Armi Magazine Beretta le pistole 2012 parte 2 of 2

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Varianti Modello 92G (PAMAS G1)

Modello 92SB-C

Nel 1988, dopo test molto severi, la Gendarmerie francese adottò il modello 92F in versione speciale. Richiese infatti che la leva della sicura avesse esclusivamente la funzione di abbattere il cane e tornasse quindi automaticamente in posizione di sparo. La produzione dell’arma fu affidata in licenza alla Manufacture Nationale d’Armes de Saint Etienne e alla Manurhin, cui Beretta subentrò quando quest’ultima azienda entrò in stato di crisi. La denominazione francese dell’arma, successivamente adottata anche dall’Armée del l’Air, è Pistole Automatique Manufacture Nationale d’Armes de Saint Etienne Gendarmerie 1 (PAMAS G1).

Il modello Compact della 92 presenta canna e carrello più corti nonché un’impugnatura sotto-dimensionata che riduce a 13 i colpi contenuti nel caricatore; per migliorare l’impugnabilità, il caricatore presenta suoletta con ricciolo. L’arma non ebbe grande successo perché, nonostante questa dieta che riduce peso (885 grammi) e dimensioni, rimane comunque sovra-dimensionata rispetto alle concorrenti dello specifico segmento di riferimento. Per un breve periodo fu disponibile anche in allestimento M (92SB-C Type M) con caricatore monofilare da 8 colpi; successivamente in allestimento F (92F Compact) con ponticello combat, guancette modificate, canna cromata internamente, finitura Bruniton e trigger stop, e 92F Compact Type M.

Beretta 92FS prodotta da MAS

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Modello 92FS Compact L

Modello 92FS Brigadier

Pistola che si ispira alla 92FS standard ma in versione compatta, ha canna da 109 mm e caricatore da 13 colpi. E’ stata prodotta dal 1989 anche in versione monofilare (92FS Compact Type M) con caricatore da 8 colpi senza pulsante di sgancio reversibile.

La Brigadier nasce nel 1996 per far fronte alle specifiche esigenze avanzate dall’Immigration and Naturalization Service degli Stati Uniti, che aveva richiesto una pistola calibro .40 dotata di organi di mira intercambiabili e una maggior solidità; per adempiere questa richiesta, Beretta ha ridisegnato e appesantito il carrello della 92 (aggiungendo 60 grammi di acciaio e un maggior ingombro di 1 mm di spessore), che in questo allestimento risulta ancor meglio bilanciata. E’ stata disponibile tra il 1993 e il 2006 anche in sola doppia azione.

Modello 92FS Centurion Lanciato nel 1992, commercializzato fino al 1998, l’allestimento Centurion adotta il fusto della 92FS standard accoppiandolo a canna (103 mm) e carrello della versione Compact, mantenendo in questo modo l’autonomia di 15 colpi. Dal 1996 questo allestimento è disponibile sul mercato americano con caricatore da 10 colpi.

Beretta 92FS Compact L

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Modello 92 Combat

Modello 92 Stock

Prodotta a partire dal 1995 fino al 2001, la Combat è una pistola nata per competere nelle gare IPSC di tiro dinamico che utilizza il carrello pesante della Brigadier con intagli di presa accentuati e un inedito sistema di scatto regolabile in sola singola azione. Altre specificità sono la canna da 150 mm, la tacca registrabile, il pulsante di sgancio del caricatore maggiorato, il vano del caricatore con apertura svasata, le guancette in materiale composito (disponibili anche in alluminio), il caricatore con fondello in gomma. E’ disponibile un allestimento che presenta anche una canna corta da 125 mm (Combo) e nei calibri 9 x 21 mm e .40 SW.

L’impostazione di questo modello ricalca quello del Combat da cui si distingue per la canna standard da 125 mm e lo scatto in singola o doppia azione, a scelta del cliente. Disponibile anche nei calibri 9 x 21 mm e .40 SW.

Modello 98FS Target Realizzata nel solo calibro 9 x 21 mm, la Target è una pistola che risponde ai requisiti ISSF per partecipare alle gare di grosso calibro. L’allestimento prevede canna lunga da 150 mm con contrappeso d’alluminio e guancette di legno.

Beretta 98FS Combat

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Modello 90two Nel 2006 Beretta ha presentato la 90 two, una semiautomatica che ricalca l’impostazione meccanica della 92 ed è stata al tempo stesso oggetto di un importante intervento di restyling. Questa pistola è il frutto del programma Soldato Futuro, teso a dare al soldato italiano un equipaggiamento all’altezza delle nuove esigenze operative sfruttando le tecnologie più recenti. Le forme arrotondate facilitano porto ed estrazione, il nuovo fusto ha consentito l’approntamento di una slitta Picatinny idonea all’installazione di dispositivi d’illuminazione o acquisizione del bersaglio. Per rendere l’arma più gradevole al tiro è stato introdotto un sistema di ammortizzamento del rinculo all’interno del fusto. Le mire sono trattate con sistema fotosensibile Superluminova che le rende visibili anche al buio. L’arma è disponibile nei calibri 9 para, 9 x 21 e .40 SW in due FS e G). allestimenti (FS

Beretta 90two

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Allestimenti Modello 92FS Vertec

FS

Del 2003 è l’allestimento Vertec che prevede una nuova impugnatura (più dritta sul dorso), un grilletto più facilmente raggiungibile dal dito indice, pannelli delle guancette più sottili, slitta Picatinny integrata, mirino sostituibile.

Arma dotata di azione di scatto mista (singola e doppia). E’ fornita di sicura automatica al percussore, mezza monta del cane, indicatore di colpo in canna e sicura manuale con funzione abbatti-cane; quest’ultima interrompe il collegamento tra grilletto e gruppo di scatto e, quando azionata, induce la rotazione della parte terminale del percussore che viene così sottratto all’azione del cane.

Modello 93 R Con questo modello, Beretta dà seguito a un discorso iniziato con il modello 1951, ovvero l’approntamento di una versione a raffica della sua arma di punta. Fatto tesoro dei limiti della 1951R, la nuova Beretta a tiro selettivo spara raffiche controllate da 3 colpi, caratteristica che riduce la cadenza teorica a 110 colpi al minuto contro 1.100 della raffica libera. L’autonomia è fornita da un caricatore maggiorato a 20 colpi, l’arma accetta comunque quello standard da 15. Le modifiche strutturali riguardano la canna (lunga 156 mm è dotata di freno di bocca) e il carrello (appesantito per resistere alle maggiori sollecitazioni e ridurre la cadenza di tiro); sono inoltre presenti un’impugnatura anteriore pieghevole davanti al ponticello e un calciolo, pure questo pieghevole, smontabile. Di quest’arma è stata prodotta la variante in allestimento SB.

D Versione introdotta nel 1992 dotata di scatto in sola doppia azione. Il cane pertanto è privo di cresta. Manca la sicura manuale. L’azione di scatto è molto godibile, simile a quella di un classico revolver doppia azione.

DS La 92DS presenta le stesse caratteristiche dell’allestimento D (sola doppia azione) con l’aggiunta della sicura tipo FS. Si tratta di un allestimento, solo apparentemente incoerente, espressamente richiesto da alcuni corpi di polizia per proteggere gli agenti nel caso di sottrazione dell’arma e del tentativo di usare l’arma contro gli stessi.

G

Beretta 93R

Versione che ricalca la FS con la differenza che la sicura abbatti-cane svolge unicamente questa funzione; abbattutto il cane, torna nella posizione di fuoco.

Beretta 93R con gruccia

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Varianti di calibro Modello 96 Questo modello si differenzia dalla capostipite Beretta 92 unicamente per il calibro, il .40 Smith & Wesson. Realizzato direttamente in allestimento FS (la sigla non compare nel nome del modello), nel tempo è stato prodotto nelle versioni D, DS, G, Compact, Centurion, Brigadier (FS, D e G), Combat, Stock, Steel I, Vertec e A1.

Beretta 96

MODELLO 96 A1 Periodo di produzione: 1989 ad oggi Esemplari prodotti: nd Calibro: .40 SW Funzionamento: semiautomatico a chiusura geometrica Azione: mista singola e doppia Percussione: percussore inerziale, cane esterno Lunghezza: 217 mm Altezza: 125 Spessore: 38 Peso: 945 gr Canna: 125 mm a 6 principi Organi di mira: tacca innestata a coda di rondine, mirino fisso Linea di mira: 155 mm Sicure: manuale abbatti-cane che agisce sul sistema di scatto, sicura automatica al percussore, mezza monta del cane, indicatore di colpo in canna Alimentazione: caricatore da 12 colpi Finiture: brunitura Bruniton Impugnatura: in plastica

Beretta 96 A1

Š

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Modello 98 Il modello 98 altro non è che la versione civile dell’arma militare; comparsa in Italia inizialmente in calibro 7,65 mm poi – dopo lo sdoganamento del calibro 9 x 21 mm – anche in calibro 9 mm IMI, la prima 98 italiana si basava sulla versione 92 SB destinata al mercato USA, dove SB indicava la presenza di sicura abbatti-cane bilaterale e pulsante di sgancio del caricatore reversibile. Sul mercato civile italiano, la versione in 7,65 mm fu chiamata modello 99 nella versione monofilare. E’ tuttora in produzione nell’allestimento 98FS, A1 e in numerosi allestimenti speciali. E’ stata prodotta anche in versione SB-C compact in 7,65 mm, Combat, Stock e Target.

Practice kit calibro .22 LR Nel listino Beretta è disponibile un kit di conversione che consente di trasformare tutte le pistole della serie 92, ad eccezione delle compatte a fusto corto, in armi in calibro .22 LR a chiusura labile. Il kit contiene carrello in alluminio in configurazione FS, canna da 130 mm, molla di recupero e asta guida-molla, caricatore mono-filare in polimero da 10 colpi, dispositivo per il caricamento. Il carrello monta una tacca di mira regolabile in alzo e derivazione.

Beretta 98F

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MODELLO 98FS Periodo di produzione: 1989 ad oggi Calibro: 9 x 21 mm IMI ra Funzionamento: semiautomatico a chiusura geometrica Azione: mista singola e doppia Percussione: percussore inerziale, cane esterno Lunghezza: 217 mm Altezza: 125 mm Spessore : 38 mm Peso: 945 gr Canna: 125 mm a 6 principi Organi di mira: tacca innestata a coda di rondine, mirino fisso Linea di mira: 155 mm Sicure: manuale abbatti-cane che agisce ul sistema di scatto, sicura automatica al percussore, mezza monta del cane, indicatore di colpo in canna Alimentazione: caricatore da 15 colpi Finiture: brunitura Bruniton Impugnatura: in plastica


I cloni Modello 92 Phrobis Sviluppato da Qual-A-Tec (successivamente da Phrobis International) in collaborazione con lo US Navy, il Phrobis è un carrello modificato e rinforzato che, nelle intenzioni del progettista Mickey Finn, poteva essere installato sull’arma originale. Adattabile a tutte le 92 coeve, perdeva la caratteristica apertura della faccia superiore per acquistare una finestra d’espulsione laterale di generose dimensioni. Nonostante la conversione fosse pubblicizzata ad un prezzo di vendita di 164,95 dollari, non risulta che la produzione sia mai stata avviata.

Taurus 92B

Taurus PT92 A seguito della vincita di un contratto con l’esercito brasiliano per la fornitura di armamento individuale, negli anni ‘70 Beretta costruì una fabbrica in Brasile che, al termine della fornitura, cedette alla locale Forjas Taurus di Puerto Alegre. Taurus, alla scadenza dei brevetti, ha iniziato un’autonoma produzione di armi molto simili al modello 92. La principale differenza è nel comando della sicura, applicato al fusto anziché al carrello. Numerose le versioni: PT 92, PT99 (acciaio inox), PT917 (versione compatta con caricatore da 19 colpi), 100 e 101 (calibro .40 SW), 58 (versione compatta in .380 ACP)

Taurus 100SS

Taurus ha dotato le sue declinazioni del modello 92 di un sistema di sicurezza a chiave

Taurus 101B

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Llama Gabilondo M82

Girsan Regard MC

Il modello M82 del produttore spagnolo ricalca la meccanica del modello 92 in un corpo che differisce per vari dettagli estetici (il carrello non è del tipo aperto).

L’azienda turca Makina ve Kimya Endustrisi Kurumuhas, oggi Girsan, produce da tempo una semiautomatica che ricalca le linee del modello 92. Alcune di queste armi sono state importate negli USA da American Tactical Imports con il nome di AT-92.

Chiappa M9-22 calibro .22LR

Vektor Z-88

Hsing-Hua T75

Vektor, azienda sudafricana, ha prodotto su licenza la pistola Z-88, una copia del modello 92. Da questo modello, nel 1992 ha sviluppato la nuova linea di pistole SP1 e SP2 (rispettivamente in calibro 9 para e .40 SW), ampiamente ispirate all’architettura Beretta nonostante la scomparsa del tipico carrello aperto, in servizio presso le Forze Armate sudafricane ed esportate in vari paesi.

