BELSUNCE E NOAILLES Un progetto di rigenerazione per i quartieri centrali di Marsiglia
BELSUNCE E NOAILLES
Un progetto di rigenerazione per i quartieri centrali di Marsiglia.
Laureande: Lucrezia Ferrecchi Alessandra Mazzardo
Relatore: Elena Dorato Correlatori: Romeo Farinella Brigitte Bertoncello (Professore universitario di urbanistica - Istituto di Urbanistica e Pianificazione Regionale - Aix-Marseille UniversitĂŠ)
Tesi di laurea a.a. 2018/2019 UniversitĂ degli Studi di Ferrara Laurea Magistrale in Architettura
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“Marseille est une ville selon mon cœur. C’est aujourd’hui la seule des capitales antiques qui ne vous écrase pas avec les monuments de son passé. Elle a l’air bon enfant et rigolarde. Elle est sale et mal foutue. Mais c’est néanmoins une des villes les plus mystérieuses du monde et des plus difficiles à déchiffrer.” BLAISE CENDRARS
Premessa Abstract
1
9 10
Marsiglia 1.1
La porta del Mediterraneo
17
1.2
Una città multiculturale e cosmopolita
20
1.3
Il declino della città
24
1.4
Il rilancio socioeconomico e urbano
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Euromediterranèe
32
1.5
Il
2
centro città: evoluzione e criticità
2.1
Evoluzione storicaurbana della città
43
2.2
La scarsa attrattività del centro città
48
2.3
La carenza di spazio pubblico e verde urbano
52
2.4
L’emergenza abitativa
56
2.5
Politiche e progetti urbani per il centro
62
I
3
quartieri centrali: noailles e belsunce
3.1
Inquadramento dei quartieri
3.2
Le criticità urbane
3.3
Analisi dello spazio pubblico: le strade e i vuoti urbani
77 84 90
4
5.3
Il Polo NationaleProvidence
142
5.4
Il Polo Aubagne
146
Riferimenti progettuali
153
Bibliografia
161
Proposta strategica 4.1
La ricucitura dei quartieri al tessuto urbano circostante
118
4.2
Il potenziamento della mobilitĂ lenta e sostenibile
120
4.3
L’aumento dello spazio pubblico e del verde urbano
122
La creazione di nuove residenze e servizi
126
4.4
Il
5
progetto
5.1
La continuitĂ dei materiali
135
5.2
I percorsi
138
Ringraziamenti Elaborati grafici
167 177
Premessa Il percorso di tesi nasce da un legame affettivo con il territorio in seguito al nostro Erasmus a Aix en Provence, presso l’istituto IUAR di urbanistica e pianificazione dell’università Aix-Marseille. Oltre ad averci appassionate la materia siamo rimaste affascinate da Marsiglia, la città più povera di Francia, stimolante, attiva, vivace, la seconda metropoli francese, una città di grandi contrasti sociali e urbani. È una città che sta cercando di cambiare la sua immagine in positivo da molti anni ma che ha anche paura di perdere la sua identità, di città porto multiculturale e cosmopolita. Il nostro interesse si è soffermato sui grandi progetti di riqualificazione urbana che sono stati effettuati e che ancora si ripercuotono sulla città. Abbiamo inoltre nutrito interesse verso le problematiche urbane legate al centro città che acquisiscono maggior rilievo quando Il 5 Novembre 2018 crollano 3 edifici. La nostra proposta progettuale si inserisce all’interno di queste dinamiche ed è incentrata su due quartieri centrali a Marsiglia che sono classificati come zone urbane sensibili, Belsunce e Noailles.
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Abstract Negli ultimi decenni, i quartieri più centrali della città di Marsiglia hanno perso buona parte della loro attrattività dal punto di vista residenziale, economico e turistico. Tra i fattori che hanno contribuito questa tendenza, la scarsa qualità dei servizi, degli spazi pubblici, la mancanza di verde urbano e l’emergenza abitativa. Inoltre, Marsiglia si caratterizza nel panorama delle metropoli francesi come quella dalla più variegata composizione socioculturale, con un’ampia porzione di popolazione al limite della soglia di povertà. I diversi “piani del centro città” non sono riusciti ad eliminare del tutto i problemi che hanno giustificato la sua classificazione come area urbana sensibile. Pertanto il centro città è già in movimento in questo processo di recupero, favorendo però il rinnovamento urbano in altri territori attraverso progetti più ampi e completi come euromediterranee, promuovendo cosi il territorio e i settori economici, compreso il turismo, dopo aver ottenuto nel 2013 la nomina di Capitale Europea della Cultura. Tuttavia, il 5 novembre 2018 crollano tre edifici nel centro di Marsiglia e questo dramma indica l’urgenza di agire e impone di accelerare le politiche pubbliche: l’obiettivo principale della metropoli è quello di garantire un alloggio dignitoso, servizi di qualità, spazi pubblici e, più in generale, una buona qualità della vita nei distretti centrali. La tesi affronta queste tematiche ed elabora una proposta progettuale per i quartieri di Noailles, teatro dei crolli e Belsunce, che presenta lo stesso tessuto urbano e simili criticità. La strategia mira a rivalorizzare i due quartieri e a riportarli ad essere una componente attiva per il centro città, rispettando i loro caratteri identitari. Il progetto propone una ricucitura fisica e
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sociale che riconnetta Noailles e Belsunce attraverso il recupero di un’asse, Rue longue des Cappucins, che abbia la molteplice funzione di infrastruttura pedonale e al contempo di spazio di aggregazione. Un secondo percorso pedonale viene pensato nell’arteria simbolica della città La Canabiére che riconnetta i quartieri al porto e in tutta l’area viene potenziata la mobilità lenta. Inoltre lungo il percorso interno ai quartieri vengono create due polarità, il Polo NationaleProvidence a Belsunce e il Polo Aubagne a Noailles, riattivando le due aree, ora vuoti urbani, in cui si prevede di aumentare lo spazio pubblico, inserire nuove residenze, servizi per il cittadino.
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1 Marsiglia
Marsiglia è la città più antica di Francia, la seconda città francese per popolazione e il primo porto nazionale. La sua posizione geografica strategica grazie all’apertura sul Mar Mediterraneo la rende dalle sue origini una città cosmopolita per gli scambi culturali ed economici. Questa simbiosi con il mare ne ha influenzato notevolmente lo sviluppo al pari di altre città mediterranee quali Genova e Barcellona. La crisi economica che ha colpito la città nell’età post industriale ha messo in crisi il centro urbano. Per rilanciare la città sono state attuate diverse politiche tra cui: la creazione della metropoli, Aix-Marseille-Provence, che comprende 6 consulenti territoriali, l’avvio del progetto urbano Euroméditerranée, che si sviluppa nella zona portuale della città, fino alla designazione della città, nel 2013, a Capitale Europea della Cultura. Questi programmi di rilancio hanno portato alla diffusione di una migliore immagine della città, all’aumento del turismo e ad un grande impulso economico.
1.1 La
porta del mediterraneo
Marsiglia, la città più antica di Francia, è la più grande città della Francia meridionale, capoluogo della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra e del dipartimento delle Bocche del Rodano, oltre che il primo porto della Francia, quarto del Mediterraneo ed a livello europeo. Il suo territorio storico forma una sorta di anfiteatro, chiuso dal mare a ovest e dalle montagne a sud con il massiccio delle Calanques e a nord-est con le catene de l’Étoile e di Garlaban. La posizione strategica geografica della città per l’economia e il commercio nel Mediterraneo la pone come polo urbano di dimensione europea al confine tra Nord e Sud. L’immaginario di Marsiglia, che vede la città come una cerniera tra Francia ed Europa da un lato, il Mediterraneo e il mondo dall’altro, è stato costruito durante il XIX secolo. Nel 1849, l’arrivo della ferrovia condiziona il futuro di Marsiglia. Inoltre, nel 1850, l’acqua
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della Durance arriva a Marsiglia, sull’altopiano di Longchamp, consentendo l’ammodernamento e lo sviluppo delle industrie. Sotto il secondo impero, la città adotta un sistema capitalista moderno grazie all’installazione di diverse filiali bancarie e alla creazione nel 1865 della società di Marsiglia Credito. Infine, l’apertura di sei nuovi bacini portuali sulla costa a nord, dal 1844 al 1914, aumenta di 20 km la lunghezza delle banchine, l’attività si sposta attorno al bacino della Joliette e ai moli dove si potevano combinare attività commerciali e industriali. L’espansione coloniale e l’apertura del canale di Suez permise al porto di Marsiglia di estendere la sua area commerciale verso l’Estremo Oriente. Marseille-Fos diventa il principale porto commerciale con il Maghreb, l’Africa nera, l’Indocina. Il porto di Marsiglia ha dato alla luce un tessuto industriale derivato dal commercio coloniale, che ha costituito la ricchezza del porto e della città. Dalla seconda guerra mondiale, l’indipendenza dei vecchi possedimenti francesi all’estero fu fatale per questo “sistema portuale industriale”, la retrazione degli orizzonti economici di Marsiglia, in coincidenza con i cambiamenti industriali che hanno sconvolto l’Europa negli anni ‘50 e ‘60 ha avuto un ruolo decisivo nel superare l’industria di Marsiglia che non era più armata per affrontarla. Il ruolo di questo importante bacino muta profondamente, Marsiglia che ha sempre esercitato un ruolo fondamentale come potenza coloniale e commerciale al centro del Mediterraneo, vede quel mare relegato a ruolo di marginalità nel contesto degli scambi e dell’economia mondiale, che ha spostato il suo centro verso i grandi porti europei del nord.
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Marsiglia1575, Braun and Hogenberg
Piano topografico e idrografico del porto, della città e dell’intorno di Marsiglia, F. Delamarre (1860)
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Marsiglia, bacino portuale, gruppo di pulizia del gruppo CMR nei serbatoi di una petroliera, Aprile1992 - © Foto: Jacques Windenberger.
1.2 Una città multiculturale cosmopolita
e
In un altro immaginario, la città viene percepita quasi contemporaneamente come un luogo di migrazione. Marsiglia, fin dalle sue origini, è sempre stata un luogo di passaggio. Grazie al suo porto, l’incrocio tra diverse etnie e popolazioni le ha permesso di divenire un vero e proprio centro di scambi nel cuore del Mediterraneo. Tre ondate migratorie segnano la storia di Marsiglia. La prima ondata ebbe luogo nel XIX secolo con l’arrivo massiccio degli italiani in città, che rappresentavano una parte significativa dei lavoratori immigrati. La seconda ondata di migrazione, armena, si terrà in 1920, collegato agli sconvolgimenti della prima guerra mondiale e all’inizio del boom industriale. Infine, negli anni ‘60 ebbe luogo la terza ondata migratoria, legata alla dichiarazione di indipendenza dell’Algeria del 1962 che promuoveva una significativa migrazione
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a Marsiglia di rimpatriati dall’Algeria. Il problema di queste migrazioni si pone non solo da un punto di vista abitativo, Marsiglia non era pronta ad ospitare un così grande numero di persone. Le conseguenze saranno la nascita di bidonvilles periferiche e insalubri intorno ai nuove grands ensembles sorti negli anni ’60 e ’70 nelle campagne dell’entroterra. Nel XIX secolo, il traffico umano lungo le rotte commerciali createsi contribuì a un aumento di circa il 50% della popolazione cittadina, una crescita ovviamente molto più rapida rispetto al passato. La popolazione del 1830, pari a 130 000 abitanti, aumentò fino a 600 000 alla vigilia della Grande guerra; tale quintuplice crescita si deve in gran parte all’arrivo degli italiani; inoltre si accompagnò ad un aumento di dieci volte del numero di stranieri, senza contare coloro che la legge del1889, che inseriva il concetto del doppio ius soli, naturalizzò automaticamente in quanto nati in Francia. Ormai alla soglia del XX secolo, gli stranieri in città rappresentavano un quarto dell’intera popolazione. La maggior parte viveva disseminata nei vari villaggi industriali nascenti intorno alle nuove fabbriche, mentre altri erano raggruppati nel Panier, il quartiere storico del centro portuale, e nelle strade di Belsunce, quartiere abbandonato dalla borghesia in ritirata verso sud. Un quartiere, quello di Belsunce, che si fece via via più povero e proletario, destinato a diventare una sorta di ghetto per una massa di immigrati tuttora non assimilata, la maggior parte dei quali era di origine italiana. La grande guerra comporta una penuria in tema di manodopera, soprattutto in seguito all’entrata in guerra dell’Italia nel 1915. La situazione si risolve con la fine della guerra e l’inizio di un’intensa immigrazione corsa. I corsi, già cittadini francesi e quindi distinti con meno facilità dal censo, tendevano a portare
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con sé la struttura sociale delle proprie origini e a ricreare a Marsiglia una sorta di seconda Corsica. Condizioni che entro lo scoppio della seconda guerra mondiale contribuirono pesantemente alla reputazione di enclave senza legge alcuna di certi rioni come il Panier. L’aumento della povertà degli immigrati in una città in cui né l’occupazione né la costruzione di alloggi riuscivano a tenere il passo con i nuovi arrivi, guidati da un mirage colonial, portò ad un declino delle condizioni umane e dell’immagine stessa della città. Marsiglia vive la Seconda guerra mondiale prima come rifugio felice di migliaia di profughi, in particolare ebrei, in fuga dal regime nazista; in un secondo momento, dopo l’annessione al regime di Vichy e l’occupazione della Zona Libera, il numero di immigrati cala drasticamente. L’attività del porto cessa e purtroppo il rifugio dei tanti immigrati decisi a rimanere nonostante la guerra si trasforma in una trappola. Il maggiore flusso migratorio che la città deve sostenere però, durante il corso della sua storia, è quello che spinse la popolazione delle colonie a espatriare sul suolo francese. Si conta che tra il 1945 e il1975 la popolazione di Marsiglia aumentò di circa 300 000 unità. I grandi spazi semirurali che costituivano la couronne villageoise della cittò e la sua grande peculiarità a livello urbano furono coperti di cemento e alloggi sociali, comunque inadeguati a soddisfare le centinaia di migliaia di persone rimpatriate o transitanti per Marsiglia. Tutte le ondate migratorie succedutesi hanno costruito l’identità della città definendo la sua popolazione. Marsiglia è terza città armena al mondo, prima città corsa, prima città comoriana, terza città ebrea d’Europa; viene considerata come la città più cosmopolita del Mediterraneo. Nel 2008, stando all’INSEE, gli immigrati in città costituiscono
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il 12,7% della popolazione, inoltre più del 40% dei giovani di meno di 18 anni hanno almeno un genitore immigrato. Questa proporzione, in realtà, oltrepassa il 50% nei primi tre arrondissement della città.
Marsiglia, arrivo in traghetto da Algeri, marzo 1988 © Foto: Jacques Windenberger
Marsiglia, Mercato, rue Longue des Capucins, Ottobre1992 © Foto:Jacques Windenberger
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1.3 Il declino della città strategie urbane
e le
Tra il 1970 e 1990 si crea un vero e proprio vuoto nel tessuto economico marsigliese a causa dell’acquisizione delle principali società da parte di gruppi internazionali, o con la loro progressiva cessazione d’attività. La città rivela le sue debolezze e la sua vulnerabilità, sia per l’incapacità di modernizzarsi, sia per la sua assoluta dipendenza dal commercio coloniale, che nel 1954 costituiva il 60% dell’intero traffico portuale. Al di là del declino delle attività portuali e della deindustrializzazione, una crisi economica di maggiore entità colpisce Marsiglia. L’impiego terziario sta perdendo forza e non compensa il declino del porto, il che porta a un deterioramento dell’occupazione e alla disoccupazione aggravata. Marsiglia perde più del 15% della sua popolazione e dei suoi posti di lavoro tra il 1975 e il 1999. Il tasso di disoccupazione è quindi da 5 a 6 punti superiore alla media francese. Una crisi sociale multiforme si verifica congiuntamente, 35 000 abitazioni fatiscenti sono vacanti, principalmente nel centro della città. La città subisce un esodo degli strati medi verso i comuni limitrofi. C’è una pauperizzazione del centro di Marsiglia, dove i poveri sono concentrati. I quartieri centrali diventano spazi per popolazioni appena arrivate e insediamenti precari. Le strategie di pianificazione urbana di Gaston Defferre, sindaco dal 1953 al 1986, per venticinque anni, sono state orientate a soddisfare le “esigenze” delle classi lavoratrici e il rifiuto di attuare il rinnovamento urbano che porta alla distruzione di edifici fatiscenti, popolati da lavoratori, impiegati e piccoli commercianti, nei distretti del vecchio centro per far posto a uffici di lusso e centri commerciali.
