T.F.A. TIROCINIO FORMATIVO ATTIVO
UNIVERSITÀ
DEGLI
STUDI
DI
PERUGIA
DIPARTIMENTO DI MEDICINA
ABILITAZIONE A029/A030
RELAZIONE FINALE SULL'ATTIVITA' DI TIROCINIO Relatore
Correlatore
PROF .SSA PICCOTTI ANTONELLA
PROF. QUARATO MARCO
Tirocinante DI SANTO MANUELA
A.A. 2014/2015 1
INDICE CAPITOLO 1: IL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA DELL’ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “GIORDANO BRUNO” ED IL CONTESTO-SCUOLA 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 1.7 1.8 1.9
IL POF DELL’I.I.S. “GIORDANO BRUNO” IL POF : MODELLO DI RIFERIMENTO CULTURALE LE AZIONI EDUCATIVE: L’ACCOGLIENZA LE AZIONI EDUCATIVE: L’ORIENTAMENTO, IL RIORIENTAMENTO, LA CONTINUITA’ LE ATTIVITA’ FORMATIVE TRASVERSALI ALLA DISCIPLINA LE ATTIVITA’ FORMATIVE TRASVERSALI ALLA DISCIPLINA INTERVISTA AL DIRIGENTE SCOLASTICO INTERVISTA AL PERSONALE A.T.A. INTERVISTA AI DOCENTI DI SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE
... 03 .. 05 .. 06 ... 07 ... 10 ... 11 .. 12 ... 13 .. 14
CAPITOLO 2: IL PERCORSO DI TIROCINIO SVOLTO 2.1 2.2
LA DIDATTICA E LA GESTIONE DEL TEMPO DELLA LEZIONE , ATTEGGIAMENTI E STILI DELL’INSEGNANTE IL CLIMA DELLA CLASSE
... 15 .. 20
2.3
IL LIBRO DI TESTO
... 21
CAPITOLO 3: ANALISI DELLE ATTIVITA’ OSSERVATE 3.1 ALTERNANZA SCUOLA – LAVORO 3.2 ATTIVITA’ CON ALLIEVI DISABILI E IL C.T.S. PERUGIA 3.3 ATTIVITA’ CON ALLIEVI CON DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO 3.4 CORSI DI FORMAZIONE (DISABILITA’ E BES) 3.5 CONVEGNI (ALIMENTAZIONE)
... ... ... ... ...
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CAPITOLO 4: RIFLESSIONE PERSONALE SULL’ESPERIENZA 4.1 PUNTI CRITICI 4.2 VOCAZIONE DIDATTICA 4.3 INTERPRETAZIONE DEGLI STIMOLI RICEVUTI PER IL FUTURO PROFESSIONALE 4.4 L’UNITA’ DI APPRENDIMENTO E VALUTAZIONE
... 33 ... 34 ... 36 ... 38
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
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IL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA DELL’ I.I.S. “GIORDANO BRUNO”, ARTICOLAZIONE DELL’ISTITUTO
1.1
Il Piano dell’offerta formativa (POF) vuole essere lo strumento di orientamento delle azioni educative di volta in volta messe in atto, al quale si ispira anche il “patto di corresponsabilità”, ed il punto di riferimento sia per la verifica interna che per quella esterna. Con esso l'I.I.S. "Giordano Bruno" intende rendere esplicito a tutte le componenti interne della scuola (studenti/esse, docenti, personale A.T.A.), ai genitori degli studenti, alle forze sociali e istituzionali del territorio: -
IL MODELLO FORMATIVO: indica gli obiettivi e le finalità per la cui realizzazione tutti gli operatori dell’I.I.S. "Giordano Bruno" si impegnano a lavorare;
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L'AMBIENTE DI APPRENDIMENTO: le risorse umane, organizzative, tecnicoscientifiche e strutturali presenti nella scuola che, insieme alle azioni educativo didattiche necessarie e coerenti con il modello formativo delineato, configurano una struttura a rete interna ed esterna costitutiva dell’ambiente di apprendimento;
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L’ATTIVITÀ DI DOCUMENTAZIONE: L'Istituto "G. Bruno" è articolato in licei e indirizzi tecnici sia del previgente Ordinamento che del nuovo Ordinamento:
Indirizzi del previgente Ordinamento attivi per scorrimento fino all’a.s. 2013/2014: LICEI Liceo Linguistico “ Brocca “ Liceo Biologico “ Brocca “ Liceo Scientifico Tecnologico “
INDIRIZZI TECNICI Generale Economo Dietista
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Indirizzi del nuovo Ordinamento attualmente in vigore: -
LICEO LINGUISTICO
-
LICEO SCIENTIFICO AD OPZIONE SCIENZE APPLICATE
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INDIRIZZI TECNICI SETTORE TECNOLOGICO: Chimica, materiali e biotecnologie Articolazione Biotecnologie Ambientali Articolazione Biotecnologie Sanitarie
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INDIRIZZO TECNICO SETTORE ECONOMICO: Amministrazione Finanza e Marketing
-
SISTEMA MODA
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1.2
IL POF : IL MODELLO DI RIFERIMENTO CULTURALE
Il Piano dell’offerta formativa delinea il modello di riferimento culturale , educativodidattico ed organizzativo dell'istituto. Il modello di riferimento culturale, educativo-didattico ed organizzativo dell'istituto, si concretizza in due direzioni: -
nell'insieme delle azioni educative specifiche nel piano delle attività
MODELLO ORGANIZZATIVO DELLE ATTIVITA’ DIDATTICO EDUCATIVE Mappa delle aree di competenza delle Funzioni Strumentali correlate al piano delle attività Attività e servizi per studenti: interventi contro la dispersione scolastica e il disagio giovanile, attività di educazione alla salute e di riorientamento
Attività e servizi per studenti: attività extrascolastiche
Continuità e Orientamento in ingresso
Gestione biblioteca scolastica
FUNZIONI STRUMENTALI
Integrazione alunni stranieri
Integrazione alunni disabili
Coordinamento area di progetto e piano delle attività, realizzazione del POF, monitoraggio e valutazione del POF di Istituto
Le aree prescelte per le Funzioni strumentali d’Istituto contribuiscono alla sinergia, nonché alla interattività ed alla sistematicità di dette pratiche operative. 5
1.3 LE AZIONI EDUCATIVE:
L'ACCOGLIENZA L’accoglienza iniziale è finalizzata alla costruzione di un clima educativo-didattico che faciliti l'apprendimento degli studenti nella fase delicata di passaggio dalla Scuola secondaria superiore di 1° grado a quella di 2° grado attraverso: - l’orientamento “in entrata” rivolto ai genitori e agli/le studenti/esse delle classi terminali di scuola secondaria superiore di 1° grado; - accoglienza fatta all’inizio dell’anno scolastico per le prime classi dell’Istituto (in riferimento ad un calendario omogeneo di attività); - accoglienza fatta nella prima parte dell’anno scolastico per permettere il passaggio di studenti da un istituto all’altro.
