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Frontiere di Pace La solidarietà non si ferma
Èpartita un anno fa, dalla parrocchia di Rebbio, la cordata di solidarietà che negli ultimi 12 mesi ha portato in Ucraina aiuti umanitari provenienti dal nostro territorio. “E’ un’iniziativa nata spontaneamente - ci spiega Giambattista Mosa, coordinatore di Frontiere di Pace - che poi ha coinvolto sempre più persone e realtà. Oggi ci appoggiamo alla parrocchia di Maccio che è diventata il nostro quartier generale. Nella chiesetta viene raccolto tutto il materiale che poi sarà consegnato in Ucraina. Abbiamo iniziato con i primi viaggi che ci hanno condotto, a marzo del 2022, al confine con la Polonia. Con il passare del tempo e grazie a un contatto stretto con padre Ihor Boyko, rettore del seminario greco cattolico di Lviv, ci siamo addentrati in questo paese martoriato dalla guerra e lo scorso agosto abbiamo fatto il nostro primo viaggio fino a Kharkiv. Qui abbiamo avuto modo di toccare con mano la situazione drammatica in cui vivono migliaia di famiglie, soprattutto donne e bambini, che nel centro raccolta di questa città si recano una volta alla settimana per ritirare cibo, indumenti e medicine”. A Kharkiv il cibo viene portato e distribuito settimanalmente presso la chiesa di San Nicola Taumaturgo alla quale i volontari comaschi partecipano attivamente. Lo stesso avviene anche nella chiesa di San Demetrio dove è attivo un call center grazie al quale gli abitanti dei villaggi limitrofi, che non possono raggiungere il centro cittadino, inoltrano le loro richieste. Le famiglie vengono poi raggiunte a domicilio da suor Olexia insieme ai volontari ucraini e di Frontiere di Pace. È poi partito l’ambizioso progetto, portato a termine, Un Bilico per Kharkiv e Kherson. “La svolta – prosegue Gianbattista Mosa - c’è stata a febbraio quando da Maccio sono partiti due bilici, grazie anche alla collaborazione della Caritas Diocesana, che hanno raggiunto appunto Kharkiv e Kherson. Noi volontari abbiamo seguito, come è sempre accaduto, questi viaggi per dare una mano e allo stesso tempo per essere sul campo in prima persona. Sono stati distribuiti 10 ton - nellate di generi alimentari, oltre a giocattoli, in ognuna delle città. Durante i nostri viaggi incontriamo persone di ogni età e raccogliamo testimonianze che possano poi diventare documenti per sensibilizzare giovani, ma non solo, alla reale situazione che si vive in questo paese. A Kherson il centro di raccolta e distribuzione è il monastero di San Volodymyr dove ci sono i padri Basiliani, da dove partono anche i rifornimenti per i villaggi vicini. Kherson è una città che è stata prima occupata poi liberata e l’atmosfera che si respira è quella di un vero campo di battaglia e purtroppo ancora oggi le ore sono scandite dal rumore della guerra ancora molto vicina”. La strada, ci spiega Giambattista, è ancora lunga. “Assolutamente. Nei prossimi viaggi organizzeremo con dei furgoni trasporto di cibo che verrà consegnato direttamente nei villaggi a tutte quelle famiglie che non hanno la possibilità di raggiungere la città. Per questo prosegue la nostra raccolta di generi alimentari e medicinali che in questo momento sono le prime necessità”. info.frontieredipace@gmail.com
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