9 - PREFAZIONE DEL LIBRO : MA IL VANGELO NON DICE COSI?

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"BIBBIA E CRISTIANI A CONFRONTO" PREFAZIONE DEL LIBRO "MA IL VANGELO NON DICE COSI'" A cura di frà Tommaso Maria di Gesù dei frati minori rinnovati Via alla Falconara n° 83 - 90100 Palermo - Tel. 0916730658 Come primo "assaggio" prendo in considerazione la prefazione alla sedicesima edizione" del libro "Ma il Vangelo non dice così", Editrice Claudiana, TorIno, 1987. Tale libro rappresenta, in qualche modo, la sintesi di tutte le questioni mosse contro la Chiesa di Gesù dai fratelli non cattolici, elencate nel vari documenti segnalati all'argomento precedente. Col titolo "Ma il Vangelo non dice così", lo scrivente non cattolico vorrebbe dire che il Vangelo dice il contrario di quello che afferma il Magistero ecclesiastico, di istituzione divina. Ora, il mio compito è quello di dimostrare le verità bibliche, ossia cristiane, cattoliche, apostoliche, romane, che esse sono esattamente il contrario di quanto affermato nel libro. Nella prefazione suddetta trovo le seguenti affermazioni: a - "molte critiche hanno raggiunto lo scopo" (pag. 3). L'autore si riferisce ai vari incontri e sforzi ecumenici. b - Parlando della libertà religiosa si evidenzia lo sforzo "del sacrificio che deve aver rappresentato per la Chiesa romana la sconfessione del suo massimo teologo, il Dr. Angelico" (S. Tommaso d'Aquino), e della sua famosa dichiarazione: "Se ancora l'eretico viene trovato pertinace, la Chiesa, disperando della conversione di lui, provvede alla salute degli altri, separando quello dalla Chiesa per sentenza di scomunica, ed appresso lo abbandona al giudizio secolare onde sia sterminato mediante la morte" ("Somma Teol. Minuta", Quest. XI: De Haeresi", Propos. III, ci tata da " Italia Evangelica", 4 Feb. 1888, pag. 3). c - "Non dimentichiamo dunque l'esercito dei confessori di Cristo, al cui sacrificio si deve se oggi anche la Chiesa romana riconosce il diritto a tutti di professare liberamente la propria fede" (pag. 3).


d - " ... La situazione in seno alla Chiesa romana è in fase di tale rapida evoluzione, che ogni profezia può essere egualmente legittima o fallace. E' lo stesso regnante Pontefice a renderci avvertiti della crisi profonda da cui la sua Chiesa è travagliata, e, se lo spazio lo consentisse, sarebbe estremamente utile e interessante riferire tutti quei discorsi". Ecco alcuni esempi: 1. "Una delle nostre sofferenze più frequenti e più acute è di vedere il numero di quelli che abbandonano la Chiesa, e di quanti la criticano" (Paolo VI, 15 apr. 1964, da: "La documentation catholique"). 2. " ... Il Papa ha lui pure bisogno di conforto. Che dire della pene che proviamo ogni giorno vedendo il pensiero della Chiesa incompreso e.il suo amore respinto?" (Paolo VI, 17 Feb. 1965, ivi). 3. "Molti.che si dicono cattolici sono preoccupati dì cercare con una sorta di passione, i difetti della Chiesa e della curia romana, formulando delle critiche che non sono sempre serene e. obiettive",(Paolo VI, 29.4.1964, ivi). 4. "Diversi elementi d'informazione ci fanno sapere che oggi, e un pò dovunque, un senso d'incertezza si va diffondendo più o meno apertamente nel clero" (Paolo VI, 21.2.1966, ivi). 5. "Ma la parola più drammatica é stata rivolta ai Gesuiti, proprio a quei Gesuiti che per secoli hanno costituito la díga opposta all`esigenza di riforma proclamata dal protestantesimo: "Volete voi, figli di S. Ignazio, soldati della "Compagnia" di Gesù, essere oggi ancora, domani e sempre quello che siete stati dalla vostra.fondazione e per la nostra sede apostolica? Questa domanda che vi rivolgiamo non avrebbe ragion d'essere se non fossero giunte alle nostre orecchie delle notizie e dei rumori concernenti la vostra compagnia - come del resto anche altre famiglie religiose - riguardo ai quali non possiamo nascondervi la nostra meraviglia e, per alcuni casi il nostro dolore" (Paolo VI, 16.11.1965, !vi). Nel libro da me preso in considerazione e che cercherò di "seguire nelle sue linee principali", sono segnalate altre tre lamentele del Papa; per brevità ho scelto solo le cinque sopra elencate, a pag. 4. L'autore continua: "Quanto siamo lontani dal quadro di una Chiesa romana monolitica, saldamente unita intorno al Magistero infallibile del Sommo Pontefice! Certo la realtá non è tutta qui. Mentre i segni di un rinnovamento vanno moltiplicandosi, altrettanto numerose e autorevoli sono le dichiarazioni da cui vediamo che la Chiesa romana non intende deflettere di un passo dalla linea di autoritarismo e di infallibilismo che hanno determinato il suo secolare cammino" (pag. 5). Mi fermo qui per ora. Nei prossimi numeri, con l'aiuto di Dio e con la luce dello Spirito Santo, spero di rispondere a mano a mano, a tutte le principa lì obiezioni mosse dai fratelli non cattolici - e anche daglì stessi cattolici camminando sempre sulla "strada maestra" indicataci da Gesù e dalla Sua Divìna e infallibile Parola.


Non meravigliamoci perché l'uomo è sempre stato ed è ,un pò ribelle. Ma la Chiesa è stata fondata da Cristo ed ha per Guida sicura lo Spirito Santo, e Gesù che sará sempre con Essa sino alla fine del mondo. Lo vedremo. Nella prefazione suddetta trovo le seguenti affermazioni: a - "molte critiche hanno raggiunto lo scopo" (pag. 3). L'autore si riferisce ai vari incontri e sforzi ecumenici. b - Parlando della libertà religiosa si evidenzia lo sforzo "del sacrificio che deve aver rappresentato per la Chiesa romana la sconfessione del suo massimo teologo, il Dr. Angelico" (S. Tommaso d'Aquino), e della sua famosa dichiarazione: "Se ancora l'eretico viene trovato pertinace, la Chiesa, disperando della conversione di lui, provvede alla salute degli altri, separando quello dalla Chiesa per sentenza di scomunica, ed appresso lo abbandona al giudizio secolare onde sia sterminato mediante la morte" ("Somma Teol. Minuta", Quest. XI: De Haeresi", Propos. III, ci tata da " Italia Evangelica", 4 Feb. 1888, pag. 3). c - "Non dimentichiamo dunque l'esercito dei confessori di Cristo, al cui sacrificio si deve se oggi anche la Chiesa romana riconosce il diritto a tutti di professare liberamente la propria fede" (pag. 3). d - " ... La situazione in seno alla Chiesa romana è in fase di tale rapida evoluzione, che ogni profezia può essere egualmente legittima o fallace. E' lo stesso regnante Pontefice a renderci avvertiti della crisi profonda da cui la sua Chiesa è travagliata, e, se lo spazio lo consentisse, sarebbe estremamente utile e interessante riferire tutti quei discorsi". Ecco alcuni esempi: 1. "Una delle nostre sofferenze più frequenti e più acute è di vedere il numero di quelli che abbandonano la Chiesa, e di quanti la criticano" (Paolo VI, 15 apr. 1964, da: "La documentation catholique". 2. " ... Il Papa ha lui pure bisogno di conforto. Che dire delle pene che proviamo ogni giorno vedendo il pensiero della Chiesa incompreso e il suo amore respinto?" (Paolo VI, 17 Feb. 1965, ivi). 3. "Molti.che si dicono cattolici sono preoccupati dì cercare con una sorta di passione, i difetti della Chiesa e della curia romana, formulando delle critiche che non sono sempre serene e obiettive"; (Paolo VI, 29.4.1964, ivi). 4. "Diversi elementi d'informazione ci fanno sapere che oggi, e un pò dovunque, un senso d'incertezza si va diffondendo più o meno apertamente nel clero" (Paolo VI, 21.2.1966, ivi). 5. "Ma la parola più drammatica è stata rivolta ai Gesuiti, proprio a quei Gesuiti che per secoli hanno costituito la diga opposta all`esigenza di riforma proclamata dal protestantesimo: "Volete voi, figli di S. Ignazio, soldati della Compagnia di Gesù, essere oggi ancora, domani e sempre quello che siete stati dalla vostra.fondazione e per la nostra sede apostolica? Questa domanda che vi rivolgiamo non avrebbe ragion d'essere se non fossero giunte alle nostre orecchie delle notizie e dei rumori concernenti la vostra compagnia - come del resto anche altre famiglie religiose - riguardo ai quali non possiamo nascondervi la nostra meraviglia e, per alcuni casi il nostro dolore" (Paolo VI, 16.11.1965, ivi).