Altra copia abbastanza fedele dei primi modelli della famiglia 92. Prodotta a Taiwan, è offerta in versione brunita, cromata, compatta e silenziata.

Khyber Arms Company N° 1 Azienda artigianale basata in Pakistan, la Khyber Arms produce un clone del modello 92 in versione brunita e acciaio inox.

Maadi 920 Altro clone di semplice fattura della Beretta 92FS, il modello Maadi 920 è prodotto in Egitto su licenza. E’ una copia piuttosto fedele dell’arma di riferimento, è camerata in 9 mm para ed è adottata dalle forse di polizia egiziane.

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Girsan Regard Yavuz 16

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Chiappa M9-22 Il modello M9-22 di Chiappa Firearms riproduce in scala minore (utilizza il calibro .22 LR) la pistola Beretta 92. Viene proposto in due versioni, il modello Standard con mirino fisso e tacca di mira regolabile, ed il modello Tactical con mire in fibra ottica stile Novak. Il modello Standard è disponibile con guance in plastica o legno, la versione Tactical solo in plastica.


Allestimenti speciali Inox

EL

Versione con carrello-otturatore in acciaio inossidabile e fusto anodizzato chiaro per creare il corretto accostamento romatico; è stata allestita per i modelli 92FS, 96 e 98FS.

Versione disponibile per i modelli 92FS e 96 con carrello brunito lucido, guancette in noce, iscrizioni in oro, comandi dorati.

Deluxe

Modello 98 Steel I

Allestimento con carrello e fusto incisi, brunitura speciale, guancette in noce selezionato con scudetto in oro. L’arma veniva venduta in cofanetto in cuoio anche con finitura argentata e dorata (modelli 92FS, 96, 98FS, 98FS Inox).

Ennesima variazione sul tema 92, stavolta arricchita dall’impiego estensivo dell’acciaio e da una finitura a base di nichel di colore grigio opaco, è il modello Steel I. Caratteristiche salienti sono l’impugnatura ergonomica verticale, il carrello-otturatore rinforzato di nuovo profilo con mirino intercambiabile e tacca Novak, il bottone di sgancio caricatore ambidestro maggiorato, le guancette dual-grip e il cane alleggerito. La Steel I possiede i requisiti per partecipare alle gare IDPA ed è disponibile anche in .40 SW. Prodotta tra il 2004 e il 2006.

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Beretta 98 A1 - Cal. 9x21

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Modello 98 G Elite II Frutto di una concessione all’apparenza più che alla sostanza sono alcune varianti incise da collezione e, per restare nel campo dell’impiego operativo, le 98 G Elite I (1999-2006) ed Elite II (2001-2006). Ciò che risalta visivamente è la finitura bicolore, dove al classico fusto in lega anodizzato si affianca l’allestimento inox di canna e carrello-otturatore. La Elite è dotata di una tacca di mira Novak micrometrica, doppia serie di intagli sul carrello, zigrinatura più grippante su petto e dorso dell’impugnatura per migliorare la stabilità dell’arma allo sparo, rampa di alimentazione lucidata a specchio, carrello-otturatore rinforzato come già nella versione FS Brigadier, sede del caricatore smussata per facilitare l’inserimento dello stesso, pad in gomma antiurto, guancette fissate al fusto con due viti con testa Allen, cane alleggerito e canna più corta a filo carrello (119 mm).

Modello 98FS Billennium La Billennium è stata presentata nel 2001 per salutare il nuovo millennio. Una tiratura limitata a 2.000 pezzi, un fusto in acciaio ad alta resistenza, la singola azione, un’impugnatura in fibra di carbonio supergrippante, la regolazione micrometrica dello scatto, la tacca regolabile ed un’incisione sul carrello sono solo alcune delle particolarità che rendono la Billennium un pezzo da collezione.

Modello 92FS Diamond Questa edizione speciale, in unico esemplare, della pistola 92 è arricchita da 90 carati di diamanti disposti sulle guancette di oro bianco, su fusto e carrello. Realizzata da Barozzi, gioielliere in Brescia, è un tributo al mondo del lusso. Il logo Beretta è riportato in smalto bianco. Altrettanto pregiata è la Beretta Palladium, completamente placcata di palladio, metallo raro e costoso.

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Modello 98 Unità d’Italia Beretta ha voluto rendere omaggio al centocinquantesimo anniversario della Repubblica e alla figura di Cavour allestendo una versione celebrativa della pistola modello 98FS. Edizione limitata a 150 esemplari, è impreziosita da un’incisione della firma di Cavour sulla canna, con tecnica della rimessa in oro, da guancette in noce trattato ad olio con inserti in oro e da ulteriori incisioni su entrambi i lati del carrello eseguite a mano dai Maestri dell’atelier incisioni Beretta. La pistola è accompagnata da una elegante valigetta in legno. g g g

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Modello 98FS Fusion Ultima in ordine di tempo, è stata presentata allo Shot Show del 2012, la Fusion presenta finiture di alta gamma ed è prodotta nel reparto fucili di lusso in allestimento tutto acciaio. Con la canna e i profili tirati a specchio, inserti in carbonio, guancette in carbonio e noce scelto, logo e zigrinature realizzati a mano, la Fusion vuole trasmettere l’eleganza del lusso tradizionale in chiave moderna. L’arma è realizzata in serie limitata, in sola azione singola, e viene presentata in cofanetto tecnologico.

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I tria trial americani, i test francesi e quelli spagnoli Su domanda dell’aviazione, nel 1978 negli USA fu lanciato il programma JSSAP (Joint Services Small Arms Program) per individuare la nuova arma d’ordinanza americana cui Beretta partecipò con la sua 92S-1, sbaragliando la concorrenza e presentandosi come l’erede del modello 1911 di Browning. La vittoria della pistola italiana provoca numerose contestazioni, specie per le conseguenze che porta con sé (vincendo il programma, la 92 diventa l’automatica d’ordinanza di tutte le forze armate americane) e porta ad una prima revisione dei risultati dei test voluta dal Department of Defence nel 1981, spinto da lobby, intrighi e interessi, dove nuovamente il modello 92 si impone, e ad un ulteriore collaudo (XM Service Pistol Trials) nel 1983, cui Beretta partecipa con il modello SB-F. Dopo opposizioni e ricorsi, il 14 gennaio 1985 si giunge ancora una volta alla vittoria della Beretta. Per la cronaca, le armi che parteciparono ai trials insieme alla 92 furono la Smith & Wesson 450, la Sig Sauer P226 (unica altra arma a completare con successo il collaudo), H&K P7 e PM13, Walther P88, Steyr GB e FN ADA. I test furono condotti ad Aberdeen, nel Maryland, dove le armi furono sottoposte a condizioni climatiche estreme e furono condotte le prove balistiche; alla base NATO di Fort Dix, New Jersey, dove furono sottoposte alle prove di durata (quella minima era fissata in 5.000 colpi); a Fort Benning, in Georgia, dove tiratori di varie Armi ne misero alla prova precisione e affidabilità. Vinta la gara, Beretta si attrezza subito per predisporre la produzione dei primi 315.930 pezzi in loco, ad Accokeek, nel Maryland, nonostante le forti opposizioni di Smith & Wesson, che istruisce azioni legali. Nel 1988 S&W vede in parte coronati i propri sforzi e riesce a far sospendere la fornitura e a far varare un nuovo programma (XM10), che Beretta vince nuovamente aggiudicandosi una nuova fornitura da 57.000 pezzi. L’adozione dell’arma da parte delle forze armate americane induce molte polizie statali ad adottarsi dello stesso modello. Sempre nel 1985 il Ministero della Difesa francese indice una gara per l’acquisizione di pistole d’ordinanza con cui sostituire il modello MAC 50. L’arma deve essere prodotta in Francia da aziende francesi, pertanto Beretta si associa alla Manufacture d’Armes de Saint Etienne e presenta, secondo le caratteristiche imposte dal bando, la 92G che nel 1987 risulta la vincitrice (su Walther P88 e Sig Sauer P226). Nel 2002 la Beretta (a questo punto in versione FS) partecipa alle gare della Guardia Civil spagnola per la fornitura di una pistola in grado di sostituire la Star BM. Beretta si presenta tramite la consociata Beretta-Benelli Iberica e vince anche questa prova.

L’adozione militare L’ad In Italia, dopo una piccola ma prestigiosa commessa ricevuta dal COMSUBIN, la 92 viene adottata in versione S da Polizia di Stato, Carabinieri, Esercito e – in parte – Guardia di Finanza, che preferisce rimanere fedele al calibro 9 corto sostituendo il modello 34 con il successivo modello 84BB. Successivi lotti significativi di versione SB andranno ad equipaggiare Esercito e forze di polizia. Attualmente la 92, nelle sue varianti, è adottata da forze militari di 31 paesi: Albania (forze speciali), Algeria, Argentina (Gendarmeria nazionale), Bangladesh (Forze speciali di sicurezza), Brasile (Esercito), Chile, Colombia, Francia (Esercito e Gendarmeria nazionale), India (forze di polizia), Indonesia (gruppi speciali), Iran, Iraq (Esercito), Italia, Giordania, Kuwait, Lussemburgo (Polizia), Malesia (Esercito, paracadutisti, forze speciali e di polizia), Malta (Esercito), Messico (Esercito), Marocco, Nigeria, Pakistan (Esercito e forze speciali), Peru, Portogallo (Polizia militare), Russia (gruppi delle forze di polizia), Slovenia (Esercito e Polizia), Sud Africa (Polizia, prodotta su licenza come Vektor Z88), Sudan, Turchia, Stati Uniti (Esercito, dogana, INS, varie polizie di stato), Venezuela.

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Le LLadies Weapons di Antonio Riello Antonio Riello è un artista fuori dagli schemi, che sfugge qualsiasi etichetta. Molto attivo nel campo dei “NewMedia” si interessa dei temi più controversi e scottanti della realtà italiana, che affronta sempre con piglio ironico e sarcastico. Cultore dell’ambiguità, cui riconosce valore artistico, Riello si pone di fronte alle armi come un osservatore distaccato, dimenticando il pre-giudizio prevalente della società contemporanea su questo tema. Come ha avuto modo di dichiarare in passato, il suo approccio al tema armi è quello dell’artista, un artista che si diverte a iniettare interferenze entro sistemi codificati; quindi l’arma, sia un fucile d’assalto AK 47, una mitraglietta UZI, una semiautomatica Beretta 92, un lanciagranate o una bomba a mano, perde o, meglio, tradisce il suo connotato abituale per divenire opera d’arte. “Le armi sono il fulcro della mia ricerca artistica attuale. Ogni artista ha le sue ossessioni; Morandi (faccio solo un esempio e non un paragone...) aveva fatto delle nature morte con vasi e bottiglie la sua cifra per leggere ed interpretare il mondo; io utilizzo le armi allo stesso modo. Mi spiego: il mio lavoro è una riflessione (ovviamente all’interno delle logiche e delle modalità dell’arte contemporanea) che si serve di fucili, pistole, bombe e quant’altro per vedere, e far vedere, la realtà da un inedito punto di vista”. Vive e lavora a Londra (UK) e ad Asiago (I).

