengo incastrato in una discussione lunga e pesante con mia moglie… Finché per la prima volta le ho urlato contro con tutte le mie forze. Me ne sono pentito, ma l’ho fatto». Il giorno successivo torna a casa a pranzo per parlare con lei e, dopo un po’, finiscono per fare l’amore con un’intensità che non provava da anni. Torna tardi in ufficio felice come una pasqua….

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RIZA al tuo fianco Curarsi con i sogni di Chiara Marazzina, psicologa e psicoterapeuta chiara.marazzina@riza.it

Nei sogni i pensieri si fanno da parte ed entriamo in contatto con uno strato profondo e saggio del cervello, che sa cosa ci serve. Impariamo ad ascoltare le sue preziose indicazioni

PREPARARSI AL COMBATTIMENTO

Nel tunnel trova i ragni: l’aspetta una prova difficile «C

ammino insieme ad altre persone in un bosco, finché, ad un certo punto, l’unico modo per arrivare a destinazione è attraversare a gattoni uno strettissimo tunnel. Gli altri avanzano senza esitazione, io rallento, schifata e infastidita dalle ragnatele che aumentano man mano che percorro il tunnel. Vedo grossi ragni che muovono le zampe. Cerco di passare nei punti del cunicolo in cui le ragnatele non ostruiscono il passaggio. All’inizio ci riesco ma, man mano che proseguo, non mi è possibile senza toccarle. In quel momento una sensazione di schifo e paura mi pervade. Cambia lo scenario e arriviamo a una fiera di paese con musica dal vivo. Facciamo un giro e io mi stacco dal gruppo: vedo una persona con cui sono stata per un mese, otto anni fa, e che poi avevo amato

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di un amore non corrisposto. Lo guardo e trovo il coraggio per compiere un gesto inaspettato: lo sorprendo alle spalle abbracciandolo. Lui rimane stupito. A quel punto mi sento leggera e me ne vado da sola girovagando per la fiera, indossando una gonna vistosa e sentendomi molto sensuale». PAOLA

I

l bosco e il tunnel sono immagini oniriche che rimandano a un passaggio, una sorta di iniziazione che permette, una volta superata, di abbracciare una fase nuova dell’esistenza. Questo cammino comporta delle prove da superare: ragni e ragnatele. Questo insetto ispira una forte sensazione di disgusto e un desiderio di fuga che può nascondere la volontà, da parte della protagonista, di allontanarsi da un legame affettivo soffocante, ma nello stesso tempo rassicurante e protettivo. La scena cambia e Paola incontra un suo ex, amore non ricambiato, immagine onirica che personifica, da un punto di vista simbolico, il suo desiderio di essere svincolata da ogni rapporto, la sua indipendenza, e lo abbraccia in modo improvviso. Dopo questo incontro si sente più leggera, libera di esprimere tutte le potenzialità creative del femminile rappresentate in sogno dalla gonna vistosa e sensuale. Le immagini oniriche prevedono che dopo un percorso un po’ tortuoso la protagonista troverà il coraggio di stare da sola: solo nella solitudine infatti, si può attingere alla totalità di noi stessi e integrare gli aspetti di noi che non conoscevamo, senza più nessun vincolo.


VOLONTÀ DI RINNOVARSI

Ciliegie da uno sconosciuto: sta arrivando la svolta! to cercando di chiudere una convivenza che ormai da tempo non funziona più, ma sono molto spaventata e combattuta. L’altra notte ho fatto questo sogno. Sono in un ufficio pieno di computer, mi trovo nella mia postazione e al mio fianco c’è una collega che mi propone un piano per resettare tutti i computer e mandare tutto il sistema in blackout, poi mi passa un foglio con tutte le istruzioni del piano. Esco in pausa pranzo e mi dimentico il foglio sulla scrivania, ho paura che il mio capo lo scopra e ci licenzi, mandando a monte il progetto. Così ritorno velocemente in ufficio ma non trovo più il foglio. Ci ha scoperto? Sono angosciata ma la mia collega mi rassicura dicendomi che nessuno potrà distoglierci dalla nostra missione. Mentre parlo con lei arriva un personaggio misterioso REBECCA che mi offre una ciliegia».

I

l computer può rappresentare la tendenza ad avere tutto sotto controllo o anche a tenere d’occhio la vita di un’altra persona; inoltre esprime l’idea di un programma, un progetto, ed evidenzia anche il bisogno di fare ordine. La collega che suggerisce di resettare tutte le macchine rappresenta il desiderio della sognatrice di voltare pagina, di lasciare andare i vecchi obiettivi, di azzerare il passato e di procedere verso altre direzioni. Ma la protagonista è in allerta, teme di essere scoperta: se da una parte si sente pronta per fare il grande salto, dall’altra ha paura dell’ignoto

Il grande salto Un cambiamento, per quanto inderogabile, può spaventare: è la paura dell’ignoto

e di lasciare le sicurezze legate a una relazione consolidata. E ancora una volta entrano in campo le risorse alleate, raffigurate in sogno dalla collega che la tranquillizza, ma non solo: un personaggio misterioso che le porge una ciliegia. Lo sconosciuto, in sogno, è il simbolo di un mondo nuovo che si affaccia, modi di essere che vogliono uscire allo scoperto. La ciliegia si fa portavoce di rifioritura, gioia e prosperità. Le immagini invitano a farsi coraggio e compiere quel salto tanto temuto, le energie non mancano e il percorso di rinascita è dietro l’angolo.

«S

 Il simbolo del ragno UN CONFLITTO TRA BISOGNO DI LEGAMI E AUTONOMIA Il ragno è un animale caratterizzato da un duplice significato simbolico espresso nella sua attività di tessitura. Da un lato la sua tela è uno strumento che “intrappola”, dall’altro, poiché il ragno è artefice della propria mirabile opera, esprime autorealizzazione, autonomia e potenzialità creativa. Quindi il ragno che vediamo in sogno può rappresentare sul piano simbolico un conflitto tra il desiderio di una maggiore autonomia e il bisogno di mantenere stretto un legame.

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RIZA al tuo fianco Disturbi psicosomatici Dimagrire con la psiche di Daniela Marafante con la consulenza di Gabriele Guerini Rocco, medico psicoterapeuta, esperto di disturbi alimentari, gabriele.guerini@riza.it

Perdere peso: d’estate ce la fai! La scoperta di Giada PERCHÉ IN VIAGGIO MANGIO DI PIÙ MA INGRASSO MENO?

«S

ono seguita da un dietologo da un paio d’anni. L’anno scorso ho notato che durante le vacanze estive trascorse all’estero, pur mangiando di più rispetto a casa, il peso non solo non è aumentato, ma addirittura è diminuito. È un caso o anche quest’anno potrei andare in vacanza senza dieta?». GIADA

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ANCHE IL LUOGO CONTA: ECCO PERCHÉ

Mare e montagna: così ti aiutano a restare in linea

I

l clima della montagna e quello del mare possiedono effetti dimagranti specifici, che costituiscono di per sé, indipendentemente dagli altri fattori, uno “stimolo” naturale che favorisce l’accelerazione dei processi metabolici.

IN MONTAGNA IL METABOLISMO SALE IN VETTA L’aria di montagna sembra essere un vero e proprio toccasana per il metabolismo. Uno studio recente ha dimostrato che un gruppo di persone obese che avevano trascorso un periodo di quattro settimane presso una località montana ad alta quota, ha perso in media 1,5 kg di peso senza sottoporsi a una dieta particolare e senza aumentare il tempo dedicato all’attività fisica, e ha mantenuto il peso raggiunto per quattro settimane dopo il ritorno a casa. Secondo gli studiosi l’effetto dimagrante può dipendere, oltre che dal relax, proprio

dall’aria di montagna che, essendo meno ricca di ossigeno rispetto a quella cittadina o marina, accelera i processi metabolici e riduce l’appetito.

AL MARE LO IODIO RIATTIVA LA TIROIDE Anche le vacanze al mare possono favorire la perdita di chili in eccesso. Una passeggiata sul bagnasciuga o sul lungomare aiuta a bruciare le calorie in eccesso. Ma tra i fattori specifici delle località marittime vi è sicuramente la maggiore presenza di iodio, l’oligoelemento indispensabile per la produzione di ormoni tiroidei e quindi per la regolazione dei processi metabolici cellulari. Quando c’è una carenza di iodio la tiroide funziona meno bene e il metabolismo rallenta. Al mare lo iodio è presente nell’acqua, nell’aria e nell’alimentazione tipica delle località marittime, a base di pesce, frutti del mare e vegetali coltivati in queste zone.

Il clima di relax aiuta perché disattiva gli ormoni dello stress, responsabili del sovrappeso. Ma attenzione: le vacanze non sono un risarcimento di tante fatiche, ma l’occasione per incontrare la propria forma migliore

Passioni e sport In secondo luogo, duran-

te le vacanze, si ha fi nalmente un po’ più di tempo per occuparsi delle proprie passioni, per stare a contatto con la famiglia, con la natura o cimentarsi più assiduamente in attività fisiche come camminare, nuotare, andare in bicicletta

e così via. Infine, se l’alimentazione “normale” è troppo scarsa rispetto al fabbisogno, il metabolismo può essere addirittura rallentato e, in questi casi, mangiare di più in vacanza aiuta paradossalmente a farlo ripartire.

No alla sedentarietà

Ovviamente, nonostante tutti i fattori favorevoli, talvolta alcune pessime abitudini possono far male anche in vacanza: pasti copiosi al ristorante dell’hotel, gelati in abbondanza, alcolici, bevande gassate, pasti extra che ci si concede per il clima generale di rilassamento, la totale inattività. Per trarre il massimo beneficio dalla vacanza, quindi, si dovrà stare in guardia nei confronti della sedentarietà e dei richiami mangerecci, cercando di mantenerli come eccezioni e non come abitudini quotidiane.

L

e vacanze sono una grande occasione per risvegliare il nostro metabolismo. Innanzitutto, durante le ferie, ci si libera per qualche settimana dallo stress lavorativo e quindi diminuiscono i suoi effetti ormonali, notoriamente responsabili del sovrappeso. Lo sapevano bene i medici di una volta che prescrivevano spesso periodi di soggiorno marittimo o montano come cura per stati di depressione o esaurimento, non di rado accompagnati da problemi di peso.

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RIZA al tuo fianco Coppie e amori di Maria Grazia Tumminello, psicologa e psicoterapeuta mgrazia.tumminello@riza.it

LUI È TROPPO INIBITO

Condividere un interesse: ecco il segreto per ridurre la timidezza «M

i sono innamorata di un ragazzo timido e non so come fargli capire che mi interessa senza risultare aggressiva. Ci siamo frequentati finora sempre in gruppo, abbiamo chiacchierato molto e così ho scoperto una persona molto profonda e sensibile, piena di interessi. La sua timidezza però mi frena dall’andare oltre: quando lo avvicino suda e arrossisce, temo la reazione che potrebbe avere se gli dicessi che mi interessa. C’è un modo carino e delicato di fargli capire che mi piace?». DARIA

A

pelle tu senti che è attratto da te? Se è così, allora fatti avanti con tatto e fantasia. Potresti cominciare con l’esprimere curiosità e desiderio di condividere uno dei suoi interessi. Se gli piaci, sia pur sudando, si avvicinerà. Se invece non prova nulla, si chiuderà a riccio. Se decidi per un approccio più diretto, allora dovrai essere tenera e originale: ad esempio puoi scrivergli una lettera dove gli confessi con sincerità i tuoi timori e i tuoi sentimenti, o inviargli una vignetta o un disegno spiritosi.

MINIGUIDA

Per corteggiare un timido ci vuole molta fantasia

P

Forzare non serve Dagli tempo: si aprirà se lo metti nelle condizioni giuste

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arla poco, arrossisce, scappa: difficile capire cosa prova. Con una persona timida bisogna agire d’istinto, come se dovessimo avvicinare un bambino spaventato: inviare segnali rassicuranti, rispettare le distanze e i limiti che ci dà, sedurlo con la fantasia. Mai metterlo al centro dell’attenzione o ricorrere a un approccio plateale per impressionarlo. Bisogna mettersi nei suoi panni e chiedersi cosa ci farebbe piacere e cosa no. Una persona timida si apre quando arriva il suo tempo. Ed è una fioritura che ripaga dell’attesa.


DIVORZIARE IN BREVE

I tempi della legge e quelli interiori non coincidono mai

Come decidere Nelle crisi occorre darsi il tempo di soffrire e far maturare la soluzione

«D

i recente è stata approvata la legge che abbrevia da tre anni a sei mesi i tempi necessari per ottenere il divorzio. Ho sessant’anni e avendo vissuto quest’esperienza sulla pelle, non posso che avere qualche perplessità sulla presunta conquista. Noi abbiamo dovuto aspettare tre anni e questo tempo mi è servito tutto per elaborare il fallimento, ma soprattutto per evitare di fare passi falsi di cui, ora lo so, mi sarei pentita. Forse le mie sono perplessità da vecchia signora, lei cosa ne pensa?». ADELE

L

o snellimento delle procedure sarà favorevole alle coppie pronte per un taglio netto. Quelli che, invece, hanno ancora molti problemi irrisolti e agiscono sull’onda di rabbia e rivalsa, non verranno favoriti. Sei mesi sono pochi per elaborare una crisi, un tradimento, l’assestarsi di una fase nuova nella coppia. Io mi auguro che proprio la rapidità dei tempi fac-

cia ponderare meglio la decisione. Per il resto, i tempi dell’anima non coincideranno mai con quelli della legge. L’unica protezione dai colpi di testa è darsi il tempo di soffrire e di decidere, snebbiati dal dolore.

SUPERARE GLI OSTACOLI Il grande dolore può distruggervi, ma anche rinforzare la coppia o e la mia ragazza abbiamo di recente vissuto un’esperienza che ci sta mettendo alla prova. Tre mesi fa è rimasta incinta, la nostra condizione non è tale da permetterci un bambino e anche se abbiamo in programma matrimonio e figli abbiamo entrambi scelto di rinunciare. È stato molto doloroso, per lei ma anche per me. Una mia amica dice che nessuna coppia sopravvive

all’aborto. Noi ne abbiamo parlato molto, prima di decidere, ora tutto sembra tornato normale, anche se entrambi siamo tristi. Ci lasceremo?». MARIO

S

i può condividere il lutto, i sensi di colpa, il rimpianto senza farsene divorare. L’aborto mette alla prova la capacità di fare scelte difficili e di soffrire insieme. La prognosi è

favorevole per quelle coppie in cui la decisione viene presa consapevolmente e all’unisono, ed è infausta quando è uno dei due a volerlo e l’altro a cedere, per timore di rimanere solo. Questa sì che è una crepa che porta alla rottura. Soffrire insieme semmai crea complicità e affetto. L’errore è far finta di nulla, non parlarne mai più. Perciò accogliete il dolore finché dura e dategli voce quando ne sentite il bisogno.

«I

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RIZA al tuo fianco I vostri successi di Daniela Marafante, medico psicoterapeuta daniela.marafante@riza.it

«Quello che desidero? Un destino imperfetto!» Andrea è un ragazzo che vuole fare tutto nel modo giusto. Ma giusto per chi? E perché da qualche tempo è perseguitato da tensioni e malesseri? La sua storia a lieto fine ci ricorda che il nostro destino è sempre a portata di mano

A

ndrea, 22 anni, viene in terapia perché da alcuni mesi ha tensione al collo, alla gola, alle dita (che scrocchia sempre), alle mani e poi tachicardia, tremori, tensione ai denti e alle guance. Tutto è iniziato di colpo, mi dice, e ora fatica a fare tutto. Fatica ad andare all’università, a studiare. Non ha voglia di uscire con gli amici e, senza motivo, ha problemi con Elisa, la sua ragazza. E siccome lui vuole essere perfetto, ha pensato che la sua relazione non fosse più “abbastanza perfetta”. «Io voglio vivere un amore perfetto e ho idee ben precise su cosa si debba provare in un amore del genere. Ma forse questa storia ha portato in superficie un mio modo sbagliato di vivere, forse per questo sto male».

Il potere materno Andrea mi racconta, con

una sintesi perfetta, cosa sta vivendo e cosa, invece, avrebbe voluto vivere. «Frequento economia in Bocconi; ma al liceo adoravo lettere e filosofia. Il mio attuale corso universitario piaceva molto ai miei

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La ricerca della perfezione È un mito pericoloso perché allontana dalla propria originalità e fa smarrire la strada


LA PSICOTERAPIA È COME UN VIAGGIO Lasciati guidare dal tuo lato misterioso: ti porta a casa

L

a psicoterapia, per noi di Riza, non consiste nel far sparire temporaneamente un sintomo, come farebbe un farmaco, ma nell’aiutare il paziente a scoprire chi è veramente, senza dare ascolto a come lo vorrebbero gli altri. Coscienti che la soluzione ai nostri problemi viene solo dal lato misterioso dell’anima. Solo restando in contatto con lui emergono le scelte che ci regalano la felicità. Ma chi abita il nostro lato misterioso? Chi lo guida? Chi lo nutre?

Come scoprire dov’è? Per farlo emergere è fondamentale liberarsi di tutti i vincoli, i preconcetti, i falsi obiettivi che sottraggono energie. Se inseguiamo quello che ci fa star bene, senza mediare troppo con gli altri, tutto cambia. Quando apriamo le porte alla nostra vera natura, la vita ci porta le cose che contano davvero per noi. Così ne parla Anthony De Mello in “Amore senza paura”: «Non avrete paura di nulla e di nessuno. Non è straordinario?

genitori e così ho ceduto ai loro desideri, per essere un figlio perfetto». Ultimamente però ha molti dubbi sulla sua scelta. In realtà gli piacerebbe insegnare al liceo e scrivere. E la vita, quasi volesse scuoterlo, non smette di proporgli esperienze che non combaciano con le sue vere aspirazioni. «L’anno prossimo farò l’Erasmus in Olanda per quattro mesi. Così si è deciso a casa perché l’opinione di mia madre ha un grande potere su di me e lei mi vuole in Olanda. “Così fanno anche i tuoi amici” mi dice, “vuoi forse essere da meno? Vuoi essere un debole?”». Nelle sedute successive riflettiamo sul grande potere materno, capace di decidere il suo destino e sul fatto che Andrea non ha la forza di opporsi. Ad esempio: ha deciso di fare un viaggio con Elisa, loro due da soli per venti giorni. Ma la madre non è d’accordo: venti giorni da soli sono troppi. In terapia Andrea è sempre più angosciato e cupo. Sta male ogni giorno, come se qualcosa volesse esplodere dentro il suo corpo. Così, per la prima volta, decide di opporsi alla madre: «Vado in vacanza con Elisa e basta!». È un piccolo passo, ma una grande svolta per Andrea, che ai primi di agosto mi saluta e parte felice.

Nessuna tensione Al ritorno, a settembre,

Elisa lo raggiunge a Milano per frequentare l’università. Andrea è di nuovo pieno di dubbi: il loro rapporto rischia di diventare troppo stretto, soffocante. «Ma l’amore perfetto non è stare sempre insieme?», mi chiede in terapia. Ma in questo mese ha imparato a dare ascolto a ciò che prova

Vivrete come re, come regine. Ecco cosa significa vivere come un sovrano. Non c’entra niente con la possibilità di apparire sul giornale o con il possedere un sacco di soldi. Quelle sono tutte sciocchezze. Non si ha paura di nessuno perché si è soddisfatti di non essere nessuno. Il successo o il fallimento, l’onore o il disonore non hanno alcun significato! E anche se vi rendete ridicoli, non ve ne importa niente. Non è forse una condizione stupenda?».

e capisce che vivere assieme così giovani farebbe perdere a entrambi la possibilità di fare esperienze individuali, con amici o anche da soli. Saggiamente la ragazza decide di andare a vivere in un appartamento diverso, con amiche. Tra loro due c’è amore, ma ci sono anche gli amici e una giusta distanza. Andrea ha finalmente trovato una direzione: la sua guida è ciò che lo fa star bene veramente, non il modello di “vita perfetta” ereditato dai genitori. Si impegna di più negli esami, ma solo per terminare economia al più presto e iscriversi a una laurea specialistica che lo avvierà al mondo della letteratura e del giornalismo. E coglie al volo l’occasione di un viaggio di studio di un mese in India. Lui ha sempre amato i luoghi esotici, mentre non aveva nessuna voglia di annoiarsi per quattro mesi in Olanda. E i genitori? Andrea comunica loro le sue decisioni. Loro si arrabbiano, ma lui non cede su nulla. «Così è veramente tutto perfetto, dottoressa, e io non sento più nessuna tensione!» ■

Quando la vita non smette di proporti esperienze che non combaciano con la tua vera natura, vuol dire che forse ti sei adagiato troppo sulle convenzioni esterne: è ora di scuotersi Agosto 2016

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RIZA al tuo fianco Istituto Riza - Milano

Curarsi con la

Q

psicoterapia

uando ci si sente male, ricorrere alla psicoterapia significa prendersi cura di se stessi. Consapevoli che il malessere può dipendere da un nostro comportamento sbagliato, da scelte che non ci appartengono, da una mentalità che ci condiziona… ne parliamo con un terapeuta per far emergere, di noi, un lato nuovo, diverso, più affine a ciò che siamo. Ogni malattia infatti, sia che abbia caratteristiche organiche, sia che ne manifesti di psichiche, rappresenta il tentativo di liberarci da un modo di essere superato.

NOVITÀ: INCONTRI DI GRUPPO

Le tecniche per prevenire e curare l’ansia e il panico L’ansia e gli attacchi di panico sono la manifestazione della nostra parte più vitale che ci chiede di prenderci cura di noi stessi. Per questo sono un’opportunità di crescita.

Incontri terapeutici di gruppo tutti i martedì dalle 18.30 alle 20.00. I gruppi sono condotti dalla dott.ssa Maria Chiara Marazzina psicologa e psicoterapeuta. Per informazioni e prenotazioni: 02.58207940

Le caratteristiche del percorso I colloqui di psicoterapia, in genere a frequenza settimanale, hanno come finalità il recupero del benessere. I passaggi salienti sono: • Trovare il senso del disagio che si sta vivendo. • Cogliere come mai si è manifestato proprio in quel momento della vita. • Osservare che “vantaggi” offre. • Notare in cosa non si è più gli stessi. • Recuperare l’equilibrio psicofisico attraverso tecniche specifiche.

Gli operatori In Istituto operano medici e psicologi specializzati presso la Scuola di Psicoterapia di Riza, e il loro approccio rispecchia le caratteristiche del lavoro di ricerca, clinico ed editoriale, sviluppato dall’Istituto stesso negli ultimi trent’anni. Pur variando da caso a caso e rispettando la soggettività di ogni paziente, gli operatori utilizzano un approccio psicoterapeutico che punta, prevalentemente, a superare i disagi in un arco di tempo contenuto.

I nostri esperti Dr. Raffaele Morelli

Dr. Piero Parietti

Psichiatra psicoterapeuta, Presidente dell’Istituto Riza

Psichiatra psicoterapeuta, Direttore della Scuola di Formazione

Dr. Vittorio Caprioglio

Dr.ssa Maria Chiara Marazzina

Medico psicoterapeuta, Direttore dell’Istituto Riza

Dr.ssa Daniela Marafante Medico psicoterapeuta, Vice-Direttore dell’Istituto Riza

Psicologa psicoterapeuta

Dr. Andrea Nervetti Psicologo psicoterapeuta

Dr. Gabriele Guerini Rocco Medico psicoterapeuta

Istituto Riza di Medicina Psicosomatica Via Quadronno, 20 - 20122 Milano

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rosi colpisce anche i giovani?

ltrazioni: sono davvero utili? ati

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Il giornale

delle soluzioni di Pietro Fornari medico, psicoterapeuta

La tua guida al benessere quotidiano

VITA DI COPPIA Non fare da mamma al tuo partner!

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I DISTURBI PSICOSOMATICI Le malattie della pelle al tempo di Internet

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PSICHE E BENESSERE Ti senti invisibile? È il momento giusto per cambiare identità

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Il giornale delle soluzioni

VITA DI COPPIA

Non fare da mam I TRE SINTOMI Come capire se il partner sta diventando come un figlio

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Calo del desiderio sessuale: la sessualità si riduce molto per frequenza e intensità, incanalandosi in modalità standardizzate e ripetitive. Non c’è pathos, né gelosia. Lui ammicca alle altre, lei tollera. Spostamento delle responsabilità: la donna si ritrova, sia nelle difficoltà sia nel quotidiano, a fronteggiare scelte e responsabilità poiché “ormai” si dà per scontato che il partner non riesca o non abbia voglia di occuparsene. Continue ed eccessive richieste di attenzione: il partner chiede di essere compreso anche quando continua a sbagliare e a essere supportato in molte delle cose che fa, anche quando non ce n’è realmente bisogno.

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ISTINTO MATERNO: TRASFORMALO IN CREATIVITÀ Se non ci fosse lui da accudire, come vorresti occupare il tuo tempo?

