Supplemento a “Tecnica ed Informazioni dalle Aziende� Anno 19 N. 6 Giugno 2011 - Copia omaggio (euro 1,80)
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ESTERI
Un po’ di Italia nelle nuove Torri Gemelle One World Trade Center o Freedom Tower (torre della libertà) è la nuova opera che, entro il 2013, sostituirà nel cuore di New York le Torri Gemelle distrutte durante gli attentati dell’11 settembre 2001. Per rivestire gli interni di questa importante opera è stato scelto il marmo di Carrara, per la precisione lo statuario venato, noto in tutto il mondo per la bellezza e l’unicità del colore e delle sfumature. La commessa da 5 milioni di euro è stata vinta dall’azienda italiana Savema di Pietrasanta, in provincia di Lucca – socio della Società Apuana Marmi – che per l’occasione lavora il marmo estratto dalla cava Bettogli. La torre di 108 piani sarà alta 541 metri, pari a 1776 piedi: un numero non casuale ma simbolico in quanto rappresenta l’anno dell’indipendenza degli Stati Uniti d’America. Il progetto di ricostruzione dell’area prevede anche la costruzione di altre tre torri, una residenziale e un museo.
Filmati e immagini, alla scoperta della storia e delle opere d’arte del Verano Ricco di opere d’arte e monumenti di forme, stili e tecniche differenti eseguiti dai più rappresentativi artisti operativi nel periodo compreso tra la metà dell’Ottocento e tutto il Novecento, il Cimitero del Verano a Roma è considerato un vero e proprio museo a cielo aperto. Collocato vicino alla Basilica di San Lorenzo – la costruzione medievale centrata da una bomba, demolita in varie parti e ricostruita, anche con l’utilizzo del materiale recuperato, subito dopo il bombardamento – nel corso della seconda guerra mondiale il cimitero fu colpito in vari punti da ordigni da 500 libbre. Duranti i cinque bombardamenti – 19 luglio e 13 agosto 1943 e 3, 8, e 14 marzo 1944 – subì gravi danni in tutte le sezioni, in particolare all’ingresso principale dove, nel viale d’accesso al quadriportico, le voragini ingoiarono cappelle e monumenti. Oggi è possibile approfondire questa importante pagina di storia del nostro Paese grazie a varie iniziative promosse dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma e alla costituzione di un centro di documentazione dei cimiteri storici. Aperto su richiesta e in occasione di ricorrenze (come l’anniversario del bombardamento di San Lorenzo) o iniziative (la settimana dei cimiteri storici), il centro di documentazione lo scorso mese di aprile ha organizzato un weekend di visite con l’esposizione di filmati sui bombardamenti a Roma. In particolare, i visitatori hanno potuto visionare filmati (concessi dall’archivio storico dell’istituto Luce) che documentano alcuni momenti salienti della storia del Verano tra il 1931 e gli anni Sessanta, compreso il tragico evento del bombardamento del 1943, e un filmato dell’archivio Rai Teche con le testimonianze sul bombardamento da parte degli abitanti del quartiere San Lorenzo. Ai filmati si sono aggiunte le proiezioni delle immagini di tombe distrutte dai bombardamenti e di articoli di giornale dell’epoca riguardanti l’attacco del 19 luglio 1943.
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Anno 19 - n. 6 Giugno 2011
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Tra le bellezze naturali della Valtellina
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GUIDATA DALLA PASSIONE E DALL’ESPERIENZA QUASI CENTENARIA, DA ORMAI CINQUE GENERAZIONI LA FAMIGLIA MAGNI RIESCE AD ACCONTENTARE LE RICHIESTE DI VARIE TIPOLOGIE DI CLIENTI, DALLE IMPRESE DI COSTRUZIONI AI PRIVATI, CON UN LAVORO RIGOROSAMENTE ARTIGIANALE COADIUVATO DA MACCHINARI ALL’AVANGUARDIA. Appena lasciato alle spalle il lago di Como si apre di fronte a noi uno scenario spettacolare: un fondovalle al quale fanno da contorno le importanti cime delle Alpi Retiche e delle Orobie. Siamo in Valtellina, in pro-
vincia di Sondrio, un territorio in grado di offrire numerose opportunità per godersi e ammirare la natura. Dalle palestre di roccia agli itinerari da percorrere a piedi o in bicicletta attraverso
La Magni Graniti dispone di un grande laboratorio, che si sviluppa su una superficie di circa 7mila metri quadrati coperti, e di un’ampia area dedicata all’esposizione di monumenti funerari.
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Lo staff della Magni Graniti di Cosio Valtellino, in provincia di Sondrio.
