Le 21 Costituenti - 8 marzo

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Maria Agamben Federici Adele Bei Bianca Bianchi Laura Bianchini Elisabetta Conci Maria De Unterrichter Jervolino Filomena Delli Castelli Nadia Gallico Spano Angela Gotelli Angela Maria Guidi Cingolani Nilde Iotti Teresa Mattei Angelina Merlin Angiola Minella Molinari Rita Montagnana Togliatti Maria Nicotra Fiorini Teresa Noce Ottavia Penna Buscemi Elettra Pollastrini Maria Maddalena Rossi Vittoria Titomanlio

Moderne, libere e democratiche. Le 21 donne elette all’Assemblea Costituente provenivano da esperienze politiche diverse ma seppero lavorare insieme per consegnare al nostro paese un sistema di valori comuni e condivisi. Rappresentarono e diedero voce alle esigenze di tutte le italiane chiedendo uguaglianza tra i sessi, tutele sul lavoro, sostegno familiare, garanzie per la maternità e pari opportunità . Fu una rivoluzione.



Il 2 giugno 1946 il suffragio universale e l’esercizio dell’elettorato passivo portarono per la prima volta in Parlamento anche le donne. Si votò per il referendum istituzionale tra Monarchia o Repubblica e per eleggere l’Assemblea Costituente che si riunì in prima seduta il 25 giugno 1946 a Montecitorio. Su un totale di 556 deputati furono elette 21 donne: 9 della Democrazia cristiana, 9 del Partito comunista, 2 del Partito socialista e 1 dell’Uomo qualunque. Alcune di loro divennero grandi personaggi, altre rimasero a lungo nelle aule parlamentari, altre ancora, in seguito, tornarono alle loro occupazioni. Tutte, però, con il loro impegno e le loro capacità, segnarono l’ingresso delle donne nel più alto livello delle istituzioni rappresentative. Donne fiere di poter partecipare alle scelte politiche del Paese nel momento della fondazione di una nuova società democratica. Per la maggior parte di loro fu determinante la partecipazione alla Resistenza. Con gradi diversi di impegno e tenendo presenti le posizioni dei rispettivi partiti, spesso fecero causa comune sui temi dell’emancipazione femminile, ai quali fu dedicata, in prevalenza, la loro attenzione. E, anche se rappresentavano solo il 4% dei deputati, la loro presenza fu fondamentale. Così il loro contributo che fu straordinario: le neo-elette parlavano in nome dei partiti ma anche in nome delle donne, rappresentando istanze ‘trasversali’ a tutti i gruppi e a tutti i programmi politici. Il loro lavoro non fu facile, su di loro era alta l’attenzione ma anche la diffidenza di alcuni: “la novità del giorno” erano state definite in un servizio giornalistico dell’Istituto Luce. Bisognava “corrispondere”, dunque, all’attesa del Paese. Delle ventuno deputate, cinque – Ottavia Penna, Maria Federici, Nilde Iotti, Angelina Merlin e Teresa Noce – parteciparono ai lavori della “Commissione dei 75”, incaricata dall’Assemblea Costituente di elaborare la proposta di Costituzione da discutere in plenaria.


E le Costituenti risposero con una linea politica nuova, differente, “di genere”. Partecipare ai lavori della Costituente diede loro l’occasione di lavorare per la conquista di una cittadinanza femminile realmente simmetrica. In tempi in cui le donne erano sottoposte alla patria potestà, non accedevano a molti ruoli della Pubblica Amministrazione e la disparità salariale uomo-donna era prevista dalla legge, le neo-deputate sostennero il diritto alle pari opportunità e all’uguaglianza tra i sessi sia nel campo lavorativo che in quello familiare. Furono loro affidati specialmente, ma non solo, i temi della famiglia, della maternità e dell’infanzia ritenuti “più femminili”. I documenti delle Commissioni confermano che operarono con rigore e in modo solidale, equo, guidato da un forte senso della giustizia. Portano chiaramente il loro segno l’art. 3 che disciplina il principio di uguaglianza, l’art. 37 che tutela il lavoro delle donne e dei minori, l’art. 29 che riconosce l’uguaglianza tra i coniugi, l’art. 30 che tutela i figli nati al di fuori del matrimonio, l’art. 51 che garantisce alle donne l’ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive. Le ricordiamo perché le 21 Madri Costituenti rappresentano un modello straordinario di politica alta, vera: la politica che ha idee e ideali, vissuto, onestà, al servizio della comunità. Coordinamento Donne SPI CGIL Veneto

*Schede a cura di Loredana Aurelio, Responsabile Coordinamento Donne SPI CGIL Venezia