U

na donna che accetta di rovesciare il proprio istinto materno sul partner sta inconsciamente dando forma a un forte impulso creativo. Solo che, non sapendo bene di cosa si tratta, spinge il rapporto verso una china pericolosa. Essere madre rappresenta, a livello simbolico, la potenza del creare, del dare vita. Molti artisti del resto, uomini o donne, parlano dei propri libri, film, opere “come di figli”. Figli che prima sono in gestazione, poi vengono fatti nascere, nutriti, cresciuti e infine lasciati andare nel mondo, ma

a cui si resta sempre legati. Ebbene, la donna ipermaterna, se non vuole rovinare il proprio amore di coppia - anche perché troverà molti uomini che non vedono l’ora di farsi accudire - deve rendersi conto di aver dentro di sé un forte, irrefrenabile istinto creativo e di dover cercare un modo sano per esprimerlo. Per farlo può provare a immaginarsi come una single che deve trovare un proprio “campo di gioco”: cosa farei, deve chiedersi, se non ci fosse un compagno di cui occuparsi? Quale sarebbe la mia passione?

ma al tuo partner! Lei si occupa di tutto e in più lo sostiene e accudisce; lui torna ragazzo e pensa solo a divertirsi. È la variante moderna di una modalità di coppia pericolosa, soprattutto per la donna. Scopriamo perché e come uscirne

«È

lei che in casa porta i pantaloni»: è un modo di dire antico che raccontava come il ménage familiare a volte rispecchiasse, anche in passato, ruoli diversi da quelli che la società esterna proponeva come assoluti. Oggi quel detto è aggiornato a «Lui è il mammo di casa», ma il senso è lo stesso. Questo slittamento di ruolo è del tutto spontaneo e riguarda il modo naturale in cui i due caratteri si “incastrano”. C’è invece un altro slittamento che non è naturale anzi causa a lungo andare sofferenza. Accade quando uno dei due diventa psicologicamente parlando - genitore dell’altro, che a sua volte diventa figlio. In pratica il rapporto da orizzontale (cioè costituito da due persone sullo stesso piano) si trasforma in verticale (adulto-bambino, grande-piccolo, maturo-immaturo). Può manifestarsi in entrambi i sensi, ma non c’è dubbio che la “donna che fa da madre al proprio uomo” costituisce un caso in grande ascesa ed è un segno dei tempi: tempi di crisi per il maschio e di insofferenza per la femmina.

Uomini che non crescono

La crisi dell’uomo è nota. La perdita del ruolo di patriarca o di padrepadrone tipico di una sciagurata tradizione millena-

ria non è ancora stata compensata da un’identità più completa ed equilibrata. L’insofferenza della donna è anch’essa risaputa: è la rabbia per la sensazione beffarda di non riuscire a trovare, proprio ora che ha raggiunto una maggiore parità di diritti e una notevole capacità di affermazione, un partner che sappia reggere al multiforme impegno di una relazione. Ed è proprio in questo contesto che avviene lo slittamento. Due si mettono insieme e sembra tutto normale ma, in poco tempo - soprattutto se si va a convivere o ci si sposa - ecco che l’uomo inizia ad appoggiarsi, a sedersi, ad aumentare le richieste: chiede assistenza morale, supporto psicologico e aiuto concreto e costante. In modo graduale le decisioni che contano, nonché gli impegni gestionali, passano tutte alla partner, mentre lui “lascia fare”, rapito dal lavoro ma anche dal tempo con gli amici, dall’attività sportiva e ricreativa, che diventa imprescindibile e prioritaria.

«È ancora un ragazzo» Il rapporto, insomma,

somiglia a quello di una madre con un figlio adolescente. Lui può anche fare carriera, fare il padre, compiere atti eroici, ma da una posizione psicologica di accudimento da parte della partner. Tale C O N T I N U A A PA G . 3 4

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Il giornale delle soluzioni VITA DI COPPIA Le decisioni che contano passano tutte a lei, mentre lui è rapito dal lavoro, dagli amici, dagli hobby. Il rapporto somiglia a quello di una madre con un figlio adolescente S E G U E D A PA G . 3 3

Troppo squilibrio

È il segnale che la situazione può degenerare

trasformazione a volte è sostenuta e fomentata, in modo inconscio, dall’atteggiamento della donna. Insicurezze irrisolte, problematiche sessuali o fobie trascurate la spingono a “ridurre” la figura maschile, così da renderla rassicurante e inoffensiva: un ragazzo da gestire non potrà metterla in discussione e, al contempo, dipenderà da lei. In molti altri casi, però, l’atteggiamento materno viene estratto a forza dall’inerzia psicologica di molti uomini. Entrando in modalità “Peter Pan” (un mix di irresponsabilità, di inaffidabilità e di infantilismo), obbligano lo sguardo della donna che li ama a diventare materno e perdonatore. E a dire a se stessa: «Cosa vuoi, in fondo è ancora un ragazzo, bisogna capirlo».

La sessualità sparisce Le conseguenze sono

preoccupanti, ma vengono sempre sottovalutate. Il rapporto verticale madre-figlio crea una sorta di

L’ERRORE CHE LE DONNE NON DEVONO COMMETTERE

Attenta all’inizio: metti subito la relazione su binari sicuri

L

o sguardo del partner su di noi ha un potere deformante. Carico di significato sentimentale ed erotico, e forte del fatto che si è “indeboliti dall’innamoramento”, ci plasma, potenziandoci o, al contrario, depotenziandoci. Accade ad esempio quando la donna tende, una volta iniziato il rapporto, a guardare al partner come un ragazzo di cui occuparsi. Si tratta di un momento cruciale, che può essere bloccato al volo se: 1) la donna tiene a mente che, quando un uomo si sente addosso uno sguardo materno, quasi sempre

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tende a non opporsi e a regredire; 2) l’uomo, che vede la partner trattarlo come un figlio, si ribella, altrimenti lei difficilmente vorrà uscire dal ruolo “onnipotente” in cui si è identificata. È faticoso, perché le spinte inconsce sono forti, ma se si ha anche un vago sentore di maternage, l’intervento immediato può cambiare il destino di una coppia e di una famiglia. Del resto, solo il rapporto sullo stesso piano garantisce una possibilità di crescita e di confronto per entrambi, tutti gli altri tipi di rapporto sono involutivi.


Sullo stesso piano È l’unico modo in cui le diversità possono esprimersi in modo sano

La guida pratica “incesto psicologico” e quindi la sessualità è la prima a risentirne e a sparire. Ma si va ben oltre: l’uomo sente che può fare tutto (o quasi) ciò che vuole perché, in quanto “figlio”, verrà compreso; la donna sente una profonda solitudine perché le manca un vero partner. A questo punto si potrebbe pensare che ci siano tutte le condizioni per lasciarsi o per aprire una crisi e affrontarla insieme, provando a riequilibrare i ruoli. Ma ciò in genere non accade proprio per la natura parentale del legame: come posso lasciare mia madre o mio figlio? E, al contempo, come posso tornare a guardare negli occhi mia madre o mio figlio come se fossimo due innamorati?

Il rischio depressione

Si tende a restare insieme, nonostante per la donna la situazione sia decisamente più scomoda che per l’uomo. Ecco però il pericolo di cui spesso non ci si avvede se non a cose fatte: l’uomo, in quanto regredito ad adolescente, ha voglia di fare nuove esperienze e un giorno si innamorerà, lasciando la “nuova famiglia di origine” (costituita da questa mamma coetanea o quasi) per una forestiera, spesso più giovane, con cui magari fare un figlio. E la donna, tradita dal “figlio” che non ha avuto il coraggio di lasciare, rischia di cadere in depressione, nel cinismo, nell’amarezza cronica. Perciò è fondamentale che, fin dall’inizio, la donna resti lucida - e faccia tutto il possibile per invertire la rotta. O per valutare se sia ancora possibile. Non si può sperare ■ che lo faccia il “Peter Pan”.

I “no” che aiutano (il partner) a non decrescere troppo Non gestirgli la vita

Non trattare il partner come un ragazzino che va gestito in orari, spostamenti e decisioni individuali. Forse soffri l’autonomia del tuo partner, forse lui in fondo vuole essere gestito. In ogni caso trattieniti, altrimenti perderai “l’uomo” che c’è nel tuo compagno.

Smetti di accudirlo

«Non prendere freddo»; «Mi raccomando: mangia»; «Dormi, riposa, penso io a tutto». Sono frasi che si dicono a un figlio piccolo ma che, a volte, una donna dice al partner. C’è sentimento e buona fede, certo, ma si finisce con lui seduto come un pascià mentre lei fa tutto. Meglio che l’amore scelga vie più mature e, soprattutto, paritarie.

Non spegnere l’eros

La trasformazione in “madre del partner” può essere fomentata dalla routine. Si comincia col togliere dall’abbigliamento la componente di femminilità erotica e si finisce per sembrare “una mamma”, e la mamma non deve sedurre. Quindi, anche se lui dice che va bene così, meglio mantenere la propria sensualità: difficile fare il figlio con una che ti attrae sessualmente.

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Il giornale delle soluzioni

I DISTURBI PSICOSOMATICI

Le malattie della pelle al tempo di Internet Non c’è solo la pelle fisica, c’è anche una “pelle psichica”: il confine tra noi e gli altri. Un confine oggi attraversato dal mito dell’essere sempre connessi. Anche i disturbi della pelle vanno aggiornati. Ecco una guida

I

tempi cambiano rapidamente e le malattie, in qualche modo, si aggiornano con essi. Certo, gli schemi psico-biologici delle varie patologie sono radicati fin dai tempi più remoti, ma i disturbi di oggi sono il prodotto della vita che conduciamo oggi. E alcuni organi in particolare sembrano più sensibili di altri al mutare dello stile di vita, dei modelli di pensiero e dello sviluppo della coscienza. La cute è sicuramente tra questi: è il confine concreto, fisico, tra noi e il mondo esterno e il ritmo serrato della sua ciclicità cellulare, la rende più cruciale che mai in un mondo come quello odierno, tutto basato sulC O N T I N U A A PA G . 3 8

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Il giornale delle soluzioni I DISTURBI PSICOSOMATICI La pelle ragiona, pensa, prova emozioni, si esprime, comunica, elabora le sue soluzioni. E i suoi messaggi spesso prendono la forma di sintomi, di patologie S E G U E D A PA G . 3 7

la comunicazione e sull’interazione continua. Una quantità di scambi enorme che ci rende, di fatto, “uomini relazionali”.

blema che non riusciamo a risolvere - o di cui non ci accorgiamo - a livello cosciente.

Il cervello esteso La pelle è

ostacola la nostra identità, oppure la nostra identità ha dei problemi che ostacolano le relazioni? Non importa che parta da dentro o da fuori: quel che è certo è che mette in dubbio i nostri confini, l’immagine che abbiamo di noi stessi. Questo è il simbolo centrale delle malattie cutanee, valido in tutti i tempi della storia umana. Ma oggi, nel mondo iper-connesso, come agisce questo simbolo? Quali contenuti immette nei disturbi della pelle attuali? I disturbi della pelle cambiano insieme a noi e alla società cui apparteniamo. Se fino a pochi decenni fa le malattie cutanee esprimevano la difficoltà nella percezione concreta di sé - diremmo quasi di “sopravvivenza” - oggi manifestano i conflitti e le difficoltà di altro tipo. Il tema della sopravvivenza e dell’integrità fisica è stato superato dal benessere economico: ora è il momento della sopravvivenza emotiva, affettiva, sociale, culturale. Ad esempio: fino a che punto posso mettermi in gioco in una relazione di coppia? Le emozioni che ho

un organo di relazione e l’epidermide, la sua parte più superficiale (quella che vediamo e che entra in contatto con le cose), fa parte dei tessuti epiteliali, che sono fatti per incontrare e gestire l’impatto con il mondo esterno. È oggi sottoposta, sia sul piano concreto sia sul piano simbolico, a un lavoro più intenso e al contempo diverso rispetto al passato. Non dobbiamo dimenticare che le cellule cutanee hanno la stessa derivazione embrionale del sistema nervoso, di cui sono parenti stretti. Anzi, si può dire che la pelle sia un sistema nervoso collocato in superficie, alla frontiera che si affaccia sull’ambiente intorno a noi. La cute perciò ragiona, pensa, prova emozioni, si esprime, comunica, elabora, proprio come il cervello e il sistema nervoso. E, proprio come questi, ha le sue soluzioni. Tali soluzioni, anche se sembra paradossale, sono i sintomi, le patologie. Ciò che ci fa star male a livello cutaneo è, in realtà, il tentativo di affrontare un pro-

Nuovi conflitti C’è un problema relazionale che

C O N T I N U A A PA G . 4 0

Relazioni difficili? È proprio l’epidermide a raccontare con i suoi disturbi quanto ti stai mettendo in gioco nei rapporti con gli altri


LE PATOLOGIE CUTANEE

Dieci malattie che parlano del nostro modo di toccare noi stessi e gli altri 1 ACNE DELL’ADULTO In questo momento il principio del piacere non fa parte della tua vita. Una specifica occupazione (lo studio, la carriera, l’attività sedentaria online) o qualche preoccupazione (un problema di coppia o di soldi) l’hanno messo in un angolo. La libido ha bisogno di tornare a scorrere. Dalle assolutamente spazio.

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DERMATITE DA STRESS Stai vivendo da qualche tempo un “incontro” troppo intenso e serrato con l’esterno. Troppo lavoro, troppa dedizione agli altri, con annesse preoccupazioni varie. Uno stress che non è solo fatica: ti sta facendo anche rinunciare a cose per te importanti. E il tuo Io è irritato da tutto ciò. Non snaturarti.

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PSORIASI Sei socievole, ma una carenza affettiva ti fa sentire, da sempre, che le relazioni intime potrebbero distruggerti. Perciò da un lato le desideri tanto, dall’altro temi di esserne annientato. Se di recente si è acutizzata, significa che hai paura di un rapporto, ma che non ti sottrai. Fallo invece, o impara a mettere le giuste distanze. Evita il “tutto o niente”.

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ORTICARIA SPONTANEA Sei in uno stato di estrema irritabilità ma o non te ne accorgi o non lo dai a vedere. Ci sono cose, nei rapporti

più importanti, che ti infastidiscono e ti producono molta rabbia. Forse hai troppa flemma o ti sacrifichi troppo. Anche nella sessualità sembri aver rinunciato ai tuoi ritmi e alle tue fantasie, che affiorano in forma di prurito diffuso e costante.

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DERMATITE SEBORROICA Affronti tutto con la mente, trascurando corpo e sensi. E ti sovraccarichi togliendo gusto alla vita. Serve un disimpegno duraturo dallo stress: ritrova la dimensione del gioco e del divertimento non competitivo, dello svago senza regole. Stai meno online e sii più spontaneo e disinvolto nella sessualità. Scegli chi ti piace davvero, senza calcoli.

6

ROSACEA Spesso i ritmi della società attuale non concedono tempo né per elaborare una perdita né per godersi una gioia. La rosacea “ti aiuta” a rivivere (in forma biologico-simbolica) la grande emozione cui non hai potuto dare spazio. Accogli il tuo mondo interiore e afferma le tue esigenze psichiche ed emotive. Senza remore.

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HERPES SIMPLEX Ti sei buttato a capofitto in una o più situazioni, al punto da abbassare le tue difese immunitarie. Può essere una cosa piacevole o no: in ogni caso ora serve una pausa. Riduci la quantità di scambi relazionali (reali e virtuali), riposati, ritrova un po’ di spazio/tempo personale, e modula meglio quello in cui ti coinvolgi.

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HERPES ZOSTER Un vecchio trauma rimosso riaffiora in superficie, chiedendoti di essere considerato ed elaborato. Non devi occupartene con i farmaci: c’è un

conto aperto col passato e deve essere chiuso. Ciò ti farà essere più libero e leggero di fronte alle difficoltà della vita.

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MICOSI RECIDIVANTE Stai vivendo una relazione basata sulla dipendenza reciproca, fin quasi a fondere le identità. O in alternativa eviti i coinvolgimenti alla ricerca di un’autonomia “dimostrativa” ma, nel farlo, ti neghi il bisogno di essere accudito. Devi conoscere meglio te stesso e accettare i compromessi, nell’attesa di abbandonare la modalità “o fusione o distacco”.

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LUPUS Qualcuno ti ha fatto qualcosa di profondamente ingiusto, o che tu senti come tale, ma non hai potuto né reagire né esprimere la rabbia. Ora il sintomo te lo consente, pur in modo dannoso. La malattia, da sola, non rientra. Ma con i farmaci e con un miglior modo di esprimere le contrarietà potrai ridurla al minimo. Non pensare alla vendetta, ma a far ripartire la tua vita. Agosto 2016

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Il giornale delle soluzioni I DISTURBI PSICOSOMATICI Dove finisco io e dove inizia il mondo esterno? Il limite oggi si è spostato: la vera pelle è al confine con la Grande Rete

La guida pratica I tre atteggiamenti che aiutano a prevenire Sii geloso dei tuoi gusti

S E G U E D A PA G . 3 8

dentro, se le tiro fuori, mi esporranno troppo? Saprò gestirle o ne verrò sopraffatto e impazzirò?

Micosi “da Internet” Ma c’è dell’altro: il fatto di

portare sempre con noi lo smartphone attaccato al corpo lo ha reso, nella percezione mentale di noi stessi, una parte del corpo. E, nello specifico, una parte di pelle: dove finisco io e dove inizia il mondo esterno? Il confine, in molti casi, si è spostato: la vera pelle è al confine con l’online, con la Rete, e lì c’è il rischio di un’invasione continua: del nostro tempo, della privacy, dell’identità, del silenzio, delle pause. Un’invasione cercata e temuta, fascinosa e opprimente, che mette a dura prova la nostra pelle psichica, la capacità di “gestire le relazioni”, quando sono troppe. E, poiché non ce ne rendiamo conto, sarà la pelle fisica a segnalare il problema. Dietro una micosi recidivante oggi può nascondersi una dipendenza da Internet. Non era mai successo, non poteva succedere, ma oggi sì e dobbiamo tenerlo presente. Non possiamo curare la pelle, oggi, senza proteggere la nostra identità nell’incontro immenso e continuo con un mondo che si è centuplicato rispetto anche solo a quindici anni fa. ■ 40

Riza psicosomatica

Il mondo in cui viviamo oggi, reale e virtuale, cerca in ogni modo di entrare nella nostra vita. Ora più che mai dobbiamo difendere la nostra natura individuale e i nostri spazi per non essere massificati e “automatizzati”. Non sottovalutare tutto ciò: sii geloso del tuo tempo, della privacy, dei tuoi gusti e delle tue relazioni che contano. Sono cose sacre e il sacro non deve mai mancare nella nostra vita. La pelle lo difende.

Modula meglio gli scambi

L’identità - rappresentata biologicamente dalla cute - soffre la mancanza di libertà dovuta a incontri e rapporti troppo ravvicinati. La comunicazione digitale ha alterato la capacità di relazionarci: vogliamo tutto e subito, ci stufiamo in fretta, non calibriamo il coinvolgimento. Ritrova il senso della misura e della giusta distanza: solo così si possono vivere relazioni appaganti, sia individuali che collettive.

Riprendi il tuo tempo

La pelle entra in gioco quando deve “ragionare” su qualcosa che abbiamo trascurato o ignorato. Se riesci a concederti il tempo necessario per riflettere ed elaborare le tue insicurezze e paure legate al rapporto con la realtà presente, rendi inutili molti sintomi cutanei. Solleva la pelle dal ruolo di “seconda mente”: starai meglio sia nel corpo sia nella psiche.


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Seguici su Gli integratori non vanno intesi quali sostituti di una dieta variata, equilibrata e di uno stile di vita sano. In presenza di patologie, le informazioni riportate in nessun caso possono sostituirsi al parere del medico. Per tutte le avvertenze e le modalità d'uso consultare le confezioni.


Il giornale delle soluzioni

PSICHE E BENESSERE

Ti senti invisibile? È il momento giusto per cambiare identità

Nessuno ti considera o, peggio, tutti ti criticano. Vittimismo? A volte. Ma se il problema invece è reale occorre vederlo in modo diverso: quando nessuno ti guarda puoi sorprendere tutti, a partire da te stesso

A

un certo punto ci accorgiamo che le persone intorno a noi non ci considerano come pensavamo. Ci criticano e la loro opinione è complessivamente negativa. A noi sembrava di aver fatto tutto il possibile per essere stimati, invece ecco la doccia fredda. Il partner si mostra deluso, gli amici hanno perso entusiasmo verso di noi, il capufficio non perde occasione per svalorizzarci, i colleghi mostrano di non stimarci, i suoceri ci guardano come un poveretto. E anche online le cose non vanno benissimo: qualcuno rifiuta l’amicizia, qualcuno ci banna, pochi ci cercano. A volte - e forse è ancora peggio - l’atteggiamento non è di critica ma di indifferenza: non ci considerano, non considerano che ci siamo. Solo i genitori continuano a credere

in noi, anche se, a questo punto, ci viene il dubbio che lo facciano perché obbligati dall’amore.

Senso di fallimento Non stiamo parlando né di

vittimismo né di pensiero paranoide, la convinzione irrealistica che tutti ce l’abbiano con noi, bensì di un fatto concreto: le cose, in certi momenti, possono davvero mettersi così. Molti fanno di tutto per negare la situazione: sdrammatizzano, banalizzano, rincorrono con affanno briciole di stima e di conferma, ma chi se ne accorge vede la verità e, da quel momento, non può più ignorarla. Ci si può sentire falliti, soli, scarsi, inadeguati o invisibili, e può essere molto doloroso. Eppure è proprio da questa visione improvvisa che può nascere un grande e C O N T I N U A A PA G . 4 4

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ATTEGGIAMENTI GIUSTI

ATTEGGIAMENTI SBAGLIATI

Sì a nuove esperienze

Non fare confronti

La scarsa considerazione nei tuoi confronti si è creata all’interno di un sistema di abitudini che forse non senti più tue. Utile conoscere nuove persone e fare nuove attività, per sentirti diverso e rinnovarti.

Quando non ci si sente considerati l’autostima può scendere e si cominciano a fare paragoni con le vite e i risultati degli altri. Assolutamente da evitare, perché impedisce di ritrovare autenticamente se stessi.

Sì alla consapevolezza

Non cercare consolazione

Se in ogni ambito vieni considerato nello stesso modo negativo, vuol dire che nei tuoi schemi comportamentali c’è un problema. Confrontati con coloro che, senza polemica, sono disposti a dirti che cosa vedono di te. Sarà utilissimo.

Al bando le lamentele continue e la ricerca di qualcuno che ti dica: “Poverino, cosa ti hanno fatto? Loro non ti capiscono, io invece sì”. Questa non è vera considerazione, ma l’inizio di un rapporto perverso di dipendenza reciproca che peggiorerebbe le cose.

Sì a osservare di più

Non lasciarti andare

È ora di aprire gli occhi su di te e sugli altri

Forse ti sei esposto troppo, agendo con troppa buona fede e senza considerare le differenze tra le persone. Cerca invece di osservare di più i tuoi interlocutori, per calibrare meglio l’espressione di te.

Non recitare più il ruolo dell’eterno incompreso

Sentendoti invisibile e poco considerato, può venirti la tentazione di cedere al personaggio dell’incompreso e crogiolarti nella situazione negativa. Ma ciò non farebbe che togliere ogni impulso all’azione.

Nemmeno mi vedono Se questo è il tuo sentimento, non piangerti addosso: usalo per dare spazio ad aspetti ancora inesplorati di te

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Il giornale delle soluzioni PSICHE E BENESSERE Partner, amici, colleghi: tutti hanno da ridire. Forse stai portando in scena un copione ripetitivo. È ora di spezzare le vecchie abitudini S E G U E D A PA G . 4 2

SE ALLA RADICE C’È UN TRAUMA

Genitori ipercritici: un marchio che va cancellato

P

eriodi difficili possono capitare a tutti, tra sfortunate coincidenze ed errori propri e altrui. A volte però “non possono non accadere”, cioè la situazione che si è creata è il logico risultato di una serie di atteggiamenti sbagliati. Alla radice può esserci un trauma antico, risalente all’infanzia e potenziato nell’adolescenza: non essere stati considerati dai propri genitori. Genitori assenti o troppo severi o ipercritici. Poco empatici o poco interessati al mondo del figlio. Questo crea la convinzione radicata di non essere degni di vera considerazione e che essere considerati, ascoltati, stimati, “non è possibile”. Divenuta adulta, la persona va alla ricerca continua di un segno che smentisca l’antico “imprinting”, ma inconsciamente agisce in modo da boicottarsi da sola, sminuendosi o facendo in modo che le proprie azioni non vengano apprezzate. Comprendere questa modalità inconscia è il primo passo per disattivarla, orientandosi non più verso l’applauso altrui, che non può colmare il vuoto, ma verso una nuova percezione di ciò che piace e fa star bene, indipendentemente da qualsiasi giudizio.

La base dell’evoluzione

Un’identità rigida impedisce di cambiare. E ci rende scontati agli occhi degli altri

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proficuo cambiamento. È necessario uscire dalla dimensione dell’emotività e accettare effettivamente quel che si vede.

Attento al narcisismo La prima cosa da fare, in questi casi, è vincere la tentazione di cadere in un narcisistico vittimismo («Nessuno mi vuole»), così come di lasciarsi andare alla sensazione di essere vittima di un destino avverso («La vita è così»). Al contrario, è il momento di essere mentalmente attivi e chiedersi, cercando di essere obiettivi, quali nostri atteggiamenti possano aver contribuito a determinare tutto ciò. Potremo individuare errori nella comunicazione (ambivalenze, eccessi, chiusure) e ripetizioni di comportamenti sbagliati o controproducenti (provocatori, rigidi, narcisistici, altalenanti). Serve una messa a punto Ma sarà sorprendente vedere come anche alcuni gesti e atteggia-


Il metro sei tu Sentirsi poco considerati porta a fare paragoni. Ma così perdi la tua unicità

menti del tutto positivi possano aver contribuito al problema. Ad esempio chi è sempre disponibile ad aiutare gli altri è un soggetto a rischio: un eccesso di idealismo porta a credere che basta fare una cosa buona perché sia accettata, riconosciuta e ricordata. E ovviamente non è così. Ma è inutile dare la colpa a se stessi o agli altri. Si tratta di mettere a punto il nostro modo di relazionarci, niente di più. È un aggiornamento necessario, che non avremmo forse mai fatto se non ci fossimo imbattuti in questo periodo difficile e di scarsa considerazione da parte del mondo esterno.