luoghi di interesse storico, culturale ed escursionistico, dalle numerose piste da sci ai sentieri innevati che si prestano a suggestive passeggiate o ciaspolate fino agli stabilimenti termali dedicati al benessere
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e al relax. Meta del nostro viaggio è la cittadina di Cosio Valtellino, dove andiamo a visitare la Magni Graniti, un’azienda che può vantare quasi 100 anni di attività nel settore della lavorazione del marmo e del granito. Sono i primi del Novecento quando Enrico Magni comincia l’attività di scalpellino. Intorno agli anni Trenta anche il figlio Andrea, che durante il periodo estivo si occupa della vendita dei gelati, in inverno aiuta il padre Enrico nella piccola attività di famiglia e negli anni Quaranta, dopo aver abbandonato l’attività di gelataio, si appas-
siona all’arte della pietra dura e si dedica totalmente a questa professione, riuscendo poi negli anni a trasmettere l’arte e l’esperienza ai propri figli – Franco, Enrico e Riccardo – e successivamente ai nipoti Walter, Giorgio e Andrea, oggi alla guida dell’azienda. Ma già si affaccia la quinta generazione, con Gianfranco ed Enrico impegnati nell’attività di famiglia. Accompagnati da Walter, iniziamo il nostro tour all’interno della Magni Graniti e, dopo
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plementi di arredo per bagno e per cucina. Tutto questo partendo da una lavorazione che, in accordo con la clientela, cerca di rispondere alle richieste più svariate in tutte le varie fasi, dalla progettazione fino alla realizzazione del prodotto e della messa in posa. Il nostro impegno è comunque quello di continuare a potenziare soprattutto il settore dell’arte funeraria». La gamma di materiali offerti dalla Magni Graniti è molto vasta e comprende varie tipologie di marmi e graniti sia nazionali sia internazionali, con una particolare specializzazione nella fornitura di graniti, serizi
aver visitato gli uffici amministrativi, raggiungiamo il laboratorio, che si sviluppa su una superficie di circa 7mila metri quadrati coperti, e l’ampia area esterna destinata all’esposizione di monumenti funerari. «Gran parte della nostra produzione, circa il 90%, si rivolge all’edilizia», ci spiega Walter. «Realizziamo pavimenti, rivestimenti di palazzi e facciate, scale, davanzali, ma anche com-
«Gran parte della nostra produzione, circa il 90%, si rivolge all’edilizia: dai pavimenti ai rivestimenti di palazzi e facciate fino a scale e davanzali. Ma il nostro obiettivo è anche quello di continuare a potenziare il settore dell’arte funeraria».
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e beole. L’azienda valtellinese acquista e lavora blocchi e lastre provenienti da ogni parte del mondo, avvalendosi di macchinari sempre all’avanguardia e impianti moderni. «La nostra grande esperienza in questo settore», conclude Walter, «ci consente di servire un’ampia clientela, dalle grandi imprese di costruzioni fino al privato, che ci riconosce non solo la velocità e la precisione ma anche la qualità del prodotto finito, frutto di accurati progetti personalizzati e di una lavorazione sempre attenta a valorizzare le caratteristiche dei diversi materiali utiM lizzati».
Andrea Magni, dopo aver affiancato il padre Enrico, si è dedicato totalmente a questa professione tramandando a figli e nipoti la passione e l’impegno. Oggi la Magni Graniti è gestita dai nipoti Walter, Giorgio e Andrea, già affiancati dalla quinta generazione.
INFORMAZIONI Magni Graniti Tel. 0342 635029 Fax 0342 636348 www.magnigraniti.it magni@magnigraniti.it
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i prodotti di
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EUREKA
Descrizione
Eureka è il nuovo gel lucidante appositamente studiato per lucidare sia pavimenti in granito e gres sia pavimenti in marmo. La sua formula consente inoltre di rilucidare pavimenti che con il tempo e l’usura hanno perso colore e brillantezza.
Utilizzo
Dopo aver applicato una piccola quantità di gel lucidante Eureka (circa 30 grammi) sul pavimento e aver aggiunto dell’acqua nebulizzata, si può procedere su una superficie di circa 1-2 metri quadrati con una monospazzola o una levigatrice fino alla completa asciugatura del gel.
Consigli
Prima dell’utilizzo si raccomanda una buona pulizia del pavimento. Nel caso di materiali molto porosi potrebbe essere necessario ripetere l’operazione. Se la lavorazione con la macchina risulta difficoltosa, a causa dell’attrito e del relativo surriscaldamento del pavimento, è sufficiente utilizzare acqua nebulizzata.
SINCE 1937
bellinzoni
Via Don Internet
i Bellinzoni 10_11Bellinzoni37Pubbli_Bellinzoni22PubbliOK 06/12/11 09.50 Pagina 2
per marmo
per granito
Via Don Gnocchi, 4 - 20016 Pero (MI) - Italy - Tel. 02 33 91 21 33 - Fax 02 33 91 52 24 nternet: http://www.bellinzoni.com - E-mail: info@bellinzoni.com
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Conferme per il prodotto italiano
DAI MATERIALI GREZZI A QUELLI LAVORATI, IL SETTORE ITALIANO NEL 2010 HA MOSTRATO UN TREND POSITIVO IN QUASI TUTTE LE VOCI. SECONDO I DATI RESI NOTI DALL’INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE DI CARRARA, L’EXPORT HA RAGGIUNTO 1,581 MILIARDI DI EURO E SUPERATO I 4 MILIONI DI TONNELLATE, CON UN INCREMENTO RISPETTIVAMENTE DEL 9,5% E DEL 14,9%.
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Polonia e Belgio. Volgendo lo sguardo agli altri continenti, vediamo l’Estremo Oriente che, più dinamico nell’import di marmi, sorpassa a valore Usa e Canada. Discorso a parte per la Cina che segna la crescita di marmi grezzi (poco meno di 83 milioni di euro) ma anche di lavorati di marmo e di granito. Spostandoci in America Latina, il trend positivo registrato dal Messico gli consente di raggiungere il Brasile. E le importazioni? In Italia nel 2010 hanno abbondantemente superato 1,8 milioni di tonnellate, con un leggero calo dovuto a granulati e polveri di marmo, per un valore di 438 milioni di euro. Con 223mila tonnellate di blocchi l’India è la maggiore fornitrice, anche se il materiale di maggior valore negli ultimi dodici mesi è giunto dal Brasile. Questi due Paesi, insieme al Sudafrica, ricoprono complessivamente il 60% dell’import M sia a valore sia a volume.
