Press Cutting 2020

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Forbes CONTRARIAN

x STRATEGIES

di Matteo Riga monti

L'energia di domani 56

Maire Tecnimont gestisce un portafoglio ordini di 6,6 miliardi di euro e nell'ultimo quinquennio ha investito 50 milioni in 70 progetti innovativi. Digitalizzazione e transizione energetica sono due vie da seguire per ottimizzare l'industria dell'oil&gas

Accelerare il cambiamento interno facendo al tempo stesso da centro propulsore per dare una spinta al settore dell'oil&gas verso digitalizzazione e sostenibilità. A questo ambisce la rinnovata strategia di Maire Tecnimont che, sotto l'egida di un evento denominato Beyond Digital, si è candidata ad assumere un ruolo di primo piano nel comparto dell'ingegneria impiantistica per tutto ciò che concerne lo sviluppo di piattaforme tecnologiche in grado di integrarsi con le migliori soluzioni digitali per i clienti. Con l'obiettivo di migliorare performance e redditività, ma anche di creare, insieme agli stakeholder della filiera, un ecosistema sempre più sostenibile per tutto ciò che ruota intorno all'economia dei grandi impianti industriali per la trasformazione degli idrocarburi. "Digitalizzazione e transizione energetica sono per Maire Tecnimont due grandi opportunità da cogliere in maniera complementare'; ha dichiarato il presidente Fabrizio Di Amato in occasione dell'evento promosso in collaborazione con Boston Consulting Group. E lo conferma il fatto che, a poco più di un anno dal debuttò' di NextChem (la business unit

Fabrizio Di Amato,presidente di Maire Tecnimont. Nella pagina a franco, l'amministratore delegato Pierroberto Folgiero.

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interamente dedicata alle tecnologie per favorire transizione energetica e chimica verde), Maire Tecnimont ha ritenuto i tempi maturi per presentare il rinnovato paradigma con cui la società che ha sede ai palazzi alti di Milano ha inteso ottimizzare i processi interni e avviare l'efficientamento digitale coinvolgendo attivamente tutte le persone all'interno del gruppo."Da imprenditore", ha spiegato Di Amato,"penso che il successo di questo processo possa avvenire solo attraverso un approccio a imprenditorialità diffusa, nel quale noi tutti dobbiamo reinventarci nel nostro modo di lavorare". Le evidenze da cui Maire Tecnimont ha preso le mosse sono sotto gli occhi di tutti. Da un lato, la rinnovata sensibilità ambientale nell'opinione pubblica globale; dall'altro, come evidenzia una ricerca Beg Henderson Institute su oltre 300 aziende, l'esplosione di big data,intelligenza artificiale e rivoluzione digitale: un combinato disposto che ha fatto sì che nell'ultimo quinquennio quasi il 75% degli investimenti effettuati dalle imprese non siano riusciti a incontrare le aspettative in termini di risultati. Segnali inequivocabili che dimostrano come un cambio di passo fosse necessario, specie in un segmento fortemente "tradizionale" e "rigido"come quello dell'oil&gas. Maire Tecnimont ha colto la sfida: "Abbiamo spinto sull'acceleratore'; ha aggiunto il presidente del gruppo,"devo dire che cominciamo a incontrare risposte positive da parte dei clienti". Non che fosse fermo il gruppo guidato da Di Amato e dall'amministratore delegato Pierroberto Folgiero. Anzi, gestendo un portafoglio ordini pari a 6,6 miliardi di euro complessivi e operando in più di 45 paesi, Maire Tecnimont nell'ultimo quinquennio ha investito qualcosa come 50 milioni in 70 progetti di innovazione. Ma una simile strategia sul digitale non sí costruisce solo stanziando risorse. "Interpretiamo la digitalizzazione non da dreamers ma da doers,osserva Folgiero, "e ciò che fa la differenza è la capacità di coinvolgere le persone nel disegno del processo". Seguendo questa strada Maire Tecnimont punta a rafforzare il proprio ruolo di "orchestratore digitale" delle oltre 6mila aziende della catena di fornitura, offrendo ai clienti nuovi servizi per consentire recuperi di efficienza e produttività sia in fase di realizzazione che di gestione dell'impianto. Qualche esempio? Con l'applicazione di soluzioni digitali a un impianto petrolchimico si può generare un recupero di efficienza stimato tra il 4 ed il 7% di margine operativo. Grazie ai big data e all'intelligenza artificiale la manutenzione predittiva può ridurre sensibil-

UNA CATTEDRA VIRTUOSA

mente i costi di gestione e conduzione. E grazie alle tecnologie di geolocalizzazione il coordinamento da remoto delle attività sul campo incrementa la sicurezza e accelera la curva di apprendimento dei tecnici con recuperi di produttività. Infine, la programmazione digitale integrata tra cliente, contrattista e fornitore consente di minimizzare ritardi di fabbricazione e ottimizzare spedizioni e consegne. Un'audace opera di modernizzazione che non sarebbe possibile senza la dedizione della compagine degli oltre 9.100 qualificati professionisti che ogni giorno lavorano nel mondo per Maire'iècni.mont. Al tempo stesso "un'occasione per inserire risorse con profili non tipici del nostro settore, che ci aiutino a interpretare la trasformazione in atto", spiega Franco Ghiringhelli, human resources, ict and process excellence svp del gruppo Maire Tecnimont. Per ottimizzare al massimo il potenziale di una simile occasione, però, occorre anche saperla comunicare adeguatamente. Una sensibilità che in Maire Tecnimont non manca: lo testimonia il lancio dei podcast brandizzati per raccontare l'impegno nella digitalizzazione e sostenibiiità. I contenuti del corporate magazine Evolve, nato nel 2017, sono stati declinati su Spotify, iTunes e Spreaker da una voce narrante femminile, arricchiti da brani d'archivio di notiziari, film o pubblicità d'epoca. Il primo episodio (intitolato Take the challenge!) racconta proprio la sfida della transizione energetica.

II primo ambito con cui il gruppo Moire Tecnimont, fin dalle sue origini, cerca di fare sistema è il mondo accademico. Ecco perché, in scia al progetto Beyond Digital, è giunta l'inaugurazione della cattedra in open innovation presso l'Università Luiss Guido Cadi, assegnata al professor Henry Chesbrough, direttore del Garwood Centre for Corporate Innovation dell'Università della California a Berkeley e padre intellettuale del concetto di open innovation. Il progetto, fortemente voluto dal presidente Fabrizio Di Amato e da Andrea Prencipe, rettore della Luiss, ha un solo obiettivo: aprire il mondo delle imprese e quello della ricerca a una virtuosa contaminazione reciproca.

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Economia circolare.Parla il presidente e fondatore del gruppo,Fabrizio Di Amato: «I rifiuti sono il petrolio del terzo millennio». Nella sede di Roma un centro di ricerca avanzato.Allo studio i processi per estrarre dalle alghe componenti ad alto valore aggiunto

La sfida green di Maire Tecnimont a Roma nel mondo,in 1,5 p.3.etti con c siic tà„ per poi chiudere il cerchio e ripartire dalla Capitale nella sfida della transizione eriergetica,co n -12 rilanelo della sede storica di via Ilhu-rtina,oggi centro di eccellenza per La ricerca del gruppo, e un altro polo alla Magi:lana, develavorano ingegneri e tecnict quella -circolarità" dhE Fabrizio Di ,4trnato, presidente del gruppo Marre Ti:cannoni,ha In miro prima artcara che U green deal diventasse la parola chiave quotidiana dell'econorma edella politica.Lui che nasce In une del settori rià tradizionali,

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firmato a giugno del :ioni con per la C GWRESR)rIC di rifiuti urbani vecchie plastiche non acida:bili per ]a produzio ne diIdrogeno e metanolo, nelle raffinerie di Parto naTgliera C L LYGTTIC...:12,à dieci anni fa ho aggiunto all'ari:Mini n-adizionale del Euruppo un'azione fonte sulla translTIDne emergenza», dice Eli Amato, ci:le-ha conte presprb unasocl Là ad hoc all'interno del gruppo, la Nextilitlent. Al nome dice tutto,éla chimica del furarto.E quindisi snadiano tecnologie per la :riduzione dell'Impatto ambientale ..Penivil i rifiuti sono 12 petrolio del te 17.,G Nicoletta Picchio pagirta

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«Più progetti green e tecnologia nel futuro di Maire Tecnimont» Economia circolare.Parla il presidente Di Amato:«Investiamo sul riciclo e sulla chimica delfuturo. I rifiuti? Il petrolio del terzo millennio».Nuovo centro ricerca nella sede storica in via Tiburtina a Roma Nicoletta Picattio ROMA Da Roma nelmondo,In 45 paesi con 5o societa, per poi chiudere 11 cerchio e ripartire riatta Capitale nella sfida della transizione energetica, con il mando della sede storica di viaTtburtlna,oggi centro di eccellenza perla ricercadel gruppo,e un altro polo alla Magliana,dovelavorano ingegneri e tecnici. E quella"circolai-Ira-che Fabrizio DI Amato,presidente del gruppo Marre Tecnimont, ha Intuito prima ancorache li green dea]diventasse la parola chiave quotidiana dell'economia e della politica. Lui che nasce In uno dei settori più tradizionali,gli Impianti petrolchl.mid,e ora ha nel gruppo unostabilimentotra 1 più innovativi nelriodo della plastica, a Bedizzole, m provincia di Brescia, in grado di produrre a regime circa 4o mila tonnellate all'anno di polimeri riodati. «Siamo andati ira retromardarr,dice con una battuta DI Amato, nel suo ufficio di piazzale Flaminto,a Roma.E poi spiega: prima i tecnici dell'azienda hanno individuato t] prodotto finale da realizzare,poiè stano studiato il processo di Acido che avrebbe consentito di concretizzarlo,partendo da materiali plastici di scarto. *,Un percorso virtuoso,un esempio reale di economia circolare», continua Dl Amato,mentre accende 11 maischermoperprotettare Il video dell'impianto di Bedizzole nel bresciano,con tutti i processi produttivi: si vedono 1 rifiuti plastici, provenientistadals produzioneln-

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A Rozzo» via> II primo impianto NemtChern tra i ps~ innovativi per il riciclo della plastica in grado di produrrea regime circa 411mila tonnellate l'annodi polimeri riciclati partendo da materiali di scarto

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dustrlale sta dalla raccolta urbana pianti di poliolefine su licenza di differenziata,1 ganci che li solleva- terzi,11 g.4 nellelletizediteanolono,iconrnnitori dove vengnosele- gie urea ed è trai leader nelle tecnozianati sia per colore sia per peso logie perla produzionedtidrogeno. specifico,infine d polimero finale_ recuperozolfo e tail gas_ ,Nel paesi in via di sviluppo c'è Un impianto che haun'effldenzadi recupero del95°-x,e che puntaasu- grandee continuartddesra di questi perare 11 gap qualitativo tra plastica ltrlp latiti,abbiamoallargato il raggio riciclatae vergine. al Sud Est asiatica, d attendiamo Ma sul versante green ci sono una forte cresciradell'Afriat,vista la anche altre iniziative, come l'ac- grande dotaziorne alt materie prime», cordo firmato a giugno del zoig continua Di Amato.ànell'impianticon Eri],perla conversione di rifiu- stica che ha mosso t prima passi coti urbani secchi e plastiche non rid- me imprenditore,a 19 anni,con tre ciabill per laproduzione di idi oge- dipendenti Usa)loplùtmportante Lo no e metanolo, nelle raffinerie di compie nel way con acquisitene Porto Marghera e Livorno. di Fiat Engineertngdal gruppo Flat, «Già dieci annifa hoaggiungoal- trasformandosi in generai conl'attività tradizionale del gruppo tractor ecominciando l'espansione un'azione forte sulla transizione all'estero.Nelzoogne avviene un'alenergetica»,dice DI Amato,che ha tra: Di Amato(che è nato nel 1963) creato proprio una soderà adhoc al- compera Tecnimont da Edisan, l'interno del gruppo,la Nextehem espandendosi nel petrokhimico e «II nomedlce tutto,e la chimica del odl'oll&gas,un'operazione valutata futuro».Equindi sistudiano terno- come la seconda più importante in logie per La riduzione dell'Impano Italia. Nel aotx;avvienelaquotazioambientaleineredirmiunii i proces- ne in Borsa,attualmente il flottante siditrasformazione tradizionali nel è drtallç9',, mentre Dl Amato mansettoreod&gas,urilizzandoenergia tiene per sé d Si. Subito dopo Dl da fonti rinnovabili;l'economiadr- Amatocompletal'acquisizione della colare,l'individuazione di materie controllata indiana, con sede a primasoscitut i- edelpetmitoesolu- Mumbal.develavorano3milaingezioni per produrreblo-carburande gnerl.seguonola a'vmicarbon e la btoplastidie da fonti rinnovabtlL Kinetics Technology, grazie alle unàtnvita In cresdtachebenefl- quali il gruppo allarga le proprie cia della piattaforma internazionale competenze. Decenni di impegno, di ingegneria del gruppo MatreTec- chegll hanno portato nel2056 l'ortonimant,oggi arrivato a oltre 3,6 mi- nticenza di Cavaliere del Lavoro. liardi dieurodt fatnuata,die ha cirDalsuo quartiergenerale romano ca somila tra dipendenti e callabo- (ha ancheuna grande sede nelle due ratartsoprattutto ingegnerie tecni- torri Garibaldi a Milanocon uffici e ci,cttolaredil3aobrevetti.ilgruppo centri di ricerca)guarda non salo le ha una quotadi mercato del 3orin cupole delle chiese di piazza del Poterminidi capacità installata dl im- polo,ma anche al futurodell'azlPn-

daneiprossimi dieci,vent'anni:sini Immagino un gruppo sempre più tecnologico,piùcncterlbileepdiidlgttale,settori incuiattamoinveatendo molta La sfida green vogliamo vincerla, utilizzando una materia prima diingressosempre menofosaile»,dice l'imprenditore romano, dhenella ricercaperlatraaíormaztone energetica ha investito negli ultimicinque anni 5o milioni_ Perl'Impianto dl Bedizzole,che entrato In piena attività a fine w1.8 dopo tanti anniserviti perlo sviluppo tecnologico e la sua realizzazione.DI Amatn,stimando in media un annoperla sola costruzione,stastudfando conisuoi collaboratori «un plano d'azione nel confronti degli staloeholder.Nevorremmo realizzarealtrl,tnitaliaeall'cs ro,standardizzando gli Iter autorizzativi per accelerarli t rifiuti sono d petrolio del terzo millennio». Anche l'accorda con Enl per l ivornoe torto Marghera sicasc etizzerä nel pnAssimi mesi: «saranno I primi impianti al mondo di questo tipo per bioraffinerie, con una tecnologia tutta studiata al nostro interno».E già sono maturatealtre novità,comelo studio attualmente in corso nella sede romana di via Tiburtinaperestrarre dalle alghe componenti adatto valore aggiunto come gli omega tre e d betacarotene,o ancora Panidoorme base perla produzione dipolimeri:»Vorremmo arrivare a miscelareunpollmero blodegrarta P,dsepuóavereunosvlluppo in produzioni di nicchia,anche nella cosmetica».Il green dealin Maire Tecnimont è già una realtà_ 4Ary,amieK cisem'i

PiùsoslanLu. A sinistra P,,tettn in corso per il cliente Gazprormefta Mosca. Accanto Fabrizio di Amaro, 56 anzi, presidente e fondatore del Gruppo Maire Tecnimont Ritaglio

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ils'eltalS CENTRO DAL POLITECNICO ALLA SAPIENZA

In rete con gli atenei: alla Luiss la cattedra sull'open innovation L'Innovazione resta cruciale. Maire Temimont è titolare di oltre 130.0 brevetti. Una cattedra di open innovation, presso la Luiss di Roma,l'università di Confindustria Intitolata a Guido C-arli. Convinto che la ricerca e l'innovazione continua stano Il fattore chiave di successo per le Imprese, Fabrizio DI Amato ha finanziato con il su o.gruppo Maire Tecnimoni questo corso di studi alla Luiss, La cartedra è stata assegna ta.a H enry Chesb r o ra gh, direttore del Garwood Cenare- tor Corporate lonovation dell'università della California a Berkeley e padre intellettuale del concetto di open Innova-non_ Un Impegno sulla formazione eperuna nuova itulrura di Impresa, per divulgare tra le aziende e tra t giovani ciò che peri gruppo

Maire T ecnImont rappresenta Il modello di azione quotidiano. 00ggi plü che mal c'e bisogno di un approccio che poni ad una evoluzione delle-società da organinazioni chiuse ad organizzazioni aperte«, commenta Di Amato...,:Se l'innovazione - continua - è basata sulla capacità di cambiare mentalità per poter aitro:ntare le sfide poste dalla¡DOtalizzazione e dalla sostentbifitta, dobbiamo creare unecosIstema Che coinvolga[ diversi stakeholder, aperto alla tertillizazionein crociata tra università, Istituti di ricerca,società, start-up, mondo della finanza,Incubatorl, autorità pubbliche». Questo ecosistema cerca di metterlo in pratica nel gruppo di cui e presidente e azionista di rruggioranza_ E proprio il gruppo Maire'recali-noni sarà un caso di studio del COM.)univettarto. Alla collaborazione con la Luisa

si affianca anche quella con l'università La Sapienza, non solo per la ricerca: nelle sedi romane vengono ospitate alcune start-up generate come spin off dall'università. Un modo per avere una continua innovazione nel gruppo e di conseguenza creare tecnologie. Altro legame storico e con l'università del]'Alpila,cui- si aggiunge anche[accordo quadro su diverse :aree dt ricerca con il Politecnico di Milano_ Collaborazioni e contaminazioni Indispensabili per un gruppo che sui Tomila dipende-nn ha la maggioranza di ingegneri e tecnici e che basa la Sua crescita proprio sull'innovazione tecnologica. fil gruppo è titolare di 1..:ion brevetti. Ecco quindi l'attenzione al fenomeno dell'open innovation, un modello di Innovazione secondo cui le imprese ricorrono non soltanto all'utilizzo di risorse Interne, ma anche a strumenti

e competenze tecnologiche che arrivano dall'esterno. Un argomento conosciuto, ma che ha bisogno dr ulteriori approfondimenti scientifici. olin'azia.inda non ha più bisogno di controllare o possedere processi di Innovazione dall'Inizio alla fineD, dice DI Amato. Che condivide l'approccio dt Cheshrough. COLTIC l'ha spiegato a dicembre, durante l'evento di presentazione del corso alla Luiss, presente anche il Rettore, Andrea Prencipe: «l'operi innovation é un paradigma che cambia radicalmente il modo di intendere le dinamiche-di acquisizione dt conoscenZa. Occorre fare tesoro in modo sistematico di collaborazioni, idee risorse esterne rispetto al perimetro societario classicamente inteso, allargandosi alle start-up e ai mercato globale delle idee e del breve tti.fii, CRTfo:15 , i2..G;C;-,,70A,A

Ala Luisa. Do destra Andrea Prencipe, Rettore Luiss. Maria Litetla, giornaásta Messaggem Pienoberto Folgiero,ad Maire Tecnimont Group, Fabrizio Di Amato, presidente Maire TecniniontGroup, Srrnona Romani. professoressa Luiss Consurner behavior, Nenry Chesbrough. Luiss University and -Urr-reersity of California, Berkeley «Più progetti green itnem.1.10. nel fhlum di >ltffir'1Venittiont»

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il ruolo del biometano per la transizione energetica in Italia Intervista a Fabrizio Di Amato, vicepresidente energia, Centro studi, sviluppo delle filiere e cluster di Assolombarda ONICA

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Un settore con un "potenziale interessante" che avrà "importanti ricadute economiche" sul nostro Paese, rivestendo un ruolo "di primo piano" nel processo di transizione energetica. Così Fabrizio Di Amato, vicepresidente energia del Centro studi, sviluppo delle filiere e cluster di Assolombarda e presidente di Maire Tecnimont ha commentato lo studio "La filiera del biometano: strumenti, meccanismi di funzionamento e opportunità", realizzato dal gruppo di lavoro biometano dell'associazione di imprese lombarda. Insieme a Di Amato abbiamo approfondito le opportunità del comparto e le criticità su cui invece è necessario intervenire per favorirne la crescita.

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In base a quanto emerso dal report quali sono le potenzialità del settore biometano per il nostro Paese, sia in termini di contributo al processo di transizione energetica sia in termini di crescita economica? U potenziale di sviluppo della filiera sulle tre principali matrici (Fornu'scarti agricoli e fanghi di depurazione) è sicuramente molto intenesuante, come dimostrano sia gli studi di settore citati nella bibliografia del nostro documento sia le interviste rilasciate per la ricerca da quattro grandi aziende del settore dei gas tecnici (Sapio. Sol, Linde Gas e Airliquid), realtà che guardano con interesse l'evoluzione dei comparto su cui stanno investendo. Nel medio termine, nonostante le difficoltà di stima, possiamo dire che lo sviluppo della filiera del gas rinnovabile avrà delle importanti ricadute economiche. Secondo i dati elaborati dal Consorzio italiano biogas, l'Italia sarebbe nelle condizioni di raggiungere una produzione di biometano da digestione anaerobica di 10 miliardi di metri cubi a|2030. Di questo quantitativo almeno 8m|d di metri cubi verrebbero da matrici agricole, pari a circa i| 15% dell'attuale fabbisogno annuo di gas naturale e a due terzi della potenzialità di stoccaggio della rete nazionale. Inoltre la situazione attuale dimostra che lo sviluppo delle bioenergie ha avuto ricadute economiche e occupazionali di gran lunga più rilevanti rispetto a quanto mostrato da altre fonti rinnovabili. La filiera dei biogas-biometano risulta essere uno dei settori a maggiore intensità occupazionale e ha già favorito la creazione di oltre 6.400 posti di lavoro permanenti.

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Anche per quanto riguarda i| contributo o| processo di transizione energetica, il ruolo del biometano sarà sicuramente di primo piano, in quanto supporterà la graduale riduzione dell'utilizzo di gas naturale. Il biometano è infatti una fonte energetica rinnovabile e sostenibile, perché è prodotto da biomasse pressoché inesauribili. Un processo virtuoso in linea con una transizione energetica verso un'economia a basso contenuto di carbonio, fondata sulla sostenibilità e sulla circolarità nell'utilizzo delle risorse. L'utilizzo del biometano è, inoltre, Hecsibi|e, perché impiegabile come combustibile in tutti gli usi energetici (trasporti, industria, generazione elettrica, heatng&coo|ingecuo6ng)e come materia prima per produrre biomateriæ|i e biochemicals.

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Si tratta di una risorsa programmabile, perché del tutto assimilabile æ| gas naturale e quindi compatibile con le infrastrutture di trasporto e gli stoccaggi esistenti, utilizzabile nelle diverse e mutevoli condizioni territoriali e temporali della domanda di energia in ogni settore d'uso.

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ing sono più diffuse? Quali tecnologie per l' Le principali tipologie di upgrading utilizzate per la rimozione dell'anidride carbonica e degli altri componenti indeyiderati sono principalmente due. Ci sono le tecnologie di assorbimento, funzionali all'eliminazione da una miscela gassosa di uno o più componenti ottenuta mediante l'impiego di opportuni liquidi o solidi (assorbimento fisico, chimico e pressure swing adsorption). Abbiamo poi le tecnologie di separazione, basate sulla diversa permeabilità ai gas di barriere selettive (separazione a membrana) o sulle diverse temperature di condensazione dei gas (separazione criogenica). In generale _ mig ¡ore rispetto alle altr maè sempre opportuno aadattare la miglior soluzione ~~s~1~,e a Ire condizioni di ciascuna specifica applicazione'. La scelta ottimale dal punto di vista tecnico-economico sarà sempre condizionata dalla qualità e~Uaq~~~|bi~~gæ~~~ni~|~o~~~ dal funzionamento specifico dell'impianto di digestione dalla tipologia e disponibilità dei substrati in esso ut¡|bzætie in~nedalla qualità desiderata e dalla destinazione d'uso del biometanoprodo~o. Dalle interviste che abbiamo effettuato emerge come, tra —"-' |e tecnologie di upgrading, L ' Queste ultime sono infatti un prodotto flessibile e modulabile, che si presta bene a portate e taglie di impianto variabili. Si tratta di soluzioni con un buon rapporto Capex — Opex, includendo nell'Opex i costi di esercizio. || Psa (Assorbimento a variazione di pressione) è utilizzato invece quando è necessario ottenere un grado di purezza elevato, a vantaggio della fase successiva se il prodotto viene avviato a liquefazione piuttosto che essere immesso in rete. Sebbene caratterizzato da consumi specifici inferiori rispetto alle membrane, questa metodologia ha un Capex elevato, non è modulabile e ha un sistema di valvole che incrementa il grado di complessità dell'impianto e quindi della manutenzione. La tecnologia criogenira, infine, è attualmente meno diffusa mentre i lavaggi amminici occupano uno spazio molto limitato nel mercato delle tecnologie per l'upgrading del biogas.

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Quali sono invece i modelli di business che caratterizzano il comparto, in base alle interviste effettuate con le aziende del settore? I technology provider offrono sistemi di upgrading e liquefazione seguendo l'intera filiera dal biogas al biometano (compresso o liquido) dal punto di vista dell'ingegnerizzazione, dell'installazione e della manutenzione. Questi soggetti si rivolgono a un bacino di clienti composto da produttori di biogas sia di origine agricola che da Forsu. Il modello di business applicato, oltre alla fornitura degli impianti di upgrading, può prevedere la partecipazione della società cliente e il ritiro del biometano prodotto, ovvero una partnership in qualità di Epc contractor dove, la distribuzione e la vendita sono correlate al business corrente dei produttori di gas tecnici. Queste collaborazioni sono sicuramente da incoraggiare per favorire lo sviluppo della filiera di riferimento supportando le aziende agricole che riscontrerebbero alcune difficoltà per la bancabilità dei progetti. A livello normativo quali sono le criticità su cui intervenire in modo prioritario per favorire lo sviluppo dei settore? Faccio un breve excursus. Dal 2018, grazie al Decreto interministeriale del 2 marzu 2018 "Promozione dell'uso del biometano nel settore dei trasporti", ne viene incentivata l'immissione del nella rete del gas naturale per uso nel trasporto (anche tramite la riconversione di impianti di biogas esistenti) e la produzione di biocarburanti. Inoltre, il decreto apre alla possibilità dell'uso del biometano per usi diversi dalla mobilità, attraverso lo strumento delle Garanzie d'origine. In partico|are.i|pnovvedimentopnevedeincentiv¡siaperiproduUoridibiometano'da impiegare nel settore dei trasporti, sia per lo sviluppo di nuovi impianti di distribuzione e liquefazione per i trasporti tramite il rilascio di certificati di immissione in consumo (cosiddetti Cic) di biocarburanti. Gli incentiv stanziati dal decreto hanno richiamato l'interesse degli investitori sulle tecnologie di upgrading, aprendo, a livello nazionale, nuovi scenarí per lo sviluppo di una filiera industriale tecnologicamente avanzata, sostenibile, innovativa e ad alto valore aggiunto. Per tutti questi motivi è cruciale il mantenimento del sistema dei certificati di immissione in consumo (Cic) oltre il 2022 wer parantioa la sostenibilità economica degli investimenti nel biometano. Ad oggi ¡I mercato dei Cic è limitato a una nicchia, mentre qué Io delle Garanzie di origine(GO)è inesistente. In entram• i casi e auspica• e un seciso svi uppo nonc e un apertura verso i mercati europei per garantire la dinamicità e la concorrenzialità delle offerte. Un altro aspetto da segnalare riguarda il ivello di incentivazione previsto dal Decretointerminixteria|ede|2marzu2018cheèsufGdenteacoprine|espesediproduzione di biometano, mentre il supporto al biogas è tale da rendere competitiva la sua produzione rispetto a quella del biometano. Sarebbe dunque opportuno modificare il quadro di riferimento normativo al fine di assicurare la neutralità dellasce|tadi investimento a favore dei biogas o del biometano.

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Bisogna poi menzionare le lungaggini autorizzatine. I processi di allacciamento alla rete gas devono essere semplificati e velocizzati. Le tempistiche attuali non sono, infatti, compatibili con la fine del periodo incentivante prevista dal Decreto interministeriale del 2 marzo 2018. II 2022 dovrebbe essere il termine per la presentazione della richiesta di allacciamento e l'avvio delle pratiche, altrimenti il decreto potrebbe ridefinire la scadenza emulando il decreto legislativo n. 387/2003. In ogni caso, i tempi di autorizzazione devono essere certi, per permettere agli investitori di definire un business plan. Infine c'è il problema dell'accettabilità sociale deg i impianti. Riscontriamo una certa •i"i•enza verso qués o ipo di tecnologia a causa di informazioni non corrette che spesso tendono a dimostrare come questi impianti siano nocivi per la salute. Per questo motivo, sarebbe auspicabile un approccio congiunto e coordinato degli stakeholder (aziende, istituzioni a livello locale, regionale e nazionali, università, enti di ricerca, enti di certificazione e di controllo, associazioni) nel sostenere la compatibilità della realizzazione e dell'esercizio degli impianti di produzione di biometano con gli standard ambientali.

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ALLEANZA STRATEGICA PER IL DIESEL RINNOVABILE Società del Gruppo Maire Tecnimont attiva nel campo della chimica verde e delle tecnologie a supporto della transizione energetica, NextChem ha siglato un'alleanza con Saola Energy per licenziare a livello internazionale una tecnologia per la produzione di diesel rinnovabile (Hydrotreated Vegetable Oil, detto HVO)da oli vegetali e grassi residui. Le due società uniranno know how ed esperienza per sviluppare una soluzione per il mercato "chiavi in mano": NextChem agirà quale licenziante della tecnologia combinata e fornirà ai clienti servizi in materia di Engineering, Procurement e Construction e formazione. La tecnologia brevettata da Saola Energy consiste in una fase di idrotrattamento seguita da una di isomerizzazione per produrre diesel rinnovabile di alta qualità, a partire da oli e grassi residui. Può processare una vasta gamma di materie prime ed è ideale per ottenere il pieno valore economico dei carburanti a basse emissioni di carbonio, a fronte degli incentivi previsti da diverse normative in essere, come la RED-Il (Renewable Energy Directive) nell'UE, la RFS (Renewable Fuels Standard) negli USA e la LCFS (Low Carbon Fuels Standard) in California. II processo ha un approccio basato sulla modularità ed è concepito per capacità a partire da circa 30.000 t/anno, il che lo rende ideale sia per impianti di piccola taglia integrati con siti esistenti che forniscono la materia prima, sia Renewable Diesel PFD per grandi impianti indipendenti che possono approwigionarsi di grandi quantità di materie prime. L'integrazione della tecnologia con impianti (bioraffinerie) esistenti ne consentirà l'ottimizzazione economica attraverso la valorizzazione dei sottoprodotti. Le aziende che trattano oli usati e grassi residui avranno accesso a nuove PROCESS FLOW DIAGRAM (PFD) opportunità sul mercato dei combustibili DELLA TECNOLOGIA BREVETTATA rinnovabili di seconda generazione. DA SAOLA ENERGY HVO e FAME: facciamo chiarezza Il diesel rinnovabile (anche conosciuto come Hydrotreated Vegetable Oil, o HVO) e il biodiesel tradizionale (conosciuto anche come Fatty Acid Methyl Ester, o FAME) vengono spesso confusi. Tuttavia, essi sono prodotti diversi. Entrambi possono derivare da oli vegetali e dai grassi residui, ma sono prodotti in maniera differente: il biodiesel tramite trans-esterificazione e il diesel rinnovabile tramite idro-trattamento. Mentre il FAME presenta limiti di miscelazione con il diesel di origine fossile, il diesel rinnovabile è un carburante drop-in (completamente sostituibile al diesel fossile) che soddisfa le norme ASTM D975 ed EN 590 per gli oli combustibili. Non è soggetto ai limiti di miscelazione ed è attualmente utilizzato nei motori diesel esistenti senza alcun vincolo e con performance superiori rispetto al fossile e al FAME. Sul mercato, il diesel rinnovabile garantisce un valore premium rispetto al FAME. www.nextchem.it www.saolaenergy.com

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FERTIir EuroChem signs memorandum of intent for a possible new plant with Maire Tecnimont EuroChem Group has announced the signing of an early works contract for a potential new urea and ammonia production facility, subject to further investment plan approval, at KĂ­ngisepp, northwest Russia, with Maire Tecnimont. Under the terms of the agreement, Maire Tecnimont will carry out preliminary engineering and site surveying work at the brownfield site adjacent to EuroChem's existing production facilities at Kingisepp. "We are pleased to take the next step toward considering building this world scale plant, with Maire Tecnimont, a company that we have worked with closely for many years," said Petter Ostbo, Chief Executive Officer of EuroChem Group."Expansion of production facilities is a strategic goal for us and part of the next chapter in our growth story." "We are eager to keep on supporting a prestigious client such as EuroChem in its long-term expansion plan," commented Pierroberto Folgiero, Maire Tecnimont Chief Executive Officer. "With this important project we reinforce our position in the fertilizer business, while our longlasting industrial footprint in Russia is further confirmed."

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"Seenergy", compartecipazione e alleanze strategiche per vincere le nuove sfide Creare un nuovo rapporto con i propri fornitori strategici, puntando a collaborazioni di lungo periodo, capaci di generare valore per tutti gli attori della catena. Questo lo spirito al centro del Seenergy, l'evento annuale di Maire Tecnimont dedicato alla propria Supply Chain, giunto nel 2019 alla sua terza edizione

Paolo Mondo, Vice President, Group Performance Improvement & Supply Chain Excellence, Maire Tecnimont S.p.A.

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n un mercato sempre più competitivo, Maire Tecnimont promuove innovazione anche nella gestione degli acquisti di beni e servizi. Il Gruppo, attivo in 40 Paesi, lancia infatti una sfida ai fornitori strategici che ogni anno contribuiscono allo sviluppo delle sue commesse con forniture su 24 fusi orari, dall'America alla Siberia al Sud-Est Asiatico, promuovendo un ap-

premio più proattivo che rivoluzioni il tradizionale paradigma degli acquisti. Una relazione clientsupplier più propositiva e incentrata su una maggiore integrazione che, facendo leva sulla collaborazione industriale, porti benefici a entrambe le parti, rendendo i fornitori i più importanti contributori sia in fase di offerta sia nell'esecuzione dei progetti.

Prima edizione - 2017 Durante la prima edizione l'Amministratore Delegato Pierroberto Folgiero ha illustrato la strategia industriale del gruppo, aggiungendo:"La nostra competitività si misura anche nella capacità di andare oltre lo spirito prettamente commerciale cliente-supplier, evolvendo in una collaborazione industriale di lungo periodo. Il concetto chiave è la compartecipazione alle sfide del nostro business: in questo modo creiamo sinergie per abbattere costi e tempi su ogni progetto". Preziosi contributi sono giunti da Luca Cordero di Montezemolo, sulla capacità di creare valore facendo leva sul lavoro di squadra, e da Roberto Nava, Partner in Bain & Company, che

ha sottolineato come i trend di mercato richiedano una maggiore integrazione tra partner, con la funzione procurement a svolgere il ruolo chiave di interfaccia. Un tema, quello della collaborazione industriale proattiva, sviluppato anche nella seconda parte dell'evento in una tavola rotonda con le principali funzioni aziendali di Maire Tecnimont moderata da Paolo Mondo, Supply Chain Excellence Vice President. E proprio quest'ultimo ad aver inoltre introdotto i 6 Pilastri del Seenergy, ovvero le sei linee guida della collaborazione industriale per superare con successo le sfide del mercato di oggi: Early Involvement, Win to Win, Risk Sharing, Concurrent Engineering, Competitive Total Costing ed Impeccable Execution.

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Seconda edizione — 2018 A un anno di distanza dal primo appuntamento, la seconda edizione del Seenergy ha raccolto una platea di oltre 116 partner, in rappresentanza di una filiera da 900 miliardi di euro e 4.4 milioni di dipendenti. Provenienti da 13 nazioni, con la presenza inedita di cinesi e russi, l'evento ha raccontato le nuove sfide che il mercato sta ponendo davanti agli EPC Contractors ed ai loro fornitori, come spiegato da Pierroberto Folgiero: "II downstream è un business molto vivo, oltre che sui mercati storici quali Medio Oriente e Russia, anche in Usa e Sud-Est asiatico, ma bisogna far costare meno gli impianti, fare efficienza ed efficacia, e l'unica leva per poterlo fare è collaborare con i propri partner". "Capex Challenge", questa è la sfida che l'amministratore delegato ha lanciato ai partners presenti all'evento ed a tutta la Supply Chain di Maire Tecnimont: avere un approccio design-to-cost ed orientato alla Costruzione invece di concentrarsi esclusivamente sul prezzo dell'offerta. Invitato a contribuire ai lavori del convegno, Andrea Guerra, Presidente Esecutivo di Eataly, ha aggiunto: "Oggi i confini tra le società devono essere superati. In questo nuovo mondo, bisogna agire su due direttrici: spingere verso piattaforme 'open' e credere che la diversità è un fattore prezioso. Solo se si abbattono i muri all'interno e all'esterno di un'organizzazione, si può essere in grado di crescere in questo nuovo modo di fare business". Altro tassello dell'evento è stato l'intervento di Paolo Mondo, chiamato a fare il bilancio degli effetti del primo anno di Seenergy: "Abbiamo fatto "walk the talk", traducendo in realtá i sei pilastri del Seenergy. II risultato è davanti agli occhi di tutti, con oltre 800 iniziative e piú di 300 accordi siglati", a dimostrazione che queste linee guida funzionano e che con ogni fornitore vengono modulate a seconda delle esigenze. Infine, per la prima volta, il Gruppo Maire Tecnimont ha deciso di assegnare un riconoscimento ufficiale ai propri fornitori chiave, sulla base di una valutazione delle performance basata sui risultati ottenuti. Questi premi, assegnati nelle categorie Mechanical Materials, Machinery, Packages, Instrumentations, Electrical Materials, Static Equipments, Sustainability e Seenergy Award, hanno sottolineato un messaggio chiave: Adesso il Gruppo Maire Tecnimont", ha spiegato Paolo Mondo, "si è dotato di un sistema di rating concreto, basato su dati oggettivi, misurabili, e ripetibili, e, soprattutto, condivisibile con i nostri fornitori".

ti. Oggi esso rappresenta uno degli strumenti più efficaci a disposizione di un'azienda evoluta per creare valore e aumentare la propria competitività, non solo individuando e valutando i migliori partner, ma rendendoli compatibili con tutte le funzioni aziendali, valorizzandone il contributo nell'intero arco di vita della commessa.

Maire Tecnimont promuove innovazioni anche nella gestione degli acquisti di beni e servizi, soprattutto attraverso una relazione client-supplier più propositiva e incentrata su una maggiore integrazione

Pierroberto Folgiero

II Procurement, la funzione di Gruppo responsabile per l'approvvigionamento di beni e servizi, ha infatti assunto negli anni un ruolo sempre più strategico nella realizzazione "chiavi in mano" di mega impian-

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Questo è il messaggio con cui vengono convocati i fornitori strategici del Gruppo Maire Tecnimont al Seenergy, per creare un punto di rifermento nell'industria, capace di aggregare e stimolare alleanze sinergiche per ottimizzare tempi e costi delle forniture, nell'intero arco di vita delle commesse.

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ai Quello che è nato come un evento in cui condividere la visione del Market e fissando di valori della collaborazione industriale, è diventato oramai un punto fisso di osservazione del mercato dell'impiantistica internazionale, un momento di riflessione per analizzare i trend ed influenzare il futuro di un'offering tra i piú complessi del mercato Oil & Gas,

"I fornitori strategici vengono riuniti al Seenergy per creare un punto di rifermento nell'industria, capace di aggregare e stimolare alleanze sinergiche per ottimizzare tempi e costi delle forniture, nell'intero arco di vita delle commesse

"Seenergy",for strategic alliances and sharing in new challenges Building a new relationship model with the supply base in the projects around the world: this is Seenergy, the event that Maire Tecnimont organizes yearly in their headquarters in Milan. This year the meeting focused on the three main pillars of the Group's strategic plan: Capex reduction through operational excellence, Circular Economy and Sustainability in the supply chain and Digital Transformation. The event is also the occasion to award the best suppliers in the main categories. This year the winners were: Siad, Mayekawa, Cavicel, Orton, Hantech, Officine Ambrogio Melesi. A special appreciation goes to Mr Jafarov, CEO of Socar Polymers, for being the key note speaker at the event and a sponsor of this evolutionary step in the EPC Industry.

A SIAD Macchine Impianti il premio "Best Performing Partner"

SIAD Macchine Impianti ha partecipato all'evento "SEENERGY 2019" organizzato da Maire Tecnimont lo scorso novembre, durante il quale è stata premiata come "Best Performing Partner" (anno 2019) per la categoria "Machinery", che comprende sia gli impianti di frazionamento aria, sia i compressori. "SEENERGY" è un evento dedicato ai partner (migliori fornitori) di Maire Tecnimont. Circa 200 top manager, in rappresentanza dei migliori fornitori selezionati da Maire Tecnimont, hanno preso parte a questo evento che rappresenta un'importante

opportunità per condividere gli obiettivi e le esperienze con l'intento di rafforzare ulteriormente le sinergie e la creazione di valore attraverso la cooperazione industriale.

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SUPPLY CHAIN

Terza edizione — 2019 La terza edizione del Seenergy, tenutasi il 18 novembre scorso, ha cementato il successo e l'interesse della catena di fornitura per l'evento: con oltre 1.150 miliardi di euro e 4.4 milioni di persone rappresentate, l'evento ha registrato la massima partecipazione dalla sua creazione. L'evento ha inoltre segnato una "prima volta" storica, la partecipazione sul palco di tutta la filiera di un commessa E-P-C: dal Cliente al Contrattista ai Fornitori, chiamati a portare H proprio contributo ai contenuti del Seenergy. Fabrizio Di Amato, fondatore e presidente di Maire Tecnimont, nel suo intervento ha aperto l'incontro accogliendo la platea e sottolineando come "La trasformazione digitale è lo strumento principale per rendere concreta l'innovazione, ma per realizzarla occorre uno sforzo ulteriore di lavorare in squadra tra cliente, contrattista e fornitori." Nel corso dei lavori, Plerroberto Folgiero ha evidenziato che il nuovo scenario industriale richiede di essere più digitali, più locali, più "adaptive", più disciplinati nell'esecuzione. L'Amministratore Delegato ha inoltre illustrato i nuovi orizzonti verso cui Maire Tecnimont sta ampliando il suo business, con focus dedicati alla Green Economy, sostenuta da NextChem, la nuova società del gruppo e da piú di 50 MLN € dí investimenti in innovazione negli ultimi 5 anni. Momento chiave del Seenergy è stato l'intervento di Farid Jafarov, CEO di Socar Polymers, che ha rimarcato come "in Azerbaijan la cooperazione con Tecnimont è basata su una forte tradizione industriale e su un'alleanza con tutta la supply chain. La filiera rappresenta un treno di cui il contractor è la locomotiva, ogni vagone oggi deve spingere oltre che essere agganciato col precedente e successivo".

Fabrizio Di Amato

L'evento è quindi proseguito con l'intervento di Paolo Mondo che ha trattato l'importanza del Local Content: "Per noi Local Content non è solo una risposta ad una richiesta del Cliente, ma è un approccio di lungo termine, con l'obiettivo di fare leva sulle risorse e sulle competenze del Paese, creando così Valore sia per il Cliente, sia per l'Industria locale. sia per la Comunità". Il Supply Chain Vice President ha inoltre evidenziato come Seenergy stesso si sia evoluto nel corso delle tre edizioni, passando da "un giorno per i nostri partners" verso "un giorno con i nostri partners", evidenziando l'importanza della relazione e del contributo con la filiera. Relativamente a questo tema, è stato proprio lo stesso Mondo a moderare le tavole rotonde, tenute da cinque key-partner, che hanno raccontato la loro esperienza diretta con il gruppo su Operational Excellence & Capex Challenge, Green & Sustainability e Digital Transformation. L'evento si è concluso con la cerimonia di premiazioni per il "Seenergy 2019 Best Performing Partners", premiando Siad (Machinery), Mayekawa (Packages), Cavicel (Electrical Materials), Orton (Instrumentation Materials), Hantech (Static Equipment), Officine Ambrogio Melesi (Mechanical Materials).

Paolo Mondo Paolo Mondo è membro del management team di Maire Tecnimont, attualmente come VP Performance Improvement & Supply Chain Excellence del Gruppo, e in precedenza come VP Group Procurement. Ha oltre 25 anni di esperienza nel settore industriale e nella consulenza. E stato un partner presso Accenture, dove ha guidato la SCM Practice e il gruppo di Management Consulting nel Medio Oriente. In precedenza, ha ricoperto incarichi direttivi in società operanti a livello internazionale in vari settori industriale, come Fiat, Electrolux e Impregilo. Ha conseguito una laurea in ingegneria meccanica e un MBA.

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Biodiesel, tecnologia Maire Tecnimont negli Usa Eni avvia l'impianto di Crescentino

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Biodiesel, tecnologia Maire Tecnimont negli Usa Per promuovere un nuovo Hvo in partnership con Saola Energy La società del gruppo Maire Tecnimont, NextChem annuncia in una nota di aver siglato un'alleanza con Saola Energy per licenziare a livello internazionale una tecnologia per la produzione di diesel rinnovabile (Hydrotreated Vegetable Oil, detto Hvo) da oli vegetali e grassi residui e avvia un roadshow di promozione sul mercato americano che parte oggi a Houston in occasione della "National Ethanol Conference" e toccherà Washington in marzo e Minneapolis in giugno. NextChem e Saola Energy uniranno know how ed esperienza per sviluppare una soluzione per il mercato "chiavi in mano". NextChem agirà quale licenziante della tecnologia combinata e fornirà ai clienti servizi in materia di Engineering, Procurement e Construction e formazione per garantire pieno successo nell'impiego della tecnologia. La tecnologia brevettata da Saola Energy consiste in una fase di idro-trattamento seguita da una di isomerizzazione per produrre diesel rinnovabile, a partire da oli e grassi residui. La tecnologia può processare una vasta gamma di materie prime ed è ideale per ottenere il pieno valore economico dei carburanti a basse emissioni di carbonio, a fronte degli incentivi previsti da diverse normative in essere. Il processo ha un approccio basato sulla modularità ed è concepito per capacità a partire dai 10 milioni di galloni all'anno (circa 30.000 tonnellate/anno), il che lo rende ideale sia per impianti di piccola taglia integrati con siti esistenti che forniscono la materia prima, sia per grandi impianti indipendenti che possono approvvigionarsi di grandi quantità di materie prime. L'integrazione della nostra tecnologia con impianti (bio-raffinerie) esistenti ne consentirà l'ottimizzazione economica attraverso la valorizzazione dei

sottoprodotti. Le aziende che trattano oli usati e grassi residui avranno accesso a nuove opportunità sul mercato dei combustibili rinnovabili di seconda generazione. "Il diesel rinnovabile è una soluzione valida per la mobilità sostenibile e mostra un interessante trend di mercato, rappresentando il segmento nell'industria di bìocarburanti a più veloce crescita. Per NextChem, questo accordo rappresenta un'opportunità per ampliare il portafoglio tecnologico in un settore in rapida espansione e costituisce anche una porta di accesso al mercato agri-tech americano" ha dichiarato Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Maire Tecnimont e NextChem. "NextChem sta guardando a soluzioni tecnologiche che, dando il miglior contributo alla decarbonizzazione, siano anche un'opportunità proficua per gli imprenditori per rafforzare il loro business o crearne di nuovi". "Questa collaborazione rappresenta una grande opportunità per licenziare le nostre tecnologie in tutto il mondo" ha affermato Adam Belyarnani, Direttore Operativo di Saola Energy. "Con questo accordo, siamo in grado di fornire ai clienti una soluzione completa per impianti integrati di diesel rinnovabile. Ciò fornirà una soluzione molto attrattiva sul mercato per coloro che sono interessati a realizzare bioraffinerie sia di piccole che di grandi dimensioni". Saola Energy LLC è una società tecnologica privata, che ha implementato con successo la propria tecnologia brevettata diesel rinnovabile presso l'East Kansas Agri-Energy (Ekae), un impianto di etanolo situato a Garnett, Kansas. Un impianto di diesel rinnovabile integrato con una bioraffineria a etanolo.

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QUOTIDIANO ENERGIA www.quotidianoenergia.it

CARBURANTI ALTERNATIVI

NextChem negli Usa a pag. 8

Carburanti alternativi, Maire Tecnimont punta sugli Usa Attraverso NextChem il gruppo raggiunge accordo con l'americana Saola Energy per la produzione dí Hvo NextChem, la società del gruppo Maire Tecnimont attiva nel campo della chimica verde, collaborerà con l'americana Saola Energy per licenziare unatecnologia per la produzione di Hvo (Hydrotreated vegetable oil). L'accordo con l'azienda del Kansas prevede la collaborazione per "brevettare a livello internazionale una serie di tecniche per la produzione di diesel rinnovabile da oli vegetali e grassi residui", si legge in una nota. Nel dettaglio, le due società svilupperanno una soluzione per il mercato "chiavi in mano". NextChem fornirà ai clienti servizi in materia di Engineering, procurement e construction e formazione per "garantire pieno successo nell'impiego della tecnologia". La tecnica brevettata da Saola Energy "consiste in una fase di idro-trattamento seguita da una di isomerizzazione per produrre diesel rinnovabile di alta qualità". Il processo ha un approccio basato sulla "modularità" ed è concepito per capacità a partire da circa 30.000 ton/anno, "il che lo rende ideale sia per impianti di piccola taglia integrati con siti esistenti che forniscono la materia prima, sia per grandi impianti indipendenti che possono approvvigionarsi di grandi quantità di materie prime". Per NextChem, questo accordo" rappresenta un'opportunità per ampliare il portafoglio tecnologico in un settore in rapida espansione e costituisce anche una porta dí accesso al mercato agri-tech americano", ha dichiarato Pierroberto Folgiero, a.d. di Maire Tecnimont e NextChem. La partnership - ha spiegato Adam Belyamani, direttore operativo di Saola Energy -consente di fornire ai clienti "una soluzione molto attrattiva sul mercato per coloro che sono interessati a realizzare bioraffinerie sia di piccole che di grandi dimensioni".

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11S ENERGIA PULITA

Tecnimont,alleanza negli Usa per produrre diesel rinnovabile nel trattare i grassi e gli oli tramite un processo con l'idrogeno e poi una fase di isomerizzazione per produrre diesel rinnovabile di alta qualità. Invece che dai giacimenti del sotQuesto diesel rinnovabile è astoruolo e dal petrolio distillato sai diverso dalcomune biodiesel, nelle raffinerie,il gasolio nascerà il quale è ottenuto invece per trandall'olio usato.È questo l'oggetto sesterificazione degli acidi grassi. di un accordo che lia milanese Nex- Il biodiesel convenzionale ha forti tChem(la controllata nella società limitazioni d'uso; per esempio, di ingegneria Maire Tecnimont può essere miscelato con il gasoche si occupa di chimica verde e lio petrolifero in modo limitato.Al transizione energetica) ha rag- contrario,il diesel rinnovabile otgiunto con la statunitense Saola tenuto con un trattamento da Energy per realizzare bioraffine- idrogeno ha prestazioni superiori rie che produrranno carburante anche al gasolio petrolifero, al diesel rinnovabile. quale può essere miscelato in perIn particolare,la società italia- centuali a piacere fino a sostituirna proporrà in licenza la tecnolo- lo del tutto. gia della Saola e fornirà ai clienti La tecnologia di produzione è anche i servizi di ingegneria,co- modulare,in modo da potersi adestruzione degliimpianti e forma- guare anche alle taglie piccole di zione dei tecnici. scala locale con una produzione di Un dettaglio che interesserà 3omila tonnellatel'annodi gasolio gli esperti.La tecnologia brevet- ecologico.In questo modola protata dalla Saola Energy consiste duzione di carburante verde può affiancare non solamente le azien-

Intesa con la Saola(Kansas) su una tecnologia dei carburanti del futuro

de che trattano oli o grassi ma anche produzioni agricole o dell'industria agroalimentare,integrandone le attività e dando una destinazione utile ai sottoprodotti oleosi.Affiancando più linee invece si realizzerebbe un grande impianto di produzione. «Il diesel rinnovabile è una soluzione valida per la mobilità sostenibile e mostra un interessante trend di mercato,rappresentando il segmento nell'industria di biocarburanti a più veloce crescita», afferma Pierroberto Folgiero,amministratore delegato della Maire Tecnimont e della NextChem,secondo il quale l'intesa «costituisce anche una porta di accesso al mercato agri-tech americano». La Saola Energy è una società privata che ha inventato questo tipo di diesel rinnovabile e ha costruito un impianto di produzione nell'East Kansas Agri-Energy a Garnett, Kansas. —J.G. S RIPRODUZIONE RISERVATA

Tir, crollano Irlrnvi delle imprese tedesche

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SUSTAINABLE PLASTICS

As companies go, NextChem may seem somewhat of a new kid on the block. But, with the backing of its parent, Maire Tecnimont,it is fast making an impression by the sheer energy,passion and shrewd business acumen it applies in pursuing its green goals.- by Karen Laird n ,,: --rnne, "me may not yet Le laniïl ïar to everyone.On the other hand, Maire Tecn7nlont an international leader in the field of plant engineering headquartered in Italy and listed on the Milan Stock Exchange,is a well known,highly respected corporate group with operations in some5Orc,untries. The Group is mainly active in fertiltsers and in the hyclrnearbon sector, but is moving gradually to build up expertise in thefield of renewable energy and green chemrstry, as well Nextchem is the technology and engneenng `arrñ of Maire Tecnimont in the field of green chemisonomy try and the sustainar Irelative

Engineering change . background > tnt

sIValerio Coppinr, the -si ,e ti -ìent of business development at NextChem. It relates to how and why we developed our proprietary upcycling technology for high-quality plastic recycling. Maire Tecnimont is very active in the field of potyolefir.s. Today, the Grou.p - traditionally an engineering neering eonstruction company employs about 9000 people and 60% of them are chemical engineers,`he explained. He added that the Group has built around 200 pol,yolefins plants - low density,high density, li.near low density polyetYiylene and polypropylene plants - as we11 asPET and PA plants- For the most part, however, Maire Tecnimont builds polyulefr.n plants. "Ourgroup was involved in the invenon of the pn , lypropylene,, he pointed out. "Gurlio Natta, who discovered it, implemented the RdD program financed by

the

,ny Montecatiof- the parent companies of Maire Tecnimont. He used the catalyst platform that Karl Ziegler also used in the field of polyethylene high density, and in 1954, both chemists viwere awarded. the Nobel Prize for +,hemistry in 1963 in recognition of their work{" Since then, however, times have changed. From 1.5 million tonnes in 1350;global plastics produotion rose to 50 million in 1970, and has sine ballooned,in 2018, to 360 million tonnes,With 02 mvllion tonnes produced in Europe alone. By 2030, ïliis cmuld potentially increase to 400-500 million tonnes. The implications for the; ercvïronment are huge and tops ,,uch as rising 002 emtssions, re~.depletion of natural resources plastics pollution all urgently need tnbe addressed. Yet at the sametime,this creates new business op~^.,ortenrues.Environmental remediation, renewable enengy,recycling renewable fuels are just few examples of the new business areas. For a company like Maire Tecnimont, new paths will pre,sentthemselves, for instanca,as plasti.cs recycled from waste increase in volumes, the amount of oil required for use as io industry feedstock for the plastics will significantly reduce, which means that the profit pool may shift from the hydrocarbon industry to new segments of the value chain such as waste management and recyçling. In the. light of these de_.velopments and the opportunities the company saw opening up in the area of sustainability and circaLlary Ivlan•e Tecnimonts decision to launch NextChem was a logical next step. With P:extCthern. Maire

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which ✓v_r`..ine

. . a vehicle to develop m_ii, o; ,ical solutions m the field of sustainable economy, with a focus on improving the reused waste,developirTg the use of biomass feedstoaks and reducing industrial process pollution. Tecnfr

Notjust a'green flagship' "We started NextChem with very high expectations;' 0oppini stressed."We started this trip into the circular economy with the same mind-set that we approach the chemical ïndustry; petrochernioal industry and the plastic produëing industry" Iri other words, the standards adhered to at NextChem are high The company has not been launched by Maire Tecnimont just 'for show; but has been set up as meeting-place for innovative ideas and technolcrgyin the transition towards the circular economy Circu.larity, says NextChem, implies a process of restorstion and regeneration in which materials constantly ifloW around a `closed loop' systemn, rather than being used once and then discarded.. Above all, it implies keeping the value of these elements in the economy, while imiting leakage into the natural environment. "Today, we are active in three major fields;' said Coppini The first cluster is focused on technologies targeted at reducing the carbon footprrnt of existing plants - `what we call greening the brown", he explained where the company works with its existing r.lients produc,irrg petrochemical products >ike plastics to develop approaches allowing hem to cut their emission lFvels for more sustainable operations. Coppirn: 'The second clus-

ter is what we call tig -ithular economy in this a I .-'liem can offer both rri, and chemical recycling tecl-inolcgies to the market: our upcycling technolog,y, named MyReplast allows Us to a second life to plastic waste by producing top quality recycled polymers with high rnechanical and physical properties making our products oompetinve with virgin polymers. The process involves a high efficiency selectio_n and conditioning process followed by a thermodiemieal process for regrading and compounding the selected materials, utilising reactive extrusion tegether with additives and modifrers. As for chemical recycling, we have developed two approaches which we now provide to the market,namely gasification waste gasification technology and pyrolysis, both of which we apply to the stream of non-recyclable plastics ás well" With gasification alternative fuel,sud-i as methanol or natural gas, is prodwred; NextCt-ierri has also developed an etxonanrically viable model to transform feedstock into "circular hydrogen":The advantage of the technology developed by NextChem is its flexibility and the modular approacl-i for the different process phases, acu_rdin, to spec:iflcclient needs. This cf+fr that NextCherr :=,n e,rcl, I to oIefu-~~s, polyarfern, ._ compoundìrit̀: to =en-,- ~spectively n-n smon. rne-s, t .ol;fL r ,ci plasnns, as required pn dte A_liferentt, -d li_'0g.' L ,CI I - i i- .. fl7fier - _a1ll 1sse,-t(11/. continued on page 14 March 2020 sustainablePlastics

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SUSTAINABLE PLASTICS

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Inside at... ‘>continued on page 13 Large-r molecules are broken down into smaller molecules in the presene of heat - leading to the generation .of a pyrolysis gas. The outcome product may undergo further processing - in a steam cracker and later in a polyrnerisation plant- and turned back to polymers.The, main feedstock used for this process is a vaste plastic misi The third cluster, said Coppini, is dedicated to the development of biobased solutions. "We are very active ïn the cOmmerciálization of tech.nologfes for the production of secondgeneration bio-erhanol and renewable di -z1 Renewáble diesel, he sTessed, is not the same thing as bio-diesel: while both can be made from vegetable oils and residual fats, they are produced diíferently The company is more reticent when ít comes to biobased plastics, but is looking at PHA and PLA type of products. "We have R&D programmes for PHA and '"ve We starting on PLA, but we are exnemëly pragmatic in Our approach to this market - we like to approach a specific market, a niche, where the 'bio' is not ju5t a~.,- atti1. .- .te but is a functionality For example being able to address specific market where the bio-degradabílity is an added value. A niche application that may lustify their high cost" He noted that the price of bioplastics today may range b,etween €3C)00 - €5000 tonne, while standard is in the range of 1000."Só why should our customers buy it? Maybe,because there is a law But we are not enthusiastic about incentive markets; we like maikets that are free- simply because ncentives may come to an end Our target is logo to specific market like medical, pharma, where biodegradability, for example, is a functronality. We are working with partners on this, with companies and universitìes, to industrialise their ideas"

Upcycling,not recycling As NextChem is a company of chemical engineers, it is no surprise to hear that when it decided to venture into the recycling of pla . .i : waste, the first impulse was t~~ opt for chemical recycling. Yet, as the company soon found,any recycling process ad14

opted should yield affordable recycled plastics that can replace virgin polymers in the production of plastic goods. This msight' led to the development of a portfolio of plastic waste recovery solutions based on the concept of applying the best available technology according to the recyclability grade of the plastic vaste input. Hence, chemical recycling can offer a solution. for waste plastics that have hitherto not been able to be recycled. But the plant ultimately owned and operated by NextChem is based on a proprietary technology known as MyReplast tJpcycling. "When we started rn~ the first economic calculations, we understood that the right solution to plastic recycling is the "mix of solutions.. Before anytlúng else, we need to start from the reasons why plastics are so widely used today: first, plastics are cheap, second, plastic shows 1-ti,gì-i mechanical,physical and chemicals properties,third,plastics are very versatile," Coppini Qxplained "For recyclable plastic, our stsategy consists of implementing a cost-efficient solution, tYiat produces top class products for different applications." "C'hemical recycling involves high production costs, which means that the recycled plastics so produced unfortunately cannot enter the market at the same price as virgin plastics. On other hands, chemical recycling is the only solution for unrecyclable plastic such ás mulnlayer filräs". He added `And chemical recycling costs a lot in terms of both capital cost, as well as in terms of energy When producing a polymer, the reaction is an exothermic one and so to úndo that reaction,in other words,going from a polymer to a monomer,you need to give back this energy" On other hands, recycled tnateriai and pellets tend to be associated with mechanical properties that are lower compared with virgin plastics. It is a common complaint heard in the market,ä heritage of the previous plastic recycling approach. NextChem has soughtto produce a continuous supply of quality recycled resins with consistently high mechanie.al properties. "The mindset we had for virgin material plants we brought to the development of our plastic' recy-

We started this trip into the circular economy with the same mind-set that we approach the chemical industry, petrochemical industry and the plastic producing industry." Valerio Coppini NextChem cling plant:' Coppini said. Today, some 40 liilotonnes of plasrios waste is supplied to this plant,which is located near Lake Garda, in Brescia. The plant has a very high efficiency in terns of yield: 95% of the material entering die plant is recycled into new products At the plant, the mixed plastic waste is passed through three rnain: stages. 'Th.e first step is sorting: an advanced, automatic sorting system - 'implemented togeMer with our partrier in plastic sorting' - featuring more than 10 infrared readers, enabling tY,~ waste to be sorted with c éncy in the range of 96-97% m terms of quality. "We are able to separate the waste into PP, HDPE and n LDPE, as well as low viscosit-y and high rscositÿ - blow moulding and injection moulding - and we are even starting tn be able to separate out the different types of PP, hornopolymer and copolymer.. We also separate PET, PVC, PS, ABS and PA - the other major polymers óf interest." During the second step, the material continues to the refining section,containing a washing system to remove impurities, after which ïhe material is ground, and passed through the colour selection machine, where the flakes are separateti by colour. The result clean, sorted flakes that are ready for the final step: upcycling. We rnix the material m a compoundmg extruder, using our recipes. With additives and reagents, we modify the rheologY' of the material and adjust the oälour," said Coppini The final product is tailored to provide specific properties demanded by the rnarkwt resultirTg in a pellet that is virgin-like in quality The resin is sold Into the market with material specification sheets. 'So the client receives the same quality control, the cenfig-

uration that they receive from a pclyolefin planr," he clarified The quality of the üpcycled material makes it unnecessary for it to be mixed with virgin material."We have clients ranging from automotive to household and to the packaging industry using this" And, while it is not yet approved for food contact, as soon as the legislation: making this possible has been passed, the company will pursue r:ertification.

