Nutraceutica e occhio_scalinci

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Sergio Zaccaria Scalinci

Enzo Spisni

NUTRACEUTICA E OCCHIO

con la collaborazione di: Natalie Di Geronimo, Maria Rosaria Franco, Federica Franzone, Paolo Limoli, Maria Luisa Mostacciuolo, Marcella Nebbioso, Elena Pacella, Milena Raffi, Matilde Roda, Pier Luigi Rossi, Francesca Barbara Rucco, Costantino Schiavi, Lucia Scorolli, Edoardo Trovato Battagliola, Enzo Maria Vingolo, Diana Wrona



Autori | Prof. Sergio Zaccaria Scalinci

Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Clinica Oculistica Università di Bologna, DIMEC Centro di Ipovisione, Policlinico S. Orsola Malpighi Bologna Presidente Low Vision Accademy Presidente Associazione Retinite Pigmentosa Malattie Rare in Oftalmologia Regione Emilia Romagna Certificatore Malattie Rare della Regione Emilia-Romagna Docente Master II Livello in Nutrizione ed Educazione alla Salute, Università di Bologna

| Prof. Enzo Spisni

Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali, Università di Bologna Responsabile del laboratorio di Fisiologia Traslazionale e Nutrizione del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali dell’Università di Bologna. Membro del Comitato Scientifico del Master di II livello in nutrizione ed educazione alla salute, Università di Bologna

Coautori Natalie Di Geronimo Clinica oculistica Università di Bologna, DIMES Maria Rosaria Franco Responsabile Centro Ipovisione e riabilitazione visiva (Dipartimento di Medicina Fisica e riabilitazione ASL Lecce) Federica Franzone Dipartimento Organi di Senso, Università Sapienza Roma Paolo Limoli Centro Studi Ipovisione, Milano - Segretario Low Vision Academy Maria Luisa Mostacciuolo Già Professore Associato Genetica Medica Università di Padova Direttore Scientifico Laboratorio Mendel, Modena Marcella Nebbioso Professore Aggregato - Dipartimento Organi di Senso, Università Sapienza, Roma Elena Pacella Professore Associato in Oftalmologia, Università La Sapienza, Roma Milena Raffi Ricercatrice Universitaria - Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie - Sede di Fisiologia - Università di Bologna Matilde Roda Clinica oculistica Università di Bologna, DIMES Pier Luigi Rossi Medico Specialista - Scienza della Alimentazione - Specialista Igiene e Medicina Preventiva Francesca Barbara Rucco Giurista - Dottore di Ricerca - Università degli Studi di Lecce Ex Assegnista di Ricerca, Dipartimento Scienze Merceologiche, Facoltà di Economia, Università degli Studi di Bari Costantino Schiavi Professore Associato in Oftamologia Università di Bologna, DIMES Direttore I Clinica Oculistica Policlinico Sant’Orsola Malpighi, Bologna Lucia Scorolli Medico Oftalmologo, Poliambulatorio Santa Lucia, Bologna Fondatrice e consigliere Low Vision Academy Sheri Shahaj Ortottista e Biologa Nutrizionista - Docente al Master di Alimentazione ed Educaziona alla Salute, Università di Bologna Edoardo Trovato Battagliola Clinica oculistica Università La Sapienza di Roma Enzo Maria Vingolo Professore Associato in Oftalmologia, Università La Sapienza, Roma Primario Ospedaliero in Oftamologia, Latina. Diana Wrona Clinica oculistica Università di Bologna, DIMES


Copyright 2021

Gli Autori e l’Editore declinano ogni responsabilità per eventuali errori contenuti nel testo. Tutti i diritti sono riservati. È vietata ogni riproduzione totale o parziale

Grafica e stampa: FGE srl

ISBN 978-88-31256-34-6

Prima Edizione: Ottobre 2021

FGE srl – Fabiano Gruppo Editoriale Redazione: Strada 4 Milano Fiori, Palazzo Q7 – 20089 Rozzano (MI) Sede operativa: FGE srl − Regione Rivelle 7/F − 14050 Moasca (AT) – Tel. 0141 1706694 – Fax 0141 856013 e-mail: info@fgeditore.it − www.fgeditore.it


