P O RT F O L I O Arch. Phd. Marco Baccarelli marcobaccarelli@gmail.com
MARCO BACCARELLI marcobaccarelli@gmail.com mail@marcobaccarelli.com cel. 333 2112013
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EN Born in 1980 in Milan, I graduated in Architecture with the highest marks at the Politecnico di Milano in 2006. In 2007, I achieved the Italian Architect’s Licensure and in 2008 I accomplished the Registration at the Ordine degli Architetti di Milano. Since 2007 I have participated in teaching activities at the Politecnico, collaborating with various Professors. In 2013, I received my PhD with honors, in the A.U.C. (Architecture, Urbanism Preservation and Landscape) course at the DaStU (Department of Architecture and Urban Studies ) of The Politecnico di Milano, with a research on urban transformation of the spread city. Since 2014 I have been Professor at the Politecnico di Milano in the Faculties of Milan and Piacenza, teaching architectural and urban planning. From 2002 to 2005, I collaborated with the architecture studio of Metrogramma, Milano, participating in urban and architectural research, and working on several projects and international competitions. In 2006, I collaborated with the architecture offices of Antonio Lazzaretto and Archis pa, working on residential projects and designing public spaces. From 2007 to 2008, I collaborated with the company WTPartnership, in the Entertainment and Retail department. In 2008 I began working independently, collaborating with several architectural and engineering offices and I established a design and reseach team called Nimbu.
Milano, 06.04.1980 Cittadinanza Italiana Via G.B. Casella 55, Milano
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ITA Nato nel 1980 a Milano. Si laurea col massimo dei voti presso la Facoltà di Architettura Civile del Politecnico di Milano nel 2006. Nel 2007 ottiene l’abilitazione all’esercizio della professione e dal 2008 è iscritto all’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano. Dal 2007 svolge stabilmente attività di supporto alla didattica con diversi docenti presso il Politecnico di Milano. Nel 2013 si dottora con lode nel corso Architettura, Urbanistica, Conservazione e Paesaggio, presso il DAStU del Politecnico di Milano con una ricerca sulle trasformazioni urbane nella città diffusa. Dal 2014 è Professore a contratto presso il politecnico di Milano nelle facolatà di Milano e Piacenza. Dal 2002 al 2005 collabora con lo studio Metrogramma partecipando a ricerche in ambito architettonico e urbano, a svariati progetti e a concorsi internazionali. Dal 2006 collabora con gli studi Antonio Lazzaretto e Archis pa. lavorando a interventi residenziali e alla progettazione di spazi pubblici. Dal 2007 al 2008 collabora presso la società WTParnership nel settore Entertainment and Retail. Dal 2008 intraprende la libera professione lavorando in collaborazione con svariati studi di architettura e ingegneria e fonda il team di progettazione e ricerca Nimbu.
PROGETTO DEFIITIVO_NUOVE ABITAZIONI_SALO’ 2010
L’area di intervento si trova nel centro di Salò a pochi passi dal Lungolago. Il cuore del progetto riguarda la riconversione in Palazzo della Cultura di un complesso monastico cinquecentesco. La struttura su oltre quattro piani è composta da una successione di sale e da un grande ambiente a navata centrale che accoglie al suo interno due livelli di piattaforme sospese. All’esterno è possibile sostare nello splendido chiostro porticato e salire sul campanile, sede tutt’oggi di un osservatorio. Il progetto si compone poi di un grande parcheggio multipiano, in parte sotterraneo, che contiene posti auto pubblici a servizio della città e garages privati a disposizione dei residenti. la copertura del parcheggio a livello dell’ingresso del
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museo diviene una terrazza con aiule verdi a disposizione per eventi pubblici. Alle spalle del museo si sviluppa poi un complesso di residenze di lusso affacciate sul lago, dotate di giardini privati e di un parco condominiale con piscina. Ogni unità che compone la schiera si sviluppa su due livelli ed è dotata di un ampio terrazzo in copertura. Completano l’inervento una basemanto di occupato da attività commerciali affacciate su strada e un sistema di di spazi pubblici pedonali con aiule a verde.