Nel libro da me preso in considerazione e che cercherò di seguire nelle sue linee principali, sono segnalate altre tre lamentele del Papa; per brevità ho scelto solo, le cinque sopraelencate. L'autore continua: "Quanto siamo lontani dal quadro di una Chiesa romana monolitica, saldamente unita intorno al Magístero infallibile del Sommo Pontefice! Certo la realtá non è tutta qui. Mentre i segni di un rinnovamento vanno moltiplicandosi, altrettanto numerose e autorevoli sono le dichiarazioni da cui vediamo che la Chiesa romana non intende deflettere di un passo dalla linea di autoritarismo e di, infallibilismo che hanno determinato il suo secolare cammino" . Mi fermo qui per ora. Nei prossimi numeri, con l'aiuto di Dio e con la luce dello Spirito Santo, spero di rispondere a mano a mano, a tutte le principali obiezioni mosse dai fratelli non cattolici - e anche daglì stessi cattolici - camminando sempre sulla "strada maestra" indicataci da Gesù e dalla Sua Divìna e infallibile Parola". Non meravigliamoci perché l'uomo è sempre stato ed è, un pò ribelle. Ma la Chiesa è stata fondata da Cristo ed ha per Guida sicura.lo Spirito Santo, e Gesù che sará sempre con Essa sino alla fine del mondo. Lo vedremo. a - Obiezione "molte critiche hanno raggiunto lo scopo" Ho già detto che l'autore si riferisce ai vari incontri, risultati e sforzi ecumenici. Non mi fermo su questa questìone perchè sarà trattata più ampamente a suo tempo. Certo la Chiesa Cattolica è ben lieta di raffrontarsi con chiunque in un dialogo aperto e sereno che spinga ad un rinnovamento della vita cristiana secondo le esigenze evangeliche: essa, come Città di Dio, "ha per re la verità, per legge la carità, per misura l'eternità" (S.Agostino). Perciò noi non dobbiamo unirci per essere più forti contro... ma per essere più fedeli al Vangelo, migliori servitori di Dio e degli uomini. b - Parlando della libertà religiosa si evidenzia lo sforzo "del sacrificio che deve aver rappresentato per la Chiesa romana la sconfessione del suo massimo teologo, il Dr. Angelico" (S. Tommaso d'Aquino), e della sua famosa dichiarazione: "Se ancora l'eretico viene trovato pertinace, la Chiesa, disperando della conversione di lui, provvede alla salute degli altri, separando quello dalla Chiesa per sentenza di scomunica, ed appresso lo abbandona al giudizio secolare onde sia sterminato mediante la morte" ("Somma Teol. Minuta", Quest. XI: De Haeresi", Propos. III, ci tata da " Italia Evangelica", 4 Feb. 1888, pag. 3). L'autore del libro preso in considerazioneci dice che la Chiesa romana, ha dovuto fare uno sforzo considerevole per "sconfessare" il suo massimo teologo, S.Tommaso d'Aquino, detto il Dottore Angelico, il quale dice che "l'eretico pertinace va colpito di scomunica ed abbandonato al giudizio secolare onde sia sterminato mediante la morte". Qui si apre la lunga e spinosa questione delle "inquisizioni" protrattesi per alcuni secoli. Non credo opportuno trattare adeguatamente l'argomento. Cercherò di


rispondere soltanto alla grave colpa "di S. Tommaso e al considerevole sforzo" fatto dalla Chiesa per "sconfessarlo" in quelle sue parole. Il problema della libertà di pensiero, come oggi è a noi familiare, era ignorato a quel tempo e non era nemmeno posto: il che cambia completamente la valutazione psicologica dei fatti e le relative responsabilità. Di fronte all'inquisizione stava il pensiero dei Càtari e degli altri movimenti sìmilari pullulanti in quell'epoca, che furono il motivo fondamentale dell'istituzione di quel tribunale. Ecco alcuni fiori dottrinali di quegli eretici: - La natura umana è essenzialmente cattiva, essendo sgorgata rispettivamente per l'anima e per il corpo dai due principi eterni ed opposti dell'universo, affermati dai Manichei: Dio e Satana. - L'anima è quindi nel corpo come in carcere, da cui è bene anticipare la liberazione mediante il suicidio, specialmente lasciandosi morire di fame, frattanto rinunciando alle attività terrene, tutte diaboliche. - Il matrimonio che serve ad incarcerare altre anime nei corpi è satanico e la relazione dei sessi un abbrutimento ... Ma se la continenza riesce difficile, molto meglio sfogarsi con l'infecondo concubinaggìo e altre bassezze innominabili... -Tanto per purificare l'anima basta, in punto di morte, uno pseudo battesimo chiamato "consolamentum". E così via .... La Chiesa è stata tacciata di "oscurantismo e di superstizione" per queste condanne. Ma cerchiamo di avere il coraggio di domandarci da che parte stesse l'oscurantismo e la superstizione. Queste malsane dottrine erano manifestate pubblicamente e con la violenza: praticamente era attaccata e distrutta la stessa cellula sociale, la famiglia. ... E se si pensa che intere regioni risultavano contagiate da queste eresie, non ci farà meraviglia che la Chiesa, pure avendo da secoli rifuggita sempre dal ricorrere alla coercizione, dovette cedere "finalmente" davanti alla grave:situazione di fatto e alle pressioni dei Principi e della opinione pubblica, che vedevano in pratica l'effetto socialmente nefasto di quegli errori. Il seguente episodio è tipico. Sotto Alessandro III (1159-1181), quando l'arcivescovo dì Reìms, fratello di Luigi VII, spaventato dal progresso dei Càtari, si preparava ad una energica azione repressiva, gli eretici fecero appello al Papa. La trepidazione del Santo Padre, per evitare durezze e ingiustizie, si manifestò subito in questa risposta all'arcivescovo: "E' meglio assolvere dei colpevoli che prendersela, per un eccesso di severità, con la vita di innocenti ... L'indulgenza è più consona alle persone di Chiesa che la durezza". Era l'eco fedele della mitezza del Vangelo.


Ma ecco alla carica il re, con questa curiosa lettera al Papa, la quale illumina tutta la situazione: "Nostro fratello, l'arcivescovo di Reims, percorrendo.recentemente la Fiandra, vi ha trovato uomini sviati dalle funeste dottrine, seguaci della eresia dei Manichei; i fatti han provato che sono assai più cattivi di quello che non sembrino. Se la loro setta continua a svilupparsi, sarà un gran male per la fede .... Dia la saggezza Vostra un attenzione tutta particolare a questa peste e la sopprima, prima che possa accrescersi. Ve lo imploro per l'onore della fede cristiana, date tutta la libertà all"arcivescovo in questo affare: egli distruggerà quelli che si eriggono così contro Dio; la sua giusta severità sarà lodata da tutti coloro che in questo paese, sono animati da una vera pietà. Se Voi agiste altrimenti, le mormorazioni non si sopirebbero facilmente e Voi scatenereste contro la Chiesa romana i violenti rimproveri dell' opinione. Bisogna notare anche quest'ultima espressione che era verissima. Contro quegli eretici era l'avversione violenta del popolo. Un'azione energica contro di essi corrispondeva a quello che oggi diciamo l'opinione pubblica. Finalmente nel 1179, al Concilio del Laterano, Alessandro III, proclamava una specie di crociata, contro gli eretici, pur sottolineando i principi di mitezza e di rispetto del fatto di coscienza, ricordando che il clero aveva l'orrore del sangue e che si trattava di reprimere coloro che non si contentavano di professare il loro errore in segreto, ma lo manifestavano pubblicamente. Era venuto il momento di cacciare, come Gesù, i profanatori del tempio. Oggi dobbiamo tutti deplorare i poteri dittatoriali ed estensivi di cui si approfittarono gli inquisitori, la tortura ed i roghi. Ma se vogliamo fare della storia e non del romanzo, non dobbiamo dimenticare che la Chiesa permise tutto ciò contro il suo tradizionale orientamento e la sua tradizionale prassi - sospinta dalla pressione dei poteri civili, dall'opinione pubblica e dalla gravità del pericolo, un pò come in guerra quando legittimamente si istituirono (e si istituiscono) i tribunali di eccezione e si emettono i cosiddetti "decreti catenaccio". Il rogo contro gli eretici, per es., risale all'imperatore Federico II (1231) e in Inghilterra al Parlamento che lo decretava contro i Lollardi (1401). Rispettivamente poi la Chiesa intervenne contro gli abusi inevitabili in tali tribunali umani, specialmente in Spagna. Però attenti a non cadere nell'evidente ingenuità di giudicare tutto ciò con la mentalità di oggi, ossia con il nostro costume sotto tanti aspetti felicemente ingentilito. Tutto era più duro allora. E la procedura inquisitoriale e la penalità era tutta regolata con la severa unità di misura, consona alla giurisprudenza e allo stato dei tempi. Ma fu una misura sempre molto meno grave da parte dell'inguisizione verso gli eretici che da parte avversa e in epoche ben più tarde verso i cattolici.