Buy the resin - or the technology NextChem is interested in more than just selling upc,ycled resins, however. As the company developed the proprietary MyReand built the plast technolv plant, it is aio eager to make the technology available to partners. According to Coppini, there are currently two distinct groups of clients for whom the technology is attractive. In the flrst place, the virgin plastic producers,who a mers are confronted with eus, who want - and need -higli-qualhigh-quality recyclate for their processes. "They have been kmocking at our door;" he said. Tice second group is that of the waste management cómpanies, who are seeking ways to add value to their waste.'They want to use our MyReplast technology in their downstream waste selection process,in order to produce mere uniform products;'he explamed. In short,the shift towards more sustainability is not only one of mindset, but also of infrastructure: .but it will be driven by asset owners' increasingly moving capital employed from traditionaL legacy activines to.new 'greener'assets and by customers placing a premium on sustainable prodúcts and consumption. And NextChem is betting on

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D Sole/2

MAIRE TECNIMONT

Le nuove voci del petrolchimico

Il trasporto di una colonna di acciaio lunga come un palazzo di otto piani dalla Calabria alla parte piĂš remota della Siberia. O ancora l'invenzione di un impianto innovativo sul riciclo della plastica.Sono alcune delle storie del podcast Evolve,realizzato da Doing del Gruppo Capgemini per Maire Tecnimont.CosĂŹ il colosso leader in ambito internazionale

nella trasformazione delle risorse naturali e presente in circa 45 Paesi con 6.300 dipendenti ha deciso di dare voce al suo magazine aziendale. Di fatto è la prima e unica industria petrolchimica a raccontare la trasformazione del suo settore con un podcast. Gli episodi sono distribuiti su Spotify,Itunes e Spreaker.

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II Sole/2

11S

Maire Tecnimont, utile a 116,8 milioni IMPIANTISTICA

Ricavi in calo dell'8,5%, ma si guarda con fiducia a commesse oil&gas Maire Tecnimont chiude i12019 con un utile invariato rispetto all'anno prima e un ebitda inleggera crescita, e resta fiduciosa sul portafoglio ordini, che al 31 dicembre dell'anno appena archiviato ammontava a 6,37 miliardi. «Nonosante l'incertezza sugli impatti derivanti dal Coronavirus e dalle conseguenza sul prezzo del petrolio - si legge in una nota -., il cotesto di mercato è previsto favorire investimenti nel segmento downstream,con

una particolare concentrazione sulle infrastrutture destinate alla trasformazione di petrolio e gas in prodotti petrolchimici nell'ammodernamento di unità di raffinazione esistenti». L'utile netto consolidato l'anno scorso è stato di 116,8 milioni, per un volume di ricavi pari a 3,3 miliardi di euro, in calo dell'8,5 per cento.L'ebitda rettificato è salito del 2% a 209,9 milioni di euro. La posizione finanziaria vede disponibilità nette per 78,9 milioni a fronte dei 93,8 milioni di fine 2018.11 cda ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,116 euro per azione,in calo rispetto agli 0,119 euro dell'anno precedente. —M.Me.

Ixruxhcvi[irnc atn~ha fl.vW~ordinatu :1d aprik non rLnlro~.ur~a 1~25 niì1Lrdl

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la Repubblica Industria

Maire Tecnimont i profitti netti a114 milioni nel 2019 ROMA — Il progetto di bilancio di esercizio e il bilancio consolidato di gruppo 2019 di Maire Tecnimont chiudono rispettivamente con un utile netto di 30,7 milioni di euro e un utile netto consolidato di 114,7 milioni (-2,3%). I ricavi del gruppo sono stati di 3.338,4 milioni (-8,5%), il risultato di gruppo rettificato di 115,1 milioni (+4,1%), l'Ebitda rettificato di 209,9 milioni (+2%), principalmente come conseguenza di una marginalità più elevata nonostante i minori volumiconsuntivati.Il margine rettificato sui ricavi è al 6,3%, in aumento rispetto al 5,6%, per il differente mix di produzione. Intanto la società fa sapere di essersi aggiudicata, attraverso alcune sue controllate, commesse per un valore complessivo pari a circa 220 milioni per servizi di ingegneria e procurement, nonchè per attività Epc. I contratti sono stati conseguiti principalmente in Europa.

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ItalìaOggi

L'utile Maire a 115 milioni

Nuovi contratti da 3,2 mld Maire Tecnimont ha realizzato nel 2019 un utile netto consolidato di 114,7 milioni di euro,in calo del 2,3% su base annua. Il risultato netto rettificato è rimasto invariato a 116,8 milioni. Il risultato di gruppo è migliorato da 110,6 a 113 milioni e quello rettificato è salito del 4,1% a 115,1 milioni. I ricavi sono diminuiti dell'8,5% a 3,338 miliardi. L'ebitda rettificato è cresciuito del 2% a 209,9 milioni e l'ebit rettificato è rimasto stabile a 185,7 milioni. Il cda proporrà un dividendo di 0,116 euro per azione. Nel corso dell'anno sono stati acquisiti nuovi contratti per 3,2 miliardi di euro e il portafoglio ordini ammonta a 6,4 miliardi. — Rip~one riseraata—■

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~1~"maga° Maire Tecnimont, maxi contratto da 200 milioni in Turchia L'IMPIANTO ROMA Maire Tecnimont, gruppo italiano di ingegneria impiantistica quotato a Piazza Affari, sbarca in Turchia con un contratto da circa 200 milioni per un nuovo impianto per la produzione di urea, composto chimico utilizzato nell'industria dei fertilizzanti.Il nuovo stabilimento verrà realizzato a Gemlik, 125 km a sud di Istanbul. «Siamo molto orgogliosi di questo nuovo risultato che conferma la leadership del gruppo nel settore dei fertilizzanti e ci consente di espandere la nostra presenza geografica in un mercato strategico come la Turchia», ha commentato il numero uno del gruppo,Pierroberto Folgiero. La capacità dell'impianto , che verrà realizzato per per conto della società Gemlik Gubre,è di 1.640 tonnellate al giorno di urea granulata e di 500 tonnellate al giorno di "uan", una soluzione di urea e nitrato di ammonio. Lo scopo del lavoro, spiega la società italiana, riguarda l'esecuzione dell'ingegneria, la fornitura di tutte le apparecchiature e materiali e i lavori di costruzione. Il completamento del progetto è previsto entro tre anni. Gemlik Gübre appartiene alla Yildirim Holding, un gruppo diversificato attivo in diversi campi,dal chimico e fertilizzanti fino ai porti e alla logistica, compreso quello minerario e dei metalli nobili. «La firma di questo accordo è il primo passo di una grande collaborazione. Confidiamo in Tecnimont e crediamo che insieme raggiungeremo un grande successo in tutto il mondo»,ha detto Ali Riza Yildirim, presidente di Gemlik Gübre.

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Alitalia torna allo Stato. Neweo pronta

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Le banche n3trorano le protezioni web ecco opale usare II conio Insicureº

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IL GAZZETTINO Maire Tecnimont, maxi contratto da 200 milioni in Turchia L'IMPIANTO ROMA Maire Tecnimont, gruppo italiano di ingegneria impiantistica quotato a Piazza Affari, sbarca in Turchia con un contratto da circa 200 milioni per un nuovo impianto per la produzione di urea, composto chimico utilizzato nell'industria dei fertilizzanti.Il nuovo stabilimento verrà realizzato a Gemlik, 125 km a sud di Istanbul. «Siamo molto orgogliosi di questo nuovo risultato che conferma la leadership del gruppo nel settore dei fertilizzanti e ci consente di espandere la nostra presenza geografica in un mercato strategico come la Turchia», ha commentato il numero uno del gruppo,Pierroberto Folgiero. La capacità dell'impianto , che verrà realizzato per per conto della società Gemlik Gubre,è di 1.640 tonnellate al giorno di urea granulata e di 500 tonnellate al giorno di "uan", una soluzione di urea e nitrato di ammonio. Lo scopo del lavoro, spiega la società italiana, riguarda l'esecuzione dell'ingegneria, la fornitura di tutte le apparecchiature e materiali e i lavori di costruzione. Il completamento del progetto è previsto entro tre anni. Gemlik Gübre appartiene alla Yildirim Holding, un gruppo diversificato attivo in diversi campi,dal chimico e fertilizzanti fino ai porti e alla logistica, compreso quello minerario e dei metalli nobili. «La firma di questo accordo è il primo passo di una grande collaborazione. Confidiamo in Tecnimont e crediamo che insieme raggiungeremo un grande successo in tutto il mondo»,ha detto Ali Riza Yildirim, presidente di Gemlik Gübre.

Econonda Alitalia torna allo Stato. (n,co pronta

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STAFFETTA QUOTIDIANA Maire tecnimont, contratto da 200 min € in Turchia Per un nuovo ímplanto di urea a Gemlik Maire Tecnimont ha annunciato sabato in una nota che la propria controllata Tecnimont ha firmato con Gemlik Gubre un contratto Epc per il valore di circa 200 milioni di euro relativo alla realizzazione di un nuovo impianto di urea e di Uan (soluzione di urea e nitrato di ammonio) a Gemlik, 125 km a sud di Istanbul, in Turchia". La capacità dell'impianto è di 1.640 tonnellate/giorno di urea granulata e di 500 tonnellate/giorno di Uan ed impiega la tecnologia leader mondiale dell'urea della controllata del gruppo Stamicarbon. Lo sco-

po del lavoro riguarda l'esecuzione dell'ingegneria, la fornitura di tutte le apparecchiature e materiali ed i lavori di costruzione. Il completamento del progetto è previsto entro tre anni dall'entrata in vigore dell'accordo. Gemlik Gubre appartiene a Yildirim Holding, un gruppo multimiliardario diversificato attivo in diversi campi dal chimico e fertilizzanti, fino ai porti e logistica, compreso quello minerario e dei metalli. Nella stessa area industrial si producono già ammoniaca e altri fertilizzanti, con accesso diretto al porto sul Mediterraneo.

Ali Riza Yildirim, presidente di Gemlik Gübre ha dichiarato: "La firma di questo accordo è il primo passo di una grande collaborazione. Confidiamo in Tecnimont e crediamo che insieme raggiungeremo un grande successo in tutto il mondo". Pierroberto Folgiero, Maire Tecnimont Group Ceo, ha commentato: "Siamo molto orgogliosi di questo nuovo risultato che conferma la leadership del gruppo nel settore dei fertilizzanti e ci consente di espandere la nostra presenza geografica in un mercato strategico come la Turchia".

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D Sole/2

11S MAIRE TECNIMONT

FRANCO GHIRINGHELLI

Human resources,Ict and process excellence vice president Maire Tecnimont

Dall'Italia fino all'India tutti al lavoro da remoto o smart working? Apprezzato da tutti, anJ che dai più senior». Parola di Franco Ghiringhelli, Hr, Ict and process excellence vice president di Maire Tecnimont,a capo di un gruppo attivo nel settore ingegneristico,tecnologico ed energetico, che ha oltre 6mila dipendenti in 45 paesi nel mondo,la metà in Italia. «Il lavoro agile - spiega Ghiringhelli - è stato avviato nel 2018 per i 2mila dipendenti della sede di Milano, dando la possibilità di prendere 4 giorni su 5. In condizioni normali lo smart working è in media di un giorno e mezzo, ma dopo il coronavirus abbiamo dato la possibilità a tutti di chiederlo al i00%, e nella prima settimana abbiamo avuto 1.800 persone "smart", poi scese a 1.600 nel fine settimana». La produttività, per ora, «non ne ha risentito - assicura Ghiringhelli -: gran parte dei dipendenti sono ingegneri abituati a ptogettare a distanza». L'hr director sottolinea però che non basta un decreto per far funzionare lo smart working. «La nostra azienda era già attrezzata e

avendo un rapporto di fiducia consolidato con i nostri dipendenti in questa fase di crisi ho riscontrato atteggiamenti encomiabili da parte loro, senza particolari problemi tecnici visto che tutti i nostri sistemi viaggiano su cloud». La sfida per Maire Tecnimont oggi si sta estendendo al di là dei confini nazionali. In risposta alla progressiva diffusione del coronavirus agli altri paesi, infatti, la multinazionale sta avviando l'abilitazione a lavorare in remoto di tutti i 6mila dipendenti nelle varie sedi del mondo: non solo Olanda e Germania, ma anche contesti molto lontani e diversi dall'Italia quali, ad esempio, Russia, Azerbaigian, Egitto e India. «Dal momento che lavoriamo in modo integrato con i nostri clienti da Houston a Vladivistok - sottolinea Ghiringhelli - e ci avvaliamo di una catena di fornitura italiana e internazionale,stiamo collaborando con clienti e fornitori per condividere la nostra piattaforma di lavoro e proseguire insieme il percorso intrapreso. Anche le realtà aziendali della nostra filiera, tecnologicamente meno preparate alla trasformazione digitale e all'adozione di una modalità di lavoro agile, stanno interpretando l'accelerazione imposta dalla situazione attuale non come mera e obbligata risposta all'emergenza, ma come scelta e opportunità di innovazione,che può garantire la continuità del business». —Fr.Ba, 3+RIPRODl1ZIONE RISERVATA

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STAFFETTA QUOTIDIANA Maire Tecnimont, 10 min in commesse di ingegneria Maire Tecnimont annuncia in una nota che la controllata Tecnimont "ha ottenuto riconoscimenti per un importo complessivo di circa 10 milioni di dollari americani per servizi di ingegneria ad alto contenuto tecnologico e studi di fattibilità nel settore petrolchimico in Corea, Federazione Russa e India". In particolare, Tecnimont ha firmato un contratto per lo sviluppo del FEED (front end engineering design) e la conseguente ingegneria di dettaglio per la sezione ad Alta Pressione di un impianto di polietilene a bassa densità (LDPE) da realizzare in Corea per una delle maggiori aziende energetiche e chimiche dell'Asia Pacifico, la quale sta sviluppando un nuovo complesso petrolchimico integrato. "Grazie al suo know-how tecnologico,

Maire Tecnimont consolida la sua leadership di mercato nell'ingegneria e nella costruzione di impianti di polietilene a bassa densità in tutto il mondo", sottolinea la nota. Le aggiudicazioni comprendono anche due studi di fattibilità, uno per una nuova Unità di Polipropilene in India per Borealis e l'altro per un'ulteriore linea di Acrilonitrile nella Federazione Russa per Lukoil 000 Saratovorgsinetz. Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Maire Tecnimont Group, ha commentato: "Queste aggiudicazioni confermano che il nostro Gruppo sta portando avanti le sue attività grazie all'impegno di ogni singolo collega e al beneficio derivante dalla rapida adozione della nostra Digital Advantage Smart Platform".

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LD SMART HELMET È UNO DEGLI STRIs( DELLA PIATTAFORMA DIGITALE DI TECNIMONT

TECNIMONT, IMPIANTI DI LDPE GRAZIE ALLA DIGITALIZZAZIONE Maire Tecnimont S.p.A. annuncia che la controllata Tecnimont S.p.A. ha ottenuto riconoscimenti per un importo complessivo di circa 10 milioni di USD per servizi di ingegneria ad alto contenuto tecnologico e studi di fattibilità nel settore petrolchimico in Corea, Federazione Russa e India. In particolare, Tecnimont ha firmato un contratto per lo sviluppo del FEED (front end engineering design) e la conseguente ingegneria di dettaglio per la sezione ad Alta Pressione di un impianto di polietilene a bassa densità (LDPE) da realizzare in Corea per una delle maggiori aziende energetiche e chimiche dell'Asia Pacifico, la quale sta sviluppando un nuovo complesso petrolchimico integrato. Grazie al suo know-how tecnologico, Maire Tecnimont consolida la sua leadership di mercato nell'ingegneria e nella costruzione di impianti di polietilene a bassa densità in tutto il mondo. Le aggiudicazioni comprendono anche due stridi di fattibilità, uno per una nuova Unità di Polipropilene in India per Borealis AG e l'altro per un'ulteriore linea di Acrilonïtrile nella Federazione Russa per Lukoil 000 Saratovorgsi netz. Pierroberto Folgiero, Maire Tecnimont Group CECA (nella foto), ha commentato: "Queste aggiudicazioni confermano che il nostro Gruppo sta portando avanti le sue attività grazie all'impegno di ogni singolo collega e al beneficio derivante dalla rapida adozione della nostra Digital Advantage Smart Platform".. Il Gruppo ha lanciato nel 2015 il suo programma "Digital Advantage" che ha portato progressivamente alla completa digitalizzazione dei propri processi e che sta consentendo una collaborazione avanzata tra i suoi professionisti e partner, indipendentemente dalla loro postazione di lavoro fisica. Maire Tecnimont è stata tra i primi ad adottare nel suo settore le migliori tecnologie ICT che consentono il full cloud e la virtualizzazione dell'infrastruttura del Gruppo, al fine di svolgere da remoto non solo le attività di progettazione e operative (CIM, modellazione 3D completa e soluzioni AWP per ottimizzare ingegneria e costruzione), ma anche amministrazione, finanza e controllo, procurement e gestione delle risorse umane. Questo programma di trasformazione ha permesso a Maire Tecnimont di affrontare la situazione attuale con un approccio flessibile. Attualmente, circa 5,000 persone in tutto il mondo appartenenti ai centri di ingegneria di Milano, Roma, Mumbai (India), Mosca (Russia), Sittard (Paesi Bassi), Braunschweig (Germania), Houston (USA) continuano a svolgere il loro lavoro da casa, coordinandosi con i team di progetto multilocalizzati. Ritaglio

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D Soleka

11S

L'ingegneria di Maire Tecnimont. Al lavoro in Russia nella raffineria di Omsk

Rete anti caos dei servizi d'ingegneria accade nell'aziendacheleiamministra e nel settore in cuilavora? PIERROBERTO FOLGIERO La Maire Tecnimonteranatafin dall'origine su quello che oggi viene L'ad di Maire Tecnimont: chiamatosmart working.Siamo co«Non tornare indietro loro che raccolgonol'idea dell'invesui processi smart» stitore,disegniamo il progetto,ordiniamo e facciamo costruire le parti Jacopo Gilberto checompongono il progetto,faccian sintesi:il virus mostra che il la- motrasportare queste macchine,ne voro delfuturo saràsmart(ocome seguiamo il montaggio e il collaudo lo si voglia chiamare:lavoro agile, e poi consegniamo il progetto realiztelelavoro e cosìvia)e che passato zato. Una raffineria, un impianto il contagio non si dovrà tornare in- chimico. In genere chi propone dietro da questa dematerializzazio- l'idea sitrovain unluogo diverso da ne di molti processi produttivi; la quello in cui noila trasformiamo in pandemia chiude molte porte del un progetto, da dove poi vengono business e frale grandisocietà diin- prodotte le sue parti e da dove poi gegneriale imprese italiane paiono l'idea viene realizzata. Per forza di più flessibili e più pronte a trovare cose,dasempre gran parte delle fasi soluzionialternative a ognicancello ingegneristiche complesse e della che si rinserra. Fra le molte espe- gestione del progetto devono essere rienze di imprese che si adeguano svolte da remoto. Che ostacoli incontrate? all'effetto Covidi9,ecco lavoce delle Quelli che io definisco "cancelli",Il di società ingegneria e contracting, società checon una visione interna- virus e gli strumenti perfrenarne la zionaleintermediano fra un proget- diffusione li chiudono. I primi a chiudersi sono gli uffici: i committo e la sua realizzazione. Pierroberto Folglero,leièammi- tenti,gli uffici pubblici,gli uffici dei nistratore delegatodella MaireTec- fornitorie così via.Possono chiudernimont, una delle società di inge- siiPaesi ole aziende in cuisi svolgogneria più note al mondo.Checosa no le fabbricazioni. Possono chiudersi o aprirsi la circolazione delle merci,lalogistica.Le dogane eiporti dipartenza e diarrivo dei macchinaL'INTERVISTA

ri, gli aerei cargo e gli aeroporti. I cantieri dove stiamo realizzando il progetto.In Italia per esempio adesso è aperto solamente il "cancello" degli uffici, visto che si lavora a distanza,ma tutti gli altrisono chiusi. La nostra multilocalità ci permettedi spostare le attivitàsecondo i cancelli aperti,per esempio dove la manifattura sta ancora lavorando. Che impatto c'è sullavoro? Nel caso di una società come la nostra,come la Maire Tecnimont che attraversa la geopolitica e la geosaPIERROBERTO FOLGIERO Amministratore delegato Mai re Tecnimont

nità in cinque continenti,vediamo che il processo di orchestrazione deve essere tutto virtualizzato e remotizzato. Chi resta solo sulla fisicità dellavoro è destinato a scomparire. Se ne sono convintianche coloro che erano più scettici con la tecnologia virtuale.Il processo didematerializzazione deve coinvolgere anche fornitori e clienti. L'importante è che

quando tornerà la normalità non tornino indietro. El'impatto sui conti? Dividiamo il business dal bilancio. La virtualizzazione consente di mantenere il mercato e diassicurare la continuità aziendale.Il fatturato è un esercizio balistico diverso. Come si collocano le societàitaliane di ingegneria? A differenza di altri grandiPaesi,che sono bravissimia procederesuisentieri ordinari,noiitalianisiamo più bravia trovare soluzioni alternative e afarfunzionare il cervello.Quando i clienti ci chiedono difrenare l'attività perché non riescono a procedere,noiriusciamo a sorprenderli portando il risultato che non s'aspettavano.C'è chi perinterromperel'impegnoinvocalaforza maggiore:non è la soluzione perché, se libera da obbligazioni e penali,laforza maggiore non fa risparmiare i costi di improduttività. Un'altra cosa interessante è leggere la differenza fra i diversi mercati. Vi sono Paesi che danno centralità strategica alle infrastrutture,e i grandi cantieri non sifermano;ePaesi più deboli,oppure Paesiin cuila macchina pubblica è menoinfluente o doveicantierisono più piccoli,e lìi progetti rallentano o si fermano. RIVRUUJLIONCRISERVATA

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STAFFETTA QUOTIDIANA Maire tecnimont, 20 cantieri su 8 fusi diversi in un workshop Maire Tecnimont ha voluto organizzare proprio il 28 aprile, giorno in cui si è celebrata la giornata mondiale della sicurezza e salute sul lavoro 2020, un workshop di due giorni, che riunisce venti cantieri su 8 fusi orari in cui il gruppo è attivo, dal Nord America al Sud Est Asiatico, passando per Europa, Africa, Medio Oriente e Russia, in cui complessivamente sono mobilitate circa 33.500 persone, tra construction team di Maire Tecnimont e maestranze dirette e indirette.

"La resilienza quale fattore distintivo per superare e vincere la sfida attuale: una caratteristica più che mai necessaria oggi, per mantere la più alta efficienza produttiva ed operativa, nel pieno rispetto della normativa in materia di Salute, Sicurezza e Ambiente (HSE, Health Security and Environment) per far fronte all'emergenza COVID-19 - si legge nella nota diffusa oggi dalla società - È questo il messaggio che Maire Tecnimont ha lanciato attraverso questo appuntamento di condivisione".

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LAVORO FACILE 21/4/2020

Lavoro Facile 2020 - n.06

Per le sedi di Roma e Milano. A tempo indeterminato

Maire Technimont 84 ingegneri e tecnici leader internazionale nell'ambito dell'ingegneria impiantistica, principalmente nel settore degli idrocarburi (petrolchimico, fertilizzanti, oil & gas): MAIRE TECHNIMONT, con ricavi pari a 3,3 miliardi di euro e un portafoglio di ordini di 6,4 miliardi di euro, è presente nel mondo in oltre 45 Paesi. I dipendenti sono 9.300. Erede della grande tradizione dell'ingegneria italiana e attraverso importanti acquisizioni strategiche come quelle di Fiat Engineering e Tecnimont, il Gruppo ha fondato un modello imprenditoriale agile e flessibile che propone innovazioni continue di tipo tecnologico e realizzativo tanto che può contare su oltre 1.300 brevetti e 50 società operative. Oltre a quelle nelle varie sedi all'estero, le posizioni aperte in Italia tra Roma e Milano sono 84. Nella Capitale c'è necessità di: burners & reefractories engineer, contract manager,construction estimating group leader, electrical project leader, estimater engineer, expediter equipment. expediter instrumentation, expediter macchine rotanti, expediter piping, field engineering manager, material buyer, p&id engineers, planning engineer, pressure vessels specialist, process engineer, project engineer, project engineering manager, project finacial controllar. project procurement coordinator, tecnici, e così via. A Milano: building electrical & instrumentation system engineer, chemical engineer chief project engineer, commerciai & business civili & structural project leader developer, data scientist manager, home office construction engineer, ict project manager. instrumentation design methodology junior engineer, material selection specialist, materials senior buyer, metallurgy & welding technologies engineer. process contrai & automation specialist, project control cost engineer, services subcontracts buyer, system engineer, e così via. Requisiti generali: 'laurea specialistica, esperienza pluriennale, fluente conoscenza dell'inglese, disponibilità agli spostamenti. Ma ci sono possibilità anche per diplomati tecnici e per gli appartenenti alle categorie protette (L. 68/99). Gran parte dei contratti sono a tempo indeterminato. Curriculum dal sito: https://jobpos ting.mairetecnimont.it/benvenuti/all_vacancy_view?b_start:int=0&-C=.

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Forbes IL CORAGGIO DI OSARE

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AR

di Matteo Rigamonti

AUDIO

Pierroberto Folgiero ë ad e dg di Moire Tecnimont. Usci l'app BFC AR per ascoltare la sua intervisto a Forbes Leader su BFC Video.

energy

eratore della rivoluzione digit Lo pandemia da'goronavirus si è rivelata un grande in MaireTecnimont."Non è solo un fatto di hardware, anche di attitudine e change management per aderire a un nuovo modello", dice l'amministratore delegato e direttore generale Pierroberto Folgiero

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~Il sentiero verso l'industria delfuturo è lastricato di soluzioni digitali utili,come le più innovative applicazioni della tecnologia informatica e delle telecomunicazioni, a loro volta contaminate da responsabili declinazioni del lavoro in team o soli da remoto. Stratagemmi che per fecondare davvero la cultura del lavoro nel quotidiano necessitano di un reagente che non si trova a buon mercato: persone preparate e pronte a vagliare e trattenere tutto ciò che può migliorare la prassi di ogni giorno, senza timore di modificare le abitudini consolidate. Ne sanno qualcosa, anzi parecchio, in Maire Tec❑imont dove lo smart working è di casa dal 201:6 e dove è stato avviato il progetto Digital Advantage che ha come obiettivo quello di governare lo sviluppo digitale di un gruppo industriale multinazionale leader neIl'iingegneria impiantistica nel settore degli

idrocarburi(petrolchimico, fertilizzanti, e raffinerie dell'oli & gas). Una realtà complessa: 9.300 professionisti dislocati in oltre 45 paesi attraverso 50 società, ricavi 2019 a 3,3 miliardi di euro e ordini per 6,4 miliardi. Un soggetto che non può permettersi il lusso di non progettare il domani,come dimostra il varo di NextChem, business unit dedicata alla transizione energetica e alla chimica verde. Alla guida di Maire Tecnimont c'è l'amministratore delegato e direttore generale Pierroberto Folgiero,che a Forbes Italia spiega:"La digitalizzazione non è solo un fatto di hardware e piattaforme informatiche, ma anche di attitudine e change management per aderire a un nuovo modello". Ciò che non è cambiato, precisa, sono "i nostri processi core: engineering, procurement e construction", in una sigla Epc che significa progettazione di impianti e loro realizzazione fino alla consegna. Mantenendo alta la capacità di comprendere e gestire i processi chimici di base, cioè"come rompere le molecole': Ma dopo l'avvio di progetti pilota di successo il gruppo ha gradualmente affiancato all'Epc tradizionale la sua versione digitalizzata". Ê quello che è stato fatto, per esempio,con il Digital Advantage Smart Platform applicato al progetto Oq Liwa Plastic in Oman o che normalmente avviene con Digital 'lwin, il fratello virtuale che riproduce le sequenze complete di un progetto evidenziando in simultanea le fasi dì processo e anticipando la presa in carico dell'impianto."Così

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realtà aumentata

DENTRO IL PROGETTO IN OMAN

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Per conoscere da vicino come funziona la Digital Advantage Smart Platform di Maire Tecnimont scarica subito l'app BFC Augmented Reality e, una volta effettuato l'accesso alla sezione del numero di Forbes Italia che hai tra le mani,tocca lo schermo del tuo device e inquadra la pagina: partirò un video sul progetto Oq Liwa Plastic in Oman.

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possiamo storicizzare i dati,elaborare previsioni e abbattere i costi': Il punto di partenza è la "lungimiranza di aver abbracciato tempestivamente il cloud computing investendo in infrastruttura di rete, banda e dispositivi mobili", prosegue Folgiero,"il secondo step sono stati i software, gestionali di base all'avanguardia e suite specifiche per opti esigenza". Il risultato è duplice: Maire Tecnimont oggi è in grado di cablare interamente ogni suo impianto remotizzandone la progettazione e costruzione, il controllo e la gestione dei processi; mentre lo smart working praticato è quello vero, che non significa semplicemente telefonarsi per fare riunioni online:"Siamo in grado di digitalizzare ogni nostro processo core, virtualizzandolo o remotizzandono". Dal monitoraggio dell'avanzamento lavori al funzionamento a regime. I.a pandemia da coronavirus che sta facendo grippare il motore dell'economia globalizzata si è rivelata un gigantesco acceleratore della rivoluzione digitale in Maire Tecnimont,constata l'ad:`Abbiamo dovuto fare di necessità virtù, anche per le attività dove eravamo ancora a uno stadio pilota". Così che ïl gruppo,non soltanto ha mantenuto caldi business con clienti che avrebbero potuto vacillare di fronte

all'immensità della sfida - "li abbiamo sorpresi facendo capire loro che eravamo pronti ad affrontare il Covid-19" -, ma è ai nastri di partenza per veder nascere nuovi progetti. Tra le più recenti aggiudicazioni della controllata Tecnimont, per un importo complessivo pari a circa 10 milioni di dollari, ci sono: la sezione ad alta pressione di un impianto di polietilene a bassa densità (Ldpe)da realizzare in Corea per una delle maggiori aziende energetiche e chimiche dell'Asia Pacifico che sta sviluppando un nuovo complesso petrolchimico integrato; e due studi di fattibilità, uno per una nuova Unità di polipropilene in India per Borealis AG e l'altro per un'ulteriore linea di acrilonitrile in Russia per Lukoil. "Da italiani"; conclude con orgoglio Folgiero,"stiamo dimostrando tutta la nostra propensione a trovare soluzioni efficaci quando i problemi sono molti e complessi, traendo motivazioni ulteriori da circostanze aperse'. Infine una menzione speciale per Ie donne e gli uomini di Maire Tecnimont: "La vera differenza nel processo di digitalizzazione la fanno le persone. Persone forti e preparate sono la risorsa più scarsa sul mercato, dunque il vero pregio di un'azienda come la nostra':O FORBES.IT

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STORIE DI ECCELLENZA E INNOVAZIONE

IL LAVORO SMART MIGLIORA LE GIORNATE E LA PRODUTTIVITÀ L'azienda multinazionale attiva nel settore degli idrocarburi ha realizzato con Microsys un progetto di rinnovamento degli spazi e ha adottato le tecnologie di Microsoft per il lavoro flessibile. n grande operatore dell'industria petrolchimica, dei fertilizzanti e della raffinazione di petrolio e gas. Un operatore storico, ma anche aperto all'innovazione e alla sostenibilità ambientale. Maire Tecnimont si occupa di ingegneria impiantistica, principalmente nel settore degli idrocarburi, con una presenza ramificata in 45 Paesi e controllo diretto o indiretto su una cinquantina società operative. Le radici storiche dell'attività affondano nel 1973,annodi nascita di Tecnimont, entrata poi a far parte del Gruppo Maire nel 2005. 11 Gruppo Marie Tecnimont da allora si è allargato attraverso acquisizioni di società estere, con una nuova strategia di innovazione tecnologica nel campo della trasformazione degli idrocarburi, e con la progressiva apertura alle energie rinnovabili e alla green chernistry. Nella sua sede di Milano recentemente è stato avviato un progetto di smart working basato sia sulla creazione di nuovi spazi di condivisione sia sull'uso di tecnologie collaborative. L'iniziativa, battezzata "Be adaptive'; mirava a di introdurre in azienda nuovi modelli e logiche organizzative, che potessero aumentare il benessere dei dipendenti e la qualità delle loro giornate, ma anche la produttività e l'efficacia del loro lavoro. Non a caso, benché promosso dall'amministratore delegato, il progetto è

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LA SOLUZIONE La piattaforma Microsoft 365 permette ai dipendenti di Maire Tecnimont di accedere alle applicazioni indipendentemente dal dispositivo usato. La piattaforma di comunicazione e collaborazione unificata Microsoft Teams racchiude funzioni di chat, videoconferenza, archiviazione e file sharing. La nuova area di coworking include circa duecento postazioni e aree riunioni.

stato gestito dalle divisioni IT e risorse umane.Il primo passo è stato il coinvolgimento dei dipendenti a loro è stato chiesto, attraverso un contest, di proporre idee e best practice sulle innovazioni potenzialmente più utili per migliorare le attività lavorative. In seguito è stata ingaggiata Microsys, società di consulenza informatica milanese (con una seconda sede a Torino),che ha saputo orientare il suo cliente versola selezione delle soluzioni più adatte. Per garantire accesso ubiquo alle applicazioni aziendali, sia in sede sia da casa, la scelta naturale è stata il cloud: è stata adottata, quindi, la piattaforma Microsoft 365 (già nota come Office 365),con cui è stato creato un nuovo "ambiente di lavoro digitale", come si suol dire. Ma anche gli ambienti fisici sono stati riprogettati in un'ottica multimediale e polifunzionale, per favorire la collaborazione e lo scambio di idee,ed è stata creata una nuova area di co-working. Attraverso la propria piattaforma di e-learning (Learning 365), Microsys si è anche occupata di aiutare il personale di 1‘,íaire Tecnimont ad avvicinarsi a queste nuove soluzioni e ad adattarsi ai cambiamenti. Il progetto ha dunque richiesto un'intensa attività di formazione rivolta sia ai manager sia ai dipendenti, portando a ottimi risultati. A fune 2019 infatti, sebbene ilavori siano tuttora in corso e il progetto non ancora terminato, il 99% del personale aveva già aderito al piano di smart working e utilizzava le soluzioni digitali rese disponibili. Grazie all'adozione del lavoro agile Maine Tecnimont ha riscontrato un aumento delle ore lavorate e della produttività,mentre i dipendenti possono organizzare con più libertà la propria giornata, collaborando anche da remoto attraverso chat, videochiamate e videoconferenze.

APRILE 2020. 145'

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STAFFETTA QUOTIDIANA Russia, nuova commessa per Maire Tecnimont Maire Tecnimont annuncia in una nota che la propria controllata Tecnimont, in qualità di leader del consorzio russo-cinese (composto da MT Russia, Sinopec Engineering e Sinopec Engineering Group, Russian Branch) si è aggiudicata un contratto di Engineering, Procurement and Site Services da parte di Amur, società controllata dal gruppo petrolchimico russo Sibur. "Il valore complessivo del contratto è pari a circa 1,2 miliardi di euro, di cui la rilevante maggioranza è di competenza del gruppo Maire Tecnimont", spiega la nota. Il contratto riguarda lo sviluppo petrolchimico del Amur Gas Chemical Complex (Agcc). "Agcc costituisce l'espansione downstream dell'impianto di trattamento gas Amur (Agpp), nella città di Svobodny, nella regione dell'Amur, nell'estremo oriente della Federazione Russa, vicino al confine con la Cina, per il quale il gruppo Maire Tecnimont attualmente sta eseguendo uno dei pacchetti", continua la nota. Il progetto comprende varie linee di produzione di poliolefine di larga scala. La mechanical completion del pro-

getto è attesa entro il 2024. Questo progetto darà vita ad uno dei maggiori impianti petrolchimici al mondo e sarà alimentato dai prodotti associati al gas naturale del progetto AGPP. "L'intera iniziativa di sviluppo del gas nella regione dell'Amur — comprendente sia Agpp, che Agcc — rappresenta pertanto un punto di svolta nello scenario energetico globale", sottolinea Maire Tecnimont. Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Maire Tecnimont, ha commentato: "Questo progetto conferma l'affidabilità della nostra strategia di coinvolgimento fin dalle prime fasi di sviluppo di progetti con clienti selezionati, con una visione industriale di lungo termine nella catena di valore del gas naturale. Il progetto Agcc fa seguito alla partecipazione di Tecnimont nel mega impianto di trattamento gas di Amur, nell'estremo oriente della Russia, e rappresenta la sua monetizzazione downstream nelle poliolefine. In queste circostanze eccezionali dovute alla diffusione del Covid, siamo orgogliosi di impegnarci in questo lavoro prestigioso e di mettere le nostre migliori energie al servizio di un cliente di lungo corso come Sibur".

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MF IL CONTRACTOR SVILUPPERÀ UN MAXI-PROGETTO PETROLCHIMICO DI AMUR IN RUSSIA

A Maire commessa da 1,2 miliardi Il presidente DiAmato:il risultato èfrutto delle buone relazioni internazionali e delprocesso di digitalizzazione Orafocussu trasformazione delgas e investimenti green DI NICOLA CAROSIELLI

onostante il lockdown imposto dall'espansione della pandemia Covid-19, Maire Tecnimont cowntinua ad accrescere il numero di commesse, Ieri il contractor, tramite la controllata Tecnnimont spa in qualità di leader del consorzio con Mt Russia Llc, Sinopec Engineering Inc. e Sinopec Engineering Group Co., Ltd Russian Branch, si è aggiudicata una maxi commessa da 1,2 miliardi di curo, di cui la rilevante maggioranza sarà di competenza del gruppo Maire Tecnimont. Il progetto riguarda lo sviluppo petrolchimico dell'Amur Gas Chemical Complex, l'espansio-

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ne downstream dell'impianto di trattamento gas Amur (Agpp), nella città di Svobodny, nella regione dell'Amur, nell'estremo oriente della Federazione Russa, vicino al confine con la. Cina, per il quale il Gruppo Maire Tecnimont attualmente sta eseguendo uno dei pacchetti. Una «commessa doppiamente importante» ha dichiarato il presidente Fabrizio Di Amato a MF-Milano Finanza, sottolineando non solo la dimensione del contratto e «l'ulteriore conferma della volontà della Russia a mantenere solidi rapporti con il nostro Paese». Il raggiungimento di un tale obiettivo acquista un peso specifico soprattutto in relazione al periodo di difficile gestione,come dimostra l'inevitabile battuta d'arresto subita da

alcuni deal. Il merito, ha spiegato Di Amato, «va attribuito alla capacità del gruppo di mettere in atto un processo di digitalizzazione partito già dal 2015,che ha consentito una pronta attività di smartworking, permettendo quindi a tutti i dipendenti sparsi nel mondo di svolgere il proprio lavoro serenamente, non appena si è avvertito il problema». Il messaggio lanciato dal presidente è chiaro,lo smartworking «va studiato, pensato, devono essere destinati investimenti, deve essere ricco di contenuti perché è una preparazione del lavoro che consente di svolgere correttamente e regolarmente i propri compiti». E appunto la commessa di ieri è anche frutto di questa progettualità. Intanto Maire prosegue anche nella spinta alla transizione

energetica, puntando sulla lavorazione del gas e sull'economia circolare. «Questa è l'era della trasformazione del gas, sia perché ha un prezzo più competitivo sia perché l'impatto in termini ambientali è inferiore ad altre fonti fossili» ha proseguito Di Amato delineando i trend strategici. A questo,si affianca poi il mondo del green, quindi anche l'economia circolare. «Il mondo ha realmente voglia di andare verso una decarbonizzazione, un passaggio favorito anche dalla grande disponibilità di capitali da cui attingere». Tanto che, ha concluso Di Amato, «questi capitali, e la conseguente creazione di infrastrutture energetiche, unita a una sburocratizzazione dei processi, creerebbero un volano incredibile.per l'economia. (riproduzione riservata)

MAIRE TECNIMONT quotazione in Duro

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11S Maire Tecnimont vola con il contratto russo Una maxicommessa aggiudicata in piena emergenza da Covid-19.In un contesto assai complicato Maire Tecnimontieri hafesteggiato in Borsa un contratto da 1,2 miliardi chiudendo le contrattazioni in rialzo del 4,29% a 1,776 euro. La `gara"se l'è aggiudicata la controllante Tecnimontche,in consorzio con MTRussia,SinopecEngineering e SinopecEngineering Group,hafirmato irmato un accordo con Amur,società controllata da PJSC Sibur Holding, per un progetto EPSS(Engineering,Procurement and Site Services). Il contratto, ha riferito la società, riguarda lo sviluppo petrolchimico delAmurGas Chemical Complex,l'espansione downstream dell'impianto di trattamento gas Amur nella città di Svobodny,nell'estremo oriente della Federazione Russa,vicino alconfine con la Cina,per il quale Maire Tecnimontattualmente sta eseguendo uno deipacchetti. «In queste circostanze eccezionalisiamo orgogliosi diimpegnarciin questo lavoro prestigioso e di mettere le nostre migliori energie alservizio di un cliente dilungo corso come Sibur» ha commentato Pierroberto Folgiero,amministratore delegato di Maire Tecnimont.(R.Fi.)

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A Maire T. contratto russo da 1,2 miliardi di euro Tecnimont, controllata di Maire T., in qualità di leader del consorzio con Mt Russia,Sinopec Engineering e Sinopec Engineering Group Russian Branch,si è aggiudicata un contratto Epss(Engineering,procurement and site services)da parte di Amur Gcc,controllata da Pjsc Sibur Holding.Il valore del contratto ammonta a circa 1,2 miliardi di euro, di cui la rilevante maggioranza è di competenza del gruppo Maire. L'iniziativa riguardalo sviluppo petrolchimico dell'Amur Gas Chemical Complex (Agcc), nell'Estremo oriente della Federazione Russa,vicino al confine con la Cina.Il progetto darà vita a uno dei maggiori impianti petrolchimici del mondo. DRiProduzio 12nienxita--■

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MF Maire Tecnimont,ricavi e utile in calo nel trimestre di Claudia Cervini(MF-DowJones) aire Tecnimont ha chiuso il primo trimestre dell'anno con un utile netto consolidato pari a 10,9 milioni di curo, in diminuzione del 65,6%. Qualora dal risultato netto venissero esclusi gli effetti temporanei espressi dalla valutazione dei contratti derivati in essere, l'utile netto del periodo sarebbe stato pari a 17,6 milioni di curo e quello del primo trimestre 2019 a 29 milioni, con un calo pari al 39,7%. L'ebitda é pari a 42,Smilioni, in decremento del 25,7%, essenzialmente per i minori volumi consuntivati nel trimestre e una maggiore incidenza dei costi di struttura. Il margine sui ricavi è pari al 6%,in leggera diminuzione rispetto al 6,470. L'ebit è pari a 31,3 milioni, in decremento del 31,9°Ir, con una mareinalità al 4,4% rispetto al 5,2%. 1 ricavi calano a 706 milioni,in decremento del 20,5%. La posizione finanziaria netta al 31 marzo mostra un indebitamento netto pan a 344,8 milioni, rispetto a disponibilità nette per 78,9 milioni al 31 dicembre 2019. II patrimonio netto consolidato ammonta a 413,7 milioni, in diminuzione di 35,3 milioni rispetto al 31 dicembre 2019. II tax rate è pari a circa il 31,2%,in linea rispetto a quello mediamente espresso negli ultimi trimestri, tenuto conto delle diverse geografie in cui è svolta l'attività operativa del gruppo. Il gruppo conferma il supporto ad investimenti con un risparmio di circa 60 milioni di curo. (riproduzione riservata)

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STAFFETTA QUOTIDIANA Maire Tecnimont: il post Covid-19 passa per idrogeno e biomasse Intervista a Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Maire Tecnimont e NextChem

II post Covid-19 passa per idrogeno e biomasse Mentre l'Italia si apre alla cosiddetta Fase 2, quella chiamata a traghettare il Paese fuori dall'emergenza Covid-19, c'è chi nel mondo delle imprese getta uno sguardo lungimirante sul futuro e vuole condividerlo, per trovare insieme le risposte migliori. E il caso di Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Maire Tecnimont e di NextChem, intervistato dalla Staffetta sulla ricostruzione post virus. Per il manager, le ripartenze aprono sempre opportunità che i decisori devono riuscire a cogliere in fretta, soprattutto nel settore dell'energia, dell'economia circolare e dell'idrogeno. In quest'ultimo ambito, la società punta su quello circolare, prodotto dalla conversione chimica di plastiche di scarto e che riutilizza nel processo la CO, emessa. Mentre per quanto riguarda l'economia circolare c'è l'ampio capitolo delle biomasse che va affrontato e incentivato. Secondo il manager; "serve una visione industriale congiunta tra pubblico e privato per creare le condizioni per realizzare infrastrutture e progetti industriali di rilievo che possano risolvere problemi strutturali del Paese, come la realizzazione dí nuovi impianti di recupero e riciclo dei rifiuti". E sul fronte della digitalizzazione e del lavoro a distanza, nessuno deve poter pensare "di fare un passo indietro".

In una sua lettera aperta pubblicata su La Stampa il 23 aprile scorso, si legge un accorato appello per una ricostruzione industriale intelligente e sostenibile. Da dove partire? Partiamo dalla logica. La grande discontinuità di questa crisi ci mette nella necessità di lavorare con urgenza su una ripartenza di breve ma ci dà anche la possibilità di ridisegnare un certo paradigma industriale di lungo termine. Se non eserciteremo questa opzione significa che ce ne prenderemo la responsabilità. Abbiamo in altre parole la chance di riprogrammare, di fare politiche industriali nuove che possano avvantaggiarsi di risorse finanziarie disponibili e di un livello di mobilitazione sociale senza precedenti. Prendiamo la spesa pubblica, che nei libri di macroeconomia è il primo strumento delle politiche di stimolo. Oggi è il tempo di investire in infrastrutture per fare da volano alla ripresa dell'economia reale. Dovremmo pensare alle infrastrutture ambientali al pari delle autostrade o dei ponti. Perché non utilizzare la discontinuità che stiamo vivendo per risolvere il problema dei rifiuti o il problema storico dell'alto costo dell'energia in Italia e della dipendenza da fonti fossili e derivati che importiamo? Perché non spingere pesantemente sulla economia circolare e sulla chimica verde, senza retorica ma con l'idea di perseguire una politica industriale convinta? L'idea di ricostruzione industriale evoca "il miracolo italiano" degli anni'50. Ci sono i presupposti per una simile rinascita? P sicuramente suggestivo il riferimento a un dopoguerra. Le ripartenze aprono sempre opportunità. Qui però non si tratta di ricostruire quello che c'era, si tratta di costruire quello che non c'era neanche prima, si tratta di progettare il futuro guardando al futuro. La gente, in questa esperienza di "prigionia sociale", ha capito che i Ritaglio

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Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Maire Tecnimont e NextChem comportamenti possono cambiare e in alcuni casi devono cambiare "gioco-forza". Il Coronavirus sta mettendo in evidenza quanto fragile sia il nostro sistema e cosa accade al mondo quando un rischio sistemico improvvisamente diventa realtà. La parte positiva di questa storia è la presa di coscienza che, se dobbiamo ma anche se vogliamo, possiamo vivere in maniera impensabilmente diversa da come eravamo abituati a fare. Dobbiamo usare il senso di sorpresa con cui milioni di persone si sono accorte che lo smart working funziona, per riflettere sul fatto che tante altre cose si possono fare molto diversamente. Per cui le rispondo: con spesa pubblica mirata e mobilitazione sociale si può, ora più di prima, affrontare il

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STAFFETTA QUOTIDIANA Intervista a Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Maire Tecnimont e NextChem

principale tema industriale e sociale per l'Italia e per l'Europa in un'ottica di lungo periodo: la transizione energetica, dal fossile al rinnovabile, dal lineare al circolare, per il raggiungimento degli obiettivi al 2030 e 2050 di abbattimento delle emissioni climalteranti. L'idrogeno potrebbe avere un ruolo in questa rinascita verde? A che punto è lo sviluppo della tecnologia? Com'è posizionata Maire Tecnímont? Abbiamo identificato tre tipologie di idrogeno. Quella classica è il cosiddetto Grey hydrogen, prodotto da gas naturale da steam reforming, con emissione di CO, che oggi rappresenta circa il 75% della produzione attuale. Il Blue hydrogen si differenzia dal Grey perché la CO2 prodotta durante il processo viene catturata e stoccata o riutilizzata: è il caso dell'idrogeno prodotto dalla conversione chimica di plastiche di scarto, che a noi piace chiamare Circularhydrogen. Il Green hydrogen, infine, è prodotto da elettrolisi alimentata da energia prodotta da fonti rinnovabile. Questo processo è quello a più basse emissioni di CO2 ma attualmente rappresenta solo il 2% della produzione, a causa dei costi ancora molto alti, anche se è prevedibile che in futuro ci possa essere uno sviluppo interessante, sia per via della riduzione dei costi delle rinnovabili, sia per effetto di un possibile sostegno pubblico dì incentivazione. In questa fase di transizione, prima che il Green hydrogen raggiunga il suo livello di maturità, il Blue hydrogen e il Circularhydrogen prodotto da riciclo chimico di rifiuti plastici potrebbero avere un ruolo importante in ottica low-carbon. Kinetics Technology (KT), società del. Gruppo Maire Tecnimont leader nel settore, sta sviluppando una tecnologia proprietaria per lo steam reforming elettrico, il "Super Blue" hydrogen, mentre NextChem, controllata di Maire Tecnimont per le tecnologie a supporto della transizione energetica, sta lavorando sulla tecnologia di conversione di rifiuti plastici e Css per la produzione di Circularhydrogen da syngas, ottenuto mediante un processo di ossidazione parziale, seguito da una successiva fase di purificazione. Abbiamo in corso un progetto importante per Eni sulla raffineria di Venezia per il quale abbiamo da poco consegnato il basic engineering package. "La disponibilità di biomasse è la vera sfida per l'economia del futuro". È una sua frase. Me la spiega un po' meglio? A che biomasse si riferisce? Sia la carica delle bioraffinerie che tutta la biochimica degli zuccheri alla base della bioplastica e del bioetanolo, ad esempio, dipendono dalla raccolta e dalla logistica deRitaglio

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gli scarti agricoli. La disponibilità di queste biomasse dovrà aumentare di pari passo con la diffusione delle nuove tecnologie e degli impianti che sostituiranno gli impianti petrolchimici. La sfida sarà quindi accompagnare la crescita della chimica verde con una produzione adeguata di queste biomasse senza andare in antagonismo con altre culture tradizionali e con il fabbisogno alimentare. La biomassa è rappresentata da scarti naturali che non possono essere riutilizzati in alcun modo e che devono essere smaltiti, oppure recuperati. Parliamo per esempio di scarti delle lavorazioni agricole e forestali, grassi residui dell'industria alimentare, scarti delle piantagioni, oli che derivano dalla spremitura di piante come il girasole, la colza, la soia, oppure oli provenienti dallo scarto dell'industria alimentare, della ristorazione e anche dall'uso domestico, l'alcool derivante dalla fermentazione di canna da zucchero, barbabietole, mais. Con la chimica verde possiamo trasformare fonti di origine bio, non fossile, in bio-chemicals e biofuels. La disponibilità di queste biomasse è vincolata dalla prossimità territoriale. Occorrerà quindi immaginare soluzioni impiantistiche di prossimità, su scala più piccola, rispetto agli impianti tradizionali, È il caso per esempio di una tecnologia di cui siamo licenziatari con NextChem a livello mondiale, per la produzione di renewable diesel (Hvo) e che sta riscuotendo interesse da parte di produttori di etanolo, che possono utilizzare un olio di scarto del processo di produzione per produrre un biocarburante che ha ottime prestazioni, con una taglia di impianto da 30-40.000 tonnellate che può essere facilmente integrato con l'impianto esistente. C'è un dibattito tra giuristi sulla possibilità di considerare alcuni tipi di rifiuti come biomasse. Che ne pensa di questa possibilità? Non entro nel dibattito tra giuristi, non è il mio mestiere. Quello che penso è che se si vuole sviluppare veramente una economia circolare bisogna sforzarsi di osservare il sistema con uno sguardo ampio, capace di cogliere le simbiosi che ci possono essere tra settori diversi, tra il mondo dell'agricoltura e quello dell'industria, tra la filiera agro-alimentare e quella chimica, laddove quello che per l'una è uno scarto può diventare per l'altra materia prima. I rifiuti sono il petrolio del nuovo millennio: il problema del nostro Paese è che ancora questo concetto non è passato, né a livello istituzionale, né a livello sociale, e la sindrome Nimby risorge spontanea ogni qualvolta si ragiona di come trasformare rifiuti in risorse, stante il fatto che per farlo servono processi di trattamento e sistemi industriali. del

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STAFFETTA QUOTIDIANA Intervista a Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Maire Tecnimont e NextChem

Nell'ultima trimestrale Eni, si legge che Versalis ha avviato una collaborazione con una società di ingegneria per lo sviluppo della pirolisi, che trasforma rifiuti di plastica mista, non riciclabili meccanicamente, in materia prima per produrre polimeri vergini. È Maire Tecnimont questa società di ingegneria? Ci può rivelare qualcosa di più, nel caso? Non siamo noi. Anche noi però stiamo studiando applicazioni moderne e flessibili della pirolisi nell'ambito dell'economia circolare e inoltre stiamo portando avanti diversi progetti nella direzione del riciclo chimico delle plastiche. Uno dei filoni più importanti in questo senso è rappresentato dalla nostra tecnologia di conversione chimica di plasmix e Css di cui parlavo prima. Oltre al progetto in corso con Eni per la raffineria di Venezia finalizzato alla produzione di Circularhydrogen, ne stiamo portando avanti un altro sempre con Eni per la raffineria di Livorno, per produrre metanolo sempre con lo stesso processo di conversione chimica da plastiche miste di scarto e rifiuto secco (Css). Non sempre il mondo della politica e quello delle imprese viaggiano di pari passo. L'emergenza Covid-19 ha esasperato alcune fratture. Nel frattempo i vertici di Confindustria sono cambiati. Si può sperare in una nuova stagione per quel che riguarda i rapporti Governo/imprese? Gli aiuti che verranno dai Governi nei prossimi mesi e anni dovranno certamente servire per tamponare i danni causati dalla crisi Covid-19 a tante imprese di tanti settori che stanno vivendo momenti di grande precarietà. Non ci si può però dimenticare il ruolo che il sistema industriale ha nel nostro Paese e da questo punto di vista quello che dico è che occorrerebbe iniziare a ragionare sin d'ora anche sul supporto agli investimenti In tecnologie industriali sostenibili e a bassa intensità di carbonio. Serve una visione industriale congiunta tra pubblico e privato per creare le condizioni per realizzare infrastrutture e progetti industriali di rilievo che possano risolvere problemi strutturali del Paese, come la realizzazione di nuovi impianti di recupero e riciclo dei rifiuti - non si contano più le voci che gridano l'allarme sulla situazione di surplus di rifiuti rispetto alle capacità installate per il loro trattamento e riciclo - o la riqualificazione verde di siti brownfield di interesse nazionale. Alcuni sostengono che la pandemia possa essere letta come un'opportunità per guidare il mondo verso una direzione più sostenibile. È d'accordo con questa affermazione? Sì, sono d'accordo. Questo è il momento per mettersi Ritaglio

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a lavorare a una pianificazione di grande respiro, che avvii un ciclo di investimenti a lungo termine per risolvere le criticità ambientali delle decadi a venire. In che modo i governi potrebbero intervenire per spingere il sistema industriale verso questo cambiamento più sostenibile? Meglio tassare chi inquina o incentivare le pratiche virtuose? A mio avviso i Governi dovrebbero agevolare in modo più coraggioso investimenti sostenibili che consentono di risparmiare risorse naturali declinando il paradigma della circolarità, dovrebbero sostenere le tecnologie di riciclo, dovrebbero supportare la produzione di prodotti per l'industria e il commercio realizzati con materie prime a base biologica e non fossile, a promuovere la produzione di prodotti chimici dal riciclo di scarti e rifiuti. Dovrebbero essere introdotte misure efficaci per agevolare interventi sui processi industriali volti alla sostituzione di cariche di origine fossile con cariche rinnovabili e alla cattura e recupero della CO2 prodotta. Meglio tasse o premi? Servono entrambi. Dovrebbero essere introdotti strumenti di fiscalità premianti per quei processi che migliorano l'efficienza energetica e l'impronta di carbonio, rendendo le industrie più competitive perché meno esposte a rischi futuri. Serve per esempio una sorta di corsia preferenziale per le autorizzazioni ad infrastrutture ed impianti verdi e circolari, per mitigare i rischi della burocrazia. Al contempo però si potrebbe anche immaginare una norma stringente sulle emissioni di CO2 che sia in grado di indurre la monetizzazione delle emissioni climalteranti evitate nel conto economico di un'azienda. Serve insomma un quadro normativo che crei le precondizioni per l'impiego dei capitali verdi che saranno disponibili in modo progressivamente sempre più massiccio. Ci parla del modello di distretto circolare di Nextchem facendo qualche esempio? Il modello "CircularDistrict" messo a punto da Maire Tecnimont con la sua società NextChem è finalizzato all'impiego di tecnologie innovative legate al settore della chimica verde applicate ad insediamenti produttivi dell'industria tradizionale e pesante. Il modello prevede un sistema integrato di diverse tecnologie. In primis l'impiego della nostra tecnologia proprietaria per la conversione chimica dell'idrogeno e del carbonio contenuti nelle plastiche di scarto e nel rifiuto secco in un prodotto chimico pregiato, il gas di sintesi, che può essere considerato un "Gas Circolare", in quanto proviene da materiali post-consumo che vengono in tal modo recuperati. Il Gas Circolare può essere utilizzato come tale, per le sue qualità riducenti, all'interno

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STAFFETTA QUOTIDIANA Intervista a Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Maire Tecnimont e NextChem

di processi produttivi come quello siderurgico, in sostituzione di gas di sintesi prodotto da metano o di derivati del carbone(come il polverino di carbonio), abbattendo le emissioni climalteranti generate, e con un costo inferiore. Il Gas Circolare può inoltre essere utilizzato come base per la produzione di "idrogeno circolare", o metanolo, o una molteplicità di altri composti chimici fondamentali per l'industria. Il modello "CircularDistrict" può prevedere anche elementi complementari, quali la produzione di idrogeno verde mediante elettrolisi da fonti di energia rinnovabile, o ancora l'inserimento di una linea di Upcycling di materiali plastici post-consumo recuperabili fisicamente. Il modello può infine includere anche la sostituzione di tecnologie energivore installate con altre a minore intensità di carbonio e di emissioni inquinanti in atmosfera ed energeticamente più efficienti. Maire Tecnimont è stata tra le prime grandi multinazionali italiane a mettere tutti i propri dipendenti in smart working. Ci racconta come avete vissuto la quarantena, come funziona la piattaforma digitaladvantage per il lavoro a distanza di Maire Tecnimont? Maire Tecnimont è stata tra le prime società del suo settore ad adottare le più avanzate tecnologie Ict riuscendo a digitalizzare e virtualizzare le infrastrutture di Gruppo per gestire con efficienza ed efficacia da remoto quasi tutte le attività. Questo programma di trasformazione ci ha consentito di poter affrontare la situazione corrente con un approccio "adattivo". Possiamo dire che Maire Tecnimont lavora "geneticamente" in smart working: siamo coloro che raccolgono l'idea dell'investitore, disegnano il progetto, ordinano e fanno costruire le parti dell'impianto, ne seguono l'implementazione e il collaudo e poi lo consegnano una volta realizzato. In genere chi propone l'idea si trova in

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un luogo diverso da quello in cui noi progettiamo, diverso da quello dove poi vengono prodotte le singole parti dell'impianto e diverso quello nel quale l'idea viene poi realizzata. Per forza di cose, gran parte delle fasi ingegneristiche complesse e della gestione del progetto devono essere svolte da remoto. A una società come la nostra, che attraversa la geopolitica e la geosanità in cinque continenti, è ormai chiaro che il processo di orchestrazione deve essere tutto virtualizzato e remotizzato e che il processo di dematerializzazione deve coinvolgere anche fornitori e clienti. Maire Tecnimont lavora in molti paesi, dagli Stati Uniti alla Russia. Quale sarà il paese che farà più fatica a uscire dalla crisi innescata dal Covid-19? L'emergenza ci ha dato una grande lezione di interdipendenza: ne usciremo attraverso politiche industriali nazionali che aiutino la produzione industriale e che vadano in parallelo al contenimento della crisi sanitaria. Un equilibro tra tutela della salute e delle persone e incentivi alla ripartenza economica saranno la chiave della reazione. La velocità di uscita dalla crisi dipenderà anche dal grado di adozione ed espansione dello smart working e della digitalizzazione. Chi, Paese o impresa, è rimasto ancorato al lavoro fisico è destinato a scomparire dal business. La situazione attuale ha convinto anche coloro che erano più scettici nei confronti della tecnologia virtuale ed è importante che quando tornerà la normalità non si faccia un passo indietro. Il nostro Paese ha una marcia in più per uscire dalla crisi: a differenza di altre grandi nazioni, che sono bravissime a procedere sui sentieri ordinari, in Italia siamo più bravi nel problem solving, a trovare soluzioni alternative e sappiamo essere più resilienti di altri. Sono certo che noi italiani sapremo dimostrare queste capacità anche in questa circostanza. (A.P.)