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Con il crollo, completato nei primi anni ottanta, della struttura della produzione industriale, la periurbanizzazione massiccia e la fine, poco dopo, del ciclo politico segnato dall’azione di Gaston Defferre, la città entra in un nuovo ciclo. Fu proprio alla morte di Gaston Defferre nel 1986 che apparvero un’altra percezione e una nuova prospettiva della città. I successori, Robert Vigouroux, poi Jean-Claude Gaudin, appartengono alle nuove generazioni di sindaci-imprenditori a causa della ridefinizione istituzionale delle loro capacità. Senza avere esattamente lo stesso progetto per Marsiglia, entrambi hanno lavorato duramente per cambiare l’immagine della loro città. Hanno trasmesso un messaggio agli investitori e alle famiglie delle classi medie e alte, presentando la città in una luce nuova, dinamica e attraente.
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1.4 Il rilancio socio- economico e urbano tre realtà a confronto Marsiglia si colloca nell’arco nord latino del mediterraneo tra Barcellona e Genova. Tre cittàporto sedi di un’egemonia mercantile cresciuta e sviluppatasi parallelamente nel corso dei secoli. Il confronto che si vuole affrontare non si limita ad una somiglianza per vicende storiche del secolo passato, ma soprattutto per l’esplosione urbana e la riqualificazione portuale che ha interessato queste città. Le tre città successivamente al boom economico degli anni ’50, vanno incontro allo stesso declino economico nel periodo della deindustrializzazione, tra il 1970 e 1990. Esse hanno sfruttato il ruolo di sedi di grandi eventi per il rilancio della loro immagine, pur sempre mantenendo una posizione di rilievo all’interno dei traffici commerciali e marittimi.
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A Genova negli ultimi vent’anni del XX secolo, è stata condotta una rilevante attività di restauro dell’immagine della città che ha portato ad un’attrattività culturale del centro. A partire dal 1992, anno in cui Genova ha ospitato l’Esposizione Internazionale dedicata alla figura del genovese Cristoforo Colombo, si è avviato per il capoluogo ligure un processo di trasformazione e rilancio. In onore di questa occasione si svolsero molti interventi di recupero nell’area del Porto Antico, permettendole di diventare il cuore della vita turistica e ricreativa della Genova di oggi. Oltre all’Expo del ’92 la città ha ospitato altri eventi di portata internazionale: il Vertice G8 nel 2001 e Genova Capitale Europea della Cultura nel 2004. La strategia complessiva di questo programma di interventi, il cui importo complessivo ammonta a circa 200 milioni di euro, si è basata sul potenziamento dell’offerta culturale attraverso il miglioramento del sistema museale e del patrimonio architettonico. Inoltre si è puntato sull’innalzamento della qualità dell’ambiente urbano attraverso il miglioramento della fruizione della città in tutte le sue componenti. La Commissione europea ha approvato un programma per la rigenerazione e ricostruzione urbana del centro storico di Genova, Urban 2, stanziando un ingente finanziamento comunitario.
Veduta Notturna del porto di Genova - © Merlo Fotografia Genova
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Barcellona soltanto dal 1979, con la conquista della democrazia e la semi-autonomia politica rispetto al governo centrale di Madrid, la città ha iniziato a programmare un nuovo assetto urbano. Negli anni ’80 la città inizia il recupero del suo paesaggio urbano mediante piccoli interventi e successivamente con azioni coordinate da piani speciali, i PERI (Plans Especials de Reforma Interior). La candidatura della città alle Olimpiadi del 1992 rafforza lo sviluppo di questo processo. Oltre al centro storico ci si inizia ad interessare della aree esterne al perimetro antico, come la collina del Montjuic, la Diagonale, la Val d’Hebron e la Nuova Icaria. Questi interventi ridefiniscono i limiti della città verso la collina e verso il mare: il fronte marittimo. Il 23 aprile 2004 la città ha festeggiato il venticinquesimo anniversario della riconquistata autonomia politica. In questa occasione ha avuto luogo, per una durata di sei mesi, la manifestazione internazionale del Forum Universale delle Culture. Protagonisti i gruppi e le comunità che in ogni parte del mondo condividono la necessità di facilitare il dialogo tra i popoli, le loro culture e le loro civiltà. Rispetto ai casi di Genova e Marsiglia, Barcellona possiede già un centro rigenerato grazie ad un’attenta politica di valorizzazione che gli ha permesso di divenire fulcro di interesse culturale e al tempo stesso trampolino di interventi moderni attenti al contesto in cui venivano effettuati. Tutto ciò ha permesso a Barcellona di diventare un episodio del tutto singolare all’interno del panorama mediterraneo. Una città che ha saputo bruciare le tappe della modernità; quest’azione è stata possibile, da un lato, attraverso l’importanza che si è data allo spazio pubblico, alla piazza e alla strada, in conformità con una sensibilità rinnovata di tradizione e senso civico, dall’altra riscoprendo un proficuo rapporto del fronte cittadino con il mare, che ha permesso di riappropriarsi di una dimensione ambientale di importanza straordinaria.
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Veduta Notturna del porto di Barcellona
Marsiglia si sta avviando finalmente, sia per volontà politica, che sociale, ad assumere un ruolo sempre più importante come perno occidentale tra il bacino del Mediterraneo e le regioni dell’Europa continentale. Il governo francese, dal 1995, ha deciso di intraprendere un percorso di ingenti finanziamenti pubblici volti a definire un nuovo volto della città focese. Marsiglia sta vivendo in questi anni una rigenerazione radicale della sua immagine e del suo tessuto urbano. Questo cambiamento prende il nome di Euromediterranée. A differenza degli esempi visti in precedenza, nel caso di Marsiglia è lo Stato che ha generato l’indotto interesse economico tale da avviare il cambiamento urbanistico. Nei casi di Genova e Barcellona si sono invece utilizzati dei fondi o provenienti da programmi di interesse europeo, o da attività di carattere sportivo e culturale quali le Olimpiadi, o il marchio Capitale Europea della Cultura. L’aspirazione della seconda città di Francia è dunque quella di potersi riconoscere negli anni a venire quale città euro-mediterranea. L’obiettivo di Marsiglia è quello di avviare un sistema di rigenerazione diffusa che consenta di riordinare la scena urbana, a dir poco frammentata, e di fungere da volano per
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un futuro sviluppo economico sostenibile. Grazie anche al grande impulso economico generato dal progetto di Euromediterranée, nel 2013 Marsiglia è stata designata Capitale Europea della Cultura, programma finanziato dall’Unione Europea. Le strategie si sono sviluppate in collegamento con altri progetti lanciati contemporaneamente e supportati, invece, dal consiglio comunale: l’estensione della rete del trasporto pubblico (tram e metro), la creazione del sistema semipedonalizzato del waterfront storico e la riqualificazione del centro commerciale principale, ossia il palazzo della Bourse. Nel 1997 nasce l’associazione Intermed, che non decollerà mai veramente per le difficoltà di assetto istituzionale del porto di Marsiglia, oggi superate grazie alla nuova legge portuale francese che ha dato forte autonomia alla scalo. Lo scopo principale di questa rinnovata unione era quello
Veduta Notturna del porto di Marsiglia
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di affrontare insieme i grandi mutamenti globali dei traffici e costruire una solida alternativa ai porti del nord Europa. L’11 ottobre 2013 l’associazione è stata rilanciata a Barcellona con nuovo statuto e obbiettivi ambiziosi “Intermed Gateways”, l’alleanza dei tre principali porti di destinazione finale del nord Mediterraneo: Genova, Marsiglia e Barcellona. I tre principali porti del Mediterraneo occidentale si sono posti differenti obiettivi. In primo luogo effettuare uno studio sui vantaggi comparativi dei tre porti rispetto ai loro concorrenti del nord Europa, tenendo conto degli ultimi sviluppi nella logistica internazionale e trasporto marittimo. Continuare la cooperazione e lo scambio di informazioni. Sviluppare attività congiunte di promozione e marketing. Agire con le istituzioni europee per rafforzare l’importanza dei porti e dell’associazione nella strategia di trasporto dell’UE.
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1.5 Euromediterranée Il 22 giugno ’92 Comune, Regione, Dipartimento, Comunità dei Comuni, Camera di commercio, Ente Porto e Sncf (Société nationale des chemins de fer français), firmano un appello allo Stato affinché sostenga un grande progetto di sviluppo. La zona “target” è il centro-nord di Marsiglia, che abbraccia il porto antico, e l’area più prossima allo scalo comune, serve maggiore osmosi tra porto e città. Nel frattempo l’arrivo del tgv, l’alta velocitò, spinge il governo francese a scommettere su Marsiglia con l’intento di trasformarla in un hub della cultura mediterranea, cercando di coniugare i legami culturali d’oltremare con gli interessi economici. Nel 1995 viene lanciata l’operazione di interesse nazionale (OIN) Euroméditerranée. Subito dopo la dichiarazione di Barcellona, atto fondatore di un partenariato globale tra l’Unione europea (UE) e dodici paesi del Sud del Mediterraneo e la creazione dell’EPAEM (Etablissement Public d’Amenagement Euromediterannée), ossia un ente pubblico ad hoc che funzionasse come polo di intesa tra i diversi organismi istituzionali interessati dall’operazione urbanistica ed economica. L’EPAEM doveva coordinare gli interventi statali, quelli delle collettività territoriali, del Porto autonomo e quelli privati. Questi ultimi saranno di fatto gli attori più interessati ed importanti man mano che i disegni progettuali si svilupperanno. Sul finire del XX secolo, l’EPAEM era già stata creata ma la faccia architettonica di questa grande operazione non era stata per nulla definita. Furono chiamate numerose equipes di urbanisti ed architetti invitati a confrontarsi con un piano di fattibilità sulla zona Joliette/Saint Charles. Il progetto nasce e si sviluppa in un territorio
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estremamente contrastato, raggruppando al tempo stesso zone industriali abbandonate, quartieri residenziali poveri e degradati, la parte haussmaniana ottocentesca, aree portuali in disuso e non. Questo carattere frastagliato imporrà fin da subito la necessità di un perimetro d’azione, anche se molto contestato, di 310 ettari, stabilito nel 1995. Nel 2007 si concorda la possibilità di un ulteriore estensione del primo perimetro storico verso Nord, di altri 170 ettari, in modo tale da facilitare alla prima fase attuativa l’arduo compito cerniera con i famigerati “quartieri Nord”. Se il perimetro è infatti fin dall’inizio ben definito, gli obiettivi risultano più deboli e confusi.
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Oltre al collegamento tra il centro città e i quartieri nord e alla riqualificazione architettonica e sociale, Euromediterranée si ritrova a dover far fronte ai cambiamenti istituzionali avvenuti da poco riguardo all’assetto geopolitico dell’area. La creazione di una metropoli Aix-Marseille-Provence, che vede Marsiglia come città fulcro dell’impianto metropolitano, amplia la visione dell’intervento, senza però indebolire l’importanza locale degli interventi. Aix-Marseille Provence Metropole riunisce 92 comuni e sei territori, Marseille Provence, Pays d’Aix, Salon Étang de Berre Durance, Pays d’Aubagne et de l’Etoile, Ouest Provence e Pays de Martigues. La città cerca così di rendere favorevole i comuni limitrofi ad un’adesione concreta al progetto.
Euromediterranée, nella sua fase iniziale, e poi oggi con la nuova estensione, sta svolgendo il ruolo di vero acceleratore per la trasformazione di Marsiglia e per il processo di metropolizzazione
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dell’intero territorio. Oltre all’aspetto strategico a livello territoriale, l’operazione ha rappresentato un impulso decisivo per l’assegnazione del titolo di Capitale Europea della Cultura nel 2013 e ha giocato un ruolo importante con la sperimentazione sul piano del partenariato pubblico-privato che si è potuta attuare. Mentre nel primo lotto il ruolo pubblico rappresentava il 70% degli investimenti dell’area, contro un 30% privato, oggi con la seconda estensione i ruoli si invertono e i privati rappresentano al contrario il 70% del progetto. Da qui si può comprendere come, dopo le aspettative e i successi dei primi anni, oggi i nodi più problematici dell’intera operazione stiano venendo al pettine. Innanzitutto la governance del processo di rigenerazione: spesso le associazioni e la mobilitazione sociale non sono state prese adeguatamente in considerazione in rapporto alle conseguenze che tali trasformazioni hanno causato e continuano a comportare per la popolazione locale. L’eccessiva volontà di mettere in vetrina gli interventi sul lungomare della Joliette al fine di rendere la città, o almeno la sua immediata interfaccia, più gradevole ai crocieristi e ai turisti provenienti da altre città del Mediterraneo, ha trascurato quasi totalmente le esigenze degli abitanti dei primi arrondissement della città, che stanno vivendo ora una fase di gentrificazione inaspettata e non condivisa. La volontà di connettere i luoghi di sbarco dei grandi flussi crocieristi con gli elementi più turistici del centro storico ha forse aumentato la percezione di marginalità di molti quartieri, esclusi dal perimetro di trasformazione. La cultura spaziale marsigliese resta una cultura popolare. Proprio per questo oggi, la riuscita dell’operazione su piano economico, deve necessariamente affiancarsi ad un equilibrio sul piano urbanistico da cui deriva poi quello sociale.
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2 Il
centro cittĂ
Il centro città presenta ancora diverse criticità, segnate anche dall’esodo dal centro urbano verso le zone periferiche, evidenziato anche dall’evoluzione urbana della città. Vari fattori hanno determinato questa tendenza tra cui la carenza di spazio pubblico e verde urbano, a causa dell’elevata densità del costruito. Infatti il centro città presenta un basso valore di spazi verdi pro capite, addirittura nel 1° arrondissement la media è di 0,22 m2. A questo si aggiunge l’emergenza abitativa. Il centro città è uno dei territori con il più alto tasso di abitazioni fatiscenti, con una media che supera 3 volte quella della città, questo spiega anche l’alto tasso di alloggi vacanti. La popolazione residente nel centro, con capacità finanziarie ridotte, appare ancora più indebolita dalla scarsa disponibilità di alloggi sociali e dal forte aumento degli affitti, soprattutto nelle aree toccate dal progetto Euromediterranée. Diverse politiche urbane sono state attuate nel corso degli ultimi decenni ma queste non sono riuscite ancora ad eliminare i problemi che hanno giustificato la sua classificazione come area urbana sensibile. Le problematiche urbane legate al centro città acquisiscono maggior rilievo quando il 5 Novembre 2018 crollano tre edifici in Rue d’Aubagne, a Noailles, nel 1° arrondissement.
2.1 L’evoluzione della città
storica-urbana
Nonostante le prime tracce di presenza urbana nel bacino di Marsiglia risalgano al medio Paleolitico, la fondazione della città ad opera dei greci è datata attorno al 600 a.C., data che la rende la città più antica di Francia. A partire dall’epoca medioevale, e poi in misura maggiore durante il Rinascimento, si andò a formare una borghesia mercantile sempre più forte e ricca. Questa, lentamente, si staccò dall’interesse univoco di carattere marittimo spingendosi ad urbanizzare quell’entroterra che, fino a quel momento, era servito esclusivamente come luogo di caccia o coltivazione di vigneti e uliveti. La borghesia del 1500 e del 1600, prima dell’invasione francese di Luigi XIV, era soprattutto costituita da membri protestanti, quindi per costumi morali propensi ad uno stile sobrio e rigoroso. Tali furono le bastides: residenze di campagna, spesso criticate per il loro eccessivo rigore stilistico ed architettonico, che iniziarono a proliferare in quegli anni tutt’intorno alla città. Lo sviluppo spontaneo di queste residenze andò a consolidare urbanisticamente la cosidetta couronne des saints. La “corona dei santi” non era altro che l’insieme dei piccoli agglomerati agricoli che sorgevano da tempo intorno all’antio Lacydon e ognuno di essi prendeva appunto il nome di un santo. Ne rimangono ancora oggi numerose tracce, come ad esempio nei quartieri di Sainte-Marguerite, Saint Loup, Saint-Jerome e molti altri ancora. La città ha sempre lasciato grande libertà ad una crescita residenziale individuale, il che ha contribuito alla formazione di una forma urbana completamente indefinita. Lo sviluppo stesso delle bastides ne è una conferma: probabilmente ebbe inizio durante le grandi epidemie di peste del XVII secolo, in particolare del 1720, quando i nobili lasciarono spaventati i centri città delle città più
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grandi per proteggersi dalla malattia in campagna. Alcuni scrittori intellettuali di Marsiglia riportano che verso la fine del 1600 esistevano 900 residenze aristocratico-borghesi in città e 900 bastides in campagna. Una grande rivoluzione sarà segnata dall’arrivo dell’acqua grazie al canale di collegamento diretto con la Durance. Nel 1849 i lavori si concludono, l’irrigazione diventa possibile e i nobili dotano le loro residenze di campagna di fontane e piccoli ruscelli. La tradizionale coltivazione di vigne che aveva, fino a quel tempo, reso celebre la città già durante l’impero romano, lascia spazio ad un’agricoltura complessa e articolata. Con il passare del tempo le bastides iniziano a perdere il proprio fascino. L’aristocrazia marsigliese, aperta verso il mediterraneo ma chiusa rispetto all’economia terrestre con il territorio francese, per ragioni di differenza storica, si sposta verso Sud. Verranno prediletti i piccoli villaggi pescatori di Cassis e La Ciotat al di là della Calanques
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meridionali. L’architettura e l’impronta delle bastides resta ma larga parte dei vasti terreni che le circondava viene ceduta alla città. Nel 1860 si contano intorno al nucleo storico di Marsiglia circa 110 villaggi sparsi da Allauch e Aubagne fino all’Estaque. Con l’espansione industriale che conseguì all’arrivo della ferrovia negli stessi anni di fine XIX secolo, quei villaggi così autonomi vengono inglobati nella crescita senza scrupoli nella metropoli marsigliese. Molte bastides saranno convertite in cliniche o sedi di municipi. Alcuni degli antichi villaggi sopravvivono tutt’ora grazie a delle comunità che vi si sono stabilite e hanno contribuito a mantenerne un carattere piuttosto tradizionale. Lo spirito della seconda città di Francia, fiera della sua indipendenza anche in periodi di assedio e occupazione, ha creato al suo interno una struttura policentrica su base geografica e sociale i cui resti continuano a rendere unica la città del presente.
