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GIOIA
Marc Chagall: La Passeggiata (1917-1918, olio su tela, cm 170 x 163,2 San Pietroburgo, Museo di Stato Russo) 32
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Il quadro nel suo insieme emana un senso di pace e di equilibrio. L’opera dell’uomo è perfettamente integrata nella Natura, come testimoniano le case dello stesso colore dell’ambiente che le circonda. In questa atmosfera di serenità l’amore e la gioia possono manifestarsi librandosi nel cielo.
32 https://www.analisidellopera.it/marc-chagall-la-passeggiata/
Camminiamo cantando! Che le nostre lotte e la nostra preoccupazione per questo pianeta non ci tolgano la gioia della speranza. (LS244) Non voglio procedere in questa Enciclica senza ricorrere a un esempio bello e motivante. Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. È il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano nel campo dell’ecologia, amato anche da molti che non sono cristiani. Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i più poveri e abbandonati. Amava ed era amato per la sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore universale. Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore. (LS10)
Dio ha scritto un libro stupendo, le cui lettere sono la moltitudine di creature presenti nell’universo. Nessuna creatura resta fuori da questa manifestazione di Dio: dai più ampi panorami alle più esili forme di vita, la natura è una continua sorgente di meraviglia e di reverenza. Essa è, inoltre, una rivelazione continua del divino. Percepire ogni creatura che canta l’inno della sua esistenza è vivere con gioia nell’amore di Dio e nella speranza. Questa contemplazione del creato ci permette di scoprire attraverso ogni cosa qualche insegnamento che Dio ci vuole comunicare, perché per il credente contemplare il creato è anche ascoltare un messaggio, udire una voce paradossale e silenziosa. Possiamo dire che accanto alla rivelazione propriamente detta contenuta nelle Sacre Scritture c’è, quindi, una manifestazione divina
nello sfolgorare del sole e nel calare della notte. Prestando attenzione a questa manifestazione, l’essere umano impara a riconoscere se stesso in relazione alle altre creature: «Io mi esprimo esprimendo il mondo; io esploro la mia sacralità decifrando quella del mondo». (LS85) La Carta della Terra 3333 ci chiamava tutti a lasciarci alle spalle una fase di autodistruzione e a cominciare di nuovo, ma non abbiamo ancora sviluppato una coscienza universale che lo renda possibile. Per questo oso proporre nuovamente quella preziosa sfida. Come mai prima d’ora nella storia, il destino comune ci obbliga a cercare un nuovo inizio. Possa la nostra epoca essere ricordata per il risveglio di una nuova riverenza per la vita, per la risolutezza nel raggiungere la sostenibilità, per l’accelerazione della lotta per la giustizia e la pace, e per la gioiosa celebrazione della vita. (LS207)
La coscienza della gravità della crisi culturale ed ecologica deve tradursi in nuove abitudini. Molti sanno che il progresso attuale e il semplice accumulo di oggetti o piaceri non bastano per dare senso e gioia al cuore umano, ma non si sentono capaci di rinunciare a quanto il mercato offre loro. Nei Paesi che dovrebbero produrre i maggiori cambiamenti di abitudini di consumo, i giovani hanno una nuova sensibilità ecologica e uno spirito generoso, e alcuni di loro lottano in modo ammirevole per la difesa dell’ambiente, ma sono cresciuti in un contesto di altissimo consumo e di benessere che rende difficile la maturazione di altre abitudini. Per questo ci troviamo davanti ad una sfida educativa. (LS209)
La spiritualità cristiana propone un modo alternativo di intendere la qualità della vita, e incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo. È importante acco-
33 https://www.cartadellaterra.it/index.php?c=testo-carta-della-terra gliere un antico insegnamento, presente in diverse tradizioni religiose, e anche nella Bibbia. Si tratta della convinzione che “meno è di più”. Infatti il costante cumulo di possibilità di consumare distrae il cuore e impedisce di apprezzare ogni cosa e ogni momento. Al contrario, rendersi presenti serenamente davanti ad ogni realtà, per quanto piccola possa essere, ci apre molte più possibilità di comprensione e di realizzazione personale. La spiritualità cristiana propone una crescita nella sobrietà e una capacità di godere con poco. È un ritorno alla semplicità che ci permette di fermarci a gustare le piccole cose, di ringraziare delle possibilità che offre la vita senza attaccarci a ciò che abbiamo ne rattristarci per ciò che non possediamo. Questo richiede di evitare la dinamica del dominio e della mera accumulazione di piaceri.