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IL SECOLO XIX FABRIZIO DI AMATO II presidente e azionista: «Prevediamo un'altra grossa commessa Lo smart working? Grazie alla pandemia anche i più scettici ne hanno capito l'importanza»

«E il gas tra Russia e dina la sfida di Maire Tecnimont> Francesco Rigatelli abrizio Di Amato, 56 anni, è presidente e azionista di Maire Tecnimont,azienda diimpiantistica basata a Milano e presente in 45 Paesi, con 3,3 miliardi di fatturato e 116,8 milioni di utile nel 2019 e l0mila dipendenti,di cui 3mila in Italia. Nonostante il periodo complicato la società si è appena aggiudicata una commessa da 1,2 miliardi per lo sviluppo petrolchimico del giacimento di Amurin Russia. Come cisiete riusciti? «Inseguivamo la commessa da tempo, ma non ce l'avremmo fatta senza lo smart working avviato nel 2015, che non è usare lo smartphone da casa, ma cloud, piattaforme e programmi. Tutti gli uffici hanno potuto lavorare e i clienti lo hanno apprezzato. Grazie allo smart working a Milano negli ultimi anni siamo passati da tre sedi alla torre in Porta Nuova. In mensa primae dopo i pasti ci sono postazioni lavorative e ora gli operai con la webcam sul casco sono seguiti da tecnici a casa. Con la pandemia anche i più scettici hanno capito l'importanza di queste piattaforme,ora è chiaro che meno ufficinon significa meno lavoratori».

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FABRIZIO DI AMATO PRESIDENTE MAIRETECNIMDNT

«Gli italiani apprezzerebbero buoni del Tesoro per finanziare infrastrutture per l'energia» Una panoramica dell'impianto di trattamento del gas di Amursky Potrebbero esserci altre commesseinzona? «E un'area promettente a 8 ore da Mosca e al confine con la Cina,dove nasceranno nuove occasioni. Questa commessa arriva dopo la precedente da 3,5 miliardi per un impianto di trattamento di gas nello stesso sito, e ora realizzeremo quello petrolchimico per il downstream, cioè la trasformazione di una parte del gas in plastiche e fertilizzanti». Qual è il rapporto tra vec-

chie e nuove energie? »Da bambino le caldaie andavano a carbone, poi si bruciava il petrolio, ora siamo nell'era del gas,che inquina meno e costa meno. Se chiudiamo di colpo agli idrocarburi per le energie rinnovabili sifermal'economia mondiale,mala transizione è inevitabile». Ela volatilità delpetrolio? »II prezzo è sceso per l'assenza di consumi e risalirà, anche se molte compagnie si dedicano a downstream e nuove ener-

gie». Merito di Greta? «Non c'è dubbio che i movimenti giovanili aumentino la sensibilità e i comportamenti virtuosi, come sui rifiuti. Una volta era pubblicità, ora le aziende ci si dedicano, anche perché i fondi investono inbase all'ecosostenibilità». Come prevedete di chiudere l'anno? «Con una leggera riduzione, alcuni progetti slittano, ma l'obiettivo è recuperarli e preve-

diamo un'altra importante commessa». Il calo delle borse come influisce sull'azienda? «Dispiace per gli azionisti, ma nelle crisi i mercati dimenticano i fondamentali. A torto veniamo associati al calo del petrolio, ma più il gas è basso più i nostri impianti sono redditizi, perché aumenta il margine sui prodotti trasformati. Pensiamo a un recupero graduale ne12021». Come valuta gli aiuti del governo? «Per le piccole aziende servono interventi a fondo perduto altrimenti saltano.Per le grandi bisogna implementare le linee di credito, che anche noi utilizzeremo in caso di opportunità>. Unarichiesta deisogni? «Non soldi, che tra Ue e fondi vari abbondano, ma procedure snelle. Agli investitori bisogna dire: se mettete 100 miliardi in Italia vi semplifichiamola vita». Quando sente parlare di patrimoniale cosa pensa? »Che non mi piace investire senza sapere dove vanno i soldi. Gli italiani apprezzerebbero di più dei buoni del Tesoro riservati a loro per finanziare infrastrutture energetiche e civili da concludere in un tempo definito con procedure straordinarie». Lei ha iniziato a 19 anni con tre dipendenti,cosa la spinse? »I miei non erano imprenditori e volevo mettermi in discussione. Se ci credi le cose accadono.Da sole vengono solo le sfortune». Oggisarebbe possibile rifarlo? «È come il dopoguerra e le opportunità non mancano per chi si mette in gioco con un progetto. Quando ho cominciato io, nel 1983,non era certo più facile accedere alle gare pubbliche o lavorare in subappalto».

ECONOMIA&MARITTIMO

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Chemical Week May 4/11, 2020

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NextChem Maire Tecnimont for Energy Transition

largest ín Europe and produces approx. 40,000 tons/year of recycled polymers. The application ofthe Group's procedures and plant building skills to the new plastics recycling business offers interesting opportunities in a sector that needs to industrialize the regeneration cycle of plastic materials.

MYREPLAST PRODUCTS MyReplast recycled polymer products are high performance post-consumer recycled materials ofconsistent quality,designed to meet customer requirements. Our technology offers tailored products in accurately sorted and selected flakes as well as in regenerated or fully compounded granulate,designed to consistently perform according to specific technical customer requirements while respecting agreed quality specifications. All MyReplast products are certified post-consumer products,available in color-selected flakes and in colorable or custom-colored granulate.

VALUE ENHANCEMENT IN THE UPCYCLING PROCESS There are various levels of value enhancement in the Upcycling process, that can be achieved by applying one or more up-cycling steps. Depending on the customer

"Waste plastic recycling needs to be industrialized" P. Folgiero— CEO of Maire Tecnimont and NextChem requirements for purity, properties,colour and physicalform,several up-cycling steps can be combined,added,or omitted,to achieve the best cost-performance balance and margin.

Top quality recycled polymers from our MyReplast Technology.

THE GOAL: To INDUSTRIALIZE CIRCULAR ECONOMY "Maire Tecnimont,thanks to its leadership in the engineering and construction of hydrocarbons-based polymer plants,can play a role of accelerator in the Circular Economy,which consists in the reutiliza• tion and recycling of polymers to create

"Plastic waste is the oil of the third millenium" FolgiPro- CEO of Maire Tecnimont and NextChem

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4THE MAIRE TECNIMONT GROUP Maire Tecnimont S.p.A.,a holding company listed on the Milan Stock Exchange,Is a leading industrial group in the processing of natural resources,boasting advanced technological and executive skills in the engineering and construction of downstream oil& gas large-scale projects. The Maire Tecnimont Group is present in 45 countries with about50 operating companies employing approx.6,300 people,including 3000+ professionals in electrical instrumentation.

4NEXTCHEM AND ITS ROADMAP FOR ENERGY TRANSITION AND CIRCULAR ECONOMY Maire Tecnimont Group kicked off its Green Acceleration project through the launch of NextChem. NextChem is Maire Tecnimont's subsidiary operating in the field of green chemistry and technologies for the Energy Transition. NextChem is managing a portfolio of several technological initiatives along a roadmap towards Energy Transition, which is composed of three areas of activity: Greening the Brown, Circular Economy and Green Green."Circular Economy" is focused on the implementation and further optimization of the recycling of plastics and other waste materials:from the mechanical and chemical recycling of plastic materials to regenerate polymers up to the waste-to-chemicals technologies which can produce renewable gas, hydrogen or any traditional chemical by chemical conversion of waste.

new raw materials and avoid dispersion in the environrnent"quotes Pierroberto Folgiero,CEO of NextChem and CEO of Maire Tecnimont. As a matter offact, all players ofthe value chain have an urgency and an opportunity to address the plastic recycling issue,in different ways. Petrochemical companies are well positioned to take advantage of plastics recycling. As demand for recycled plastics will increase, by 2030 naphtha-based polymers are expected to see a downturn in their demand.Therefore, petrochemical and chemical players must be ready to offer a portfolio of products that also integrates recycled feedstock. This will require forward integration into the value chain,by taking stakes into recycling,also benefitting from operational synergies ofindustrial operations. Plastic packaging producers will need to secure a constant and increasing supply chain of new "circular" raw materials with high quality and competitive prices. To facilitate and accelerate the availability ofsuch products, plastic converters will need to co-invest in recycling assets and technobgy,thus integrating backward in the va lue chain. Finally, through a backward integration into plastic waste recycling and investments in innovative technologies, waste management companies also have an opportunity to create additional value to the traditional business. Currently non-recyclable plastics that are directed to landfill could be recycled and reused,thus extracting more value through recycling also represents a solution to the progressive saturation ofincineration capacity.

I145 Markfl Chemical Week special publkation

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Chemical Week May 4/11, 2020

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NextChem Maire Tecnimont for Energy Transition

NEXTCHEM'S commitment to the energy transition: MYREPLAST technology for plastic waste Upcycling A NEW "PRODUCTS-FROM-WASTE" APPROACH FOR INNOVATIVE PLASTIC WASTE UPCYCLING With theglobal stage projected,at an unprecedented pace, towards increasingly challenging objectives for plastic waste recycling that drive the discovery ofnew and consolidated industrial solutions for recycled polymers,NextChem has patented a new technology - MyReplast - which allows to invert the common and usual"waste-to-market"approach into a customer driven "products-from-waste"strategy. Starting from the downstream market demand in terms ofpoly mer quality,our technology can transform a plastic waste material into a secondary raw material with chemical-physical characteristics and mechanical properties similar to virgin polymers from fossil sources. We have named such a new approach "Upcycling". OUR MYREPLAST UPCYCLING TECHNOLOGY AND ITS MAIN CHARACTERISTICS The MyReplast Upcycling technology combines mechanical recycling and chemical modification allowing to produce plastic products of high purity and quality by means ofa proprietary recycling process and to improve the performance ofthe resulting plastics through a subsequent formulating and compounding stage, according to specific customer requirements. Our patented MyReplast technology has the following key characteristics: •High flexibility: our technology allows to treat various types ofincoming plastic waste, both from industrial sources(for example production scraps and rejects ofautomotive components production,food packaging and industrial packaging waste)and post-consumer sources like urban unsorted waste. •Premium quality offinished products: the MyReplast Upcycling technology allows to produce high quality recycled 42

www.chemweek.com I 4/11 May 2019

MyReplast granulate

Color sorted MyReplast flakes

Flakes from firSt nhase of recyding process

A I> hdse f rOm die recycling process

Key figures - Complete sorting & Upcycling plant Yearly revenues for 40kte EUR 25- 30M

Typrca 30•50'Kevr:r

ii=a1 Any type of polymers (according to clhent's needs)

Capex C) 40ktly EUR 20-25M ¡ \

EBITüA marging 15 -

Propnelary rec+pes for upeycled polymers

Plastic consumption 1 MLN people

,r/ CandfrlA,zvoided: ~ ~~1 100k mc

polymers with a recycling efficiency of around 95%.This is an essential feature to approach high added value"premium" markets and bridge the qualitative gap between recycled plastic and virgin plastic from fossil sources.

Ori aurrets saved 270k per year

OUR REFERENCE INDUSTRIAL PLANT IN ITALY Our reference industrial plant is located in Bedizzole(Brescia. Italy).The plant is managed by our subsidiary MyReplast Industries.The plant is currently among the

IHS Markel Chemiccl Week special publication

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ItalìaOggi

IN EGITTO

A Maire T. contratto da 509 min Maire Tecnimont ha finalizzato con Egypt Hydrocarbon Corporation (Ehc) tutte le condizioni tecniche e commerciali del contratto Epc relativo alla realizzazione di un impianto di ammoniaca ad Ain Sokhna, in Egitto. Il gruppo era già stato selezionato come Epc contractor esclusivo. Il valore del contratto è di circa 550 milioni di dollari (509 min euro). L'impianto produrrà 1.320 metric tons per day di ammoniaca.Il completamento del progetto è previsto dopo 36 mesi dalla data di entrata in vigore del contratto, che scatterà con il closing finanziario. Sia Sace che United States Export-Import Bank stanno negoziando con Ehc i termini del supporto al finanziamento. «Con questo risultato», ha riferito Pierroberto Folgiero, a.d. di Maire Tecnimont, «dimostriamo ancora una volta la grande resilienza del nostro core business in un periodo particolarmente sfidante per l'intero mercato. Siamo inoltre molto orgogliosi di svolgere un ruolo strategico nello sviluppo dell'industria dei fertilizzanti in Egitto con un cliente dal forte spirito imprenditoriale come Ehc». -0RïpraGz971erísemaía--11

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TECNOLOGIE GREEN

La decarbonizzazione virtuosa del "distretto circolare" di Gessica Airali ianeta Terra, anno 2025. Lauto è ferma davanti al distributore di idrogeno e sta facendo rifornimento. Una brezza leggera si alza, portando un profumo di fiori che l'idrogeno, completamente inodore, non copre. Il cielo è terso,la città è una delle meno inquinate al mondo:cinque anni fa ha scelto la via della transizione energetica e sostituito combustibili é carburanti fossili con l'uso di energie rinnovabili e di prodotti bio-chimici e circolari. Alle spalle del distributore un treno merci fa il suo ingresso nel "Distretto Circolare": trasporta materiali plastici, in parte scarti industriali, imballaggi di prodotti industriali, commerciali, agricoli che non sono più utilizzabili e devono essere riciclati, e in parte materiali plastici che sono state scartati dal processo di selezione della raccolta differenziata ma che sono troppo preziosi per essere bruciati e che non trovano altra destinazione, perché le discariche sono state chiuse. i materiali vengono scaricati dai vagoni ed entrano in un sistema integrato "modello'; uno dei primi al mondo,un caso di eccellenza I rifiuti plastici "migliori" sono trasformati in nuova materia prima, sottoforma di granuli che verranno usati per produrre nuovi oggetti di plastica. I rifiuti plastici e secchi non recuperabili fisicamente entrano in un convertitore chimico che "preleva" le molecole di carbonio e di idrogeno e le trasforma in un gas di sintesi, un gas "circolare" che poi a sua volta viene trasformato in idrogeno, un idrogeno "circolare': L'impianto abbatte le emissioni di CO2, che potrebbero avere effetti "serra" e far conseguentemente aumentare la temperatura sul pianeta, provocando cambiamenti repentini del clima che causerebbero danni ad intere popolazioni. L'energia che serve è prodotta da fonti rinnovabili che alimentano anche un elettrolizzatore che produce idrogeno dall'acqua. L'idrogeno prodotto viene immesso nel processo produttivo dì una Bio-raffineria, ma viene anche utilizzato per alimentare la rete di distribuzione al servizio della mobilità sostenibile cittadina. Quello che ieri era un rifiuto, è tornato ad essere un prodotto utile alla società,senza impatto sull'ambiente. Quello che oggi è un carburante è una fonte di energia intelligente e pulita,ieri era uno scarto. Non è un film, non è Star Trek, né un museo della scienza o un parco a tema.Ê il racconto di quanto potrebbe già essere realtà, di un progetto che potrebbe concretizzarsi tra pochi anni, anche nel nostro Paese, che anzi potrebbe essere il primo Paese al mondo ad adottare un modello del genere.

NEXTCHEM (GRUPPO MAIRE TECNIMONT) HA LANCIATO UN PROGETTO INDUSTRIALE AVANZATO PER AFFRONTARE IN MODO ECONOMICAMENTE SOSTENIBILE LE GRANDI SFIDE DEL FUTURO

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Fabrizio Di Amato,. presidente, e a destra Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Niaire Tecnimont e di Nextchem. Nella pagina a destra, il team di Nextchem

Si tratta del modello di Distretto Circolare di NextChem,la società che il Gruppo Maire Tecnimont, leader nell'engineering del settore del downstream oil&gas, ha creato due anni fa per affrontare la sfida della transizione energetica, attraverso l'ingegnerizzazione di soluzioni industriali per la decarbonizzazione e la chimica verde. Il modello di NextChem è pensato proprio per dare una risposta alle sfide principali di questi anni, quella della decarbonizzazione, per mantenere nei limiti la temperatura del pianeta; quella dell'economia circolare, per trasformare gli scarti in nuove risorse e usare queste nuove risorse nei processi produttivi riducendo parallelamente l'estrazione di materie prime e risorse naturali. E infine quella della mobilità sostenibile.

gkigno 2020

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investire iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiriiiiiiiiiiiii

Il modello è anche pensato per un rilancio Green di siti industriali cosiddetti brownfield, prevalentemente siti industriali chimici, petrolchimici o siderurgici,che devono avviare o consolidare il proprio percorso di transizione energetica e ridare vita e futuro alle proprie attività, un futuro sostenibile. Le tecnologie alla base di questo modello,tecnologie esistenti e provate, sono state integrate da NextChem, che sta già sviluppando per Eni i primi due progetti di impianti per la produzione di idrogeno e di metanolo da conversione chimica di plastiche e materiale secco da rifiuto. Questi impianti nasceranno rispettivamente presso le raffinerie di Porto Marghera e di Livorno. La tecnologia di produzione di gas di sintesi e di idrogeno da materiali plastici e secchi di scarto si basa su un processo di ossidazione parziale,seguito da una successiva fase di purificazione, che consente di non produrre inquinanti. II Gas Circolare che si ottiene da questo processo può essere utilizzato come tale, per le sue qualità riducenti, all'interno di processi produttivi come quello siderurgico, in sostituzione di gas di sintesi prodotto da metano o di derivati del carbone (come il polverino di carbonio), abbattendo le emissioni "climalteranti" generate,e con un costo inferiore. Il Gas Circolare può inoltre essere utilizzato come base per la produzione di "idrogeno circolare';o metanolo,o una molteplicità di altri composti chimici fondamentali per l'industria. Altro "pezzo" del Distretto Circolare di NextChem è la tecnologia che consente di riciclare "fisicamente" i rifiuti plastici, una tecnologia proprietaria che si chiama MyReplast e che è stata installata in un impianto industriale sito a Bedizzole, in provincia di Brescia. In questo impianto da 40.000 tonnellate di capacità annua e dal 95% di efficienza di riciclo vengono prodotte polimeri riciclati di qualità in grado di sostituire polimeri vergini di origine fossile. Nel disegno circolare di NextChem non può mancare l'idrogeno verde prodotto attraverso l'elettrolisi, utilizzando fonti rinnovabili: il Gruppo Maire Tecnimont sta perseguendo con grande imprenditorialità e con un ruolo di"front runner"l'applicazione della tecnologia dell'elettrolisi perla produzione di idrogeno green, la versione più sostenibile dell'idrogeno, con emissioni zero di CO2.

INVESTIRE SPECIALIST

La proposta di NextChem disegna un modello del futuro che è realizzabile già oggi,con tecnologie collaudate e con una sostenibilità di tipo anche economico. È una proposta modulare, che si adatta ai contesti locali e che può prevedere un'integrazione per fasi successive. «E una sfida, quella della transizione energetica, che richiede approcci visionari ma consolidati, soluzioni resilienti e sicure», dichiara Pierroberto Folgiero,Ceo di Maire Tecnimont e di NextChem. Maire Tecnimont, nel suo percorso di Green acceleration, vuole mettere a disposizione di questa sfida ambientale il grandissimo know how ingegneristico che il gruppo ha nell'impiantistica chimica tradizionale. E per questo ha creato una società ad hoc,NextChem: per poter offrire al mercato competenze specialistiche per progetti ingegneristici nell'area della chimica verde. «La nostra intuizione è stata quella di andare sulle nostre competenze core, plastica e prodotti chimici,ripercorrere la strada all'indietro,capire come potevamo fare per "smontarli" e rimontarli partendo da feedstock non fossili, dunque di origine biologica e rinnovabile, o di origine circolare,ovvero trasformando scarti in materia prima.Abbiamo cercato di colmare il gap tra il costo dei prodotti fossili e il costo dei prodotti green,perché siamo convinti che gli investimenti verdi debbano essere produttivi e redditivi» prosegue Folgiero. «Occorre in altre parole confezionare business case che siano sempre più attraenti per i capitali verdi: ci sono stati cambiamenti oserei dire "epocali" nella mentalità degli investitori, oggi sono possibili operazioni che fino a qualche anno fa erano impensabili, ma dall'altro lato occorre trasformare la mobilitazione green in industria,le opinioni in fatti e numeri, e i numeri devono essere di segno positivo». Un orizzonte vicino e concreto, quello della transizione energetica,che nella fase del post Coronavirus sarà ancora più apprezzato, più sentito,più necessario, per rilanciare l'economia in chiave green,in linea anche con gli indirizzi dell'Unione Europea, ricostruire il tessuto industriale con un approccio moderno, per creare nuovi posti di lavoro e nuove competenze e per rendere più autonomo dal punto di vista energetico ed industriale il nostro Paese. «Il periodo che ci attende sarà estremamente sfidante» - dichiara Fabrizio Di Amato, Fondatore e Chairman di Maire Tecnimont, un Gruppo da oltre 9.000 tra dipendenti e collaboratori nel mondo, di cui 3.000 solo in Italia, con un DNA tutto italiano e una supply chain che privilegia il Made in Italy e verso il quale ha una grande attenzione e cura «Dobbiamo utilizzare questo momento di crisi per ricostruire un'Italia diversa, più moderna,più attrattiva per gli investimenti, meno burocratica, laddove la burocrazia di per sè non è un disvalore, ma deve essere al servizio della crescita del Paese e non un ostacolo. I progetti che fino a ieri potevano essere percepiti come visionari, oggi devono essere considerati con occhi diversi: per rilanciare l'economia dobbiamo proiettarci nel futuro,con grande spirito unitario e imprenditoriale».

NEXTCHEM STA SVILUPPANDO PER ENI I PRIMI IMPIANTI PER PRODURRE IDROGENO E METANOLO DA CONVERSIONE CHIMICA DI PLASTICHE

giugno 2O2 i investire

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La decarbonizzazione virtuosa dei distretto circolare NextChem (Gruppo Maire Tecnimont) presenta un modello avanzato per affrontare in modo ambientalmente ed economicamente sostenibile tre delle più grandi sfide del futuro diSergio Luciano

ianeta Terra,anno 2025.Cauto è ferdi carbonio e di idrogeno e le trasforma in un ma davanti al distributore di idrogegas di sintesi, un gas "circolare',che poi a sua no e sta facendo rifornimento. Una volta viene trasformato in idrogeno, un idrobrezza leggera si alza, portando un profumo geno"circolare" di fiori che l'idrogeno, completamente inoL'impianto abbatte le emissioni dí CO2, che dore, non copre. Il cielo è terso, la città è una potrebbero avere effetti "serra" e far consedelle meno inquinate al mondo: cinque anni guentemente aumentare la temperatura sul fa ha scelto la via della transizione energetica pianeta, provocando cambiamenti repentini e sostituito combustibili e carburanti fossili del clima che causerebbero danni ad intere con l'uso di energie popolazioni. L'energia IL MODELLO E PENSATO ANCHE rinnovabili e di proche serve è prodotta dotti bio-chimici e PER IL RILANCIO GREEN DEI COSIDETTI da fonti rinnovabili SITI BROWNFIELD• CHIMICI circolari. che alimentano anche PETROLCHIMICI E SIDERURGICI Alle spalle del distriun elettrolizzatore butore un treno merci fa il suo ingresso nel che produce idrogeno dall'acqua. L'idrogeno Distretto Circolare: trasporta materiali plaprodotto viene immesso nel processo prostici, in parte scarti industriali, imballaggi di duttivo di una Bio-raffineria, ma viene anche prodotti industriali, commerciali,agricoli che utilizzato per alimentare la rete di distribunon sono più utilizzabili e devono essere ri- zione al servizio della mobilità sostenibile citciciati, e in parte materiali plastici che sono tadina. Quello che ferì era un rifiuto, è tornato state scartati dal processo di selezione della ad essere un prodotto utile alla società,senza raccolta differenziata ma che sono troppo impatto sull'ambiente. Quello che oggi è un preziosi per essere bruciati e che non trovano altra destinazione, perché le discariche sono state chiuse. I materiali vengono scaricati dai vagoni ed entrano in un sistema integrato "modello",uno dei primi al mondo,un caso di eccellenza I rifiuti plastici "migliori" sono trasformati in nuova materia prima, sottoforma di granuli che verranno usati per produrre nuovi oggetti di plastica. I rifiuti plastici e secchi non recuperabili fisicamente entrano in un con-ARRITIO 01 AMATO E PIERROBERTO ROLGIERO vertitore chimico che "preleva" le molecole

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carburante è una fonte di energia intelligente e pulita, ieri era uno scarto. Non è un film, non è Star Trek,né un museo della scienza o un parco a tema. Ë il racconto dì quanto potrebbe già essere realtà, di un progetto che potrebbe concretizzarsi tra pochi anni,anche nel nostro Paese, che anzi potrebbe essere il primo Paese al mondo ad adottare un modello del genere.Si tratta del modello di Distretto Circolare di NextChem,la società che il Gruppo Maire Tecnímont, leader nell'engineering del settore del downstream oil&gas, ha creato due anni fa per affrontare la sfida della transizione energetica, attraverso l'ingegnerizzazione di soluzioni industriali per la decarbonizzazione e la chimica verde. Il modello di NextChem è pensato proprio per dare una risposta alle sfide principali di questi anni, quella della decarbonizzazione, per mantenere nei limiti la temperatura del pianeta; quella dell'economia circolare, per trasformare gli scarti in nuove risorse e usare queste nuove risorse nei processi produttivi

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riducendo parallelamente l'estrazione di materie prime e risorse naturali. E infine quella della mobilità sostenibile. R modello è anche pensato per un rilancio Green di siti industriali cosiddetti brownfield, prevalentemente siti industriali chimici, petrolchimici o siderurgici, che devono avviare o consolidare il proprio percorso di transizione energetica e ridare vita e futuro alle proprie attività, un futuro sostenibile. Le tecnologie alla base di questo modello,

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di capacità annua e dal 95% di efficienza di tecnologie esistenti e provate, sono state inriciclo vengono prodotte polimeri riciclati di tegrate da NextChem,chesta già sviluppando per Eni i primi due progetti di impianti per qualità in grado di sostituire polimeri vergini la produzione di idrogeno e di metanolo da di origine fossile. conversione chimica di plastiche e materiale Nel disegno circolare di NextChem non può secco da rifiuto. Questi impianti nasceranno mancare l'idrogeno verde prodotto attraverrispettivamente presso le raffinerie di Porto so l'elettrolisi, utilizzando fonti rinnovabili: Marghera e di Livorno. il Gruppo Maire Tecnimont sta perseguendo La tecnologia di produzione di gas di sintesi con grande imprenditorialità e con un ruolo di"front runner" l'applicazione della tecnoloe di idrogeno da materiali plastici e secchi di gia dell'elettrolisi per la produzione di idrogescarto si basa su un processo dí ossidazione no green,la versione più sostenibile dell'idroparziale,seguito da una successiva fase di purificazione, che consente di non produrre ingeno,con emissioni zero di CO2. quinanti. Il Gas CircoNextChem, con queLA PROPOSTA DI NEXTCHEM sta proposta, disegna lare che si ottiene da DISEGNA UN MODELLO DI FUTURO questo processo può un modello del futuro CHE E REALIZZABILE GIA OGGI essere utilizzato come che ê realizzabile già CON TECNOLOGIE COLLAUDATE tale, per le sue qualità oggi, con tecnologie riducenti, all'interno di processi produttivi collaudate e con una sostenibilità di tipo ancome quello siderurgico, in sostituzione di. che economico. È una proposta modulare, che si adatta ai contesti locali e che può pregas di sintesi prodotto da metano o di derivavedere un'integrazione per fasi successive. ti del carbone(come il polverino di carbonio), «P una sfida, quella della transizione energeabbattendo le emissioni "climalteranti" genetica, che richiede approcci visionari ma conrate, e con un costo inferiore. il Gas Circolare può inoltre essere utilizzato come base per la solidati,soluzioni resilienti e sicure»,dichiara produzione di"idrogeno circolare",o metanoPierroberto Folgiero, Ceo di Maire Tecnimont lo,o una molteplicità di altri composti chimici. e di NextChem. Maire Tecnimont, nel suo fondamentali per l'industria. percorso di Green acceleration, vuole mettere a disposizione di questa sfida ambientale Altro "pezzo" del Distretto Circolare di NextChem è la tecnologia che consente di riciclail grandissimo know how ingegneristico che il gruppo ha nell'impiantistica chimica tradire "fisicamente" i rifiuti plastici, una tecnozionale. E per questo ha creato una società ad logia proprietaria che sì chiama MyReplast hoc, NextChem: per poter offrire al mercato e che è stata installata in un impianto inducompetenze specialistiche per progetti ngestriale sito a Bedizzole, in provincia dì Bregneristici nell'area della chimica verde. «La scia. In questo impianto da 40.000 tonnellate nostra intuizione è stata quella di andare sulle nostre competenze core, plastica e prodotti chimici, ripercorrere la strada all'indietro, capire come potevamo fare per "smontarli" e rimontarli partendo da f'eedstock non fossili,dunque di origine biologica e rinnovabile, o di origine circolare, ovvero trasformando scarti in materia prima. Abbiamo cercato di colmare il gap tra il costo dei prodotti fossili e il costo dei prodotti green, perché siamo convinti che gli investimenti verdi debbano essere produttivi e redditivi» prosegue Fol-

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Economy

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giero. «Occorre in altre parole confezionare business case che siano sempre più attraenti per i capitali verdi: ci sono stati cambiamenti oserei dire "epocali" nella mentalità degli investitori,oggi sono possibili operazioni che fino a qualche anno fa erano impensabili, ma dall'altro lato occorre trasformare la mobilitazione green in industria, le opinioni in fatti e numeri,e i numeri devono essere di segno positivo». Un orizzonte vicino e concreto, quello della transizione energetica,che nella fase del post Coronavirus sarà ancora più apprezzato, più sentito, più necessario, per rilanciare l'economia in chiave green, in linea anche con gli indirizzi dell'Unione Europea, ricostruire il tessuto industriale con un approccio moderno, per creare nuovi posti di lavoro e nuove competenze e per rendere più autonomo dal punto di vista energetico ed industriale il nostro Paese. «Il periodo che ci attende sarà estremamente sfidante», dichiara Fabrizio Di

Amato, Fondatore e Chairman dí Maire Tecnimont, un Gruppo da oltre 9.000 tra dipendenti e collaboratori nel mondo,di cui 3.000 solo in Italia, con un Dna tutto italiano e una supply chain che privilegia il Made in Italy e verso il quale ha una grande attenzione e cura. «Dobbiamo utilizzare questo momento di crisi per ricostruire un'Italia diversa, più moderna, più attrattiva per gli investimenti,

meno burocratica, laddove la burocrazia di per sé non è un disvalore, ma deve essere al servizio della crescita del Paese e non un ostacolo. I progetti che fino a ieri potevano essere percepiti come visionari, oggi devono essere considerati con occhi diversi: per rilanciare l'economia dobbiamo proiettarci nel futuro, con grande spirito unitario e imprenditoriale».

ECONOMIA CIRCOLARE: UNA RIVOLUZIONE CON AL CENTRO UNA NUOVA CULTURA D'IMPRESA di Pierroberto Folgiero L'economia circolare e di fatto un nuovo paradigma, un nuovo approccio culturale che consente di rendere sostenibile l'economia di mercato, non rinunciando alla crescita ma facendo in modo che tale crescita sia compatibile con la limitatezza delle risorse naturali e con gli equilibri delicati del pianeta. Un nuovo paradigma che é una quarta rivoluzione industriale, dopo quelle del carbone, delle macchine automatiche e della digitalizzazione;

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una rivoluzione che si porta dietro un profondo cambio di visione e di ruolo dell'impresa. La responsabilità del produttore lungo tutto il ciclo di vita del prodotto, principio fondante della circular economy e dell'assetto normativo europeo in materia, impone un ripensamento profondo della progettazione dei prodotti, delle tecniche produttive, degli approvvigionamenti di materiali, finanche del modello di business. La disponibilità di materia seconda

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consente una maggiore indipendenza di imprese e Paesi da economie estere e permette di riconnettersi con i territori. Una circolante "a km zero", in cui l'elemento di disturbo del circuito virtuoso è più evidente, non rischia di scomparire nella vastità di un'economia globalizzata. dove i buoni e cattivi comportamenti sono facilmente individuati e sanzionati, a beneficio di un'etica economica che non è "buonismo". ma uso consapevole, razionale e ottimale delle risorse.

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Forbes CONTRARIAN m ENTREPRENEURS di Massimiliano Carrà

Evoluzione continua 80

Fabrizio Di Amato,fondatore e presidente di Maire Tecnimont, racconta passato, presente e futuro del gruppo ai tempi del Covid-19 e della transizione energetica. Un approccio open innovation sarà centrale:"Bisogna rompere le barriere esistenti e i confini di diversi settori grazie alla tecnologia"

Trasformazione, digitali7727ione e innovazione.Sono queste le tre parole chiave che riassumono il pensiero imprenditoriale e l'attività odierna e futura di Maire Tecnimont, società leader nel settore della trasformazione delle risorse naturali e dell'impiantistica nell'industria di trattamento del petrolio e del gas,con specifiche capacità tecnologiche ed esecutive. Quotata alla Borsa di Milano,l'azienda sta rispondendo in maniera forte e decisa alla crisi economica dettata dal coronavirus, dal calo delle quotazioni del petrolio e gli investitori la stanno premiando. Dalla seduta di contrattazioni del 16 marzo a quella del 4 maggio, giorno in cuì è scattata la cosiddetta fase 2, il titolo della società ha fatto segnare una crescita di oltre il 13%. Un risultato importante, reso possibile solamente dal sentimento intrinseco di resilienza, di innovazione e di quello che gli inglesi potrebbero definire open mind. Qualità che da sempre caratterizzano Maire Tecnimont e il suo fondatore e presidente, nonché azionista di riferimento, Fabrizio Di Amato. Classe 1963, insignito nel 2016 dell'onorificenza di Cavaliere del Lavoro dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella,ha svelato i FORBES.IT

GIUGNO. 20.20

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Forbes

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Un esempio di digital transformation in Moire Tecnimont. Qui a lato, l'impianto di polipropilene di Omsk in Siberia.

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segreti e i prossimi obiettivi dell'azienda evidenziando due temi fondamentali che hanno guidato la sua crescita tra passato, presente e futuro: trasformazione digitale e open innovation. Un compito all'apparenza non facile quello di proiettare nel futuro un gruppo complesso come Maire Tecnimont, dal momento che, solo per citare alcuni numeri, opera in circa 45 Paesi, con 50 società operative e una forza di lavoro di oltre 6.300 dipendenti, di cui circa 3mila in Italia, a cui si aggiungono circa 3mila professionisti coinvolti nella realizzazione di apparecchiature elettriche e strumentazione. Tuttavia, come ricorda Fabrizio Di Amato,si sta rivelando un passaggio lineare, un po'come una naturale evoluzione."Non è un caso se la nostra rivista interna ufficiale l'abbiamo chiamata Evolve",svela sorridendo. L'attivazione della controllata NextChem è un. esempio virtuoso di quanto sia stata efficace per il gruppo l'unione tra evoluzione e innovazione. Essendo uno dei principali contractor di impiantistica e ingegneria oil&gas e petrolchimico su scala globale, non poteva infatti non proiettarsi nel campo della chimica verde e delle tecnologie a supporto della transizione energetica, In questo contesto, è opportuno soffermarsi "su cosa stavamo facendo prima dell'emergenza dettata dal Covid-19, cosa stiamo facendo ora e cosa stiamo progettando di fare per cavalcare il futuro". Nel 2015 continua Di Amato,"abbiamo avviato un importante processo di ripensamento deí modelli di business attraverso l'applicazione di strumenti digitali avanzati e la modernizzazione del modo di lavorare'; come l'adozione dello smart working. Una sfida impegnativa, ma essenziale perché "se lo scenario sta cambiando, un'azienda deve guidare il cambiamento e accelerare l'innovazione attraverso l'interazione con diversi settori. In poche parole: saper trasformare il cambiamento in una crescita futura': Un concetto centrale che ha permesso a Maire Tecnimont da una parte "di essere preparata" di fronte a un momento delicato, come quello che si è presentato e che stiamo vivendo, e dall'altra di "saltare la fase di test e lanciare un programma che, oltre a garantire la continuità aziendale, sta accelerando la piena digitalizzazione dei processi". Aspetto che ha permesso a "5mila persone, dislocate in tutto il mondo,di lavorare da casa e di realizzare e seguire seminari in streaming. Il tutto animato da passione e dedizione al lavoro': E se questa nuova fase per l'intero Paese e per molte imprese è per certi versi ancora incerta, per Maire Tecnimont può rappresentare un'opportunità unica, soprattutto guardando all'imminente trasformazione del settore infrastrutturale a cui si assisterà grazie alla transizione energetica e agli

investimenti europei previsti dal Green New Deal. Tema costantemente monitorato da Di Amato, da sempre punto di riferimento nel settore dell'ingegneria italiana, tant'è che oltre a essere stato presidente dell'Associazione nazionale di impiantistica industriale, ha anche fondato Federprogetti, di cui è stato anche presidente, oltre a essere membro della Giunta di Assonirne e vicepresidente di Assolombarda con la delega all'energia, sviluppo Oliere e cluster e Centro studi."L'energia verde avrà bisogno di infrastrutture verdi e NextChem, la nostra nuova società per l'energy transition, è il nostro modo per renderlo concreto': Non ha dubbi Di Amato, che questa è la strada futura di Maire Tecnimont. Una strada che ha un solo obiettivo: "Rompere le barriere esistenti'; attraversando "i confini di diversi settori condividendo con i decisori chiave un piano strategico per ridurre la burocrazia e semplificare le procedure con impatto positivo sull'economia, sulla società e sull'ambiente' In due parole: open innovation. M esempio, "grazie a nuove tecnologie stiamo collegando il settore dei rifiuti e il settore siderurgico, attraverso la chimica verde". In questo senso, il Covid-19 ha acceso i riflettori su questo nuovo modo di agire. Infatti, conclude Di Amato, "solo l'emergenza e quindi la necessità di ottenere risultati rapidi creano la condizione per stabilire un approccio open innovation tra i partner, rompendo le barriere e la burocrazia dei tempi normali". FORBES.IT

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apre la mente "Una vera e propria rivoluzione copernicana per le industrie di ogni settore'. E il commento di Fabrizio Di Amato,fondatore, presidente e azionista di riferimento del gruppo Maire Tecnimont,che ha presentato a Roma la nuova cattedra in open innovation, presso l'università Luiss Guido Carli. A coordinare il tutto il professor Henry Chesbrougli(nellafoto), economista, direttore del Garwood Centre for Corporate Innovation della Berkeley University della California e padre intellettuale del concetto di innovazione aperta. Si tratta di "un ulteriore passo in avanti, in quanto oggi più che mai è necessario un approccio open-mind che porti a un'evoluzione delle società da organizzazioni chiuse a organizzazioni aperte':sottolinea Di Amato. Aspetto non trascurato dal gruppo italiano, attivo nel settore ingegneristieo, tecnologico ed energetico:"Abbiamo incaricato un coordinatore

dell'innovazione tecnica per ciascuna delle nostre quattro principali macro aree di business: transizione energetica, valorizzazione del gas naturale, idrogeno, economia e fertilizzanti': E aggiunge: "Grazie a questo nuovo modello chiunque all'interno del gruppo può contribuire in maniera sinergica con la propria esperienza e ingegnosità.". Oltre a stimolare inventiva e intraprendenza, due skill fondamentali in un contesto lavorativo complesso e dinamico come quello odierno,l'open innovation, secondo Andrea Prencipe, rettore dell'università Luiss Guido Carli, "permette di ricercare partnership non ovvie che possono offrire conoscenze, idee,competenze,informazioni non convenzionali, inaspettate e a volte impensabili" L'idea di dar vita alla nuova cattedra universitaria parte anche da un assunto ben preciso: affrontare le sfide poste dalla digitalizzazione e dalla sostenibilità."Dobbiamo creare

un ecosistema che coinvolga i diversi stakeholder, aperto alla fertilizzazione reciproca tra università, istituti di ricerca,società, startup, mondo della finanza, autorità pubbliche,incubatori e acceleratori': aggiunge Di Amato. L'open innovation diventa, così, il connettore di diversi mondi. Per esempio, la sfera universitaria e quella lavorativa, anche prima della pandemia da. coronavirus,non erano interconnesse tra loro. Tant'è che molte aziende,proprio a causa della mancanza di competenze specifiche dei candidati,non riuscivano a completare il loro processo di assunzione. Per cercare di limare queste divergenze settoriali, il professor Chesbrough, contestualmente all'insegnamento, lancerà un progetto di ricerca sull'analisi dei principidella open innovation, sfruttando i quali le aziende potranno perseguire gli obiettivi centrali in ambito sociale, economico e di sostenibilità ambientale. FORBES.IT

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STAFFETTA QUOTIDIANA Algeria, a Maire Tecnimont contratto da 400 min $ Maire Tecnimont annuncia in una nota che la propria controllata Tecnimont "si è aggiudicata un contratto ingegneria, appalto e costruzione (Epc) per la realizzazione del progetto Bir Seba Phase Il e Mouiat Outlad Messaoud Field Development, in Algeria da parte del Groupement Bir Seba". Il Groupement Bir Seba è composto dall'ente statale Sonatrach, da Petrovietnam Exploration Production Corporation e da Ptt Exploration & Production Algeria, una controllata della oil company nazionale tailandese Pttep. Il progetto verrà eseguito presso i giacimenti petroliferi dell'area di Touggourt, circa 130km a nord-est di Hassi Messaoud. Il valore complessivo del contratto è pari a circa 400 milioni di dollari. Lo scope of work comprende tutte le attività di Engineering, Procurement e Construction. "Il progetto riguarda l'espansione dell'impianto di trattamento olio esistente tramite l'istallazione di una nuova unità di separazione, per raddoppiare l'attuale capacità portandola a 40.000 barili di petrolio equivalenti al giorno.

Il progetto prevede anche l'implementazione di sistemi di gas lift e water injection, l'installazione di 2 strutture aggiuntive di raccolta e più di 400 km di condotte per il trasporto degli idrocarburi per collegare i pozzi di produzione all'impianto di trattamento", spiega la nota. Il completamento del progetto è previsto dopo 40 mesi dalla data di entrata in vigore del contratto. Pierroberto Folgiero, amministratore delegato del gruppo Maire Tecnimont, ha commentato: "Dopo la nostra precedente aggiudicazione con Sonatrach nel 2018, questo risultato ci consente di consolidare ulteriormente la nostra presenza industriale nel mercato algerino nel settore strategico dell'oil & gas, avendo maturato una solida esperienza nell'esecuzione di progetti in Medio Oriente e Nord Africa. Siamo davvero orgogliosi di rafforzare una relazione di mutuo beneficio con clienti così importanti, quale prova dei nostri successi nel Paese. Questa è la nostra quinta aggiudicazione di rilievo registrata nel 2020, nonostante la pandemia in corso: un'ulteriore prova di resilienza del nostro core business".

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MF IL CASO/1

di Giulio Zangrandi

Commessa da 400 min fa volare Maire ► Titolo Maire Tecnimont cìintroconrnte a Milano con un rialzo dello 0,83% a 1,7 curo grazie alla notizia di una nuova MAIRE TECNIMONT commessa da 4(X) milioni di in 2,0 • gpotaiione auto curo acquisi1,9 ta in Algeria. 5# 1,8 Tramite la 1,7 controllata 1,6 'ben imont il 1,5 gruppo italia1,4 no attivo nel 1,3 settore ing-e9apr'20 9giu'20 gneristico, tecnologico ed energetico ha siglato con l'operatore locale Groupement Bir Seha un

contatto Epe per la realizzazione del progetto «Bir Seha Phase -e Mouiat Outlad Mcssaoud Field Development», che prevede l'espansione dell'impianto di trattamento greggio lino 40 mila barili di petrolio equivalenti al giorno, l'attivazione di sistemi di gas tilt e water injection, l'installazic ne&i due strutture aggiuntive di raccolta più 400 km di condotte per il trasporto degli idrocarburi direttamente dai pozzi.,«Questo risultato consolida ulteriormente la presenza nel mercato algerino nel settore strategico dell'oil&gas» ha detto il eco Pierroberto Folgiero, precisando che si tratta «della quinta aggiudicazione di rilievo nel 2020, nonostante il Covid. (riproduzione riservata)

Wall Street rallentarla corsa

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MF MF SHIPPING & LOGISTICA ■ Spedizione da record per Tecnimont. 11 gruppo industriale italiano ha costruito e poi trasportato con successo via mare dalla Spagna(Gijon)al Belgio(Anversa)a bordo di una chiatta rimorchiata la più grande colonna che ha finora realizzato nella sua storia. La colonna è alta 108,96 meni e larga 12,35, per un peso lordo di 1.470 tonnellate. Il viaggio lungo le coste europee dell'oceano Atlantico è durato 13 giorni, con una sosta intemmlia nel porto di Digione in Francia. n nuovo impianto di deidrogenazione del propano cui è destinato il carico sarà situato su un sito Borealis già esistente e avrà una capacità produttiva stimata di 750 mila tonnellate all'anno di propilene.(riproduzione riservata)

Il trasporto su chiatta della colonna realizzatada Tecnimont

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CORRIERE DELLA SERA

«Tavolo serio sud da farsi I rifiuti nuovo petrolio grazie <ú distretti circolari» Di Amato(Maire Tecnimont):il governo è attento L'intervista

di Paola Pica

«Siamo pronti come ci è stato chiesto dal governo ad avviare,sin da questa settimana, tutti gli approfondimenti tecnici sui Distretti circolari e sulla spinta all'economia che arriva dalla nuova chimica, dalla transizione energetica,e dall'esportazione di competenze e tecnologia». Fabrizio Di Amato, partito a 19 anni con grandi sogni e tre dipendenti, si è seduto ieri, 38 anni dopo,al tavolo del governo da numero uno della multinazionale italiana Maire Tecnimont, leader mondiale nella trasformazione delle risorse naturali. Ha suscitato curiosità la sua storia personale? «Credo di sì e l'ho raccontata. La mia storia è attraversata da tante vicende industriali

italiane. Ma volevo prima di tutto trasmettere quali risultati porta l'impegno per la "messa a terra" delle idee». E quante idee ha portato? «Solo due. Chiare, concrete. Inutile andare con l'elenco delle lamentele. Ho spesso criticato l'assenza delle imprese dal cantiere delle proposte. Beh, questa volta l'opportunità l'abbiamo avuta: non andava sprecata». Il premier Conte ha citato i vostri distretti circolari. «Tema che mi appassiona molto. Abbiamo dato la nostra disponibilità a replicare nei siti di raffinazione, petrolchimici e siderurgici il nostro modello green di distretto». Di cosa si tratta? «Di un'innovazione rilevante: produciamo idrogeno, metanolo partendo non da fonti fossili ma da frazioni di rifiuti plastici. Negli stessi siti industriali, territori e comunità, soffocati dagli scarti». Rifiuti dei rifiuti? «I rifiuti sono il nuovo petrolio, smaltirli costa moltissimo. Noi ne facciamo nuovi prodotti e materie prime per l'industria. Senza emissioni». Siete già operativi? «A Brescia abbiamo già trasformato 4o mila tonnellate di

plastica. Mentre lavoriamo con l'Eni a Porto Marghera, dove la raffineria sarà presto totalmente bio. Lo stesso modello lo stiamo applicando alla raffineria di Livorno, un sito da riconvertire e potrebbe essere applicato alle acciaierie, compresa quella di Taranto. Abbiamo una mappatura completa dei possibili distretti circolari in tutto il Paese». E come la mettiamo con "la messa a terra"? «Data l'emergenza economica, occupazionale e ambientale, contiamo sul fatto che possano essere considerati percorsi straordinari, come il modello Genova. O l'adozione della direttiva Ue sugli appalti, anche in vista dei fondi che l'Europa mette a disposizione proprio per le infrastrutture». Avete avuto rassicurazioni sulla revisione del codice appalti? «Il codice appalti sembra superato dai fatti. Ne riparleremo nei prossimi giorni» Qual è la proposta numero due? «Allocare sempre più risorse sulle garanzie Sace e Cdp per le esportazioni. L'export credit funziona molto bene,

ma non accontentiamoci. Nella nostra esperienza di esportatori di competenze e tecnologie, sostenere la capofila significa non solo andare a "prenderci" un pezzo di Pil del Paese che investe, significa sostenere tutta una filiera di decine e decine di aziende fornitrici. Un circolo virtuoso anche e per l'occupazione». Avete convinto il governo? «Approfondiremo anche questa questione a breve con i ministri interessati». Più di tutto,le piace parlare di chimica. C'è chi sostiene che il declino italiano sia iniziato proprio con la fine di una grande stagione della nostra chimica... «E stata una grande gioia l'aver ricevuto una laurea ad honorem in Ingegneria chimica dal Politecnico di Milano.E sarebbe bello trovare oggi un nuovo Giulio Natta. Abbiamo aperto i nostri archivi con gli strumenti e i progetti di quegli anni, rivolgendoci anche alle nuove generazioni. Studiamo il passato e le nostre radici industriali e intanto proviamoci: la nuova chimica è già qui. Non è casuale il nome della società del gruppo che segue i distretti circolari: NextChem». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Conte:[(alla da rei uvenl<n•e B ipotir.ia un taglio all'iva

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CORRIERE DELLA SERA

99 Il premier ci ha citati? Noi disponibili a replicare il nostro modello green nei site petrolchimici e siderurgici

Al vertice Fabrizio Di Amato,57 anni, è presidente e azionista di riferimento di Maire Tecnimont

Bisogna potenziare il meccanismo delle garanzie per le esportazioni Un circolo virtuoso anche per illavoro

II passaggio «Come ci è stato chiesto,avvieremo gli approfondimenti tecnici in questi giorni»

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la Repubblica L'ad di Maire Tecnimont

"La nostra ricetta migliora l'efficienza e la qualità della vita" La Maire Tecnimontlo smart working lo ha adottato nel 2016 e non sembra intenzionata a tornare indietro. Seimila e 500 dipendenti in 45 Paesi, si occupa di impiantistica ed è formata soprattutto da ingegneri. Azienda italiana un tempo parte di Montedison, viene spesso citata come esempio di organizzazione all'avanguardia. «Per un'azienda come la nostra lo smart working non è certo fare le solo riunioni in video chiamata», esordisce Pierroberto Folgiero, attuale amministratore delegato. «Il vero salto di qualità è nello smaterializzare i processi di lavoro e attorno a quello costruire una struttura più agile». L'azienda ad esempio in passato

Impianto di fertilizzazione La società occupa 6.500 persone

"Non serve fare dell'ideologia ma ripensare iprocessiproduttivi"

mandava i suoi esperti sul posto per avviare un impianto. L'operazione in genere richiede un paio di ore circa,mentre il viaggio di andata e ritorno magari giorni.Ora alla Maire Tecnimontlo fanno da remoto anche se la fabbrica è in Malesia. «Con questo voglio dire che adottiamo le tecnologie che servono a ridurre i tempie aumentare l'efficienza e la qualità della vita delle persone. Non è un'adesione a priori al digitale». prosegue Folgiero.Il segreto non sarebbe quindi negli strumenti di nuova generazione e men che mai nel semplice svolgere i compitiin remoto,ma nello studio dei processi di lavoro. «La vera difficoltà diventa poi cambiare i comportamenti, soprattutto dei dirigenti.Lavoro agile significa mutare l'organizzazione del lavoro e la valutazione dei risultati.La metrica da adottare per stabilire se l'obiettivo è stato raggiunto è complessa.Non c'è solo la quantità ma anche la qualità».I risultati sarebbero però sensibilmente migliori rispetto ad un'azienda tradizionale. Ma allora viene da chiedersi come maitanti sono invece scettici davanti allo smart working.«Spaventa il manager all'antica che vuole controllare il dipendente tutti i giorni e controllare la sua scrivania»,conclude Folgiero. «Ed è guardato con diffidenza dai "romantici"che credono che le idee nascano dal contatto diretto. Non capiscono invece chelo smart working non elimina il contatto diretto ma lo sfrutta quando è necessario.Non servono le ideologie,il tutti a casa o tutti in ufficio. Si tratta di guardare i processi e capire come migliorarli. Si possono fare cose notevoli in questa maniera anche nel campo del pubblico». —j.d'a. CRI VY.UDDLUNE P.ISERVAT4

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QUOTIDIANO ENERGIA www.quotidianoenergia.it

^ ~~ ^ ~~~^~ n~~ n u~~m°K~UK~~~~..~ Eni-Maire ~~~~U~n~n~~U~&~ nuova collaborazione ^~ col aborazione~ ^ sul gas di sintesi Allo studio la realizzazione di un impianto a Taranto. Potrà essere utilizzato anche per la produzione di idrogeno Dopo intesa dello scorso anno Eni e NextChem. !a controllata di Maire Tëoni' mont per |nohimica verde, rafforzano la loro partnership (]E 10/6/19). Ai progetti di ingegneria in corso per Ia realizzazione di un impianto "waste to hydrogen', finalizzato alta produzione di idrogeno presso la bio,affine/ia Eni di Venezia, a Porto Munghe/a, e al progetto ^wuateto methano|" per la realizzazione di me\ono|o nella struttura Eli aLivorno, oggi si aggiunge un ui . mioratuooeUo a Taranto". Nelle aree della raffineria jonica si punta infattï a verificare la fattïbilità di un impiantoto per la produzione di gas di sintesi da p|aamixeCSS. "mediante mnprooeauoui riciclo chimico''. Il gas sarà successivamente raffinato in due flussi indipendentl: idrogono, che potrebbe essere destinai:n alla raffineria dei Cane a sei zampe alimentare i processi di idrodesotfora o. ne deï carburanti, e un gas ricco di os do dioarboniochepotrohbee"oereimpiegato in acciaieria, sia nei processi inoltoio~ no che nelle nuove tecnologie DRI (Direct Redu*od|rom)"' N*wVChem "sta finalizzando gli aspetti relativi all'applicazione industriale dell'iniziativa". Un gruppo di lavoro congiunto tra le due società verificherà la fattibilità tec nica, economica e dei flussi dell'impianto. L'accordo firmato ieri rientra nella strategia a lungo termine che porterà il gruppo guidato da Claudio Descaizi ~ud affermarsi come leader nella p,o dudoneenomrnerria|izzazinne di prodotti decarbonizzati", si legge in una nota. Eni produrrà sempre più energia "sviluppando le rinnovabiU, produrrà gas, Gnl e idrogeno da gas e da materie prime di origine Wo, ripuliti dalla CO2 grazie ai progetti di aequeonukone e stoonmggio, genererà bio carburanti nelle proprie bioruf/ine'ie, nonché bio carhunanti, metanolo e idrogeno da rifiuti e vca'ti, e chimica da rinnovabili e da materie prime seconde" |n particolare, |a soluzione tecnologica diNoxVChem "consentirebbe una eff*ttivanotnm|eriduzimoodeU'enieuiono di CO2 in ottica Life Cycle Assessment (L(:;;A) rispetto all'attuale trattamento di CSS e plasmix attraverso la termnvx}o-

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STAFFETTA QUOTIDIANA Eni e NextChem nel gas di sintesi a Taranto A un anno dal primo accordo, Eni e NextChem, la controllata di Maire Tecnimont per la chimica verde, hanno rafforzato la loro partnership aggiungendo ai progetti di ingegneria in corso per la realizzazione di un impianto "Waste to Hydrogen", finalizzato alla produzione di idrogeno presso la bioraffineria Eni di Venezia, a Porto Marghera, e al progetto "Waste to Methanol" per la produzione di metanolo nella raffineria Eni a Livorno, anche un ulteriore tassello a Taranto. In particolare, informa una nota, nelle aree della raffineria jonica si punta a verificare la fattibilità di un impianto per la produzione di gas di sintesi da plasmix e CSS, mediante un processo di riciclo chimico (qui la notizia della Staffetta di marzo 2019 sulla presentazione di un progetto dimostrativo sul syngas a Taranto v. Staffetta 11/03/19). Il gas sarà successivamente raffinato in due flussi indipendenti: idrogeno, che potrebbe essere destinato alla raffineria Eni per alimentare i processi di idrodesolforazione dei carburanti, e un gas ricco di ossido di carbonio che potrebbe essere impiegato in acciaieria, sia nei processi in altoforno che nelle nuove tecnologie DRI (Direct Reduced Iron). "Questo - rimarca la nota - offri-

rebbe un contributo importante anche alla decarbonizzazione dell'industria siderurgica". NextChem sta finalizzando gli aspetti relativi all'applicazione industriale dell'iniziativa. Un gruppo di lavoro congiunto tra le due società verificherà la fattibilità tecnica, economica e dei flussi dell'impianto. "Rilevante sarà anche il coinvolgimento delle istituzioni del territorio", sottolinea la nota. "L'accordo firmato oggi rientra nella strategia a lungo termine che porterà Eni ad affermarsi come leader nella produzione e commercializzazione di prodotti decarbonizzati. La compagnia sta infatti percorrendo un piano strategico inedito nell'industria che al 2050 le consentirà di abbattere 1'80% le emissioni carboniche assolute. Eni produrrà sempre più energia verde sviluppando le rinnovabili, produrrà gas, GNL e idrogeno da gas e da materie prime di origine bio, ripuliti dalla CO, grazie ai progetti di sequestrazione e stoccaggio, genererà bio carburanti nelle proprie bioraffinerie, nonché bio carburanti, metanolo e idrogeno da rifiuti e scarti, e chimica da rinnovabili e da materie prime seconde. In particolare, la soluzione tecnologica di NextChem

consentirebbe una effettiva notevole riduzione dell'emissione di CO2 in ottica Life Cycle Assessment(LCA) rispetto all'attuale trattamento di CSS e plasmix mediante termovalorizzazione, con ogni conseguenza positiva dal punto di vista ambientale, secondo i principi dell'economia circolare". "Quella sviluppata da NextChem rilevano ancora le due aziende nella nota - è un'innovazione tecnologica tra le più rilevanti degli ultimi anni nel campo dell'economia circolare e della transizione energetica ed è applicabile ai processi di riconversione di siti brownfield dell'industria tradizionale e pesante. I prodotti chimici di origine "circolare" ottenuti mediante questa tecnologia riducono il fabbisogno di estrazione di risorse di origine fossile e contribuiscono alla decarbonizzazione di segmenti importanti dell'industria, fornendo carburanti low carbon al settore dei trasporti, che incide in modo cospicuo sulle emissioni globali di CO2. Questa è una delle direttrici della roadmap di NextChem per la transizione energetica, che ha in portafoglio oltre 30 iniziative innovative, con tecnologie proprietarie, licenze internazionali e contratti di integrazione tecnologica ed EPC".