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Sono stati numerosi i tentavi, anche se solo in fase recente, di risolvere ubranisticamente il puzzle urbano marsigliese. Questo attraversi la ricerca di una coerenza territoriale che ancora fatica ad apparire. Il primo vero piano urbanistico della città risale infatti al 1933. Già prima comunque, sotto la guida dei diversi prefetti, prima Campern e poi Delacroix, si era proceduto ad un’espansione organizzata della città verso Sud, grazie alla cessione dello Stato di tutte quelle aree utilizzate per l’armamento delle navi da guerra. Desmaret, sotto la guida del prefetto Delacroix disegna nel 1807 un piano urbanistico dell’intera città che prevede la demolizione delle mura seicentesche. Al posto di questi spazi iniziano ad essere immaginati grandi boulevards alla parigina, e si sviluppa l’ipotesi di una possibile estensione del porto verso Nord, attraverso la connessione di un grande boulevard che sarebbe poi divenuto l’attuale Rue de la Republique. Il piano Greber, del 1933, viene redatto in quanto documento richiesto direttamente dallo Stato francese oer decreto alle città di più di 100 000 abitanti. Jacques Greber, parigino, immagina un sistema di congiunzione tra porto, città e stazione attraverso delle grandi vie a scorrimento veloce che taglino fuori il centro storico del Panier. Per via dell’inadeguatezza rispetto alle reali condizioni della città, il piano non sarà avvallato dall’amministrazione cittadina e verrà abbandonato soprattutto in seguito alle distruzioni belliche del ’43. La ricostruzione del Panier viene affidata all’architetto Fernand Pouillon, che riprogetta tutti gli edifici che oggi affacciano sul lato settentrionale del vecchio porto. Dalla fine della guerra ad oggi si assiste a fenomeni di grande rilevanza urbana per la città. Innanzitutto l’arrivo delle due autostrade A7 e A55 direttamente fino al cuore del centro città. La decisione fu presa sulla spinta di una concezione modernista della città come spazio per il passaggio
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delle automobili e non dei pedoni. Sono anni in cui le scelte urbanistiche sono dettate infatti dalla logica dell’automobile e degli spazi che questo nuovo veicolo comporta a livello pubblico. Inoltre la decolonizzazione porta ad una costruzione incontrollata di alloggi sociali, soprattutto nel nord della città, in stretto rapporto con le industrie, ma anche nel sud e talvolta nel centro. Dopo appena 20 anni gli HLM (Habitation à Loyer Modéré) rappresentano un quinto dell’intera offerta abitativa della città e alloggiano tra i 170 000 e i 200 000 abitanti regolari. Nel 1969 viene redatto per la prima volta un Piano Urbanistico Direttivo (PUD). Pochi anni più tardi, nel 1973, l’Agam revisiona il documento e pubblica uno Schema Direttivo urbano di riqualificazione che servirà da fondamento per il successivo Piano di Occupazione del suolo del 1978, il quale verrà approvato nel 1981 e rivisto nel 1993 e 2000. Nel 2000 viene creata la comunità urbana AixMarseille-Provence Métropole e nel 2004 il progetto di agglomerazione della metropoli 2020.
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2.2 La scarsa attrattività centro citta’
del
Marsiglia è suddivisa, a livello amministrativo, in quattro macroaree urbane: il Nord, il Centre-Ville, l’Est e il Sud. Marsiglia è la città più diseguale di Francia. Il sociologo André Donzel parla della città come di una métropole duale, vicina alla configurazione urbana di un paese in via di sviluppo in cui si affiancano la popolazione più ricca a quella più povera. Secondo Marcel Roncayolo, urbanista e geografo, Marsiglia è caratterizzata da una separazione e gerarchizzazione che oppone in tutto e per tutto i quartieri Nord dai quartieri Sud, separati lungo l’asse della Canebiére. Un asse multietnico che segna la separazione tra Nord e Sud. Questa divisione esisteva già nel XVII secolo con le continue estensioni del porto al nord della città. Questi ampliamenti hanno infatti contribuito all’insediamento in queste aree, del settore industriale e, di conseguenza, delle residenze operaie legate a questo ambito. Il sud, al contrario, ha ospitato l’orticultura a larga scala accogliendo la borghesia e le classi medie. La città era quindi divisa da un Nord industriale e popolare da un lato e un Sud residenziale e terziario dall’altro. Questa segregazione si è accentuata a causa della differenziazione sociale degli abitanti. Nel centro città di Marsiglia quasi la totalità dell’area occupata dagli arrondissement 1,2 e 3 è classificato come area urbana sensibile, inserita all’interno dei contratti di coesione sociale urbana, contratti firmati tra lo Stato e l’autorità locale, che si impegnano ad attuare azioni concertate per migliorare la vita quotidiana degli abitanti dei distretti in difficoltà. Questo contratto unico, riunisce gli aspetti urbani, sociali ed economici delle politiche territoriali a favore dei quartieri prioritari.
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Il centro città è uno dei settori in cui gli indicatori di precarietà sono i più allarmanti. I redditi degli abitanti sono tra i più bassi di Marsiglia e il centro è anche uno dei settori più popolati, riunisce infatti 109 865 abitanti, formando così la più alta concentrazione di popolazioni precarie del comune.
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Il centro di Marsiglia è stato segnato nel corso della sua storia dalle grandi trasformazioni che la città ha subito. Queste mutazioni sono state sia urbane, sociali che economiche. La crisi economica che ha colpito Marsiglia negli anni ‘70, ha assunto un carattere cumulativo più importante nel centro della città: economia in recessione, impoverimento, svalutazione del patrimonio immobiliare, bassa attrattività. Fino alla fine degli anni ‘90, l’attività economica, in particolare il terziario, sembrava dover evitare qualsiasi localizzazione nel cuore della città, soprattutto per l’immagine economica e urbana molto degradata. Le prime operazioni immobiliari terziarie vennero sviluppate nel progetto Euromediterranée, nel 2 ° arrondissement, un progetto con l’ambizione primaria di ricostruire un indirizzo economico principale nel centro di Marsiglia, supportato da un ambizioso programma immobiliare e urbano. Dalla fine del 1990 la situazione migliora nel 2 ° arrondissement, si registra una crescita dell’1,6% nell’occupazione, retribuita tra il 2009 e il 2014, il 1° arrondissement scende, però, al -7%. Il centro città sta vivendo una crescita inferiore rispetto al resto della città e della metropoli, dato anche dall’esclusione di alcuni settori dal perimetro delle operazioni di recupero. Il centro città è ancora economicamente fragile. In trent’anni il comune ha perso in media lo 0,1% della sua popolazione all’anno, il che corrisponde a 20 000 persone. Da nord a sud, i quartieri sulla costa hanno perso abitanti, soprattutto quelli del centro della città. La scarsa attrattività del centro di Marsiglia deriva quindi da una situazione socio-economica difficoltosa ma anche da un panorama urbano degradato e non recuperato. La città deve saper rispondere ad una domanda sempre crescente di servizi per la popolazione.
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2.3 La carenza di spazio pubblico e verde urbano Il declino economico, l’impoverimento e il degrado dei distretti centrali possono spiegare il deficit di interesse generale e i conseguenti comportamenti casuali, sporcizia e danni. Lo spazio pubblico diventa un bene di consumo come un altro. Dal momento che appartiene a tutti, non appartiene a nessuno. Inoltre, l’onnipresenza della vettura e i suoi effetti indotti incidono sulla mobilità delle persone e contribuiscono al degrado dello spazio pubblico. Rispetto alla mobilità di tutti gli abitanti del comune di Marsiglia, i residenti nel centro della città usano spostarsi a piedi, il 61%, utilizzano poco l’auto e i mezzi pubblici. La percentuale di famiglie non motorizzate si attesta al 60% nei primi due distretti,
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questi dati devono essere correlati con il basso livello di risorse di gran parte delle famiglie residenti. Non possedere l’auto non fa parte di una scelta volontaria, ma sembra essere un vincolo economico. La diagnosi della PDU (Plan de Déplacements Urbains) è inequivocabile per quanto riguarda il posto dato al camminare e all’uso della bicicletta in città. Lo spazio pubblico è scomodo per i pedoni (corsie strette, marciapiedi ridotti), spesso ingombrato dai veicoli ed elementi di arredo urbano (pali, chioschi, cartelli), che costruiscono altrettanti ostacoli, è inoltre caratterizzato dalla mancanza di continuità nei percorsi, dall’assenza di aree pedonali in quantità e qualità sufficienti: su un perimetro di una superficie totale di 376 ettari (di cui 116,5 ettari di strade, piazze e aree simili) più di due terzi sono interamente dedicati all’automobile. A Marsiglia, quasi 170 000 abitanti vivono in aree in cui l’inquinamento atmosferico supera i valori limite per la protezione della salute.
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Per quanto riguarda la vegetazione nel centro città di Marsiglia, negli spazi pubblici è limitata, e principalmente composta da alberature lungo i viali. Esistono però tre parchi pubblici che costituiscono luoghi storici ed emblematici del centro città: Parc du Palais Longchamp (4°arrondissement), Jardin du Pharo (6°arrondissement), Jardin des Migration (2°arrondissement). Marsiglia è una delle città che ha la più bassa percentuale di spazio verde per abitante, con una media di 7 m² a persona, nel 1° arrondissement la media pro capite è di 0,22 m2. La vegetazione è di grande importanza in città: contribuisce a offrire agli abitanti una qualità di vita e comfort e rende piacevoli i luoghi di incontro, rinfresca e abbassa la temperatura percepita, è uno dei principali strumenti per combattere le isole di calore urbane.
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In questo contesto, gli spazi pubblici meritano un’attenzione particolare; sono davvero al crocevia della rivitalizzazione del centro. Il loro futuro fa parte di una dinamica globale di cambiamento dell’immagine volta a rendere attraente il centro.
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2.4 L’emergenza
abitativa
Una parte significativa del notevole patrimonio storico che costituisce il centro persegue un processo di profondo degrado con molteplici cause, mettendo in discussione i fattori di coesione e di equilibrio della cittĂ : le patologie degli edifici sono numerose e complesse, aggravate dal legame fisico degli edifici che condividono muri portanti. Il 60% degli edifici nel centro cittĂ furono costruiti prima del 1946, quasi il doppio rispetto alla media di Marsiglia. Una piccola parte degli edifici (5%) ha meno di 20 anni.
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Con i quartieri del nord di Marsiglia, il centro città è uno dei settori con il più alto tasso di abitazioni private “potenzialmente indegne” con il 29%, oltre 3 volte in più rispetto alla media della città. Più di 33.000 persone vivono in questi alloggi. Inoltre, il 71% del parco immobiliare “potenzialmente indegno” del centro città si trova in comproprietà. I vecchi alloggi si concentrano nel 1 arrondissement, che raggiungono fino all’80% del parco immobiliare, mentre questo tasso è inferiore al 50% per l’intera città. Per quanto riguarda lo stato di occupazione delle residenze, il centro città comprende più affittuari, 51% rispetto al 36% a Marsiglia, e meno occupanti proprietari, 37%. Il 4 ° e nel 7 ° arrondissement, sono invece caratterizzati da una quota più elevata di alloggi indipendenti e di occupanti proprietari. L’importanza di questo mercato degli affitti spiega senza dubbio la maggiore mobilità dei residenti del centro. Questa bassa percentuale dei proprietari-occupanti è una delle cause del forte deterioramento del patrimonio immobiliare, che può in parte spiegare un tasso di posti vacanti nei primi tre arrondissement molto più alto della media comunale. Gli alloggi vacanti sono aumentati dal 2001 ad oggi, in particolare nel 1 °, 2 °, 3 ° e 6 ° arrondissement, con il 15% di alloggi vacanti contro il 6% in media all’interno del comune. La popolazione residente nel centro, che ha capacità finanziarie ridotte, appare ancora più indebolita dalla scarsa disponibilità del parco HLM (Habitation à Loyer Modéré) e dal forte aumento dei prezzi degli affitti, tra il 2002 e 2006 sono aumentanti del 29% in media per l’intero territorio, nel 2 ° arrondissement del 42%.
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La problematica acquisisce maggior rilievo quando il 5 Novembre 2018 crollano tre edifici in Rue d’Aubagne, a Noailles, nel 1° arrondissement. Due dei tre stabili crollati erano murati e teoricamente disabitati. Il numero 63 di rue d’Aubagne, dichiarato pericolante oltre dieci anni prima, era stato comprato dal comune. L’immobile centrale, il 65, crollato anch’esso, era in comproprietà ed abitato. Questo dramma indica l’urgenza di agire e impone di accelerare le politiche pubbliche per porre rimedio ai fenomeni di deterioramento dei vecchi edifici privati nel centro di Marsiglia. La metropoli di Aix-Marseille-Provence, competente in materia di alloggi, ha presentato il 13 dicembre 2018 una strategia territoriale sostenibile e integrata per la lotta alle abitazioni indegne e degradate. Guidata dalla Metropoli in stretta collaborazione con i suoi partner, questa strategia riflette la consapevolezza collettiva che è necessario agire rapidamente e con forza, per far fronte all’emergenza, ma soprattutto per cercare soluzioni durature. Da novembre 2018, secondo le stime almeno 1.300 case sono state evacuate in caso di emergenza, da edifici situati principalmente nel centro e dichiarati inabitabili. Questi ordini di pericolo riguardano principalmente famiglie molto modeste, violentemente destabilizzate da questi sfratti. Dopo una gestione improvvisata all’inizio, a volte brutale e spesso conflittuale, l’utilizzo di dispositivi professionali ha permesso di prendere meglio le misure di questa crisi senza precedenti. Innanzitutto, con l’istituzione di due MOUS (Maîtrise d’Oeuvre Urbaine et Sociale) uno per il trasferimento temporaneo delle famiglie evacuate (10 dicembre 2018), l’altro per l’accoglienza e il follow-up sociale (febbraio 2018).