(LS222)
La sobrietà, vissuta con libertà e consapevolezza, è liberante. Non è meno vita, non è bassa intensità, ma tutto il contrario. Infatti quelli che gustano di più e vivono meglio ogni momento sono coloro che smettono di beccare qua e là, cercando sempre quello che non hanno, e sperimentano ciò che significa apprezzare ogni persona e ad ogni cosa, imparano a familiarizzare con le realtà più semplici e ne sanno godere. In questo modo riescono a ridurre i bisogni insoddisfatti e diminuiscono la stanchezza e l’ansia. Si può aver bisogno di poco e vivere molto, soprattutto quando si è capaci di dare spazio ad altri piaceri e si trova soddisfazione negli incontri fraterni, nel servizio, nel mettere a frutto i propri carismi, nella musica e nell’arte, nel contatto con la natura, nella preghiera. La felicità richiede di saper limitare alcune necessità che ci stordiscono, restando così disponibili per le molteplici possibilità che offre la vita. (LS223)
La sobrietà e l’umiltà non hanno goduto nell’ultimo secolo di una positiva considerazione. Quando però si indeboli-
sce in modo generalizzato l’esercizio di qualche virtù nella vita personale e sociale, ciò finisce col provocare molteplici squilibri, anche ambientali. Per questo non basta più parlare solo dell’integrità degli ecosistemi. Bisogna avere il coraggio di parlare dell’integrità della vita umana, della necessità di promuovere e di coniugare tutti i grandi valori. La scomparsa dell’umiltà, in un essere umano eccessivamente entusiasmato dalla possibilità di dominare tutto senza alcun limite, può solo finire col nuocere alla società e all’ambiente. Non è facile maturare questa sana umiltà e una felice sobrietà se diventiamo autonomi, se escludiamo dalla nostra vita Dio e il nostro io ne occupa il posto, se crediamo che sia la nostra soggettività a determinare ciò che è bene e ciò che è male.
(LS224)
D’altra parte, nessuna persona può maturare in una felice sobrietà se non è in pace con sé stessa. E parte di un’adeguata comprensione della spiritualità consiste nell’allargare la nostra comprensione della pace, che è molto più dell’assenza di guerra. La pace interiore delle persone è molto legata alla cura dell’ecologia e al bene comune, perché, autenticamente vissuta, si riflette in uno stile di vita equilibrato unito a una capacità di stupore che conduce alla profondità della vita. La natura è piena di parole d’amore, ma come potremo ascoltarle in mezzo al rumore costante, alla distrazione permanente e ansiosa, o al culto dell’apparire? Molte persone sperimentano un profondo squilibrio che le spinge a fare le cose a tutta velocità per sentirsi occupate, in una fretta costante che a sua volta le porta a travolgere tutto ciò che hanno intorno a sé. Questo incide sul modo in cui si tratta l’ambiente. Un’ecologia integrale richiede di dedicare un po’ di tempo per recuperare la serena armonia con il creato, per riflettere sul nostro stile di vita e i nostri ideali, per contemplare il Creatore, che vive tra di noi e in ciò che ci circonda, e la cui presenza « non deve essere costruita, ma scoperta e svelata ». (LS225)
Stiamo parlando di un atteggiamento del cuore, che vive tutto con serena attenzione, che sa rimanere pienamente presente davanti a qualcuno senza stare a pensare a ciò che viene dopo, che si consegna ad ogni momento come dono divino da vivere in pienezza. Gesù ci insegnava questo atteggiamento quando ci invitava a guardare i gigli del campo e gli uccelli del cielo, o quando, alla presenza di un uomo in ricerca, « fissò lo sguardo su di lui » e « lo amò » (Mc 10,21). Lui sì che sapeva stare pienamente presente davanti ad ogni essere umano e davanti ad ogni creatura, e così ci ha mostrato una via per superare l’ansietà malata che ci rende superficiali, aggressivi e consumisti sfrenati. (LS226)
