Cabala

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Cabala Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. (Reindirizzamento da Cabbala) Vai a: Navigazione, cerca Nota disambigua - Se stai cercando altri significati, vedi Cabala (disambigua). La cabala o Qabbaláh è parte della tradizione esoterica della mistica ebraica, in particolare il pensiero mistico sviluppatosi in Europa a partire dal VII-VIII secolo. In ebraico, Qabbaláh (ebr. ????) è l'atto di ricevere, la tradizione (la parola ebraica designa anche la ricevuta, ad esempio in una transazione commerciale, e la funzione di ingresso del sabato, la maggiore festa ebraica). La cabala ebraica non va confusa con la cabala o le cabale di tradizione cristiana o occidentale. Indice [nascondi] 1 Il pensiero cabalistico ebraico 1.1 Testi principali 1.2 Sephirah 1.3 I nomi delle Sephiroth 1.4 L' albero della vita 1.5 Le XXXII vie 1.6 Altre rappresentazioni delle Sephiroth 1.7 I quattro mondi 1.8 Corrispondenze 1.9 Emanazioni 1.10 La qabbalah dei nomi 1.11 L'alchimia cabalistica 2 Bibliografia 2.1 Bibliografia Cabalistica 2.2 Bibliografia sulla Cabala 3 Personalità legate alla Cabala 4 Voci correlate 5 Collegamenti esterni

Il pensiero cabalistico ebraico [modifica] Base del pensiero cabalistico è la Bibbia ebraica o Tanakh (acronimo per "Torah, Profeti, Scritti"). La secolare esegesi del Tanakh, già contenuta nella halakháh (presentazione della casistica giuridica), nella haggadáh (sotto forma narrativa), nei due Talmudím, il babilonese e il gerosolimitano, e nei molti midrashím, aveva ormai da secoli posto l'interpretazione del testo sacro al centro della vita dell'Israelita. Si fa risalire la nascita della visione cabbalistica alla pubblicazione del libro Zohar (splendore), pubblicato intorno al XIII secolo, o al precedente Sepher Yetzirah (Libro della formazione), che però è, secondo alcuni, un'opera più esegetica che filosofica. Testi principali [modifica] Talmud Eser HaSfirot (????? ??? ???????) ("Lo Studio [delle] Dieci Sefirot"), un commento agli scritti di ARI (Isaac Luria) realizzato da Rav Yehuda Leib Ashlag Baal HaSulam


Sefer ha-Bahir Sephirah [modifica] Il fulcro dell'elaborazione delle dottrine mistiche riguardanti l'aspetto segreto del creato è un'opera composta verosimilmente in Éretz Yisraél nel VI o VII secolo, il Séfer yetziráh. Nel Sefer yetzirah, che tratta delle forze segrete del cosmo, si trova la prima menzione di un termine che diventerà centrale nella successiva speculazione: la nozione di sefiráh. Letteralmente sephirah o sefiráh (plur. sephiroth o sefirót ) significa "calcolo, numerazione". Nel Sefer yetzirah il termine acquista un significato più ampio: le Sephiroth sono manifestazioni allusive dell'energia divina. Gli autori cabalistici amano paragonare le sephiroth a zaffiri, partendo da un assonanza dei due termini. Tra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII, fa la sua comparsa una vasta letteratura mistica già ben organizzata sulla dottrina delle sephiroth; queste si possono definire i gradi per mezzo dei quali Dio agisce nel creato. Praticamente tutti i mistici affermano che esse sono in numero di dieci. I nomi delle Sephiroth [modifica] Le Sephiroth hanno anche dei nomi propri: Kéter (corona), la più alta e più vicina a Dio; Bináh (scienza o conoscenza) e Khokhmáh o Hokmah o Chochmah (saggezza) a un livello inferiore; Ghevuráh o Gheburáh (forza) e Khésed o Hésed (misericordia o pietà) al terzo livello; Tiféret (bellezza) al quarto; Hod (gloria) e Nétzah (eternità o vittoria) al quinto; Yesód (fondamento o fondazione) al sesto; Malkhút (regno), la più prossima all'uomo. Questi sono i nomi più frequentemente usati. A volte Ghevurah viene chiamata Din (giudizio) o Pachad (paura), Khesed può essere chiamata Ghedulláh (grandezza), Tiferet Rakhamím (misericordia). Le sefirot vengono rappresentate secondo uno schema detto "Albero della Vita". Inoltre esiste anche una "undicesima" (anche se impropriamente detto) Sephira: Daath che si colloca tra Binah, Hokmah e Hesed e rappresenta il divario tra l'Uomo e Dio. L' albero della vita [modifica] Al centro si trova la colonna dell'equilibrio che da Keter, attraverso Tiferet e Yesod, raggiunge Malkhut. A sinistra e destra di Keter si dipartono altre due colonne: quella della Grazia, attraverso Chochmah, Chesed e Netzah; quella della severità risalendo attraverso Hod, Ghevurah e Binah. Le XXXII vie [modifica] Le 10 Sephiroth sono collegate fra di loro da 22 sentieri, associati alle lettere dell'alfabeto ebraico. In vari autori sono presentate varie maniere di associazione. La più diffusa fa partire la alef da Kether in direzione di Chochmah e si conclude con la tav che sta fra Yesod e Malkhuth. I 22 sentieri e le dieci Sephiroth insieme formano le 32 vie di cui parla il Séfer yetziráh. Altre rappresentazioni delle Sephiroth [modifica]