Usa l’effetto sorpresa Spesso il momento peg-

giore costituisce la base migliore per rinnovarci perché mette in luce, impietosamente, tutto quel che non va e ci obbliga ad agire. Chiediamoci: la nostra autostima, al di là di quel che ci raccontiamo, è alta o bassa? Siamo noi che trasmettiamo agli altri la scarsa considerazione che ci rimandano? Siamo noi a essere invisibili ai nostri stessi occhi? La concezione che abbiamo di noi influisce su come veniamo percepiti dagli altri. Ora però possiamo finalmente cambiare le cose e farlo da una situazione di paradossale vantaggio. Nessuno infatti, vista la scarsa considerazione, si aspetta niente di eclatante da noi, perciò possiamo agire senza ansie da prestazione. Anzi, potremo sfruttare l’effetto sorpresa e rimettere a posto le relazioni che contano e iniziarne altre, ispirate a un nuovo modo di essere. Sembravamo perduti, e invece era ■ la base per un’evoluzione.

La guida pratica

Tre passi per ritrovare subito la fiducia in se stessi Congeda il solito personaggio

Qualsiasi sia il motivo, prendi atto che sei giunto al capolinea di un modo di essere, che ha ormai creato, agli occhi tuoi e altrui, un personaggio lontano dalle tue capacità e dalla tua vitalità. Immagina di averlo di fronte a te, di ringraziarlo per quello che ha fatto per te e poi di lasciarlo andare per la sua strada.

Più considerazione per te

È difficile essere poco considerati se si ha una buona stima di sé e la capacità di difendersi dalle

critiche, dagli equivoci e dalle banalizzazioni. Quindi è necessario partire da noi stessi e dare più valore alle nostre idee e al nostro operato. Certo, senza diventare né narcisisti, né intransigenti.

Vincere le resistenze altrui

All’inizio, quando inizi ad avere un atteggiamento più assertivo e consapevole, sentirai, proprio dalle persone più vicine e importanti, un’opposizione, una resistenza dovuta al pregiudizio. Costituirà una prova importante per la tua motivazione al cambiamento.

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QUESTO MESE ARTERIE PULITE PER RIDURRE I RISCHI DI INFARTO E ICTUS

PIATTI COMPLETI CON TUTTI I NUTRIENTI

Un libro che insegna a tenere sotto controllo il colesterolo con l’aiuto della dieta, dei rimedi e degli integratori naturali. Qui potrete trovare anche oltre 100 ricette per creare menu salva cuore e cervello. In edicola con Dimagrire e da solo dal 20 luglio 2016

IL FRUTTO ESOTICO ALLEATO DELLA SALUTE

PER CURARE L’INTESTINO E TUTTO L’ORGANISMO Le insalate si prestano per essere un pasto completo, sano e light, scegliendo gli ingredienti giusti. Nel libro consigliamo verdure, frutti, semi e germogli che apportano dosi elevate di minerali e di vitamine. In edicola con Dimagrire e da solo dal 20 luglio 2016

VIA IL PESO DEI GIUDIZI, DOVERI E SENSI DI COLPA L’ananas contiene tante sostanze utili al nostro organismo. Favorisce la digestione, protegge il cuore, riduce il colesterolo, fa dimagrire, combatte la cellulite e serve a curare la pelle. In edicola con Salute Naturale e da solo dal 26 luglio 2016

TANTI MODI SANI E GUSTOSI PER CUCINARE LA QUINOA La quinoa non contiene glutine ed è più ricca di nutrienti rispetto ai cereali usati di solito. Ecco tanti suggerimenti per cucinarla in antipasti, primi piatti, secondi e anche dolci. In edicola con Alimentazione Naturale e da solo dal 3 agosto 2016

La nostra salute dipende in gran parte dall’intestino e dalla sua flora batterica. Possiamo prevenire e sanare molti disturbi con i probiotici, batteri buoni da assumere attraverso integratori o alimenti. In edicola con Salute Naturale e da solo dal 26 luglio 2016

VALORIZZA LE TUE CAPACITÀ PERSONALI Una serie di esercizi pratici per liberarci dai vincoli emotivi che ci condizionano. Così possiamo essere liberi di vivere la nostra vita e pensare di più al nostro benessere. In edicola con Riza Psicosomatica e da solo dal 1 agosto 2016

TEST E MANDALA PER LA TUA CREATIVITÀ

L’intelligenza vera non si misura dal QI. Ognuno di noi ha capacità uniche: si ragiona anche con le emozioni, con i sensi o con l’istinto. Il libro ti permette di scoprire i tuoi talenti e di valorizzare le tue capacità. In edicola con Riza Psicosomatica e da solo dal 1 agosto 2016

SOSTANZE INDISPENSABILI PER IL NOSTRO BENESSERE Questo libro mette a disposizione tante attività creative e consigli utili per rilassarsi, conoscersi meglio, mettere in luce i propri punti di forza e allenare l’immaginazione. In edicola da solo dal 1 agosto 2016

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Il bicarbonato e il sale marino sono elementi naturali molto utili per la salute, la bellezza e l’igiene. Spieghiamo come usarli contro i disturbi più comuni, per i trattamenti cosmetici e per le pulizie in casa. In edicola da solo dal 12 agosto 2016


Il tema del mese

La vacanza che ti Usala per ritrovare l’autostima, l’equilibrio interiore e l’energia di cui hai bisogno per tutto l’anno

A cura di Vittorio Caprioglio medico, psicoterapeuta Hanno collaborato: C. Marazzina, P. Lumia, D. Mosca. Immagini: A. Ruggieri.

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È l’occasione per fuggire non solo dalla città, ma dagli schemi mentali che ti impediscono di fiorire

cambia la vita

Nuovi orizzonti Il segreto della vacanza è l’inconsueto: rompe le aspettative e permette alla nostra parte creativa di affiorare in superficie

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Il tema del mese LA VACANZA PERFETTA

Agosto: ecco le tre regole del benessere IN VACANZA SI PUÒ STARE PEGGIO CHE A CASA? EBBENE SÌ, PURTROPPO IN MOLTI CASI È PROPRIO COSÌ. SUCCEDE SE PREVALE LA ROUTINE O SE NELLA VALIGIA INFILIAMO TUTTI I NOSTRI SOLITI ATTEGGIAMENTI SBAGLIATI. MA PER FORTUNA BASTANO POCHI ACCORGIMENTI E QUALCHE PICCOLO ESERCIZIO PER TRASFORMARE QUESTI GIORNI IN UN RICOSTITUENTE UNICO!

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Il dato

ual è il giorno più stressanscrive Jung, «la vita per compiersi Per gli italiani te dell’anno per gli italiani? ha bisogno non della perfezione, il giorno della partenza Non ci crederete, ma è quelma della completezza». Partiamo per le vacanze è in lo della partenza per le vacanze. È allora senza mettere in valigia proassoluto il più stressante ciò che emerge dalle annuali ricergrammi e aspettative e avremo la più di tutto l’anno che sull’argomento. Ma c’è di più: in grande delle sorprese: riscopriremo la questa speciale classifica di infelicità, in nostra vera natura. Provate a pensarci. uno dei primi posti, c’è anche il giorno del Chi sono gli unici a divertirsi sempre in varitorno dalle ferie. Come si spiega? Perché le vacanza? I bambini. A loro non interessa l’albergo o canze diventano il periodo più snervante dell’anno? la spiaggia rinomata, basta un amico o un pezzo di La colpa è di quello che portiamo con noi in viaggio, legno da trasformare in spada, e le giornate diventacioè una mentalità rigida che nemmeno il cambio no un’avventura. Anche noi possiamo raggiungere di panorama riesce a scalfire. Partiamo con in testa la nostra “isola del tesoro”, perché il viaggio è maun preciso dovere: riposare, rilassarci, divertirci. Ma gia e avventura. Tracciamo insieme alcune semplici come si può conciliare la vacanza con un imperaticoordinate. vo? “Dobbiamo”, davvero? Il viaggio è, al contrario il tempo del potere, non certo del dovere. La vacanza 1. Il viaggio ci insegna ad accogliere Guardare è prima di tutto libertà, libertà di essere se stessi, tutto ciò che accade dentro e fuori di noi senza sforossia di accogliere quei lati di noi che durante l’anno zarci di modificarlo o correggerlo è l’atteggiamento tendiamo a reprimere per i più svariati motivi. Ecco migliore per viaggiare. Ma è anche la prima regola che questo intervallo diventa uno strumento formidella felicità. Voler modificare gli stati d’animo per dabile per riscoprirci e completarci perché, come migliorarli, infatti, è come partire per una meta e C O N T I N U A A PA G . 5 2

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Quali sono le coordinate per trovare il luogo di villeggiatura ideale? Non serve il navigatore: puoi scoprirlo da solo viaggiando nel continente più inesplorato: te stesso I DISTURBI TI DICONO QUANDO CAMBIARE ROTTA Sei partito col piede sbagliato? Ecco i segnali psicosomatici • TENSIONE MUSCOLARE DIFFUSA Più probabile nei primi giorni di vacanza, è un segno che il salto tra casa e villeggiatura non è ancora stato metabolizzato e lo stress è tutto localizzato in profondità, nei muscoli. • DOLORI ARTICOLARI Indice di un conflitto interiore tra una parte che vorrebbe fare (o anche dire) una cosa e un’altra che frena per mille motivi: timori, sottomissione, senso del dovere. Il risultato è il dolore alle articolazioni, lo snodo del movimento che viene bloccato. • STIPSI In ferie cambiano i ritmi. L’intestino di chi fatica ad adattarsi reclama fermando il proprio.

• COLITE È una modalità di “scarico” tipica attraverso cui ci si libera della tensione accumulata. • GASTRITE Patologia che esprime in genere l’attitudine a portare dentro di sé un conflitto che si svolge fuori, con una o più persone tra quelle con cui si è in viaggio. • CEFALEA Tipico disagio di chi vuole controllare e “tenere a mente” tutto quanto e non riesce a smettere nemmeno in ferie, quando in teoria non serve più. • CISTITE Disagio “acquatico”, segnala una difficoltà a lasciar scorrere: situazioni, contesto, rapporti, emozioni.

Un’altra immagine Puoi sperimentare la libertà di essere diverso dal solito e questo ti fa vedere cose che prima non vedevi

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Il tema del mese LA VACANZA PERFETTA L’armonia interiore arriva quando impari ad assecondare tutti i tuoi stati d’animo. Allora puoi farti portare dalla corrente della vita senza opporre resistenza, ottenendo grandi risultati S E G U E D A PA G . 5 0

poi pretendere di deviare il treno dai suoi binari: uno sforzo inutile. Spesso pensiamo di dimostrarci forti lottando contro noi stessi, ma la vera forza è accogliere i nostri stati d’animo. Tutti quanti. Persino la noia: se non cerchi di scacciarla facendo mille cose inutili, si trasformerà in uno spazio perfetto per far germinare interessi veri. Oppure la rabbia: non ti opporre e diventerà passione. La vacanza è il luogo ideale per affidarsi, anziché dirigersi. La strada della felicità è proprio sotto i tuoi piedi: non devi fare altro che percorrerla ad occhi aperti. 2 Il viaggio ci apre al completamento Che cosa significa ritrovare l’equilibrio interiore? Ricordarsi che siamo un’orchestra di strumenti diversi. Lascia che ciascuno suoni il proprio spartito. Nessuno va zittito. Ti vengono desideri strani? Si affacciano sentimenti che “non sono da te”? Vuol dire che il tuo viaggio sta funzionando, ti sta aprendo nuove vie, che nessuno può prevedere. Ovunque ti porti la tua natura, seguila. Anche se ti sembra di non condividerla. Realizzarsi è stare con le proprie contraddizioni, non eliminarle. 3 Nel viaggio affini il tuo stile Non puoi “stare bene come tutti gli altri”, o seguendo “i pensieri di tutti gli altri”: per ciascuno esiste un progetto di felicità autentico, che è unico e che viene dal tuo lato nascosto e profondo, non dai pensieri comuni. Sperimentalo subito: libera la tua valigia da aspettative, condizionamenti, convinzioni rigide. Sono solo riflessi della mentalità che hai assorbito e ti condizionano e ti comandano. Usa questi giorni per “allontanarti dal gregge”. I pensieri intasano il cervello ostacolando la sua capacità di decidere. La mente diventa chiara solo quando non è annebbiata dai preconcetti. 52

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La parte segreta Tutti custodiamo la capacità di stupirci che hanno i bambini: non è mai perduta


I 4 errori da non fare in vacanza

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SUBIRE GLI ALTRI FA MALE A TE

Adeguarsi per il quieto vivere è il modo più diretto per scontentare tutti. È quello che è successo ad Anna, abituata ad andare in vacanza con i figli, i parenti e gli amici e a cucinare per tutti. Non vuole deluderli ma così passa le giornate a serbare rancore, risultando poi indisponente. Quest’anno però si è rifiutata di prendere in mano le pentole. Risultato? Non si è mai divertita tanto e gli altri non l’hanno mai trovata così allegra e simpatica. L’IDENTIKIT Remissivi, condizionati, timorosi, ligi a presunte regole. LA FRASE “Vorrei tanto fuggire su un’isola deserta, ma non posso”. IL RISCHIO Rancore, rimuginio, disistima. LA SOLUZIONE La vacanza è il momento migliore per “scappare”: dai rapporti pesanti e dall’immagine di sé tutta doveri e ruoli. Basta un solo ingrediente per rendere saporito il menu: spirito di indipendenza.

LE REPLICHE TI SFINISCONO

Portare in viaggio le stesse dinamiche che si vivono a casa significa non partire affatto, anche se si va dall’altra parte del mondo, come è successo a Ines e Riccardo che anche alle Maldive hanno trascorso sette giorni a litigare rinfacciandosi le reciproche mancanze, proprio come fanno in città. L’IDENTIKIT Rigidità, sensi di colpa, orgoglio. LA FRASE “È come non essere nemmeno partito”; “torno che sto peggio di quando sono partito”. IL RISCHIO Colite, ulcera, panico. LA SOLUZIONE Non serve insistere, diventare coriacei, tenere il punto, sforzarsi, ostinarsi, ma al contrario cedere, lasciar correre, accogliere il “negativo” (paure, rabbia, dolore, ansia). Così spezzi le corde che ti imbrigliano e puoi davvero spiccare il volo.

”STACCARE” È SINONIMO DI NOIA

La vacanza non è il tempo per fermare la vita e non fare niente, non è questo il riposo che ci serve. Semmai quello per smuoverla, lasciando emergere le inclinazioni e i talenti che possono aiutarci a essere felici. Lo ha sperimentato Caterina, che in ferie ha scoperto una passione smodata per il tennis. Tornata a casa ha continuato l’attività perdendo dieci chili in poco tempo, dopo che per anni aveva accumulato stress e delusioni con diete inutili. L’IDENTIKIT Spenti, sfiniti, annoiati… LA FRASE “Devo staccare, non voglio muovere nemmeno un muscolo”. IL RISCHIO Ipocondria, insonnia, noia. LA SOLUZIONE Il cervello non “stacca mai”. Quando pensi che non agisca, in realtà si immerge nei sogni e nelle immagini. La verità non è che hai usato troppe energie, ma troppo poche. Non devi spegnerti ma riaccenderti, per bruciare le tossine e produrre energia pulita.

STOP AD ASPETTATIVE E PROGETTI

“Devo organizzare, far fruttare il tempo, divertirmi, incontrare le persone giuste...”. La vacanza si trasforma in un progetto di lavoro. Camilla ad esempio è partita con il chiaro intento di smaltire le pratiche arretrate. Il suo corpo l’ha però tradita. Ha dovuto interrompere per una tendinite. Costretta a uscire dalla sua stanza d’albergo, ha conosciuto un uomo intrigante e ora… L’IDENTIKIT Iperattivi, iper-razionali, non tpllerano il vuoto. LA FRASE “Non sopporto di stare con le mani in mano”. IL RISCHIO Attacchi d’ansia, infortuni muscolari, dissenteria… LA SOLUZIONE Fai azioni senza altro fine che ricavarne piacere e ritroverai il gusto della vita.

Non c’è tempo migliore di questo per mettere in atto il cambiamento più importante e duraturo: iniziare a occuparti di te. Nessun altro lo farà al posto tuo! Agosto 2016

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Il tema del mese LA VACANZA PERFETTA

IL TEST

E tu, dove hai lasciato

SE L’HAI PERSO SI PUÒ RIMEDIARE, BASTA CONOSCERNE LA RICETTA. È FATTO DI VARI INGREDIENTI BEN MISCELATI ASSIEME: INDIPENDENZA EMOTIVA, CAPACITÀ DI LASCIARSI ANDARE E DI SORPRENDERSI, UN BUON RAPPORTO CON IL PROPRIO INCONSCIO, CURIOSITÀ VERSO IL NUOVO. UN MIX CHE SI PUÒ MISURARE. SCOPRI CON IL TEST A CHE LIVELLO SEI E COME TROVARE GLI INGREDIENTI CHE TI SERVONO 54

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Da non confondersi con “pace a tutti i costi”. L’equilibrio non è spegnere e sedare, è imparare a cavalcare le onde

l’equilibrio interiore? C’

è un’idea sbagliata che gira tra chi si occupa di psicologia e di benessere: che l’obiettivo da perseguire sia la “pace interiore”. O meglio: se con pace si intende stasi, tranquillità, assenza di increspature nel mare della vita, è un obiettivo deleterio. I sassi sono in pace, o i morti. Al contrario chi sta bene con se stesso non si dà obiettivi, non si preoccupa di far andare le cose “a posto” (il posto che ha in mente lui), non cerca di controllare tutto, non ha un ideale di bene o di perfezione. Si affida, sa che quel mare è percorso a volte da onde altissime e a volte da momenti di stanca

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ma che solo nell’ignoto, nel lato di noi che non conosciamo si celano le enegrie che ci tengono in vita. L’equilibrio interiore non è la pace dei sensi ma è lasciar crescere il seme dell’unicità che ci caratterizza e che ha bisogno di tutte le emozioni, tutti gli stati d’animo, tutti gli eventi per maturare. Farlo non è difficile, basta liberarsi delle zavorre più pesanti: il giudizio degli altri, gli attaccamenti e le abitudini, soprattutto mentali. Come scoprire se si è sulla buona strada? Un modo è quello giocoso che vi proponiamo. Un test multiplo da completare in allegria e su cui poi riflettere con calma. Divertiamoci!

Ti fai condizionare o sei indipendente? Scopri un panorama mozzafiato… A Devi farti un selfie e postarlo subito B Te lo godi rapito

I tuoi hanno scelto il villaggio, tu lo destesti A Pazienza, meglio che stare solo B Proponi un’alternativa più allettante

Nella casa delle vacanze… A Sgobbi più del solito, col sorriso B Te la prendi comoda

Tu vuoi fare shopping lui un’escursione… A Prima l’escursione, poi se c’è tempo… B Vi separate, vi ritroverete poi

La tua amica va in vacanza senza i figli A Beata lei che non si fa problemi B Stare un po’ da soli fa bene

MAGGIORANZA DI A Bagaglio pesante: troppi condizionamenti! Non riesci a fare a meno di allinearti ai bisogni, ai desideri di chi ti sta vicino, ma anche ai ruoli, alle tradizioni familiari e alle mode che ti portano lontano, forse, ma solo da te. SERVE PIÙ INDIPENDENZA VAI A PAGINA 58

MAGGIORANZA DI B Bagaglio leggero: desideri e bisogni solo tuoi! È ora di ritrovarti, di dettare tu i ritmi, di seguire le tue passioni, i tuoi interessi e di startene a distanza dalla mischia. Vacanza non è andare lontano da casa, ma vicino a te. Il “come” è più importante del “dove”.

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Il tema del mese LA VACANZA PERFETTA

«Vorrei essere felice, ma...». E dai la colpa al mondo. Ma così deleghi ad altri la vita. Per fortuna in vacanza tocca solo a te!

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Ti ripeti o cerchi il nuovo?

Un albergo senza connessione internet A Mai: è come essere fuori dal mondo B Facebok non ti mancherà

L’hotel in cui andate tutti gli anni non ha posto A Impossibile trovarsi bene altrove B Evviva, si cambia!

Ti propongono un last minute A Dov’è la fregatura? B È un’avventura

Lontano da casa, dove mangi? A Cerchi un ristorante italiano B Dove mangia la gente del luogo

In vacanza senza il partner A Telefoni in continuazione B Stai bene anche da solo

MAGGIORANZA DI A Cambia lo scenario ma non la fatica In ferie stacchi la spina da casa per riattaccarla altrove. Ovunque vai ti porti come una chiocciola abitudini, ritmi, limiti… E quello che tu chiami vacanza è solo la gemella della solita routine che dici di odiare ma ricrei. SERVONO PIÙ NOVITÀ VAI A PAGINA 62

MAGGIORANZA DI B Dimentichi il già noto e vai all’avventura Hai voglia di uscire dai ranghi, di cambiare aria, panorama, pensieri. Viaggiare o anche oziare è aprirsi al nuovo, all’inatteso, portare la mente su dimensioni a te care: fantasia, vuoto, osservazione…

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Vivi l’avventura o pretendi riposo assoluto? La pubblicità di vacanza più allettante A Una persona che dorme in riva al mare B Una persona che va in deltaplano

Il sesso in vacanza A Col caldo non ti ispira B Si risveglia

Dopo cena… A Due chiacchiere e un drink B È bello fare due passi

Quali tra queste escursioni sceglieresti? A Una giornata in motoscafo B Una camminata in montagna

I tuoi interessi d’estate A Vanno in ferie B Li metti in primo piano

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MAGGIORANZA DI A L’ozio che sogni non è né creativo né riposante Il tuo sogno è non muovere un dito, ma più che riposarti, nell’ozio forzato ti intorpidisci. Metabolismo ed eros si addormentano e il cervello senza stimoli chiude per ferie. SERVE PIÙ PASSIONE VAI A PAGINA 66

MAGGIORANZA DI B Tu ti rimetti in moto e il cervello eccitato riparte D’estate la tua fame di stimoli si risveglia: hai voglia di fare, di esplorare, di muoverti. In vacanza sbocci come un fiore, la sensualità dà linfa anche a nuove idee e progetti.

Sai lasciarti andare o tieni il conto di tutto? Come programmi le ferie? A In largo anticipo documentandoti B Scegli quel che ti va al momento

Quando visiti una città nuova A Ti affidi a una buona guida B La scopri poco a poco

Alla ricerca di un monumento scopri un quartiere delizioso A Prosegui, ti farebbe perdere tempo B Esplori incuriosito

Al mare un attraente sconosciuto ti corteggia A Avventure da spiaggia? No grazie B Stai al gioco

A un’escursione che hai già pagato non ti va di andare A Vai lo stesso, se no ti senti in colpa B Non vai, ti costerebbe di più farlo di mala voglia

MAGGIORANZA DI A A furia di programmarlo il divertimento evapora La vacanza è un lavoro: bisogna programmare, sfruttarla al massimo, vedere più possibile... Ed evitare di fermarsi e ascoltarsi. Così tra tour de force e levatacce rimpiangi il divano di casa o l’ufficio… SERVE UNA SANA FOLLIA VAI A PAGINA 70

MAGGIORANZA DI B Ti godi le piccole cose e il gusto della libertà Vacanza è scrollarsi di dosso obiettivi, tabelle di marcia, pesantezza… Non serve chissà che per alleggerirsi: una partitella di pallone, una serata improvvisata, ascoltare le cicale, il silenzio… e anche nel terrazzo di casa sei “altrove”.

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Il tema del mese LA VACANZA PERFETTA

L’INDIPENDENZA

Impara in vacanza COSÌ RITROVI LA FIDUCIA IN TE STESSO. IL NEMICO? I SENSI DI COLPA, SPESSO ALIMENTATI DALLA DIPENDENZA AFFETTIVA. ECCO LA STORIA DI UNA PERSONA CHE CE L’HA FATTA E QUALI PASSI SERVONO PER IMITARLA

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osa accade quando i copioni scritti da altri diventano l’unica traccia che ci consentiamo di seguire? È una forma mentis che portiamo sempre con noi, anche in vacanza… Ma attenzione: siamo solo noi a concedere agli altri il diritto di decidere della nostra vita. Così accade a Giulia. Lei non ha possibilità di scelta: si va in vacanza al mare, in casa dei nonni, e guai a lamentarsi! È una bambina? No, ha quasi 30 anni, è single e decisamente sovrappeso. Ma, proprio come in città, le sue ore sono scandite dai tempi dei familiari perché il suo tempo Giulia non ce l’ha, presa com’è a soddisfare le aspettative di una madre esigente e di una sorella invadente. Giulia è di buon carattere e teme di deluderle, anche se in realtà loro la sfruttano facendola pure sentire in colpa. Lei cucina, sistema l’appartamento, fa la spesa, porta la borsa più pesante quando si va in spiaggia. La madre detta tempi e percorsi, la sorella minore fa la princi-

Perché a volte ci facciamo mettere i piedi in testa?