Un’espressione di questo atteggiamento è fermarsi a ringraziare Dio prima e dopo i pasti. Propongo ai credenti che riprendano questa preziosa abitudine e la vivano con profondità. Tale momento della benedizione, anche se molto breve, ci ricorda il nostro dipendere da Dio per la vita, fortifica il nostro senso di gratitudine per i doni della creazione, è riconoscente verso quelli che con il loro lavoro forniscono questi beni, e rafforza la solidarietà con i più bisognosi. (LS227)
Alla fine ci incontreremo faccia a faccia con l’infinita bellezza di Dio e potremo leggere con gioiosa ammirazione il mistero dell’universo, che parteciperà insieme a noi della pienezza senza fine. (LS243)
Nell’attesa, ci uniamo per farci carico di questa casa che ci è stata affidata, sapendo che ciò che di buono vi è in essa verrà assunto nella festa del cielo. Insieme a tutte le creature, camminiamo su questa terra cercando Dio, perché se il mondo ha un principio ed è stato creato, cerca chi lo ha creato, cerca chi gli ha dato inizio, colui che è il suo Creatore. Camminiamo cantando! Che le nostre lotte e la nostra
preoccupazione per questo pianeta non ci tolgano la gioia della speranza. (LS244)
COSA POSSIAMO FARE, ORA?
La raccolta differenziata - Un percorso didattico per la Scuola Primaria (PRONATURA – Comune di Novara) 34
Fra l’uomo e la Natura non c’è soluzione di continuità. L’uomo appartiene alla Natura ed essa è dentro di noi. Il futuro della Natura è nelle nostre mani, come lo è quello di ognuno di noi e dell’umanità intera.
34 (https://pronaturanovara.it/cittadini-del-parco/?id=110) I “CONSIGLI VERDI” DI PAPA FRANCESCO
Nell’Enciclica il Papa più volte sottolinea l’importanza dell’impegno personale che rappresenta l’elemento basilare per avviare in ciascuno la conversione ecologica. L’impegno personale è anche fondamentale come esempio per gli altri e per contribuire concretamente alla cura per l’ambiente e a sostenere i più deboli. Anche l’educazione alla responsabilità ambientale può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente. In questo senso, vanno letti i numerosi “consigli” che troviamo nell’Enciclica.
Riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, partendo da motivazioni profonde, può essere un atto di amore che esprime la nostra dignità. “Tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità.” (LS14)
È molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a dar forma a uno stile di vita. (LS211)
Nella famiglia si coltivano le prime abitudini di amore e cura per la vita, come per esempio l’uso corretto delle cose,l’ordine e la pulizia, il rispetto per l’ecosistema locale e la protezione di tutte le creature. (LS213)
Nell’Enciclica troviamo anche alcuni consigli pratici:
Copriti un po’ di più ed evita di accendere il riscaldamento (LS211)
Alza il termostato di 2° in estate e abbassalo di 2° in inverno. Quasi metà dell’energia che usiamo in casa se ne va
per il riscaldamento o il condizionamento dell’aria. Inoltre, non fare uscire il calore dalla casa e quando cambi l’aria, spalanca le finestre e lasciale aperte solo per pochi minuti. Metti i doppi vetri alle finestre, questo richiede un piccolo investimento iniziale, ma la tua casa sarà più calda a parità di energia.
Evita l’uso di materiale plastico o di carta (LS211)
La plastica è una delle prime cause di inquinamento del pianeta. Le microplastiche entrano negli organismi compreso quello umano causando gravi malattie. Per ottenere una tonnellata di carta nuova servono 15 alberi, 440mila litri d’acqua e 7.600 Kwh di energia elettrica. Un processo che comporta il disboscamento delle grandi foreste e l’aumento delle emissioni inquinanti. La produzione di carta riciclata, risparmia la vita agli alberi, richiede il 60% in meno di energia e l’80% in meno d’acqua.