Indice

Prefazione ......................................................................................................... 7 1 | Alimentazione e legislazione...................................................................... 9 2 | Nutrizione ed alimentazione: aspetti fisiologici cellulari..................... 13 3 | Retina: anatomo fisiologia.........................................................................15 4 | Macro e micronutrienti per la salvaguardia della vista........................ 27 5 | Alimentazione e genetica......................................................................... 71 6 | La giusta piramide alimentare.................................................................. 75 7 | Intestino, microbiota ed occhio............................................................... 87 8 | Le degenerazioni retiniche..................................................................... 113 9 | Sistema della superficie oculare e nutrizione...................................... 137 1 0 | Glaucoma e nutriceutica......................................................................... 147 1 1 | Neuromodulazione ed alimentazione.................................................. 177 1 2 | Miopia ed alimentazione......................................................................... 189 Capitolo riassuntivo..................................................................................... 195



Prefazione Negli ultimi 60 anni la scienza dell’alimentazione ha compiuto progressi eccezionali, tanto che oggi possiamo suggerire, su base rigorosamente scientifica, come alimentarsi in modo adeguato per la prevenzione di molte patologie non trasmissibili. Gli studi e le ricerche nel campo della fisiologia della nutrizione hanno fornito, grazie all’apporto di vaste sperimentazioni, precise indicazioni dietetiche che offrono ampie garanzie di validità e possono contribuire in modo determinante alla prevenzione di quelle malattie che appaiono caratteristiche delle società avanzate, vale a dire le patologie dismetaboliche, cardiovascolari, ed in particolare nel nostro caso, oculari. L’assunzione di principi nutritivi come zuccheri semplici o di grassi come gli acidi grassi saturi in quantità eccessive e per lunghi periodi, porta ad un notevole impegno da parte dei meccanismi fisiologici di regolazione che, infine, rischiano fortemente di perdere in efficienza; in tal caso, l’utilizzazione metabolica dei nutrienti viene compromessa e anche la trasformazione energetica risulta incompleta, causando patologie degenerative oculari difficilmente trattabili una volta conclamate. Nonostante questo, alla luce delle più recenti scoperte, i vari capitoli, redatti da autorevoli Autori, trattano e puntualizzano i concetti fondamentali cui basarsi per una indicazione specifica dietetica che in presenza di una specifica patologia oculare possa contrastarne la progressione. Infatti, vengono trattati gli aspetti fisiologici, genetici, neuromodulatori, nonché quanto può influire il nostro microbiota intestinale o i giusti nutrienti nel metabolismo oculare e il loro ruolo nelle sempre più presenti patologie oculari quali: degenerazione maculare senile, retinopatia diabetica, sindrome sicca corneo-congiuntivale, glaucoma ed eredodegenerazioni oculari.

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Nutraceutica ed occhio | Sergio Zaccaria Scalinci – Enzo Spisni

1 Alimentazione e legislazione

Francesca Barbara Rucco

Nel tentativo di identificare una storia dell’alimentazione con riferimento alle vicende che hanno condotto al formarsi di una sensibilità giuridica verso la tematica alimentare, possiamo tracciare una linea di demarcazione suddivisa in tre fasi: quella più antica che coincide con l’età classica, in cui hanno dominato le fonti letterarie e storiografiche, la fase intermedia, corrispondente grosso modo al Medioevo ed una fase più recente che possiamo ricondurre all’età moderna. La distinzione tra i diversi periodi storici si ricollega all’individuazione delle fonti giuridiche più rilevanti per il fenomeno alimentare. In tale prospettiva si può osservare come l’iniziale unità giuridica antica propria della romanità venne interrotta, nel Medioevo, da una dissociazione dei centri di potere e da una significativa frammentazione culturale a seguito del crollo dell’Impero Romano e delle invasioni barbariche. Tali fenomeni accompagneranno importanti ripercussioni sui settori alimentari, del commercio e di generi alimentari. Con l’età moderna, infine, si passa ad un consolidamento del potere nelle monarchie nazionali, con una normativa alimentare da rintracciarsi quasi esclusivamente nell’attività giuridica del sovrano. L’analisi storica centralizza il ruolo dell’alimentazione nelle vicende umane come dato che accomuna epoche e culture diverse fra loro. Tale centralità, in vero, non sfugge neppure ai diversi legislatori che, da sempre si sono occupati della regolazione del fenomeno alimentare in ambito giuridico sotto una molteplicità di profili, tra cui la gestione delle scorte alimentari della comunità, le politiche di regolazione del mercato alimentare e la gestione dell’emergenza alimentare a seguito di guerre e carestie. In tali prospettive, già in età antica, c’è un pregnante interesse per il diritto pubblico con il controllo da parte del soggetto detentore del potere sovrano sulla società. La legislazione di jus pubblicum, con il sistema degli annona quale paradigma dell’intervento istituzionale in materia alimentare è già presente in età romana. Il ruolo della legislazione e degli statuti in tema di ricomposizione dei possibili conflitti relativi alla gestione delle fonti alimentari è presente nell’età moderna con la rivoluzione industriale che ha contribuito ad un radicale rinnovamento del mercato alimentare mondiale e gettato le basi per la crescita democratica e per un moderno sistema economico con l’abbandono del riferimento al prezzo del grano quale valore economico fondamentale. Le guerre mondiali, inoltre, hanno rappresentato momenti di fondamentale importanza nel percorso evolutivo del diritto dell’alimentazione, sia per via della massiccia produzione normativa in materia alimentare di tale periodo, sia perché nel dopoguerra si sono creati importanti organismi anche internazionali, gettando così le basi di una presa di coscienza sulla questione alimentare. La parcellazione e la complessità dei profili alla disciplina giuridica in tema di alimentazione è particolarmente visibile nella dicotomia tra disciplina del cibo in termini di res e quella che invece lo considera quale elemento di benessere della persona e della collettività. Il cibo, come res, in una fase più antica rappresentava un elemento importante che ha influen9


