Alla ricerca della verità

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Giuseppe Franco (ed.)

Alla ricerca della Verità Discussioni sul Gesù di Nazaret di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI Contributi di: Klaus Berger, Hans Albert, Rino Fisichella, Carlo Maria Martini, Manfred Gerwing, Rosino Gibellini, Marcello Semeraro, Lothar Wehr


Titolo | ALLA RICERCA DELLA VERITà Autore | Giuseppe Franco Collana | Dibattiti N° | 3 Foto | Antonio Spagnolo Rielaborazione foto e copertina | Paolo Guido Progetto grafico e impaginazione | Rossana Scrimieri

Lupo Editore 2009

ISBN: 978-88-95861-83-8 Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’Editore Lupo Editore - Via Prov.le Copertino-Monteroni (km. III - cp. 34) 73043 Copertino (Lecce) • Tel 0832.931743 Fax 0832.1815019 www.lupoeditore.it • email: lupo@lupoeditore.it


A Vittorio Fusco 24.04.1939 †11.07.1999

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In Memoriam

Al Credente, al Pastore e allo Studioso nel decimo anniversario della sua dipartita



Indice Introduzione di Giuseppe Franco

pag. 9

Contributi esegetici

Carlo Maria Martini “Gesù di Nazaret” di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI

pag. 17

Klaus Berger Exegese und Dogmatik. Bemerkungen über das Jesusbuch des Papstes

pag. 25

Lothar Wehr Theologien als Bereicherung der Theologie - eine Verteidigung der Redaktionskritik

pag. 45

Contributi teologici Rino Fisichella Lui, Tra noi

pag. 63

Manfred Gerwing Die Kritik der Kritik. Zum Jesus-Buch Papst Benedikts XVI

pag. 83

Rosino Gibellini Il libro del papa su Gesù nel conflitto delle interpretazioni

pag. 101

Marcello Semeraro Una “Vita di Cristo”? Brevi considerazioni sul Gesù di Nazaret di J. Ratzinger – Benedetto XVI

pag. 111

Contributi filosofici

Hans Albert Josef Ratzingers Jesusdeutung. Kritische Bemerkungen zu einigen. Aspekten seiner Untersuchung

pag 131

Giuseppe Franco Sulla possibilità della teologia come scienza. Spunti di riflessione a partire da Joseph Ratzinger e Vittorio Fusco

pag.149

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Introduzione

Questo volume contiene alcune discussioni e contributi critici riguardo al testo Gesù di Nazaret di Benedetto XVI. Il libro del Papa, che costituisce la prima parte del suo progetto di presentazione della figura di Gesù, ha suscitato diverse reazioni da parte del mondo accademico e culturale, sia laico che cattolico, e rappresenta la coraggiosa testimonianza di uno studioso dalla grande competenza scientifica e teologica. I diversi saggi che compongono questo volume affrontano da diverse angolature e sensibilità scientifiche i molteplici aspetti e prospettive, che sono presenti e presupposti dal testo del Papa. Tra le questioni affrontate, ne emergono alcune: la discussione intorno a quale genere appartenga lo scritto in generale, il modo di procedere dell’autore e le fonti utilizzate; il rapporto tra esegesi spirituale ed esegesi teologica; la critica e la rivalutazione del metodo storico-critico; il legame tra esegesi e cristologia; il ruolo della esegesi meditativa; la possibilità della teologia come scienza e i suoi presupposti cognitivi. Il titolo del presente volume, Alla ricerca della Verità, mi sembra rispecchiare l’intenzione dell’opera di Benedetto XVI. “Ricerca” in quanto, come afferma lo stesso autore nella premessa, il suo libro non è in alcun modo un atto magisteriale, ma è unicamente espressione della sua ricerca personale del “volto del Signore”. La dimensione della ricerca è una caratteristica che accomuna gli uomini di fede ma anche tutti gli uomini di buona volontà, mossi dall’intenzione di trovare un senso alla loro vita e a scoprire l’importanza della figura di Gesù oggi. 9


