Sinistra Ecologia Libertà - Propaganda Politica 2.0

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di Marco Emanuele Romano Tesi di Diploma di Primo Livello in Design del Prodotto e della Comunicazione. Relatore: Carlo Spoldi Correlatore: Michela Deni A.A. 2008/09



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INTRODUZIONE

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COME DIRE QUALCOSA DI SINISTRA?

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SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

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TIRANDO LE SOMME

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BLAIR IL MODERNIZZATORE PAG. 14 - L'EVENTO OBAMA pAG. 20 ALCUNI CASI EUROPEI PAG. 28 - lA PROPAGANDA IN ITALIA PAG. 32

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DEMOCRAZIADIRETTA

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cONCLUSIONI

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RINGRAZIAMENTI

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BIBLIOGRAFIA

PAG. 50 IDENTITA' VISIVA PAG. 52 - IL WIKI PAG. 64 - SOCIAL NETWORK PAG. 72 LOGOLAB PAG. 75 - CAMPAGNA PUBBLICITARIA PAG.76

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antonio gramsci



Il 4 novembre 2008 e' stato un giorno davvero singolare per gli appassionati e per tutti quelli che, in un modo o nell'altro, si occupano di politica e di comunicazione. Per la prima volta nella storia della politica americana, Barack Obama, un uomo di colore, figlio di un immigrato kenyano e di una donna americana, battendo ogni pronostico e' stato eletto presidente degli Stati Uniti d'America: il primo di origini afroamericane.

Sociologi, politologi, psicologi e giornalisti, sorpresi dalla sua figura di comunicatore, hanno studiato il suo caso cercando di scovare il segreto del suo successo. Tutti hanno parlato di un uso intelligente dei New Media, attribuendo all’utilizzo di Facebook piuttosto che a quello di YouTube il merito della sua vittoria. Sicuramente sono stati tanti i fattori che hanno contribuito alla sua vittoria, anche la crisi economica che ha investito il mondo intero ha fatto la sua parte, rendendolo l’uomo giusto al momento giusto, colui che è riuscito a riportare la speranza nei cuori di migliaia di americani: la speranza in un futuro per tutti e non per alcuni. In pochi però si sono accorti che la vera innovazione è stata quella di impostare tutta la sua propaganda sulla partecipazione: sulla copolitica. A due anni di distanza, in un’Italia che ha perso la fiducia nei suo rappresentanti, ma che ha ancora voglia di reagire e di cambiare, mi sono chiesto: è possibile rivoluzionare il modo di fare politica italiano? Sinistra Ecologia Libertà, il giovane partito di Nichi Vendola, mi ha dato la possibilità di provarci. A spingermi è stata la volontà di sperimentare in un ramo della comunicazione che, sotto certi punti di vista, è ancora allo stato primordiale e che fatica ad innovarsi. Quello che troverete nelle prossime pagine è il risultato del mio lavoro di ricerca: il tentativo di costruire una forte identità visiva e di fornire strumenti e soluzioni per una propaganda elettorale 2.0.

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Nel suo libro1 Francesco Pira, docente di Comunicazione e Relazioni Pubbliche presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi di Udine, cerca di rispondere a questo interrogativo mediante l’analisi di due casi di comunicazione politica vincente della Sinistra di matrice anglosassone: Tony Blair e Barack Obama. Il libro, che si presenta come uno strumento per interpretare e relazionarsi con le figure che stanno trasformando in maniera radicale il modo di fare politica, presenta un esame del profilo di Blair attraverso gli aspetti comunicativi che hanno caratterizzato la sua figura di innovatore, per poi volgere l’attenzione sulla figura del nuovo presidente degli Stati Uniti, sui suoi contenuti etici e politici e sul suo codice comunicativo.

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Pira 2009.

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L’analisi di Pira si sposta poi in Europa, dove i partiti di sinistra hanno iniziato a muovere piccoli passi nell’uso del web, e successivamente in Italia, dove la sinistra vive una crisi profonda e non riesce più a costruire consensi. Seguendo lo stesso percorso tracciato da Pira e ampliandolo con analisi di casi particolari che non sempre si riferiscono al mondo della socialdemocrazia, prenderò in esame diverse figure politiche e mi concentrerò sugli aspetti relativi alla comunicazione visiva e al coinvolgimento dell’elettore, al fine di individuare analogie e differenze che mi serviranno per progettare l’identità e la campagna di Sinistra Ecologia Libertà, e per dare una risposta alla domanda che apre il capitolo.



Cosa ha portato Tony Blair ai vertici del Partito Laburista britannico e alla vittoriapolitica del '97? Come E` riuscito a riportare a nuova vita un partito che da circa due decenni subiva sconfitte elettorali su tutti i fronti? Per poter trovare una risposta a queste domande è necessario sapere che il comportamento dell’elettorato d’oltremanica è differente da quello continentale: nel Regno Unito la popolarità di un Governo viene stabilita sulla base della spinta al rinnovamento e alla modernizzazione che dimostra nel periodo in cui è chiamato ad operare. Quello inglese è un elettorato abituato a scontri politici privi di demagogia e false promesse: ciò che più conta è la concretezza dei programmi. Blair, negli anni trascorsi all’interno del Labour Party, è stato in grado di avviare un processo di autocritica con il quale ha individuato e rafforzato

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i punti deboli del partito, dando poi vita ad un processo di rinnovamento che lo ha condotto alla sua elezione al parlamento nel 1992 e alla vittoria del partito nel 1997, che riportò al governo i Laburisti dopo diciotto anni di assenza. Il processo di rinnovamento del partito ebbe inizio nei primi anni novanta, stimolato dal dibattito che stava scuotendo il Partito Democratico americano capitanato da Bill Clinton. Secondo i democratici americani era necessario cambiare il target di riferimento in funzione dell’evoluzione che la società occidentale aveva subito negli anni. Il Partito Democratico, che aveva da sempre rappresentato le classi più basse, doveva accogliere come proprie anche le istanze della classe media (nella quale si riconosce o a cui aspira la maggior parte della popolazione del vecchio continente), dimostrandosi in grado di saperne interpretare le necessità.



Nel 1994, con la morte di John Smith, Blair si ritrovò alla guida del partito. Stimolato e ispirato da ciò che era successo qualche anno prima negli Stati Uniti, Blair decise di mettere in atto il suo piano di modernizzazione che successivamente portò alla nascita del New Labour Party. Egli desiderava proporre una “Terza Via”: una rinnovata identità politica in grado di superare le posizioni della destra e della sinistra attraverso la riconciliazione tra l’idea di comunità e l’individualismo, e di proporsi come alternativa concreta ai conservatori. Al grido di New Labour New Britain, Blair diede il via alla rinascita del partito. Diede così vita ad una strategia basata su tre concetti fondamentali:

Change, inteso come un progetto politico completo, un nuovo approccio alla politica e un leader che incarna in se stesso questo approccio. Populism, che significa che i Labour devono divenire di nuovo lo strumento attraverso il quale la gente comune può credere di poter raggiungere le proprie aspirazioni. A New Labour Party, deve essere chiaro agli elettori e al partito che siamo il New Labour. Radicale negli obiettivi, guidato dal cambiamento, sostenuto dalla proprie convinzioni, consapevole dei propri valori e pronto a spazzare via i conservatori.2

Il primo passo che Tony Blair compì durante la sua campagna elettorale fu quello di screditare l’operato dell’avversario. Di seguito è riportata una citazione tratta da uno dei suoi primi discorsi pubblici, nella quale è possibile notare il codice comunicativo che ha adottato durante il corso di tutta la sua carriera politica.

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Gould 2009 (p. 201).

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[…] Ai genitori che non vogliono che i propri figli stiano in classi che stanno per crollare, agli studenti brillanti che non ottengono posti all’università, voglio dire che i Tories hanno fallito con voi e che noi siamo dalla vostra parte, le vostre ambizioni sono le nostre ambizioni. Agli uomini e alle donne che non vogliono svegliarsi la mattina e non vogliono trovare la porta della cucina sfondata ancora una volta […] ai pensionati che sono terrorizzati di uscire di casa, io dico, i Tories hanno abusato della vostra fiducia, noi siamo dalla vostra parte, le vostre preoccupazioni sono le nostre preoccupazioni. Alle persone con stipendi medi e bassi, che stanno soffrendo per le tasse più alte mai applicate dal dopoguerra ad oggi, che stanno pagando per il fallimento della politica economica, io dico, i Tories vi hanno tradito ancora una volta […] il Partito Laburista è dalla vostra parte […] le vostre aspirazioni sono le nostre aspirazioni. Siamo qui come il partito della maggioranza nella politica britannica, siamo qui per parlare in nome dell’Inghilterra, siamo qui come il partito della gente.


