Mario Vargas Llosa, È pensabile il mondo moderno senza il romanzo?, in Il romanzo, a cura di Franco Moretti, volume I, Einaudi, 2001.
€ 20,00 Poste Italiane S.p.A Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Roma/Aut. N 56/2007"
Vite che non sono la mia: realtà letteraria e relazione analitica rivista di psicologia analitica Nuova serie Volume 89/2014 n. 37
Andare a cavalcare insieme allo smorto Ronzinante e al suo scapestrato cavaliere per le terre della Mancia, percorrere i mari alla ricerca della balena bianca con il capitano Achab, prendere l’arsenico con Emma Bovary o trasformarsi in insetto con Gregor Samsa, è un modo astuto che abbiamo inventato per alleggerire noi stessi dalle offese e dalle imposizioni di quella vita ingiusta che ci costringe a essere sempre gli stessi mentre vorremmo essere molti, quanti ne occorrerebbero per soddisfare gli incandescenti desideri da cui siano posseduti. Il romanzo placa soltanto momentaneamente quell’insoddisfazione vitale, ma, in quel miracoloso intervallo, in quella sospensione provvisoria della vita in cui ci immerge l’illusione letteraria – che sembra strapparci dalla cronologia e dalla storia e trasformarci in cittadini di una patria senza tempo, immortale –, siamo altri.
Bernardo Baratti Sonia Bergamasco Daniela Bonelli Bassano Susanna Chiesa Maria Teresa Colonna Rita Corsa Pina Galeazzi Nicole Janigro Paolo Jedlowski Silvia Lagorio Mario Lavagetto Fabio Madeddu Chiara Mirabelli Clementina Pavoni Anna Pintus Lella Ravasi Giovanna Rosadini Filippo Strumia Emanuele Trevi
Vite che non sono la mia Realtà letteraria e relazione analitica
a cura di Clementina Pavoni
rivista di psicologia analitica nuova serie
rivista di psicologia analitica Nuova serie n. 37 Volume 89/2014
Rivista di Psicologia Analitica nuova serie A cura di Clementina Pavoni Bernardo Baratti Sonia Bergamasco Daniela Bonelli Bassano Susanna Chiesa Maria Teresa Colonna Rita Corsa Pina Galeazzi Nicole Janigro Paolo Jedlowski Silvia Lagorio Mario Lavagetto Fabio Madeddu Chiara Mirabelli Clementina Pavoni Anna Pintus Lella Ravasi Giovanna Rosadini Filippo Strumia Emanuele Trevi
Vite che non sono la mia
RealtĂ letteraria e relazione analitica
Redazione Paolo Aite, Stefano Carrara, Stefano Carta, Maria Teresa Colonna, Pier Claudio Devescovi, Pina Galeazzi, Romano Màdera, Alessandro Macrillò, Angelo Malinconico, Barbara Massimilla, Daniela Palliccia, Clementina Pavoni, Lella Ravasi. Direzione Paolo Aite (Responsabile) Stefano Carta Angelo Malinconico Segretaria di redazione Roberta Canton Comitato Scientifico Internazionale Eugenio Borgna (Novara), Ricardo Carretero Gramage (Palma di Maiorca), Domenico Chianese (Roma), Christian Gaillard (Parigi), René Kaës (Lione), Renos Papadopulos (Londra), Andrea Sabbadini (Londra). La Rivista di Psicologia Analitica è riconosciuta come pubblicazione di elevato valore culturale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
La rivista di Psicologia Analitica si riceve per abbonamento annuale o biennale; inoltre è distribuita presso Feltrinelli e le migliori librerie da: JOO DISTRIBUZIONE - Via F. Argelati, 35 - Milano. ©2014 Editore Gruppo di Psicologia Analitica Via Madonna dei Monti 91 – 00184 Roma redazione@rivistapsicologianalitica.it www.rivistapsicologianalitica.it
N° iscrizione ROC: 16139 ISSN 0392-9787 Registrazione Tribunale di Roma n. 210 in data 3 maggio 1996 Periodicità semestrale
INDICE
Editoriale di Clementina Pavoni
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9
di Mario Lavagetto
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13
di Nicole Janigro
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29
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41
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71
di Bernardo Baratti
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89
di Chiara Mirabelli
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89
di Filippo Strumia
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111
di Rita Corsa
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129
Una lettera di Giacomo Debenedetti
Vite clinica romanzo
Psicanalisi e letteratura ai confini dell’anima di Maria Teresa Colonna
Le fiabe del focolare o l’horror del focolare di Lella Ravasi
«Dove le tenebre brillano». L’universo contraddittorio della letteratura
Chi non ha il suo minotauro?
