Kroton Arena: Un nuovo stadio per la città di Crotone

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KROTON ARENA

un nuovo stadio per la cittĂ di Crotone

progettazzione di uno stadio di categoria 4 con processo di generazione e valutazione di alternative progettuali attraverso strumenti computazionali su base performativa finalizzata all’ottimizzazione del comfort visivo

DIDATTICA | Tesi

a cura di: Marco Tedesco



KROTON ARENA

un nuovo stadio per la cittĂ di Crotone

progettazzione di uno stadio di categoria 4 con processo di generazione e valutazione di alternative progettuali attraverso strumenti computazionali su base performativa finalizzata all’ottimizzazione del comfort visivo

LAUREANDO: Marco Tedesco

RELATORE: Arch. Giuseppe Ridolfi

AA 2018 | 2019




INDICE


00 Kroton Arena: un nuovo stadio per la città di Crotone Abstract

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01 Introduzione 01.1 Lo stadio: dalle origini ai giorni nostri 01.2 Le ragioni del progetto 01.3 Lo Stadio Ezio Scida, ieri e oggi 01.4 Obiettivi e finalità

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02 Ricerca preliminare e i casi studio 02.1 Nuovo concetto di Stadio 02.2 Reference tipologiche

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03 Un nuovo quartiere per la città 03.1 La scelta del sito 03.2 Indagine dell’area di progetto 03.3 Programma funzionale urbano 03.4 Masterplan di progetto 03.5 Spazi esterni

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04 Progettazione parametrica 04.1 Luigi Moretti - l’origine dell’architettura parametrica 04.2 Progettazione generativa 04.3 La visibilità negli Stadi 04.4 Optionereeng e design strategies 04.5 Analisi degli attributi 04.6 Sintesi e scelte progettuali

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05 Il progetto 05.1 Strategie progettuali 05.2 Spazi interni e collegamenti 05.3 Elaborati di progetto 05.4 Dettaglio tecnologico

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06 Riferimenti 06.1 Bibliografia 06.2 Sitografia

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Ringraziamenti

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“Il calcio italiano ha urgente bisogno di riqualificare i propri impianti sportivi. E’ dimostrato da tutte le esperienze internazionali come la qualità degli stadi rappresenti un fattore fondamentale per assicurare il successo del sistema calcistico, ed è noto che per l’Italia rappresenta un punto critico: l’età media degli stadi del calcio professionistico è di circa 60 anni, e nella stagione 201314 il riempimento medio degli impianti va dal 58% della Serie A (che corrisponde a mancati ricavi per oltre 200 milioni di euro) a circa il 20% nella Lega Pro. Gli stadi moderni sono estremamente diversi da quelli tradizionali, sotto i profili della dimensione, del comfort per gli spettatori e per le squadre, dei servizi offerti al pubblico, della sostenibilità ambientale e della sicurezza. Le principali esperienze internazionali dimostrano che si tratta di investimenti validi sotto il profilo economico: i principali nuovi stadi costruiti in Europa negli ultimi 10 anni hanno generato nel primo anno di inaugurazione un incremento medio di quasi il 40% dell’affluenza e di oltre il 70% sotto il profilo dei ricavi da gare.” Carlo Tavecchio (presidente FIGC)

“Il generative design non ha a che fare con la progettazione di un edificio, ma con l’ideazione di un sistema per progettare un edificio”. Joel Hesselgren (Designer)




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KROTON ARENA

UN NUOVO STADIO PER LA CITTA’ DI CROTONE


ABSTRACT

Il concetto di “stadio”, inteso come luogo di aggregazione e di intrattenimento, è intrinseco alla cultura dell’uomo fin dal V secolo a.C., precisamente dal periodo aureo della Grecia classica. All’epoca lo Stadio era un elemento portante della civiltà greca, tanto da essere utilizzato come unità di misura, e significativo a tal punto da essere considerato luogo sacro. Nelle varie pòleis gli stadi ospitavano eventi sportivi, quali gare di velocità o di atletica leggera, dei quali i più prestigiosi erano i ben noti giochi della città di Olimpia. Lo stadion ellenico è il padre degli anfiteatri e dei circhi romani, così come essi stessi si possono definire antenati degli stadi contemporanei che ospitano oggi colossali eventi sportivi di livello internazionale o addirittura globale, come i campionati di calcio ed i giochi Olimpici. Lo sport è un fenomeno di costume che specialmente nell’ultimo secolo, anno dopo anno, ha coinvolto sempre di più la società in cui viviamo, passando da fenomeno elitario a fenomeno di massa e interessando un gran numero di persone in tutto il mondo, che lo seguono e lo praticano con grande passione, tanto da divenire centro di grandi interessi economici, anche nei paesi meno industrializzati. Gli stadi sono luoghi di aggregazione, all’interno dei quali è possibile condividere passioni comuni, ma anche teatro di eventi mediatici a livello mondiale. Inoltre, sempre più spesso queste strutture, progettate da celebri architetti, divengono icone e simboli delle città in cui sorgono.