In alcuni manoscritti rinascimentali del Cinquecento, il diagramma delle Sephiroth, in quanto emanazione divina, si moltiplica a sua volta indefinitamente. Questa raffigurazione si trova nel testo "Otzrot chayyim ( I tesori della vita)" di Chayyim Vital. Vedi anche Giulio Busi, Mantova e la Qabbalah (Skira, 2001). I quattro mondi [modifica] All'inizio del XIV secolo si cominciarono a distinguere quattro mondi nel creato: la Atzilút (emanazione), la Beriáh (creazione), la Yetziráh (formazione) e la Asiyáh (realizzazione). Con questi nomi si indica il variare del tipo di influsso delle sefirot. Il mondo dell'Atzilut, che è più vicino a Dio, è retto da forze solo immateriali. La componente materiale aumenta man mano che ci si allontana dall'Emanatore. Corrispondenze [modifica] Anche se non visibili agli occhi le sefirot sono percepite dal mistico che si eleva dalle inferiori alle superne attraverso la contemplazione e lo studio delle corrispondenze cosmiche: p.es. ad Avraham può essere associata Gedullah, a Isacco Gevurah, a Giacobbe Tiferet. Tutte le componenti del cosmo hanno le loro corrispondenze: Tiferet è il sole, Yesod la luna, Malkut la terra, e così via. Anche i XXII sentieri vengono associati alle lettere dell'alfabeto ebraico, ai tarocchi, a segni zodiacali, pianeti e elementi, etc. L'esistenza di queste associazioni risale alla gnosi e a una visione magica dell'universo in cui ogni parte è collegata ad un'altra. Questo insieme di relazioni complesse ricorda moderne teorie scientifiche come quella del caos. Ciò che non è conoscibile è quello che sta oltre la sefirah più alta, cioè l'Altissimo che, essendo incommensurabile, non può venir percepito dall'uomo. Emanazioni [modifica] Si pone il problema di come possa un ente infinito, quello che per primo Isacco il Cieco chiamò l'En Sof (non-fine), emanare aspetti di sé in un mondo finito. Secondo Mosè Cordovano Dio si "contrasse" per poter emanare la sua energia nel mondo finito e " mostrare la Sua gloria alle genti". La contrazione di Dio (tzimtzúm) è al centro della speculazione di Isaac Luria. In conseguenza dell'emanazione, secondo Luria, si crearono dei vasi per contenere l'energia divina. I vasi superni, i più forti, resistettero bene alla pressione della luce, ma gli inferiori si ruppero e dispersero l'energia. I frammenti dei vasi rotti contengono ancora particelle di luce: queste sono le qelippót (scorze), le forze del male. La qabbalah dei nomi [modifica] Per approfondire, vedi la voce Gematria. La parola ebraica tzeraf indica sia la trasmutazione alchemica sia l'interscambio delle lettere dell'alfabeto. Gli esegeti ebrei erano abituati a permutare le lettere del Tanach per scoprire significati reconditi e più veri.


La permutazione numerica è detta gimatréyah o gematria. Ogni lettera dell'alfabeto ebraico indica un numero; dunque ciascuna parola della Bibbia ha un proprio valore numerico, somma dei valori numerici delle lettere che la compongono. Una parola si può sostituire con un'altra dello stesso valore numerico. Per esempio: AChaD in ebraico significa "unità" ed è uguale a 13 (A = 1 + Ch = 8 + D = 4). Anche la parola "Amore", Ahavah ha lo stesso numero (A=1, H=5, V=2, H=5). In questa maniera come in un'equazione si può dire che: AChaD = AHBH L'arte del notariqón permette di scoprire parole nascoste dentro altre parole (le lettere di una parola come rivelazione di altre parole). L'atbásh consiste nello scambio alfabetico, ad esempio la prima lettera dell'alfabeto con l'ultima, la seconda con la penultima, etc. L'alchimia cabalistica [modifica] Già nel duecentesco Séfer ha-Zóhar si trovano spunti alchemici legati al simbolismo delle sefirot e della trasmutazione dei metalli. I sette tipi di oro menzionati nella tradizione diventano una metafora delle sette sefirot inferiori, mentre Binah è chiamata "l'oro superno". L'anonimo trattato di alchimia Esh metzaréf (Il fuoco del fonditore) ebbe notevole diffusione, tanto che non ci è giunto nell'originale ebraico ma in traduzioni latine. Bibliografia [modifica] Francis Warrain, La Teodicea della Qabalah, cur. Mauro Cascio, Federico Pignatelli, HT, Latina 1999 Bibliografia Cabalistica [modifica] Sefer ha-Bahir Séfer yetziráh Séfer ha-Zóhar Bibliografia sulla Cabala [modifica] Gershom Scholem, Le grandi correnti della mistica ebraica, Milano, 1965 Personalità legate alla Cabala [modifica] Abramo Abulafia Yehuda Ashlag Baal Hasulam Baruch Ashlag Rabash Michael Laitman Rav Laitman PhD Gaon di Vilna Yohanan Alemanno Avicebron Ba'al Shem Tov Isacco il Cieco di Nîmes (secondo costui non solo la discesa dell'energia divina è descritta come una serie di fasi di contemplazione successive, ma è la contemplazione stessa a plasmare le cose del mondo) Dion Fortune


Isaac ben Solomon Luria L'ARI McGregor Mathers Mosè Luzzatto Nachmanide (Mosè ben Nachman) Giovanni Pico della Mirandola Elazaro Qalonymus di Worms (XII secolo) e la scuola ashkenazita Israel Regardie Gershom Scholem Shabbetay Tzevi Diverse sono anche le personalità dello spettacolo che, direttamente o indirettamente, per spiritualità o per (purtroppo) un più banale ritorno di immagine hanno aderito a tale credo; fra di essi ricordiamo la cantante italo-americana Madonna e l'attrice Lindsay Lohan.


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