Georges Descombes

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LABORATORIO DI ARCHITETTURA E CITTÀ A.A. 2019/2020

Adotta un Paeseggista Marco Lombardini Prof.ssa Arch. Anna Lambertini Collaboratore Arch. Leonardo Pilati

GEORGES DESCOMBES



Non c’è arte da una parte e architettura dall’altra. Perché, tanto quanto la pittura, la musica o la danza, l’architettura è un’arte. Naturalmente, allo stesso modo in cui tutti i dipinti, la musica, le coreografie non sono necessariamente opere d’arte, non lo sono nemmeno tutte le architetture. La filosofia si occupa del concetto, la scienza si occupa della funzione e l’arte si occupa della percezione e dell’affetto. Per me, l’architettura viene scoperta attraverso il movimento, lo spostamento. È per definizione un’arte di esperienza. Georges Descombes Intervista - 07/12/2017


1 INDICE

BIOGRAFIA breve ricostruzione complessiva del percorso lavorativo del progettisita pag. 01


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CRITICA analisi e valutazione del pensiero e del lavoro dell’architetto paesaggista pag. 03

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ATLANTE raccolta di quattro opere selezionate del paesaggista ed un anlisia approfondita di un quinto intervento pag. 07

BIBLIOGRAFIA riferimenti bibliografici e sitografici utilizzati ed altri link utili all’approfondimento pag. 33


1 BIOGRAFIA Georges Descombes, classe 1939, studia architettura a Ginevra e Zurigo. Inizia la propria attività professionale nel ‘65 lavorando con Pier Luigi Nervi e con Eugène Beaudouin, poi successivamente con Marc Joseph Saugey. Dal 1971 al 1974 decide di trasferirsi a Londra dove oltre ad esperienze lavorative frequenta e si laurea presso l’Architecture Association Graduate School. Nel 2009 riceve il John R. Bracken Fellow in Landscape Architecture dallo Stato della Pennsylvania presso il College Penn State University,

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Nel corso degli anni amplia la sua esperienza didattica insegnando in diverse scuole tra cui al Berlage Institute, alla Graduate School of Design di Harvard, alla Scuola di architettura dell’Università della Virginia, all’Università di Berkeley, alla Scuola di Architettura del Paesaggio di Rapperswill ed alll’Università di Ginevra, dove è stato professore di Architettura e fondatore del corso di laurea in Architettura del Paesaggio che porta avanti per vari anni e dove riceve molte “contaminazioni” progettuali che lo formeranno anche dal punto di vista professionale.

Nel corso degli anni ha tenuto molteplici conferenze in Europa, Stati Uniti, Israele, Cina e Sud America. Georges Descombes è stato “David Skinner Lecturer” alla Scuola di Architettura del Paesaggio di Edimburgo. Nel 2012 è stato “Regents lecturer” all’Università della California, Berkeley. Nel 2015 ha ricevuto il Premio per la cultura della città di Ginevra. Tra paesaggio e arte contemporanea, il lavoro dell’architetto svizzero Georges Descombes si attesta sempre ad un livello elevato e dimostra una cura minuziosa per i dettagli.

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2 CRITICA Georges Descombes nel corso della sua carriera si occupa di vari ambiti, dall’architettura al paesaggio fino ad arrivare alla progettazione di oggetti scultorei come le fontane della Louve. Un architetto attento alla storia del luogo d’intervento, che interpreta e traspone in progetto. L’opera non rimane fine a se stessa ma diventa una vera e propria memoria collettiva, atta a ricordare gli eventi passati e tutte le varie stratificazioni che il territorio a subito. La sua carriera è piena di successi, alcuni dei quali concepiti collettivamente, sia con Michel Corajoud per i Giardini di Eolo a Parigi, André Corboz, Alain Léveillé, o più recentemente con l’Atelier Descombes Rampini, aperto da suo figlio Julien Descombes e Marco Rampini. Insieme a Herman Hertzberger, Descombes ha creato un memoriale per le vittime di un incidente aereo nel complesso residenziale di Bijlmer, vicino ad Amsterdam. Ha progettato il “Sentiero svizzero”, un percorso a piedi sulle rive del “Lago dei quattro insediamenti boscosi”, che è stato inaugurato il 700 ° anniversario della Confederazione Elvetica ed ha trasformato una fattoria in una casa per un medico e un negozio di alimentari in uno studio per Jean-Luc Godard.

