Gnosticismo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Vai a: Navigazione, cerca Lo gnosticismo è un movimento filosofico-religioso, molto articolato, la cui massima diffusione si ebbe nel II e III secolo dell'era cristiana. Il termine gnosticismo deriva dalla parola greca gnósis (???s??), «conoscenza». Una definizione piuttosto parziale del movimento basata sull'etimologia della parola può essere: "dottrina della salvezza tramite la conoscenza". Mentre il giudaismo sostiene che l'anima raggiunge la salvezza attraverso l'osservanza delle 613 mitzvòt e il cristianesimo sostiene che l'anima raggiunge la salvezza attraverso la fede, le opere e la Grazia, per lo gnosticismo la salvezza dell'anima può derivare soltanto dal possesso di una conoscenza quasi intuitiva dei misteri dell'universo e dal possesso di formule magiche indicative di quella conoscenza. Gli gnostici erano "persone che sapevano", e la loro conoscenza li costituiva in una classe di esseri superiori, il cui status presente e futuro era sostanzialmente diverso da quello di coloro che, per qualsiasi ragione, non sapevano. Una definizione più completa di gnosticismo potrebbe essere: "nome collettivo indicante un gran numero di sette panteistico - idealistiche fortemente diverse tra loro che sorsero da poco prima dell'Era cristiana al V secolo e che, prendendo in prestito la fraseologia ed alcuni dei dogmi delle principali religioni contemporanee, specialmente del cristianesimo, sostenevano che la materia fosse un deterioramento dello spirito e l'intero universo una depravazione della Divinità, ed insegnavano che il fine ultimo di ogni essere era il superamento della bassezza della materia ed il ritorno allo spirito Genitore, tale ritorno, sostenevano, era stato facilitato dall'apparizione di alcuni Salvatori inviati da Dio." Per quanto insoddisfacente possa sembrare questa definizione, l'oscurità, la molteplicità, e la confusione dei sistemi gnostici permette difficilmente di formularne un'altra. Indice [nascondi] 1 Origini e storia 2 Culto e etica 3 Eredità dello gnosticismo 3.1 Influenze dello gnosticismo sul pensiero moderno 3.1.1 Gnosticismo e psicoanalisi 4 Gnosticismo e cristianesimo 5 Bibliografia 6 Voci correlate 7 Collegamenti esterni
Origini e storia [modifica] Le origini dello gnosticismo sono state per lungo tempo oggetto di controversia e sono tuttora un interessante soggetto di ricerca. Più queste origini vengono studiate, più sembra che le sue radici affondino in epoca precristiana. Mentre in precedenza lo gnosticismo veniva considerato soprattutto una delle eresie del Cristianesimo, ora sembra, in modo inequivocabile, che le prime tracce di sistemi gnostici possono essere trovate già alcuni secoli prima dell'era cristiana. Al quinto Congresso degli Orientalisti (Berlino 1882) Kessler fece notare il collegamento tra gnosis e religione babilonese, non la religione originale della Babilonia, ma la religione sincretistica che si sviluppò dopo la conquista della regione da parte di Ciro il Grande. Sette anni più tardi F.W. Brandt pubblicò il suo "Mandiäische Religion" in cui descriveva la religione mandea. In tale opera l'autore dimostrò che questa religione è una
