My life in shell of nuts

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La prima cosa a cui ho pensato quando mi hanno chiesto di scrivere qualcosa sulla esperienza in 'E pappeci è stato come sempre ma quale vorrei fosse il titolo dell'intervento. Il titolo che mi è venut subito in mente è stato “my life in the shell of nut” , la mia vita nel guscio della noce, giochetto di parole tra uno dei miei cd preferiti “my life in the bush of ghosts” di Brian Eno e David Byrne ed il motto di 'e pappeci. Poi ho iniziato a pensare cosa scrivere per riassumere il ricordo della mia esperienza e sono stato assalito, come spesso mi accade da molti ricordi e sensazioni tutte assieme. Un vero e proprio flusso che mi è tornato alla mente ricordando di tanti piccoli episodi, alcuni significanti e altri meno, ma che hanno tutti contribuito a creare quella che per me è stata una fase importante della mia vita. Qualcuno potrebbe obbiettare non a torto che forse faccio una vita di merda. La mia esperienza in Bottega è stata tanto intensa che spesso mi sembra molto più lunga di quella che realmente è stata, ma a volte ho la sensazione che anche per gli altri sia stato così. In bottega sono rimasto complessivamente un po più di 5 anni e mezzo sono entrato come volontario a giugno 2000, avendo il mio battesimo del fuoco alla fiera del commercio equo. Per tutto il 2001 sono stato lontano e sono tornato nel 2002 fino a meta del 2006 una cosa che devo fare è scusarmi con tutti coloro a cui ho imposto la mia persona. Purtroppo quando faccio una cosa, inizio una nuova esperienza, sono per cosi dire totalizzante, nel senso che o la faccio al meglio o “rinuncio” e credo che all'inizio dell'esperienza in e' pappeci di aver dato il meglio ( o il peggio) di questo mio aspetto, soprattutto se si considera che questo mio aspetto “protagonico” se non smaccatamente egocentrico va di pari passo con un carattere spigoloso se non letteralmente isterico. Credo che allora, dopo aver finito l'università fossi allora ricerca di un nuovo “erlebnis” ( mondo vitale) di riferimento e li ho trovati nella bottega ed nel commercio equo. Tra le tante cose che ho fatto in bottega c'è un una sorta di filo rosso che accompagna e distingue la mia esperienza in o pappeci, oltre alla simpatica caratteristica di riuscire sempre e comunque a rompere le palle, caratteristica che mi accompagna anche nella mia nuova esperienza a Gaia, è stato quello dei libri ( gestione degli acquisti, esposizione, biblioteca, presentazioni, supporto tesi e ultimo ma non ultimo l'esperienza nel comitato selezione editoriale di Ctm. Come sarebbe potuto essere altrimenti. La prima che faccio quando entro in una casa di una persona e gli controllo i libri, poi i cd, mentre nono meno attratto dai video. La prima volta che sono stato entrato come cliente a 'o pappece nella vecchia sede di via Sant'Anna dei Lombardi non stato attratto ne dagli alimentari nè dalla paccottiglia etnica, ma dai libri, soprattutto perché c'erano due libri che avevo a lungo cercato e che mi servivano quella lunga ed estenuante pippa mentale che è stata la mia tesi di laurea, ovvero Dizionario dello sviluppo a cura di W.Sachs e la prima edizione di Globalizzazione della povertà di M.Chussodovsky. A questo punto devo ringraziare Barbara Pierini per avermi sopportato come cliente petulante che veniva sempre a richiedere libri. In seguito ho iniziato ad aprirmi ad altri tipi di prodotti ( alimentari) scoprendo prodotti come il bri bon, ( all'epoca presente nel classico gusto latte con quinoa,). Ricordo che lo acquistai con lo scopo reale di farlo assaggiare ai miei nipoti, ma essendo un essere dalla debole volontà quando si tratta di mangiare, ne assaggiai uno prima e poi l'altro non arrivando nemmeno all'incrocio con via Toledo. Altra scoperta anche se parzialmente positiva fu la scoperta del cioccolato modicano, allora prodotto dal laboratorio della casa alloggio Don Puglisi e che nonostante il profondo affetto che provo per molti dei modicani, cementato anche da lunghe permanenze in loco, non ho mai gradito oltremodo come cioccolato da sgranocchiare ma che trovo invece magnifico per preparare cioccolate in tazza. Quindi anche se è vero che in bottega ho fatto spesso tante cose, e di molte non ricordo tanto o non voglio ricordare tanto, entrando spesso in collisione con altri anche per la mia grazia da Elefante in una bottega di cristalli, posso affermare senza dubbio che i libri sono stati il vero filo rosso della mia esperienza in bottega. Dai primi passi come acquirente a quelli come volontario, in bottega oltre a fare spesso turni alla vendita, dove mi divertivo parecchio ( che volete nella vita basta accontentarsi), passavo molto tempo a mettere a posto l'espositore dei libri che all'epoca si trovava entrando a destra nella seconda stanza, per poi essere spostato nella prima stanza, segnalando eventuali libri da prendere all'allora responsabile acquisti editoriali. Una cosa era cambiata, rispetto