BEI CIUFOLI Adele (PCI)

Collegio di Ancona e Segretaria Terza Commissione per esame ddl

Nata in provincia di Pesaro nel 1904 e morta nel 1974, fu una sindacalista e parlamentare comunista. Nel 1925 era una casalinga che decise di far parte dell’organizzazione clandestina del Partito comunista il quale la incaricò di andare a Parigi per entrare in contatto con i rifugiati in Francia. Espatriò clandestinamente e tornò in Italia più volte per organizzare la lotta contro il fascismo. Nel 1933 fu arrestata, processata e condannata a 18 anni di reclusione. Ne trascorse una decina nel penitenziario femminile di Perugia e fu scarcerata in seguito alla caduta del regime. Adele Bei fu una figura molto attiva nella Resistenza combattendo al fianco dei partigiani e organizzando la partecipazione delle donne nella lotta al fascismo. Dopo la liberazione fu l’unica donna a far parte della Consulta nazionale su designazione della CGIL. Il 2 giugno fu tra le 21 donne elette all’Assemblea Costituente, nel gruppo parlamentare comunista. Adele Bei è stata, inoltre, senatrice nella prima Legislatura repubblicana e deputata comunista nella seconda e terza Legislatura occupandosi di lavoro, previdenza sociale, commercio, finanze e tesoro e difesa.


BIANCHI Bianca (PSI) Collegio di Firenze

Nata in provincia di Firenze nel 1914 e morta nel 2000, fu una parlamentare socialista. Laureata in filosofia si dedicò all’insegnamento in varie città italiane incontrando non poche difficoltà, fino al punto di perdere il lavoro a causa delle forti divergenze che incontrò con i suoi superiori rispetto al suo modo indipendente e autonomo di condurre le lezioni; in particolare per la sua volontà di dare importanza alla cultura e alla civiltà ebraica, all’epoca escluse dal programma didattico statale. Dopo tali esperienze accettò un incarico come insegnante di lingua italiana in Bulgaria e ritornerà in Italia solo nel 1942 alla caduta di Mussolini. Iniziò a partecipare alla vita politica del paese, si attivò nella lotta antifascista e nell’aiuto ai partigiani, si iscrisse al Partito socialista e venne eletta tra le 21 donne all’Assemblea Costituente raccogliendo più del doppio dei consensi del capolista Sandro Pertini. Importante fu il suo contributo in materia di istruzione scolastica, di pensioni e di occupazione. Eletta nella prima Legislatura presentò una serie di proposte di legge per la tutela giuridica dei figli naturali e dopo l’interruzione della carriera politica tornò a dedicarsi all’organizzazione della scuola rivolgendo l’attenzione ai vari problemi educativi e scolastici.


BIANCHINI Laura (DC) Collegio di Brescia

Nata nel 1903 e morta nel 1983 fu una parlamentare “Dossettiana” della Democrazia cristiana. Fu una insegnante e giornalista pubblicista che, durante l’occupazione nazifascista, entrò nella Resistenza. Fortemente impegnata a coordinare la stampa clandestina nelle formazioni antifasciste cattoliche si dedicò in particolar modo alla composizione e alla diffusione del foglio “Il Ribelle”. Dopo la Liberazione venne eletta tra le 21 donne all’Assemblea Costituente nelle file dei Cristiano Sociali di Giuseppe Dossetti e fu eletta nella prima Legislatura. Partecipò alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla miseria in Italia e dei mezzi per combatterla, nonché alla Commissione Istruzione e Belle Arti.


CONCI Elisabetta (DC) Collegio di Trento

Nata a Trento nel 1895 e morta nel 1965 fu una parlamentare della Democrazia cristiana. Figlia dell’avvocato Enrico Conci, futuro parlamentare alla Dieta di Innsbruck e al Parlamento di Vienna, fu una studentessa esemplare che, terminati gli studi, raggiunse la sua famiglia confinata a Linz; per tale motivo fu accusata di irredentismo ma il processo penale cui doveva essere sottoposta venne annullato grazie all’amnistia che seguì la morte dell’imperatore Francesco Giuseppe. Studiò filosofia ma finita la guerra si trasferì a Roma dove si laureò in Lettere. Partecipò attivamente alla FUCI (Federazione universitaria cattolica italiana) di cui più tardi divenne la presidente dando risalto e importanza alla figura della donna. Durante tutta la sua carriera universitaria ebbe particolarmente a cuore la vita familiare dei suoi studenti e organizzò un doposcuola privato e gratuito; inoltre organizzò gruppi di ragazze per aiutare i più bisognosi e sostenne economicamente istituti per l’infanzia e gli orfani. Più tardi venne iscritta al Fascio femminile di Trento ma fu fortemente critica nei confronti del regime e alla fine della guerra entrò nella Democrazia cristiana, supportò l’assistenza all’infanzia e promosse la costituzione della scuola superiore di Servizio Sociale a Trento. Venne poi eletta delegata al primo congresso nazionale del partito, divenne deputata dell’Assemblea Costituente e venne riconfermata per tre Legislature nella DC. Divenne, inoltre, componente della delegazione italiana al Parlamento europeo di Strasburgo.