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Descombes si dimostra sempre un attento minimalista, lavora spesso con la nozione di suolo, di traccia ed utilizza sempre una grammatica materica molto chiara, essenziale. Un ventaglio fatto da pochi materiali spartani e “poveri” come il cemento, la ghiaia, l’acciaio industriale ed una componente vegetale molto semplice e poco invasiva. Molte delle sue opere toccano la landart, ad esempio l’intervento sul fiume Aire si attesta al confine tra arte ed architettura, qui abbiamo un gesto fortissimo dell’autore. Si antepone la natura al progetto, sarà infatti il tempo che con il suo scorrere inesorabile modellerà l’intervento iniziale e lo perfezionerà nella maniera più naturale ed ottimale possibile. Descombes non si limita a progettare l’oggi ed è consapevole che l’opera non è immobile nel tempo ma, bensì, varia con lo scorrere di quest’ultimo, il progettista pensa ed incanala nel progetto anche i suoi futuri sviluppi senza però tralasciare la storia passata. Tutte le sue creazioni hanno una cosa in comune: creano legami, sia nel paesaggio, nella cultura o tra passato e presente.

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3 ATLANTE

3.1 Parco di Lancy 07

3.2 Memoriale di Bijlmer


Un’atlante che rappesenta e riassume le maggiori opere di Georges Descombes

3.3 Fontane della Louve

3.4 Parco dei giardini di Eolo

3.5 Rinascita del Fiume Aire 08


Parco di Lancy Questa è l’opera che lo porta alla notorietà, nella progettazione del parco esplora nuovi strumenti per pensare al paesaggio e cerca di rivelare la natura del luogo inserendo alcuni dispositivi architettonici. Il più notevole è un ponte/tunnel (diametro 3m, lunghezza 30m) che consente l’attraversamento sotteraneo di una strada carrabile posta al livello superiore, costituito da lamiera piegata ed imbullonata si presenta come un oggetto semplice che riesce ad evocare le sensazioni più disparate. Camminando sul ballatoio interno i passi risuonano ed il visitatore anima lo spazio generando suoni cupi e metallici.

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Luogo: Ginevra, Svizzera Anno: 1980




L’intero parco è disseminato di interventi caratterizzati da geometrie semplici, quasi minimaliste, e da materiali comuni, in ordine troviamo una sabbiera per i bambini, dei loggiati costituiti da arcate metalliche che con il passare del tempo sono state ricoperte dal verde, alcuni alberi e delle colonne poste fra di essi come loro riproduzioni in pietra. Il progetto viene sviluppato negli anni ’80 e le idee vengono partorite all’interno del corso CREX che Georges tiene all’Università di Ginevra, dove si trova a contatto con le idee di Corboz e ritendndole valide le fa sue e le applica anche ad interventi territoriali come questo. Minimi interventi reversibili resi visibili e distinguibili dalle preesistenze.

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Memoriale di Bijlmer Nell’ottobre 1994 un grande aereo cargo si schiantò contro un edificio del quartiere Bijlmermeer di Amsterdam, i danni causati dall’impatto resero inevitabile l’abbattimento di gran parte del palazzo e, per ricordare la tragedia, si pensò di inserire un parco urbano nel vuoto generatosi che ricordasse il tragico evento. Georges Descombes sceglie di riprendere e sottolineare la rotta dell’aereo trasformandola in una traccia fisica a terra, un grande percorso articolato da una serie di spazi e di funzioni che ricordano il dramma subito dalla città.

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Luogo: Amsterdam, Paesi Bassi Anno: 1994


Planimetria prima della tragedia

Planimetria dopo l’abbattimento e la realizzazione del memoriale


Fontane della Louve Come i fari installati per guidare i viaggiatori, questi sette indicatori arrotondati e gocciolanti guidano il passante attraverso gli strati e la storia del luogo. Ripercorrono il corso del Louve, un torrente che ad oggi è stato tombato ed è quindi sotterraneo. Il morbido strato di muschio che ricopre il tufo ed il lento gocciolio dell’acqua simboleggia il passare del tempo in una quiete quasi surreale.

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Luogo: Losanna, Svizzera Anno: 1998



Parco dei Giardini di Eolo Il nuovo giardino si sviluppa in strati che si susseguono, pianerottoli leggeri, lunghe terrazze e grazie ad alcuni movimenti perpendicolari il progettista va ad indicare i passaggi, le connessioni, designando cosi prospettive e spazi continui. Sul lato del quartiere, un vicolo ombreggiato, un giardino pubblico, un teatro di marionette, sul versante opposto un lungo muro rosso separa il giardino dalla zona ferroviaria che viene lasciata intravedere e non occlusa del tutto. Una lunga passerella corre sopra il muro, abbraccia l’intero paesaggio e ripristina cosÏ l’unità del parco e dei percorsi.