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1.4 LE AZIONI EDUCATIVE: L'ORIENTAMENTO, IL RIORIENTAMENTO, LA CONTINUITA’ L'I.I.S. "G. Bruno" ha attivato sin dal 1992 una Commissione per la Continuità e l'orientamento che, insieme alla Funzione strumentale per l’Orientamento post diploma, studia ed opera sui temi della Continuità educativa (il passaggio dello studente tra diversi cicli di studio: tra scuola secondaria di 1° grado e scuola secondaria di 2° grado, tra scuola secondaria di 2° grado ed Università). Opera sull'orientamento in entrata e in uscita (il processo che porta il giovane a scegliere un percorso formativo di studio e/o di lavoro) ed il Riorientamento (il processo che porta uno studente ad interrompere un determinato corso di studi per intraprenderne un altro). “L'orientamento è un processo continuo, strettamente connesso con il valore orientante di tutte le attività di insegnamento/apprendimento, attraverso il quale il ragazzo viene aiutato a conoscere i propri interessi, le proprie competenze e a compiere scelte consapevoli relativamente alla prosecuzione degli studi o all’impegno lavorativo, sia sul piano individuale che sociale.”
.
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L’Istituto “G. Bruno“ opera da anni in tal senso:
Per l’orientamento in uscita verso corsi post diploma, l’I.I.S “G. Bruno” dal 2004 è accreditato presso la Regione Umbria come Ente di Formazione
Inoltre opera per realizzare la definizione condivisa del “contratto formativo” per la conoscenza delle regole per un lavoro responsabile al fine della creazione di un clima favorevole all’insegnamento/apprend imento; illustrazione del Regolamento d’Istituto; riflessione sullo “Statuto delle studentesse e degli studenti” (DPR n.249/24 giugno1998 e modificazioni) e sul “patto di corresponsabilità” tra scuola e famiglia (link attivo); illustrazione delle programmazioni e delle più significative metodologie in uso per la consapevolezza del percorso formativo e delle competenze da raggiungere;
Si serve di una rete di collaborazione con istituzioni e centri di ricerca.
Tramite gli scambi di informazioni tra docenti delle classi - ponte (classi terze di scuola secondaria superiore di 1° grado – classi prime di scuola secondaria superiore di 2° grado
LE AZIONI EDUCATIVE DELL’ISTITUTO “GIORDANO BRUNO”
Può partecipare a Bandi Pubblici con gestione di Fondi del F.S.E. (Fondo Sociale Europeo) e del MIUR , per la realizzazione di corsi post diploma con o senza qualifica.
Per la continuità educativodidattica tra scuola secondaria superiore di primo e secondo grado, attiva Open Day, e varie attività, come:“Studente per un
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L’Attività di “Scuola aperta”: visitare la scuola nella mattina e nel pomeriggio con i propri genitori, e fruire di colloqui individualizzati per scegliere il proprio percorso di studio e/o di lavoro.
giorno”: gruppi classe accompagnati da loro Docenti per partecipare a lezioni in classe e nei laboratori scientifici, informatici e linguistici.
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Opera con processi Continuità e Monitoraggio degli interventi e dei processi formativi per il sostegno a studenti disabili delle scuole afferenti al Centro, ed altri corsi di aggiornamento.
L’Istituto “G. Bruno“ opera, inoltre, per l’integrazione degli studenti stranieri e per sostenere gli studenti disabili e con DSA:
Opera per l’Integrazione degli studenti stranieri con verifica delle precompetenze in lingua italiana (test d’ingresso di Italiano e test per l’accesso al livello adeguato).
Opera con il CTS (Centro di Supporto Territoriale per le disabilità): dall’a.s. 2007/'08, continuità e monitoraggio degli interventi e dei processi formativi a sostegno degli studenti disabili e dei DSA (disturbi specifici di apprendimento)
delle scuole afferenti al CST (Centro di Supporto Territoriale per le disabilità) mediante indagini sulle problematiche educativo – didattiche.
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1.5 LE ATTVITA’ FORMATIVE TRASVERSALI ALLE DISCIPLINE: L’INTERCULTURALITA’, CITTADINANZA, DIRITTI UMANI, IDENTITA’ DI GENERE L'interculturalità è un valore che ispira ed orienta il processo educativo in numerose attività disciplinari e interdisciplinari.” L’attività educativo-didattica in merito all’interculturalità, alla cittadinanza e ai diritti umani viene condotta nel segno della scoperta della propria identità culturale, del senso di appartenenza ad una comunità civile storicamente definitasi ed in evoluzione costante, della consapevolezza dell'interazione tra le culture e delle potenzialità profondamente democratiche del dialogo multiculturale in un mondo sempre più “globale”. L’educazione alla consapevolezza della propria appartenenza di genere si affianca e sostiene la crescita di ognuno/a nella comunità sociale e civile, anzi, ne è alla base. In tale ambito si realizzano progetti con la collaborazione della Provincia di Perugia “Lo Stato siamo noi”, partecipazione a conferenze e proiezioni di film, filmati e documentari sul tema.
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1.6 LE ATTVITA’ FORMATIVE TRASVERSALI ALLE DISCIPLINE: L’EDUCAZIONE AMBIENTALE E L’EDUCAZIONE ALLA SALUTE L’educazione ambientale è da molti anni uno dei tratti distintivi e attualizzanti delle attività dei vari indirizzi e, in particolare, caratterizzante dell’Indirizzo Chimica, Materiali e Biotecnologie, Biologico del previgente Ordinamento, e Liceo Scientifico ad opzione Scienze Applicate. Questa si fonda innanzitutto su un legame con il territorio, le culture e le comunità locali. L’educazione ambientale rappresenta un contesto ideale di apprendimento poiché si basa su modalità di lavoro che favoriscono la costruzione di competenze trasversali. Il suo baricentro è dato dalla ricerca sul campo, dal lavoro su problemi reali e presenti nella vita dei ragazzi, che permettono di intrecciare la dimensione scientifica del sapere con quella sociale. I ragazzi, esaminando la molteplicità degli scenari e le possibili soluzioni di un problema all’interno di un percorso di educazione ambientale, vengono guidati: - a cogliere le relazioni complesse che entrano in gioco ogni volta che si ha a che fare con l’ambiente; - ad affrontare i fenomeni con un approccio sistemico; - a collegare il locale al globale. Infine, l’efficacia dell’educazione ambientale si basa sul fatto che gli studenti si avvicinano ed approfondiscono temi di forte attualità tra i quali la conoscenza e la conservazione della biodiversità, lo sviluppo sostenibile e le biotecnologie. Anche l’educazione alla salute rappresenta un ambito tematico di grande interesse; i ragazzi lavorano su temi peculiari del mondo adolescenziale e giovanile come la prevenzione, le malattie sessualmente trasmissibili, gli stili di vita e la loro incidenza sulla salute, i comportamenti a rischio. L’aspetto “tutela della salute delle comunità” è stato recentemente inserito in un percorso di studio che prende in considerazione l’ambiente di lavoro e i rischi ad esso connessi; l’analisi riguarda in modo specifico i rischi di carattere chimico e quelli di carattere biologico. In tale ambito si realizzano attività, seminari e conferenze con esperti esterni sui temi dell’uso e abuso di alcool e tabacco finalizzati alla consapevolezza e alla prevenzione.
