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ROBERTA AMADEO Passione handbike

di Elisabetta Comerio

foto Roberta Amadeo, Valerio Pagni

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Roberta Amadeo è l’atleta comasca campionessa del mondo di handbike nel 2019 e 2021, due volte presidente di Aism, ma soprattutto una donna il cui carisma e la cui forza si fanno sentire a ogni incontro. Siamo curiosi di sapere come è nata questa sua passione sportiva che l’ha portata a salire su podi internazionali nella disciplina da lei tanto amata.

Come è nato l’amore per l’handbike?

Sono sportiva nel DNA e infatti già da bambina praticavo judo a livello agonistico. Poi ho dovuto interrompere per problemi fisici che con il tempo ho scoperto essere dovuti alla mia malattia. Infatti, nel 1992 ho avuto la diagnosi di sclerosi multipla e ho dovuto accantonare l’attività sportiva per problemi legati alla mia patologia e per la ferma posizione dei medici neurologi rispetto al training e all’affaticamento. Infatti, uno dei sintomi più trasversali della sclerosi multipla è proprio la stanchezza. Non un affaticamento che si risolve con una bella dormita, ma una stanchezza centrale che secondo i medici era difficile contrastare se associata a un affaticamento anche fisico. Dopo, grazie a nuovi studi portati avanti dall’AISM e dalla sua Fondazione il vento è girato e si è provato a valutare se il training potesse in qualche modo lavorare positivamente anche sul discorso della stanchezza. In questo contesto, casualmente, il 2 giugno del 2010 ho letto la notizia di una gara di handbike a Bregnano organizzata dal team del paese e ho detto a mio nipote se voleva venire con me a fare qualche foto, una mia grande passione. Sono tornata a casa con la proposta del presidente Carlo Ricci di entrare a far parte della squadra. Dopo due mesi sono andata a fare la prova e oggi, a distanza di 13 anni, mi sto allenando come se fosse il primo giorno.

A che punto siamo con l’handbike in Italia?

Negli ultimi anni il movimento ha avuto un’esplosione e oggi si contano oltre 400 atleti. Va considerato che l’handbike è una disciplina costosa, a partire dalla bicicletta da competizione che ha prezzi davvero elevati. Per fortuna alcune società come la nostra hanno a disposizione bicilette lasciate da alcuni atleti che vengono utilizzate per le prove e l’addestramento.

E il movimento comasco?

In provincia c’è un’unica squadra, TEAM MTB “BEE AND BIKE” di Bregnano, che pratica paraciclismo. Siamo 9 atleti, provenienti non solo da Como, ma anche da altre province.

Quando la impegna questa attività?

Sono seguita da un preparatore e mi alleno 6 giorni su 7, mediamente dalle 2 alle 4 ore al giorno. Alcuni allenamenti prevedono che io faccia 60, 70 e anche 80 km al giorno. Ci sono giornate invece nelle quali faccio allenamenti più specifici sulle brevi distanze e poi c’è tutto il lavoro in palestra.

Si parla tanto di inclusione e il TEAM MTB “BEE AND BIKE” di Bregnano ne è un grande esempio con l’apertura ad atleti normodotati. Ce ne parla Alberto, atleta della squadra di Bregnano. Inizialmente seguivo mia moglie Grazia alle gare – ci racconta Alberto – per scattare fotografie e darle assistenza durante la competizione. Poi mi sono chiesto: perché non posso provare anche io? Abbiamo scoperto che in Europa esisteva già la possibilità per i normodotati di fare gare di handbike così ho provato, mi sono divertito e dopo aver chiesto alla Federazione la possibilità di farlo, dal 2017 partecipo alle competizioni nazionali.

Il primo in Italia?

Si - ci spiega Roberta. Alberto è stato il primo normodotato in Italia che ha deciso di mettersi in competizione con atleti cosiddetti disabili. Qualcuno non è molto contento di questa apertura che invece, secondo me, è un’occasione per alzare ancora di più il livello del confronto”.

Anche Grazia, del team di Bregnano, ci racconta la sua esperienza.

Ho seguito per molto tempo mio marito Alberto durante le gare in bici e mountain bike e per 5 anni ho ricoperto il ruolo di responsabile del settore ciclismo del CSI. Però a un certo punto mi è venuta voglia di divertirmi e competere. Ho perso una gamba nel 1978, ma non per questo ho smesso di praticare sport. Alberto e io abbiamo iniziato con il tandem e per un periodo ho praticato il ciclismo utilizzando una bici tradizionale che viene modificata secondo l’handicap delle persone. Durante una gara però sono caduta e da allora non riesco a stare in sella per più di mezz’ora. Da quel momento è iniziata la mia esperienza con l’handbike. Ora ho in mano la bicicletta della campionessa del mondo - sorride - molto prestazionale e non posso fare altro che divertirmi!

Si avverte un rapporto di grande complicità tra Roberta, Alberto e Grazia, che va ben oltre lo spirito agonistico.

Ci divertiamo molto insieme – ammette Roberta -. Detto questo, è importante non dimenticare l’impegno che è necessario mettere in questo sport. Le gare possono andare in tutti i modi, l’importante è avere la coscienza pulita. La sclerosi multipla sarà sempre una scocciatura ma non sarà mai un alibi.

Determinazione, apertura, condivisione e passione. Questi gli ingredienti di una squadra davvero vincente, come dimostrano Roberta, Alberto e Grazia.

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