L’Uomo Carponi
Il Cliente Illustre
SHERLOCK HOLMES
Pubblicazione edita da: Malavasi editore S.r.l.
n. 22
Direttore responsabile: Nicola Malavasi Testi: Nicola Malavasi Gianluca Salvatori, CHS, BS Enrico Solito, CHS (D), BSI. Past President di Uno Studio in Holmes Fotografie: Granada International Progetto Grafico: Cristina Ghelfi - Modena Periodico quattordicinale corredato da DVD. Il DVD allegato non è vendibile separatamente. Esce il Sabato. Registrazione presso il Tribunale di Modena. Distribuzione: Sodip spa (MI) Stampa: Ecofina S.r.l. (MI) Malavasi Editore s.r.l. è iscritta al ROC al n° 7721. IVA assolta dall’Editore ai sensi dell’art. 74, 1° comma, lettera C; D.P.R. 633/72. Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Filiale di Modena - Tassa Riscossa L’Editore si riserva la facoltà di modificare i prezzi nel corso della pubblicazione in relazione a variate condizioni di mercato. © 2005 Malavasi Editore s.r.l. - Modena Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o memorizzata in sistemi di archivio o trasmessa in forma o mezzo elettronico, meccanico, attraverso registrazioni o altri sistemi noti e futuri, senza esplicita autorizzazione scritta da parte dell’Editore ad eccezione di brevi passaggi e recensioni.
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L’Uomo Carponi
roppo facili sarebbero le ironie su un celebre farmaco, di recente invenzione, paragonato alla strana pozione che il professor Presbury – stimato cattedratico d’un prestigioso ateneo inglese – assume da quando si è fidanzato con la giovanissima Alice Morphy. Tenendo tutto nel più impenetrabile segreto questi è giunto sino a Praga ed è tornato a casa con una misteriosa scatola di legno. Da quel giorno il suo comportamento, nei confronti degli altri ed in particolare del suo segretario nonché fidanzato della figlia, si è del tutto modificato. La situazione poi è ulteriormente peggiorata da quando riceve delle criptiche missive contrassegnate da una “X” sul recto; missive così personali che, per suo espresso ordine, possono essere aperte soltanto da lui.
Sherlock Holmes (Jeremy Brett), Dr John Watson (Edward Hardwicke), ispettore Lestrade (Colin Jeavons)
La metamorfosi comportamentale è stata così profonda da portare persino il fedele cane da guardia del professore ad aggredire il suo stesso padrone e, cosa ancor peggiore, pare sia stato visto camminare a quattro zampe dal proprio segretario particolare, il signor Bennett. In preda alla più ragionevole delle preoccupazioni Edith Presbury, la figlia dell’illustre cattedratico, dopo aver scorto il padre scalare il muro esterno della propria abitazione fino al secondo piano, si rivolge a 3
Sherlock Holmes per richiederne l’aiuto. Al Grande Detective è sufficiente una rapida indagine per svelare l’arcano che soggiace al fitto intreccio e riuscire a ricollegare, con un unico dipanabile filo, tutti i misteri: si tratta di un filtro per ringiovanire e tener testa alla giovane fidanzata Alice Morphy. Ed è il filtro la vera causa del repentino cambio d’umore dovuto ai suoi effetti collaterali che vanno ben oltre al temporaneo beneficio che esso arreca. “L’Avventura dell’uomo carponi” è comparsa per la prima volta sulle pagine dello Strand Magazine nel numero del marzo 1923. Questa indagine, di competenza più medica che investigativa, necessitò – a giudizio degli sceneggiatori – di maggiore caratterizzazione. Holmes, sin dall’inizio della vicenda, si pone sulla giusta pista ma, in questa riduzione cinematografica, lo vediamo affrontare un problema più fitto, maggiormente adatto al palato dei telespettatori. Evocato da un ben noto messaggio del Detective: “Venga subito se le è possibile: se no venga comunque”, Watson compare nel salotto di Baker Street quando il segretario Bennett, indeciso se mantenere la privacy del proprio