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DENTRO LA STORIA.

ROBERT CAPA, LA GUERRA E L’AMORE

Robert Capa, Un contadino siciliano indica a un ufficiale americano la direzione presa dai nazisti. Dintorni di Troina, 4-5 agosto 1943.

Quandonel 1930, a soli 17 anni, viene arrestato a Budapest e immediatamente espulso perché visto parlare con un dissidente filo comunista, il giovane Endri Friedmann, ebreo ungherese, si ritrova in Germania senza arte né parte. Assunto in un’agenzia fotogiornalistica, impara il mestiere e viene inviato in Danimarca dove, sfruttando la giovane età e una buona dose di sfacciataggine, si finge studente universitario e assiste a una storica lezione di Trotskij, riuscendo a scattare di nascosto un intero rullino fotografico nonostante il divieto imposto ai giornalisti. Lui ancora non lo sa, ma in quel servizio “rubato” c’è già tutta la leggenda che da quel momento in poi avvolgerà la sua carriera: il coraggio, la determinazione, il voler stare dentro la scena.

Nel 1934, quando la Germania di Hitler non è più ben disposta verso un ebreo, Friedmann è a Parigi e ancora cerca un’identità professionale. Realizza servizi di scarsa importanza tentando di affermarsi in mezzo ad una concorrenza davvero spietata. In un caffè di Montparnasse conosce Henri Cartier Bresson, con il quale nel 1947 fonderà la celeberrima agenzia Magnum. Ma torniamo al quel 1934: a Parigi c’è anche

Gerda Taro, giovane e carismatica ebrea di Stoccarda; con Friedmann non è solo amore a prima vista, ma anche la nascita di un sodalizio artistico e professionale che sfocerà nella creazione a tavolino di Robert Capa, misterioso e inafferrabile fotoreporter di guerra, troppo impegnato per gestire i rapporti con i giornali, e con cui solo la nostra “fantasiosa” coppia sembra essere in contatto… e il gioco è fatto! Tutti vogliono le foto di Capa e, purtroppo, la storia offre immediatamente il pretesto per consacrarne il nome con la guerra civile spagnola. Gerda e Capa si uniscono ai miliziani, vivono con loro nelle trincee, documentano le attese di chi resta in città e lo strazio di chi muore al fronte. Il 26 luglio 1937 Capa era tornato a Parigi da pochi giorni quando Gerda muore a soli 26 anni schiacciata da un carro armato di ritorno dalla batta-

Curiosit

glia di Brunet. Apprenderà della sua morte dai giornali, e la sua vita non sarà più la stessa. Dopo quella drammatica giornata, inconsciamente la cercherà in ogni fronte di guerra, sprezzante del pericolo, ironizzando sulle situazioni estreme, entrando letteralmente nella scena, al punto da scrivere in un suo libro la celebre frase “se le tue foto non sono abbastanza buone è perché non eri abbastanza vicino”!

Dopo la Spagna ci saranno altre guerre: dal conflitto mondiale al seguito delle truppe americane di liberazione in Sicilia e poi in Normandia, dove scatterà le istantanee più celebri del D-Day, alla guerra sino-giapponese, fino all’Indocina, dove nel maggio del 1954, a soli 41 anni, muore saltando su una mina. Robert Capa, il più grande fotografo di guerra di sempre il cui sogno era, a suo dire, rimanere disoccupato…

Nell’estate del ’45, a Berlino, Capa conosce Ingrid Bergman e ne nasce un profondo rapporto d’amore. Un amore destinato a durare solo tre anni e interrotto in seguito alle proposte di matrimonio rivolte dalla celebre attrice al fotografo che non voleva saperne di mettere su famiglia per sentirsi libero di continuare a spostarsi sui fronti di guerra, senza legami e sensi di colpa. La Bergman raccontò la sua storia all’amico Hitchcock che ne trasse ispirazione per il protagonista de “La finestra sul cortile”, un fotografo restio al matrimonio!

Il tramonto di un imperatore

Il giorno dopo il Grande incendio, Roma offre uno spettacolo di desolazione e distruzione. Dalle ceneri, Nerone emergerà come una figura controversa... Intrecciando fonti storiche, dati archeologici e studi moderni, Alberto Angela ricostruisce la vita dell’imperatore più incompreso, indagando i suoi diversi aspetti umani, fatti di debolezze, passioni e follie.

Nerone, Alberto Angela, HarperCollins, pagg. 570, € 22.

dall’ESTERO

Una fotografia del futuro

Il posto dell’uomo nella natura

Alla soglia dei settant’anni, il cacciatore Ulf è nel bel mezzo di una crisi esistenziale. Tutto cambia quando la mattina del primo gennaio, mentre è nella sua roulotte nel mezzo dei boschi, scorge un maestoso esemplare di lupo. Questa visione scatena in lui una spinta motivazionale che lo condurrà a prendere decisioni drastiche e a ricercare sé stesso.

Essere lupo, Kerstin Ekman, Iperborea, pagg. 224, € 17,50.

Come sarà il mondo nel 2050? In che modo le complesse forze del cambiamento – demografia, ambiente, finanza, tecnologia e idee sulla governance – influenzeranno la nostra società globale? Con così tante incognite, come dovremmo pensare al futuro? Una delle voci più importanti in Europa sulle tendenze globali in economia, affari e società ci accompagna in un viaggio intrigante attraverso i prossimi trent’anni. Come cogliere queste previsioni? Nel precedente saggio, dedicato al 2020, l’autore aveva fatto centro, tratteggiando molti scenari divenuti poi realtà. Attingendo a decenni di ricerca e combinando la prospettiva economica con quella storica, Hamish soppesa le opportunità e i pericoli che affrontiamo, analizzando i cicli del passato e del presente per aiutarci a tracciare una mappa del futuro. L’esperto passa in rassegna i continenti, soffermandosi sugli Stati che saranno coinvolti dai cambiamenti più profondi. Interessante la sezione dedicata all’Italia, con le disparità/opportunità tra Nord e Sud e il suo ruolo in Europa. The world in 2050 è una proiezione essenziale per chiunque sia preoccupato per ciò che riserveranno, verosimilmente, i prossimi decenni. Perché se capiamo come il nostro mondo sta cambiando, saremo in una posizione migliore per garantire il nostro futuro. The world in 2050, Hamish McRae, Bloomsbury, pagg. 372, £ 25

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