Caroline

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Valerie

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Progetto Soldato Futuro Prog dal sito dell’Esercito Italiano: www.esercito.difesa.it/Equipaggiamenti/ProgettoSoldatoFuturo/Pagine/default.aspx FINALITÀ OPERATIVE Incrementare l’efficienza operativa delle minori unità esaltando ed integrando le aree capacitive fondamentali del combattente appiedato: letalità, sopravvivenza, comando e controllo, mobilità e autonomia. Tale incremento è stato perseguito nel quadro degli orientamenti NATO nel settore, al fine di conferire ai singoli combattenti ed alle unità una totale interoperabilità sia interforze sia in contesti d’impiego multinazionali. Lo sviluppo di equipaggiamenti individuali innovativi completamente integrati tra loro ha condotto alla realizzazione di un “sistema soldato”, basato sulla sinergia uomo-dotazione, idoneo ad assolvere i compiti derivanti dai profondi mutamenti intervenuti nello scenario internazionale. Il sistema è caratterizzato da modularità, flessibilità ed espandibilità pertanto risulta efficacemente configurabile in funzione delle diverse situazioni d’impiego e progressivamente aggiornabile alla luce delle innovazioni tecnologiche nei singoli settori. La sua integrazione nel sistema automatizzato di Comando e Controllo consentirà inoltre il completo inserimento delle unità, fino ai minimi livelli, nel processo di digitalizzazione dei nuovi contesti operativi. ARTICOLAZIONE DEL PROGRAMMA Il Programma di Ricerca e Sviluppo pluriennale è relativo alla realizzazione di 3 prototipi del sistema “Soldato Futuro”, nelle configurazioni “Comandante”, “fuciliere” e “fuciliere granatiere” (dotato di lanciagranate). Dal 2007 i prototipi sono stati sottoposti alle previste prove di collaudo tecnico e, successivamente, sono stati avviati ad un ciclo di prove di funzionalità operative a cura della Scuola di Fanteria di CESANO. Inoltre, allo scopo di valutare opportunamente i risultati del programma di ricerca e sviluppo “Soldato futuro”, a premessa della successiva fase approvvigionativa, è stato avviato l’approvvigionamento di 92 prototipi pre-serie del sistema “Soldato futuro” di cui 19 nella versione “Comandante”, 57 nella configurazione “fuciliere” e 16 nella configurazione “fuciliere granatiere”. I primi 30 sistemi di pre-serie saranno a breve consegnati alla F.A. ARCHITETTURA DEL SISTEMA Il “Soldato Futuro” persegue l’incremento dell’efficacia nelle cinque aree capacitive fondamentali. In particolare: a. L’incremento della operatività scaturisce non soltanto dalle nuove tecnologie che interessano le armi e le munizioni, ma anche da quelle relative agli apparati per l’acquisizione obiettivi, il controllo del tiro, le comunicazioni e la gestione delle informazioni. L’arma individuale è in calibro 5.56 mm, può montare un lanciagranate da 40 mm abbinato e supporta un modulo multifunzione idoneo all’acquisizione di obiettivi ed alla gestione del fuoco efficace, selettivo e mirato (di notte e di giorno). In particolare, lo stesso comprende una camera termica abbinata ad una camera TV che opera sullo stesso canale ed un’ottica di puntamento a tre ingrandimenti, un congegno di puntamento per il tiro istintivo e due puntatori laser (uno che emette nel campo del visibile, l’altro in quello dell’infrarosso). I dati possono essere esportati con modalità “wireless”. b. La sopravvivenza è accresciuta grazie anche all’integrazione delle tecnologie che assicurano la protezione contro la completa gamma di minacce presenti in un moderno scenario operativo. In tale quadro, sono state sviluppate le protezioni balistica, anti-NBC, antilaser, climatica, dal fuoco e dall’osservazione. c. I sistemi di Comando e Controllo sono stati potenziati, integrando e sviluppando i sistemi di comunicazione e i sensori per migliorare sia la percezione globale che il combattente ha della situazione, sia la sua capacità di agire con efficacia. Il sistema è dotato di appositi presentatori dati, computer individuale, GPS e radio individuale. Il programma “Soldato futuro” è integrato con le altre componenti della digitalizzazione dello spazio di manovra (SIACCON e SICCONA). d. L’autonomia è stata migliorata, impiegando materiali innovativi, essenzialmente nel settore dell’alimentazione elettrica. e. La mobilità è incrementata ottimizzando l’ergonomia dei materiali, il peso degli equipaggiamenti e l’ottimizzazione/modularità del carico trasportabile. Inoltre, è stata esaltata sia la capacità di movimento ed osservazione del combattente in ambiente notturno che la conoscenza della situazione.

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Beretta Cougar 8000 e Stoeger Cougar 8000

La necessità di ampliare il catalogo con un’arma di grosso calibro dalle dimensioni compatte induce Beretta a convertirsi ad un sistema di chiusura roto-traslante che porterà alla nascita della famiglia di pistole Cougar 8000. La 8000 sarà la prima Beretta ad essere prodotta anche nell’americanissimo calibro .45 ACP. Arma ancora attuale, è ora prodotta in Turchia da Stoeger, azienda della holding 88

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Serie 8000 La roto-traslante

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Modello 8000 Cougar F isto il tentativo non andato a buon fine con la versione compatta del modello 92, in Beretta rimaneva inespressa l’esigenza di espandere l’offerta commerciale con una pistola di grosso calibro e ingombro ridotto. L’esperienza aveva insegnato quanto fosse difficile disegnare un’arma delle dimensioni richieste da un’importante fetta di mercato affidandosi al sistema di chiusura geometrica a blocco oscillante tipico della tradizione Beretta. Il produttore gardonese, al tempo stesso, non credeva nella validità del principio a canna oscillante (sistema Browning), ritenendo che – per mantenere la massima precisione – la canna dovesse avere un unico grado di libertà e muoversi unicamente sul piano orizzontale. Queste considerazioni portarono all’individuazione di un sistema di chiusura roto-traslante, sistema inizialmente comparso sulla Roth Steyr 1907, poi adottato dalla Steyr 1911, in seguito dalla CZ22 e rimasto a lungo senza interpreti. Saranno Colt con la Colt 2000 (rilevando il progetto della Knight 2000) e Beretta a dare un futuro alla chiusura roto-traslante, successivamente ripresa anche dalla Grand Power K100. Il sistema di chiusura prevede che, all’atto dello sparo, canna e carrello siano vincolati tra loro dall’azione di tre tenoni disposti a 120° che consentono l’arretramento solidale dei due componenti. L’iniziale movimento retrogrado rettilineo della canna è trasformato da una camma macchinata nel tassello inserito nel fusto in un movimento rotatorio che determina lo svincolo del carrello-otturatore che, in questo modo, può continuare il suo moto fino a punto morto posteriore e successivamente tornare in posizione grazie alla spinta garantita dalla molla di recupero e dell’energia da questa immagazzinata. Questo funzionamento sempre in asse della chiusura permette un minor gioco delle parti, una maggior superficie di contatto tra i componenti che determinano la chiusura (dissipando al tempo stesso più enerMODELLO 8000 COUGAR gia), una ottima precisione e uno smaltimento regolare delle Periodo di produzione: 1987 fino ad oggi forze in azione, garantendo al tempo stesso una sensazione più m Calibro: 9 x 19 mm Parabellum, 9 x 21 mm dolce di rinculo e una minore usura delle parti. Con questo ra Funzionamento: semiautomatico a chiusura sistema Beretta è riuscita a disegnare pistole di dimensioni più geometrica (canna roto-traslante) contenute e ad aggredire il mercato in un nuovo segmento che Azione: mista singola e doppia prima le era precluso. Per farlo ha dovuto però rinunciare al Percussione: percussore inerziale, cane esterno suo marchio di fabbrica, quel carrello aperto che la distingue Lunghezza: 178 mm dal resto della produzione mondiale. Altezza: 126 mm In produzione dal 1987, la serie 8000 si avvale per il resto del Spessore: 32 mm know how acquisito da Beretta nel corso della sua lunga vita Peso: 920 gr industriale. In particolare le sicure si avvalgono del complesCanna: 92 mm a 6 principi so sistema di sicura affidabilità sviluppato grazie al progetto Organi di mira: tacca innestata a coda di rondine, del modello 92: nel modello standard non mancano la sicura mirino fisso manuale con funzione di abbatti-cane, quella automatica al Linea di mira: 132 mm percussore, la mezza monta del cane e l’indicatore di colpo Sicure: manuale che agisce sul sistema di in canna. Il resto della dotazione è quella tipica di un’arma da scatto, automatica al percussore, mezza monta difesa, con fusto in lega e carrello in acciaio, impugnatura di del cane, indicatore di colpo in canna disegno ergonomico con pannelli delle guancette in materiale Alimentazione: caricatore da 15 colpi plastico, comandi ambidestri per sicura e sgancio del caricaFiniture: brunitura tore, mire a tre punti con tacca registrabile inserita a coda di Impugnatura: in plastica rondine, ponticello combat, comando di smontaggio dell’arma facilmente attuabile, azione mista singola e doppia, canna

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martellata a freddo e cromata internamente, brunitura opaca Bruniton, caricatore bifilare. Per quanto riguarda l’azione di scatto nel tempo sono state introdotte le versioni D (solo doppia azione, senza sicura manuale, cane senza cresta) e G (azione mista, leva manuale ambidestra sul carrello-otturatore con funzione di abbattimento cane e ritorno della leva in posizione di arma pronta al fuoco).

Inizialmente declinata in una moltitudine di modelli, calibri e dimensioni, la pistola Cougar è stata di fatto sostituita dalla Px4 e rimasta a catalogo solo nella versione L in calibro 9 mm; in questo allestimento viene prodotta in Turchia a marchio Stoeger, azienda appartenente alla holding Beretta, che grazie al minor costo della manodopera turca permette un prezzo di listino estremamente competitivo.

Beretta Cougar 8000F (sopra) e Stoeger Cougar 8000L (sotto) a confronto

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Stoeger Cougar 8000

Stoeger Cougar 8000 L, schema di funzionamento

Stoeger Cougar 8000 L, smontata

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Stoeger Cougar 8000

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8040 Cougar F

8000L

Si tratta del modello in calibro .40 Smith & Wesson. Differisce dal modello 8000 unicamente per l’autonomia del caricatore (11 colpi).

Nel 2000 fu introdotto il modello 8000L che presenta ingombri e pesi ridotti (800 grammi) grazie al nuovo disegno del carrello-otturatore, all’impugnatura corta e alla canna alleggerita. Nonostante questi interventi cosmetici, la 8000 vanta un’autonomia di 13 colpi che, nella versione P dotata dell’impugnatura del modello originario, conserva una potenza di fuoco di 15 colpi nel calibro 9 mm, l’unico presentato.

8357 Cougar F Versione dell’arma in calibro .357 Sig. Ha autonomia di 11 colpi

8045 Cougar F Allestimento in .45 ACP. Differisce dalle altre solo per il caritore che è in grado di contenere 8 colpi. Beretta USA ha prodotto una versione speciale del modello 8045 (LAPD) su specifiche richieste del Los Angeles Police Department. L’arma differisce da quella della normale produzione per l’impiego di una canna da 4 pollici.

Inox L’allestimento in acciaio inossidabile è stato nel tempo proposto per tutte le versioni dell’arma.

Mini Cougar L’ultima frontiera in termini di compattezza è stata varcata dagli ingegneri Beretta con la Mini Cougar. Questa variante presenta un’impugnatura di dimensioni ridotte che riduce l’autonomia a 10 colpi nel calibro 9 mm, 8 in .40 SW, 6 in .45 ACP e consente un risparmio ponderale di circa 140 grammi (780 grammi). Speciali caricatori con il fondello anatomico sono in grado di riportare l’autonomia dell’arma ai valori originali.

Stoeger Cougar 8000L type D

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Modello 9000 S Il modello di transizione Con il modello 9000, Beretta asseconda una richiesta consistente del mercato introducendo un’arma con fusto in polimero e, affidandone il disegno alla Italdesign di Giorgetto Giugiaro, riconosce un’inedita centralità all’utente finale. La pistola 9000 costituisce l’elemento di transizione che porta Beretta a ideare un’arma per le esigenze del nuovo millennio

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parte una fugace apparizione tra le mani di Tom Cruise in Minority report, non si può dire che la Beretta 9000 abbia avuto un grande successo d’immagine. Nata per aprire il mercato delle armi compatte al produttore di Gardone, la prima semiautomatica Beretta con fusto in polimero è rimasta in produzione solo quattro anni senza ottenere particolari apprezzamenti. Tre le novità che interessano il modello. Anzitutto la chiusura, per realizzare la quale il gruppo italiano rinnega le proprie certezze e si converte ad un sistema stabile a corto rinculo attuato da un meccanismo a canna oscillante. Il vincolo tra canna e carrello è in questo caso diretto, attuato mediante due risalti realizzati nel blocco di culatta che vanno ad impegnare il carrello. Il vincolo è rafforzato dal risalto posto inferiormente alla culatta che va ad interagire con un blocchetto affogato nel fusto. Seconda novità è rappresentata dal fusto in tecnopolimero, in una combinazione prodotta da LNP Engineering Plastics, società del gruppo GE Plastics, che incorpora fibre di vetro e garantisce massimo rendimento tra -40 e 60 °C e la resistenza a tutti gli agenti chimici. Terzo elemento di rottura con il passato è il disegno dell’arma, che in Beretta si volle affidare alla matita della Italdesign di Giorgetto Giugiaro, designer italiano di grande successo. L’arma passata dalle cure del centro stile della Italdesign è di rottura con la tradizione armiera e, anche conservando alcuni elementi di continuità con quella Beretta (l’otturatore aperto su tutti), rappresenta un esperimento inedito nel settore. Spinto dalle richieste di carattere funzionale avanzate dal produttore, Giugiaro seppe allestire un’arma dalle forme sinuose, senza quelle asperità di disegno tipiche delle pistole d’impostazione classica, con indubbi benefici per quanto riguarda porto ed estrazione rapida. La 9000 presenta un complesso di soluzioni meccaniche di primo livello. A livello di sicurezza, nulla ha da invidiare alla 92 e alle armi coeve montando una sicura manuale con funzionalità di abbatti-cane sulla monta di sicurezza, una automatica al percussore, la mezza monta del cane e l’indicatore di colpo in canna. L’impugnatura, per essere più confortevole, presenta inserti sovra-iniettati di materiale morbido e grippante. L’azione è mista, singola e doppia. Le mire sono ribassate per il porto occulto; entrambe sostituibili (sono montate a coda di rondine) utilizzano tre riferimenti bianchi per facilitare la collimazione. Il caricatore offre un’autonomia

di tutto rispetto e garantisce la perfetta intercambiabilità con i caricatori del sistema 92; alla maggiore lunghezza di questi ultimi si può infatti ovviare utilizzando un adattatore-prolunga per migliorare la presa dell’arma senza modificarne le dimensioni in termini di compattezza. Fu prodotta in calibro 9 para (9 x 21 mm dove imposto dalla legge) e .40 S&W (con caricatore da 10 colpi) anche in allestimento D con scatto in sola doppia azione, cane interno, senza sicura manuale. Nonostante queste caratteristiche di rilievo la 9000 non riuscì a sfondare e fu rapidamente eliminata dal mercato a favore della Px4 che, appena nata, stava riscuotendo lusinghieri interessamenti. La 9000 si poneva come un’arma di transizione, che ebbe l’indubbio merito di far entrare Beretta nel mercato delle moderne pistole con fusto in polimero. Vincolata da quote dimensionali importanti (specie lo spessore), non riuscì ad imporsi in un segmento popolato da concorrenti molto agguerriti.