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Il suo modo di comunicare è rivoluzionario: è populista, cerca di smuovere gli animi degli indecisi e dei conservatori utilizzando temi cari a questi ultimi, come la lotta alla criminalità, la meritocrazia e la disciplina. Nei suoi discorsi sono spesso presenti i temi dell’innovazione, del cambiamento e del rinnovamento, contrapposti all’individualismo che ha sempre caratterizzato la politica dei conservatori. Blair è un abile oratore, e lo dimostra non solo utilizzando in maniera sapiente l’arte della retorica, ma anche facendosi promotore di una politica economica in grado di realizzare obiettivi sociali condivisi dalla maggior parte della popolazione. Come afferma Gould, la strategia di Blair si fonda sulle tre R: Remind: ricordare i successi dei laburisti; Reassure: rassicurare che i laburisti sono la novità, promuovono una politica di buon senso e danno sicurezza; Reward: ricompensare la fiducia attraverso le promesse. Mediante questa strategia, Blair riuscì a raggiungere il suo traguardo, diventando così Premier. Successivamente, nel corso dei suoi due mandati, Blair ha sempre continuato a sostenere la politica del cambiamento e, consapevole delle difficoltà che la popolazione poteva incontrare nel comprendere tale innovazione, ha sempre fornito gli strumenti necessari per attutire l’impatto con le novità. Ne è un esempio il sito internet 10 Downing Street, con il quale il primo ministro inglese diede la possibilità a milioni di cittadini di entrare

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in contatto diretto con le stanze del potere britannico. Grazie al suo operato e ai suoi sforzi per coinvolgere la base elettorale, Blair può sicuramente essere annoverato tra i personaggi politici che hanno contribuito al processo di evoluzione della propaganda politica, facendo sì che, come per il Web, nascesse la Propaganda 2.0. Purtroppo però, all’impegno profuso per riconquistare la sua base elettorale non sieguì un ulteriore sforzo nel mantenere le promesse fatte prima delle elezioni. Per dovere di cronaca, infatti, è opportuno ricordare che Blair, nel corso dei suoi mandati, fu duramente criticato per essersi più volte contraddetto, dimostrando di essere un politico di facciata, capace di ammaliare la gente con promesse che non corrispondevano al suo successivo operato.


JOHN SMITH


Prendere in esame la campagna politica di Barack Obama è doveroso, visto il successo ottenuto alle presidenziali del 2008 e la vasta eco mediatica che questo ha avuto nel mondo. Egli stesso è un fenomeno comunicativo che ha coinvolto milioni di persone in tutto il mondo riuscendo ad attivare una macchina inarrestabile in grado di ottenere consensi anche fuori dai confini americani. Quella di Obama è stata una campagna elettorale rivoluzionaria, non solo perché riguardava un politico di colore, notevolmente più giovane dei suoi rivali e con una permanenza in senato di soli quattro anni, ma soprattutto perché con lui il mondo ha assistito ad un nuovo modo di fare politica.

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Egli, prendendo spunto da illustri predecessori come Martin Luther King, John Fitzgerald Kennedy e Bill Clinton, ha saputo costruire intorno alla sua persona la figura di un presidente americano in grado di veicolare messaggi forti e universalmente condivisi con l’autorevolezza propria della massima carica dello Stato. Ha utilizzato la retorica del sogno e ha dato agli elettori americani la sensazione del riscatto immediato; ha comunicato un messaggio progressista partendo dal basso, riuscendo ad unire, invece che dividere.


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Non ci sono un’America liberal e una conservatrice: ci sono gli Stati Uniti d’America. Non ci sono un’America nera, un’America bianca, un’America latina e un’America asiatica: ci sono gli Stati Uniti d’America […] La speranza degli schiavi seduti intorno a un fuoco cantando canzoni di libertà. La speranza dei migranti diretti verso rive lontane. La speranza del luogotenente che pattuglia coraggiosamente le rive del Mekong. La speranza del figlio del contadino che osa sfidare le probabilità. La speranza del ragazzino magro con il nome buffo che pensa che l’America abbia un posto anche per lui.

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Obama, Keynote speech convention democratica, Boston 2004.

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Ma la strategia comunicativa di Obama non sarebbe stata così efficace se non fosse stata abbinata ad un uso intelligente della Rete (che è divenuta il canale principale di collegamento con l’elettore) e ad una dynamic identity, capace di superare ostilità e resistenze culturali. Come scrive Alberto Flores D’Arcais in un articolo su Repubblica del 9 giugno 2008: La O di Obama, un sole (stilizzato) che nasce con le strisce rosse della bandiera Usa in basso, è oggi un marchio riconoscibile come quello dei grandi “brand” commerciali e qualcuno lo ha addirittura paragonato al “baffo” della Nike. La parola Obama viene sempre scritta sia quando è a lettere maiuscole che minuscole sempre allo stesso modo, anche nei cartelli che sembrano apparentemente fatti a mano. Nella maniacale attenzione per i dettagli Axelrod e Plouffe hanno stabilito che per vendere al meglio il “Brand Obama” era necessario unificare i caratteri tipografici usati dalla campagna: tutti uguali, in quella televisiva come in quella online, nei manifesti pubblicitari come nei cartelloni elettorali, negli slogan stampati su magliette e bandiere come negli “sticker” e nei “bumpers” da attaccare in macchina, nelle vetrine o sugli zainetti. La scelta è caduta sul Gotham, il carattere del Ventunesimo Secolo, creato nel 2000 dal famoso grafico Tobias FrereJones e la cui caratteristica è quella di essere “sans serif” , senza terminazioni o stanghette. Un carattere che negli ultimi anni è diventato in America il più popolare tra grafici e pubblicitari.

Ma Obama non si è limitato solo a questo, ha messo in attoun piano di coinvolgimento basato sulla partecipazione. A ogni sostenitore ha offerto la possibilità di rendersi utile e di partecipare attivamente alla campagna, e lo ha fatto creando MyBarackObama.com, un sito internet sviluppato da Chris Hughes (uno dei creatori di Facebook) con il compito di promuovere la partecipazione e di coordinare gli sforzi dei suoi sostenitori in rete.

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chris r. hughes 26 anni, è stato socio fondatore e portavoce per il social network Facebook, con i compagni di stanza Mark Zuckerberg e Dustin Moskovitz ad Harvard. E ‘stato il coordinatore dell’organizzazione online della campagna presidenziale per Barack Obama nel 2008 su My.BarackObama. com, sito web della campagna. Hughes è attualmente un imprenditore a Residence della General Catalyst Partners, e consulente strategico nella GMMB, una società di consulenza politica che ha lavorato con la campagna del 2008 di Obama. fonte: wikipedia.org

Tramite questo sito, che ha le stesse caratteristiche di un social network, Obama ha dato la possibilità a tutti i suoi supporter di organizzare eventi promozionali, sostenere economicamente il partito ed impegnarsi nell’attività di propaganda. Ha dato fiducia e ha ricevuto fiducia.


BARACK oBAMA 49 anni, 44º e attuale Presidente degli Stati Uniti d’America. Primo afroamericano a ricoprire la carica, Obama è stato senatore junior per lo Stato dell’Illinois dal gennaio 2005 al novembre 2008, quando si è dimesso dopo la sua elezione alla presidenza.


Anche i social networks hanno avuto un ruolo importante nella costruzione del consenso. Il loro utilizzo ha avvicinato il candidato afroamericano a milioni di persone che hanno avuto così la possibilità di entrare in diretto contatto con lui, senza alcun filtro o censura da parte del team Obama, dando vita ad un vero e proprio esercizio di democrazia partecipativa. Quest’ultimo concetto, quello della democrazia partecipativa, ha trovato spazio e applicazione sia nel periodo della campagna elettorale del ’08, sia in seguito. Infatti, sulla scia di quanto aveva fatto in campagna elettorale, Obama ha continuato a cavalcare l’onda del coinvolgimento anche a livello istituzionale. Il sito della Casa Bianca ne è un esempio concreto: la home si presenta con un invito alla discussione e offre servizi di aggiornamento costanti per rimanere sempre informati sulle attività svolte dalle istituzioni. In conclusione, è possibile affermare che Obama è stato in grado di elaborare la propria campagna elettorale mixando sapientemente le giuste dosi di valori, contenuti e di strategia comunicativa.

