METAMORFOSI E PAREDOLIA OVVERO TRASFORMARSI IN QUELLO CHE NON C’E’
MITI DI METAMORFOSI DELLA CLASSE 1B
UN GIORNO AL MUSEO COL DEMONE DELLA FRUTTA In un’ afosa giornata di luglio io e la mia famiglia andammo al museo per vedere una mostra di pittura. Durante il tragitto, ci fermammo all’autogrill dove facemmo colazione. Arrivati finalmente al museo, cercammo un parcheggio: quando le speranze erano quasi finite, vedemmo un’automobile lasciare un posto, così lo occupammo noi. Il museo era molto grande e maestoso: lungo i corridoi vi erano statue di marmo e, appesi alle pareti, quadri fantastici. Mentre mia mamma ,mio papà e mia sorella ammiravano le statue, io mi soffermai davanti a un quadro del famoso pittore Giuseppe Arcimboldo, raffigurante un vaso di frutta che, se capovolto, diventava una faccia d’ uomo. Improvvisamente avvertii qualcosa di strano nel mio corpo; impaurito mi misi a correre per tutto il museo cercando i miei genitori: mi stavo trasformando! Dopo alcuni attimi il mio naso diventò una pera, le mie guance mela,il mento un, gli occhi due castagne, le orecchie due chicchi di uva e i capelli foglie di vite. Le mie gambe si irrigidirono come i tronchi d’albero e le mie braccia divennero dei sedani giganti. Allora mi apparve davanti il demone della frutta, che mi disse:”Tu non hai mangiato frutta negli ultimi sei anni, perciò questa è la punizione che ti meriti. Se vorrai riavere il tuo normale aspetto, dovrai mangiare frutta per i prossimi due mesi”. Inutilmente tentai di giustificarmi col demone sostenendo di avere mangiato molte cipolle, peperoni, mais e di avere bevuto tanti succhi di frutta. Il demone scuoteva la testa in segno di disapprovazione. Capii che se non avessi mangiato frutta per il tempo indicatomi dal demone, sarei rimasto imprigionato nella creatura mostruosa in cui mi aveva trasformato. Allora mi rassegnai e da quel giorno iniziai a mangiare frutta e, con sorpresa, scoprì che era buona e mi piaceva. Non smisi più e dopo due mesi tornai ad essere un ragazzo normale in pelle e ossa. Alessandro
LA FINESTRA ALESSIA Tanto tempo fa in un piccolo paesino viveva una buona ragazza di nome Alessia. Lei era molto brava a cucinare e aveva deciso di sfruttare questa sua capacità per preparare pietanze per i poveri. Passò il tempo e la giovane ragazza era diventata molto vecchia e senza forze. Lei sapeva che, vista la sua età non avrebbe avuto ancora molto tempo da vivere ed era molto triste perché avrebbe dovuto lasciare tutta la sua comunità a cui donava cibo. La dea Ada così vedendo in lei una persona dal cuore molto gentile ,decise che non poteva lasciarla morire come persone comuni. Secondo lei,meritava un premio. La dea andò da Alessia e la notò seduta su una sedia davanti a casa in preda alle lacrime. La dea le chiese cosa era successo per piangere in quella maniera,la vecchietta ancora lacrimante rispose:”Sono molto vecchia,sicuramente fra poco morirò e non potrò mai più vedere tutti i cittadini che giocano felici.”Allora Ada le disse:”Io donerò ai tuoi concittadini del cibo e ti trasformerò nella tua casettina di legno così potrai guardare per sempre i tuoi concittadini”.Allora lentamente le gambe di Alessia si unirono con le braccia che stavano diventando di legno,il naso diventava una corta asse di legno,la bocca si bloccava e diventava un piccolo balconcino e gli occhi si trasformarono in lastre di vetro. Quella che pochi minuti prima era una donna,era ora diventata una casetta di legno dall'aria graziosa e curata. Ora ad ogni frusciare del vento,sembra che ringrazi la dea per quel grande dono ricevuto. Alessia
COME DIVENNI UNA CREDENZA Correva l’anno 2004, era il ventisette febbraio e io proprio quel giorno diventai… un armadio da cucina! Fino a quel giorno ero una ragazza normalissima:mi chiamavo Alice, abitavo a Goria, un paesino sperduto in mezzo alla foresta Tampa. Come tutti i miei amici andavo a scuola, facevo sport, giocavo…la cosa che mi differenziava era che io difendevo Sathimir, la nostra dea della pace, che però era presa in giro da tutti gli abitanti del mio paese ch erano tipi molto violenti. Passarono molti anni ed io diventai una vecchia nonnina prossima alla morte e Sathimir decise, per premiarmi, di trasformarmi in un armadio da cucina. Improvvisamente la mia pelle era diventata marrone chiaro, di legno, con due palline bianche al posto degli occhi, un altra pallina al posto del naso ed un grande cassetto dove prima c’era la bocca. Infatti mentre stavo per addormentarmi, inizia a sentirmi strana: il mio corpo stava diventando squadrato, fatto di un legno marrone chiaro, le mie gambe sparivano pian piano, così come le braccia e così via tutto il corpo. I miei occhi e il mio naso si stavano trasformando in pomelli e la bocca in un grande cassetto. Guardandomi allo specchio, vidi un bellissimo e “sorridente” armadio da cucina. Così decisi di andare a chiedere a Sathimir la motivazione di questa metamorfosi. Mi rispose con due motivi: Il primo era perché così sarei sempre stata ricordata nel tempo e il secondo era perché, mi assicurò, in qualunque casa fossi andata, avrei portato la pace. Alice