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1.7 INTERVISTA AL DIRIGENTE SCOLASTICO Il Dirigente scolastico dell’Istituto di Istruzione Superiore “Giordano Bruno” è la Prof.ssa Rosella Neri, la quale, mostratasi sin da subito disponibile e cordiale, ha presentato il contesto scuola durante l’ intervista avvenuta il giorno della mia accoglienza. Si evince dalla descrizione, la modernità e l’innovazione che caratterizzano la scuola, costituita da classi scomposte, in cui gli alunni si spostano e raggiungono i docenti, dunque si assiste ad una trasformazione delle classi dove, ad esempio, non esiste l’aula della 3D, bensì l’aula di Scienze o di Matematica. I ragazzi si spostano di continuo, si muovono all’ interno della scuola, fatta da loro, infatti gli alunni stessi contribuiscono alla costruzione del sito internet della scuola e alla progettazione delle aule.
La scuola è stata trasformata, è dei ragazzi, per questo dispone di innumerevoli armadietti per loro in tutti i corridoi. La scuola è diventata una scuola dinamica, utilizza gli strumenti tecnologici quali tablet, LIM, la lavagna interattiva multimediale, tutti inseriti negli spazi specializzati per il loro utilizzo.
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1.8 INTERVISTA AL PERSONALE A.T.A. Dalle interviste con il personale ATA della scuola , si rileva l’autogestione dei ragazzi, ed il loro senso di responsabilità. Il personale scolastico, nella maggior parte dei casi, denota il corretto e rispettoso uso dei tempi degli intervalli e dei servizi ricreativi che la scuola offre , come il bar e i vari distributori di bevande e cibi. Il dinamismo della scuola porta gli alunni ad acquisire consapevolezza di sé e degli altri, rispetto delle regole e dell’ambiente inteso come spazio da condividere.
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1.9 INTERVISTA AI DOCENTI DI SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE Dai colloqui con gli insegnanti emerge la caratteristica fondamentale della scuola, di avere un contesto attivo, dove si mettono al centro del processo di apprendimento/insegnamento gli allievi, che si autogestiscono in un clima di fiducia e serenità. In questa scuola moderna i ragazzi si spostano nelle classi e raggiungono autonomamente anche l’ambiente palestra. L’ I.I.S. “Giordano Bruno” conta circa 1200 iscritti, e negli ultimi anni la scuola ha dovuto affrontare i problemi degli spazi relativi all’aumento delle classi, un incremento che è ancora in crescita, e che è previsto anche per il prossimo anno scolastico. Il considerevole numero di iscritti è un fenomeno delicato da gestire soprattutto per le lezioni delle Scienze Motorie e Sportive, e per il corrente anno scolastico viene attenuato grazie all’ utilizzo della palestra “Pascal”. Il successo suddetto è dovuto alla condizione di apprendimento attivo in cui si trovano gli alunni, i quali producono molto di più perché ricevono maggiori stimoli, manifestano la voglia di partecipare, si sentono a proprio agio nel contesto offerto, in cui viaggiano valori come la comunione degli spazi, e la condivisione di idee e di proposte. Per tutto ciò dispongono di “un’aula studenti”:
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CAPITOLO 2: IL PERCORSO DI TIROCINIO SVOLTO 2.1 LA DIDATTICA E LA GESTIONE DEL TEMPO DELLA LEZIONE Il tutor scolastico della suddetta scuola che mi ha ospitata, è il prof. di Scienze Motorie Rino Luchini, insegnante delle classi 1AS, 2AS, 4AS, 5AS, 1BS, 2BS, 3BS, 4BS, 5BS, del Liceo Scientifico. In questa scuola le lezioni iniziano alle ore 8.00 e terminano alle ore 13.45, e le lezioni di Scienze Motorie si svolgono per due ore consecutive; l’anno scolastico è diviso in un trimestre ed un pentamestre. Il prof. Luchini svolge l’attività presso la palestra della sede dal lunedì al giovedì, mentre il venerdì si sposta con le proprie classi presso la palestra “Pascal” adicente la scuola. L’insegnante durante le sue lezioni fornisce chiare e precise informazioni circa la pratica, e guida costantemente i ragazzi ponendo loro domande, chiedendo risposte tramite l’ausilio di esempi vari e suggerimenti concreti; lascia agli alunni il tempo per pensare, e se ottiene risposte non corrette, riformula il tema con ulteriori spiegazioni, supportandosi con correzioni e feedback, il tutto con uno stile cordiale e sereno, infatti tutti gli alunni, dalle classi prime alle classi quinte, seguono l’insegnante durante la pratica, partecipando e manifestando interesse per l’attività. In questo ambiente si respira un’aria di benessere, la presenza di umorismo predispone tutti a “muoversi”, ed i ragazzi sono al centro dell’attenzione dal primo all’ultimo momento della lezione, la quale risulta essere “leggera” per i protagonisti, che confessano di percepire il tempo della lezione più breve di quello reale. Gli allievi trovano nel prof. Luchini, un punto di riferimento, egli rappresenta per loro una guida ed un conforto, infatti spesso si assiste a conversazione e confronti tra i ragazzi ed il loro insegnante, il quale, ascolta il gruppo con piena disponibilità.
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La lezione di Scienze motorie:
Giochi di squadra
Spogliatoio
Appello
Esercitazioni
Riscaldamento
Risultato
Spogliatoio: i ragazzi impiegano meno di cinque minuti per prepararsi alla pratica, indossando abbigliamento e calzature idonee, e privandosi di oggetti e bigiotteria varia. Appello: Il docente in pochi minuti esegue l’appello, e provvede ad informare gli alunni assenti nelle lezioni precedenti del lavoro fatto in loro assenza. Le varie funzioni quotidiane del registro elettronico vengono realizzate durante l’attesa dei ragazzi dagli spogliatoi.
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Riscaldamento: in tempi molto rapidi gli allievi si preparano in campo per iniziare l’attività; il fischio dell’insegnate rappresenta l’inizio della attività, e da quel momento c’è la concentrazione di tutti. Esercitazioni: in qualsiasi tipo di esercitazione i ragazzi raggiungono le postazioni (righe, file, piccoli gruppi, grandi gruppi) in maniera rapida, ed ascoltano le informazioni per la pratica. Il docente ottiene attenzione immediata. Giochi di squadra: . con modalità casuale, l’insegnante compone le squadre (qualsiasi sia il gioco stabilito) che si dispongono sistematicamente in campo, e che vengono arbitrate dall’insegnante, oppure dall’alunno che si è astenuto dalla pratica. Risultato: La lezione risulta essere ricca, dinamica e motivante per tutti i componenti della classe, poiché riesce a soddisfare le diverse preferenze e interessi, viene manifestato entusiasmo nella presentazione delle attività che sono alternate tra loro e hanno breve durata, ed il lavoro dei ragazzi viene monitorato e controllato frequentemente, rispettando le energie degli studenti e lodando i successi ottenuti.
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ATTEGGIAMENTI E STILI DELL’INSEGNANTE Il prof. Luchini, come tutti gli insegnanti della disciplina sportiva caratterizzata dal lavoro sul corpo, utilizza molto il linguaggio non verbale per comunicare con i ragazzi, utilizzando lo sguardo diretto negli occhi, chiamando per nome i ragazzi ed avvicinandosi a loro per incoraggiare o per correggere loro durante la pratica, utilizzando spostamenti nello spazio, gesti del corpo per offrire aiuto e sostegno.