2,500,000 Facebook Supporters 26


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La comunicazione politica nel Vecchio Continente non è solo quella di Tony Blair e del New Labour Party. Precedentemente già altri leader politici erano stati in grado di costruire campagne di comunicazione efficaci: è il caso di Margaret Tatcher, che nel 1978 commissionò alla britannica Saatchi & Saatchi la progettazione della sua campagna politica in vista delle elezioni del 1979. L’agenzia dei fratelli Saatchi, che si era già contraddistinta con l’abile campagna realizzata per i Tory nel 1970, affrontò questa nuova sfida con creatività e humor. In quell’occasione, infatti, i conservatori assestarono un duro colpo al Partito Laburista con il manifesto Labour isn’t working che ritraeva un gruppo nutrito di disoccupati in fila all’ingresso dell’ufficio di impiego. Il manifesto giocava sul duplice significato dello slogan, il quale da un lato sottolineava il fatto che il Labour Party non era più capace di offrire una politica del lavoro convincente e, dall’altro, lanciava un monito a quella parte dell’elettorato che avendo votato laburista non riusciva a trovare un’occupazione stabile. La Tatcher, che grazie all’apporto della Saatchi & Saatchi, si aggiudicò le elezioni del ‘79, fece ricorso ai loro servigi anche nel 1987. Il quegli anni il Partito Laburista, che sosteneva la politica del disarmo unilaterale, dichiarò che in caso di guerra con l’Unione Sovietica avrebbe reso l’invasione del suolo inglese ingestibile utilizzando qualsiasi stratagemma, pur di non ricorrere all’impiego delle armi nucleari.

Il partito conservatore riuscì a sfruttare questa affermazione a proprio vantaggio e, con il manifesto Labour policy on arms portò agli occhi di tutti la debolezza dei laburisti sul tema della difesa nazionale. Anche questa volta il manifesto, che proponeva un soldato inglese con le braccia alzate in segno di resa, dipingeva con sarcasmo la politica dei Labour sugli armamenti e giocava sulla duplicità di significato della parola arms, intesa come armamenti e anche come braccia. Fu così che, negli anni bui della Guerra Fredda, della minaccia nucleare e della catastrofe di Cernobyl, giocando la carta della paura e sfruttando le insicurezze del popolo britannico, i conservatori vinsero anche le elezione del ‘87. Un’altra campagna politica vincente, e che quindi è doveroso menzionare, fu quella adottata da Francois Mitterrand nel 1981, quando si candidò per la carica di Presidente della Repubblica Francese. Mitterand era al suo terzo tentativo, non godeva più di un grande successo politico, era il più anziano a concorrere alla presidenza della Repubblica ed era reduce da una serie di sconfitte che gli erano valse la fama di perdente. Il compito di risollevare la sua immagine e di creare una strategia comunicativa che lo portasse alla vittoria fu affidato a Jacques Séguéla, il quale decise di concentrare il suo intervento proprio sui punti deboli del candidato (l’età, le sconfitte elettorali, etc.), trasformandoli in punti di forza. L’età avanzata divenne saggezza e le sue ricandidature diventarono la prova tangibile della sua tenacia. Nacque così La force tranquille, lo slogan che gli restituì credibilità e che lo portò alla vittoria.


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Attualmente, la campagna di Tony Blair costituisce lo spartiacque tra due differenti e contrapposti modi di fare politica in Europa: quello incentrato sul processo di leaderizzazione, ovvero la tendenza di mettere al centro di tutta la campagna politica il leader del partito, che diventa così testimonial dell’ideologia politica che rappresentata; e quello basato sull’idea di coinvolgimento dell’elettorato nei processi decisionali. Proprio quest’ultima modalità negli ultimi quindici anni ha conosciuto un impiego sempre maggiore da parte dei partiti di sinistra, anche grazie all’utilizzo dei nuovi media. Numerosi studi hanno dimostrato che in Europa vi è una crescita della tendenza da parte di Istituzioni e partiti politici a confrontarsi con il pubblico. Tutto questo avviene in maniera direttamente proporzionale alla diffusione della cultura di Internet: è come se la politica iniziasse a rapportarsi con il Web 2.0. Certo, lo sforzo compiuto in questo senso dai partiti europei è lodevole, ma non basta un blog e un sito aperto ai commenti per superare decenni di approccio tradizionale alla politica. Il coinvolgimento, la politica discussa e costruita dal basso, la capacità di rendere ogni potenziale elettore protagonista , sono ancora tabù.

interno molte informazioni divulgate in maniera didascalica, ma non favorisce l’interazione, limitandola solo ad alcune sezioni. Un altro tentativo interessante è quello fatto dal Partito Socialdemocratico tedesco, la SPD, che attraverso il suo sito cerca di dialogare con i suoi sostenitori. Il sito segue molto il modello Obama: grande importanza alla grafica e ai video, navigazione semplice, possibilità di accedere al social network del partito. Ma l’elemento più interessante è la predisposizione al dialogo e alla costruzione del pensiero condiviso. Siamo ancora lontani dal fenomeno planetario prodotto da Obama, ma gli sforzi intrapresi dai partiti europei ci lasciano intendere che il futuro della comunicazione politica è nell’utilizzo del web.

Ci ha provato, ma con scarsi risultati, il Partito Socialista spagnolo (PSOE), raccontando la propria esperienza alla guida della Spagna attraverso il suo portale. Quest’ultimo, costruito prendendo in considerazione il livello di alfabetizzazione informatica del Paese, contiene al suo

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La comunicazione politica italiana è sempre stata fatta con modalità artigianali, anche se non sono mancate le collaborazioni di validi grafici come Albe Steiner per il PCI, Michele Spera per il PRI e Sergio Ruffolo per il PSI. Per assistere ai primi lavori commissionati a delle agenzie di comunicazione dobbiamo aspettare i primi anni Sessanta, quando la DC chiamò Ernest Dichter per una consulenza. Era infatti la prima volta nella quale un partito si rivolgeva a un consulente, coincidente con il primo utilizzo delle ricerche motivazionali nella politica italiana. Il PCI criticò la scelta affermando che Dichter aveva lavorato per le prugne della California. Dalle ricerche effettuate da Dichter emerse che la DC aveva un’immagine che andava svecchiata. Nacque la campagna La DC ha vent’anni,

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sviluppata su manifesti e spot. Il manifesto presentava il disegno di una giovane ragazza bionda, in abito bianco, con un mazzo di fiori. La campagna non portò fortuna alla DC che nelle elezioni di quell’anno scese dal 42,4% al 38,3% dei consensi. L’idea di usufruire delle consulenze di marketing venne messa da parte fino agli anni Settanta, quando si inziò nuovamente a tentare la strada della politica marketing oriented. Attualmente la comunicazione politica italiana è molto più vicina allo show business. Le vittorie elettorali sono il frutto di un uso attento delle ricerche di mercato mescolato alla supremazia delle televisione come mezzo di persuasione. Le battaglie politiche infatti si combattono


Era necessario mobilitare le coscienze civili attivando la partecipazione democratica, scaldare i cuori, stimolare la condivisione orizzontale di un obiettivo comune In particolare, era necessario non personalizzare lo scontro, non porre al centro della comunicazione il candidato, bensì il suo potenziale elettore, chiedendo un’adesione consapevole al progetto. nei salotti televisivi, a suon di ospitate in prima serata, nelle quali ha la meglio il politico che presenta i sorriso più grande e rassicurante, la chioma più folta e l’incarnato più abbronzato. Questo non pregiudica però la capacità di utilizzare altri strumenti per la costruzione del consenso. Strumenti sicuramente tradizionali ma che, se utilizzati in modo “diverso”, possono portare un valido contributo alla riuscita della campagna. E’ il caso di Fausto Bertinotti che per le primarie del 2005, alla guida di Rifondazione Comunista, scelse per la sua campagna l’agenzia pugliese Proforma, che in passato si era già distinta per la campagna elettorale di Nichi Vendola alle regionali. Fin da subito l’obiettivo di Proforma fu quello di coinvolgere il maggior numero di elettori per ovviare al problema del limitato bacino di voti a disposizione di Rifondazione.(solo 130.000 tesserati)

Per questo motivo, per fare in modo che la gente si sentisse coinvolta, la scelta ricadde su un oggetto di comunicazione immediato e comune: il post-it.