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a sola idea che possano emergere scontri o conflitti conduce alcuni a non esporsi, in modo da preservare il rapporto con gli altri per la paura delle loro reazioni, di deluderli e soprattutto di essere abbandonati. Quindi non sono mai gli altri, siamo noi a dare loro il potere di sottometterci. Ma occorre fare attenzione: il timore di non essere amati porta a costruire relazioni superficiali che occultano disagio e frustrazione. La soluzione è riprendersi la propria indipendenza.

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pessa, Giulia sgobba. Perché non si ribella? Ogni tanto una parola di insoddisfazione le arriva alle labbra, ma le dispiace dirla, non vuole sembrare arrogante. E poi cosa potrebbe combinare da sola? Lei ha poco cervello e pensa solo a mangiare, quelle due non fanno che ripeterglielo. Basta chiudere la bocca Quante volte, proprio come Giulia, abbiamo chiuso la bocca per paura di perdere l’approvazione altrui? Quante volte abbiamo concesso agli altri di invadere i nostri spazi? Quanto di tutto questo poteva essere evitato? Le voci interne dicono che non si può fare altrimenti? Occorre prendere le distanze o si finisce in trappola. Subiamo continue critiche? Spesso siamo noi ad attirarle con il nostro atteggiamento remissivo, che attiviamo proprio per rispondere alle pretese degli altri. Siamo noi quindi a legittimare le loro osservazioni. Guardando bene ci rendiamo conto che le persone alle quali non riusciamo a ribellarci sono tutte nostri riflessi: le loro critiche sono le critiche che noi, in primo luogo, muoviamo a noi stessi. Il primo passo per uscire dall’impasse è dare un volto a ogni interprete e riconoscerlo. Così aumenterà la fiducia in noi stessi e porremo un limite all’autocensura e alla convinzione falsata: «Non sono in grado; cosa penserà di me; e se si arrabbia?». Mai guardata così Da cosa nasce cosa, si sa. Da tutte le corse al bar sotto casa a comprare cornetti freschi per “le due signore”, nasce una simpatia tra Giulia e il giovane barista. Giulia è intimidita ma raggiante: nessuno l’aveva mai guardata così, o trattata con simpatia e interesse evidente. Ma allora non sono proprio da buttare! Come prosegue la storia è facile capirlo: un mezzo miracolo. Qualche passeggiata, qualche “fuga


Scopri la tua strada

ECCO COME FARE

a dire qualche no dai doveri” di lei per un bagno dopo l’orario di lavoro di lui, il primo litigio in cui per la prima volta Giulia risponde male a sua mamma: «Non mi interessa quello che pensi, io oggi vado a spasso con Carlo». Scandalo! E una nuova vita per Giulia, tutta da scoprire. Sfidare i demoni «In me non c’è niente di sbagliato»: ecco la frase magica. Pensare il contrario porta a voler compiacere gli altri. Riconoscere ciò che ci caratterizza regala un senso di completamento e di equilibrio

che rende capaci di sfidare i propri demoni. Perché, come sappiamo, il loro potere su di noi è solo opera nostra. Quando Giulia, schiacciata dal continuo confronto con la figura materna, smette di autocensurare la propria femminilità e segue l’istinto, tutto inizia a cambiare per lei. Occorre partire da azioni piccole, non occorrono grandi stravolgimenti. Sono quei piccoli mattoni, quei primi “sì” che dici a te stesso che infondono il coraggio di dire i primi “no” a chi ti vuole dominare.

Come trovi il coraggio di dire no a chi ti domina? Iniziando a dire qualche sì a te stesso, ai tuoi gusti e bisogni. Solo così rinforzi autostima e autonomia

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Il tema del mese LA VACANZA PERFETTA

GLI ESERCIZI

Guida pratica per capire cosa fa per te e cosa devi rifiutare «Ma io non so cosa voglio», dice chi si fa dominare. Ma sai cosa non vuoi! Parti da lì e ne farai di strada COSÌ NON TI ACCUSI PIÙ Sali sul palcoscenico e fai pace col personaggio sottomesso

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ome fossi su un palcoscenico, prova ad aprire lo sguardo al tuo “sipario interiore” e a visualizzare ogni personaggio che vive in te. Socchiudi gli occhi e individua quale fra questi ti ha disturbato di recente: può essere quello che ha covato rabbia per un torto ricevuto o quello che ha subito l’ennesima scelta altrui. Quale che sia il protagonista del “misfatto”, immaginalo come un uomo (o una donna) con cui hai un forte legame e prova a guardarlo con tenerezza. Adesso, sempre ad occhi chiusi, immagina di condurre una vita totalmente opposta a quella che stai vivendo. Potresti, ad esempio, immaginare una vita tranquilla se quella che vivi al momento è frenetica. Individua il protagonista di questa nuova vita e, una volta visualizzato, fallo incontrare con il personaggio precedente. Stai nell’ascolto e osserva cosa accade. • La tecnica immaginativa è utile a sviluppare la consapevolezza di Sé e di quei lati che, se non riconosciuti, ci ingabbiano spesso in relazioni di “sudditanza”. Attraverso questo semplice esercizio, imparerai ad esplorare i molteplici e articolati territori del tuo Sé. Anche quelli che ti disorientano.

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Ti danno la spinta Se lasci loro spazio, le tendenze che hai sacrificato sull’altare del dovere emergeranno con tutta la prepotenza necessaria


BUTTA VIA I PESI MORTI La mente piena di doveri non sa ribellarsi. Svuotala

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ersi nella routine di tutti i giorni non ci rendiamo conto di quanto “ superfluo” abbiamo accumulato. Che si tratti di amicizie ormai sepolte, di oggetti inutili o, ancora, di sentimenti tossici, la vacanza potrebbe essere il momento giusto per scegliere di portare in valigia ciò che desideriamo realmente. Inizia dalla tua casa: disfati di oggetti rotti o inutilizzati, riflesso, questi ultimi, di desideri che non ti concedi e di potenzialità che rimangono inespresse. Sgombra l’armadio: elimina abiti logori, piccoli, grandi, inutilizzabili, segno di una difficoltà ad affrontare i conflitti e di un passato che continuiamo a portare in vita attraverso “la pelle morta” dei vestiti dismessi. Ripulisci il computer dalle “memorie” inutili e categorizza le informazioni in modo chiaro. Sono, questi, utili accorgimenti funzionali a comprendere ciò che ti serve davvero. Adesso che hai imparato a far spazio, di fronte a un’azione che ti viene chiesta chiediti se è ciò che vuoi realmente. La mente sgombra richiamerà spontaneamente possibilità vicine ai tuoi talenti.

ACCENDI UN FARO INTERIORE Un passo alla volta, inizia a percorrere una strada solo tua

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«La personalità non può mai svilupparsi senza che l’individuo scelga coscientemente di seguire la propria strada» CARL GUSTAV JUNG

ntroduci ogni giorno un piccolo cambiamento per “ricollocarti” al centro della tua vita. Comincia a prenderti del tempo per te, potresti scegliere di dedicarti un’ora al giorno a un’attività che ti interessa, che sia il pilates o una passeggiata, l’importante è rispettare l’appuntamento! Nei giorni seguenti togli dei pesi alle tue giornate, delegando ad altri una piccola parte delle mansioni di cui, in genere, ti occupi tu: fai in modo che almeno una sera qualcuno ti prepari la cena, metti giù un “planning” settimanale coinvolgendo le persone che sono con te. Non devi avere l’ansia di cambiare tutto subito, non funziona così. Fai un passo al giorno, ogni giorno. Alla fine, fai un bilancio. Non importa quanto ti possa esser sentito a disagio o, addirittura, in colpa verso gli altri. Ripeterai lo schema anche al rientro dalle ferie e alla fine ti accorgerai che l’indipendenza dal giudizio altrui ti avrà fatto stare molto bene. • Da quanto tempo non fai ciò che ti piace davvero? La vacanza deve essere il momento ideale per far posto a qualcosa che desideri. Più spazio dai a ciò che ti è affine, più diventerà facile impedire al mondo esterno di disporre di te a suo piacimento.

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Il tema del mese LA VACANZA PERFETTA

LE NOVITÀ

Sorprenditi, e tutto «MIO MARITO NON CAMBIA MAI. CON MIO FIGLIO È SEMPRE GUERRA. GLI AMICI MI DELUDONO DI CONTINUO». LA CHIAVE DELLA RINASCITA È CAPIRE CHE NON È IL MONDO A RIPETERSI, MA LA MENTE A GIRARE IN TONDO

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arolina è una nuotatrice provetta. Una vera fortuna, perché quando l’atmosfera in casa diventa insopportabile e scatta l’ennesimo litigio con Andrea, il marito, invece di sfogarsi con le solite urla ai figli, ora che è in vacanza può almeno correre in spiaggia e tuffarsi. Adora fare immersioni. Il mondo là sotto è silenzioso e bellissimo. Osserva i pesci, il fondale, le bolle che salgono in superficie. Sta bene. O meglio stava. Fino all’altro giorno, quando prima ancora di entrare in acqua le è arrivato un attacco di panico. No, non può essere paura dell’acqua, è la sua seconda natura! Eppure il giorno dopo ci riprova ed è uguale: acqua alle caviglie uguale panico. Disastro. Cosa le sta succedendo? Non bastavano gli altri stress, ora anche l’unico motivo di gioia deve venire a mancare? Perché il profondo la terrorizza? Cosa deve scoprire? Chi pensi di essere? Carolina passa due giorni bruttissimi, ma invece di stare in casa a rimuginare inizia a camminare. A zonzo, sulle rocce, sulla collina. Cammina e cammina. E ogni tanto iniziano ad affacciarsi immagini che di solito scacciava. Lei mentre litiga, mentre urla, mentre sgrida. Inizia a vedersi “da fuori”: ma sono davvero io? Non si riconosce più. Ma chi sono io allora? E mentre cammina e lo sforzo le fa sentire il dolore ma anche il piacere nelle gambe, le tornano ricordi molto più lontani e ci si immerge senza paura. Ricordi di lei stessa da ragazza. Momenti trascorsi da sola. Allora non c’erano litigi. Ma allora non c’era nemmeno questa Carolina. Era un’altra. Dove è andata a finire? È una sorpresa rendersi con-

to che tutti gli stress che costellano le nostre giornate forse non dipendono tanto dal mondo esterno, ma da un’identità incancrenita. E da tutti gli schemi mentali ripetitivi che producono nelle nostre giornate sempre gli stessi risultati. Ecco l’intuizione: basta litigare, basta sforzarsi alla morte per convincere il mondo di aver ragione. Immergersi nel mondo interiore le ha sbloccato la mente e le permetterà di affrontare le cose con uno sguardo tutto nuovo. Libera il tuo altro Vivere è essere un altro, diceva il grande poeta Fernando Pessoa. Non è ripetersi identici, è mutare, trasformarsi. Perché in realtà sei nuovo ogni giorno. Ogni notte infatti ti “immergi” nelle profondità dell’inconscio e resetti gli scarti della mente, le identità fisse e ricontatti le tue radici. Il nemico di questa rigenerazione natuarale sono le solite abitudini, anche in vacanza: stessi schemi, stessi posti, stessi ricordi a comando. È deleterio: “somigliare” ti inserisce in un museo. Vai a cercare l’altro te, l’altro che c’è in te. Il personaggio perduto: è quello che non si ripete, è il lato che giudichi e mandi via: ma sa molte cose di te. Nelle fiabe antiche e moderne accade sempre che una parte malvagia, quando l’eroe sembra perduto, lo salva e sconfigge il male. Così Dart Fener salva Luke e uccide l’Imperatore. Il lato oscuro, il demone ti aiuta, l’ombra è benefica. Come il panico ha salvato Carolina costringendola a vagare dentro di sé. Ritrova la libertà mentale di vivere parti di te che non accetti perché le senti giudicate. Proprio loro rompono gli schemi e ti rigenerano.

«Cancellare tutto dalla lavagna da un giorno all’altro, essere nuovo a ogni alba. Perché questa è la prima alba del mondo» FERNANDO PESSOA 62

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Incontra il tuo lato in ombra

ECCO COME FARE

può cambiare Perché l’attacco di panico è un segnale di speranza?

C

ome accade alla protagonista della storia che leggete a fianco, l’attacco di panico non arriva per caso. Si presenta quando non vediamo al di là del nostro naso, quando tutto nella nostra vita ci sembra immobile ma non ci rendiamo conto che siamo noi a tenerlo fermo. L’energia del panico, come una bufera, abbatte i muri dietro

cui la mente si è trincerata e invita a ritrovare l’energia, la voglia, il desiderio. A smetterla di voler raddrizzare il mondo e a riaccostarsi semplicemente a ciò che fa stare bene. Non combattere la paura, accoglierla, farsi invadere: è questa la chiave per tornare amici della forza vitale e non costringerla più a fare la guerra alle nostre maschere.

Vai nel fondo Gli impegni non ti pressano, puoi imparare ad ascoltare il tuo mondo interiore

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Il tema del mese LA VACANZA PERFETTA

GLI ESERCIZI

Esci dal deja-vu e riaccendi la Quando ti sembra di tornare sempre al punto di partenza, devi provare ad aprire una porta tutta nuova nella tua mente

SCENDI IN PROFONDITÀ Vai in esplorazione dei tuoi lati oscuri e tutto si rinnova

«P

erché volete escludere inquietudine, sofferenza, amarezza dalla vostra vita? Non sapete ancora come tali stati stiano lavorando in voi. Lasciate che semplicemente vi accadano». A questo elenco del grande Rilke possiamo aggiungere: rabbia, paure, fragilità, desideri fuori dagli schemi e tutti quei lati del carattere o quegli episodi che ci fanno dire: «Non cambia mai niente...». Ecco, tutte le volte che emerge il tuo lato “ombra”, anziché metterlo a tacere, vai in un posto tranquillo e a occhi chiusi percepisci il senso di disagio che ti provoca. Concedigli spazio dentro di te: non giudicarlo, lascia che si espanda. Man mano che smetti di lottarci contro proverai una piacevole sensazione: in quel momento metti a fuoco l’immagine di un uomo o una donna che ti piace, un personaggio in sintonia con quello che vorresti essere. In questo modo inizi a integrare in te quegli aspetti che non ti piacciono e ti riavvicini a un’armonia interna, alla sintonia con la tua natura più profonda.

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Viva l’insolito Rompi la rigidità mentale: vedrai i vecchi problemi come occasioni d’oro per evolverti


«Non abbiamo alcuna ragione di diffidare del mondo interno, non è contro di noi. E se ha terrori, sono nostri terrori; se ha abissi, appartengono a noi questi abissi, se vi sono pericoli dobbiamo tentare di amarli» RAINER MARIA RILKE

tua naturale gioia di vivere ALLONTANATI DALLA STRADA MAESTRA Immagina di perderti: guarderai le cose con occhi diversi PRIMA FASE Chiudi gli occhi e immagina una delle tue giornate tipo... le solite attività. Pensa a tutto ciò che conosci… la casa, l’ufficio… il solito tragitto… persone e volti conosciuti… SECONDA FASE Ora immagina di perderti… cammini su strade mai viste… poi in un bosco fitto… il sentiero si fa intricato… tortuoso… ti senti perso… provi paura... senso di solitudine... sei perduto... solo... cedi senza opporti a questo senso di smarrimento... non resistere... ti lasci andare... e cominci a percepire il piacere di abbandonarti... senti il piacere che sale dalla pancia, dal basso… un piacere sempre più intenso… non sai dove stai andando… ti senti protetto e custodito da questo piacere che proviene dalla pancia… sei dentro te

stesso… sprofondi dolcemente... la strada ora si tratteggia da sola… sinistra… poi a destra… senza più nessun pensiero… nessun giudizio… TERZA FASE La pancia ti sta guidando… non vi è più alcuna lotta… solo la sensazione di non aver più alcun riferimento… e senti un profondo stato di pace… e ti ritrovi in una radura… lì c’è una sorgente... bevi da questa fonte e senti un’ebbrezza sconosciuta… ti senti leggero... felice. • In questo esercizio immaginativo grazie all’acqua interiore, cioè all’istinto, alla tua natura, ritrovi le strade che già conosci: quella di casa, dell’ufficio, ritrovi le persone di sempre. Ma ora puoi sentirle in modo nuovo perché sai che il tuo benessere proviene solo da dentro.

SMETTI DI AGIRE IN AUTOMATICO Nuovi orizzonti spazzano via i ritornelli mentali

N

on è il mondo esterno a metterti di fronte sempre le stesse situazioni spiacevoli, sei tu che indossi occhiali che ti fanno vedere solo quelle. Sperimentare azioni inconsuete e lontane dalle tue abitudini, allontanarti dai soliti percorsi, dai soliti rituali, dai soliti amici, libera la mente dai ritornelli. Chiediti: cosa posso fare adesso invece della solita passeggiata per negozi, del solito pomeriggio in spiaggia, del solito aperitivo con i genitori degli altri bambini? Fai attività da cui di solito ti tieni alla larga, sperimenta orizzonti e paesaggi che di solito non frequenti, osserva le cose da punti di vista diversi. Quando smetti un’abitudine, dentro di te si crea una specie di vuoto. Non temerlo: il vuoto è necessario per fare spazio a nuove intuizioni e a nuovi comportamenti più funzionali e meno stressanti, da mettere in campo con te stesso e con chi ti circonda.

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Il tema del mese LA VACANZA PERFETTA

LA PASSIONE

Non devi riposare, AMORE, LAVORO, SVAGO... «VOGLIO CHE TUTTO SIA TRANQUILLO E AL SUO POSTO, ALTRIMENTI STO MALE». LA PAURA DELLA VITA PERÒ SPEGNE IL DESIDERIO. CHE BUSSERÀ NEI DISTURBI PSICOSOMATICI. MA TI SALVA IL VENTO DELLA PASSIONE!

S

imona è una donna di 40 che soffre di frequenti disturbi di natura psicosomatica: nausea, inappetenza, reflusso gastroesofageo... Se poi le cose non vanno come le aveva programmate, se si verifica un piccolo imprevisto o un intoppo, un litigio con il collega, allora arriva a non dormire per intere nottate. Per fortuna c’è Fabio, sempre pronto ad accudirla e a coccolarla con un buon tè caldo e le sue tante premure: «Stai tranquilla, riposati, ci penso io». Ormai i loro ruoli si sono consolidati da tempo: lei è la “malata” e lui l’accudisce e anche se stanno insieme solo da qualche anno, l’eros e la passione sono ormai usciti dai loro radar. Simona è una donna metodica e ordinata, tutto deve essere al posto giusto e se manca un piccolo tassello va in tilt. Non vive di grandi slanci emotivi, l’importante è che all’orizzonte il mare sia calmo. Nella

Perché arrivano mille disturbi? I disagi sono volti di noi stessi, modi di essere inesplorati, energie sopite che non portiamo in campo. Essere pieni di sintomi significa aver perso di vista le sensazioni più profonde e viscerali, le emozioni più spontanee. Quando veniamo schiacciati da un ruolo o una serie di convinzioni ci condizionano la vita, i sintomi fisici sono spesso il reclamo del mondo interno, un modo per costringerci a uscire dalle barriere che ci siamo creati. Come nel caso di Simona che si era costruita il ruolo tranquillo di “malata immaginaria” ma nascondeva una donna ricca di fuoco e passione.

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sua vita è meglio che tutto rimanga immobile, a costo di trasformare l’esistenza in una palude. Il suo lavoro infatti non le piace granché, ma è sicuro. Gli amici sono quelli di una vita e anche se con loro ormai non condivide più molto, sempre meglio tenersi in contatto. Acqua sul fuoco E poi c’è Fabio: con lui c’è un grande affetto, con lui si sente piccola e fragile, la bambina da accudire, non di certo una donna passionale e desiderabile. Quando qualcosa tocca i suoi “punti fermi” si sente come morire. Del resto soffre di ipocondria da sempre. Insomma, è necessario buttare di continuo acqua sul fuoco, più per il timore che il fuoco possa stravolgere la sua vita e portarla lontano, che non perché qualcosa sia effettivamente incendiato. O forse sì? In effetti qualche mese prima al lavoro era arrivato uno stagista. Simona lo trovava molto affascinante e si era scoperta spesso a fare fantasie su di lui. Ma le giudicava riprovevoli e sconvenienti, così ha fatto di tutto per farlo trasferire mettendo tutto a tacere. Nel frattempo però ha iniziato a soffrire di una forte forma di acne rosacea che le ha segnato tutto il volto. Per quanto tentiamo di spegnere il fuoco, la sua energia è sempre presente e visto che Simona faceva di tutto per non vederlo, lui si è disegnato sul suo viso: lì doveva guardarlo per forza! Ma anche questa volta il tran tran procede, non si ammettono colpi di scena: «Si tratta solo di stress!». Ed ecco che arrivano le tanto desiderate vacanze, Simona come al solito pensa di aver bisogno di un luogo tranquillo per riposare da stress e malattie che la perseguitano, da una vita che


Riattiva il “tuo” eros

ECCO COME FARE

devi entusiasmarti! e

Non ti senti stanco perché hai troppi impegni, ma perché sei troppo impegnato a trattenere istinti e passioni. Liberali e sentirai affluire un fiume di energia pensa faticosa e invece è solo trattenuta. Un villaggio turistico è la cosa migliore. Ma non sa che nel profondo c’è un’altra Simona che scalpita.

Cavalca l’onda Corpo e mente vanno all’unisono: se accendi l’eros trovi tanta energia e gioia di vivere

Il ruolo dell’eros La vacanza è programmata per filo e per segno, tranne che per l’incontro inaspettato con il maestro di ballo del villaggio turistico, che lascia Simona senza parole. Questa volta, forse complice la vacanza che cambia i soliti panorami, anche mentali, non riesce a frenare il fiume in piena che la travolge: quest’uomo le piace e non può fare a meno di andare alle sue lezioni per vederlo e ballare con lui. E tornano le fantasie, questa volta irrefrenabili al punto da diventare messaggi dai toni accesi, anche se virtuali. Improvvisamente però Simona non è più malata: tutti i disturbi sono spariri e fa di tutto per valorizzarsi e apparire desiderabile. E Fabio? Inizialmente è disorientato da questo suo improvviso cambiamento, ma ne è anche felice. Tanto che la passione tra loro due riemerge. L’eros ci fa evolvere, il suo fine non è farci scegliere tra questo o l’altro, ma far riaffiorare le energie sopite dentro di noi e trasformarci. Il ballerino era un interruttore; Simona non desiderava davvero lui, desiderava incontrare una nuova Simona: un modo di essere che aveva dimenticato e che l’eros ha riportato in campo.

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Il tema del mese LA VACANZA PERFETTA

GLI ESERCIZI

Assaggia il gusto dell’avventura: ti ritempra e ti rigenera La vita è energia creativa ma si esprime solo se smetti di temerla. Dove ti porterà? Nella tua vera casa! L’ESERCIZIO CHE TI STUZZICA Chi vorresti essere? Prova per un giorno a giocare in un altro ruolo

L’

eros è l’altro nome della spinta vitale, la forza che ci fornisce le energie per portare a compimento i nostri talenti. Come risvegliarlo quando è andato sullo sfondo? Spesso latita perché, per amore di tranquilità, abbiamo aderito a un ruolo sempre uguale a se stesso che non dà spazio a momenti inaspettati e a sorprese. In questi casi fantasticare di entrare nei panni di un altro è un’operazione utile, perché permette di lasciare andare il solito personaggio, portando in scena modi di essere e qualità differenti. Un modo per farlo è divertirsi a cambiare nome e immedesimarsi in una persona completamente diversa da noi. Chi vorresti essere? Un esploratore, una ballerina, uno scrittore. Visualizza la tua scelta, immagina l’aspetto, il viso, i modi di fare. E poi in alcuni momenti della giornata divertiti a fare un “cambio di ruolo” e ad agire come farebbe lui. All’inizio solo nella fantasia, ma con un po’ di coraggio puoi provare a osare cambiando anche il modo di vestire, di pettinarti o il profumo. Questo semplice esercizio, staccandoti dal tranquillo tran tran mentale, porta allo scoperto la tua autenticità e metterà in luce lati nuovi e inaspettati di te, che ti erano sconosciuti, e una passionalità inattesa.

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PAROLE CHE ACCENDONO Scrivi le tue fantasie, poi leggile al tuo partner

L

e parole possono avere una valenza energetica importante, sono come delle chiavi di accesso a realtà altrimenti non contattabili. Quelle giuste dette nel momento opportuno possono abbattere le rigidità e aprire un universo di fantasie, accendendo la scintilla dell’eros, specialmente quando al contrario stiamo vivendo un ménage un po’ spento. In un momento nel quale ti senti ispirato, perché magari stai pensando a qualcuno che ti piace o hai appena visto qualcuno che ti ha colpito, lascia scorrere la tua immaginazione senza freni, abbandonandoti alle fantasie. Poi prendi carta e penna e scrivi in modo diretto tutto quello che ti sta passando per la mente, senza giudicarti. Adesso puoi scegliere se leggere al partner quanto hai scritto o, se non te la senti, puoi rileggerlo tu più volte: è un’attività utile che piano piano può sciogliere un eros congelato.