DE UNTERRICHTER JERVOLINO Maria (DC) Collegio Unico Nazionale

Nata nel 1902 in provincia di Trento e morta nel 1975 fu una parlamentare della Democrazia cristiana, madre della onorevole Rosa Russo Jervolino. Allo scoppio della prima guerra mondiale si trasferì a Innsbruck con la sua famiglia dove intraprese studi classici e solo a guerra finita poté rientrare in Italia. Laureata in lettere si dedicò alla sua formazione cattolica ma in un’ottica nuova e più aperta. Divenne la presidente della FUCI femminile prima e di quella nazionale poi. Si dedicò all’insegnamento e si trasferì a Napoli dopo il matrimonio con Angelo Raffaele Jervolino, avvocato e antifascista. Qui si avvicinò all’impegno sociale in favore delle donne e dei più bisognosi e alla politica entrando nel partito della Democrazia cristiana insieme al marito. Entrambi furono eletti all’Assemblea Costituente e Maria venne eletta deputata nelle prime tre Legislature, fu componente della Commissione rapporti con l’estero, sottosegretaria alla pubblica istruzione e presidente della Commissione ministeriale per l’elaborazione delle varie attività educative nelle scuole materne statali. Da sempre, e anche dopo la sua attività politica, si dedicò ai problemi della scuola e all’impegno sociale, nonché alla tutela della donna e della famiglia.


DELLI CASTELLI Filomena (DC) Collegio di L’Aquila

Nata a Pescara nel 1916 e morta nel 2010 fu un’insegnante e parlamentare della Democrazia cristiana. Appartenente ad una famiglia di umili origini con il padre emigrato in America si diplomò alle magistrali e proseguì gli studi in lettere e filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano dove, per mantenersi, iniziò a fare l’insegnante. Da sempre molto impegnata nel movimento giovanile dell’Azione Cattolica divenne componente anche della FUCI e alla fine della Seconda guerra mondiale fondò una sezione del partito della Democrazia cristiana e venne poi nominata Segretaria provinciale del movimento femminile del partito. Eletta tra le 21 donne all’Assemblea Costituente venne rieletta alla Camera dei Deputati nelle due Legislature successive e fu eletta anche sindaco di Montesilvano, in provincia di Pescara. Da sempre attenta alla promozione e all’organizzazione di attività culturali e di volontariato.


FEDERICI AGAMBEN Maria (DC)

Collegio Unico Nazionale e Componente Commissione dei 75 (Terza Sottocommissione)

Nata a L’Aquila nel 1899 e morta nel 1984 è stata una insegnante, una partigiana italiana e una deputata della Democrazia cristiana. Durante il regime si trasferì con il marito all’estero dove lavorò come insegnante ma ritornata a Roma si impegnò da subito nella Resistenza e si adoperò per organizzare un piano di assistenza per le impiegate dello Stato rimaste disoccupate. Venne eletta prima delegata femminile delle ACLI (Associazioni cristiane lavoratori italiani) dove si impegnò a favore dei diritti delle donne. Venne poi eletta all’Assemblea Costituente italiana nel gruppo dei democratici cristiani; qui insieme a Teresa Noce, Nilde Iotti, Lina Merlin e Angela Gotelli fu una delle cinque donne incaricate di elaborare e proporre il progetto di Costituzione da discutere in aula divenuta nota come Commissione dei 75. In particolare lavorò alla terza sottocommissione relativa ai diritti e doveri economico-sociali. Si occupò a lungo dei problemi dell’emigrazione e fu fondatrice insieme ad Angelina Merlin, Angela Guidi Cingolani e Maria De Unterrichter Jervolino del Comitato italiano di difesa morale e sociale della donna.