L’idea del post-it nasce dalla necessità di scatenare l’appropriazione del claim (ndr. Voglio) contenuto da parte dell’intero popolo di sinistra, e di permettere la possibilità di scrivere i propri desideri e bisogni.4

L’intenzione non era quella di stupire, bensì di fornire uno strumento di comunicazione democratico e alla portata di tutti. Attraverso un’operazione di marketing virale, il post-it, nato come strumento per appuntare idee, dava a tutti la possibilità di esprimere un opinione su guerre, privilegi, indifferenza, precarietà, etc. diventando così il veicolo attraverso il quale mandare un messaggio al mondo.

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Maselli in Gabardi 2008 (p. 54).

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La sua potenza risiedeva nel fatto che era facilmente imitabile e riproducibile in casa come in azienda, diventando in breve tempo un caso nazionale. La campagna non si svolse solo nelle strade, ma prese piede anche sul Web attraverso il sito www.faustobertinotti.it. Il sito si differenziava totalmente dal resto dei siti politici presentandosi come un laboratorio di idee, un luogo di aggregazione mediante il quale pronunciarsi su diverse tematiche politiche. Nella home page scorrevano i messaggi dei post-it virtuali che chiunque poteva inviare alla redazione. Inoltre erano presenti tutte le informazioni riguardo alle primarie, ai luoghi in cui votare e al candidato. Era stata creata anche una sezione che aveva il compito di raccogliere le foto dei post-it e i video dei sostenitori. La campagna fu un successo, come dimostrano i risultati elettorali. Nonostante Rifondazione non abbia vinto le primarie, che invece confermarono Romano Prodi alla guida della colazione, ottenne 631.592 voti, quasi il doppio di quelli preventivati.

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Sono trascorsi quasi cinque anni dalle primarie del 2005 e sono stati pochi i passi in avanti compiuti dai partiti e dalle istituzioni nell’avvicinarsi a Internet. La comunicazione politica ha continuato a percorrere la sua strada e abbiamo assistito a valide strategie comunicative, come quella realizzata dal Partito democratico durante le scorse elezioni, ma i partiti di sinistra, seppur consapevoli delle potenzialità del Web, sono ancora lontani dal conseguimento dei risultati desiderati e nessuno è ancora in grado di fidelizzare l’elettore. Un tentativo interessante è stato quello del PD che nel 2008 ha inaugurato YouDem, un sito che unisce in sé gli spazi di condivisione di un social network alle potenzialità mediatiche di una web-tv. Nelle intenzioni c’era la volontà di creare



un portale di aggregazione attraverso il quale coinvolgere i propri elettori fornendogli strumenti di partecipazione e socializzazione; il progetto però non è riuscito ad ottenere i risultati sperati, YouDem conta pochi partecipanti e non riesce a coinvolgere i giovani e gli indecisi. La colpa molto probabilmente risiede nel fatto che il Partito Democratico non riesce più ad uscire dalla crisi identitaria che sta investendo da tempo tutta la Sinistra italiana, e di conseguenza, non riesce a fidelizzare i suoi potenziali elettori. L’unico caso degno di nota è quello che ha come protagonista Debora Serracchiani, avvocato trentottenne del Friuli-Venezia Giulia. Nel 2009 si presentò all’assemblea nazionale dei Circoli del Partito Democratico e quando gli fu concesso di prendere la parola disse senza giri di parole che i dirigenti del PD erano inadeguati perchè incapaci di parlare al Paese con una sola voce.

Io credo che il problema di questo partito non sia stato WalterVeltroni, io credo che sia mancata la leadership intesa come il mezzo per una linea politica di sintesi, una linea politica che pur nella piu' ampia discussione nella piu' aprofondita mediazione che E' necessaria in un partito grande come il nostro per0', alla fine, deve arrivare alla sintesi e la sintesi E' mancata. [...] Io dico che dobbiamo imparare a parlare unitariamente da PD, E' giusto il dissenso, E' giusta la scelta di coscienza, ma la libertA' di coscienza non deve essere il paravento dietro il quale nascondersi quando non siamo uniti.5

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Serracchiani, Assemblea Nazionale dei Circoli del Partito Democratico, Roma 2009

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Il suo intervento suscitò scalpore e fu ripreso e pubblicato su YouTube. Immediatamente si innescò un passaparola mediatico che nel giro di poco tempo la portò ad avere migliaia di sostenitori su Facebook, fino a richiamare l’attenzione della carta stampata. Franceschini, all’epoca segretario del PD, se ne accorse e la candidò alle Elezioni Europee giocando la carta del cambiamento che molti stavano aspettando. Intanto in rete crescevano e si moltiplicavano i gruppi di sostegno per la neo-candidata e l’entusiasmo che il popolo democratico dimostrava sulla sua pagina web. Le elezioni arrivarono e per la Serracchiani ci fu una vittoria schiacciante che la vide trionfare su Berlusconi nel nordest, in un territorio storicamente di centrodestra. Attualmente scrive regolarmente sul suo sito (www.serracchiani.eu) ed è tra i politici più seguiti in Rete. Purtroppo però quello della Serracchiani è solo un caso isolato e accidentale e non il frutto di un piano precedentemente progettato per portarla alla ribalta nella scena politica italiana.

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NON C'E` Ca CHE NON AB UN SOGNO A


mbiamento bia avuto d ispirarlo Nichi Vendola


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In un contesto come quello europeo, in cui la Sinistra fatica a trovare una propria identita' e non riesce ad imporsi sulla scena politica internazionale, nasce Sinistra Ecologia Liberta', il movimento politico coordinato da Nichi Vendola che riunisce in se la Sinistra Democratica, il Movimento per la Sinistra, Unire la Sinistra e l'Associazione Ecologisti. SEL nasce dall’esigenza di dare una forma elettorale alla mai realizzata Costituente di Sinistra (con la quale aggregare in un unico partito tutte le realtà politiche di sinistra presenti sul territorio italiano) e di avanzare una nuova proposta politica capace di offrire risposte concrete e adeguate alla contemporaneità e al nostro Paese.

C’è bisogno di una sinistra più ambiziosa, aperta alle nuove culture critiche, capace di conservare memoria del passato e con lo sguardo rivolto al futuro. [...] Per questo pensiamo a una sinistra per la quale le idee valgano anzitutto come comportamenti, una sinistra che non si limiti a enunciare principi nuovi ma anche un nuovo modo di viverli. Una sinistra che sappia proporsi come una comunità plurale, articolata, responsabile: non più come somma di destini personali. Solo così si può ambire a diventare una sinistra popolare.

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Come dimostra questo estratto del Programma, SEL si propone come un partito di sinistra alternativo alla stessa e capace di comprendere le necessità dell’elettorato e di dare risposte concrete al problema della crisi economica e ambientale che sta investendo l’Italia e tutto il resto del pianeta. In poche parole una Sinistra differente: lontana dall’immobilità e dall’arretratezza degli ideali che hanno caratterizzato negli anni il Partito di Rifondazione Comunista, e diversa (nelle parole e nei fatti) dal Partito Democratico. La sinistra di SEL è quella del lavoro e dell’ambiente, della libertà senza la quale non c’è eguaglianza, della pace e della democrazia. Questi sono i valori su cui si fonda SEL, valori condivisi e desiderabili. Da qui l’impegno a sostenere lo sviluppo della green economy e la lotta al precariato, la tutela dei diritti, la libertà di informazione, la politica del disarmo internazionale e la denuclearizzazione, la lotta alle mafie, il confronto con le altre forze politiche e le istituzioni, la laicità dello Stato, la partecipazione popolare, la tutela dell’istruzione pubblica e gli investimenti nella ricerca.