L’IMMAGINAZIONE GUIDATA Quando balli con il mistero porti alla luce i tuoi desideri

C

hiudi gli occhi e immagina di entrare in una dimensione fiabesca, fantastica, una parentesi fuori dal tempo. Stai entrando in un sogno dove tutto può succedere... Poi la luce diventa più fioca, entri in un corridoio buio e stretto e raggiungi una porta in legno... Bussi ma non apre nessuno... Rimani sulla soglia per qualche istante, poi ti apre un uomo o una donna misteriosa... Indossa una maschera e senza sapere il perché ti fidi, ti prende per mano e ti accompagna a un grande guardaroba pieno di vestiti di ogni genere e colore... Devi andare a un ballo mascherato in sua compagnia... Così mentre ti guarda, scegli con cura l’abito per il ballo. Poi scegli la maschera e infine entrate nella sala da ballo. Il personaggio sconosciuto è con te, e tu senti che puoi fare quello che vuoi, fuori dai soliti ruoli della tua vita quotidiana... Puoi lasciarti andare nelle danze più sfrenate, parlare con degli sconosciuti, flirtare con lui o con lei... Prova a stare in questa dimensione per qualche minuto e poi poco per volta fai sfumare le immagini, con la consapevolezza che potrai farle riaffiorare tutte le volte che ti sembrerà opportuno. • Attraverso le immagini possiamo fare riaffiorare il volto sconosciuto e misterioso dell’eros. Identificarlo in un personaggio mascherato porta a contattare il “nostro” eros, diverso da tutti gli altri, e ad affidarci a lui.

L’incontro L’altro è l’interruttore capace di innescare stati energetici altrimenti irraggiungibili

L’eros è la più grande forza trasformativa. Il suo scopo non è incasellarti o sistemarti, ma farti scoprire lo “sconosciuto” che ti abita

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Il tema del mese LA VACANZA PERFETTA

LA SANA FOLLIA

Ritrova l’energia di CALCOLARE, PROGRAMMARE, PREVEDERE: ASPETTATIVE E CALCOLI ECCESSIVI SQUILIBRANO IL MONDO INTERIORE, CHE RIMEDIERÀ SPINGENDO A FARE COLPI DI TESTA. SOLO IL GIOCO E LE “AZIONI FELICI” POSSONO RIEQUILIBRARE LE COSE

«N

on sopporto la vacanza, è una perdita di tempo!». Walter rispetta la sua immagine di manager superimpegnato anche in questo periodo in cui si concede qualche giorno di stop vacanziero, più per sedare le insistenze della moglie che per una sua esigenza. «Le ferie per me sono una vera tortura. Tutti quei giorni persi a fare niente di utile. Ma odio litigare con mia moglie». Anche d’inverno del resto Walter conosce solo un modo per svagarsi: lo sport estremo. Che sia paracadutismo o arrampicata libera, parapendio o qualche altra attività ad alto rischio l’importante è «la scarica di adrenalina, quella mi fa sentire vivo». Come si concilia questo quadro con gli attacchi d’ansia? Sì perché Walter ne soffre da un anno ed è in cura da una psicoterapeuta. E a guardar bene ci sono altre cose che non tornano. L’intrepido Walter ha d’altro canto modi pacati da cui non traspare mai nessun eccesso. Misura ogni parola, mai un’emozione fuori posto. Non ama litigare ed evita con cura ogni discussione. Ma non è sempre stato cosí. Da piccolo, racconta alla psicoterapeuta, era un bambino curioso, vivace, spesso capriccioso. E se litigava con gli altri lo

faceva per davvero. Quando era preda di un eccesso d’ira però la madre, per contenerlo, lo legava. Letteralmente. E allora, obbligato a restare seduto per ore in punizione, amava perdersi nei sogni a occhi aperti. Nel suo mondo fantastico tutto si colorava a tinte forti. Duelli, lotte, riconciliazioni... Sintomi eloquenti «Ora solo se organizzo tutto alla perfezione riesco a stare bene. L’imprevisto, il vuoto, il non fare niente: mi terrorizzano», dice Walter. Il vuoto è il luogo in cui si incontrano le proprie paure, ammonisce la grande psicanalista Marie-Louise Von Franz. Per Walter infatti tutto deve andare come previsto. Una tendenza all’iper-controllo che gli impone giornate fedeli a un rigoroso copione, scandito da impegni puntuali e imprescindibili. E mai un momento di vuoto! Abbandonarsi comporterebbe incontrare se stessi e le emozioni tenute a distanza. Ecco il perché dei “colpi di testa”, delle attività estreme e pericolose di cui Walter ha bisogno: l’adrenalina serve a dargli la scossa emotiva di cui è assetato. Più le emozioni sono arginate e confinate, più cercheranno modi incoerenti

«Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé» PABLO NERUDA

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Ricaricati col gioco

ECCO COME FARE

quando eri bambino Potenziale creativo Percorsi liberi e azioni senza obiettivi ti fanno entrare nel senza tempo, dove si crea la vita

e dirompenti per uscire. E l’ansia? Che senso ha? Le emozioni tenute lontane sono quote di energia inutilizzata che continua a premere contro il vestito delle buone maniere e dell’iper-razionalità cucito addosso, delle azioni difensive. Reprimerle all’infinito non è possibile. E di colpo esplodono travolgendo tutto negli attacchi d’ansia. La chiave del successo Per Walter c’è solo una possibilità. Ritrovare la saggezza antica dei bambini che grazie alle azioni felici “senza obiettivi”, al perdersi nel gioco, incontrano il senza tempo e le immagini del profondo. Anche Walter deve entrare in un tempo senza tempo, senza orologio, senza obiettivi. Difficile? No, anzi, è molto più faticoso tenere in piedi l’impalcatura dell’autocontrollo che non, finalmente, iniziare un po’ alla volta, un millimetro al giorno, a cedere il timone. A chi? Ma al vero esperto di navigazione nel mare aperto della vita: il bambino che Walter non ha mai smesso di portare dentro. Solo che ora, in vacanza, può farlo in modi meno inutilmente rischiosi. Non deve più dimostrare a se stesso di essere vivo: lo è. E anche l’ansia potrà retrocedere, avendo ormai svolo la sua funzione di campanello d’allarme.

Perché proprio i più controllati di colpo fanno azioni folli? Puri e senza costruzioni mentali, i bambini sono costantemente in contatto con le istanze più profonde che li abitano. Quando si cresce e si assumono atteggiamenti da persone adulte e mature la razionalità prende il sopravvento, imbavaglia contraddizioni, incoerenze, emozioni. Nasce il conflitto interiore. L’energia vitale cerca di emergere dallo spesso strato di doveri e vincoli sotto i quali l’abbiamo sepolta. E quanto più è forte la censura esercitata dall’Io razionale, tanto più le istanze naturali irrompono attraverso comportamenti inaspettati, estremi e trasgressivi.

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Il tema del mese LA VACANZA PERFETTA

GLI ESERCIZI

Impara a lasciarti andare: la tua natura sa già dove portarti Osserva i bambini, i più bravi a godersi i mesi estivi. Chi l’ha detto che non puoi ritrovare la loro spontaneità? IL TUO TESORO NASCOSTO Rivedi la tua infanzia: cosa amavi fare e cosa ti dava fastidio?

C

erca un posto tranquillo. Chiudi gli occhi e lasciati avvolgere dal buio. Vai indietro nel tempo, cerca l’immagine di te da bambino. Cosa ti piaceva fare di più? In quale gioco o attività ti perdevi? Adoravi fare castelli di sabbia o cercare fragole nei boschi? In quale personaggio fantastico ti identificavi? E cosa non ti piaceva, ti dava fastidio? Si affacceranno delle immagini, emergeranno delle sensazioni. Lascia che lavorino dentro di te, come un seme. Rievoca quelle immagini in momenti diversi della giornata, ti ispireranno azioni dimenticate che ora consideri “da bambini”, ma invece aprono la porta a funzioni nascoste, pronte a riemergere, più attive che mai. • La vita adulta è fatta soprattutto di ruoli, apparenza, “comportamenti dignitosi”. La mentalità comune ritiene sconveniente far emergere una spontaneità fine a se stessa. Così finiamo per convincerci che sia ormai perduta. Per questo è importante riattivare l’immagine dell’Io bambino. L’esercizio aiuta a ritrovare la leggerezza e la spontaneità dell’infanzia.

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SCOPRI NEL CAOS LE EMOZIONI Hai mai fatto una piccola follia?

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ai mai fatto una piccola follia, un colpo di testa, un’azione diversa da quelle ragionevoli e controllate che ti caratterizzano? Ricordala e visualizzala. Prova a tenere dentro di te l’immagine di quella “pazzia”. La paura che hai provato, il piacere, il desiderio che hai sentito. E adesso visualizza una tua serata normale, perfettamente normale. Una delle tante serate, con le persone che frequenti, anche in vacanza. Tu e la follia siete lì, accanto alla tua vita normale. Adesso immagina quella follia come un’energia dentro di


Infanzia è il contrario di infantilismo. Non devi forzarti al divertimento obbligatorio e organizzato, ma recuperare uno sguardo aperto alla curiosità e allo stupore

OGGI SEI UN FOGLIO BIANCO Butta l’orologio e prova a vivere alla giornata

C

ome imparare a essere semplici in un giorno? Non pensando di fare miracoli ma iniziando a muovere un piccolo passo. Via l’orologio e la pretesa di conoscere già in anticipo il futuro. Un giorno, ventiquattr’ore diventano un foglio bianco, il tuo. Prova a viverlo senza porti alcun piano da rispettare, evita appuntamenti fissi, o le attività “così come da programma”. Cambia i soliti percorsi, vai a vedere cose nuove, sperimenta nuovi gusti e nuovi piatti, parla con persone che normalmente ignori. Sperimenta la libertá, per una volta, di stare con quello che accade dentro di te, di volta in volta. Senza forzare le situazioni accogli sensazioni, emozioni, immagini e desideri nell’attimo in cui si presentano. Percepisci la presenza e lasciati guidare solo dalle sensazioni. Sarà una giornata diversa dal solito, guidata dal mistero, dallo sconosciuto e dal gioco. • Abituati come siamo a imbavagliare o mascherare il nostro Io bambino, anche la censura delle nostre reazioni spontanee e delle reali necessità diventa la normalità. Questo esercizio pratico aiuta a ritrovare le azioni autentiche. ■

Lasciarsi andare Chi ne ha paura teme di fare chissà quali pazzie. Ma è il contrario: meno rigidità rende più sereni ed equilibrati

CHE TI FANNO SENTIRE VIVO Contatta adesso quell’energia te che piano piano si allarga, cresce fino a occupare tutto il campo visivo. Tutta la tua vita normale ne è toccata e come elettrizzata. E mentre prima volevi mandarla via, adesso l’accogli come un’energia fondamentale. Percepisci bene il tuo desiderio di follia, di fare cose non convenzionali. Adesso puoi aprire gli occhi. • L’esercizio immaginativo serve a ripristinare il caos, il disordine nell’ordine. La vita ha bisogno di entrambi i lati, se ne esalti uno solo l’altro tornerà in modi distruttivi e pericolosi per la tua salute. Agosto 2016

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Centro Riza di Me

e dimagrimento

Il Centro Riza di Medicina Naturale e Dimagrimento Olistico è il centro medico dell’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica specializzato in cure naturali e percorsi di dimagrimento. pp I principi ispiratori del nostro approccio sono quelli della medicina psicosomatica: occorre andare alla radice dei sintomi per ccomprenderne il senso, poiché ciò permette di ristabilire rale l’armonia tra ment in modo naturale mente e corpo.

Visite mediche per cure naturali V Pre Presso esso il Centro R Riza è presente un’équipe di medici esperti nelle cure naturali per la maggior m parte delle patologie croniche: gastrite, reflusso gastroesofageo, colite, ipertensione iperte tensione arteriosa, arterios allergie, dermatiti, psoriasi, cefalea ed emicrania ecc.

Percorso Perco corso individuale ind di dimagrimento nostro metodo di dimagrimento cerca di andare alla radice del sovrappeso Il nost basandosi pilasti fondamentali: basand osii su tre p Educazione alimentare (non diete restrittive o iperproteiche) A: Educ cazio one al dell’organismo con rimedi naturali (no farmaci dimagranti) B: Disintossicazione Disin ntossic icazi aspetti emotivi che portano ad alterare il rapporto col cibo. C: Cura degli aas

Psicoterapia Psico otera rap Nel caso o dei disagi d psicosomatici e laddove indicato, le cure naturali sono spesso percorsi di psicoterapia, utili soprattutto in caso di ansia, attacchi di affiancate ancaate daa perco colon panico, colo on irritabile, irritabi gastrite, dermatite, fame nervosa, disturbi del comportaalimentare, depressione, crisi relazionali ecc. Tutti i medici e psicologi del mento aalim mentare, de sono specializzati in psicoterapia a indirizzo psicosomatico. Centro sson no specializza

Consulenza Cons Con sule ssu sessuologica I terap terapeuti pe del Centro si occupano anche di tematiche sessuali maschili e femcalo del desiderio, disfunzione erettile, eiaculazione precoce, vaminili,, come c ginismo, ginism mo dipendenza sessuale ecc. Nella stragrande maggioranza dei casi l’approccio procci io è di tipo psicoterapeutico spesso affiancato all’uso di rimedi naturali (omeopatia, fitoterapia ecc.). (omeo

Per ulteriori informazioni e appuntamenti telefonare al n. 02 5820793 Centro Riza di Medicina Naturale e Dimagrimento Olistico Via Luigi Anelli, 4 - 20122 Milano - e-mail centro@riza.it - www.riza.it

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Dal lunedì al venerdì 9.00-13.00 e 14.00-18.00. Si riceve anche il sabato.


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a cura della dott.ssa Pamela Scarlata L’intestino umano é costituito da centomila miliardi di batteri, che idealmente dovrebbero andare d’accordo tra di loro ed essere in un giusto equilibrio di numero. Diversi fattori (farmaci, diete scorrette, stress) alterano questo ecosistema intestinale portando a disbiosi, direttamente collegata con il sorgere di problemi quali: gonfiori addominali eccessivi, stipsi, colon irritabile , problemi alla pelle, obesità, diabete, asma, allergie ed intolleranze. E’ possibile studiare il mondo intestinale di ognuno di noi e correggerlo con determinati alimenti e specifici batteri.

Trattamento post oncologico di disintossicazione naturale Prende avvio un nuovo servizio di riequilibrio psico-fisico (che utilizza solamente rimedi omeopatici e fitoterapici) per pacondotto che dal dott. Raffsostenuto aele Fiore e zienti oncologici hanno terminato cicli chemioterapici.

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Gli esperti del Centro Riza di Medicina Naturale Dr. Gabriele Guerini Rocco

Medico di medicina generale, psicoterapeuta, esperto di medicina naturale, responsabile del Centro Riza

Dr.ssa Daniela Marafante Medico psicoterapeuta, Vice-Direttore dell’Istituto Riza

Dr.ssa Maria Chiara Marazzina Psicologa psicoterapeuta

Dr.ssa Marilena Zanardi Psicologa e floriterapeuta

Dr.ssa Eliana Mea

Medico neurologo, psicoterapeuta, omeopata

Dr.ssa Pamela Scarlata

Medico, esperto in medicina funzionale dell’intestino e nutrizione

Dr. Francesco Catona Psicologo psicoterapeuta

Michela Riva

Naturopata e operatrice di massaggio olistico

Dr.ssa Laura Onorato Nutrizionista, farmacista

Dr.ssa Cristina Molina Medico omeopata


IL NUOVO LIBRO DI RAFFAELE MORELLI

Nel profondo del nostro cervello è presente spontaneamente l’energia dimagrante. Per attivarla, per farla sbocciare, basta seguire alcune semplici anti-regole. E poi dimagrire verrà da sé

IN LIBRERIA


La medicina

naturale A cura della dott.ssa Marafante e di Marilena Zanardi di PaoloDaniela Marzorati medico, omeopata

Con la collaborazione di Gabriella Cataldo, Patrizia Costanzo e Giordana Ruatasio

Curarsi e mantenere in forma il corpo e la mente

CORPO E SALUTE AYURVEDA L’antica arte della guarigione

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ALIMENTAZIONE

BELLI DENTRO E FUORI

LATTI VEGETALI

SILHOUETTE

Le bianche bevande a tutta natura

Gambe e glutei tonici: ecco come fare 90

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La medicina naturale

CORPO E SALUTE

AYURVEDA

L’antica arte della guarigione Nella notte dei tempi gli Indiani già possedevano un sapere raffinato che considerava l’unità tra il cosmo, il corpo dell’uomo e la coscienza. Scopo di questo sapere antichissimo era mantenere l’uomo in salute. Il suo nome è Ayurveda

Ojas: l’essenza sottile LO SCOPO DELLA MEDICINA È PRESERVARE IL PRINCIPIO DELLA VITA

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a tradizione indiana chiama Ojas il principio che rende possibile la vita: la sua pienezza è garanzia di salute, bellezza, energia e armonia psicofisica; la sua diminuzione porta alla malattia e, se si riduce troppo, alla morte. È l’essenza sottile di tutti i tessuti corporei e di tutta la creazione materiale. Secondo l’Ayurveda, per preservarlo occorre evitare gli stimoli emotivi e sensoriali eccessivi, praticare la meditazione e soprattutto alimentarsi rispettando le regole della propria costituzione. I nemici di Ojas sono: emozioni come la paura, l’ansia, l’ira, le preoccupazioni, ma anche l’abuso di cibi conservati o inadatti, il fumo, l’alcol, l’eccesso di fatica, mangiare o dormire troppo poco. Un buon modo per aumentarlo è assumere zafferano, burro chiarificato ed erbe come la Withania somnifera e l’Asparagus racemosus.

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Riza psicosomatica

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omposta di ayur, longevità, e veda, conoscenza, corpus medico antichissimo, l’Ayurveda è la medicina tradizionale indiana, una disciplina curativa che affonda la sua origine nella notte dei tempi, in pratiche molto precedenti all’uso della scrittura. Essa è basata su un vero e proprio “studio psicosomatico” dei meccanismi vitali che regolano sia il funzionamento di corpo e mente, sia la loro relazione con ogni aspetto del mondo esterno: il clima, le stagioni, i vari tipi di cibo, ma anche le società umane e il mondo psicoemotivo individuale. Un’impostazione quindi modernissima, malgrado sia la più antica scienza medica “strutturata” del mondo, che integra i diversi rimedi adattandoli alla specificità del singolo individuo allo scopo di mantenerlo sano di mente e di corpo e di garantirgli una lunga vita. Un sapere affascinante, utilizzato ancora oggi in India e presente anche in Occidente. Impariamo a conoscerlo.


COS’È IL DOSHA Vata, Pitta e Kapha, le energie da mantenere in equilibrio

I

l primo compito del medico è appurare quale sia la costituzione individuale di fondo dell’individuo, in base alle caratteristiche della sua fisiologia. Secondo l’Ayurveda, infatti, la fisiologia di ogni uomo e le funzioni del corpo, da quelle grossolane a quelle sottili, sono governate dalla proporzione in cui i tre elementi base della vita - i “Dosha”, o energie vitali - si combinano tra loro per dar forma alla sua specificità psicosomatica. Ogni persona nasce con una specifica proporzione di questi tre principi, chiamati Vata, Pitta e Kapha. Secondo l’Ayurveda ogni costituzione tende a soffrire di disturbi organici o psicoemotivi specifici che nascono quando si viene a creare una situazione di squilibrio tra i dosha. Per mantenerli in equilibrio sono prescritti quindi specifici stili di vita, di alimentazione e rimedi personalizzati, in genere di tipo fitoterapico, per ogni Dosha.

Individua il tuo Dosha Ecco come fare Il metodo più sicuro per scoprire quale dei tre Dosha è dominante nella nostra caratterizzazione, è rivolgersi a un medico laureato in medicina convenzionale e successivamente formato ai principi della medicina Ayurvedica presso un centro di formazione. In Italia non esiste ancora una certificazione ufficiale di questi centri, si possono però trovare informazioni presso il sito ayurvedaitalia.it. Sono poi presenti in rete moltissimi test “fai da te” per individuare il proprio Dosha. È impossibile valutarne la correttezza e l’efficacia caso per caso, per cui occorre agire con buon senso non assumendo comunque preparati specifici autonomamente senza prima rivolgersi a un medico ayurvedico.

Ancora attuale L’ayurveda è utilizzato ancora oggi sia in India che in Occidente

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La medicina naturale CORPO E SALUTE Ayurveda

Vata, il Dosha d’aria che deve nutrirsi bene Il tipo Vata è sveglio, attivo, creativo. Ma quando le sue energie non sono equilibrate può soffrire di ansia, stress psicofisico e malattie da freddo

Vata Costituito da etere e aria; funzione principale è il movimento

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egato agli elementi etere e aria, Vata è il principio che governa tutta la “mobilità” del corpo, in particolare gli impulsi nervosi, la peristalsi intestinale, il respiro, i movimenti profondi del citoplasma, delle membrane cellulari e delle cellule nervose, quelli degli apparati respiratorio, circolatorio, locomotore ed escretorio. Ad esso appartengono il colon, la vescica, gli arti, le orecchie, il sistema nervoso centrale e la parte inferiore del corpo, nonché le facoltà percettive sensoriali e la loro elaborazione mentale, i movimenti di pensiero, memoria e coscienza. A Vata appartengono anche i sensi dell’udito e del tatto.

Le sue patologie Gli squilibri di Vata sono segna-

lati da vari disturbi, in particolare: nervosismo, ansia, paura, dolore, stress psicofisico, iperestesie uditive, insonnia, eccessiva magrezza, inappetenza, stitichezza, vulnerabilità al freddo, dolori articolari, crampi muscolari, lombalgie, pelle secca. Le principali cause di squilibrio di Vata hanno in comune un qualche tipo di disordine: dormire poco, l’eccesso di stanchezza, i viaggi lunghi, l’abuso di alcol, il fumo, le diete troppo rigide, gli ambienti affollati e rumorosi, il freddo e l’inverno. 80

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IL RIMEDIO AYURVEDICO Ginseng indiano: restituisce energia a corpo e mente e riduce lo stress

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shwaganda (Withania somnifera) o ginseng indiano è un’erba adatta a tutte le costituzioni per le sue proprietà toniche e adattogene, ma soprattutto ai tipi Vata: oltre ad essere un eccellente antistress è un ottimo antinfiammatorio e antidolorifico, favorisce il sonno, restituisce energia a corpo e mente, migliora le funzioni cerebrali di memoria, concentrazione e attenzione. Come antinfiammatorio è utile contro tutti i dolori muscolo-scheletrici, artriti, problemi reumatici, ma anche in caso di gastriti, ulcera e reflusso gastroesofageo, perché non irrita le mucose gastriche. COME SI USA Si assume in estratto secco standardizzato: una capsula due volte al giorno.

Fichi e ciliegie Danno al tipo Vata la giusta carica di energia

CONSIGLI ALIMENTARI PER IL TIPO VATA Ha poca resistenza: servono pasti regolari e calmi. No al digiuno

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ato che l’energia del tipo Vata si esaurisce facilmente, questa costituzione deve alimentarsi con regolarità, evitare digiuni e alimentazione sregolata e scegliere preferibilmente cibi caldi, dolci, oleosi, salati e acidi.

I cibi sì Il tipo Vata deve preferire i seguenti alimenti: • cereali come avena, riso e grano; • frutta dolce, come banane, mele, fichi, uva, melone, papaya, prugne, ciliegie, bacche, frutta secca; • carni bianche (pollo e tacchino), manzo (occasionalmente), uova, pesce e crostacei; • ortaggi cotti, lenticchie (no agli altri legumi); • tutti i latticini e gli oli; • tutte le spezie e, come dolcificante, lo zucchero integrale panela.

I cibi no Evitare il digiuno, i pasti irregolari o troppo veloci, le bibite fredde o gassate, i cibi amari, astringenti o troppo piccanti, AZIONI SCONSIGLIATE Il tipo Vata deve fare attenzione alle attività fisiche pesanti, al parlare troppo a lungo, al sesso smodato, alle veglie notturne.


La medicina naturale CORPO E SALUTE Ayurveda

Pitta, il Dosha di fuoco che non deve bruciarsi Il tipo Pitta ha intelligenza penetrante e grande fiducia in se stesso. Ma deve fare attenzione: l’ira e un atteggiamento troppo critico può travolgerlo e causare soprattutto disturbi gastrici

Pitta Costituito da fuoco e acqua; funzione principale è il metabolismo

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egato agli elementi Fuoco e Acqua, Pitta è il dosha della trasformazione: governa l’energia fisica, il calore corporeo e soprattutto le funzioni metaboliche, nonché la digestione (fisica, degli alimenti, e mentale, delle idee e delle emozioni), l’assorbimento, l’assimilazione, la temperatura corporea, il colore della pelle, la vista e l’intelligenza. A Pitta sono legati l’intestino tenue, lo stomaco, il sangue, le ghiandole sudorifere, gli occhi e il senso della vista.