forma così chiara di gnosticismo da essere prova che lo gnosticismo è esistito indipendente, ed anteriormente al Cristianesimo. Molti studiosi, invece, hanno ricercato la fonte delle teorie gnostiche nel mondo ellenistico e, specialmente, nella città di Alessandria d'Egitto. Nel 1880 Joel cercò di provare che l'origine di tutte le teorie gnostiche risiedeva in Platone. Anche se la tesi su Platone può essere considerata come una forzatura, l'influenza greca sulla nascita e sullo sviluppo dello gnosticismo non può essere negata. In ogni caso, che il pensiero Alessandrino abbia avuto qualche influenza almeno nello sviluppo dello gnosticismo cristiano è dimostrato dal fatto che la maggior parte della letteratura gnostica di cui siamo in possesso arriva da fonti egiziane (copte). Anche se le origini dello gnosticismo sono ancora avvolte nell'oscurità, molta luce è stata fatta sulla questione grazie al lavoro combinato di molti studiosi. Lo gnosticismo, a prima vista, può apparire un mero sincretismo di tutti i sistemi religiosi dell'antichità (religioni misteriche, astrologia magica persiana, zoroastrismo, ermetismo, Kabbalah, filosofie ellenistiche, giudaismo alessandrino, cristianesimo dei primi secoli), ma, in realtà, ha una radice profonda, che ha assimilato in ogni substrato culturale ciò di cui aveva bisogno per la sua vita e per la sua crescita: il motivo portante di questa corrente di pensiero è il pessimismo filosofico e religioso. Gli gnostici, ad onor del vero, presero in prestito quasi completamente la loro terminologia dalle religioni esistenti, ma la usarono solamente per illustrare la loro grande idea del male insito nell'esistenza ed il dovere di fuggirlo con l'aiuto di incantesimi magici e di un Salvatore sovrumano. Qualunque cosa abbiano preso in prestito dalle altre religioni, sicuramente questa non fu il pessimismo. Questo pessimismo assoluto, questo piangere l'esistenza dell'intero universo come una corruzione ed una calamità, con una delirante insistente preghiera di essere liberati dal corpo tramite la morte e la speranza che, se solo le conoscessimo, potremmo, attraverso delle parole magiche, sopprimere gli effetti del corso di questa "maledetta" esistenza, è il fondamento di ogni pensiero gnostico. Quando Ciro entrò a Babilonia nel 539 A.C., si incontrarono due grandi scuole di pensiero e iniziò il sincretismo religioso. Il pensiero iraniano cominciò a mescolarsi con l'antica civiltà babilonese. L'idea della lotta titanica tra bene e male, che pervade l'universo in eterno, è l'idea da cui deriva il Mazdeismo, o dualismo iraniano. Questo, e l'immaginata esistenza di innumerevoli spiriti intermedi, angeli e demoni, fu la spinta che fece superare le idee del Semitismo. D'altra parte la fiducia incrollabile nell'astrologia e la convinzione che il sistema planetario aveva un'influenza totale sugli affari di questo mondo si sviluppò proprio tra i Caldei. La grandezza dei Sette (la Luna, Mercurio, Venere, Marte, il Sole, Giove, e Saturno), il sacro Hebdomad, simboleggiato per millenni dalle torri di Babilonia, non fu sminuito. In verità, essi cessarono di essere adorati come divinità, ma rimasero come arconti e dynameis, regole e poteri, la cui forza quasi irresistibile contrastava l'uomo. Furono trasformati da dei a devas, spiriti cattivi. La religioni degli invasori e quella degli invasi si fusero in un compromesso: ogni anima, nella sua ascesa verso il buon Dio e la luce infinita dell'Ogdoad, doveva combattere contro l'avversa influenza del dio o degli dei dell'Hebdomad. Questa ascesa dell'anima attraverso le sfere planetarie fino al paradiso cominciò ad essere concepita come una lotta con poteri avversi, e divenne la prima e predominante linea dello gnosticismo. La seconda grande linea del pensiero gnostico fu la magia, il potere ex opere operato di nomi, suoni, gesti ed azioni. Queste formule magiche, che provocavano risate e disgusto ai non iniziati, non sono corruzioni più tarde della filosofia gnostica, ma una parte essenziale dello gnosticismo e furono osservate in tutte le forme di gnosticismo cristiano. Nessuna gnosis era completa senza la conoscenza delle formule che, una volta pronunciate, permettevano