«Un risultato complessivamente soddisfacente quello dell’export di settore a livello nazionale, che comunque deve essere consolidato e che, per alcune voci, dovrà scontare i riflessi delle ultime turbolenze come quelle del mercato nord africano», afferma Giorgio Bianchini, il presidente dell’Internazionale Marmi e Macchine di Carrara, presentando i risultati del consueto lavoro di analisi dell’andamento della pietra naturale. «Esaminando le singole voci emerge che la positività del risultato è dovuta in parte considerevole ai marmi, sia grezzi sia lavorati, risorsa nazionale che si fonda su materiali ben conosciuti e apprezzati all’estero mentre per i graniti si deve riscontrare ancora una flessione sui valori medi dell’export. Tutto questo senza considerare i riflessi che potranno avere gli eventi del Giappone e quelli in atto nel Nord Africa per i quali ci auguriamo una rapida conclusione, soprattutto per le popolazioni interessate».
Al 31 dicembre 2010 le esportazioni italiane di marmi, graniti, pietre e travertini, grezzi e lavorati, hanno raggiunto i 4,144 milioni di tonnellate, con un incremento del 14,9%. Aumenta di 9,5 punti percentuali anche il giro d’affari che supera 1,580 miliardi di euro. Un confronto con gli anni passati dimostra che, per quanto riguarda le quantità esportate, sono stati raggiunti i livelli del 2008 anche se, in riferimento esclusivamente a questi ultimi dodici mesi, l’incremento non ha riguardato tutte le voci ma soprattutto materiali grezzi e semigrezzi. L’Unione Europea si conferma la principale area di sbocco per le esportazioni italiane, che a valore sfiorano i 468 milioni di euro, e il partner più importante resta la Germania grazie a granito (voce di maggior valore) e marmo lavorato che registrano segnali di ripresa sia nei volumi sia nei valori. Crescono le esportazioni anche verso altri Paesi dell’Unione, tra i quali Austria, Francia,
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Ho trovato!
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DISPONIBILE IN DUE VERSIONI, PER MARMO E PER GRANITO, IL NUOVO GEL PER LUCIDARE PAVIMENTI IN MODO SEMPLICE E VELOCE È DAVVERO UNA GRANDE SCOPERTA. ECCO PERCHÉ LA BELLINZONI HA DECISO DI CHIAMARLO EUREKA, NOME CHE RICORDA LA FAMOSA ESCLAMAZIONE GRECA PRONUNCIATA DA ARCHIMEDE DOPO UNA DELLE SUE PIÙ IMPORTANTI SCOPERTE.
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o due metri quadrati circa con una monospazzola (da 150-400 giri al minuto e minimo 30 kg di peso) o una levigatrice fino alla completa asciugatura del gel, ottenendo in questo modo la lucentezza desiderata. Se la lavorazione con la macchina risulta difficoltosa, a causa dell’attrito e del relativo surriscaldamento del pavimento, è sufficiente utilizzare acqua nebulizzata. Nel caso invece di materiali molto porosi potrebbe essere necessario ripetere il trattamento. Alla fine, per eliminare l’eventuale prodotto rimasto e neutralizzare l’acidità residua, procedere con il lavaggio e il risciacquo con acqua e una sostanza alcalina, come soda, bicarbonato o il detergente Ultrastripper, sempre M prodotto dalla Bellinzoni.
INFORMAZIONI Bellinzoni Tel. 02 33912133 Fax 02 33915224 www.bellinzoni.com info@bellinzoni.com
Geniale inventore e grande matematico dell’antichità, secondo la tradizione Archimede, colpito da un’intuizione mentre faceva il bagno, esultò a una delle sue più importanti scoperte esclamando Eureka! (Ho trovato!) e correndo per le strade della città. Proprio l’esclamazione greca è stata scelta dalla Bellinzoni come nome per l’innovativo prodotto: un gel in due versioni, per marmo e per granito, appositamente studiato per lucidare ma utile anche per rilucidare pavimenti che hanno perso la brillantezza e il colore a causa dell’usura. Il procedimento è molto semplice e veloce e va effettuato dopo un’accurata pulizia del pavimento – con la monospazzola e l’appropriato disco, in modo da eliminare lo sporco ed eventuali residui di cere e trattamenti –, un abbondante risciacquo e l’asciugatura con un aspiraliquidi. Lucido in poche mosse Disponibile in due versioni, per marmo e per granito, il gel lucidante Eureka deve essere distribuito direttamente sul pavimento accuratamente pulito. Bisogna prelevare una piccola quantità di prodotto (circa 30 grammi) e posizionarla sotto il disco, inumidire leggermente con acqua e lavorare su una superficie di uno
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Nuova base in marmo per i Bronzi di Riace
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PROGETTATE E FATTE REALIZZARE DALL’ENEA, LE NUOVE BASI SU CUI POGGIANO I BRONZI DI RIACE SONO IN MARMO DI CARRARA E ASSICURANO MAGGIORE SICUREZZA IN CASO DI OSCILLAZIONI DOVUTE AI TERREMOTI.