Cosa deve temere Di intelligenza rapida e acuta,

Pitta è un passionale ed è predisposto ad esplosivi scatti d’ira e alla gelosia; fisicamente soffre il caldo e di disturbi a livello gastro-duodenale. Gli squilibri di Pitta sono segnalati da irritabilità costante, disturbi digestivi, ingorgo epatico, gastriti, ulcera peptica, eruzioni e infiammazioni cutanee, infiammazioni intestinali, cute giallastra. Le principali cause di squilibrio sono le sue frequenti arrabbiature, i contrattempi e i problemi urgenti, ma anche il clima caldo umido e il lavorare in prossimità di fonti di calore o apparecchiature che emettono onde. 82

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IL RIMEDIO AYURVEDICO Triphala Guggul: disintossica a fondo il sistema gastroenterico

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omposto da un mix di erbe e resina purificata di Commiphora mukul, questo rimedio è usato per disintossicare a fondo il corpo e per promuovere il corretto funzionamento del metabolismo e dell’intestino, ed è considerato una vera panacea soprattutto per i tipi Pitta. Utile in caso di mialgie, edemi, malassorbimento, emorroidi, infiammazioni di ogni genere, meteorismo, cefalea, dismenorrea, ipotiroidismo, aiuta a eliminare le tossine accumulate nelle articolazioni, nella muscolatura e nei tessuti connettivi. La sua azione depurativa e tonificante rinnova a fondo il sistema gastroenterico, con un effetto risolutivo sull’intestino tenue. COME SI USA Si assume in compresse, una dopo i due pasti principali.

CONSIGLI ALIMENTARI PER IL TIPO PITTA È passionale, meglio evitare l’eccesso di calorie

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ata la facilità ad accumulare calore in eccesso, il tipo Pitta deve evitare i cibi ipercalorici e in particolare evitare di mangiare cibi caldi d’estate. I sapori che fanno bene sono il dolce e l’amaro.

I cibi sì Il tipo Pitta deve preferire i seguenti alimenti: • cereali leggeri come orzo, avena, riso basmati e bianco, miglio; • ortaggi come cavoli, carciofi, tarassaco, asparagi, cetrioli, sedano, fagiolini, lattuga, piselli, prezzemolo, patate, germogli; legumi (escluse le lenticchie); • frutta dolce, mele, avocado, cocco, fichi, melone, pere, ananas, prugne, melagrane; • latte, ricotta, burro non salato, ghee; carni bianche, uova, coniglio, crostacei; • spezie come curcuma, cardamomo, finocchio, pepe nero, coriandolo; • zucchero panela; olio d’oliva, di cocco e di girasole.

I cibi no Frutta secca, pasta di grano duro, carni rosse, leguminose, cibi in scatola, ketchup, sottaceti, aceto, peperoncino, bevande alcoliche e gassate, alimenti salati, acidi o piccanti.

Sì alle prugne Col melone sono uno dei sapori consigliati. Pitta deve invece fare attenzione agli alcolici

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La medicina naturale CORPO E SALUTE Ayurveda

Kapha, il Dosha di terra non deve mettere radici Il tipo Kapha è stabile, tranquillo, forte e affettuoso. Ma il suo stato di grazia può scivolare nell’apatia, nella possessività e nel sovrappeso

Kapha Costituito da terra e acqua; funzione principale è creare la struttura corporea

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ormato dal connubio tra Acqua e Terra, Kapha è il Dosha legato alla coesione delle strutture, ciò che tiene assieme le cose: è la forza che dà forma e compattezza alla materia biologica che costituisce a sua volta il corpo e la mantiene stabile. A Kapha competono il sistema immunitario, la resistenza dei tessuti, la lubrificazione delle articolazioni, l’equilibrio dei fluidi a livello cellulare e tissutale, il senso del gusto e l’olfatto. Quando il dosha Kapha è in equilibrio, favorisce la guarigione delle ferite, dona forza, vitalità ed energia. A livello mentale conferisce calma e stabilità.

A rischio chiusura Gli squilibri di Kapha pro-

ducono un eccesso della stabilità e della capacità di trattenere che in altri casi costituiscono il suo pregio. Quindi avremo pigrizia, inerzia fisica e mentale, pesantezza, ossessività, avidità, invidia e dal punto di vista corporeo ritenzione idrica, squilibri glicemici, obesità, bulimia. Le cause di squilibrio sono: stress psicologico, senso di insicurezza, paura del rifiuto, eccessiva dipendenza, abuso di cibi grassi, dolci o pesanti e climaticamente il freddo umido. 84

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IL RIMEDIO AYURVEDICO Capparis: riequilibra e abbassa il picco glicemico

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stratto dalla corteccia delle radici del Capparis spinosa, è il rimedio ayurvedico raccomandato contro le affezioni che si manifestano negli squilibri di Kapha, come: infezioni reumatiche, uricemia, gotta, idropisia, difficoltà urinarie, emorroidi, infiammazioni del cavo orale, squilibri glicemici, diabete ecc. Secondo gli studi, l’estratto di Capparis sarebbe in grado di abbassare il picco glicemico dovuto a un pasto ricco di carboidrati, senza alterare il tasso di glucosio a digiuno. COME SI USA Si assume in compresse, nella dose indicata sulla confezione.

Raccomandato Capparis è il rimedio contro le tipiche patologie del tipo Kapha

CONSIGLI ALIMENTARI PER I TIPI KAPHA Teme la pesantezza, quindi no a grassi e zuccheri

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ata la facilità con cui trasforma l’energia in materia, il tipo Kapha deve evitare i cibi grassi e l’eccesso di zuccheri. I sapori che fanno bene sono: piccante, amaro e astringente.

I cibi sì Il tipo Kapha deve preferire i seguenti cibi: • cereali come orzo, mais, miglio, avena, riso basmati, segale; • mele, albicocche, bacche, ciliegie, fichi secchi, mango, pesche, pere, uva passita, prugne secche; • ortaggi piccanti o amari come bietole, cavoli, cipolle, aglio, melanzane, funghi, cipolle, ravanelli, aglio, spinaci, germogli; • carni bianche di pollo e tacchino, coniglio, fagiano e cacciagione; • poco latte; • miele integrale; • olio di girasole, mais e mandorle.

I cibi no Cibi dolci, acidi o salati, cibi grassi, latticini (yogurt compreso), frutta dolce, bevande ■ fredde e gassate, frutta dolce.

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La medicina naturale

ALIMENTAZIONE

LATTI VEGETALI

Le bianche bevande a tutta natura

Alimento non da tutti tollerato, il latte vaccino può essere sostituito efficacemente. Per non rinunciare al cappuccino, al frappè o allo yogurt possiamo affidarci ai latti vegetali: soia, riso e altri. Scopriamoli assieme di Giordana Ruatasio

I LATTI VEGETALI • Avena • Cocco • Farro • Grano saraceno • Kamut • Mandorla • Miglio • Riso • Soia

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IMPARIAMO A CONOSCERLI Senza lattosio e colesterolo, digeribili e versatili in cucina

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latti vegetali hanno meno proteine, vitamine e sali minerali del latte vaccino. Per questo motivo vengono spesso addizionati con calcio, ferro e vitamine, per equipararli in una certa misura al latte di origine animale. Ma hanno anche numerosi vantaggi: sono estratti da semi, piante e cereali, non contengono lattosio, colesterolo, sono facilmente digeribili, e possono essere utilizzati in tanti modi diversi. IN CUCINA Quelli di riso, cocco e mandorle sono particolarmente dolci: aggiunti al caffè possono sostituire lo zucchero e sono ottimi nella preparazione dei dolci e dei frappè. Quelli di soia, miglio, avena, kamut si miscelano perfettamente con la farina di riso nella preparazione della besciamella. I latti estratti da cocco, mandorle, riso,

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er chi segue un’alimentazione onnivora, il latte vaccino, è un buon alimento, purché si tollerino lattosio e caseina, rispettivamente lo zucchero e la sua principale proteina. Consumato in modiche quantità, il latte vaccino biologico può essere salutare, soprattutto in alcuni casi: sembra ridurre il rischio di diabete nelle donne in menopausa, di ipertensione e di obesità in età adolescenziale e, sulle persone in sovrappeso, avrebbe una blanda azione antinfiammatoria.

Caseina indigesta Tuttavia, la sua composizione

chimica non lo rende un alimento bilanciato: contiene il triplo delle proteine del latte materno, (considerato il latte più completo presente in natura). La più indigesta è proprio la caseina, proteina difficilmente tollerata dalle mucose intestinali. Nei soggetti con un sistema gastroenterico delicato il latte provoca dolori addominali, diarrea, alterazioni dell’umore e disturbi reumatologici. Insomma il latte, soprattutto se consumato quotidianamente e in combinazioni alimentari errate (associato alla carne o alla frutta), può favorire l’accumulo di tossine. È bene ricordare inoltre che, soprattutto quello intero, è ricco di grassi saturi, che incidono sui disturbi a carico del sistema cardiovascolare e sull’invecchiamento cellulare, predisponendo alle infiammazioni e alle malattie degenerative. Ecco perché si può valutare di sostituirlo con uno dei tanti latti vegetali presenti in commercio.

grano saraceno, noci di macadamia, miglio, sono privi di glutine, digeribilissimi e adatti a tutti. COME ACQUISTARLI Spesso sugli scaffali troviamo queste bevande in brick, aromatizzate al cacao e vaniglia: sono una merenda sana e nutriente per i bambini. Per tutti vale la stessa regola: provenienza bio e senza additivi, a meno che non siano naturali. Spesso si tratta di dolcificanti naturali come l’agave oppure oli vegetali: in questo caso è opportuno che siano stati estratti a freddo. Accertiamoci anche che la percentuale del seme o del cereale da cui sono estratti sia piuttosto alta: maggiore sarà il contenuto dei micronutrienti. Certamente queste bevande non possiedono il contenuto energetico del latte di vacca o di capra, tuttavia sono una sana alternativa e presentano numerosi pregi.

LO YOGURT VEGETALE A basso contenuto di grassi nasce dalla fermentazione del cereale o del seme Nello yogurt ottenuto da latte vaccino il contenuto di lattosio (3%) e caseina è basso, tant’è che chi non tollera il latte spesso digerisce molto bene lo yogurt. Tuttavia chi vuole fare una scelta vegan o è allergico al lattosio si può affidare alle alternative vegetariane. Yogurt di cocco, mandorle, soia, riso, avena; sono tutti ottenuti dalla fermentazione del cereale o del seme ad opera di fermenti vivi, e sono ricchi di vitamine (B12, D2) e calcio. Tutte queste preparazioni hanno un basso contenuto di grassi e zero colesterolo.

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La medicina naturale

Validi sostituti Il latte vaccino non è un alimento del tutto adatto agli adulti. Prova le alternative

ALIMENTAZIONE Latti vegetali

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alternative da conoscere una per una

Dal riso al cocco, dall’avena alle mandorle: ogni latte vegetale ha specifiche caratteristiche salutistiche e può essere utilizzato con tranquillità

Latte di soia OTTIMO IN MENOPAUSA E PER RINFORZARE E PROTEGGERE LE OSSA

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l latte di soia ha un sapore abbastanza neutro. Per migliorarlo si può aggiungere una parte di latte di mandorle oppure granella di nocciole, frutta essiccata o fresca, una spolverata di cacao amaro o cannella. La soia biologica è ricca di preziosi isoflavoni, che riducono il colesterolo e proteggono il sistema scheletrico prevenendo l’osteoporosi: e che inoltre sono utili in menopausa per attenuarne i disturbi e compensare la fisiologica diminuzione degli estrogeni. Il latte di soia è indicato anche per la preparazione casalinga di yogurt, gelato e besciamella.

La ricetta: lasagne vegetali Prepara la besciamella con il latte di soia e la farina di kamut. Alterna i fogli di pasta fresca con la besciamella e verdure di stagione che avrai precedentemente cotto a vapore, tagliato a pezzetti e ripassato in padella con un filo di olio extravergine, uno spicchio d’aglio, un pizzico di aromi dell’orto (freschi o secchi) e una spolverata di gomasio. Inforna per circa mezz’ora.

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Latte di mandorla RICCO DI OMEGA 3 CHE PROTEGGONO IL SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO

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olce e aromatico, è ricco di vitamine A, ed E, di sali minerali e acidi grassi omega 3. Un bicchiere di latte di mandorla al giorno copre il fabbisogno giornaliero di questi preziosi acidi grassi polinsaturi. che prevengono le infiammazioni e proteggono il sistema cardiocircolatorio. Con l’aggiunta di frutta fresca oppure uvetta, frutti di bosco, muesli o fiocchi di cereali, diventa un vero e proprio pasto sostitutivo. Essendo il latte di mandorla corposo e calorico, è bene miscelarlo con latte di riso, più acquoso e leggero. È perfetto per la preparazione del frappè.


Latte di cocco

GLI ALTRI LATTI Grano, miglio, farro e kamut: ricchi di vitamine e minerali

RINFRESCA, ENERGIZZA, IDRATA E SOSTIENE LA TONICITÀ MUSCOLARE

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l latte di cocco ha tante proprietà: oltre a essere una bevanda rinfrescante, energetica e idratante contiene una consistente percentuale di fosforo e potassio, indispensabili nella stagione calda, quando l’eccessiva sudorazione provoca un calo naturale di sali minerali all’interno del nostro organismo. Il potassio riequilibra la pressione arteriosa e favorisce la tonicità muscolare. Questo latte contiene anche una buona percentuale di flavonoidi, micronutrienti ad alto potere antiossidante. D’estate è una bevanda dissetante e rimineralizzante, aiuta a combattere la stanchezza. Buon integratore per chi fa sport, da consumare freddo.

LATTE DI GRANO SARACENO Il latte di grano saraceno ha un sapore che ricorda quello della nocciola mentre il colore è quello del caffelatte. Nutriente e saziante, contiene vitamine del gruppo B ed E. I suoi micronutrienti stimolano l’organismo nell’eliminazione dei liquidi in eccesso e rivitalizzano reni, cuore e ghiandole sessuali. LATTE DI MIGLIO Il latte di miglio contiene lecitina e tra i sali minerali spicca il silicio, che presiede alla formazione del collagene, una proteina che protegge pelle, capelli, unghie e denti e tonifica i tessuti e i vasi sanguigni. LATTE DI FARRO Ricco di calcio, è indicato per rinforzare tutto il sistema scheletrico e prevenire l’osteoporosi. LATTE DI KAMUT Il kamut possiede il 30% di proteine e il 60% di aminoacidi in più rispetto al frumento comune. È ricco di vitamina E e selenio che hanno proprietà antiossidanti.

Latte di riso Latte di avena REGOLA L’INTESTINO, RILASSA E PROTEGGE DALL’ATEROSCLEROSI

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olto proteico, il latte di avena contiene acido linoleico, prezioso antiossidante. Poco calorico, ha un’azione ripulente sul sangue “grasso”: abbassa il colesterolo cattivo (LDL) senza intaccare quello buono (HDL) e ci protegge dall’aterosclerosi. È un buon regolatore dell’intestino, è diuretico e rilassa il sistema neurovegetativo (grazie alle vitamine del gruppo B). Ottimo per la colazione del mattino, a temperatura ambiente o freddo, con l’aggiunta di cereali integrali. È indicato anche per la preparazione di creme e dessert.

È DOLCE E INDICATO PER CHI DEVE CRESCERE E RITROVARE ENERGIE

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a pochi grassi e una consistenza leggera, ma è molto energetico perché il contenuto in zuccheri semplici è, tra tutte le bevande vegetali, quello più alto. Indicato quindi per l’adolescente, lo sportivo e la persona in stato di stress psicofisico. Contiene omega 3 e le preziose vitamine del gruppo B, che tonificano cuore e cervello.

Ricetta: frappé estivo Miscela una parte di latte di mandorle con una parte di latte di riso: aggiungi pesche, frutti di bosco e una banana. Frulla tutto e disponi il composto in bicchieri da bibita. Decora con una fogliolina di menta e servi freddo. ■

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La medicina naturale

BELLI DENTRO E FUORI

MANGO

SILHOUETTE

Gambe e glutei tonici? Non sono un miraggio Caduta del gluteo e flaccidità delle cosce: imputati sono non tanto il sovrappeso, ma posture sbagliate, scarso movimento, alimentazione scorretta. Si può rimediare? Sì, anche a casa propria di Gabriella Cataldo

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a silhouette delle gambe e dei glutei è uno dei crucci maggiori di ogni donna dalla giovinezza alla maturità, anche perché la moda mette sempre più in evidenza questa parte anatomica e la mancanza di tono di glutei e cosce diventa un problema sempre più sentito. I disagi non nascono solo dal sovrappeso, dal momento che anche le figure snelle hanno spesso il problema della flaccidità del gluteo, che causa la comparsa dei due terribili cuscinetti cellulitici nella parte alta della coscia, detti culotte de cheval.

Le cause

Il rilassamento delle fibre muscolari lascia passare liquidi e fibre collageniche che si accumulano e ristagnano perché la zona non è 90

Riza psicosomatica

sufficientemente irrorata e quindi le sostanze di scarto non vengono riassorbite, anzi, con il tempo aumentano di volume e formano noduli difficili da sciogliere. Tra le cause: la mancanza di movimento, l’alimentazione scorretta in cui prevalgono grassi saturi ma, forse, la responsabilità maggiore spetta a una postura non bene allineata, che tende a incurvare la zona lombare, causa dell’antiestetico addome in fuori. A lungo andare questo provoca la “caduta” del gluteo. Basta guardarsi allo specchio di profilo per constatare che a schiena dritta e addome contratto, il gluteo si rialza e migliora la silhouette della gamba. Per migliorare tutto l’assetto della figura dalla vita in giù bisogna adottare una buona strategia.


LA COSMESI Via la pelle a buccia d’arancia con mango, timo e alghe brune

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nche l’eliminazione della flaccidità e dell’aspetto a “buccia d’arancia” della pelle contribuisce a migliorare le gambe, quindi non basta la ginnastica ma bisogna intervenire anche con cure estetiche.

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LO SCRUB Inizia con uno scrub per pulire perfettamente la cute e attivare il microcircolo e la circolazione linfatica. In una ciotola metti 2 cucchiai di polvere di alghe brune (la trovi in erboristeria), 1 cucchiaino di polvere di caffè, 1 cucchiaino di zucchero di canna, 1 cucchiaio di

gel di aloe vera e mescola fino ad ottenere una crema omogenea, eventualmente aggiungi acqua poco a poco oppure polvere di caffè. Massaggia tutta la gamba, dal gluteo alla caviglia con movimenti circolari, decisi sulla parte esterna ma delicati nella parte interna, quindi sciacqua con acqua tiepida. Fai questo scrub 3 volte a settimana, negli altri giorni massaggia tutta la parte con un guanto di microfibra.

con un buon massaggio, la crema drenante e rassodante. In 50 g di burro di mango, aggiungi 2 gocce di olio essenziale di cipresso (Cupressus sempervirens), 2 gocce di timo (Thymus vulgaris), 2 gocce di pepe nero (Piper nigrum), 2 gocce di betulla (Betula alba) e amalgama bene. Conserva la crema in un vasetto ben chiuso e mantienila in frigorifero per non più di una settimana.

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LA CREMA RASSODANTE Sulla pelle ancora umida e ben irrorata fai assorbire ogni giorno,

ALIMENTAZIONE Il rassodamento dei tessuti dipende anche da quello che mangi

L’

alimentazione scorretta, i grassi saturi, il fumo, gli alcolici, la mancanza di movimento portano a un degrado del collagene e dell’elastina, strutture portanti della cute. La postura incurvata produce effetti negativi a tutti i livelli e l’afflosciamento del gluteo ne è l’immagine più evidente. Al contrario, camminare e fare movimento all’aria aperta aumenta l’ossigenazione; cercare di avere una postura corretta, muoversi con le spalle diritte e il collo eretto aiuta a migliorare l’assetto della figura e fa sembrare la silhouette più snella e tonica. Ecco i principi nutritivi di cui non si deve fare a meno. • VITAMINA C Antiradicali liberi, è fondamentale per la sintesi delle fibre elastiche e dell’acido ialuronico. DOVE TROVARLA C’è in tutti gli agrumi, in kiwi, frutti di bosco, cavoli, broccoli, peperoni.

• VITAMINA E Indispensabile per la tonicità dei tessuti e della muscolatura, per il nutrimento della cute e per garantire il rinnovo delle fibre di collagene ed elastina. DOVE TROVARLA È presente in frutti a guscio, semi di girasole, zucca, chia, sesamo. • OMEGA 3 Sono i “grassi buoni”, che aiutano l’organismo favorendo l’equilibrio tra le varie frazioni di colesterolo. DOVE TROVARLI Sono presenti nel pesce (soprattutto pesce azzurro), in olio di pesce, semi di lino (sempre tritati per favorirne la digestione) e olio di borragine. • PROTEINE ANIMALI E VEGETALI non possono mancare per garantire la tenuta dei tessuti epiteliali, connettivi e muscolari. DOVE TROVARLE Provengono da carne, latticini, uova e legumi.

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La medicina naturale BELLI DENTRO E FUORI Silhouette

Ginnastica Sei piccoli movimenti quotidiani che fanno tornare il tono

L’allenamento Aiuta la muscolatura superficiale e profonda stimolando circolazione e drenaggio

Dedica qualche minuto al giorno a una ginnastica mirata: vedrai i risultati!

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rendi l’abitudine di fare ogni giorno semplici e facili movimenti che migliorano tutta la muscolatura (superficiale e profonda), la circolazione, il drenaggio e nello stesso tempo ti aiutano a raddrizzare schiena e postura.

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Parecchie volte al giorno contrai forte i muscoli dell’addome, dei glutei e delle gambe, tieni la posizione per 5 secondi poi rilascia lentamente. Ripeti almeno 5 volte di seguito.

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Fai sempre le scale a piedi sia in salita che in discesa e, appena hai qualche minuto disponibile, fallo lentamente contraendo e rilasciando i muscoli come spiegato sopra.

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Due o tre volte al giorno mettiti lentamente in punta di piedi, conta fino a 5 poi torna in piano sempre lentamente. Ripeti il movimento 3-4 volte.

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In piedi mani sui fianchi e gambe leggermente divaricate, fletti la gamba destra e nello stesso tempo distendi la sinistra verso l’esterno, poi torna alla posizione di partenza e fai lo stesso movimento con la gamba sinistra. È importante farlo

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Riza psicosomatica

lentamente, perché così si mettono in movimento tutti i muscoli che ci interessano, compreso l’interno coscia. Comincia con 5 movimenti aumentando piano piano.

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Sdraiata a terra, supina, le gambe piegate e divaricate, le piante dei piedi ben appoggiate al suolo e le braccia stese lungo i fianchi, solleva il bacino contraendo i glutei, mantieni la posizione per 5 secondi, quindi torna lentamente alla posizione di partenza. Ripeti sei volte.

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Sdraiata sul fianco destro, la testa appoggiata sul braccio destro disteso, braccio sinistro lungo il fianco, alza e abbassa la gamba sinistra a squadra tre volte, quindi girati verso sinistra rotolando su te stessa e ripeti lo stesso movimento. Questo esercizio, oltre a tonificare i muscoli di tutta la gamba, agisce come una sorta di massaggio e di stimolo circolatorio per la zona della fascia lata proprio dove si forma la culotte de cheval, che infatti all’inizio può essere leggermente dolente. Fai questo movimento almeno 8 volte per parte ogni giorno. ■


Lo shopping del mese

Efficace drenante linfatico

Il lato fresco dell’estate

olyporus è un integratore alimentare contenente il 100% di fungo biologico Polyporus umbellatus, coltivato in Germania secondo gli standard GMP, il quale stimola l’escrezione urinaria di sodio e cloro, senza però perdita di potassio. È pertanto consigliato in presenza di cellulite, causata appunto da ritenzione idrica e cattiva circolazione. Grazie inoltre al suo contenuto di minerali, migliora la struttura di ossa, capelli e unghie, favorendone lo sviluppo, e tende a preservare il collagene.

e d e r a B re e z e d i Piumini Danesi è in tessuto tecnico termoregolante con microcapsule in grado di rilasciare un’immediata sensazione di fresco sulla pelle. Allontana il disagio del caldo eccessivo e facilita il riposo anche nelle afose notti estive. In questo modo concilia il sonno e previene i risvegli dovuti all’eccesso di calore. In tessuto lavabile anche in lavatrice e asciugabile in asciugatrice.

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Freeland - Verona - Tel. 045/6702707 www.freelandtime.com

Sollievo alle gambe stanche

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asce da ESI la nuova linea Erbaven, composta da 4 prodotti per un trattamento completo delle alterazioni del microcircolo a livello degli arti inferiori e per un sollievo immediato alle gambe stanche. A base di principi naturali fra cui Troxerutina, un flavonoide estratto dai fiori di Sophora japonica, e poi rusco, centella e altri, la linea è composta da due prodotti per uso interno, Erbaven Retard, in ovalette, e Erbaven pocket drink, e due prodotti per uso esterno, Erbaven Fresh Gel e Baven Cerotti.

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ESI - www.esi.it - info@esi.it

Integratore multivitaminico

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y Health è un integratore multivitaminico sviluppato con la metabolomica, con 145 elementi (vitamine, sali minerali, aminoacidi, enzimi ed estratti naturali di frutta e verdura) per colmare le carenze nutrizionali causate dell’impoverimento delle sostanze nutritive nella dieta moderna. Integratore consigliato dal test Numex.it, che aiuta a capire la condizione del proprio metabolismo, sviluppato dall’Istituto Europeo di Medicina Nutrizionale.

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Danimarca Piumini Danesi® pooq dene® Mentana (Roma) - N. Verde: 800/999966 www.piuminidanesi.com

L’acqua che favorisce il benessere

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mbottigliata direttamente alla fonte San Lorenzo delle Terme di Bognanco, l’Acqua Lindos è naturalmente ricca di magnesio, un minerale importante per l’organismo perché permette la formazione del tessuto osseo ed è fondamentale per la trasmissione degli impulsi nervosi e per il funzionamento di cuore e muscoli. Il magnesio favorisce anche concentrazione e memoria e sostiene il tono dell’umore. Bevuta regolarmente l’Acqua Lindos idrata e consente di assumere elevate quantità di magnesio.