The concept of “stadium”, understood as a place of aggregation and entertainment, has been intrinsic to human culture since the fifth century BC, precisely from the golden age of classical Greece. At the time, the stadium was a supporting element of Greek civilization, so much so that it was used as a unit of measurement, and significant to such an extent that it was considered a sacred place. In the various pòleis the stadiums hosted sporting events, such as speed or athletics competitions, of which the most prestigious were the well-known games of the city of Olympia. The Hellenic stadion is the father of Roman amphitheatres and circuses, as they themselves can be defined as ancestors of contemporary stadiums that today host colossal sporting events of international or even global level, such as football championships and Olympic games. Sport is a phenomenon that especially in the last century, year after year, has increasingly involved the society in which we live, going from an elitist phenomenon to a mass phenomenon and affecting a large number of people all over the world, who they follow it and practice it with great passion, so much so as to become a center of great economic interests, even in less industrialized countries. Stadiums are places of aggregation, within which it is possible to share common passions, but also the scene of media events worldwide. Furthermore, more and more often these structures, designed by famous architects, become icons and symbols of the cities in which they arise.

Con il passare del tempo la tradizionale idea di stadio è mutata in quanto al semplice concetto di impianto, progettato e realizzato per ospitare unicamente una determinata tipologia di eventi sportivi, è stata affiancata una nuova generazione di strutture di varie tipologie, le quali permettono di ospitare oggi una maggiore portata di eventi, sportivi e non solo.

As time passes, the traditional idea of ​​stadium has changed in that the simple concept of system, designed and built to host only a specific type of sporting event, has been joined by a new generation of structures of various types, which allow to host today a greater range of events, sporting and beyond.

Risulta evidente che il nostro Paese soffra l’arretratezza delle strutture, la complicata gestione della sicurezza, il progressivo allontanamento fisico del pubblico (che soltanto nelle ultime stagioni ha registrato una lieve inversione di tendenza grazie al ritorno nella Serie A di squadre di grandi città) ed in ultima analisi l’incapacità di generare ricavi rilevanti, grazie alla gestione degli impianti.In altri paesi, gli stadi sono spazi vissuti sette giorni a settimana; quelli più recenti sono quasi sempre

It is clear that our country suffers from the backwardness of the structures, the complicated management of security, the progressive physical departure of the public (which has only undergone a slight turnaround in recent seasons thanks to the return to Serie A of big city teams) and ultimately the inability to generate significant revenues, thanks to the management of the system. In other countries, stadiums are spaces lived seven days a week; the most recent ones have 12


stati realizzati parallelamente ad importanti progetti di riqualificazione urbana e territoriale, apportando non soltanto enormi vantaggi a livello d’immagine, ma anche nuove opportunità di guadagni non solamente alle società calcistiche, ma anche all’economia dell’intera area che ospita queste strutture, con evidenti vantaggi a livello sociale.

almost always been carried out in parallel with important urban and territorial redevelopment projects, not only providing enormous advantages in terms of image, but also new revenue opportunities not only for football clubs, but also for the economy of the entire area which houses these structures, with obvious social benefits.

Questo progetto si pone l’obiettivo di proporre per la città di Crotone uno stadio contemporaneo, ma anche un modello architettonico in grado di produrre servizi, competitività e innovazione, rappresentando un’opportunità e un veicolo di contenuti sociali ed economici attraverso la creazione di occasioni ed esperienze di relazione.

This project aims to propose a contemporary stadium for the city of Crotone, but also an architectural model capable of producing services, competitiveness and innovation, representing an opportunity and a vehicle for social and economic content through the creation of opportunities and relationship experiences.

Il confronto e l’integrazione con il contesto culturale e territoriale, la complessità tecnologica, funzionale e gestionale delle sue componenti, fanno evolvere il progetto “stadio” a processo articolato in fasi parallele e multi-scalari, in cui i temi della multifunzionalità, della flessibilità e della sicurezza divengono le chiavi delle strategie di intervento edilizio su scala urbana, in un’ottica di progettazione sostenibile e socialmente integrata.

The comparison and integration with the cultural and territorial context, the technological, functional and managerial complexity of its components, evolve the “stadium” project with a process articulated in parallel and multi-scalar phases, in which the themes of multifunctionality, flexibility and security become the keys to urban-scale building intervention strategies, with a view to sustainable and socially integrated planning.

A tutto questo è stato affiancato un lavoro di ricerca nella progettazione parametrica degli spalti basato sul tema della “visibilità” affrontato dall’Architetto Moretti negli anni ’40, strumento che ha permesso di attribuire al progetto caratteri tipologici e morfologici derivati da un processo di generazione e valutazione di alternative progettuali attraverso strumenti computazionali su base performativa finalizzata all’ottimizzazione del comfort visivo.