Assicurare il massimo isolamento delle statue nei confronti delle sollecitazioni dei terremoti nelle direzioni orizzontale e verticale. È con questo obiettivo che sono state progettate e fatte realizzare dall’Enea – l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – le innovative basi antisismiche su cui poggiano i Bronzi di Riace. «Il patrimonio culturale di cui dispone il nostro Paese rappresenta un’enorme ricchezza che va preservata con il massimo impegno e con le migliori competenze», ha commentato Giovanni Lelli, commissario dell’Enea, durante la conferenza stam pa di presentazione della basi antisismiche. «In questo ambito l’Enea è impegnata a sviluppare ampie si ner gie tra il mondo della ricerca e il settore dei beni culturali, mettendo a disposizione del nostro patrimonio storico e artistico tutte le migliori tecnologie realizzate nei nostri laboratori. L’ampio panorama di competenze professionali dell’Enea rende possibile un efficace approccio interdisciplinare, con attività che si svolgono sia nei
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laboratori sia direttamente sul campo, con interventi di indagine e conservazione del patrimonio culturale». Ogni base è composta da due blocchi di marmo sovrapposti all’interno dei quali si trovano quattro calotte concave contenenti quattro sfere, sempre di marmo. Sono proprio le calotte e le sfere a svolgere la funzione antisismica, coadiuvate da altri elementi dissipativi in acciaio inox installati fra i due blocchi che, in caso di terremoto, rendono minime le oscillazioni nella direM zione verticale.
I Bronzi di Riace Preziosa testimonianza della scultura greca classica e databili al V secolo a.C., i Bronzi di Riace sono stati ritrovati il 16 agosto 1972 a Riace Marina (RC). Affondati durante il naufragio di una nave che dalla Grecia li stava trasportando probabilmente a Roma, rappresentano due guerrieri eroi e sono stati realizzati con la tecnica della fusione a cera persa. Dal 1981 si trovano al Museo Nazionale di Reggio Calabria, dopo essere stati sottoposti a lavori di restauro – prima a Reggio Calabria e successivamente a Firenze – ed essere stati esposti a Firenze e a Roma.
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marmo & bellezza
Esposta quotidianamente ad aggressioni esterne, tra cui polveri, smog e vento, la pelle del nostro viso ha costantemente bisogno di cure. Appositi trattamenti quali scrub, peeling o gommage possono essere considerati il primo passo per renderla sana, liscia e luminosa e dovrebbero diventare una buona e costante abitudine. In pratica, attraverso l’applicazione di apposite creme si procede con la rimozione dello strato superficiale delle cellule morte e l’eliminazione di tutte le impurità. Un’operazione molto importante – per tutti i tipi di pelle ma soprattutto nel caso di pelli mature, spesse o con cicatrici e imperfezioni causate dall’acne – che nutre e contemporaneamente prepara la pelle ad altri trattamenti e a ricevere tutti i benefici delle creme applicate successivamente. Per un’esfoliazione del viso delicata e al tempo stesso molto efficace, l’azienda svizzera Karin Herzog propone la crema
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TRATTAMENTI COSTANTI COME L’ESFOLIAZIONE CONTRIBUISCONO A PURIFICARE E NUTRIRE LA NOSTRA PELLE, SPRIGIONANDO TUTTA LA SUA NATURALE LUMINOSITÀ E BELLEZZA. TRA I NUMEROSI PRODOTTI IN COMMERCIO, LA CREMA VISO ESFOLIANTE MILD SCRUB DELLA LINEA COSMETICA SVIZZERA KARIN HERZOG SI DISTINGUE PER IL PRINCIPIO ATTIVO UTILIZZATO: PARTICELLE DI MARMO MICRONIZZATE PERFETTAMENTE SFERICHE.
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Mild Scrub con particelle di marmo micronizzate. Uniche in quanto perfettamente sferiche, queste particelle di marmo contribuiscono a rinnovare le cellule e a liberare i pori dalle impurità, migliorando quindi l’assorbimento delle creme applicate successivamente. Adatta a tutti i tipi di pelle, tranne naturalmente quelle molto sensibili o con couperose, Mild Scrub con l’arrivo della bella stagione si rivela anche un’ottima alleata per l’abbronzatura in quanto prepara viso e collo a rispondere al meglio agli stimoli del sole o delle lampade. L’innovativa formula con particelle di marmo micronizzate è volutamente asciutta per limitare l’uso dell’acqua e quindi dei conservanti. Per quanto riguarda il suo utilizzo, Mild Scrub può essere applicata da una a quattro volte alla settimana. Dopo aver pulito la pelle del viso e del collo è sufficiente stendere uno strato sottile, massaggiare con movimenti circolari per M alcuni secondi e risciacquare.
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Un trio concreto e innovativo
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È QUELLO FORMATO DAI FRATELLI EMILIANO, EMANUELE E OMAR CASAGRANDE CHE GESTISCONO INSIEME LA IDEALMARMI CON SEDE A SANT’ALBERTO DI ZERO BRANCO, IN PROVINCIA DI TREVISO. UNA PASSIONE, QUELLA PER LA LAVORAZIONE DEI MARMI E DEI GRANITI, TRASMESSA DAL PADRE NATALINO CHE DOPO VARIE ESPERIENZE NEL SETTORE HA DECISO DI FONDARE CON SUCCESSO UNA PROPRIA ATTIVITÀ.
L’esterno della IdealMarmi di Sant’Alberto di Zero Branco, in provincia di Treviso, l’azienda di famiglia gestita dai fratelli Emiliano, Emanuele e Omar Casagrande. A destra, alcuni momenti di attività all’interno del laboratorio.