Spegni le luci inutili (LS211)
Non lasciare le apparecchiature elettriche in stand-by, non tenere aperto il frigorifero a lungo, usa lavastoviglie e lavatrice solo a pieno carico e fuori dalle ore di punta, utilizza lampadine a Led, che abbattono fino al 90% il consumo di energia. Utilizzare solo la luce di cui abbiamo bisogno, e non sprecarla, significa infatti dover produrre meno energia, impiegare meno risorse energetiche e produrre meno CO2.
Riduci il consumo di acqua (LS211)
L’acqua è una risorsa scarsa e indispensabile per la vita umana e per sostenere gli ecosistemi terrestri e acquatici. Quando si usano lavatrici e lavastoviglie basta scegliere il ciclo ecologico o quello breve, ma sempre a pieno carico, oltre a comprare modelli che usano meno acqua. Quando si lava l’auto meglio usare un secchio pieno invece di acqua corrente. Per lavare frutta e verdure si può riempire una ciotola con acqua e bicarbonato. Fare la doccia, invece del bagno, significa un risparmio di 50 litri a volta.
Differenzia i rifiuti (LS211)
Differenziare umido, carta e cartone, plastica, alluminio, vetro, metalli, significa prima di tutto diminuire l’estrazione delle corrispondenti materie prime e dei processi produttivi collegati: ciò che una volta si considerava scarto, oggi può diventare di nuovo materia prima. Significa anche inquinare meno, permettendo di separare e poi smaltire ogni tipo di rifiuto quando non c’è possibilità di riutilizzo. La differenziata, infine, alimenta un’economia del riciclo sempre più importante che crea occupazione (green jobs) e migliora la qualità della vita.
Cucina solo quanto si potrà mangiare (LS211)
Cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, non è solo un modo per rispettare chi ha meno, ma per creare le condizioni per evitare lo spreco di cibo ed aumentare la produzione di rifiuti e le emissioni di CO2. Il riutilizzo degli alimenti potrebbe sfamare 44 milioni di persone.
Tratta con cura gli altri esseri viventi (LS211)
Gli allevamenti intensivi, fabbriche di carne dove gli animali sono tenuti in condizioni innaturali, sottoposti a privazioni e sofferenze, sono tra le attività che più contribuiscono al degrado del pianeta. Mangiando meno carne puoi contribuire indirettamente a contrastare queste forme di violenza sugli animali, ma potrai nutrirti in modo più salutare.
Utilizza il trasporto pubblico o condividi un veicolo (LS211)
La maggioranza delle persone che si muove in auto lo fa per necessità. Partendo da questo bisogno si sono sviluppate nuove forme di mobilità basate sull’automobile: l’auto di gruppo e l’auto in condivisione. Nel primo caso la vettura viene utilizzata da un gruppo di persone allo scopo di ridurre i costi. Nel secondo caso, invece, si tratta di un sistema di noleggio a brevissima durata: limitato al singolo spostamento. Si prende la vettura, si raggiunge la meta e la si parcheggia. Qui un altro utente può a sua volta prelevarla.
Pianta un albero (LS211)
Piantare un albero è un gesto fondamentale per esprimere la volontà di prendersi cura del nostro pianeta. Prima di tutto gli alberi assorbono anidride carbonica (CO2), ritenuta il principale gas responsabile dell’effetto serra e dei cambiamenti climatici. A seconda del contesto in cui è inserito, urbano o meno, si stima l’albero possa assorbire tra i 10 e i 50 kg di CO2 all’anno, da moltiplicare per gli anni del suo ciclo vitale. L’albero, inoltre, è un potente fattore di naturalizzazione del territorio, che permette di combattere e prevenire il consumo di suolo.
LE PREGHIERE
Jean Francois Mille: Angelus (1858, olio su tela, cm 55,5 x 66. Parigi, Musée d’Orsay) 35
I contadini a fine giornata pregano in nome del profondo rapporto che lega il proprio lavoro a Dio e alla Natura.