datore di lavoro e rivelare i dettagli del problema, si decide ad illustrare il caso alla famosa coppia di investigatori. Ma se, nel testo originale, sappiamo subito che i comportamenti inquietanti vengono posti in essere dal professore, qui tutto resta velato da un alone misterioso. Resta comunque lo spazio per una serie di scambio di battute d’effetto. La più memorabile – a sottolineare il britannico aplombe – si ha quando il professor Presbury, infastidito dalla presenza di Holmes presso la sua abitazione, legge il biglietto da visita dell’investigatore ed afferma: - “221… B un indirizzo che difficilmente ispira confidenza”. Altro esempio di pragmatismo anglosassone che vale la pena di ricordare si ha quando Holmes, dopo aver estratto la pistola in seguito ad una aggressione, afferma seraficamente: “Porto sempre con me un’arma quando vado ad est di Aldgate”. L’idea centrale, attorno alla quale si sviluppa l’intera vicenda, resta quella di un povero uomo di mezza età, teso verso il disperato tentativo di mantenere in vita una briciola della propria giovinezza per donarla al rinnovato amore; ed in questo il giudizio morale del Dottor Watson è implacabile: “Quando un uomo cerca di elevarsi al di sopra della natura è passibile di cadere schiacciato da essa”. 4
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Il Cliente Illustre
hi tra di voi si chieda chi sia il cliente illustre dal quale prende il titolo questa avventura, sappia che ci sono buoni motivi per ritenere che si tratti di Sua Altezza Reale Edoardo VII in persona. Questa tesi, già nota da tempo nel mondo degli holmesiani, è stata recentemente suffragata da una dichiarazione del Principe Carlo d’Inghilterra il quale, in una lettera diretta agli organi direttivi della Sherlock Holmes Society di Londra, ammette pubblicamente che Holmes ha reso in passato servizi alla sua famiglia. Ma una certezza in questo senso non può aversi in quanto il ricco benefattore, per conto del quale il Colonnello Sir James Davery si rivolge ad Holmes, preferisce rimanere nell’anonimato. La questione è infatti delicatissima: Violet del Melville, figlia del celebre generale, è perdutamente innamorata del barone austriaco Grunner, noto cacciatore di doti e sospettato di aver ucciso molte delle sue precedenti compagne. Naturalmente quest’ultimo ha preventivamente informato la promessa sposa della sua pessima fama facendola passare per una serie di ignobili calunnie intessuta alle sue spalle e del tutto priva di fondamento. Il malvagio seduttore ha addirittura messo in guardia la povera Violet della possibile visita di emissari del padre che, con prove a suo dire false, vorrebbero convincerla dell’evidenza e della realtà degli addebiti a suo carico. Vana è quindi la visita a casa della fanciulla: occorre trovare prove schiaccianti e capaci di far cambiare orientamento ad un cuore innamorato. In aiuto viene una certa Kitty Winter, anch’essa sedotta ed abbandonata dal barone, la quale, in cerca di vendetta, rivela ad Holmes l’unico punto debole sul quale è possibile far forza. E’ prava abitudine del barone infatti, tenere un aggiornato diario delle sue prede completo di ritratti fotografici e descrizioni minuziose delle medesime. Se la signorina de Melville vedesse quel taccuino redatto di pugno dal fidanzato forse si deciderebbe a rompere la promessa matrimoniale. Facendo leva sulla passione per le porcellane cinesi, notoriamente coltivata dal barone, Holmes manda Watson in avanscoperta con un rarissimo mezzo, assai ambìto dai collezionisti. Nonostante il Buon Dottore trascorra una notte intera a memorizzare i fondamenti della storia dell’arte cinese, riuscendo infine a districarsi alla meglio tra tutte le varie dinastie, l’escamota5