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L’insegnante parla alla classe spiegando le esercitazioni da realizzare, e gli studenti rispondono provando a mettere in pratica le richieste, formulando domande, ricercando soluzioni e chiarimenti; la lezione si sviluppa mediante una strategia interattiva, in cui le proposte sono seguite da aiuti e stimoli per arrivare alla soluzione, sia che si tratti di esercitazioni individuali a corpo libero, sia che si tratti di pratiche svolte a gruppi. In questa didattica gli alunni riescono a percepire di essere in grado di migliorare, e tramite interventi spontanei diventano sempre più consapevoli delle caratteristiche del proprio corpo. Gli alunni, dunque, sono accompagnati in un processo di autovalutazione, e rispettando i tempi di apprendimento di ognuno, vengono guidati a percepire e a rilevare i propri miglioramenti, discussi e condivisi tra i compagni, ed è proprio da questa modalità di riflessioni personali che comincia la valutazione nella classe, infatti l’insegnante dedica i primi momenti della lezione all’aspetto formativo della valutazione, confrontando la propria valutazione con le valutazioni personali degli alunni. Durante il trimestre ai ragazzi viene concessa la possibilità di astenersi dalla pratica, per tre giornate, invece, durante il pentamestre hanno quattro occasioni di astensione, salvo impedimento fisico certificato da apposita documentazione del medico. Nel caso in cui ci siano alunni che non praticano attività fisica, l’insegnante cerca sempre di coinvolgerli con attività alternative, come attività di arbitraggio, compiti di giuria, di assistenza indiretta ai propri compagni. Il prof. Luchini alla classe: “La squadra che vince la partita avrà un caffè pagato da me!” Dai colloqui informali con il prof. Luchini/tutor scolastico: “i ragazzi ci studiano, ci osservano dalla testa ai piedi, sanno bene come siamo fatti e come possono comportarsi con noi insegnanti , la nostra, è in assoluto la migliore disciplina per far acquisire ai ragazzi competenze di vita”. “Per fare l’insegnante bisogna avere feeling con i ragazzi”. 19
2.2 IL CLIMA DELLA CLASSE Nel contesto classe sono implicite tutte le regole di comportamento da adottare, e vengono rispettate da tutti gli alunni anche nell’ambiente palestra, che richiede delle norme di comportamento anche in relazione alla sicurezza della persona. I docenti discutono e concordano le regole di comportamento, ed il docente di Scienze Motorie riporta durante i Consigli di classe la verifica del mantenimento delle stesse. I ragazzi sono consapevoli dei pericoli a cui possono incorrere in palestra, attuando sempre atteggiamenti rispettosi nei confronti dei compagni e degli attrezzi sportivi. L’attrezzatura, infatti, viene utilizzata e preparata solo in presenza del docente; la predisposizione del campo gara viene realizzata sistematicamente ma con le giuste cautele, diventate implicite per tutti. In tutte le classi, vengono identificati uno o più studenti incaricati di fornire i materiali ai compagni (tappetini e palloni), e di raccogliere gli effetti personali di cui privarsi prima di iniziare la pratica. Gli studenti vengono seguiti anche fuori dal contesto scolastico mattutino, grazie alle attività pomeridiane del gruppo sportivo (martedì e giovedì dalle ore 14.00 alle ore 17.00) frequentate da molti studenti. Il centro sportivo scolastico dell’istituto è gestito dai proff. Remo Staffici e Stefano Proietti, i quali organizzano iniziative ed incontri per i ragazzi, che si confrontano con grande correttezza, coraggio e forza di volontà, dimostrando una maturità e un carattere eccezionali, a testimonianza del significato formativo dello sport, e dei valori che il campo gara offre, come la lealtà, l’amicizia e la solidarietà.
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2.3 IL LIBRO DI TESTO Il libro di testo per le Scienze Motorie è consigliato e condiviso in sede di Consiglio di classe all’inizio dell’anno scolastico. TITOLO: “Sullo sport, conoscenza, padronanza, rispetto del corpo” AUTORI: Del Nista Pierluigi, Parker June, Tasselli Andrea. EDITORE: D’Anna PREZZO: 19,75 € SCHEDA DI ANALISI DEL LIBRO: Il volume è caratterizzato da una guida per l’insegnante e da un supporto multimediale contenuto nel Cd room allegato al testo. Il piano didattico prevede tante unità didattiche ed alla fine di ogni argomento sono presenti esercizi da svolgere con il supporto di immagini e schemi, tutto con una chiara esposizione di prerequisiti ed obiettivi. Il libro utilizza un linguaggio molto rappresentativo, molte immagini e colori, mappe concettuali. La metodologia indirizza al Problem Solving, al Metodo Induttivo, e al lavoro di gruppo. Il livello dell’aspetto pratico-applicativo è elevato, data la grande quantità di esercizi proposti e di esercizi formativi. Infine, gli autori mettono in risalto l’importanza della interdisciplinarità, collegando le scienze motorie alle altre discipline. Uniche imprecisioni sono quelle riguardanti i riferimenti storici, che hanno poco carattere narrativo, e le sequenze delle unità, che risultano essere poco flessilibi.
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CAPITOLO 3: ANALISI DELLE ATTIVITA’ OSSERVATE 3.1 L’ALTERNANZA SCUOLA – LAVORO Una delle esperienze significative osservate, è quella che riguarda il progetto della Alterna scuola – lavoro, seguendo gli alunni della classe 3 BC dell’ istituto che hanno avuto l’incontro nella giornata del 25 marzo 2015 dalle ore 12.00 alle ore 14.00 presso la biblioteca scolastica.
LA PRESENTAZIONE AI RAGAZZI: L’alternanza scuola-lavoro è: Cultura sulla sicurezza e la legalità del lavoro. Scuola → Azienda: i ragazzi vengono mandati nelle aziende. Offre agli alunni che hanno compiuto i 15 anni la possibilità di far scuola in una situazione operativa, alternando periodi di studio a periodi di lavoro ( dal DPR 2010 la possibilità è stata offerta anche ai Licei). I ragazzi conseguono oltre al Diploma, una Certificazione relativa alle Competenze.
Domande dei docenti ai ragazzi: “Cosa sono le competenze?” Suggerimenti dei docenti: “Sono di più delle abilità!” Risposte dei ragazzi: 1. “ Essere competenti significa saper esprimere quello che io dico” 2. “ La competenza è quando riesco a trasferire agli altri quello che apprendo” 3. “ Le caratteristiche di una persona competente sono l’ascolto e l’attenzione”
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3.2 ATTIVITA’ CON ALLIEVI DISABILI IL C.T.S. PERUGIA: Le attività di tirocinio diretto in classe riferito ad allievi con disabilità sono state variegate, molto intense e significative presso l’ Istituto “Giordano Bruno”, che è particolarmente impegnato nelle attività di sostegno, infatti è sede del C.T.S. Perugina (Centro di Supporto Territoriale per le disabilità) e punto di riferimento di tutte le scuole di ogni ordine e grado dei distretti n° 1-2-3-4-5-6 della provincia. I centri territoriali di supporto nascono in tutta Italia nell’anno scolastico 2005/2006 su finanziamento ministeriale del Progetto “Nuove tecnologie e disabilità” per sostenere le scuole nell’uso delle tecnologie per studenti disabili, per l’integrazione scolastica degli stessi e per attuare specifiche iniziative di formazione rivolte agli insegnanti e agli operatori scolastici. I suddetti centri hanno assorbito anche le funzioni svolte in precedenza dai Centri Servizi rispetto all’acquisizione e dotazione di sussidi didattici e tecnologie.