Alla ricerca della Verità

“Verità” in quanto, come più volte ha ricordato nei suoi scritti il teologo e pastore Ratzinger contro l’atteggiamento relativistico nei confronti della verità della cultura contemporanea, Gesù Cristo è la Verità stessa. Si è preferito suddividere i contributi in tre aree tematiche, che rispecchiano maggiormente la competenza dei singoli autori dei saggi e il contenuto degli stessi. Questa, tuttavia, non vuole essere una rigida separazione, perché si è convinti che nell’affrontare un problema sia esso teologico o scientifico possono contribuire i risultati provenienti da diversi ambiti disciplinari. Apre la sezione dei contributi esegetici lo scritto di Carlo Maria Martini. Egli riconosce i meriti del libro e sostiene che il vero titolo poteva essere “Gesù di Nazaret ieri e oggi”, poiché esso contiene allusioni a questioni contemporanee e dal momento che l’autore considera i fatti riguardanti Gesù passando poi all’importanza di essi per la Chiesa di oggi. Evitando l’imperialismo del metodo storico critico di certa esegesi, Martini fa notare che l’autore rifiuta la contraddizione tra fede e storia e, dando fiducia ai Vangeli, integra le sue riflessioni con i risultati dell’esegesi moderna. Il libro costituisce una testimonianza su Gesù di Nazaret e sul suo significato per la storia dell’umanità e per la percezione della figura di Dio. Il libro non contiene solo un aspetto intellettuale ma parla al cuore dell’uomo. Seguono le riflessione di Klaus Berger che condivide con il teologo Ratzinger la difesa di un pluralismo metodologico nella ricerca esegetica. Criticando ironicamente alcune reazioni di teologi cattolici, egli sostiene che il modo adeguato per informarsi sulla figura di Gesù di Nazareth è attraverso l’utilizzo dei nuovi e antichi metodi, tramite il pensiero dei Padri della Chiesa e la ricchezza della Liturgia. L’esegesi del futuro è chiamata ad essere una esegesi capace di dialogo. Egli critica alcune premesse dell’esegesi liberale condivise dal Papa. La 10


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centralità del libro è vista nella concezione di Gesù come Dio e nella confessione trinitaria del Nuovo Testamento. La difesa e l’accentuazione della divinità di Gesù Cristo costituisce una grande rivoluzione esegetica. Scoprire e approfondire l’importanza della relazione tra Gesù e Dio, tra il Padre e il Figlio, è il compito che il libro del Papa affida al lavoro degli esegeti. Nel suo contributo, Lothar Wehr affronta l’analisi e l’interpretazione dei Vangeli attraverso la critica della redazione. Lo scopo di questo metodo è quello di indicare il procedimento e le intenzioni teologiche dei redattori dei Vangeli. La critica della redazione ha mostrato negli ultimi decenni il pluralismo delle concezioni teologiche presenti del Nuovo Testamento. Oggi si assiste ad una relativizzazione del valore di questo metodo. Anche il Papa nel suo volume condivide la linea di posizioni di quanti nutrono dei dubbi sulla portata conoscitiva di questo metodo. Wehr sostiene che per Ratzinger il “Gesù reale” non è identico al “Gesù storico”: Ratzinger vede il “Gesù reale” nell’ unità indivisibile della figura storica di Gesù di Nazaret e di quella post-pasquale. In questo modo non viene dato molto spazio all’attività redazionale dei singoli evangelisti e alle loro differenti cristologie. Wehr, invece, indica i meriti e i risultati soddisfacenti che la critica della redazione ha prodotto, come ad esempio il fatto di aver messo in luce la ricchezza teologica del Nuovo Testamento e di aver riconosciuto gli evangelisti come dei teologi creativi. Occorre porre maggiore attenzione agli sviluppi teologici presenti nel Nuovo Testamento, che proseguono lungo la Chiesa delle origini. Questi sviluppi possono gettare dei ponti tra l’esegesi storica e l’esegesi canonica. Comprendere il farsi della teologia può aiutare a riconoscere più chiaramente l’unità nella molteplicità delle teologie neotestamentarie. Apre la sezione dei contributi teologici il saggio di Rino Fisichella che prende in esame il contesto in cui porre il volume 11


