Roma, 22 e 23 maggio 2015 Convegno nazionale Hotel Ambasciatori Palace Via Vittorio Veneto, 62, Roma
La Magistratura italiana e le sfide del cambiamento
Nell’epoca d’oro della Pandettistica, Savigny osservava come il diritto dipende dai costumi e dallo spirito di ciascun popolo e, come tale, è in continua evoluzione e trasformazione, così come avviene per il linguaggio. Tali considerazioni appaiono del tutto attuali nel tempo presente, in cui i cambiamenti si susseguono sempre più celeri, in un contesto globalizzato, dando luogo a quella che è stata definita una società liquida. In questo contesto, la Magistratura è chiamata a prendere coscienza del nuovo ruolo di attore del cambiamento, con il delicato compito di contribuire a definire il quadro di riferimento entro cui indirizzare gli impulsi innovativi della post-modernità. I magistrati italiani non possono sottrarsi alle sfide di una società in continua evoluzione e fortemente caratterizzata dalla dimensione europea, ove la piena tutela dei diritti presuppone una formazione professionale al passo dei tempi, che consenta di adeguare i canoni dell’interpretazione giudiziaria alle nuove esigenze, nel rispetto dei principi fondamentali, primo fra tutti quello della tutela della persona. Come osservava Rosario Livatino, in una conferenza del 1986 sul ruolo del magistrato, «compito del magistrato non deve (…) essere solo quello di rendere concreto nei casi di specie il comando astratto della legge ma anche di dare alla legge un’anima, tenendo sempre presente che la legge è un mezzo e non un fine». Le sfide della modernità, dunque, devono essere affrontate senza perdere di vista i valori fondamentali del nostro ordinamento. La sfida dei tempi attuali, cui l’amministrazione della giustizia è chiamata a rispondere in tutte le sue componenti, è la capacità di coniugare efficienza, qualità e garanzie, onde assicurare un servizio giustizia che fornisca al cittadino e agli operatori economici risposte rapide e qualitativamente adeguate agli interessi in gioco. Fondamentale, a tal fine, appare la necessità di interrogarsi sulle cause delle inefficienze accumulate dalla Giustizia in questi anni. Gli ultimi dati del Rapporto Cepej 2014, che vedono i magistrati italiani tra i più produttivi d’Europa, dimostrano come l’immane carico degli uffici giudiziari non sia stato generato a causa dello scarso impegno e della ridotta produttività dei magistrati. Al contrario, ciò è avvenuto nonostante l’enorme impegno e l’elevata produttività di giudici e pubblici ministeri. Le carenze, di tutta evidenza, sono altrove, in ambito processuale, nella penuria delle risorse strumentali, nel numero eccessivo di avvocati. Al di là della questione dell’accesso alla professione legale, per risolvere in radice i problemi legati all'efficienza della giustizia sono necessari, da un lato, interventi organici che riguardino i sistemi sostanziali e processuali di diritto penale e civile (tra di essi: la riforma dei riti speciali e del sistema delle impugnazioni nel processo penale, l’introduzione di nuove tecniche di redazione dei provvedimenti giudiziari, la revisione del giudizio di legittimità nel rito civile), dall'altro la dotazione di adeguate risorse tecnologiche e di personale amministrativo, la cui carenza è divenuta insostenibile negli uffici giudiziari. La professionalità del magistrato, peraltro, non si esaurisce solo nella “cultura giuridica” dello ius dicere, richiedendo i tempi attuali un pieno utilizzo delle risorse offerte dalla “cultura gestionale”.
Nel quadro complessivo del recupero di efficienza del sistema giudiziario, il tema dell’organizzazione del lavoro giudiziario e dell’ottimizzazione delle risorse assume carattere centrale. Si tratta di un ambito nel quale sono diverse e complementari le competenze del Consiglio Superiore della Magistratura e del Ministro della Giustizia e su cui hanno incidenza rilevantissima i provvedimenti di formazione primaria di carattere ordinamentale e finanziario. Organizzazione e ottimizzazione delle risorse sono parte integrante del quadro di riferimento costituzionale che delinea il percorso della giustizia in cammino lungo due direttrici parallele, costituite dai principi di autonomia - indipendenza - imparzialità della Magistratura e da quelli di efficienza - efficacia - buon andamento del sistema giudiziario. Anche l’efficienza dell’organizzazione, tuttavia, non è condizione sufficiente per la realizzazione di una Giustizia al servizio del cittadino. Per raggiungere tale obiettivo è ineludibile la riforma del governo autonomo della Magistratura. Cambiamento che prima ancora che dalla politica deve provenire dallo stesso CSM, nelle vesti di una meditata autoriforma. Occorre prendere atto delle criticità che hanno segnato l'operato del CSM in questi ultimi anni, le cui delibere non sempre hanno garantito le esigenze di trasparenza, comprensibilità e certezza delle decisioni consiliari. Per questo si impone una profonda revisione della normazione secondaria, soprattutto in quei settori connotati da ampia discrezionalità. In tal senso, un chiaro indirizzo volto all’attuazione dei principi di trasparenza e semplificazione va rinvenuto nella delibera del 24 luglio 2014, con cui il CSM, su proposta della III Commissione referente, ha provveduto a un’opera di riscrittura della circolare sui trasferimenti, con l'intento di rendere più chiara e semplice la disciplina sulla mobilità dei magistrati. Nella medesima prospettiva di garantire le esigenze di trasparenza, comprensibilità e certezza delle decisioni consiliari appare centrale la modifica dei criteri di conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi proposta dalla V Commissione referente del CSM. L’iniziativa si pone in linea con le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica emerito, Giorgio Napolitano, in occasione della cerimonia di insediamento dell’attuale Consiglio. Affermava il Presidente che «all'amplissima discrezionalità di cui il Consiglio gode nel valutare i requisiti attitudinali e di merito dei magistrati al fine del conferimento di posti direttivi e semidirettivi deve dunque accompagnarsi una più netta "presa di distanze" dalle appartenenze, che rischiano di viziare di pregiudizialità le valutazioni». Il seminario, promosso da MAGISTRATURA INDIPENDENTE (M.I.), articolato in due sessioni, si prefigge lo scopo di offrire utili spunti per definire il percorso che attende il sistema Giustizia e la Magistratura italiana dinanzi alle sfide del cambiamento. MAGISTRATURA INDIPENDENTE (M.I.) è una Associazione di magistrati, il cui impegno si fonda sulla tutela dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura, nel loro significato costituzionale. Autonomia e indipendenza non sono, pertanto, privilegi dell'Ordine giudiziario ma valori strumentali al corretto esercizio della giurisdizione.