A prescindere dai roghi usati dai protestanti, basta leggere le torture dei prigionieri cattolici in Inghilterra, anche al tempo della regina Elisabetta, per rabbrividire. Il cardinale G. Fisher, benchè ottantenne, fu rinchiuso per ordine di Enrico VIII - nella "Torre di Londra" (che lo storico protestante Froude (1818-1894) chiama "la morte vivente") solo per aver detto, in una conversazione privata, che il re non era il capo supremo della Chiesa inglese, ottenendo, per grazia speciale, di essere soltanto decapitato. I cattolici sono trascinati su un graticcio per le strade e poi impiccati ... Il corpo poi veniva fatto a pezzi e poi esposto al pubblico. Lo storico protestante Raffaele Rolinsen, collaboratore con l'Harrison nella grande Cronaca d'Inghilterra, Scozia e Irlanda (1578) ha affermato che il numero dei cattolici uccisi in Inghilterra da Enrico VIII è di 72.000. Guglielmo Cobbet nella Storia della Riforma Protestante in Inghilterra e Irlanda (1824-1827) afferma a sua volta che Elìsabetta in un solo anno mandò a morte più persone che l'Inquisizione in tre secoli. Che farebbe oggi la Chiesa se riconquistasse un'autorità così potente come in passato? Tornerebbe a ridifendere la fede strenuamente, ma, indubbiamente, sviluppando al massimo il nuovo spirito di libertà e di raddolcimento del costume, che ha le sue radici nel Vangelo e si è sviluppato dal seno stesso della Chiesa. Continuando dobbiamo aggiungere: ciò che deve renderci pensosi invece è che certi metodi di altri tempi siano rinnovati e aggravati a sostegno dei più gravi errori, dai movimenti totalitari oggi. Sono milioni e milioni le vittime delle spietate,"inquisizioni" russa e cinese... D. In definitiva, dobbiamo applaudire le inquisizioni ecclesiastiche? R. Non intendo dir questo. Dico che nessuno deve stupirsi che la Chiesa si preoccupi di tutelare la fede e, quando è necessario, che chiarisca le idee e definisca i dogmi. Certo resta un doloroso mistero, come anche i teologi più avveduti, come per es. S.Tommaso, abbiano trovato questa condotta legittima e normale. Qualche luce ci viene dagli stessi avversari delle inquisizioni. Il Lea, uno degli avversari moderni più accaniti contro l'Inquisizione arriva a questa concessione: "Per quanto orrore possano ispirarci i mezzi usati nel combattere gli eretici, per quanto sia grande la pietà che dobbiamo provare per quelli che morirono vittime delle loro convinzione, riconosciamo senza esitare che la causa dell'ortodossia era la stessa causa della civiltà e del progresso". Forse anche oggi, il liberale più tollerante accetterebbe che il potere civile reprima le dottrine contrarie alla moralità riconosciuta da gente onesta, ammettendo, ad esempio, che venga perseguito colui che volesse proclamare la pederastia come un bene, la violenza ai minorenni, l'assassinio politico, ecc.


Questo onesto liberale - e credo che ce ne siano ancora - non considererebbe abusivi i consigli di repressione che la Chiesa desse a un governo rimasto sensibile alle sue evangeliche suggestioni. Ma per, capire come si potesse ricorrere alle pene temporali e anche alla pena di morte, contro le colpe di pura eresia, bisogna mettersi nella mentalità del Medioevo, quando il culto della verità oggettiva era cosi grande che l'eresia era considerata uno dei massimi crimini che l'uomo potesse commettere e la certezza della fede era così viva e generale che si stentava a credere che fosse possibile negare in buona fede il minimo articolo del Credo. Il potere spirituale e quello temporale erano cosi legati che sembrava loro cosa normale di ricorrere l'uno all'altro per qualsiasi motivo. D. Ma il potere spirituale non può e non deve essere legato a quello temporale. Gesù ha detto "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" (cf Mt 22,21). R. Si è vero. Ma lo stesso Vangelo già chiaro in sè stesso da duemila anni, col tempo va sempre più penetrando le coscienze, e credo che questo processo di penetrazione e comprensione si protrarrà ancora per molti secoli. Noi oggi sentiamo orrore davanti alla schiavitù che invece i Romani consideravano cosa indispensabile e allo stesso modo che non concepivano il mondo senza l'impero, non sapevano pensare l'impero senza schiavitù; e c'é da scommettere che quando i nostri lontani pronipoti vivranno in una Europa pacificata e unita, stenteranno a capire come mai abbiamo tardato tanto a uscire dall'attuale anarchia e disunione, si semplice sembrerà il mezzo... quando sarà stato trovato.

D. Ma la Chiesa non è illuminata dallo Spirito Santo? Gesù non è sempre con Essa? R. Si, la Chiesa è certamente guidata dallo Spirito Santo e Gesù è sempre con Essa, ciò però non toglie che Essa sia anche umana e come tale è soggetta alle fluttuazioni e alle sinuosità del tempo. Molte cose sono provocate e imposte da situazioni contingenti. Certamente la guerra non rispecchia l'amore insegnatoci da Cristo, eppure quante volte è stata ed è tuttora inevitabile ad opera di uno o anche di entrambi i contendenti? Io non voglio scusare il male, intendo semplicemente essere obiettivo. Per comprendere le inquisizioni sarà necessario "farsi un'anima da antenato". D. Tutte queste parole mi sembrano solo scuse, perchè i fatti che si leggono sono impressionanti e non sono scusabili nemmeno per quei tempi passati. R. Ho già detto qualcosa circa gli eccessi e le violenze a cui giunsero molti eretici, per cui si applicò il principio: "a mali estremi, rimedi estremi" Si noti però che gli errori sono stati amplificati a piacimento e che scrittori più amanti dell'effetto da produrre che dell'oggettività da salvaguardare, diedero libero corso alla fantasia, come, ad esempìo, Victor Hugo. Ciò premesso, dobbiamo ammettere lealmente i fatti e deplorare molte cose che si sarebbero potute evitare con la scelta di migliori metodi. Il cattolico di oggi soffre al ricordo di certi metodi. Però bisogna anche sapere che dietro le istituzioni inquisitoriali si nascondeva l'ìnmmensa serietà con cui l'uomo medioevale, esasperatamente oggettivo, voleva vedere assicurata la ferrea realtà e


la sublime dignitá della rivelazione soprannaturale. Non si può negare che lo sguardo ferreo dei valori obiettivi della religione abbia spesso indebolito la comprensione del mondo interìore, specialmente del diritto della dignitá della coscienza, anche della coscienza erronea. Tuttavia dobbiamo anche ricordare che certi principi di libertà, ormai da tutti riconosciuti, allora non erano neppure posti. Voglio ancora dire che le disposizioni ferree di allora offuscarono la vista degli uomini che non seppero scorgere tante luminose perle evangeliche. Ciò ammesso guardiamoci dalle esagerazioni abituali degli storici anticlericali quando parlano dell'inquisizione. Da notare che l'Inquisizione relativamente fece poche vittime, e che nel suo genere, segnó un progresso. mettendo fine alle esecuzioni sommarie alle quali si abbandonava il popolo. Ricordiamo pure che gli inquisitori venivano scelti con prudenza e ricevevano regole precise per l'esercizio della loro carica, e che se andavano oltre il loro diritto, la S.Sede li richiamava all'ordine infliggendo loro le pene più severe. Roberto le Bougre fu condannato alla prigione perpetua per avere usato metodi ingiusti. Si rimprovera l'Inquisizione perché non rivelava il nome dei denunciatori all'accusato. In principio lo rivelava, ma le conseguenti rappresaglie indussero gli inquisitori alla discrezione assoluta. Non dimentichiamo che il tribunale dell'Inquisizione comprendeva un giurì di notabili che funzionava pressappoco come quelli moderni e si pronunciava. sulla colpevolezza o l'innocenza dell'accusato. La sentenza di morte era molto rara. Per farcene un'idea riporto alcuni giudizi tratti dall'Enciclopedía Apologetica, Ediz. Paoline, 1953, della quale mi sono servito per lo studio delle Inquisizioni. A pag. 1249-50 essa dice: "Delle 75 sentenze pronunciate dal tribunale di Pamiers, tra il 1318 ed il 1428 (cioé nello spazio di oltre un secolo), cinque sole consegnarono l'eretico al braccio secolare; nelle 930 sentenze di Bernardo di Guido troviamo solo quarantadue volte la terribile menzione: "relicti curiae saeculari" (=abbandonati al braccio secolare). Nella pratica poi le pene dell'Inquisizione venivano spesso addolcite e anche cancellate. I condannati alla prigione a causa di malattia o per altre ragioni, potevano ottenere licenze talvolta di cinque e perfino sette settimane: l'eretico recidivo Bernardo Sabatier, condannato alla prigione perpetua, ottenne il permesso di ritornare a casa sua per curare il vecchio padre ammalato. Pene gravi venivano spesso commutate in leggere, e vediamo inquisitori che graziano i condannati. I Papi da parte loro intervennero spesso per addolcire i rigori dell'Inquisizione e la severità delle pene. Insomma, l'Inquisízione non puniva per punire, ma si preoccupava di correggere, emendare, convertire il colpevole, ricondurlo alla fede. "Che egli riconoscesse il suo errore, che vi rinunciasse e riprendesse fedelmente il simbolo del suo battesimo; ecco quanto si voleva... e la penalità doveva aiutare tale ritorno". (Duschesne, L'Inquisizione, pp. 224-225).