GALLICO SPANO Nadia (PCI) Collegio di Roma

Nata a Tunisi nel 1916 e morta a Roma nel 2006 è stata una politica italiana e deputata del Partito comunista italiano. Originaria di una famiglia laica di ebrei italiani, poco prima della seconda guerra mondiale sposa il comunista e rivoluzionario Velio Spano, esule sardo ricercato dalle polizie di tutta Europa. Nadia e suo marito combattono nella clandestinità, in Tunisia, e subiscono insieme ad altri compagni di lotta, tra cui i fratelli di Nadia, le condanne e i processi dai tribunali di Vichy. Arrivò in Italia ed è a Roma che iniziò a lavorare per la Federazione comunista italiana occupandosi in particolare dei problemi delle donne. Nel 1945, ancora in guerra, venne mandata dal partito a fondare, in Sardegna, le strutture femminili. A soli trent’anni entrò a far parte dell’Assemblea Costituente nelle liste del Partito comunista, nel quale continuò a militare attivamente. In questo periodo organizzò, con il comune di Roma e la Croce rossa italiana, i cosiddetti “treni della felicità”; convogli che trasportano migliaia di bimbi meridionali al nord dove famiglie generose li accolgono e li educano come propri figli. Nadia e suo marito, entrambi costituenti, saranno poi eletti parlamentari in Sardegna dove si stabiliranno tra i tantissimi impegni politici. Al termine della sua esperienza di parlamentare continuò il suo impegno nei confronti dei bambini e nel Partito comunista; si occupò delle relazioni tra il Pci e i Paesi del terzo mondo. Inguaribile ottimista, anche dopo la morte del compagno, è sempre impegnata in attività politiche e sociali.


GOTELLI Angela (DC)

Collegio di Genova – Componente Commissione dei 75 (Prima Sottocommissione)

Nata nel 1905 ad Albareto e morta nel 1996 è stata una insegnante, una politica italiana e deputata della Democrazia cristiana. Nel periodo universitario frequentò la FUCI e si dedicò all’impegno religioso, politico e sociale lavorando anche al fianco del giovane Aldo Moro. Durante la guerra frequentò un corso da crocerossina, prestò servizio a Brindisi e, rientrata in Liguria offrì accoglienza ai perseguitati politici. Partecipò inoltre alla Resistenza e si attivò per ottenere scambi tra ostaggi civili e prigionieri tedeschi evitando così rappresaglie alla popolazione. Nel frattempo la sua casa di origine divenne la sede locale del comando partigiano e rifugio per gli sfollati. Si trasferì poi a Roma dove si impegnò nell’organizzazione dei laureati cattolici e nel 1946 venne eletta all’Assemblea Costituente per la Democrazia cristiana nella circoscrizione ligure. Venne, inoltre, chiamata a far parte della commissione ristretta di 75 componenti designata dai costituenti e con Nilde Iotti prese parte alla sottocommissione per i diritti e i doveri dei cittadini. Fu eletta alla Camera nelle tre Legislature successive ricoprendo incarichi importanti.


GUIDI CINGOLANI Angela Maria (DC)

Collegio di Roma – Componente di Commissione speciale per il ddl sull’elezione Senato della Repubblica e Commissione speciale per esame bozzetti emblema della Repubblica

Nata a Roma nel 1896 e morta nel 1991 è stata una politica italiana nelle file della Democrazia cristiana e prima donna a ricoprire la carica di sottosegretarià in un ministero. Già durante la prima guerra mondiale si impegnò civilmente e nelle opere di assistenza, si iscrisse alla Gioventù Femminile cattolica italiana con l’intento di coinvolgere le donne. Fu la prima tesserata femminile del Partito popolare e guidò la segreteria del partito fino al suo scioglimento. Fondatrice del Comitato centrale per la cooperazione e il lavoro femminile fu anche l’unica donna a partecipare al concorso presso l’Ispettorato del lavoro, concorso che poi vincerà. Negli anni del fascismo fu costretta a trasferirsi a Ginevra e nelle riunioni clandestine di partito conobbe l’ex parlamentare del PPI Mario Cingolani e lo sposò. Rientrata in Italia riprese gli studi a Napoli, partecipò attivamente a tutte le fasi dell’organizzazione della Democrazia cristiana e fu la sola donna eletta al primo consiglio nazionale del partito. L’anno successivo venne nominata componente della Consulta nazionale italiana con altre dodici donne e il suo intervento è stato il primo di una donna a Montecitorio. Eletta all’Assemblea Costituente si impegnò notevolmente per la tutela delle lavoratrici madri e nel 1951 De Gasperi la nominò Sottosegretaria di Stato all’Industria e al Commercio ed è così la prima donna italiana ad entrare in un governo.


IOTTI (Leonilde) Nilde (PCI)

Collegio di Parma – Segretario Giunta elezioni, Componente Commissione dei 75 (Prima Sottocommissione) e Componente Prima Commissione per esame ddl.