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2.5 Politiche e progetti urbani per il centro città Di fronte a questa situazione, rivitalizzare il centro diventa una necessità assoluta. Diverse politiche urbane sono state attuate nel corso degli ultimi decenni. L’OPAH (Opération programmée d’amelioration de l’habitat) è una procedura coordinata dallo Stato, dall’ANAH (Agence National pout l’Amélioratio de l’Habitat) e una o più collettività territoriali (comune, dipartimento, ecc.) che si impegnano a favorire operazioni di riabilitazione del patrimonio costruito privato e di miglioramento del confort abitativo proponendo ai proprietari degli immobili un lasso di sovvenzioni. Si nota, quindi, che nel caso dell’OPAH l’amministrazione non possa obbligare i privati a realizzare i lavori, ma si limita a creare delle condizioni favorevoli affinchè il miglioramento avvenga. Inoltre contribuisce alla messa in opera delle azioni in materia di pianificazione urbana, servizi pubblici e offerta di servizi di vicinato. Esistono diverse tipologie di OPAH, la più interessante ai fini dell’analisi è l’OPAH-RU (renouvellement urbain), che viene applicata esclusivamente in contesti urbani, in casi eccezionali di territori particolarmente degradati e caratterizzati da una forte svalutazione immobiliare. Le sovvenzioni possono provenire da diversi enti oltre che dall’ANAH e il loro ammontare varia in base agli obiettivi dell’operazione. La durata dell’accordo è di tre anni. Il PRI (Périmètre de Restauration Immobilière) o ORI (Opérations de Restauration Immobilière) è un perimetro di pianificazione avente come obiettivo il miglioramento delle condizioni di abitabilità di un immobile o di un insieme di immobili. Solitamente viene utilizzato per la rivitalizzazione di quartieri
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vetusti e ad alto tasso di inoccupazione. Al contrario dell’OPAH, nel PRI i proprietari sono obbligati a realizzare i lavori di miglioramento dichiarati di interesse pubblico dall’amministrazione, pena l’espropriazione. Generalmente non è prevista l’erogazione di fondi pubblici per il proprietari, anche se essi possono sfruttare le sovvenzioni previste della Politique de la Ville. La Politique de la Ville è una serie di azioni dello stato francese volte a valorizzare le zone sensibili della città e a ridurre le disparità economiche e sociali fra esse e il resto della realtà urbana, favorendo la mixitè sociale e diminuendo i fenomeni di ghettizzazione ed esclusione. La legge del 1996 definisce le tipologie di zone sensibili, le ZUS (Zone Urbaine Sensible) sono identificate come zone caratterizzate da grands ensambles, di quartieri degradati e da un marcato disequilibrio tra la popolazione residente e il tasso d’occupazione. Con l’intento di semplificare il numero troppo alto di strumenti nel 2015. Con l’entrata in vigore della nuova normativa, tutte le zone sensibili sono state raggruppate sotto un’unica tipologia denominata quartier prioritaires de la politique de la ville. Il centro città viene identificato come ZUS, Marseille Centre Nord. Fino al 2014 le ZUS erano soggette ai Gran Projet de Ville (GPV) che permettevano di realizzare progetti urbani sotto forma contrattuale tra lo Stato e le collettività locali. A Marsiglia sono stati avviati GPV in diciassette quartieri. Nel 2010 fu siglato un progetto di rinnovamento per il centro città tra l’ANRU, la città di Marsiglia e diversi investitori privati. Si trattava di uno dei più grandi interventi da realizzare in un contesto storico caratterizzato di un parco di alloggi tendenzialmente privato molto frammentario. Gli obiettivi prevedevano la realizzazione di nuovi alloggi sociali, la riqualificazione degli isolati e una conseguente rivalutazione del patrimonio,
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lo sviluppo di strutture pubbliche per bambini e giovani, l’apertura del centro città ai nuovi poli di rinnovamento urbano, il miglioramento della coesione sociale tra le varie componenti della popolazione, in particolar modo quelle più precarie. Euromediterranée si inserisce in questo contesto, uno degli interventi più importanti e allo stesso tempo più contestati dell’operazione è la riqualificazione di Rue de la République, importante asse viario a stampo haussmaniano d collegamento tra il centro città e la Joliette, lungo oltre 1 km. Il progetto prevedeva la realizzazione di un’OPAHRU, un partenariato tra stato, l’ANAH e gli operatori locali che si pone come fine il miglioramento della qualità della vita in zone urbane già consolidate. Nello specifico l’operazione prevede un risanamento del parco abitativo, il rinnovamento di attività commerciali e l’impianto di una linea di tram. Il tipo di operazione OPAH prevede l’erogazione di fondi pubblici, che però non sono stati ritenuti sufficienti per la realizzazione, ricorrendo quindi ad investitori privati, tra cui i principali sono ANF e Marseille Republique-Atemi. Nei primi mesi del 2015 è stato effettuato un sondaggio da un’equipe di volontari dell’associazione composta da tre economisti, un ex responsabile delle operazioni e un urbanista, che hanno intervistato i fruitori degli immobili dell’OPAH Republique, ottenendo un tasso di risposta da almeno il 95% del campione. Le domande dell’inchiesta riguardano i seguenti temi: la struttura dell’occupazione, lo stato d’avanzamento dei lavori di rinnovamento, il tipo di occupazione (alloggio sociale o di proprietà privata), l’occupazione dei locali al piano e l’occupazione dei locali al piano terra ad uso commerciale. I dati più interessanti che emergono dall’inchiesta riguardano innanzitutto la proprietà degli immobili, detenuti per il 74% da investitori privati, il 13% è gestito in comproprietà da due privati e il rimanente 13% appartiene a
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locatori sociali. Questa percentuale è piuttosto ridotta rispetto al patto iniziale che prevedeva la realizzazione di un numero di alloggi sociali pari ad un terzo degli alloggi nuovi o rinnovati. Tuttavia sono proprio gli alloggi sociali a presentare tassi di occupazione prossimi al 100%. Il resto delle residenze è invece occupato solo per due terzi, dato non soddisfacente se viene comparato con la media degli alloggi sfitti nel centro di Marsiglia, pari all’11% o con il dato di alloggi vacanti in rue de la Republique nel 2001, tra il 16% e il 33%. Questo dato è riconducibile sia ai prezzi troppo alti degli affitti per una zona che rimane ad ora ancora carente di servizi, sia allo sviluppo di un fenomeno di affitto stagionale, soprattutto a studenti e lavoratori. Ancora più grave è la situazione degli esercizi commerciali al piano terra, il 55% dei locali risulta non occupato. Questo influisce molto sulla percezione della strada, sempre più svuotata dalle sue funzioni pubbliche. Il fallimento dell’operazione risiede nella cattiva gestione delle fasi partecipative del progetto, che spesso non hanno tenuto conto dell’eterogeneità che caratterizza la popolazione residente nelle aree del progetto Euromediterranée e si sono basate molto sull’informazione, piuttosto che sulla vera raccolta di opinioni e suggerimenti.
Rue de la Republique - Marzo 2019
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Nel 2009, la città di Marsiglia e la comunità urbana di Aix-Marseille-Provcence Métropole hanno seguito questa logica e deliberatamente approvato un impegno rafforzato per il centro di Marsiglia. La creazione dell’Operazione Grand Centre Ville (OGCV), la cui realizzazione è affidata da una concessione di sviluppo a SPL SOLEAM dà forma a questa ambizione. Oltre alla priorità data al miglioramento dell’ambiente edificato, questa operazione si basa su un investimento nell’urbanistica commerciale, nelle strutture e negli spazi pubblici, nel turismo e nella vita studentesca. L’impegno comunale per l’edilizia abitativa rinnovato nel 2017, mira ad aumentare l’efficacia di questi interventi e in particolare quelli relativi alla lotta contro l’edilizia abitativa scadente. Nonostante la molteplicità della governance, queste diverse operazioni convergono tuttavia verso obiettivi comuni, strutturare il territorio a beneficio dell’equità sociale mobilitando le diversità esistenti per renderle risorse per lo sviluppo e la creazione di ricchezza urbana, sociale ed economica. Nell’aprile 2017, il lancio del piano “Ambition Centre-ville” mira a garantire la coerenza complessiva di questi risultati implementando i principi e il programma d’azione attorno a 5 assi strategici sull’ipercentro, lo spazio pubblico, la qualità della vita, la sicurezza, l’economia, gli alloggi e l’intrattenimento. Inoltre, l’Area di sviluppo dell’architettura e del patrimonio (AVAP) creata nel 2018 copre un perimetro di 480 ha che costituisce, al di là della sua funzione primaria di conservazione del patrimonio, il principale supporto alle disposizioni regolamentari del PLUi (Plan Local d’Urbanisme Intercommunal). Attraverso un sistema flessibile, promuovendo l’iniziativa privata e rispondendo alle aspettative contemporanee, AVAP mira a contribuire all’attrattivà del centro città
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e al miglioramento delle sue prestazioni ambientali. Le altre disposizioni del futuro PLUi di Marsiglia promuoveranno l’integrazione urbana dei progetti in modo adeguato alla morfologia e al patrimonio specifici dei diversi distretti.
Carta di Marsiglia del 1840, corrisponde all’area AVAP.
Il 21 dicembre 2017 la Metropoli e la città di Marsiglia hanno firmato un protocollo PPA (Projet Partenarial d’Aménagement) per sradicare gli alloggi di qualità scadente. Essi pongono la lotta agli alloggi degradati al centro dell’intervento privato nel contesto del rinnovamento urbano, secondo una definizione delle priorità coordinata con le altre politiche pubbliche e i loro operatori: lo Stato (Prefettura, Prefettura di Polizia, Procura della Repubblica), ARS, Francia metropolitana, Città, CAF; e i finanziatori (stato, città, metropoli, regione e dipartimento, ANRU, ANAH e Banque des Territoires). Complementare all’accordo di partenariato per una strategia di intervento su edifici degradati è il protocollo di prefigurazione del nuovo programma
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nazionale di rinnovamento urbano, questo protocollo mira a migliorare edifici e blocchi degradati di vecchi tessuti e periferie centrali. Senza attendere l’effettiva attuazione di questo quadro operativo, la Metropoli ha deciso di avviare misure immediate sul territorio di Marsiglia al fine di acquisire gli edifici più degradati attraverso le procedure delle dichiarazioni di pubblica utilità (DUP). L’obiettivo è multiplo: rinnovare gli edifici più degradati, produrre alloggi sociali nei settori che lo richiedono, rimettere sul mercato gli alloggi vuoti, ma anche migliorare le condizioni di vita nel centro città.
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Piano di localizzazione delle operazioni urbanistiche giĂ in corso o in programma sul perimetro del PPA
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quartieri centrali: Belsunce e Noailles
L’analisi viene approfondita per i quartieri centrali di Marsiglia, Noailles, teatro dei crolli e Belsunce, che presenta lo stesso tessuto urbano e simili criticità. Le varie ondate migratorie succedutesi hanno definito l’identità dei quartieri, che presentano il più alto tasso di stranieri. La situazione sociodemografica è per entrambi critica, la densità abitativa è molto elevata, il tasso di povertà arriva al 38% e quello di disoccupazione intorno al 35%. La complessità di Noailles e Belsunce non è esclusivamente legata a questioni sociali ed economiche ma anche ad aspetti urbani ed architettonici. Nonostante la loro posizione centrale, attraversati dall’arteria simbolica, La Canebiére, che parte dal vecchio porto, la rilevanza storica e la buona accessibilità, le problematiche rimangono molteplici. I quartieri sono reclusi all’interno di grandi arterie urbane, slegandoli dal tessuto circostante. L’altissima densità del costruito genera la mancanza di spazi pubblici e servizi, difficoltà gestionali e conflitto di utilizzo. La quantità di percorsi dedicati ai pedoni è insufficiente permettendo così l’onnipresenza dell’auto nello spazio pubblico. Inoltre l’elevato tasso di alloggi fatiscenti ha portato alla chiusura di numerosi edifici e ha innescato un’ondata di evacuazioni preventive, costringendo lo sfollamento di oltre 3000 persone. L’analisi viene ulteriormente sviluppata sullo spazio pubblico dei due quartieri, le strade e i vuoti urbani.
3.1 Inquadramento
dei quartieri
Il 1° arrondissement di Marsiglia occupa una posizione centrale nella città. Dotato di una certa ricchezza storica, commerciale e popolare, che determinano la sua autenticità, questo distretto ospita la famosissima Canebière, l’arteria centrale di Marsiglia. Con 40 450 abitanti, il 1° arrondissement, occupa solo 1778 km2, è caratterizzato da un’alta densità di popolazione che conta 23 000 ab./km2. Il distretto è delimitato dal 4° e 5° arrondissement ad est, dal 3° a nord, il 2° e 7° ad ovest e dal 6° a sud ed è diviso ufficialmente in 5 quartieri, Belsunce, Opera, Noailles, Thiers, La Chapitre, Saint Charles. Belsunce e Noailes, sono i due quartieri classificati come zone urbane sensibili, nonché territori del crollo del 5 Novembre 2018, dove gli edifici presentano il peggior stato di deterioramento. Il quartiere di Belsunce è situato nel cuore della città, tra il porto e la stazione. Storicamente deve il suo nome a mons. François-Xavier de
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Belsunce de Castelmoron, noto per il suo impegno durante la pestilenza che colpì la città nel 1720. Cours Belsunce, una delle arterie che delimita a sud il quartiere, fu costruito nel 1668 da Pierre Puget. Questo corso era un collegamento tra la città vecchia e la nuova città in costruzione. Costituì una svolta nella città, era un posto dove passeggiare dove la borghesia si incontrava. In origine era delimitato da dimore private con facciate riccamente adornate da colonne. Nel XIX secolo, la vocazione del quartiere e della sua popolazione cambia con la progressiva partenza della borghesia che migra verso i nuovi distretti periferici a sud e l’arrivo di una nuova popolazione da diverse ondate migratorie, Belsunce è un punto di ingresso e passaggio quasi obbligatorio per le minoranze straniere. Negli anni ‘70, il distretto divenne un luogo commerciale del Maghreb, dove persone di tutte le origini formavano una rete locale e internazionale di scambi economici, a volte informali. Il quartiere di Noailles, noto come il ventre di Marsiglia per la sua intensa attività alimentare, è conosciuto principalmente per il suo mercato aperto quotidiano, tipico delle città mediterranee, il mercato dei Capuccini è un’istituzione marsigliese. Storicamente deve il suo nome a rue Noailles, creata contemporaneamente a La Canebière, nel 1666. Situata tra Cours Saint-Louis e la Porte des Remparts. La storia del distretto è soprattutto quella del convento dei Cappuccini. Nel 1665, i monaci dell’ordine mendicante cappuccino installarono il loro convento su un terreno acquistato nel 1579 da Catherine de Médicis nel sito dell’attuale mercato cappuccino. Nel 1791 il convento fu dichiarato proprietà nazionale, i monaci furono espulsi, gli edifici e i terreni furono assegnati e venduti. Della loro presenza, rimangono solo i nomi del mercato dei Cappuccini e di Rue Longue-des-Capucins. Rue Noailles era una strada aristocratica fino alla fine
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del XVIII secolo. Con lo sviluppo del commercio, i ricchi mercanti si stabilirono in rue Saint-Ferréol e rue Noailles divenne popolare e molto affollata. Il comune decide quindi di intraprendere l’ampliamento della Canebière, che comporta la scomparsa di Rue Noailles e la demolizione degli splendidi edifici del XVII secolo situati sul lato destro. Questo distretto è stato per diverse centinaia di anni uno dei maggiori centri commerciali di Marsiglia. Situato vicino al porto e nel cuore della città, è diventato un alto luogo di accoglienza di marinai, immigrati e commercianti, di vendita di pesce, di carne e spezie. Nel cuore di questo vivace quartiere si mescolano lingue e culture di tutto il mondo. Le strade del quartiere storico di Noailles assumono l’aspetto di un suk. La Canebière, asse simbolica di Marsiglia, divide i due quartieri. Il nome (precedentemente “la Cannebis”) proviene dal canebe provenzale, che a sua volta deriva dalla cannabis latina, che significa canapa. Infatti Marsiglia era uno dei più grandi sbocchi di canapa al mondo per la produzione e il commercio di imbragature e corde. Fu costruita a metà del XVII secolo durante l’espansione della città, ordinata da Luigi XIV, su un ruscello, il Jarret, che conduceva in una baia, l’attuale Porto Vecchio. Nel 1854, iniziò la costruzione del Palais de la Bourse che ospitava la Camera di Commercio. Nel 1857, il Consiglio Comunale decide di ampliare La Canebière di 30 metri. Le case furono demolite e altre furono ricostruite, la maggior parte delle quali esistono ancora oggi. Il completamento della Canebière, come si può vedere oggi dal Quai des Belges alla Chiesa di Saint Vincent de Paul, è durato più di tre secoli. E le tre sezioni separate sono contrassegnate oggi dalla successione di stili e dai diversi desideri degli urbanisti.
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La canabiére - Google Heart
Il censimento del 2010 mostra che Belsunce e Noailles hanno il più alto tasso di immigrati (nel senso di INSEE, vale a dire persone nate all’estero da genitori non francesi), quasi la metà della popolazione residente nel quartiere. Con un movimento naturale, gli immigrati iniziano a insediarsi abitando la centralità. Ma sta emergendo una divisione sociale più fine tra i due vecchi sobborghi che per tre secoli sono stati le porte di accesso a Marsiglia. Belsunce accoglie gli immigrati già integrati mentre gli immigrati più recenti ora attraversano la Canebière per abitare il quartiere di Noailles. L’asse nord-sud ha quindi sostituito l’asse est-ovest. La situazione sociodemografica difficile si concentra in questi due quartieri che sono tra i quartieri più poveri della città. Nei due quartieri le famiglie sono segnate dalla povertà, il reddito medio è al di sotto della soglia di povertà. Il 10% più povero delle famiglie non ha entrate. Il 10% più ricco è a livello di classe media. Il 20% degli abitanti dipende dai minimi sociali. Questi quartieri rimangono quelli con il reddito familiare più basso nel centro della città. Il tasso di disoccupazione tocca le percentuali più alte rispetto all’intero comune.
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3.2 Criticità
urbane
La complessità dei quartieri di Noailles e Belsunce non è esclusivamente legata a questioni sociali ed economiche, che sono ricche di contraddizioni, ma anche ad aspetti urbani e architettonici. Questa osservazione consente di comprendere la “fragilità urbana” come un insieme di elementi (pratiche sociali, ambiente edificato, abitazioni, ecc.) che contribuiscono a rendere questo territorio, già vulnerabile, particolarmente sensibile alle politiche urbane attuate lì. Belsunce e Noailles, sebbene identificati dai marsigliesi, rimangono luoghi a parte, dietro alle grandi arterie urbane, Boulevard d’Athènes, Cours Garibaldi, La Canebière, Cours Belsunce e rue de Rome. Questo apparente isolamento costituiva probabilmente sia un vincolo per lo sviluppo del vicinato sia una risorsa per mantenerne la specificità. Quindi sembra rilevante analizzare più in profondità i collegamenti, o l’assenza di essi, di Belsunce e Noailles con i quartieri circostanti. Leggendo la rete urbana allargata, i due quartieri si integrano abbastanza bene con il tessuto circostante, non attraverso una cornice ortogonale che lascia aperte le prospettive, ma da un insieme di percorsi urbani tortuosi e in sequenza. Sono territori praticamente essenziali per il transito pedonale, essendo interposti a diverse polarità della città, Gare Saint Charles, Place Jean Jeures, Cours Julien, la Canébiere, Viex Port e la Joliette.