All this was accompanied by a research work in the parametric design of the bleachers based on the theme of “visibility” faced by the architect Moretti in the 1940s, an instrument that allowed to attribute to the project typological and morphological characters deriving from a generation process and evaluation of design alternatives through computational tools on a performance basis aimed at optimizing visual comfort.

Lo stadio dovrà svolgere un ruolo di attivatore sociale, in grado di accogliere e soddisfare le esigenze e le necessità espresse dalla società, rafforzando il legame con la comunità di riferimento, accrescendo così il valore e la soddisfazione attesa dalla fruizione dell’impianto sportivo stesso.

The stadium will have to play a role of social activator, able to accommodate and satisfy the needs and requirements expressed by the company, strengthening the link with the community of reference, thus increasing the value and satisfaction expected from the use of the sports facility itself.

Il territorio diventa il nuovo orizzonte sul quale lo stadio multifunzionale si vuole proiettare, introducendo opportunità e logiche di riqualificazione e valorizzazione fisica, economica e sociale di una realtà in dinamica evoluzione: progettare uno stadio significa oggi progettare il territorio.

The territory becomes the new horizon on which the multifunctional stadium is to be projected, introducing opportunities and logics of physical, economic and social requalification and enhancement of a reality in dynamic evolution: designing a stadium today means designing the territory.

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INTRODUZIONE


01.1 LO STADIO: DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI LA NASCITA DEL CONCETTO DI STADIO1 La parola “stadio” deriva dalla città di Olimpia nella Grecia antica. Gli abitanti di Olimpia erano soliti organizzare una corsa sulla distanza di 192 m, che in Grecia era una unità di misura nota come “stadio”, termine che a sua volta ha dato il nome al luogo. Lo stadio di Olimpia comprendeva dei posti a sedere sotto forma di terrapieni, oltre ad una “sezione VIP”, che includeva sedili in pietra per i dignitari locali. Gli architetti della Grecia antica e, in seguito, quelli de Roma antica, erano esperti nella progettazione di teatri su misura per le necessità di un gran numero di spettatori. Queste strutture fornirono l’ispirazione per un nuovo tipo di arene sportive – l’anfiteatro – di cui si possono ammirare molti esempi ancora oggi. Lo stadio richiedeva la sovrapposizione di due teatri semicircolari per produrre un luogo in cui l’area degli spettatori circondava completamente la scena, creando quello che è, a tutti gli effetti, il catino di uno stadio. Il Colosseo di Roma, che risale al 70 d.C. ed è uno dei luoghi sportivi più iconici al mondo, fornisce un esempio eccellente del concetto di catino. Non è solamente un edificio eccezionale per l’epoca in cui è stato concepito, ma ancora oggi è utilizzato per diversi tipi di manifestazioni pur essendo cambiato ben poco rispetto al progetto originale. Dai giorni di Roma e dell’antica Grecia, il concetto di stadio si è sviluppato in maniera considerevole per riflettere i requisiti specifici di una grande varietà di discipline sportive. Solamente negli ultimi decenni si sono verificati cambiamenti radicali nell’approccio al progetto di uno stadio. Fino ad una trentina di anni fa gli stadi di calcio erano progettati per essere utilizzati in diversi ambiti sportivi (l’atletica, ad esempio); al contrario la progettazione odierna tende ad enfatizzare nella progettazione le necessità del gioco specifico. Per esempio, nel passato, molti stadi di calcio venivano costruiti con piste per la corsa attorno al perimetro di gioco; questo non favorisce una buona atmosfera per la partita, poiché riduce il cosiddetto effetto “calderone”, ovvero la vicinanza tra giocatore e spettatore. La struttura dello stadio dovrebbe abbracciare il terreno di gioco in modo da massimizzare l’effetto calderone, senza ovviamente compromettere la sicurezza dei giocatori e degli staff degli allenatori, gli arbitri della partita o gli spettatori.

1. Guida UEFA agli stadi di qualità, Edizione UEFA 2011, (p. 7)

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Figura 1.1: Ricostruzione dello stadio Domiziano (di Jean-Claude Golvin), ispirato al modello antico dello Stadio di Olimpia, in Grecia.