LA NASCITA DEL LETTORE CD C'era una volta una ragazza di nome Arianna; era dolce e sensibile , aveva dei lunghi capelli castani e degli occhi grandi e profondi. Aveva una grande passione per la musica e infatti stava ore ed ore ad ascoltarla con la sua radio. Un giorno Arianna andò ad una fiera di paese e incontrò un ragazzo seduto a testa bassa su un muretto . Lei gli si avvicinò e gli chiese :” Ciao come ti chiami ? ” lui alzò lo sguardo e rispose :”ciao io sono Davide e tu ?” lei rispose :” io sono Arianna, perché sei qui da solo?” e lui :”sono da solo perché ho litigato con un mio amico” e lei:”mi dispiace “ …. I due passarono il resto dei giorno insieme e poi continuarono a vedersi . Arianna si legò molto a Davide e i due diventarono amici. In poco tempo però la simpatia di Arianna per Davide si tramutò in interesse e poi in amore e infatti, un giorno, Davide la portò in piazza vicino alla fontana e le domandò di diventare la sua ragazza e lei rispondé si ! I due ragazzi si abbracciarono e lui le schioccò un bacio sulla guancia …. I due erano felici e stavano bene insieme … finché dopo un mese e mezzo che stavano insieme Davide chiese a Carlotta ,un amica di entrambi se poteva dire lei ad Arianna che lui la voleva lasciare. Prima Carlotta fu incerta poi però andò a dirglielo e mentre glielo diceva arrivò Davide con la sua ex ragazza e spiegò ad Arianna la cosa :”Arianna senti , io non voglio mentirti quindi:sappi che io non ero innamorato veramente di te ma lo ho fatto per far ingelosire Giulia la mia ex ragazza e mi dispiace “ Arianna non lo guardò nemmeno ,si voltò di scatto e corse in lacrime a perdifiato nel fitto bosco dove vi restò a piangere . I dei Apollo ed Eros inteneriti dalla fanciulla in lacrime volendo alleviare il suo dolore decisero di trasformarla . Gli arti le si attaccarono al corpo e pio svanirono , la bocca le diventò rigida trasformandosi in un porta CD ; le scese l'ultima lacrima sul viso poi il suo occhio si chiuse diventando un piccolo schermo mentre l'altro diventò una manopola per il volume . E così di Arianna restarono solo le canzoni malinconiche nel fitto bosco dove pianse per un ragazzo che non la voleva. E da quel momento ogni volta che Davide entrò nel bosco , sentì l rimorso di aver fatto soffrire una persona in modo molto meschino. Arianna
IL GUFO DISEGNATO SULL’ ALBERO Un giorno, io vengo trasformata in un gufo disegnato su un albero dalla dea Atena. Mi ha trasformata come premio perché sono sempre stata una bambina simpatica con gli altri e la dea voleva che io continuassi a suscitare allegria in chiunque mi vedeva. Grazie alla dea tutti le persone che passavano nei pressi di queell’albero si mettavano a ridere e, così, anch’io continuai a ridere.
Asia
COME NASCONO I FERRI DELLE MACCHINE C’era una volta un fabbro di nome Bahae che lavorava tanto,i suoi lavori erano belli e la gente lo apprezzava molto perché non era soltanto bravo ma era anche simpatico,gentile con la gente e ai poveri dava sempre l’emonesina un giorno al paese arrivò un’ altro fabbro:e non era tanto bravo ,non faceva lavori belli e per alcuni neanche s’impegnava e con la gente faceva il duro; diciamo che era il contrario di Bahae.una volta facendo il simpatico invitò Bahae a una cena ma gli diede una bibita avvelenata. Bahae per alcuni giorni si sentì male per alcuni giorni e dopo morì. Il dio Fersic lo trasformò in ferro auto;era molto piccolo aveva gli occhi nnon aveva il naso ma aveva la bocca non era tanto espressivo ,era normale.Ma a dio Fersic non bastava:diede una punizione trasformando Mark in acqua di fogna. Bahe