MODELLO 9000 S Periodo di produzione: 2000-2006 m Calibro: 9 x 19 mm Parabellum, 9 x 21 mm ra Funzionamento: semiautomatico a chiusura geometrica (canna oscillante) Azione: mista singola e doppia Percussione: percussore inerziale, cane esterno Lunghezza: 168 mm Altezza: 122 mm Spessore: 42 mm Peso: 760 gr Canna: 88 mm a 6 principi Organi di mira: tacca e mirino innestati a coda di rondine Linea di mira: 132 mm Sicure: manuale che agisce sul sistema di scatto, mezza monta del cane, automatica al percussore, indicatore di colpo in canna Alimentazione: caricatore da 12 colpi Finiture: brunitura Bruniton Impugnatura: solidale al fusto

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.PEFMMP 4 #t-PL Nel 2002 Beretta ha dotato la sua compact 9000 S del dispositivo CSFWFUUBUP #t-PL TJDVSB NFDDBOJDB JOUFHSBMF BE BUUJWB[JPOF volontaria (è necessario l’impiego di un’apposita chiave fornita in dotazione) che blocca meccanicamente il cane in posizione disarmata. Il sistema, ideato per soddisfare i requisiti di sicurezza previsti dallo stato della California, può essere azionato mediante la semplice traslazione di 90° della chiave suddetta (disponibile in una miriade di combinazioni), tramite una “toppa” riportata sotto il calcio, in prossimità della suola del caricatore. E’ anti-scasso e dispone di un segnalatore a perno che, anche al tatto, conferma l’eventuale inserimento del dispositivo.

Modello 9000 S Type D Allestimento con scatto in sola doppia azione, cane interno, senza sicura manuale. Disponibile sia in calibro 9 mm che .40 S&W.

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Beretta modello 9000 S, esploso

Varianti


Modello U22 Neos Per il tiro informale

L’attenzione che Beretta ha sempre dedicato a chi dell’arma fa un uso informale porta al lancio del modello U22 Neos in calibro .22 Long Rifle. Nato per il mercato americano ed in America prodotto, ha trovato ampio mercato in tutto il mondo

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l mercato delle semiautomatiche di piccolo calibro per il tiro informale costituisce una nicchia all’interno del più complesso aggregato delle armi corte; una nicchia, piccola, presidiata anche dai grandi nomi della tradizione armiera mondiale. Beretta, tra questi, ha nel tempo presentato vari modelli, alcuni con qualche velleità agonistica, altri con un’impostazione derivata dai modelli di calibro maggiore e con meno pretese sportive, non in grado di fare concorrenza alle armi professionali da tiro accademico ma idonee ad un tiro senza pretese, al plinking. Più di recente Beretta ha fatto di più presentando un modello completamente nuovo, cosa che il nome stesso dell’arma lascia intendere. Si tratta della Beretta U22 Neos, una pistola dal design accattivante. Se l’estetica è totalmente nuova lo si deve all’equipe Giugiaro, che fa del product design la propria missione; un centro stile di grande tradizione, italiano, che ha cominciato ad operare nel settore automobilistico estendendo le proprie attenzioni a

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Beretta U22 Neos

molti altri campi: dalla fotografia agli arredi, dalla grafica agli elettrodomestici, dall’architettura, appunto, alle armi. Ma al di là dell’aspetto estetico accattivante ed inedito, la Neos è stata concepita e studiata integralmente negli Stati Uniti e alla succursale americana di Beretta è anche affidata la sua produzione. La Neos è una semiautomatica a chiusura labile a massa ed azione singola alimentata da un generoso caricatore monofilare da 10 colpi. La sua destinazione, oltre a quella ludica di chi abbia la possibilità di esercitarsi legalmente in campo aperto, è comunque il poligono. Funzionando in tutto e per tutto come un’arma comune, si presta all’impiego da parte di chi si stia impratichendo nel maneggio delle armi o di chi, volendo passare da un semplice uso strumentale della sua pistola (difesa) a qualcosa di più, intenda avvicinarsi al tiro accademico; questo è possibile unicamente con la versione con canna da 4 pollici e mezzo che rientra nel limite posto dalla Federazione Internazionale di Tiro a Segno per quanto riguarda la lunghezza della linea di mira (220 mm). La Neos può essere facilmente scomposta in quattro parti principali: impugnatura, fusto, canna e carrello-otturatore. Il blocco dell’impugnatura è in polimero rinforzato in fibra di vetro e ingloba la guardia del grilletto. Appositi inserti in gomma morbida garantiscono un buon grip in tutte le condizioni di utilizzo. La tacca di mira è regolabile sia in alzo, con un comodo registro a scatti, che in deriva. La finestra della foglia di mira misura 3,3 millimetri mentre il mirino ne misura 4. Nella dotazione della Neos sono disponibili tacca e mirino classici di colore nero oltre a un mirino bianco e una foglia di mira rossa. Secondo blocco dell’arma è il fusto propriamente detto. Qui sono alloggiati lo scatto, il percussore, lo hold open, il pulsante di sgancio del caricatore e la sicura. Lo scatto è regolabile nella sola versione DLX per quanto attiene alla corsa di retro-scatto, tramite una vite con testa esagonale posta sul grilletto, e alla precorsa; questa seconda operazione richiede l’intervento di un

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tecnico esperto perché è indispensabile procedere allo smontaggio dello scatto. Il fusto ingloba anche la sicura manuale, con comando ambidestro, che può essere inserita sia quando il percussore sia armato che quando sia disarmato; in questo secondo caso essa bloccherà anche il carrello, che potrà arretrare solo per pochi millimetri. Sul fusto è pure il percussore lanciato con la sua molla, che ad esso è assicurato mediante alcune spine passanti. Il percussore spicca anche tra le dotazioni di sicurezza perché, quando armato, protrude dalla parte posteriore del carrello fornendo un’informazione visiva, immediata, sul suo stato. Sul fusto si ritrova il comando a vite che blocca la canna com-

MODELLO U22 NEOS Periodo di produzione: 2001 Esemplari prodotti: nd Calibro: .22 LR Funzionamento: semiautomatico a chiusura labile Azione: singola Percussione: percussore lanciato Lunghezza: 259 mm Altezza: 132 mm Spessore: 38 mm Peso: 1.020 gr Canna: 151 mm a 6 principi Organi di mira: tacca micrometrica, mirino intercambiabile Linea di mira: nd Sicure: manuale che agisce sul sistema di scatto Alimentazione: caricatore da 10 colpi Finiture: brunitura Impugnatura: ambidestra integrale al fusto in polimero


pattando tutto il sistema; questo comando si può azionare solo premendo il pulsante di sblocco posto sul lato destro del fusto. L’otturatore, grazie alla particolare conformazione dell’arma, è svuotato da qualsiasi funzione se non quella di massa otturatrice; sul suo lato destro è assicurato l’estrattore. La canna è un sistema piuttosto complesso ricavato dal pieno per asportazione di materiale; è disponibile in tre lughezze (114, 152 e 190 mm) e riporta la rampa di alimentazione che facilita il percorso della cartuccia dal caricatore alla camera. Nella sua parte superiore è applicata tramite spine e viti una lunga slitta tipo Weaver alla quale attaccare i vari strumenti di collimazione che il tiratore ritenesse più idonei alle sue necessità. Nella parte inferiore della canna è presente la vite che, impegnata dal comando di smontaggio posto sul fusto, blocca la canna al fusto stesso e blocca tutti i componenti in un insieme. La particolare architettura della Neos fa sì che la canna possa essere

facilmente sostituita con quelle di differente lunghezza disponibili; con tacca e mirino saldamente montati sulla canna, anche l’eventuale sostituzione di quest’ultima non renderà necessaria un’azione di taratura degli organi di mira. Sul mercato americano è disponibile un kit che consente la trasformazione della Neos in una piccola carabina; il kit include una canna da 410 mm con mirino in fibra ottica Tru-Glo, un’astina e un calcio alleggerito cui possono essere applicati un calciolo ed un poggia-guancia opzionali. Anche da questi dettagli si percepisce come quest’arma sia nata per il mercato statunitense, dove le leggi in materia di armi e catalogazione sono diverse da quelle europee ed italiane in particolare. L’alimentazione è garantita da un lungo caricatore monofilare d’acciaio inox in grado di contenere ben 10 colpi. Nella confezione dell’allestimento DLX ne è contenuto un secondo esemplare di ricambio.

Varianti U22 Neos DLX Rispetto alla versione base della U22, l’allestimento De Luxe (DLX) adotta lo scatto regolabile (precorsa e retroscatto), una dotazione extra di 3 tacche con relativi mirini di ricambio (bianco rosso e nero), inserti in gomma morbida blu nell’impugnatura e una riproduzione del logo realizzata a laser sul fusto.

Beretta U22 Neos DLX

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Serie Px4 Storm Il nuovo standard di riferimento

Nella famiglia Px4, Beretta ha sintetizzato 30 anni di progresso tecnologico, fornendo la sua interpretazione della pistola per il terzo millennio. Il suo progetto modulare la inserisce in un sistema d’arma molto complesso, che ha già dato vita a numerose varianti e molte altre ne produrrà. Il fusto in polimero, la canna roto-traslante, lo studio attento dell’ergonomia e un’ampia gamma di possibilità di personalizzazione ne fanno una delle armi più moderne disponibili sul mercato 100

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Modello Px4 F Storm l successo planetario ottenuto da Beretta con il suo modello 92 è stato un evento che ha cambiato la storia del marchio italiano. Fama, prestigio, visibilità hanno un valore aggiunto che si traduce nella più potente azione di marketing che un’azienda possa sviluppare. Dal 1975, data di inizio di questa stagione fortunata, la storia aziendale del produttore nel comparto delle armi corte è stata un susseguirsi di successi ma sempre declinati sulla piattaforma 92. Quando Beretta si è mossa in altre direzioni, sia per aggredire altri segmenti del mercato, sia per proporre modelli più adeguati alle esigenze contemporanee di forze militari e di polizia, si è scontrata con successi parziali. I due tentativi di uscire dalla logica (e dannazione) del modello 92 sono stati fatti nel 1987 con la serie 8000 dotata di canna traslante e, più recentemente, con il modello 9000 con fusto in polimero. Il primo tentativo ha stimolato l’interesse di un folto pubblico che ha sancito un moderato successo della famiglia di pistole, nel tempo declinate in una varietà molto estesa di varianti ma poi ridottasi all’unico modello attualmente a catalogo, per giunta prodotto in Turchia dalla consociata Stoeger; il secondo, nonostante l’innovazione introdotta dal polimero, ha avuto una vita brevissima (2000-2006) che testimonia la necessità di provare nuove vie. Entrambe le pistole, è opportuno dirlo, presentavano alla loro introduzione caratteristiche interessanti, ma non tanto da sconfiggere la concorrenza di altri produttori e non tali da essere rivoluzionarie; entrambe presentavano soluzioni inedite per Beretta ma sviluppate ancora allo stato larvale. Lo staff di ingegneri all’inizio del nuovo millennio si rimise quindi al lavoro sotto la guida dell’ing. Righi che, coadiuvato dalla sezione prototipi e dalla direzione del settore Difesa, sviluppò il nuovo modello Px4. Una sigla criptica, che abbandona la terminologia utilizzata fino a quel modello da Beretta (anno di brevetto / inizio di produzione o numero di progetto) per indicare, letteralmente, una pistola pensata per 4 calibri: il 9 para, il 9 x 21 mm, il .40 S&W e il .45 ACP. La nuova pistola andava ad inserirsi, nelle intenzioni dei progettisti, in quella famiglia di armi d’impostazione tattica avviata dalla carabina Cx4 e successivamente implementata dalla carabina Rx4, poi commercializzata da Benelli come MR-1. Questa parentela, oltre alla destinazione iniziale della Px4 (il bando per l’identificazione della nuova arma da fianco dello US SOCOM), ha fatto sì che il nuovo prodotto Beretta avesse un taglio molto operativo, da cui cu discende la parte finale del nome del modello: Storm (tempesta in lingua inglese).