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Prima dell’istituzione dei Comuni alcune località del territorio veneto, non riuscendo a organizzarsi autonomamente, dipendevano da centri più grandi e importanti e venivano chiamati colmelli, oggi identificabili con i nostri quartieri. Il nostro viaggio alla scoperta dei marmisti italiani ci ha portato nella frazione di Sant’Alberto, un tempo nota come uno dei colmelli di Zero Branco, un Comune situato al confine meridionale della provincia di Treviso su un territorio pianeggiante e ricco di corsi d’acqua, tra cui il fiume Zero che attraversa proprio la piazza principale. A Sant’Alberto si trova la sede della IdealMarmi, un’azienda operante nel settore delle pietre naturali e artificiali (marmi, graniti, ardesie,
porfidi, agglomerati di quarzo) da ormai diversi decenni e gestita da due generazioni dalla famiglia Casagrande. I tre fratelli Emiliano, Emanuele e Omar collaborano intensamente in questa attività con l’obiettivo di apportare continui miglioramenti e soprattutto aggiornamenti a tutto ciò che il padre Natalino ha creato diversi anni fa. Dopo le prime esperienze come scalpellino – professione che gli ha permesso di imparare pian piano non solo a distinguere ma anche a conoscere le pietre dure e quindi a specializzarsi sulle tecniche e i modi più appropriati per tagliarle e lavorarle – Natalino ha maturato diversi anni di esperienza in piccoli laboratori artigianali e in aziende un po’ più grandi prima di decidere di mettersi in proprio. «Quella di mio padre per questa professione è stata da sempre una vera passione che è poi riuscito a trasmetterci», ci racconta Omar. «Il nostro impegno oggi è quello di continuare a portare avanti questa tradizione di famiglia con grande tenacia e deter-
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minazione per migliorare e potenziare ulteriormente questa attività. La nostra specializzazione spazia dal l’edilizia generale, come per esempio scale, pavimentazioni o rivestimenti di facciate, fino all’arredamento interno con camini o piani per cucine e bagni. Un ruolo importante è naturalmente svolto anche dal settore funerario, con la realiz-
zazione di numerosi monumenti». Disposto su una superficie di oltre 800 metri quadrati (con un ampliamento fino a 1.000 mq già previsto), il capannone destinato alla lavorazione dei vari materiali com prende diversi macchinari innovativi e di altissima precisione. Ai locali destinati agli uffici tecnico e amministrativo si aggiunge la sala mostra dove
La stretta collaborazione dei tre titolari consente alla IdealMarmi di apportare continui miglioramenti e aggiornamenti a tutto ciò che il padre Natalino ha creato diversi anni fa.
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il cliente ha la possibilità di poter visionare un’ampia gamma di materiali e colori ed essere guidato nella scelta della tipologia più adatta a realizzare il proprio progetto. Non mancano vari esempi sia di prodotti finiti sia di immagini che rappresentano importanti lavori commissionati da altri clienti e dai quali poter prendere spunto per ciò che si desidera realizzare.
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«La nostra attività si rivolge a privati, commercianti dell’arredo in genere e grosse imprese», conclude Omar, «che seguiamo accuratamente passo dopo passo, dallo studio tecnico iniziale che vede coin-
volti abili professionisti fino all’eventuale posa in opera o finitura, passando per la scelta del prodotto più idoeneo fino alla completa assistenza nel cantiere coinvolto M nel lavoro».
I fratelli Casagrande ripresi con lo staff della IdealMarmi.
INFORMAZIONI IdealMarmi Tel. 0422 345398 Fax 0422 488005 www.idealmarmi.com idealmarmi@idealmarmi.com
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Uno scorcio da via San Barnaba del Tribunale di Milano, di epoca fascista.
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A spasso con Milano
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È QUESTO IL NOME DEL CICLO DI PERCORSI CULTURALI CURATI DALL’ASSOCIAZIONE NEIADE IMMAGINARE ARTE PER RACCONTARE MILANO E LA SUA STORIA ATTRAVERSO L’ARTE E L’ARCHITETTURA. UNO DEI VARI PERCORSI PROPOSTI QUEST’ANNO, ARCHITETTURA E REGIME, HA PERMESSO DI AMMIRARE E CONOSCERE PIÙ A FONDO ALCUNE DELLE IMPONENTI OPERE REALIZZATE NEL CAPOLUOGO LOMBARDO DURANTE IL REGIME FASCISTA. Nel Ventennio fascista Milano ha visto la nascita di diversi edifici che ancora oggi testimoniano la volontà del regime di dimostrare e confermare la propria grandezza e potenza attraverso la realizzazione di opere imponenti e monumentali, strutture solide realizzate con materiali quali marmo, pietre e cemento. Non a caso l’associazione Neiade Immagi-
nare Arte ha scelto Architettura e Regime come titolo per l’itinerario recentemente proposto nell’ambito del ciclo di incontri culturali A Spasso con Milano. Punto di partenza è stato il Palazzo dell’Informazione o, come venne chiamato al tempo della sua costruzione (1938–1942), Palazzo del Popolo d’Italia in Piazza Cavour. Commissionato dallo stesso Mussolini all’architetto Giovanni Muzio, questo austero e