Nata a Reggio Emilia nel 1920 e morta nel 1999 è stata una politica italiana nelle file del Partito comunista italiano, prima donna a ricoprire la carica di Presidente della Camera dei deputati, occupò la poltrona di Montecitorio per tre Legislature conseguendo un primato a tutt’oggi incontrastato. Nata da una famiglia in condizioni economiche tutt’altro che agiate, figlia di un ferroviere perseguitato dal regime fascista per le sue idee socialiste che dovette fare non pochi sacrifici per consentire alla figlia di proseguire gli studi a Milano. Già all’inizio della seconda guerra mondiale Nilde si iscrisse al PCI e il suo impegno tra i partigiani le permise di essere nominata responsabile dei Gruppi di Difesa della Donna (GDD) struttura fondamentale nella lotta per la Liberazione. Donna coraggiosa e sensibile si fece portavoce della coscienza civile e politica che le donne iniziarono a manifestare durante la guerra. A soli 26 anni dopo una breve esperienza nel consiglio comunale di Reggio Emilia, fu eletta componente dell’Assemblea Costituente e prese parte alla Commissione dei 75 dove sottolineò con forza l’emancipazione femminile sia a livello civile che politico. Durante i lavori della prima sottocommissione lottò per l’affermazione del principio di parità dei coniugi, per il riconoscimento dei diritti dei figli nati fuori dal matrimonio e delle famiglie di fatto; in particolare si oppose al principio di indissolubilità del matrimonio.


Sempre attiva e dalla parte dei più deboli fu pienamente accolta nelle file del Partito comunista anche dopo la morte del compagno Palmiro Togliatti che per lei aveva lasciato moglie e un figlio, creando un grande scandalo per l’epoca. Dai GDD nacque un’importante associazione con lo scopo di creare un laboratorio politico e sociale femminile, l’Unione Donne Italiane, di cui Nilde divenne segretaria e insieme al quale lottò per i diritti delle donne, per la riforma del diritto di famiglia del 1975, per il diritto al divorzio e all’aborto. Nilde Iotti fu presidente della Camera per ben tre Legislature, primato che nessuno è ancora riuscito ad eguagliare; venne poi eletta Presidente della Commissione parlamentare per le riforme istituzionali e, più tardi, Vicepresidente del Consiglio d’Europa. Fu la prima donna e la prima esponente comunista ad essere arrivata vicinissima alla Presidenza del Consiglio, grazie alla stima che tutti i parlamentari dell’epoca nutrivano nei suoi confronti, stima che le valse anche la candidatura alla Presidenza della Repubblica per la sinistra. Nel 1999 lasciò tutti gli incarichi pubblici per motivi di salute e alla sua ultima uscita dall’aula di Montecitorio le venne tributato un lunghissimo applauso. Ancora oggi la sua determinazione, la sua forza e la sua competenza sono un esempio per le donne.


MATTEI Teresa (PCI)

Collegio di Firenze – Segretario di Assemblea

Nata a Genova nel 1921 e morta nel 2013 è stata una partigiana e politica italiana nelle fila del PCI. Donna battagliera e dalla forte personalità si oppose, fin dalla giovane età, al fascismo quando giunse in Costa Azzurra per sostenere economicamente i fratelli. Durante tale viaggio venne arrestata ma fu rilasciata in seguito ad una falsa ammissione di Teresa che dichiarò di trovarsi lì per motivi spirituali; tale episodio non la intimidì affatto, piuttosto la rese ancora più determinata ed orgogliosa. Si attivò per la distribuzione clandestina di volantini “casalinghi” che inneggiavano alla libertà e venne radiata da tutte le scuole italiane in seguito al suo secco rifiuto di seguire le lezioni sui principi razziali. In seguito a tale episodio Calamandrei e La Pira, amici del padre, provvedono alla sua istruzione facendola arrivare alla maturità da privatista. Teresa, ancora giovanissima, si impegnò in operazioni difficili e complesse come quella di far saltare dei vagoni di dinamite nascosti in un tunnel, operazione durante la quale, però, perse il suo compagno. Saranno la bicicletta e la sua intelligenza a salvarla poiché, inseguita dai tedeschi, fece irruzione in un’aula universitaria convincendo il professore, di cui era tesista, a fingere che fosse in corso una seduta di laurea; il giorno successivo le verrà riconosciuto il titolo ottenuto con l’escamotage che la salvò. Si recò poi a Firenze e Roma per consegnare le matrici di stampa alla redazione dell’”Unità” e qui conobbe la terribile esperienza dello stu-