I
L’ESPERIENZA CON L’ALUNNO AFFETTO DA SINDROME DI RETT
L’insegnante di sostegno protagonista del lavoro osservato e realizzato con l’allievo disabile è il prof. Federico Zucchini. Il disabile in questione è chiaramente tutelato dalla legge quadro 104/1992 che prevede l’affiancamento di un insegnante specializzato. -
DIAGNOSI DEL SOGGETTO: L’alunno disabile è un ragazzo di 14 anni, affetto da una tetraplegia flaccida, epilessia con crisi parziali, disabilità intellettiva, per una rara forma di sindrome di Rett.
-
PROFILO FUNZIONALE: a. AREA COGNITIVA: la disabilità intellettiva è di grado profondo; a causa della grave compromissione psico-fisica, per l’alunno non è possibile l’elaborazione di strategie che gli permettono di acquisire o mostrare competenze diverse. b. AREA NEUROPSICOLOGICA: a causa della grave compromissione psicofisica, non è possibile dire quanto il ragazzo percepisca dell’ambiente e quali siano le sue capacità di memoria; non è presente organizzazione spaziotemporale, e la sua attenzione è piuttosto labile. c. AREA LINGUISTICO/COMUNICAZIONALE: è impossibile stabilire quanto il ragazzo possa comprendere di ciò che gli accada intorno; la mimica 23
facciale è quasi assente, e gli scambi comunicativi avvengono a livello tonico-affettivo. Quando non è assopito, il soggetto è tendenzialmente tranquillo e sembra gradire il contatto fisico. d. AREA MOTORIO-PRASSICA: il ragazzo presenta una marcata ipotonia generalizzata, con mancato controllo del capo e del tronco. Gli arti inferiori presentano retrazioni muscolari e non è più possibile distendere completamente le ginocchia, e le mani sono tenute costantemente con le dita chiuse; non è rilevabile motricità fine ed alcune prassie semplici e complesse. e. AREA SENSORIALE: non sembrane essere presenti deficit visivi e uditivi; il ragazzo comunica il suo essere persona attraverso il corpo. f. AREA DELLE AUTONOMIE: è totalmente dipendente in tutte le attività di vita quotidiana, e non possiede alcuna autonomia sociale. g. AREA AFFETTIVO/RELAZIONALE: la percezione del sé è primitiva, ancora poco legata anche alla semplice soddisfazione di un bisogno; non sono rilevabili né rapporti con gli altri né motivazione al rapporto. h. DIMENSIONE SALUTE FISICA: a causa di una polmonite nel 2010 è stato tracheostomizzato, con conseguente impianto di cannula cuffiata.
II
ATTIVITA’ DI INTEGRAZIONE DELL’ALUNNO DISABILE CON LA CLASSE:
L’alunno è presente a scuola solo in alcune giornate ed in alcuni orari, (circa due volte alla settimana per due ore) ed è sempre accompagnato dalla madre, la quale assiste e collabora a tutte le attività proposte. L’insegnate di sostegno attua interventi mirati alla promozione della percezione corporea e di vissuti di piacevolezza e benessere mediante proposte di stimolazione basali (stimolazioni somatiche, vibratorie, e vestibolari) attraverso l’uso di materiali diversificato. L’insegnate fa un lavoro costante, sul proprio allievo, di osservazione di cambiamenti della respirazione, della mimica, del contatto visivo durante attività come la musicoterapia, la lettura di racconti e di favole e il dialogo sonoro.
24
-
L’ATTIVITA’ DEI COMPAGNI CON IL DISABILE:
I compagni di classe dell’alunno disabile si mostrano molto disponibili e collaborativi nell’integrazione, la loro presenza risulta essere costante e significativa durante l’arco dell’anno scolastico. Il lavoro non viene svolto in aula con tutti i compagni, ma in una stanza specializzata in cui viene raggiunto da due compagni per volta, che seguono una turnazione specifica per svolgere le attività ideate proprio da loro personalmente. I ragazzi, sotto la supervisione dell’insegnate di sostegno, realizzano un’esperienza di stimolazione sensoriale, presso la stanza multisensoriale riservata al lavoro degli insegnanti di sostegno. Preoccupandosi di rendere idoneo l’ambiente con : -
Luce della stanza soffusa Candele accese Musica di sottofondo Oggetti con i quali entrare in contatto Lettura di brani tratti dal libro: “Harry Potter”. ATTIVITA’ PERSONALE CON L’ALLIEVO DISABILE
Dallo studio della diagnosi funzionale del soggetto e del suo Piano Educativo Individualizzato, si è voluta realizzata una attività mirata allo sviluppo percettivosensoriale del disabile. La sindrome di Rett (RTT o RS) è un debilitante disordine inerente allo sviluppo neurologico, che si manifesta nella prima infanzia; è la seconda causa di ritardo mentale, e il più delle volte è diagnosticata erroneamente come autismo, paralisi cerebrale o ritardo non specificato dello sviluppo; è una malattia congenita, non è degenerativa e si sopravvive in genere fino all’età adulta. La domanda che sorge da queste osservazioni e da questo studio è: Quale può essere il mio intervento? Il lavoro sulla psicomotricità La stimolazione sensoriale riguarda tutte le parti del corpo, dalla bocca, dal viso, fino ai piedi, essa contribuisce a ritardare il più possibile le deformazioni del soggetto. L’evoluzione del tono muscolare risponde a due leggi: la legge cefalo-caudale in base alla quale il controllo motorio e posturale si sviluppa dall’alto verso il basso del corpo, infatti il controllo del capo è anteriore alla posizione seduta. La legge prossimo-distale in base alla quale il controllo dei segmenti muscolari avviene dall’asse vertebrale verso la periferia, infatti i muscoli più vicini alla colonna vertebrale sono i primi ad essere oggetto di controllo della volontà. 25
Queste due leggi sono regolate, a loro volta, dalla legge della differenziazione: La motricità globale si affina e si differenzia in attività sempre più localizzate, fini ed adattate. Bisogna rispettare questa cronologia quando proponiamo attività con bambini affetti da sindrome di Rett; bisogna scegliere esercizi che mantengano gli stadi acquisiti di volta in volta, quindi per far arrivare a far prendere un oggetto in mano al bambino, occorre prima lavorare bene sugli esercizi delle spalle, poi su quelli del corpo.