ROCCE SOLIDE C’ era una volta, in cima a una montagna, un piccolo paesino di una cinquantina di persone, dove viveva un vecchio uomo di nome Filippo. Era proprio un brav’ uomo: aiutava tutti ed era sempre pronto in caso occorresse una mano e soprattutto era molto religioso. Zeus lo osservava spesso e diceva compiaciuto: “Ah! Se tutti gli uomini fossero come lui il mondo sarebbe perfetto!” Una notte al villaggio si sviluppò un piccolo incendio, che in breve divenne una grossa fiamma indomabile. Fu giacomo; da sempre il migliore amico di Filippo, ad accorgersi dell’ enorme fuoco, e a dare subito l’ allarme a tutti gli abitanti che, arrabbiati per essere stati svegliati nel cuore della notte, uscirono dalla porta di casa per capire cosa stava succedendo li fuori. Ma, quando videro l’ indomabile fiamma che saliva sempre di più si misero ad urlare. “State calmi, state calmi !” urlò Filippo, che intanto si era già vestito ed era pronto per salvare il suo amatissimo villaggio: “le donne prendano i bambini e il bestiame e scappino, mentre gli uomini mi seguano !” Poi si diresse verso la fontana al centro del villaggio urlando:“ ognuno prenda un secchio e lo riempia!”, a rispondergli fu un coro di voci tremanti: “Ok!” Anche Filippo era spaventato; ma non voleva farlo vedere agli altri. Intanto il fuoco cresceva e si avvicinava sempre di più al centro del villaggio. Ad un certo punto Filippo si girò verso i suoi compagni di sventura ed esclamò: “ adesso ci divideremo: Marco, Antonio, Giuseppe, e Luca con me alla sorgente del malanno del malanno, mentre Giacomo, tu, guida gli altri verso il centro del villaggio”. Giacomo annuì. Intanto Filippo, con le gocce di sudore che gli colavano dalla fronte, si lanciò con i suoi uomini nell’ ardua missione di spegnere l’ immensa fiamma. Spruzzi da tutte le parti, gente che urlava, spintoni, finché la fiamma non iniziò a rimpicciolirsi fino a spegnersi definitivamente. Ma, quando tutto sembrava andare per il meglio, arrivarono gli uomini dell’ altro gruppo di corsa tutti abbattuti. “ Che cosa succede, non siete riusciti a spegnere il fuoco ? e poi dov’ è
Giacomo ?” chiese Filippo. “ stava cercando di spegnere il fuoco,e, per sbaglio, gli sono andato addosso, lui è inciampato ed è caduto nel fuoco non uscendone più” disse Lorenzo. Allora Filippo, senza pensare quanto potesse essere pericoloso, andò a cercare il suo amico tra le fiamme ma, purtroppo, non ne uscì ne anche lui. Gli altri uomini spensero il fuoco appena i tempo per trovare i due corpi inermi prima che diventassero cenere e li portarono al centro del villaggio. Ma Zeus, volendo ricordare questo grand’ uomo, lo trasformò in una roccia. Le braccia, le gambe e la testa si ingrossarono enormemente, gli arti si attaccarono al corpo ormai gigantesco e si immobilizzarono, gli occhi si chiusero diventando due solchi nella roccia e la pelle diventò tutta grigia. E rimase alle porte del suo amato villaggio saldo come una roccia, proprio come era stato in vita, un uomo solido e sicuro. Filippo P.
COME FRANCESCO VENNE TRASFORMATO IN UNO SCALDINO Era una fredda giornata d’inverno e in un piccolo paesino del Trentino, viveva un povero pittore di nome Francesco ,che dipingeva i suoi quadri in una stalla abbandonata. Come ogni giorno,andava al mercato a vendere i suoi dipinti. Purtroppo non avevano un gran successo,anzi,la gente che passava di lì commentava i quadri in malo modo,e il povero Francesco non guadagnava niente. La Vigilia di Natale Francesco morì per l’eccessivo freddo! Alcide, il dio del fuoco,provò pena per quel buon uomo. Decise allora di punire il paese per la malvagità dimostrata verso Francesco; durante la notte ruppe tutte le stufe e il villaggio cessò di vivere. Riguardo a Francesco, decise invece di farlo morire completamente di trasformarlo in qualcosa di caldo. Con un battito di mani,le gambe dell’uomo si appiattirono e formarono una pianta rettangolare,la sua bocca s’ingrossò e venne ricoperta da barre di ferro ,il suo naso diventò grosso e rotondo,i suoi occhi diventarono una specie di semicerchio, con la pupilla rossa come il fuoco. Davanti al volto gli venne messa una maschera grossa e trasparente quel che rimase dei suoi piedi fu solo un grosso pulsante .Alcide poi lo mandò a vivere in città,in una casa di persone nobili,come premio per la sua gentilezza.
Francesco C.
COME DIVENNI UN OROLOGIO Io ero un ragazzino di nome Francesco e ero nato nel 2004 . Nella vita io andavo a scuola , aiutavo le persone e i miei parenti : mi piaceva passare il tempo a darmi da fare . Un giorno pero mi svegliai e vidi nella mia camera davanti a me una persona sconosciuta . Le chiesi chi era e lei mi rispose : Sono la dea Ora , dea del tempo . Lei disse anche che mi voleva mi voleva ricompensare per aver impiegato il tempo a fare buone azioni fino a quel momento . Così all'improvviso vidi che il mio corpo iniziava a stringersi e dopo poco si prosciugò . La mia bocca si aprì e con questa anche gli occhi , dal mio naso spuntarono delle lancette che iniziarono a girare . La mia faccia diventò rotonda e si riempì di numeri . Fu così che nacque l'orologio , destinato a ricordare quanto sia importante e prezioso il tempo .
FRANCESCO V.