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zato l’intero sistema economico giustificando la presenza di interventi di legislatori volti alla sua disciplina. Anche in epoca successiva, tuttavia, la retificazione del cibo, non scompare ma, anzi, subisce un’evoluzione con il passaggio ad una logica mercantilistica. In altre parole il cibo diventa una merce, soggetta a disciplina proprietaria quanto all’acquisto e alla circolazione tramite gli scambi commerciali. Dal punto di vista sociale, la disponibilità di risorse alimentari tali da sostenere la popolazione, ha sempre rappresentato un’esigenza fondamentale di tutte le società umane. L’attitudine del cibo come res riguarda il suo rapporto con la salute umana, il consumo di alimenti guasti o scadenti, rappresenta ripercussioni sulla salute dell’uomo ed è dunque interesse dei legislatori la diffusione di alimenti salubri al fine di evitare il diffondersi di malattie, anche esse viste come un potenziale elemento di destabilizzazione della socializzazione e del potere sovrano. Il filone delle normative di igiene pubblica sugli alimenti ha rappresentato uno dei principali fattori di sviluppo, il livello normativo del diritto all’alimentazione sana rientra in un quadro di benessere complessivo dell’individuo. La ricerca continua di cibi altamente qualitativi, permette di potenziare le attività cellulari fini interrompendo quella catena apoptotica cui gli organi vanno incontro. L’art. 25 della Dichiarazione Universale dei diritti umani riconosce ad ogni individuo il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute ed il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione. Attualmente sono 110 i paesi nel mondo che riconoscono il diritto alla salute. Per poter parlare di alimentazione sana occorre chiarirsi le idee su quel che significa diritto alla salute, che fa parte di un più vasto gruppo di diritti umani L’occhio, considerato uno dei più complessi organi, dove componenti fisiche si tramutano in biochimiche ed ancor più elettriche a livello ganglionare neuronale, ha necessità di cibi sempre più sani ed energetici, per mantenere un adeguato apporto nutrizionale e di conseguenza funzionale. Se ciò non sarà possibile la scienza nutraceutica può adeguare il supporto con programmi specificatamente mirati e legiferati. Il potere economico, culturale e politico del XXI secolo risiede proprio nel cibo e la crisi dell’economia tradizionale deriva dalla mancata considerazione che esso non è una merce come le altre ma è un fattore culturale e non può essere soggetto alle leggi di mercato. Al cibo sono legate tradizioni, sapori e odori che fanno parte dell’identità e della stessa geografia di un popolo, assimilati alla nascita e che sono destinati a riconoscersi, rinnegando di colpo una cultura alimentare più attenta alla chimica che alla qualità del cibo Sta di fatto che si è verificata una generale corsa all’uniformità di un cibo facile da trovare, magari scelto per suggestione pubblicitaria, prodotto in zone anonime ma che nulla hanno a che fare con la storia di un territorio. L’elemento di disturbo che ha impedito lo sviluppo regolare è stata la globalizzazione sbagliata e che proprio nel settore dell’alimentazione ha prodotto una babele alimentare che ha disorientato sia i supersazi che gli affamati e che trova origine nell’intervento di una politica distorta. Quest’ultima intende regolare su scala mondiale la disponibilità di cibo con le leggi del libero mercato, acuendo le dispendiose contraddizioni che caratterizzano il nostro tempo. Oggigiorno il predominio mondiale nel settore alimentare appartiene ad un paese che non ha tradizione gastronomica propria e che considera un’assurdità sprecare il tempo in tavola, nutrendosi nei fast food con alimenti di scarsa qualità. Il cibo almeno per noi italiani è identità, cultura, sapore del vivere. Un apposito programma quadro dell’U.E. ha posto tra le priorità principali, la crescita di una Comunità di Ricerca e sviluppo sul tema “Qualità della sicurezza e Salute alimentare”. Altro argomento importante è la legiferazione in tema di nutraceutici che tanto vanno di moda. A differenza dei farmaci, i nutraceutici vengono talora utilizzati in terapia anche in assenza 10