Figura 1.2: Ricostruzione del Colosseo di Roma (di Jean-Claude Golvin)

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Si potrebbe dunque fare una distinzione tra l’architettura dello Stadio in termini storici con quella che si è evoluta nel corso del ‘900, caratterizzata da una differenza in termini di fruizione dello stadio stesso. Se volessimo analizzare l’architettura dello stadio come la conosciamo oggi, come scrive Antonio Cunazza in un recente articolo “gli stadi moderni sono tutti uguali?”, è utile analizzare più a fondo l’estetica architettonica degli stadi, dividendola in quattro macro-periodi nel corso del Novecento:

IL CALCIO PIONIERISTICO E L’ARCHITETTURA POST-VITTORIANA2 Il primo periodo è quello dell’epoca pionieristica del calcio, con il modello di stadio “all’inglese” nato alla fine dell‘800 e durato fino agli anni ‘30 del XX secolo. Stadi a pianta rettangolare, votati alla funzionalità, figli di un’architettura vittoriana influenzata dalla Rivoluzione Industriale: gli elementi in ferro e la semplicità delle murature, ad esempio, sono presi in prestito dalle grandi stazioni ferroviarie e dalle fabbriche. L’influenza del celebre ingegnere scozzese Archibald Leitch, che ha progettato quasi tutti gli stadi inglesi dell’epoca (inventando, di fatto, la versione moderna di questo edificio), ci ha lasciato in eredità stadi molto simili fra loro, riconoscibili solo per pochissimi particolari: la diversa forma del timpano sul tetto della tribuna centrale (Craven Cottage, Fulham, 1905; Hillsborough, Sheffield Wednesday, 1915; Anfield, Liverpool, 1906) e la presenza di facciate esterne più o meno decorate (ancora Craven Cottage, Fulham, 1905; Villa Park, Aston Villa, 1924; Ibrox, Glasgow Rangers, 1924).[...]

GLI STADI OLIMPICI E MONUMENTALI3 Dagli anni ‘30 si apre l’epoca degli stadi olimpici e monumentali. Entra in scena la pista d’atletica, che impone la forma ovale all’edificio, e invita i regimi totalitari a cavalcare l’idea di un’architettura di propaganda. Il gusto per l’imponenza delle architetture dell’antica Roma, e il messaggio che possono veicolare, produce stadi più grandi pensati per attirare grandi folle. Il senso politico di tutto questo corre in parallelo all’importanza crescente dei Giochi Olimpici che, allo stesso modo, portano alla costruzione di stadi che possano accogliere qualunque sport. Prende piede la tipologia del “velodromo”, nata in Francia a inizio ‘900 con l’avvio del Tour de France (e che si diffonde anche in Italia), e in Europa si moltiplicano stadi ovali grandi e piccoli, con facciate esterne che strizzano l’occhio alle simmetrie neoclassiche ma propongono elementi più rigidi e meno votati all’ornamento (si notano influenze dal Bauhaus e riferimenti al Razionalismo). Di questo tipo sono i velodromi di Marsiglia (1937) e Parigi (la seconda versione del Parco dei Principi è del 1932), lo Stadio Comunale di Torino (1933) e l’Artemio Franchi di Firenze (1931), lo Stadio Olimpico di Amsterdam (1927) e l’Olympiastadion di Berlino (1936), forse il più celebre.[...]

2. 3. Paragrafi tratti da: Cunazza Antonio, Gli stadi moderni sono tutti uguali? - Un tentativo di categorizzazione degli stili architettonici che hanno caratterizzato gli stadi di calcio.Intero articolo reperibile nel sito: < https://www.ultimouomo.com/gli-stadi-moderni-sono-tutti-uguali/ >

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L’EPOCA DEL CEMENTO ARMATO E DEL “BRUTALISMO”4

Dopo il termine della Seconda Guerra Mondiale si aprono scenari stilistici meno univoci, anche se in ogni caso guidati da un materiale: il cemento armato. La sua diffusione, figlia degli anni ‘30 e ‘40, si apre all’utilizzo sistematico per varie tipologie di edificio fra cui anche gli stadi di calcio. Anche qui troviamo molti punti in comune fra gli impianti costruiti in questo periodo: le strutture sono spesso a vista, celebrano la forza del cemento armato come materiale e lo stadio torna a essere edificio più funzionale che bello, senza necessità di essere ulteriormente decorato. È da questo concetto che nell’architettura civile emerge la corrente del Brutalismo, che si riversa anche sugli stadi. Gli elementi di sostegno statico delle gradinate sono visibili dall’esterno, così come le rampe di scale d’accesso e la parte sottostante dei gradoni. Seguendo questa filosofia sono stati costruiti il Bernabéu di Madrid (1947), la versione ristrutturata del Mestalla di Valencia (1959) e il Sánchez Pizjuán di Siviglia (1960), che hanno praticamente tutti la stessa impostazione strutturale. Alcune eccezioni si notano invece in altri casi specifici: è il caso delle “costole” inarcate del Parco dei Principi di Parigi (1972), che rimandano a quelle rigide del San Paolo di Napoli (1959). Allo stesso modo, il catino dell’impianto partenopeo fa venire in mente quelli del vecchio Da Luz di Lisbona (1954) e del Raijko Mitic/Marakana di Belgrado (1963).