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MF Si rafforza la partnership Eni-NextChem di Angelica Romani

A un anno dal primo accordo per la chimica verde Eni e NextChem (Maire Tecnimont) rafforzano la partnership. Oltre alla realizzazione di un impianto per la produzione di idrogeno nella bioraflineria Eni di Venezia, a Porto Marghera, e al progetto per produrre metanolo nella raffineria Eni a Livorno, arriva una novità per Taranto. Qui si verificherà la fattibilità di un impianto per la produzione di gas di sintesi mediante un processo di riciclo chimico. Il gas sarà successivamente raffinato in due flussi indipendenti: idrogeno (che potrebbe andare alla raffineria Eni) e un gas ricco di ossido di carbonio da impiegare in acciaieria, (riproduzione riservata)

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ENERGIE VERIFICA DI FATTIBILITA DI UN NUOVO IMPIANTO

Chimica verde a Taranto Eni-NextChem in azione ROMA.In una nota Eni informa che,a un anno dal primo accordo con NextChem, la controllata di Maire Tecnimont per la chimica verde, le due società «rafforzano la loro partnership. Ai progetti di ingegneria in corso per la realizzazione di un impianto "Waste to Hydrogen",finalizzato alla produzione di idrogeno presso la bioraffineria Eni di Venezia,a Porto Marghera,e al progetto "Waste to Methanol" per la produzione di metanolo nella raffineria Enia Livorno,oggisi aggiunge un ulteriore tassello a Taranto». «Nelle aree della raffineriajonica si punta infatti - dice Eni - a verificare la fattibilità di un impianto per la produzione di gas di sintesi da plasmix(plastiche miste; ndr) e CSS (combustibile solido secondario; ndr), mediante un processo di riciclo chimico. Il gas sarà successivamente raffinato in due flussi indipendenti: idrogeno, che potrebbe essere destinato alla raffineria Eni per alimentare i processi di idrodesolforazione dei carburanti,e un gas ricco diossido di carbonio che potrebbe essere impiegato in acciaieria, sia nei processi in altoforno che nelle nuove tecnologie DRI(Direct Reduced Iron). Questo offrirebbe un contributo importante anche alla decarbonizzazione dell'industria siderurgica». «NextChem sta finalizzando gli aspetti relativi all'applicazione industriale dell'iniziativa. Un gruppo di lavoro congiunto tra le due società - dice Eni - verificherà la fattibilità tecnica, economica e dei flussi dell'impianto. Rilevante sarà anche il coinvolgimento delle istituzioni del territorio». L'accordo «rientra nella strategia a lungo termine che porterà Eni ad affermarsi come leader nella produzione e commercializzazione di prodotti decarbonizzati. La compagnia sta infatti percorrendo un piano strategico inedito nell'industria che al 2050 le consentirà di abbattere 1'80% le emissioni carboniche assolute».

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Eni-NextChem, gas circolare a Taranto A'lln::anno`dal ;:prirYtiC#:äcltörfl0;:Eni e ... . o. ....f.. .o. ... .l. ...m. ..., ...la NextChe c n r l aia di r± Teeninontºper.la ..... .. . chimica .. . . . ... ... ... verde,": .: rafforzano la loro. partnership. .ï :.:.: .. ................... .. .::....:.:..........::..::.: .......:. ... . .. ........... .... .:....:....:. progetti di ingegneria in corso pe7r: la realizzazione di un impianto ;.

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il Giornale di Nicola Porro

Zuppa di Porro

Confindustria e il no di Roma a Di Amato a pagina 20

Zuppa di Porro

di Nicola Porro

Confindustria e l'assurdo «no» di Roma a Di Amato i è tenuta nei giorni scorsi un'assemblea degli industriali romani. ,..,,.' Sono alla ricerca del nuovo presidente. La cosa sarebbe ovviamente irrilevante persino per questo modesta zuppa di porri, se non fosse per quello che sta succedendo. Vedete il rammarico è che la saga della Confindustria non la scriva Wodehouse, e che non si possa descrivere la storia della cricca romana,alla stregua di una competizione per la scrofa più bella del Berkshire. Non ci sono lord decaduti, mancano gli smoking bianchi per andare in Costa Azzurra, e soprattutto non si trova in giro Jeeves. Un maggiordomo razionale, snob e intelligente che eviti di fare cappellate ai propri padroni. Vabbè, avete capito che siamo di fronte ad una farsa. La situazione è semplice. C'è un imprenditore, senza offesa un po'folle, che si è messo in testa di fare il presidente degli industriali romani. La vena di follia consiste nel fatto che la sua azienda non sia fallita e non sia neanche in concordato preventivo. Tutte condizioni per diventare un ottimo candidato a rappresentare l'industria laboriosa. La sua impresa è una delle poche che fattura miliardi di euro. I-Ia utili e margini in crescita. Fattura il 90 per cento all'estero. L'imprenditore l'ha creata dal nulla e l'ha pure quotata. È nel mondo del green, ma quello vero non le palle di Villa Pamphilj. Scoccia nominarlo, qualche psichiatra potrebbe andarlo a prendere a casa. Ma il dovere del cronista è citarlo: Fabrizio Di Amato e la sua azienda si chiama Tecnimont. Capiamo gli specialisti che si interrogano sui motivi per i quali un signore ricco, con un'azienda di successo internazionale

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voglia entrare nel club dell'Unindustria. Quella parola magica non vorremmo neanche dirla, tanto è abusata: spirito di servizio. Scusate, l'abbiamo detto. Insomma nella nostra saga abbiamo svelato il Primo attore. Ma non si tratterebbe di una bella storia se non ci fosse un colpo di scena. Gli attuali vertici di Confindustria (Anche lei Bonomi, neo pres, è tra costoro, toc toc?) questo Di Amato non lo vogliono. Ma come, pensano, ha fatto tutto, e mo' vuole prendersi il nostro giocattolino qua a Roma? Si devono essere chiesti. Tirano così fuori dal cappello uno straordinario sconosciuto come sua alternativa che ha la favolosa caratteristica di non possedere un'azienda: è l'uomo che ci vuole per gli antichi romani. Però non tutti gli iscritti hanno ancora deciso di farsi il piercieng al cervello e in molti hanno subito apprezzato Di Amato.In un duello normale vinca il migliore, o meglio vinca chi ha più voti. Roba da principianti. Non basta. E cosa ti scovano i nostri eroi: il regolamento. Manco fossero a «Indietro tutta». Certo, a leggerlo sembra che ci sia Frassica. Il sommo regolamento prevede, infatti, che per diventare presidenti di qualcosa si debba fare parte di quel qualcosa da almeno un anno. E qui casca Di Amato con le sue 130 aziende, miliardi di fatturato: si è reiscritto a Roma da 6-8 mesi. Poco conta che lo sia stato per anni in precedenza. E poco conta che sia responsabile del centro studi di un'altra territoriale come Assolombarda e che contribuisca da anni, immaginiamo con milioni di euro di iscrizioni pagate, al sistema di Viale dell'Astronomia. I probi viri roma-

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ni dicono che è ineleggibile. Non occorre Jeeves e neanche la magnifica Scrofa di Blandings per capire la ratio della norma: non può candidarsi alla presidenza di una roba confindustriale un parvenue appena iscrittosi, magari proprio per fare la scalata. Qualcuno inoltre sussurra che anche un recente pres è stato nominato piuttosto verginello, senza tanti probi viri a fare le pulci. L'operazione è chiara, si sbatta la statuto in faccia a Di Amato e il ricco imprenditore torni in azienda, che alla Confindustria ci pensano loro. E pensare che da quelle parti ci sono anche persone in gamba,ad esempio uno come Stirpe, sa cosa è un'impresa di cui non solo è dotato ma che conduce magnificamente. Toc toc La Regina, un altro che decide, pur non avendo proprio un curriculum da Jeff Bezos, ma veramente avete il coraggio di criticare il governo per le sue pastoie burocratiche per i suoi intrighi da Codice degli Appalti e poi non permette la corsa ad uno dei vostri?(no, scusate non intendo esattamente uno dei vostri, nel senso di collega imprenditore, perché pochi tra voi lo sono davvero). E arriviamo al castelli di Blandings e ai suoi salotti. Nei giorni scorsi si sono addensati dei torbidi. Gli è che in assemblea piccoli e grandi imprenditori si sono alzati in piedi (Leonardo, Enel, Rds e alcuni piccoli) e hanno detto: ueeee ma che siete matti, ma davvero non volete far correre per la presidenza il più importante imprenditore industriale privato romano? Sono matti loro,come insegna Wodehouse al concorso della vacche; Berty, la più bella delle scrofe non vince mai. Ma quella è satira e qui dovremmo ragionare di cose serie.

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CONTRARIAN • SOCIAL RESPONSIBILITY d Enzo Argante

Rinascimento

industriale

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Per una duratura svolta green delle aziende occorre cambiare i valori di riferimento sociali, economici e finanziari. Secondo Pierroberto Folgiero, ceo di NextChem e Maire Tecnimont, "questa crisi è un'opportunità storica per guidare il mondo verso una direzione sostenibile"

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II messaggio, o la lezione se preferite, è chiarissima: bisogna guardare avanti al lungo, lunghissimo periodo. Quindi ridurre le emissioni, il consumo energetico, certo. Eppure non basterà: occorre cambiare i comportamenti e i valori dì riferimento sociali,economici e finanziari. Una vera e propria rivoluzione post Covid 19, insomma.E c'è un mezzo bicchiere pieno, controverso forse, ma che ci porta sicuri e spediti ai valori di riferimento dell'economia circolare. "Questa crisi è tin'opporttmità storica per guidare il mondo verso una direzione sostenibile, dice Pierroberto Folgiero, ceo di NextChem e Maire Tecnimont,"di programmare una ricostruzione che sia rapida ma anche duratura, preparando il sistema industriale alla riduzione dei rischi e delle perdite economiche derivanti dall'inquinamento, dai cambiamenti climatici e dall'impatto che que- Pierroberto Folgiero, di NexTecnitC ,mont.em sti hanno e avranno su molti settori". Questi rischi oedMoire Nera pagina ormai non sono più "intangible": sono concreti, fianco l'imprantö nelle valutazioni dei ° produzione sempre più di segnonegativodl renewoble diesel fondi di investimento 11 coronavirus sta mettendo edialcuni scarti plastici. nostro sistema e in evidenza quanto fragile sia il cosa accade al mondo quando un rischio sistemico improvvisamente diventa realtà. "Le economie

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nazionali dovranno diventare più resilienti, perché se c'è una cosa che questa crisi ci ha fatto comprendere è quanto sia indispensabile per un Paese essere autonomi dal punto di vista industriale. Prendiamo la chimica verde: si può creare un paniere di beni prodotti localmente,disponibili e in grado di garantire l'autosufficienza del Paese stesso in termini di materie prime, prodotti ed energia': LUGLIO,, 2040

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Forbes la società

UNA CHIMICA CIRCOLARE

Bisognerà mantenere come primo punto all'ordine del giorno il Green New Deal, quello europeo dei mille miliardi per intenderci, e invece sembra che per alcuni bisogna rimandare... Sarebbe un errore gigantesco.E questo il momento di un reset e di una programmazione a lungo termine. Stiamo pagando scelte sbagliate e oggi dobbiamo guardare avanti coraggiosamente. Il dibattito in merito al Green New Deal europeo, se sia meglio bloccarlo o mandarlo avanti,è un nonsense: se dobbiamo aiutare l'economia a uscire da questo buco nero, bisogna farlo in modo sostenibile. Quanto si può contare sulla finanza, che ha dato segnali forti e chiari di credere negli investimenti green? I capitali privati saranno sempre più attratti da investimenti sostenibili a lunga gittata su tecnologie green e innovative, che sono la chiave delle economie del futuro. L'innovazione si indirizza su quelle capaci di creare valore duraturo in un mondo realmente sostenibile,`a prova di futuro'. Per questa ragione dobbiamo sforzarci di guardare al domani, un domani però non a tre mesi,e neppure a tre anni. Il nostro domani deve essere a trent'anni. Ma come attivare questo processo? Gli aiuti che verranno dai governi nel prossimo futuro dovranno privilegiare il supporto agli investimenti ad alta intensità di capitale per tecnologie industriali sostenibili e a bassa intensità di carbonio. Il sostegno pubblico non può essere concepito soltanto in base all'efficacia nel breve periodo, ma deve essere finalizzato a creare le condizioni per realizzare infrastrutture e progetti industriali che possono risolvere problemi strutturali del Paese. L'Italia è la seconda potenza manifatturiera d'Europa, nonostante il costo dell'energia, uno dei più alti in assoluto, dovuto anche alla limitatezza di risorse naturali di idrocarburi. La transizione a nuove forme di energia,combinata con il nostro know-horv,e la nostra imprenditorialità possono davvero essere una ricetta rivoluzionaria.

Come fare per i problemi di sistema, per esempio, normativi e fiscali? Manca l'infrastruttura regolamentare e gli incentivi per I'innovazione che creino le condizioni regolamentari per dare stabilità a questa azione: nella plastica, nei carburanti puntando sulle biomasse e così via. Servono autostrade verdi perché la domanda di capitale, di beni e servizi incontri le imprese. Aziende come Nextchem hanno bisogno di questo perché sono industrie green vere, non a parole.Fino ad oggi non è avvenuto, la politica industriale vera ancora non c'è. Occorre invitare i governi ad agevolare in modo più coraggioso investimenti sostenibili con strumenti di fiscalità premianti per i processi che migliorano l'efficienza energetica e l'impronta di carbonio, rendendo le industrie più competitive perché meno esposte a rischi futuri. In altre parole, questo è il momento di passare dalla fase di mobilitazione emozionale a una fase concreta e operativa: occorre mettere mano al motore e trasformare l'ondata di consenso dell'opinione pubblica in un set di politiche industriali nuove, clic possano dare una nuova l'orma al futuro.

NextChem,azienda del gruppo Maire Tecnimont perla chimica verde, ha sviluppato soluzioni industriali che consentono di ottenere una perfetta circolarità trasformando rifiuti plastici postconsumo in polimeri ad alte prestazioni che possono sostituire la plastica vergine. Le tecnologie a base bio per la chimica verde consentono l'integrazione con impianti esistenti per produrre intermedi e biocarburanti da oli e grassi residui. Sono anche in fase avanzata progetti perla produzione di gas e idrogeno circolare, metanolo e altre preziose molecole da scarti plastici e secchi non ricicla bili. NextChem ha definito un Modello di distretto circolare che include tecnologie proprietarie e licenziate in uno schema integrato,con sinergie operative significative e vantaggi ambientali rilevanti.

È questo un modo convincente di mettere una pietra sopra al coronavirus? Nessuno dimenticherà questi giorni bui per l'impatto devastante che hanno avuto in termini di vite umane, di disoccupazione, di sofferenza delle imprese. Oggi però abbiamo la possibilità di far sì che questi giorni vengano ricordati anche per l'impulso che sapremo dare a quelle iniziative che i Paesi altrimenti non avrebbero intrapreso. Penso sia arrivato il momento di condividere con i principali decision maker, sia a livello istituzionale che di business, un piano per una ricostruzione industriale con impatto positivo sia sull'economia, che sulla società, che sull'ambiente. O

LUGLIO, 2020

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MILANO v A-FINANZA

Questa nuova fonte è al centro dell'agenda Ue e può essere la chiave della transizione. Il valore di mercato raggiungerà 2.500 miliardi. Cinque carte da giocare a Piazza Affari SCENARI PER L'ENERGIA/3

Un futuro all'idrogeno di Nicola Carosielli tte le nuove oportunità davanti a governi e operatori hanno l'idrogeno come unico denominatore comune. La spinta impressa dall'Unione Europea ha avviato il timer per portare questo vettore energetico a diventare elemento chiave nel processo di decarbonizzazione, rappresentando il 18% della domanda di energia entro il 2050 e portando l'intero mercato incentrato su questo vettore a raggiungere i 2.500 miliardi di dollari. Una nuova occasione, analizzata da un report di Equita Sim elaborato dal team guidato da Luigi De Bellis, co-responsabile Ufficio Studi Equita, che MFMilano Finanza ha visionato in anteprima. Occasione non solo per le aziende, ma anche per gli investitori che,oltre a sorvegliare titoli esteri come Air Liquide e Linde (operatori molto forti nell'idrogeno), potrebbero scorgere per tempo nuove idee provenienti dalle società di piazza Affari. SNAM.Le potenzialità a lungo termine del gruppo guidato dal ceo Marco Alverà dipendono, secondo Equita, «dalla possibilità di utilizzare la sua rete per trasportare idrogeno». Al momento,

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la rete è già per il 70% hydrogen menti di Iveco e assemblata in Germania), produrrà sia veicodi trasporto di idrogeno miscela- li elettrici a batteria sia veicoli to con gas naturale, per il 5% e il elettrici a celle a combustibile 10%.La convinzione è che l'acce- per il mercato europeo. lerazione della strategia Ue per LANDI RENZO: La società è l'idrogeno verde migliori la visi- tra i leader globali nel settore bilità sull'uso della rete di Snam della mobilità gas(sistemi di alia lungo termine. Anche per que- mentazione a metano,gpl,gn1 e sto gli esperti della Sim hanno giù per veicoli)e secondo Equita aumentato il prezzo obiettivo l'idrogeno sarà il passo naturale a 5 euro, con un premio del 7% per completare il portafoglio di alla rab (regulatory asset base) soluzioni innovative per la moattesa per il 2030. Mentre è sta- bilità e il trasporto. Il gruppo di to aggiornato il rating buy alla Reggio Emilia,infatti, offre una luce della decisione presa dalla doppia esposizione alla mobilità Commissione europea, aumen- dell'idrogeno. Da un lato in quatando la possibilità che la rete lità di fornitore di componenti, di trasporto del gas sia utilizza- Landi Renzo sta sviluppando ta per trasportare idrogeno. Di sistemi e componenti fuel cell conseguenza è migliorata la visi- a idrogeno per l'heavy-duty. bilità sulla crescita della rab e la Dall'altro è impegnato nell'inprogressione dei dividendi,con il frastruttura delle stazioni di dividend yield che aumenterà dal rifornimento: la jv Safe-Cec (di 5,8% attuale al 6,3% nel 2022. cui il gruppo detiene il 51%)sta CNR INDUSTRIAL La con- sviluppando compressori a pitrollata di Exor dovrebbe essere stoni per l'idrogeno da utilizzare in grado di sfruttare la partner- in stazioni di rifornimento pubship stretta con l'americana bliche e private. Attualmente, Nikola,focalizzata nel trasporto specificano però gli esperti, il a idrogeno, nei camion pesanti peso del business idrogeno sui per accelerare l'adozione della ricavi è inferiore all'1% ma potecnologia delle celle a combu- trebbe avere un potenziale di stibile in Usa ed Europa. Si è crescita più elevato insieme con creata così una jv paritetica lo sviluppo di componenti gli]] in Europa che, partendo dalla cng per i mezzi pesanti. piattaforma di veicoli pesan- MAIRE TECNIMONT. La ti S-Way di Iveco (produzione società è esposta al business attesa in Spagna negli stabili- dell'idrogeno attraverso la diviread3;, con due sperimentazioni

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sione NextChem,la controllata che opera nel campo della chimica verde e delle tecnologie per la transizione energetica.Anche in questo caso l'idrogeno è ancora poco significativo per il fatturato ma potrebbe costituire una parte sostanziale della crescita divisionale, che gli analisti della sim stimano in circa il 20% -30% delle entrate /ebitda della divisione nei prossimi cinque anni. NextChem ha l'obiettivo di raggiungere 50 milioni di euro di ebitda entro il 2023 o circa il 25% dell'attuale ebitda. Gli attuali progetti sull'idrogeno sono sviluppati tramite la partnership con Eni grazie al lavoro sugli impianti di Porto Marghera e Taranto,il cui valore dovrebbe essere di alcune decine di milioni di euro per progetto. SAIPEM. Per quanto l'esposizione all'idrogeno,attualmente, sia ancora molto limitata, per il gruppo guidato dal ceo Stefano Cao occasioni di business dovrebbero arrivare tramite le divisioni Xsight ed E&C (onshore e offshore). L'impegno del gruppo sarà focalizzato, in particolare, sulla produzione di idrogeno verde (ad esempio migliorando l'efficienza dell'elettrolisi), sullo stoccaggio e trasporto dell'idrogeno, sull'utilizzo dello stesso e sulla sua iniezione nelle reti del gas. (riproduzione riservata)

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MILANO FINANZA QUANTO COSTA PRODURRE IDROGENO DA RINNOVABILI E COMBUSTIBILI FOSSILI a) o

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STAFFETTA QUOTIDIANA Economia circolare, accordo NextChem e Lanzatech La società del gruppo Maire Tecnímont verso la produzione di bioetanolo avanzato La società del gruppo Maire Tecnimont, NextChem e l'americana LanzaTech hanno firmato oggi a Roma un accordo per la licenza della linea di processo "Waste to Ethanol". E quanto si legge in una nota del gruppo. "NextChem implementa così il proprio portafoglio tecnologico nell'area della circular economy e in particolare del riciclo chimico, aggiungendo alle piattaforme tecnologiche per la produzione di Idrogeno circolare e metanolo circolare da rifiuti plastici e secchi, (attualmente in fase di progettazione ingegneristica), anche la produzione di etanolo circolare", spiega la nota. "Il processo base del riciclo chimico è quello della conversione chimica dell'idrogeno e del carbonio contenuti in plasmix e Css (combustibile solido secondario, ndr), conversione da cui si ottiene un gas circolare che può essere utilizzato come base per produrre diversi prodotti chimici". Con la tecnologia biologica LanzaTech di "syngas fermentation", l'etanolo è prodotto dai batteri trasformando il gas circolare a bassa temperatura e bassa pressione, migliorando l'intera sostenibilità del processo. NextChem licenzierà in esclusiva questa tecnologia per l'Italia e con accordi mirati per i mercati esteri. L'etanolo circolare derivante da questo processo può essere miscelato con le benzine e "quando prodotto da rifiuti secchi contenenti frazioni non fossili (per esempio il legno), il 40% dell'etanolo circolare può essere considerato come biocarburante avanzato secondo la direttiva europea sulle energie rinnovabili". L'etanolo, che in Italia viene totalmente importato, è anche un intermedio importante per una serie di componenti chimici, quali l'etil-acetato - un solvente pregiato per le vernici auto di cui l'Europa è forte importatore - e l'alcol utilizzato come disinfettante. Essendo derivanti dal riciclo, questi prodotti chimici promuovono modelli circolari di consumo. Quella di NextChem è un'integrazione tecnologica innovativa che consente di produrre prodotti come l'idrogeno, il metanolo, l'etanolo partendo non da fonti fossili ma da frazioni di rifiuti che attualmente non sono riciclabili, "consentendo dunque un doppio vantaggio ambientale, sia in termini di abbattimento di emissioni climalteranti, sia in termini di aumento della quota di riciclo".

"Stiamo ampliando il nostro portafoglio tecnologico in ottica strategica: il nostro modello di distretto circolare e la nostra piattaforma tecnologica waste to chemicals sono la risposta sia ad un problema di dipendenza dall'estero per molti prodotti base dell'industria chimica, sia al problema del recupero di frazioni di rifiuti ad oggi non riciclabili, sia al problema della decarbonizzazione", ha dichiarato Pierroberto Folgiero, Ceo di NextChem e di Maire Tecnimont. "NextChem ha l'obiettivo di fornire al mercato le soluzioni tecnologiche per sostituire completamente la chimica tradizionale a base fossile con la biochimica e la chimica dei rifiuti. Vogliamo ricostruire la chimica del carbone, senza il carbone: un obiettivo ambiziosissimo, ad oggi concretamente possibile". "Dobbiamo accelerare la transizione verso una bioeconomia circolare inclusiva e in armonia con la natura" commenta Jennifer Holmgren, Ceo di LanzaTech. "Dobbiamo capire che lo spreco è una scelta. Tutto può e deve essere riutilizzato, così come accade in natura. L'Economia Circolare è fatta per durare e il modello di distretto circolare di NextChem è un grande esempio di come possiamo costruire un sistema economico resiliente recuperando e riutilizzando quanto più carbonio possibile".

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D Sole/2

RICICLO

Tecnimont ricaverĂ etanolo dai rifiuti Produrre alcol partendo dalla plastica usata:la NextChem (Maire Tecnimont)e la statunitense LanzaTech hanno siglato un accordo perla licenza della tecnologia"waste to ethanol" per l'economia circolare e il riciclo chimico In questo modo la NextChem aggiunge l'etanolo alle tecnologie per produrre idrogeno e metanolo da rifiuti plastici e secchi (attualmente in fase di progettazione ingegneristica). Si tratta della conversione chimica dell'idrogeno e del carbonio contenuti nel plasmix e nel combustibile solido secondario con plastiche miste da rifiuti.

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Il Sole/2

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Maire Tecnimont, ordini in aumento INGEGNERIA

Effetto Covid sui profitti (18,9 milioni,- 64,4%), marginalità stabile al6% L'emergenza Covid pesa sui conti di Maire Tecnimont. Il gruppo, leader nei servizi e nei prodotti di ingegneria,ha chiuso il primo semestre con un utile di 18,9 milioni (-64,4%). Escludendo gli effetti temporanei espressi dalla valutazione dei contratti derivati in essere,l'utile del periodo rettificato risulta in calo del49,9% a 25,6 milioni di euro.In flessione dei 27,7% invece i ricavi a 1,21 miliardi di euro, con Ebitda di 73,3 milioni (-31,5%), Ebit dí 49,5 milioni

(-4o,3%) e un utile ante imposte pari a 27,6 milioni(-64,2%). Il semestre,avverte una nota della società, «risente degli effetti causati dalla pandemia da Covid-19 che hanno interessato le principali aree geografiche nelle quali il gruppo ha in corso attività operative». Nonostante ciò, il portafoglio ordini sale a fine periodo a 6,7 miliardi, grazie a nuovi ordini per 1,8 miliardi e la marginalità è rimasta stabile al 6%.La posizione finanziaria al 3o giugno scorso mostra un indebitamento netto pari a 260,6 milioni,in diminuzione rispetto alle disponibilità nette per 78,9 milioni al 31 dicembre 2019,ma in miglioramento di84,3 milioni nel secondo trimestre. —R.Fi. Nif';«L JYR)NL Iá.'SERVA7A

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Forbes

ECONOMIA CIRCOLARE

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CHI TROVA UN R TROVA UN TESORO Le tecnologie di NextChem,società del gruppo Maire Tecnimont dedicata all'energy transition e alla chimica verde,stanno giocando un ruolo fondamentale nell'economia circolare. Secondo il presidente Fabrizio Di Amato,i materiali di scarto sono il petrolio del nuovo millennio

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alle auto elettriche al Green New Deal europeo,fino ai piani sostenibili di colossi come Amazon e McDonald's. Il nuovo obiettivo dei governi e delle aziende di tutto il mondo,soprattutto quelle con una natura poco ambientalista,è quello di recuperare il recuperabile e ridare nuova linfa al nostro pianeta. Il mondo ormai, dopo essere rimasto miope per anni, si è dato una nuova missione: proteggere la Terra Per farlo, però,

oltre a cambiare il modo di vivere e di produrre,è necessario rivedere anche l'attuale sistema economico. Non è un caso,infatti, che non si parli più di economia lineare, ma di economia circolare, ossia di un sistema ideato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi e di conseguenza l'approvvigionamento di materia prima vergine,implementando contestualmente il riciclo meccanico della plastica e promuovendo quello chimico.

In poche parole, un'economia pensata per potersi rigenerare da sola. Una. trasformazione essenziale, visto che ad oggi produciamo 2 miliardi di tonnellate di rifiuti che,entro il 2050, potrebbero duplicarsi. In questo contesto di continua trasformazione e attenzione all'ambiente. si inserisce NextChem,società del gruppo Maire Tecnimont dedicata all'energy transition e alla chimica verde. Fondata. solamente due anni fa, nel 2018, è una di quelle aziende nate e cresciute proprio sul concetto di economia

circolare, tant'è che lo stesso Pierroberto Folglero, ceo della società e del gruppo Maire Tecnimont,la definisce come "l'innovazione tra le più rilevanti degli ultimi anni nel campo dell'economia circolare e della transizione energetica': NextChem può vantare un diversificato pacchetto di soluzioni tecnologiche a favore di questo cambiamento paradigmatico del sistema economico. Nella foto in alto, Fabrizio Di Amato(a sinistra), presidente di NextChem e Malte Tecnimont insieme all'ad Pierroberto Folgiero. Nell'altra pagina, plastica riciclata.

F ORBES.IT

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Forbes La tecnologia proprietaria di Upcycling, per esempio, permette di ottenere una perfetta circolarità, riuscendo a trasformare rifiuti plastici post-consumo in polimeri ad alte prestazioni e in grado di sostituire la plastica vergine. Se il downcycling, ovvero il. riciclo semplice, dà ai rifiuti una forma che ne permette il riutilizzo in prodotti più `poveri, l'Upcycling restituisce alla plastica recuperata le caratteristiche originali di un materiale vergine, aumentandone così il valore ambientale ed economico,secondo le richieste dei clienti. In Italia questa tecnologia è già implementata nello stabilimento industriale di Bedizzole, a Brescia, e l'impianto,gestito da MyReplast Industries, controllata di NextChem, è attualmente uno dei più grandi e avanzati in Europa, visto che grazie alla sua capacità produttiva annua di circa 40mila tonnellate di polimeri riciclati, pari al consumo di plastica di un milione di persone, permette di risparmiare 270mila barili di petrolio all'anno, ossia circa,8.500 tonnellate di Co2. Ma non è finita qui. È importante sottolineare che la tecnologia reali77ata da NextChem permette anche di trattare varie tipologie di rifiuto, sia urbano che di post-consumo industriale e che la cosiddetta efficienza di riciclo arriva a circa il 95%. Avendo a disposizione un ampio ventaglio di tecnologie a favore della transizione energetica, NextChem,oltre all'Upcycling,dispone anche di una soluzione tecnologica per il riciclo chimico di plasmix, Css(combustibile

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solido secondario)e della frazione secca dei rifiuti urbani, oggi generalmente mandati all'incenerimento o in discarica, con rilevanti impatti ambientali. Nel dettaglio,la tecnologia utilizza un processo di conversione dell'idrogeno e del carbonio contenuti nelle plastiche e negli altri materiali solidi secchi, in un prodotto chimico pregiato, il gas di sintesi che,essendo derivato da materiali post-consumo, viene soprannominato gas circolare. Permette anche di produrre idrogeno circolare, metanolo e altri prodotti chimici, da impiegare nei processi industriali petrolchimici o come carburanti alternativi nel settore dei trasporti, ottenendo un doppio beneficio sul lato della circolarità e sul lato della riduzione delle emissioni di Co2. Inoltre, per abbattere le emissioni climalteranti generate, può essere utilizzato in sostituzione di gas di sintesi prodotto da metano o di

derivati del carbone. A differenza dell'Upcycling, che è già implementata nello stabilimento di Bedizzole, in Italia non è ancora presente, anche se è in fase di progettazione un impianto di conversione per la produzione di idrogeno circolare per la raffineria Eni di Venezia e uno per la produzione di metanolo circolare di Livorno. E il cane a sei zampe è stato il protagonista di un terzo accordo firmato il 25 giugno 2020 con la società di Maire Tecnimont. L'obiettivo? Dar vita a un nuovo impianto a Taranto per produrre gas circolare e rafforzare ulteriormente la partnership già avviata da tempo tra le due aziende. Fabrizio Di Amato, presidente di NextChem e Maire Tecnimont è stato tra i protagonisti degli Stati generali dell'economia di giugno, convocati dal presidente del consiglio Giuseppe Conte con un obiettivo ben preciso: raccogliere le idee di tutte le parti, sociali ed economiche,

del Paese per rilanciare l'economia post Covid-19. In quell'occasione è stato presentato il Modello di distretto circolare di NextChem,che prevede la riconversione green di siti industriali del settore petrolchimico e siderurgico e che integra le due tecnologie per l'economia circolare con quelle perla produzione di idrogeno da fonti rinnovabili via elettrolisi."Questa tecnologia'; spiega Di Amato, "permette di risolvere in modo innovativo uno dei problemi più complessi di questo secolo, consentendo di sostituire incenerimento e discariche con la produzione di nuovi prodotti chimici dai rifiuti". In sintesi, conclude il presidente del gruppo,si viene a creare "un nuovo paradigma,in cui i rifiuti diventano davvero il petrolio del nuovo millennio e il cui riciclo consente di ridurre le emissioni di Co2, contribuendo in modo concreto ed effettivo ai processi di decarbonizzazione dell'industria': O FO RS E S.II

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HEALTH AND SAFETY

PHOTO: MAIRE TECNIMONT

A safe man-hours milestone celebrated at site.

MAIRE TECNIMONT GROU:P

An HSE driven culture afety, a fundamental corporate value for those working with Maire Tecnimont Group, pursues a precise objective: to prevent accidents and mitigate the impacts on the ecosystem, with the commitment to provide workplaces, services and industrial plants in compliance with legal requirements and at the highest standards of Health Safety and Environment (HSE) protection. The Group model promotes working in safety,the protection of the environment and the well-being of people, for each operating area of the company and during all phases of project execution, both in the offices and out on the 30 construction sites currently active globally. The monitoring and improvement of the HSE Management System along with a preventative approach allows Maire Tecnimont to confirm its commitment in excellence of injuries prevention. The five-year rolling average (2013-2019) of the Lost Time Injury Frequency(LTIF) index, according to the International Association of Oil & Gas Producers

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(10GP), shows that the Group's performance indicator was consistently lower than the 10GP benchmarks. Maire Tecnimont Group also develops employees' professional competences and skills as well as incident prevention training as a core strategic activity. In this regard, in 2019 alone approximately 2.6 million training hours on HSE topics were provided to employees as well as to the sub-contractors involved in the execution of projects. Over the last three years(2017-2019), a total of more than 349 million man-hours were worked at the Group home offices and on its construction sites worldwide, out of which approximately 326 million man-hours were on sites. A record peak was registered in 2018, with more than 140 million hours worked counting both home office and sites. The fluctuation of man-hours over the years is due to the fact that many projects in the construction peak phase in 2018 were followed by the closing phase in 2019. As for records, Maire Tecnimont can boost a significant achievement on a single megaproject

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100 million safe man-hours worked were successfully reached at ADNOC's Habshan 5 gas treatment plant site in Abu Dhabi, UAE. A record-breaking achievement with no precedents at that moment in the hydrocarbons plant engineering EPC industry. As one of the major results of the commitment to further improving an already well rooted HSE culture, Maire Tecnimont Group recently acquired the multi-site certification according to the OHSAS 18001: 2007 and ISO 14001: 2015 standards, from Bureau Veritas Italia. This important certification enhances the synergies between companies, standardising procedures and methods, optimising audit times, thus increasing the competitiveness on the market of both individual entities and the entire Group. In a nutshell, it is a new approach to certifications, resulting in an important lever to integrate companies operating in different territories and social areas. This important milestone was reached for the Group's main companies

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HEALTH AND SAFETY

Fig. 1: HSE Awareness Programme A word from Group HSE TIP#27 HSE communication ;:ampalgn Safety moment

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FMeNSN~ in every v,vk vm•Iravnent Uva hanqs pWy an Nnpanant rolB• bsG ifietirc aso partrcu4wty 9wPasad xct vulnerabte to rnlury. K`-YYy your tr;iu7s sedet

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HSE Awareness Programme

HSE celebration day

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Maire fecnimont Group IiSf multi_=Ite cenification

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,.,..,+u-.,rv.w •a+ e secc. Source: MaireTecnimont Safety tip from the Safethink campaign. working across very different areas, from Italy's offices to those in Russia and India, and for all of its construction sites around the world. It was a three-year challenging project, for a network of companies and construction sites spread across 45 countries, and eight time zones.

The Safethink campaign The Group's zero incident target approach was recently developed in a four-step communication campaign: Safethink. A brandnew proprietary logo was born, together with a wide set of communication tools in order to both make everyone increasingly aware of "actively thinking about safety" before acting, and to maximise Maire Tecnimont's HSE culture. The actions required involvement from both home offices and sites, as the campaign was developed on four different areas, each focusing on its own workshop and training sessions on different aspects of safety embedded in everyday working life: tools, behaviour, and the rest still to be unveiled. With Safethink the aim is to express in a concept the basis for every single action taken, to actively think about safety and reinforcing the shared HSE identity: the safety and protection of people is not only a priority but a fundamental value in every activity and step we take on a daily basis. These messages were highlighted and further developed in Moire Tecnimont's corporate magazine Evolve, an ideal dissemination tool to further spread the importance of maximising each and everyone's HSE attitude within the Group. Involvement

and participation were already visibly present during the launch event of the "first leg" of Safethink, held in July 2019 at the Milan headquarters, which was enriched by several testimonies and best practices registered both in home offices and on sites. Furthermore, a dedicated Safethink digital platform was established to keep tight focus on these topics. In this way,the HSE team is capable of disseminating all campaign material to all of the different company sites and, above all, directly to the construction sites: offline tools, branded site equipment combined with digital ones, such as "Safety tips"(above, right) on how to make each daily activity safer and the most updated communications on the new initiative helped to boost awareness among task forces, and at the same time provided a strong common identity driver, shared with everyone. Every worker who chooses to use these tools becomes a spokesperson for the wellness and safety of the Maire Tecnimont Group, while also being a distinctive element showing customers that the "HSE branding" operation has already proven extraordinary results. As part of the campaign, training has played an essential role to create stakeholder value, develop employees' professional skills, prevent accidents and improve health, safety and environmental awareness. This resulted in devoting several million hours to courses, spread throughout all the value chaín, including subcontractors. In addition to the classroom training for all workers, the Training Lab was also conceived as a best practice hub, performing

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theoretical and practical training dedicated to special hazards (e.g. work at height) carried out by subcontractors. The adoption of these practices is aimed at increasing all workers' risk perception. During the second HSE communication campaign focused on behaviour, the "Safethink Rules for Life" project was launched in all operating sites. The campaign consists of a selection of ten safety rules that the Group considers of primary importance for the prevention of accidents. The rules were not just taken from those defined by 10GP, they have been customised to reflect Maire Tecnimont's context and ad hoc pictograms have been created to emphasise the distinctiveness of the Group safety culture.

Safethinkcovid-19 In response to the spread of coronavirus Covid-19, Maire Tecnimont immediately committed itself to ensuring that all work activities in offices and on sites are carried out in compliance with the maximum health and safety standards. The clear priority was to ensure the health and safety of its employees and collaborators and their families, while guaranteeing the continuity of the business in the countries where it operates. Maire tecnimont's teams on construction sites immediately demonstrated a proactive approach and the ability to manage all aspects right from the initial phase of the crisís, taking, when necessary, autonomous initiatives applied and tailored according to the latest advice coming from www.nitrogenandsyngas.com

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the WHO and other medical organisations. They have been managing the situation while also educating the subcontractors in coordination with clients for the adoption of protocols to protect workers and personnel involved in the projects. Furthermore, a HSE Crisis Coordination Team was set up in order to coordinate the actions to be taken in the countries where the Group is present and to issue guidelines defining the behaviour to be followed by all of the workforce. Starting in February, for example, a set of Covid-related safety and remote-working policies was defined and implemented, to keep staff and workers safe. Maire Tecnimont was able to rapidly virtualise several processes and working activities, thanks to significant investments made in smart working technologies and training in the last four years. Transport and shared spaces have been swiftly reorganised, meeting the new dynamics of smart working in sites (where activities allowed this to happen) and offices. That said, introducing and implementing all the steps in such a challenging atmosphere where people from many countries and nationalities are working together was not an easyjob, particularly as this action needs to be carried out on each operating site. In the context of a global health emergency, correct information is essential to manage the risks and to face an ever changing situation effectively. Therefore, a structured communication campaign covering all aspects of the pandemic emergency and the correct measures to be taken to conduct daily activities both in the home office and on site was promptly implemented. On an operating level, the main procedures implemented were temperature control,

provision of face masks, hand sanitisers and gloves in work environments, social distancing, and ensuring exceptional attention to the health and safety of local communities. At the same time, the spin-off of the Safethink brand, "Safethinkcovid-19" was rapidly conceived and used as the new HSE brand to apply the already well-known safety campaign to the urgent situation. This clearly helped boosting involvement of all colleagues and provided sound evidence of the Management's commitment to tackling the pandemic proactively. A dedicated digital channel was created to provide daily communication and useful Information relating to the Covid-19 emergency, where every colleague can find all the communication from the relevant focal points, a complete list of documents about policies and proper behaviour to be adopted by all of the workforce, together with the latest heath information documents provided by the competent authorities. Finally, insights on how to make each daily activity safer are continuously spread to all offices and sites through the well-known channel of "Safety tips". In this way, colleagues working in remote regions were able to feel closer to their base, by remotely getting the most up to date support. This central hub is constantly monitoring the information conceming Covid-19, taking preventative measures and all necessary actions. Specific rules and guidelines were set to provide instruction and define preventative and control measures to be implemented in all Maire Tecnimont Group Construction working sites, including joint ventures, in order to minimise and reduce the risk of exposure to Covid-19 and to update site emergency procedures. This is reinforced

Safethinkcovid-19 communicating rules.

by identifying a Maire Tecnimont Site Focal Point, tasked with issuing a recurrent detailed update on the site's workforce. After completing a training course provided by the Group's Headquarters, each focal point is required to swiftly align with all subcontraotor project managers and HSE managers to jointly implement the MT Group Action plan. Subcontractors are also required to appoint a company focal point, to ensure that measures were observed throughout the entire project execution chain. On April 29th Maire Tecnimont held a two-day workshop bringing together 20 construction sites totaling about 33,500 people, including Maire Tecnímont's construction team and direct and indirect workers, across eight time zones from North America, Europe, Africa, Middle East and Russia to South East Asia. The Group decided to organise this sharing event to mark the World Day for Safety and Health at Work 2020, sponsored by the International Labour Organisation, and at the same time to remind every construction team of the great challenge of the Covid-19 emergency — to maintain production and operational efficiency, in full compliance with the Health, Safety and Environment regulations. During the two-day workshop, Maire Tecnimont's top management connected with HSE site managers as well as the teams involved in the daily operations for project implementation, in order to share best practices on how staff at each site, despite the distinct circumstances of its often very remote location, were carrying out its normal daily activities, facing the current global emergency proactively and with a strong spirit of adaptation. Colleagues traded thoughts about their experience, after construction teams demonstrated the ability to absorb shocks and respond not only promptly to a constantly evolving situation, but to actively contribute with real solutions. Closing the workshop, Maire Tecnimont CEO Pierroberto Folgiero commented:"For us the priority is to ensure the health and safety of all colleagues and their families, while we maintain full operational continuity in the four continents in which we operate, from the United States to Malaysia. In recent years, our Group has made the HSE component a clear factor of competitiveness, and today we are further demonstrating that this is not rhetoric, but a tangible value helping us face the challenges that await us in the future — together with the passion that has always distinguished us."

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isafethinkcovic-19 MAXIMIZING YOUR HSE ATTITUDE

Maire Tecnimont

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Successful project delivery during the pandemic In such a time of extreme life conditions, people's value of collaboration, discipline and engagement have been clearly more evident than in other circumstances. Not only that, but really encouraging signs of resilience have been witnessed, coming from different project teams and parts of the world, all under the same flag: keeping up the good work, notwithstanding the challenging times we are living in. Here are some examples: When Covid-19 broke out in Egypt, at the beginning of March, the team at the Kima Fertilizer Complex in the remote area of Aswan was preparing for a nineday performance test ahead of a May start for ammonia production. KIMA is a joint project of two sister companies within the

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Maire Tecnimont Group: Tecnimont as EPC contractor and Stamicarbon as urea technology licensor. The team faced a really hard choice, whether to complete the test in a very limited amount of time, pushing forward, working in difficult conditions as the emergency was on the verge of spiking in the country, not knowing when they would have been able to come back to their families. Meanwhile, the International airport was shut down. But leaving would have resulted in the postponement of a long-awaited performance test, placing the plant and its assets at risk. The first order of business was to brainstorm to provide a detailed risk analysis and to identify working solutions over and above the standard safety recommendation. Once identified, they were immediately implemented. The team

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decided to stay on-site to achieve the long-targeted goal, which was successfully completed with the performance test on March 22, demonstrating performance better than the guaranteed, as the plant ran fully operational far above its nameplate capacity. The real commitment and great resilience, put in place by people during the Covid-19 pandemic, resulted in outstanding achievements in terms of safety milestones reached In different countries in lockdown. Among the main milestones was the Liwa Plastics Complex—EPC2 Project in Oman, the first producer of polyethylene in the country, reached 40 million safe man-hours thanks to the effort of all relevant parties involved in the project. Different nationalities, different languages but with a common Safethink target. â–

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Energia ambiente e innovazione ENEA magazine

La transizione energetica sia un grande `cantiere' di crescita economica e sociale II mondo si sta inesorabilmente avviando verso la quarta rivoluzione industriale e la transizione energetica deve diventare un grande `cantiere': il `cantiere della transizione', una grande priorità per l'Italia, sulla quale investire tempo, risorse e definire procedure semplificate per chi vuole investire. In questo contesto, occorre `guidare' le imprese all'utilizzo delle risorse disponibili per l'avvio di progetti che daranno i loro frutti nei prossimi anni. E, per la mappatura e il potenziale sviluppo delle innovazioni tecnologiche, il ruolo di soggetti come ENEA è di fondamentale importanza

Intervista a Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato di Maire Tecnimont e di NextChem

La transizione energetica è uno dei pilastri del Green New Deal, il Piano da 1000 miliardi di euro per trasformare in chiave sostenibile l'economia UE ed è anche al centro del Recovery Fund per rilanciare la crescita dopo l'emergenza COVID-19. Tuttavia, autorevoli esponenti del settore denunciano il rischio che si possa mettere in secondo piano la tutela ambientale in nome della ripresa economica. In questa intervista abbiamo chiesto a Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato di Maire Tecnimont, gruppo industriale leader in ambito internazionale nella trasformazione delle risorse naturali e attivo con la controllata NextChem nelle tecnologie a supporto della transizione energetica,se intravede questo rischio e perché. Rispondo con franchezza. Intravedo il rischio, ma ritengo che ciò non accadrà. Penso che sia ormai giunto a maturazione un - provo a chiamarlo così - wishful thinking che porta tutti coloro che si occupano di questi temi, dall'industria alle istituzioni e ritorno, a pensare che l'era dell'oil&gas abbia iniziato la sua parabola di trasformazione. Gli investimenti nell'oil&gas non sono più "attraenti", gli analisti finanziari dannun rating molto più alto ai progetti di innovazione nel set-

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tore non-fossil: ci potranno essere rallentamenti, aree di resistenza, ma tutto il mondo si sta avviando inesorabilmente verso la quarta rivoluzione industriale, che lo si voglia o no. Veniamo allo scenario nazionale sul fronte del Green New Deal e della transizione energetica. Quali punti di forza per il nostro Paese e quali eventuali criticità? Il nostro Paese ha un bisogno impellente di sbloccare alcuni meccanismi arrugginiti e tornare a far girare la linfa vitale degli investimenti locali, che danno ricchezza al territorio e creano competenze, know how e forza competitiva. Bisogna fare in modo che la transizione energetica divenga un grande "cantiere", il "cantiere della transizione": ci vuole, come in tutti i cantieri, un direttore, regole speciali, procedure definite, persone dedicate. Questa deve diventare una priorità per l'Italia, occorre investire tempo e risorse nelle fondamenta di questo cantiere, a partire dal definire delle procedure semplificate per chi decide di investirvi. Lei ripete spesso che la transizione energetica è un processo inevitabile, irreversibile, che ormai è

Energia, ambiente e innovazione 12/2020

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Energia ambiente e innovazione ENEA magazine

di annunci relativi alla disponibilità di risorse finanziarie per il Green Deal, ma le assicuro che destreggiarsi nella giungla di questi flussi di finanziamenti non è facile neppure per una grande azienda come la nostra. Bisogna guidare le imprese ad utilizzare le risorse disponibili per la messa a terra di progetti che daranno certamente i loro frutti nei prossimi anni. Il ruolo di soggetti come ENEA nella mappatura delle innovazioni tecnologiche e del loro potenziale di sviluppo è di fondamentale importanza. Fra i temi più dibattuti del momento c'è l'auto elettrica. Una grande opportunità o c'è il rischio di ripetere gli errori fatti con il fotovoltaico, ovvero di non dare vita ad una filiera nazionale? •

cominciato, ma può essere un'opportunità per le imprese riposizionarsi e darsi nuovi obiettivi. Può farci qualche esempio? E la nascita di NextChem va in questa direzione? Certo, NextChem è nata proprio da questa intuizione, dalla voglia di darci nuovi obiettivi, posizionarci su un mercato per noi promettente, quello delle tecnologie per l'economia low-carbon e circolare. Ogni azienda dovrebbe cogliere questa occasione. Il business cresce dove c'è innovazione, l'innovazione cresce dove ci sono nuovi paradigmi da esplorare. È questo il caso. Una recente analisi ENEA evidenzia che dal 2015 in poi la posizione competitiva dell'Italia negli scambi internazionali delle tecnologie energetiche low-carbon sta peggiorando. A fine 2019 l'indicatore ha segnato -0,53 in media, con picchi negativi di -0,97 per veicoli ibridi, -0,89 quelli elettrici e un saldo negativo di 1,53 miliardi di dollari sulla bilancia commerciale. È possibile invertire questa tendenza? E con quali azioni? A mio avviso è possibile. Ma occorrono alcuni ingredienti: la capacità delle imprese di fare sistema, di spingere accordi di filiera, di portare avanti piattaforme congiunte di ricerca e di studio; la capacità delle istituzioni di saper sostenere l'innovazione su questo settore. Oggi stiamo assistendo a una proliferazione

Quella dell'auto elettrica è stata un po' una corsa in avanti e alla fine potrebbe non facilitare l'industria italiana e la filiera europea... Credo che l'auto elettrica sia un'opportunità per il trasporto leggero, ma nonostante l'intensità e la penetrazione delle rinnovabili nel nostro Paese, c'è da capire come alimentare tutta la domanda. Certo, attualmente non è pensabile portare ad elettrico il trasporto pesante e in parallelo occorre sviluppare la tecnologia delle batterie e quella dei sistemi di ricarica e, parimenti, va consolidata la filiera del riciclo delle batterie stesse per consentire il recupero e il riutilizzo di materie prime preziose come il litio, di cui l'Italia non dispone. In questo momento si parla molto anche di idrogeno: la Commissione Europea ha recentemente presentato una strategia per la promozione di questo vettore energetico e otto grandi gruppi europei, fra cui Enel, hanno dato vita ad un'alleanza per la produzione di idrogeno `rinnovabile' per decarbonizzare l'economia, creare occupazione e ridurre la dipendenza energetica. È una strategia condivisibile? Lo è certamente; noi stessi abbiamo elaborato una strategia sull'idrogeno, nessuno oggi si sogna di non contemplare l'idrogeno tra i carburanti del futuro. Noi abbiamo in portafoglio diverse tecnologie per la produzione di idrogeno; tra quelle a cui puntiamo di più ci sono il green hydrogen da elettrolisi da energia rinnovabile e il circular hydrogen ottenuto da gas di sintesi circolare, ovvero il prodotto della nostra tec-

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Energia ambiente e innovazione ENEA magazine

lisbloccare meccanismi arrugginiti e far girare la linfa vitale degli investimenti locali"

con università e centri ricerca, partecipiamo a molti progetti europei e nazionali insieme a enti di ricerca (tra cui ENEA). Siamo anche all'interno di piattaforme di open innovation, perché crediamo che vadano intercettate tutte le energie positive e le idee, per poi testarne l'applicabilità a livello pilota e su scala industriale.

nologia waste to chemicals, che si basa sulla conversione chimica di plasmix, la Carbon Capture and Storage (CCS) e la frazione secca dei rifiuti. lo penso che il nostro circular hydrogen sia la vera "staffetta" per arrivare alla produzione di idrogeno verde a costi competitivi.

Un'ultima domanda. Nel Green New Deal si sottolinea molto il tema dell'equità, dell'inclusione e si prevede un `Just transition fund'. Perché mettere insieme equità e sostenibilità?

tissimo

Un tema ricorrente è anche quello della finanza sostenibile. Che ruolo può avere nella transizione energetica? La finanza è alla ricerca di investimenti profittevoli e sicuri, ovvero resilienti. Oggi i progetti industriali green iniziano ad essere profittevoli, i nostri progetti lo sono. E sono sicuri, ovvero resilienti, perché sono più legati alle economie nazionali, alle risorse locali, più in grado di resistere a shock come quello che abbiamo vissuto quest'anno. Sono interventi infrastrutturali meglio accolti dalle popolazioni e che si inseriscono meglio nel territorio dal punto di vista degli impatti. Se è questo, il senso della finanza sostenibile, beh, gli ingredienti ci sono già tutti. Ricerca e innovazione vengono ritenuti essenziali per la transizione energetica, e non solo. Nella sua esperienza di innovatore, le imprese italiane investono a sufficienza in questa direzione? Che cosa servirebbe per rafforzare e far realmente decollare la collaborazione/incontro fra mondo della ricerca e quello delle imprese? C'è già molto scambio tra mondo della ricerca e mondo delle imprese. Noi stessi, che siamo industrializzatori di innovazione, collaboriamo da sempre mol-

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Perché equità e sostenibilità stanno insieme, sono legate da un diverso modo di concepire il fattore "tempo", che contraddistingue il cambio di paradigma della transizione energetica. Le distorsioni che rendono non equi i sistemi economici sono prevalentemente legate alla massimizzazione dei risultati nel breve periodo. Nel momento in cui l'orizzonte temporale si allunga, qualsiasi organizzazione rischia di non sopravvivere ai meccanismi della massimizzazione del profitto a qualsiasi costo. Nel lungo periodo, le aziende devono dimostrare di saper costruire valore in modo non effimero ma sostanziale, nel rispetto di alcune regole, delle risorse ambientali e delle persone. lo sono convinto che la profittabilità degli investimenti e la leva economica siano e rimangano le leve di ogni vera transizione, ma non vi è dubbio che un'economia cosiddetta "sostenibile" lo debba essere sui tre pilastri dell'ambiente, dell'economia e della società. È per questa ragione che abbiamo ispirato la nostra policy di sostenibilità ai Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite e che abbiamo aderito al Global Compact. Su questa direttrice, che ci aiuta nell'impostazione della nostra strategia industriale e nella rendicontazione dei risultati, operiamo attraverso le nostre cinquanta società nel mondo con l'attenzione che si deve alle comunità locali, ai diritti umani, alla diversity, ai nostri stakeholder. Credo che la direzione non possa che essere questa.

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AMBIENTE & SOSTENIBILITÀ

Processo Waste to Chemical: dai rifiuti urbani nuova materia prima di produzione RIDUZIONE RGUSO

Un modello di produzione circolare basato su un processo innovativo di conversione dei rifiuti

RECUPERO SMALTIMENTO Figura -1 - Gerarchia trattamento rifiuti.

Giacomo Rispoli, Waste to Chemical Senior Executive, NextChem MaireTecnirnont Group

a recente crescita dell'interesse della società riguardo l'impatto ambientale e la sostenibilità dell'ecosistema attuale sono uno stimolo aggiuntivo alla transizione che il mondo della produzione energetica e chimica necessita di affrontare. Cruciale è quindi ormai il tema dell'insostenibilità concettuale di un sistema produttivo lineare, e cioè basato sul consumo di materie prime senza che esse vengano recuperate a valle del loro utilizzo. In piena antitesi al modello descritto, si pone un modello di produzione circolare. I principi su cui si fonda aspirano a ridurre il più possibile le lavorazioni relative al consumo di beni materiali, dall'approvvigionamento della materia prima allo smaltimento del prodotto finale, in modo da invii-

L

"La tecnologia waste to chemical è in grado di estendere il concetto di circolarità a una frazione dei rifiuti convenzionalmente lasciata confluire a sistemi lineari o con recupero esclusivamente energetico

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Impiantistìca ïtalixni -Luglio-Ag Ritaglio

citamente ridurre l'impatto ambientale complessivo. In base a ciò è delineata una gerarchia di azioni, vedi Figura 1, relative al consumo e alla produzione di beni. In ordine decrescente di virtuosità queste azioni sono: riduzione, riuso, riciclo, recupero di energia, e solo come scelta finale lo smaltimento tal quale dei beni consumati. Tale gerarchia esiste proprio sul presupposto che è necessario prediligere le azioni più virtuose a scapito delle meno, là dove sia possibile, implicando di conseguenza l'esistenza di limiti pratici alla realizzazione di un sistema ideale senza rifiuti. Un esempio è il seguente. Tenendo in considerazione aspetti sociali e tecnologici, la riduzione e il riciclo meccanico risultano non sufficienti a ridurre la quantità di rifiuti non riciclabili, che sono principalmente dismessi in discarica o mandati a sistemi di termovalorizzazione per il solo recupero della loro energia. Prendendo, infatti, per esempio la produzione di rifiuti in Italia, la totalità di rifiuti pro-capite si attesta a circa 500 kg/persona/anno, all'incirca costante negli ultimi 5 anni [1]. Di questi, la percentuale riciclata al 2018 è stata del 58% H. Questi numeri evidenziano che l'esistenza di una grande quantità di rifiuto non differenziato sia una questione attuale che persisterà anche per un futuro di medio periodo. Inoltre, anche la frazione differenziata a sua volta non può essere completamente riciclata. Per esempio, nel riciclo della plastica, allo stato attuale tecnologico, il 40% del materiale è scartato, questa frazione di rifiuto è chiamata PLASMIX. La tecnologia waste to chemical si pone come innovativo processo di conversione dei rifiuti appena

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aP1INTISTIfI menzionati: l'indifferenziato, che usualmente subisce un trattamento meccanico-biologico per l'ottenimento di un materiale chiamato Combustibile Solido Secondario (CSS), e il PLASMIX. I range di composizione elementare tipica di queste tipologie di rifiuti sono riportati in Tabella 1. Dai valori mostrati, si può evincere come tali rifiuti possano essere un'ottima fonte di carbonio e idrogeno sostitutiva delle materie prime più comuni, come petrolio, carbone e gas naturale, di natura fossile. Un processo come il waste to chemical, in grado di trasformare e valorizzare CSS e PLASMIX in metanolo, idrogeno, o urea, rappresenta un duplice vantaggio: • il riutilizzo degli elementi costituenti il rifiuto, evitando la messa in discarica del materiale; • la sostituzione di materie prime di natura non rinnovabile.

Figura 3) ín modo tale da poter stabilizzare la portata del gas in ingresso alle sezioni a valle che necessitano di continuità. Quindi il syngas viene ulteriormente trattato in una sezione denominata di purificazione tramite cui si assicura una pulizia più profonda del gas, in modo da garantire la riduzione fino a concentrazioni dell'ordine di grandezza di parti per milioni di composti che possono avvelenare i catalizzatori delle sezioni a valle (condizionamento e sintesi). In particolare, questa sezione, come illustrato nello schema in figura 3, è composta da letti di rimozione di Hg, HCI, HF, metalli pesanti e particolato, e da reattori di idrolisi per la conversione di COS in H»S, successivamente rimosso tramite un sistema LOCAT e un letto di ossido di zinco. A questo punto il syngas è purificato e pronto per essere trattato e convertito a una composizione soddisfacente i requisiti necessari per la sintesi del

Il processo waste to chemical può essere principalmente suddiviso in quattro macro-sezioni: • gassificazione del rifiuto; • lavaggio syngas; • purificazione syngas; • condizionamento syngas e sintesi finale. Il cuore di questa tecnologia è un sistema di gassificazione ad alta temperatura, (vedi Figura 2). Le elevate temperature, tra 1.600-2.000°C, nella zona inferiore del reattore, sono raggiunte grazie all'uso di ossigeno puro, prodotto tramite frazionamento dell'aria, come agente ossidante, garantendo che la frazione inerte del rifiuto venga fusa e quindi poi raffreddata e raccolta come un materiale vetrificato, evitando la possibilità che esso rilasci col tempo sostanze nocive per l'ambiente. Dalla frazione combustibile del rifiuto è prodotto il syngas, uscente dal reattore a temperatura di circa 1.100°C, questo è poi raffreddato bruscamente a 90°C, tramite un quench evaporativo, in modo da evitare la formazione di composti come diossine o furani. In questo caso, il gas prodotto dal rifiuto, a differenza degli inceneritori, non è rilasciato nell'atmosfera, evitando così l'emissione diretta di composti come S02, Nox o particolato. Una volta raffreddato il syngas attraversa una sezione di lavaggio costituita da una serie di colonne e filtri necessari per effettuare una rimozione preliminare di possibili contaminanti e particolato. L'utilizzo di rifiuto come materia prima di produzione è una novità che si sta affacciando e diventando reale nel contesto dell'industria chimica negli ultimi anni. La natura variabile del rifiuto comporta infatti alcune complicazioni all'interno di un processo chimico continuo. Tramite gassificazione di rifiuto, a causa della composizione chimica variabile della carica, si produce un syngas a sua volta con portata e composizione variabile. Tale variabilità è stata accuratamente studiata e risulta essere principalmente dipendente dal valore del potere calorifico del rifiuto in ingresso [2]. Per poter gestire questo aspetto, nel processo waste to chemical qui descritto, un gasometro è posizionato tra la sezione di purificazione e la sezione condizionamento (vedi

CSS

PLASMIX

C

40-55%

47-61%

H

5-8%

5-7%

O

20-28%

14-20%

CI

0.5-3%

0.8-1.5%

N

0.5-1.5%

0.2-0.5%

S

0,1-1%

0.02-0.3%

Umidità

10-20%

5-9%

Ash

5-20%

7-20%

Tabella 1 - Composizione tipica CSS e PLASMIX

composto finale. Da questa sezione in poi si differenzia infatti il percorso dello schema produttivo a seconda dei diversi prodotti da ottenere (Figura 3). In questa sezione, viene risolta anche la questione sopra menzionata della possibile variabilità di composizione del syngas, in quanto i trattamenti subiti portano il syngas a una composizione definita non più dipendente dalla composizione del rifiuto in ingresso.