Gli esercizi proposti sono stati quelli per lo sviluppo percettivo-sensoriale con flussi sensoriali di tatto, olfatto, suono, vista: 1) Stimolazione della percezione tattile: tramite manipolazioni di piccoli attrezzi, palle di diverse consistenze e di diverse dimensioni. 2) Stimolazione della percezione olfattiva: tramite l’uso di vari tipi di fiori, di liquidi, di bevande. 3) Stimolazione della percezione uditiva: tramite foto di vari paesaggi, animali, persone ed oggetti. Qual è stato il risultato dell’ intervento? Il ragazzo, talvolta, reagiva con minimi cambiamenti della respirazione, della mimica, e piccoli movimenti delle dita della mano sinistra. L’attività è stata svolta con il monitoraggio dell’insegnate di sostegno, con la presenza della madre del disabile e di alcuni suoi compagni, presso la “stanza 16” dell’ Istituto adibita a tali interventi, che accoglie tutti gli allievi che hanno bisogno di sostegno e di attività di supporto.
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3.3 ATTIVITA’ CON ALUNNI CON DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO Presso l’Istituto “Giordano Bruno” è stata osservata anche l’attività relativa agli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) ed alunni con Disturbi Specifi dell’Apprendimento (DSA) seguiti dalle prof.sse Ilse Menganna e Simonetta Roselletti. Un caso di BES: Si sono osservati gli interventi della scuola nei casi di studenti stranieri con svantaggio socio economico, linguistico e culturale. Per aiutare un ragazzo nel processo di integrazione ed inclusione, e supportarlo nelle sue evidenti difficoltà in ambito linguistico e in ambito emozionale, si lavora su un elaborato della “Storia della Cina”, in cui il soggetto inserisce tutte le informazioni storiche e culturali da esporre successivamente ai compagni della classe. Come viene svolto il lavoro? Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) del soggetto, che deve affiancare il Piano Curricolare della classe, mantiene gli obiettivi della classe e rivela le strategie utilizzate in relazione alle potenzialità del soggetto per valorizzarne gli aspetti e i punti di forza. Allo studente vengono offerti diversi strumenti di espressione: supporto di immagini e fotografie, ausilio di disegni e parole accoppiate, uso del PC con programmi provvisti di traduzioni del testo e correttore del testo. Qual è il risultato? L’allievo riesce con il tempo a realizzare il lavoro esponendolo alla classe, coinvolgendo i compagni, manifestando soddisfazione personale e consapevolezza del successo ottenuto.
Un caso di DSA: Si sono osservati gli interventi della scuola nei casi di studenti con disturbi nelle abilità specifiche degli apprendimenti come scrittura, lettura, calcolo. Per aiutare una ragazza dislessica, si lavora su un elaborato di Scienze “I vulcani” in cui il soggetto riassume tutta spiegazione svolta dall’insegnante in classe. Come viene svolto il lavoro? A tutti gli alunni con disturbi specifici documentati dalla legge 107/2010 viene garantito il diritto allo studio attraverso il Piano Didattico Personalizzato (PDP) criteri educativi e didattici, misure dispensative, strumenti compensativi poiché presentano disturbi del linguaggio, delle abilità non verbali, deficit da disturbo dell’attenzione e iperattività (ADHD), disturbi dello spettro artistico lieve. Allo studente vengono offerti diversi strumenti di espressione: dispensa dalla lettura ad alta voce dispensa dalla scrittura veloce sotto dettatura dispensa dall’uso del vocabolario uso del programma Power Point con caratteri molto chiari (Arial, Verdana) 27
uso di presentazioni semplici uso di slide non troppo piene di informazioni tempi più lunghi per le prove scritte istruzioni dirette e precise
Qual è il risultato? L’allieva riesce con il tempo a raggiungere l’obiettivo della classe, rendendosi consapevole delle sue potenzialità e risorse che riescono ad emergere poiché sollevata dalle difficoltà che il disturbo arreca nelle prestazioni.
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3.4 CORSI DI FORMAZIONE L’esperienza di tirocinio è stata integrata da corsi di formazione che la scuola offre a tutti gli insegnanti del territorio locale. Perugia, 12 marzo 2015 CORSO DI FORMAZIONE SULLA DISABILITA’ UDITIVA (dott. Anna Orato, Perugia) Per far sì che il soggetto con disabilità uditiva si integri con la classe, è innanzitutto necessario che i compagni creino un contesto inclusivo, e che gli insegnanti adottino il “lessico figurato” che sia legato alla Progettazione della classe. Il lavoro deve essere svolto sugli atteggiamenti cognitivi, come per i normodotati, sull’acquisizione delle competenze. Nella spiegazione di formule e di problemi bisogna adattare il linguaggio usando problemi di vita reale, ad esempio: “sono al supermercato a fare la spesa…” Occorre mettere assistenza alla comunicazione tramite immagini con didascalie, per aiutare il soggetto nella verbalizzazione. Il problema delle disabilità uditive riguarda la struttura linguistica, i soggetti non sono in grado di mettere l’articolo davanti ai nomi e non sono in grado di coniugare i verbi, ma non bisogna confondere la grammatica con la competenza linguistica, perciò bisogna aiutare questi alunni ad essere in grado di dire ad esempio: “il gatto è sul tavolo”, e non: “gatto-tavolo”. Strategie da utilizzare: - Scrivere in orizzontale - Scrivere in stampatello - Usare frasi colore (esempio: il bimbo gioca→il bimbo gioca) - Usare didascalie - Usare immagini da commentare (esempio: immagine di un ballerino→chi è? Che fa?) - Usare il verbo essere per spiegare l’aggettivo (esempio: immagine di un piatto di pasta→ Com’è?) Quando noi insegnanti noteremo perdita di concentrazione da parte degli alunni, ricorreremo all’attenzione metafonologica, in base alla quale non facciamo più pronunciare le parole, bensì le associamo tutte ad un colore, per permettere alla memoria visiva di interiorizzarle. Infine, come per tutte le persone della classe, occorrerà far acquisire agli allievi disabili il senso di responsabilità e di riflessione sui propri risultati, ed offrire gratificazioni ad ogni miglioramento raggiunto.
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Perugia, 31 marzo 2015 CORSO DI FORMAZIONE SULLA GESTIONE DEI DISTURBI DELLA CONDOTTA (dott.sse Manfredi e Fratoni “Stella Maris” Pisa)
I disturbi da comportamento dirompente (DCD) sono costituiti da : -
disturbi da deficit di atteggiamenti iperattivi (ADHD) disturbi oppositivi provocatori (DOP) disturbi della condotta (DC):
e sono comportamenti altamente disfunzionali che provocano una significativa compromissione dei ragazzi.