A partire dal principio del secolo XIV l'Inquisizione sfugge sempre più alla direzione del potere religioso, per cadere nelle mani di quello civile, come avvenne in Francia particolarmente con Filippo il Bello. "Da quando fu così soggettata all'influsso regio, l'Inquisizione assunse un carattere sempre più politico; dominata da un potere civile, che s'imponeva allo stesso potere spirituale, e maneggiata da re senza scrupoli, fu un terribile mezzo di dominazione e di tirannia" (Guiraud, L'Inquisition médiévale, pag. 22). Da quanto detto finora, possiamo ben capire che la Chiesa, con le disposizioni del Concilio Vaticano Il sulla libertà religiosa, vuole patrocinare la libertà integrale dell'uomo che in questi tempi moderni è tanto conculcata da regimi politici che hanno ridotto l'uomo piuttosto a un "numero" che ad una persona, incapace di esercitare la propria libertà. La Costituzione pastorale "La Chiesa nel mondo contemporaneo", detta anche "Gaudium et spes", al n. 73 (1365) dice: "Vengono condannate tutte quelle forme di regime politico, vigenti in alcune regioni,.che impediscono la libertà civile o religiosa, moltiplicano le vittime delle passioni e dei crimini politici e distorcono l'esercizio delle autorità dal bene comune per farlo servire all'ìnteresse di una fazione o degli stessi governanti". Già ho detto che se ci mettiamo nei panni dei nostri antenati, comprenderemo che la Chiesa, con le odierne disposizioni sulla libertà, ha fatto quello che avrebbe fatto nel Medioevo se le fosse stato possibile. Il delitto di eresia allora era sentito da tutti come grave crimine e la legislazione relativa che ne regolava le pene era serenamente accettata da tutti come quella giusta e perfetta. In una Europa tutta cristiana e di quei tempi, certe libertà, come quella di rinnegare il proprio Credo, non erano neppure concepibili. La Chiesa, oggi come ieri, apprezza moltissimo il grande teologo e filosofo S. Tommaso, la cui umíltà, obiettività e santità è da molti ignorata. Se S. Tommaso vivesse nel clima di oggi seguirebbe umilmente e fedelmente le direttive del Magistero e sarebbe uno dei più grandi paladini della libertà religiosa. Con tale riconoscimento, però, la Chiesa non intende dire (e questo è bene a sapersi) che una religione vale l'altra o che tutte sono uguali. .Qui è bene chiarire che il Cristianesimo non può essere qualificato come una religione tra le altre. Certo esso si esprime anche in forme religiose, ma nella sua parte intima esso non è una religione, perchè le sue espressioni religiose sono profondamente diverse da tutte le altre e le altre forme religiose non sono in grado di potere contenere molti aspetti del Cristianesimo. Il concetto di religione è applicabile al Cristianesimo in modo analogico perchè alcuni suoi aspetti lo rendono radicalmente dissimile dalle altre religioni. Nelle altre religioni, infatti, è l'uomo che cerca Dio, lo prega, gli offre sacrifici....,si fa un'idea di Lui e poi lo traduce in dipinti, sculture, ecc. La religione, dunque, è un fatto "umano " Nel Cristianesimo l'iniziativa non è dell'uomo, ma di Dio... E' Egli che si rivela ed insegna all'uomo la preghiera, il suo nome, gli viene incontro e lo fa salire fino a Lui... L'uomo nel Cristianesimo deve solo accettare la divina rivelazione, la Parola di Dio, la salvezza che Egli gli offre... facendosi trasformare dalla sua grazia...


Ciò che specifica il Cristianesimo è, perciò, il suo essere "dall'Alto“. Esso è propriamente "Opera Divina". Certo nel Cristianesimo c'è anche dell'umano, perchè l'uomo non é un "contenitore" della Parola di Dio e della Grazia, ma un soggetto attivo che risponde con libera accettazione... L'.umanità del Cristianesimo raggiunge il suo punto più alto nell'Incarnazione del Figlio di Dio nato da donna per redimere tutta l'umanítà. Il carattere specifico del Cristianesimo è il suo essere divino-umano, ossia l'incontro dell'uomo nella Persona di Gesù, ossia di Dio e dell'uomo. Allora possiamo dire che il Cristianesimo è la religione di Dio fatto uomo. Ciò lo differenzia da tutte le altre religioni in maniera totale. Possiamo ancora dire che il Centro e l'Essenza del Cristianesimo è la persona di Gesù di Nazareth; non è tanto una dottrina quanto principalmente e primariamente una persona storica, concreta che dà valore e autorità divina a tutto il suo insegnamento. Per il cristiano Gesù Crísto è certamente il maestro e l'esempio, ma è prima di tutto il Salvatore. Tutta la Bibbia è in funzione di Gesù: non ne prende il posto, perchè il Centro di tutto il messaggio della salvezza é solo Gesù Cristo, crocifisso e risorto e, dunque, vivente, ieri, oggi e sempre nella sua Chiesa. In conclusione il Cristianesimo è: "la religione del Dio fatto uomo, unico e universale, e tutti gli uomini sono chiamati a divenire cristiani, ossia a credere in Cristo e a ricevere da Lui la vita". (cf "Civiltà Cattolica", del 17 dic. 1988, anno 139, 3324). Obiezione. Il Medio Evo religioso e crudele mandava in carcere o alla tortura anche i poveri dementi ... R. Per rispondere a questo delicato problema religioso, morale e storico, bisogna chiarire alcuni concetti. Bisogna distìnquere bene le attività diaboliche subite dal soggetto (stregoneria, metapsichica, demenza). Basta leggere i Vangeli per convincersi che il demonio può agire sulle persone e sulle cose, Dio permettendolo. Era naturale che anticamente, mancando lo sviluppo attuale degli studi neurologici, psichiatrici e metapsichici, si potesse essere inclini ad ammettere la causa demoniaca molto più che oggi. Ciò dipendeva dal limitato sviluppo scientifico, senza intaccare minimamente la saggezza direttiva della Chiesa che con i suoi riti nulla arrecava di male ai credenti ammalati o ossessi. Sappiamo che la Chiesa in campo caritativo nel passato (ed anche oggi) é stata sempre l'antesignana di tutte le opere di carità e di soccorso. E' verissimo, invece, e questo soltanto per mancanza di adeguata valutazione scientifica, che le iniziative per i malati di mente vennero assai tardi. Il primo ospizio riservato ai pazzi sorse a Mirandola (Modena) nel 1400. Poi si ebbe S. Maria della Pietà a Roma. E' pur vero che il regime di tali ospizi si conservò a lungo come tipo carcerario: cosa anche praticamente spiegabilissima, mancando ancora la distinzione tra criminali e non, e tra vari tipi di malattia, sicchè la energica separazione o reclusione poteva garantire l'ordine. In mancanza della conoscenza degli studi suddetti si può anche