MODELLO PX4 F STORM Periodo di produzione: 2004 ad oggi Calibro: 9 x 19 mm Parabellum, 9 x 21 mm m Funzionamento: semiautomatico a chiusura ra geometrica (canna roto-traslante) Azione: mista singola e doppia Percussione: percussore inerziale, cane esterno Lunghezza: 192 mm Altezza: 140 mm Spessore: 36 mm Peso: 785 gr Canna: 102 mm a 6 principi Organi di mira: tacca e mirino innestati a coda di rondine Linea di mira: 146 mm Sicure: manuale che agisce sul sistema di scatto, automatica al percussore, mezza monta del cane, indicatore di colpo in canna Alimentazione: caricatore da 15 colpi Finiture: brunitura Impugnatura: solidale al fusto in polimero

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La nuova arma si presentava al momento del suo lancio non più come una novità per la tradizione Beretta quanto come il punto di sintesi di quasi venti anni di sviluppo tecnologico. Essa infatti presenta un fusto in tecnopolimero di ultima generazione (che condivide con la famiglia x4 e deriva dal modello 9000) e una chiusura roto-traslante (di derivazione 8000) migliorata. Queste caratteristiche congiunte, ovviamente unite a molteplici altre, hanno finalmente decretato il successo commerciale che da tempo Beretta stava cercando. Il sistema di chiusura a canna rotante e traslante della Px4 è stato sensibilmente modificato rispetto alla sua prima apparizione sulla 8000. In quest’arma, infatti, sono presenti due tenoni ad attuare la chiusura sfalsati di 180° in luogo dei tre a 120° del modello precedente, caratteristica che incrementa la robustezza del sistema. Inoltre, la camma che interagisce con la pista scavata nella culatta è ricavata per fresatura del blocchetto presente a livello di culatta. La caratteristica più importante del sistema è nel fatto che la canna, dopo un iniziale arretramento compiuto congiuntamente al carrello, inizia la fase rotatoria che la svincola dal carrello, al termine della quale si blocca. Tutto avviene perfettamente in asse. Il tassello che attua la chiusura è ovviamente realizzato in acciaio speciale in grado di resistere alle sollecitazioni del rinculo anche dei calibri più potenti (l’arma è pensata per il poderoso .45 ACP) e presenta delle fresature che consentono lo smaltimento degli eventuali residui di combustione. Le ridotte superfici di attrito della canna sull’otturatore e sul tassello centrale garantiscono un’elevata affidabilità del sistema e ottima fluidità di funzionamento anche in condizioni climatiche avverse. 102

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La canna presenta una maggiorazione del diametro esterno in volata che ha lo scopo di assicurare un accoppiamento canna-otturatore preciso e costante. Secondo elemento di distinzione della Px4 è il fusto. Beretta ne ha realizzato uno in tecno-polimero rinforzato con fibra di vetro estremamente valido, che raggiunge tutti gli scopi che un componente del genere si propone: elasticità per ridurre la sensazione del rinculo, leggerezza per facilitare il porto, resistenza agli agenti esterni. Sulla sua superficie sono ricavati risalti squamati che favoriscono impugnabilità e il controllo dell’arma in tutte le condizioni operative. Sul fusto sono presenti una slitta Picatinny (Mil-std 1913) per il montaggio di accessori di illuminazione o puntamento, e alcuni elementi che portano ad individuare in questo progetto un vero sistema modulare: anzitutto un pulsante di sgancio del caricatore reversibile e sostituibile; oltre a quello standard ne sono presenti due (opzionali) in allestimento Large (pensato per un impiego sportivo dell’arma) e Combat. A livello d’impugnatura va inoltre segnalata la presenza del dorso sostituibile; in questo caso ne sono presenti due di dimensione differente (Slim e Large) già nelle confezione di vendita. Il dorsalino è facilmente sostituibile mediante la rimozione di una spina passante. Terzo elemento di modularità è presente a livello del hold open, con un comando a basso profilo (Stealth) che può facilmente prendere il posto di quello montato di serie. E’ evidente che queste tre caratteristiche, oltre alla possibilità di avere l’arma in 4 calibri differenti, 4 allestimenti di scatto (F/D/G/C) e 3 dimensioni (Full size, Compact e Sub compact) consentono alla Px4 di essere appetibile ad una platea di utenti praticamente infinita.


Tornando al fusto, che presenta il tassello in acciaio che attua la chiusura, è opportuno notare come questo si accoppi perfettamente al carrello-otturatore mediante guide lunghe realizzate al suo interno; il colore previsto per questo componente è il classico nero, sabbia nella versione SD. Al suo interno è ospitato il meccanismo di scatto, a pacchetto, estraibile sia per eventuali manutenzioni eccezionali (asportandolo si possono pulire aree del fusto altrimenti inaccessibili) che nel caso si renda necessaria la sostituzione dell’azione. Il carrello viene realizzato mediante macchine a controllo numerico per fresatura dal pieno, presenta doppia serie d’intagli inclinati, due scassi a coda di rondine per l’applicazione degli organi di mira (quindi sostituibili), il comando della sicura ambidestro ed è disponibile sia in allestimento in versione nera – sabbiato, fosfatato e rivestito al Bruniton, il trattamento che Beretta riserva alle sue armi tattiche – che in versione Inox, a contrasto con il fusto, particolarmente adatto

all’impiego intensivo dell’arma in climi umidi. I fianchi sono smussati e privi di sporgenze così da agevolare inserimento ed estrazione della pistola dalla fondina. Le mire adottate sono di tipo combat luminescente a 3 punti. La canna, forgiata, martellata a freddo e cromata internamente, presenta un asse molto basso rispetto al palmo dell’utente contribuendo in questo alla riduzione del rilevamento dell’arma allo sparo. Lo smontaggio da campo dell’ultima pistola d’impostazione militare nata in casa Beretta è estremamente semplice e si attua abbassando le due alette poste sui lati del fusto; una volta completata questa operazione, è possibile sfilare in avanti il carrello che può successivamente essere scomposto da canna e gruppo molla di recupero / guida-molla / blocchetto attuatore. Per la manutenzione ordinaria e la pulizia non è necessario procedere oltre. Dopo test molto selettivi, la Px4 ha ricevuto la certificazione NATO a conferma delle sue caratteristiche di primordine. prim’ordine.

Beretta Px4 Storm Inox

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Varianti Modello Px4 Storm SD La sigla che accompagna il nome è l’acronimo di Special Duty, che evidenzia come la nuova Storm sia stata appositamente ideata per gli impieghi tattici più gravosi. Realizzata in solo calibro .45 ACP, la Px4 SD è l’arma pensata da Beretta per concorrere al programma del SOCOM (United States Special Operations Command). Adotta anch’essa fusto in tecnpolimero con slitta Picatinny, dorso sostituibile e carrello in acciaio speciale; tutte le superfici sono trattate per resistere alle condizioni d’impiego più estreme. Le mire sono di tipo Supeluminova, un materiale foto-sensibile in grado di mantenere 30 minuti di luminescenza dopo una anche breve esposizione ad una fonte luminosa. I caricatori sono rivestiti in PVD (acronimo di Physical Vapour Deposition) per resistere all’impiego in tutti i contesti operativi; sono disponibili caricatori da 9 e 10 colpi. La canna adottata è in versione Extended per un’eventuale applicazione (se filettata) di dispositivi di attenuazione del rumore. Ne è prevista la vendita in una valigetta tattica che contiene 2 dorsi opzionali, 3 caricatori, due bottoni di sgancio, un kit di pulizia dedicato.

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Modello Px4 Storm Compact Ultima nata della famiglia è la versione compatta. E’ disponibile sia in calibro 9 mm che in .40 S&W. Presentata nel 2010, mantiene quote dimensionali interessanti che permettono di conservare un’impugnatura di dimensioni adeguate e grande capacità del caricatore (15 colpi in 9 mm, 12 in .40 S&W); accetta anche il caricatore full size della sorella maggiore.

MODELLO PX4 F STORM COMPACT Periodo di produzione: 2010 ad oggi Calibro: 9 x 19 mm Parabellum, 9 x 21 mm m Funzionamento: semiautomatico a chiusura ra geometrica (roto-traslante) Azione: mista singola e doppia Percussione: percussore inerziale, cane esterno Lunghezza: 173 mm Altezza: 129 mm Spessore: 36 mm Peso: 770 gr Canna: 83 mm a 6 principi Organi di mira: tacca e mirino innestati a coda di rondine Linea di mira: 132 mm Sicure: manuale che agisce sul sistema di scatto, automatica al percussore, mezza monta del cane, indicatore di colpo in canna Alimentazione: caricatore da 15 colpi Finiture: brunitura Impugnatura: solidale al fusto in polimero

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Modello Px4 Storm SubCompact Disponibile in calibro 9 mm e .40 SW, l’allestimento sub compact è stato presentato nel 2008. Basato sul disegno della PX4 maggiore, di cui conserva le caratteristiche salienti, presenta delle peculiarità specifiche, quali la chiusura modificata, studiate per fornire un’arma dalle dimensioni contenute, idonea al porto occulto prolungato. Presenta hold open a profilo ribassato e ricciolo del caricatore retrattile (SnapGrip Magazine Extender) che contempera al bisogno della massima riduzione delle dimensioni con quella di un supporto per alloggiare il mignolo della mano che impugna l’arma. Il caricatore offre una capienza di 13 e 10 colpi nei due calibri. E’ disponibile negli allestimenti F standard e G/D/C.

MODELLO PX4 F STORM SUBCOMPACT Periodo di produzione: 2008 ad oggi m Calibro: 9 x 19 mm Parabellum, 9 x 21 mm ra Funzionamento: semiautomatico a chiusura geometrica (roto-traslante) Azione: mista singola e doppia Percussione: percussore inerziale, cane esterno Lunghezza: 158 mm Altezza: 122 mm Spessore: 36 mm Peso: 740 gr Canna: 76 mm a 6 principi Organi di mira: tacca e mirino innestati a coda di rondine Linea di mira: 114 mm Sicure: manuale che agisce sul sistema di scatto, automatica al percussore, mezza monta del cane, indicatore di colpo in canna Alimentazione: caricatore da 13 colpi Finiture: brunitura Impugnatura: solidale al fusto in polimero

Calibri 9 mm Si tratta dell’allestimento standard, proposto in calibro 9 parabellum alle forze armate e ai paesi dove questo calibro sia ammesso per uso civile e in 9 x 21 mm IMI dove l’altro calibro sia precluso. L’autonomia è di 15 colpi (full size e compact) e 13 colpi (sub compact)

.40 Smith & Wesson Il calibro americano è disponibile per tutte le versioni dell’arma con un sensibile calo dell’autonomia della stessa: 14 (full size), 12 (compact), 10 colpi (sub compact). L’adozione del calibro maggiore non comporta alcun aumento ponderale né modifiche di rilievo all’arma.

.45 ACP Il grosso calibro è al momento previsto unicamente per la versione full size della Px4 e la sua variante Special Duty. La sua adozione comporta, oltre ad un passo di rigatura sensibilmente differente, un aumento ponderale di circa 15 grammi e la riduzione della capacità del caricatore a 9 / 10 colpi (due i caricatori disponibili).

Beretta Px4 Storm SubCompact

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Sistemi Type F

Type G

E’ la versione standard ad azione mista dell’arma. Presenta una sicura manuale con funzione di abbattimento del cane, sicura automatica al percussore, mezza monta del cane, indicatore di colpo in canna. Cane alleggerito.

Dotata di azione mista singola e doppia, è fornita di tutti i dispostivi standard di sicurezza con la differenza che la leva manuale ambidestra, dopo l’abbattimento del cane, ritorna in posizione di arma pronta al fuoco. Cane alleggerito.

Type D

Type C

Sola doppia azione (DAO), sicura assente e cane a profilo basso. Disponibile solo per forze di polizia e militari.

La lettera C indica la Constant action, una semi-doppia azione con pre-armamento del cane, peso di scatto di 3,6 Kg e corsa del grilletto ridotta a soli 13 mm. Manca la sicura perché questo sistema prevede la minima manipolazione possibile dell’arma da parte dell’operatore, il cane è interno. L’azione tipo C garantisce omogeneità di azionamento dal primo all’ultimo colpo. Disponibile solo per le armi in 9 mm e . 40 S&W e per mercato Law Enforcement.

