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PLINIO: EFFETTO SERRA A VILLA BERNASCONI

di Aldo Premoli

Bernasconi

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Nei trentasette libri della sua Naturalis Historia, Plinio si prefigge di raccogliere e catalogare l’intero scibile del mondo antico. Si tratta di un’opera enciclopedica, giunta millenni primi dell’Enciclopedia di Diderot e D’Alambert. Plinio la compila come si trattasse di una bussola per orientarsi nel mare magnum dei fenomeni naturali. Quella che noi contemporanei indichiamo come “Natura” viene raccontata da Plinio facendo apparire il mondo come una serra rigogliosa colma di ogni meraviglia. Plinio il Vecchio è nato a Como nel 23 d.C e comincia a compilare la sua Naturalis Historia a Roma nel 70 d.c. per presentarla all’imperatore Tito nel 77 d.C. Lo fa dopo aver intrapreso numerosi viaggi in quello che era allora il mondo conosciuto: ma leggere i suoi scritti, ancora oggi non può lasciare indifferenti. Duemila anni dopo, in occasione delle celebrazioni del secondo millennio della sua nascita, quel racconto induce a interrogarsi sullo stato di salute della sua - ora nostra - serra. La Naturalis Historia non è però solo un’opera di compilazione, Plinio ritiene che la Natura sia l’unico Dio con cui l’uomo possa confrontarsi. Il suo sentimento è persino meno antropocentrico di quanto lo sia stato il nostro sino al secolo scorso: Plinio non ha mai immaginato che la natura fosse un mero contorno, una scenografia all’interno della quale si sviluppava tutto l’agire umano. Solo da qualche tempo noi moderni ci siamo però resi conto di fare parte di un sistema complesso e complementare dove non ci sono primi attori, comparse e scenografie come ruoli immutabili. E’ intorno a questa riflessione che Vanni Cuo - ghi ha costruito la sua “opera” installata a Villa Bernasconi in occasione delle celebrazioni per il bimillenario pliniano. Al centro della hall della villa, nel grande spazio che accoglie i visitatori, l’artista ha previsto elementi botanici ricostruiti come grandi quinte teatrali a loro volta immersi in una ampia scenografia verde. Nelle altre stanze del piano rialzato sono disposti dodici diorami che raccontano storie di grandi uomini spesso divenute mito. Sono storie ricavate da leggende orali o scritture che hanno come attori “piccoli-grandi” esseri umani: Plinio appunto ma anche Socrate o Leonardo… tutti comunque sovrastati da una “natura” che partecipa alle vicende che si consumano all’interno di queste minuscole serre. I diorama di Cuoghi sono dunque un’ambientazione (in questo caso su piccola scala) nella quale elementi appartenenti al regno vegetale o al regno animale sono presentati in una ricostruzione in piccola scala. Diffusosi a partire dalla prima metà nel XIX il diorama è ancora oggi utilizzato per uso tecnico, soprattutto ingegneristico e architettonico, in quanto permette di ricreare ambientazioni che permettono effetti quanto più possibile realistici. Cuoghi però è un artista, ed è un artista dotato di una straordinaria capacità di inserire i suoi lavori nello spazio oltre e al di fuori della parete. In Villa Bernasconi usa questa come altre tecniche per ottenerne un effetto poetico. PLINIO. Effetto serra dunque è tutt’altro che una mostra solo celebrativa, tantomeno è retorica: a Cuoghi gli scritti del grande comasco sono serviti da stimolo per una riflessione che ci coinvolge tutti.

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