L’effettiva imparzialità costituisce il carattere essenziale del magistrato aderente a Magistratura Indipendente, che - nell’attività giudiziaria come in quella associativa - ispira la propria azione all’esclusione di ogni forma di collateralismo politico e partitico. In tale prospettiva, M.I. afferma l'unità e l'apoliticità dell'Ordine giudiziario e persegue la tutela della dignità morale e materiale della magistratura. Opera nell'ambito dell'Associazione Nazionale Magistrati e delle organizzazioni internazionali delle magistrature. L’impegno prioritario di M.I. è in nome di un’indipendenza dell'Ordine giudiziario che rappresenti una effettiva garanzia per i cittadini. Centrali, pertanto, appaiono gli obiettivi di fornire una risposta di giustizia adeguata ed efficiente, di realizzare una giurisdizione adeguata alla dimensione europea e internazionale e alle moderne esigenze di cooperazione giudiziaria, di promuovere più moderni ed elevati livelli di professionalità dei magistrati, sul piano tecnico e deontologico.
Coordinamento scientifico Vittorio Corasaniti - Baldovino de Sensi - Gianluca Grasso - Enrico Mengoni Segreteria organizzativa Giancarlo Testa Per l’iscrizione al Convegno inviare un messaggio di posta elettronica a: mi.convegno2015@gmail.com
In copertina: Kazimir Malevic (1878-1935), Suprematismo.composizione inoggettuale, olio su tela.
Venerdì 22 maggio 2015 ore 15:00 Indirizzi di saluto GIOVANNA NAPOLETANO (Presidente di Magistratura Indipendente) ANDREA ORLANDO (Ministro della Giustizia) RODOLFO SABELLI (Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati) ore 15:30 Introduzione dei lavori ANTONELLO RACANELLI (Segretario Generale di Magistratura Indipendente)
Prima Sessione La Magistratura italiana e le sfide del cambiamento ore 15.45 La legge, l’economia e il giudice: prevedibilità della decisione, tempi della giustizia e costi economici GIOVANNI LEGNINI (Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura) ore 16.15 Il Giudice e i diritti: le sfide dell’interpretazione. GUIDO PIFFER (Presidente di sezione del Tribunale di Milano) ore 16.45 Il pluralismo culturale e la formazione dei magistrati: una dialettica attuale? LUISA NAPOLITANO (Consigliere della Corte d'appello Venezia) ore 17.15 L’evoluzione della nomofilachia: il dialogo tra le Corti. MARGHERITA CASSANO (Consigliere della Corte di Cassazione) ore 17.45 Le riforme dell'autogoverno e la Carta Costituzionale. ANTONIO MURA (Capo del Dipartimento per gli affari di giustizia del Ministero della Giustizia) Coordina: CLAUDIO GALOPPI (Componente del Consiglio Superiore della Magistratura) ore 18.15
dibattito ore 19.30 Chiusura dei lavori ore 21.00 Cena Sabato 23 maggio 2015
Seconda Sessione Forum L’amministrazione della Giustizia e il governo autonomo della Magistratura: quali prospettive di riforma? ore 9.00 MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI (Componente del Consiglio Superiore della Magistratura) PAOLA BALDUCCI (Componente del Consiglio Superiore della Magistratura) RENATO BALDUZZI (Componente del Consiglio Superiore della Magistratura) ALFONSO BONAFEDE (Vice Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei deputati) GIULIA BONGIORNO (Avvocato) DONATELLA FERRANTI (Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei deputati) VALERIO FRACASSI (Componente del Consiglio Superiore della Magistratura) ANTONIO LEONE (Componente del Consiglio Superiore della Magistratura) LORENZO PONTECORVO (Componente del Consiglio Superiore della Magistratura) MARIA ROSARIA SAN GIORGIO (Componente del Consiglio Superiore della Magistratura) TOMMASO VIRGA (Presidente di sezione del Tribunale di Palermo) FAUSTO ZUCCARELLI (Procuratore della Repubblica aggiunto presso il Tribunale di Napoli) Coordina: LUCA FORTELEONI (Componente del Consiglio Superiore della Magistratura) ore 13.00 Chiusura dei lavori