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L

a semiautomatica Nano porta in casa Beretta una ventata di novità anche se, per la verità, si tratta di un ritorno all’antico. Nano è infatti l’unica pistola prodotta in tempi recenti dall’azienda di Gardone ad essere equipaggiata con un meccanismo di funzionamento a percussore lanciato, in rottura con quella che è la tradizione del marchio. Disegnata per il mercato americano e prodotta nello stabilimento Beretta del Maryland, la Nano è pensata espressamente per il settore civile. Con le sue piccole dimensioni raccoglie infatti la sfida lanciata da una domanda sempre più attenta a strumenti ultra-compatti, facili da portare e idonei al porto occulto. La sua architettura affianca ad un’estrema semplicità costruttiva e di funzionamento un telaio in polimero rinforzato con inserimenti di fibra di vetro di dimensioni contenute che consente comunque l’impiego del classico calibro 9 mm (9 Para in USA, inevitabilmente 9 x 21 in Italia). Peculiarità del sistema è la presenza di un telaio in acciaio inossidabile estraibile e serializzato, che va ad accoppiarsi con il carrello, e che può essere inserito all’interno di fusti di diversa dimensione, così da accomodare mani di diverse grandezze e diventare parte di un sistema modulare, espandibile a piacimento dell’utente. Il sistema di funzionamento è il tipico Browning a canna oscillante; non mancano tacca regolabile, mirino sostituibile e pulsante di sgancio del caricatore reversibile. Mancando una sicura manuale, la sicurezza è demandata ad un grilletto dotato di un’appendice che consente lo sgancio del percussore solo in seguito ad un’azione corretta sul grilletto stesso (ricorda molto il sistema Glock); è inoltre prevista la possibilità di disattivare il percussore agendo, mediante una punta o un caccia-spine, su un comando dislocato sulla parte destra del fusto. Varie semplificazioni produttive hanno portato vantaggi non solo nella funzionalità dell’arma quanto pure nella metodica costruttiva e, in ultima analisi, nel contenimento dei costi industriali e quindi del prezzo al pubblico. L’arma – che potrebbe prossimamente essere prodotta in .40 SW – presenta una serie di intagli nella parte anteriore del fusto che lasciano prevedere in futuro il lancio di accessori ad essa dedicati. Pensata per il mercato americano, che in anni recenti ha dimostrato di essere molto ricettivo nei confronti di questo segmento di armi corte, la Nano continuerà ad essere curata in tutti i suoi aspetti, commerciali e di sviluppo, dalla succursale americana di Beretta. La commercializzazione in Italia è prevista per la fine del 2012.

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Beretta Nano calibro 9 Parabellum

MODELLO NANO Periodo di produzione: 2012 ad oggi Calibro: 9 x 19 mm Parabellum Funzionamento: semiautomatico a chiusura ra geometrica (canna oscillante) Azione: doppia azione (pre-set action) Percussione: percussore lanciato Lunghezza: 143 mm Altezza: 106 mm Spessore: 23 mm Peso: 500 gr Canna: 78 mm a 6 principi Organi di mira: tacca innestata a coda di rondine, mirino sostituibile Linea di mira: 125 mm Sicure: manuale che agisce sul sistema di scatto, automatica al percussore, mezza monta del cane, indicatore di colpo in canna Alimentazione: caricatore da 6 colpi Finiture: brunitura Pronox Impugnatura: solidale al fusto in polimero


Browning 140DA

Revolvers

Aria compressa

Appendici

Pistole da segnalazione

I calibri delle pistole Beretta

Caratteristiche balistiche dei calibri impiegati

Modelli successione cronologica Š

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APPENDICE

Il clone Fronte unico

P

La forte concorrenza di aziende extra-europee negli anni ‘70 spinse Beretta a trovare alleati commerciali per presidiare con più forza il mercato europeo. Frutto di questa politica fu un accordo con Browning, per cui l’azienda italiana produrrà una variante del suo modello 81

Browning 140DA er tentare di porre un freno al dilagare della concorrenza extra continentale, nel 1972 Beretta trovò un accordo con Fabrique Nationale d’Armes de Guerre (FN) che prevedeva MODELLO 140DA / 380BDA lo scambio di un significativo pacchetto azionario e una Periodoha di produzione: 1978-1995 famiglia Px4, Beretta sintetizzato serie di iniziative comuni. DaNella parte Beretta, queste iniziaEsemplari prodotti: 200.000 circa tive portarono alla produzione30 del anni semi-automatico a presa di progresso tecnologico, Calibro: 7,65 mmfornendo Browning / 9 mm corto di gas B-80, parente del Beretta A301, e della pistola 140DA Funzionamento: la sua interpretazione della pistolasemiautomatico per il a chiusura labile d’impostazione meccanica simile a quella della Beretta 81. Azione: singola e doppia Queste due armi furono prodotte da Beretta stessa a marchio terzo millennio. Il suo progetto modulare Percussione: percussore inerziale, cane esterno Browning rispettivamente in 300.000 e 200.000 esemplari Lunghezza: 173 molto mm la inserisce in un sistema d’arma circa, fino al 1995, anno in cui Beretta ha ritirato la propria Altezza: 122 mm partecipazione ri-acquistando complesso, le proprie azioni a che causa ha della già dato vita a numerose Spessore: 35 mm difficile situazione finanziaria in cui versava la società belga. varianti e molte altre nePeso: produrrà. Il fusto 640 gr Ugo Gussalli, presidente Beretta, ha mantenuto una posizione Canna: 97 mm a 6 in polimero, la canna roto-traslante,principi lo di consigliere all’interno del consiglio di amministrazione di Organi di mira: tacca innestata a coda di rondine, FN dal 1972 al 1988. studio attento dell’ergonomia e un’ampia mirino fisso La Browning 140 differisce dalla Beretta 81 anzitutto per la di mira: 127 mm gamma di ma possibilità di Linea personalizzazione forma del carrello-otturatore (non più aperto dotato di Sicure: manuale che agisce sul sistema di scatto una finestra d’espulsione sul lato L’arma monta una armi più moderne nedestro). fanno una delle e abbatte il cane alla mezza monta del cane sicura abbatti-cane ambidestra che al tempo stesso discondisponibili sul mercato Alimentazione: caricatore da 12 / 13 colpi nette lo scatto e abbassa il cane alla mezza monta. Lo scatto è Finiture: brunitura ad azione mista, il fusto è realizzato in ergal. Impugnatura: in plastica La stessa pistola era disponibile anche in calibro 9 mm corto (mod. 380BDA come il mod. 84BB di Beretta). 112

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APPENDICE

Revolver

Beretta Stampede

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APPENDICE Nota per le sue semi-automatiche, Beretta in più occasioni è stata tentata dal mercato dei revolver, che ha presidiato distribuendo articoli di altri produttori o realizzando armi, nel suo stabilimento brasiliano, d’ispirazione Smith & Wesson. In anni più recenti ha messo a frutto il legame con Uberti proponendo una gamma di repliche di grandi successi dell’Ottocento

L Stampede

a collaborazione con Uberti, marchio della galassia Beretta, ha fatto sì che anche Beretta decidesse di cimentarsi nel settore delle repliche. Per farlo ha iniziato con l’arma icona dell’epopea del West, quel modello 1873 Single Action Army (Peacemaker) diventato a torto o a ragione l’icona di un’epoca storica. Uberti, prima che si instaurasse questa (prolifica) joint venture, aveva già a catalogo una propria interpretazione dell’arma Colt, che nel suo catalogo prende il nome di Cattleman ed è stata declinata in una moltitudine di varianti. La Stampede Beretta di quell’arma è stretta parente anche se, ad onor del vero, se ne discosta in quanto prodotta ex novo in base ad un progetto originale. La collaborazione tra i due marchi si è concretizzata nel 2003 quando Beretta presenta la sua prima Stampede, fornita in 3 versioni, 3 calibri, 3 lunghezze di canna. Si tratterebbe dell’ennesima – pur bella – replica del più famoso revolver del mondo se non incorporasse i più moderni ritrovati in termini di sicurezza: segnatamente, un sistema di trasferimento della percussione (transfer bar) che permette di percuotere l’innesco unicamente quando si agisca sull’appendice di scatto. La sicurezza è evidentemente una questione molto importante e sentita sia dall’opinione pubblica che dai produttori, specie negli Stati Uniti che ancora sono il mercato principale del segmento delle riproduzioni western. Il sistema del transfer bar si è rivelato quello più efficace per raggiungere il risultato senza stravolgere l’estetica di un’arma le cui forme sono ben codificate nell’immaginario comune. Questo, infatti, altro non è che una barretta d’acciaio che si frappone tra cane e percussore solo al momento in cui si preme il grilletto, fungendo da impulsore del moto del cane, evitando che in ogni altra situazione i due elementi possono venire a contatto. Il percussore propriamente detto è fissato al castello da una ghiera filettata; questa è l’unica caratteristica, insieme ad un’altra minore, che rende incoerente il revolver Stampede con quello d’epoca. Ad un’analisi visiva, infatti, manca il lungo percussore solidale al cane stesso.

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La seconda differenza si può identificare nella vite posta sul lato anteriore dell’impugnatura che ha il compito di regolare la forza della molla del cane, quindi il peso dello scatto; si tratta di una modifica piuttosto comune nelle repliche di costruzione più recente, pensata per migliorare le prestazioni dei tiratori impegnati nelle gare western. L’impostazione meccanica dell’arma prevede il classico sistema ad azione singola, il tamburo da 6 colpi con l’estrattore a bacchetta, la tacca ricavata nel castello e il mirino a pinna fresato alla volata, la mezza monta del cane. Notevole la qualità delle lavorazioni meccaniche, con tutti i componenti principali ricavati dal pieno con tolleranze ridottissime da acciai di alta qualità e temprati. Enorme l’offerta delle finiture disponibili nei tre calibri adottati e nelle diverse lunghezze di canna disponibili.

MODELLO STAMPEDE Periodo di produzione: 2003 ad oggi Calibro: .45 Long Colt Azione: singola Percussione: indiretta con transfer bar Lunghezza: 280 mm Peso: 1.070 gr Canna: 140 mm Organi di mira: tacca e mirino fissi Sicure: transfer bar Alimentazione: tamburo da 6 colpi Finiture: brunitura blue Impugnatura: guancette in polimero


Varianti Calibri Oltre che nel .45 Long Colt, il revolver Stampede è camerato in .44/40 e .357 Magnum.

Canne

Beretta Stampede base con castello tartarugato, canna da 7 ½”

Tre le lunghezze disponibili: 4 ¾, 5 ½ e 7 ½ pollici.

Finiture Tre quelle disponibili (blue con castello tartarugato, Nickel e De Luxe) cui nel tempo si sono affiancate numerose varianti speciali dell’arma:

Stampede Inox Versione standard dell’arma con impugnatura nera in polimero. Beretta Stampede De Luxe con castello tartarugato, canna da 5 ½”

Stampede De Luxe Versione particolarmente rifinita con calcio monolitico in noce.

Stampede Nickel Allestimento con trattamento di nichelatura delle parti metalliche e impugnatura in noce.

Stampede Marshal Versione corta con canna da 3 pollici e mezzo. Disponibile solo in .45 LC e .44/40.

Beretta Stampede inox, canna da 5 ½”

Stampede Bisley Replica dell’arma Bisley dotata di impugnatura modificata a becco d’uccello. E’ disponibile solo in .45 LC e .44/40 nelle tre lunghezze di canna standard. Anche in versione Nickel e De Luxe. Beretta Stampede Bisley

Stampede Patton e Custer

Beretta Stampede Patton-Custer

Realizzati in edizione limitata solo in .45 LC ma nelle tre lunghezze di canna abituali, i due revolver appartengono ad una serie commemorativa venduta in cofanetto con una coppia di pistole numerate in oro. L’allestimento prevede incisioni fini e calci in finta perla / finto avorio. Il generale Patton era solito girare con una 1873 SAA nichelata, con calcio in avorio con iniziali incise. Una SAA equipaggiava anche il George A. Custer che, a capo del VII cavalleggeri, il 25 giugno 1876 fu annientato a Little Big Horn (nell’odierno Montana).

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APPENDICE Stampede Gemini

Stampede Philadelphia

La versione Gemini è dotata di un castello sovradimensionato. Disponibile in .45 LC con canna da 5½”.

Versione appesantita del modello Stampede standard.

Stampede Buntline Carbine Stampede Superstag Disponibile in .44 Magnum, canna da 7 pollici e mezzo e finitura nichelata.

Conversione del revolver Stampede in carabina. E’ dotata di calcio in legno a spalla e canna da 18”. Disponibile in solo calibro .45 LC.