Ci aspetta un compito difficile. Ma ci sorregge la consapevolezza che in questo paese ci sono risorse umane, esperienze, passioni civili che questa sfida sapranno assumerla insieme a noi. Adesso tocca a noi. Occorre mettere da parte ogni reticenza e impegnarsi per costruire Sinistra Ecologia e Libertà aprendo a culture diverse e alla democrazia, con la saldezza dei principi e la fatica delle proposte. Sinistra Ecologia e Libertà sarà di tutti coloro che aderiranno e la faranno vivere.6

A questa volontà di creare un nuovo soggetto politico basato sulla cooperazione si affianca anche il desiderio di trovare un nuovo modo per veicolare il messaggio politico e di coinvolgere l’elettorato. In questo ambito, quello della comunicazione e dell’informazione, SEL si è sempre dimostrato un movimento politico in grado di innovarsi e di svolgere la propria attività di propaganda mantenendosi al passo con i tempi. Citando il programma, SEL ritiene che:

Si possono rendere effettive le potenzialità democratiche insite nelle nuove forme di comunicazione. Il web 2.0 infatti non solo presenta resistenze maggiori ai tentativi di controllo verticale, ma permette anche una circolazione di informazioni a carattere bidirezionale, contribuendo così ad aumentare la conoscenza e la trasparenza.7

Per questo motivo è nato Sinistraelibertà. eu, il sito del partito realizzato per entrare in contatto con la base elettorale e che, in poco tempo, è diventato luogo di contatto, confronto e scambio di una comunità virtuale fatta di persone reali. Il sito, che ha la struttura di un blog, è diverso da quello degli altri partiti. Non si presenta come la solita vetrina, ma da ad ognuno la possibilità di esprimere la propria opinione, contribuire a costruirla, ad arricchirla e a migliorarla.

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Ogni giorno vengono pubblicati diversi articoli ai quali è possibile lasciare un commento - ciò non accade quasi mai negli altri siti politici italiani - mentre settimanalmente viene caricato un video, una lettera aperta di Nichi Vendola, in cui il leader di Sinistra Ecologia Libertà parla dell’avvenimento che ha caratterizzato la settimana del partito. Ma ciò non è tutto, recentemente a Roma si è tenuto un brainstorming aperto a chiunque volesse parteciparvi (esperti di programmazione e/o comunicazione, volontari, militanti, semplici interessati, etc.) per discutere su come ridisegnare, migliorare, rendere partecipativo e arricchire il sito internet. Nel corso della riunione, svoltasi anche in conference call, sono state vagliate e approvate diverse proposte che porteranno entro breve alla creazione di un forum all’interno del sito e di una wiki operativa. Questi miglioramenti permetteranno di diffondere idee e informazioni in senso centrifugo e centripeto, di esercitare la democrazia partecipata e di sviluppare strategie condivise a partire dal livello del territorio per arrivare alle grandi tematiche sovra-nazionali. Tutto ciò rende Sinistra Ecologia Libertà un partito in grado di adattarsi ai mutamenti di costume, sfruttando a suo vantaggio gli strumenti della contemporaneità e dimostrando una particolare propensione all’innovazione e al cambiamento.

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Assemblea costituente di Sinistra Ecologia Libertà 2009. 7 Ibidem.


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Anche la campagna elettorale per le attuali elezioni Regionali (28 e 29 marzo), che vede Vendola in corsa per la poltrona di Governatore della Puglia, presenta notevoli elementi di innovazione e di cambiamento: una fra tutte la scomparsa del “ faccione” che da decenni caratterizza il manifesto politico nazionale ed estero. Sparita la foto del candidato, ciò che si percepisce immediatamente è la parte iconica del manifesto. Solitamente le icone rappresentano la struttura e le proprietà dell’oggetto a cui si riferiscono ma in questo caso vengono utilizzate per indicare gli ambiti d’intervento dell’Amministrazione Vendola negli ultimi cinque anni di governo (il sole per l’energia, la lampadina per i giovani talenti, gli ingranaggi per la stabilizzazione dell’impiego, etc.). Le icone, che riprodotte in dimensioni ridotte formano il pattern che fa da background al manifesto, sono anche poste in alto a sinistra. Questo significa che secondo la legge della percezione l’osservatore vede prima l’icona e, successivamente, completa la lettura del messaggio spostando lo sguardo a destra e in basso. Ciò implica che la funzione simbolica svolta dalle icone viene chiarita attraverso la headline poetica e completata con il body copy informativo (es. -20% perdite). I tre elementi raggiungono la loro sintesi nel nome Vendola e nello slogan La poesia è nei fatti. Il percorso percettivo si conclude con la messa a fuoco dello sfondo a tinta unita tappezzato dalle icone progettate per la campagna.

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Un messaggio articolato dunque, eppure dall’impatto semplice è immediato. Non viene chiesto di credere a nessuna promessa futura, soltanto ai fatti dimostrabili. L’elettore non percepisce in maniera invasiva questi manifesti, ma li accoglie e incamera le informazioni necessarie per prepararsi al voto. In conclusione è possibile affermare che SEL è l’unico partito italiano che finora ha avuto un reale cambiamento di rotta nel modo di fare e di comunicare la politica. Lo ha fatto aprendo il suo sito agli elettori, consentendo a tutti di diventare protagonisti della politica, rendendo accattivante il suo messaggio e fidandosi della propria base. Ovviamente il percorso che porterà Sinistra Ecologia Libertà verso il vero esercizio della politica partecipata è ancora lungo e non mancheranno gli ostacoli, ma il suo operato lascia ben sperare e, ad oggi, i risultati ottenuti sono confortanti.

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L'analisi prodotta nel precedente capitolo ci aiuta a comprendere lo stato della comunicazione politica nel nostro Paese e nel resto del mondo e cerca di fare luce sulle diverse strategie utilizzate per veicolare il messaggio politico, rapportarsi con la base elettorale e costruire, allo stesso tempo, il consenso.

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Ovviamente non esiste una ricetta per creare la campagna politica perfetta, ma è evidente che per ottenere il successo elettorale è necessario essere coerenti con il proprio sistema di valori, disporre di veri contenuti e mettere in atto una strategia comunicativa meticolosamente progettata e continuativa nel tempo. I valori non devono essere utilizzati solo per ingraziarsi l’elettorato, ma devono essere reali, propri del partito e desiderabili. E’ necessario dunque che l’insieme di valori, di cui il partito diventa portavoce, corrisponda alle esigenze dell’elettorato. E’ altrettanto importante saperli comunicare, mettendo da parte la convinzione che esistono temi e termini propri delle destra o della sinistra e dedicandosi all’interpretazione di quelli che sono veramente i bisogni della società.


I contenuti, intesi come quella serie di promesse che costituiscono il programma elettorale di ogni partito, devono essere supportati da azioni concrete e opportunamente comunicati al cittadino elettore attraverso una coerente strategia di comunicazione, capace di coinvolgere la base elettorale nei processi decisionali. Ne è un esempio la campagna elettorale di Barack Obama, grazie alla quale abbiamo assistito alla nascita di una nuova era della politica basata su un nuovo modo di comunicare e relazionarsi all’interno della società Web 2.0. Ma questa nuova era, che trova i suoi fondamenti nel pensiero di Anthony Giddens e nella sua idea di Terza Via, può anche essere considerata come un ulteriore sviluppo del processo di modernizzazione avviato da Bill Clinton nel 1992 e che Tony Blair ha portato avanti nel 1994 con il rinnovamento del Labour Party. Attualmente in corso, questo processo di rifondazione del pensiero socialdemocratico riguarda tutte le democrazie europee e ruota intorno alla necessità di saper interpretare i bisogni, le paure e i sogni della società del ventunesimo secolo.

Per poter dire qualcosa di sinistra bisogna pertanto venire incontro a questa esigenza e costruire una politica fondata sull’ascolto, capace di favorire il processo di fidelizzazione tra partito ed elettore. E’ dunque necessario adottare una strategia basata sul coinvolgimento e sulla partecipazione. Diventa quindi importante fornire gli strumenti di interazione tra partito e base elettorale. Per questo motivo è importantissimo comprendere a pieno le potenzialità della Rete che, giorno per giorno, sta diventando il ponte tra il mondo politico e la cittadinanza. In Italia, infatti, il numero di persone connesse si aggira tra i 18 e i 21 milioni, con una tendenza alla crescita che da parecchi anni , e in particolare dal 1998, è continua nel tempo.8 Questo dimostra che internet in Italia non è ancora per tutti, ma non è più per pochi e c’è una tendenza ad un uso sempre più diffuso della Rete, dovuta soprattutto alla diffusione di Internet a livello domestico e non solo lavorativo.