COME NACQUE LA.... CASSETTA DELLA POSTA Se tu bambino o bambina che stai leggendo questo racconto sei un tipo/ una tipa che si ficca in bocca qualsiasi cosa, beh allora smettila subito se non vuoi finire come me... Sono Franziska una ragazzina di 11 anni che adora mettere in bocca di tutto, o meglio, lo ero! Per me era come un antistress, ma col tempo iniziai a esagerare e il mio vizio si tramutò in una vera e propria ossessione e passai dal rosicchiare il fondo della matita ogni tanto a “divorarne” una intera, arrivando fino alla mina. I miei genitori e i professori della scuola che frequentavo, iniziarono a preoccuparsi, così mi portarono da diversi dottori cercando, ma invano, di togliermi quel brutto vizio. Un giorno, però, il saggio dio della medicina Antibiotix si stufò di quella confusione suscitata da quella abitudine che faceva solo perdere tempo alle persone e sopratutto ai medici che mi visitavano e decise di punirmi. Ero sul uscio di casa mia e stavo masticando un grosso pezzo di carta quando, ad un certo punto, sentii un forte crampo allo stomaco e pian piano iniziai a rimpicciolirmi fino a raggiungere le dimensioni di una scatola. Le braccia e le gambe si attaccarono ai fianchi iniziando a diventare tutt' uno con il busto, mentre il collo si accorciava sempre di più e la testa rientrava tra le spalle come se stesse sprofondano tra le sabbie mobili. Tentai di gridare aiuto ma la mascella era bloccata e la mia pelle stava diventando dura e grigia. Antibiotix mi aveva tramutata in una cassetta della posta, costringendomi a “mangiare” ancora carta e trasformando il mio vizio in una comodità per gli altri. Franziska
COME DIVENTAI UN CERBIATTO c’era una volta una ragazzina di nome Bea che amava gli animali e stare con la sua migliore amica Giorgia. Bea veniva spesso derisa da tutti per la sua timidezza;solo Giorgia la capiva veramente. Insieme si divertivano tanto e,nel bisogno si aiutavano sempre. Un giorno Bea era triste per l’ennesima presa in giro ,allora Giorgia decise di dirle che in realtà era una dea con le sembianze da ragazza . Bea inizialmente non ci credeva ma quando vide l’espressione sincera dell’amica ,allora capì che era vero. Subito Bea pensò di farsi aiutare da Giorgia ,chiedendole di esaudire un suo desiderio che aveva sin da piccola :vivere assieme ai suoi amici animali ,conoscendo il loro linguaggio. Le due andarono a casa e continuarono a giocare come tutti i giorni . Qualche giorno dopo ,svegliandosi Bea vide che i suoi occhi assomigliavano a quelli di un cerbiatto e con il passare delle ore ,il suo corpo cambiava . Iniziò a camminare a quattro zampe e la sua pelle si ricoprì di una peluria rossiccia . La mattina successiva Bea si era trasformata in un cerbiatto. Andò subito nel bosco dove tutti gli animali le diedero il benvenuto. Bea era felicissima .Giorgia andò a trovarla spesso e anche lei sapeva parlare con gli animali perché era la figlia della Dea degli animali e del bosco . La trasformazione di Bea fu un premio per aiutarla ad evitare il rapporto con gli uomini che alla ragazza non andava proprio. Ora era felice e contenta.
Giorgia
IO SONO T.R.IN UNA CASA DI C.A. IN UN TEMPO LONTANO, NEL PAESE DI LAVIS VIVEVA UN RAGAZZO DI NOME ENTONY, CHE GLI PIACEVA ANDARE IN GIRO PER IL PAESE. UN GIORNO MENTRE CHE ERA IN GIRO PER IL PAESE VIDE LA CASA DEL SUO PROF. PREFERITO. SI INNAMORO’ SUBITO DI QUELLA CASA E NON VEDEVA L’ ORA DI I ENTRARCI DENTRO. UN GIORNO ENTONY LE CHIESE AL PROF DI VEDERE LE CHIAVI DI CASA. IL PROF LE FECE VEDERE LE CHIAVI E IL RAGAZZO MEMORIZZO LA FORMA DI QUELLE CHIAVI E NE FECE UNA COPIA. UN GIORNO QUANDO IL PROF ERA A SCUOLA, ENTONY ANDO’ NELLA CASA DEL PROF ED ENTRATO DENTRO SI TRASFORMO’ . IL dio CARMELO AVEVA TRASFORMATO IL RAGAZZO IN UNA CASA. LA MIA BOCCA SEMBRAVA LA PORTA, I MIEI OCCHI LE FINESTRE, IL MIO NASO IL CAMINO, I MIEI CAPELLI IL TETTO, LE MIE BRACCIA ASSOMIGLIAVANO AI POGGIOLI, LA MIA PANCIA ERA LA STANZA DA LETTO E LE MIE GAMBE LA SCALA DI CASA.