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Terme di Bognanco - Tel. 0324/234109 www.bognanco.net - info@bognanco.it

Linea per la salute femminile

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a linea Soymen è a base di isoflavoni della soia, sostanze naturali dall’azione simile agli estrogeni, associati a melatonina, griffonia e vitamine C, B1, B2, E. La linea Soymen comprende integratori che aiutano contro depressione, insonnia, emicrania e altri disturbi della post-menopausa e un gel vaginale, contro sintomi vulvo-vaginali come secchezza e bruciori.

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Agosto 2016

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I Corsi di Riza

Una mappa accurata degli incontri formativi di Riza per apprendere e applicare le tecniche psicosomatiche, per ritrovare e mantenere salute e equilibrio psicofisico

Il talento Scopri la tua creatività nascosta! Ognuno di noi ha una sua natura, un suo talento. Ognuno di noi è speciale. Ci ammaliamo quando soffochiamo il nostro talento, quando vogliamo essere più massa che individui. Diventiamo depressi, ansiosi, infelici perché vogliamo essere dei cloni, esattamente uguali ai modelli che ci hanno formato e a cui troppo spesso ci uniformiamo. CITTÀ

DATE

Roma 02/58207921

• 10-11 settembre 2016

€ 196 IVA INCLUSA

L’arte di comunicare

Migliorare il dialogo con se stessi e con gli altri Di solito pensiamo che per comunicare bene sia necessario un apposito addestramento, che ci insegni a trovare le parole giuste, quelle più convincenti e magari anche le posizioni ed i gesti del corpo più utili per convincere l’altro, per imporgli il nostro punto di vista o almeno un compromesso, una mediazione, per trasmettergli il maggior numero di informazioni nel minor tempo possibile. Insomma, consideriamo che l’abile comunicatore sia chi non si trova mai “in difficoltà” o “in imbarazzo”. CITTÀ

DATE

Milano 02/58207921

• 5-6 novembre 2016 € 196 IVA INCLUSA

Shiatsu

Ayurveda

SEMINARIO INTRODUTTIVO Lo Shiatsu, inteso come pratica applicativa, si pone come mezzo di comunicazione, comprensione intima di un’altra persona: “ capiamoci senza e oltre le parole” e allargando la visuale, come disponibilità attraverso l’individuo, ad una comprensione ben più ampia della Grande Legge Universale. CITTÀ

DATE

Milano 02/58207921

• 5-6 novembre 2016 € 242 IVA INCLUSA

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Riza psicosomatica

SEMINARIO INTRODUTTIVO l’Ayurveda prende in considerazione la totalità dell’uomo, mente, corpo e anima, collocandolo nel contesto dell’inseparabile relazione con l’ambiente naturale in cui vive e con i sistemi relazionali e sociali a cui appartiene. CITTÀ Verona 045/975800 Roma 02/58207921

DATE • 10-11 settembre 2016 • 8-9 ottobre 2016 € 242 IVA INCLUSA


Questi corsi sono a carattere tecnico-pratico e sono aperti, oltre che al pubblico, a fisioterapisti, estetiste, naturopati, infermieri, insegnanti di educazione fisica, personal trainer, psicologi e medici. I naturopati in formazione presso l’Istituto Riza hanno diritto di prelazione.

Lettura del corpo e tecniche di bioenergetica

Alimentazione dinamica integrata Condotto da Maria Pia Cairoli

Condotto da Francesco Padrini La bioenergeticva è una tecnica psicocorporea che, dall’analisi dei blocchi e delle tensioni presenti nel corpo decodifica le difese psichiche ed emotive che formano il carattere di una persona. Il corso comprende una parte teorico-pratica di analisi bioenergetica con le principali tipologie e la loro attuale evoluzione; una parte pratica esperienziale che comprende l’addestramento alla lettura del corpo, del viso e del carattere. Diadi ed esercitazioni in relazione alle tipologie e analisi di gruppo. CITTÀ

DATE

Bologna tel. 02/58207921

• 10-11 settembre, 1-2 ottobre, 29-30 ottobre 2016

COSTO

CONDUTTORE

€ 635 IVA INCLUSA

F. Padrini

Ayurveda e massaggio ayurvedico Condotto da Donatella Arena

Il corso di alimentazione dinamica integrata è un percorso formativo olistico con il quale l’operatore possa sensibilizzare se stesso ed il proprio cliente ad uno stile di vita, volto al benessere psicofisico, sia preventivo che correttivo. Ci occuperemo dell’alimentazione da un punto di vista fisico, psichico ed energetico. Considereremo il ruolo del cervello nella nutrizione, l’importanza dell’acqua per la salute, la scelta e l’utilizzo degli integratori adeguati nei differenti tipi di diete e ci soffermeremo su come ciò che è naturale non sempre sia privo di controindicazioni. Valuteremo le qualità energetiche dei cibi e le possibili interazioni tra alimenti, erbe e farmaci. Alla fine di ogni giornata ci sarà una sessione dedicata ad esercitazioni pratiche con simulazione di casi. CITTÀ

DATE

Milano tel. 02/58207921

• 17-18 settembre, 15-16 ottobre, 26-27 novembre 2016

COSTO

CONDUTTORE

€ 635 IVA INCLUSA

M.P. Cairoli

La scienza Ayurvedica, legata alla saggezza e alla conoscenza del potere di guarigione della Natura, ci aiuta ad apprendere, come guarire e come rimanere sani. Il massaggio Ayurvedico, inoltre è la più antica tecnica di guarigione che agendo sul corpo, riequilibra mente e spirito. CITTÀ

DATE

Milano tel. 02/58207921

• 24-25 settembre, 22-23 ottobre, 12-13 novembre 2016

COSTO

CONDUTTORE

€ 635 IVA INCLUSA

D. Arena

Riflessologia plantare integrata® Condotto da Luigi Dragonetti Il corso si rivolge a coloro che hanno una conoscenza base dell’approccio corporeo e desiderano approfondire la riflessologia plantare, sistema di indagine che permette di determinare disturbi e squilibri dell’organismo sia di origine organica che di natura energetica. Tale tecnica offre inoltre una soluzione non invasiva e rispettosa dell’individuo nella sua integrità.

Aromamassaggio e oli essenziali Condotto da Flavia Vallarin Il corso fornisce una conoscenza approfondita degli oli essenziali, delle loro proprietà e applicazioni pratiche per la salute ed il benessere psicofisico Comprenderà una parte esperienziale in cui i partecipanti potranno sperimentate le manualità di base dell’aromamassaggio, con l’evidenziazione delle aree e dei punti riflessi da trattare nei vari disturbi per favorire il riequilibrio energetico. Ogni incontro prevede una parte teorica e una parte pratica di Aromamassaggio. Verrà analizzato l’utilizzo delle essenze naturali nelle principali problematiche (comprese quelle estetiche e sessuali), con particolare risalto agli aspetti psicosomatici. Inoltre l’approccio nuovo e originale dato dalla lettura degli oli in chiave energetica e simbolica, permette di intervenire in modo più completo, efficace e personalizzato.

CITTÀ

DATE

CITTÀ

DATE

Roma tel. 02/58207921

• 16-17 settembre, 22-23 ottobre, 12-13 novembre 2016, 14-15 gennaio, 11-12 febbraio 2017

Verona tel. 02/58207921

• 1-2 ottobre, 5-6 novembre 2016

COSTO

CONDUTTORE

COSTO

CONDUTTORE

€ 1208 IVA INCLUSA

L. Dragonetti

€ 440 IVA INCLUSA

F. Vallarin

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Le scuole di Formazione di Riza ISTITUTO RIZA DI MEDICINA PSICOSOMATICA

Scuola di Natu Anno Accademico 2016-2017

DIREZIONE DELLA SCUOLA E COMITATO SCIENTIFICO Dott. Raffaele Morelli Presidente dell’Istituto Riza e della Scuola di Naturopatia Dott. Vittorio Caprioglio Direttore dell’Istituto Riza e della Scuola di Naturopatia ll Comitato Scientifico della Scuola di Naturopatia dell’Istituto Riza è composto da Cattedratici Universitari italiani e stranieri di grandissimo prestigio: Prof. Umberto Solimene (Presidente), Prof. Mariano Bizzarri, Prof. Marcello Cesa-Bianchi, Prof. Ervin Laszlo, Prof. Emilio Minelli, Prof. Piero Parietti,

Prof. Ivano Spano.

LA FIGURA PROFESSIONALE DEL NATUROPATA La Naturopatia è una disciplina che si ispira alla visione olistica di mente e corpo e rappresenta la sintesi dei metodi naturali al servizio del benessere e della qualità della vita. Oggi è ormai da tutti riconosciuta come sicuro coadiuvante della salute e del benessere e particolarmente utile per la prevenzione. Le recenti indagini statistiche, sia a livello nazionale (ISTAT) che internazionale (OMS), evidenziano che un sempre maggior numero di persone (oltre un terzo della popolazione) si rivolge, per la cura della propria salute, a forme di medicina non convenzionale (agopuntura, fitoterapia, omeopatia, etc…). Ma se al medico, adeguatamente qualificato in queste discipline, spetta il compito esclusivo di occuparsi della diagnosi e della cura delle malattie, si delinea al suo fianco in modo rilevante una figura innovativa: il naturopata. Il naturopata, con le sue conoscenze professionali nelle tecniche di trattamento che si riallacciano alle grandi Tradizioni Orientali ed Occidentali, è un “operatore del benessere” le cui indicazioni si iscrivono nel quadro di una riconciliazione con le leggi della Natura.

Il naturopata opera in questi ambiti: • il primo di tipo EDUCATIVO, all’interno del quale informa ed educa le persone che gli si rivolgono a conoscere e gestire il proprio equilibrio psico-fisico e a raggiungere e mantenere uno stato di benessere, indicando a tal fine i comportamenti più idonei da seguire. • il secondo di tipo ASSISTENZIALE, ovvero di ausilio al cliente perché riconosca in se stesso eventuali squilibri di tipo psico-fisico-emozionale o predisposizioni ad essi e di intervento con metodiche “dolci” per favorire il ripristino dell’equilibrio e del benessere. Oltre alle discipline naturali che vanno dalle tecniche di massaggio alla kinesiologia, dalle erbe ai fiori di Bach, dall’Eubiotica alla Cromoterapia, seguendo la tradizione dell’Istituto Riza, il Naturopata acquisisce e utilizza le tecniche di Autostima, di scoperta del proprio Talento, di Rilassamento. I moderni studi neuro-fisiologici hanno infatti messo in luce che ogni trasformazione del nostro stato di coscienza è in grado di modificare il sistema limbico-ipotalamico

Secondo gli orientamenti della UE, nell’ambito del personale di assisten in particolare per coloro che sapranno utilizzare quelle metodiche legate ad un ap 96

Riza psicosomatica


di

ropatia

FINR

FEDERAZIONE ITALIANA DEI NATUROPATI RIZA

D at o d pr i r l’a i en ch lt ot ie iss ars st im ic es o on i c nu lar ons me go igl ro an ia tic ip o

Col patrocinio della Società Italiana di Medicina Psicosomatica

Corso Triennale di Formazione (la parte più antica del cervello) dove il nostro corpo viene, istante per istante, ricreato e rigenerato. Dove svolge la sua attività Il naturopata opera in palestre, centri di fitness, centri Benessere, centri estetici, strutture termali/di balneazione, strutture assistenziali pubbliche/private, strutture per l’infanzia e la 3° età, presso studi medici, in ambienti propri. Le prospettive future di lavoro Attualmente in Italia non è ancora stata giuridicamente riconosciuta la figura professionale del Naturopata.Esistono però, delle leggi regionali (Lombardia, Toscana, Liguria, Emilia Romagna) già approvate e in attesa solamente di esse-

re completate e rese operative che prevedono l’esistenza e il riconoscimento della figura professionale del naturopata e di scuole di Naturopatia idonee a formarlo. La struttura del corso e il monte-ore formativo della Scuola di Naturopatia dell’Istituto Riza sono conformi alle caratteristiche indicate dalle suddette Leggi. IL CORSO: A CHI È RIVOLTO L’impostazione del corso di naturopatia è strutturata per dare un insegnamento completo a coloro che si avvicinano per la prima volta a questa realtà, dalla quale si aspettano l’apertura di nuovi sbocchi professionali. Ma è indicato anche a coloro che già svolgono un’attività come riabilitatori o fisioterapisti, infermieri, erboristi, operatori del settore estetico, personal trainer, insegnanti di ginnastica, di fitness e, in generale, operatori del campo naturale. Nel contempo si rivolge anche a tutti coloro che vogliono attivare palestre, centri Benessere e di Fitness naturale, sia di micro che di macro dimensioni, acquisendo una professionalità sperimentata da anni e centrata sulle premesse indicate in precedenza.

PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: MILANO, TORINO, VERONA, BOLOGNA E ROMA Tel. 02/5820793 02/58207920 Fax 02/58207979 www.scuola-naturopatia-riza.it mail: scuolanaturopatia.milano@riza.it

QUANDO MILANO 14 gennaio 2017 ROMA 21 gennaio 2017 VERONA 22 gennaio 2017 BOLOGNA 28 gennaio 2017 TORINO 29 gennaio 2017 COSTI E MODALITÀ DI PAGAMENTO La quota annuale di partecipazione al Corso, comprensiva dei seminari, del materiale didattico di base, della quota annuale di iscrizione alla Federazione Italiana Naturopati Riza, è di € 1982, Iva inclusa

za della salute si apriranno nuove prospettive di lavoro, proccio “a misura d’uomo” e lungo l’asse della visione psicosomatica. Agosto 2016

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RIZA

informa CENTRI TERAPEUTICI E TERAPEUTI

Studio di Psicologia e Psicoterapia TREVISO

Lo Studio di Psicologia e Psicoterapia è formato da psicologi-psicoterapeuti specializzati ed iscritti all'Albo degli Psicoterapeuti dell'Istituto Riza di Milano. Ricevono su appuntamento per colloqui/terapie individuali, di coppia o di gruppo. Trattano disturbi psicosomatici, alimentari, sessuali, diverse forme d'ansia e di panico, conflitti di coppia e familiari. Organizzano e conducono corsi su: Autostima, Il Talento, La Dieta Psicosomatica, L'Arte di Comunicare, Tecniche di Rilassamento Corporeo. La dr.ssa Elena Santomartino si occupa anche del trattamento psicoterapeutico integrato della dipendenza da nicotina. Info e appuntamenti: dr.ssa Elena Santomartino Cell.: 347/9258475 Via Bertuol, 1 Frescada (TV) dr. Roberto Lucchetta Cell.: 340/8569010 www.robertolucchetta.it

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Riza psicosomatica

Istituto Yoga Surya Chandra Marga: incontri YOGA RATNA Incontri tenuti da Gabriella Cella Al-Chamali • a Piacenza in Via Raffaello Sanzio 23 • All’Ashram SuryaChandra - Caselasca Bettola (Pc) • In altri Centri Yoga diretti dai suoi allievi diplomati alla S.I.Y.R. Incontri di approfondimento dello Yoga Ratna Da Mercoledì 10 a Martedì 16 agosto: Vacanza yoga e ayurveda. Pratiche di Yoga Ratna, meditazione, teoria e pratica ayurveda Da Venerdì 26 a domenica 28 agosto: Residenziale all’Ashram. Tra Oriente e Occidente, incontro teorico pratico con Gabriella Cella e la filosofa Annarosa Buttarelli. Info e appuntamenti: Tel.- Fax: 0523/911671 - www.yogaratna.it contattaci@yogaratna.it

RIZA INFORMA: Edizioni Riza via L. Anelli, 1 - 20122 Milano tel. 02/5845961 fax 02/58318162 - (Doris Tieger)

La direzione di Riza psicosomatica non si assume responsabilità sulle notizie pubblicate nelle pagine di Riza Informa.


Studio di Psicoterapia CONEGLIANO (TV)

Dr.ssa Maria Visentin, medico psicoterapeuta, specializzato presso l’Istituito Riza. Riceve per psicoterapia individuale: • Disturbi psicosomatici e relazionali. • Depressione. • Attacchi di panico • Elaborazione del lutto • Tecniche immaginative e di rilassamento corporeo. Info e appuntamenti: Cell.: 328/5778484 - ore 12.30 - 14.30 Appuntamenti Segreteria 0438/32197

Psicologa Psicoterapeuta BASSANO DEL GRAPPA (VI) MONTEBELLUNA (TV) CONEGLIANO (TV) CASTELFRANCO VENETO (TV) La dr.ssa Renata Giacomelli, specializzata all'Istituto Riza, effettua consultazione e psicoterapia per i disturbi psicosomatici, le diverse forme di ansia e panico, depressione e difficoltà nelle relazioni familiari e di coppia. Info e appuntamenti: Cell.: 342/1932376 338/1917979 - www.renatagiacomelli.it info@renatagiacomelli.it

Natalino Villella Osteopata D.O. BSC. MILANO

L'osteopatia è un metodo terapeutico olistico utile per riequilibrare, attraverso appropriate tecniche manuali, i disagi derivanti da squilibri del sistema muscolo-scheletrico. È efficace in caso di dolori cervicali lombari, cefalea, dolori articolari e muscolari, alterazioni dell'equilibrio, stanchezza cronica, affezioni congestizie (otiti, sinusiti), disturbi ginecologici (incontinenza da sforzo, dolore pelvico), disturbi digestivi (stipsi, reflusso), dolori legati alla gravidanza e al post partum, disordini temporo-mandibolari (bruxismo, click mandibolari) e alterazioni della postura. Info e appuntamenti: centro Riza di Medicina Naturale Via Luigi Anelli 4 Tel.: 02/5820793

Psicologa - Psicoterapeuta. Sessuologia PADOVA - JESOLO (VE) - ESTE (PD)

Studio di psicoterapia e psicosomatica MILANO-CASALMAGGIORE (CR) DESENZANO (BS)

La dr.ssa Elena Ferrari psicoterapeuta e psicosomatista specializzata presso l'Istituto Riza effettua consulenze e colloqui per: • disturbi psicosomatici • disturbi alimentari • ansia stress attacchi di panico • bambini e adolescenti • Tecnica EMDR per elaborare i traumi • percorso BEN-ESSERE: Dieta e Autostima Psicosomatica Per Info e appuntamenti: 339-2161823

Dr.ssa Serenella Salomoni, psicologa e psicoterapeuta, iscritta all’Albo degli psicoterapeuti dell’Istituto Riza. Trattamento psicologico dei disturbi sessuali e terapia della coppia. A.I.S.P.A (Assoc. Italiana Sessuologia, Psicologia Applicata), Socia FISS (Fed It Sessuologia Scientifica) Info e appuntamenti: Via S. D’Acquisto 23 - Padova, Tel.: 049/777014 - Cell.: 320/8518818 Via Aquileia 2/U, Jesolo (VE) c/o il Domus Medica via Zanchi 12 , Este (PD) Tel.: 0429/50303 www.serenellasalomoni.com serenellasalomoni@hotmail.com

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Centro Riza Servizio di psicologia e psicoterapia

Incontri di gruppo Tutti i giovedì con Raffaele Morelli SCOPRIAMO LE NOSTRE RISORSE INTERIORI Abbandoni, separazioni, fallimenti sentimentali, disagi esistenziali e disturbi psicosomatici a volte ci travolgono. E così ricorriamo agli psicofarmaci con la speranza di salvezza. Ma non è fuggendo dal sintomo, o cercando di metterlo a tacere con le medicine, che possiamo risolvere il problema. Questi disagi racchiudono una gemma preziosa: è il grande sapere dell’anima che preme per farci realizzare la nostra vera natura, cioè il nostro essere diversi da tutti gli altri. Perché ognuno possiede Immagini soltanto sue. Gli incontri terapeutici del giovedì sono workshop pratici dove vengono insegnate le tecniche fondamentali per ritrovare il benessere interiore.

Il giovedì alle ore 17.00 presso il Centro Riza di Medicina Naturale gli incontri di gruppo con Raffaele Morelli Dato l’elevato numero di richieste si consiglia di prenotare con largo anticipo al numero 02/5820793 Centro Riza di Medicina Naturale Via L. Anelli, 4 20122 Milano

Sito web: http://centro.riza.it email: centro@riza.it

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Tre corsi diversi, tenuti da un relatore di fama internazionale, per acquisire competenze da utilizzare immediatamente nella vita e nel lavoro • 22/23 Ottobre • 19/20 Novembre • 26/27 Novembre 2016 Info: www.floriterapia.org - info.sif@libero.it Cell. 333/3857130

EURINOME ASD PERUGIA - 4 SETTEMBRE 2016

Presentazione del Master in Pedagogia della Mediazione Corporea e Danzamovimentotoerapia, Eurinome ASD, Accreditata Miur, Riconosciuta Apid e Cid UNESCO, Convenzioni con l’Università degli studi di Perugia. • Ore 9.00-13.00 CVA di Casaglia: Workshop introduttivo con Alba G.A.Naccari. • Ore 16.00-19.00: Dance Happening. Tavola Rotonda “Pedagogia al Limite, la Danzamovimentoterapia nella Relazione d’Aiuto”. Consegna Diplomi di I° e II° livello in Bodily and Expressive Mediation Pedagogy. Info: Cell.: 338/3442140 - barbaracerbone@libero.it www.danzasimbolica.altervista.org

RIZA INFORMA: Edizioni Riza via L. Anelli, 1 - 20122 Milano tel. 02/5845961 fax 02/58318162 - (Doris Tieger)


Grande novitĂ ! In tutte le edicole

Perdi peso sfruttando le virtĂš del magnesio: scioglie i grassi, spegne la fame nervosa e snellisce il girovita


I grandi libri dell’anima di Davide Mosca Scrittore

Anche osservando una guarderai dentro di te C’

è stato un tempo in cui evitavo il più possibile i racconti. Poi mi capitò di leggere “Trilobiti” (appena ritradotto splendidamente per Minimux Fax), l’unica raccolta edita dell’autore americano Breece Pancake, e pensai che se in giro esistevano racconti simili, non avrei mai letto altro. Il guaio è che risulta molto difficile scovare prose brevi altrettanto intense e incisive. Sì, perché Pancake racconta storie ordinarie con una forza espressiva tra le più straordinarie che mi sia mai capitato di incontrare. Particolare e universale Per esempio quando parla di una pietra, dopo una riga o due ti sembra di tenerla in mano quella benedetta pietra, e quasi scottasse ti viene da mollarla tanto è acuta l’immedesimazione che riesce a produrre. Tutte le sue storie sono ambientate nella Virginia rurale, dove nacque e visse senza mai

Breece D’J Pancake, Trilobiti Minimum fax

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Riza psicosomatica

NON SERVE ANDARE ALL’ALTRO CAPO DEL MONDO PER VEDERE LE COSE DA UN PUNTO DI VISTA DIVERSO, BASTA OSSERVARE LA REALTÀ E DESCRIVERLA SENZA PREGIUDIZI. È LA LEZIONE DEI BELLISSIMI RACCONTI DI BREECE PANCAKE

I libri migliori ci spingono a cambiare angolazione al nostro sguardo e a crescere


CURIOSANDO IN LIBRERIA

Si può scrivere Guerra e pace sul retro di una cartolina?

pietra trasferirsi, proprio come il protagonista di uno dei suoi racconti, che ammette candidamente: «Sono nato in questo posto e non ho mai smaniato per andarmene». Leggendo queste vicende minime, a volte marginali, dopo un po’ ti rendi conto che stanno parlando di te, proprio di te, della tua vita quotidiana, dei tuoi dubbi e delle tue aspirazioni, dei tuoi dolori e delle tue speranze, anche se magari il personaggio centrale del racconto è un contadino poco più che ventenne costretto a vendere la fattoria famigliare dopo la morte del padre e la fuga della fidanzata. Nello scorrere delle pagine il particolare diventa universale in modo assolutamente fluido e naturale, ma senza alcuna pretesa filosofeggiante. Materia e spirito La natura e l’anima dell’uomo si fondono grazie a una prosa che riesce a essere nel contempo precisa e suggestiva. «Molto prima di me qui c’era il Teays. Riesco quasi a sentire le acque gelide e il solletico dei trilobiti che strisciano. L’acqua delle vecchie montagne scorreva tutta a ovest. Ma la terra si è sollevata. E a me restano solo il letto di un fiume e gli animali di pietra che colleziono. Batto le ciglia e respiro. Mio padre è una nuvola cachi nel canneto e Ginny per me non è altro che l’odore amato delle more in cima alla collina». C’è molta materia nelle pagine di Panca-

“Una moglie giovane e bella” (Iperborea) di Tommy Wieringa - l’astro nascente della letteratura olandese - è fortemente sconsigliato agli uomini che non desiderano mettersi in discussione e raccomandato invece alle donne che vogliono penetrare a fondo la psicologia maschile. Specie quella dell’uomo che, con il procedere degli anni, si volta indietro nella speranza che un paio di occhi giovani possano permettergli di rinnovare il proprio sguardo sul mondo. Ma è una rincorsa senza speranza. «Di colpo l’aveva capito: avere una moglie giovare e bella era tollerabile solo prendendo un’amante ancora più giovane». È un romanzo spietato e meraviglioso sull’incapacità di molti di vivere appieno la maturità e i suoi doni, e di affrontare senza remore o sterili pregiudizi il cambiamento, perché «se niente mai cambiasse, non ci sarebbero farfalle». Il cambiamento è proprio quello che sognano le coppie alle prese con le difficoltà ad avere un figlio: il tema è al centro di “In becco alla cicogna” (Biglia blu) di Eleonora Mazzoni, scrittrice e attrice di talento che già nelle “Difettose” aveva affrontato le medesime questioni, suscitando un’ondata di affetto da parte delle lettrici. Qui, grazie alla sua esperienza personale e alle testimonianze delle moltissime donne che le hanno scritto, ha voluto comporre una sorta di vademecum per chi pensa di intraprendere un percorso di procreazione assistita. Sempre di famiglia, ma in tutt’altra chiave, ci parla Jack Ritchie nella straordinaria raccolta “È ricca, la sposo e l’ammazzo”, appena ripubblicata in Italia da Marcos y Marcos. Di Ritchie, maestro indiscusso delle prose brevi a tinte noir, qualcuno disse: «Ebbi la sensazione che quel tipo avrebbe potuto scrivere Guerra e pace sul retro di una cartolina».

ke. La sua penna sembra intagliare il legno, scolpire la pietra, forgiare i metalli. Più che raccontare la realtà, te la fa toccare con mano. E toccandoti di spinge a muoverti, a guardare il mondo da una diversa angolazione, perché non c’è bisogno di andare dall’altra parte della terra per percepire quello che c’è dentro di noi. Ed è di questo che racconta in ultima analisi Pancake. Ha detto il celebre Kurt

Vonnegut: «Su Breece D’J Pancake ti do la mia parola d’onore che si tratta semplicemente del più grande scrittore, dello scrittore più sincero che io abbia mai letto. Quello che temo è che questo gli abbia dato troppo dolore, non c’è nessun divertimento a essere così bravi. Ma né tu né io lo sapremo mai». Forse nessuno di noi scriverà mai come lui, ma per fortuna possiamo leggerlo e rileggerlo. ■

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sabato 10/9/2016

Raffaele Morelli

oPen daY (Presidente dell’Istituto)

presenta il Corso di Psicoterapia.