Figura 2 - Sezione trasversale reattore di gassificazione ad alta temperatura.

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Cumpressicne

Gassificazione alta temperatura

syngas

Riñiäzlane rtutallltf (»ero IP •

RImozione NCIINF

F

Idrolisi

Y

HT shift

j

Condizionamento

i Setiimenta[bre

LI I I Z

i

C

>l Lavaggio acido I Lavaggio alcalina

~ Metanole i

Letto rimozione Hg

HT -• HT ~ shift shift

PSA

—•

á = i O

n e

+

r ..

Sintesi

COS

Quench

P

Siñbast --Metanoº?

Assorbimento Cr]; .

Filtri

Rimozione N=5 (LO-CA.T)

HT shift

HT shift

Letto ZnO rimizione fine H;5

Sintesi NH,

i JffitrJt40_

~Y Colonna '.f€s;tora freáata ;

}

Sintesi Urea 4

Gasometro

Assorbi ritento CO2 I ¡ I w.

Jc ¢'

Diluizian

Figura 3 - Schema a blocchi processo waste to chemical, nel caso di produzione di rnetanolo, idrogeno ed urea

Lo schema più semplice è quello relativo alla promento dell'aria, usato per la produzione di ossigeduzione di idrogeno. Al syngas viene aggiunta no, andando così a integrare le sezioni di gassificauna corrente di vapore a 300°C, questa miscela è zione e di sintesi. Una volta prodotta ammoniaca, mandata a due reattori catalitici dove è promossa questa viene fatta reagire con la COz producendo la reazione di water gas shift. Questi reattori sono carbammati che decomponendosi producono adiabatici e lavorano a elevate temperature(320°C- urea. L'urea, a sua volta, può essere ulteriormente 470°C). I reattori sono due, proprio per poter au- trattata per ottenere un altro composto a maggior mentare la conversione di H2O ad H2 tenendo con- valore aggiunto, l'AdBlue, utilizzato per il funzionato dell'esotermicità della reazione. A questo punto, mento della sezione catalftica di alcune autovetture tramite un sistema di separazione basato sull'alter- moderne Semplicemente l'urea subisce un pronanza delle condizioni cesso di diluizione per di pressione (Pressure ottenere l'AdBlue, cioè dei rifiuti "L'utilizzo come Swing Adsoption - PSA), una soluzione compomateria prima di produzione l'idrogeno è separato sta da 32,5%w di urea secondo le specifiche e dal 67,5%w di acqua è una novità che si sta richieste. Dalla separadeionizzata. affacciando e sta diventando zione rimane un gas reInfine, per la produzioreale nel contesto dell'industria ne di metanolo i prosiduo (contenente CO e cessi di conversione CO2 principalmente) con chimica negli ultimi anni un valore energetico che a cui è sottoposto il è possibile riutilizzare syngas sono gli stessi descritti fin ora. Quello che varia è la configurazioall'interno del processo. La produzione di urea e AdBlue si basa sulla pro- ne dello schema. Infatti, per la sintesi di metanolo duzione di idrogeno con uno schema leggermente è necessario che il syngas rispetti un certo rapdiverso da quello descritto sopra. Infatti, essendo porto stechiometrico chiamato modulo metanolo l'urea prodotta a partire dall'anidride carbonica, (MM=(H CO,)Í(CO+CO )). A questo scopo e per questa viene separata dalla corrente di syngas ridurre al minimo i consumi, il syngas provenienprima della separazione dell'idrogeno. Per questo te da purificazione è diviso in una corrente che step si utilizza un sistema di assorbimento con am- rimane tal quale, e un'altra invece che subisce il mine. Il syngas, a cui è stata rimossa la CO2, viene processo di condizionamento. Questa corrente come prima mandato a PSA per separare la cor- per primo è convertita tramite un reattore di shift rente di idrogeno. L'idrogeno separato è utilizzato ad alta temperatura, per aumentare il quantitative perla sintesi di ammoniaca. L'azoto necessario per di idrogeno. Per variare il modulo metanolo viene questa reazione proviene dal sistema di fraziona- invece rimossa la CO,sempre tramite separazione

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INTISTI&1 con ammine. A questo punto le due correnti prima divise sono riunite. A queste correnti viene miscelata anche una corrente uscente dalla PSA, ricca quindi in idrogeno, in modo da raggiungere il valore di modulo metanolo desiderato,cioè 2.1. A questo punto il syngas che rispetta i prerequisiti è mandato alla sintesi di metanolo. A causa della bassa conversione per passo di questa reazione, la corrente uscente è separata e la frazione non reagita viene ricircolata al reattore. Insieme al ricircolo, per evitare che si accumulino composti inerti, è associata una frazione di spurgo. Questo spurgo è la corrente che alimenta la PSA da cui deriva la corrente di idrogeno unita, come indicato sopra, al syngas in ingresso al reattore. Il processo waste to chemical permette quindi di produrre composti chimici che convenzionalmente sono ottenuti da fonti non rinnovabile a partire da rifiuti urbani. Come si nota dalla descrizione, il processo è composto da una sezione, quella di gassificazione, che permette, insieme ad altre opportune accortezze, di unire due mondi fin ora rimasti separati: lo smaltimento dei rifiuti e l'industria di processo. Questa unione ha come risultato quindi un duplice vantaggio legato allo smaltimento dei rifiuti e alla sostituzione di risorse non rinnovabili. L'utilizzo di rifiuto come materia prima inoltre contribuisce a rendere il processo appetibile anche da un punto di vista economico: la materia prima, a differenza dei processi convenzionali, rappresenta un ricavo e non un costo [3]. Questo rende il costo di produzione(COP)tramite Waste to Chemical dei composti menzionati competitivo rispetto al loro costo di produzione convenzionale. Nella Tabella 2 sono elencati i costi di produzione stimati per metanolo, idrogeno ed AdBlue per determinate capacità produttive. Tali vantaggi hanno portato all'inizio di un percorso

COP Waste to Chemical Metanolo (75 mila ton/anno)

170-200 €/ton

Idrogeno (190 milioni Nm3/anno)

0.08-0.120 €/Nm3

AdBlue (194 milioni L/anno)

0.08-0.120 €/L

Tabella 2 - Costo di produzione tramite il processo waste to chemical.

di concretizzazione del processo Waste to Chemical. A valle di accordi tra la società licenziataria NextChem ed Eni, sono in fase di progettazione due impianti: uno per la produzione di idrogeno e uno per la produzione di metanolo [4]. Ringraziamenti particolari a tutti coloro che hanno contribuito a vario titolo alla stesura di questo articolo: Gaetano laquaniello, NextChem Chairman and Innovation Strategy VP KT; Annarita Salladini, Senior Process Engineer NextChem; Alessia Borgogna, Junior Process Engineer, NextChem; Spadacini, L., Pitrelli, A., Annesini, M. C.

Note: [1] Rapporto rifiuti urbani — Edizione 2019, ISPRA. [2] Borgogna, A., Salladini, A., Spadacini, L., Pitrelli, A., Annesini, M. C.,& laquaniello, G.(2019). Methanol production from Refuse Derived Fuel: Influence of feedstock composition on process yield through gasification analysis. Journal of Cleaner Production. [3] laquaniello, Gaetano, et al. "Waste-to-methanol: Process and economics assessment." Bioresource technology 243 (2017): 611-619. [4] Accordo Eni e Maire Tecnimont. https://www. mairetecnimont.comfit/m ed ia/comun icati-stam pa/ accordo-eni-e-maire-tecnimont-implementareuna-n uova-tecnologia-che-trasforma-i-rifiuti-non.

Waste-to-chemicals process: urban waste as a new raw material for industrial synthesis In order to achieve a sustainable production model, the integration of a circular production's approach becomes essential. The waste to chemical technology aims at developing the application of circularity concept to waste fractions conventionally treated with linear systems: landfill disposal or, at the best, incineration with only energy recover. These fractions are the unrecycled fraction of municipal solid waste(MSW)and the residue of plastic recycle. Via partial oxidation, with a low environmental impact, waste is chemically converted into syngas, which in turns can be converted into hydrogen, methanol, or ethanol, base chemicals reusable as raw material for several production lines.

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aP1INTISTICA AMBIENTE & SOSTENIBILITÀ

Giacomo Rispoli Giacomo Rispoli - Senior Executive Waste to Chemicals, Nextchem — Maire Tecnimont Group, si è laureato nel 1980 in Ingegneria Chimica presso l'Università La Sapienza di Roma. Attualmente ricopre in Nextchem, società del Gruppo Maire Tecnimont, il ruolo di Senior Executive, responsabile dell'Area alaste to Chemical. In precedenza, ha lavorato 33 anni nell'organizzazione Eni(a partire dal 1986)assumendo vari incari di rilievo nell'area della Raffinazione & Marketing. E stato Direttore della Raffineria di Venezia Porto Marghera dal 2001 al 2004. Dal 2004 al 2006 Presidente e Amministratore Delegato di Raffineria di Gela SpA. Dal 2007 al 2014 Direttore della Ricerca (Executive Vice President), dell'ingegneria e del Project Implementation (in tale periodo ha firmato il brevetto della prima conversione al mondo di una raffineria di Petrolio in una Bioraffineria (Venezia) e ne ha coordinato il Progetto di realizzazione). Successivamente anche la raffineria di Gela è stata convertita in bioraffineria sulla scorta dei risultati positivi del progetto Venezia. Sempre in tale area ha coordinato la realizzazione del primo progetto al mondo di conversione spinta dei residui petroliferi (Tecnologia EST)nella raffineria di Sannazzaro(PV). Progetto del valore di 1,3 miliardi euro. Dal 2015 al 2019 Direttore (Executive Vice President) del Supply delle Raffinerie ed Ecofuel, Portfolio Management, Licensing ed Economia circolare. In tale periodo, oltre all'ottimizzazione economica del ciclo di raffinazione, selezionando materie prime e assetti operativi, ha venduto in Cina tre licenze della Tecnologia Est, e una alla Total. Ha promosso, inoltre, varie iniziative di economia circolare come l'impiego di oli di frittura e grassi animali come materie prime nelle bioraffinerie Eni, il lancio di un progetto sperimentale di coltivazione di olio di ricino in aree predesertiche del Nord Africa. Ha promosso vari accordi per lo sviluppo del biometano come fuel a basso impatto carbonico nel settore automobilistico. Ha promosso il lancio del nuovo carburante EniDiesel +. Prima di entrare in Eni ha lavorato per cinque anni come ingegnere di processo in una società di ingegneria (Conser).

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L'INTESA TRA ENI E NEXTCHEM

Sviiupj' atn teuio ogie del distretto circolare Eni punta a prodotti più decarbonizzati e ha l'obiettivi dí abbattere dell'80% le emissioni di CO2 entro il 2050. L'innovazione tecnologica di NextChem è tra le più rilevanti anni nel campo dell'economia circolare e della transizione energetica. A CURA DI A.GOBBI

un anno dal primo accordo, Eni e NextChem, la controllata di Maire Tecnimont per la chimica verde, rafforzano la loro partnership. M progetti di ingegneria in corso per la realizzazione di un impianto "alaste to Hydrogen", finalizzato alla produzione di idrogeno presso la bioraffineria Eni di Venezia, a Porto Marghera,e al progetto "alaste to Methanol" per la produzione di metanolo nella raffineria Eni a Livorno,si è aggiunto e un ulteriore tassello a Taranto. Nelle aree della raffineria fonica si punta infatti a verificare la fattibilità di un impianto per la produzione di gas di sintesi da plasmix e CSS, mediante un processo di riciclo chimico. Il gas sarà successivamente raffinato in due flussi indipendenti: idrogeno, che potrebbe essere destinato alla raffineria Eni per alimentare i processi di idrodesolforazione dei carburanti, e un gas ricco di ossido di carbonio che potrebbe essere impiegato in acciaieria, sia nei processi in altoforno che nelle nuove tecnologie DRl (Direct ReducedIron).

L'INTESA È STATA FIRMATA DA GAETANO IAGUANIELLO, PRESIOENTc DI NEXTCHEM, E GIUSEPPE RICCI, CHIEF R&M OFFICER DI ENI

L'accordo firmato il 25 giugno scorso rientra nella strategia a lungo

carburanti nelle proprie bioraffinerie, nonché bio carburanti, metanolo

dalla CO., grazie ai progetti di sequestrazione e stoccaggio, genererà bio termine che porterà Eni ad affermarsi come leader nella produzione e

e idrogeno da rifiuti e scarti, e chimica da rinnovabili e da materie prime

commercializzazione di prodotti decarbonizzati. La società sta infatti

seconde. In particolare, la soluzione tecnologica dí NextChem Consen-

percorrendo un piano strategico inedito nell'industria, che al 2050 le

tirebbe un'effettiva riduzione dell'emissione di CO., in ottica Life Cycle

consentirà di abbattere l'80% le emissioni carboniche assolute. Eni pro-

Assessment(LCA) rispetto all'attuale trattamento di CSS e plasmix me-

durrà sempre più energia verde sviluppando le rinnovabili, produrrà

diante tcrmovalorizzazionc.

gas, GNL e idrogeno da gas e da materie prime di origine bio,. ripuliti

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STAFFETTA QUOTIDIANA Biocarburanti, NextChem e Granbio per il bioetanolo di seconda generazione NextChem, la società di Maire Tecnimont per la transizione energetica, ha avviato una collaborazione con l'azienda brasiliana GranBio sulla tecnologia GranBio 2G Ethanol per la produzione di etanolo a base cellulosica. La tecnologia di GranBio per l'etanolo di seconda generazione, si legge in una nota, è in grado di convertire biomasse non destinate al settore alimentare in biocarburanti rinnovabili e a bassa intensità di carbonio. NextChem licenzierà la tecnologia a livello mondiale. Questa alleanza, prosegue il comunicato, consentirà di unire l'esperienza di GranBio nei carburanti bio di seconda generazione con l'esperienza ingegneristica di NextChem e le competenze nell'area Epc e la presenza globale del Gruppo, per offrire servizi integrati, dagli studi di fattibilità, all'integrazione di filiera e alla costruzione di impianti produttivi in tutto il mondo. Insieme le due aziende contribuiranno al processo di decarbonizzazione del settore dei carburanti in un modo efficiente, profittevole e neutrale dal punto di vista carbonico. La tecnologia sviluppata da GranBio per produrre l'etanolo 2G è già stata implementata nell'impianto di Sao Miguel dos Campos, in Alagoas, Brasile, il primo nell'emisfero Sud dedicato all'etanolo cellulosico. Attualmente la capacità produttiva è di 30 milioni di litri/anno e il 100% del biocarburante può essere potenzialmente esportato verso i mercati americano ed europeo. Il metodo GranBio "consente l'impiego di tutte le tipologie di rifiuti agricoli e biomasse a base ligneo-cellulosica, come la paglia, il miscanto, le bucce del mais e scarti lignei come quelli dell'eucalipto e del pino". "L'impianto GranBio è l'unico al mondo di questo genere operativo su scala industriale. Questa nuova partnership amplia il nostro portafoglio tecnologico nell'area dei biocarburanti e ci offre l'opportunità di aggredire mercati chiave con una soluzione sostenibile, flessibile e profittevole per produrre etanolo, un prodotto chimico ampliamente utilizzato nel settore dei carburanti ma che ha anche una varietà di applicazioni industriali consolidate e un potenziale enorme", dichiara Pierroberto Folgiero, ceo di NextChem e Maire Tecnimont. "NextChem inizia a disporre di una gamma considerevole di tecnologie per produrre biocarburanti: uniremo questo con la nostra riconosciuta competenza ingegneristica e la nostra forte presenza internazionale per potenziare la nostra offerta al mercato sul fronte della transizione energetica del settore dei trasporti". "Insieme a NextChem guideremo lo Sviluppo dell'industria dell'etanolo cellulosico a livello globale: in Europa le policies di settore renderanno necessaria la realizzazione di diverse decine di impianti nei prossimi anni; il nostro obiettivo è di conquistare una quota significativa di questo mercato. Possiamo fare affidamento su una tecnologia sicura e promettente per attuare una rivoluzione nel modo di produrre carburanti", dichiara Paulo Nigro, ceo di GranBio.

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QUOTIDIANO ENERGIA www.quotidianoenergia.it

NextChem, accordoGranBio con Al centro della partnership con la società brasiliana la produzione di etanolo di seconda generazione da biomasse a base cellulosica

profittevole per produrre etanolo, un prodotto chimico ampiamente utilizzato nel settore dei carburanti ma che ha anche una varietà di applicazioni industriali consolidate e un potenziale enorme" Invece Paulo Nigro, ceo di GranBio, ha spiegato che in Europa "le policy di settore renderanno necessaria la realizzazione di diverse decine di impianti nei prossimi anni" Quindi L'obiettivo é que||o^diconquiaÖarounaquotxnignificutivediqueoomercoto^.

Nuova partnership per NextChern„ La societ di Maire Tecnirnont ha annunciato una collaborazione con a brasiliana GranBio dedicata allo biotecnologie industriali. Insieme i due gruppi intendono acquisire una leadership globale nel settore licenziando la tecnologia GmnBio 2G Ethanol per |a produzione di etanolo a buuecoUu|oxica''. La tecnologia di GranBio per l'etanolo di seconda gonerazïone (2G) - si legge in una nota - "è in grado di convertire biomasse non destinate al settore alimentare in biocmrhu,anti rinnovabili eo bassa intensità di carbonio", NextChem licenzierà la tecnologia a livello mondiale. Questa alleanza 'consentirà di unire l'esperienza della società brasiliana nei carburanti bio con l'esperienza ingegne,iotinadi NextChem e le competenze nell'area Epc e la presenza globale del gruppo, per offrire servizi integrati". La tecnologia sviluppata da GranBio è già stata implementata nel suo impianto diS'iloN\igue|dpoCunnpon.inA|ugoaa` Brasile. Attualmente la capacità produttiva è di 30 milioni di litri all'anno "e ii 100% del biocarburante può essere poteozialmente esportatovernnimeon/iax/uricaomndewropen" || metodo utilizzato "è estremamente flessibile e consente l'impiego di tutte le tipologie di rifiuti agricoli e biomasse a base |ignoo-oeUu!ooioa, come la paglia, il miscanto, le bucce del mais e scarti lignel corne quelli dell'eucalipto e del pino". Questa partnership - sottolinea Pierroberto Folgiero, Con di NextChemediMuimTeonimnnt- amplia i| nostro portafoglio tecnologico nell'area dei biocarburanti e ci offre l'opportunità di aggredire mercati chiave con una soluzione sostenibile, flessibile e

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CORRIERE DELLA SERA

Bioetanolo 2G,l'accordo NextChem-GranBio La società di MaireTecnimont e l'azienda brasiliana per la tecnologia di seconda generazione «Una delle chiavi di uscita dalla crisi generata da Covid è anche nello sviluppo di soluzioni tecnologiche a basso impatto carbonico e in ottica "local", impiegando materie prime non dì origine fossile reperibili a livello locale, valorizzando te economie dei territori e consentendo una riduzione ciel fabbisogno dall'estero. La domanda di tecnologie come queste è già presente e andrà crescendo nel tempo». Così si è espresso Pierroberto Folgiero, "chief executive officer" di NextChem e di Maire Tecnimont, in riferimento all'accordo con valenza worldwide, raggiunto da NextChem, la società di

Maire Tecnimont per la transizione energetica, e l'azienda brasiliana GranBio dedicata alle biotecnologie industriali. Si tratta di una nuova tecnologia avanzata per produrre biocarburanti. «L'impianto Granaio è l'unico al mondo di questo genere operativo su scala industriale» ha dichiarato Folgiero. «Contiamo di sviluppare progetti per l'implementazione di questa tecnologia a livello mondiale», ha detto anche Fabrizio Di Amato, fondatore e presidente del Gruppo Maire Tecnimont. L'obiettivo delle due aziende è di acquisire insieme una leadership globale nel seti_ore, licenziando la tecno-

logia GranBio di seconda generazione(2G)Ethanol per la produzione di etanolo a base cellulosica_ La tecnologia già implementata nell'impianto GranBio di Sào Miguel dos Campos, nello Stato dell'Alagoas nella parte più orientale è in grado di dei Brasile convertire biomasse, ovvero scarti prodotti da attività agricole e forestali a base ligneocellulosica, come la paglia, le bucce del mais e scarti lignei come quelli dell'eucalipto e del pino non destinate al settore alimentare, in biocarburanti rinnovabili e a bassa intensità di carbonio. «Insieme a NextChem — ha dichiarato

Paulo Nigro, "chief executive officer" di GranBio guideremo lo sviluppo dell'industria dell'etanolo cellulosico a livello globale». «Possiamo fare affidamento — ha agsu una tecnologia giunto sicura e promettente per attuare una rivoluzione nel modo di produrre carburanti», Grazie all'esperienza di GranBio nei biocarburanti e all'esperienza ingegneristica di NextChem oltre alla presenza globale del gruppo con, novemila dipendenti in tutto il mondo si compie un passo avanti verso l'importante obiettivo della decarbon.i.zzazione. Emily Capozucca « RIPRODUZIONE RISEI<VATA

Fabrizio Di Amato

Lo sviluppo Di Amato: vogliamo implementare questa tecnologia a livello mondiale

Tim.a sorpreso torna la rete unir., Congelato l'offerta delfondoElica u

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,avocea,amrtco TECNOLOGIA Il prodotto ricavato dalle biomasse a base cellulosica

Accordo sul bio-etanolo 2G e le competenze nell'area Epc e la presenza globale del gruppo, per offrire servizi integrati, dagli studi di fattibilità all'integrazione di filiera e alla costruzione di impianti produttivi in tutto il mondo. La tecnologia sviluppata da Granbio per produrre l'etanolo 2G è già stata implementata nel suo impianto di Sào Miguel dos Campos,inAlagoas,Brasile,il primo nell'emisfero Sud dedicato all'etanolo cellulosico. Attualmente la capacità produttiva è di 3o milioni di litri all'anno e il Z00% delbiocarburante può essere potenzialmente esportato verso i mercati americano ed europeo. Il metodo Granbio è estremamente flessibile e consente l'impiego di tutte le tipologie di rifiuti agricoli e biomasse a ba-

Accordo strategico tra NextChem, società di Maire Tecnimont per la transizione energetica, e GranBio, azienda brasiliana dedicata alle biotecnologie industriali, per acquisire una leadership globale nel settore licenziando la tecnologia GranBio 2G Ethanol per la produzione di etanolo a base cellulosica. La tecnologia di Granbio per l'etanolo di seconda generazione (2G) è in grado di convertire biomasse non destinate al settore alimentare in biocarburanti rinnovabili e a bassa intensità di carbonio. NextChem licenzierà la tecnologia a livello mondiale. Questa alleanza consentirà di unire l'esperienza di Granbio nei carburanti bio di seconda generazione con l'esperienza ingegneristica di NextChem

se ligneo-cellulosica, come la paglia, il miscanto,le bucce del maise scartilignei come quelli dell'eucalipto e del pino. "L'impianto Granbio è l'unico al mondo di questo genere operativo su scala industriale. Questa nuova partnership amplia il nostro portafoglio tecnologico nell'area dei biocarburanti e ci offre l'opportunità di aggredire mercati chiave con una soluzione sostenibile, flessibile e profittevole per produrre etanolo, un prodotto chimico ampiamente utilizzato nel settore dei carburanti ma che ha anche una varietà di applicazioni industriali consolidate e un potenziale enorme", dichiara Pierroberto Folgiero, ceo di NextChem e di Maire Tecnimont. RIPRODUZIONE RISERVATA

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Centrale, via gli schermi dei bullo'

Riflessioni e per tonare n lemma

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IL ANNIO Accordo siglato tra la società di transizione energetica NextChem e la brasiliana GranBio

Un patto per il per bio-etanolo 2G La tecnologia in grado di convertire biomasse da destinare al settore alimentare in biocarburanti rinnovabili Accordo strategico tra NextChem, società di Maire Tecnimont per la transizione energetica, e GranBio, azienda brasiliana dedicata alle biotecnologie industriali, per acquisire una leadership globale nel settore licenziando la tecnologia GranBio 2G Ethanol per la produzione di etanolo a base cellulosica. La tecnologia di GranBio per l'etanolo di seconda generazione (2G)è in grado di convertire biomasse non destinate al settore alimentare in biocarburanti rinnovabili e a bassa intensità di carbonio. NextChem licenzierà la tecnologia a livello mondiale. Questa alleanza consentirà di unire l'esperienza di GranBio nei carburanti bio di seconda generazione con l'esperienza ingegneristica di NextChem e le competenze nell'area Epc e la presenza globale del Gruppo, per offrire servizi integrati, dagli studi di fattibilità all'integrazione di filiera e alla costruzione di impianti produttivi in tutto il mondo. La tecnologia sviluppata da GranBio per produrre l'etanolo 2G è già stata implementata nel suo impianto di Sá.o Miguel dos Campos, in Alagoas, Brasile, il primo nell'emisfero Sud dedicato all'etanolo cellulosico.

Attualmente la capacità pro- paglia, il miscanto, le bucce del duttiva è di 30 milioni di mais e scarti lignei come quelli litri/anno e il 100% del biocar- dell'eucalipto e del pino. burante può essere potenzial"L'impianto GranBio è l'unico mente esportato verso i mercati al mondo di questo genere opeamericano ed europeo. rativo su scala industriale. Il metodo GranBio è estrema- Questa nuova partnership ammente flessibile e consente l'im- plia il nostro portafoglio tecnopiego di tutte le tipologie di logico nell'area dei biocarburanrifiuti agricoli e biomasse a base ti e ci offre l'opportunità di ligneo-cellulosica, come la aggredire mercati chiave con

una soluzione sostenibile, flessibile e profittevole per produrre etanolo, un prodotto chimico ampiamente utilizzato nel settore dei carburanti ma che ha anche una varietà di applicazioni industriali consolidate e un potenziale enorme", dichiara Pierroberto Folgiero, ceo di NextChem e di Maire Tecnimont. "NextChem inizia a disporre di una gamma considerevole di tecnologie per produrre biocarburanti: uniremo questo con la nostra riconosciuta competenza ingegneristica e la nostra forte presenza internazionale per potenziare la nostra offerta al mercato sul fronte della transizione energetica del settore dei trasporti", aggiunge. "Insieme a NextChem guideremo lo Sviluppo dell'industria dell'etanolo cellulosico a livello globale: in Europa le policies di settore renderanno necessaria la realizzazione di diverse decine di impianti nei prossimi anni; il nostro obiettivo è di conquistare una quota significativa di questo mercato. Possiamo fare affidamento su una tecnologia sicura e promettente per attuare una rivoluzione nel modo di produrre carburanti", dichiara Paulo Nigro, ceo di GranBio.

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Centrale nucleare: via gli schermi dei boiler

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laProvincia Si tratta di un etanolo di seconda generazione generato da biomasse a base cellulosica

Accordo Nextchem-Granbio per la produzione di bio-etanolo 2G Al via in questi giorni, presso la centrale nucleare di Latina, la demolizione degli schermi dei generatori di vapore (boiler) dell'edificio reattore. Tale intervento rappresenta un passaggio significativo per il decommissioning dell'impianto pontino che avvia, di fatto, le attività di smantellamento dell'edificio reattore. Gli schermi sono le strutture in calcestruzzo armato che isolavano dall'esterno le condotte superiori di collegamento fra i sei boiler e l'edificio reattore. Ogni schermo è costituito da due parti: un elemento superioreorizzontale,collegato all'edificio reattore, di circa 145 t, e uno inferiore verticale, in uscita dai boiler, di circa 50 t. La tecnica adottata da Sogin perla loro rimozioneè la demolizione controllata con taglio in quota,a circa 50 metri di altezza, mediante disco diamantato,e la successiva movimentazione a terra dei blocchi sezionati, di circa 2 t ciascuno, con gru a torre appositamente installata. In seguito, è previsto il trasferimento dei singoli blocchi in un'area attrezzata per separare il ferro dal calcestruzzo. I lavori si concluderanno nel gennaio 2021 e produrranno complessivamente circa 1.200 t di materiale che, dopo gli opportuni controlli radiometrici, verranno allontanate dal sito e inviate a recupero. «Oggi comincia una tappa fondamentale del decommissioning della centrale», spiega Agostino Rivieccio, responsabile Sogin Disattivazione centrale di Latina. «Le tappe da oggi al 2027sono: la demolizione degli schermi in calcestruzzo armato dei boiler delle condotte superiori del circuito primario, la demolizione dei sei cilindri rossi e l'abbassamento dell'edificio reattoredagli attuali 53 metri ai 38 metri - continua Rivieccio - La fase successiva è la fase 2 del decommissioning della centrale di Latinae inizieremo appena sarà disponibile il deposito nazionale». Fase che consisterà nello smantellamento del reattore a grafite e nelle successive operazioni di trasferimento di tutti i rifiuti radioattivi al deposito nazionale. Un piano progettato nel segno dell'economia circolare così come avviene in tutti gli altri impianti Sogin. «Quanto fatto a Latina è un'applicazione dell'economia circolare al decommissioning di una centrale nucleare - spiega Rivieccio -Abbiamo stimato il peso della centrale, circa 300mila tonnellate, e quello che faremo è recuperare il 93% di questo peso come materiale convenzionale», continua. Lo smantellamento produrrà, infatti, circa 319m ila tdi materiali, di queste saranno inviate a recupero circa 297mi1a t, perla maggior parte composte da metalli e calcestruzzo. Nel complesso,segnala Sogin, lo smantellamento delle centrali e degli impianti nucleari italiani permetterà di riciclare oltre un milioneditonnellatedi materiali,1'89%di quelli complessivamente smantellati.

SOSTENIBILITA Riflessioni e pratiche uellìbro di Marcella Pana;—

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Ecopsicologia per"comare"cella natura

Centrale nucleare di Latina,via gi schermi dei hoiler

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IL DUBBIO BIO-ETANOLO 2G

Rinnovabili, dagli scarti organici ai carburanti

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strategico tra NextChem,società di Maire Tecnimont per la transizione energetica, e GranBio, azienda brasiliana dedicata alle biotecnologie industriali, per acquisire una leadership globale nel settore licenziando la tecnologia GranBio 2G Ethanol per la produzione di etanolo a base cellulosica. La tecnologia di GranBio per l'etanolo di seconda generazione(2G)è in grado di convertire biomasse non destinate al settore alimentare in biocarburanti rinnovabili e a bassa intensità di carbonio. NextChem licenzierà la tecnologia a livello mondiale. Questa alleanza consentirà di unire l'esperienza di GranBio nei carburanti bio di seconda generazione con l'esperienza ingegneristica di NextChem e le competenze nell'area Epc e la presenza globale del Gruppo, per offrire servizi integrati, dagli studi di fattibilità all'integrazione di filiera e alla costruzione di impianti produttivi in tutto il mondo.Il metodo GranBio è estremamente flessibile e consente l'impiego di tutte le tipologie di rifiuti agricoli e biomasse a base ligneo-cellulosica, come la paglia,il miscanto,le bucce del mais e scarti lignei come quelli dell'eucalipto e del pino. «L'impianto GranBio è l'unico al mondo di questo genere operativo su scala industriale. Questa nuova partnership amplia il nostro portafoglio tecnologico nell'area dei biocarburanti e ci offre l'opportunità di aggredire mercati chiave con una soluzione sostenibile,flessibile e profittevole per produrre etanolo, un prodotto chimico ampiamente utilizzato nel settore dei carburanti ma che ha anche una varietà di applicazioni industriali consolidate e un potenziale Ritaglio

enorme»,dichiara Pierroberto Folgiero, ceo di NextChem e di Maire Tecnimont. «Insieme a NextChem guideremo lo Sviluppo dell'industria dell'etanolo cellulosico a livello globale:in Europa le policies di settore renderanno necessaria la realizzazione di diverse decine di impianti nei prossimi anni; il nostro obiettivo è di conquistare una quota significativa di questo mercato.Possiamo fare affidamento su una tecnologia sicura e promettente per attuare una rivoluzione nel modo di produrre carburanti», dichiara Paulo Nigro,ceo di GranBio.

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PLASTICA E AMBIENTE

NEWS Si amplia l'intesa tra Eni e NextChem

Dopo Porto Marghera e Livorno, anche Taranto nel riciclo chimico di plasmix e CSS A un anno dal loro primo accordo, Eni e NextChem,la controllata di Maire Tecnimont per la chimica verde, rafforzano la propria partnership. A Taranto si aggiunge infatti un ulteriore tassello che va a unirsi a quelli relativi ai progetti d'ingegneria in corso, per un impianto che produrrà idrogeno dai rifiuti, presso la bioraffineria Eni di Porto Marghera (Venezia), e per un altro che produrrà metanolo nella raffineria Eni di Uvorno. Nelle aree della raffineria fonica si punta a verificare la fattibilità di un impianto per la produzione di gas di sintesi da plasmix e frazioni secche post consumo (CSS), mediante un processo di riciclo chimico. II gas sarà successivamente raffinato in due flussi indipendenti: idrogeno, che potrebbe alimentare i processi di idrodesolforazione dei carburanti presso la medesima raffineria Eni, e un gas ricco di ossido di carbonio che potrebbe essere impiegato in acciaieria. Ciò offrirebbe un contributo importante anche alla decarbonizzazione dell'industria siderurgica.

La società NextChem sta finalizzando gli aspetti relativi all'applicazione industriale dell'iniziativa, mentre un gruppo di lavoro congiunto tra le due società verificherà la fattibilità tecnica, economica e dei flussi dell'impianto. Rilevante sarà anche il coinvolgmento delle istituzioni presenti sul territorio. L'accordo rientra nella strategia a lungo termine che porterà Eni ad affermarsi come leader nella produzione e nella commercializzazione di prodotti decarbonizzati, consentendole di abbattere dell'80%0 le emissioni carboniche entro il 2050. Eni produrrà gas, GNL e idrogeno da gas e da materie prime di origine bio, ripuliti dalla 002 grazie ai progetti di "cattura" e stoccaggio. Inoltre, genererà biocarburanti nelle proprie bioraffinerie, nonché biocarburanti, metanolo e idrogeno da rifiuti e scarti, e prodotti chimici da fonti rinnovabili e da materie prime seconde. In particolare, la soluzione tecnologica di NextChem consentirebbe una notevole riduzione delle emissioni di CO2 in ottica Life Cycle Assessment

La firma dell'accordo da parte di Giuseppe Ricci (a destra), Chief Refining & Marketing Officer di Eni, e di Gaetano laquaniello, presidente di NextChem (Gruppo Maire Tecnimont) (LCA) rispetto all'attuale trattamento di CSS e plasmix mediante termovalorizzazicne. I prodotti chimici di origine "circolare" ottenuti mediante questa tecnologia riducono il fabbisogno di risorse d'origine fossile e contribuiscono alla decarbonizzazione di segmenti importanti dell'industria, fornendo anche carburanti "low carbon" al settore dei trasporti, che incide in modo cospicuo sulle emissioni globali di 002. Questa è una delle direttrici della roadmap di NextChem perla transizione energetica, che ha in portafoglio oltre 30 iniziative innovative, con tecnologie proprietarie, licenze internazionali • e contratti d'integraáone tecnologica ed EPC.

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plast NEWS ECONOMIA

Tecnimont in India, Corea e Russia Maire Tecnímont ha annunciato che la controllata Tecnirnont ha ottenuto riconoscimenti per un importo complessivo di circa 10 milioni di USD per servizi di ingegneria ad alto contenuto tecnologico e studi di fattibilità nel settore petrolchimico in Corea, Federazione Russa e India. In particolare, Tecnimont ha firmato un contratto per lo sviluppo del FEED e la conseguente ingegneria di dettaglio per la sezione ad Alta Pressione di un impianto di polietilene a bassa densità (LDPE)da realizzare in Corea per una delle maggiori aziende energetiche e chimiche dell'Asia Pacifico, la quale sta sviluppando un nuovo complesso petrolchimico integrato. Grazie al suo know-how tecnologico, Maire Tecnimont consolida la sua leadership di mercato nell'ingegneria e nella costruzione di impianti di polietilene a bassa densità in tutto il mondo. Le aggiudicazioni comprendono anche due studi di fattibilità, uno per una nuova Unità di Polipropilene in india per Borealis AG e l'altro per un'ulteriore linea di Acrilonitrile nella Federazione Russa per Lukoil000 Saratovorgsinetz. Maire Tecnimont sta garantendo la continuità di business grazie all'utilizzo della sua "Digital Advantage SmartPlatform". Il Gruppo ha lanciato nel 2015 il suo programma "Digital Advantage"che ha portato progressivamente alla completa digitalizzazione dei propri processi e che sta consentendo una collaborazione avanzata tra i suoi professionisti e partner, indipendentemente dalla loro postazione di lavoro fisica.

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IL ANNO I1 nuovo marchio

Rifiuti, Nextchem lancia Myreplast Un approccio industriale nuovo per incrementare il riciclo della plastica NextChem (la società del Grippo Maire Tecnimont per la transizione energetica), insieme alla sua controllata MyReplast Tndustries, lancia il marchio MyReplast per la tecnologia proprietaria di Upcycling e il relativo portafoglio prodotti: granuli e scaglie di polimeri riciclati. MyReplast Upcycling è la tecnologia innovativa di NextChem che combina il riciclo meccanico con il processo chimico. La tecnologia è installata in un impianto a Bedizzole (Brescia) con una capacità di 40.000 tonnellate annue e un'efficienza di riciclo di circa il 95%, gestito dalla controllata di NextChem, MyReplast Industries. Essa permette in modo flessibile di produrre prodotti premium di qualità da rifiuti plastici rigidi post consumo, su misura e in base alle richieste dei clienti.

Questi nuovi prodotti riciclati hanno ti di grandi dimensioni, o in aggiunta al vercaratteristiche chimico-fisiche e proprietà gine come contenuto post-consumo nelle analoghe a quelle dei polimeri vergini di industrie di trasformazione o compounding. "Il lancio del marchio MyReplast per la origine fossile. 11 portafoglio prodotti include varie tipo- tecnologia di Upcycling dei rifiuti plastici e logie di prodotti riciclati, in granuli e sca- per i prodotti commerciali che da essa deriglie. vano rappresenta una fase nuova della Attualmente a catalogo le famiglie poli- nostra strategia di business nel settore delmeriche polipropilene e polietilene. Ogni l'economia circolare - dichiara Pierroberto granulato compoundato MyReplast è for- Folgiero, Ceo di NextChem - Parliamo di mulato per soddisfare i requisiti tecnici spe- industria del riciclo a tutti gli effetti, con cifici e gli standard di qualità del cliente; prodotti frutto di una caratterizzazione sono disponibili colori prc-formulati, in accurata, uno sforzo di omogeneità e nero standard e in vari toni di grigio come costanza qualitativa, un impegno nello sviluppo di proprietà che rispondono a carattebase per ulteriore colorazione con master. Le scaglie MyReplast possono essere for- ristiche estetiche e funzionali dei prodotti nite in colori separati, per gruppi di colore o finali. Elementi fondamentali per il mercato come mix multicolore, per essere usate del riciclato, che dopo l'emergenza Covid è direttamente per lo stampaggio di manufat- certamente destinato a crescere". .

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Un approccio industriale nuovo per incrementare il riciclo della plastica

Nextchem promuove il marchio MyReplast NextChem (la società del Gruppo Maire Tecnimont per la transizione energetica),insieme aliasua controllata MyReplast Industries,lancia il marchio MyReplast per la tecnologia proprietaria di Upcycling e il relativo portafoglio prodotti: granuli e scaglie dl polimeri riciclati. MyReplast Upcyciing è la tecnologia innovativa di NextChem che combina il riciclo meccanico con il processo chimico. La tecnologia è installata in un impiantoa Bedizzole(Brescia)con una capacità di 40.000 tonnellate annue e un'efficienza dl riciclo dl circa 1195%,gestito dalla controllata dl NextChem, MyReplastIndustries. Essa permette in modoflessibile di produrre prodotti premium di qualitàda rifiuti plastici rigidi post consumo,su misura e in base alle richieste dei clienti. Questi nuovi prodotti riciclati hanno caratteristiche chimico-fisiche e proprietà analog he a quelle dei polimeri vergini di origine fossile. II portafoglio prodotti include vane tipologie di prodotti

riciclati,in granuli escaglie.Attualmente acatalogolefamlglie polimeriche polipropilene e polietilene. Ogni granulato compoundato MyReplast è formulato per soddisfare i requisiti tecnici specifici e gli standard di qualità del cliente; sono disponibili colori pre-formulati, In nero standard e in vari toni di grigio come base per ulteriore colorazione con master. Lescaglie MyReplast possonoesserefomite in coloriseparati,pergruppi dl colore o come mix multicolore, peressere usate direttamente per lo stampaggio dl manufatti di grandi dimensioni,o in aggiunta al vergine come contenuto post-consumo nelle industrie dl trasformazione o compounding. «Il lancio del marchio MyReplast perla tecnologia di Upcycling dei rifiuti plastici e per i prodotti commerciali che da essa derivano rappresenta una fase nuova della nostra strategia di business nel settore dell'economia circolare -

dichiara Pierroberto Folgiero, Ceo di NextChem - Parliamo dl Industria del riciclo a tutti gli effetti, con prodotti frutto di una caratterizzazione accurata, uno sforzo di omogeneità e costanza qualitativa, un impegno nello sviluppo di proprietàche rispo ndonoacaratteristichi a estetiche efunzionali dei prodotti finali. Elementi fondame ntali per il mercato del riciclato, che dopo l'emergenza Cc vld è certamente destinato acrescere,.

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I calciatori più ati del mondo 11( 11)11.\I )I" I()I:I I. I )11?1( ;I :\'171)1 ti1 c'( L.tiM) FABRIZIO DI AMATO RESIDENTE DI MAIRE TECNIMONT FOTO DI ROBERTA BRUNO

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HA COMINCIATO A LAVORARE A 14 ANNI, CONTINUANDO A STUDIARE. SEMPRE GUARDANDO LONTANO. OGGI FABRIZIO DI AMATO CONTROLLA IL PRIMO GRUPPO ITALIANO DI INGEGNERIA LEADER INTERNAZIONALE -,, DELLA TRASFORMAZIONE DEGLI IDROCARBURI. È CRESCIUTO SIA PER LINEE INTERNE SIA CON, ster IMPORTANTI ACQUISIZIONI DI ' :COLOSSI COME FIAT ENGINEERING E TECNIMONT FATICANDO E 44»:et STANDO SEMPRE SUL PEZZO. 03211 GUIDATO DA UNA FILOSOFIA: PE DIVENTARE GRANDI OCCORRONO 7: amoLE MENTIIEPROFESSIONAL À ,IGLIORI„SE IN AZIE1?t 0 .51 . A E UORI

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Forbes ché avevo un'idea un po' diversa. Gli dissi che avrei aperto una mia azienda ma se voleva avrei lavorato per lui in subappalto. E così è stato':

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prodigio. Come può essere definito altrimenti un giovane che a 17 anni guida una piccola azienda e a 19 si mette in proprio

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con tre dipendenti.

Senza poi contare quello che è riuscito a fare dopo. Fabrizio Di Amato, oggi a capo di Maire Tecnimonta ha iniziato molto presto nell'impiantistica. `Da ragazzo durante l'estate andavo a fare esperienza in una piccola ditta di impiantistica'; racconta `Aiutavo in ufficio, in cantiere, e nei rapporti con i fornitori, facevo un po' di tutto. Poi negli anni successivi ho continuato a studiare(oggi è laureato in Scienze politiche presso la Sapienza di Roma e ad honorem in Ingegneria chimica al Politecnico di Milano. nrlr) e lavorare nella stessa ditta. Avevo un'ottima predisposizione per seguire gli andamenti economici e finanziari, ma avevo anche una visione d'insieme che mi portava a guardare lontano. L'imprenditore presso cui lavoravo era un uomo di grande esperienza ed era bravo nel suo lavoro, ma aveva un approccio diverso dal mio che volevo crescere ed innovare,giustamente focalizzato sull'andamento dell'azienda. Avevo una visione che mi proiettava oltre la singola realtà imprenditoriale in cui lavoravo. Quando sono arrivato a 18 anni, mi ha proposto di gestire la sua azienda con 20 dipendent In sostanza già un'offerta da mini-manager.... Si, anche se, per la verità, già a 17 anni gestivo quasi tutta l'azienda. Non potevo formalmente apporre firme, ma avevo la possibilità di coordinare tutte le attività. lâ stata una grande scuola. L'offerta mi lusingava, ma non corrispondeva alle mie aspettative, per-

Quanti anni aveva? Diciannove. Ho costituito una società di fatto,e da lì è cominciata la mia avventura. Quindi ho iniziato a lavorare prima per questo imprenditore, poi per altri, l'idea era sempre quella di guardare avanti. All'inizio avevo tre dipendenti, ma siamo subito cresciti, ti di mese in mese. Oggi siamo circa diecimila persone in 50 paesi e mi fa piacere ricordare che, dopo, 37anni i tre dipendenti iniziali sono ancora con me. Sapeva già dove sarebbe arrivato, lei che è un visionario? Cercavo di guardare avanti investendo tutto quello che guadagnavo: a partire dal 1983 ho sempre reinvestito tutto, lin dall'inizio. Ho acquisito piccole società, perché ero sempre alla ricerca di competenze. Se vuoi crescere devi essere sempre concentrato sui tuoi obiettivi, avere chiara la direzione da seguire e allo stesso tempo cercare il meglio tra le competenze da valorizzare. E quelle che non hai disponibili internamente,devi saperle andare a prendere all'esterno. Come ho fatto quando abbiamo iniziato ad ampliare il nostro portafoglio tecnologico: bisogna iniziare a individuare tecnologie che siano adiacenti al proprio business. E lo stesso discorso vale quando inserisci persone nella tua azienda: devi sempre dare delle prospettive,tracciare un percorso, ma farlo in un'ottica meritocratica. Bisogna correre piano, andare avanti garantendo solidità nel lungo periodo. Lei si sente più imprenditore o manager? Imprenditore da sempre,senza dubbio. Ho fatto anche il nia ager operativo per tanti anni, poi dal 2013 l'azienda ha completato un processo di manageralizzazionc con l'inserimento di un ceo. Conosco tanti imprenditori che sono stati determinanti per l'avvio dell'azienda, ma che oggi faticano a lasciare le deleghe operative. Quando eravamo piccoli facevo tutto io, ma più l'azienda cresce, più aumentano le complessità. È importante individuare il momento giusto in cui è necessario saper delegare al manager? Sì. Oggi l'azienda ha un ceo, Pierroberto Folgiero, con cui mi confronto quotidianamente e può contare su tanti manager capaci che contribuiscono alla gestione operativa. L'imprenditore, indipendentemente dalle deleghe, è presente per definizione.Deve sempre,in ogni caso,supportare il management nelle strategie grazie ad una catena decisionale molto corta. Va detto che all'inizio, quando l'azienda è piccola, non hai possibilità di attrarre competenze. Con la crescita dimensionale si è in grado di attrarre talenti e metterli al centro di un progetto imprenOTTOBRE 2020

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Forbes ditoriale. Questo è ciò che è richiesto all'imprenditore: fare un passo in avanti,lasciando spazio ad altre figure manageriali.

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Come si dice "quel ragazzo ne ha fatta di strada':Ora siete un'azienda quotata. Siamo un'azienda quotata con tutte le caratteristiche richieste a cominciare dalla trasparenza. La quotaalone, per esempio per molte realtà all'estero, è una condizione di fiducia per il cliente. Se non ti conoscono ma sei quotato,aiuta. Però se dietro c'è anche una figura, quella dell'imprenditore, è ancora più facile instaurare rapporti. Nel settore della trasformazione delle risorse naturali, dove opera Maire Tecnimont. ci sono in gran parte public company,e gli stranieri non sono abituati a vedere che dietro c'è una figura imprenditoriale. Quando invece se ne rendono conto è un'ulteriore garanzia. Avete fatto acquisizioni importanti. Abbiamo acquisito aziende come.Fiat Engineering e Teenimont,erano parte di due grandi conglomerati, che facevano capo a holding. Adesso sono parti integranti dello stesso gruppo, una realtà grande, presente in tante geografia. Fiat Engineering quando l'avete acquisito era sicuramente molto più grande di voi. Come ha fatto il topolino a mangiarsi il gatto? Si in effetti era molto più grande di noi: fatturava oltre quindici volte quanto fatturavamo noi. E stata l'operazione più difficile che abbia mai fatto. E anche molto coraggiosa. Avendo sempre tenuto distinte l'attività impiantistica dalle altre attività personali, ho avuto la possibilità di contribuire a questa importante acquisizione grazie ai proventi derivanti da dismissioni e altri redditi. In effetti è stato faticoso. Passare da 200 persone a 1.000 non era un'impresa facile. Però ci siamo riusciti. Ma perché Io ha fatto? Alla fine degli anni 90 era stata introdotta la legge che disciplinava le attività del general contracting e noi ci trovavamo nella condizione di essere troppo grandi per rientrare tra le piccole imprese che facevano certi tipi di lavori, ma troppo piccoli per competere nei grandi appalti. Le scelte erano due:o ridimensionarsi e specializzarsi per fare lavori di nicchia oppure dovevamo fare il salto.

più internazionali. In quel momento cominciò a manifestarsi la crisi della Fiate misero sul mercatole attività meno legate al core business dell'auto tra cui la Fiat Engineering. Mi sembrò l'occasione giusta ma non fu semplice. Era persino difficile farsi ricevere a Torino. Ricordo ancora che quando mi presentai trovai dei manager Fiat attorno a un tavolo. Quello che era a capotavola mi guardò e mi disse giustamente: "Prima di sedersi, lei celi ha i soldi?':

Come ha individuato la Fiat Engineering? Ho cominciato a fare un lavoro di scouting su tantissime aziende italiane nel settore del generai contracting, ma incappavo sempre nello stesso problema: le aziende provenienti dal settore delle costruzioni avevano una situazione finanziaria il più delle volte precaria, mentre quelle provenienti dall'ingegneria mostravano performance più solide ed erano

E ce li avevo? Ho fatto una buona operazione di acquisition finance come si fa in questi casi. Avevo maturato buoni rapporti con le banche per il merito di credito acquisito negli anni: sapevano che ero un buon pagatore, come avevo dimostrato in tutta la mia storia imprenditoriale fin a quel momento. Ho infatti sempre OTTOBRE, 2020

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Forbes creduto nella solidità patrimoniale delle holding che ritengo debbano essere ben capitalizzate con mezzi propri, in maniera da poter intervenire in sostegno delle società operative in caso di necessità, come mi è capitato di doverfare nel 2013.

Quale è stato questo secondo step importante perla crescita del gruppo? L'acquisizione di Tecnimont, un tempo divisione di ingegneria del gruppo Montedison. Era attiva nella realizzazione di grandi impianti industriali in lutto il mondo, soprattutto nel settore petrolchimico. Era erede della grande tradizione italiana di chimica industriale che risale a Giulio Natta,l'inventore del polipropilene. Il mio obiettivo era internazionalizzare, e Tecnimont, grazie alla grande competenza delle sue persone e alla sua presenza in tanti Paesi, era la piattaforma ideale che doveva rimanere italiana. Anche questa è stata un'acquisizione molto complessa, valutata come una delle più importanti operazioni di m&a in Italia.

C'erano altri concorrenti? Sì. In particolare, dovemmo sconfiggere un'importante azienda giapponese. Anche la Confindustria di quei tempi, guidata da Luca Cordero di Montezemolo, ha giocato un ruolo importante. D'altra parte, il rischio era che il Paese perdesse competenze ingegneristiche di prim'ordine, e io volevo arrivare dove siamo adesso,i primi in Italia e sesti nel mondo nell'impiantistica per la trasformazione degli idrocarburi(secondo la classifica internazionale di Engineering News Record, ndr). Dopo Tecnimont ho provato a prendere contatti con Ení per acquisire Snamprogetti, ma dopo un approccio iniziale la loro strategia cambiò e decisero di non venderla più.

• uando mi presentai alla Fiat

per iscutere l'acquisizione di Fiat Engineering,trovai alcuni manager attorno a un tavolo. Quello che era a capotavola mi guardò e disse iustamente: "Prima di sedersi, ei ce li ha i soldi?". Comunque Tecnimont non è stata l'ultima acquisizione. A quella di 'Iecniniont sono poi seguite altre importanti acquisizioni per ampliare la nostra offerta di tecnologia e di servizi.

poliolefine(un segmento dell'industria petrolchimica, con una quota di mercato globale del 30%. ndr), e ha allargato il proprio business alla raffinazione, a tutta la catena gas e progressivamente alla transizione energetica e alla chimica verde.

Ma perché ha chiamato il suo gruppo Maire Tecnimont? Al momento della creazione della capogruppo, che integrava le prime due grandi società acquisite, c'era da scegliere il nuovo nome. Incaricammo anche una società specializzata ma non ce ne piaceva nessuno. Alla fine, mi venne in mente Maire, che avevo già usato, e che è l'acronimo dei nomi dei miei due figli maggiori: Massimo e Irene. L'altra mia holding Glv ha il nome che riprende quello dei miei figli più piccoli: Giovanni, Ludovico e Vittoria.

Non c'è stata nei processi di acquisizione, come spesso accade, una colonizzazione del compratore sul comprato? No, piuttosto una valorizzazione delle grandi competenze interne secondo un sistema meritocratico. Un metodo che hosempre adottato in tutte le acquisizioni e integrazioni.Scommettendo sulle persone giuste.

Me nel vostro gruppo non c'è solo ingegneria e generai contracting... Infatti, siamo entrati nel business della chimica verde con NextChem,una nuova controllata creata sulla base di una società preesistente. nella quale sono confluite le competenze manageriali e tecnologiche verdi delle altre società del gruppo.

Oggi cos'è Tecnimont?

È leader mondiale nella realizzazione di impianti di

OTTOBRE, 2020

FORBES.IT

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Resta sempre il fatto che il compratore era più piccolo dell'obiettivo. Infatti. tornando ai giorni dell'operazione dopo la due diligence che facemmo alla Fiat Engineering, il pool di banche finanziatrici fece una due diligence anche al nostro gruppo per capire se non solo dal punto di vista finanziario ma anche imprenditoriale e manageriale fossimo in grado di portare avanti l'operazione. All'epoca ho incontrato dei banchieri illuminati che,senza conoscermi personalmente, hanno valutato e apprezzato il progetto industriale di realizzare un grande player di ingegneria internazionale, il contributo all'operazione con capitali propri, nonché l'impegno come azionista a lungo termine. La negoziazione fu durissima e alla fine ci accordammo per una permanenza della Fiat al 30% con l'impegno che dopo tre anni sarebbero usciti definitivamente. Poi le cose sono andate meglio del previsto e in vista dell'acquisizione successiva abbiamo completato l'operazione già dopo un anno.

E ne abbiamofatte altre, ma ha sempre funzionato.


Impianto per poliolefine Maire Teonimant ahnunciá ,che la propria ctantrbl ata Terni'. iiaQntsièaggiudicata pP contratto EPSSflrngineeriil~it Praci~ ;S rerrrent and Site Services)do parte diArriur OCC LLCy 3acietà'. carftrollata':ala PySC Sibur Molding31 valore Camplesslvd del,', 4`oÍitratte e": pari Arca 41,2 miliár{ll; di cui la rilevante rtiàfPr' ic4san,ra ,é di camPetenza deii +6~r~ipa Malre Tecbir~ant` d; g co~tr~tt# ,r~~gdarpia lo x000;getrrric)i'imic° dei Aduli> Gas Clrehiicsal Compiex'.(AOCC). AGCC,tesfltubo l'esPaitsl°Pe" dowr►stieam dell'ii»Plango d)trattarriento gas Amür;tÁßpP), nella città di Swplsudnyr nega reqiaŸre delrpnrure •nell'estra" 1n4 onente?deNla Federazione R}l5sar ylcino.ai canti""'la"+ Cina.Per il.quale li GrupPp lÍtìäii~e tedrlimcntaltialtriente sta' eseguenti.> uno dei Pecelietïi, ll Progetto comprende vene lí`iine dil,r+lduziane di Pitlkleflne dl larga gala' l.a » O clra"', riic;ai compierla!del progetto e attesa entri>,,i20ºa.¡ Questo Progetto darà vita ad tino dei maggiori impianti Petrolchi' Od ai mende e sarà alimentato deiProdotti associati al gas' naturale dei progetto AGPP. Venera iniziativa di svllupl►ao', delgas nega regione dell'Armo ,con/Prendente sia AGPPche A~~GCy iapPresenta`pertairtw un Punto disvolta nello scena«.' aneigettco globeler Questo Progetto contenne l'affida. ~ bllit4 delle strategie dicoinìolgirnarìto fin delle prime fesi dl', sviluppo dí'progetti doh Clienti seleìinnat$ é'on una visione industriale rcii luogo termine nega catene di valore;del gas. raleá

NEWS ECONOMIA n ver del!muro

Capo:divi di protezione per medici e personale sanitario

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Brescíaoggí L'INIZIATIVA In Loggia la seconda giornata di Brixia Business Match

Russia,invito alle Pmi «con le opportunità» Cordua:«Cisono occasioni per le filiere preparate» Magda Biglia «Se ci sono aziende che pensano in modo globale,si prendono cura dei dipendenti, presentano modelli innovativi e consegnano prima degli altri, le prospettive di businesssono tante».Un messaggio chiaro e diretto lanciato da Nicolaj Vinogradov, leader ai rapportiinternazionali degli industriali di Mosca,impegnato a spiegare agli imprenditori brescianile opportunitàolï'erte dal mercato russo:i settori favoritisono quelli della meccanica e dell'It, ma anche l'alimentare. Vinogradov era uno degli ospiti della V edizione di B.B.M.-Brixia Business Match, la tre giorni organizzata da Apindustria Brescia e euratadaAlessandro Orizio,delegato all'internazionalizzazione d'impresa per l'organizzazione di via Lippi. Dopo la tappa milanese di giovedì,ieri mattina la delegazione del grande Paese ha visitato Antares Vision (sistemi di controllo), Eliopig (biogas) e Mes Morandi (stampaggi). Nel pomeriggio è approdata in Loggia, nel salone Vanvitelliano, per un incontro con istituzioni e imprese. Il viaggio si concluderà oggicon appuntamenti culturali. «Stiamo seminando perché il momento è difficile causala pandemia che ha ridotto del25% gli scambi con la Russia, ma anche perle sanzioni attivate dal 2014,aggiunte al peso della burocrazia con normative differenti dalle europee. Le possibilitàcisono periniziative strutturate e, per quanto riguarda le Pmì, per filiere preparate - ha detto il presidente di Apindustria Brescia, Pierluigi Cordua-. Ecco il senso del nostro evento. Chistudiai mercati dice che, a livello nazionale,leesportazioni verso quel grande Paese sono destinate a crescere in modosensibile,il mercato è vasto e importante, una piattaforma per fare affari nell'intera Asia Centrale». Cordua ha ricordato che anche la sua azienda, Isve Group di Ponearale, ha rapporti con quelterritorio. Forti scambi aveva invece l'invitato Giuseppe Ambrosi, leader delgruppo Ambrosi di

Dasinistra Ambrosi.Cordua DiAmato e Orizio aPala= Loggia

Una fase dell'iniziativa di Apindustria Brescia in Vanvitelliano Castenedolo, «ma crollati in questi sei anni». Tutto è da reimpostare. L'interscambio tra Bresciae la Russiaha subito rallentamenti, ma nel 2019(287 milioni di euro di export) ha registrato un aumento del 7% sul 2018. Il 2020, è emerso dalla due giorni,fa ovviamente storia a sé, anche se tutto fa credere che nei prossimi anni ci sarà un'intensificazione delle relazioni commerciali. Apindustria, è stato ribadito, metteràin campola sua rete di servizi asostegno delle Pmi. Tra i protagonisti anche Fabrizio Di Amato, al vertice della multinazionale italiana Maire Tecnimont, presente nell'ex Unione sovietica da più di 70,prima con Montecatini, il principale contraetor del gruppo. Oggi TecnimontRussia conta150 dipendenti nell'ufficio della capita-

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le e 700 collaboratori per decine diprogetti,fra cui unimpianto per il trattamento di gas, il più grande al mondo, sulfiumeAmurvicino alla Cina. «Dietro a questi grandi programmi,ci sono opportunità per le Pmi», ha sottolineata Dì Amato ricordando che l'impegno del gruppo (9.500 addetti complessivi) sull'economiacircolare è partito conl'investimento realizzato a Bedizzule. Di Amato, durante, il convegno, moderato dal giornalista Francesco Vecchio,si è confrontato, fra gli altri, con il leader nazionale di Confapi, Maurizio Casasco(primo vicepresidente dellaConfederazione europea delle Pnii), che ha avuto parole di elogio per «l'attività concreta di internalirrazione di Apindustria, di concerto con Banca Intesa».•

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GIORNALE DIBRESCIA

L'iniziativa. Da sinistra Ambrosi, Cordua, Di Amato e Orizio

In Loggia. Un momento del convegno di ieri di Apindustria

Delegazione russa alle pmi bresciane: «Fate affari con noi» L'iniziativa Bbm promossa in Loggia da Apindustria Cordua: «Covid e sanzioni penalizzano l'export» C'incontro Flavio Archetti BRESCIA. La Russia è un Paese sterminato e le opportunità dì business lo sono altrettanto. Nei prossimi tre anni per lo scambio di merci tra Italia e Russia è atteso un aumento del 25%, da meno di otto a piìi di dieci miliardi di curo,e ïl «made in. Brescia», che nel 2019 ha esportato per287 milioni di curo, si sta preparan-

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do per essere pronto al momento della ripartenza. II primo passo concreto, di sistema, in questa direzione si sta compiendo in questo fine settimana con la quinta edizione del Brixia Business Match,3 giorni di incontri organizzata da Apindustria tra l'industria bresciana e quella di un gigante che ha grandi risorse e grande necessità della nostra capacità di fare. La delegazione. A Brescia la delegazione russa - una quindicina di persone tra imprenditori, ambasciatori e consoli - ha visitato Antares Vision,

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Elio Pig e MCS Morandi. Alla domanda «quanto spazio ci sarà per le imprese bresciane nella crescita russa? il presidente dei rapporti internazionali degli industriali del distretto di Mosca,Nicolaj Vinogradov, ha riposto in modo emblematico; «se le vostre aziende sapranno procurare strumenti, impianti e merci prima di altri, avranno tutto lo spazio che vorranno». Interessante anche l'osservazione pratica di Vinogradov sulle possibilità del settore alimentare,che ha «apprezzato» al pari di tecnologia iT e meccanica. Aprite un'azienda da noi.Messo di fronte al problema degli scambi commerciali, visto che per gli alimenti il suo paese è inibito da sanzioni imposte dalla UP nel 2014, il presidente moscovita ha spiegato che «se non si può portare formaggio,si può però aprire un azienda in Russia che lo fac-

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cia sul posto, o portare strumenti che consentano ai russi di farlo». Come fare. Le opportunità quindici sono,conce anche le difficoltà. «Per fare business con loro e avere successo è indispensabile strutturarsi - ha spiegato nell'incontro di ieri pomeriggio a palazzo Loggia il neo presidente. di All'industria, Pierluigi Cordua, alla sua prima uscita ufficiale da numero uno del sodalizio di via Lippi -. Con i faccia a faccia di questi giorni stiamo seminando per raccogliere in tempi migliori, visto che l'oggi è complicato e nel 2020 il business tra i due Paesi si è ridotto del 20%. Oltre alla pandemia e alle sanzioni ci sono gli scogli burocrazia e cultura - ha ricordato Cordua, titolare della Isve -.Per le pmi le cose sono complicate dalla necessità di dotarsi di certificaAcini speciali, e quindi andare allo sbaraglio senza un'organizzazione alle spalle è rischioso». «In piii se non impari a diventare un po'russo e a ragionare come loro, da certi impicci non ne esci - non ha mancato di precisare Fabrizio Di Amato, presidente di Maire Tecnimont, un gruppo da 3,5 miliardi l'anno di volume d'affari, autore ciel primo impianto italiano di polimeri realizzati con materiale riciclato, a Bedizzole -. E' indispensabile essere spalleggiati da qualcuno che conosce bene cultura e mentalità». I!

