SANDRINA SCHITO
LA STRADA DI CASA
TITOLO / La strada di casa AUTORE / Sandrina Schito Coordinamento Editoriale / Donatella Neri Grafica / Paolo Guido Impaginazione / Piera Girardi
©Lupo editore 2008 ISBN/ 978-88-95861-35-7
Via Prov. le Copertino-Monteroni (km. III°-cp.34) 73043 Copertino (Lecce) • Tel/fax: 0832.931743
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Ai miei genitori
«Aspettiamo che spunti la luna» disse Hansel. «Potremo allora vedere le briciole che ho gettato e ritrovare la strada di casa.» da “Kinder und Hausmärchen” Hansel e Gretel di Jakob e Wilhelm Grimm
Madeleine di Antonio Errico
M
adeleine. È una recherche. E si scende – si sprofonda – in una memoria dolceamara, nel tempo, nelle storie, nelle stagioni venute e passate, nelle malinconie, nei resoconti, nei desideri, nei sogni di ogni notte ad occhi chiusi, in quelli di ogni giorno ad occhi aperti. Madeleine. È una recherche. Basta una sillaba, una parola, un trasalimento, un’emozione, basta una voce che sciaborda sul cuore, basta un volto che ricompare come figura nel dormiveglia, e tutto diventa un’altra volta presente, tutto ritorna quello che è stato: ritorna dolore, se è stato dolore; oppure montgomery, una voglia di mare, il cono di dolciumi, un’aula di scuola, il cielo di novembre, le poesie imparate a memoria, l’odore di vaniglia, le scarpe di vernice, un batticuore di bambina che è come un temporale.
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È il nòstos di Sandrina Schito: il suo viaggio in interiore, il suo ritorno nei luoghi e nel tempo, una muraglia in faccia all’oblio. È il suo confronto con gli anni. Il suo bosco incantato. La sua stanza segreta. Una fiaba che dura. Il racconto che fa ogni volta a se stessa. Bisbigliando. È una scaglia di autobiografia, un frammento dei giorni, un profilo abbozzato dell’identità, un dono a chi c’è stato, a quelli che ci sono. Madeleine. È la scrittura come testimonianza dell’esistenza, il conto rivelato di quello che si è avuto e di quello che si è dato, il senso che si cela negli anfratti delle cose che accadono o che si immaginano, che si aspettano con inquietudine o con serenità. Scrive di sé, Sandrina Schito. Guardandosi dentro. Scrutando a volte sul fondo, a volte lungo la linea ombrosa dell’orizzonte, ritornando sui passi del viaggio che ha fatto, interpretando le orme rimaste più profonde, più impresse, risalendo quella montagna dell’infanzia di cui parla Cesare Pavese nei Dialoghi con Leucò. Perché nel corso del suo viaggio di ritorno, nel riattraversamento delle stagioni e delle esperienze, è
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l’infanzia il nucleo semantico che sprigiona immagini e genera il movimento della narrazione. È quel tempo che forma e conforma la percezione di sé, le visioni del mondo, le paure abissali, le proiezioni nel futuro, il sentimento per l’altro. Con questa narrazione Sandrina Schito sprofonda in quell’universo d’infanzia; ricerca segni e simboli, significanti e significati che poi si sono rivelati condizioni essenziali nella strutturazione e nella connotazione del suo pensare e del fare, della persona e della personalità. Madeleine. La scrittura di Sandrina Schito è monologo interiore. Per lei scrivere è dare conto a se stessa di quello che è stato o non è stato, del tempo passato e del presente che con il passato si mette in confronto e in relazione per dare forma ad una tessitura autobiografica, ad una epifania delle storie che costituiscono il lievito esistenziale, il fiat originario, l’idea primordiale. È una scrittura che vuole essere innocente: che si priva di ogni sovrastruttura, che tende ad una dimensione di purezza, di autenticità, di immediatezza, che rifiuta maschere, finzioni, presunzioni di letterarietà.Che vuole essere – dalla prima all’ultima
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parola – sostanzialmente e formalmente onesta. Diceva Giovanni Arpino in un racconto: “sono essenzialmente un uomo e la letteratura non credo mi riguardi”. Ecco. La letteratura è qualcosa che invece a Sandrina riguarda concretamente in termini di scrittura: come uno specchio traslucido in cui affondare lo sguardo per riconoscersi nel tempo che le è appartenuto e le appartiene, per ritrovarsi lungo le strade che ha attraversato e che attraversa. Per sentirsi protetta anche quando i venti delle stagioni del vivere tirano forte e sembra che vogliano strappare le radici. Madeleine. Una recherche.
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