Entony
COME NACQUERO LE MONTAGNE E I CERVI Nella notte dei tempi io, Lorenzo, abitavo in un villaggio chiamato Monte situato in una regione fra Macedonia e Illiria. Insieme ai miei compaesani, offrivo tributi ad Ade a cui dedicavamo imponenti templi e importanti feste. Venne il giorno in cui Zeus, arrabbiato, venne al villaggio, sotto sembianze umane, insieme a Efesto. Si presentò come un sacerdote e ci chiese di mettere una corteccia in un cesto, se preferivano Zeus, o un sasso, se preferivano Ade. Tutti scegliemmo Ade, tranne un giovanotto di nome Cervo. Allora Zeus si rivelò in tutta la sua potenza e ci punì trasformandoci tutti. Le ossa si irrigidirono, le spalle mutarono d’aspetto e si alzarono spigolose; la pelle diventò dura e grigia e le gambe si ingrossarono intrecciandosi fra di loro; i crini caddero e del capo rimasero solo delle forme vagamente ricordanti un viso umano. Diventammo così delle montagne, un ammasso compatto di sassi con il nome del nostro villaggio e la forma dell’officina di Efesto (l’Etna). In quanto a Cervo, si trasformò nell’animale più maestoso del bosco, il cervo, appunto. Al posto della pelle, un manto candido; gli spuntarono delle grandi e magnifiche corna e gli arti diventarono sottili e veloci. Così, mentre i nostri discendenti sono ancorati alla roccia, immobili, i suoi discendenti corrono tranquilli per i boschi. Lorenzo
COME SONO NATI I CAVATAPPI Luca, un ragazzo molto giovane, viveva in una piccola cittadina, povera ma piena di felicità e festa. Luca era un ragazzo molto gentile verso tutti e aiutava i suoi genitori tutti i giorni in campagna passando intere giornate a raccogliere e spremere l’uva. La sua famiglia era benestante, perché il vino che facevano era molto pregiato e costoso. Luca, passando così tante giornate tra vino e uva, s’innamorò del vino, tanto che a volte si ubriacava, ma era comunque una brava persona. Quando fu abbastanza cresciuto e maturato, era arrivato il momento di andare in guerra. Il ragazzo era forte e per questo fu scelto per la guerra più difficile e mortale. Purtroppo però, dopo una grande lotta con colpi di spada, il forte e temutissimo Cornelius infilzò la sua spada nella schiena di Luca e purtroppo lui morì. Mentre si stava celebrando il suo funerale, successe un fatto incredibile: Luca si trasformò. Le sue braccia si indurirono e diventarono di ferro, le sue due gambe si riunirono in un'unica vite, la sua faccia diventò una dura e larga maniglietta e le sue spalle diventarono delle rotelle. Si era trasformato in un cavatappi: una cosa nuova per tutti gli abitanti della città. A trasformarlo era stato il dio Mensilis, che per premiare il suo coraggio, la forza e la gentilezza, lo aveva aveva trasformato in un cavatappi, così avrebbe potuto assaporare ancora tutti i diversi vini che gli piacevano molto. E’ così che sono nati i cavatappi che usiamo noi oggi.
Luca
L ANIMA DELLA GOLF GTE Malick era un bambino molto bravo e diligente.Un giorno sua mamma comprò una macchina nuova: la golf gte . malick era molto affezionato,a quella macchina, talmente tanto che ci passava tutto il tempo libero dentro ,ci voleva pure dormire dentro .Ma la mamma non lo lasciava quindi malick inizio ad avere un brutto rapporto con sua mamma e così un giorno sua mamma lo mandò in collegio e malick non faceva altro che pensare a quella macchina i fari sembravano occhi cattivi e la targa la bocca diventò la targa e i cerchi li schimu da samurai. Malick si mise a piangere per ore e ore ma poi li venne un idea di disegnare la macchina e appenderlo al muro . Ma ben presto si accorse che non era una bella idea perche quando tornava felice e poi la vedeva si metteva a piangere quindi stacco il disegno e lo brucio. Il giorno dopo la mamma lo chiamò e li disse di preparare le valige che lo avrebbe venuto a prenderlo. Malick arrivato a casa vide una bella macchina li corse incontro e la macchina lo investì così il dio golf lo trasformo in una golf gte.
Malick
LA PANETTERIA Tanto tempo fa in un paesino di nome Hindini viveva Matilde una panettiera che adorava fare il pane e la sua felicità la metteva anche nei suoi prodotti da forno, cosicchè tutti i cittadini erano felici quando ne mangiavano. Purtroppo Matilde, giorno dopo giorno e anno dopo anno diventava sempre più vecchia anche se il suo pane era sempre il più buono . Un triste giorno morì .Il giorno dopo la sua morte, i cittadini diventarono tristissimi. La dea Aradha intervenne subito dopo aver notato il sentimento degli abitanti di Hindini e cercò di capire il motivo di quelle facce tristi.Dopo ore e ore di riflessione capì che quello che mancava loro era il pane di Matilde. Lei stessa si sentiva triste e decise che il corpo di Matilde si sarebbe trasformata in una panetteria, dove il pane si sarebbe creato da solo. E così fu. Le gambe di Matilde si saldarono al terreno e si riempirono costituendo le fondamenta, lae bracciasi attacarono al corpo diventando le mura. La bocca divenne enorme e si trasformò nella porta con due massicce ante che erano i denti, il naso divenne un bel balcone bieno di fiori i suoi occhi diventarono finestre con vetri trasparenti , ed infine i suoi lunghi capelli un bel tetto spiovente.Appena i cittadini videro la panetteria e capirono ciò che era successo, cominciarono tutti ad andare nei campi a piantare il grano La panetteria iniziò subito a lavorare appena la farina cominciò ad arrivare e i cittadini di Hindini furono subito più felici. I sorrisi da quel giorno non mancarono mai più. Matilde
Come mi trasformai in un auto C’erano una volta due paesini, uno sulla riva del lago l’altro su quella opposta. Quando le persone dovevano recarsi dall’altra parte del lago avevano due possibilità: o attraversarlo in barca, ma, dati i forti venti che si abbattevano sulla pianura era molto rischioso o fare il giro al lago impiegando molto tempo. Mauro,un pover uomo del villaggio s’ era offerto di portare sulle spalle i viaggiatori stanchi. Ogni giorno ne portava decine e decine. Un giorno Zeus decise di mettere alla prova le avide persone che abitavano il villaggio e mutatosi in un viandante stanco chiese a molte persone di trasportarlo dall’altra parte del lago. Tutti negarono. Zeus fece un ultimo tentativo e chiese a Mauro che gli disse :- Io non posseggo né carri né bestie ma se vuoi ti potrai accontentare della mia stessa schiena. a quelle parole il nume si rivelò e disse a Mauro:-Per premiarti ti trasformerò in un auto: un mezzo veloce e capace ti trasportare più persone alla volta.Poi battè le mani e Mauro cominciò a trasformarsi: la mente divenne il motore, gli arti si arrotondarono fino a diventare ruote, il corpo diventò una possente carrozzeria, gli occhi furono i fanali e la bocca il radiatore. Ora Mauro non avrebbe più fatto fatica a trasportare le persone.