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IL ANMX) Costo competitivo con i fossili: la possibile svolta per una produzione completamente green

«Possiamo produrre idrogeno da nillti» Iaquaniello(NextChem): «Per implementare certe soluzioni bisogna mettere iniseme attori diversi» h_ tnywa

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"Già oggi possiamo produrre idrogeno utilizzando rifiuti, a un costo competitivo con i fossili e, in questo modo,risolvere anche il problema della gestione dei rifiuti urbani", un processo che rappresenta "anche un agevolatore verso una produzione completamente green da qui a 20-30 anni". Così Gaetano Iaquanieilo, chainnan NextChem, in occasione della conferenza internazionale "Potenzialità della filiera dell'idrogeno nel contesto della transizione energetica" del World Energy Council Italia in collaborazione

con Aidic - Associazione Italiana di Ingegneria Chimica, nei giorni scorsi a Roma. La tecnologia in questione "che stiamo implementando insieme ad Eni", è una tecnologia "di ossidazione parziale ad alta temperatura, si produce un gas di sintesi che poi viene trasformato in idrogeno attraverso tecnologie convenzionali - spiega Iaquaniello - Una tecnologia che, secondo me,potrebbe avere anche un interesse nell'utilizzare l'elet= trolisi". Insomma. "l'idrogeno circolare significa proprio questo, utilizzare

i rifiuti per la sua produzione. E' chiaro che una produzione di questo tipo implica la convergenza di mondi diversi: il mondo dei rifiuti, il mondo industriale e il mondo della politica. Per implementare certe soluzioni bisogna mettere insieme attori diversi. L'idea potrebbe essere quella di creare cluster regionali, territoriali, nei quali risolvere da una parte il problema dei rifiuti, dall'altra produrre idrogeno da utilizzare anche per la mobilità". Costo, capacità e continuità delle energia rinnovabili: queste le tre principali questioni da affrontare per agevolare una transizione che vada nella direzione dell'idrogeno, secondo il Chairman NextChem. "E' chiaro che andiamo verso un'economia a idrogeno, ma quali sono i problemi da affrontare per implementare questa strategia? Il primo è il costo spiega - oggi produrre idrogeno verde costa da 3 a 4 volte il costo di quello 'grigio', cioè l'idrogeno convenzionale. Il secondo punto è la capacità, soprattutto quando si parla di applicazioni industriali dove le capacità sono molto importanti.

Poic'è un terzo aspetto: le energie rinnovabili devono fare un salto verso la continuità perché nei processi chimici c'è bisogno di continuità". Per Iagrianìello "è importante capire come agevolare la transizione facendo leva sulle tecnologie esistenti. Quando facciamo steam refonning,si produce molta CO2(9-10 kg per kg di idrogeno) però, in questo momento possiamo anche mettere in sviluppo delle tecnologie, sempre sullo steam refonming, che ci permettono di ridurre queste emissioni. Basta pensare all'elettrificazione dello steam reforming,e quel 10 diventa 5. C'è anche un'altra strada che è quella di produrre idrogeno dai rifiuti" "Queste tecnologie possono lavorare in simbiosi anche con l'elettrolisi. Con l'elettrolisi produciamo idrogeno ed ossigeno e in alcuni processi l'ossigeno si potrebbe utilizzare - aggiunge Secondo me. si possono pensare soluzioni ibride,iniziare a integrare in queste tecnologie l'elettrolisi e lanciare il discorso anche delle infrastrutture e delle applicazioni".

«Possiamo produrre idrogeno da rifiuti,

A Toiinoïm lábóratorio dte stiidiá Pinérgiá dal mare o - -~-.~....._. .'.T:'-'.

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laVoce ái Mantova UN APPROCCIO INDUSTRIALE NUOVO PER INCREMENTARE IL RICICLO DEI RIFIUTI PLASTICI

l.a società Nextchem lancia il marchio Myreplast 1~1ëxIC, líèm.'::;aia. società Tecni~riónt.: Gir.lïippo;'.:;;-1VId~re ,,... .. ....:....-:................. . er,la`trt~o'sizione:~ene ;. etica :. ... .......... ..............::. ..... .....~ ... ~ ; Insieme sua controllata`: ..:.:....:..........:: 1VIÿTi;~last Industries, lancia iT.:;marëliïio.:'MyReplast për::'la: .., ..... t±~ëitolo~ï~i; ;:propri~taria..`.. di: ~prÿèliiug:ë:f1'f~lativo orta~` foglio prradotti granuli e sca :. glie .di. polimeri riciclati.: MyReplast -:... .....:.. ,:.....:Upcycling èla tec~: :innovativa di Next-:: iiologia ,: Ohem .cTte.,com:bina il riciclo meccanico coii.il:̀processo chimico::=I~::teCriôlö "a è installn....: ;;::::::•.-,...:,..:.: . lata ~in un im p. ianto: a:.Bediz.: zole iBrescia) cÁn uina i~apa : eita ..-.. kdi ~tY 11011 tonnéllate an .; nue e un'efñcienza'tili'ri~cln` d... :. c.:.::ir::.ca gestítbdan ..:.':¡ :. ext ~`emiÿ ...:.:.:...::..............:....::.: .. ata`:::.:.:.:di...... nnn -.,... 1VIyReplastIrtdtirstries. Essa Permettexn mo~o flessibile dl: produrre proclotti prreiíifiliim' diqualità dárifiuti plusfiei ri-:

gi<di;post consumo, ~. ......::~..,.,.: : su m~surd; e an base allë;:::ï'ichieste.';.d.~1; ~ieritil prodottl ,,:...........,~.Uestiii>Yovi .... ,, ., ,.:.,ciclati lianuo caratterrsti-:: Clie chimiCro~fisiche ,. . .: e prcipí~i~ë';. tá;.onalo' ue11ë.:.:::dei .....:............: .'.. e:..u:~....,:..... .......... lYor~~.rgiï~i;tii lirneri:: ;:di~i~irüe' :iFi~. e si1.;:;:::'::;rir';:::1:::`:::: Il portafoglio.:prr~ido~ti inclu~ parati, pergruppi di +colore o come mix multicolore,peres de var'íe tipologie di' proíiotú riciclati, in granuli e scaglie. sere usate direttamente per lo stanipl;gio a ; dl:manufatti; di Attualmente i: a catalogo catalo '"í~:;Ye:t'a , ani~ e P..::oliníeriche polipropi,....,.,,-. ::; :.. grandi. dimensioni, o.'in äg~ lene:e polietilene. Ogni gra- giunta;'al vergine come conMyRenüilatu`icornoüintlató` ...... .•.,::::;I~ .::.:.:.. Y::;::::.:.:; tenuto ost-consYun+ö',nelle n'; plast`:~é:r:for~nulato`:;per ..: soddi- dust e i di;. trasformazione o'. sfare i.' requisiti tecnici speci- compound ng. fici e gli stand0rd tti qualità 111000 ::::g,,.:disponibili iiiàgiliètjátétitokigia di Up delcliente; de............~....n ~spo.....b...... colori pre-formulati, nero cycling:da rifutiplasticieper:: -.:.::.:. staiudard)e.:....................................... in vari toni dì::.gri-::: i prOtlettioimooviali essa derivano rappresenta gio' +i'.t►me base per ult.erioi~é. ..... ... una fase nuova della nostra. colorazione con master. Le scaglie MyReplast posso- strategia di business nel setno essere fornite in colori se- tóre dell'economia circol _

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dichiara Pierroberttì EólgŸero, Ceo di.::NextClrem ':Parlimo oli::.::... industria del rieiclo a; :,.-..~ :::::,:-:-;:: ;-::-::::,..,::.::,:..::.: tutti gli .. effetti, con prodotti s frutto di. una caratterizzazione ...... Sforzo' di. .:.:...::.:...::-.... . omogeneità .;;e.:costanza:qualitativa,un impegno nello svi I..:~ o.::. ::: : :::.: : :;~ r.~". ~i ta che ri--:. spondono a Cáratteristiche ...... ....~... ... .......... ..........................: ~::::::;.;:::•:-;.:;:..<.::::,,.. ;:::.; estetiche.:e..fiYnzio : :::::..:..:::..........:-.::::-.:..:tiali dei.:.:pro......:::::.:.,,;.............:-:.,;:< .: .: ::..-::.:; dotti , ;finali., .Elementi;:fonda-: .:..:.. ....... :...:::::::...............................::.::: .:......................:.......... ...............: ...::. ~`riëritàli:per:;il mercato del:;iri-: ciclato, dopo l'emergenza` : che...: :: -:; men tedestinato.:.,. aeocresvid e cenato , ce

SYNGENTA LANCIA IN ITALIA IL NUOVO "THE GOOD GROWTH PLAN"

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RISORSE

Crédit Agricole Leasing Italia e Nextchem per l'economia circolare Folgiero, Geo di Nextchem:"Sempre più convinti che sia necessario promuovere l'innovazione dellafiliera industriale del riciclo" ■ Crédit Agricole Leasingitalia e Nextchem insieme per lo sviluppo dell'economia circolare. Crédit Agricole Leasing Italia supporta,infatti, la società del Gruppo Maire Tecnimont per la transizione energetica in relazione alle attività della controllata MyReplast Industries, azienda specializzata nell'Upcycling dei rifiuti plasd ci. Il piano di leasing finanziato da Crédit Agricole Leasing Italia è finalizzato all'acquistodi attrezzature e macchinariinnovativi volti ad incrementare ulteriormente la performance produttiva dell'intero processo di Upcycling. MyReplast inclustrles è un'azienda del Gruppo Maire Tecn buoni,controllata da NextChem e situata all'interno del cluster'Circolar Economy'nella roadmap per la transizione energetica della società. MyReplast opera nel riciclo di rifiuti plastici attraverso l'utilizzo della tecnologia MyReplast,di proprietà di N'extChem,in grado di separare in modo tecnicamente sofisticato i diversi polimeri presenti all'interno dei rifiuti e di ottenere, attraverso una fase di compounding(trasformazione chimica)granuli di riciclato

di alta qualità che possono sostituire la plastica vergine insvadati settori applicativi. Nell'ambito del cluster Circular Economy NextChem ha inoltre sviluppato una piattaformatecnologica per il waste to chemicals, ovvero la conversione chimica di rifiuti plastici non riciclahili per ottenere gas di sintesi, prodotti chimici e carburanti'circolari; a basso impatto carbonico. Per Crédit Agricole Leasing Italia l'operazione si inserisce all'interno di un più ampio progetto green chiamato Ca Greenlease, un piano che ha l'obiettivo difornire un servizio concreto alla clientela attraverso diverse iniziative green per un percorso di crescita virtuoso e sostenibile. L'impegno di Crédit Agricole Leasing Italia si conferma anche nei finanziamenti dedicati alla realizzazione dì impianti perla produzione di energia da fond rinnovabili. «Siamo orgogliosi che il Gruppo Maile'l'ecnimontabbia scelto Crédit Agricole Leasing Italia ed il nostro Gruppo perinvestire in tecnologie innovative di Upcycling della plastica a fine vita, restituendo materiali con caratteristiche chimico-fisiche simili a quelle dei polimerl ver-

gin'- sottolinea Vincenzo Aloe, direttoregenerale di Crédit Agricole Leasing Italia - Crediamo fortemente nei progetti che contribuiscono all'economia circolare ed abbiamo portato avanti l'Iniziativa con successo in sinergiacon Il nostro Gruppo ed in particolare con il Large Çorporate di Roma.Una conferma della nostra volontà di creare maggiore valore attraversola sostenibllità, in linea con quanto Crédit Agricole LeasingItalia sta

promuovendo con il proprio progetto green Ca Greenlease». «Siamo sempre più convinti che sia necessario promuovere l'innovazione della filiera industriale del riciclo: oggi più che mai serve far crescere questo settore,che ha difronte a sé sfide importanti stabilite dal legislatore europeo e richieste da un sistema economico che ha ormaiimboccato la strada della circolarità e della transizione energetica - afferma Pierrober-

to Folgiero, Ceo di NextChem e di Maire Tecnimont -Inquesto campo abbiamo capitoche il futuro è oggi: l'Italia ha bisogno di impianti come il nostro: la nostra tecnologia e le nostre capacità ingegneristiche e di abilitatori industriali sono a disposizione d'chi crede in questo come un promettente settore di business. La partnership con Crédit Agricole Leasing Italia si Inquadra perfettamente in questa nostra linea strategica».

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LIBERTÀêa"~a Economia circolare,CA Leasing Italia e NextChem insieme Piano di leasing finalizzato all'acquisto di attrezzature e macchinari innovativi

MANO Crédit Agricole Leasing Italia conferma il suo impegno nella promozione di iniziative sostenibili supportando NextChetn,la società. del Gruppo Maire Tecnimont perla transizione energetica,in relazione alle attività della controllata MyReplast Industries, azienda specializzata nell'Upcycling deirifiuti plastici. Il piano di leasing finanziato da CreditAgricole Leasing Italia è finalizzato all'acquisto di attrezzature e macchinariinnovativi volti ad incrementare ulteriormente la performance produttiva dell'intero processo diUpcyclhig. MyReplast Industries è un'azienda

del Gruppo MaireTecnimont,controllata da NextChem esituata all'interno del cluster "Circular Economy"nella roadinapperla transizione energetica della società.Opera nel riciclo di rifiuti plastici attraverso l'utilizzo della tecnologia MyReplastTM, dì proprietà di NextChem, in grado di separare in modo tecnicamente sofisticato i cliversi polimeri presenti all'interno dei rifiuti e di ottenere, attraverso una fase di compounding(trasfor inazione chiniica)granuli di ricicla to di alta qualità che possono sostituire la plastica vergine in svariati settori applicativi. Nell'ambito del cluster Circular Economy NextChea.n ha inoltre sviluppato una piattaforma tecnologica per il vaste to chemicals,ovvero la conversione chimica di rifiuti plastici non riciclabili per ottenere gas di sintesi, prodotti chimici e carburanti "circolari'; a basso impatto carbonico.Per

Crédit Agricole Leasing Italia l'operazione si inserisce all'in terno di un più ampio progetto green chiamato"CA Greenlease';un piano ambizioso esfidante che ha l'obiettivo di fornire un servizio concreto alla clientela attraverso diverse iniziative green per un percorso di crescita sinuoso e sostenibile.[impegno di Crédit Agricole Leasing Italia si conferma anche nei finanziamenti dedicati alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili secondo í dati del Centro Studi e Statistiche di Assilea - Associazione italiana Leasing - ad agosto 2020 Crédit Agricole Leasing Italia si colloca al primo posto per importo finanziato nel comparto delle energie rinnovabili. «Siamo orgogliosi che il Gruppo Maire Tecnimont abbia scelto Credït Agricole Leasing Italia ed il nostro Gruppo per investire in tecnologie innovative d.i Upcyc:lingdella plastica a fine vita, restituendo

materiali con caratteristiche chimico-fisiche simili a quelle dei polimeri vergini- ha dichiarato Vincenzo Aloe, direttore generale di Crédit Agricole Leasing Italia. Crediamo fortemente nei progetti che contribuiscono all'economia circolare ed abbiamo portato avanti l'iniziativa con successo in sinergia con il nostro Gruppo ed in particolare con il Large Corporate dí Roma.Una conferma della nostra volontà di creare maggiore valore attraverso la sostenibilità». «Siamo sempre più convintiche sia necessario promuovere l'innovazione della libera industriale del riciclo:oggi più che mai serve farcrescene questosettore,che ha difrante a sé sfide importanti stabilite dal legislatore europeo e richieste da un sistema economico che ha ormai imboccato la strada della circolarità e della transizione energetica - il commento di Pierroberto Folgiero, ceo di NextChein e di Maine Tecnirnont.

Economia Menali,il virus e le elezioniissa tengono banco

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IL ANMX) Folgiero, Ceo di NextChem:«Sempre più convinti che sia necessario promuovere l'innovazione della filiera industriale delriciclo»

Economia circolare,l'iniziativa delle aziende Anche la banca Credit agricole nelfavorire la transizione green di MyReplast attiva nel riciclo plastica Crédit Agricole Leasing Italia e Nextchem insieme per lo sviluppo dell'economia circolare. Crédit Agricole Leasing Italia supporta, infatti, la società del Gruppo Maire Tecnimont per la transizione energetica in relazione alle attività della controllata MyReplast Industries, azienda specializzata nell'Upcycling dei rifiuti plastici. Il piano di leasing finanziato da Crédit Agricole Leasing Italia è finalizzato all'acquisto di attrezzature e macchinari innovativi volti ad incrementare ulteriormente la performance produttiva dell'intero processo di Upcycling. MyReplast Industries è un'azienda del Gruppo Maire Tecnimont, controllata da NextChem e situata all'interno del cluster 'Circular Economy' nella roadmap per la transizione energetica della società. MyReplast opera nel riciclo di rifiuti plastici attraverso l'utilizzo della tecnologia MyReplast, di proprietà di NextChem, in grado di separare in modo tecnicamente sofisticato i diversi polimeri presenti all'interno dei rifiuti e di ottenere, attraverso una fase di compounding (trasformazione chimica) granuli di riciclato di alta qualità che possono sostituire la plastica vergine in svariati settori applicativi. Nell'ambito del cluster Circular Economy NextChem ha inoltre sviluppato una piattaforma tecnologica per il waste to chemicals, ovvero la conversione chimica di rifiuti plastici non riciclabili per ottenere gas di sintesi, prodotti chimici e carburanti 'circolari', a basso impatto carbonico. Per Crédit Agricole Leasing Italia l'operazione si inserisce all'interno di un più ampio progetto green chiamato Ca Greenlease, un piano che ha l'obiettivo di fornire un servizio concreto alla clientela attraverso diverse iniziative green per un percorso di crescita virtuoso e sostenibile. L'impegno di

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Crédit Agricole Leasing Italia si conferma anche nei finanziamenti dedicati alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. "Siamo orgogliosi che il Gruppo Maire Tecnimont abbia scelto Crédit Agricole Leasing Italia ed il nostro Gruppo per investire in tecnologie innovative di Upcycling della plastica a fine vita, restituendo materiali con caratteristiche chimico-fisiche simili a quelle dei polimeri vergini - sottolinea Vincenzo Aloe, direttore generale di Crédit Agricole Leasing Italia Crediamo fortemente nei progetti che contribuiscono all'economia circolare ed abbiamo portato avanti l'iniziativa con successo in sinergia con il nostro Gruppo ed in particolare con il Large Corporate di Roma. Una conferma della nostra volontà di creare maggiore valore attraverso la sostenibilità, in linea con quanto Crédit Agricole Leasing Italia sta promuovendo con il proprio progetto green Ca Greenlease". "Siamo sempre più convinti che sia necessario promuovere l'innovazione della filiera industriale del riciclo: oggi più che mai serve far crescere questo settore, che ha di fronte a sé sfide importanti stabilite dal legislatore europeo e richieste da un sistema economico che ha ormai imboccato la strada della circolarità e della transizione energetica - afferma Pierroberto Folgiero, Ceo di NextChem e di Maire Tecnimont - In questo campo abbiamo capito che il futuro è oggi: l'Italia ha bisogno di impianti come il nostro: la nostra tecnologia e le nostre capacità ingegneristiche e di abilitatori industriali sono a disposizione di chi crede in questo come un promettente settore di business. La partnership con Crédit Agricole Leasing Italia si inquadra perfettamente in questa nostra linea strategica".

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LA NUOVA BASILICATA

CRÉDIT AGRICOLE LEASING ITALIA E NEXTCHEM PER L'ECONOMIA CIRCOLARE Fogiero, Ceo di lex:Che "Ser-pre più convinti che sia necessario promuovere 'innovazione de a fi fiera industriale de rICIC o" Credit Agricole Leasing Italia e Nextchem insieme per lo sviluppo dell'economia circolare. Crédit Agricole Leasing Italia supporta, infatti, la società del Gruppo Maire Tecnimont per la transizione energetica ín relazione alle attività della controllata MyReplast Industries, azienda specializzata nell'Upcycling dei rifiuti plastici. Il piano di leasing finanziato da Crédit Agricole Leasing Italia è finalizzato all'acquisto di attrezzature e macchinari innovativi volti ad incrementare ulteriormente la performance produttiva dell'intero processo di Upcycling. MyReplast Industries è un'azienda del Gruppo Maire Tecnimont, controllata da NextChem e situata all'interno del cluster 'Circular Economy' nella roadmap per la transizione energetica della società. MyReplast opera nel riciclo di rifiuti plastici attraverso l'utilizzo della tecnologia MyReplast, di proprietà di NextChem, in grado di separare in modo tecnicamente sofisticato i diversi polimeri presenti all'interno dei rifiuti e di ottenere, attraverso una fase di compounding (trasformazione chimica) granuli di riciclato di alta qualità che possono sostituire la plastica vergine in svariati settori applicativi. Nell'ambito del cluster Circular Economy NextChem ha inoltre sviluppato una piattaforma tecnologica per il waste to chemicals, ovvero la conversione chimica di rifiuti plastici non riciclabili per ottenere gas di sintesi, prodotti

chimici e carburanti 'circolari, a basso impatto carbonico. Per Crédit Agricole Leasing Italia l'operazione si inserisce all'interno di un più ampio progetto green chiamato Ca Greenlease, un piano che ha l'obiettivo di fornire un servizio concreto alla clientela attraverso diverse iniziative green per un percorso dí crescita virtuoso e sostenibile. L'impegno di Crédit Agricole Leasing Italia si conferma anche nei finanziamenti dedicati alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. "Siamo orgogliosi che il Gruppo Maire Tecnimont abbia scelto Crédit Agricole Leasing Italia ed il nostro Gruppo per investire in tecnologie innovative di Upcycling della plastica a fine vita, restituendo materiali con caratteristiche chimico-fisiche simili a quelle dei polimeri vergini - sottolinea Vincenzo Aloe, direttore generale di Crédit Agricole Leasing Italia - Crediamo fortemente nei progetti che contribuiscono all'economia circolare ed abbiamo portato avanti l'iniziativa con successo in sinergia con il nostro Gruppo ed in particolare con il Large Corporate di Roma. Una conferma della nostra volontà di creare maggiore valore attraverso la sostenibilità, in linea con quanto Crédit Agricole Leasing Italia sta promuovendo con il proprio progetto green Ca Greenlease".

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STAFFETTA QUOTIDIANA Maire e Cdp, accordo per sostenere la filiera Cassa Depositi e Prestiti e Maire Tecnimont hanno annunciato in una nota congiunta di aver siglato un accordo "per sostenere la filiera dei fornitori del gruppo italiano di ingegneria". La collaborazione permetterà a Cdp di supportare la filiera di fornitori di Maire Tecnimont con strumenti e soluzioni per l'innovazione, la crescita e l'internazionalizzazione, accelerando così le azioni già avviate a sostegno delle PMI italiane - spiega la nota - Per Maire Tecnimont l'accordo è volto a migliorare il proprio indotto industriale rafforzando i rapporti con la filiera strategica con una visione di performance integrata di tutta la catena del valore, che aumenti la competitività e la capacità di innovare delle imprese coinvolte nel processo di esportazione dell'impiantistica italiana. Il protocollo è stato firmato oggi a Roma da Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Cdp e da Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Maire Tecnimont. Maire Tecnimont è presente in 45 paesi con 50 società, può contare su oltre 9.100 tra dipendenti e collaboratori e vanta ricavi annui per 3,3 miliardi di euro. Per Maire Tecnimont la creazione di valore coinvolge sempre più tutta la catena di fornitura, composta da più di 5.000 realtà italiane ed estere. Il sostegno alla filiera di Maire Tecnimont da parte di Cdp potrà focalizzarsi nello studio e nella ricerca di possibili soluzioni finanziarie in favore dei fornitori strategici del Gruppo Italiano attraverso forme e strumenti di gestione del capitale circolante e di finanziamento a medio lungo termine nonch attraverso l'ampia gamma dei servizi messi a disposizione da Cdp.

In particolare, il piano di crescita e sviluppo destinato ai fornitori italiani ideato ed elaborato da Maire Tecnimont ("Maire Tecnimont UP — A sostegno delle Pmi") prevede interventi di coaching e formazione destinati ad aree come co-engineering, innovazione di prodotto e processo, project management, gestione del credito, digitalizzazione, e la finalizzazione di partnership strategiche nei mercati esteri. Palermo, all'atto della firma, ha così commentato: "Grazie all'intesa firmata oggi saremo in grado di attivare importanti sinergie per il sostegno degli investimenti e della competitività di Maire Tecnimont, garantendo l'accesso ai prodotti finanziari e ai servizi del Gruppo Cdp e offrendo un supporto concreto alle aziende della filiera italiana dell'ingegneria, dell'innovazione e dell'energia. Riteniamo di fondamentale importanza proseguire il supporto alle filiere strategiche nazionali, che rappresentano una parte rilevante del patrimonio industriale e tecnologico del nostro Paese, nonché una dimostrazione dell'eccellenza del Made in Italy nel mondo, con importanti ricadute sull'economia italiana anche in termini di indotto". Folgiero ha così commentato: "In Italia abbiamo delle competenze formidabili nel settore della trasformazione delle risorse naturali: oggi con Cassa Depositi e Prestiti facciamo un altro passo decisivo per supportarle all'estero, dotandole di strumenti per rafforzarsi ed adattarsi a quelle geografie dove occorre aumentare la sinergia con le imprese locali, un driver fondamentale di competitività. Il nostro settore dell'impiantistica deve saper coniugare filiera italiana e local content in un modello sempre vincente, che confermi la grande capacità' italiana di esportare imprenditorialità nel mondo".

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Maire Tecnimont, siglato l'accordo con Cdp Misure a supporto della filiera difornitori di Maire Tecnimont.Questo il senso della partnership tra Cassa depositi prestitie il gruppo diingegneria guidato dall'amministratore delegato Pierroberto Folgiero per il supporto delle Piccole e medie imprese nazionali.Per Maire Tecnimontl'accordo miglioreràla filiera,la r crescita e l'innovazione con progressi nella competitività lungo tutta la catena del valore della aziende e l'indotto industriale.Il procesMILIARDI DI EURO sodicreazione del valore coinvolge oltre 5mila Giro d'affari aziende e il gruppo ha messo al primo posto complessivo del flessibilità e solidità come fattori chiave per gruppo Maire operare all'estero. Tecnimont che Cassa depositi prestiti, coerentemente conta sosocietà con il Piano industriale 2019-2021,ha indivioperantiti in 45 Paesi e 9.100 unità duato alcune delle principali filiere strategiche nazionali con un rilevante impatto sullo tra dipendenti e sviluppo della competitività del nostro Paecollaboratori se,avviando specifiche iniziative — quali la presente intesa nel campo dell'ingegneria per la trasformazione delle risorse naturali — che intendono supportare le imprese appartenenti a tali settori. Il Gruppo Maire è presente in 45 paesi con 5o società, può contare su oltre 9.100 tra dipendenti e collaboratori e conta ricavi annui per 3,3 miliardi di euro. —E.N.

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MILANO FINANZA

SIGLATA UN'INTESA PER FA ORIRE LA CRESCITA DEL GRUPPO

Cdp a sostegno di Maire Gli amministratori delegati di Cassa Depositi e Prestiti e Maire Tecnimont - Fabrizio Palermo e Pierroberto Folgiero - hanno siglato un protocollo d'intesa allo scopo di favorire la crescita e i piani di sviluppo dei fornitori del g-uppo italiano(una catena composta da oltre 5 mila realtà italiane ed estere,nei settori dell'ingegneria, innovazione ed energia), grazie all'accesso ai prodotti finanziari e ai servizi di Cdp. La Cassa sosterrà la filiera di Maire Tecnimont nello studio e nella ricerca di soluzioni finanziarie, tramite forme e strumenti di gestione del capitale circolante e di finanziamento a medio-lungo termine, nonché attraverso la gamma dei servizi offerta da Cdp. Si rafforza così il supporto alla filiera del gruppo, per supportare i processi di internazionalizzazione e innovazione, già sostenuti dal piano di crescita e sviluppo «Maire Tecnimont Up - A sostegno delle pmi».(riproduzione riservata)

Previsto ® Rimbalzo pil: +12% nel trimestre

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ItalìaOggi

Cdp sostiene la filiera di Maire Tecniront Cassa depositi e prestiti e Maire Tecni, mont hanno firmato un protocollo d'intesa'::: per favorire la crescita e ipiani di sviluppo: pp:::.: dei fornitori strategici dell'azienda attra..; verso l'accesso ai prodotti finanziari e ai servizi del gruppo Cdp. Il sostegno alla filiera di Maire Tecn%.. mont potrà focalizzarsi sullo studio e lá ricerca di soluzioni finanziarie in favore, dei fornitori attraverso forme e strumeri ti di gestione del capitalecircolante e die.;: finanziamento a medio luhhp tekmine, oli tre che attraverso la gamma i servizi'.. messi a disposizione dalla ...... Cassa. Con quest%1ä'zifativa le due società ratzano il pupporto alla filiera di r n noi per upport té

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OLE Le parole di Folgiero, Ceo di NextChem

"Promuovere l'economia circolare" Crédit Agricole Leasing Italia e Nextchem insieme per lo sviluppo dell'economia circolare. Crédit Agricole Leasing Italia supporta, infatti, la società del Gruppo Maire Tecnimont per la transizione energetica in relazione alle attività della controllata MyReplastIndustries,azienda specializzata nell'Upcyding dei rifiuti plastici. Il piano di leasing finanziato da Crédit Agricole Leasing Italia è finalizzato all'acquisto di attrezzature e macchinari innovativi volti ad incrementare ulteriormente la performance produttiva dell'intero processo di Upcyding. MyReplast Industries è un'azienda del Gruppo Maire Tecnimont, controllata da

NextChem e situata all'interno del cluster 'Circolar Economy' nella roadmap per la transizione energetica della società. MyReplastopera nel riciclo dirifiuti plastici attraverso l'utilizzo della tecnologia MyReplast, di proprietà di NextChem, in grado di separare in modo tecnicamente sofisticato i diversi polimeri presenti all'interno dei rifiuti e di ottenere, anniverso una fase di compounding (trasformazione chimica)granuli di riciclato di alta qualità che possono sostituire la plastica vergine in svariati settori applicativi. Nell'ambito del duster Circular Economy NextChem ha inoltre sviluppato una piattaforma tecnologica per il waste to chemi-

cals, ovvero la conversione chimica di rifiuti plasticinon riciclabili per ottenere gas di sintesi, prodotti chimici e carburanti 'circolari', a basso impatto carbonico. Per Crédit Agricole Leasing Italia l'operazione siinserisceall'interno diun più ampio progetto green chiamato Ca Greenlease, un piano che ha l'obiettivo difornire un servizio concreto alla clientela attraverso diverse iniziative green per un percorso di crescita virtuoso e sostenibile. L'impegno di Crédit Agricole Leasing Italia si conferma anche nei finanziamenti dedicati alla realizzazione diimpianti per la produzione di energia dafonti rinnovabili. RIPRODUZIONE RISERVATA

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laVoce ái Mantova FOLGIERO DÏNEXTCHEM:"SEMPRE PIÙ CONVINTI CHE SIA NECESSARIO PROMUOVERE LA FILIERA INDUSTRIALE DEL RICICLO"

CREDIT AGRICOLE LEASING ITALiA E NEXTCHEM PER l'ECONOMIA CIRCOLARE Crédit Agricole Leasing Italia e Nextchem insieme per lo sviluppo dell'economia circolare. Crédit Agricole Leasing Italia supporta, infatti, la società del Gruppo Maire Tecnimont per la transizione energetica in relazione alle attività della controllata MyReplast Industries, azienda specializzata nell'Upcycling dei rifiuti plastici. Il piano di leasing finanziato da Crédit Agricole Leasing Italia è finalizzato all'acquisto di attrezzature e macchinari innovativi volti ad incrementare ulteriormente la performance produttiva dell'intero processo di Upcycling. MyReplast Industries è un'azienda del Gruppo Maire Tecnimont, controllata da NextChem e situata all'interno del cluster 'Circular Economy' nella roadmap per la transizione energetica della società. MyReplast opera nel riciclo di rifiuti plastici attraverso l'utilizzo della tecnologia MyReplast, di proprietà di

NextChem, in grado di separare in modo tecnicamente sofisticato i diversi polimeri presenti all'interno dei rifiuti e di ottenere, attraverso una fase di compounding (trasformazione chimica) granuli di riciclato cli alta qualità che possono sostituire la plastica vergine in svariati settori applicativi. Nell'ambito del cluster Circular Economy NextChem ha inoltre sviluppato una piattaforma tecnologica per il waste to chemicals, ovvero la conversione chimica di rifiuti plastici non riciclabili per ottenere gas di sintesi, prodotti chimici e carburanti 'circolari', a basso impatto carbonico. Per Crédit Agricole Leasing Italia l'operazione si inserisce all'interno di un più ampio progetto green chiamato Ca Greenlease, un piano che ha l'obiettivo di fornire un servizio concreto alla clientela attraverso diverse iniziative green per un percorso di crescita virtuoso e so-

stenibile. L'impegno di Crédit Agricole Leasing Italia si conferma anche nei finanziamenti dedicati alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. "Siamo orgogliosi che il Gruppo Maire Tecnimont abbia scelto Crédit Agricole Leasing Italia ed il nostro Gruppo per investire in tecnologie innovative di Upcycling della plastica a fine vita, restituendo materiali con caratteristiche chimico-fisiche simili a quelle dei polimeri vergini sottolinea Vincenzo Aloe, direttore generale di Crédit Agricole Leasing Italia - Crediamo fortemente nei progetti che contribuiscono all'economia circolare ed abbiamo portato avanti l'iniziativa con successo in sinergia con il nostro Gruppo ed in particolare con il Large Corporate di Roma. Una conferma della nostra volontà di creare maggiore valore attraverso la sostenibilità, in linea con quanto Crédit Agri-

cole Leasing Italia sta promuovendo con il proprio progetto green Ca Greenlease". "Siamo sempre più convinti che sia necessario promuovere l'innovazione della filiera industriale del riciclo: oggi più che mai serve far crescere questo settore, che ha cli fronte a sé sfide importanti stabilite dal legislatore europeo e richieste da un sistema economico che ha ormai imboccato la strada della circolarità e della transizione energetica - afferma Pierroberto Folgiero, Ceo di NextChem e di Maire Tecnimont - In questo campo abbiamo capito che il futuro è oggi: l'Italia ha bisogno di impianti come il nostro: la nostra tecnologia e le nostre capacità ingegneristiche e di abilitatori industriali sono a disposizione di chi crede in questo come un promettente settore di business. La partnership con Crédit Agricole Leasing Italia si inquadra perfettamente in questa nostra linea strategica".

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STAFFETTA QUOTIDIANA Hera con Maire Tecnimont per il riciclo della plastica NextChem (Maire Tecnimont) e Aliplast (gruppo Hera) hanno firmato questa mattina a Bologna un accordo strategico per la fornitura da parte di Nextchem della tecnologia, dell'ingegneria e dei servizi Epc per la realizzazione di un impianto che utilizzerà la tecnologia proprietaria MyReplast per l'upcycling dei rifiuti plastici in prodotti polimerici ad alto valore aggiunto. Costruito su un sito di proprietà del Gruppo Hera, l'impianto farà leva sulla tecnologia MyReplast sviluppata da NextChem, che permette di realizzare polimeri riciclati di elevata purezza e qualità in grado di raggiungere prestazioni chimico/fisiche e meccaniche di alto livello. L'obiettivo dell'impianto è dunque quello di trattare rifiuti plastici post consumo per ricavarne prodotti riciclati "su misura" in forza di caratteristiche e proprietà analoghe a quelle dei polimeri vergini di origine fossile. Una volta a regime, il nuovo impianto — che grazie a Herambiente potrà attingere per il proprio funzionamento a fonti energetiche green — sarà capace di esprimere una produzione di polimeri intorno alle 30mila tonnellate all'anno. Herambiente, con i suoi 90 impianti, è il primo operatore in Italia per volumi di rifiuti trattati. Aliplast è presente con i propri impianti in Francia, Spagna e Polonia ed è leader nella produzione di film flessibili in PE e di lastre in

Pet, con 90mila tonnellate annue di prodotti finiti/polimeri rigenerati in uscita e oltre il 90% di recupero/riciclo rispetto ai volumi lavorati. La partnership con NextChem consentirà ad Aliplast di sfruttare le opportunità del riciclo e compounding per espandersi nel settore di alcune particolari plastiche rigide, come PP, Hdpe e Abs, che il solo riciclo meccanico non consente di trattare in maniera adeguata.

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Sole`Id0IS

Hera e Maire Tecnimont alleate per riciclare la plastica TECNOLOGIE VERDI

Frontiere dell'innovazione: la bresciana AB va in Olanda per il biometano liquefatto Le imprese italiane sono frale prime nelle tecnologie per l'ambiente. La cronaca economicalo confermacon due storie parallele diinnovazione destinata acambiare il modo diprodurre e consumare. Ieri mattina a Bologna il colosso milanese diingegneria Maire Tecnimonte il gruppo Hera hannofirmato un accordo per realizzare un impianto innovativo che partendo da scarti produrrà materiali plastici di qualità.La bresciana AB hafirmato un accordo con l'olandese Stirling Cryogenics per produrre biometano e per liquefarlo in piccoli impianti locali.

Nelcaso della rigenerazione delle materie plastiche l'Aliplast,società trevisana del gruppo Hera leader nel riciclo,realizzerà nelsuo stabilimento un nuovoimpianto che adotterà la tecnologia Myreplast della NextChem,società della Maire Tecnimont dedicata all'ingegneria della transizione energetica.L'Aliplast ha impianti anche in Francia,Spagna e Polonia con 9omila tonnellate annue di plastiche rigenerate. Questa tecnologia, promossa dall'amministratore delegato della Maire Tecnimont Pierroberto Folgiero,fa un lavoro di "upcycling", un termine che potrebbe essere tradotto non come riciclo bensì come "superciclo"perché non si tratta di una semplice rigenerazione bensì di un innalzamento della qualità dei materiali plastici per purezza,qualità e prestazioni.Inoltre la tecnologia Myplast consente di valorizzare

polimericome polipropilene,politilene ad alta densità e Abs che in genere non trovano riciclo. Il nuovo impianto di Aliplast con tecnologia Maire Tecnimontfarà ricorso afontienergetiche rinnovabili della Herambiente e avrà la capacità di produrre 3omila tonnellate di plastica l'anno. Intanto l'AB di Orzinuovi,che ha le tecnologie per estrarre metano facendo fermentare biomasse,si è alleata con la Stirling Cryogenics di Eindhoven(gruppo Hysytech)per liquefare fino a 12 tonnellate al giorno di gas a neutralità climatica e consentirne l'uso come carburante per i camion o come combustibile per impiantiindustriali.Infatti il metano così ottenuto non è fossile e la sua combustione non aggiunge CO2 all'aria. —R.E.I. RIPRODUZIONE RISERVATA

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MF Asse Hera-Maire per un impianto di riciclo plastica di Nicola Carosielli

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uovo asse nell'economia circolare, Herae Maire Tecnimont, b•amitc le rispettive controllate Aliplast e NextChem, uniscono le forze e i know how per la realizzazione di un nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti plastici che sorgerà su un sito di proprietà della multiutility guidata dal presidente esecutivo Tomaso Tommasi di Vigilano. In base all'accordo, NextChetn fornirà la tecnologia, l'ingegneria e i servizi Epe(engineering,procu-

rement and construction) per realizzare l'infra-. struttura che utilizzerà la tecnologia MyReplast, sviluppata dalla controllata del gruppo gu,idatd dal ceo Picrroberto Folgiero, che consente di. realizzare poi:inreri riciclati di elevata purezza e: qualità. In quest'ottica, il futuro impianto, che a:: regime dovrebbe produrre circa 30 mila tonnella te l'annodi polimeri, potrà trattare i rifiuti plastici. post consumo per ricavare prodotti riciclati cori caratteristiche e proprietà analoghe a quelle dei: polimeri. vergini di origine fossile. L'alleanza forza così la leadership di Aliplast n eli'economia' circolare, considerando che l'impianto costituirà. un unicum per il mercato italiano consentendo,'. in aggiunta, all'azienda di espandersi nel tratta-,. mento di particolari plastiche rigide che non possibile affrontare adeguatamente con il Solei` riciclo meccanico.(riproduzione riservata)

Prysmian conferma le stime 2020

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CORRIERE DELLA SERA

Sussurri & Grida

Hera con Maire Tecnimont per il riciclo delle plastiche Accordo per il riciclo delle plastiche tra Maire Tecnimont e il Gruppo Hera. L'intesa prevede un progetto di collaborazione di Aliplast, azienda del gruppo Hera attiva nella raccolta, riciclo e rigenerazione della plastica, con NextChem, societĂ controllata da Maire Tecnimont dedicata allo sviluppo di tecnologie per la transizione energetica. Prevista la realizzazione di un impianto che utilizzi la tecnologia proprietaria MyReplastTM per l'Upcycling dei rifiuti plastici in prodotti polimerici.

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il Resto dei Carlino

Ferrara Ferrara

Il nodo dell'ambiente

Riciclo plastiche,accordo Aliplast-NextChem La società del Gruppo Hera ha stretto un'alleanza strategica per la realizzazione di un impianto con la tecnologia MyReplast

FERRARA Malte Tecnirnont S.p.A. e il Gruppo Hera annunciano che è stato firmato ieri mattina a Bologna un accordo strategico fra Aliplast, società del Gruppo Hera leader nella raccolta, riciclo e rigenerazione della plastica, e NextChem, società del Gruppo Maire Tecnimont dedicata allo sviluppo di progetti e tecnologie per la transizione energetica. L'accordo prevede la fornitura da parte di Nextchem della tecnologia, dell'ingegneria e dei servizi EPC perla realizzazione di un impianto che utilizzerà la proprietaria tecnologia all'avanguardia MyReplastTM per l'Upcycling dei rifiuti plastici in prodotti polimerici ad alto valore aggiunto. SI tratta di una prima collaborazione che intende mettere a fattor comune le eccellenze di realtà che occupano una posizione di leadership nei rispettivi settori. Da una parte il Gruppo Hera,

Il presidente Hera Tommasi di Vignanoe il ceo di NextChem Pierroberto Folgiero

che attraverso i 90 impianti di Herarnbiente - primo operatore in Italia per volumi di rifiuti trattati, vanta un know how importante nella gestione dell'intera filiera ambiente,cui Aliplast contribuisce in misura strategica presidiando in maniera sempre più integrata e circolare il comparto della plastica. Dall'altra

parte il Gruppo Maire Tecnimont, leader mondiale nel settore dell'ingegneria di processo e fortemente impegnato,attraverso la controllata Nextchem, nello sviluppo di progetti e di tecnologie per la transizione energetica ed in particolare per l'economia circolare, secondo un approccio industriale innova-

tivo focalizzato sull'ingegnerizzazione-di processi di trasformazione che permettano di produrre materiali polimerici ad alto valore aggiunto che sostituiscano. effettivamente i materiali vergini prodotti a partire da risorse fossili. Sarà proprio la sinergia fra le competenze e le risorse di queste due grandi realtà-a consentire lo sviluppo di un impianto assolutamente unico nel panorama europeo. Costruito su un sito di proprietà del Gruppo Hera, tale impianto farà leva sulla tecMyRenologia innovativa plastTM sviluppata da NextChem,che permette di realizzare polimeri riciclati di elevata purezza e qualità in grado di raggiungere prestazioni chimico/fiA COSA SERVE L'IMPIANTO

Consentirà di produrre fino a 30 mila tonnellate di polimeri riciclati

siche e meccaniche di alto livello. L'obiettivo dell'impianto è dunque quello di trattare rifiuti plastici post consumo per ricavarne prodotti riciclati"su misura", che rispondano alle richieste di ogni cliente e ai massimi standard di qualità del mercato, in forza di caratteristiche e proprietà analoghe a quelle dei polimari vergini di origine fossile. II tutto operando in modo tale da dare vita a un'esperienza impiantistica di frontiera. Una volta a regime, il nuovo impianto - che grazie a Herarnbiente potrà attingere per il proprio funzionamento a fonti energetiche green - sarà capace di esprimere una produzione di polimeri intorno alle 30 mila tonnellate all'anno. L'impianto garantirà alti standard di sicurezza e avrà caratteristiche innovative quali, ad esempio, la profonda automazione dei processi e l'elevata digitalizzazione in ottica di data analytics, consentendo anche di massimizzare l'efficienza energetica con conseguenti benefici ambientali. R RIPRODUZIONE RISERVATA

Riciclo plastiche, accordo Aliplast-NextChem

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la Nuova Ferrara LA NUOVA FRONTIERA

Intesa tra Hera e NextChem per il riciclo della plastica Firmato ieri l'accordo strategico per produrre polimeri di alta qualità L'obiettivo: realizzare un impianto da trentamila tonnellate l'anno Un nuovo impianto, unico nel panorama europeo, che consentirà di produrre fino a 30mila tonnellate di polimeri riciclati di alta qualità a partire da rifiuti plastici. E questo l'obiettivo ultimo dell'accordo strategico firmato ieri mattina fra Aliplast, la società del Gruppo Hera leader nella raccolta, nel riciclo e nella rigenerazione della plastica, e NextChem, la società del Gruppo Maire Tecnimont dedicata allo sviluppo di progetti e tecnologie per la transizione energetica. L'impianto sarà costruito su un sito di proprietà del Gruppo Hera e utilizzerà la tecnologia innovativa sviluppata appunto da NextChem che permette di realizzare polimeri riciclati di elevata purezza e qualità in grado di raggiungere prestazioni chimico/fisiche e meccaniche di alto livello. Il RICICLO

Si potranno così trattare rifiuti plastici post consumo per ricavarne prodotti riciclati"su misura", che rispondano alle richieste di ogni cliente e ai massimi standard di qualità del mercato, in forza di caratteristiche e proprietà analoghe a quelle dei polimeri vergini di origine fossile. Una volta a regime,il nuovo impianto,che grazie a Herambiente potrà attingere per il proprio funzionamento a fonti energetiche green, sarà quindi capace di esprimere una produzione di polimeri intorno alle 30mila tonnellate all'anno. Inoltre l'impianto garantirà alti standard di sicurezza e avrà caratteristiche innovatiRitaglio

Tomaso Tommasi di Vignano(Hera)e Pierroberto Folgiero(NextChem-Gruppo Maire Tecnimont) ve quali,ad esempio,la profonda automazione dei processi e l'elevata digitalizzazione in ottica di data analytics, consentendo anche di massimizzare l'efficienza energetica con conseguenti benefici ambientali. L'accordo firmato ieri rap-

Collaborazione anche sui progetti di tecnologia ed economia circolare presenta poi una prima collaborazione fra realtà che occupano una posizione di leadership nei rispettivi settori. Ovvero il Gruppo Hera con Aliplast e il Gruppo Maire Tecnimont, che con Nextchem è impegna-

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ta nello sviluppo di progetti e di tecnologie per la transizione energetica ed in particolare per l'economia circolare, secondo un approccio industriale innovativo focalizzato sull'ingegnerizzazione di processi di trasformazione che permettano di produrre materiali polimerici ad alto valore aggiunto che sostituiscano effettivamente i materiali vergini prodotti a partire da risorse fossili. Peraltro, grazie a questo accordo e alla partnership con NextChem, Aliplast, che rappresenta la prima azienda italiana ad aver raggiunto la piena integrazione lungo tutto il ciclo di vita della plastica e a gestire in completa autonomia e indipendenza il suo ciclo integrato, potrà sfruttare le opportunità del riciclo e comdel

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pounding per espandersi nel settore di alcune particolari plastiche rigide, come Pp, Hdpe e Abs,che il solo riciclo meccanico non consente di trattarein maniera adeguata. L'obiettivo è quello di continuare a servire i propri clienti offrendo loro uno spettro sempre più ampio di plastiche ricidate di alta qualità,in direzione di modelli avanzati di economia circolare che siano in linea non soltanto con i target di Ue e Onu,ma anche con il New Plastics Economy Global Commitment della Fondazione Ellen MacArthur, importante network internazionale sull'economia circolare di cui il Gruppo Hera,soprattutto grazie ad Aliplast,è membro.

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GIOVANNA CORRIERI ÚRIPMLIUMNEMVATA

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Ecinomy

I tempi sono maturi per una boccata di... idrogeno A vent'anni dalle proiezioni visionarie di Jeremy Rifkin, le tecnologie di stoccaggio ed elettrolisi consentono di compiere finalmente un reale passo in avanti nel processo di transizione energetica di Píerroberto Folgiero*

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processi di decarbonizzazione che vanno messi in campo per riuscire a contenere l'aumento della temperatura del pianeta devono prevedere la sostituzione di un numero vastissimo di tecnologie impiantistiche nate nei passati decenni sulla base di feedstock di origine fossile. Una vera "rivoluzione impiantistica industriale" che apre un fronte di enormi opportunità di innovazione e di business. Uno dei paradigmi di cui si sta molto parlando è quello di una conversione del sistema energetico - per gli usí industriali, dei trasporti e civili in cui accanto all'energia elettrica da fonti rinnovabili si faccia strada l'utilizzo del vettore idrogeno low o zero carbon. Parliamo di: un idrogeno detto blue, prodotto con tecnologie tradizionali ma con cattura della CO2 - dunque riducendo le emissioni climalteranti in atmosfera; un idrogeno green, prodotto da elettrolisi utilizzando fonti di energia rinnovabile - la soluzione ottimale in termini ambientali, ma la cui produzione pone ancora problemi in termini di costi e di continuità di approvvigionamento energetico; o un idrogeno 'circolare', prodotto con processi che partono da rifiuti dei quali viene recuperato il contenuto di carbonio e idrogeno attraverso tecnologie di conversione chimica. Oggi, a vent'anni di distanza dalle proiezio-

L'AUTORE, PIERRORERTO EOu]i

ni anticipatrici e visionarie di Jeremy Rifkin, rinnovabili, il processo industriale può adsembra che i tempi possano essere maturi. dirittura raggiungere la neutralità carbonica Oggi ci sono tecnologie di stoccaggio, miglioanche della fase di produzione. ll costo di ri tecnologie di elettrolisi e piattaforme tecproduzione è competitivo rispetto all'idronologiche nuove, come quella che propone geno convenzionale da fonte fossile, potendo NextChem per la produzione dell'idrogeno contare sul delta rappresentato dal costo di circolare, che consentono di realizzare imsmaltimento. Gli impianti per la sua produpianti sicuri, che hanno considerevoli vanzione - con tecnologie già oggi cantierabili taggi ambientali non solo dal punto di vista - possono essere collocati in siti industriali dell'impatto sul clima, ma anche in ottica tradizionali energivori come le raffinerie e di economia circolare, risolvendo anche il possono essere funzionali alla loro decarproblema del recupero di volumi enormi di bonizzazione, e magari in prossimità di imscarti plastici che ad oggi non hanno collocapianti di selezione e trattamento dei rifiuti, in zione. modo da ottimizzare la logistica di approvviL'idrogeno ha tanti utilizzi quanti ce ne posgionamento, riducendo ancora di píù l'imsono essere nell'industria, nella mobilità e pronta ambientale e creando un sistema virnella vita civile. È quello che si chiama un butuoso "a km zero'. ilding block della chimica: un prodotto-base Nel 2025 si stima che il 23% dell'energia in per realizzare più o meno tutto quello che Europa verrà dall'idrogeno. L'Unione Euroabbiamo quotidianamente attorno a noi. pea ha lanciato la sua strategia, dimostranL'idrogeno prodotto do ancora una volta L'IDROGENO PRODOTTO DA RIFIUTI da rifiuti, prevalentela volontà di porsi PREVALENTEMENTE PLASTICI PURO mente plastici, è un in una posizione di E CONSENTE UNA NETTA RIDUZION idrogeno puro, che su questi avanguardia DELL'IMPRONTA CARBONICA viene da un processo temi, a livello montecnologicamente consolidato; quando imdiale. Ogni Paese è chiamato a dotarsi di una piegato in sostituzione dell'idrogeno 'grigio', sua strategia, sull'idrogeno. L'Italia dovrà l'idrogeno circolare consente una riduzione farlo. Un nuovo scenario a idrogeno porta importante dell'impronta carbonica. Se viecon se' investimenti in ricerca, occupazione ne prodotto utilizzando nel processo anche e sviluppo industriale. La Germania ha stanaltro idrogeno proveniente da elettrolisi da ziato 9 miliardi, la Francia ne ha stanziati 7,

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Economy l'Italia si legge che potrebbe stanziarne 3. L'Italia potrebbe giocare un ruolo molto più ambizioso in questa partita; per farlo deve non solo supportare la filiera con incentivi e defiscalizzazione in misura adeguata, ma soprattutto deve fornire un quadro normativo chiaro e abilitante. In Europa le proiezioni danno una capacità complessiva di elettrolisi di 40GW per il 2030, con 6.800 km di pipeline, che diventeranno 23.000 entro il 2040 (il 75% dei quali saranno reti gas convertite). L'Italia, nella geografia prospettica delle stime di sviluppo del settore, al momento risulta non pervenuta. Oggi, delle 70 milioni di tonnellate di idrogeno prodotte la quota prevalente è da steam reforming, utilizzando una fonte di origine fossile, il gas naturale. Questo tipo di idrogeno (detto grey), che da solo oggi rappresenta circa il 75% della produzione mondiale di NEL 2025 SI STIMA CHE IL 23% DELL'ENERGIA PRODOTTA IN EUROPA ERRA DALL'IDROGENO E NEL 2030 LA CAPACIT'PRODUTTIVA SAR DI 40G idrogeno, si stima sia responsabile, insieme a quello generato dal carbone, di quasi il 3% delle emissioni globali di CO2. Questo perché il carbonio contenuto nella fonte fossile viene direttamente scaricato all'atmosfera durante il ciclo produttivo. Per ogni kg cli idrogeno da steam reforming si immette in atmosfera 10 chilogrammidi CO2.Se vogliamo attuare una strategia che abbia un impatto in modo rapido sul taglio delle emissioni, non possiamo aspettare molti anni: occorre immaginare una strategia graduale, che veda l'implementazione non solo delle infrastrutture necessarie (su scala internazionale), ma anche di soluzioni "di passaggio", già disponibili oggi, come l'idrogeno circolare. NextChem sta studiando tecnologie innovative anche per superare i problemi tecnici relativi al sequestro della CO2 e sviluppare soluzioni per il suo riutilizzo. La nostra tecnologia Super Blue porta a un ulteriore livello

successivo il concetto di blue hydrogen,introducendo come aspetto innovativo l'utilizzo di energia rinnovabile come mezzo alternativo per il processo termico dei forni. Questo approccio permette di ridurre del 50% la generazione di CO2 durante la produzione, facilitandone quindi il recupero totale. La collaborazione tra filiere industriali diverse, tra università e industria, tra industria e istituzioni, è la chiave dello scenario futuro. In Italia il'Tavolo Idrogeno'istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico è un'iniziativa alla quale anche la nostra azienda ha preso parte e volentieri continueremo a dare la nostra collaborazione alla ripresa dei lavori. Abbiamo aderito anche alla European Clean Hydrogen Alliance, l'alleanza creata dalla Commissione Europea per svolgere un ruolo centrale nella discussione su tutti gli aspetti di produzione e trasmissione dell'energia, sulla mobilità e sull'industria. Lo sviluppo di un sistema a idrogeno richiede investimenti, una forte volontà politica e un approccio sinergico e intersettoriale, in quanto quello che si prospetta è un cambiamento radicale delle tecnologie impiantistiche industriali e delle reti di trasporto e distribuzione, su un piano che non può essere che sovranazionale. Serve dunque una visione complessiva di sistema. Per sviluppare il mondo dell'idrogeno bisogna innescare sinergie tra settori - energetico, manifatturiero, dei trasporti - molto diversi tra loro e mettere insieme filiere distanti che si devono parlare e che devono uniformare linguaggi, conoscenze, condividere dati e informazioni, creare sinapsi del tutto nuove. Quello che abbiamo oggi, vent'anni dopo Rifkin, è, forse, la capacità di mettere insieme questi mondi così diversi per creare una visione dí sistema: oggi ci aiuta la digitalizzazione, la facilità nello scambio delle conoscenze, e l'urgenza di agire adesso, subito, per produrre effetti che si vedranno, speriamo,tra qualche anno. 'ceo di Maire Tecnimont e della controllata NextChem

AZIENDE PARTECIPANTI

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COMPAGNIE

ENERGIA RINNOVABILE 6 GW 40 GW (EU) +40 GW (EXTRA UE)

RIDUZIONE DELLE EMISSIONI ANNUALI

CO2,'9 MILIONI DI TONNELLATE

90 MILIONI DI TONNELLATE

INVESTIMENTI 5-9 MILIARDI

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DI EURO

26-44 MILIARDI DI EURO IEUROPEAN CLEAN HYDROGEN ALLIANCC-I

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plast

► L'accordo firmato rientra nella strategia a lungo termine che porterà Eni ad affermarsi come leader nella produzione e commercializzazione di prodotti decarbonizzati

Accordo tra Eni e NextChem A un anno dal primo accordo, Eni e NextChem, la controllata di Maire Tecnimont per la chimica verde, rafforzano la loro partnership. Ai progetti di ingegneria in corso per la realizzazione di un impianto "Waste to Hydrogen", finalizzato alla produzione di idrogeno presso la bioraffineria Eni di Venezia, a Porto Marghera, e al progetto "Waste to Methanol"perla produzione di metano% nella raffineria Eni a Livorno, oggi si aggiunge un ulteriore tassello a Taranto. Nelle aree della raffineria fonica si punta infatti a verificare la fattibilità di un impianto per la produzione di gas di sintesi da plasmix e CSS, mediante un processo di riciclo chimico.