Stampede Rangemaster Classica nelle linee grazie alla brunitura e alla tartarugatura dei particolari, è predisposta in calibro .22 (Long Rifle e Magnum) e con canna da 5 ½”.

Colt 1873 Revolver a castello chiuso, deriva dai precedenti modelli a castello aperto ad avancarica di Colt. Progettato tra il 1872 e l’anno successivo, fu subito adottato dall’esercito degli Stati Uniti, prendendo il nome dall’anno d’adozione. Disponibile all’inizio con canna da 7 pollici e mezzo, era camerato nel potente calibro .45 Colt (ora conosciuto come .45 Long Colt); l’offerta fu successivamente estesa per varietà di lunghezze di canne e calibri. L’arma è rimasta in produzione, praticamente senza soluzione di continuità, dal 1873 fino ai nostri giorni sia presso Colt che, una volta scaduti i brevetti, molti altri costruttori. Impiegata da Buffalo Bill, Doc Holliday, sceriffi e fuorilegge, la 1873 Single Action Army è diventata l’arma emblema dell’epopea del West.

Dettaglio delle incisioni presenti su ponticello, castello e tamburo degli allestimenti Patton e Custer

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Laramie Sull’onda del successo del suo Stampede, Beretta ha inserito nel catalogo un nuovo revolver, sempre realizzato grazie all’essenziale contributo di Uberti. L’arma, riproduzione del Smith & Wesson Schoefield mod. 3, è nuovamente in singola azione ma adotta un sistema di apertura con chiusura superiore (top break) a canna basculante, caratteristica che velocizza di molto le operazioni di caricamento ed espulsione dei bossoli. Realizzato in due calibri e 3 allestimenti, presenta come il più diffuso Stampede caratteristiche degne di un’arma del terzo millennio, a partire dalla scelta dei materiali per terminare con il sistema di sicurezza, che in questo caso si affida ad una sicura automatica sul cane che non consente lo sgancio dello stesso se non mediante una corretta azione sul grilletto.

MODELLO LARAMIE Periodo di produzione: 2004 ad oggi Esemplari prodotti: nd Calibro: .45 Long Colt Azione: singola Percussione: percussore inerziale Lunghezza: 270 mm Altezza: nd Spessore: nd Peso: 1.050 gr Canna: 127 mm Organi di mira: tacca registrabile in alzo e mirino fisso Linea di mira: nd Sicure: sicura sul cane Alimentazione: tamburo da 5 colpi Finiture: brunitura blue Impugnatura: guancette in legno

Smith S it & Wesson model 3

Beretta Laramie

Varianti Calibri Il modello Laramie è disponibile in .45 LC e .38 Special.

Canne A catalogo con canna da 5 e 6½ pollici.

Finiture Tre le versioni: base con brunitura blue standard, Nickel nichelata e De Luxe con castello tartarugato.

Il modello 3 di Smith & Wesson è un revolver top break ad azione singola prodotto tra il 1870 e il 1915 e, in tempi più recenti, da vari produttori di repliche. Fu realizzato in numerose varianti (la più famose delle quali è la Russian) tra cui il modello Schofield (1875-1977), così chiamato in onore del maggiore George W. Schofield che ispirò le modifiche da apportare all’arma originale perché si prestasse alle necessità della cavalleria. Adottato dall’esercito USA in calibro .44 S&W, fu successivamente camerato anche in .45 LC, cartuccia già in uso presso lo stesso, e .45 S&W. Come arma d’ordinanza dell’esercito americano è stata impiegata in numerosi conflitti ma fu usata anche dai principali attori dell’epopea West, da Jesse James a Billy the Kid. Successivamente alla dismissione del surplus militare, molti revolver furono ricondizionati (spesso con interventi volti a contenerne le dimensioni) e trovarono ampio impiego tra i civili.

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APPENDICE

Tenax, Audax, Velox e gli altri I revolver brasiliani Tornando a quella che era la sua strategia commerciale di inizio Novecento, Beretta nel tempo ha proposto vari modelli di revolver non strettamente prodotti in casa ma solo marchiati. Sempre costruiti attorno alla meccanica Smith & Wesson, negli anni della fornitura per l’esercito brasiliano furono prodotti in Brasile e marchiati successivamente con il nome del produttore. Si conoscono le seguenti versioni:

Tenax

Velox

Calibro .38 Special, doppia azione. Tre modelli con tre differenti lunghezze di canna (65, 76, 101 mm) e due finiture (acciaio brunito o nichelato). Tamburo da 6 colpi. Sistema S&W.

Calibro .22 LR, doppia azione. Due lunghezze di canna (76 e 101 mm), due finiture (brunita o nichelata). Tamburo da 6 colpi.

Audax Calibro .32 S&, doppia azione. Due lunghezze di canna (76 e 101 mm), due finiture (brunita o nichelata). Tamburo da 6 colpi.

Model 1 Revolver in doppia azione calibro .38 e .357 Magnum prodotto in Brasile. Ricalca la meccanica Smith & Wesson con tamburo a 6 colpi e, rispetto ai precedenti, è l’unico ad essere stato catalogato in Italia, nel 1980, a testimoniare una certa diffusione almeno a ridosso della sua commercializzazione (gli anni Settanta). L’arma fotografata è del 1971.

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APPENDICE

Aria compressa Armi culto per piÚ generazioni, le pistole Beretta sono anche prodotte su licenza in vari allestimenti ad aria compressa. Strumenti di libera vendita ai maggiorenni, hanno un mercato molto vivace sia in Italia che all’estero

Š

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APPENDICE

A

rmi-culto, le Beretta non potevano non stimolare la nascita di cloni di ogni tipo. Dalle pistole giocattolo e da softair a quelle ad aria compressa, un segmento che ha conquistato – specie in Italia – nuova energia dopo la parziale liberalizzazione di questa categoria di strumenti. Il marchio italiano si è astenuto dall’avviare una produzione in proprio in quanto non coerente con il core business aziendale e dal momento che già esistevano sul mercato aziende in grado di fornire ottimi prodotti. Si è quindi affidata a due di questi nomi, i più rinomati, offrendo loro la possibilità di produrre copie delle armi Beretta su licenza.

Umarex

ANICS

Con base in Germania e attivo dal 1972, è il più grande produttore al mondo di repliche ad anidride carbonica, basate su un ingegnoso sistema di caricamento a tamburo da 8 colpi. L’alimentazione è garantita da comuni bombolette di CO2 tipo seltz da 12 grammi. Nel suo fornitissimo catalogo attualmente sono presenti i modelli 92 (in versione FS e XX-Treme) e Px4 Storm (F e Recon) per pallino standard calibro 4,5 mm. Sono inoltre disponibili modelli per proiettili sferici tipo BB (Ball Bearings) d’acciaio: Beretta 90Two, Beretta Elite II, Px4 Storm.

Azienda russa che dal 1995 produce armi ad aria compressa, anche queste alimentate dalla classica bomboletta da 12 grammi di anidride carbonica, in grado di offrire un’autonomia di 70 colpi. Il caricatore in questo caso può contenere addirittura 22 proiettili calibro 4,5 mm (pellet tipo tiro a segno o BB). Produce su licenza la pistola Beretta modello 9000. Dotata di fusto in poliammide rinforzata, conserva tutte le funzionalità del modello a fuoco cui si ispira.

Beretta Px4 ad aria compressa by Umarex

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Beretta 92 Elite II by Umarex

Beretta PX4


Beretta M 92 FS XX-Treme Come tutte le realizzazioni Umarex, anche questa versione della Beretta 92 è alimentata da una bomboletta di anidride carbonica nella tipica confezione da 12 grammi impiegata per i sifoni da seltz. Un sistema pratico che offre un’autonomia sufficiente per gli scopi ludici, una sessantina di colpi, e non richiede operazioni complesse per la ricarica. La 92 XX-Treme, rispetto alla versione FS, presenta alcune caratteristiche distintive. La prima, macroscopica ma non funzionale, consiste nella serigrafia riportata sul lato sinistro del carrello con la nuova denominazione; la seconda riguarda la canna che risulta accorciata di 11 millimetri e presenta alla volata una filettatura idonea all’applicazione del compensatore. Quello proposto a corredo è un’appendice di materiale plastico e dispone, a livello d’innesto con la canna, di un raccordo filettato in metallo. Il terzo elemento distintivo della nuova 92 è una quadrupla slitta Weaver che circonda fusto e carrello sui quattro lati. E’ realizzata in due gusci uniti tra loro da 5 viti con testa a brugola; il dispositivo si innesta su due fresature ricavate sulla parte anteriore del fusto e mantiene con buona approssimazione la taratura dell’ottica anche quando venga smontato e poi rimontato. I quattro attacchi consentono il montaggio di qualsiasi accessorio; l’arma è fornita di un punto rosso marchiato Beretta, modello Top Point I. Si tratta di una mira senza ingrandimenti con punto di 11 livelli di intensità. La misura del punto è di 10 MOA quindi, a dieci metri, copre all’incirca un’area di 28 millimetri. L’ottica è fornita di una grande torretta centrale che comanda l’intensità luminosa del punto e contiene la batteria da 3 V al litio che alimenta il sistema; due altre torrette di piccole dimensioni permettono di variare il punto d’impatto a passi di 1/3 di MOA (poco meno di 1 millimetro a 10 metri) sia in alzo che in deriva.

A livello meccanico, la Beretta 92 secondo Umarex è un’arma solida, realizzata per pressofusione in metallo e del tutto simile al modello in calibro 9 mm. La chiave dell’arma è costituita dalla leva di smontaggio che serve ad aprire il carrello, un blocco solidale che include la molla di chiusura, il carrello propriamente detto e la canna. Ruotando di 90° la leva, il blocco scorre in avanti di dodici millimetri scoprendo la valvola dell’aria e l’alloggiamento per il caricatore a tamburo, secondo tradizione Umarex, in grado di contenere 8 colpi calibro 4,5 millimetri. E’ la stessa azione del grilletto che permette al caricatore di ruotare e di proporre una nuova camera in allineamento con la canna. Oltre alla sicura manuale, che opera facendo ruotare il percussore, ne esiste una automatica che impedisce la trazione del grilletto quando il carrello è in apertura. Per quanto riguarda l’alimentazione, la bomboletta che alimenta la propulsione è contenuta nel calcio e vi si accede smontando la guancetta destra. La canna, l’unico elemento d’acciaio della XX-Treme, presenta 12 rigature e, alla volata, la filettatura per l’applicazione del compensatore. Tutto il resto dell’arma è ricavato per pressofusione da leghe non leggere. Nonostante la XX-Treme monti di fabbrica l’ottica, è dotata anche di mire fisse tipo combat. Semplici e solide, si avvalgono di un mirino di conformazione classica e di una tacca inserita a coda di rondine con fermo di sicurezza.

MODELLO 92 FS XX-TREME BY UMAREX Periodo di produzione: 2004 ad oggi Calibro: 4,5 mm Funzionamento: ad aria pre-compressa Azione: azione mista Percussione: percussore inerziale Lunghezza: 335 mm Peso: 1.690 gr Canna: 115 mm a 12 principi Organi di mira: tacca innestata a coda di rondine, mirino sostituibile, punto rosso di serie Sicure: manuale che agisce sul sistema di scatto, automatica al percussore Alimentazione: caricatore da 6 colpi Finiture: verniciatura Impugnatura: in plastica

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APPENDICE

Pistole da segnalazione

Produzione sicuramente am mente marginale, quella delle deelle zio one ha pistole da segnalazione meento di avuto qualche momento gloria a cavallo traa Ottocento e O Novecento. I modelli dellli 900 e Signal 1 ne sono testimonianza ian nza

B

Modello 900

Modello 900

eretta fornì pistole da segnalazione sia al Regio Esercito che alla neo-istituita Aeronautica. Realizzate in unico lotto nel 1927, queste armi avevano una canna basculante comandata da pulsante d’apertura situato sul lato sinistro del fusto e fornita di sistema automatico di espulsione del bossolo. L’azione era singola, comandata da un grilletto ad anello nella versione per l’Esercito e convenzionale per l’Aeronautica. Precedentemente Beretta aveva prodotto vari esemplari della pistola Very, che del mod. 900 era l’antesignana; si basava sul sistema di chiusura inventato dall’americano Edward W. Very nel 1877. Disponeva di canna rotante in orizzontale su un perno centrale che consentiva di fare a meno dell’estrattore ed utilizzava cartucce in ottone / cartone calibro 26,9 mm nei colori bianco, rosso, verde. 122

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Modello Signal 1 Pistola da segnalazione a colpo singolo e caricamento manunu ale, di calibro 1 pollice e canna liscia di 130 mm. Nella versione S con canna lunga da 145 mm integra le funzioni di lancio e recupero sagola grazie ad un mulinello-rocchetto applicato al fusto e ad un riduttore per cartucce a salve cal .320 (opzionale). Il riduttore consente anche l’uso di razzi di segnalazione da 15 e 22 millimetri.