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I due quartieri sono ben serviti dai mezzi pubblici (metro, autobus, tram, treno), ci sono infatti fermate ogni 300 m. Tuttavia, lo spazio pubblico e i servizi sono insufficienti, nel numero inadeguato, nella qualità e manutenzione.
A Belsunce si possono distinguere due tipi di spazi pubblici, quelli che si trovano ai margini del quartieri e quelli che si trovano all’interno. I primi, che erano piuttosto numerosi, hanno ricevuto maggiore attenzione da parte delle autorità pubbliche e sono stati, per la maggior parte, rigenerati. Questi spazi si possono considerare come le porte dei quartieri (stazione di Saint-Charles e Porte d’Aix), hanno beneficiato dell’integrazione nel perimetro Euromediterranée e, più in particolare, nella ZAC di Saint-Charles. Le recenti operazioni hanno toccato il suo perimetro, lavorando efficacemente per fare emergere una bella facciata urbana del distretto. L’interno del quartiere è costituito da strade strette con marciapiedi congestionati e solo due vuoti urbani, uno dei quali è utilizzato interamente per i veicoli di parcheggio (Place Louise Michel e Place de la Providence). Gli attuali spazi pubblici appartengono a una vecchia pianificazione urbanistica, che non conosceva né l’auto né le mobilità del centro. Di conseguenza, la città ha dovuto adattarsi ai cambiamenti tecnologici e
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comportamentali rimanendo nella stretta camicia di forza di strade e piazze di 200 anni fa. Marsiglia ha fatto troppe concessioni all’automobile, arrivando fino a trasformare gli spazi principali in parcheggi, vie dello shopping in arterie carrabili fluide e marciapiedi in parcheggi autorizzati o tollerati. Il 90% delle strade sono carrabili in entrambi i quartieri. Gli unici assi veramente densi in termini di traffico veicolare sono gli assi principali che circondano il quartiere, nelle ore di punta. Le strade interne ai settori sono frequentate solo moderatamente, alcune non hanno praticamente traffico veicolare se non per le consegne.
Noailles è il distretto più denso di Marsiglia con 37.473 abitanti/km². A Noailles l’area costruita rappresenta il 75% dell’area totale. Lo spazio pubblico occupa il 21% dell’area, il 4,7 % è spazio privato. L’altissima densità del settore contribuisce alla sua identità e vitalità, ma genera scarsa qualità abitativa degli alloggi, mancanza di spazi pubblici e servizi, difficoltà gestionali e conflitti di utilizzo. Gli spazi pubblici sono fortemente contrassegnati dall’attività commerciale e dai flussi che genera. La questione dell’edilizia abitativa rimane una delle principali preoccupazioni in cui l’attività commerciale si è notevolmente sviluppata al punto
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di appropriarsi degli spazi pubblici. Lo spazio pubblico non è percepito come uno spazio per la circolazione, per il tempo libero da condividere, ma come un’estensione dei negozi, come uno spazio economico. Che si tratti del residente o del cliente, è spesso costretto a venire a patti con una situazione incontrollata. L’immagine dello spazio pubblico viene ulteriormente deteriorata a causa della scarsa pulizia, della mancanza di arredo urbano e di manutenzione. Le autorità pubbliche di Noailles stanno lottando per istituire un nuovo funzionamento dello spazio. I residenti, attraverso un nuovo modo di appropriarsi dello spazio pubblico, mostrano un possibile percorso di partecipazione alla gestione urbana e allo sviluppo locale. Questo è l’esempio di ciò che è accaduto nelle strade di Châteauredon e de l’Arc quando i residenti hanno iniziato un movimento “ecologico” della loro strada, installando fioriere e piante ai piedi degli edifici e trasformando così la strada in un luogo di incontro per conoscersi, parlarsi e assicurare insieme la gestione della pulizia del luogo di residenza. I due quartieri si presentano prevalentemente minerali, quasi privi di verde urbano. Gli assi stradali che circondano i quartieri presentano alberature, all’interno dei quartieri la vegetazione è presente prevalentemente negli ilot residenziali ma queste aree sono private e non costituiscono né una trama verde percorribile né apportano alcun vantaggio al benessere dell’arrondissement.
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La questione dell’edilizia abitativa è centrale nell’area di studio. Entrambi i quartieri fanno parte dell’operazione di risanamento e rinnovamento urbano pianificata contro l’Habitat Indigne. A seguito del disastro in rue d’Aubagne, a Noailles, la città di Marsiglia si è adoperata per far fronte alla crisi. Il decreto municipale dell’11 novembre 2018 che istituisce un perimetro di sicurezza nel settore di rue d’Aubagne e rue Jean Roque ha portato all’evacuazione preventiva e provvisoria di 48 edifici e 446 persone su questo perimetro. Inoltre, la situazione ha provocato quasi 800 segnalazioni in quattro settimane in tutta la città. Il 3 dicembre 2018, le 549 visite effettuate hanno portato alla chiusura di 151 edifici, per un totale di 1.115 persone evacuate. In quella data, 76 relazioni di esperti nominati dal tribunale amministrativo hanno confermato le situazioni gravi e imminenti incontrate che hanno portato all’adozione di ordini di pericolo. Come l’intero primo arrondissement, Noailles e Belsunce hanno una grande percentuale di abitazioni potenzialmente indegne. A Noailles il 48% degli edifici è considerato fatiscente o degradato, solo l’11% è stato identificato in buono stato strutturale o di manutenzione. Belsunce ha ottenuto meno ordini di pericolo rispetto a Noailles ma resta uno dei quartieri prioritari per quanto riguarda l’habitat.
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3.2 Analisi dello spazio pubblico: le strade e i vuoti urbani
Gli spazi pubblici rappresentano tutti gli spazi delimitati e riconosciuto dalla collettività in quanto “pubblici”, idealmente aperti a tutti. Lo spazio pubblico è uno spazio fisico con le sue estensioni e i suoi limiti, che definisce l’immagine della città formale differenziandola dalle altre, ma allo stesso tempo è anche uno spazio relazionale, luogo di incontro e di scambio, luogo condiviso del vivere urbano, in principio accessibile e fruibile a tutti. Esso comprende la rete di strade, piazze e giardini e possiede due scale urbane: quella del territorio, per collegare il centro storico e le periferie, e quella del quartiere, di prossimità. Nei quartieri di Belsunce e Noailles sono stati analizzati le strade e i vuoti urbani. Le strade compongono il tessuto urbano che consente l’emergere della struttura della città; assicurano continuità funzionale, morfologica e percettiva, stabilendo una connessione tra i diversi spazi. I vuoti urbani costituiscono l’anello mancante in un quadro urbano in grado di integrare le pratiche di residenti e utenti di un centro città con identità multiple. L’analisi parte dalle grandi arterie che circondano i due quartieri. Il limite settentrionale del distretto di Belsunce è segnato da Boulevard Charles Nédelec che fornisce accesso a Place Jules Guesde. Dopo aver servito come servizio di stazionamento per gli automobilisti che arrivano dall’autostrada, questo viale ora assume una nuova funzione in relazione alle trasformazioni del settore. Il declino dell’autostrada rende il viale il principale snodo automobilistico tra il quartiere Joliette e la rue d’Aix, da un lato, e la stazione Saint-Charles dall’altro. Questo viale, chiamato a svolgere un ruolo importante nella riconfigurazione
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del quartiere attualmente in corso, non ha le caratteristiche urbane desiderate. Se lo spazio pubblico è ben definito dall’allineamento degli edifici e la sua linearità è rafforzata da un doppio allineamento degli alberi, la pratica del camminare è indebolita ripetutamente dall’incoerenza dei percorsi, molto variabile in termini di trattamento del suolo e delle dimensioni, e dalla presenza di un parcheggio sul marciapiede (la parte settentrionale del viale è la più colpita). La topografia inclinata e il notevole rumore e l’inquinamento olfattivo rendono la pratica di questo viale non molto facile per i pedoni. I viaggi morbidi (in bicicletta) non sono oggetto di uno sviluppo dedicato. Negli ultimi anni, è stata attuata la trasformazione su entrambi i lati di questo viale ma il viale è ancora un confine difficile da attraversare. Il fatto che la scala pedonale non sia presa in considerazione si manifesta anche nella discontinuità dei percorsi e nella scarsa coerenza della disposizione degli spazi pubblici.
Boulevard Charles Nédelec - 2019
Il ruolo della connessione tra le strade di Belsunce, e i suoi flussi, con il viale, sono probabilmente
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interpretati da Place Loongue des Capucins, Presenta una tipologia ibrida tra la strada e la piazza, ma il suo collegamento con il viale, stretto e incorniciato da due edifici abbastanza alti, rischia di rimanere poco appariscente. Sul lato sud della piazza, la transizione visiva tra la facciata costruita del viale e gli edifici del quartiere è ottenuta da una riduzione delle altezze costruite che facilita l’integrazione visiva di questo isolato all’interno di Belsunce. Le attività che si svolgono in questo spazio aiutano a stabilire la sua funzione di luogo, ma l’ingresso che sembra privilegiato è quello di uno spazio pubblico neutro, con un’estetica raffinata, questo nuovo spazio pubblico, progettato da Atelier Fernandez e Serres Architectes, è progettato per “sostenere la costruzione di nuovi edifici e offrire uno spazio di relax ai residenti locali”.
Place Longue des Capucins - 2019
Arriviamo quindi a Place Jules Guesde, comunemente noto come Porte d’Aix. Fu qui che fino al 2012 arrivò l’autostrada del Nord. La storia recente di questo spazio è stata segnata dalla sua chiusura (barriere metalliche e presenza permanente della polizia), per motivi di ordine pubblico. Oggi il sito di trasformazione è in corso
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e le barriere sono scomparse. I prati di Place Jules Guesde hanno svolto finora un ruolo importante in questo settore di Marsiglia: le popolazioni dei vicini quartieri della classe operaia senza parchi o giardini lo frequentavano quotidianamente. È in corso la riqualificazione di Place Jules Guesde, con la trasformazione del suo perimetro e la creazione di un parco urbano di un ettaro. La configurazione di questo spazio mette in discussione la tipologia stessa del luogo, generalmente inteso come spazio aperto, definito da confini costruiti. Place Jules Guesde è caratterizzato da una forte discontinuità della suo perimetro, tanto dal punto di vista degli edifici, con altezze diverse e stili architettonici diversi (dal classico al postmoderno), quanto dalla varietà dei materiali (cemento e intonaco per facciate; una moltitudine di rivestimenti per pavimenti, dall’asfalto alla pavimentazione). L’Arco di Trionfo, costruito tra il 1825 e il 1834, è il punto di partenza del parco. L’Arco crea un importante punto di riferimento visivo in questo spazio e stimola una percezione centripeta che consente agli utenti di orientarsi. In una posizione dominante (topograficamente) rispetto alle diverse strade che conducono a lì, Place Jules Guesde è composta da diversi sottospazi, segnati dalle atmosfere dei settori circostanti. Lo spazio pubblico del settore tra avenue Camille Pelletan e boulevard de Dames è fortemente segnato dalla presenza di negozi e bancarelle di strada, a cui si aggiunge la domenica un mercato delle pulci. Il marciapiede e, talvolta, la strada vengono poi invasi da mostre e da una clientela variegata dai quartieri vicini e altrove, attratti da prodotti a basso costo. Viene creata una vivace e colorata atmosfera di mercato, caratteristici alla sponda meridionale del Mediterraneo. La parte settentrionale della piazza, tra rue de Turenne e rue Bernard Dubois, è in fase di trasformazione: le attrezzature destinate
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all’insegnamento (business school, futura biblioteca) saranno in grado di fornire uno spazio pubblico per la convivialità e gli incontri. L’animazione sul luogo Jules Guesde è oggi meno legata alla presenza dell’auto, che rimane comunque importante in determinate ore del giorno e della settimana, rispetto alle cosiddette attività commerciali informali e ai flussi pedonali da e per la rue d’Aix per raggiungere la Canebière e il cuore della città. Le molteplici attività commerciali del settore e la posizione, alla quale si aggiunge un’importante dimensione simbolica, fanno emergere Place Jules Guesde come porta d’accesso al centro di Marsiglia.
Porte d’Aix - 2016
Porte d’Aix - 2019
Rue d’Aix, che scende a Cours Belsunce, fa parte dell’asse storico che attraversa il centro di Marsiglia, da Castellane a Porte d’Aix. Questo asse inclinato è delimitato da un lato da vecchi edifici, in colori tradizionali e dall’altro da una serie di edifici compositi risultanti da precedenti interventi di ristrutturazione. Lo spazio pubblico è definito da edifici di altezza omogenea che contribuisce alla percezione della rue d’Aix come un tutto unitario: i collegamenti con la rue des Dominicaines e la rue de Mont Piété sono trattati enfatizzando la continuità pedonale e la coerenza dei materiali di pavimentazione. La linearità della strada consente allo sguardo di uscire dalla microscala per andare verso la scala urbana: la vista dell’Arco di Trionfo da un lato e la colonna di Castellane dall’altro
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consentono agli utenti di orientarsi. Un’analisi percettiva di due sponde della strada offre una lettura più dettagliata di questa prima impressione di unità. I marciapiedi, i piani terra e i primi piani degli edifici, sono occupati principalmente da attività commerciali al dettaglio e all’ingrosso. L’abbondanza di rifiuti legati alle attività commerciali e la presenza di auto parcheggiate contribuiscono a rendere l’ambiente poco invitante. Le dimensioni dei marciapiedi, e più in generale quella della strada, sembrano difficilmente compatibili con la forte attività commerciale: durante il giorno questi spazi sono caratterizzati da un conflitto quasi permanente di usi tra coloro che percorrono la strada per raggiungere altri luoghi, i clienti che prospettano e le esposizioni di negozi a volte traboccanti.
Rue d’Aix - 2019
Cours Belsunce si presenta come uno spazio non strutturato, in cui le molteplici trasformazioni delle due sponde della corso hanno risposto a distinte logiche di sviluppo e creato una dualità molto marcata in termini di composizione urbana, che contribuisce a una percezione di squilibrio. Solo gli allineamenti degli alberi richiamano la vecchia
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passeggiata e portano un elemento unificante nello spazio. In termini di percezione e lettura urbana, il corso Belsunce ha due sponde distinte. Troviamo, su entrambi i lati, funzioni simili, abitazioni e commerci, ma le strutture spaziali che le ospitano riflettono due immagini opposte della città, esprimendo due pensieri urbani. Da un lato, la sponda orientale, la città storica, caratterizzata da un susseguirsi di edifici prestigiosi e ordinari, con allineamento e continuità costruttiva, la cui organizzazione si basa sulla strada e le sue funzioni sono sia sociali che funzionali. Dall’altro la sponda occidentale che esprime la visione urbana radicale ispirata al movimento moderno, spiegata dalla negazione della strada e della geometria come unica regola di composizione. La scarsità di spazi pubblici all’interno del quartiere di Belsunce porta i residenti ad appropriarsi del Cours che emerge in contrasto con le strade del quartiere come uno spazio luminoso, pieno di alberi e vivace.
Cours Belsunce - 2019
Il percorso termina all’incrocio con l’arteria simbolo di Marsiglia, la Canebière, inaugurata nel 1666, con l’estensione barocca della città, e ampliata nel 1859, durante le opere di abbellimento e risanamento, sul modello della Parigi haussmanniana.