ammettere che vi sia stata una certa resistenza a concedere l'irresponsabilità ai malati di mente. Ma ciò era in fondo l'espressione dell'alta stima che si aveva dell'anima e dello spirito, ossia della personalità umana. Errore questo preferibile al positivismo criminologico del Lombroso che annullò la responsabilità umana, colpendo al cuore la dignità dell'uomo. Qui intendo parlare di errore eventuale pratico nei singoli casi. Quanto al principio che il malato di mente sia assimilabile al fanciullo e come tale vada trattato anche per i Sacramenti, 1a dottrina era stata sempre ovvia e ben posseduta. In S.Tommaso è variamente trattata (III, 68, 12 S. Fed.). E' gloria comunque della cristiana sensibilità italiana l'inìzio del grande raddolcimento e della adeguata trasformazione del regime manicomiale. Fu Vincenzo Chiarugi (1759-1820) che stampó a Firenze uno dei primi trattati di psichiatria (1793), caldeggiando una più corretta assistenza agli ammalati, il che fu realizzato con l'ospedale della Carità di Firenze. Credo che quanto ho detto sia sufficiente a giustificare gli eventuali errori commessi in quell'epoca dai responsabili chiamati a giudicare "certi ammalati" . Obiezione. Quanti papi cattivi sono stati messi al governo della Chiesa! ... R. Per rìspondere a questa obiezione basterebbe riflettere anche soltanto sul seguente episodio: L'ex presidente della repubblica Italiana Oscar Scalfaro, quasi tutti i giornì si reca (o si recava) sulla tomba del Papa Alessandro VI Borgia. A chi gli domanda: "come mai lei viene a pregare su questa tomba?" Risponde: "Vengo a ringraziare Dio perché Egli ci sa illuminare anche con le lampadine bruciate". Egli vuole dire: "Io so che papa Borgia è stato uno degli epìsodi più tristi della storia del papato. So che come uomo era dotato di alte qualità di carattere e di prudenza; ma so pure che come cristiano era più devoto alla dea Venere che a Cristo, per i suoi comportamenti scostumati. Fece l'interesse più dei suoi figli naturali, fra cui il famigerato Cesare Borgia, che della comunità cristiana. Ma so pure che come Pontefice non approvò mai dottrine errate, non errò mai nella fede, non venne meno mai nella custodia del depositum fidei (= deposito della fede affidato da Cristo alla Sua Chiesa). Anzi compì alcuni gesti decìsivi per la Riforma cattolica. Ratificò il severissimo Ordine dei Minimi, che praticano il voto di digiuno quaresimale perpetuo. Diede il cappello di cardinale al mondano Alessandro Farnese, che si converti e diventò papa Paolo III ed avviò il Concilio di Trento. Da un Pontefice corrotto come Alessandro VI é uscita la scelta di un porporato come il Farnese. Ma la Provvidenza si è servita di lui per trasformare la chiesa da centro politico in cure di anime (cf Carroccío - Settimanale Cattolico n. 30 del 15 Ottobre 1989, p. 2). Obiezioni: a) Il potere temporale dei papi non è secondo il Vangelo; b) Le guerre di religione non sembrano conformi allo spirito evangelico; c) Quanto male ha prodotto.la Chìesa con i suoi scandali. Rispondo per ordine: a) Il potere temporale dei papi non è secondo il Vangelo;


a) Il potere esercitato dai Papi nel M.E. sul temporale dei principi era perfettamente legittimo perchè fondato sul diritto pubblico del tempo. Il Papa era riguardato come il capo naturale e il padre comune da tutti, principi e popolo. Bisogna anzitutto sapere che parallelamente al diritto romano, piano piano e col tempo, le varie sentenze ecclesiastiche furono raccolte in un "Corpo di Diritto Canonico" (il monaco Graziano, secolo XII, raccolse le varie sentenze e fu il vero fondatore del Diritto Ecclesiastico). Ma il. "Corpo di Diritto Canonico" non solo trovò posto nella Chiesa e nella società a fìanco del diritto romano antico e a quello di Giustiniano, ma li superò... L'alta posizione spirituale del successore di Pietro era universalmente riconosciuta, apprezzata e richiesta. Molti furono quelli che rìcorsero alla protezione papale contro le ingiustizie e le violenze. Il potere diretto politicoecclesiastico dei Papi sempre píù crescente, fece sì che la Curia popolare in Laterano, divenne la corte di giustizia del mondo . Se però é giustificato tale potere temporale per il tempo in cui fu esercitato e per le circostanze che lo determinarono, non si puó ammettere che tale sistema potesse divenire permanente. E le ragioni sono ovvie: la Curia Romana con tutto il da fare che l'esercizio di tale potere comportava, o prima o poì, si sarebbe necessariamente indebolita nello spirito e nella sua efficacia di fermento evangelico nel mondo. La presenza dei Santi nella Chiesa avrebbe certamente portato il risanamento di tale situazione. E Dio non li ha fatti mai mancare alla Sua Chiesa. Fatte queste precisazioni, non farà meraviglia vedere - in base alla legilazione vigente - nel Papa il diritto di giudicare controversie, dì richiamare al dovere i riluttanti e di costringerli con la scomunica e con la deposizione. N.B. 1) Non vi fu mai un Papa che usasse del suo diritto, approfittando a se stesso, in tutto o in parte, gli stati di un vassallo colpevole di fellonia. 2) Giudicare il Medio Evo con le idee che prevalsero dopo la rivoluzione protestante, e soprattutto dopo la pace di Vestfalia, in cui si diedero equali garanzie alle varie comunità cristiane, sarebbe commettere un deplorevole e frivolo anacronismo. "Tutti i cristiani nel Medio Evo formavano una sola famiglia, a cui bisognava un capo, un padre. Tutti i popoli guardavano al successore di Pietro e Vicario di Cristo come colui al quale era stato affidato il potere di pascere gli agnelli e le pecore" (il dotto Card. Hergenrother nell'opera "La Chiesa Cattolica e lo Stato Cristiano". 3) Il Guizot nel 1861, scriveva nel suo libro "La Chiesa e la Società": "Per dir tutto, il Papato ed esso solo, seppe essere la potenza mediatrice, difendendo in nome della religione i diritti natural dell'uomo contro gli Stati, principi e anche diversi popoli; Esso seppe conciliare i deboli con i forti, dappertutto e sempre raccomandò la pace, il rispetto dei doveri e degli impegni, e il Papato pose così la pietra fondamentale del diritto internazionale, levandosi contro le pretese e le passioni della forza brutale". 4) Scrittori protestanti (il Voigt nella sua storia di Gregorio VII è lo Hurter in quella di Innocenzo III), hanno provato che questi Papi salvarono la civiltà con l'energica resistenza che opposero alla corruzione del loro secolo, come pure alle mire ambiziose e dispotiche di Enrico IV e Federico II. L'illustre scrittore protestante Unghart non


esitò a chiedere che nelle questioni internazionali si rinunciasse al sistema dei congressi per ritornare al supremo arbitrato del Papa. Sulla fine del secolo XVII il Leibnitz diceva: "Secondo me, l'Europa ed il mondo civile dovevano istituire a Roma un tribunale di arbitrato presieduto dal Papa ... ". Il celebre ministro inglese Pitt nel 1794 scriveva: "Bisognerebbe trovare di nuovo il legame che ci unisce tutti ... Solo il Papa saprebbe formare questo legame“. Lo stesso Voltaire disse: "L'interesse del genere umano domanda un freno che ritenga i sovrani e che metta al sicuro la vita dei popoli: questo freno della religione avrebbe potuto - per un accordo universale - trovarsi nella mani dei Papi. ..; Essi sarebbero sempre stati riguardati come immagini di Dio sulla terra". b) Le guerre di religione non sembrano conformi allo spirito evangelico. La risposta a questa obiezione mi costringe ad andare un pò indietro e a dire qualche cosa - se pur brevemente - sulle "Crociate" perchè anche esse sono molto negativamente giudicate e presentate al pubblico. Per convincersi della veritá storica basterebbe leggere i fatti imparzialmente. La Chiesa é giustamente orgogliosa d'aver dato impulso ad esse. Proviamo brevemente: l. LA LEGITTIMITA' DELLE CROCIATE Le crociate furono giustissime e in diritto e nei loro motivi. Il loro fine fu giusto, generoso e civile. Maometto aveva ispirato ai suoi seguaci l'ardore del proselitismo col mezzo della spada. Il fanatismo dei musulmani, vincitori della Spagna, arrestato poi dalla valorosa spada di Carlo Martello (vincitore degli Arabi nel 739), non cessava dì meditare la conquista dell'Occidente e la distruzione della civiltà cristiana. Gli imperatori di Costantinopoli chiamarono i cristiani dell'Occidente a soccorrere l'ultimo baluardo dell'Europa e a quel caldo appello la Chiesa aggiunse le sue esortazioni. S.Gregorio VII nel 1074 scriveva all'imperatore: "I cristiani d'oltremare che sono afflitti da inauditi disastri e ogni giorno massacrati come bestie, nella loro estrema miseria si rivolsero a me, supplicandomi di soccorrere i nostri fratelli con tutti i mezzi che sono in mio potere affinchè ai nostri giorni, la cristiana religione non sia annientata, il che a Dio non piaccia". Rispondendo all'appello di Urbano Il e Pietro l'Eremita nel Concilio di Clermont (1095), i principi cristiani credettero di obbedire alla volontà di Dio. Fino a quel tempo non avevano fatto che difendersi: ora decisero di portare la guerra al cuore dell'Islam. Era questo un loro diritto ed un loro dovere, giacchè tutti i diritti religiosi e sociali delle nazioni europee erano al tempo stesso minacciati dai Maomettani. Avrebbe dovuto l'Europa aspettare tranquillamente l'onta ed il flagello della schiavitù? "Quando biasimiamo quelle imprese, dice il dotto De Guignes (Memorie dell'Accademia delle Iscrizioni e delle belle lettere, t. 68°), è perchè non abbiamo riflettuto abbastanza sullo stato delle cose. I Musulmani, dopo di avere soggiogata