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Prospetto dell'insediamento lungo Via Brunati
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://Costruzione/Museo Civico di Salò/In Costruzione SLO10
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CASA-LABORATORIO_MILANO 2011
CASETTA Dura fuori e accogliente dentro. Il piccolo edificio è contenuto all’inerno di un modesto cortile, racchiuso nel tessuto edilizio di un isolato nella parte nord ovest della città. Realizzata sulla struttura di un precedente manufatto la costruzione si raccoglie in modo intro-
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verso. la cosruzione è protetta da un involucro in ferro corten coposto da pannelli fissi e ante apribili. Allintenro la luce filtra attraverso i fori della facciata e irrope dal grande lucernario posto in copertura. Al piano inetrrato la stanza sbocca in un piccolo patio a cielo aperto godendo qundi anch’essa della luce naturale. La scala posta esattamente al centro costituisce il perno di distribuzione a tutti i livelli dalla camera interrata al terrazzoin copertura. Allo stesso tempo essa è l’unico elemento di suddivisione dei diversi ambienti: da una parte uno spazio a doppia altezza dove si legge e ci si rilassa dall’altra un soppalco sopra il quale si lavora e sotto il quale si cucina e si mangia.
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PROGETTO PRELIMINARE_CASA NEL BOSCO_MENAGGIO 2012
CASA NEL BOSCO le famiglie crescono. Così in un grande terreno affacciato sulle sponde del lago di Como la storica villa che da gnerazioni raccoglieva genitori e figli non basta più. Il progetto prevede di costruire all’inerno del bosco la nuova casa per il figlio e la sua nuova famiglia. I nonni sono però degli amanti del “bello” e della natura e per questo l’inervento si misura
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con attenzione e sensibilità al contesto. Lo sforzo è di garantire la migliore esposizione possibile, privilegiare l’affaccio verso il lago senza compomettere alcuna pianta e mantenendo l’orografia originaria. Vi è poi una presistenza rara e preziosa, un “roccolo”, una piccola torre in pietra che rappresenta una costruzione caratteristica del luogo. Attorno ad essa si dispongono quindi i diversi ambienti che compongono la nuova abitazione e da essa prendono le proporzioni e la matericità. Due stretti volumi molto massivi ospitano gli spazi di servizio e definiscono la disposizione degli altri ambienti. Piccoli volumi chiusi verso nord ovvero verso la parte più fitta del bosco e aperti verso sud ovvero verso il lago, accolgono una zona per gli ospiti, una zona giorno e infine la cucina e la camera dei padroni di casa.
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CONCORSO EUROPAN 10_TERUEL
In the case of Teruel, the topic of Europan 10 asks to investigate in which way an urban magnet can be generated. Considering the site, the issue can be further articulated in what seems a contradiction: how is possible to invent urbanity in an area situated in a floodplain, with restrictions in building development, which, moreover, is disconnected from the city by the railway and a steep hillside? In such situation, before defining a program for the area or designing a masterplan, we think it is necessary to find a clear relation between the city and the valley: nowadays, the city ends with a border not clearly defined, which doesn’t set up a connection with the river valley, and, on the other hand, the river is cut off from the city and doesn’t have any urban character. What is remarkable of the valley is that introduce the territorial scale into the city. It opens the city toward the landscape. Therefore, first of all, there is a visual relation between the city and the valley. This relation is clearly articulated in the historical centre by a system of fronts and terraces, like in the Paseo del Óvalo. The project propose to extend the same system to the railway area and to the hillside of the Muela del Ensanche, setting up a clear border of the city. The sequence of terraces creates some crossing paths, which descend from the city to the valley, passing through the railway. While those paths establish pedestrian connections, the main accessibility would be provided by the N-234, which we propose to redesign as a boulevard following the river. Placing some equipments on its side, the road would become the main entrance to the valley. Thus, the valley will have two different borders. The first, on the side of the city, is a sequence of squares, which give space to urban functions and mixture of activities. The second, on the bottom of the Muela del Pinar, provides the
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entire city with leisure equipments and with easy accessibility to the valley. The two borders act as interfaces between the valley and the city and, moreover, become a kind of opposite poles. Profiting of the tension between them, the floodplain can be kept nearly like it is, maintaining the existing agriculture. Just some more space is given to the river, in order to increase his ecological system. Moreover, new equipped paths are created in between the fields. In this way, the valley is conceived as a landscape which keeps together different activities, intensifies the urban character, augments the natural ecology and can be used in multiple ways.