ge non sortisce gli effetti sperati ed il taccuino resta chiuso al sicuro nella cassaforte di Grunner. Occorre una sortita più decisa per impossessarsi dell’album ed il barone non è tipo da lasciarsi sorprendere. Holmes e Watson debbono guardarsi alle spalle: addirittura il primo subirà un attacco personale, un “avvertimento” come in gergo, un “invito” a non occuparsi più di faccende che non lo riguardano. Naturalmente ci vuole ben altro per distogliere il Grande Detective dal proprio incarico e, grazie all’aiuto della signorina Winter, sarà finalmente possibile mettere le mani sul prezioso libretto anche se, nel tentativo di accaparrarselo dopo una colluttazione, il barone avrà la peggio e verrà ripagato con la sua stessa moneta. Non dimenticando che, tutto sommato, la trama si intesse sull’ordito di una storia d’amore, occorre riferire come il finale rispetti il tradizionale happy ending. La signorina Violet avrà aperti gli occhi sulla malvagità del barone e farà in tempo ad evitare il triste futuro nel quale era pronta a gettarsi con irrefrenabile ardore. La versione Granada, a parte qualche discordanza iniziale, finisce per essere fedelissima all’originale e ci restituisce con accuratezza persino il famoso tentativo di uccidere Holmes che tanto spaventa il Buon Dottor Watson. Una curiosità che forse interesserà gli spettatori: il barone Grunner è interpretato da Anthony Valentine che, negli anni settanta, fu interprete principale di Raffles, una serie tratta dalla penna di E. W. Hornung - cognato di Conan Doyle basata su un affascinante Sherlock Holmes (Jeremy Brett), genio del crimine antitesi del Dr John Watson (Edward Hardwicke), nostro Holmes. Sir James Damery (David Langton) 6
Curiosità Governo Sherlock Holmes ebbe spesso a che fare con membri del governo (SeCo, NoBL, Prio, NaVa) e con affari internazionali, ma fu il fratello Mycroft ad avere un ruolo più importante in questo campo. Ufficialmente era impiegato di non primissimo piano al Gabinetto (BrUC, Gree), ma ricopriva, in realtà, un ruolo talmente determinante che, secondo il fratello, egli era “il governo Britannico” fatto persona. Negli anni di attività di Sherlock Holmes si successero diversi governi in Gran Bretagna, di volta in volta guidati da Tories (Conservatori) oppure dai Whigs (Liberali). I conservatori furono guidati da Benjamin Disraeli, conte di Beaconsfield (1804-1881) e poi dal marchese Robert Arthur Talbot Gascoyne-Cecil Salisbury (18301903); i liberali da William Ewart Gladstone (1809-1898) e poi da Herbert Henry Asquith (1852-1928). Non sono note le opinioni politiche dei fratelli Holmes (anche se holmesiani come G. Cappellini propendono per il partito Liberale), ma i toni entusiastici di Watson verso Lord Holdhurst, il premier conservatore che apparve in NaVa e sotto cui si celò forse il successore di Disraeli, lasciano intendere le sue simpatie politiche.
L’Uomo Carponi
Il Cliente Illustre
Titolo originale The Creeping Man
Titolo originale The Illustrious Client
Tratto dal romanzo The Creeping Man (1923)
Tratto dal romanzo The Illustrious Client (1924)
Produttore June Wyndham-Davies
Produttore June Wyndham-Davies
Regia Tim Sullivan
Regia Tim Sullivan
Cast Sherlock Holmes - JEREMy BRETT Dr John Watson - EDWARD HARDWICkE Ispettore Lestrade - COLIN JEAVONS Professor Presbury - CHARLES kAy Jack Bennett - ADRIAN LUkIS Edith Presbury - SARAH WOODWARD Anna Mazzotti - ALICE MORPHy Macphail - JAMES TOMLINSON Wilcox - PETER GUINNESS
Cast Sherlock Holmes - JEREMy BRETT Dr John Watson - EDWARD HARDWICkE Mrs Hudson - ROSALIE WILLIAMS Barone Gruner - ANTHONy VALENTINE Baronessa Gruner - CAROL NOAkES Sir James Damery - DAVID LANGTON Jarvis - JOHN PICkLES kitty Winter - kIM THOMSON Miss Violet Merville - ABIGAIL CRUTTENDEN
Durata 50 minuti ca.
Durata 50 minuti ca.
© 1991, Granada Television Limited © 2005, Malavasi Editore s.r.l.
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