a prima la vittima sacrificale di riferimento. Prima era Barbara Pierini, prima ed indimenticabile responsabili libri di 'o pappece, ora era Loredana Lauri, la vittima delle mie richieste. Un tormento che è durato fino a quando esasperata non mi ha chiesto di diventare io il responsabile della gestione degli acquisti editoriali della bottega. A mia discolpa sia chiaro che non attuato tattiche consce o inconsce di pressione psicologia e non volevo fare le scarpe a nessuno, ma resta il fatto che per me è stato un momento importante, che ha purtroppo ( per gli altri) contribuito a fatto aumentare in maniera esponenziale il mio egocentrismo. Nel periodo della mia gestione dei libri di 'e pappeci un momento importare è stata l'apertura della relazione commerciale con l'infoshopMag6, una struttura di distribuzione libraria nata collateralmente alla MAG6, struttura di raccolta autogestita di risparmio, con sede a Reggio Emilia. L'avvio della relazione con loro ci ha permesso all'inizio di allargare in modo significativo l'offerta dei libri ad un costo contenuto, la relazione era di conto deposito e si pagavano solo i libri venduti. Un altro momento importante nella vendita di libri in bottega è stato lo spostamento dei libri dal retro nella prima stanza. Da un lato si è potuto utilizzare in modo più proficuo uno spazio mal usato dall'altro abbiamo dato molta più visibilità al settore editoriale, visibilità aumentata dalle mire espansionistiche del sottoscritto, che ha iniziato a piazzare cesti con libri. La vendita di libri in bottega per un paio di anni è cresciuta molto ( non ricordo le cifre ma per un paio di anni il fatturato è cresciuto a cifre sopra i 20/30 mila euro), purtroppo lo sono stati anche i costi e in questo devo essere onesto ed ammettere di non essere stato bravo a contenerli, anche perché valutai male l'offerta che ci fece l'InfoshopMag6, passando anche per un senso di correttezza verso di loro da una relazione di conto deposito ad una di acquisto con diritto di resa, che si è rivelata errata nel proseguimento del tempo. Tra i momenti eventi che nella mia mente hanno di fatto stimolato la vendita di libri (e dei cd) oltre alla mia presenza in bottega, concedetemi un momento di autoincensamento, e l'aumento dell'offerta degli stessi ci sono stati sicuramente tre eventi: a- la scuola di globalizzazione, serie di momenti di approfondimento organizzata per due anni dalla cooperativa con il supporto della regione e del comune di Napoli, che ha avuto relatori importanti come Vandana Shiva, Serge Latouche, Adriano Castagnola, e Immanuel Wallerstein. b - il banchetto alla prima edizione di controcernobbio tenutosi a Città della scienza nel 2003 c - l'accordo con il professore Mauro di Meglio del L'Orientale, che ci ha permesso di vendere a prezzo calmierato i libri del suo corso per un paio di anni. Un altro elemento importate è stato quello di trasformare la bottega di Napoli in centro di acquisto della cooperativa, in particolare per quanto riguarda i cd del manifesto ma anche per i libri. Alla vendita di libri si è unita sia l'attività di presentazione fatta spesso nei meandri della bottega, anche perché da un lato svolgendo attività anche di supporto alla vendita non avevo spesso il tempo di uscire a trovare nuove strutture, ma soprattutto perché ho sempre pensato allo spazio fisico della bottega come uno spazio politico, di cui l'attività commerciale era un solo un aspetto e organizzare presentazioni, proiezioni, in uno spazio dove magari un'ora prima avevamo aperto bancali, aveva per me un aspetto quasi liberatorio. Le presentazioni che più mi sono rimaste in mente sono due Quella organizzata insieme a Ctm e all'editore Edt de Le radici nella sabbia, libro di viaggi e riflessioni sui paesi del Sahel (Mali, Burkina Faso e Benin) anche grazie all'autore Marco Aime, ottimo antropologo ma soprattutto grande oratore. L'altra quella di 2010 un nuovo ordine mediterraneo di Renata Pepicelli. Presentazione che mi rimasta dentro per la grande partecipazione ma sopratutto perché riuscii, impuntandomi, a farla organizzare in bottega all'inizio di dicembre, con il magazzino della bottega già invasa dagli ordini di natale. Altri momenti della mia esperienza in bottega legati ai libri sono stati quello parzialmente


fallimentare della gestione della biblioteca, che non sono riuscito a far partire completamente fino ad poi abbandonarlo anche per l'accumularsi di impegni su impegni e quello nel comitato selezione libri di Ctm, incarico che ho continuato a seguire anche dopo la mia uscita dalla cooperativa, fino alla sua morte per consunzione in seguito alla decisione da parte di Ctm di esternalizzare la vendita degli editoriali presso un fornitore terzo spero di non avervi annoiato troppo that's all the folk


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