La gente, in Rete, fa politica, partecipa al dibattito, si interessa alle questioni rilevanti e decide ed agisce di conseguenza. Non si limita più ad accettare passivamente i racconti “mediati” e i messaggi di marketing politico.9

Questo testimonia quanto Internet sia effettivamente uno strumento molto potente, più della televisione e della carta stampata, perché in grado di mobilitare le realtà di base, sia sul fronte organizzativo che su quello finanziario, dando vita a un vero e proprio esercizio di democrazia partecipativa.

8

Dati sull’Internet in Italia a cura di Giancarlo Livraghi (fonte: http://web. mclink.it/MC8216/dati/dati3.htm) 9 Ranieri 2007 (p.140).

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I confronti televisivi, le ospitate nei talk show, i faccioni in formato 6x3, i volantini elettorali e le lettere recapitate a casa appartengono al passato della comunicazione politica. Il futuro, come dimostra l'analisi dei capitoli precedenti è nella partecipazione, nello scambio diretto tra persona politica ed elettore. La televisione, nonostante sia uno strumento di comunicazione potente, non è in grado di coinvolgere il cittadino, in quanto rappresenta uno strumento di comunicazione monodirezionale che impedisce la partecipazione diretta alla discussione politica. Ora più che mai si sente il bisogno di partecipare al dibattito e di esprimere il proprio pensiero su questioni rilevanti. Lo stesso ragionamento vale anche per la propaganda politica cartacea (manifesti, volantini, inserzioni sui giornali), che inoltre spesso e volentieri contribuisce all'inquinamento, anche visivo, degli spazi urbani.

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Per questo motivo, tenendo presente l'importanza del valore della partecipazione, e nel tentativo di innovare le modalità di esercizio della politica italiana, la campagna elettorale è stata strutturata in maniera completamente differente rispetto all'usuale sfilata di promesse e volti rassicuranti. Non si vuole solo trovare il modo giusto per dire qualcosa di sinistra, si vuole innanzitutto passare della parole ai fatti, permettendo a Sinistra Ecologia Libertà di fare davvero qualcosa di sinistra. Per rispondere a questo obiettivo, è stata ideata un'arena virtuale accessibile a tutti nella quale è possibile esercitare la pratica della politica partecipata.

Sinistra Ecologia e Libertà sarà di tutti coloro che aderiranno e la faranno vivere.

Da queste parole e dalla volontà di creare qualcosa di più utile e duraturo di una campagna elettorale, è nato DemocraziaDiretta.it. La comunicazione politica degli ultimi anni è degenerata al punto che si assiste a una campagna elettorale continua, nella quale i poltici fanno continui spot parlando di un futuro che non esiste e sorvolando sulle questioni


che toccano il cittadino. Se campagna elettorale continua deve essere, che sia allora funzionale all'elettore, il quale può comunicare le proprie idee facendo partire dal basso le proposte. DemocraziaDiretta.it non è una wiki, non è un forum, non è un social network, non è una campagna di comunicazione sociale, ma tutto questo insieme e ancora di più. DemocraziaDiretta è uno strumento per chiedere alla gente di proporre e di fondare,i contenuti, i valori, il simbolo e, se necessario, anche il nome del nuovo partito di sinistra. Non esiste fisicamente, ma solo nella rete, sottoforma di una wiki (aperta a tutti coloro volessero parteciparvi) capace di ospitare discussioni, pareri, domande e proposte. Tra le finalità principali del progetto ci sono: la costruzione di un legame tra soggetto politico nascente e base elettorale che consenta agli elettori di sedere nella cabina di comando e di partecipare alle scelte operate dal partito; la promozione dell'attivismo politico; la conseguente promozione di SEL sulla scena nazionale ed estera come partito capace di intuire le necessità della gente e in grado di fornire strumenti e modalità per l'esercizio della politica partecipata. Oltre a discutere e ad avanzare proposte, al suo interno è possibile finanziare tramite donazioni spontanee il progetto, caricare contenuti multimediali, organizzare attività ed eventi finalizzati al coinvolgimento dell'elettorato, informarsi sugli sviluppi del lavoro di redazione e reclutare nuovi sostenitori. Tutto ciò viene incrementato da una capillare presenza all'interno dei principali social network (Facebook, Twitter, MySpace, Flickr e Youtube), da un contest istituito su scala nazionale per la creazione del nuovo simbolo di SEL, e da una campagna di comunicazione attenta all'ambiente.

JOHN f. kennedy

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Come spiegato in precedenza, DemocraziaDiretta è uno strumento creato per l'esercizio della politica partecipata, ovvero della politica fatta dalle persone e non solo dai leaders, dalla pluralità e non dal singolo. Per questo motivo, di fronte alla necessità di realizzare l'identità visiva di questo progetto, non si è proceduto secondo gli insegnamenti canonici che avrebbero imposto di progettare un logo che sintetizzasse le peculiarità dell'oggetto, ma di affidare il compito di raccontare DemocraziaDiretta ad un font: Titillium. Titillium nasce all'interno dell'Accademia di Belle Arti di Urbino, frutto della partecipazione tra gli studenti del biennio di specializzazione CampiVisivi e Luciano Perondi, noto type designer italiano. A renderlo partcolarmente adatto allo scopo è il fatto di essere un carattere tipografico open source,

TITILLIUM 52

cioè usufruibile da tutti, distribuito attraverso una piattaforma web preposta alla condivisione del codice sorgente ed alla pubblicazione di progetti realizzati con il font stesso. In poche parole Titillium è un font fatto da tante persone messo a disposizione della collettività che può migliorarlo, contribuendo allo sviluppo, o semplicemente usarlo.


Titillium Maps 26L 1 wt

Titillium Maps 26L 250 wt

ULTRALIGHT

LIGHT 53


Titillium Maps 26L 500 wt

Titillium Maps 26L 750 wt

REGULAR

SEMIBOLD

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Titillium Maps 26L 999 wt

BOLD 55


Titillium Maps 26L 999 wt


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Sovrapponendo le due D di DemocraziaDiretta è stato creato un logo base di facile lettura e immediata riconoscibilità. Successivamente, partendo dal logo base, è stato generato un logo secondario (A), provvisto di indirizzo internet della wiki sottoposto al logotipo, e un logo secondario (B), più piccolo e sviluppato in orizzontale. Ad ogni versione del logo sono state attribuite sei colorazioni diverse, una per ogni sezione del sito: lavoro, ambiente, libertà, cultura, democrazia e pace. Il risultato finale è un logo pulito e minimale che, associato alla freschezza del font utilizzato, da vita ad una identità visiva semplice, di forte impatto e coerente.


PANTONE 116 C PANTONE 116 C

PANTONE 185 C PANTONE 187 C

PANTONE 637 C PANTONE 640 C

PANTONE 258 C PANTONE 262 C

PANTONE 368 C PANTONE Hexachrome Green

PANTONE 212 C PANTONE 215 C

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colorazioni logo secondario a

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colorazioni logo secondario b

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colorazioni sezioni portale

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Lo scopo di DemocraziaDiretta è quello di creare i presupposti, fornendo luoghi di incontro e modalità di svolgimento, per creare un movimento in grado di rifondare i valori e i contenuti di Sinistra Ecologia Libertà. A tal proposito è stato progettato un sito web sviluppato in base a una piattaforma Wiki.

Solitamente, quando si parla di wiki si pensa a Wikipedia, l’enciclopedia libera on-line più grande del mondo, ma la facilità di utilizzo di questo strumento rende questo tipo di tecnologia declinabile in numerosi campi di applicazione come la documentazione, i progetti collaborativi, l’educazione, la formazione collaborativa e lo knowkedge base d’impresa.

Un wiki è un sito Web (o comunque una collezione di documenti ipertestuali) che viene aggiornato dai suoi utilizzatori e i cui contenuti sono sviluppati in collaborazione da tutti coloro che vi hanno accesso. La modifica dei contenuti è aperta, nel senso che il testo può essere modificato da tutti gli utenti (a volte soltanto se registrati, altre volte anche anonimi) procedendo non solo per aggiunte, ma anche cambiando e cancellando ciò che hanno scritto gli autori precedenti. Ogni modifica è registrata in una cronologia che permette in caso di necessità di riportare il testo alla versione precedente; lo scopo è quello di condividere, scambiare, immagazzinare e ottimizzare la conoscenza in modo collaborativo.10

10

Fonte: www.wikipedia.org.