Il gas sarà successivamente raffinato in due flussi indipendenti: idrogeno, che potrebbe essere destinato alla raffineria Eni per alimentare i processi di idrodesolforazione dei carburanti, e un gas ricco di ossido di carbonio che potrebbe essere impiegato in acciaieria, sia nei processi in altoforno che nelle nuove tecnologie ORI(Direct Reduced lron). Questo offrirebbe un contributo importante anche alla decarbonizzazione dell'industria siderurgica. NextChem sta finalizzando gli aspetti relativi all'applicazione industriale dell'iniziativa. Un gruppo di lavoro congiunto tra le due società verificherà la fattibilità tecnica, economica e dei flussi dell'impianto. Rilevante sarà anche il coinvolgimento delle istituzioni del territorio.

NEWS COnI0MIA Al via W macchina öryanisativa di Plast2021

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AT

la Repubblica "Viari&Finanza

Maine Tecnimont-Hera

Prodotti su misura dalla plastica nasce un'alleanza U

n impianto in grado di trattare rifiuti plastici post-consumo per ricavarne prodotti riciclati "su misura",che rispondano alle richieste del singolo cliente e ai massimi standard di qualità del mercato.Sarà questo uno dei frutti della collaborazione avviata da Maire Tecnimont e gruppo Hera, tramite le controllate NextChem (che sviluppa progetti e tecnologie perla transizione energetica) e Aliplast (raccolta, riciclo e rigenerazione della plastica). L'accordo prevede la fornitura da parte di Nextchem della tecnologia, dell'ingegneria e dei servizi epc (ingegneria, appalti e costruzione) per la realizzazione di un impianto che utilizzerà una tecnologia all'avanguardia per l'upcycline dei rifiuti plastici in prodotti polimerici ad alto valore aggiunto. L'impianTomaso to-alimentato da fonti rinnovabiTommasi di li - avrà un potenziale di produVignano(Gruppo zione dei polimeri intorno alle 30 Hera)e a destra mila tonnellate all'anno. Tra le Pierroberto sue caratteristiche,la diffusa autoFolgiero mazione dei processi e l'elevata di(Gruppo Maìre gitalizzazione in ottica di data Tecnimont) analytics, consentendo anche di massimizzare l'efficienza energetica con conseguenti benefici ambientali. Grazie a quest'accordo,Aliplast intende dare nuovo slancio al suo impegno nel comparto del riciclo e della rigenerazione dei materiali plastici, business nel quale è attiva con i propri impianti anche in Francia,Spagna e Polonia. La partnership con NextChem,consentirà ad Aliplast di sfruttare le opportunità del riciclo per espandersi nel settore di alcune particolari plastiche rigide, che il solo riciclo meccanico non consente di trattare in maniera adeguata. Accordicome questo,spiega Tomaso Tommasi di Vignano, presidente esecutivo di Hera, «consentono di mettere a sistema le eccellenze e i punti di forza di quegli attori che possono davvero fare la differenza nella transizione verso modelli di sviluppo sempre più sostenibili». Quindi ricorda come la plastica abbia «bisogno di un'industria del riciclo che sappia puntare con forza su tecnologia e innovazione».-l.d.o. ORIPNOOUTIONE RISERVAiR

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STAFFETTA QUOTIDIANA Nextchem, accordo con Indian oil Industrializzare il settore dell'economia circolare in India.

È l'obiettivo del protocollo d'intesa firmato da NextChem (gruppo Maire Tecnimont) e Indian Oil, finalizzato allo sviluppo di progetti industriali basati sulle tecnologie proprietarie di NextChem. I progetti saranno focalizzati sul riciclo delle plastiche, sulla produzione di carburanti da materie prime rinnovabili e sulla produzione di carburanti e prodotti chimici circolari a partire dai rifiuti non riciclabili. Indian Oil è l'ente petrolifero nazionale indiano, con attività che coprono l'intera catena del valore dell'industria dell'energia, nel settore petrolifero, del gas naturale e delle fonti di energia rinnovabile. Sulla base dell'accordo, Indian Oil e NextChem esploreranno insieme opportunità per la valorizzazione dei rifiuti plastici utilizzando le tecnologie di NextChem per l'upcycling di rifiuti plastici e per soluzioni waste-to-che-

mical. NextC hem, grazie alla solida e storica presenza del Gruppo Maire Tecnimont in India (con oltre 2.200 ingegneri e circa 3.000 professionisti E&I a Mumbai), può garantire le soluzioni tecnologiche e il migliore know-how per lo sviluppo e l'esecuzione dei progetti. L'accordo è una delle iniziative strategiche di collaborazione tra India e Italia volte a consolidare ulteriormente i rapporti commerciali e industriali tra i due Paesi, che saranno presentate durante il summit digitale bilaterale previsto questa settimana tra i rispettivi primi ministri. Indian Oil è impegnata nello sviluppo di un modello di business sostenibile per implementare un ecosistema circolare dei rifiuti plastici, nell'ambito dell'iniziativa 'Plastic Neutrality Initiative', e sta ricercando partner che possano contribuire alla gestione del fine ciclo di vita dei prodotti plastici nel Paese.

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Nasce l'impianto della plastica del futuro

Nasce l'impianto della plastica delfuturo Maire Tecnimont e il Gruppo Hera hanno firmato a Bologna un accordo fra due loro controllate: Aliplast e NextChem. Consentirà lo sviluppo di una struttura unica in Europa BOLOGNA Si può dire che la sfida del futuro del green è nel "più green". Ed è per questo che Maire Tecnimont e il Gruppo Herahannofirmato a Bologna un accordo fra due loro controllate: Aliplast (società di IIerambiente che si occupa di raccolta, riciclo e rigenerazione della plastica) e NextChem (società di Maire Tecnimont dedicata allo sviluppo di progetti e tecnologie per la transizione energetica). Ma qualè il senso del "più green",dunque della sostenibilità all'ennesima potenza? L'accordo prevede la fornitura da parte di NextChem della tecnologia, dell'ingegneria e dei servizi legati al Contratto di prestazione energetica (Epc) per realizzare un impianto che utilizzerà la tecnologia MyReplast per l'upcycling dei rifiuti plastici

in prodotti polimerici ad alto valore aggiunto. In pratica, l'upcycling è l'evoluzione "pro" del recycling (il riciclo), quindi con la possibilità di trasformare un rifiuto in un bene che viene valorizzato e riusato. Sarà proprio la sinergiafrale competenze ele risorse di queste due realtà a consentire lo sviluppo di un impianto unico in Europa. Costruito su un sito di proprietà del Gruppo Fiera,realizzerà polimeri riciclati di elevata purezza e qualità in grado di raggiungere prestazioni chimiche,fisiche e meccaniche di altolivello.L'obiettivo dell'impianto è dunque quello di trattare rifiuti plastici post consumo per ricavarne prodotti riciclati"su misura". Una volta a regime,il nuovo impianto sarà capace di esprimere una produzione di polimeriintorno alle 30 mila tonnellate all'anno.

Tomaso Tommasi dl Vignano, Presidente Esecutivo del Gruppo Hera,e Plerroberto Falglero, CEO di NextChem e del Gruppo Maire Tecnimont

Nasce l'impianto della plastica del futuro IL MONDO GAEEN A ECOMONDO E KEY ENERG Un toni,o'green' di alla qualità abeper lepla,dldn' rigide

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Corriere Romagna Edizione di Rimini e San Marino

Nasce l'impianto della plastica del futuro

Nasce l'impianto della plastica delfuturo Maire Tecnimont e il Gruppo Hera hanno firmato a Bologna un accordo fra due loro controllate: Aliplast e NextChern, Consentirà lo sviluppo di una struttura unica in Europa

BOLOGNA Sipuò dire che la sfida delfuturo del green è nel"più green". Ed è per questo che Maire Tecnimont e il Gruppo Herahannofirmato a Bologna un accordo fra due loro controllate: Aliplast (società di Herambiente che si occupa di raccolta, riciclo e rigenerazione della plastica) e NextChem (società di Maire Tecnimont dedicata allo sviluppo di progetti e tecnologie per la transizione energetica). Ma qualè il senso del "più green",dunque della sostenibilità all'ennesima potenza? L'accordo prevede la fornitura da parte di Nextchem della tecnologia, dell'ingegneria e dei servizi legati al Contratto di prestazione energetica(Epc) per realizzare un impianto che utilizzerà la tecnologia MyReplast per l'upcycling dei rifiuti plastici

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in prodotti polimerici ad alto valore aggiunto. In pratica,l'upcycling è l'evoluzione "pro" del recycling (il riciclo), quindi con la possibilità di trasformare un rifiuto in un bene che viene valorizzato e riusato. Sarà proprio la sinergiafrale competenze ele risorse di queste due realtà a consentire lo sviluppo di un impianto unico in Europa. Costruito su un sito di proprietà del Gruppo Hera,realizzerà polimeririciclati di elevata purezza e qualità in grado di raggiungere prestazioni chimiche,fisiche e meccaniche di altolivello.L'obiettivo dell'impianto è dunque quello di trattare rifiuti plastici post consumo per ricavarne prodottiricidati"su misura". Una volta a regime,il nuovo impianto sarà capace di esprimere una produzione di polimeriintorno alle 30 milatonnellate all'anno.

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Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente Esecutivo del Gruppo Hera,e Pierroberto Folgiero, CEO di NextChem e del Gruppo MaĂŹre Tecnimont

Nasce l'impianto della plastica deifuturo

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ii Resto del Carlino

Rimini

11 futuro del riciclo della plastica Siglato un accordo o fra Aliplast, società del Gruppo Hera, e NextChem per un impianto unico in Europa E'un periodo decisivo per il riciclo della plastica, settore dove esistono margini di miglioramento, vista la ancora alta percentuale di plastica che finisce della raccolta indifferenziata: Un'intesa per costruire un impianto in grado di produrre 30mila tonnellate all'anno di polimeri riciclati di alta qualità. Aliplast e NextChem,società rispettivamente del gruppo Hera e di Maire Tecnimont Spa, hanno siglato un accordo strategico che prevede la fornitura, da parte di NextChem, della tecnologia, dell'ingegneria e dei servizi Epc per la realizzazione di un impianto che utilizzerà la tecnologia proprietaria MyReplast per l'Upcycling dei rifiuti plastici in prodotti polimerici ad alto valore aggiunto. L'impianto, costruito su un sito di proprietà di Hera, farà leva sulla tecnologia sviluppata da NextChem per realizzare polimeri riciclati di elevata purezza e qualità in grado di raggiungere prestazioni chimico/fisiche e meccaniche di alto livello. «La strada indicata da partnership come questa - commenta Tomaso Tommasi di Vignano, presidente esecutivo di Hera - è fondamentale per mettere a sistema le eccellenze e i punti di forza di quegli attori che posso-

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L'impianto sarà costruito su un sito di proprietà di Hera

no davvero fare la differenza nella transizione verso modelli di sviluppo sempre più sostenibili». Pierroberto Folgiero, ceo di NextChem e del gruppo Maire Tecnimont, sottolinea come l'accordo rappresenti «il primo grande risultato della nostra strategia di sviluppo dell'Upcycling dei rifiuti plastici mediante la nostra tecnologia MyReplast che ha preso avvio con il nostro impianto industriale di Bedizzole e che punta al sistema europeo e internazionale». L'impianto sarà all'avanguardia sia per le sue caratteristiche ingegneristiche, sia perché riceverà e tratterà plastiche diver-

se, come il polipropilene e il polietilene ad alta densità, il polistirene e l'Abs, e lo farà realizzando polimeri di altissima qualità, dalle caratteristiche sostanzialmente analoghe a quelle delle corrispondenti plastiche vergini, in modo tale da poter soddisfare i mercati qualitativamente più esigenti. IMPIANTO ALL'AVANGUARDIA

Sia per le sue caratteristiche ingegneristiche,sia perché riceverà e tratterà plastiche diverse

Ivalori aggiunti sono sostanzialmente due, uno di tipo industriale e uno di tipo ambientale. Da un punto di vista industriale, unendo questo impianto agli altri di cui già dispone, Aliplast copre in maniera performante l'intero spettro delle plastiche avviabili a riciclo industriale, raddoppiando i propri prodotti a catalogo e garantendo per ciascuno di essi livelli di altissima qualità, che in Italia non hanno eguali. Attraverso Aliplast, cioè, il Gruppo Hera non sarà solo l'unica multiutility italiana a essere presente nella produzione industriale di plastica riciclata, ma sarà anche l'unica a farlo su tutte le plastiche e l'unica a farlo con questi livelli di qualità. Da un punto di vista ambientale, impianti di questo tipo permettono a determinati comparti produttivi, un tempo obbligati a usare polimeri vergini, di utilizzare polimeri riciclati. Il monitor del computer, la lavastoviglie e altri prodotti di questo tipo, che hanno bisogno di plastiche esteticamente molto performanti, possono così diventare più sostenibili, perché le linee di produzione che li realizzano non saranno più obbligate a intaccare le riserve di petrolio e potranno anzi mantenere altissimi livelli di qualità servendosi, finalmente, di plastica riciclata.

II futuro del riciclo della • lastlea

Primo rifornimento bio Il farburerre pulito

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STAFFETTA QUOTIDIANA Maire Tecnimont, nasce My Rechemical per il waste to chemical La società del gruppo Maire Tecnimont per la transizione energetica, NextChem, rafforza la sua struttura societaria con la nuova società controllata MyRechemical, interamente dedicata alle tecnologie di conversione chimica dei rifiuti per la produzione di idrogeno, metanolo, etanolo e derivati "circolari". È quanto si legge in un comunicato del gruppo. MyRechemical è "una nuova società interamente controllata dedicata alla valorizzazione chimica delle plastiche non riciclabili e ai processi Waste to Chemical. "Con questa ulteriore iniziativa NextChem può offrire su scala industriale una piattaforma completa e integrata per il recupero di tutte le tipologie di rifiuti plastici", spiega la nota. Il portafoglio tecnologico di MyRechemical consente la produzione di diversi prodotti chimici e carburanti circolari, a basso impatto carbonico e alto valore aggiunto. I prodotti circolari ottenuti dal recupero mediante conversione chimica dei rifiuti consentono un abbattimento delle emissioni di CO, quando usati in sostituzione di prodotti derivati da idrocarburi e permettono di evitare le

emissioni prodotte dall'incenerimento dei rifiuti, incrementandone invece il tasso di riciclo. L'iniziativa di NextChem giunge "a seguito dell'importante positivo riscontro ottenuto su proposte connesse al Waste to Chemical (su cui l'azienda è al lavoro per diversi progetti con oil companies, tra cui Eni): da qui l'esigenza di creare una entità giuridica dedicata nella quale concentrare le competenze tecniche necessarie per lo sviluppo e la commercializzazione di una soluzione tecnologica che riscuote sempre maggiore interesse sul mercato". Amministratore delegato è Giacomo Rispoli, già responsabile del Waste to Chemical in NextChem, figura di pluridecennale esperienza nel settore Oil&Gas e delle tecnologie per l'industria e la transizione energetica. Cuore del processo è la conversione chimica del carbonio e dell'idrogeno contenuti nei rifiuti (plasmix, CSS, frazione secca) mediante ossidazione parziale e successiva purificazione, da cui si ottiene un gas di sintesi a basso contenuto carbonico, in grado di essere convertito, con opportune estensioni di processo, in idrogeno, meta-

nolo, etanolo e derivati, prodotti a più basso tenore di carbonio rispetto a quelli da fonti fossili, che possono essere ricompresi nella categoria dei carburanti ad alta sostenibilità. Questa soluzione mette insieme i vantaggi ambientali dell'economia circolare e quelli della decarbonizzazione e si sposa con l'esigenza di riconversione delle raffinerie di tutto il mondo, processo necessario in un'ottica di transizione energetica dalle fonti fossili alle energie rinnovabili per il contenimento dell'aumento della temperatura del pianeta e dei cambiamenti climatici ad esso correlati. "Oggi tramite MyRechemical NextChem è in grado di proporre una piattaforma concreta e immediatamente cantierabile per la riconversione di siti industriali tradizionali mediante la chimica verde" dichiara Pierroberto Folgiero, Ceo di NextChem e del Gruppo Maire Tecnimont. "La grande disponibilità di rifiuti solidi urbani e plastiche non riciclabili li rende un "Nuovo Petrolio" che va valorizzato: grazie alla nostra ingegneria nella chimica dei rifiuti, è possibile ricreare la chimica del carbonio senza più partire da idrocarburi".

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Economia dei CORRIERE DELLA SERA

Plastica riciclata e di alta qualità: Hera accelera N ascerà in Emilia Romagna un nuovo impianto Hera che permette di realizzare polimeri riciclati di elevata purezza e qualità, in grado di raggiungere prestazionichimico-fisichee meccaniche elevate.L'impianto tratterà i rifiuti plastici per ricavarne prodotti riciclati «su misura»,in grado dirispondere ai massimi standard di qualità viste le caratteristiche e le proprietà simili a quelle dei polimeri vergini di origine fossile. Una volta a regime,il nuovo impianto — che funzionerà con fonti energetiche green — produrrà 30 mila tonnellate di polimeri l'anno.L'hub garantirà alti standard di sicurezza e avrà caratteristiche innovative quali, ad

esempio,la profonda automazione dei processi e l'elevata digitallzzazione In ottica di data analytics, consentendo anche di massimizzare l'efficienza energetica con conseguenti benefici ambientali. La realizzazione è stata resa possibile grazie ad un accordo tra Aliplast,socie' tà della multiutility emiliana, leader nella raccolta, riciclo e rigenerazione L'alleanza della plastica, e NextChem (Maire TecTomaso Tommasi di nimont)specializzata in tecnologie ed Vignano, presidente di ingegneria per la transizione energetiLa multiutility Hera. ca. è entrata nell'Alleanza L'accordo segue un approccio di ecoper l'economia circolare nomia circolare estremamente innovalo scorso settembre tivo localizzato sullingegnerizzazione

di processi di trasformazione che permettono di produrre materiali polimerici ad alto valore aggiunto che sostituiscono effettivamente i materiali vergini prodotti a partire da risorse fossili. «La plastica ha bisogno di un'industria del ricino che sappia puntare con forza su tecnologiae innovazione,pervincere la sfida di quelle plastiche difficili che il riciclo meccanico non riesce a trattare con successo»,spiegaTomasoTommasi di Vignano,presidente esecutivo del gruppo Hera. Sempre in tema di rifiuti, un altro esempioeccellente è l'impiantodi Sane'Agata Bolognese che tratta, ogni anno,centomila tonnellate dirifiuti orga-

nici prodotti dalla raccolta differenziata e altre 35 mila tonnellate derivanti dalla raccolta di verde e potature. Grazie a innovative tecnologie di digestione anaerobica, si ottengono così ogni anno 7,5 milioni di metri cubi di biometano, utilizzato come carburante green per il trasporto pubblico e privato. Inoltre, con la proposta multiservizio Hera Business Solution, il gruppo è in grado di supportare le grandi aziende, dalla gestione evalorizzazione dei rifiuti industriali, alla fornitura di energia, gas e energia green,all'efficientamento energetico e del ciclo idrico, servizi di facility e di information technology. Tra le imprese che hanno scelto Hera Business Solution c'è Fruttagel,specializzata nella trasformazioneindustriale di ortofrutta fresca. Ba.MITI. RIPRODUTIUNE RISERVATA

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Maire Tecnimont, ordini per6 miliardi IMPIANTISTICA

Marginalità stabile al6% nonostante l'effetto Covid su ricavi e profitti L'effetto di trascinamento della variabile Covid sulportafoglio ordini in essere e su quello in via di composizione condiziona ancora i conti di Maire Tecnimont. Il gruppo,attivo nell'ingegneriaimpiantisticalegata all'oil&gas,chiude i nove mesicon ricaviin calo del 22,7% a1,87miliardi,mentre l'utile netto scende del 61,7%,zavorrato anche da onerifinanziari(in parte legati a strumenti derivati)superiori rispetto a quelli messi a bilancio nello stesso periodo dell'anno precedente.La marginalità resta comunque stabile,al6%,rispetto ai due trimestri precedenti mentre la posizione finanziaria è

negativa per 227,8 milioni.Il portafoglio ordiniè di6 miliardi,dicui circal'8o% costituito da progettidi gas monetization ed energytransition,mentre il petrolio è sceso al 20%.«Quest'anno abbiamo già incamerato i,8 miliardi di nuovi ordini nonostante il Covid » spiega l'ad Pierroberto Folgiero,fiducioso per un ulteriore irrobustimento nel 2021,conlo scongelamento di molti processi di assegnazione di nuovi progetti bloccati dalla paura del virus: «gli investimenti sono molle -spiega-,puoicomprimerle ma una certo punto le devi rilasciare».Per il prossimo trimestre sono attesi volumi «significativamente superiori», mentre proseguelastrategia dirifocalizzazione sulla piattaforma green della controllata NextChem(chimica verde e tecnologie a supporto della transizioneenergetica). —M.Me. RIPRODUZIONE RISERVATA.

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MF Maire Tecnimont accelera sul green di Ugo Brizzo aireTccniniont ha chiuso i primi nove mesi dell'anno con un utile di 31,6 milioni di curo, in calo del 61.7% rispetto. agli 82,5 milioni dell'analogo periodo del 2019.1 ricavi, informa una nota diramata ieri dal gruppo ingegneristico guidato dall'animi,. nistratore delegato Pierroberto l3olgiero, si sono attestati a 1,87 miliardi, mentre l'ebitdaè ammontato a 112,5 milioni, in recupero rispetto al trimestre precedente.11 portafoglio ordini è di()miliardi, di cui circa 80% nella gas monetization e energy transition: i nuovi ordini per 1,8 miliardi,di cui circa 854 nella gas monetization e energy transition. Da segnalare che ieri il titolo Maire Tecninxmt ha chiuso in calo del 4,7% a 1,33 curo,(riproduzione riservata)

Scalo Romana a Colina-Covivio

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GAllETTA DI MODENA IMPIANTO UNICO A LIVELLO EUROPEO

Nuova frontiera del recupero: dalla plastica il super polimero Nei giorni scorsi siglata l'intesa tra Hera e Maire Tecnimont: attraverso le controllate attiveranno una collaborazione per il riciclo "su misura" Nei giorni scorsi a Bologna è stato filmato un accordo strategico fra Aliplast, società del Gruppo Hera leader nella raccolta,riciclo e rigenerazione della plastica, e NextChem, società del Gruppo Maire Tecnimontdedicata allo sviluppo di progetti e tecnologie per la transizione energetica. L'intesa prevede la fornitura da parte di Nextchem della tecnologia, dell'ingegneria e dei servizi EPC per la realizzazione di un impianto che utilizzerà la tecnologia proprietaria all'avanguardia MyReplastTM perl'Upcycling dei rifiuti plastici in prodotti polimerici ad alto valore aggiunto. Si tratta di una prima collaborazione che intende mettere a fattor comune le eccellen-

ze di realtà che occupano una posizione di leadership nei rispettivi settori. Da una parte Hera, che attraverso i 90 impianti di Herambiente (primo operatore in Italia per volumi di rifiuti trattati) vanta un know how importante nella gestione dell'intera filiera ambiente,cui Aliplastcontribuisce in misura strategica presidiando in maniera sempre più integrata e circolare il comparto della plastica. Dall'altra parte il Gruppo Maire Tecnimont, leader mondiale nel settore dell'ingegneria di processo e fortemente impegnato, attraverso la controllata Nextchem, nello sviluppo di progetti e di tecnologie per la transizione energetica ed in particolare per l'economia circolare, se-

condo un approccio industriale innovativo focalizzato sull'ingegnerizzazione di processi di trasformazione che permettano di produrre materiali polimerici ad alto valore aggiunto che sostituiscano effettivamente i materiali vergini prodotti a partire da risorse fossili. Sarà proprio la sinergia fra le competenze e le risorse di queste due realtà a consentire lo sviluppo di un impianto assolutamente unico nel panorama europeo. Costruito su un sito di proprietà Hera, farà leva sulla tecnologia innovativa MyReplastTM sviluppata da NextChem, che permette di realizzare polimeririciclati di elevata purezza e qualità in grado di raggiungere prestazioni chimi-

La fabbrica sarà ad alimentazione green e potrà produrre fino a 30mila tonnellate annue

co/fisiche e meccaniche di alto livello. L'obiettivo dell'impianto è dunque quello di trattare rifiuti plastici post consumo per ricavarne prodotti riciclati "su misura", che rispondano alle richieste di ogni cliente e ai massimi standard di qualità del mercato, in forza di caratteristiche e proprietà analoghe a quelle dei polimeri vergini di origine fossile. Il tutto operando in modo tale da dare vita a un'esperienza impiantistica difrontiera. Una volta a regime,il nuovo impianto,ad alimentazione green da parte di Herambiente, sarà capace di esprimere una produzione di polimeniintorno alle 30mila tonnellate affanno.Il tutto attraverso alti standard di automazione dei processi e di digitalizzazione.

CRONACA

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Differenziata, Modena a piccoli passi E per il nuovo porla a porla" Si vedrà

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,avocea,amrtco MYRECHEMICAL Dedicata alla valorizzazione chimica delle plastiche

Nextchem cresce in "circolare" NextChem cresce nell'economia circolare. La società di Maire Tecnimont per la transizione energetica lancia MyRechemical,interamente controllata e dedicata alla valorizzazione chimica delle plastiche non riciclabili e ai processi "Waste to Chemical". Con questa ulteriore iniziativa NextChem può offrire su scala industriale una piattaforma completa e integrata per il recupero di tutte le tipologie di rifiuti plastici. Il portafoglio tecnologico di MyRechemical consente la produzione di diversi prodotti chimici e carburanti circolari, a basso impatto carbonico e alto valore aggiunto. I prodotti circolari ottenuti dal recupero mediante conversione chimica dei rifiuti consentono un abbattimento delle emissioni di CO2 quando usati in sostituzione di prodotti derivati da idrocarburi e permettono di evitare le emissioni prodotte dall'incenerimento dei rifiuti, incrementandone invece il tasso di riciclo. L'iniziativa di NextChem giunge a seguito dell'importante positivo riscontro ottenuto su proposte connesse al Waste to Chemical(su cui l'azienda è allavoro per diversi pro-

getti con oil companies, tra cui Eni): da qui l'esigenza di creare una entità giuridica dedicata nella quale concentrare le competenze tecniche necessarie per lo sviluppo e la commercializzazione di una soluzione tecnologica che riscuote sempre maggiore interesse sul mercato. Amministratore delegato è Giacomo Rispoli, già Responsabile del Waste to Chemical in NextChem. La piattaforma è frutto di un lavoro di integrazione tra diverse tecnologie, alcune proprietarie e altre per le quali la società ha accordi di licensing. Cuore del processo è la conversione chimica del carbonio e dell'idrogeno contenuti nei rifiuti (plasmix, Css,frazione secca)mediante ossidazione parziale e successiva purificazione, da cui si ottiene un gas di sintesia basso contenuto carbonico,in grado di essere convertito, con opportune estensioni di processo, in idrogeno, metanolo, etanolo e derivati, prodotti a più basso tenore di carbonio rispetto a quelli dafontifossili, che possono essere ricompresi nella categoria dei carburanti ad alta sostenibilità. RIPRODUZIONE RISERVATA

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IL ANMX) Transazione energetica Piattaforma integrata per il recupero di tutti i rifiuti plastici

Nextchem cresce in economia circolare,nasce MyRechemical La società dedicata alla valorizzazione chimica delle plastiche non riciclabili NextChem cresce nell'economia circolare. La società di Maire Tecnimont per la transizione energetica lancia MyRechemical, interamente controllata e dedicata alla valorizzazione chimica delle plastiche non riciclabili e ai processi 'Waste to Chemical'. Con questa ulteriore iniziativa NextChem può offrire su scala industriale una piattaforma completa e integrata per il recupero di tutte le tipologie di rifiuti plastici. Il portafoglio tecnologico di MyRechemical consente la produzione di diversi prodotti chimici e carburanti circolari, a basso impatto carbonico e alto valore aggiunto. I prodotti circolari ottenuti dal recupero mediante conversione chimica dei rifiuti consentono un abbattimento delle emissioni di Co2 quando usati in sostituzione di prodotti derivati da idrocarburi e permettono di evitare le emissioni prodotte dall'incenerimento dei rifiuti, incrementandone invece il tasso di riciclo. L'iniziativa di NextChem giunge a seguito dell'importante positivo riscontro ottenuto su proposte connesse al Waste to Chemical (su cui l'azienda è al lavoro per diversi progetti con oil companies, tra cui Eni): da qui l'esigenza di creare una entità giuridica dedicata nella quale concentrare le competenze tecniche necessarie per lo sviluppo e la commercializzazione di una soluzione tecnologica che riscuote sempre maggiore interesse sul mercato. Amministratore delegato è Giacomo Rispoli, già Responsabile del Waste to Chemical in NextChem. La piattaforma è frutto di un lavoro Ritaglio

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di integrazione tra diverse tecnologie, alcune proprietarie e altre per le quali la società ha accordi di licensing. Cuore del processo è la conversione chimica del carbonio e dell'idrogeno contenuti nei rifiuti (plasmix, Css, frazione secca) mediante ossidazione parziale e successiva purificazione, da cui si ottiene un gas di sintesi a basso contenuto carbonico, in grado di essere convertito, con opportune estensioni di processo, in idrogeno, metanolo, etanolo e derivati, prodotti a più basso tenore di carbonio rispetto a quelli da fonti fossili, che possono essere ricompresi nella categoria dei carburanti ad alta sostenibilità. Questa soluzione mette insieme i vantaggi ambientali dell'economia circolare e quelli della decarbonizzazione e si sposa con l'esigenza di riconversione delle raffinerie di tutto il mondo, processo necessario in un'ottica di transizione energetica dalle fonti fossili alle energie rinnovabili per il contenimento dell'aumento della temperatura del pianeta e dei cambiamenti climatici ad esso correlati. "Oggi tramite MyRechemical NextChem è in grado di propone una piattaforma concreta e immediatamente cantierabile per la riconversione di siti industriali tradizionali mediante la chimica verde" dichiara Pierroberto Folgiero, ceo di NextChem e del Gruppo Maire Tecnimont. "La grande disponibilità di rifiuti solidi urbani e plastiche non riciclabili li rende un 'Nuovo Petrolio' che va valorizzato: grazie alla nostra ingegneria nella chimica dei rifiuti, è possibile ricreare la chimica del carbonio senza più partire

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Nextchenl cresce in econoima circolare, nasce MyRedrelmcal

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Dedicata alla valorizzazione chimica delle plastiche non riciclabili MOM5 NextChem cresce nell'economia circolare. La società di MaireTecnimont per la transizioneenergetica lancia MyRechemical, interamente controllataededicata alla valorizzazione chimica delle plastiche non riciclabi I Ie ai processi "Waste to Chemical". Con questa ulteriore iniziativa NextChem può offriresu scala industriale una piattaforma completa e integrata per II recupero di tutte le tipologie di rifiuti plastici. Il portafoglio tecnologico di MyRechemical consente la produzione di diversi prodotti chimici e carburanti circolari, a basso Impatto carbonico e alto valore aggiunto. 1 prodotti circolari ottenutidalrecupero mediante conversione chimica dei rifiuti consentono un abbattimento delle emissioni dl Co2 quando usati in sostituzione di prodotti derivati daidrocarburi e permettono di evitare le emissioni prodotte dall'Incenerimento dei rifiuti, Incrementandone Invece il tasso di riciclo.

Nextchem, nasce Myrechemical

L'iniziativa di NextChem giunge a seguito dell'importante positivo riscontro ottenuto su proposte connesse al

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sieme i vantaggi ambientali dell'economia circolare e quelli della decarbonizzazione e si sposa con l'esigenza di riconversione delle raffi nerie dl tutto limando. processo necessario in un'otticaditransizione energetica dalle fonti fossili alle energie rinnovabili per II contenimento dell'aumento della temperatura del pianetae dei cambiamenti climatici ad esso correlati. OggitramiteMyRechemical. NextChem è in grado di proporre una piattaformaconcretae immediatamente cantierabile per la riconversione di siti industriali tradizionali mediante la chimica verde» dichiara Plerroberto Folgiero, ceo dl NextChern e del Gruppo Maire Tecnimont. «La grande disponibilità dl rifiuti solidi urbani eplastiche non riciclabili li rende un"Nuovo chevavalorizzato:graziealla nostra Ingegneria nellachimicadei rifiuti,è possibile ricreare la chimica del carbonio senza più partire da idrocarburi».

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Eni svfiappo la IMorissaáone di CO2con Acce artificiale

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Brescíaoggí STRATEGIE.Le indicazioni sulle prospettive nel nuovo contesto industriale economico mondiale

l aiuto Ue Riforme con' perritornare a crescere Necessariinvestimentiin tecnologia,innovazione eformazione per uscire da una situazione distagnazionein corso da vent'anni Valeria Zane Cosa succederà all'economia italiana e internazionale nei prossimi cinque, dieci anni? Il Festival del Futuro,ieri, ha cercato di ipotizzare scenari mettendo a confronto opinioni ed esperienze di Emilio Rossi, ceo di EconPartners e seni or advisor di Oxford Economics; Maria Savona, docentedi Economia all'Università Luiss; Carlo Ferraresi, eco di Cattolica Assicurazioni e Fabrizio DiAinato,presidente di Maire Tecnimont, multinazionale romana specializzata nei settori oil&gas, petrolchimica e fertilizzanti, intervenuti al panel «Le prospettive economiche edindustriali dell'Italia nel nuovo contesto globale», realizzato in collaborazione con Luiss e Oxford Economics. T .a discussione è stata moderata daAndrea Prencipe,rettore Luiss. BASSA CRESCITA DA 20 ANNI. «La stagnazione nazionale si colloca in un contesto di bas-

sa crescita che caratterizza le economie occidentali, con Pil rallentato da almeno 20 armi», esordisce Rossi. «L'Italia è fanalino di coda perché come gli altri Paesi occidentaliha un tasso di crescita di popolazione basso, livello di invecchiamento alto, per cui salgono spesa sanitaria e pensionistica e rimangono al paloi consumi.In più è gravata da un debito pubblico pesantissimo,che risale agli anni Ottanta», riflette. «Il rapporto debito pubblico Pil, al 130% circa, nei prossimi mesi salirà del 25-30%. Come uscirne? Bisogna puntare a un aumento di produttività? E come ottenerlo?», si chiede Rossi. Difficile contare su investimenti dall'estero. «Siamo scivolati al 58° posto dei Paesiin cui gli operatoristranieri considerano agevole fare business (eravamo al 50° nel 2018). Pesano burocrazia, scarsa digitalizzazione della Pa, mercato lavoro poco flessibile, che marginalizza donne egiovani, oltre a essere carente di formazione», elenca. «Servono riforme che

costano, ma che con l'aiuto dell'Ue possiamo intraprendere». Le risorse del Recovery Fund,declinate sulla politica industriale, dovranno «cadere» sul territorio in modo da non produrre gap. «Bisogna spendere i fondi in innovazione, preparando prima le regioni più periferiche e meno pronte ad assorbire questa dotazione e a impiegarla al meglio. Occorrono azioni preventive per non esacerbare squilibri»,interviene Savona.L'innovazione digitale avràimplicazioni.sull'occupazione. «Le indicazioni del piano sulle politiche del lavoro dovranno contenere misure di formazione. Secondo le nostre previsioni„ dal cambiamento usciranno svantaggiati i profili a basse skill, relegati anche in una fascia a basso reddito. Sarà indispensabile riqualificare la forza lavoro, anche in basealle competenze più necessarie in futuro,la cui individuazione non è seillplice», osserva.. «Il processo di innovazione necessiterà di politica industriale ad ampio spettro, completa di un dise-

gno organico sul lavare CONVERSIONE. «I a ricetta del distretto circolare industriale contiene la nostra interpretazione di innovazione di prodotto». Fabrizio Di Amato, presidente di Maire Tecnimont, gruppo che opera nei settori oil&gas, petrolchimica e fertilizzanti e leader mondiale n ella produzione di polimeri, racconta ima storia di conversione di siti e produzioni. «Il distretto realizza impianti su vecchi siti e raffinerie superati e da riconvertire. Cerchiamo di produrre ciò che Maliaimporta, destinando il prodotto al n.ercato interno e poi all'export. Ad esempio,a Bedizzole,nel Bresciano abbiamo dato vita al primo impianto che converte i rifiuti plastici al 90-95t¡4>, spiega. «Sappiano fare idrogeno da idrocarburi (idrogeno grigio). Abbiamo studiato le tien Mogie già mature e usate in Giappone per la gassificiazione e le stiamo portando a Porto Marghera, Livorno e Taranto per ricavare idrogeno da non riciclatili».• WeIFrtQRJlI]HERSE{V0.4

Il caso Maire Tecnimont che ha convertito vecchi siti e raffinerie in nuovi impianti

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,avocea,amrtco ENERGIA Con NextChem nasce la chimica per la transizione

I rifiuti sono il nuovo petrolio Nuovi impianti per proseguire sul cammino della decarbonizzazione, attraverso le nuove frontiere dellabiochimica, della chimica dell'elettrolisi e della chimica dei rifiuti. Questa la visione di NextChem, la società del Gruppo Maire Tecnimont per la transizione energetica. A illustrarla è Pierroberto Folgiero, Ceo NextChem e Maire Tecnimont. "La transizione energetica è tutto quello che viene dopo le energie rinnovabili, la prosecuzione della storia, la decarbonizzazione, ovvero andare a sottrarre l'anidride carbonica in tutti i punti di produzione durante il ciclo di trasformazione delle varie industrie - premette - La trasformazione delle risorse naturali

una volta partiva sempre dalpetrolio o dal gas, nella transizione energetica deve partire da altre fonti: le rinnovabili per alimentare il processo, il resto è elettrochimica, biochimica e chimica dei rifiuti". Su questi tre filoni NextChem mette a disposizione le sue soluzioni:"Sulla biochimica abbiamo tecnologie che servono a fare biocarburanti, dentro l'elettrochimica stiamolavorando su tutte leforme di idrogeno verde e di elettrolisi e per quanto riguarda la chimica dei rifiuti stiamo lavorando su quello che noi chiamiamo Waste to Chemicals, come produne quello che siamo abituati a produne oggi ma partendo dai rifiuti". Perché "dal carbonio e dall'idrogeno

contenuti nei rifiuti plastici si possono produrre quei chemicals che servono per la vita di tutti i giorni. Si può riprodurre ovviamente plastica e poi quei componenti base che vengono trasformati in moltissimi prodotti: metanolo, ammoniaca, che sono building blocks della chimica tradizionale,e idrogeno,non daidrocarburi, che noi chiamiamo idrogeno circolare e che insieme all'idrogeno verde si prevede sia l'asse del futuro della transizione energetica.In questa logica i rifiuti sono il petrolio del terzo millennio". Da questa visione, dunque, nasce la costola verde di Maire Tecnimont. e RIPRODUZIONE RISERVATA

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Inizia l'era dei monopattini conte vegliare quello giusto "•-°"•••.•"

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La chimica del futuro per la transizione energetica Folgiero (NextChem):"I rifiuti sono il petrolio del terzo millennio" Nuovi impianti per proseguire sul cammino della decarbonizzazione,atl<averso le nuove frontiere della biochimica,della chimica dell'elettrolisi e della chimica dei rifiuti. Questa la visione di NextChem,la società del Gruppo Maire Tecnimont perla transizione energetica. A illustrarla è Pierroberto Folgiero, Ceo NextChem e Maire Tecnimont"La transizione energetica è tutto quello che viene dopo le energie rinnovabili, la prosecuzione della storia, la decarbonizzazione, ovvero andare a sottrarre l'anidride carbonica in tutti i punti di produzione durante il ciclo ditrasformazione delle varie industrie - premette - La trasformazione delle risorse naturali una volta partiva sempre dal petrolio o dal gas,nella transizione energetica deve partire da altre fonti:le rinnovabili per alimentare il processo, il resto è elettrochimica, biochimica e chimica deirifiuti". Su questitre filoni NextChem mette a disposizione le sue soluzioni: "Sulla biochimica

abbiamo tecnologie che servono afare biocarburanti, dentro l'elettrochimica stiamo lavorando su tutte le forme di idrogeno verde e di elettrolisi e per quanto riguarda la chimica dei rifiuti stiamo lavorando su quello che noichiamiamo Waste to Chemicals,come produrre quello che siamo abituati a produrre oggi ma partendo dai rifiuti". Perché "dal carbonio e dall'idrogeno contenuti nei rifiuti plastici si possono produrre queichemicals che servono per la vita ditutti i giorni.Si può riprodurre ovviamente plastica e poi quei componenti base che vengono trasformati in moltissimi prodotti: metanolo, ammoniaca,che sono building blocks della chimica tradizionale,e idrogeno,non da idrocarburi,che noichiamiamo idrogeno circolare e che insieme all'idrogeno verde si prevede sia l'asse delfuturo della transizione energetica. In questa logica i rifiuti sono il petrolio del terzo millennio':Da questa visione, dunque,nasce la costola verde di Maire Tecnimont:"Siamo i successori di chi ha affrontato dal punto divista tecnico,tecnologico,scientifico il problema della petrolchimica quando questa era la strada maestra. Nextchemprende il nostro Dna di trasformatori di risorse naturali e lo applica in un mondo che invece di partire da idrocarburi parte da altre risorse naturali rinnovabili': Ora però per procedere lungo questa strada "bisogna fare impiantie per fare impianti bisogna avere una visione dilungo termine - chiarisce il Ceo di NextChem - Poi serve una politica economica,quindistrumenti,finanziamenti, investimenti,imprenditoriche hanno voglia dirischiare, di lasciare la strada vecchia per la nuova. Oltre ad uno scenario regolamentare che ci spieghicome chiudere il gap dei costi.Ecco perché la strada che porta alla transizione energetica non può che essere europea': Una strada che si affianca a quello della ripartenza economica dopo la crisiinnescata dall'emergenza sanitaria."In un Paese che deve far ripartire gli investimenti,i primi dovrebbero essere quelliin infrastrutture di chimica verde e transizione energetica perché sono quelli che hanno più futuro dentro,conclude.

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STAFFETTA QUOTIDIANA Maire Tecnimont, nuovi ordini per 100 min euro Maire Tecnimont annuncia in una nota l'aggiudicazione, attraverso le sue principali controllate, di nuovi ordini per un valore complessivo pari a circa 100 milioni di euro per licensing e servizi di engineering e procurement

(EP)."I contratti aggiudicati da alcuni dei piĂš prestigiosi clienti internazionali, sono stati conseguiti principalmente in Nord America, in Europa e nel sud-est asiatico", specifica la nota.

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MF IL CASO/1

di Riccardo Fioramonti

Nuovi contratti rilanciano Maire ► Titolo Maire Te.cnimont poco mosso ieri(+0,2% a 1,61 curo) ma gli analisti hanno apprezzato i nuovi ordini annunciati MAIRETECNIMONT dall'azienda che si è ,iwJ1?ïi0lfe N ami) 1,6 aggiudicata 1!5 ordini per un 1,4 valore di circa 100 milioni 1,3 di curo per 1,2 licensing e 1,1 0,19% servizi di 1,0 engineering e 26 ago'20 26 nov'20 procuremcnt. I contratti provengono da Nord America, Europa e sud-est asiatico. Per Banca Akros

(target price di 1.8 curo)le complesse confermano la resilienza dell'azienda in uno scenario difficile, Per Intesa Sanpanlo (target di 1,5 curo) possono generare alti margini. Equita (tp di 2,05 curo} concorda: la raccolta ordini annunciata da inizio anno è di circa 1,9 miliardi rispetto alla nostra stima 2020 che è di 2.3_ «In assenza di ulteriori contratti entro fine anno, il debole livello di raccolta ordini sul 2020 può avere implicazioni negative sul fatturato 2021-22. Kepler Cheuvreux (prezzo obiettivo a 3 curo): il rischio ili esecuzione è «limitato e l'ebitda margin può essere prossimo al I 0% in media su quei contratti». (riproduzione risei il .t)

Lefbandietrenatio Piazza Affari

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3"magexa L'impresa Italia nel mondo

Nuove commesse esse per Maire Tecnimont l00 milioni tra Europa e Nord America Maire Tecnimont annuncia l'aggiudicazione di nuovi ordini per un valore di circa 100 milioni perlicensing e servizi di engineering e procurement. I contratti aggiudicati da alcuni dei più prestigiosi clienti globali,sono stati conseguiti in Nord America,Europa e Sud-est asiatico.In particolare, la controllata Kt-Kinetics Technology si è aggiudicata,da parte di una società di engineering &construction attiva a livello globale,un contratto relativo a servizi di

ingegneria e procurement per tre forni didelayed coking,che saranno installati in una nuova raffineria in Messico.I tre forni,di enormi dimensioni, saranno consegnati completamente modularizzati e pronti per l'installazione in cantiere:costituiranno una delle più grandi unità di delayed coking al mondo.KT rafforza così il suo track record nelsettore raffinazione e conferma le sue capacità nel fornire apparecchiature altamente complesse.

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LA NUOVA BASILICATA

LA CHIMICA DEL FUTURO PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA Folgiero (NextChem): "I rifiuti sono il petrolio del terzo millennio" Nuovi impianti per proseguire sul cammino della decarbonizzazione, attraverso le nuove frontiere della biochimica, della chimica dell'elettrolisi e della chimica dei rifiuti. Questa la visione di NextChem, la società del Gruppo Maire Tecnimont per la transizione energetica. A illustrarla è PierrobertoLFolgiero, Ceo NextChem e Maire Tecnimont. "La transizione energetica è tutto quello che viene dopo le energie rinnovabili, la prosecuzione della storia, la decarbonizzazione, ovvero andare a sottrarre l'anidride carbonica in tutti i punti di produzione durante il ciclo di trasformazione delle varie industrie - premette La trasformazione delle risorse naturali una volta partiva sempre dal petrolio o dal gas, nella transizione energetica deve partire da altre fonti: le rinnovabili per alimentare il processo, il resto è elettrochimica, biochimica e chimica dei rifiuti". Su questi tre filoni NextChem mette a disposizione le sue soluzioni: "Sulla biochimica abbiamo tecnologie che servono a fare biocar-buranti, dentro l'elettrochimica stiamo lavorando su tutte le forme di idrogeno verde e di elettrolisi e per quanto riguarda la chimica dei rifiuti stiamo lavorando su quello che noi chiamiamo Waste to Chemicals, come produrre quello che siamo abituati a produrre oggi ma partendo dai rifiuti". Perché "dal carbonio e dall'idrogeno contenuti nei rifiuti plastici si possono produrre quei chemicals

che servono per la vita di tutti i giorni. Si può riprodurre ovviamente plastica e poi quei componenti base che vengono trasformati in moltissimi prodotti: metanolo, ammoniaca, che sono building blocks della chimica tradizionale, e idrogeno, non da idrocarburi, che noi chiamiamo idrogeno circolare e che insieme all'idrogeno verde si prevede sia l'asse del futuro della transizione energetica. In questa logica i rifiuti sono il petrolio del terzo millennio". Da questa visione, dunque, nasce la costola verde di Maire Tecnimont: "Siamo i successori di chi ha affrontato dal punto di vista tecnico, tecnologico, scientifico l problema della petrolchimica quando questa era la strada maestra. Nextchem prende il nostro Dna di trasformatori di risorse naturali e lo applica in un mondo che invece di partire da idrocarburi parte da altre risorse naturali rinnovabili". Ora però per procedere lungo questa strada "bisogna fare impianti e per fare impianti bisogna avere una visione di lungo termine - chiarisce il Ceo di NextChem -Poi serve una politica economica, quindi strumenti, finanziamenti, investimenti, imprenditori che hanno voglia di rischiare, di lasciare la strada vecchia per la nuova. Oltre ad uno scenario regolamentare che ci spieghi come chiudere il gap dei costi. Ecco perché la strada che porta alla transizione energetica non può che essere europea".

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Forbes CONTRARIAN -- LEADERSHIP di Massimiliano Corra

Rifiuti su misura 46

Maire Tecnimont e il gruppo Hera firmano un'intesa nel segno della transizione energetica. Ne nascerà un impianto innovativo capace di dare una svolta al riciclo della plastica bientali. "La strada indicata da partnership come questa", comi` •s; menta Tomaso Tommasi di Vignano, presidente esecutivo del rr° ;.,K,, gruppo Hera, "è fondamentale „, ,,a. per mettere a sistema le eccel"` T lenze e i punti di forza di quegli attori che possono davvero fare la differenza nella transizione verso modelli di sviluppo sempre più sostenibili, obiettivo al quale il Gruppo Hera lavora da anni attraverso tutte le proprie Continua l'impegno di Maire linee di business. La plastica, in Tecnimont nel settore dell'ecoparticolare, ha oggi bisogno di nornia circolare e della transizioun'industria del riciclo che sapne energetica. E lo fa firmando pia puntare con forza su tecnolocon il gruppo Hera un accordo gia e innovazione, per vincere la strategico che vede direttamensfida di quelle plastiche `difficili' te coinvolte le società controlche il riciclo meccanico non rielate dai due gruppi, NextChem Niksce a trattare con successo:" "Questo accordo è per noi e Aliplast, e che prevede la realizzazione di un impianto di molto importante in quanto nuova generazione e unico nel rappresenta il primo grande rifiuti plastici post consumo per sultato della nostra strategia di panorama europeo, capace di Pierroberto Folgiero, ricavarne prodotti riciclati `su sviluppo delI'Upcycling dei ridare una svolta nel riciclo della ec plastica. In grado di produrre a Tecnimont. misura', che rispondano alle ri- fiuti plastici mediante la nostra pieno regime fino a 30mila tonchieste di ogni cliente e ai massi- tecnologia MyReplastTM che nellate l'anno di polimeri ritimi standard di qualità del mer- ha preso avvio con il nostro imclati di alta qualità a partire da cato, in forza di caratteristiche e pianto industriale di Bedizzole e rifiuti plastici, sarà costruito su proprietà analoghe a quelle dei che punta al sistema europeo e un sito di proprietà del gruppo polimeri vergini di origine fos- internazionale", dichiara Pierrosile. Il tutto operando in modo berto Folgiero, ceo di NextChem Hera (primo operatore in Italia per volumi di rifiuti trattati) e tale da dare vita a un'esperien- e del gnippo Maire Tecnimont. farà leva sulla tecnologia innoza impiantistica di frontiera. "Il settore del riciclo ha necesvativa MyReplastTM .sviluppata. L'impianto garantirà, inoltre, sità di sviluppare un approccio alti standard di sicurezza e avrà basato sulla qualità, su una vida NextChem, che permette di c realizzare polimeri riciclati di caratteristiche innovative, come rione industriale e sull'attenelevata purezza e qualità in grauna profonda automazione dei zione al mercato: un partner do di raggiungere prestazioni i processi e una elevata digitaliz- come il gruppo Hera garantisce chimico/fisiche e meccaniche di zazione in ottica di data analyti- le sinergie necessarie per renalto livello. cs, consentendo anche di mas- dere concreto tale approccio e L'obiettivo di questo futuro simizzare l'efficienza energetica conferma la bontà del percorso impianto è quello di trattare ricon conseguenti benefici am- intrapreso': _ ' _,, _._ -» ,

DICEMaRE, 2020

FORBES.IT

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MATERIA RINNOVABILE materiarinnovabile 34.2020

NextChem,la rivoluzione circolare dei combustibili di

Emanuele Bompan

Immagine in alto: L'impianto East Kansas Agri Energy (Ekae), che vede implementata la tecnologia Saola Energy Renewable Diesel Ritaglio

Idrogeno ricavato da fonti rinnovabili o dalla conversione di rifiuti, riconversione dei vecchi siti produttivi e biocarburanti di nuova generazione: la strategia di NextChem è assai articolata, e contribuisce a quel cambiamento culturale indispensabile perché la decarbonizzazione possa avere successo. Industrializzare l'innovazione, un tema complesso,soprattutto nei grandi progetti di biochimica e chimica verde, dove ottime idee spesso si arenano per la difficoltà di trovare un abilitatore per lo scale-up. Oppure dove la riqualificazione dei brownfield, prevalentemente siti industriali chimici, petrolchimici o siderurgici, da cui partire per avviare o consolidare un percorso di transizione energetica e ridare vita e futuro alle proprie attività, non è semplice. Ma nella grande sfida per la decarbonizzazione dell'industria, un tema centrale, ribadito anche dalla strategia del Green Deal Eu e dal meccanismo Just Transition, è proprio quello di ripensare i distretti della chimica (settore industriale che pesa complessivamente per il 19% delle emissioni di tutta l'industria), agendo su tre fronti chiave: ridurre i consumi stampa

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di plastica laddove possibile e spingere sul riciclo chimico-meccanico dei rifiuti in plastica; decarbonizzare la produzione dell'energia utilizzata nell'industria chimica;"defossilizzare" i feedstock utilizzati per la produzione dei composti chimici di base,senza contare poi la produzione di nuove forme di energia e carburanti low carbon,come waste-to-hydrogen o Hvo e etanolo di seconda generazione. Uno dei grandi protagonisti di questa trasformazione,che guarda alla realizzazione di distretti circolari della chimica,è NextChem, società nata nel 2018 dal Gruppo Mai re Tecnimont, leader nell'engineering del settore del downstream oil&gas, per occuparsi dello sviluppo di tecnologie e impianti per la transizione energetica.

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MATERIA RINNOVABILE

Policy "Il modello di NextChem è pensato proprio per dare una risposta alle principali sfide di questi anni, quella della decarbonizzazione, per mantenere nei limiti la temperatura del pianeta; quella dell'economia circolare, per trasformare gli scarti in nuove risorse e usare queste nuove risorse nei processi produttivi riducendo parallelamente l'estrazione di materie prime e risorse naturali. E infine quella della mobilità sostenibile", spiega a Materia Rinnovabile Pierroberto Folgiero, Ceo di NextChem e del Gruppo Maire Tecnimont. Una visione che ha tra gli obiettivi la creazione di un ideale "distretto circolare" dove sviluppare le tecnologie del presente e del futuro per una chimica circolare e per realizzare carburanti e fonti di energia innovative, business case che siano sempre più attraenti per i capitali verdi, scalabili e industrializzatili. Un modello funzionale alla riconversione dei siti industriali cosiddetti brownfield, prevalentemente siti industriali chimici, petrolchimici o siderurgici, che devono avviare o consolidare il proprio percorso di transizione energetica e ridare vita e futuro alle proprie attività, un futuro sostenibile.

L'idrogeno della transizione è circolare Quella dell'idrogeno circolare è una proposta targata NextChem che trova ampio spazio nel dibattito in corso a livello globale sul ruolo dell'idrogeno low carbon o fossil free nell'economia del futuro."L'idrogeno verde, prodotto a partire da fonti di energia rinnovabile è certamente la strada del futuro, ma i costi sono ancora molto alti (circa quattro volte quelli dell'idrogeno convenzionale da steam reforming)e gli aspetti legati alla continuità energetica ancora non rendono questa tecnologia applicabile nell'immediato per i processi industriali, che necessitano di una costanza nell'approvvigionamento e di una sostenibilità economica, in assenza di incentivi", spiega Folgiero. Già oggi possiamo invece produrre idrogeno utilizzando rifiuti, a un costo competitivo con i fossili e, in questo modo,anche incentivarne il riciclo. Questo processo rappresenta un agevolatore verso una produzione completamente green entro i prossimi 20-30 anni. La piattaforma tecnologica NextChem per la produzione di idrogeno e altri chemicals "circolari" si basa su un processo di ossidazione parziale ad

ENERGIA RINNOVABILE

NextChem, nextchem.it

PLASMIX PLASTICA POST CONSUMO C55 E FRAZIONI SECCHE

TRASPORTI

INDUSTRIA

UPEYGLÍÌIfßq riccio meccanico dlqualttà di

IDROGENO VERDE E CIRCOLARE GRANULI Ritaglio

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MATERIA RINNOVABILE

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materiarinnovabile 34.2020

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00e) Oli vegetati e grassi

Pretrattamento

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Frazionamento

Diesel rinnovabile

La materia prima viene purificata: vengono rimossi sali, impurità, particelle solide e acqua

Oli e grassi pretrattati vengono mandati, insieme a idrogeno derivante dal reforming del metano e idrogeno riciclato, al reattore dove la struttura chimica viene modificata.

Vengono rimossi i gas non condensabili. It liquido rimanente viene distillato per separare il diesel rinnovati le

Biocarburanti avanzati di alta qualità per tutti i motori diesel. Fino al 75% di riduzione delle emissioni di GHG rispetto ai carburanti fossili

residui di scarto Scarti e residui della lavorazione degli alimenti, di processi industriali e post-consumo

alta temperatura,che produce un gas di sintesi che poi viene trasformato in idrogeno o altri prodotti chimici o carburanti, come íl metanolo e l'etanolo. Una tecnologia che potrebbe integrare anche l'elettrolisi, per migliorare ulteriormente la carbon footprint.

GranBio, www.gran h io.com.b rie n

La tecnologia per produrre idrogeno a partire dalla conversione chimica di rifiuti quali plasmix e Css(combustibile solido secondario, derivato dalla lavorazione dei rifiuti urbani non pericolosi e speciali non pericolosi) permette una riduzione dell'impatto carbonico con un abbattimento fino a1C80% della CO2 se comparata con l'idrogeno grigio, ovvero tradizionale, da steam reforming. Oltre al vettore energetico, dal gas di sintesi si possono produrre anche metanolo oppure ammoniaca(NH3). La NH3,stoccabile liquidae a bassa pressione, contiene una quantità di idrogeno (H)importante, seconda solo al metano(NH4), che può essere usata come succedaneo nelle fuel celi oppure essere impiegata come carburante meno carbon-intensive nel settore navale. Con Eni si stanno sviluppando i primi due progetti italiani di impianti per la produzione di idrogeno e di metanolo da conversione chimica di plastiche e materiale secco da rifiuto. Questi impianti nasceranno rispettivamente presso le raffinerie di Porto Marghera e di Livorno, mentre recentemente è stata annunciato uno studio preliminare alla possibile conversione della raffineria di Taranto per produrre gas di sintesi per idrogeno per alimentare i processi di idrodesolforazione dei carburanti,e un gas ricco di ossido di carbonio che potrebbe essere impiegato nella vicina acciaieria, sia nei processi in altoforno sia nelle nuove tecnologie Dri (Direct Reduced Iron), contribuendo alla decarbonizzazione dell'industria siderurgica. Un altro importante processo "circular" è il Waste to Ethanol, sviluppato con LanzaTech, leader delle

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carbon recycling technology. Il processo base del riciclo chimico si integra con un processo che dal gas circolare(come quello che verrà prodotto a Marghera e Livorno), tramite la tecnologia biologica LanzaTech di syngas fermentatíon potrà generare etanolo sfruttando batteri bloingegnerizzati. L'etanolo, che in Italia viene totalmente importato, è anche un intermedio importante per una serie di componenti chimici, quali l'etil-acetato — un solvente pregiato per le vernici auto di cui l'Europa è forte importatore — e l'alcol, utilizzato come disinfettante. Essendo derivanti dal riciclo, questi prodotti chimici promuovono modelli circolari di consumo. Una nuova generazione dl carburanti Un altro pezzo importante del modello Nextchem sono i carburanti di seconda generazione, attraverso l'uso di biomasse non food,che costruiscono il segmento delle tecnologie Green Green dell'azienda. Uno degli accordi più interessanti siglati da NextChem è quello con l'azienda brasiliana Granaio e dedicato alle biotecnologie industriali: lo sviluppo e la commercializzazione della licenza di GranBio 2G Ethanol per la produzione di etanolo a base cellulosica. 2G sta per seconda generazione, poiché usa le biomasse non destinate al settore alimentare in biocarburanti rinnovabili e a bassa intensità di carbonio."Noi offriremo le competenze nell'area Epc(Engineering, Procurement e Construction) e la presenza globale del gruppo per offrire servizi integrati, dagli studi di fattibilità all'integrazione di filiera e alla costruzione di impianti produttivi in tutto il mondo. In questo modo contribuiremo al processo di decarbonizzazione del settore dei carburanti in un modo efficiente, redditizio e neutrale dal punto di vista carbonico",spiega Folgiero. Al momento a Sao Miguel dos Campos, in Alagoas,

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Policy Brasile,è attivo il primo impianto, con una capacità produttiva di 30 milioni di litri/anno; inoltre, il 100% del biocarburante può essere potenzialmente esportato verso i mercati americano ed europeo. Un impianto multi-materia poiché si possono usare ogni tipo di rifiuti agricoli e biomasse a base ligneocellulosica,come la paglia, il miscanto, le bucce del mais e scarti lignei come quelli dell'eucalipto e del pino.