Itinerari insoliti in città Un’offerta ricca e innovativa dal punto di vista culturale e artistico caratterizza le proposte dall’associazione milanese Neiade Organizzare Arte: visite guidate a Milano e fuori città, eventi e progetti culturali, organizzazione di conferenze e convegni. A spasso con Milano è il titolo del ciclo di itinerari culturali che, giunto alla sua settima edizione, vuole raccontare a turisti e cittadini la città di Milano e la sua storia attraverso l’arte e l’architettura. «Si tratta di visite e percorsi insoliti che ampliano l’offerta culturale e turistica della nostra città divulgando i tesori artistici, la storia e le curiosità che Milano ha in serbo per i suoi stessi cittadini e per i tanti turisti», afferma Alessandro Morelli, assessore al turismo, marketing territoriale, identità del Comune di Milano. «L’assessorato al turismo ancora una volta è lieto di sostenere con il proprio contributo questa iniziativa. Percorreremo insieme le vie della nostra città, ci muoveremo nelle sue piazze e godremo della bellezza dei suoi gioielli storico-artistici e ambientali. Il percorso di quest’anno riprenderà dal secolo XIX: seguendo le rivoluzioni urbanistiche che hanno coinvolto la nostra città dall’era napoleonica all’Expo 1906, visitando i luoghi verdiani di Milano e camminando tra gallerie e passaggi segreti, per poi affacciarci al Novecento». Per informazioni www.neiade.com
monumentale edificio pensato per ospitare le agenzie di stampa e le testate giornalistiche si affaccia sulla piazza con una facciata di sei piani in cui trovano posto un porticato architravato alla base e una serie di tagli verticali che corrispondono alla finestratura dei piani. Al centro, simbolo del palazzo, il balcone scolpito in porfido e il grande bassorilievo in marmo di Carrara. Proseguendo verso il centro della città si raggiunge prima il Palazzo dell’Ina in Piazza Diaz – caratterizzato da facciate rivestite da differenti materiali lapidei come graniti e serizzi dalle tonalità scure ma anche marmi bianchi e rosati – e successivamente l’Arengario di Piazza Duomo, dove attualmente è allestito il Museo del Novecento, costituito da due edifici con facciate rivestite di marmo di Candoglia e caratterizzate da una doppia serie di arcate a tutto sesto e, alla base, portali rettangolari con cornici. Non manca l’occasione per parlare del Palazzo di Giustizia, situato lungo corso di Porta Vittoria su un’area di circa 30mila metri quadrati. A forma di trapezio, con otto cortili di differente grandezza e una torre di 61 metri di altezza, il palazzo è diviso in tre sezioni – la Corte d’Appello, il Tribunale e la Pretura – con facciate marmoree che vedono un susseguirsi di finestre e portali, quattro ingressi principali alcuni ingressi minori. Entrando, la severa architettura lascia spazio ad ambienti ricchi di opere artistiche come, per esempio, l’aula della Corte d’Appello civile dove si possono ammirare le varie tonalità di colore dei marmi, delle pietre di rivestimento e delle vetrate accanto a tre bassorilievi che danno vita a M un imponente trittico.
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Un lungo viagg i
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È QUELLO CHE L’AUTRICE MARIELLA PASINI CI INVITA A FARE SFOGLIANDO LE PAGINE DEL SUO DOPPIO LIBRO ”LA MORBIDEZZA DEL MARMO“ E “SULLA VIA DEL MARMO”, DOVE LA PASSIONE E LA VOGLIA DI SCOPRIRE COINVOLGONO IL LETTORE SPINGENDOLO A RICERCARE LE STESSE SENSAZIONI E A VIVERE LE STESSE EMOZIONI. Guardare e spiegare il marmo da due diversi punti di vista, quello del sogno e quello della realtà, che si incontrano in un emozionante racconto di storie sognate e di vicende vissute. «… la realtà ha senso se è la tensione costante verso la realizzazione del sogno… il sogno non è illusione, evasione del chimerico, cedimento alla fantasmatica allucinazione, fuga onirica, ma progetto, pianificazione strategica di un percorso teso al raggiungimento di un obiettivo e alla realizzazione di un desiderio… il sogno, secondo la sua prospettiva, investe la realtà e la piega, la condiziona, la modifica, la migliora; la realtà si impadronisce del sogno, lo trasforma in progetto e lo realizza…». Da questo breve estratto della prefazione emerge chiaramente il concetto di duplicità espresso continuamente nell’opera di Mariella Pasini. Singolare anche nella forma, il libro double face può essere iniziato in modo indifferente da una parte o dall’altra, ha una doppia copertina, due titoli – ”La morbidezza del marmo” e “Sulla via del marmo” –, due diversi caratteri di scrittura, due percorsi da leggere e guardare che si incontrano al centro del volume.
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Una suggestiva immagine delle cave, cuore dell’opera e punto di incontro delle due parti del libro. A destra, le due copertine del libro dal doppio titolo “La morbidezza del marmo” e “Sulla via del marmo”.