DAGLI ANNI ‘90 A OGGI5

Con gli anni ‘90, le nuove tecnologie e l’avvento dei media cambiano completamente la visione degli stadi, portandoli nell’era dell’architettura contemporanea. I nuovi impianti, quelli che oggi possono sembrare tutti uguali, sono figli dell’epoca che stiamo vivendo, iniziata con l’Amsterdam Arena (1996) e lo Stade de France di Parigi (1998), che fanno da spartiacque rispetto al passato. Gli stadi diventano contenitori di servizi commerciali e di comfort assoluto al servizio del tifoso e nella struttura si arricchiscono di materiali prima inesplorati: membrane polimeriche, coperture semi-trasparenti, utilizzo sistematico di vetro e acciaio, pannelli LED che vanno a rivestire l’edificio anche completamente. Inoltre, su scala minore, l’architettura contemporanea deve confrontarsi con tutti gli standard imposti dai regolamenti attuali, che portano a una certa standardizzazione del disegno delle gradinate e della loro forma. Si pensi all’angolo di visuale (codificato proprio da Archibald Leitch per la prima volta con il progetto di Ibrox, a Glasgow, nel 1902) che ha ormai portato alla regola del profilo superiore ondulato delle gradinate, sdoganata con l’Etihad Stadium di Manchester (2003) e l’Emirates Stadium di Londra (2006): una curva sinusoidale più alta al centro e più bassa agli angoli dell’impianto, così da garantire la stessa distanza dello spettatore dal terreno di gioco anche nei posti più lontani. A questo possiamo abbinare l’analisi dei rivestimenti esterni, vero spazio di manovra e fantasia per i progettisti: il tema del “gus5. Paragrafo tratto da: Cunazza Antonio, Gli stadi moderni sono tutti uguali? - Un tentativo di categorizzazione degli stili architettonici che hanno caratterizzato gli stadi di calcio.Intero articolo reperibile nel sito: < https://www.ultimouomo.com/gli-stadi-moderni-sono-tutti-uguali/ >

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cio” che avvolge l’impianto, declinato in vari materiali e forme – dall’Allianz Arena di Monaco (2005) all’Allianz Riviera di Nizza, dalla Borisov Arena di Borisov (2014) allo Juventus Stadium di Torino (2011). Nonostante ciò, questo non ha impedito la costruzione di stadi iconici anche in tempi molto recenti, anche se spesso su scala più grande (dai 60mila posti in su), come il Bird’s Nest di Pechino (2008), il recente Mercedes-Benz Stadium di Atlanta (2017) o la Cosmos Arena di Samara (2018). Nondimeno è fondamentale sottolineare la rilevanza dei progetti di ristrutturazione e ammodernamento, che producono eccezionali casi di integrazione fra la struttura storica e le nuove parti dello stadio: il Soldier Field di Chicago (2003), con il nuovo catino di gradinate che si inserisce nell’originale colonnato esterno neoclassico; il Wanda Metropolitano di Madrid (2017), con la tribuna originale fatta rivivere all’interno del nuovo impianto; e più vicino a noi, il restyling del Friuli di Udine (2016), con la nuova vita della tribuna principale e della celebre copertura arcuata grazie al rinnovamento dei tre lati restanti dello stadio. Certo, questa sintetica discettazione non pretende di assoggettare qualunque punto di vista soggettivo e personale. D’altronde, il giudizio definitivo di un’opera è sempre dato da chi ne fruisce quotidianamente e su questo punto ha influito moltissimo anche il regolamento dei posti a sedere e della presenza di seggiolini in tutti gli impianti. Il senso visivo di omologazione che ne è derivato, a partire da metà anni ‘90, è stato decisivo nel creare una spaccatura di gusto e apprezzamento nei confronti dei nuovi impianti. Il tentativo, mutuato dalla Premier League inglese, di variare l’effetto ottico colorando i seggiolini con i colori sociali dei club e i marchi degli sponsor, è stato positivo solo in parte – e si è arrivati a esempi estremi come le seggiolature multicolor dell’Alvalade di Lisbona, della Dacia Arena di Udine o del nuovo Stirpe di Frosinone. I regolamenti di sicurezza e ordine pubblico di inizio anni ‘90 hanno avuto l’effetto estetico collaterale di standardizzare il disegno degli stadi e, in parte, l’atmosfera stessa durante le partite. Lo stadio è diventato con il tempo uno dei luoghi con più regole e paletti, sia costruttivi che comportamentali, e questo ha inevitabilmente avuto un peso su come i tifosi vivono la partita, e quindi guardano lo stadio che la ospita. Gli stadi attuali hanno forse meno abbellimenti stilistici rispetto a quelli del primo Novecento, e meno forza evocativa che negli anni ‘60 e ‘70 (e questo perché l’architettura contemporanea sta proponendo nuove e diverse soluzioni, non per forza migliori o peggiori) ma non è solo lo stile architettonico ad essere cambiato ma anche, e forse soprattutto, il modo di tifare e vivere lo stadio.