la Siria, si erano fatti padroni dell'Africa, poi della Spagna e di tutte le Isole del Mediterraneo, donde continuamente infestavano le coste d'Italia. Dalla Spagna e dalla Corsica entravano nelle nostre province meridionali depredandole, e saccheggiavano tutte le nostre navi. Costantinopoli era per essi una potente barriera, e se avessero potuto abbatterla, come tentavano, tutta l'Europa era minacciata, e correva rischio di cadere sotto il loro dominio. Assalendoli nel centro del loro Impero, si poteva sperare di indebolirli considerevolmente, ciò che avvenne difatti, e fu dato loro un colpo dal quale non poterono più rialzarsi. 2. EFFETTI DELLE CROCIATE E' vero che le Crociate non conseguirono pienamente il loro fine immediato che le aveva fatto intraprendere, ma possiamo dire col conte De Maistre: "Nessuna è riuscíta, ma tutte insieme sono riuscite". Per giudicare bene queste grandiose spedizioni, bisogna considera.rìe nel loro complesso, senza fermarsi agli abusi e ai falli dovuti alle umane passioni e che s'incontrano in tutte le guerre... Monsignor Pie (Panegirico dì S.Luigi, re di Francia) enumera i felici effetti delle Crociate. Ci basti notarne alcuni: a) La conquista di Costantinopoli ed il servaggio dell'Oriento ritardati di 400 anni; b) L'Occidente e la Cristiana Civiltà salvati dal dominio dell'Islamismo. La potenza maomettana che da secoli minacciava di invadere tutto, fu così scemata, e tanto mortalmente ferita, da non sussistere più se non per le discordie sopravvenute tra i principi cristiani; c) I popoli d'Europa liberati in parte dai mali che essi stessi si cagionavano con le díscordie e con le continue guerre di principe a principe, di signore a signore, di città a cittá. La passione dei combattimenti che animava i cavalieri trovò una nobile diversione; cessando di straziarsi tra di loro, i guerrieri cristiani unirono i loro sforzi contro il comune nemico; d) La sorte del popolo migliorata. I servi e i vassalli affrancati a migliaia.; i comuni ottennero diritti e privilegi, che misero un freno all'arbitrio e al potere tirannico dei signori; e) I vantaggi che ne ritrassero l'agricoltura, il commercio, le scienze, le lettere e, le arti. Chi Ignora che quelle spedizioni prepararono da lontano i bei secoli di Leone X e di Luigi XIV? f) Il bene spirituale che produssero. Molti dei crociati erano animati da nobili e cristlani sentimenti e seppero morire per Cristo, guadagnandosi così la celeste patria, noncuranti dei pericoli e di perdere la patria terrena. Tutti questì vantaggi compensano largamente le disgrazie che subirono le Crociate, in conseguenza dei dispareri e delle rivalità dei cristiani d'Occidente, e a ragione della perfidia dei greci.


N.B.: Sono pochi quelli che sanno valutare imparzialmente i momenti storici deglì avvenimenti che considerano. Molti giudicano con la mentalità di oggi le vicende del passato nel cui contesto storico devono essere guardati i fatti. Mi soffermo adesso alle cosiddette "guerre dette di religione“, ossia le lotte che ebbero luogo in Francia tra cattolici e protestanti nella seconda metà del secolo 16°. Se ne contano parecchie: la cosiddetta strage di Wassy diede il segnale della prima (1562), e la terza terminò con la conversione di Enrico IV e con l'Editto di Nantes. Sotto questo nome si comprendono altresì le guerre del 1625 e del 1626 sotto Luigi XIII e la guerra delle Cevenne o dei Camisardi sotto Luigi XIV. Tutte le guerre servirono (e servono ancora) di tema alle declamazioni dei protestanti, degli anticlericali e degli increduli. Tuttavia non sarà difficile giustificare l'atteggiamento della Chiesa a questo proposito. 1. La Chiesa non ammise mai il principio maomettano d'imporre con la forza la sua dottrina. Essa si contentò di proteggere i suoi diritti acquisiti sia nella società che aveva formato, sia sopra gli individui che le avevano fatto una promessa di fedeltà. 2. Le guerre di religione, cominciando dal secolo 13° sono da attribuirsi all'eresia e alle ribellioni contro il "principio costitutivo della società". Non si contentavano gli eretici di credere diversamente dagli altri, ma commettevano gli atti più barbari contro la proprietà e contro le persone; erano nemici dell'ordine e della civiltà, che i sovrani erano obbligati di reprimere e di castigare con le armi. 3. Che in queste guerre, giuste e neces sarie da parte dei principi cattolici, siano talvolta avvenute crudeli rappresaglie, fu cosa deplorevole, ma assai difficile da prevenire. In ogni caso sarebbe sommamente ingiusto imputare questi eccessi alla Chiesa che li condanna. 4. Aggiungiamo col Montesquieu: "Ragiona malamente contro la religione chi enumera prima i mali che essa produsse (o piuttosto di cui fu l'occasione o il pretesto), e poi i beni arrecati: se io volessi narrare tutti i mali cagionati dalla monarchia, dalle leggi civili, dal governo repubblicano, direi cose terribili". E' certo che se fosse legittimo questo modo di ragionare, di cui alcuni si servono per assalire la religione, si riuscirebbe, logicamente, a condannare e a distruggere tutte le istituzioni, la sovranità, la magistratura, l'esercito e la stessa società. Percorriamo infatti la storia di tutti i tempi, e troveremo una spaventevole serie di delitti che fanno inorridire; vedremo che le guerre civili non cessarono mai di insanguinare la terra. Anche ai nostri giorni, con tutto il raddolcimento dei costumi, il sangue scorre ancora più abbondante ... su tanti campi di battaglia... Sarebbe logico concludere che bisogna abolire la società, e che per l'uomo sarebbe meglio che vivesse nelle foreste e magari errante come gli animali selvatici? LA REVOCA DELL'EDITTO DI NANTES I principi suaccennati tolgono ogni valore alle accuse mosse alla Chiesa, ma che fanno breccia sugli ignoranti. Notizia storica :


Con l'Editto di Nantes del 1598, Enrico IV aveva concesso agli Ugonotti (aderenti alla riforma religiosa in Francia. Il movimento cominciato sotto Francesco I (1535). si estese e assunse un carattere politico, divise la Francia lungamente, la gettò sempre in nuove guerre civili fino al 1628 e più) non solo una assai larga libertà di culto, ma anche grandi privilegi . Egli concedeva loro, per esempio, la libera ammissione a tutte le cariche e a tutti gli impieghi del Regno; il pagamento da parte dello Stato di una somma annuale di L. 140.000 per il mantenimento dei ministri della religione calvinista; la custodia lasciata ai riformati di 121 tra piazze, città e castelli, che essi occupavano, e il re si incaricava di pagarne le guarnigioni. Questo era nè più nè meno, come diceva lo stesso Sully ad Enrico IV, che la creazione dì un altro Stato in mezzo allo Stato di Francia. Con un editto del 22 ottobre 1685 Luigi XIV revocò ed annullò la libertà del culto e i suddetti privilegi, obbligando i protestanti a seguire esternamente tutti gli atti (battesimo, matrimonio) del culto cattolico. Luigi XIV, com'è noto, era un principe dispotico che mirò costantemente a far prevalere a qualunque costo, in Fran cia e in Europa, i suoi voleri, anche allorchè questi erano arbitrari e ingiusti. Fin dai primi tempi si mise in rotta col papa Alessandro VII per sostenere certi privilegi dell'ambasciatore francese. Più tardi, in un'altra controversia col papa Innocenzo XI, non fuggi dall'obbligare moralmente l'episcopato francese a formulare la dichiarazione del clero galligano da cui ebbe origine il cosiddetto galliganismo". Revocando l'editto di Nantes, Luigi XIV più che al vantaggio della religione cattolica, mirò a disperdere i protestanti, nei quali egli vedeva dei ribelli, solo perché si ostinavano a non seguire la sua religione. Riguardo alla legittimità dell'atto in se stesso, non mancarono scrittori cattolici che lo difendevano. Nè si può negare che a rigore, come Enrico IV aveva avuto il diritto di concedere la libertà religiosa ai protestanti, così 87 anni dopo Luigi XIV aveva diritto di ritirarla. Ma non sempre il diritto assoluto è buono, specialmente se si tratta di bene della società. D'altra parte è certo che nessuna necessità v'era nel 1685 di violentare le coscienze dei protestanti: nè si può dire che la revoca dell'Editto di Nantes fosse conforme allo spirito della Chiesa e della religione cattolica; tanto più che esso in pratica condusse Luigi XIV e il suo governo ad atti di persecuzione contro i protestanti; sicché molti esularono, e tra quelli rimasti si generò uno spirito di opposizione e di odio contro la monarchia, che, dove non produsse una guerra aperta (come tra i Camisardi delle Cevenne) tenne gli animi disposti alle rivoluzioni, come poi si vide al sorgere della Rivoluzione francese. Nulla,quindi, ha da vedere la Chiesa nè la religione cattolica col dispotismo di Luigi XIV. I protestantì, poi, dovrebbero ricordare che tutti i sovrani della loro religione fecero contro i loro sudditi cattolici (in Inghilterra, Irlanda, Germania, ecc.) ciò che Luigi XIV, e quasi lui solo, fece contro dì essi. c) Quanto male ha prodotto la Chiesa con i suoi scandali! D. Si dice che la Chiesa è opera di Dio. Come mai troviamo in essa scandali e male nel Clero, nel popolo e persino nei papi? R. Certamente i Dodici furono scelti da Gesù per essere il “fondamento“ della "Sua Chiesa" (cf Ap. 21,14), eppure osservandone la vita durante i tre anni pubblici di Gesù vi troviamo: 1- un Giuda che vende il Maestro per 30 denari;