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CONCORSO_AMPLIAMENTO URBANO NELL’AREA DIETRO POGGIO_CALENZANO
Posta ai margini del centro abitato, dietro la collina del castello. Tagliata fuori dalla strada provinciale e circondata da campi agricoli. Occupata da attività produttive in parte dismesse e da alcuni orti. Dietro Poggio ha tutte le caratteristiche di una frangia urbana e così è percepita dagli abitanti di Calenzano. Gli stessi abitanti, però, sono i primi a sottolineare le potenzialità dell’area, situata a pochi minuti dal centro e immersa in un contesto paesaggistico di grande pregio. Il nuovo insediamento dovrà saper valorizzare queste opportunità, a partire dalle tracce presenti sul luogo, in cui si intrecciano i materiali della campagna con quelli di un’urbanizzazione più recente. La nostra proposta è costruita considerando queste tracce. La direzione prevalente di edifici e spazi pubblici è la stessa della valle. Grandi spazi aperti orientati lungo questa direzione permettono di essere sempre partecipi di uno spazio più grande, quello della valle appunto, percependone tutta la profondità. Seguendo scoline, fossi e strade bianche, la struttura del quartiere si imposta su di una trama che nasce dai segni che si sono depositati sul territorio nel corso dei secoli, a partire dalla regimentazione dell’acqua per fini agricoli. Questa trama diventa il supporto del nuovo insediamento. Permette, da un lato, di accogliere in modo flessibile vari tessuti ed elementi urbani, comprese le preesistenze industriali, che sono una parte importante della memoria del luogo. Dall’altro lato, è espressione della necessità di radicarsi nel contesto, cercando legami con il paesaggio e con la città. Una delle preoccupazioni principali è stata quella di evitare che il nuovo insediamento diventasse un’enclave isolata, che ha una stretta relazione con l’infrastruttura viaria, ma che non ne ha alcuna con ciò che gli
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sta intorno. A tale scopo, si è cercato di ricucire fratture e di rendere lo spazio pubblico continuo sia con la preesistente struttura agricola, sia con il tessuto urbano di Calenzano. Sullo sfondo della trama paesaggistica emergono tre spazi più importanti, con una dimensione urbana. Due definiscono il bordo dell’insediamento: il torrente della Marina, riqualificato come parco territoriale, e la strada provinciale, che sarà ridisegnata per diventare un viale urbano. Il terzo spazio, invece, attraversa trasversalmente il quartiere: un corso che addensa i principali spazi e servizi pubblici del quartiere e che prosegue fino al centro di Calenzano, costituendo un legame forte dal punto di vista spaziale e funzionale.
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CONCORSO_AAA ARCHITETTI CERCASI ABITARE MILANO 2010
Due edifici lineari. Disposti ortogonalmente alla strada, le facce rivolte ad est ed ovest. Si distanziano l’una dall’altra. Cercano i bordi del sito. Per trovare luce, per farsi spazio. Si piegano leggermente. Per avere un appoggio a terra più stabile. Per dialogare con gli altri edifici dalle forme sinuose, che sorgeranno alle loro spalle. Appartengono al nuovo quartiere, ma ne rimangono un poco al di fuori. Per questo si aprono, derogando al tipo a corte. Mediano la strada e il parco. Si ergono come due grandi cartelloni pubblicitari rivolti a chi passa lungo via Gallarate. Annunciano il parco, lasciandolo intravedere. Si piegano leggermente, per invitare ad entrarvi. La facciata esterna è più chiusa. Si risolve in un piano di poca profondità. Le linee d’ombra delle finestre, alte e strette, creano un gioco geometrico astratto. Le persiane scorrevoli, con decine di impercettibili vibrazioni, smaterializzano il peso dell’edificio. I prospetti interni si affacciano sulla terrazza collettiva che a sua volta si affaccia sul parco. Sono più porosi e vanno aprendosi man mano che ci si distanzia dal suolo e dallo spazio collettivo. È un telaio che si alleggerisce salendo; che modula i campi in primo piano con le ombre delle logge retrostanti. I due edifici si appoggiano su di uno zoccolo. La pavimentazione della terrazza collettiva, i muri di recinzione, il basamento: tutto il piano terra
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è realizzato in calcestruzzo pigmen¬tato, sempre in lastre di calcestruzzo pigmentato, ma di una tonalità pèiù chiara è il resto degli edifici un richiamo all’uso del ceppo a Milano interpretato in modo contemporaneo. La facciata che contiene le logge è bianca con scuri in legno. L’edificio parla una lingua che si rifà ad una certa tradizione milanese. Quella di Asnago e Vender in via Albricci, di Gardella al parco Sempione, di Ponti a Caiazzo. Ma anche quella dell’edilizia anonima che nel dopoguerra ha ricostruito Milano. Quella delle palazzine che rinunciarono al dialetto, per parlare un italiano composto e misurato. Una compostezza borghese, che si cela dietro facciate pacate. Che si conforma al contesto, ma senza rinun¬ciare ad un individualismo discreto.