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Le dimensioni di Cours Belsunce e de la Canebière, in un registro di monumentalità e contrasto con le strade di questo settore, consentono una continuità visiva e funzionale, rafforzando anche la percezione di un confine intra-urbano in grado di distanziare i quartieri di Belsunce e Noailles con differenti caratteristiche morfologiche e funzionali. La Canebière si estende per circa novecento metri, tra la Chiesa Riformata e il Porto Vecchio, seguendo la topografia leggermente inclinata e costituisce il limite storico tra i distretti lavorativi e portuali di Nord e i quartieri residenziali e ricchi del sud di Marsiglia. L’analisi della Canebière consente di distinguere diverse parti, se ne analizzano due. La prima, tra Cours Belsunce e Quai des Belges, e comunemente noto come “la parte bassa della Canebière” nei documenti di progetto (parte tra la Borsa e la banchina), è collegato visivamente e dalle sue funzioni al Porto Vecchio e contribuisce alla costituzione di un’unità urbana molto forte: è l’identità di Marsiglia, città-porto, che si sta cercando di rinnovare oggi. Gli spazi pubblici diventano la vetrina di una Marsiglia che cerca di forgiare un’immagine regolare di una destinazione turistica del Mediterraneo, con il suo porto turistico, le sue terrazze dei caffè, i suoi negozi di souvenir e prodotti locali. Qui è dove troviamo il maggior numero di turisti e visitatori; inoltre, il buon collegamento del trasporto pubblico consente agli abitanti di diversi quartieri di Marsiglia di frequentare questo elemento strutturante del cuore della città. In questa parte della Canebière, l’allineamento degli edifici viene interrotto più volte da ampie strade, da una piazza e dall’indietreggiamento dell’edificio dalla Borsa, il cui spazio contribuisce all’effetto di monumentalità. Questa discontinuità si accentua quando ci si avvicina al livello dell’acqua del Porto Vecchio: l’apertura visiva progressiva, così come la sfocatura del pendio, si confronta con l’osservatore con un salto di scala. I recenti sviluppi intorno al
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porto sottolineano l’espansione dello spazio: la semi-pedonalizzazione con la significativa riduzione dello spazio dedicato al traffico automobilistico è accompagnata dallo sviluppo di banchine, i cui progettisti sottolineano le qualità di “spazi aperti”, espressi come “una superficie minerale unitaria e continua”. La scelta del granito chiaro e l’assenza di qualsiasi installazione (panchine, chiosco, ecc.) - in risposta all’obiettivo di utilizzare questa banchina per eventi pubblici - rendono difficile la pratica e la permanenza in questi spazi per pedoni. La continuità tra Canebière e Quai des Belges si esprime in un progetto di spazio pubblico e una scelta coerente di materiali, il cui unico elemento di interruzione è costituito dalle corsie di circolazione. Tutto ciò fa parte del desiderio di “ripristinare il vecchio porto alla sua identità di agorà” (sottolineando il suo ruolo de “la più grande piazza pubblica di Marsiglia”). La Metropoli ha lanciato un programma di riqualificazione per la Canebière. I lavori per trasformare la parte inferiore della Canebière sono iniziati nel 2019, gestiti dallo studio di architettura Tangram. Dal vecchio porto a Cours Belsunce, il viale diventa di nuovo un luogo affascinante per passeggiare. L’attuale pavimentazione sarà rivestita in pietra di porfido offerta a pedoni e biciclette e grazie al rafforzamento dell’allineamento dei platani, il viale sarà anche più verde e più ombreggiato.
La Canebiére - 2018
La Canebiére - 2020
La seconda parte della Canebière si sviluppa tra Cours Belsunce e boulevard Dugommier. Con la distanza dal porto, l’atmosfera diventa più urbana.
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Gli imponenti edifici borghesi, con facciate rivestite in pietra, molto lavorate e segnate da balconi in ferro battuto, ricordano il ruolo centrale che questa strada ha a lungo giocato a Marsiglia, sia nel funzionamento che nell’immaginazione urbana. I grandi hotel e caffè, immagini della città borghese, hanno oggi lasciato il posto a imprese, banche e servizi orientati al turismo, catene di negozi nazionali e internazionali. La presenza di istituzioni (Università, Polizia) rafforza il ruolo simbolico del viale. Il recente sviluppo della Canebière per il passaggio del tram ha consentito non solo una riqualificazione degli spazi pubblici ma anche una trasformazione della distribuzione dello spazio pubblico tra auto, biciclette, trasporto pubblico e pedoni, favorendo un aumento della mobilità lenta dove il traffico era particolarmente intenso. La separazione del flusso è visivamente rafforzata da alberature e da numerosi pali.
La Canabiére - 2019
Cours Belsunce oltrepassa la Canabiére e diventa Rue de Rome, una delle vie dello shopping più frequentate del centro città dove ogni giorno si affollano un grande numero di passanti, completamente riqualificato con l’arrivo del tram, da
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Systra e dall’architetto urbanista Christophe Fayel, offre cinque stazioni del tram (Cours St-Louis, Davso, Place de Rome, Dragon e Castellane). I lavori hanno lasciato il posto a un’arteria vasta e ridisegnata. Il nuovo asse collega Arenc, nel cuore del quartiere degli affari Euromediterranée, a Place Castellane, uno dei principali snodi della rete Tcsp di Marsiglia, dove convergono due linee della metropolitana e gli autobus delle reti urbane e dipartimentali. L’assenza di qualsiasi installazione rende difficile la pratica e la permanenza in questi spazi per pedoni.
Rue de Rome - 2019
Il collegamento tra la stazione di Saint-Charles, Canebière e Cours Julien è fornito da Boulevard d’Athènes, Boulevard Dugommier, Boulevard Garibaldi e Cours Lieutaud. I primi tre assi sono stati recentemente riqualificati, in linea con la politica guidata dal Comune e dall’MPM di promozione dell’uso dello spazio pedonale e controllo di quello dell’auto. Questi viali fanno parte dei progetti presentati come corollari, con altri sei, dello sviluppo del Porto Vecchio in modalità semi-pedonale. L’uso degli stessi rivestimenti per pavimenti (bitume, pietra, ciottoli), mobili urbani omogenei e la presenza di
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alberi di allineamento consentono di dare ai viali una certa omogeneità nell’organizzazione. Le numerose caffetterie e ristoranti collegati alla vicinanza della stazione, contribuiscono all’animazione dello spazio pubblico, ma anche alla sua parziale privatizzazione (in particolare sul fronte sud dei viali, questo spiega l’installazione di una pista ciclabile sul fronte opposto). La scala monumentale della Gare Saint-Charles costituisce il culmine visivo di questo asse, la cui messa in scena è rafforzata dalla topografia ascendente. Per quanto riguarda Cours Lieutaud, asse storico di Marsiglia e quindi caro al cuore di Marsiglia, sta beneficiando di importanti miglioramenti dal 2019. Per realizzare questo progetto, sono state stabilite 5 linee guida oltre a un completo lifting: diminuire il flusso del traffico, creare un allineamento di alberi su ciascun lato, organizzare parcheggi, offrire percorsi continui per la mobilità lenta con piste ciclabili ed evidenziare il notevole patrimonio costruito come la cappella dei Bernardini o il Palazzo delle Belle Arti.
Boulevard d’Athénes, Boulevard Boulevard d’Athenes - 2019 Dugommier, Boukevard Garibaldi - 2019
Cours Lieutaud - 2018
Cours Lieutaud - 2021 ©AMGraphisme pour Tangram
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Una volta analizzate le arterie che circondano il quartiere si penetra poi all’interno dei quartieri. Rue des Petites Maries è l’unico spazio pubblico all’interno di Belsunce presentato come “una tipica strada nel centro storico della città”, costituendo un accesso strategico alla scala del quartiere (collegamento tra la stazione e Cours Belsunce). Nel 2011, rue des Petites Maries è stata completamente riqualificata con la rimozione dei marciapiedi e l’istituzione su entrambi i lati della strada di un’area pedonale, separata da pali dalla parte carrabile. La percezione di rue des Petites Maries come spazio chiuso è legata al rapporto tra la ristrettezza della strada (meno di sei metri) e l’altezza degli edifici. Parte della facciata della stazione è visibile e costituisce un importante riferimento visivo per l’orientamento. Rue des Petites Maries è organizzata in due parti, separate da Place Louise Michel.
Rue des Petites Maries - 2010
Rue des Petites Maries - 2019
Nel mezzo della rue des Petites Maries, si apre Place Louise Michel, il risultato di un’antica demolizione di edifici, il luogo di incontro per vecchi migranti, ora in pensione. È uno spazio molto vivace. Questo luogo è stato al centro di una delle prime aree di intervento del Grand Center Project-Città (polo Korsec Velten Fabre). In origine, lo spazio era “frammentato”, con differenze di livello tra le diverse strade che conducevano alla piazza. Il pavimento è stato quindi livellato in modo che tutti gli spazi possano essere utilizzati in modo continuo. Il rivestimento è stato inoltre completamente rifatto
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con pietra calcarea per la parte pedonale e pavimentazioni in porfido per le strade. Sono stati installati pali fissi e dissuasori rimovibili per ridurre la possibilità di parcheggio selvaggio. Per quanto riguarda le corsie di circolazione, sono state ridotte da quattro a cinque metri di larghezza a circa 3,5 metri. Gli alberi sono stati piantati lungo le strade di Pressensé e de la Fare, rispettivamente con filari di magnolie e alberi di mirtilli rossi. La presenza di un hotel-ristorante e l’MDS che si affaccia sulla piazza e la vicinanza di molti hotel contribuiscono all’intrattenimento, soprattutto durante il giorno.
Place Louise Michel - 2016
Place Louise Michel - 2019
Da Place Louise Michel, le scale lungo l’MDS conducono a Espace Velten, che fornisce un passaggio pedonale a Place Jules Guesde. È il cuore di un’ilot sistemato, all’interno ci sono campi da gioco (skateboard, pallacanestro, calcio) e un giardino pubblico, organizzato su più livelli, con pavimentazione che alterna ghiaia e bitume e con molti alberi e arbusti. Da maggio 2016 è stato avviato un lungo progetto triennale, guidato dalla città di Marsiglia, che non ha solo migliorato l’Ilot Velten, ma ha anche il collegamento tra il futuro parco urbano della porta d’Aix e il distretto di Belsunce. Coco Velten è il progetto di occupazione temporanea (dal 2018 al 2021) dei locali dell’ex Direction des Routes in rue Bernard du Bois a Marsiglia. Questo edificio di 4000m2 di proprietà dello Stato è stato acquisito dal Comune di Marsiglia. Piuttosto che lasciare questi spazi vacanti nel cuore della città,
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la Prefettura invita gli attori e la società civile a dispiegare un progetto temporaneo che combini funzioni sociali, economiche e culturali. Il breve tempo del progetto permette di osare una convivenza di mestieri e gruppi sociali che di solito non si incontrano. Il progetto Coco Velten accoglie circa 80 persone in residenze alberghiere a vocazione sociale e offre spazi di lavoro a quasi 40 associazioni, artisti e aziende innovative. Tutto l’interesse si basa sulla vicinanza e sui legami che possono essere creati tra queste persone inserite nell’habitat e sulle dinamiche imprenditoriali e culturali portate dagli altri occupanti del progetto. Sia nell’edificio che negli spazi esterni, l’intenzione è di aprirsi e connettersi con le dinamiche esistenti dei quartieri vicini.
Coco Velten - 2019
Prendendo la rue de la Fare verso sud, si arriva a Ilot de Bains e Place de la Providence, uno dei poli di intervento che provengono dall’operazione Grand Centre-Ville di Marsiglia (Polo NationalProvidence). L’Îlot des Bains si è evoluto nel tempo in diversi tipi di edifici e di occupazione: case a schiera con giardini, bagni pubblici, poi area libera e parcheggio dopo i bombardamenti del 1944. Come resti di questo passato storico esistono ancora due elementi architettonici: una straordinaria casa in rue du Baignoir e un grande camino in mattoni. Place de Providence è rettangolare, leggermente in pendenza, ed è definita da vecchi edifici, con facciate mantenute. La parte centrale è interamente occupata da un parcheggio a pagamento. L’auto
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domina non solo questa parte della piazza, ma anche il perimetro. I piani terra degli edifici sono occupati da imprese e servizi all’ingrosso. Se la percezione del luogo è facilitata da una definizione precisa dei suoi limiti, la pratica dello spazio non assomiglia a questa tipologia. La parte centrale è schermata e il suo accesso è vietato ai pedoni che sono costretti a spostarsi.
Ilot des Bains - 2019
Parking Marseille Providence - 2019
Uno spazio pubblico, la piazza René Sarvil (inaugurata nel 2008 come parte dello ZPPAUP Belsunce) si apre sulla parte meridionale della piazza e crea un collegamento con il BMVR dell’Alcazar di cui costituisce il “piazzale est”. Le funzioni di questa piazza si limitano a facilitare l’ingresso del personale della biblioteca e dei vigili del fuoco: l’attrezzatura quindi gira le spalle al quartiere per rafforzare l’effetto vetrina di Cours Belsunce Questo parcheggio offre una scarsa superficie a Belsunce e potrebbe meglio soddisfare le esigenze della popolazione residente in termini di spazio pubblico e attrezzature, soprattutto per bambini e giovani nelle vicinanze. Place de la Providence può essere considerato un potenziale spazio ponte, in grado di strutturare un attraversamento nord-sud del distretto, articolando la scala urbana di La Canebière con quella della vicinanza ai luoghi della vita quotidiana. Questa piazza potrebbe aiutare a rafforzare una rete di spazi pubblici nel quartiere, che includerebbe Place Louise Michel ed Espace Velten.
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Place René Salvi - 2019
Prendendo Rue Longue de Capucins si giunge a Noailles. I due quartieri sono attraversati da quest’asse. Questa strada stretta e lunga (che rispetta il suo nome) unisce il nuovo quartiere della stazione ferroviaria di Saint Charles, dal viale Charles Nédélec a rue d’Aubagne, attraversando rue Bernard Dubois e la Canebière. Fu aperta per la prima volta solo nella sua parte meridionale (Canebière) tra il Convento dei Cappuccini e i Feuillants. Fu allora chiamato rue Neuve des Capucins e oggi costituisce il ventre di Marsiglia. Nell’asse di questa strada, oltre la vecchia rue Noailles (Canebière) si apriva la rue Saint Claude, che si estendeva fino ai bastioni, vicino alla porta di Bernard Dubois e da allora in poi che tutte e due queste strade formano la “Longue des Capucins”.
Rue Longue des Capucins - 2019
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Attraversando Rue Longue de Capucins si arriva a Rue d’Aubagne. Questo è un asse di uso prevalentemente pedonale che costituisce un collegamento importante tra i quartieri di La PlaineCours Julien e la Canebière- Vieux Port. Attraversando questa strada lunga e stretta si attraversano diverse atmosfere. In cima alla rue d’Aubagne un’affascinante piazzetta con una fontana e un albero (qualcosa di raro negli spazi pubblici di Noailles) è circondata da piccoli negozi. Alla fine della piazza, iniziando lungo la strada, c’è il teatro Mazenod, un luogo con un potenziale non sfruttato. Questa parte della strada ha spesso oggetti ingombranti e bidoni della spazzatura traboccanti, una pratica che è legittimo mettere in discussione se è endogena o esogena al quartiere a causa del facile accesso da parte dell’auto. Continuando lungo la strada, arrivando all’incrocio con le strade de l’Académie e Rouvière fino al luogo chiamato “rue Vacon” si entra nel cuore commerciale di Noailles. I segni sono mediterranei: pasticceria tunisina (la Marsa), pasticceria libanese, spezie, le vetrine dei negozi e i loro scaffali sono colorati e attraenti.
Rue d’Aubagne - 2019
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Si giunge al Marché des Capucins, situato all’uscita della metropolitana di Noailles, tra rue Longue des Capucins e rue de l’Académie, è un’istituzione di Marsiglia che attira una clientela fedele, che viene a fare scorta di frutta e verdura ma anche molti turisti. È il più grande spazio pubblico del quartiere. Questo mercato alimentare fondato nel 1956, il più economico del centro città, aperto 6 giorni a settimana, è un viaggio tra profumi, colori e prodotti da tutto il mondo. È installato sul sito dell’ex convento dei monaci dell’ordine dei cappuccini, costruito qui nel 1579 su un terreno acquistato da Caterina de ‘Medici. Il mercato ha beneficiato di una completa ristrutturazione del suo posto nel 2018 in cui hanno sostituito la pavimentazione e inserito17 nuovi stand e uno spazio alberato.
Marché des Capucins - 2016
Marché des Capucins - 2020
Halles Delacroix è il secondo spazio pubblico a Noailles. A metà del XX secolo la piazza era un mercato del pesce. Les Halles Delacroix fu eretto all’inizio del XIX secolo con l’obiettivo di ospitare un mercato del pesce originariamente allestito a Cours Saint-Louis. Fu spostato a causa degli odori pestilenziali che emanava vicino a La Canebière e ai suoi grandi e prestigiosi hotel. Secondo i piani originali, l’edificio di Halles doveva essere progettato su un’architettura “opulenta”, ma non era così. Diventando rapidamente antigieniche, Les Halles Delacroix furono demolite nel 1981.
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Place Halle Delacroix - 2019
Il crollo dei tre edifici in rue d’Aubagne, del 5 novembre 2018, ha lasciato un vuoto urbano in corrispondenza di questi lotti. Il comune ha deciso di acquisire sette edifici in condizioni di grave deterioramento adiacenti a quelli del crollo attraverso espropri, se necessario, nell’ambito di una dichiarazione di pubblica utilità. L’obiettivo a lungo termine del comune è quello di progettare un nuovo spazio pubblico urbano per la rue d’Aubagne, che integrerà all’interno molti alloggi sociali.