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del Papa. Da una parte, esso si inserisce nel contesto attuale della società di oggi in cui ci sono una serie di pubblicazioni che tendono a screditare la fede dei cristiani. Dall’altra, il volume si colloca, in un contesto più scientifico e fa capo a una lunga serie di studi esegetici che hanno avuto lo scopo di raggiungere una conoscenza più adeguata della formazione dei Vangeli e della storicità del loro contenuto. Fisichella passa in rassegna la ricerca sul Gesù storico degli ultimi duecento anni e afferma che l’originalità di Gesù di Nazaret consiste nel superamento di certe ricostruzioni e immagini di Gesù e nell’insistere sul fatto che Gesù è un evento che riguarda l’uomo di oggi con le sue provocazioni e i suoi problemi. Si tratta di un libro attuale che ha un significato per l’uomo di oggi, una provocazione per la libertà. Un libro nel quale il Papa ha delineato i tratti fondamentali della persona di Gesù e del suo messaggio con un linguaggio moderno. Nel suo contributo Manfred Gerwing afferma che il libro del Papa è un libro di fede, un libro spirituale ma scritto da un teologo di grande livello intellettuale, che ricorre e discute i risultati della ricerca scientifica ed esegetica. Il Papa critica il metodo storico-critico e afferma il bisogno di un suo ampliamento e completamento. Occorre dare spazio e discutere le implicazioni filosofiche dell’esegesi storica. Gerwing sostiene che chi non legge il libro del Papa avendo come sfondo la sua critica ad una esegesi orientata unilateralmente al metodo storico-critico, non può comprendere a pieno le sue concezioni. Questi misconoscerebbe la vera intenzione del libro e la vera preoccupazione dell’autore. Il punto focale è che nel libro è presentato un nuovo progetto teologico. Questo nuovo progetto vuole mettere insieme la filosofia e la filologia, l’esegesi storica e la teologia sistematica, la fede e la ragione, concentrandosi sulla figura di Gesù di Nazaret. Il punto di partenza è il “Gesù storico”, che sin dall’inizio è identificato con il Gesù della fede. 12


Giuseppe Franco

L’interpretazione diviene confessione di fede, il passato diviene presente che rinvia al futuro. Nel suo articolo Rosino Gibellini prende in esame e discute alcune prese di posizione sul libro del Papa. Il testo ha suscitato consensi, ma anche precisazioni, critiche e dissensi. Per Gibellini il Papa accetta il metodo storico, come presupposto, ma lo integra e lo supera in una esegesi canonica, praticata come esegesi teologica, che mette in atto una ermeneutica cristologica. Tra le definizioni del libro egli preferisce menzionare quella che vede questo testo come “un libro delle relazioni”: la relazione del Figlio con il Padre; la relazione tra Antico e Nuovo Testamento; la relazione con i Padri della Chiesa; il dialogo e la relazione con il mondo contemporaneo. Marcello Semeraro, nel suo saggio, sostiene che il libro del Papa ha una ben precisa connotazione di carattere teologico-dottrinale e che l’autore ha scritto la sua opera ut doctor privatus. Si tratta di una riflessione biblico-teologica sul “mistero di Gesù”. Allo stile argomentativo e metodologico il Papa fa subentrare quello meditativo. Questo segnala con evidenza, afferma Semeraro, che alla consolidata funzione del doctor si è stabilmente unita quella del pastor. Semeraro prende poi in esame gli autori e le opere su Gesù menzionate dal Papa nella premessa al suo libro e si chiede in quale misura questo libro si inserisca nella linea e nello stile delle “Vite di Gesù”. Il richiamo a questi autori non permette di assimilare a quelle opere il Gesù di Nazaret, ma vale almeno a indicare alcuni “modelli” che appartengono alla biografia spirituale del Papa. La sezione filosofica comprende il saggio di Hans Albert, che partendo dalla sua visione atea, muove delle critiche al libro del Papa. Egli rimprovera l’assenza, nel testo, e in altre opere di Joseph Ratzinger di una trattazione profonda e una risposta al problema della teodicea. Affronta poi la relazione tra l’ermeneutica cristologica e la scelta di fede da essa presup13


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posta, e la possibilità di conoscere Dio. Albert sottolinea la distanza tra la scelta di fede di cui parla Ratzinger e lo sfondo di una metafisica spiritualistica delle sue concezioni, dalla quale risulterebbe un certo privilegio conoscitivo per il credente nei confronti dell’ateo. Giuseppe Franco nel suo articolo si confronta con i presupposti e le implicazioni filosofiche del metodo storico-critico. Il libro del Papa è un testo che si rivolge e interpella non solo il credente, ma anche l’ateo e l’uomo in ricerca della Verità. Il teologo Ratzinger condivide con molti teologi ed esegeti la convinzione della necessità del metodo stotico-critico ma allo stesso tempo afferma i suoi limiti e la necessità della sua integrazione e completamento. Franco, invece, facendo riferimento ai risultati scientifici dell’esegeta e teologo Vittorio Fusco, condivide la concezione che le critiche a questo metodo si rivolgono ad una particolare visione e pratica del metodo storico. La discussione intorno alle tematiche metodologiche costituisce il punto di unione e la base comune per il dialogo tra un credente e un ateo. Oggi si avverte da più parti l’esigenza dell’unità del lavoro esegetico, che si può ritrovare all’interno dello stesso metodo storico. Non si tratta di considerare opposte o staccate l’esegesi scientifica e storica e quella teologica e spirituale, ma tra esse è da porre un arco ermeneutico. Viene, inoltre, discusso il rapporto tra esegesi e fede, e quello tra fede e storia. Alla luce di questi saggi si può complessivamente affermare che l’autore del libro Gesù di Nazaret è un teologo di professione, ma il libro non è scritto solo dalle mani del professore Ratzinger. In esso emerge, infatti, anche la figura del Papa e l’impronta del suo magistero. Nel libro affiorano i temi più cari sui quali il Papa sta insistendo nelle sue encicliche e nei suoi interventi: rendere ragione della fede nel contesto della cultura di oggi. Non è solo importante considerare la fede come presupposto 14