L’emergenza del verso. Note di analisi della poesia
«Perduta nella vasca d’ombre». Amelia Rosselli traduce Sylvia Plath
Uno scenario narrativo per il giovane adulto: una ricerca aperta di Fabio Madeddu
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141
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161
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179
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199
di Anna Pintus
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215
di Silvia Lagorio
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227
di Lella Ravasi
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237
di Emanuele Trevi
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241
Forme della memoria. Attorno a qualche storia di Conrad di Paolo Jedlowski
Angoli di solitudine: la narrativa di Marlen Haushofer di Susanna Chiesa
«Come un fragile ponte di fortuna gettato nel vuoto». Parole per ricomporre fratture e rinascere al sentire, alla vita, al mondo. di Daniela Bonelli Bassano
…Facciamo che io ero lo psicoanalista…. Giochi narrativi di Christopher Bollas
Jung e Eliade. La rivelazione delle nozze e della morte
Appunti su Anna Karénina
Karénina. Prove aperte d’infelicità Sonia Bergamasco
recensioni Lella Ravasi Bellocchio: Come una pietra leggera. Giochi di sabbia che curano, Skira, Milano, 2013. Pina Galeazzi
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255
Enrico Ferrari: L’ambiguità del patire. Quando la Psicopatologia svela le radici culturali del presente, Moretti & Vitali, Bergamo, 2014. Clementina Pavoni
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258
Ella Berthoud e Susan Elderkin: Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno, Sellerio, Palermo, 2013. Nicole Janigro 261 >>
Rita Corsa e Gabriella Gabriellini: Corpo Generazioni e destino, Borla, Roma, 2012. >>
263
Giovanna Rosadini
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266
gli autori
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271
Lella Ravasi
Valeria Parrella: Tempo di imparare, Einaudi, Torino, 2013.
Vite che non sono la mia: realtà letteraria e relazione analitica Clementina Pavoni
1) B.H. Ogden e T.H. Ogden (2013), L’orecchio dell’analista e l’occhio del critico, CIS Editore, Milano, 2013.
Di quale realtà è costituita la scrittura letteraria? Che tipo di realtà è vissuta nel dialogo della stanza d’analisi? Quale relazione si struttura nella lettura o nella scrittura di un testo letterario? Qualcosa di simile alla relazione analitica? La lettura letteraria ha un ruolo terapeutico? Ecco, i vari contributi di questo volume della Rivista di Psicologia Analitica cercano di aprire e di sviluppare, se non rispondere, a questi interrogativi. «Vite che non sono la mia» è il titolo di un romanzo di Emmanuel Carrère, ed è stato, come spiega Nicole Janigro, il titolo di un ciclo di incontri presso Philo, Scuola Superiore di Pratiche Filosofiche, in cui un gruppo di psicoanalisti e studiosi è stato invitato a parlare della propria esperienza di lettori di romanzi. Una parte dei contributi a questo volume facevano parte di quell’esperienza. Benjamin H. Ogden e Thomas H. Ogden (1) parlano del Lettore Letterario Psicoanalitico. Gli autori tracciano un parallelo tra i lavoro del critico letterario e il lavoro dell’analista. Il punto d’incontro è un testo che parla a un lettore che lo sappia leggere negli interstizi del linguaggio. Si potrebbe dire che l’analista sia un critico del testo che gli viene offerto e che abbia affinato le proprie capacità di let9
tura attraverso l’approfondimento di testi letterari. Proprio perché il testo letterario rimanda a un altrove, non può spiegare tutto come un testo scientifico, apre alla funzione della rêverie, fa agire una funzione immaginifica di altri mondi, di altre possibilità. Egli [il Lettore Letterario Psicoanalitico] ritiene che la voce nella letteratura trasmetta particolari stati emotivi, e che questi stati emotivi della mente possano essere uditi e compresi nello stesso modo in cui gli stati emotivi possono essere uditi e compresi quando sono parlati da un paziente, o da un’altra persona (pag. 22).
Quindi il luogo dove siamo trasportati nella lettura della scrittura letteraria e che ci permette di intravvedere altri mondi emotivi, altre strutture mentali, è quel luogo dove vige un’altra forma di pensiero, un pensiero sognante di attenzione fluttuante, si diceva una volta, ma dopo Bion possiamo anche dire un pensiero che abbraccia l’altro e i suoi stati emotivi e che crea un luogo terzo d’incontro e comprensione. Un pensare inconsciamente (2). Perché, come dice Prospero nella Tempesta di Shakespeare: Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni e la nostra breve vita è racchiusa in un sonno (3)
I personaggi letterari con cui si è aperto il dialogo attraverso il canale della lettura sono fatti della stessa sostanza dei sogni. Una sostanza molto sottile, evanescente, ma non per questo non reale. Fatti di un’altra realtà, come la realtà delle immagini dei sogni, come la particolare realtà della relazione analitica: la realtà forse più reale perché intessuta degli affetti e dei sentimenti più nascosti, non oggettivabile, ma fonte di trasformazioni profonde. Perché la vita dei personaggi letterari è sostanza psicologica, che vive di notte, come dei sogni, come testimonia Ernesto Sabato: Il pensiero puro di un scrittore è il suo lato diurno, mentre le sue finzioni partecipano del mondo mostruoso delle tenebre. L’anima, tra la carne e lo spirito, ambigua e angosciata, trascina-
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2) Ibidem.
3) W. Shakespeare. La tempesta (tr. it. P. Bertinetti), Einaudi, Torino, 2012.