Rue d’Aubagne n°63-65-57 - 2019
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ANALISI DELLO SPAZIO PUBBLICO - LE STRADE
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ANALISI DELLO SPAZIO PUBBLICO - I VUOTI URBANI
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4 Proposta strategica
Il lavoro di analisi compiuto sulla città e sui quartieri centrali, Belsunce e Noailles, ha portato allo sviluppo di un piano strategico. Questo mira alla rigenerazione dei quartieri nel tentativo di riportarli ad essere una componente attiva per il centro città mantenendo i loro caratteri identitari. Lo scopo della strategia è quello di individuare azioni che possano andare incontro alle effettive necessità degli abitanti del luogo, partendo dalle opportunità e dai bisogni locali. La strategia propone quattro azioni: • La ricucitura fisica e sociale di Noailles e Belsunce al resto della città, attraverso il recupero di due assi, Rue longue des Cappucins e la Canabiére, che abbiano la molteplice funzione di infrastruttura pedonale e al contempo di spazio di aggregazione. • Il potenziamento della mobilità pedonale e ciclabile, attraverso la conversione delle strade interne a percorrenza lenta in strade pedonali e l’inserimento di piste ciclabili nelle sezioni stradali delle grandi arterie. • L’aumento dello spazio pubblico e del verde urbano, attraverso la trasformazioni dei lotti vuoti. • La creazione di nuove residenze sociali e a libero mercato per favorire un mix eterogeneo di gruppi socialmente differenti e servizi per far fronte all’emergenza abitativa. Il recupero dell’asse rue Longue des Capucins e rue d’Aubagne propone il collegamento dei poli interni esistenti e la riattivazione dei vuoti urbani situati lungo il percorso che riconnette la stazione Saint-Charles a Cours Julien, polarità simboliche di Marsiglia.
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4.1 La ricucitura dei quartieri tessuto circostante
al
Noailles e Belsunce, pur essendo centrali e di passaggio, restano tagliati fuori dal resto della città e delimitati dalle arterie stradali principali che li delimitano. La strategia propone la ricucitura dei quartieri al tessuto urbano circostante, in modo tale da renderli permeabili ed aperti alla città, affinchè diventino territori di connessione tra le polarità che li circondano. È stato individuato come primo asse strategico, rue Longue des Capucins, strada che taglia entrambi i quartieri, che diventa poi rue d’Aubagne a Noailles. Vengono così creati nuovi accessi ai quartieri e vengono riconnessi ai due poli, la stazione Saint Charles e Cours Julien, attraversando l’arteria simbolica della città, la Canabiére. Il recupero dell’asse Long Rue des Cappucins e Rue d’Aubagne propone, inoltre, il collegamento dei poli interni esistenti e la riattivazione dei vuoti situati lungo il percorso. Sono stati individuati all’interno del percorso gli elementi di forza e quelli che apparivano come problematici da risolvere. Da Gare Saint Charles a Cours Julien l’asse tocca Place Longue des Capucins, piazza riqualificata, Coco Velten, cortile interno riqualifcato, Place Louis Michel, piazza riqualificata, Ilot de Bains, vuoto urbano, Parking Marseille Providence, vuoto urbano, la Canabiére, asse strategico, Marché des Capucins, piazza riqualificata, Place Halle Delacroix, vuoto urbano, lotti dal 63 all’83 di rue d’Aubagne, area del crollo del 5 novembre 2018, oggi vuoto urbano, e i lotti di Rue de la Palude, area dove hanno demolito due edifici, oggi vuoto urbano. Stabilendo una connessione tra i diversi spazi,
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sviluppando un dialogo tra le aree attrattive e quelle frammentate, si cerca di innescare una continuità funzionale, e di rendere i quartieri maggiormente fruibili. Questo avviene anche grazie al secondo asse, la Canabiére, arteria simbolica della città, che separa i due quartieri. Attraverso lo sviluppo della sua pedonalizzazione, già programmata dal comune di Marsiglia, i lavori sono iniziati nel 2018 nella parte bassa dell’arteria, ci si ricollega al porto, che costituisce un grande spazio pubblico di prossimità per la popolazione di questi quartieri. Questi due assi pedonali svolgono quindi la molteplice funzione di infrastruttura pedonale e al contempo di spazio di aggregazione. Sono il simbolo della riappropriazione dello spazio, della strada da parte dei pedoni, dei cittadini.
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4.2 Il potenziamento della mobilità pedonale e ciclabile L’analisi delle viabilità, svolta all’interno dei due quartieri, ha fatto emergere la prevalenza della mobilità carrabile e la scarsa attenzione per la mobilità lenta, in un’area in cui il 60% dei residenti è solito spostarsi a piedi. L’intervento propone di convertire le strade interne a percorrenza lenta in strade pedonali e quindi la creazione di una rete pedonale all’interno dei quartieri che permetta la migliore connessione di essi al resto della città. Esso si inserisce nel piano per la mobilità del progetto Grand Centre-Ville. Le zone pedonali create, si collegano ai vari spazi pedonali esistenti. La pedonalizzazione dei quartieri rappresenta un’opportunità per la rigenerazione e la riappropriazione degli spazi da parte della collettività. Oltre a portare un grande beneficio in termini di vivibilità, questa produrrà effetti benefici anche per i negozianti che altrimenti sarebbero stati penalizzati dal traffico. Propone inoltre l’inserimento di piste ciclabili lungo le arterie principali che circondano il quartiere, attraverso la trasformazione delle sezioni stradali di Boulevard d’Athènes, Cours Garibaldi, La Canebière, Cours Belsunce e rue de Rome, in modo tale da riconnettere le varie polarità intorno ai quartieri, Gare Saint Charles, Cours Julien, Porte d’Aix, la Castellane e Vieux Port. Questo intervento si inserisce nel piano della Metropoli che sta investendo 60 milioni di euro per sviluppare diverse centinaia di chilometri di piste ciclabili a Marsiglia e nelle altre città. A lungo
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trascurata a Marsiglia, la bicicletta è ora presentata come una priorità dalle autorità pubbliche nella mobilità urbana. La Metropoli mira a raggiungere i 250 chilometri di corsie destinate alle biciclette entro il 2024. L’obiettivo è quello di creare uno spazio più accessibile e più adatto alla mobilità dolce, per migliorare in definitiva l’ambiente di vita e rafforzare l’attrattività economica e residenziale dei quartieri.
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4.3 L’aumento dello spazio pubblico e del verde urbano La mancanza di spazi pubblici, nonché l’insufficienza di spazi verdi e l’assenza di spazi di prossimità costituiscono una fragilità urbana per i quartieri. Questo deriva anche dall’alta percentuale di spazio costruito. L’analisi dello spazio pubblico ha fatto emergere i vuoti urbani, alcuni già rivalorizzati, altri in stato di degrado. La riattivazione di questi spazi avviene attraverso lo sfruttamento dei vuoti urbani e la creazione di nuove polarità. Sono state evidenziate due aree di intervento: Il polo National-Providence, in corrispondenza dell’attuale parcheggio di superficie e del vuoto urbano Ilot de Bains, a Belsunce e il polo Aubagne, vuoto urbano dovuto al crollo degli edifici e Halle Delacroix, a Noailles. Si intende restituire ai quartieri 2500 m2 di spazio pubblico, la creazione di questi spazi aiuterà il processo di miglioramento della qualità della vita e sarà un sostegno alla vitalità sociale che caratterizza quest’area della città. Migliorare la fruibilità dei vuoti aiuta infatti a restituire identità allo spazio pubblico non pianificato o non utilizzato. L’intervento propone inoltre di migliorare la qualità degli spazi pubblici già esistenti per ridurre il grado di informalità dell’uso dello spazio pubblico. Inoltre prevede di aumentare la trama verde, potenziando la vegetazione all’interno degli spazi pubblici e degli assi strategici, per contribuire al miglioramento della qualità dell’aria, ridurre la temperature e aumentare le zone ombreggiate per la sosta.
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4.4 La creazione di nuove residenze e servizi Con la chiusura di molti edifici, dichiarati inabitabili, e l’evacuazione di molte persone e famiglie, i quartieri si trovano ora a dover far fronte ad un emergenza abitativa. La strategia prevede di creare nuove unità abitative all’interno dei quartieri, per consentire ai residenti di rimanere nel loro quartiere e migliorare, così, anche l’attrattività e la qualità residenziale. Sono state individuate quattro aree di intervento, il lotto vuoto di Ilot de Bains, i lotti dal 67 al 83 di Rue d’Aubagne, il lotto vuoto a Place Louis Michel e i lotti dal 41 e 43 di Rue de la Palud. L’intervento prevede l’inserimento di nuove residenze sociali, per un totale di 35 alloggi, giustificato dall’alta concentrazione di povertà degli abitanti (tra il 30 e il 40%) e un basso tasso di alloggi sociali presenti nei quartieri (16%). Ma la programmazione di residenze sociali intese a rispondere all’emergenza abitativa solleva anche la questione di una concentrazione di povertà in cui la povertà è già presente. Per questo motivo si prevede di inserire anche nuove residenze a libero mercato, per un totale di 40 alloggi. L’obiettivo è quello di creare un assetto territoriale che favorisca un mix eterogeneo di gruppi socialmente differenti all’interno della stessa area urbana, per il raggiungimento di un benessere collettivo attraverso l’integrazione e l’unione sociale. La strategia prevede inoltre di inserire, all’interno di questi edifici, nuovi servizi per la collettività, scelti in base alle esigenze della popolazione. Nei due quartieri sono presenti anche problemi
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di natura economica, vi è infatti un alto tasso di disoccupazione (36% a Belsunce e 33% a Noailles secondo i dati INSEE), per far fronte a questa situazione si intende inserire 23 spazi di co-working. Sia per una questione di costi più bassi rispetto al normale affitto annuale o pluriannuale di locali adibiti ad uffici, ma anche per la possibilità di scegliere quando affrontare o meno i suddetti costi, si paga infatti solo quando effettivamente lo spazio viene utilizzato dal coworker. Il coworking, inoltre, si basa su importanti fondamenti di condivisione ed implementazione dei rapporti sociali. La forte presenza di giovani caratterizza i quartieri, per questa ragione vengono inseriti due poli ricreativi, uno per ogni quartiere. Le attività saranno diversificate nelle ore della giornata, fino a sera, per creare senso di sicurezza. A Belsunce si è scelto di inserire nello specifico una ludoteca, giustificato dall’alto tasso di scuole presenti nel quartiere, soprattutto asili nidi. A Noailles, invece, essendo forte la presenza di bambini dai 0 ai 5 anni, viene inserito un asilo nido. L’avvio di nuove attività si pone l’obiettivo di riuscire a coinvolgere le fasce più povere della popolazione e di riuscire a rivitalizzare la funzione economica dei quartieri.
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128 Masterplan Strategico
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5 il progetto
L’intero progetto è pensato per integrarsi nel contesto, analizzando altri spazi già riqualificati della città si è giunti alla realizzazione di una palette di materiali. Questa palette sarà utilizzata per tutte le aree sottoposte a riqualificazione. Il progetto prevede due percorsi per la ricucitura dei quartieri ai poli urbani presenti nel contesto. Il primo, in Rue Longue des Capucins e Rue d’Aubagne, ricollega la stazione Saint Charles a Cours Julien, attraversando la Canabière, secondo percorso, che ricollega i quartieri al porto. Lungo il percorso interno ai quartieri vengono create due polarità, il Polo Nationale-Providence a Belsunce e il Polo Aubagne a Noailles, riattivando le due aree, ora vuoti urbani.
5.1 La
continuità dei materiali
Una buona composizione tiene conto della percezione, delle dimensioni sensoriali, delle funzioni, del comportamento degli utenti, delle pratiche sociali, ma deve anche essere basata sul contesto. La scelta degli elementi necessari per lo sviluppo di uno spazio pubblico contribuisce a creare un’atmosfera, un’identità urbana, ma svolge anche un ruolo importante nella comprensione delle funzioni e degli usi e facilita notevolmente la gestione dello spazio. Il disegno consente quindi di strutturare, creare un’armonia, raggiungere un equilibrio. L’intero progetto è pensato per integrarsi nel contesto, analizzando altri spazi già riqualificati della città si è giunti alla realizzazione di una palette di materiali. Supportare il pedone nella sua passeggiata implica in gran parte continuità visiva, un trattamento omogeneo del suolo, un trattamento preciso dei bordi, una padronanza della gamma di materiali e un buon mix di arredo urbano. Il rivestimento e i materiali di superficie devono soddisfare diversi criteri: durata, rispetto per l’ambiente, facilità di implementazione e manutenzione. I rivestimenti del suolo vengono diversificatei nelle forme e nelle tipologie di pietre con lo scopo di delimitare lo spazio e le sue funzioni. Nel progetto sono utilizzati pietra calcarea di Cassis, porfido rosa, granito bianco-oro del portogallo. La pietra di Cassis viene impiegata nel progetto per la pavimentazione del percorso pedonale principale. Essa veniva utilizzata per la pavimentazione delle strade di Marsiglia e per la realizzazione di opere pubbliche grazie alla sua estrema resistenza. Il granito viene utilizzato nel progetto per la
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pavimentazione delle piazze, per la sua durezza e l’elevata resistenza ad usura e compressione. Il granito è, inoltre, un materiale emblematico degli spazi portuali. Questa pietra resistente e di facile manutenzione è stata scelta per la sua durata nel tempo e per la proprietà di riflettere il calore. Il porfido viene utilizzato nel progetto lungo la Canabiére, in continuità con i lavori già attuati nel suo primo tratto. Questo materiale è rinomato per la sua durezza e l’eccezionale qualità della sua superficie naturale. Per quanto riguarda il verde urbano, le specie mediterranee sono favorite nel progetto. Resistenti al vento, al calore e al basso consumo di acqua, hanno il vantaggio di richiedere poca manutenzione. Nel percorso, alberi piccoli e medi punteggiano lo spazio. La riqualificazione degli spazi pubblici nel centro della città è un’opportunità per abbellire e rinfrescare le piazze e le strade, offrendo una forte presenza di vegetazione. L’arredo urbano è omogeneo lungo i percorsi e negli spazi pubblici. Viene utilizzato alluminio per i lampioni, pietra di Cassis e legno di acacia per panchine e aiuole. Il rivestimento delle facciate viene trattato in base al contesto mediterraneo. Le facciate vengono rivestite con frangisole per proteggere dal diretto soleggiamento gli edifici. Questi saranno in rovere massello, per le sue qualità di robustezza, resistenza e durabilità.
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5.2 I
percorsi
Il progetto prevede, quindi, due percorsi per la ricucitura dei quartieri ai poli urbani presenti nel contesto. Il primo, in Rue Longue des Capucins e Rue d’Aubagne, ricollega la stazione Saint Charles a Cours Julien, attraversando la Canabière, secondo percorso, che ricollega i quartieri al porto. Sono stati sviluppati i progetti inerenti ai tre nodi principali dei percorsi, il nodo tra Rue Longue des Capucins e la stazione, il nodo all’intersezione dei due percorsi, tra Rue Longue des Capucins e La Canabiére, e il nodo tra Rue d’Aubagne e Cours Julien. Il primo nodo prevede la continuazione del percorso lungo l’arteria carrabile Boulevard Charles Nédelec. Viene effettuata la semi-pedonalizzazione, inserendo al centro del Boulevard il percorso pedonale, in modo tale da riconnettersi all’ Esplanade Saint-Charles, una delle tre entrate della stazione. Il percorso è rivestito in pietra calcarea di Cassis e vengono inserite aree di sosta, tramite arredo urbano e vegetazione. Il punto in corrispondenza di Avenue du Général Leclerc, Boulevard Maurice Bourdet, la stazione e il percorso viene trattato come zona condivisa, area a 20 km/h che prevede la priorità pedonale, questo viene rafforzato dalla presenza di rallentatori, dal percorso rialzato e dall’inserimento di pali per la protezione e la sicurezza dei pedoni.
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Il secondo nodo, riguardante l’incrocio dei percorsi, prevede la sovrapposizione della pavimentazione, in pietra di Cassis, di Rue Longue des Capucins a La Canabière, per dare continuità al percorso meno percettibile. La Canabière viene pedonalizzata, in conformità con il piano della mobilità lenta (AVAP). La sezione stradale cambia nella parte centrale, la zona carrabile viene trasformata in area pedonale e vengono introdotte due ciclabili una per ogni senso di marcia. La pavimentazione de la Canabiére è in porfido rosa nella corsia centrale pedonale, in continuità con i lavori già avviati nella parte bassa di essa, i marciapiedi e le aree dedicate al tram sono in granito. Vengono mantenuti tutti gli elementi d’arredo già presenti e anche la vegetazione.
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Il terzo nodo, in corrispondenza dell’incrocio tra Rue d’Aubagne e la scala di Cours Julien, prevede l’inserimento di una zona condivisa, area a 20 km/h, con la priorità pedonale, in un’area in cui ora il limite è di 30 km/h. Per garantire la sicurezza ai pedoni vengono installati pali alla fine del percorso in Rue d’Aubagne e il percorso in pietra calcarea di Cassis viene rialzato.
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Il percorso interno si focalizza sulla realizzazione di spazi più o meno condivisi in modo tale da rafforzare il senso di appartenenza e l’appropriazione da parte dei residenti di spazi al momento inutilizzati. All’interno dei quartieri vengono create, infatti, due polarità, il Polo NationaleProvidence e il Polo Aubagne, riattivando le due aree.