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Luogo: Parigi, Francia Anno: 2007


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Rinascita del Fiume Aire Il fiume Aire nei pressi di Ginevra ha sempre rappresentato un’infrastruttura naturale alla cui funzione paesaggistica si è sovrapposto un ruolo sociale ed economico per gli abitanti della sua vallata. Originariamente utilizzato per l’irrigazione dei campi attigui, dalla fine del secolo XIX è stato progressivamente canalizzato in uno stretto alveo cementizio, inadeguato a rispondere alle necessità idrauliche di un regime dal carattere fortemente torrentizio così come a quelle di conservazione ed implementazione della biodiversità locale. Sulla base di queste criticità nel 2001 viene bandito un concorso, con lo scopo di eliminare la canalizzazione esistente a favore di un tradizionale alveo curvo con relativa area di golena per ottenere una corretta gestione idraulica nelle stagioni di piena e di secca.

In questo schizzo Georges Descombes riesce a sintetizzare l’intero progetto: l’obiettivo è quello di rinaturalizzare il corso del fiume da un tratto rettilineo si passa ad percorso sinuoso naturale

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L’intuizione del gruppo di lavoro «Superposition» è stata quella di non limitarsi a rispondere ai soli requisiti di ingegneria idraulica richiesti dal bando, ma di cogliere l’opportunità per una trasformazione del ruolo stesso di quel luogo, tale da poter essere raccontato in una complessa narrazione su più livelli, sia fisici che disciplinari. La prima scelta strategica è stata quella di non cancellare il segno antropico della canalizzazione in calcestruzzo, ma, come suggerisce il nome stesso del raggruppamento temporaneo degli autori, di trasformarla lavorando sulla sovrapposizione dei diversi segni lasciati dal tempo e dall’uomo, al fine di creare un apparato in grado di conciliare con coerenza le esigenze ambientali ed antropiche del luogo.

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Le sponde offrono la possibilità di essere percorse attraverso un itinerario ciclo-pedonale che offre diversi scenari, spazi di sosta, attraversamenti panoramici ed attività legate all’economia rurale. Un progetto che vede come risultante un giardino lineare composto da una sequenza di spazi e situazioni sia ambientali che culturali, una sorta di piano sequenza dove è possibile attraversare senza soluzione di continuità la storia della vallata, quasi che l’esperienza del luogo fosse lo svolgersi di un montaggio cinematografico in cui i progettisti hanno svolto il ruolo di regia. La molteplicità di situazioni possibili nello spazio e nel tempo restituisce il carattere fondante di un autentico ambiente rurale, che varia atmosfere e attività durante l’arco dei giorni e delle stagioni.

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Se il mantenimento del canale rettilineo costituisce il primo segno strutturante del territorio, di cui indica giacitura e direzione, l’impianto si arricchisce con la sovrapposizione di una matrice di schema a diamante, scelta per la sua proprietà di dissipazione delle forze e dimensionata con una logica di frattali la cui grandezza è proporzionata all’intensità del flusso in quel punto dell’alveo. Il nuovo corso fluviale risulta un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, da essere osservato e monitorato per comprendere l’evolversi della sua geometria e dei suoi sedimenti, una scelta dettata dalla consapevolezza dell’impossibilità di fissare la natura in una condizione stabile ed immutabile.

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La prima piena verificatasi dal completamento del progetto ha confermato la capacità del sistema di far defluire correttamente le acque, lasciando al termine del processo sedimenti distribuiti in maniera tale da non creare dighe o costituire ostacoli, ma anzi capaci di creare nuovi assetti geomorfologici del fiume di una tale varietà da superare ogni più rosea aspettativa sul suo potenziale di trasformazione. Altrettanto efficacemente durante la prima estate si è potuto notare come l’inverdimento dell’alveo del canale abbia avuto un significativo beneficio sul perdurare di condizioni adatte alla vita di flora e fauna locale anche nei periodi di maggiore siccità.

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5 BIBLIOGRAFIA

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Volume: - Georges Descombes, Il territorio transitivo - Shifting sites, Gangemi editore, 1988 Intervista: - https://www.espazium.ch/it/node/11404 Pagina web: - http://www.superpositions.ch - https://share-architects.com/georges-descombes-about-the-renaturation-of-the-river-aire-at-shareforum-2017 - http://landezine.com/index.php/2016/06/renaturation-of-the-river-aire-geneva - https://www.gsd.harvard.edu/event/georges-descombes-designing-a-river-garden - http://www.superpositions.ch/assets/user/pdf/gartenpreis_inhalt.pdf - https://www.ahh.nl/index.php/en/projects2/13-cultuur/116-bijlmer-monument-amsterdam - https://www.lausanne.ch/de/portrait/culture/art-en-ville/oeuvres/c11-03-georges-descombes.html Video di approfondimento: - https://c-sideprod.ch/production/an-architect-in-the-landscape - https://share-architec - https://www.youtube.com/watch?v=7zqyt9L5emM - https://www.youtube.com/watch?v=Jw9zRake7lU

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