2. 3. Paragrafi tratti da: Cunazza Antonio, Gli stadi moderni sono tutti uguali? - Un tentativo di categorizzazione degli stili architettonici che hanno caratterizzato gli stadi di calcio.Intero articolo reperibile nel sito: < https://www.ultimouomo.com/gli-stadi-moderni-sono-tutti-uguali/ >

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Figura 1.3: Craven Cottage (foto di Catherine Ivill / Getty Images)

Figura 1.4: L’Olympiastadion di Berlino (foto di Boris Streubel / Stringer)

Figura 1.5: Il Marakana di Belgrado (foto di Srdjan Stevanovic / Stringer)

Figura 1.6: Il Bird’s Nest di Pechino (foto di Ryan Pierse / Getty Images)

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01.2 RAGIONI DEL PROGETTO Rispetto ai principali campionati europei, in Italia c’è ancora parecchia strada da fare. Il nostro paese soffre per l’arretratezza delle strutture, per la difficile gestione della sicurezza, per il progressivo allontanamento del pubblico, che soltanto nelle ultime stagioni ha registrato una lieve inversione di tendenza grazie al ritorno in Serie A di squadre di grandi città, e per l’incapacità di generare ricavi rilevanti alla gestione degli impianti, anche a parità di spettatori. È evidente a tutti come gli stadi italiani siano vecchi, scomodi, poco funzionali, insicuri e spesso quasi irraggiungibili. Ed ecco così che la questione dei ricavi ottenuti dall’utilizzo e dalla gestione degli impianti si allarga a dismisura nei confronti delle rivali europee. Le squadre italiane hanno meno spettatori e da ogni spettatore ricavano meno di quanto non riescano a fare le concorrenti. Questo perchè, a differenza di quel che accade in molti altri paesi europei, in Italia gli stadi sono luoghi sfruttati solamente per le partite di calcio ogni quindici giorni, all’estero invece, gli impianti sportivi sono tutt’altro, sono sedi di attività commerciali, sociali, culturali e ricreative che vanno oltre alla semplice partita di pallone.1 Come Sostiene Giovanni De Filippo nella sua Tesi dal titolo “Il tema degli stadi di proprietà in Italia - tra dibattiti e progetti”,pubblicata nel 20172: All’estero gli stadi sono vissuti sette giorni alla settimana e quelli più recenti, come ad esempio il caso di Amsterdam, quasi sempre sono stati realizzati parallelamente allo sviluppo di importanti progetti di riqualificazione urbana e territoriale, portando non soltanto ritorni positivi d’immagine e opportunità di nuovi guadagni ai club calcistici che li detengono o li gestiscono, ma anche ritorni economici positivi diretti e indiretti sull’area in cui sono localizzati.Servono nuovi impianti per “liberare” il calcio italiano dalla dipendenza dei ricavi televisivi (pesando per oltre il 66% sul giro d’affare globale), ma anche una legge che riduca i tempi di costruzione. Illuminante appare essere una riflessione di Luca Pancalli, che sottolinea il fatto che ripensare gli stadi non è soltanto un’opportunità di crescita per il calcio e il mondo dello sport italiano, ma anche per tutta la nostra società. Le ragioni di progettare un nuovo impianto sportivo per la città di Crotone sono molteplici. Oltre a quelle che riguardano un personale attaccamento al luogo, ci sono quelle che riguardano l’attuale stato dello Stadio Ezio Scida. Un’ analisi della situazione degli stadi in Italia ha fatto emergere che circa l’80% delle strutture necessitano di un ammodernamento (tra queste circa il 10% si trova in un totale stato 1. <https://www.osservatoriosport.interno.gov.it/> 2. Per un approfondimento sul tema, la tesi di Giovanni De Filippo dal titolo “Il tema degli stadi di prprietà in Italia - tra dibattiti e progetti” AA. 2016/2017 <https://issuu.com/giovanni. defilippo/docs/il_tema_degli_stadi_di_proprieta__i>

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di abbandono). La differenza sostanziale però dell’impianto sportivo nella città di Crotone si basa sulla necessità di un impianto ex-novo, in quanto gli attuali vincoli posti dal Piano Regolatore Comunale, fanno rientrare l’area di ubicazione dell’attuale Ezio Scida in una zona sottoposta a vincolo archeologico.