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di validi studi clinici che ne possano comprovare l’efficacia, e spesso le proprietà salutistiche vengono dedotte da sudi di piccola entità o non controllati. La derivazione naturale di un nutraceutico non rappresenta una caratteristica di innocuità, oltre che di efficacia terapeutica, a cui si aggiunge anche l’assenza di monitoraggio post-marketing che non permette di valutare l’insorgenza di effetti avversi correlati all’utilizzo di questi prodotti. Per ovviare a queste problematiche, nel 2002 è stata istituita l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (European Food Safety Agency, EFSA), con lo scopo di migliorare la sicurezza alimentare nell’Unione Europea: è incaricato della valutazione del rischio, dell’elaborazione di pareri scientifici e consulenza specialistica basata sui dati più aggiornati, per fornire una solida base all’attività legislativa europea nel campo della sicurezza alimentare e per assicurare un alto grado di protezione dei consumatori. Argomento a parte meritano i cosiddetti “botanicals”, ovvero sostanze e preparati vegetali che includono non solo piante, ma anche alghe, funghi, licheni e comprendono sia la pianta in toto o sue parti in forma non trattata (generalmente essiccati), sia preparati vegetali ottenuti sottoponendo l’ingrediente vegetale a vari tipi di trattamento: estrazione, distillazione, purificazione e fermentazione. (D.M. 9 luglio 2012, revisione maggio 2013). Trattasi di sostanze non nutritive ma con possibili valenze salutistiche che spesso vengono utilizzate in forma di integratori; attualmente non esiste una lista di estratti vegetali armonizzata a livello europeo, mentre esistono liste di estratti vegetali ammessi e non ammessi nei singoli stati membri. Rimane ad oggi in sospeso l’inquadramento delle indicazioni salutistiche per i botanicals da parte della Commissione Europea che ha chiesto agli Stati Membri di pronunciarsi in merito al mantenimento del Regolamento U.E. 1924/2006, con creazione di un registro delle indicazioni ammesse per gli integratori a base vegetale in rapporto al criterio dell’evidenza scientifica, oppure alla revisione di tale regolamento con riconoscimento della tradizione d’uso delle componenti vegetali contenute negli integratori. Questa situazione implica che i cosiddetti medicinali vegetali tradizionali, che hanno chiaramente attività farmacologica e che sono in commercio da molti anni possono continuare a riportare le indicazioni salutistiche basate sulla lunga tradizione d’uso, secondo la Direttiva 2004/24/CE, che indicava una procedura semplificata per la loro registrazione ed autorizzazione entro il 30 aprile 2011. Oltre tale data, non è stato più possibile registrare ed immettere nel mercato UE medicinali vegetali, e i nuovi botanicals se non soddisfano la legislazione alimentare applicabile non possono essere classificati come integratori alimentari e di conseguenza non rientrano nel Regolamento Europeo. Come abbiamo visto gli argomenti legislativi che partono dall’antichità sono in continuo riformismo, ma non dobbiamo mai dimenticare che un cibo sano fa la mente sana (mens sana in corporis sano). BIBLIOGRAFIA 1. Legge n. 283/62 Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e bevande. 2. DPR n. 327/80 Regolamento di esecuzione L.283/62. 3. Reg CE n. 178/02. 4. Reg CE n. 852/04 5. Reg CE n. 853/04 6. Reg, UE n. 609/13 7. Angelini E., Manuale di igiene e sicurezza alimentare. Cescot editore. 8. Commissione Europea: Le politiche dell’U.E. sicurezza alimentare – ISBN 978-92-7924573-2, pubblicato 2014. 9. Fondazione GIMBE - Alimenti, diete ed integratori: la scienza della nutrizione tra miti, presunzioni ed evidenze, Evidence 10.4, 2018, e1000180. 11


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