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APPENDICE

Calibri Tabella riassuntiva Calibro .22 Short Modello 950 Modello 80 Olimpionica

Calibro 9 mm Glisenti 1950-2003 1964-1975

Calibro .22 Long Rifle Modello 71 Modello 76 Modello 21A Modello 89 Modello 87 Modello 87 Target Modello U22 Neos

1962-1985 1968-1985 19851985-2000 198620002001-

1920-1925 1925-1931 1931-1933 1933-1935 1935-1937 1937-1961 1950-2003 1968-1988 1985-

Calibro 7,65 mm Browning Brevetto 1917 mod. 1917 Brevetto 1915-1919 mod. 1922 Brevetto 1915-1919 mod. 1931 e 1932 Brevetto 1915-1919 mod. 1934 Modello 1935 Modello 70 Modello 90 Modello 81 Modello 82 Modello 3032

1917-1921 1922-1932 1931-1934 1934-1935 1935-1967 1969-1980 1968-1982 197519801996-

Calibro 7,65 Parabellum Modello 952

1915-1918 1923-1925

Calibro 9 x 19 Parabellum

Calibro, 6,35 mm Browning Brevetto 1919 mod. 1920 Brevetto 1919 mod. 1926 Brevetto 1919 mod. 1926-1931 Brevetto 1919 mod. 1934 Brevetto 1919 mod. 318 Brevetto 1919 mod. 418 Modello 950 Modello 20 Modello 21A

Brevetto 1917 Brevetto 1915-1919 mod. 1923

1951-1980

Modello 951 Modello 951 R Modello 92 Modello 93 R Modello 92 C Modello 8000 Cougar Modello 9000 S Modello Px4 Storm Modello 90two Modello Px4 Storm SubCompact Modello Px4 Storm Compact Modello Nano

1951-1980 1951-1980 19751975198119972000-2006 20042006200820102012-

Calibro 9 x 21 IMI Modello 98 Modello 8000 Cougar Modello Mini Cougar Modello 9000 S Modello Px4 Storm Modello 90two Modello Px4 Storm SubCompact Modello Px4 Storm Compact

1989199720002000-2006 2004200620082010-

Calibro .357 Sig Modello 8357 Cougar

1997-

Calibro .40 S&W Modello 96 Modello 8040 Cougar Modello 9000 S Modello Mini Cougar Modello Px4 Storm Modello 90two Modello Px4 Storm SubCompact Modello Px4 Storm Compact

198919972000-2006 20002004200620082010-

Calibro 9 mm corto Brevetto 1915-1919 mod. 1934 Modello 84 Modello 85 Modello 86

124

Š

1934-1973 197519801986-

Calibro .45 ACP Modello 8045 Cougar Modello Px4 Storm

19972004-


Caratteristiche balistiche .22 Short

7,65 mm Parabellum

9 x 21 mm IMI

Altre denominazioni: .22 corto Designer: Smith & Wesson (1857) Diametro massimo della palla: 5,72 mm Peso della palla: 27 – 29 grain Lunghezza del bossolo: 10,69 mm Lunghezza totale: 17,70 mm Velocità iniziale: 250-350 m/s Energia: 60-115 J

Altre denominazioni: .30 Luger, 7,65 x 21 mm Parabellum, 7,65 mm Luger Designer: Georg Luger, Hugo Borchardt (1900) Diametro massimo della palla: 7,85 mm Peso della palla: 93 grain Lunghezza del bossolo: 21,59 mm Lunghezza totale: 29,85 mm Velocità iniziale: 360-380 m/s Energia: 387-430 J

Altre denominazioni: 9 x 21 mm Designer: Israel Military Industries (1987) Diametro massimo della palla: 9,03 mm Peso della palla: 115-124 grain Lunghezza del bossolo: 21,15 mm Lunghezza totale: 29,75 mm Velocità iniziale: 340-380 m/s Energia: 460-570 J

.22 Long Rifle

9 mm Short

.357 Sig

Altre denominazioni: .22 LR Designer: J. Stevens Arms & Tool Company (1887) Diametro massimo della palla: 5,72 mm Peso della palla: 30 – 40 grain Lunghezza del bossolo: 15,57 mm Lunghezza totale: 25,40 mm Velocità iniziale: 250-480 m/s Energia: 80-220 J

Altre denominazioni: .380 ACP, .380 Auto, 9 mm corto, 9 mm Kurz, 9 mm Browning, 9 x 17 mm Designer: John M. Browning (1908) Diametro massimo della palla: 9,02 mm Peso della palla: 85-95 grain Lunghezza del bossolo: 17,30 mm Lunghezza totale: 25,00 mm Velocità iniziale: 260-320 m/s Energia: 185-300 J

Altre denominazioni: nd Designer: Sigarms e Federal Cartridge Co. (1994) Diametro massimo della palla: 9,02 mm Peso della palla: 115-147 grain Lunghezza del bossolo: 21,97 mm Lunghezza totale: 28,96 mm Velocità iniziale: 380-470 m/s Energia: 690-830 J

6,35 mm Browning

9 mm Glisenti

.40 Smith & Wesson

Altre denominazioni: .25 ACP, .25 Auto Designer: John M. Browning (1906) Diametro massimo della palla: 6,38 mm Peso della palla: 45 – 55 grain Lunghezza del bossolo: 15,55 mm Lunghezza totale: 23,00 mm Velocità iniziale: 190-270 m/s Energia: 65-105 J

Altre denominazioni: 9 x 19 mm Glisenti Designer: Meccanica Bresciana Tempini (1909) Diametro massimo della palla: 9,03 mm Peso della palla: 100-125 grain Lunghezza del bossolo: 19,06 mm Lunghezza totale: 28,99 mm Velocità iniziale: nd Energia: nd

Altre denominazioni: 10 x 22 mm Smith & Wesson Designer: Smith & Wesson (1990) Diametro massimo della palla: 10,17 mm Peso della palla: 155-200 grain Lunghezza del bossolo: 21,59 mm Lunghezza totale: 28,80 mm Velocità iniziale: 290-370 m/s Energia: 490-680 J

7,65 mm Browning

9 mm Parabellum

.45 ACP

Altre denominazioni: .32 ACP, 7,65 x 17 mm Browning Designer: John M. Browning (1897) Diametro massimo della palla: 7,85 mm Peso della palla: 60 – 75 grain Lunghezza del bossolo: 17,20 mm Lunghezza totale: 25,00 mm Velocità iniziale: 270-350 m/s Energia: 180-240 J

Altre denominazioni: 9 x 19 mm Parabellum, 9 mm NATO Designer: George Luger (1901) Diametro massimo della palla: 9,03 mm Peso della palla: 88-140 grain Lunghezza del bossolo: 19,15 mm Lunghezza totale: 29,69 mm Velocità iniziale: 280-440 m/s Energia: 350-550 J

Altre denominazioni: .45 Auto Designer: John M. Browning (1904) Diametro massimo della palla: 11,51mm Peso della palla: 180-230 grain Lunghezza del bossolo: 22,81 mm Lunghezza totale: 32,40 mm Velocità iniziale: 220-370 m/s Energia: 360-640 J

I dati indicati si riferiscono alla media dell’offerta commerciale e da dati ricavati dalla letteratura disponibile.

©

125


APPENDICE

Modelli

126

Tavola sinottica produzione

Nome

Periodo

Calibro

Brevetto 1917

1915-1918

9 mm Glisenti

Brevetto 1917 mod. 1917

1917-1921

7,65 mm Browning

Brevetto 1919 mod. 1920

1920-1925

6,35 mm Browning

Brevetto 1915-1919 mod. 1922

1922-1932

7,65 mm Browning

Brevetto 1915-1919 mod. 1923

1923-1925

9 mm Glisenti

Brevetto 1919 mod. 1926

1925-1931

6,35 mm Browning

Brevetto 1919 mod. 1926-1931

1931-1933

6,35 mm Browning

Brevetto 1915-1919 mod. 1931 e 1932

1931-1934

7,65 mm Browning

Brevetto 1919 mod. 1934

1933-1935

6,35 mm Browning

Brevetto 1915-1919 mod. 1934

1934-1935

7,65 mm Browning

Brevetto 1915-1919 mod. 1934

1934-1973

9 mm corto

Brevetto 1919 mod. 318

1935-1937

6,35 mm Browning

Modello 1935

1935-1967

7,65 mm Browning

Brevetto 1919 mod. 418

1937-1961

6,35 mm Browning

Modello 950

1950-2003

6,35 mm Browning e .22 Short

Modello 951

1951-1980

9 x 19 mm

Modello 951 R

1951-1980

9 x 19 mm

Modello 952

1951-1980

7,65 mm Parabellum

Modello 71

1962-1985

.22 LR

Modello 80 Olimpionica

1964-1975

.22 Short

Modello 90

1968-1982

7,65 mm Browning

Modello 76

1968-1985

.22 LR

Modello 20

1968-1988

6,35 mm Browning

Modello 70

1969-1980

7,65 mm Browning

Modello 81

1975-

7,65 mm Browning

Modello 84

1975-

9 mm corto

Š


Beretta per anno Nome

Periodo

Calibro

Modello 92

1975-

9 x 19 mm

Modello 93 R

1975-

9 x 19 mm

Modello 82

1980-

7,65 mm Browning

Modello 85

1980-

9 mm corto

Modello 92 C

1981-

9 x 19 mm

Modello 89

1985-2000

.22 LR

Modello 21A

1985-

6,35 mm Browning e .22 LR

Modello 86

1986-

9 mm corto

Modello 87

1986-

.22 LR

Modello 96

1989-

.40 S&W

Modello 98

1989-

9 x 21 mm

Modello 3032

1996-

7,65 mm Browning

Modello 8000 Cougar

1997-

9 x 21 mm

Modello 8357

1997-

.357 Sig

Modello 8040

1997-

.40 S&W

Modello 8045

1997-

.45 ACP

Modello 9000 S

2000-2006

9 x 19 mm, 9 x 21 mm, .40 S&W

Modello 87 Target

2000-

.22 LR

Modello Mini Cougar

2000-

9 x 21 mm, .40 S&W

Modello U22 Neos

2001-

.22 LR

Modello Px4 Storm

2004-

9 x 19 mm, 9 x 21 mm, .40 S&W, .45 ACP

Modello 90two

2006-

9 x 19 mm, 9 x 21 mm, .40 S&W

Modello 90two

2006-

9 x 19 mm, 9 x 21 mm, .40 S&W

Modello Px4 Storm SubCompact

2008-

9 x 19 mm, 9 x 21 mm, .40 S&W

Modello Px4 Storm Compact

2010-

9 x 19 mm, 9 x 21 mm, .40 S&W

Modello Nano

2012-

9 x 19 mm

Š

127


Bibliografia Ayoob Massad The gun digest book of Beretta pistols: function, accuracy, performance Krause, Iola (WI, USA), 2005. Balzi Vittorio Beretta 92: anatomia di un successo Allegato a «Diana Armi», n. 2, febbraio 1993, Editoriale Olimpia, Firenze. Camarlinghi Carlo 1915-1985: settant’anni di pistole Beretta Allegato a «Diana Armi», n. 6, giugno 1986, Editoriale Olimpia, Firenze. Camarlinghi Carlo Identificazione delle pistole Beretta brevetto 1919 cal. 6,35 e derivate Gangarosa Gene Jr Modern Beretta firearms Stoeger Publishing Company, South Hackensack (NJ, USA), 1994. Held Robert, Morin Marco Beretta: la dinastia industriale più antica al mondo Acquafresca Editrice, Chiasso (Svizzera), 1980. Menchini Ugo, Taviani Pierluigi Pietro Beretta: le automatiche, i progetti anteguerra Editoriale Olimpia, Firenze, 1994. Romanini Paolo Cartucce al computer Editoriale Olimpia, Firenze, 1992. Simoni Adriano Pistole militari Beretta: 1915-2006 Editoriale Olimpia, Firenze, 2007. Smith Walther Harold Black Book of pistols & revolvers. Completely up-dated by Joseph E. Smith Castel Books, New York, (NY, USA), 1968. Wilson Robert Lawrence Il mondo Beretta: una leggenda internazionale Sperling & Kupfer Editori, Milano, 2001. Wood Jay Barclay Beretta automatic pistols Stoeger Publishing Company, Accokeek, (MA, USA), 2005. Wood Jay Barclay Beretta automatic pistols: the collector’s and shooter’s comprehensive guide Stackpole Books, Harrisburg, (PA, USA), 1985. Wood Jay Barclay Beretta pistols: the ultimate guide Stoeger Publishing Company, Accokeek (MA, USA), 2006.

128

©


Special Duty

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Pistola Semiautomatica Beretta PX4 Storm Special Duty



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