Caratteristiche di questi ragazzi: -
mancanza di regole impulsività comportamentale (fanno tutto quello che gli viene in mente) impulsività cognitiva (rispondono alla domanda senza averla letta tutta) condotte antisociali aggressività disturbi dell’ansia disturbi dell’umore disturbi da uso di sostanze stupefacenti scarse capacità organizzative
I disturbi da deficit di atteggiamenti iperattivi (ADHD) : iperattività disturbi dell’attenzione disturbi del sonno crisi di rabbia ridotta quantità e intensità del gioco in età prescolare litigiosità provocatorietà assenza di paura tendenza ad incidenti scarso senso del pericolo noia giochi poco strutturati I disturbi oppositivi provocatori (DOP) 30
provocatorietà costante irascibilità irritabilità ostilità atteggiamenti di sfida rabbia costante visione di sé mostruosa (alla domanda “come ti senti quando ti arrabbi?” rispondono: “come un vulcano”)
I disturbi della condotta (DC):
aggressività predatoria (aggressività per ottenere qualcosa) impermeabilità alla sofferenza altrui solitudine incapacità di immaginarsi il proprio futuro assenza di autostima sentimenti di tristezza e angoscia nascoste dietro alla rabbia
Come possiamo agire noi insegnanti? Reti di contenimento: Dobbiamo costruire reti di contenimento, parlare con tutte le persone che sono in relazione con questi ragazzi, gli insegnanti, gli allenatori, e tutte le altre figure che hanno rapporti con loro, creando relazioni calde e supportive per loro. Bisogna aiutare i soggetti nelle relazioni personali e nel risolvere i problemi lavorando sui “segnali spia”, sui luoghi in cui avvengono le crisi, e le situazioni che le determinano. Regole: Possiamo lavorare sull’acquisizione e il rispetto di regole tramite l’uso di un “cartellone delle regole”, in cui i ragazzi portano il conto delle occasioni in cui hanno realizzato le esperienze (ad esempio: “alzo la mano per esporre la mia opinione”, “sono attento”, “ascolto”), per far sperimentare che possono farcela, per renderli consapevoli della gradualità delle azioni, per essere gratificati. I contratti comportamentali: Possiamo lavorare con il “contratto individuale”, un patto stipulato tra noi e i ragazzi che va firmato come un vero e proprio contratto di lavoro, diverso per ciascun alunno, in cui si condividono e si accordano gli obiettivi, e in cui si lavora sui traguardi finali. La Nota Positiva: infine stabilire sempre in condivisione con i ragazzi, l’uso della nota positiva, che al contrario della classica nota, evidenzia le esperienze positive, i successi ottenuti e loda i comportamenti diligenti. 31
3.5 CONVEGNO “ALIMENTAZIONE E SALUTE” Perugia, 18 marzo 2015 (dott.ssa Spreca Valeria) Questo convegno sulla educazione alimentare ha voluto offrire ai ragazzi informazioni pratiche circa il consumo di cibo partendo dalla riflessione sulle loro abitudini alimentari, e sulla riflessione dei danni che può provocare l’eccessiva assunzione di zuccheri. Interazioni dei docenti con gli alunni: Domanda:“Sapete come è fatta la Nutella?” Risposta degli alunni:“da nocciole e latte” Questo famoso prodotto è composto: olio di palma (recenti studi dimostrano che è cancerogeno) nocciole tritate latte …..e tanto zucchero! Domanda: “Sapete quanto zucchero c’è in un ghiacciolo o in un succo di frutta?” Risposta degli alunni: “abbastanza” In questi prodotti sono presenti quantità pari a 5 cucchiaini di zucchero per un ghiacciolo, e 6 cucchiaini per un succo di frutta. La forma più pericolosa dello zucchero è quella che assumiamo in forma liquida, poiché non ce ne rendiamo conto. Domanda: “Perché si parla tanto dei cibi biologici?” Risposta degli alunni: “perché non ci sono pesticidi” Nella produzione dei cibi biologici c’è un sano metodo di coltivazione, i cibi non sono contaminati. Domanda: “Come è fatta una cotoletta che compriamo già pronta?” Risposta degli alunni: “non sappiamo cosa c’è dentro” Questi prodotti vengono realizzati secondo un miscuglio di zuccheri, grassi e sale che nell’insieme fanno sì che venga ingannato il nostro gusto e il nostro senso di sazietà.
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CAPITOLO 4: RIFLESSIONE PERSONALE SULL’ESPERIENZA 4.1 PUNTI CRITICI Arrivando alla fine dell’esperienza di tirocinio, si volge uno sguardo agli aspetti negativi della scuola, ai punti critici rilevati nell’ambito delle scienze motorie, ed è così che si arriva alle difficoltà delle attività, agli spazi condivisi, ed alla fatica nel realizzare le esercitazioni, al limite delle scelte didattiche. Per rilevare nel concreto i punti critici della scuola si chiede l’opinione ai ragazzi, ed ascoltandoli, ci confessano i limiti delle attività laboratoriali; gli alunni sono consapevoli dell’efficacia del processo di apprendimento-insegnamento realizzato tramite le attività di laboratorio, i lavori di gruppo, i lavori di cooperazione per risolvere un problema, per cui la partecipazione ai laboratori, in cui trasferire la teoria nella pratica, è un aspetto su cui la scuola deve puntare maggiore attenzione.
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4.2 VOCAZIONE DIDATTICA L’esperienza effettuata, i diversi momenti formativi, i materiali raccolti, le difficoltà incontrate vengono qui esaminati ed interpretati in stimoli e suggerimenti per il futuro professionale. Il tirocinio è un apprendistato cognitivo in cui vanno potenziate le competenze acquisite nell’ambito delle attività da svolgere in classe, nell’ambito della didattica disciplinare, e nelle attività di laboratorio. Gli aspetti dell’inclusione dei disabili, la sensibilità verso questo tema è ancora riferita solo al processo di integrazione, e non di inclusione, passaggio fondamentale questo, per poter affermare che il disabile sia inserito nel contesto e sia al pari dei normodotati. Questo significa auspicare ad osservare il disabile che fa l’attività in classe/in palestra con i suoi compagni, e che riceve in questo stesso contesto i supporti compensativi e dispensativi, non in contesti separati, come avviene per la maggior parte delle ore curricolari. L’inclusione è un traguardo di cui ciascuno di noi è responsabile, ed è per questo un aspetto molto importante. La premura di considerare il suddetto aspetto, la professionalità degli insegnanti osservati, sono risorse che ho interiorizzato per poter integrare ad un livello elevato le competenze acquisite. La mia didattica → “come posso fare ad insegnare questa cosa?” “Come può essere?”→ “una didattica inclusiva”
Il percorso mi ha portato alla consapevolezza che il nostro lavoro di insegnanti è un compito specifico dove bisogna IDENTIFICARE-LEGGERE-INTERPRETARE i bisogni educativi , dove la competenza sarà quella di essere insegnante per tutti gli allievi della classe, di lavorare con l’ottica del “Ciascuno e non del Qualcuno”. La partenza sarà dall’analisi dei bisogni, specifici e speciali, per dare risposte specifiche in contesti non separati, per caratterizzare la didattica in riflessione che guida l’operatività. E’ importante la conoscenza della disabilità dell’alunno della classe, affinché i compagni possano condividere. “E’ giusto parlare del disabile?” E’ giusto perché i compagni devono essere messi al corrente del funzionamento e del comportamento di questa persona, e devono comprendere che l’uso di un qualsiasi strumento compensativo non lo mette in una condizione di vantaggio.