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[...] Generalmente, non esiste una verifica preventiva sulle modifiche, e la maggior parte dei wiki è aperta a tutti gli utenti o almeno a tutti quelli che hanno accesso al server wiki. In effetti, perfino la registrazione di un account utente non è sempre richiesta. [...] I Wiki sono un mezzo completamente ipertestuale, con una struttura di navigazione non lineare. Tipicamente ogni pagina contiene un gran numero di link ad altre pagine; nei wiki di dimensioni notevoli esiste comunque una navigazione gerarchica, ma non deve essere necessariamente usata. I collegamenti (link) vengono creati usando una sintassi particolare, la cosiddetta “link pattern.”


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organizzazione dei contenuti

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democrazia diretta.it

[...] Solitamente in un wiki le nuove pagine sono create semplicemente inserendo il link appropriato partendo da una pagina che tratta un argomento correlato. Se il link non esiste, è normalmente evidenziato come link rotto (broken link). Cercando di seguire quel link viene aperta una finestra di modifica, che permette all’utente di inserire il testo della nuova pagina. Questo meccanismo assicura che le pagine cosiddette “orfane” (cioè che non hanno link che puntano ad esse) siano create raramente, mantenendo generalmente un alto livello di connessione. I wiki generalmente seguono la filosofia di rendere facile la correzione di eventuali errori, piuttosto che rendere difficile commettere un errore. Così, i wiki oltre ad essere completamente aperti, forniscono anche vari modi per verificare la validità di aggiornamenti recenti al contenuto delle pagine. Il più importante ed usato in quasi tutti i wiki è la cosiddetta pagina delle “Ultime modifiche”, che mostra sia uno specifico numero di modifiche recenti che la lista completa delle modifiche fatte in un determinato lasso di tempo.11

11

Ibidem.

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68


DemocraziaDiretta.it è strutturato in modo da fornire una doppia navigazione: una per gli utenti registrati, alla quale è possibile accedere solo mediante login, e un’altra per visitatori casuali o semplici curiosi. In quest’ultima modalità di navigazione molte funzioni, come quella della modifica dei contenuti, sono bloccate. Una volta effettuato il log-in è possibile accedere a cinque sezioni differenti: Profilo, Community, Eventi, Sostieni ed Help Center. Profilo: al suo interno è possibile gestire il centro messaggi, le informazioni personali di contatto e l’aspetto della pagina; Community: è la sezione centrale, quella che serve per poter accedere ai gruppi di discussione, alle news, alla gallery e alla sezione “Amici”, dove poter trovare e invitare nuovi sostenitori; Eventi: è composta da una bacheca con tutti gli eventi che vengono segnalati sulle pagine utente per ragioni di interesse (regione, argomento, etc); questa sezione permette di rimanere sempre aggiornati sugli eventi relativi alle attività di DD e, mediante la compilazione di un foglio elettronico, di organizzarne di nuovi; Sostieni: attraverso questa sezione è possibile sostenere il progetto mediante crowd funding (ovvero l’inseme di tutte le persone che contribuiscono al finanziamento) Help Center: in questa sezione sono presenti tutorial e F.A.Q. (frequently asked questions) che aiutano l’utente alle prime armi a destreggiarsi all’interno del portale.

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Tre sono le regole che ogni utente di DemocraziaDiretta deve seguire e che, se rispettate, rendono il wiki un luogo sereno e produttivo. DemocraziaDiretta è libera, il suo contenuto è quindi modificabile da chiunque. Tutto il testo è rilasciato sotto le licenze Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo (CC-BY-SA) e GNU Free Documentation License (GFDL) e può essere citato o distribuito in accordo ad esse. Si tenga presente che le voci possono essere modificate da chiunque e non sono sotto il controllo di un singolo; di conseguenza ciascuna voce aggiunta o modificata può essere a sua volta modificata liberamente e ridistribuita dalla comunità. DemocraziaDiretta ha un codice di condotta: occorre rispettare ciascun utente anche quando non si è d’accordo con lui; ci si comporti civilmente, cercando di prediligere la tolleranza ed evitando conflitti di interesse, attacchi personali o facili generalizzazioni; si cerchi il consenso, si evitino inutili edit war, cercando di non ricorrere a ripetuti ripristini di pagina; si agisca in buona fede senza mai danneggiare DemocraziaDiretta per sostenere il proprio punto di vista e presumendo, anche nel valutare il lavoro altrui, la medesima buona fede. Si cerchi di essere aperti nella maniera più pacata possibile nei rapporti fra utenti, mostrandosi accoglienti. DemocraziaDiretta non ha regole fisse, eccetto i tre principi elencati in questa pagina. Si cerchi dunque di non essere timidi nel modificare le voci, perché il piacere di contribuire non richiede per forza di raggiungere la soluzione finale, nonostante questa sia l’obiettivo ultimo del progetto. Non ci si preoccupi eccessivamente di fare eventuali pasticci: tutte le versioni precedenti di una voce vengono salvate, per cui è impossibile danneggiare DemocraziaDiretta in maniera irreparabile. Ma ci si ricordi che, allo stesso modo, tutto ciò che si scrive sarà conservato per i posteri.

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Al fine di promuovere DemocraziaDiretta in rete e di reclutare nuovi sostenitori, il portale e' stato inserito al centro di una fitta rete mediatica composta dai maggiori social network. Facebook, Myspace, Twitter, Youtube e Flickr hanno cosi' un ruolo di primo piano, consentendo agli utenti di esprimere le proprie opinioni in prima persona, senza nessun filtro, creando una rete di pura partecipazione. Sono al contempo strumenti per veicolare le idee che fondano il progetto e spazi di dialogo tra sostenitori e contrari delle diverse proposte. Un vero e proprio esercizio di democrazia partecipativa.

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Facebook Facebook è uno strumento utilissimo, non solo per la possibilità di creare una fan page dedicata alla causa di DemocraziaDiretta, ma soprattutto per l’opportunità di inserire inserzioni mirate all’interno delle sue pagine. Creare un inserzione su Facebook è semplicissimo, basta inserire il link alla pagina che si vuole pubblicizzare, scrivere un testo chiaro, mirato e conciso (il titolo può contenere 25 caratteri mentre il corpo 135) e uploadare una foto accattivante (dimensioni 110px di larghezza per 80px di altezza) in grado di sedurre chi si trova dall’altro lato del monitor. Il passo successivo è la definizione del target. Su Facebook è possibile definire i destinatari esatti dell’inserzione con filtri demografici e psicografici. Una volta impostata la campagna è necessario definire il budget giornaliero (minimo 1 dollaro statunitense al giorno) e la programmazione.


facebook.com http://www.facebook.com/

facebook.com Google

http://www.facebook.com/

Google

facebook.com http://www.facebook.com/

Google

facebook.com http://www.facebook.com/

Google


Il pagamento può avvenire per clic o per visualizzazione, a seconda delle preferenze, mentre è possibile decidere di diffondere la campagna ininterrottamente oppure in un determinato lasso di tempo. Pubblicata l’inserzione, Facebook mette a disposizione un centro di controlla attraverso il quale è possibile monitorare i risultati della campagna.

myspace MySpace è un social network particolare dove non solo è possibile intrattenere rapporti, far nascere discussioni e promuovere il progetto, ma anche modificare l’aspetto grafico della pagina. Questa caratteristica lo rende il social network più diffuso tra i giovani e rappresenta per DemocraziaDiretta il luogo ideale per raccogliere il parere e i contributi dei giovani sulle tematiche dell’istruzione, della ricerca, del lavoro e del futuro.

Flickr Mediante l’utilizzo di Flickr, un social network dedicato agli amanti della fotografia, sarà possibile creare on-line dei set fotografici con i quali documentare le attività e gli eventi realizzati da DemocraziaDiretta. Inoltre, con l’aiuto di Flickr, si potrà dare vita al contest per il restyling del simbolo del partito. Tutti gli utenti che lo vorranno potranno inviare le varie proposte di logo al sito di DD.it e successivamente potranno vederle pubblicate su Flickr.com, dove verranno criticate e commentate dagli altri utenti appassionati.