Saola Energy, www.saolaenergy.com Maine Tecnimont, www.mairetecnimont. coro/it

Nel segmento del diesel rinnovabile (Hydrotreated Vegetable Oil, detto Hvo)è ben avviata la collaborazione con la società statunitense Saola Energy per la diffusione di una tecnologia chiavi in mano,altamente modularizzata, che consiste in una fase di idro-trattamento seguita da una di isomerizzazione per produrre diesel rinnovabile di alta qualità, a partire da oli e grassi residui. Si tratta di un modello di bioraffineriadi piccola taglia (da 30.000 a 90.000 tonnellate/anno), adattabile anche per bioraffinerie integrate.Integralmente sostituibile al diesel tradizionale,l'Hvo può costituire una tecnologia di transizione di medio periodo,facilmente impiegabile in tanti paesi in via di sviluppo e in mercati dove la domanda di carburanti per uso di autotrasporto con mezzi pesanti è primaria. "Il vantaggio è che questi impianti sono realizzabili direttamente dove si produce la biomassa di scarto, riducendo i costi di logistica e i tempi di approvvigionamento e massimizzando l'uso delle risorse locali", continua Folgiero. Idrogeno verde e superblu 1175% dell'idrogeno viene prodotto tramite steam reforming del gas naturale. Si definisce

"idrogeno grigio" ed è responsabile (insieme al reforming del carbone) di circa il 3% delle emissioni globali di CO2.Questo perché il carbonio contenuto nella fonte fossile viene direttamente scaricato all'atmosfera durante il ciclo produttivo. Mentre numerose compagnie come Eni stanno promuovendo attivamente progetti con cattura e uso della CO2(idrogenoblu), cresce lo sviluppo di progetti per l'idrogeno verde, che ha costi superiori ma impatti ambientali decisamente ridotti. In queste tecnologie stanno investendo paesi come la Germania che ha allocato 9 miliardi di euro nei piani di ripresa per generare il primo elemento della tavola periodica e la Francia, con 2 miliardi di euro che saranno finanziati tramite la Recovery and Resilience Facility. Il Gruppo Maire Tecnimont vuole posizionarsi nel ruolo di "front runner" per l'applicazione della tecnologia dell'elettrolisi per la produzione di idrogeno green e nel segmento super-blue, che impiega energie rinnovabili come mezzo per il riscaldamento termico dei forni di reforming. Al momento,l'idrogeno verde rappresenta solo il 2% della produzione a causa di costi molto alti (trai 3,5 e i 5 euro/chilo, contro 1,50 euro/chilo del grey hydrogen). Tuttavia, secondo La IEA ìl crescente prezzo della CO2e la riduzione dei costi delle rinnovabili, che per il solare fotovoltaico dovrebbe assestarsi su 1,3 centesimi di euro/KWh, renderanno nel breve termine questa tecnologia assolutamente competitiva. "In questa fase di transizione, prima che il Green hydrogen raggiunga la maturità, il Blue hydrogen, il Super Blue hydrogen e il Circular hydrogen avranno un ruolo fondamentale in ottica lowcarbon",spiega Pierroberto Folgiero. Abilitare la transizione attraverso uno sforzo tecnologico e culturale "Lo sviluppo del settore dei biocarburanti, inevitabile nel percorso transitorio verso l'elettrico e comunque fondamentale per alcuni segmenti del settore dei trasporti, pone un tema gigante di upstream",commenta Folgiero."Occorre uno sforzo per trovare nuove soluzioni per incrementare i feedstock non-food di origine vegetale, che hanno disponibilità limitatae problemi di logistica e di conservazione ancora da affrontare. Lo sviluppo di tecnologie che usano i rifiuti come feedstock è una strada indispensabile, sia in termini transitori sia di prospettiva, per colmare il gap delle fonti advanced,che attualmente sono limitatissime. Per percorrere questa strada va fatto uno sforzo culturale, oltre che tecnologico: bisogna unire la visione dell'economia circolare alla visione della bioeconomia,studiando le sinergie e promuovendo le simbiosi tra settori. Ma,soprattutto, bisogna porsi nell'ottica di considerare i rifiuti come materia prima pregevole, non come scarti da eliminare e come problema sanitaria ria ricnlvera". a

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Mensile

plast PRIMO PIANO TECONOMIA

Aliplast e NextChem insieme per il riciclo Accordo tra Hera e Maire Tecnimont per la realizzazione di un impianto con la tecnologia MyReplast. aire Tecnimont e il Gruppo Hera hanno firmato un accordo strategico fra Aliplast, società del Gruppo Hera attiva nella raccolta, riciclo e rigenerazione della plastica, e NextChem,società del Gruppo Maire Tecnimont dedicata allo sviluppo di progetti e tecnologie per la transizione energetica. L'accordo prevede la fornitura da parte di Nextchem della tecnologia, dell'ingegneria e dei servizi EPC per la realizzazione di un impianto che utilizzerà la tecnologia proprietaria all'avanguardia MyReplast per l'Upcycling dei rifiuti plastici in prodotti polimerici ad alto valore aggiunto. Si tratta di una prima collaborazione che intende mettere a fattor comune le eccellenze di realtà che occupano una posizione di leadership nei rispettivi settori, Sarà proprio la sinergia fra le competenze e le risorse di queste due grandi realtà a consentire lo sviluppo di un impianto assolutamente unico nel panorama europeo. Costruito su un sito di proprietà del Gruppo Hera, tale impianto farà leva sulla tecnologia innovativa MyReplast sviluppata da NextChem, che permette di realizzare polimeri riciclati di elevata purezza e qualità in grado di raggiungere prestazioni chimico/fisiche e meccaniche di alto livello. L'obiettivo dell'impianto è dunque quello di trattare rifiuti plastici post consumo per ricavarne prodotti riciclati "su misura", che rispondano alle richieste di ogni cliente e ai massimi standard di qualità del mercato, in forza di caratteristiche e proprietà analoghe a quelle dei polimeri vergini di origine fossile. Il tutto operando in modo tale da dare vita a un'esperienza impiantistica di frontiera.

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Trentamila tonnellate all'anno Una volta a regime, il nuovo impianto - che grazie a Herambiente potrà attingere per il proprio funzionamento a fonti energetiche green - sarà capace di esprimere una produzione di polimeri intorno alle 30 mila tonnellate all'anno. L'impianto garantirà alti standard di sicurezza e avrà caratteristiche innovative quali, ad esempio, la profonda automazione dei processi e l'elevata digitalizzazione in ottica di data analytics, consentendo anche di massimizzare l'efficienza energetica con conseguenti benefici ambientali. La partnership con NextChem,in particolare, consentirà ad Aliplast di sfruttare le opportunità del riciclo e compounding per espandersi nel settore di alcune particolari plastiche rigide, come PP, HDPE e ABS, che il solo riciclo meccanico non consente di trattare in maniera adeguata. L'obiettivo è quello di continuare a servire i propri clienti offrendo loro uno spettro sempre più ampio di plastiche riciclate di alta qualità, in direzione

di modelli avanzati di economia circolare che siano in linea non soltanto con i target di UE e ONU, ma anche con il New Plastics Economy Global Commitment della Fondazione Ellen MacArthur, ♦ Tornala Tammasi di Vignono(o sinistro), Presidente Esecutive del Gruppo Hera, e Pierroberto Folgiero, CEO di NextGPeor r de i importante network Gruppo Moire Tecnirnom internazionale sull'economia circolare di cui il Gruppo Hera - anche e soprattutto grazie ad Aliplast -- è membro. "La strada indicata da partnership come questa - commenta TomasoTommesi di Vignano, Presidente Esecutivo del Gruppo Hera - è fondamentale per mettere a sistema le eccellenze e i punti di forza di quegli attori che possono davvero fare la differenza nella transizione verso modelli di sviluppo sempre più sostenibili, obiettivo al quale il Gruppo Hera lavora da anni attraverso tutte le proprie linee di business. La plastica, in particolare, ha oggi bisogno di un'industria del riciclo che sappia puntare con forza su tecnologia e innovazione, per vincere la sfida di quelle plastiche "difficili" che il riciclo meccanico non riesce a trattare con successo. Ecco perché Aliplast, facendo leva sulle competenze di NextChem, ha deciso di andare oltre, infrastrutturandosi anche sul fronte dell'Upcycling per rispondere in maniera sempre più performante a importanti target di sostenibilità e, in eguale misura, alle esigenze di clienti che anche all'industria del riciclo continuano a chiedere, giustamente, polimeri di alta qualità." "Questo accordo è per noi molto importante in quanto rappresenta il primo grande risultato della nostra strategia di sviluppo dell'Upcycling dei rifiuti plastici mediante la nostra tecnologia MyReplast che ha preso avvio con il nostro impianto industriale di Bedizzole e che punta al sistema europeo e internazionale - commenta Pierroberto Folgiero, CEO di NextChem e del Gruppo Maire Tecnimont. Il settore del riciclo ha necessità di sviluppare un approccio basato sulla qualità, su una visione industriale e sull'attenzione al mercato: un partner come il Gruppo Hera garantisce le sinergie necessarie per rendere concreto tale approccio e conferma la bontà del percorso intrapreso".

WWW.PLASTMAGA7_ NE IT

RIVISTA DE LE MATERIE E ASTCHE

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COSTRUZIONE E MANUTENZIONE IMPIANTI

MAIRE TECNIMONT Gruppo multinazionale techno|0gy'dr|ven. impegnato nella trasformazione delle risorse naturali in prodotti innovativi al crocevia tra energia e industria manifatturiera. Con una strategia di business diversificata che obbmcÓod|vers|sottoö.MAURE TECNIMONT traduce |o nuove frontiere della ricerca in soluzioni tecnologiche. La SmsteO|b||i1ú, impegno concreto del Gruppo, si traduce nella costante volontà di offrire nuove soluzioni che favoriscano uno sviluppo economico in armonia con l'ambiente e contribuiscano u creare una società più equa in futuro. La formazione continua è un tratto distintivo dei professionisti ai quali la società si affida per essere aggiornata sui più recenti sviluppi tecni00-SCieOUf|Ci

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Bonus russo per Vlaire Tecnimont Mezzo miliardo in più per una commessa che all'annuncio, nel 2017,era già stata da record (il controvalore originale è di 3,9 miliardi di euro). A beneficiarne sarà Maire Tecnimont,attraverso la sua controllata Tecnimont,in qualità di majority leader del consorzio che comprende MT Russia LLC e Sinopec Engineering Group Co,che sta eseguendo il contratto epc relativo al progetto di un impianto per la lavorazione del gas nella regione dell'Amur, nell'Estremo oriente della Federazione Russa. L'accordo

raggiunto da Maire con il cliente JSC NlPlgazperabotka stabilisce un importo aggiuntivo di 500 milioni per accelerare i lavori necessari a ridurre gli impatti generati dalla pandemia da Covid-19. Il compenso aggiuntivo pattuito rappresenta i112,8% del valore totale del contratto originale comunicato al mercato. Il progetto è in fase avanzata di costruzione e di precommissioning,e sono state avviate le prime attività di commissioning. —M.Me. c PLPfttil3JZ1ONENI$ERVnTA

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LA STAMPA Maire Tecnimont in cassa un contratto aggiuntivo da 500 milioni in Russia

Un nuovo contratto da mezzo miliardo di relativo all'Amur Gas Processing Plant euro per accelerare i lavori e ridurre l'impat- -UI&O. Si tratta del progetto che procede to della pandemia. Lo incassa Marie Tecni- nella cittĂ di Svobodny,nella regione dell'Amont, con la sua controllata Tecnimont, mur,nell'Estremo Oriente della Federazioguida del consorzio checomprende MtRus- ne Russa,al confine con la Cina,e che si trosia Llc e Sinopec Engineering Group Co, va In fase avanzata di costruzione e di che sta eseguendo il contratto Enginee- pre-commissioning. L'accordo, firmato ring, Procurement and Construction (Epc) con il cl lente Jsc Nipigazperabotka,stabili-

sceun importoaggiuntivodi circa 500 milioni di euro, una cifra che rappresenta il 12,8% del valore totale del contratto originale. Pochi giorni fa Maire Tecnimontsi era aggiudicata, attraverso le sue principali controllate, nuovi ordini percirca 100 milioni di euro tra Nord America, Europa e sud-est asiatico.—

iĂŹ I giapponesi l 1 Milano "Fabbrica delle terapie del futuro" -~

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laVoce ái Mantova BREVI ALIPLAST E NEXTCHEM INSIEME PER IL RICICLO DELLE PLASTICHE Maire Tecnimont Spa e il Gruppo Hera hanno firmato a Bologna un accordo strategico fra Aliplast, società del Gruppo Hera leader nella raccolta, riciclo e rigenerazione della plastica, e NextChem, società del Gruppo Maire Tecnimont dedicata allo sviluppo di progetti e tecnologie per la transizione energetica. L'accordo prevede la fornitura da parte di Nextchem della tecnologia, dell'ingegneria e dei servizi Epc per la realizzazione di un impianto che utilizzerà la tecnologia proprietaria all'avanguardia MyReplast per l'Upcycling dei rifiuti plastici in prodotti polimerici ad alto valore aggiunto. *W*

ENERGIA PER UNA RIPRESA SOSIENIBIIEE b"'' INO.USNA,U!PRIORIfÀIN AGENDA PER GSE

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NEXTCHEM CRESCE IN ECONOMIA CIRCOLARE,NASCE MYRECHEMICAL NextChem cresce nell'economia circolare. La società di Maire Tecnimont per la transizione energetica lancia MyRechemical,interamente controllata e dedicata alla valorizzazione chimica delle plastiche non riciclabili e ai processi 'Waste to Chemical'. Con questa ulteriore iniziativa NextChem può offrire su scala industriale una piattaforma completa e integrata per il recupero di tutte le tipologie di rifiuti plastici. Il portafoglio tecnologico di MyRechemical consente la produzione di diversi prodotti chimici e carburanti circolari, a basso impatto carbonico e alto valore aggiunto. I prodotti circolari ottenuti dal recupero mediante conversione chimica dei rifiuti consentono un abbattimento delle emissioni di Co2 quando usati in sostituzione di prodotti derivati da

idrocarburi e permettono di evitare le emissioni prodotte dall'incenerimento dei rifiuti,incrementandone invece il tasso di riciclo. L'iniziativa di NextChem giunge a seguito dell'importante positivo riscontro ottenuto su proposte connesse al Waste to Chemical(su cui l'azienda è al lavoro per diversi progetti con oil companies, tra cui Eni): da qui l'esigenza di creare una entità giuridica dedicata nella quale concentrare le competenze tecniche necessarie per lo sviluppo e la commercializzazione di una soluzione tecnologica che riscuote sempre maggiore interesse sul mercato. Amministratore delegato è Giacomo Rispoli, già Responsabile del Waste to Chemical in NextChem. La piattaforma è frutto di un lavoro di integrazione tra diverse tecno-

logie,alcune proprietarie e altre per le quali la società ha accordi di licensing. Cuore del processo è la conversione chimica del carbonio e dell'idrogeno contenuti nei rifiuti (plasmix, Css,frazione secca) mediante ossidazione parziale e successiva purificazione, da cui si ottiene un gas di sintesi a basso contenuto carbonico,in grado di essere convertito, con opportune estensioni di processo,in idrogeno, metanolo,etanolo e derivati,prodotti a più basso tenore di carbonio rispetto a quelli da fonti fossili, che possono essere ricompresi nella categoria dei carburanti ad alta sostenibilità. Questa soluzione mette insieme i vantaggi ambientali dell'economia circolare e quelli della decarbonizzazione e si sposa con l'esigenza di riconversione delle raf-

finerie di tutto il mondo,processo necessario in un'ottica di transizione energetica dalle fonti fossili alle energie rinnovabili per il contenimento dell'aumento della temperatura del pianeta e dei cambiamenti climatici ad esso correlati. "Oggi tramite MyRechemical NextChem è in grado di propone una piattaforma concreta e immediatamente cantierabile per la riconversione di siti industriali tradizionali mediante la chimica verde" dichiara Pierroberto Folgiero, ceo di NextChem e del Gruppo Maire Tecnimont. "La grande disponibilità di rifiuti solidi urbani e plastiche non riciclabili li rende un 'Nuovo Petrolio' che va valorizzato: grazie alla nostra ingegneria nella chimica dei rifiuti,è possibile ricreare la chimica del carbonio senza più partire da idrocarburi".

NEXTCHEM CRESCE IN ECONOMIA IRC•LARE, NASCE MYRECHEMICAL

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Soslemhilirò eimpatto sociale, la visione della rerzaesoaamio

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Usa: intesa fra Enel Green Power Nextchemidrogeno per~~n~~e verde H2 destinato a una bioraffineria, progetto operativo nel 2023. "L'iniziativa è la prima applicazione di un accordo quadro" EnoGmonPoweroi}gruppo MmimTeonimmnúhanno firmato oggi un protocollo d'intesa per favorire la produzione di idrogeno verde'tramite elettrolisi negli Stati Uniti. Loperazione è avvenuta rispettivamente attraverso la società nordamericana di Enel, Egp North America (Egpna), e la controllata NextChern dedicata alle tecnologie per la transizione. |i prugotÖo, che dovrebbe essere operativo nel 2023. utilizzerà l'energia generata da uno degli impianti solari di Egpna negli Stati Uniti per produrre l'idrogeno che verrà fornito a una biumffinoria, come si apprende da una nota. L'accordo prevede che NextChem svolga la funzione di partner tecnologico fornendo a Egp l'assistenza tecnica per Io sviluppo e la realizzazione. "Questo accordo — spiega la nota delle due società - rappresenta la prima applicazione di un 'accordo quadro' di collaborazione per valutare la realizzazione di progetti congiunti, cvmpmaa|asperimentuzionedi$mno|ogiomvenza\opermumoniam|'eifioionzuno|!apm' duz|onediidmgennvodedaFe/^ "Siamo entusiasti di unire le forze con partner come Maire Tecnimont per sfruttare al massimo le significative potenzialità rappresentate dall'idrogeno 'verde' per la decarbonizzazione di settori le cui emissioni sono più difficili da abbattere", ha detto Salvatore Bamabei, Coo di Egp, azienda che negli Usa gestisce circa 70 impianti con una capacità Úi circa 0GVK Pierroberto Folgiero, a.d. del gruppo KAaivaTeonimonúodi NextCnem.commerúando |'intesa.hasntto|ineahouomo^unoÓeipunúiuhiavaÓo||as1rmtegiuÓibuaineus^ siuquaUodi "fungere da abilitatore e facilitatore dì schemi tecnotogici integrati".

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STAFFETTA QUOTIDIANA Idrogeno in Usa, accordo Enel Green Power e Nextchem Idrogeno verde, nasce la "coalizione globale"

Idrogeno in Usa, accordo Enel Green Power e Nextchem Sarà green, prodotto tramite elettrolisi a partire dal 2023 Maire Tecnimont, attraverso la controllata NextC hem dedicata alle tecnologie per la transizione energetica, ed Enel Green Power, attraverso la controllata nordamericana Enel Green Power North America, Inc. (Egpna), hanno firmato oggi un protocollo d'intesa per favorire la produzione di idrogeno verde tramite elettrolisi negli Stati Uniti. È quanto si legge in una nota Maire Tecnimont. Enel utilizzerà la tecnologia per l'idrogeno di NextChem e la sua competenza in campo ingegneristico per far crescere il proprio business nell'idrogeno verde negli Stati Uniti. Il progetto, che dovrebbe essere operativo nel 2023, utilizzerà l'energia rinnovabile generata da uno degli impianti solari di Egpna negli Stati Uniti per produrre l'idrogeno verde che verrà fornito a una bioraffineria. Pierroberto Folgiero, amministratore delegato del Gruppo Maire Tecnimont e di NextChem, commenta: "Siamo veramente orgogliosi di essere stati scelti da Enel come partner per questa iniziativa industriale, che valorizza le competenze del nostro Gruppo nella chimica dell'idrogeno applicata alla produzione di idrogeno verde da energie rinnovabili solari e rappresenta un passo importante nello sviluppo delle nostre iniziative legate all'idrogeno verde, uno dei pilastri fondanti della nostra strategia per l'idrogeno. Uno dei punti chiave della nostra strategia di business è fungere da abilitatore e facilitatore di schemi tecnologici integrati. Il mercato americano si dimostra ancora una volta interessante per noi e lo osserviamo con grande attenzione."

"Questa nuova partnership rappresenta l'ultimo traguardo dell'impegno del gruppo Enel nel promuovere lo sviluppo dell'idrogeno verde," dichiara Salvatore Bernabei, Ceo di Enel Green Power. "Siamo attivamente alla ricerca di opportunità in questo segmento in diverse parti del mondo,sia in Europa sia nelle Americhe, e siamo entusiasti di unire le forze con partner come Maire Tecnimont per sfruttare al massimo le significative potenzialità rappresentate dall'idrogeno verde per la decarbonizzazione di settori le cui emissioni sono più difficili da abbattere." L'accordo prevede che NextC hem svolga la funzione di partner tecnologico e di ingegneria, oltre che full turnkey Epc(Engineering, Procurement and Construction) contractor, fornendo a Enel Green Power l'assistenza tecnica necessaria per lo sviluppo e la realizzazione del progetto. In qualità di leader nello sviluppo dell'idrogeno verde, Enel Green Povver sta valutando le opportunità di posizionare nella sua pipeline di sviluppo negli Stati Uniti degli elettrolizzatori, che utilizzano l'elettricità per separare l'acqua in idrogeno e ossigeno. Combinando due o più tecnologie, ad esempio l'energia solare e un elettrolizzatore, Enel Green Power riesce a creare impianti integrati in grado di sfruttare un ventaglio più ampio di fonti di ricavi e/o generare ulteriori opzioni di mitigazione dei rischi. Negli Stati Uniti, la società si è concentrata sugli stati dove è già presente operativamente, come ad esempio il Texas, lo Utah e il Nord Dakota.

STAFFETTA QUOTIDIANA anosm,wesamh.

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11S

Energia rinnovabile. Per l'intesa tra Enel Green Power e NextChem verrà utilizzata l'energia prodotta da un impianto di Egpna negli Stati Uniti

ENERGIA

Idrogeno,intesa Enel-NextChem Sarà utilizzata l'energia che Egpna produce negli Stati Uniti Un protocollo d'intesa per favorire la produzione diidrogeno verde negli Stati Uniti. A firmarlo sono stati ieri NextChem (gruppo Maire Tecnimont)ed Enel Green Power North America: Enel utilizzerà cioè la tecnologia per l'idrogeno di NextChem e la sua competenza in campo ingegneristico per far crescere il proprio business nell'idrogeno verde negli Stati Uniti.Il progetto,che dovrebbe essere operativo nel2023, utilizzerà l'energia rinnovabile generata da uno degli impianti solari di Egpna negli Usa,mentre l'idrogeno verde - generato tramite elettrolisi - verrà fornito a una bioraffineria. NextChem svolgerà invece la funzione di partner tecnologico e di ingegneria,fornendo a Enel Green Power

l'assistenza tecnica necessaria per lo sviluppo e la realizzazione del progetto. L'obiettivo di Enel Green Power è ambizioso: posizionare nella sua pipeline di sviluppo negli Stati Uniti degli elettrolizzatori che utilizzano l'elettricità per separare l'acqua in idrogeno SALVATORE BERNABEI Ceo di Enel Green Power

e ossigeno. Combinando due o più tecnologie, ad esempio l'energia solare e un elettrolizzatore, Enel Green Power riesce a creare impianti integrati in grado di sfruttare un ventaglio più ampio di fonti di ricavi. «Questa nuova partnership rappresenta l'ultimo traguardo dell'impegno

del gruppo Enel nel promuovere lo sviluppo dell'idrogeno verde ha dichiarato Salvatore Bernabei, CEO di Enel Green Power siamo attivamente alla ricerca di opportunità in questo segmento in diverse parti del mondo,sia in Europa sia nelle Americhe,e siamo entusiasti di unire le forze con partner come Maire Tecnimont per sfruttare al massimo le significative potenzialità rappresentate dall'idrogeno verde perla decarbonizzazione di settori le cui emissioni sono più difficili da abbattere». «Questa partnership con Enele - ha aggiunto Pierroberto Folgiero, amministratore delegato del gruppo Maire Tecnimont e di NextChem - rappresenta un passo importante nello sviluppo delle nostre iniziative legate all'idrogeno verde,uno dei pilastri fondanti della nostra strategia per l'idrogeno. Uno dei punti chiave della nostra strategia di business è fungere da abilitatore

e facilitatore di schemi tecnologici integrati. Il mercato americano si dimostra ancora una volta interessante per noi e lo osserviamo con grande attenzione». Enel Green Power sta sviluppando progetti nel segmento dell'idrogeno verde non solo negli Stati Uniti - dove è presente soprattutto in Texas, nello Utah e nel Nord Dakota - ma anche in Italia,in Spagna e in Cile. Poiché l'idrogeno verde rappresenta una nuova applicazione di business,il gruppo Enel sta osservando gli sviluppi del mercato per incrementare la capacità di questa tecnologia fino a oltre 2 GW entro il 2030. Enel Green Power è proprietario e gestore di impianti di energia rinnovabile nel Nord America e vanta una presenza in 18 stati degli Stati Uniti e in una provincia canadese. L'azienda oggi gestisce circa7o impianti con una capacità gestita di oltre 6 GW. —R.E.1. t RIPRODUZIONE RISERVATA

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Fabrizio Di Amato

Enel Green Power e Maire Tecnimont al via nuovo asse su idrogeno verde L'ACCORDO MILANO Maire Tecnimont,presieduta da Fabrizio Di Amato ed Enel Green Power,attraverso le rispettive controllate NextChem ed Enel Green Power North America, hanno firmato un protocollo d'intesa per favorire la produzione di idrogeno verde tramite elettrolisi negli Stati Uniti. Enel, si legge in una nota, utilizzerà la tecnologia per l'idrogeno di NextChem e la sua competenza in campo ingegneristico per far crescere il proprio business nell'idrogeno verde negli Stati Uniti. Il progetto, che dovrebbe essere operativo nel 2023, utilizzerà l'energia rinnovabile generata da uno degli impianti solari del gruppo Enel negli Stati Uniti per produrre l'idrogeno verde che verrà fornito a una bioraffineria. Enel Green Power, ricorda la nota, sta sviluppando progetti nel segmento dell'idrogeno verde in Italia, Spagna, Cile e Stati Uniti. Poiché l'idrogeno verde rappresenta una nuova applicazione di business, il Gruppo Enel sta osservando gli sviluppi del mercato per individuare il modo più efficiente di realizzare i propri piani di incremento della capacità di questa tecnologia fino a oltre 2 GW entro il 2030.

Statali,lo sciopero fa tlop • meno del 5% le adesioni •

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MF Enel e Maire assieme negli Usa per l'idrogeno verde di Andrea Pira nel Green Power e Maire Teenituont col labor eranno per la produzione di idrogeno': verde negli Stati Uniti. In questa direzione` va il protocollo siglato delle controllate Enel Green Power North America e NextCThem. che fungerà da partner tecnologico del progetto. L'impianto, che dovrebbe essere operativo dal 2023, utilizzerà l'energia rinnovabile generata ;de uno degli impianti solari Usa della società guidata da Salvatore 13ernabei per produrre l'idrogeno verde tramite elettrolisi e che sarà fornito a una hioraflineria. «Siamo attivamente lilla ricerca dì opportunità in questo segmento in diverse parti del mondo, sia ín Europa' sia nelle Americhe», ha spiegato Bermibei. Il progetto rientra quindi negli obiettivi di Enel. Green Power di incrementare la capacità di: questa tecnologia e portare oltre 2 GW entro.:

il 2030. Delle opportunità 11Sa parla anche!. Pierroberto Folgiero, amministratore delegato`.: di Maire Tecniniont: «Il mercato americano: si dimostra ancora una volta interessante pe►`: noi e lo osserviamo con grande attenzione»::; Intanto, secondo quanto riferisce La Informa ermi, Endesa, controllata spagnola eli Enel, è. in trattative con il governo del Marocco e.. Office Nationale de Electricité per aumentar re la propria partecipazione, attualmente al. 32% nel grande impianto ir ciclo combinato` di Tahaddarl, situato 46 chilometri da Tane*eri'. e a 110 eia Ceuta. Endesa gestisce I'impianto.: gas, a cui partecipano anche Siemens(con una.: quota ciel 205'x) e Office Nationale de Elec'. tricité e per il quale sono in corso progetti; di ampliamento. L:impianto è stato realizzato:: per sfruttare il gasdotto del Maghreb che, pro-: venendo Ball ,Algeria, attraversa il Marocco.. (riproduzione riservata)

Tages Helios H al nuovo round

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il Giornale NEGLI USA

Maire ed Enel insieme nell'idrogeno verde Maire Tecnimont attraverso la controllata NextChem ed Enel Green Power, con la controllata nordamericana. hanno firmato oggi un protocollo d'intesa per favorire la produzione di idrogeno verde tramite elettrolisi negli Stati Uniti. «Enel, che ha una solida esperienza nella commercializzazione di progetti, un'ampia pipeline di sviluppo e un'importante presenza operativa nel campo delle rinnovabili negli Stati Uniti - si legge in un comunicato utilizzerà la tecnologia per l'idrogeno di NextChem e la sua competenza in campo ingegneristico per far crescere il proprio business nell'idrogeno verde negli Stati Uniti». «Siamo veramente orgogliosi commenta Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato del Gruppo Maire Tecnimont e di NextChem - di essere stati scelti da Enel come partner per questa iniziativa industriale, che valorizza le competenze del nostro Gruppo nella chimica dell'idrogeno».

StM rimanda gli obiettivi E crolla in Borsa: -11.B7•

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ItalìaOggi

IDROGENO

Enel Gp e Maire T negli Usa Enel Green Power, attraverso la controllata nordamericana Enel Green Power North America, e Maire Tecnimont,attraverso NextChem, hanno firmato un protocollo d'intesa per favorire la produzione di idrogeno verde tramite elettrolisi negli Stati Uniti. Enel utilizzerà la tecnologia per l'idrogenodi NextChem e la sua competenza in campo ingegneristico per far crescere ilproprio business negli Stati Uniti.II progetto, che dovrebbe essere operativo nel 2023, impiegherà l'energia rinnovabile generata da uno degli impianti solari di Egpna negli Usa per produrre l'idrogeno verde che verrà fornito a una biora$lneria. «Siamo attivamente alla ricerca di opportunità in questo segmentoin diverse parti del mondo,sia,in Europa sia nelleAmeriche»,ha sottolineato Salvatore Bernabei,a.d diEnel Gp. -CRiproduzione riseiv i— a

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CORRIERE DELLA SERA

MILANO Maire Tecnimont

Torri Garibaldi Luci di auguri (e speranza) per la ripresa e due torri accese per augurare a tutta 1 Milano un nuovo inizio insieme. Fino al 26 dicembre il gruppo Maire Tecnimont (colosso dell'ingegneria impiantistica e green) «accende» tutte le sue sedi nel mondo e anche il quartier generale milanese,le torri Garibaldi affacciate sulla stazione: un messaggio di incoraggiamento alla fine dell'anno Covid. «Nel nostro 15esimo anniversario — spiega il fondatore Fabrizio Di Amato abbiamo voluto accendere le nostre torri per dire grazie a tutte le persone che ogni giorno lavorano con dedizione per reagire agli effetti della pandemia, come del resto ha fatto tutta Milano». Sui grattacieli verranno proiettati messaggi di auguri per un futuro «più luminoso, inclusivo e sostenibile». RIPRoDU11oNE RISERVATA

Negozie scuola',cambiano ritmi «Evitiamola crisi deitrasporti

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laVoce ái Mantova FQ

RO(NEXTCHEM):"i RIFIUTI SONO IL PETROLIO DEL TERZO MILLENNIO"

LA CHIMICA DEL FUTURO PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA Nuovi impianti per proseguire sul cammino della decarbonizzazione, attraverso le nuove frontiere della biochimica,della chimica dell'elettrolisi e della chimica dei rifiuti. Questa la visione di NextChem,la società del Gruppo Maire Tecnimont per la transizione energetica. A illustrarla è Pierroberto?Folgiero, Ceo NextChem e Maire Tecnimont."La transizione energetica è tutto quello che viene dopo le energie rinnovabili, la prosecuzione della storia, la decarbonizzazione, ovvero andare a sottrarre l'anidride carbonica in tutti i punti di produzione durante il ciclo di trasformazione delle varie industrie premette - La trasformazione delle risorse naturali una volta partiva sempre dal petrolio o dal gas, nella transizione energetica deve partire da altre fonti: le rinnovabili per ali-

mentare il processo, il resto è elettrochimica, biochimica e chimica dei rifiuti". Su questi tre filoni NextChem mette a disposizione le sue soluzioni:"Sulla biochimica abbiamo tecnologie che servono a fare biocarburanti, dentro l'elettrochimica stiamo lavorando su tutte le forme di idrogeno verde e di elettrolisi e per quanto riguarda la chimica dei rifiuti stiamo lavorando su quello che noi chiamiamo Waste to Chemicals, come produrre quello che siamo abituati a produrre oggi ma partendo dai rifiuti". Perché "dal carbonio e dall'idrogeno contenuti nei rifiuti plastici si possono produrre quei chemicals che servono per la vita di tutti i giorni. Si può riprodurre ovviamente plastica e poi quei componenti base che vengono trasformati in moltissimi prodotti: metanolo, ammoniaca,

che sono building blocks della chimica tradizionale, e idrogeno, non da idrocarburi, che noi chiamiamo idrogeno circolare e che insieme all'idrogeno verde si prevede sia l'asse del futuro della transizione energetica. In questa logica i rifiuti sono il petrolio del terzo millennio". Da questa visione, dunque, nascela costola verde di Maire Tecnimont: "Siamo i successori di chi ha affrontato dal punto di vista tecnico,tecnologico, scientifico il problema della petrolchimica quando questa era la strada maestra. Nextchem prende il nostro Dna di trasformatori di risorse naturali e lo applica in un mondo che invece di partire da idrocarburi parte da altre risorse naturali rinnovabili". Ora però per procedere lungo questa strada "bisogna fare impianti e per fare impianti bisogna avere una vi-

sione di lungo termine - chiarisce il Ceo di NextChem - Poi serve una politica economica, quindi strumenti,finanziamenti, investimenti, imprenditori che hanno voglia di rischiare, di lasciare la strada vecchia per la nuova. Oltre ad uno scenario regolamentare che ci spieghi come chiudere il gap dei costi. Ecco perché la strada che porta alla transizione energetica non può che essere europea". Una strada che si affianca a quello della ripartenza economica dopo la crisi innescata dall'emergenza sanitaria. "In un Paese che deve far ripartire gli investimenti, i primi dovrebbero essere quelli in infrastrutture di chimica verde e transizione energetica perché sono quelli che hanno più futuro dentro", conclude.

LA CHIMICA DEL FUTURO PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA

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LA STAMPA FABRIZIO DI AMATO li presidente di Maire Tecnimont:"Appalti, il governo riveda il cotlice"

"Un patto con i giapponesi di Jfe per la chimica verde è la svolta" L'INTERVISTA LUCA FORNOVO

bbiamosiglato un accordoimportantecon unasocietà giapponese per produrre idrogeno dai rifiuti, una svolta nella chimica verde». Fabrizio Di Amato è a capo di Maire Tecnimont,una multinazionale dell'ingegneria che ha un portafoglio ordini di 6 miliardi di euro e opera in 45 Paesi. Mail nostroPaese resta in cima ai suoi pensieri. «Sono un italiano convinto: abbiamo progetti allo studio per usarela nuovatecnologia vaste to chemicals in vari impianti nel nostro Paese».Ma il fondatore, presidente e maggiore azionista delgruppo avverte: «Le regole sugli appalti devono essere riviste, soprattutto se il governo vuole fare le grandiopere». Partiamo dall'accordo: perché avete scelto una società giapponese e come si chiama? «La Jfe Engineering Corporation è il braccio operativo di Jfe,una holdingche ha sede a Tokyo.L'obiettivo dell'alleanza è produrre carburanti avanzati e soprattutto quello che chiamo idrogeno circolare, a basse emissioni di CO2. Jfe ha sviluppato questa tecnologia all'avanguardia per trasformare rifiuti in gas di sintesi e Maire,che con la sua controllata NextChem è attiva nella chimica verde, ha un'esperienza straordinaria /

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nel creare impianticon la sua squadra di oltre 9mila ingegneri. Un'esperienza che affondale radicinellastoria della Montedison e del Premio Nobel,Giulio Natta». Dove realizzerete gli impiantiin Italia? «Ovunque vi siano siti industriali da riconvertire.Abbiamo svolto uno studio di fattibilità AVenezia,aPorto Marghera per un impianto di produzione diidrogeno dairifiuti. A Livornoèin corso un progetto per la produzione di metanolo,che verrà impiegato come additivo per i carburanti.Infine aTarantoè in avvio uno studio per la produzione di idrogeno che andrebbe ad alimentare la locale raffineria vicino all'Ilva. Un'altra parte di questo prodotto potrebbe essere usato per dare vita all'acciaio verde,senza ricorrere cioè all'energia fossile, nell'ambito del progetto didecarbonizzazione dell'acciaieria». Infuturo farete uno spin-off di NextChem? «E ancora prematuro parlarne,perora la nostra missione ècreare valore per Maire Tecnimont attraverso Nextchem. Per i prossimi anni ci sarà una forte crescita di progetti e appalti nella chimica verde. A spingere la domanda è anche l'Europa che ha chiesto agli Stati membri una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55%entro il 2030,fino a raggiungere zero emissioni nell'economia continentale entro il2050». Anche Maire hasubito glieffettidella pandemia:nei nove mesi i ricavi sono scesi a

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1, 8 miliardi (-22, 7%) rispetto al2019e dainizio annoil titolo ha perso il29%in Borsa. «Il virus ha colpito tutte le aziende, ma rispetto ai nostri concorrentisiamoandatimolto meglio.In Borsa c'è un problema di percezione, ma nell'ultimo mese abbiamo spiegato alla comunità finanziaria che il nostro portafoglio ordinidi6miliardidipendesolo per il20%dal petrolio,il resto sono commesse per impianti di trasformazione del gas,e progressivamente nella transizioneenergetica». Parliamo di infrastrutture. In Italia con l'arrivo deifondi europei del Next Generation Ue(Ngeu)si sta discutendo su come e quali opere avviare. «Le infrastrutture sono una grande opportunità per rilanciarel'economia.Ela tecnologia può dare un aiuto enorme. Le faccio un esempio: per realizzare l'Autostrada del Sole ci vollero otto anni, oggicon i mezzi a disposizione basterebbe un annoe mezzo.Il nuovo Ponte di Genova è un buon esempio dicome si possono accorciare i tempi. Ma il governo deve ridurre la burocrazia». Cioè, rivedere il codice degliappalti? «Le grandiopere devono avere una corsia più snella di quelle tradizionali. Serve un sistema di pre-qualifica per selezionare le imprese con le caratteristiche tecniche più adatte per dimensioni ed esperienza sulcampo.Poioccorre chel'appalto siaconvertibile,cioè che consenta diav-

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viare ilavori ma senza stabilire un prezzo definitivo. E impossibile fissarlo prima, perché quando si realizza una grandeopera spesso i costisono imprevedibili.Se invece si potesse convertire il contratto in definitivo in un secondo tempo si eviterebbero lunghi contenziosi legali. E in caso didisaccordosul prezzo si potrebbe fare una nuova gara con altre aziende». Ci sono Paesi all'estero dove vengono adottati questi criteri? «Certo: in moltissimi Paesi, ad esempio negli Stati Uniti, in Russia e in Medio Oriente. Ha parlato al governo di questaidea? «Sì ho mandato una proposta ali ministeri competenti, bisogna snellire le procedure soprattutto per le infrastrutture di chimica verde. Sono in corso valutazioni». Cosa ne pensa dei fondi europeiprevistidal NextGeneration Eu(Ngeu)? «Stiamo facendo un debito che lasceremo alle future generazioni. Spero che questi soldi, circa 209 miliardi per l'Italia, vengano spesi bene, per progetti di lungo respiro cosicché ne possano beneficiare i nostrifiglie nipoti». La task force per attuare questi progetti è una buona idea? «È una richiesta dell'Europa, trovo inutili le polemiche.La politica ha il dovere di scegliere qualisomme stanziare e quali progetti considerare prioritari. Ma i soggetti che attueranno nelconcreto questi programmidovrebbero essere consorzi diaziende pubbliche e private che conoscono bene la materia».—

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LA STAMPA

FABRIZIO DI AMATO PRESIDENTE DI MAIRE TECNIMONT

Il Recovery? Le infrastrutture sono una grande opportunità. E la tecnologia può dare un aiuto enorme

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Maire Tecnimont,multinazionale dell'Ingegneria,ha un portafoglio ordini di6miliardi di euro

Le grandi opere devono avere una corsia più snella di quelle tradizionali: l'esecutivo cambi

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"Unpnllu ean i eiappnneFi dl Jfe~ per lo itimira vcirleëln smani" ®I

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STAFFETTA QUOTIDIANA Maire Tecnimont, contratto in India da 255 min $ Maire Tecnimont annuncia in una nota che la propria controllata Tecnimont, attraverso la sua controllata indiana, si è aggiudicata un contratto EPCC (Engineering, Procurement, Construction e Commissioning) Lump Sum da parte di Indian Oil Corporation Limited (10CL), per la realizzazione di nuove unità perla produzione di acido acrilico e butilacrilato, derivati petrolchimici necessari per la realizzazione di prodotti ad alto valore aggiunto per il mercato chimico. Le unità saranno realizzate a Dumad, vicino Vadodara, nello stato di Gujarat, in India. 11 valore totale del contratto è di circa 255 milioni di dollari. Lo scopo del progetto comprende attività di Engineering, Procurement, Construction and Commissioning fino ai Performance Guarantees Test Run. Una volta completata, la nuova unità di acido acrilico avrà una capacità di 90.000 tonnellate all'anno, mentre l'unità di butilacrilato una capacità di 150.000 tonnellate all'anno. 11 periodo di esecuzione del progetto è di 26 mesi per la Mechanical Completion. Pierroberto Folgiero, amministratore delegato del gruppo Maire Tecnimont, ha commentato: "In seguito al recente annuncio del protocollo d'intesa a supporto dell'industrializzazione della chimica verde e dell'economia circolare in India, consolidiamo una relazione strategica con un cliente importante quale Iocl anche nell'industria petrolchimica. La nostra strategia technology-driven ci ha consentito nuovamente di cogliere delle opportunità in un mercato che mostra un ciclo di investimenti nel downstream molto promettente, grazie alla domanda crescente di prodotti petrolchimici. Infine, in linea con la visione strategica del Governo indiano finalizzata a massimizzare l'obiettivo di "In Country Value", la nostra controllata indiana sarà responsabile dell'esecuzione dell'intero contratto, confermando le sue solide capacità nel gestire grandi progetti complessi".

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11S Maire Tecnimont più forte in India PETROLCHIMICA

Ordine da 255 milioni $ Sale a 2,7 miliardi di euro il portafogli 2020 Matteo Meneghello Maire Tecnimont rafforza il suo portafoglio ordini con un nuovo contratto epcc da 255 milioni di dollari nelsegmento petrolchimico,portando cosìa circa 2,7miliardidieuro il totale acquisito nelcorso dell'anno.La controllataindiana Tecnimontprivatelimited,in particolare,siè aggiudicataieriun ordine daparte diIndian oil corporation limited per realizzare nuove unità per la produzione di acido acrilico e butilacrilato,derivati petrolchimici necessari perla realizzazione di prodotti ad alto valore aggiunto peril mercatochimico.Le unitàsaranno realizzate a Dumad, vicino Vadodara, nello stato di Gujarat,in India.Loscopo del progetto comprende attività di ingegneria,approvvigionamento,costruzione e avviamento fino alla fase del cosiddetto performance guarantees test run.Il periodo di esecuzione del progettoè di26 mesi perla mechanical completion. «In seguito alrecente annuncio del protocollo d'intesa asupporto dell'industrializzazione della chimica verde e dell'economia circolare in India - spiega Pierroberto Folgiero,ad delgruppo Maire Tecnimont - consolidiamo una relazione strategicacon un dienteimportante anche nel petrolchimico. La commessa indiana è un'altra conferma della resilienza che abbiamo mostrato per tutto i12020: abbiamo raggiunto untotale diacquisizioni nell'anno dicirca2,7mihiardi di euro».

Il petrolio rornawPuo~une 51uJlvtalum:JvinSmiliHNL

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MF Maire, commessa in India da 255 min di Giorgio Nicasrri aire Tecnimont rafforza il peso in India_ Una controllata itIlocale di Tecnimont si è infatti aggiudicata un contratto Epccc(Engineering, Procurement, Construction e Cotnmissioning) Lump Sum dall'Indian Oil Corporation l..imìled (luci), per realizzare nuove unita per la produzione di acido acrilico e butilacrilato, derivati petrolchimici necessari per la realizzazione di prodotti ad alto valore aggiunto per il mercato chimico. Le unità saranno realizzate a l)utnad, vicino Vadodara, nello stato di Gujarat. Il valore della commessa è di circa 255 milioni di dollari.. Una volta completata, la nuova unità avrà una capacità di 90 mila tonnellate l'anno, mentre l'unità di buiilacrilato una capacità di 150 mila tonnellate.(riproduzione riservata)

Eni più tirale negli Emirati Arabi

CON L'EUROPA VICINI ALLE PERSONE. NESSUNO ESCLUSO.

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ItalìaOggi

PER 209 MLN €

Maire T, contratto in India Maire Tecnimont ha annunciato che la controllata Tecnimont spa,attraverso la società indiana Tecnimont Private Limited,si è aggiudicata un contratto Epcc Lump Sum da parte di Indian Oil Corporation Limited per la realizzazione di nuove unità per la produzione di acido acrilico e butilacrilato, derivati petrolchimici necessari per la realizzazione di prodotti ad alto valore aggiunto per il mercato chimico. Le unità saranno realizzate a Dumad,nello stato indiano di Gujarat.Il valore del contratto ammonta a circa 255 milioni di dollari(209 mln euro). Una volta completata, l'unità di acido acrilico avrà una capacità di 90 mila tonnellate all'anno e l'unità di butilacrilato di 150 mila tonnellate. II periodo di esecuzione del progetto è di 26 mesi per la mechanical completion. -O Riproduzione nservata-111

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STAFFETTA QUOTIDIANA Nextchem, accordo con la giapponese Jfe NextC hem, controllata del gruppo Maire Tecnimont, e JFE Engineering Corporation, società di ingegneria e braccio operativo del gruppo nipponico JFE, hanno siglato un accordo commerciale per "sviluppare congiuntamente il modello che vede nei rifiuti una risorsa per la produzione di carburanti avanzati, idrogeno, fertilizzanti e prodotti chimici low carbon". Il processo di conversione chimica dei rifiuti in gas di sintesi e l'utilizzo di questo intermedio per la produzione di idrogeno circolare, carburanti avanzati e molti altri prodotti fondamentali per le economie mondiali consente di contribuire alla decarbonizzazione dei processi produttivi e di migliorare l'impatto carbonico in fase di utilizzo finale dei prodotti.

L'alleanza tra le due società consente la valorizzazione integrata delle tecnologie impiantistiche del Gruppo Jfe e del Gruppo Maire Tecnimont per la realizzazione di progetti Waste to Chemicals partendo dall'analisi di fattibilità tecno-economica fino alla costruzione chiavi in mano, includendo anche la formazione altamente qualificata del personale presso gli impianti di riferimento di Jfe in Giappone. Partendo dall'esperienza di Jfe Nextchem ha messo a punto una tecnologia integrata di Waste to Chemicals che è in grado di licenziare nel mondo. "Il riuso del carbonio e dell'idrogeno contenuto nei rifiuti permette di ridurre il ricorso a fonti fossili per la produzione di carburanti e prodotti essenziali. La collaborazione tra NextChem e

Jfe Engineering Corporation valorizza il know-how dei due gruppi. NextChem persegue l'obiettivo di ampliare la sua offerta al mercato globale di soluzioni tecnologiche per la transizione energetica e l'economia circolare, stimolandone la domanda. La nostra piattaforma tecnologica Waste to Chemical è solida, referenziata, immediatamente cantierabile e profittevole; è la nostra risposta al percorso obbligato e virtuoso verso un'economia a basse emissioni di carbonio, al problema di dipendenza di molti Paesi dall'estero per alcuni prodotti base dell'industria chimica e anche al problema mondiale del recupero di frazioni di rifiuti ad oggi non riciclabili", ha dichiarato Pierroberto Folgiero, Ceo di NextChem e del Gruppo Maire Tecnimont.

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«L'Italia può rinascere con i distretti circolari» >Di Amato,fondatore di Maire Tecnimont: ›«Vanno riconvertite le vecchie raffinerie «I rifiuti sono il petrolio del terzo millennio» per riciclare plastica e produrre idrogeno» L'INTERVISTA ROMA «Lo sa che succede quando si trasformano i rifiuti a 1.200 gradi? Con un processo di conversione si recuperano carbonio e idrogeno. Il 10% di inerte è utilizzabile anche in edilizia,tutto il resto viene recuperato per la produzione di prodotti chimici che servono per esempio per alimentare vetture a idrogeno.Se invece i rifiuti vengono mandati nell'inceneritore e bruciati,si emettono CO2e altre sostanze.E per questo che continuo a ripetere che il rifiuto è il petrolio del terzo millennio.Ed è come dire che in Campania c'è un giacimento di petrolio che può fruttare 20 anni». Fabrizio Di Amato,presidente e fondatore di Maire Tecnimont,già a 19 anni ha messo le basi di un colosso internazionale nella fornitura di tecnologia, oltre che nell'ingegneria e costruzione per realizzare grandi impianti industriali per la trasformazione delle risorse naturali. «All'inizio avevo tre dipendenti. Oggi siamo quasi diecimila persone in 50 paesi e mi fa piacere ricordare che, dopo 37 anni, i tre dipendenti iniziali sono ancora con me».

LA ROTTA Ha puntato per anni all'estero, Maire Tecnimont, passando da

un'acquisizione all'altra, da Fiat Engineering alla Tecnimont, in un Paese che da tempo ha voltato pagina su idrocarburi e chimica. Ma due anni fa Di Amato ha visto la rivoluzione all'orizzonte e ha tirato le fila di progetti avviati da 10 anni fondando la NextChem.E oggi più che mai crede all'«opportunità unica dell'Italia» di sfruttare "il petrolio del futuro" e tecnologie tutte made in Italy che possono spingere il Paese per primo nel cuore della transizione energetica. L'«opportunità» per la Maire Tecnimont è quella di creare dei distretti industriali circolari in tutta Italia. «Abbiamo pensato di ripartire proprio dalla chimica e dalla grande tradizione della petrolchimica di Giulio Natta», spiega Di Amato. «Abbiamo realizzato a Brescia il primo impianto con una efficienza di riciclo del 90-95%, uno dei primi impianti in Europa a produrre polimeri riciclati di alta qualità dai rifiuti plastici. E abbiamo appena implementato una tecnologia che fa la purificazione del gas prodotto da rifiuto per produrre idrogeno circolare, sfruttando le competenze che il gruppo ha tramite la controllata KT, che realizza impianti di idrogeno convenzionale da idrocarburi da oltre 30 anni». L'idea dei distretti industriali circolari nasce da qui. «Prendiamo i

siti con vecchie raffinerie, centrali a carbone,e altri impianti industriali,tra l'altro già censiti anche a livello nazionale (alcuni Siti di interesse nazionale), e riconvertiamoli». Come? «Trasformandoli in distretti in cui si possono riciclare tutti i rifiuti plastici, si può produrre idrogeno circolare, metanolo ed etanolo trattando i rifiuti indifferenziati e si può anche fare l'idrogeno green da elettrolisi, con emissioni zero. Significa creare una vera rivoluzione».Se poi si inserisce nel sito anche un impianto fotovoltaico si può anche utilizzare dell'energia direttamente. «Progressivamente anche l'idrogeno verde, finora costoso, diventerebbe competitivo».E allora si capisce perché Regioni come la Campania possono diventare un risorsa preziosa. «Pensi a un giacimento di 5 milioni di tonnellate di rifiuti stoccati in ecoballe messe lì da anni. Un impianto di taglia minima per noi tratta 200mila tonnellate l'anno di rifiuti: è come assicurarsi per 20 anni la materia per far funzionare l'impianto».Praticamente un sogno per un Paese che da 30 anni ha a che fare con lo smaltimento dei rifiuti.

Generali sul quale ci sono già stati riscontri positivi. Gli ostacoli? «Lo abbiamo già avviato a Livorno per fare metanolo. E c'è un progetto di fattibilità a Taranto. I piani sui quali stiamo lavorando sono cinque o sei, ma ci potrebbe essere un distretto almeno per ogni Regione. Basta attivare le forze, anche con partnership pubblico-private, per segnare la svolta»,dice il presidente. Che naturalmente non ignora gli ostacoli. «Abbiamo bisogno di un sistema normativo che lo consenta. Oltre alla consapevolezza a livello centrale, ci vuole una importante campagna di sensibilizzazione sul territorio. E senz'altro semplificazioni». A quel punto, «la politica decida pure la rotta da seguire», ma i soggetti attuatori devono essere le migliori competenze del Paese». Soltanto così si possono sfruttare al meglio anche le risorse del Recovery. «Noi siamo pronti. Vogliamo ripartire dall'Italia per poi andare in giro per il mondo. E non vorremmo dover fare il contrario». Il Paese «non può perdere questo carro per far ripartire l'economia e l'occupazione». Ci sarà «un cambiamento di paradigma», conclude Di Amato: «ma sta a noi muoverci in fretta per affrontare la crisi, GLI OSTACOLI Ma per Di Amato, non è un so- e come sempre le discontinuità gno. E un piano già presentato al possono diventare un'opportunipremier Conte durante gli Stati tà». Roberta Amoruso O RIPRODUZIONE RISERVATA

«IL PIANO È SUL TAVOLO p~ DEL PREMIER MA SERVONO SEMPLIFICAZIONI E DIALOGO CON I TERRITORI SPERIAMO DI NON DOVER ANDARE ALL'ESTERO» Fabrizio Di Amato,presidente

«IL GRUPPO È GIÀ AL LAVORO SU 5-6 PROGETTI MA CON DELLE PARTNERSHIP POSSIAMO APRIRE UN IMPIANTO PER REGIONE»

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MILANO FINANZA

L'industria impiantistica ha tutte le carte in regola per guidare la trasformazione energetica Tanto più Maire Tecnimont,che è pioniere nella biochimica e nell'economia circolare. Parla il presidente Di Amato OIL & GAS

• In retro versofuturo MAIRE TECNIMONT

di Giulio Sassetti

Quotazione in euro 2.8

abrizio Di Amato è presidente e azionista di riferimento del gruppo Maire Tecnimont. Uno dei principali contractor di impiantistica e ingegneria oil&gas e petrolchimico su scala globale. Questo il suo bilancio della crisi e la visione del futuro.

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Domanda.Le recenti acquisizioni alleviano un anno terribilepervoie per tutto il comparto dell'impiantistica? Risposta. La commessa indiana di questi giorni per un nuovo impianto petrolchimico ci mostra che siamo stati in grado di continuare ad acquisirecommesse - oggi siamo a un totale di 2,7 miliardi - ma anche in grado di eseguire il nostro portafoglio. È stato un anno di nuovi contratti strategici. Tra questi un accordo per un importo aggiuntivo per accelerare il completamento di un progetto in esecuzione in Russia. Stiamo mostrando grande resilienza, grazie allo straordinario impegno di tutte le nostre persone,senza mai interrompere le attività. L'anno è assolutamentein linea con quanto riprogranimato. D. Se una grande impresa rallenta,il suo indotto rischia di annegare. R.La sostenibilità della filiera è nel nostro dna e si implementa anche attraverso Io sviluppo del local content: aiutiamo i nostri fornitori a diventare più internazionalie più localizzati.In questo

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1,o Gen I Feb 1 Mar Í Apr I Mag 1 Giu 1 Lug Í Ago I Set Ott I Nov 1 Dic i 2020

sforzo di coesione, abbiamo attivato un programma insieme a Cassa Depositi e Prestiti a supporto dei fornitori strategici italiani della nostra filiera.

nella chimica in passato e lo sarà anche nella chimica verde e nell'economia circolare. Siamo convinti che il mercato apprezzerà tutto questo.

D. NextC hem è la vostra grande missione. R.NextChemè la nostra società dedicata alla chimica verde e allo sviluppo di tecnologie a supporto della transizione energetica e dell'economia circolare. E una nuova controllata nella quale sono confluite le competenze manageriali e tecnologiche verdi.Siamo stati pionieri di questa trasformazione e per questo oggi NextChem è una realtà che apre la strada a un nuovo modo di fare il nostro lavoro di tecnologi, ingegneri e realizzatori di impianti. L'Italia è stata pioniere

D.Anche qui Brescia si conferma all'avanguardia. R.Il territorio bresciano ha una grande tradizione industriale di riciclo e riutilizzo di materiali.Il nostro primo impianto di riciclo della plastica,uno dei più avanzati in Europa(95% di efficienza di riciclo, ndr). MyReplast,controllata di NextChem, infatti, ha sviluppato la tecnologia proprietaria di Upcycling, una soluzione innovativa che combina il riciclo meccanico con il processo chimico.

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D. Un concetto che state sviluppando è quello di

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MILANO FINANZA lavorare a marcia indietro, che non è la decresciti felice ma la crescita circolare... R. Facciamo grandi impianti da decenni, in aree remote e in condizioni difficili. Andare a. retromarcia vuol dire replicare gli stessi prodotti a partire da nuove materie prime,da selezionare nel mondo dei rifiuti.Stiamo applicando la stessa logica sia nel mondo delle plastiche riciclabili, sia nel settore di quelle non riciclabili.

vinti che l'idrogeno sarà uno dei driver della transizione energetica, le tecnologie italiane sono all'avanguardia.Abbiamo implementato,tra l'altro,ria soluzione immediatamente cantierabile a prezzi competitivi, quella dell'idrogeno circolare, che consente tramite riciclo chimico di recuperare carbonio e idrogeno contenuti nelle plastiche non riciclabili. In questo e altri ambiti l'industria italiana è tra quelle più innovative e all'avanguardia in tutti il mondo.

D. Avete sperimentato an- DAI vostro obiettivo è il Distretto circolare, può che la produzione spiegarsi meglio? dell'idrogeno. R. Abbiamo all'attivo più di 100 R.Il nostro modello di Distretto progetti completati e siamo con- circolare prevede la cornpresenza

di diverse tecnologie: alcune recuperano rifiuti riciclabili, altie trasformano rifiuti non riciclabili in idrogeno e altri chemicals, il tutto integrando anche la produzione di idrogeno da elettrolisi. Ci sono tre grandi sfide globali della sostenibilità: i rifiuti, che da problema devono diventare invece un giacimento di carbonio e idrogeno da recuperare.La seconda sfida è decarbonizzare l'i dustr a:l'output di questi impianti è una gamma di prodotti a basso impatto ambientale. La terza e dare nuova vita a siti industriali da riconvertire, ovvero raffinerie, petrolchimici, stabilimenti dell'industria pesante che possono avvalersi di bacini di manodopera tecnica, con

importanti ricadute occupazionali. La condizione ideale per insediare il distretto circolare è la prossimità in una stessa area dei tre fattori che ho appena descritto. Stiamo mappando tutte le aree in Italia, compresi i siti di interesse nazionale, ma anche in Europa incontrando grand.issimo interesse tra i gestori dei rifiuti, i proprietari dei siti industriali da rilanciare,e tutto il mondo industriale che sta investendo per decarbonizzare,Sono mondi che non sono abituati a parlarsi: noi li stiamo portando allo stesso tavolo. Abbiamo presentato il nostro distretto circolare al Governo affinché sia ricompreso nella strategia italiana per il Recovery Fund. (riproduzione riservata)

In r,r r. verso il futuro

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I rifiuti diventano u Sviluppare congiuntamente il modello che vede nei rifiuti una risorsa perla produzione di carburanti avanzati, idrogeno, fertilizzanti e prodotti chimici low carbon. Con questo obiettivo NextChem, controllata del Gruppo Maire Tecnimont dedicata allo sviluppo di progetti e tecnologie per la transizione energetica, e Jfe Engineering Corporation, società di ingegneria e braccio operativo del gruppo nipponico Jfe, hanno siglato un accordo commerciale che rafforza la cooperazione tra le due società.Il processo di conversione chimica dei rifiuti in gas di sintesi e l'utilizzo di questo intermedio per la produzione di idrogeno circolare, carburanti avanzati e molti altri

prodotti fondamentali per le economie mondiali consente di contribuire alla decarbonizzazione dei processi produttivi e di migliorare l'impatto carbonico in fase di utilizzo finale dei prodotti. L'alleanza tra le due società consente la valorizzazione integrata delle tecnologie impiantistiche del Gruppo Jfe e del Gruppo Maire Tecnimont per la realizzazione di progetti Waste to Chemicals partendo dall'analisi di fattibilità tecno-economica fino alla costruzione chiavi in mano,includendo anche la formazione altamente qualificata delpersonale presso gli impianti di riferimento di Jfe in Giappone. Partendo dall'esperienza di Jfe Nextchem ha messo a

risorsa punto una tecnologia integrata di waste to chemicals che è in grado dilicenziare nel mondo. "Il riuso del carbonio e dell'idrogeno contenuto nei rifiuti permette di ridurre il ricorso a fontifossili perla produzione di carburantie prodotti essenziali. La collaborazione tra NextChem e Jfe Engineering Corporation valorizza il know-how dei due gruppi. NextChem persegue l'obiettivo di ampliare la sua offerta al mercato globale di soluzioni tecnologiche perla transizione energetica e l'economia circolare, stimolandone la domanda" dichiara Pierroberto Folgiero, ceo di NextChem e del Gruppo Maire Tecnimont. RIPRODUZIONE RISERVATA

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Case ed edifici,2il senape del legno

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LA NUOVA BASILRCATA

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SMART GRID, COSA SONO. UN MASTER PER I PROFESSIONISTI DEL FUTURO

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