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La storia della navigazione sul lario approda a Mercanteinfiera
di Francesca Indraccolo foto Courtesy Mercanteinfiera
Il Lago di Como è un polo motonautico di assoluta eccellenza forte di una tradizione millenaria che ha lasciato in eredità un patrimonio unico e prezioso. La storia della produzione lariana di imbarcazioni da pesca, diporto, competizione, trasporto merci o persone è stata la protagonista della mostra “Onda su onda: alle radici della navigazione”, svoltasi dal 4 al 12 marzo a Parma in occasione della XXVII edizione di Mercanteinfiera, manifestazione di rilievo internazionale dedicata all’antiquariato, al design storico, al modernariato e al collezionismo vintage che ha ospitato oltre mille espositori. Realizzata con il Museo Barca Lariana e curata da Michele Seghetti, l’esposizione, una delle collaterali di questa edizione, ha proposto delle vere e proprie chicche. In mostra sono state portate alcune barche storiche legate a storie d’amore, a vicende di intrepidi piloti e a intriganti misteri carbonari oltre a rari pezzi d’epoca. I visitatori della fiera parmense hanno potuto ammirare da vicino, tra le altre, la barca di Silvio Pellico, lo scrittore, poeta e patriota che amava contemplare il lago dai giardini di Villa Balbianello a Lenno discutendo di Italia e di rivoluzione. Tra le curiosità, il ferro di prua e il timone decorato della Gondola di Villa Carlotta, utilizzata dalla principessa Carlotta e dal marito, il duca Giorgio II di Sassonia Meiningen. Una sezione è stata dedicata a una serie di prestigiosi motori, come il potentissimo entrobordo Chrysler Riva, lo storico fuori - bordo Soriano e Vigentini Ciuicì, avveniristico motore elettrico degli anni 60. Ad arricchire la rassegna anche oggetti legati alla nautica come antichi parabordi, giubbotti salvagenti, estintori, mezzi marinai e remi delle gloriose società canottieri medaglie d’oro e d’argento a Londra 1948 e Melbourne 1956. Un viaggio, quello narrato da “Onda su Onda”, che affonda le sue radici in un lontano passato. “Tutto iniziò in epoca romana. Nel 59 a.C. – spiega Seghetti - Giulio Cesare capì presto che la via lacustre consentiva una rapida ascesa verso le terre del Nord e il Lago di Como divenne una vera e propria autostrada d’acqua verso le lande germaniche. Giulio Cesare decise di rifondare la gallica Comum e di insediarvi una colonia greca grazie alla quale viene avviato lo sviluppo cantieristico navale”. Il fiorire degli scambi commerciali e il definitivo passaggio di Como sotto i Visconti ebbero una positiva influenza sulla vita economica del Lago. Il profondo legame tra i lariani e la barca fu suggellato anche da secoli di guerre navali, con il Lago al centro di continue contese. Nel ‘700 arrivò la pace. “Con la dominazione austriaca - prosegue il curatore - i commerci ripartirono con grande slancio. Nel 1777 fu risolto il problema delle rapide di Paderno; con il nuovo naviglio le merci raggiungevano direttamente Milano transitando per l’Adda e la Martesana. Si usavano barconi e burchielli, lunghi fino a venti metri”. Il ‘700 fu il secolo delle dimore neoclassiche. Nacque, così, l’e - sigenza di eleganti barche da diporto. Alcuni squeraroli veneziani si trasferirono sul Lario e tra questi ci fu Ferdinando Taroni, la cui famiglia era probabilmente originaria di Carate Lario ed emigrata a Venezia intorno al 1400. “Taroni aprì il suo cantiere a Carate Lario nel 1790. I cantieri Taroni divennero presto i migliori costruttori navali d’Italia e fucina per giovani e talentuosi maestri d’ascia. L’intero parco di gondole naviganti sul Lario usciva dal loro cantiere”, ricorda Seghetti. Nell’800 nasce la navigazione civile e il Piroscafo Lario sarà il primo battello a vapore a solcare le acque del Lago. Fu il secolo che vide l’arrivo dei primi uomini d’affari inglesi che importarono sul Lago i primi Thames-A-Rater, velocissimi velieri. Gli abili maestri d’ascia lariani assorbirono anche le tecniche inglesi e, soprattutto, l’uso massiccio del prezioso mogano. “E nel pieno fermento romantico, un manipolo di intrepidi nobili e industriali lombardi - prosegue il curatore –organizzò la prima regata velica di cui si abbia notizia in Italia”. La cantieristica si sviluppò, tra gli altri, con gli Abbate, e con Pietro Riva che, dopo aver imparato il mestiere dallo zio Gaetano, allievo dei Taroni, partirà per Sarnico per dare vita al marchio nautico più prestigioso al mondo. “Ancora oggi, i lariani Folli e Lillia sono i migliori costruttori di barche Classe Star al mondo. Forse non è un caso, e così vogliamo immaginare, che la Maranello dell’acqua sia nata proprio qui”, conclude Seghetti. Per info: www.museobarcalariana.it
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