Figura 1.7: Situazione dei principali stadi in Italia con una capienza superiore ai 16.000 posti

Impianti di recente ristrutturazione Impianti di nuova generazione Impianti costruiti prima del ‘95

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01.3 LO STADIO EZIO SCIDA: IERI E OGGI I lavori di costruzione dell’impianto vennero avviati nel 1935, ma in seguito interrotti per motivi bellici; conclusa la guerra ripresero i lavori di costruzione, che terminarono nel 1946; lo stadio venne poi inaugurato nello stesso anno1. L’intitolazione a Scida si dovette all’iniziativa di Silvio Messinetti, all’epoca sindaco di Crotone e presidente del club calcistico locale. Sebbene dal 1981 l’area su cui l’impianto sorge sia stata dichiarata inedificabile dalla soprintendenza all’archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone in quanto insistente sopra i resti dell’antica agorà di Kroton (tra i maggiori centri urbani della Magna Grecia), lo stadio non è stato abbandonato; al contrario, col passare dei decenni è stato più volte ristrutturato ed ampliato2. Nella sua conformazione originaria, l’arena poteva ospitare fino a circa 5000 spettatori, suddivisi su due tribune laterali (delle quali una coperta) e una singola curva sul lato meridionale del prato (sede dei collettivi della tifoseria organizzata crotonese). Complici le crescenti fortune del calcio crotonese, nel 1999 venne aggiunta un’ulteriore curva sul lato nord (capace di 980 posti) e successivamente si provvide a ingrandire la tribuna scoperta (portata a 2500 posti), la tribuna coperta (2329 posti) e il settore ospiti (834 posti). Un anno dopo, allorché il Crotone ottenne la promozione in Serie B, venne riedificata la curva sud (ampliata a 2940 posti). La capienza totale passò a 9400 spettatori3, presto ulteriormente aumentati a 11 6404. Gli interventi più incisivi ebbero luogo negli anni 2010: nel febbraio 2014 il Comune di Crotone finanziò la ristrutturazione della tribuna distinti (che venne dipinta nei colori sociali rosso-blu del Football Club Crotone). Dopo la promozione in Serie A dei pitagorici, conseguita nel 2016, si è infine provveduto ad ampliare lo stadio a circa 16 500 posti (conformemente alle norme in vigore per il massimo campionato italiano): tale risultato è stato ottenuto mediante l’implementazione di nuove gradinate in tubi metallici e la modernizzazione degli spalti preesistenti. Al contempo sono stati ammodernati i locali tecnici, ampliati i varchi d’accesso e potenziato l’impianto di videosorveglianza4. Per consentire la messa in opera di tali interventi (che vennero rallentati a causa dei vincoli imposti - e poi derogati - dalla già citata Soprintendenza archeologica2), il Crotone dovette disputare le prime gare della stagione 2016-2017 allo stadio Adriatico di Pescara. Il “nuovo” Scida venne infine riaperto il 23 ottobre 2016 con la disputa della 1. Massimo Castoldi e Ugo Salvi, Parole per ricordare. Dizionario della memoria collettiva, usi evocativi, allusivi, metonimici e antonomastici della lingua italiana, Bologna, Zanichelli, 2003, p. 140 2. Crotone: l’ampliamento dello stadio sui resti dell’antica agorà - Corriere della Sera, 7 set 2016 3. Stadio “Ezio Scida” <https://www.fccrotone.it/>agorà - Corriere della Sera, 7 set 2016 4.Crotone, ecco le prime FOTO del nuovo stadio Scida in vista della partita con il Napoli per l’esordio in casa - strettoweb.com, 12 ott 2016

Figura 1.8: Ortofoto dell’attuale stadio Ezio Scida a Crotone (Google Earth)

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gara di campionato Crotone-Napoli, vinta dagli ospiti per 1-2. Il significativo ampliamento della tribuna principale aveva bensì comportato l’asportazione della tettoia a protezione della stessa: lo stadio rimodernato presentava dunque una configurazione completamente priva di ripari dagli agenti atmosferici. Ciò causò le proteste di alcuni tifosi, i quali lamentarono di essersi abbonati ad un settore che - sulla carta - avrebbe invece dovuto essere provvisto di copertura5. A tale inconveniente venne posto rimedio nell’estate del 2017, allorché venne montata una copertura parziale della tribuna centrale (a mezzo di tettoia prefabbricata retta da tralicci metallici). Sempre nel precampionato 2017-2018 vennero praticati ulteriori lavori di miglioramento dell’arena, con l’abbassamento delle barriere di separazione tra spalti e campo (fatta salva la Curva sud) e l’installazione di un maxischermo al di sopra della Curva nord6. Nel luglio 2018, essendo scaduta la deroga di due anni per il temporaneo aumento di capienza, la Soprintendenza ai Monumenti diniega il rinnovo, con la diffida a rimuovere le tribune amovibili sorte su reperti archeologici e il 24 agosto 2018 lo stadio viene dichiarato inagibile7. Il 17 settembre 2018 il TAR annulla il decreto di inagibilità8.