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Tutto ciò andrà sviluppato con le metodologie di Cooperative Learning , le esperienze di apprendimento cooperativo dimostrano che sono molto efficaci per creare un clima inclusivo, perché sono attività che favoriscono le relazioni nel gruppo classe, e, se si vuole lavorare sul contesto, bisogna creare innanzitutto un clima idoneo, positivo, privo di competizione, e occorre del tempo per fare ciò. L’apprendimento cooperativo usa i compagni come risorsa e il lavoro di gruppo su un problema da risolvere come motivazione. La classe verrà suddivisa dall’insegnante in piccoli gruppi omogenei utilizzando il sociogramma di Moreno, (www.pasmas.altervista.org) che consentirà di vedere come sono le relazioni all’interno della classe. Si prenderanno in considerazione gli elementi essenziali di questa metodologia: L’interdipendenza positiva → preoccuparsi di ciò che fanno gli altri compagni, ognuno è fondamentale, “uno per tutti, tutti per uno”. L’interdipendenza Faccia a Faccia → aiutare e farsi aiutare. Uso delle competenze sociali → gestire i conflitti, abilità comunicative. Responsabilità individuale → responsabilità al compito di gruppo. Revisione e perfezionamento continuo → valutare e migliorare per raggiungere l’obiettivo comune.
Altra metodologia efficace per potenziare l’integrazione è il Tutoring, in cui si selezionano gli allevi che faranno da tutor, e quelli che faranno da Tutee, può essere tutoring con alunni tra pari età, con alunni di età diversa, può essere Pear Tutoring a coppie. A proposito della metodologia del tutoring come proposta di inclusione, è sembrata significativa l’esperienza del “Libro delle disponibilità” , caratterizzato da :
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un elenco delle abilità e delle competenze dare aiuto e ricevere aiuto potenziamento delle abilità cognitive sviluppo della competenza di saper aiutare e farsi aiutare sviluppo della competenza di stabilire relazioni interpersonali.
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4.3 INTERPRETAZIONE DEGLI STIMOLI RICEVUTI PER IL FUTURO PROFESSIONALE A proposito delle strategie didattiche sono significative tre domande: 1) “Cosa posso offrire?” 2) “Come posso presentare le informazioni?” 3) “Come posso motivare gli alunni?” 1) E’ necessario aiutare tutti i ragazzi, non solo i disabili, i Dsa ed i Bes, a memorizzare le informazioni, tenendo in considerazione che ognuno possiede dei canali privilegiati per catturare le informazioni, per cui diventa importante il modello situazionale: “Rappresentare un testo in una immagine”. E’ strategico utilizzare immagini e disegni, per far diventare minima la lettura , significative per questo sono le mappe mentali costituite da : Parole chiavi – verbi – relazioni tra parole Le mappe mentali sono caratterizzate da :
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Le frecce sono i verbi Concetti di primo, secondo, terzo livello Immagini o foto per descrivere il concetto principale Colori e icone Rami di primo, secondo, terzo livello Struttura a ragnatela 36
2) Si possono offrire diversi modi di espressione: -
Audiolibro→ un attore legge un testo Libro Digitale→ una versione di libro visualizzabile al pc Sintesi Vocale→ tecnica di riproduzione artificiale della voce umana “Leggi per me”:è un programma che ha sintesi vocale e che fa un lavoro sul testo che può essere fatto per tutti gli alunni, è caratterizzato da rinforzi funzionali come il “granchietto” che aiuta a portare il segno, la traduzione del testo in varie lingue, il correttore, la calcolatrice parlante, l’evidenziatore che permette di riascoltare quello che abbiamo evidenziato di giallo (ad esempio), o di cancellare quello che abbiamo evidenziato di celeste.
3) Infine occorre stimolare la motivazione e l’interesse per il piacere di apprendere, ricordandosi di mantenere il livello sempre ad un livello leggermente superiore alla zona prossimale di sviluppo della classe, per evitare la resa, nel caso il cui il compito risulti troppo difficile, e la noia, nel caso in cui il compito risulti troppo facile.
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4.4 L’UNITA’ DI APRRENDIMENTO TITOLO: “LA SALUTE VIEN MANGIANDO” ANALISI DEL CONTESTO/UTENTI DESTINATARI:
Classe II Scuola Secondaria di I Grado: IIS GIORDANO BRUNO Perugia 25 alunni di cui 12 maschi e 13 femmine 5 alunni stranieri Durata del lavoro: 2 mesi Discipline coinvolte: MATEMATICA E SCIENZE TECNOLOGIA SCIENZE MOTORIE ARTE E IMMAGINE
MOTIVAZIONE FORMATIVA: Gli insegnanti hanno osservato che gli studenti in genere si alimentano in maniera non corretta durante l’intervallo e che in molti di loro emerge un disagio rispetto al proprio corpo, per cui si è individuato il bisogno di sviluppare nei ragazzi la capacità di alimentarsi correttamente.
TRAGUARDI DI COMPETENZA: Analizzare ed interpretare dati per costruire rappresentazioni tramite grafici e tabelle. Utilizzare il supporto informatico (nuove tecnologie) per l’elaborazione di dati. 38
Sviluppare la cura ed il controllo della propria salute attraverso una corretta alimentazione. Raggiungere la consapevolezza di una sana e corretta alimentazione quale base per una vita in buona salute. Promuovere il cambiamento nelle proprie scelte alimentari e nella dieta secondo uno stile di vita sano e corretto. Promuovere la conoscenza del funzionamento del proprio corpo e la presa di coscienza dei propri errori alimentari. Essere in grado di conoscere i cambiamenti morfologici caratteristici dell’età. Realizzare elaborati personali e creativi sulla base di un’ideazione e progettazione originale, applicando le regole e conoscenze del linguaggio visivo. Essere in grado di calcolare il proprio fabbisogno energetico giornaliero in base all’attività fisica svolta a saper costruire la propria piramide alimentare. TEMPI: Ottobre-Novembre per un totale di 20 ore circa
LUOGHI: classe, aula informatica, casa, palestra, campo sportivo
METODOLOGIE: •
Lavori di gruppo
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Ricerche ed indagini individuali
•
Discussione e riflessione guidata
•
Produzione di analisi statistiche
•
Lezioni frontali degli insegnanti
•
Attività motorie
STRUMENTI: •
Testi di consultazione
•
Computer
•
Internet
•
LIM
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Interviste 39
•
Schede di esercizi motori
•
Materiale da disegno
VALUTAZIONI: Conoscenza della funzione dei nutrienti Capacità di lavorare in gruppo (uso delle regole organizzative, collaborazione, capacità di risolvere conflitti, capacità di coinvolgere anche gli elementi più deboli) Capacità di organizzare informazioni, ordinarle, confrontarle e collegarle Argomentare in modo critico le conoscenze acquisite Originalità degli elaborati Accuratezza del lavoro
MODALITA’: Questionari di accertamento delle conoscenze Osservazione del comportamento nei gruppi di lavoro
COMPITO UNITARIO/PRODOTTO/PROBLEMA: Esposizione dei dati raccolti ed elaborazione di tabelle sintetiche con la raccolta dei dati emersi. Produzione di un grafico preliminare con l’ausilio della LIM (o altri supporti informatici). Per l’elaborazione della tabella si prendono in esame le proposte dei ragazzi, emerse durante la fase di brainstorming (classificazione gli alimenti in base a quante volte a settimana vengono mangiati ed in quale pasto…) Verranno utilizzate due ore disciplinari (1 matematica e 1 scienze motorie). La valutazione verrà fatta sulla partecipazione attiva del prodotto.
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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA www.iisgiordanobruno.it www.ctsperugia.it www.capdi.org www.pasmas.altervista.org www.unistudium.it www.empowermentsrl.it www.wikipedia.org
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