g io emozionale 24_27Libro_Layout 1 06/12/11 09.55 Pagina 25
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Mariella Pasini, l’autrice del libro. Per maggiori informazioni, contattare l’autrice al numero 3338804118 oppure via e-mail all’indirizzo m.ariella@alice.it
Alla scoperta di un nuovo ambiente Questo doppio libro si presenta come un lungo viaggio emozionale che porta alla scoperta del mondo del marmo, della durezza che caratterizza il lavoro di cavatori o marmisti e della morbidezza intesa non solo come capacità della pietra di modellarsi nelle mani dell’uomo, ma anche sotto molti altri aspetti. Il viaggio di Mariella Pasini –
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che la porterà a indagare ed esplorare qualsiasi traccia del marmo nelle espressioni d’arte e nelle attività economiche – prende il via da un primo contatto avvenuto due anni fa quasi per caso, quando decide di partecipare a un concerto di Fausto Leali organizzato proprio nelle cave di Botticino. Colpita e impressionata dalla grandezza, dalle forme, dai colori, dalle suggestioni, Mariella Pasini si ritrova improvvisamente a guardare con occhi diversi le cave. «… quella sera mi sono resa conto di trovarmi in un posto speciale… l’idea di cava cominciava a scavare dentro di me…». Viste sempre da lontano – da piccola come luoghi un po’ inquietanti e, con il passare del tempo, punto di riferimento geografico per ritrovare la strada di casa – da questo momento le cave di Botticino rappre sentano un nuovo ambiente, speciale e spettacolare. «… supero presto la diffidenza per questo ambiente che non mi aveva mai convinta del tutto… da allora ha sempre bussato la voglia di ritornarci, possibilmente con la luna piena, che con i suoi
«… sono seduta su una spiaggia e in religioso silenzio ammiro l’oceano. Gli rendo omaggio ascoltandolo e il suo respiro profondo si fonde con il mio. Alla mia sinistra intravedo dei rilievi scuri. Guardo meglio: vedo una cava marmifera e mi perdo a osservarla: i suoi riflessi prima si riflettono, poi si scompongono…»
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tagli di luce disegna la maestosità delle pareti e lo schema di lavoro, rischiara gli angoli più bui, riflette il candore dei blocchi e illumina l’immobile vitalità della mon tagna fino a farla brillare…». Immagini che accompagnano e completano il testo Dopo il primo incontro casuale le cave appassionano Mariella Pasini, che cerca così di approfondire il più possibile questo tema anche visitando i luoghi che sono stati in grado non solo di emozionarla ma anche di spingerla a riproporre queste sensazioni usando parole e immagini. Il testo è infatti accompagnato e spesso completato da circa 500 immagini, selezionate fra più di 7mila scattate dall’autrice, che presentano il particolare universo del marmo focalizzandosi su una molteplicità di soggetti. Si passa dalle cave vere e proprie – che documentano la durezza di questa attività portata avanti da generazioni di cavatori e marmisti – ai laboratori dove il marmo prende forma dalle abili mani di
professionisti e artisti, dalle costruzioni (piazze, chiese, monumenti ecc.) che impreziosiscono le nostre città, testimoniando l’importanza storica di questo materiale e della sua arte, fino alle soluzioni più innovative e moderne. Visitare le fiere del settore si rivela un ulteriore stimolo per l’autrice che, girando per gli stand, sente quanto le meraviglie che sta ammirando la arricchiscano sempre più. «… ho letto tre belle parole che definiscono il marmo: forza, passione, arte, e altre che lo contraddistinguono: costanza, pazienza, creatività, bellezza, armonia… morbidezza, leggerezza, colore, calore, trasparenza…». A lei la pietra trasmette sicurezza, calore, potenza, energia; per lei la pietra amplifica e rende tutto più suggestivo. Dove c’è la pietra, dove brilla il marmo, respira il fascino del mistero, della storia, dell’antico, dell’archeologia. Queste caratteristiche ispirano l’autrice a descrivere anche incontri con l’arcobaleno, con i gatti, con la luna. Tutto parte e riporta sempre al marmo. Le cave diventano la ragione del libro ma anche il pretesto per entrare nelle nostre cave e vengono viste e intese anche come interiorità, come memoria, come scavo, come scalata. «… i blocchi di marmo sembrano pagine di un grande libro aperto… gli scavi scrivono sulle loro pagine la storia
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della Terra… le gradinate invitano ad andare in alto… mi sento davanti a opere incompiute, a sculture non definite… ho la sensazione di trovarmi in un luogo sacro… l’Umanità è stata scritta sulla pietra…». E ancora, «… vedere la montagna a nudo, che mette in mostra le sue parti più intime, mi dà l’impressione che fra il cielo e la terra ci sia come una linea di confine segnata dalle bancate, uno spazio di divisione fra interno ed esterno, una linea che divide quello che c’è sopra da quello che c’è sotto, ma che nello stesso tempo unisce, mostrandone le bellezze senza coperture… ». Mariella Pasini paragona anche il marmo alle persone, alle molte espressioni e caratteristiche che si rispecchiano nell’uomo e alla testa che, come il marmo, ha bisogno di essere scoperta, scavata, rinnovata per dare il meglio di sé. Dalla testa alla conoscenza il passaggio è automatico e di riflesso arriva alla coscienza che pensa trovarsi nelle parti più profonde. Tornano quindi in gioco le cave, associate alle nostre cavità dove, per vedere e capire cosa c’è, cosa succede e cosa si può estrarre, bisogna scavare.
anche con occhi diversi: nella realtà e nel sogno, alla luce del sole e nel buio degli anfratti, nelle nuvole e nelle pozzanghere, immedesimandosi perfino nelle colonne e nelle macchine, nella colomba e nell’uovo che si dischiude. La capacità di vedere le cave e di “penetrare” le ha consentito scoperte sorprendenti. Questo doppio libro provoca molte emozioni e riflessioni in chi lo legge: nei destinatari che si rapportano con il mondo
del marmo e in quelli che vogliono conoscere realtà nuove e scoprire se stessi, che desiderano muoversi e realizzare i propri sogni, che capiscono l’importanza di cambiare schema, che apprezzano il valore dell’emozione, che riescono a conciliare la materia con lo spirito e ad abbandonare la superficie per immergersi nel profondo, estraendo fuori e dentro di sé il meglio che M si può, proprio come nelle cave.