Giuseppe Franco

dell’esegesi, ma anche le conseguenze dell’esegesi per la fede: “Esercitare la razionalità esegetica nell’orizzonte della fede”, è questo l’invito che proviene dalla lettura di questi contributi.

11 Luglio 2009 Festa di San Benedetto Giuseppe Franco

Ringraziamenti Per il sostegno e il contributo alla realizzazione di questo volume e per la promozione culturale rivolgo un doveroso e particolare ringraziamento a: Sua Ecc.za Mons. Domenico Caliandro e alla Diocesi di Nardò-Gallipoli; Dr. Fernando Colazzo e a Fliesen-Colazzo; Sign. Giovanni Guida e a GuidaCostruzioni; Mons. Giuseppe Sacino e all’Unità Pastorale Parrocchia S. Maria ad Nives – Parrocchia S. Giuseppe Patriarca in Copertino; Prof.ssa Antonietta Orrico e all’Unitre di Nardò; Sign. Fernando Trinchera; ai sacerdoti: Francesco Marulli, Roberto Tarantino, Prof. Vincenzo Viva; all’Editore Cosimo Lupo.

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Carlo Maria Martini S. I.

“Gesù di Nazaret” di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI*

Ricordo che mi aveva fatto grande impressione un libro dell’allora professore Joseph Ratzinger, uscito in italiano nel 1969, dal titolo Introduzione al cristianesimo. In esso si parlava di molte cose (e furono proprio le prime pagine di questo libro che mi ispirarono negli anni del mio episcopato milanese la «Cattedra dei non credenti»), ma si parlava in particolare con molta obiettività e chiarezza di Gesù di Nazaret e del modo di conoscerlo. Da allora sono usciti molti altri libri su Gesù, in diverse lingue e scritti a partire da diverse opzioni culturali. Ciò sottolinea la straordinaria attualità della figura di Gesù e la molteplicità degli approcci. Ma non era mai successo finora che uscisse un libro di un Papa su Gesù. Giovanni Paolo II ci aveva abituati a qualche racconto sulla sua vita. Ma è la prima volta che esce un libro di un Papa che affronta direttamente un tema così arduo e ampio come l’intera vita di Gesù e il significato della sua opera. È vero che in questo volume sono trattati soltanto alcuni momenti della vita di Gesù, che vanno dal Battesimo alla Trasfigurazione, ma l’Autore spera di poter completare la sua opera entro un tempo non troppo lungo. In ogni caso è d’obbligo la domanda: le parole contenute in questo volume sono parole di un Papa, con la forza magisteriaQuesto articolo è apparso originariamente in: «La Civiltà Cattolica», 2007, vol. II, pp. 533-537. ∗

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Alla ricerca della Verità

le loro dovuta, o sono le riflessioni di uno studioso che esprime le sue personali convinzioni, anche se vengono da una lunga familiarità con il suo tema e a partire dal suo coinvolgimento personale nella vita della Chiesa e nella sequela di Cristo? Il Papa stesso intende sciogliere questa possibile ambiguità dicendo: «Non ho di sicuro bisogno di dire espressamente che questo libro non è in alcun modo un atto magisteriale, ma è unicamente espressione della mia ricerca personale del “volto del Signore” (cfr Sal 27,8). Perciò ognuno è libero di contraddirmi. Chiedo solo alle lettrici e ai lettori quell’anticipo di simpatia senza il quale non c’è alcuna comprensione» (p. 20). Ci proponiamo perciò di recensire il libro con simpatia e libertà di spirito. *** L’Autore durante il periodo dei suoi studi e del suo insegnamento in diverse Università tedesche (ricordo di avere assistito anch’io a sue lezioni all’Università di Münster in Westfalia) ha potuto seguire le diverse vicissitudini della ricerca storica su Gesù. Il problema di sapere se è possibile dire qualcosa di storicamente certo sulla vita di Gesù si è fatto sempre più vivo e cocente, e si è accresciuta la tendenza a separare il Cristo storico dal Cristo della fede. Leggendo queste pagine si trovano spesso riferimenti a questo sfondo storico-esegetico, a cominciare dalla distanza che l’Autore prende da un grande esegeta cattolico contemporaneo, come Rudolf Schnackenburg, fin dalle pagine della premessa: «È chiaro che con questa visione della figura di Gesù io vado al di là di quello che dice, per esempio, Schnackenburg in rappresentanza di una buona parte dell’esegesi contemporanea». Essa «ci ha dischiuso una grande quantità di materiali e di conoscenze attraverso le quali la figura di Gesù può divenirci 18


