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Luci e ombre per l’economia italiana

UNO STUDIO RECENTEMENTE ELABORATO DAL CONFARTIGIANTO REGISTRA SEGNALI DI NORMALIZZAZIONE PER L’INIZIO DELLA PRIMAVERA 2023 DOPO LA VIOLENTA CRISI

ENERGETICA ESPLOSA NELLA SCORSA ESTATE.

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Le Luci

Nel Documento di economia e fnanza 2023 varato dal Governo si stma una crescita del PIL dell’1,0 per cento, migliorando il +0,7 per cento previsto dal Fondo monetario internazionale e il +0,6 per cento indicato a marzo dall’Ocse.

Si trata di un apprezzabile risultato in un contesto di bassa crescita mondiale e di difuse strete monetarie, che poggia su alcuni signifcatvi punt di forza delle imprese e dell’economia italiana. Vediamone alcuni.

Nel quarto trimestre 2022 gli investment in Italia segnano una crescita congiunturale del 2,0 per cento mentre calano in Eurozona (-2,8 per cento).

L’Italia, pur registrando una crescita dei prezzi alla produzione più contenuta di 0,7 punt alla media dell’Eurozona, ha visto salire le esportazioni del 20,0 per cento, 1,3 punt in più rispeto alla Francia e addiritura 6,2 punt in più del +13,8 per cento registrato dalla Germania.

Economia In Ripresa

Il buon andamento di alcuni indicatori nel periodo pasquale consolidano il recupero del turismo, in partcolare di quello straniero: nel 2022 le presenze turistche sono salite del 37,0 per cento, con il traino di quelle straniere, salite dell’81,4 per cento.

Le difcoltà delle famiglie conseguent al rincaro dei prezzi sono atenuate dalla crescita dell’occupazione, in partcolare modo di quella stabile.

A febbraio 2023 si consolida l’aumento degli occupat (+352mila in 12 mesi) sostenuto dalla componente del lavoro dipendente permanente (+515mila), mentre segnano un calo le posizioni dipendent a termine (-143mila) e quelle indipendent (-20mila). Al centro di questa ripresa si collocano le micro e piccole imprese (MPI), un segmento a cui si riferisce meno della metà (48,9 per cento) dei dipendent ma che, secondo le ultme previsioni di Unioncamere-Anapal, determina i due terzi (65,9 per

01 Previsioni difcili

© shuterstock/gopixa

02 Scarsità di personale in tut i setori

© shuterstock/ALPA PROD

La Ripresa Del Mercato Del Lavoro A Rischio

cento) delle entrate di lavoratori previste nel trimestre aprile-giugno 2023.

Le Ombre

Le ombre – La riduzione dell’infazione di fondo non si registra, però, nell’Eurozona, rendendo meno probabile nella prossima seduta del 4 maggio una atenuazione della streta monetaria da parte della Bce, che a marzo ha alzato i tassi di riferimento di ulteriori 50 punt base, cumulando un aumento di 350 punt base dall’estate dello scorso anno, con rilevant ricadute sul costo del credito: tra giugno 2022 e febbraio 2023 il tasso di interesse sui prestt entro un milione di euro aumenta di 242 punt base, arrivando al 4,39 per cento.

All’aumento del costo del credito si sta accompagnando una stagnazione (+0,1 per cento a gennaio 2023) dei prestt alle imprese. L’infazione pesa sui consumi delle famiglie, con i prezzi del carrello della spesa – beni alimentari, per la cura della casa e della persona – che crescono a doppia cifra (+12,6 per cento, era +12,7 per cento a febbraio). Mentre scendono la propensione al risparmio e il potere d’acquisto delle famiglie, a febbraio 2023 le vendite al detaglio, in volume, calano del 3,5 per cento su base annua e tra dicembre 2022 e febbraio 2023 scendono dello 0,6 per cento rispeto al trimestre precedente.

La ripresa del mercato del lavoro potrebbe essere compromessa dalla crescente difcoltà di reperimento del personale che ad aprile, sempre sulla base dei dat Unioncamere-Anapal, è salita al 45,2 per cento, quasi cinque punt in più rispeto al 40,4 per cento di un anno prima, addiritura vent punt in più del 26,5 per cento del 2019. Pesano le incertezze sull’evoluzione dei prezzi dell’energia. Nel DEF si stma nel 2023 un calo del 18,5 per cento del prezzo del petrolio, ma il taglio della produzione dell’Opec+ a inizio mese ha portato al 18 aprile ad un rialzo del 13,5 per cento su base mensile del costo del barile di Brent. Le quotazioni del gas scendono, ma nei primi cento giorni del 2023 rimangono su un livello più che triplo rispeto a quello del 2019. I prezzi delle materie prime non energetche, seppur in discesa, a marzo 2023 rimangono del 46,9 per cento superiori alla media del 2019. Una crisi idrica conseguente alla siccità penalizzerebbe le 91mila imprese dei setori manifaturieri con un più intenso utlizzo di acqua localizzate nel Centro Nord, le quali danno lavoro a 1,1 milioni di addet e realizzano 197,6 miliardi di euro di export. Sul fronte dei cont pubblici, la streta monetaria ha spinto in alto la spesa pubblica per interessi che nel 2022 è salita al 4,4 per cento del PIL, un livello che non si registrava da oto anni. Tra il 2022 e il 2026 la spesa per remunerare i ttoli del debito pubblico sale di 17,4 miliardi di euro (+20,9 per cento), arrivando a 100,6 miliardi di euro, mentre uno dei pilastri del sistema di welfare, la spesa sanitaria, aumenta di soli 7,3 miliardi (+5,6 per cento), che in rapporto al PIL equivale ad una discesa di 0,7 punt. Tra il 2022 e il 2026 il DEF 2023 delinea un consistente sforzo fscale, con l’indebitamento che nel 2026 si colloca addiritura al di soto del limite del 3 per cento previsto dagli atuali tratat europei, accompagnando il sentero di discesa del rapporto tra debito e PIL.

Si fa concreta una pericolosa sincronizzazione restritva tra politca fscale e politca monetaria. Gli spazi fscali appaiono limitat per conseguire, nella prospetva di più lungo periodo, gli obietvi di una riduzione strutturale della pressione fscale sui fatori produtvi, della riqualifcazione della spesa pubblica e del sostegno della domanda per investment, che sarà penalizzata dalla streta monetaria. Su questo fronte, nel 2022 gli investment pubblici sono tornat a scendere (-1,1 per cento), invertendo la tendenza del precedente triennio.

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