I vari modi di vedere e comprendere il marmo Mariella ha saputo guardare quindi il marmo
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Benessere e tradizione
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DA OLTRE 170 ANNI LE TERME DI CASTROCARO, IN PROVINCIA DI FORLÌCESENA, SONO NOTE PER LE PROPRIETÀ BENEFICHE DELLE PROPRIE ACQUE SALSOBROMOIODICHE E SULFUREE E PER I FANGHI A MATURAZIONE NATURALE. IMMERSO IN UN PARCO DI ALBERI SECOLARI, IL CENTRO TERMALE OFFRE PIACEVOLI MOMENTI DI RELAX PER RITROVARE LA PERFETTA ARMONIA DI CORPO E MENTE. Uno splendido giardino del Novecento – otto ettari di parco con sedici chilometri di percorso tra piante secolari e fiori, labirinti incantevoli, una piscina d’acqua dolce e un campo da minigolf – conduce e fa da sfondo alle Terme di Castrocaro, in provincia di Forlì–Cesena. Le proprietà delle acque minerali di Castrocaro, anche se già conosciute in epoca romana, divennero note nel 1838 quando
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un medico del posto le utilizzò a scopo terapeutico per la guarigione di una grave ulcera alla mano di una donna. La notizia si diffuse rapidamente e il grande afflusso di gente portò, qualche anno dopo, alla realizzazione di un piccolo centro termale. Agli inizi del Novecento vennero scoperti nuovi pozzi di acqua sulfurea e si diede il via anche alla produzione di fanghi a maturazione naturale.
Gli imponenti lavori di ampliamento voluti da Mussolini portarono infine all’inaugurazione nel 1938 del complesso che copriva una superficie di oltre 2.400 metri quadrati ed era originariamente composto da tre strutture: lo stabilimento dei bagni, oggi centro benessere, il grand hotel terme e il padiglione delle feste. Oggi presso il centro termale di Castrocaro si può trovare un’ampia offerta di cure e
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trattamenti che spaziano da fanghi, bagni e massaggi per i casi di artrosi o reumatismi ai bagni sulfurei e salsoiodici per malattie cutanee, acne e dermatiti varie. Il centro benessere consente inoltre di ritagliarsi speciali momenti di completo relax scegliendo tra massaggi (in tutte le sue varianti, ayurvedici, shiatsu, estetici), bagno turco con cromoterapia, sauna, bagno di vapore termale in grotta a 42 gradi di temperatura e umidità al 98%, piscina con idromassaggio e molto altro ancora. Non mancano infine trattamenti dedicati alla cura del corpo e del viso, come per esempio l’esfoliazione, le maschere di fango o i trattamenti antirughe e antinvecchiamento. Acqua e fanghi Grazie all’ottimale composizione chimica, le acque salsobromoiodiche (fortemente saline) e sulfuree (dal caratteristico odore di uova marce dovuto alla presenza di idrogeno solforato) che confluiscono negli stabilimenti termali di Castrocaro nella maggior parte dei casi possono essere utilizzate senza diluizioni o particolari preparazioni. Non meno note solo le proprietà dei fanghi,
definiti di velluto per la finezza dell’argilla utilizzata. Dopo l’estrazione dalle cave situate sulle colline intorno al centro termale, l’argilla viene miscelata con l’acqua salsobromoiodica proveniente da depositi di acqua marina risalenti a diversi milioni di anni fa e portata alla luce attraverso appositi pozzi per poi essere depositata in sei laghetti di raccolta.
La miscela di fanghi e acqua viene messa a riposare, per un periodo che va dai sei ai nove mesi, in apposite vasche all’interno della storica “fabbrica del fango”, un edificio industriale risalente ai primi del Novecento. Oltre a donare un nuovo splendore alla pelle, i fanghi hanno effetti benefici su artriti, artrosi, reumatismi, sciatiche e M postumi traumatici.
TERME DI CASTROCARO Via Marconi, 15/16 47011 Castrocaro Terme (FC) tel 0543 412711 info@termedicastrocaro.it www.termedicastrocaro.it www.tecnicaed.it
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Perché ? ?? ?? ?
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LA PASTA ABRASIVA LUCIDA
PARTICELLE DI ABRASIVO
CERA
PICCOLI RILIEVI RIMASTI DOPO LA LEVIGATURA
PORI DEL MARMO
1. LA PASTA ABRASIVA È COMPOSTA DA CERA E ABRASIVO MORBIDO E FINISSIMO CHE INTACCA SOLAMENTE I PICCOLI RILIEVI LASCIATI DALL’ABRASIVO USATO PER LA LEVIGATURA.
2. IL CALORE GENERATO DALLO SFREGAMENTO FA SCIOGLIERE LA CERA CHE, TRASCINANDO CON SE LE PARTICELLE DI ABRASIVO, VA A LIVELLARE LE IMPURITÀ PRESENTI SULLA SUPERFICIE E CHIUDE I PORI DEL MATERIALE.
A cura del centro ricerche della Bellinzoni
3. LA SUPERFICIE DELLA PIETRA, PERFETTAMENTE LISCIA, RIFLETTE AL MASSIMO LA LUCE.
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