Convegno di Pisa 10/21: Sintesi

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Sintesi del Convegno tenutosi a Pisa presso la Scuola Superiore Sant’Anna L’ECONOMIA CIRCOLARE PER IL RILANCIO GREEN DELL’INDUSTRIA: LA CHIMICA VERDE PER LA CHIUSURA DEL CICLO DEI RIFIUTI “La sfida dei prossimi anni sarà migliorare la gestione dei rifiuti e fare in modo che i rifiuti diventino un’opportunità per l’economia nazionale e non più un costo” dichiara Michele Conti, sindaco di Pisa, durante il convegno “L’economia circolare per il rilancio green dell’industria: la chimica verde per la chiusura del ciclo dei rifiuti” tenutosi a Pisa l’11 ottobre, promosso da NextChem presso la Scuola Superiore Sant’Anna. Servono idee, soluzioni cantierabili, che siano in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti, ma è fondamentale che la transizione circolare parta dalle realtà territoriali. Nell’aula magna della Scuola Superiore Sant’Anna, alcuni rappresentanti istituzionali della regione Toscana ed esperti del settore si sono incontrati per approfondire le opportunità offerte al territorio dalle soluzioni tecnologiche per la gestione dei rifiuti. “La transizione verso un'economia circolare è un sfida centrale, istituzionale e rigenerativa, che richiede il contributo di aziende, istituzioni e cittadini-consumatori”, ha affermato Marco Frey, Coordinatore del Laboratorio sulla Sostenibilità (SUM-IDM) della Scuola Superiore Sant'Anna. “Questa sfida è davvero ardua, richiede una visione strategica di sistema, azioni condivise e tecnologie innovative. Ogni giorno alla Scuola Superiore Sant'Anna guardiamo alle opportunità e ai vincoli legati alle trasformazioni in corso. Lo facciamo insieme alle istituzioni, chiamate a rilanciare uno sviluppo più sostenibile ed equo, e ad aziende come NextChem, protagoniste della transizione”. “Il deficit di sistema dell'Italia è noto” - ha aggiunto Paolo Ghezzi, Coordinatore Scientifico del Master GECA della Scuola Superiore Sant'Anna - “Un mercato in cui per necessità vengono esportate enormi quantità di rifiuti, è un mercato che offre grandi opportunità per il Paese”; opportunità che potrebbero essere colte grazie a soluzioni impiantistiche che sappiano dare risposte coerenti con la prospettiva circolare. Un gap infrastrutturale che deve essere colmato per cui la regione Toscana è pronta: con una produzione di rifiuti urbani di quasi 2,3 milioni di tonnellate/anno, per il 2030 si è posta l’obiettivo di realizzare nove impianti per investimenti che superino i 230 milioni di euro.


“Economia circolare significa risolvere un problema ambientale con il mercato, ciò significa: sicurezza dell’impiantistica, certezza del trattamento, certezza di approvvigionamento” sostiene Andrea Sbandati, Direttore Cispel Toscana. Come dichiarato da Alessandro Canovai, Direttore Operativo di Alia Servizi Ambientali, diventa importante far incrociare il mondo industriale con quello del riciclo e attivare uno sforzo centralizzato sulla parte alta della piramide della gestione dei rifiuti. È dunque necessario parlare di soluzioni integrate a supporto dell’economia circolare che non riguardino semplicemente raccolta e riciclo dei rifiuti, ma anche tecnologie trasformative. In un Paese in cui esiste una forte disparità tra le regioni a livello di impianti, dove mancano le materie prime e seconde per alimentare i processi, NextChem – società del Gruppo Maire Tecnimont dedicata allo sviluppo delle tecnologie per la chimica verde e per la transizione energetica – propone la soluzione tecnologica che potrebbe giocare un ruolo fondamentale nella chiusura dei cicli di rifiuti nella regione Toscana: il Distretto Circolare Verde. Una piattaforma tecnologica finalizzata all’impiego di tecnologie innovative legate al settore della chimica verde applicate ad insediamenti produttivi dell’industria tradizionale e pesante. L’obiettivo è quello di valorizzare i principi dell’economia circolare in un quadro di sostenibilità economica, oltre che ambientale. Pierroberto Folgiero, CEO del Gruppo Maire Tecnimont e NextChem, ha dichiarato: “Bisogna ricercare una simbiosi tra gli stream, trasformare siti brownfield come punti di cumulazione di tecnologie per la transizione circolare, quali Upcycling e waste to chemical”. L’intuizione è infatti quella di andare a mappare la nuova carica, il rifiuto (rifiuti secchi e rifiuti plastici), e attivarla all’interno di siti brownfield, dove esistono infrastrutture e logistica. Il target è quello di inserirsi nella parte bassa della gerarchia di rifiuto, lavorando gli scarti dei processi di riciclo, che da costi si possono trasformare in prodotti chimici di alto valore aggiunto. La tecnologia waste to chemicals di conversione chimica di NextChem, infatti, permette di ottenere da Plasmix e CSS (Combustibile Solido Secondario) un gas di sintesi circolare detto syngas, dal quale è possibile produrre metanolo, etanolo e idrogeno circolari. L’idrogeno, prodotto a costi competitivi, alimenterebbe la mobilità pubblica, nonché i processi industriali. La tecnologia waste to fuel si conferma compatibile con i target nazionali ed europei: “contribuisce a sottrarre quantitativi di rifiuti che devono andare in discarica e contribuisce alla decarbonizzazione” dichiara Laura D’Aprile, capo del Dipartimento per la Transizione Ecologica e gli Investimenti Verdi presso il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) durante la presentazione dei primi interventi messi in atto dal Ministero della Transizione Ecologica nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per rafforzare la gestione dei rifiuti e l’impiantistica.