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CONCORSO DI PROGETTAZIONE A INVITO_STRADA DI COLLEGAMENTO ZARA EXPO_MILANO 2013
Si tratta di una nuova infrastruttura viaria che andrà a migliorare l’attraversamento in senso trasversale dell’area Nord Milano, realizzando il collegamento del tratto da Viale F. Testi alla zona Expo. L’opera era già nota come Gronda Nord, poi come Strada Interperiferica e, successivamente come Strada Interquartiere. Questo collegamento, che raccorda la SS 11 con la SS 233, rientra tra le opere essenziali previste dal dossier di candidatura di Milano a sede dell’Expo 2015 a seguito del DPCM del marzo 2010. Il nuovo collegamento avrà una struttura a doppia carreggiata, con due corsie per senso di marcia e sarà integrata con opere di riqualificazione e mitigazione ambientale. Nello specifico per il lotto 1 da Via Eritrea alla zona Expo è stato
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prevista una struttura di mitigazione ambientale e acutica per l’uscita del sottopasso della strada e la realizzazione di un giardino di quartiere. Il progetto si propone dunque di non interrompere la continuità visiva tra i duel lati del lotto tagliato dall’infrastruttura e di sottolineare con un’area attrezzata per la sosta e lo svago il punto di contatto tra i due lati, laddove la strada si invila nel sottosuolo. Le grandi lame in corten forato che coprono l’infrastruttura, se viste di scorcio, scandiscono con il ritmo un profilo dinamico e accompagnano i percorsi ciclopedonali, mentre in ogni punto è possibile traguardare l’altro lato del giardino.
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CONCORSO _RIQUALIFICAZIONE DELLA PIAZZA E DELLA FONTANA_AVEZZANO 2013
La fontana di Piazza Risorgimento è incompiuta. Guardando la vasca si avverte subito una senso di incompiutezza: sorge su di un podio in uno spazio vuoto, isolata, privata di un vero rapporto con la piazza. Il completamento della fontana deve innanzitutto permettere alla vasca di appropriarsi della piazza e di ritrovare il proprio ruolo in essa, bilanciandosi rispetto alla Cattedrale dei Marsi e trovando il modo di orientare lo spazio in cui è inserita. Lo spazio intorno alla vasca deve essere un luogo vissuto e abitato, e non solo uno spazio di passaggio. Le persone devono trovare un motivo per fermarsi e poter apprezzare il luogo in cui sono. Un fondale d’acqua, una cascata che taglia parzialmente la vasca esistente, che entra in simbiosi con o spazio circostante e ne riflette i mutevoli riflessi. È un diframma che vibra e interagisce con i colori, le forme del contesto e l’agire degli abitanti. Il nuovo fondale dà centralità alla vasca ponendola in relazione con la chiesa. Tra la fontana e la cattedrale viene racchiuso uno spazio che in questo modo risulta meglio definito, attraversato dalla tensione tra la presenza della chiesa e la nuova fontana. In esso potranno trovare spazio ed essere ospitate diverse attività di natura temporanea che potranno giovare di uno spazio suggestivo delimitato da due scenografie di rilievo: la facciata della Cattedrale dei Marsi e la nuova fontana. In questo modo la fontana può diventare la quinta di spettacoli teatrali o di danza, la conclusione di un’esposizione fotografica o d’arte, oppure delimitare lo spazio da dedicare a sagre o festival. Il completamento della fontana è pensato come un monumento abitato. La forma dell’opera, non solo permette di costruire un fondale alla piazza, ma diventa anche un emozionante passaggio sotto una cascata. Inoltre nel suo sviluppo
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lineare la fontana cambia la propria sezione per accogliere di volta in volta usi diversi. Nel primo tratto, a ovest, verso via Marconi una sezione a pensilina permette di riparare sotto la propria ombra bambini che giocano; nella parte centrale, difronte alla vasca, affiora una seduta dal pavimento su cui ci si può sedere sotto la cascata; a est, verso via Sernaglia, essa diventa una grande panca rivolta verso via Corradini. In questo modo la fontana si appropria degli spazi circostanti istituendo diversi legami con essi: un passaggio sotto la cascata che orienta la parte nord della piazza, diversi modi di abitare la fontana che introducono nuove possibilità nell’uso degli spazi e una quinta che rende ancora più suggestiva Piazza Risorgimento.
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Marco Baccarelli Contacts: arch. phd. marco baccarelli marcobaccarelli@gmail.com mail@marcobaccarelli.com address. via gian battista casella 55, 20156, milano mobile p. +39 3332112013 partita iva. 05809230963 abilitation n 16336 ordine degli architetti ppc milano