Carlo Maria Martini • “Gesù di Nazaret” di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI

presente con una vivacità e profondità che pochi decenni fa non riuscivamo neppure a immaginare». E tuttavia l’Autore intende applicare «i nuovi criteri metodologici, che ci consentono una interpretazione propriamente teologica della Bibbia e che però richiedono la fede, senza con ciò voler e poter per nulla rinunciare alla serietà storica» (p. 19). Si comincia così a delineare il metodo proprio dell’Autore. Ma ora occupiamoci del libro in se stesso. Esso si occupa, come ho detto sopra, dei fatti della vita di Gesù dal Battesimo alla Trasfigurazione. L’opera ha come titolo Gesù di Nazaret, e si occupa, come ho detto sopra, dei fatti della vita di Gesù dal Battesimo alla Trasfigurazione. L’opera ha come titolo «Gesù di Nazaret», ma penso che il vero titolo dovrebbe essere più precisamente «Gesù di Nazaret ieri e oggi». Di fatto l’Autore passa con facilità dalla considerazione dei fatti riguardanti Gesù all’importanza di essi per i secoli seguenti e per la nostra Chiesa. Perciò il libro è pieno di allusioni a questioni contemporanee. Per esempio, parlando della tentazione nel deserto in cui Satana offre a Gesù la dominazione del mondo, egli afferma che «il suo vero contenuto diventa visibile quando constatiamo come prenda sempre nuova forma nel corso della storia. L’impero cristiano cercò ben presto di trasformare la fede in un fattore politico per l’unità dell’impero. Il regno di Cristo doveva dunque prendere la forma di un regno politico e del suo splendore. La debolezza della fede, la debolezza terrena di Gesù Cristo doveva essere sostenuta dal potere politico e militare. Nel corso dei secoli questa tentazione — assicurare la fede mediante il potere — si è ripresentata continuamente, in forme diverse e la fede ha sempre corso il rischio di essere soffocata proprio dall’abbraccio del potere» (p. 62 s). Questo genere di considerazioni sulla storia posteriore a Gesù e sull’attualità dà al libro un’ampiezza e un sapore che 19


Alla ricerca della Verità

altri libri su Gesù, preoccupati dalla discussione meticolosa dei suoi avvenimenti della vita, non posseggono. L’Autore mostra che senza la realtà di Gesù, fatta di carne e di sangue, il cristianesimo diviene un semplice moralismo e un affare dell’intelletto. Egli è per questo anche preoccupato di ancorare la fede cristiana alle radici ebraiche, e lo fa con riferimento alla profezia di Mosè in Dt 18,15.18 («Il Signore tuo Dio susciterà per te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto. [...] gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà quanto io gli comanderò»), profezia che egli vede avverata in Gesù. Gesù infatti ha una visione di Dio quale non ha nessun altro uomo, come dice il prologo del Vangelo di Giovanni: «Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato» (Gv 1,18). È questo il punto di partenza a partire dal quale è possibile comprendere la figura di Gesù. L’Autore si richiama spesso a parole dell’Antico Testamento per delineare il quadro entro cui intendere le parole e i gesti di Gesù. Ma soprattutto dedica ampio spazio a una discussione con il rabbino americano Jacob Neusner, dal cui libro (A Rabbi talks with Jesus, 1993) ricava le somiglianze (il libro è scritto con molto rispetto verso Gesù e con grande senso della sua appartenenza al popolo e alla tradizione ebraica) e le decisive differenze nel modo di intendere le parole del Signore. Egli ne conclude che «il giusto intreccio di Antico e Nuovo Testamento era ed è un elemento costitutivo per la Chiesa» (p. 149 s). *** Da tutto questo traspare chiaramente anche il metodo di lavoro. L’Autore è del tutto contrario a quello che recentemente, soprattutto nella letteratura americana anglosassone, è stato chiamato «l’imperalismo del metodo storico critico» (si veda, 20


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