pro di gruppo ad opera di cinque poliziotti tedeschi ma non permise che i preziosi materiali che portava con sé le fossero presi. Dopo tale episodio fuggì, si nascose in un monastero e raggiunse Roma. Divenne una partigiana e fu nominata Comandante di Compagnia nel Fronte della Gioventù ma conobbe un’altra terribile sofferenza: il suicidio del fratello, a lei carissimo, che sacrificò la sua vita piuttosto che tradire i propri compagni. Il dolore non fermò Teresa che continuò le sue battaglie e prese parte all’attentato del filosofo Gentile. Fondò i Gruppi di Difesa della Donna, si iscrisse all’UDI e al PCI e a soli 25 anni venne eletta nell’Assemblea Costituente e divenne segretaria della sua presidenza. In forte dissenso con Togliatti rifiutò la candidatura alla Camera anche se ciò le costò l’espulsione dal partito e la compromissione della sua carriera politica. Nonostante ciò Teresa continuò le sue battaglie civili e fondò a Milano un centro per la progettazione dei Servizi per l’infanzia e la Lega per il diritto dei bambini alla comunicazione. Fu l’artefice della mimosa come simbolo per la Festa della donna.


MERLIN Angelina (PSI)

Collegio Unico Nazionale – Componente Commissione dei 75 (Terza Sottocommissione)

Nata nel 1887 in provincia di Padova e morta nel 1979 fu una politica e partigiana. Insegnante alle scuole medie, venne sospesa dall’insegnamento perché rifiutò di prestare il giuramento fascista, si iscrisse al Partito socialista italiano e collaborò a “L’Eco dei lavoratori” e “La Difesa delle lavoratrici”, il primo periodico nazionale delle donne socialiste. Nell’anno dell’assassinio di Giacomo Matteotti lasciò Padova per Milano ma nel 1926 venne arrestata e condannata a cinque anni di confino in Sardegna. Liberata in seguito a un’amnistia tornò a Padova ma venne arrestata di nuovo. Si trasferì a Milano dove organizzò l’assistenza ai partigiani e la sua casa diventò un luogo di incontro per socialisti come Lelio Basso e Sandro Pertini. Fece parte del CLNAI, comitato di liberazione nazionale per l’alta Italia, rappresentò il Partito socialista nella fondazione dei Gruppi di difesa della donna, collaborò con l’Avanti e fu tra le fondatrici dell’Unione Donne Italiane. Fece parte, inoltre, della direzione del Partito socialista come responsabile della Commissione Femminile Nazionale del partito. Venne eletta all’Assemblea Costituente, partecipò alla Commissione dei 75 e venne eletta al Senato della Repubblica. Nella seconda Legislatura venne rieletta al Senato e riconfermata Segretaria del Consiglio di Presidenza del Senato. Venne, inoltre, eletta alla Camera dei deputati e la sua proposta di legge per l’abolizione delle “case di tolleranza” (L.75/1958) entrò in vigore nello stesso anno. Nel 1963 entrò a far parte della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla mafia.


MINELLA MOLINARI Angiola (PCI) Collegio di Genova

Nata a Torino nel 1920 e morta nel 1988 fu una politica italiana nelle fila del PCI. Originaria di una famiglia benestante la sua vita sarà segnata in modo indelebile dalla morte del padre, direttore generale della Reale Mutua Assicurazioni, caduto in seguito ad un attentato fascista. Con lo scoppio della guerra entrò come volontaria nella Croce Rossa e aderì alla Resistenza; in questo ambiente conobbe il partigiano Piero Molinari e lo sposò civilmente alla fine della guerra, andando contro ai precetti insegnatele in famiglia. Nel periodo post bellico Angiola si attivò con forza in favore dei minori in difficoltà e nella politica, diventando responsabile della Commissione femminile nella segreteria della federazione del PCI di Savona e Consigliera comunale, nonché dirigente dell’UDI. Venne poi eletta all’Assemblea Costituente nelle fila del PCI e da lì iniziò una lunga carriera politica, eletta sia alla Camera che al Senato e sempre con il Partito comunista. Si impegnò fortemente in favore delle donne e dei problemi legati alla sanità.