2- un Pietro, scelto come capo responsabile, ch e lo rinnega per tre volte; 3- tutti gli altri che al momento della cattura di Gesù, fuggono impauriti. per non essere coinvolti nel dramma.. Gli Apostoli conoscevano Gesù, ne avevano ascoltato i sublimi insegnamenti, lo avevano visto trasfigurato sul Tabor, avevano visto e constatato tanti suoi prodigi, nonostante tutto ciò il loro comportamento umano è stato scandaloso e disastroso. Che dire di più? Credo che questi pochi accenni siano sufficienti per farci compredere che la Chiesa fondata da Cristo ha un duplice aspetto: a- quello divino, che è immutabile, indefettibile, infallibile, intoccabile, incriticabìle, soprannaturale.... b- quello umano, che è fallibile, criticabile, defettibile, impregnato di debolezza umana. Si dice perciò che la Chiesa è teandrica (=divina e umana), e siccome è opera propriamente di Dio, per questa ragione gli scandali e il male fatto da chiunque, non esclusi i papi, non potranno smuoverne la saldezza: Essa è opera di Dio. E' stata fondata da Cristo, sulla roccia: ”Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa,ed essa non cadde perchè era fondata sopra la roccia' (cf Mt:3,24-25). I duemila anni di storia della Chiesa, stanno a dimostrare quanto sono vere le parole di Cristo: "…e le porte degli Inferi non prevarranno contro di essa" (Mt 16,18). E' certo che vi possono essere dei cattivi papi. Prego il lettore di distinguere sempre la infallibilità dalla impeccabilità - come ho già detto precedentemente -. Tutti i papi canonicamente eletti sono infallibili quando "definiscono" la dottrina cristiana riguardante la fede e la morale, ma tutti sono o possono essere contemporaneamente peccatori. La Chiesa ebbe sempre nel suo seno peccatori; sempre a fianco delle grandi virtù, si incontrano disordini e vizi, effetti della debolezza e della malizia del cuore umano (confrontare le parabole del grano e della zizzania, della rete che prende pesci buoni e cattivi: Mt 13,24-30; 13,47-50). I peccati personali, dei fedeli, dei sacerdoti, dei vescovi e del Papa, per nulla colpiscono nè la santità nè l'autorità della Sede Apostolica. E' il caso di ripetere con Gesù: "Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perchè dicono e non fanno..." (Mt 23,3). La storia dei Papi, da S. Pietro all'attuale Giovanni Paolo II, registra circa 300 pontefici, i quali, fatte pochissime eccezioni, furono irreprensibili e dei quali un gran numero furono eminenti per la loro scienza, saggezza e per le loro virtù. Settantadue di essi sono nell'albo dei Santi, tre sono beati e di altri è in corso il processo di beatificazione. Non è questo uno spettacolo degno di ammirazione! Dove si trova nell'ordine civile una dinastia che possa essere paragonata a questa serie dei Capi della Santa Chiesa Romana? Si citano alcuni Papi come non degni del soglio pontificio. Ma domandiamoci: sarebbè giusto parlare contro la magistra tura o:altre istituzioni perchè alcuni rappresentanti furono indegni? E' anche provato che molti fatti addotti a carico di alcuni Papi (o dei Papi) furono inventati per malizia, o esagerati, o presentati sotto falso aspetto. Bisogna.ancora osservare che mai alcun Papa fece decreto contrario alla purità della fede o della morale. Nessuno di essi insegnò o


stabilì qualcosa con lo scopo di legittimare i suoi disordini. Non si può dire certamente altrettanto di altri capi ... In tutto ciò è da ravvisare una luminosa prova dell'assistenza che Dio non cessa mai di concedere alla Sua Chiesa. Sono proprio queste ombre nella Chiesa che danno maggior risalto alla parte divina di essa ed alla sua indefettibilità, alla sua santità costituzionale, al suo aspetto di "Sacramento universale di salvezza". Nessuna meraviglia che nella Chiesa ci siano i peccatori: non è un'associazione di delinquenti, né un club di santi, ma una società di salvati. Ai farisei di ieri e di oggi, che giudicano gli altri e si credono i migliori, Gesù risponde: "Il medico non è per i sani, ma è per gli ammalati. Io non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori" (cf Mt 9,12). Dice S. Pascal che: "la Passione di Cristo continua nei secoli per il mistero del male. Ma prosegue anche la Risurrezione dal sepolcro". Nel secolo di Lutero si è scatenata nella Chiesa la primavera dei Santi: S. Carlo Borromeo, uno dei Vescovi ideali della riforma tridentina; S. Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti; S. Teresa d'Avila, maestra di preghiera ad alta quota; S. Francesco di Sales, il Vescovo della dolcezza e dell'umanesimo devoto; S. Vincenzo dei Paoli, il buon samaritano dei poveri e dei malati. Potremmo continuare con una lista interminabile, ma questi nomi sono sufficienti per delineare la risurrezione della Chiesa, al coma della corruzione allo splendore della santità. (cf "Carroccio" del 15 Ott. 1989, n. 30). Continuando a rispondere su alcune obiezioni tratte dalla prefazione del libro "Ma il Vangelo non dice così" leggo a pag. 3-4: "Non dimentichiamo dunque l'esercito dei confessori di Cristo, al cui sacrificio si deve se oggi anche la Chie sa romana riconosce il diritto a tutti" di professare liberamente la propria fede. Tendiamo tuttavia la mano a chi oggi manifesta uno spirito nuovo". Rispondo. Ho già chiarito molte questioni precedentemente Le affermazioni di cui sopra hanno bisogno di precisazioni.

Mi domando: a) il fratello che scrive intende parlare di tutti i martiri del Cristianesimo, specialmente quelli dei primi tre secoli, fino all'Editto di Milano (312) dell'impieratore Costantino e di tutti quelli succedutisi nella Chiesa unica di Gesù Cristo, oppure dei ribelli alla Chiesa durante il periodo delle inquisizioni? b) Per quanto riguarda poi la libertà alla quale siamo giunti oggi, essa è da attribuirsi al sacrificio dei martiri, oppure alle mutate situazioni dei tempi? Mi sembra che devono essere chiariti, provati e precisati questi interrogativi. 1. I martiri della Chiesa Cristiana, Cattolica ed Apostolica, morti per amor di Cristo, sono certamente la più fulgida gemma della nostra Santa Madre Chiesa. Essi hanno incrementato, solidificato e diffuso enormemente il Cristianesimo. Già Tertulliano potette scrivere: “Il sangue dei martiri é seme di altri cristiani". Lo