l'annullamento dei poteri ostili. Lo gnosticismo entrò in contatto col giudaismo abbastanza presto. Considerando le forti, ben organizzate, ed estremamente colte colonie ebree nella valle dell'Eufrate, questo primo contatto col giudaismo è perfettamente naturale. Forse l'idea gnostica di un Redentore deriva proprio dalle speranze Messianiche ebree. Ma, fin dall'inizio, la concezione gnostica del Salvatore è più sovrumana di quella del giudaismo; il loro Manda d'Haye, o Soter, è una manifestazione immediata della Divinità, un Re della Luce, un Æon (Eone). Quando lo gnosticismo entrò in contatto con il cristianesimo, il che dovrebbe essere accaduto quasi immediatamente, esso si gettò con una strana rapidità sulle forme di pensiero cristiane, prese in prestito la sua terminologia, riconobbe Gesù come Salvatore del mondo, simulò i suoi sacramenti, pretese di essere una rivelazione esoterica di Cristo e dei Suoi Apostoli, sommerse il mondo con Vangeli apocrifi, Atti ed Apocalissi, per provare le sue tesi. Man mano che il cristianesimo si sviluppava, lo gnosticismo cercava di spacciarsi per l'unica vera forma di cristianesimo, non idoneo per la volgare folla, ma sviluppato per i dotati e gli eletti. Per tale motivo i primi Padri dedicarono tutte le loro energie a combatterlo. Sebbene lo spirito dello gnosticismo è del tutto alieno rispetto a quello del cristianesimo, sembrava a coloro che lo guardavano superficialmente solo una modifica o addirittura un raffinamento di quello cristiano. La gnosi ebbe come centri di maggiore fioritura soprattutto Alessandria d'Egitto e Roma. Un particolare impulso ebbe, negli ultimi secoli, in Siria ed in Egitto, grazie alla sua diffusione in ambienti monastici, attraverso le numerose correnti ascetiche. Lo gnosticismo, comunque, ebbe i suoi rappresentanti più noti nei primi secoli dopo Cristo, con prominenti insegnanti come Marcione, Valentino e Basilide. Altri gnostici noti furono Cerinto, Carpocrate e Simon Mago con tutta la sua scuola. Anche quando la corrente principale e centralizzata della Chiesa Cattolica Romana divenne il corpo cristiano dominante e iniziò a sopprimere le idee cristiane alternative e il paganesimo, lo gnosticismo non svanì senza lasciar traccia, anche se Sant'Ireneo di Lione, Tertulliano e San Giustino Martire rimasero le uniche fonti di conoscenza fino al 1945, anno in cui furono scoperte nei pressi del villaggio di Al-Qasr 44 opere gnostiche. Una delle conclusioni che si ricavano da Sant'Ireneo di Lione, dove per la prima volta appare il termine «gnostico», è che esistono tanti tipi di gnosticismo quante le persone che lo proclamano con una certa autorità. Le idee gnostiche continuarono a riaffiorare a intervalli regolari, come dimostra l'apparizione di movimenti quali i Catari, i Bogomili e i Pauliciani. Non si rilevano continuità tra lo gnosticismo e l'eresia catara medievale, sebbene ci siano notevoli affinità. Allo stesso modo i gruppi neo-gnostici del XIX secolo non possono vantare alcuna continuità con lo gnosticismo delle origini, tanto che spesso modificano, più o meno consapevolmente, le dottrine originarie. Ma esiste anche una setta di gnostici, che, isolandosi geograficamente, è giunta fino a noi in forma molto pura: i Mandei dell'Iraq meridionale. Culto e etica [modifica] Ogni setta predicava una propria variante del credo gnostico e quindi praticava un proprio culto. Alcune sette respingevano completamente i sacramenti, mentre altre accettavano quali strumenti di conoscenza solo il battesimo e l'Eucaristia, affiancandoli ad altri riti che, per mezzo di inni e formule magiche, dovevano propiziare l'ascesa al regno spirituale del principio divino imprigionato nel corpo materiale.