“La chiave della chimica verde all’interno dell’economia circolare è portare ricavi, margini che possano ripagare investimenti - continua il CEO del Gruppo Maire Tecnimont e NextChem - “così facendo si porta industrializzazione, PIL e possiamo generare prodotti che continuiamo ad importare”. È un progetto di reindustrializzazione del Paese che offre opportunità alla regione Toscana, che ha una lunga tradizione industriale, grandi competenze e infrastrutture, nonché un contesto istituzionale che sta mettendo in piedi un piano per la gestione dei rifiuti. Diventa strategico valorizzare la catena di fornitura cresciuta intorno ai siti brownfield, quei siti che in futuro non avrebbero opportunità. La Toscana può diventare un laboratorio di innovazione. Occorre dare un riconoscimento a chi capisce l’importanza di impianti a basse emissioni e che creano valore aggiunto. È un’opportunità per la regione e per le industrie. Secondo Mattia Pellegrini, Head of Unit DG ENV – Commissione Europea, “È un salto qualitativo enorme in un Paese come l’Italia che ha regioni in cui lo smaltimento in discarica continua ad essere tra le pratiche più diffuse”, come la Toscana, dove oltre il 33% dei rifiuti urbani viene smaltito in discarica e circa il 10% viene incenerito negli impianti in fase di chiusura. Come ricorda l’Onorevole Simona Bonafè, Parlamento Europeo, “economia circolare non vuole dire zero rifiuti, questi verranno sempre prodotti. Bisogna ricercare la soluzione più efficace che sappia sostituire le discariche”. Esistono territori martoriati, siti che necessitano di essere riconvertiti: il Distretto Circolare Verde, è una soluzione tecnologica pensata per non consumare nuovo suolo, ma per riconvertire i siti già esistenti, per usare maestranze esistenti, per coinvolgere i giovani data la diffusa componente digitale degli impianti. “Bisogna vedere il rifiuto come un’opportunità – sostiene Riccardo Breda, Presidente di Camera di Commercio Maremma e Tirreno - Il tema dell’economia circolare non offre opportunità solo alle grandi imprese, ma anche alle piccole e medie, e diventa pertanto fondamentale diffonderne le potenzialità e sensibilizzare i cittadini su tutti i processi di trattamento”. Opportunità per le imprese e per il territorio che si confermano nell’esperienza del Sindaco di Peccioli, Renzo Macelloni: “Impianti che producono cultura e una forte reazione sul territorio”. Diventa fondamentale l’incontro con il singolo, che non deve essere lasciato fuori dalla transizione circolare, ma deve essere coinvolto nei processi. Il coinvolgimento locale è fondamentale, per evitare le contestazioni, per non perdere le opportunità insite alla NextGeneration UE. Il dibattito pubblico deve essere generato e approfondito, deve spiegare il motivo per cui gli impianti servono e come si inseriscono sul territorio. “È


importante capire come comunicare le tecnologie, quale debba essere il livello di trasparenza, per raggiungere i cittadini” dichiara il Vicepresidente Consiglio regionale della Toscana, Stefano Scaramelli. Se da una parte bisogna comunicare con il territorio, dall’altra è importante lavorare sui processi autorizzativi. Come ricorda il Presidente di Legambiente, Stefano Ciafani: “Il mondo della ricerca, le istituzioni e le aziende ci sono, ma per mettere in pratica le soluzioni tecnologiche, è fondamentale accelerare i processi, lavorare sulla semplificazione del sistema autorizzativo”. L’Italia ha importanti esempi di eccellenza, competenze e università. È però importante tradurre le capacità in azioni e posizionare il Paese in un ruolo di leadership nella transizione circolare. “Siamo di fronte ad un cambiamento importante, dove la tecnologia e la capacità di far accadere le cose fanno la differenza” – conclude il Presidente del Gruppo Maire Tecnimont, Fabrizio Di Amato - “La grande impresa si è mossa ed è il segnale che le cose possano accadere. Ora le grandi compagnie hanno bisogno di interagire con integratori tecnologici come NextChem”.


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