Mauro
METAMORFOSI SPONTANEA In un bel giorno di primavera avevo una gran voglia di andare al parco giochi per stare all'aria aperta,ma avevo tantissimi compiti e da studiare per le verifiche della settimana sucessiva. La sera,quando ho finito i compiti,ho fatto la doccia e sono andata a letto piuttosto rattristata. Durante la notte mi sono svegliata,ho sentito la voce della dea Monica ,la dea della libertà che mi diceva-Sara,cara mia,tu sarai premiata da me per aver sempre tutti i compiti,e non aver pensato ad altro. Quindi ora meriti un po' di libertà e divertimento. Ad un tratto ho sentito il corpo allargarsi,diventare più lucido e robusto,le braccia e le gambe arrotolarsi su se stesse fino a diventare quattro ruote,gli occhi ingrandirsi e la bocca tirare sempre di più,per diventare più grande,ero diventata una macchina! Dopo qualche minuto,ho sentito degli strani rumori ed ho cominciato a muovermi. Vedevo asfalto,alberi,case e macchine passarmi a fianco e proprio non capivo. Stavo per trascorrere la giornata più bella della mia vita. Ho attraversato le montagne del Trentino ammirandole. Poi mi sono diretta verso la costa ovest d' Italia,passando per,Udine,Mestre,Ancona,costeggiando il mare fino a Rimini. Non mi ero mai resa conto di quante cose belle ci sono lungo la strada:campi di grano,vigneti e qualche pascolo. Le macchine che incontravo per strada mi facevano l'occhiolino o mi salutavano. Scendendo lungo la costa,sono arrivata in Puglia,dove al posto degli alberi,ci sono le palme e un bellissimo mare limpido. L'aria era calda e mi veniva voglia di fare un bagno. Arrivata a destinazione,ho girato in lungo e in largo la Sicilia,con le sue bellissime città. Nel viaggio di ritorno sul traghetto ho potuto vedere il mare e anche qualche delfino nuotare. Sono risalita sulla costa Est facendo una tappa a Roma dove c' era molto traffico. Ero molto stanca,ma felice. Non ho ricordo di essermi addormentata,ma quando la mattina dopo mi sono svegliata,ero tornata ad essere io,Sara,ma precisamente più riposata ed allegra. Sara
Come nascono le montagne Zeus e Gea erano infastiditi dal comportamento brusco e violento degli uomini ma furono sorpresi dalla casa che proveniva da una casa nel in tutto il mondo. Allora gli dei andarono a vedere se ci abitava qualcuno, attraversarono il ponte e suonarono il campanello ma nessuno rispose. Allora tornarono un altro giorno e provarono a sbirciare nella finestra ma all' interno non videro nulla per via dei vetri impolverati. Allora decisero di cercare un' altra casa pacifica, ma non trovarono ma non ne trovarono nemmeno una, neanche nei regni più remoti dove gli uomini dovrebbero essere saggi ma invece erano viola dalle botte. Allora Zeus decise di punire gli esseri viventi facendo eruttare i vulcani , scoppiando fortissimi maremoti ed infine creò alcuni tornado di dimensioni enormi,ma Gea, contraria a Zeus fece una cosa mai vista: era una specie di roccia gigante piena di alberi che fermò le catastrofi naturali e Zeus le chiese:- perchè l' hai fatto? E lei disse:- A te piacerebbe se un essere superiore a noi ci sterminasse come stai facendo tu?! E lui affermò:- A... a me no... anche perchè non esiste un essere superiore a noi!!! E scoppiò una lotta fra gli dei. Dopo un po' di giorni finì la lotta fra i due dei e finalmente gli esseri umani erano salvi grazie a Gea che tornò alla casa di pace e provò a bussare e ad un certo punto vide un cartello con su scritto un indovinello: attraversami invece che bruciarmi e giungerai all' altra sponda . Gea pensò ore e ore finchè trovò la risposta: il ponte... allora provò a schiacciare il pomello del ponte e d' un tratto la porta della casa si aprì e, quando entrò nella casa scorse che all' angolo un orto pieno di pomodori e zucchine e si chiese come avesse fatto a coltivarli al chiuso ma poi vide che c' era una finestra da cui entrava il sole allora continuò la ricerca dell' uomo ed in una casa trovò un vecchietto e gli chiese:- ciao come ti chiami? Lui rispose:- sono Michele ho 88 anni e vivo qua in questa casa abbandonata perchè non mi piace la violenza e quindi non voglio lottare. Lei disse:- ti piacerebbe di più la vita eterna oppure un desiderio a tua scelta?Lui rispose:- a me piace solo vedereper sempre la pace degli uomini, non la violenza! Allora Gea esclamò:- dato che sei l' unico uomo a non essere violento io esaudirò il dono che tu hai desiderato! Allora la dea lo portò fuori di casa e, come per magia cominciò a trasformarsi: i suoi capelli, baffi
e barba diventarono alberi ed il corpo si trasformò in roccia. Ed ecco che il signore diventarono alberi ed il corpo si trasformò in roccia. Ed ecco che il signore si trasformò in un montagna ed il mondo vedendola diventò pacifico, non si sa come. Di Michele non si seppe più nulla. Michele
La tazza C' Era una volta un paese beduino nel deserto dove viveva o un ragazzo di nome Mohamed. Questo ragazzo fu cresciuto in una famiglia povera , credeva in dio e nel suo potere . In quello stesso paese invece vivevano tante persone che non credevano a dio e facevano male ai poveri . Ogni giorno Mohamed osservava gente malvagia che cacciava fuori la famiglia povera dalle loro case Mohamed non poteva fare niente non aveva potere cosi un giorno , alzava le mani e chiedeva il potere a dio . Improvisamente sentiva una voce forte , Mohamed inizio a tremare io sono il dio Amon-ra e so che sei molto preoccupato mohamed era piu che contento e dio subito lo trasforma in una grande tazza : gli occhi arancioni le ciglia divennero arancioni , il naso si allungo , assomigliando a un rubinetto e la testa calva.