Da un punto di vista etico, lo gnosticismo oscillava fra il rigore ed il lassismo: se, infatti, la valutazione negativa della materia e del corpo spingeva alcuni gruppi ad astenersi anche dal matrimonio e dalla procreazione, fino ad arrivare all'ascetismo più rigoroso (Saturnino), la convinzione che l'anima fosse assolutamente estranea al mondo materiale portava altre correnti a giudicare in termini relativistici ogni atto connesso con il corpo (Basilide, Carpocrate, Barbelognostici, Fibioniti, Cainiti). Eredità dello gnosticismo [modifica] Benché la rilevanza del pensiero gnostico cominci a declinare a partire dal IV secolo, esistono tuttavia tracce della persistenza di tali concezioni nella storia del pensiero religioso e filosofico occidentale fino ai giorni nostri. Già nel Medioevo, comunità come quelle dei manichei, degli albigesi, e dei bogomili, abbracciarono le concezioni dualistiche sviluppate dallo gnosticismo, così come nel caso dei Mandei, una comunità religiosa tuttora attiva in Iraq e Iran, i caratteri gnostici sono molto evidenti. Più tardi ripresero il modello gnostico l'alchimia e l'astrologia rinascimentale, scienze esoteriche che si nutrivano delle pubblicazioni di letterati come Marsilio Ficino (1433 - 1499), che nel 1463 tradusse il Corpus Hermeticum, una raccolta di scritti sapienziali di epoca ellenistica, attribuiti a Ermes Trismegisto. Influenze dello gnosticismo sul pensiero moderno [modifica] Per approfondire, vedi la voce Gnosticismo moderno. In epoca contemporanea, a fianco di movimenti elitari che si richiamano alle correnti gnostiche del passato, non mancano tentativi di identificare caratteri gnostici in correnti di pensiero moderne: così nel nichilismo ed esistenzialismo con la mancanza di significato dell'esistenza terrena. Occorre precisare che lo gnosticismo, come filone di pensiero, attraversa tutta la storia della filosofia e che riemerge periodicamente con movimenti di pensiero, ortodossi ed eterodossi (secondo la Chiesa ufficiale). L'Ottocento, in particolare, vede la nascita di diversi movimenti di tipo religioso o parareligioso che si richiamano dichiaramente allo gnosticismo antico. Fra essi, a puro titolo di esempio, la teosofia. La scoperta, nel 1945 dei Codici di Nag Hammadi ha dato nuova forza a molti di questi movimenti, con diversi filoni di pensiero. Gnosticismo e psicoanalisi [modifica] Carl Gustav Jung studiò a lungo il pensiero gnostico, affiancando ad esso le sue conoscenze di psicologia. È possibile riscontrare tracce delle dottrine gnostiche in opere letterarie contemporanee. Gnosticismo e cristianesimo [modifica] Per approfondire, vedi la voce Gnosticismo cristiano. In generale gli gnostici tendevano ad identificare il Dio veterotestamentario con la potenza inferiore del Demiurgo, mentre il Dio neotestamentario con l'Eone perfetto ed eterno, il generatore dell'eone Gesù, inviato sulla terra per rendere gli uomini consci di possedere in sé una scintilla divina. Tuttavia l'eone Cristo non si incarnò in Gesù, ma fece in modo che gli uomini percepissero la sua illusoria realtà umana come reale (docetismo): egli non sarebbe