MONTAGNANA TOGLIATTI Rita (PCI) Collegio di Bologna

Nata a Torino nel 1895 e morta nel 1979 è stata una esponente della politica italiana e parlamentare del Partito comunista italiano. A soli 14 anni iniziò a lavorare come sarta e aderì fin da subito agli scioperi delle sarte torinesi. Da sempre molto attiva in politica e già segretaria del Circolo femminile “La Difesa”, dopo aver preso parte all’occupazione delle fabbriche, entrò nel Partito comunista italiano che la inviò alla Seconda conferenza femminile internazionale e al Terzo Congresso del Komintern. Collaborò, inoltre, al periodico “La compagna” e quando la redazione si spostò da Roma a Torino, ne condivise la direzione. Si sposò con Palmiro Togliatti e dalla loro unione nacque Aldo, il loro unico figlio. In seguito all’arresto di Gramsci mentre la famiglia Togliatti si trovava a Mosca, iniziò anche il suo esilio che la vide spostarsi tra Francia, Svizzera e Unione Sovietica. Con l’inizio delle attività illegali che caratterizzano gli anni della svolta, Rita assunse i panni di “fenicottero” compiendo varie missioni in Italia. Partecipò alla guerra civile in Spagna e rientrò in Italia solo nel 1944 cominciando una nuova attività politica come leader dell’organizzazione femminile del partito. Fu in questo contesto che, insieme ad altre figure politiche femminili dell’epoca, diede vita all’UDI divenendone presidente quando avvenne la fusione con i GDD; come data simbolica per la nascita di questa nuova organizzazione venne scelto l’8 marzo e a Rita, insieme


ad altre componenti dell’Assemblea Costituente, venne l’idea di abbinare la mimosa alla Giornata internazionale della donna. Donna intelligente, battagliera e pragmatica, credeva nella necessità di coinvolgere le donne e vide nella conquista del suffragio femminile una delle più grandi e importanti svolte del mondo politico italiano; fu eletta tra le 21 donne dell’Assemblea Costituente dove continuò a battersi per i diritti delle donne. Dopo la separazione da Palmiro Togliatti, che l’aveva lasciata per l’altra Costituente Nilde Iotti, si ritirò dalla vita politica per seguire il figlio, gravemente malato.


NICOTRA VERZOTTO Maria (DC) Collegio di Catania

Nata a Catania nel 1913 e morta nel 2007 fu una dirigente dell’Azione cattolica, delle ACLI e parlamentare italiana nelle fila della Democrazia cristiana. Originaria di una famiglia aristocratica siciliana durante la guerra ottenne la medaglia d’oro come volontaria della Croce Rossa. Fu eletta all’Assemblea Costituente e nella prima legislatura, partecipò alla commissione parlamentare d’inchiesta sulla miseria in Italia e di vigilanza sulle condizioni dei detenuti; lottò per la tutela delle lavoratrici madri e al controllo della stampa destinata all’infanzia e all’adolescenza. Conclusasi già nel 1953 la sua esperienza politica, conobbe il dirigente della DC Graziano Verzotto, di dieci anni più giovane, lo sposò e gli rimase a fianco, mettendo in secondo piano la sua figura per assecondare l’attività del marito.


NOCE LONGO Teresa (PCI)

Collegio di Parma – Componente Commissione dei 75 (Terza Sottocommissione)

Nata a Torino nel 1900 e morta nel 1980 fu una partigiana, politica e antifascista italiana. Originaria di una famiglia molto povera, abbandonò presto gli studi e cominciò a lavorare all’età di 6 anni consegnando il pane, poi come stiratrice, sarta e tornitrice alla Fiat. Proseguì gli studi da autodidatta, iniziò a militare nella sinistra rivoluzionaria torinese e si innamorò dello studente comunista Luigi Longo e con il loro figlio tra le braccia continuò la sua attività politica. Madre costretta a vivere in clandestinità dovette affrontare non poche sofferenze, come la separazione dal marito, che partì per Mosca, assieme al figlio. Espatriò prima a Mosca e poi a Parigi e tornò in Italia clandestinamente in alcune occasioni. In Francia fondò il mensile “Noi Donne” e in Spagna “Il volontariato della Libertà” destinato agli italiani combattenti nelle Brigate Internazionali. In Francia, mentre i figli erano a Mosca e il marito, arrestato, veniva consegnato alla Polizia italiana, Teresa dirigeva le azioni dei Franc-tireurs-et-partisans; fu catturata e internata nel lager di Ravensbruck, poi destinata ai lavori forzati in Cecoslovacchia. Tornata in Italia, dopo la liberazione, riprese l’attività di dirigente comunista e si attivò per aiutare i bambini, in particolare con l’operazione dei “treni della felicità”. Componente dell’Assemblea Costituente e della Commissione dei 75 si batté per il diritto allo sciopero, per la difesa delle lavoratrici madri, promosse la parità e il riconoscimento della differenza femminile. Con Teresa Mattei e Rita Montagnana contribuì alla scelta della mimosa come simbolo della Giornata internazionale della donna.


