STORIA DI UNA GABBIANELLA E DEL GATTO CHE LE INSEGNÃ’ A VOLARE
Ai piccoli alunni della scuola dell' infanzia dell' I.C. Mascali Le Maestre
C'era una volta... Kengah, una giovane gabbiana dalle piume color argento che volava con il suo stormo sulla foce del fiume Elba nel mare del Nord. Dall'alto vedeva le navi che uscivano dal porto.
« Banco di aringhe a sinistra! » annunciò il gabbiano vedetta. Lo stormo si tuffò per pescare il pesce fresco e saporito. Mentre Kengah pescava la quarta aringa non sentì il grido d'allarme: « Pericolo a dritta! Decollo d' emergenza! ». Kengah aprì le ali per spiccare il volo, ma una macchia di petrolio la sommerse.
Il petrolio le incollava le piume. Kengah con fatica riuscì a spiccare il volo. Guadagnò quota e, senza mai smettere di battere le ali, volò verso l' entroterra. Quando le sue ali si rifiutarono di continuare a volare precipitò su un balcone dove un gatto nero grande e grosso prendeva il sole. Si chiamava Zorba ed era un gatto nobile e buono. Kengah voleva deporre un uovo però fece promettere a Zorba di non mangiarlo, di averne cura e di insegnare a volare al piccolo.
Così Zorba cominciò a tener fede alle sue promesse e si addormentò con l' uovo bianco stretto a sè.
Per molti giorni Zorba rimase sdraiato accanto all'uovo, proteggendolo e riavvicinandolo con delicatezza ogni volta che con un movimento involontario lo allontanava di un paio di centimetri. Una sera lo svegliò un solletichio alla pancia. Aprì gli occhi e si accorse che, da una crepa del guscio, appariva una puntina gialla. Il pulcino beccò l' uovo fino a quando la testina bianca fece capolino. « Mamma! Mamma! »
Zorba accudĂŹ teneramente il piccolo procurandogli il cibo e proteggendolo dai pericoli.
Zorba aveva tanti amici gatti:Colonnello,Diderot, Segretario, Bobulina e Pallino. Insieme decisero di chiamare il pulcino Fortunata. La gabbianella crebbe in fretta, circondata dall' affetto dei gatti.
Fortunata credeva di essere un gatto e non voleva imparare a volare. ÂŤ Volare mi fa paura! Âť Zorba la incoraggiava teneramente leccandole la testa.
Nei giorni seguenti si verificarono degli episodi grazie ai quali i gatti capirono che la gabbianella voleva volare.
« Vuoi volare signorina? » indagò Zorba. « Sì. Per favore insegnatemi a volare ».
Ma le prime esperienze non ebbero successo.
I gatti decisero di chiedere aiuto ad un umano. Si rivolsero all'umano della gatta Bobulina perchè era un poeta e, anche se non sapeva volare con ali di uccello, volava con le parole.
« Puoi aiutarci? » domandò Zorba. « Credo di sì » rispose il poeta.
Quella notte salirono sul punto più alto della città: il campanile di San Michele. « Ora volerai, Fortunata. Respira. Apri le ali » miagolò Zorba. « Ti voglio bene. Sei un gatto molto buono » stridette Fortunata. « Ora volerai. Il cielo sarà tutto tuo » miagolò Zorba.
«VOLA SOLO CHI OSA FARLO!»
Le maestre della scuola dell' infanzia dell'I.C. Mascali.
9 Marzo 2020