Mohamed
IO SONO COMPUTER IO MI CHIAMO NIKOLAS E HO 11 E FREQUENTO LA 1 MEDIA E VIVO A LAVIS, E MI PIACCIANO I COMPUTER. IL MIO COMPUTER PREFERITO E’ QUELLO CON IL SISTEMA OPERATIVO DI WINDOWS . PERO’ I MIE GENITORI NON ME LO VOGLIONO COMPRARE PERCHE’ COSTA TROPPO, E AVEVANO RAGIONE PERCHE IL MIO COMPUTER PREFERITO COSTAVA 589 EURO. UN GIORNO IO DIVENTAI UN COMPUTER TRASFORMATO DA IL DIO ZEUS , MENTRE STAVO FACEVO I COMPITI. LA MIA FACCIA SI TRASFORMO’ IN UN MONITOR, LA MIA PANCIA DIVENTO’ UNA TASTIERA E LE MIE GAMBE SCOMPARIRONO E MIEI OCCHI DIVENTARANO UNA WEBCAM E IL NASO SCOMPARVE. IL DIO ZEUS MI DISSE CHE ERA UN PREMIO PERCHE’ NE VOLEVO UNO . E ADESSO INVECE CHE AVERE UN COMPUTER SONO IO IL COMPUTER. NIKOLAS
Come mi trasformai in una cintura di sicurezza Tanati anni fa' c' era un ragazzo di nome Samuel che viveva in un automobile con cui aveva litigato con la mamma,perche' aveva p reso troppe note ,[NON SVOLGEVA MAI I COMPITI ].Quindi Samuel ando' a vivere in macchina .Da lì il dio mister cintura punì il bel ragazzo Samuel perche' aveva preso troppe note.D opo un giorno il ragazzo ando' al parco quando all' improvviso attraverso' la strada e una Mercedeslo investì .Da lì gli occhi diventarono molto rotondi e piccoli ,la bocca grandee la lngua divento' molto lunga e così divento' una cintura di sicurezza,e tutte le persone appena vedono la cintura di sicurezza pensarono aSAMUEL Samuel
IL MITO DELLA METAMORFOSI Dietro a delle montagne altissime e innevate c'era un villaggio di persone povere ma gentili. In questo villaggio regnava la pace e l'armonia e le giornate passavano con pace ma con gioia. Vicino a questo villaggio si estendeva un bosco bellissimo e pieno di animali. C'erano tante leggende che riguardavano il bosco ma la più conosciuta era quella di una dea che premiava le persone buone e animate da buone intenzioni trasformandole in cose misteriose, tipo alberi. Infatti la gente pensava che ogni albero di quel bosco fosse una persona premiata per le sue buone intenzioni. Quell'armonia durò per interi mesi e anni, finchè un giorno uno straniero venuto da oltre le montagne chiese ospitalità nel villaggio. La gente, un po sorpresa dalla sua richiesta, si scambiò alcune occhiate sorprese ma alla fine accettarono. Tutti erano felici, non si vedeva uno straniero da anni,ma non tutti erano d 'accordo . Una ragazza di nome Sandhya non era molto felice di avere uno straniero di cui non si conosceva né il nome né cosa ci faceva in un posto così desolato; tutto questo la insospettiva molto. Il giorno dopo Sandhya si svegliò molto presto, si vestì e si diresse verso il bosco; regnava un magico silenzio che veniva interrotto solo dal fruscìo delle fronde degli alberi. Dopo qualche minuto di cammino, Sandhya si fermò e si sedette sotto a un enorme albero verde con il tronco pieno di intarsiature.Se le guardavi bene potevi intravedere un volto di una ragazza; era da lì che era nata la leggenda della dea. Dopo mezz' ora Sandhya udì dei passi … strano a quell'ora non doveva esserci nessuno sveglio . Spaventata, si nascose dietro a un cespuglio e attese. Dopo un po' vide una figura avvicinarsi e la riconobbe: era lo straniero. Che cosa ci faceva lì , per di più a quell' ora? Sandhya osservò ogni suo movimento e vide che stava misurando il tronco dell'albero e continuava a scrivere su un taccuino, poi girò i tacchi e se ne tornò al villaggio. Sandhya si avvicinò all'albero e notò che lo straniero aveva fatto un segno rosso sul tronco. La ragazza rimase lì a fissarlo per un po' poi il vento si alzò e sentì una voce provenire dall' interno del tronco, una voce che chiedeva aiuto , ma quando il vento cessò anche la voce scomparve e ritornò a regnare il silenzio. Sandhya sapeva cosa fare, doveva tenere d' occhio lo straniero e avvisare il villaggio. Incominciò così a correre fino a raggiungere il villaggio e notò che molte persone si erano già alzate prima del canto del gallo , loro dissero che lo straniero voleva proporre un' idea che riguardava il bosco, così decise di seguirli. Quando tutto il villaggio si fu riunito, lo straniero incominciò a parlare, ma tutti rimasero inorriditi dalla sua idea; voleva distruggere il bosco per fare spazio a una fabbrica!I cittadini incominciarono a gridare e a protestare ma lui con un sorriso li calmò e disse che se anche non fossero stati d' accordo , lui l' avrebbe fatto lo stesso e