morto crocifisso, ma sarebbe ritornato direttamente al suo mondo superiore. Inoltre, nel periodo tra la Resurrezione e l'Ascensione, periodo considerato dagli gnostici ben più esteso dei canonici quaranta giorni, avrebbe impartito solo a pochi dei suoi discepoli una sorta di insegnamento segreto. Tale insegnamento, parallelamente alla dottrina della Chiesa, fondata sulla predicazione pubblica del Cristo, venne tramandato per via occulta a beneficio di pochi eletti, escludendo, così, la gerarchia della Chiesa. Inoltre, aspetto fondamentale, essa doveva giungere attraverso esperienze personali e non attraverso lo studio dei testi canonici. Tutte queste convinzioni contrastavano fortemente con l'ortodossia del cattolicesimo che andava formandosi in quei primi secoli. Fu quindi inevitabile che le dottrine gnostiche, che in un primo tempo si erano diffuse anche all'interno della Chiesa, incontrassero l'opposizione delle comunità cristiane e fossero considerate come eretiche. Ciò portò il movimento gnostico ad un rapido declino, anche se, specialmente in Medio Oriente, alcuni aspetti dello gnosticismo (come l'aspetto ascetico) divennero parte integrante del patrimonio della Chiesa Cristiana. Bibliografia [modifica] Hans Jonas: Gnosis und spätantiker Geist. Erster Teil: Die mythologische Gnosis. Göttingen 1934, 1988. ISBN 3-525-53123-0 Zweiter Teil: Von der Mythologie zur mystischen Philosophie. Göttingen 1954, 1993. ISBN 3-525-53841-3. Robert Haardt: Die Gnosis: Wesen und Zeugnisse. Otto-Müller-Verlag, Salzburg 1967. Kurt Rudolph: Die Gnosis - Wesen und Geschichte einer spätantiken Religion. Leipzig 1977. (3. Aufl. Vandenhoeck & Ruprecht, Göttingen 1994) ISBN 3825215776. Emanuele Samek Lodovici (1942-1981), Metamorfosi della Gnosi. Quadri della dissoluzione contemporanea, Ares, Milano 1979. H.C. Puech, Sulle tracce della Gnosi, Adelphi, Milano, 1985. H.C. Puech – K. Rudolph – J. Doresse, Gnosticismo e Manicheismo, in H.C. Puech (a cura di), Storia delle Religioni, vol. VIII, Laterza, Roma – Bari, 1988. L. Moraldi (a cura di), La Gnosi e il mondo: raccolta di testi gnostici, TEA, Milano, 1988. L. Moraldi (a cura di), Testi Gnostici, Utet, Torino 1982. Ioan Petru Couliano (1950-1991), I miti dei dualismi occidentali. Dai sistemi gnostici al mondo moderno, traduzione italiana, Jaca Book, Milano 1989. M. Simonetti (a cura di), Testi gnostici in lingua greca e latina, Fondazione Lorenzo Valla – Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1993. Hans Jonas, Lo Gnosticismo, a cura di R. Farina, presentazione di M. Simonetti, SEI, Torino, 1995. H.C. Puech, Sul Manicheismo e altri saggi, Einaudi, Torino, 1995. Benjamin Walker: Gnosis. Diederich's Gelbe Reihe Bd.96. Diederichs, München 1995. ISBN 3424011266. K. Rudolph, La Gnosi: natura e storia di una religione tardoantica, Paideia, Brescia, 2000. Jens Holzhausen: Gnostizismus, Gnosis, Gnostiker. Ein Beitrag zur antiken Terminologie, in: Jahrbuch für Antike und Christentum 44 (2001), S. 58-75. Christoph Markschies: Die Gnosis. Beck'sche Reihe 2173. Beck, München 2001. ISBN 3406447732. Umberto Pace, La Gnosi, Marco Valerio Edizioni, Torino, 2002. Johann Ev. Hafner: Selbstdefinition des Christentums. Ein systemtheoretischer Zugang zur frühchristlichen Ausgrenzung der Gnosis, Freiburg, 2003. Henri-Charles Puech, En quête de la gnose. Jacques Lacarrière, Les gnostiques. Madeleine Scopello, Les gnostiques, Paris, Cerf, « Fides ». Jean Doresse, article Le gnosticisme dans histoire des religions, folio essais Mircéa Eliade, dans Histoire des religions et idées religieuses, Bibliothèque historique Payot.
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