sviluppo e la diffusione meravigliosi e prodigiosi del Cristianesimo ha avuto nei martiri gli eroici propulsori di esso. Certamente anche tra gli erranti in buona fede ci saranno state delle anime nobili il cui sacrificio è salito sino al trono di Dio. Possiamo qui ricordare quelli che in Russia, in Cina e altrove, hanno molto sofferto, alcuni fino alla immolazione, (Ortodossi, Protestannti di varie estrazioni, fino ai Testimoni di Geova). Chi non ricoda la nobile figura di Luther King? 2. Però la conquistata libertà nella professione della propria fede, qualunque essa sia, non sembra dipendere "assolutamente" dai martiri. Stando allo svolgimento storico, dal Medio Evo in qui, la libertà di oggi, proclamata solennemente dal Concilio Vaticano II e ribadita in molti altri documenti ecclesiali, sembra piuttosto una conquista.del tempo, sfruttata ed affermata dalla Chiesa cattolica di fronte alle gravi persecuzioni subite da tutti i credenti, di qualunque estrazione, da parte dell'odierno ateismo organizzato a sistema (vedi Russia, Cina e stati satelliti). Giustamente la voce della Chiesa ha trovato nei suoi responsabili la forza e l'autorità di reclamare i diritti di tut ta l'umanità oppressa da certi regimi totalitari. Gli errori e i soprusi di questi stati totalitari erano stati predetti a Fatima dalla Madonna il 13 luglio 1917 (se non erro), ossia tre mesi prima che scoppiasse la rivoluzione in Russia. 3. Per quanto riguarda i "martiri" delle inquisizioni bisogna molto distinguere. Ho già detto precedentemente che la libertà di opinione, come è intesa adesso, nel Medioevo non era neppure posta. Anzi le leggi vigenti in quella epoca erano abbastanza rigide e l'eresia era riguardata come un grave crimine: e ciò non soltanto dalla legislazione vigente, ma anche, e principalmente, dall'opinione pubblica. Allora l'Europa era tutta cattolica, mentre nell'epoca moderna. - in conseguenza delle varie correnti filosofiche avverse alla fede e alla religione siamo approdati a questa specie di liberalismo che ha i suoi lati positivi, ma ne ha anche, e tanti, negativi. Si pensi un pò ai lavaggi di cervello, alla violenza psicologica, alla sistematica scristianizzazione prodotta dalla scuola pubblica e dai mezzi di comunicazione sociale. Non c'è quasi nessun freno al male dilagante L'Italia ha raggiunto tre vergognosi primati mondiali: quello della bestemmia, quello della pornografia e quello della denatalità! ... Quindi, giustamente e opportunamente, la Chiesa di Dio, è intervenuta a dire la sua parola autorevole per difendere e tentare di salvare i sentimenti religiosi dell'essere umano contro i soprusi di certe ideologie atee o scetticheggianti di alcuni regimi politìci. 4. Per quanto riguarda poi i "martiri" provenienti dalle varie eresie, non bisogna dimenticare la storia di cui ho già fatto cenno precedentemente. In essi è ricordato che l'eretico non si contentava soltanto di dissentire dalla ortodossia, ma si ribellava anche alle istituzioni governative, diveniva violento, anarchico, pericoloso per lo stato e per i privati cittadini. Anzi è da ricordare pure che furono proprio questi atteggiamenti violenti, ribelli ed anar chici che costrinsero i principi a prendere seri provvedimenti a loro carico tanto da costringere il potere civile ad inventare la pena del rogo. Gli inquisitori ecclesiali furono costretti a tacere i nomi di coloro che denunciavano gli eretici perché questi, quando conoscevano il nome dell'accusatore, arrivavano a commettere


gravi rappresaglie contro di lui ... Altro che, "martiri" ed "esercito dei confessori di Cristo"... 5. Noi ringraziamo l'autore del libro che sto considerando, il quale è così ben disposto a "tendere la mano a chi oggi manifesta uno spirito nuovo". Quante volte proprio io, mi sono rivolto fraternamente a questi fratelli "separati" perché si disponessero al dialogo fraterno, affettuoso, cristiano, e religioso. Nulla da fare!! ... I pregiudizi e tutte le istruzioni che li strumentalizzano nei loro incontri trisettimanali , si basano principalmente, se non esclusivamente, sulla denigrazione della Chiesa Cattolica. Gli istruttori, poi, riescono a "costringere", con delle "virtuose acrobazie", la S. Scrittura al loro "credo", che è quasi sempre evangelico. Parlo e scrivo con cognizione di causa perché degli "ex" da me interrogati, hanno dovuto rispondermi: "sì, è vero, la denigrazione della Chiesa cattolica costituisce l'istruzione "base" di tutti questi gruppi che "credono" di possedere la verità". ….La situazione in seno alla Chiesa romana è in fase di tale rapida evoluzione, che ogni profezia può essere legittima o fallace. E' lo stesso regnante Pontefice (Paolo VI) a renderci avvertiti della crisi profonda da cui la sua Chiesa è travagliata, e, se lo spazio lo consentisse, sarebbe estremamente utile e interessante riferire tutti quei discorsi". Dopo questa introduzione, l'autore segnala, alcuni punti del Pontefice Paolo VI, il quale in pubblici discorsi si rammarica: - per quelli che si allontanano dalla Chiesa Madre e di quelli che la criticano; - per la pena che gli procurano quelli che non vogliono comprendere il genuino pensiero della Chiesa o che a volte lo respingono; - per quelli che senza serenità e obiettività, formulano delle critiche sulla curia romana; - per quelli che diffondono un certo senso di incertezza tra il clero; - per i figli di S.Ignazio (i gesuiti) e per altre famiglie religiose che, dopo il Concilio Vaticano II, specialmente, hanno dato segni di insofferenza e di incertezza nelle loro convinzioni... L'autore continua: "Quanto siamo lontani dal quadro di una Chiesa romana monolitica, unita saldamente intorno al Magistero infallibile del Sommo Pontefice. Certo la realtà non è tutta qui...", Non mi fermerò a considerare tutte le obiezioni del libro che sto esaminando, ma sarà bene far riflettere il lettore sulla sincerità e sulla sicurezza della nostra Santa Madre Chiesa. Il Pontefice (come fanno spesso anche i vescovi) non teme di richiamare pubblicamente i suoi figli, anche quelli discoli e ribelli al proprio dovere. Sui libri della Storia ecclesiastica, nelle enciclopedie, nei discorsi (e anche papi, vescovi e altri responsabili della Chiesa), non si teme di dire la verità. La Chiesa ha carattere universale e non nasconde mai le difficoltà che sorgono nello svolgimento della sua vita. Infatti i denigratori di essa possono attingere, come ho già detto, tutte le notizie negative dalla vita ecclesiale, e dalla stessa storia della Chiesa .


Essa, fedele al Divin Maestro e alla luminosità dei Vangeli, segue lo stesso stile degli autori sacri: dire sempre la verità e informare tutti sullo scorrere della sua storia. Praticamente si attiene strettamente al sistema leale della S. Scrittura, che con semplicità sublime proietta la luce, e con altrettanta umile semplicità non nasconde le ombre. E' la tattica e la prassi di Gesù, degli evangelisti, di tutti gli scrittori Sacri dell'Antico e del Nuovo Testamento, quindi questa deve essere anche la prassi della Chiesa. Quante ombre in essa! ... Le eresie e le ribellioni hanno avuto inizio nel collegio apostolico, sono continuate lungo i secoli e... molto facilmente dureranno sino agli ultimi atti di questa scena terrestre. E' lo stesso Gesù che ci consiglia di lasciare insieme la zizzania col buon grano, di tirare la rete, anche se con i pesci buoni ci saranno anche i cattivi, di invitare alle nozze le vergini, anche se la metà di esse saranno stolte. Conosciamo l'epilogo di queste parabole: la zizzania sarà buttata nel fuoco, i pesci cattivi saranno buttati via, e le vergini stolte busseranno invano alla porta che per esse non si aprirà' ... .E qui potrei continuare con una lista interminabile di eresie e di rinnegamenti: incominciando da Giuda, da Pietro e finendo alla viltà di tutti gli apostoli che sono fuggiti quando Gesù venne catturato. Le eresie ed i rinnegamenti di gruppi ecclesiali orientali molto considerevoli fino al doloroso scisma del protestantesimo che continua a frazionarsi in moltissimi gruppi e in sette e sottosette sino alle più recenti... fino ai Testimoni di Geova ... fino agli ultimi gruppi ereticali con varie denominazioni... tutti provenienti dalle prime e più importanti scissioni ... specialmente da quelle conclusesi con Lutero, Calvino... Enrico VIII.. Ma anche guanta luce nella Chiesa di Gesù! Chi potrà calcolare la grandezza dei più luminosi Maestri e Pilastri della Chiesa Cattolica Apostolica Romana? E tutti sono suscitati da Dio. I grandi Attanasio, Cirillo, Basilio, Agostino, Girolamo, Benedetto, Bernardo, Domenico, Francesco d'Assisi, Antonio di Padova, Tommaso, Alberto, Ignazio, e mille e mille altri!.... Si, quanta infedeltà ... ma anche quanta splendida santità! . E la luce che ci viene dalla Madre di Gesù? Quanti Santuari! quante presenze della Vergine Santissima e di tanti santi nei punti più remoti della terra ... Gìà, ma i fratelli non cattolici non credono o non vogliono credere a tutti i prodigi, neppure a quelli inoppugnabili verificati e accertati dalla scienza. E i miracoli eucaristici di Lanciano, di Orvieto, di Siena, ecc.? Cose diaboliche, rispondono i fratelli non cattolici. E la Madonna di Guadalupe? Tutte invenzioni della Chiesa Cattolica, continuano a rispondere i fratelli non cattolici. Ma voi in questa maniera rifiutate la realtà, la scienza, la verità divina! ... Niente da fare, tutte suggestioni e invenzioni di gente esaltata, vi rispondono ancora i non cattolici ...


Ma vieni, vedi e crederai anche tu ... No, sono cose inventate, sono mistificazioni, sono imbrogli. Ma...ma ... ma ... Crede chi vuol credere, e chi è aberrato da pregiudizi profondi, non riesce a vedere, non riesce a credere se non a quello che vuole .... e basta! ... Ma la Chiesa fondata da Gesù, pure evolvendosi, resta sempre la stessa: Una, Santa, Cattolica, Apostolica e Romana! Il Signore vi dia pace. Maria di Gesù

Frà Tommaso dei frati

minori rinnovati


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