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youtube YouTube è un social network che mette a disposizione lo spazio in rete per coricare e condividere i video con gli altri utenti. Attualmente è il sito internet più visitato al mondo, conta infatti più di un milione di accessi unici al giorno. Registrandosi si ha l’opportunità di creare una propria pagina, in gergo un canale, dove ospitare i video promozionali, i report settimanali e i filmati relativi alle attività e agli eventi promossi da DD.it.

twitter Twitter è un social network in cui registrare pensieri in forma di twit, piccoli messaggi di massimo 140 caratteri. Può essere usato per comunicare con chi si conosce o per incontrare altre persone che ti interessano o a cui interessi. Per questo motivo Twitter può essere utilizzato per segnalare e promuove la causa di DemocraziaDiretta. Attraverso le sue pagine è possibile inviare a tutti i followers del progetto continui e sintetici aggiornamenti sull’avanzamento del progetto svolgendo allo stesso tempo un’attività di informazione e di reclutamento.


LogoLab è il concorso indetto su scala nazionale e rivolto a grafici, designers, artisti e a semplici appassionati che vogliono contribuire alla realizzazione del nuovo simbolo di Sinistra Ecologia Libertà. Il concorso nasce dalla volontà di dare, a tutti coloro che lo volessero, la possibilità di esprimere tramite gli strumenti della rappresentazione visiva la propria idea del partito e di realizzare delle proposte grafiche in grado di comunicare i valori e le peculiarità che lo distinguono dagli altri soggetti politici.

Il restyling del simbolo non è solo un contest, è anche una forma di promozione in grado di far interessare nuove persone a DemocraziaDiretta e di reclutare nuovi sostenitori. Pubblicare la propria proposta progettuale e partecipare alla creazione della nuova identità visiva del partito contribuisce a creare un legame e a rafforzare il rapporto di fidelizzazione tra i partecipanti al concorso e SEL.

A tal proposito il sito DemocraziaDiretta.it ospiterà per tutta la durata del concorso una speciale sezione dedicata ad accogliere gli artwork pubblicati dagli utenti, una vetrina dove sarà possibile votare la proposta preferita e commentarla. Tutti i lavori verranno pubblicati anche in un apposito set creato per l’occasione su Flickr, fornendo maggiore visibilità alle diverse proposte.

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Fino ad ora abbiamo assistito allo sviluppo della comunicazione pubblicitaria mediante gli strumenti forniti dalla rete. Ma i social network, il contest e le inserzioni pubblicitari costituiscono solo una parte della strategia comunicativa progettata per la promozione del portale su larga scala. Infatti, nonostante nel nostro Paese l’uso dei nuovi media sia sempre più diffuso, buona parte della popolazione italiana non li utilizza con frequenza abituale. Ciò implica la necessità di fare ricorso ai metodi tradizionali di comunicazione. Infatti, per rendere noto il progetto anche a coloro che non utilizzano la rete e che non sono raggiunti dal messaggio da esso veicolato, si è reso necessario lo sviluppo di una campagna pubblicitaria convenzionale basata sui manifesti e sui gadget.

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L’intera strategia è stata progettata con l’intento di comunicare in maniera diretta col pubblico, portando all’attenzione di ciascun interlocutore una tematica di interesse globale e invitandolo a esprimere la propria opinione in merito. In questo modo la campagna si rende portatrice di un duplice messaggio: da un lato comunica che il processo di risoluzione di questa problematica è ancora in corso e che ognuno è invitato a prendervi parte, dall’altro, offrendo un link esterno, ricorda che il luogo in cui si svolge questo dibattito è sul portale di DemocraziaDiretta. Il messaggio viene quindi veicolato attraverso uno schema diverso dal solito meccanismo domanda/ risposta che caratterizza la maggior parte delle comunicazioni pubblicitarie, e che viene applicata a tutti i supporti e a tutti i messaggi seguendo uno sviluppo orizzontale. La headline (es. Guerra) posizionata in alto apre il messaggio, in basso segue il link al portale mentre il payoff “hai carta bianca” lo chiude.


Successivamente il messaggio viene declinato su diversi supporti, primo fra tutti quello cartaceo che rappresenta il canale preferenziale per una comunicazione che ha come scopo primario quello di coinvolgere la parte di popolazione senza una buona cultura della rete. Nel tentativo di non contribuire all’abbattimento indiscriminato delle foreste, si è scelto di utilizzare delle carte munite di certificazione FSC, Forest Stewardship Council, un ente che si occupa a livello internazionale della corretta gestione del patrimonio boschivo. Anche la scelta degli inchiostri di stampa è stata guidata dalla volontà di rispettare l’ambiente, infatti sono stati utilizzati inchiostri di origine vegetale prodotti dalla Siegwerk. La campagna pubblicitaria ha visto il suo sviluppo anche su supporti differenti da quello cartaceo. Con lo scopo di riuscire a veicolare il messaggio in maniera virale, è stata realizzata anche una serie di gadget composta da spille, cappellini, t-shirt, bandiere, adesivi, wallpaper, poster e banner.

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La campagna elettorale di Barack Obama ha rivoluzionato in maniera profonda la comunicazione politica. Il suo carico di innovazione ha dato una scossa senza precedenti ad un panorama che da tempo non era più stato capace di innovarsi. Inseguendo l’onda del cambiamento numerosi partiti hanno tentato, spesso con scarsi risultati, di emulare l’esperienza statunitense, cercando di innovare le modalità di coinvolgimento dell’elettorato. In questo scenario, in cui il desiderio di conquistare nuovi consensi ha scatenato una corsa sfrenata all’utilizzo dei new media, trova spazio la mia proposta progettuale. Nel tentativo di trovare una soluzione al crescente sentimento di sfiducia che l’elettorato nutre nei confronti della classe politica, ho cercato di progettare un modo nuovo di fare politica basato sul dialogo, sulla partecipazione, sul coinvolgimento, sulla condivisione di ideali e capitali, nella speranza di poter fornire alla politica italiana gli strumenti adatti per riconquistare la fiducia dell’elettorato che, mai come in questo periodo storico, ha perso fiducia nella classe dirigente.

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Daniela Marongiu, Claudia Carrarini, Francesco Graziani, Francesca Manco, Banane Urbane, Lorenzo Masini, Paolo Bischi, Alberto Bolzonetti, Susanna Luna Bellandi, Gloria Giangrande, Cristina Core, Matteo Palmisano, Silvia Grilli, Ivan Valcerca, Marco Faraci, Maurizio Ristori & Family, Niccolò Borgia, Florentin Hortopan, Stefano Maria Bettega, Noemy Torelli, Stella Papini, Silvia Masetti, Francesco Fumelli, Elena Rossi, Mario Lovergine, Andrea Spatari, Mamma, Papà , Fratello, Sorella, Amici tutti.

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FLOCH, Jean-Marie 1996 Identità Visive, Milano: Franco Angeli. GABARDI, Emanuele 2008 Comunicazione politica. Le primarei edel 2005 e le politiche del 2006: sette casi di comunicazione e marketing elettorale, Milano: Franco Angeli. GIDDENS, Anthony 2001 La Terza Via, Milano: Il Saggiatore. GOULD, Philip 1999 The Unfinished Revolution. How the modernisers saved the Labour Party, Londra: Abacus. LEE, Spike, AARON, Perry Zucker 2009 Design for Obama. Poster art of the Obama ‘08 electoral campaign, Koln: Taschen. LIVOLSI, Marino, VOLLI, Ugo 1995 La comunicazione politica tra prima e seconda Repubblica, Milano: Franco Angeli. OBAMA, Barack Hussein 2009 L’era della responsabilità, Roma: Cooper. PIRA, Francesco 2009 Come dire qualcosa di sinistra. Da Blair a Obama, dalla Terza Via al presidente Youtube, Milano: Franco Angeli. RANIERI Giuseppe 2007 Blog generation, Roma-Bari: Laterza. ROSATI, Luca 2007 Architettura dell’informazione. Trovabilità: dagli oggetti quotidiani al Web, Milano: Apogeo.

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web.mclink.it/MC8216/dati/dati3.htm www.7thfloor.it www.dicorinto.it www.fastcompany.com www.mediamonitor-politica.it www.repubblica.it www.wikipedia.org

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