PENNA BUSCEMI Ottavia (Fronte Liberale Democratico dell’Uomo Qualunque) Collegio di Catania -Componente Commissione dei 75

Nata a Caltagirone nel 1907 e morta nel 1986 fu una nota antifascista italiana. Originaria di una famiglia aristocratica venne istruita in casa, venne mandata in collegio in Toscana e in seguito si spostò a Roma. Tornata nel suo paese di origine sposò un noto e stimato medico, Filippo Buscemi. Iniziò il suo percorso politico all’età di trentanove anni dedicandosi alle classi sociali più deboli e alle donne, invitandole a prendere parte alla vita politica per lottare e riconoscere i propri diritti. La sua apertura mentale, in forte contrasto con la cultura della classe sociale a cui apparteneva, la portò ad una scelta di contrasto e abbracciò l’ideologia del Fronte Liberale Democratico dell’uomo qualunque, fondato da Guglielmo Giannini, con il quale fu eletta tra le 21 donne dell’Assemblea Costituente. Fu componente anche della Commissione dei 75 e venne candidata alla prima presidenza della Repubblica. Donna battagliera e tenace, dal forte rigore morale, abbandonò presto la vita politica, delusa dai compromessi a cui dovette assistere.


POLLASTRINI Elettra (PCI) Collegio di Perugia

Nata a Rieti nel 1916 e morta nel 1990 fu una antifascista e politica italiana. Appartenente ad una famiglia fortemente antifascista fu costretta ad espatriare in Francia per sottrarsi alle persecuzioni del regime. Qui aderì al Partito comunista e trovò lavoro come operaia presso la Renault impegnandosi nelle lotte dei lavoratori. Fece parte della Lega Internazionale delle donne per la pace e la libertà e poco dopo, su incarico della rivista “Noi Donne” allo scoppio della guerra civile si recò in Spagna. Al suo rientro in Francia fu arrestata e rinchiusa nel campo di Riùcros insieme ad altre donne. Più tardi riuscì a tornare a Rieti dove portò avanti la lotta antifascista clandestina ed entrò poi nella Resistenza romana; venne di nuovo arrestata ma stavolta dai tedeschi che la portarono in Germania nel carcere di Aichach dove rimase per venti mesi. Dopo la sua liberazione tornò in Italia e fu una delle cinque comuniste a far parte della Consulta Nazionale Italiana. Fu in seguito eletta all’Assemblea Costituente, dove operò a contatto con la gente, e fu eletta alla Camera per due Legislature. Donna coraggiosa e sempre fedele alle sue idee lottò con forza contro ogni tipo di sopruso e ingiustizia, anche politica.


ROSSI Maria Maddalena (PCI)

Collegio di Verona – Componente Commissione trattati internazionali

Nata in provincia di Pavia nel 1906 e morta nel 1995, chimica e pubblicista, fu una politica italiana nelle fila del Partito comunista italiano. Laureata in chimica e sposata con il chimico antifascista Antonio Semproni si dedica ben presto alla vita politica. Insieme al marito si iscrisse al PCI clandestino partecipando attivamente al Soccorso Rosso, venne arrestata e inviata al confino a Sant’Angelo in Vado. Liberata nel 1943 fu costretta di nuovo alla clandestinità e si trasferì in Svizzera dove raccolse fondi per il PCI e proseguì la sua battaglia lavorando per due periodici che erano fonti di informazione per gli italiani prigionieri nei campi svizzeri. Rientrata in Italia entrò a far parte della redazione clandestina dell’”Unità” e come responsabile della Commissione femminile del Partito iniziò la sua lotta, che continuerà sempre, in favore delle donne. Presidente dell’Udi e vicepresidente della Federazione Democratica Internazionale Femminile, venne poi eletta all’Assemblea Costituente dove porterà avanti il suo impegno per la libertà e per le donne.


TITOMANLIO Vittoria (DC) Collegio di Napoli

Nata a Barletta nel 1899 e morta nel 1988 è stata una insegnante e politica italiana della Democrazia cristiana. Maestra elementare molto attiva nell’ambito cattolico e nell’associazionismo entrò nella Gioventù Femminile, nata all’interno dell’Unione Donne Cattoliche Italiane, venne nominata propagandista nazionale girando così l’Italia per tenere corsi e relazioni. Si dedicò all’assistenza dei lavoratori, in particolare delle donne, in un periodo in cui il rapporto con il regime era difficile da gestire, divenne consigliere nazionale dell’Associazione italiana maestri cattolici, segretaria provinciale delle ACLI, delegata nazionale del Movimento femminile per l’artigianato italiano e componente del Consiglio Nazionale del Movimento Femminile della Democrazia cristiana. Venne eletta all’Assemblea Costituente nella Democrazia cristiana e da qui inizierà una lunga carriera politica che durerà per quattro Legislature. Molto attiva nella vita politica italiana ma anche nella società civile ricoprendo incarichi in varie istituzioni.


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