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ROCCO IANNONE Ferrari style
l’approccio a questa nuova sfida?
L’approccio è avvenuto con grande rispetto, cercando di comprendere l’anima di un brand cioè entrare nei gangli e cogliere il senso dei motivi per cui un marchio si stabilizza nell’immaginario collettivo con forza ed efficacia e capire quali sono le leve che hanno contribuito a far diventare Ferrari un brand-culto universalmente riconosciuto. La cultura e la comprensione sono le direttrici per me fondamentali per afferrare le ragioni del brand. È vero che Ferrari non ha mai avuto a che fare con la moda fino ad oggi, ma è un nome fortemente legato alla cultura e al costume, per cui osservare la sua emanazione attraverso l’industria cinematografica, riflettendo sulle modalità con cui ha penetrato il nostro immaginario collettivo, è stata la forma d’ispirazione maggiore e soprattutto il punto di partenza.
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Il Ferrari Style si è diffuso rapidamen - te dall’Europa agli Stati Uniti all’Asia. Si aspettava un successo così immediato e globale?
Immaginavo un ampio coinvolgimento, considerando che Ferrari suscita molto interesse, curiosità ed è oggetto di passioni da parte di un pubblico estremamente vasto. Quando abbiamo fatto il primo show, a seguito del lancio del nostro progetto, non mi aspettavo di raccogliere numeri così importanti in termini di attenzione, di audience. L’ interesse mediatico è durato davvero a lungo, è stato quasi un endless coverage quello che ci ha colpiti che assolutamente non mi aspettavo. È stato un momento scioccante quello del primo show, perché c’erano varie aspettative, si presumeva fosse un progetto estremamente sportivo, quindi un’evoluzione più tecnica del merchandising che già esisteva o che fosse una virata verso un mondo molto tailoring, molto tradizionale, molto italiano, molto made in Italy, invece noi abbiamo sparigliato le carte, proponendo un immaginario potente e deciso, dinamico e contemporaneo, rivolto ad un pubblico estremamente giovane. La disruption che abbiamo creato è stato uno degli elementi che ha fatto sì che questa endless coverage diventasse un effetto domino molto affascinante. Come ha tradotto i caratteri iconici delle auto Ferrari in linguaggio moda?
Quando parliamo dell’oggetto Ferrari, parliamo di un corpo e in quanto tale è fatto di un’anatomia, di un lessico e di una narrativa visiva, è fatto di superficie, di colore, di linea, di forma, e di conseguenza, sono tutti aspetti che si possono declinare in un progetto moda che al corpo poi deve essere associato. Il linguaggio creativo del Ferrari Style va oltre la moda, rispecchia il nostro tempo. Chi sono i principali destinatari?
È un look contemporaneo, con il quale non vogliamo esser escludenti rispetto a tutti coloro che approcciano il brand, ma nel momento in cui si fanno scelte estetiche è necessario individuare un pubblico al quale porre attenzione. Con questo progetto, si vuole portare il brand, anche attraverso alcune scelte qualitative, verso un pubblico giovane che difficilmente accede alle auto ma che ama Ferrari. Un focus importante è stato quello sulle giovani donne, ma la sorpresa interessante è che, nonostante avessimo in mente un target specifico, la risposta più ampia è giunta dalle donne sopra i trent’anni che probabilmente non hanno uno storico che le influenzi, in quanto dal brand non sono mai state corteggiate, per cui si interviene su una white canvas. Con la presenza a Como, Ferrari scrive un nuovo capitolo nella storia di Tessabit in un contesto altamente votato alla bellezza. Come è nato questo connubio di eccellenze?
Quando il progetto è nato, ci siamo interrogati su chi potessero essere quei player in grado di rappresentare l’eccellenza nel nostro Paese, per cui ne abbiamo selezionati pochi e di qualità in grado di poterci portare ad un pubblico al quale aspiravamo arrivare. Quando si parla di Tessabit si parla di un’eccellenza sul territorio, che raggiunge la clientela a cui siamo interessati e in grado di rappresentare, con il giusto livello di equity, il nostro brand. Non poteva esserci un partner migliore. Noi scegliamo di collaborare con chi rappresenta l’alto pregio nei vari campi e quei pochi multibrand con i quali abbiamo deciso di entrare in contatto sono coloro che, nel loro territorio, sanno distinguersi per raffinatezza. Nel progetto è interessante rivelare una dualità perché si trova sia un’anima tradizionale italiana sia una di contemporaneità internazionale. La possibilità di raccontare entrambi i target, di poterli esprimere senza che risultino discrepanti, penso che sia una grande forza.