nessuno l'avrebbe fermato, altrimenti il villaggio sarebbe stato raso al suolo insieme al bosco. Nessuno fiatò, si limitarono ad alzarsi ed a andarsene. Nei giorni seguenti enormi ruspe rovinarono la quete. Si poteva incominciare!! Tutti rimasero in silenzio nel vedere le ruspe entrare nel bosco e distruggere tutto quello che incontravano Tutti tranne Sandhya che preso coraggio uscì di casa e incominciò a correre fino ad arrivare all'albero con il viso da dea e si sedette ai suoi piedi. Dopo poco tempo si ritrovò davanti i camion con gli autisti che le dissero di spostarsi ma lei non si spostò. Non voleva che il suo albero venisse distrutto, ma non la ascoltarono e con un colpo distrussero l' albero, Sandhya era furiosa: quell'albero per lei era molto importante e loro l' avevano distrutto, si sedette e incominciò a piangere, e come per magia la corteccia dell' albero si dissolse in una nuvola di polvere e al suo posto comparve una ragazza o meglio una dea, la leggenda allora era vera!! Quell'albero sprigionava veramente una magia. Sandhya non era l'unica sorpresa: anche gli stranieri rimasero a bocca aperta. La dea guardò prima Sandhya e poi gli stranieri quindi alzò le mani e gli alberi distrutti incominciarono a crescere più belli e forti di prima, anche le gru incominciarono a trasformarsi e al loro posto comparvero degli alberi enormi. Gli stranieri spaventati tentarono di scappare ma la dea gli fermò e gli disse “voi siete stati crudeli con la natura e adesso la natura vi si rivolterà contro ! “ E come per magia le loro braccia si restrinsero fino a diventare tutt' con il corpo e le gambe si unirono fino a formare un coda. Si erano trasformati in serpenti e avrebbero passato così il resto dei loro giorni alla fine la dea si girò verso Sandhya e disse “ tu sei stata buona con la natura
e essa ti premierà ?” Sandhya incominciò a sentire una strana sensazione alle gambe , come un formicolio e vide che le gambe li si stavano unendo in un tronco forte e bello. Le sue braccia si stavano allungando e le sue dita si stavano ramificando. I suoi capelli diventarono una bellissima chioma verde e il suo busto diventò anch'esso una parte del tronco. La deal'aveva premiata, trasformandola in un albero. Ora poteva udire gli animali e parlare tramite il fruscio delle fronde. La dea soddisfatta si volatilizzò in una nuvola di petali rosa. Si dice che questo albero esista ancora, basta solo guardare le cortecce: se in una di esse si vi ritrovano i tratti di una ragazza, l'avete trovato! Sandhya
Come il ghiaccio nacque Questa canzone narra Di fatti accaduti tempo addietro quando gli elfi erano comuni e la terra, Narnia era chiamata.
Si cibò di mele e pane , e a mezzo dì del terzo giorno, stava volando su un tagliaboschi verso la guerra
Il nostro coraggioso eroe, Filippo era nomato Di nobile stirpe, era figlio del re di boscoatro
Dopo essere precipitato in un turbine di fuoco, l’eroe andò a Mororn,un laghetto dove aspettava l’arco Morith . ma il generale nemico alle spalle lo colpì ed egli cadde morto
Un giorno la guerra cominciò e tutti all’esercito erano chiamati ma per l’elfo una missione c’era: trovare il tagliaboschi e in guerra portarlo. Il tagliaboschi non fu difficile da trovare : al Dirupo Eterno viveva e di lì non si muoveva. L’abil Filippo a mezza strada era, quando, i banditi , lo attaccarono Egli fece fuori codesti malviventi Quindi per la strada di campagna andò. Era tortuosa , ma ladri non v’erano
Cadendo nello stagno, Iluvatar di pietà di lui ebbe pietà: le gambe, gli arti si allargarono e il corpo si appiattì . La testa si schiacciò tutta lucida e gelata divenne la sua pelle, ma i bei momenti restarono, in ghiaccio si era trasformato.
FINE