35 https://www.musee-orsay.fr/fr/collections/oeuvres-commentees/ peinture.html?no_cache=1&zoom=1&tx_damzoom_ pi1%5BshowUid%5D=1892 Dopo questa prolungata riflessione, gioiosa e drammatica insieme, propongo due preghiere, una che possiamo condividere tutti quanti crediamo in un Dio creatore onnipotente, e un’altra affinché noi cristiani sappiamo assumere gli impegni verso il creato che il Vangelo di Gesù ci propone. (LS246)
PREGHIERA PER LA NOSTRA TERRA
Dio onnipotente, che sei presente in tutto l’universo e nella più piccola delle tue creature, Tu che circondi con la tua tenerezza tutto quanto esiste¸ riversa in noi la forza del tuo amore affinché ci prendiamo cura della vita e della bellezza.
Inondaci di pace¸ perché viviamo come fratelli e sorelle senza nuocere a nessuno. O Dio dei poveri, aiutaci a riscattare gli abbandonati e i dimenticati di questa terra che tanto valgono ai tuoi occhi.
Risana la nostra vita¸ affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo¸ affinché seminiamo bellezza e non inquinamento e distruzione.
Tocca i cuori di quanti cercano solo vantaggi a spese dei poveri e della terra.
Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa, a contemplare con stupore, a riconoscere che siamo profondamente uniti con tutte le creature nel nostro cammino verso la tua luce infinita.
Grazie perché sei con noi tutti i giorni.
Sostienici, per favore, nella nostra lotta per la giustizia, l’amore e la pace.
PREGHIERA CRISTIANA CON IL CREATO
Ti lodiamo, Padre, con tutte le tue creature, che sono uscite dalla tua mano potente. Sono tue, e sono colme della tua presenza e della tua tenerezza. Laudato si’!
Figlio di Dio, Gesù, da te sono state create tutte le cose.
Hai preso forma nel seno materno di maria, ti sei fatto parte di questa terra, e hai guardato questo mondo con occhi umani. Oggi sei vivo in ogni creatura con la tua gloria di risorto. Laudato si’!
Spirito Santo, che con la tua luce orienti questo mondo verso l’amore del Padre e accompagni il gemito della creazione, tu pure vivi nei nostri cuori per spingerci al bene. Laudato si’!
Signore Dio¸ Uno e Trino¸ comunità stupenda di amore infinito¸ insegnaci a contemplarti nella bellezza dell’universo, dove tutto ci parla di te.
Risveglia la nostra lode e la nostra gratitudine per ogni essere che hai creato. Donaci la grazia di sentirci intimamente uniti con tutto ciò che esiste.
Dio d’amore, mostraci il nostro posto in questo mondo come strumenti del tuo affetto per tutti gli esseri di questa terra¸ perché nemmeno uno di essi è dimenticato da te. Illumina i padroni del potere e del denaro perché non cadano nel peccato dell’indifferenza, amino il bene comune, promuovano i deboli, e abbiano cura di questo mondo che abitiamo.
I poveri e la terra stanno gridando:
Signore, prendi noi col tuo potere e la tua luce, per proteggere ogni vita, per preparare un futuro migliore¸ affinché venga il tuo Regno di giustizia¸ di pace¸ di amore e di bellezza. Laudato si’! Amen
LUGI RUSSO
Luigi Russo è nato a Napoli nel 1953.
Naturalista, esperto nella gestione della fauna, nella progettazione e realizzazione di sistemi informativi territoriali, è stato ricercatore presso il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, consulente presso il Ministero dell’Ambiente e, dal 1997 fino al 2020, direttore di diverse aree naturali protette in Abruzzo e nel Lazio. Accogliendo l’invito del Vescovo di Rieti, Monsignor Domenico Pompili, a tradurre in fatti il messaggio dell’Enciclica Laudato Si’, nel 2018 è stato promotore della costituzione, poi animatore e coordinatore, della“Comunità Laudato Sì’ Navegna Cervia” nel territorio dell’omonima riserva naturale (http://www.comunitalaudatosinavegnacervia.it/).
LE PAROLE DELL’ENCICLICA LAUDATO SI’
Brani scelti intorno ad alcune parole chiave della lettera enciclica Laudato sì’ del Santo Padre Francesco sulla cura della Casa Comune
a cura di Luigi Russo