Last November, the TESSABIT store, a Comobased reference point for fashion trends, presented the Fall/Winter 2023/24 collection created by Rocco Iannone for Ferrari. The project of transposing Maranello's iconic brand into the world of fashion was a quite complex operation, the creator of this challenge being creative director Rocco Iannone, who counts in the development of his aesthetic vision a professional path with Dolce & Gabbana, Giorgio Armani and Pal Zileri. The ambitious project goes beyond the simple marketing operation, achieving a design language in line with the heritage of the brand synonymous with the pre-eminence of Made in Italy. Ferrari, a name that represents Italy in the world. A symbol of absolute excellence, more than a brand it is a symbol, a story.
What creative language did you use for the approach to this new challenge?
The approach was made with great respect, trying to understand the soul of a brand that is, to get into a brand's roots and grasp the sense of the reasons why a brand stabilizes in the collective imagination with strength and effectiveness and to understand what are the levers that have contributed to Ferrari becoming a universally recognized brand-cult. Culture and understanding are the key directions for me to grasp the reasons for the brand. It is true that Ferrari has never had anything to do with fashion until now, but it is a brand that is strongly linked to culture and custom, so observing its emanation through the film industry, reflecting on the ways in which it has penetrated our col- lective imagination, has been the major form of inspiration and above all the starting point. Ferrari Style spread rapidly from Europe to the United States to Asia. Did you expect such immediate and global success?
I imagined a wide involvement, considering that Ferrari arouses a lot of interest, curiosity and is the object of passions by an extremely wide audience. When we did the first show, following the launch of our project, I did not expect to gather such large numbers in terms of attention, audience. The 'media interest really lasted a long time, it was almost an endless coverage what hit us that I absolutely did not expect. It was a shocking moment that of the first show, because there were various expectations, it was assumed to be an extremely sporty project, so a more technical evolution of the merchandising that already existed or that it was a turn toward a very tailoring, very traditional, very Italian, very made in Italy world, instead we spread the cards, proposing a powerful and decisive, dynamic and contemporary imagery, aimed at an extremely young audience. The disruption we created was one of the elements that made this endless coverage become a very fascinating domino effect. How did you translate the iconic characters of Ferrari cars into fashion language?
When we talk about the Ferrari object, we are talking about a body, and as such it is made of an anatomy, a lexicon and a visual narrative, it is made of surface, color, line, shape, and as a result, these are all aspects that can be declined in a fashion project that to the body then has to be member. The creative language of Ferrari Style goes beyond fashion, it reflects our time. Who are the main target audience?
It is a contemporary look, with which we do not want to be exclusionary with respect to all those who approach the brand, but when making aesthetic choices it is necessary to identify an audience to which to pay attention. With this project, we want to bring the brand, also through some qualitative choices, toward a young audience that hardly accesses cars but loves Ferrari. An important focus was on young women, but the interesting surprise is that although we had a specific target in mind, the widest response came from women over 30 who probably do not have a historical to influence them, as they have never been courted by the brand, so we intervene on a white canvas. With the presence in Como, Ferrari writes a new chapter in Tessabit's history in a context highly devoted to beauty. How did this union of excellence come about? When the project was born, we asked ourselves who could be those players capable of representing excellence in our country, so we selected a few and of quality that could take us to an audience we aspired to reach. When we talk about Tessabit we are talking about an excellence on the ground, reaching the clients we are interested in and able to represent, with the right level of equity, our brand. There could not have been a better partner. We choose to collaborate with those who represent high value in the various fields, and those few multibrands we have decided to get in touch with are those who, in their territory, know how to stand out for refinement. In the project it is interesting to reveal a duality because there is both a traditional Italian soul and one of international contemporaneity. The possibility of telling both targets, of being able to express them without them being diverging, I think is a great strength.