Milano, via Quadronno 20, ore 09.00 - 17.00 L’Open Day è così strutturato: Dalle ore 9.00 alle ore 10.00 verranno fornite tutte le indicazioni riguardanti la struttura del corso, le sue prospettive, il tirocinio e la formazione personale. Dalle ore 10.00 alle ore 17.00 sarà possibile assistere alla lezione magistrale che il dott. Raffaele Morelli terrà per il corso e che quest’anno avrà il tema:

L’anIMa sI cuRa attRaVeRso Le IMMaGInI Aperto esclusivamente a laureati in Medicina e Psicologia.

Ingresso gratuito. Prenotazione obbligatoria. Segreteria 02/58459624 - scuolapsicoterapia@riza.it

IstItuto RIza dI MedIcIna PsIcosoMatIca

corso di specializzazione in Psicoterapia a indirizzo psicosomatico Scuola di Specializzazione Direttore: dott. Piero Parietti (riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, D.M. 24/10/94 e 25/05/01)

Sono aperte le iscrizioni Anno accademico 2016-2017 Inizio dicembre 2016 La Scuola è aperta ai laureati in Medicina e Chirurgia o in Psicologia. Rilascia il diploma di specializzazione in psicoterapia secondo l’art. 3 della legge 56/89 e del DM 509/1998

Il piano didattico prevede: • Una formazione teorica comprensiva di: - una parte generale in cui sono sviluppati temi di psicologia dell’età evolutiva, psico-patologica, psichiatrica oltre alla presentazione e valutazione critica dei principali modelli di psicoterapia; - una parte specifica che prevede l’insegnamento dell’approccio psicosomatico nonché la teoria e la tecnica della psicoterapia a indirizzo psicosomatico; • Un training pratico-clinico; • Un tirocinio in strutture pubbliche; • Una formazione personale secondo un indirizzo attinente all’orientamento della Scuola. La Scuola ha durata quadriennale e un monte ore annuo di 500 ore; - è a numero chiuso; - prevede un esame di ammissione e uno al termine di ciascun anno, il cui risultato è vincolante per il passaggio all’anno successivo; - la frequenza è obbligatoria; - le lezioni saranno in genere concentrate nelle giornate di Sabato e Domenica e le unità didattiche saranno di 8 ore.

Per informazioni rivolgersi alla segreteria della Scuola: tel. 02/5845961 • fax 02/58318162 / scuolapsicoterapia@riza.it • www.riza.it

Riza - Scuola di Psicoterapia


Comunicare le emozioni di Lorenzo

Ait

Life Coach e Consulente Aziendale

La sindrome dell’impostore si vince sui gokart TRE INSEGNAMENTI UTILI PER EVITARE SCIVOLONI NELLA GARA DELLA VITA: NON PARAGONARSI, NON SEDERSI E NON PENSARE CHE I PROPRI SUCCESSI SIANO UN FURTO

O

zo” e, udite udite, devi fartelo ggi voglio condividein questo modo: focus su una re con voi tre insegnasola cosa (quella che vuoi) e menti che ho dovuto azioni persistenti (nel tempo, imparare (ed è stata dura) nella non puoi farti distrarre); tutto mia vita di imprenditore. Non in resto viene di conseguenza. sono insegnamenti che portano Il che ci porta al terzo, ultimo, al successo, come quei libri che fastidiosissimo insegnamento: vanno tanto di moda da qualla sindrome dell’impostore. che anno a questa parte. Sono Man mano che avrete succesinsegnamenti che aiutano a non so, che vi farete il mazzo, che impazzire. Avete capito bene: raggiungerete risultati notevonon impazzire. Il primo? Parale per i quali riceverete gratifigonarsi. Chi ha standard elevaGuardare gli altri fa andare fuori pista: che e complimenti, tenderete ti, si pone obiettivi importanti, è la lezione dei gokart (se siete normali) a sminuirli. affronta sfide difficili, spesso ha Perché? Perché molto spesso le questo vizio. Paragonare i propersone di talento, intelligenti pri risultati a quelli degli altri: e di successo tendono a soffrire della sindrome dell’impola “carie dentale” della mente. Intendiamoci: paragonarsi è store. Cos’è? Si tratta di un pensiero molto diffuso per cui un bene, quando si tratta di sfide, l’atleta che non paragona le persone che ottengono risultati applicando con routine i suoi risultati e le sue abilità a quelli degli avversari non e dedizione un metodo o una serie di azioni e lo fanno può analizzare al meglio se stesso per migliorarsi. Ma solo diventare normale, poi tendono a pensare che sia normale per il momento della valutazione. La mente emozionale è anche per gli altri ottenere quel risultato con la medesima semplice: se una cosa va “meglio”, un’altra va meno bene; facilità. Non si ricordano più di quanto sia stato duro acquie se quella che va “meno bene” siamo noi, indovinate a chi sire quelle abitudini o arrivare a quella posizione, perché vengono associati dolore, frustrazione e delusioni? Esatto: a il loro pensiero “sale di livello”. E allora si trovano fra due noi stessi. Male, molto male. Dovremmo partecipare almetrappole: la prima è pensare che ciò che sono in grado di no una volta tutti quanti ad una gara di gokart: su quelle fare, chiunque sarebbe in grado di farlo (il che è probabilinsulse macchinette che sfrecciano rasoterra si può correre mente vero, se si paga il prezzo: ciò che vi rende speciali contro l’avversario, ma guai a voltarsi per vedere se ci sta è averlo pagato!) e dunque si sentono impostori, come se superando: testacoda assicurato! Ecco: nella gara della vita quel riconoscimento e quei premi li stessero rubando. La dobbiamo guardare solo noi stessi. seconda trappola è, per l’appunto, il paragonarsi a chi è “più bravo” e, anche in questo caso, sentirsi nuovamente Mai sminuire se stessi La seconda cosa che ho dovuto degli incapaci: perché non siamo al livello di Tizio o Caio. accettare per non impazzire è che il talento da solo non La soluzione? Salire sui gokart e correre, perché impostore basta: “il talento serve ad arrivare secondi” mi disse una è solo chi mente a se stesso. Buona corsa. volta un grande allenatore. Purtroppo devi farti “il maz■

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Il cervello e le parole di Antonino

Minervino

Psichiatra e conversazionalista

E se un giorno potessero rubarci le parole? È UNA DELLE FANTASIE DEGLI PSICOTICI, MA ANCHE UNA PROSPETTIVA FANTASCIENTIFICA CHE LA RICERCA SUL CERVELLO STA APRENDO. ECCO PERCHÉ

U

na bella abitudine che credo sia ancora in uso è quella di leggere storie ai propri figli a letto, la sera, o di inventarne di fantasia. A me capita e questa abitudine mi ha fatto curiosare negli angoli delle librerie dedicati ai bambini, facendomi scoprire libri meravigliosi, storie ben illustrate e capaci di portare in modo semplice e immediato messaggi di grande importanza e utilità. Libri ben fatti tanto da farne oggetti desiderabili da avere in una bella biblioteca. Fra questi, due sono quelli che mi hanno aiutato a redigere la rubrica di questo mese. Il primo libro si intitola “La fabbrica delle parole” e racconta dell’importanza delle parole nel creare legami. Il secondo si intitola “Federico” e racconta di un topino che, seguendo la propria inclinazione, per affrontare l’inverno, diversamente dai suoi amici che si preoccupavano (giustamente) di cibo, faceva provviste di raggi di sole, di colori e di… parole! A questo passaggio, il mio piccolo Tommaso ha posto la questione: «Ma dove sono le parole? Nella testa?». Gli ho risposto: «Sì, e quando servono passano dalla bocca ed escono per essere ascoltate». La zona delle parole Poco tempo dopo mi è capitato di leggere su “La Repubblica” (28/4/2016) un articolo su due pagine: “La mappa delle parole nascosta nel cervello”, dedicato ai risultati di una ricerca che è riuscita a localizzare quali parti della corteccia cerebrale sono attivate dalle parole, trovando per circa un migliaio di queste il gruppo di neuroni interessato. La ricerca è stata pubblicata su “Nature” dell’aprile di quest’anno ed è stata condotta da neuroscienziati dell’Università di California di Berkeley co-

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Riza psicosomatica

ordinati da Alexander Hunt. La prima cosa importante da sottolineare è che viene smentita l’esclusiva competenza dell’emisfero sinistro per il linguaggio, dato che le aree individuate sono localizzate su entrambi gli emisferi. L’altro dato significativo è che in tutti i soggetti che si sono sottoposti alla ricerca (sette persone indagate con la risonanza magnetica mentre ascoltavano per due ore i racconti da una radio) si attivavano le stesse aree cerebrali all’ascolto delle medesime parole. La mappa quindi non sarebbe legata alla soggettività: la ricerca suggerirebbe che il sistema dei significati delle parole sia innato e non determinato dall’esperienza. È certamente una prima tappa di avvicinamento al mistero della collocazione del linguaggio, in tutte le sue espressioni, in circuiti neuronali specifici. Questi primi dati indicano che potrebbe esserci una speranza per quelle persone che hanno perso la facoltà di parlare (e diverse malattie possono provocare una così grave limitazione) quando si potrà conoscere in che modo pensano. Ma questa speranza si accompagna inevitabilmente all’angosciante fantasia che il “furto” del pensiero sia alle porte e che quella rassicurante barriera costituita dalla consapevolezza per cui “dirò ciò che penso solo se lo vorrò”, non mi proteggerà più. Non a caso il “furto del pensiero” è annoverato fra i sintomi più angoscianti delle malattie psicotiche. Forse nessun papà sarà più così sicuro nel dire al proprio bambino: «Sì, le parole nascono nella testa, e forse in qualche altro posto, e quando servono passano dalla bocca per essere ascoltate». ■

Leggere nel pensiero sarà realtà?


Sesso e amore di Marco

Rossi

Psichiatra e sessuologo

L’importante è finire e soprattutto farlo bene QUANDO UN AMORE È FINITO, AVER PAURA DI CHIUDERE IL RAPPORTO LO TRASFORMA PRESTO IN UNA ZAVORRA CHE BLOCCA LA VITA. SERVE UN PO’ DI CORAGGIO

«

Dentro di me sento che qualche cosa si è rotto nella mia vita di coppia. Per mesi ho fatto finta di non ascoltare questa vocina, ma mi rendo conto che ormai la nostra relazione si trascina. La nostra intimità è una presa in giro. Manca l’entusiasmo, manca la passione, ma soprattutto manca il coraggio di lasciarsi. Come posso fare? Voglio trovare la forza o il coraggio prima di perdere anche la stima del mio partner». LARA

È

evidente che la vostra coppia è in crisi, ma è positivo che tu ne abbia preso coscienza e voglia trovare una soluzione “civile” che vi permetta di lasciarvi senza perdere la stima reciproca. Molto spesso le coppie che vengono in terapia trascinano il loro rapporto senza avere il coraggio di chiuderlo. È importante imparare a chiedersi quali sono i bisogni personali e di coppia, poiché è il primo approccio indispensabile per avere una relazione felice, con se stessi e con il partner. La voce sottile che senti dentro di te ti mormora una verità che preferiresti non ascoltare. Si tratta di percezioni che giacciono sepolte a un livello profondo, di cui sei solo in parte consapevole. Ma per lasciar emergere le emozioni, soprattutto quando sono intense, è necessario che tu ti apra all’ascolto di te stessa e del tuo uomo, devi essere pronta a vedere le dinamiche di coppia attraverso una

prospettiva più ampia e non aver paura di ammettere i tuoi limiti. Forse solo ora sei disposta a vedere i comportamenti del tuo partner per ciò che sono realmente. Durante il periodo iniziale della relazione si tende a mostrare un atteggiamento di apertura e curiosità verso l’altro, tuttavia quel tratto caratteriale o quel “difettuccio” che nella fase di innamoramento può apparire come una piacevole novità, trascorso un lasso più o meno lungo di tempo diventa spesso un difetto irrimediabile, un vero ostacolo inaccettabile in grado di minare la felicità e logorare il rapporto. Un gesto civile Ti consiglio di chiedere a te stessa se sei diventata meno tollerante oppure se sono emersi lati del tuo partner che prima erano restati nascosti. Inoltre coltiva la comunicazione e soprattutto l’empatia. Una coppia ha sempre bisogno di sinto-

nizzarsi per vivere emozioni e sensazioni. Questo non significa voler trasgredire, ma solo stupirsi, giocare, prendersi cura e amare nonostante le difficoltà e le abitudini. Quando però la magia si rompe, non vi è più complicità, la noia soffoca lo stupore, il partner non è più un compagno, un alleato, ma una sorta di zavorra che impedisce anche la crescita personale e individuale. Quando diventa chiaro che non si vive più bene insieme è meglio affrontare la realtà e prendere in considerazione che lasciarsi è il gesto più civile e soprattutto che permette al vecchio sentimento d’amore di non deteriorarsi. Non aspettare che le cose migliorino da sole. Rispettate quel sentimento profondo e autentico che avete provato nei momenti felici, perché, come cantava la grande Mina: ■ «L’importante è finire».

Asseconda il cambiamento

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Dalla parte di lei di Katia

Vignoli

Psicologa e psicoterapeuta

Le relazioni-ritornello: non ripeterle più

«

SPESSO È IL PRIMO AMORE, A VOLTE È SOLO UNO CUI DECIDIAMO DI APPARTENERE. QUANDO VORREMMO LASCIARLO NON CI RIUSCIAMO. UN INCANTESIMO DA ROMPERE

Per l’ennesima volta l’ho lasciato. Lui non demorde: mi ripete che siamo fatti per stare insieme, è il destino e prima o poi me ne farò una ragione. Ci siamo innamorati da ragazzini, primo amore per entrambi, siamo cresciuti insieme, sappiamo tutto uno dell’altro. Però il senso di appartenenza che ha sempre reso tanto sicuro lui, a me ha anche sempre spaventato, come se restare insieme fosse una condanna, invece che una scelta. Abbiamo ormai passato i trent’anni: lui non è ambizioso, gli basto io e uno stipendio decente, mentre io miro alto e temo che questa storia faccia anche da impedimento ai miei obiettivi. Senza di lui all’inizio sto bene, come liberata da un incantesimo, ma dopo un po’ mi faccio prendere da mille paure, perdo forza e se accadrà temo che anche stavolta finirò per tornare». LETTERA FIRMATA

È

un seme robusto e tenace, quello dell’appartenenza. Profitta di ogni tuo smarrimento, di ogni momentaneo sguardo sfuocato, per ripeterti che qualsiasi cosa tu possa fare, in qualsiasi luogo tu possa recarti, è lì che sei destinata a tornare, perché lì stanno le tue radici e non si scappa. Nella tua lunga lettera, riassunta per ragioni di spazio, esprimi con lucidità la sensazione di sicurezza da un lato e di condanna dall’altro che viviamo quando crediamo di appartenere a qualcuno. Succede spesso che questo qualcuno sia il primo amore: il primo corpo amato, la persona con cui abbiamo condiviso tante prime volte, l’amore che proprio perché primo non ha rivali con cui misurarsi. Se poi tutto questo si intreccia nel tempo a una storia comune, stessi paesaggi, stessi amici, stesse abitudini, il senso di appartenenza si fa

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Riza psicosomatica

ancora più forte. Chiunque ci sia dopo arriverà comunque dopo, sempre in ritardo e in difetto rispetto alla persona che c’è sempre stata e di noi sa tutto e noi di lei. Prova ad aspettare In “Cime tempestose” di Emily Bronte, il romanzo che meglio racconta i picchi di intensità e infelicità cui una relazione così consegna, Catherine confessa alla sua nutrice che non potrà mai separarsi da Heatcliff, l’uomo tenebroso che ha amato fin da bambina, perché lei è Heatcliff. Allontanarsi da lui significa perdere se stessa; rimanergli accanto le nega la libertà di esser se stessa. Sono soprattutto le donne, dalla sostanza assorbente come quella della luna, i soggetti più a rischio di identificazione: per natura tendono a diventare ciò che amano, col pericolo di confondere i confini tra sé e l’altro. E non è un pericolo da poco: il senso di appartenenza infatti genera di rimando soprattutto negli uomini pretese di possesso spesso responsabili di atti estremi. Credo che sia una grande illusione l’idea di appartenere a qualcuno, una delle più insidiose: mentre fiacca la volontà, esorcizza la solitudine; mentre complica la vita, anche la semplifica. Forse ti basterebbe solo aspettare. Il senso di sradicamento che vivi dopo un po’ lontano da lui, se ti dai tempo si trasformerà in libertà. Resisti e aspetta. Non è strano che quando finisce il sogno dell’appartenenza, l’altro ti appaia come il più altro di tutti? Eppure è proprio così che si racconta. Non più protetti dall’ombra di un passato comune e da un futuro deciso dal destino, quasi non ci si riconosce. Da questa estraneità benedetta capirai che il laccio è spezzato e sarai libera Ti ingabbia? Non è amore finalmente! ■


Figli nostri di Maria

Rita Parsi

Psicoterapeuta e scrittrice

I bambini imparano dal nostro esempio

«

UNA BELLA STORIA DI CRONACA CI INSEGNA CHE I BAMBINI SANNO IMPARARE TUTTE LE COSE CHE INSEGNIAMO LORO NON SOLO A PAROLE, MA IN PRIMA PERSONA

Ti scrivo perché sono commossa. Ho letto una notizia che mi ha fatto bene al cuore perché, finalmente con ottimismo dopo il tanto buio di notizie tristi ed allarmanti, ho pensato alla grande forza, all’energia vitale, al bene che i bambini rappresentano. Si tratta della notizia riportata dal Corriere della Sera qualche tempo fa, relativa alla scoperta fatta da una bambina di 8 anni, Emma Persico, che ha trovato, lungo la riva del Po, un osso di mammut e non soltanto lo ha individuato e riconosciuto, ma ha scavato e l’ha tirato fuori da sola. Era insieme a suo padre, ricercatore paleontologico che si è meravigliato, stupito ma anche inorgoglito di quel che la bambina ha fatto in piena autonomia. E io, come lui, mi sono sentita emozionata e coinvolta dalla conferma che veramente, come tu spesso hai scritto, “i bambini sono l’oro e il petrolio del mondo”». MARINELLA

I

bambini non sono soltanto l’oro e il petrolio del mondo, una risorsa vera per l’umanità presente e futura, le radici vitali della continuità della vita sul nostro pianeta. I bambini sono, anche, la cartina di tornasole di come siamo e di come siamo diventati noi adulti che, pure, un tempo siamo stati bambini. E di come li educhiamo, di quali esempi concreti di vita e di comportamento diamo loro. E con quale educazione sentimentale e sessuale li alleviamo e facciamo fiorire i loro pensieri, il loro immaginario, i loro desideri. Di come insegniamo loro a rispettare il proprio corpo, di come stimoliamo la loro fantasia e, al contempo, di come li aiutiamo, giorno dopo giorno, a prendere atto delle realtà della vita; sia quelle piacevoli

e gioiose sia quelle dolorose e tragiche. Così Emma, a otto anni, cresciuta con l’esempio paterno nella passione per il ricercare, ha da subito appreso quel piacere e proprio come fanno i bambini, che sono “poeti” e perciò “agiscono”, l’ha trasformata in concretezza. Mostrare il buono Emma ha messo in pratica, imitandolo, quel ricercare per scoprire che le ha fatto individuare, in quella punta annerita d’osso che sbucava dal terreno lungo il Po, ancor prima e meglio degli adulti, l’osso di mammuth di dodicimila anni fa. Perché, invero, Emma che con la sua scoperta ha lasciato di stucco tutti gli adulti, non solo ha imparato, immagazzinandoli, i primi trucchi del ricercatore paleontologo ma

ha reso omaggio al buono che suo padre le ha insegnato e trasmesso, proprio facendola attivamente partecipare alle sue ricerche. Come dire che ogni nostro insegnamento, le cose che diciamo e come le diciamo, quel che promettiamo e - si spera - manteniamo; quel che raccontiamo ai bambini di noi stessi, della nostra infanzia, delle nostre esperienze di crescita; quel che mostriamo loro con i nostri comportamenti di adulti; il modo nel quale scegliamo e portiamo avanti la nostra vita lavorativa, le regole che impartiamo loro e che, per primi, dovremmo rispettare, la saldezza dei nostri legami affettivi; la tenuta dei nostri rapporti di coppia; la capacità che abbiamo, a casa e a scuola di garantire ai bambini e agli adolescenti che esistono autorità “autorevoli”, sulle quali essi possono sempre contare e che sono da rispettare e da imitare; tutte queste cose costituiscono le basi della loro armoniosa possibilità di crescere, di sentirsi amati, accolti, riconosciuti, guidati. ■

Un percorso da fare assieme Agosto 2016

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Il test del mese di M.

G. Tumminello

Psicologa e psicoterapeuta

Sei capace di riderci su? La risata è terapeutica, attiva nel cervello sostanze capaci di farci sentire meno il dolore e soffia via le nuvole dalla mente. Scopriamo quanto sappiamo portarla con noi ogni giorno A una cena aziendale una collega ha un abito ridicolo A Non puoi fare a meno di sorridere B Cerchi di guardare altrove C Commenti divertito

Ti sei appena svegliato e ricevi una telefonata irritante A Accendi la radio e ascolti la musica B Hai una gran voglia di tornare a letto C Ormai l’umore è compromesso

Hai appena fatto una gaffe

Hai invitati a cena ma il piatto forte finisce in fumo A Ci ridi su, capita B Ormai la serata è rovinata C Ostenti disinvoltura mentre te la prendi con te stesso

Il tuo bimbo fa i capricci al supermercato

Nella foto della carta di identità sei venuto davvero buffo

A Lo ignori, gli passerà B Lo rimproveri aspramente C Vorresti scomparire ma fingi padronanza

A La tieni in vista perché ti mette allegria B La nascondi C In fondo la vedranno solo estranei

Il tuo partner è di pessimo umore, tu no

Un tuo amico fa una battuta cattivella

A Ti viene da ridere a crepapelle B Pensi subito alle conseguenze C Ti dispiace ma in fondo ti diverte

A Ti comporti in modo naturale e spontaneo B Ti lasci contagiare dal suo malumore C Cerchi di tirarlo su

Maggioranza di A

Maggioranza di B

Maggioranza di C

Ridi di tutto, anche di te

Ridi ma a denti stretti

Ridi per non piangere

Qualunque occasione può suscitare un sorriso per te che sei sintonizzato in modo naturale con l’aspetto buffo, paradossale o semplicemente tenero della realtà. Ridere ti fa star bene, attiva a cascata buonumore, fiducia, rilassamento, ma anche complicità con gli altri.

Come si fa a ridere quando ci sono problemi da risolvere, e una credibilità da mantenere? Finché cercherai la situazione ideale le tue risate saranno amare, forzate e non riusciranno ad allentare la tensione interiore che ti attanaglia. Prenditi meno sul serio: vedrai che leggerezza!

La battuta pronta e l’ironia fanno di te una persona molto apprezzata in società. Spesso l’ironia si trasforma in sarcasmo e diventa il paravento dietro cui stemperare malinconia e aggressività. Fai spazio alla tristezza quando viene a trovarti, e imparerai a ridere di cuore.

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Riza psicosomatica

A Rispondi per le rime B Inneschi una discussione C Fai una battuta sarcastica e ti allontani



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