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5.3 Il
polo
Nationale-Providence
Il polo National-Providence si trova nel cuore del quartiere di Belsunce, composto da due siti: Place de la Providence e Îlot des Bains, delimitati dalle strade rue du Baignoir, rue Nationale, rue de la Fare et rue des Dominicaines.
All’interno di quest’area viene interrato il parcheggio presente in superficie. Esso si sviluppa su tre piani interrati per un totale di circa 150 posti auto. Il solaio di copertura viene realizzato in modo tale da garantire la possibilità d’utilizzo della superficie superiore destinata ad una piazza. Due rampe distribuiscono i tre piani di parcheggio permettendo di razionalizzare i flussi interni. Rue National viene interrata in corrispondenza del parcheggio e serve da accesso e uscita ad esso. Questo intervento rientra nella politica della metropoli, infatti è prevista una modifica della politica dei prezzi nei parcheggi metropolitani nel centro città, per compensare la riduzione del numero di parcheggi su strada. Questa iniziativa metropolitana di Aix-Marseille-Provence offrirà un aumento della quota per i posti riservati ai residenti con un calo significativo dei prezzi degli abbonamenti. L’operazione principale consiste, però, nella trasformazione di uno spazio pubblico a basso valore occupato dal parcheggio di superficie in uno spazio pubblico di qualità. Questo spazio è un luogo condiviso per residenti e utenti del
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quartiere, disegnato nel rispetto della composizione urbana, con un previsto aumento della vegetazione. Con la sua rigenerazione Place de la Providence si trasforma in una grande piazza mediterranea, versatile, pedonale e accessibile. La piazza presenta un dislivello del suolo di 2 m, questo viene trattato con terrazzamenti, uno dei più importanti sistemi di organizzazione del paesaggio nell’area del Mediterraneo, tutti accessibili per mezzo di rampe. Per lo sviluppo del progetto si è preso come riferimento progettuale le Jardin des Migrations sul Fort Saint Jean. Vengono infatti utilizzati materiali come la pietra di Cassis, e legno per aiuole, gradini e sedute, inoltre viene inserita una raccolta botanica di piante mediterranee in un contesto di giardino secco, che richiede una manutenzione ridotta. La pavimentazione della piazza in continuità con gli altri spazi pubblici esistenti è in granito bianco-oro del portogallo e comunica con la piazza già riqualificata della Bibliothèque de L’Alcazar. La piazza viene inoltre dotata di uno spazio attrezzato dedicato allo svago per bambini e adolescenti su manto erboso.
Per quanto riguarda Ilot des Bains, l’intervento prevede la creazione di un edificio residenziale. L’edificio che si sviluppa su 4 piani, in conformità con l’altezza degli edifici adiacenti, viene ricoperto da brise soleil in rovere massello per proteggere
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l’edifico dal diretto soleggiamento delle facciate, per evitarne il surriscaldamento. Questi edifici prendono come riferimenti progettuali i Clubs nautiques du Vieux-Port di Norman Foster e Michel Desvigne e i nuovi edifici progettati da CARTA Associés nel 2° arrondissement. Per ridare alloggi ai residenti evacuati vengono creati 3 piani di residenze a libero mercato, per un totale di 24 alloggi. Per ogni piano sono presenti diverse tipologie di alloggi per dare una maggiore varietà di offerta, ogni piano presenta 2 bilocali, 4 quadrilocali, e 2 alloggi con 5 locali. Il quartiere di Belsunce presenta strutture scolastiche ma troppo pochi luoghi di svago, per questo motivo si inserisce al piano terra un centro ricreativo culturale, una sala polivalente e una ludoteca, atti a coprire tutte le fasce d’età. Si tratta di spazi aperti, multidisciplinari e multiculturali, di informazione, formazione, educazione, incontro e socialità. Qui le associazioni del quartiere e i cittadini possono sviluppare attività culturali, educative, ricreative ed aggregative. Per affrontare le problematiche economiche legate a questo quartiere, dovute all’alto tasso di disoccupazione, si inseriscono al primo piano 8 spazi di co-working, che prevedono la condivisione di spazi fisici in cui mettere a fattore comune strumenti di lavoro, contatti, professionalità, progetti.
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5.3 Il
polo
Aubagne
Il polo Aubagne si trova nel cuore del quartiere di Noailles, nel sito del crollo in rue d’Aubagne dal n° 63 al 65.
Il progetto prevede la riattivazione del vuoto urbano in corrispondenza dei tre edifici crollati, dal n° 63 al 67 e l’abbattimento degli altri 7 edifici, dal n° 69 al 83, lotti che il comune ha deciso di acquisire, adiacenti ai 3 crollati. Successivamente al crollo sono state effettuate diverse analisi partecipative dal comune di Marsiglia, che hanno fatto emergere i bisogni dei residenti. Per questo motivo in corrispondenza dell’area dove sono crollati gli edifici sì è deciso di rispettare il volere dei cittadini, non edificando ma trasformando l’area in uno spazio di vita e commemorazione per le persone scomparse. Uno spazio pubblico aperto, una piazza giardino che funge da spazio aperto e chiuso all’occorrenza. Questa cavità ha generato , inoltre, un possibile passaggio nella parte posteriore degli edifici, nel cuore dell’llot, cortili interni nascosti, fuori dalla vista dei passanti ma con un elevato potenziale. Si intende inglobare anche quest’area nella progettazione della piazza. L’area presenta un dislivello di 1,50 m, trattato con rampe e gradini, per rendere l’area fruibile a
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tutti. Anche per questo progetto si è preso come esempio progettuale le Jardin des migrations sul Fort Saint Jean in cui vengono utilizzati materiali come la pietra di Cassis, e legno per aiuole, gradini e sedute, inoltre viene inserita una raccolta botanica di piante mediterranee in un contesto di giardino secco, che richiede una manutenzione ridotta. La pavimentazione della piazza in continuità con gli altri spazi pubblici esistenti è in granito bianco-oro del portogallo.
Per quanto riguarda l’area in corrispondenza degli edifici da abbattere, l’intervento prevede la creazione di un edificio residenziale. L’edificio che si sviluppa su 4 piani, in conformità con l’altezza degli edifici adiacenti, viene ricoperto da brise soleil in rovere massello per proteggere l’edifico dal diretto soleggiamento delle facciate, per evitarne il surriscaldamento. Questi edifici prendono come riferimenti progettuali i Clubs nautiques du Vieux-Port di Norman Foster e Michel Desvigne e i nuovi edifici progettati da CARTA Associés nel 2° arrondissement. Per ridare alloggi ai residenti evacuati vengono creati 3 piani di residenze sociali, per un totale di 27 alloggi. Per ogni piano sono presenti diverse tipologie di alloggi per dare una maggiore varietà di offerta, ogni piano presenta 2 bilocali, 3 trilocali, e 4 quadrilocali.
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Il quartiere di Noailles presenta una bassa offerta scolastica e un elevato numero di bambini tra i 0 e i 5 anni, per questo motivo si inserisce al al piano terra un asilo nido. Questo avrà un cortile privato all’interno dell’ilot, uno spazio attrezzato dedicato allo svago per i bambini. L’alta presenza di bambini è accompagnata inoltre da un’alta presenza di giovani, per questo motivo viene inserito al piano terra un centro ricreativo culturale. Si tratta di uno spazio aperto, multidisciplinare e multiculturale, di informazione, formazione, educazione, incontro e socialità. Qui le associazioni del quartiere e i cittadini possono sviluppare attività culturali, educative, ricreative ed aggregative. Per affrontare le problematiche economiche legate a questo quartiere, dovute all’alto tasso di disoccupazione, si inseriscono al primo piano 9 spazi di co-working, che prevedono la condivisione di spazi fisici in cui mettere a fattore comune strumenti di lavoro, contatti, professionalità, progetti.
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Riferimenti
progettuali
Jardin des Migrations - Agence APS - Marseille
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Friche la Belle de Mai- collectif Encore Heureux; Frédéric Clavère; Jean-Luc Brisson et J.R - Marseille
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Coco Velten - Yes We Camp - Marseille
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Bibliografia
Testi: Amsellem O., Marseille, be-Poles, Parigi, 2012 Bertoncello B. , Dubois J. , Marseille Euromediterranée. Accélérateur de Métropole, Marseille, Èditions Parenthèses, 2010 Bertrand R. , Tirone L., Le guide de Marseille, La Manufacture, Lyon, 1991 Chaline C., La régénération urbaine, PUF, Quessais-je?, Paris, 1999 Cobb R., Marseille, Allia, Parigi 2001 Crackanthorpe D., Marsiglia, ritratto di una città, Odoya, Oxford, 2012 Indovina F., L’eplosione della città: Barcellona, Bologna, Donosty-Bayonne, Genova, Lisbona, Madrid, Marsiglia, Milano, Montpellier, Napoli, Porto, Valencia, Veneto centrale, Compositori, Bologna, 2005 Izzo J.C., Aglio menta e basilico, 2006 Lévy J.P., Centre ville en mutation, Ed. du CNRS, Toulouse, 1987 Morel B., Zimmermann J.B. , Marseille entre Europe et Méditerranée, Futuribles Peraldi M., Sociologie de Marseille, La Découverte, Parigi, 2015 Roncayolo M., Les grammaires d’une ville, Editions de l’Ecole de hautes études en sciences sociale, Parigi, 1996
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Secchi B., La città dei ricchi e la città dei poveri, 2013 Sitte C., L’arte di costruire la città, Jaca Book, 2015
Articoli: Ascaride G., Condro S., Les isolés du centre-ville de Marseille, 1996 Bertoncello B., Hernandez F., Bertoni A., L’accueil du piéton dans les espaces publics du centreville de Marseille : discours, pratiques, actions. Recherche Transports Sécurité Bertoncello B. , Rodrigues-Malta R., Marseille, versus Euroméditerranée Grésillon B., Un enjeu “capitale” : MarseilleProvence 2013 Latarjet B., Marseille-Provence 2013: genèse, objectifs et enjeux d’un projet culturel métropolitain, 2010 Norbert F., Piétonnisation et relance de l’activité commerciale dans le centre ville de Marseille, 2003 Ronai S., Marseille : une métropole en mutation, 2009 Suzanne G., Vassort M., Quand la pauvreté fabrique la ville : Errances à Marseille, 2003 Tirone L. , Marseille en 1990, crises et métamorphoses
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Tesi consultate: Caselli P., Gregorio A., Miani M., Plus belle de mai, programma di rigenerazione urbana per il terzo arrondissement di Marsiglia, Università degli Studi di Ferrara, A.a. 2015-2016 Serrazanetti D., Signorin C, .Halte Là Marseille, programma di rigenerazione urbana per il terzo arrondissement di Marsiglia, Università degli Studi di Ferrara, A.a. 2015-2016
Sitografia: http://www.marseille.fr http://www.agam.org http://economie.marseille.fr https://insee.fr/fr http://www.marseille-renovation-urbaine.fr http://www.marseille-provence.fr http://www.marseille-tourisme.com https://www.euromediterranee.fr/ http://ambition-centreville.marseille.fr/ http://www.centre-ville.org http://www.polvillemarseille.fr https://www.soleam.net http://www.marseille-port.fr/ https://www.marseille.aeroport.fr/ http://www.datatourisme.fr/ https://www.marseilletourisme.fr http://www.slate.fr https://www.metropolitiques.eu4 https://marsactu.fr https://www.lemonde.fr http://www.popsu.archi.fr http://www.centrevillepourtous.asso.fr
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Ringraziamenti
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Un ringraziamento alla professoressa Elena Dorato per aver creduto in noi e nella nostra tesi contagiandoci con la sua energia. Grazie per averci seguito in maniera costante e per la pazienza durante tutto il percorso di tesi. Alla professoressa Brigitte Bertoncello per averci seguite anche a distanza nel nostro percorso, per essersi interessata a noi e al nostro progetto. Grazie per i confronti e le critiche costruttive. Grazie al professor Romeo Farinella per gli utili pareri espressi sul nostro lavoro in corso di realizzazione. Un ringraziamento speciale va allo IUAR (Institu d’Urbanisme et d’AmÊnagement RÊgional), ai docenti e ai nostri compagni di corso, per la passione che ci hanno trasmesso verso la disciplina.
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Lucrezia Ai miei genitori, Paolo e Daniela, per avermi sempre spronata a fare di più, ad essere curiosa, a viaggiare e a trovare la mia strada. Grazie per essere sempre al mio fianco nonostante tutto. A mia sorella, Eleonora, per essere ciò che sei, una delle persone che più ammiro, il mio punto di riferimento. Alle mie coinquiline, Valentina, Ontora e Ilaria, per essermi sempre state vicine, per tutte le avventure felici ed infelici e per aver condiviso con me gli ultimi anni, i più belli, a Ferrara. Ad Anita, Rosita, Giorgia, Margherita, Noemi, Federico e Alessandro per avermi sopportata e supportata in tutti questi anni, per esserci sempre stati e per essere coloro che ci saranno sempre. Agli amici francesi, Yohann G., Christophe, Lea, Yohann L.P., Mathilde, Vincent, Paul, Christel, Valentine e Leonard, per aver reso l’erasmus una della avventure più belle della mia vita. A Fabio C., Gabriel, Serena, Aurora, Fabio M., Andrea e Federica per aver fatto parte del mio percorso e per tutti i momenti indimenticabili che abbiamo trascorso insieme. A Maddalena, Gianmarco, Samuele, Matteo, Luca e Alì per aver reso speciali questi cinque anni di università. A Lucio per ricordarmi sempre che bisogna combattere per ciò in cui si crede. Grazie per essere presente, anche se a distanza, in questo momento.
Infine, grazie ad Alessandra, la mia compagna di Erasmus e di tesi, grazie per aver condiviso con me momenti di sofferenza ma anche di felicità e soddisfazione durante questo percorso difficile. Grazie a tutti coloro che mi sono stati vicini in questi anni perchè non sarebbe stato lo stesso senza di voi.
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Alessandra Un sentito ringraziamento va a me stessa per la tenacia e la forza che mi ha permesso di arrivare dove sono adesso. Per tutti i sacrifici fatti, per tutte le mancanze a cui sono riuscita a far fronte, per le notti insonni e in ansia, per aver avuto il coraggio di andare avanti nonostante le difficoltà e la lontananza dalle persone che amo. So che nonna Rosa sarebbe sicuramente fiera di me e spero un giorno di poter arrivare ad essere la donna forte e meravigliosa che era lei. Grazie nonna. Un immenso grazie va alla mia famiglia per essermi stata sempre accanto in ogni momento, soprattutto in quelli più difficili. Mamma, papà, Massimiliano e Martina vi ringrazio per avermi amata e supportata sempre, spronata ad andare avanti ma soprattutto per aver creduto in me. Vi ringrazio per il vostro costante buonumore, i mille sorrisi e per tutto l’affetto che non mi avete fatto mai mancare nonostante gli innumerevoli chilometri. Ringrazio David, mio compagno di vita, per avermi fatto vedere il mondo da un’altra prospettiva, arricchendo la mia persona con le sue idee ed il suo amore. Grazie a Lucrezia, amica e compagna di tesi, per aver resistito fino alla fine e per avermi accompagnata in questo percorso difficile. Un grazie va a Margherita, unica vera amica e coinquilina tra le mille case cambiate che mi abbia fatto davvero sentire a casa e sopportata con sincerità in ogni momento. Grazie a Matteo Filippini, uno dei primi compagni di laboratorio da cui è nata una bellissima
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amicizia nonostante le innumerevoli incomprensioni progettuali, grazie per esserci sempre stato. Grazie a tutti gli amici di Ferrara con cui ho passato questi bellissimi 5 anni pieni di gioia e disperazione e per aver condiviso con me momenti unici. Vi voglio bene Grazie a Domiziana, migliore amica anche a distanza, grazie per tutti i momenti in cui ci sei stata, da quelli di sconforto e depressione piÚ totale ai momenti di sclero e di felicità ! Grazie per avermi fatto ridere con tanta leggerezza a partire dalla prima elementare. Grazie a Rosaria e Roberta, amiche di una vita, seppur lontane sempre vicine. Grazie per il conforto e le confidenze e per il supporto in ogni situazione. Grazie ai miei amici francesi Paul, Mathilde e Vincent per avermi accolta a braccia aperte nelle loro vite seppur non conoscendomi ancora. Grazie all’erasmus e a tutti gli amici incontrati senza cui questa tesi non esisterebbe. Grazie per avermi fatto amare Marsiglia.
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Marseille - Carnaval IndĂŠpendant - 19 mars 2018
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Elaborati
grafici
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178 BELSUNCE E NOAILLES Un progetto di rigegnerazione per i quartieri centrali di Marsiglia
Laureande: Lucrezia Ferrecchi e Alessandra Mazzardo
Relatore: Elena Dorato
Correlatori:
: Romeo Farinella e Brigitte Bertoncello
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UniversitĂ degli studi di Ferrara
Dipartimento di Architettura
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