Figura 1.9: Foto Storica di una azione durante una partita di calcio disputata allo stadio Ezio Scida (autore sconosciuto)

5.Crotone, class action dei tifosi: «La tribuna non è coperta» - Tuttosport, 1° apr 2017 6.<https://www.ilrossoblu.it/>, 23 lug 2017 7.<http://www.calcioefinanza.it/2018/08/23/agibilita-stadio-crotone-ezio-scida/> 8.<https://lacnews24.it/sport/crotone-stadio-ezio-scida-agibilita-16mila-posti_63387/>

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Figura 1.10: Foto storica del campo sportivo Ezio Scida (autore sconosciuto)

Figura 1.11: Foto storica del campo sportivo Ezio Scida (autore sconosciuto)

Figura 1.12: Attuale tribuna dello stadio Ezio Scida, dopo i lavori del 2016.

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01.4 OBIETTIVI E FINALITA’

Gli stadi vengono utilizzati per ospitare eventi ed intrattenere persone fin dal V secolo a.C., il periodo classico dell’antica Grecia, furono ideati per gare di velocità e di atletica leggere, e possono essere definiti come gli “antenati” degli anfiteatri e dei circhi dell’epoca romana. Sono questi i progenitori dei moderni stadi che oggi ospitano eventi sportivi di livello internazionale come i campionati di calcio (mondiali, europei e nazionali) e i Giochi Olimpici. Il più antico stadio conosciuto è quello di Olimpia, nel Peloponneso occidentale in Grecia, dove furono condotti i Giochi olimpici dell’antichità fin dall’anno 776 a.C. Lo sport è un fenomeno che nell’ultimo secolo, anno dopo anno, ha interessato sempre di più la nostra società passando da essere fenomeno elitario è diventato un fenomeno di massa e business, interessando un grande numero di persone nel mondo che lo seguono e lo praticano. Gli stadi sono visti inoltre come luoghi di aggregazione, in cui condividere una passione comune, ma anche teatro di eventi mediatici di livello mondiale1. Inoltre, sono queste strutture, sempre più spesso firmate da architetti famosi, a diventare le più grandi icone delle città in cui sorgono. La nostra società ha compiuto un’evoluzione sempre più rapida, con essa anche lo sport, il quale è sempre stato considerato come un’attività di intrattenimento tale da non richiedere particolari attenzioni o competenze, e visto con una funzione esclusivamente a scopo ludico; nell’ultimo ventennio invece, insieme all’avvento delle tv satellitari, si è fatta strada una concezione di tipo aziendalistico, orientata al mercato, in cui diventano importanti gli interessi pubblici e privati. Ma il modello che ha fatto prosperare lo sport fino ad oggi è in crisi: nella gestione di questo fenomeno è mancata per troppo tempo la logica dell’equilibrio economico, alle ingenti uscite non ha fatto seguito un’adeguata politica di sfruttamento delle diverse fonti di ricavo che il fenomeno sportivo offre e che gli addetti ai lavori Come ha dichiarato Gino Zavanella in una intervista rilasciata con tema “Gli stadi del futuro” rispondendo alla domanda “Come pensa si potrebbe risolvere il problema degli stadi in Italia?”2: Dobbiamo pensare allo stadio più una serie di servizi che però servano alla città. Dopo sarà automatico che la gente ci vada e li frequenti e diventeranno una garanzia del ritorno dell’investimento che permetterà di trovare anche finanziatori che si met1. Romagni, L. 2010, Lo stadio nella città, Alinea Editrice, Firenze. 2. Questa intervista è parte integrante di un articolo dedicato alla situazione attuale degli stadi in Italia, pubblicato nel numero 13, luglio-settembre, di Sport Industry Magazine

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tano in gioco.E anche in questo caso, non esistono modelli validi per tutti. Se a una città potrebbe servire una palestra, può darsi che in un’altra sia necessario un centro per la riabilitazione o una beauty farm o un museo. Gli stadi devono essere utilizzati 7 giorni su 7 e al loro interno dovrebbero offrire servizi per la città - il museo dello sport, negozi specializzati in articoli sportivi, sale per miniconferenze, multisale cinematografiche - affiancando attività collaterali che possano coesistere con lo stadio e che nascano a seguito di un’analisi precisa delle necessità della città in cui lo stadio viene pensato, progettato e costruito. L’obiettivo principale sarà dunque quello di fornire un ambiente adatto ad un intrattenimento di alta qualità, massimizzando però la commercializzazione di quest’ultimo. Per questo, la volontà è quella di progettare una struttura in grado di fornire spazi e attività per la comunità locale, in modo tale di estendere l’uso dello stadio ai giorni in cui non si svolgono partite; Di identificare altri eventi che possono essere ospitati nello stadio, come concerti, festival ed altri eventi sportivi; Offrire bar, ristoranti ed altre strutture di intrattenimento; Progettare ambienti polifunzionali per rendere lo stadio un luogo di incontro per conferenze che escono anche fuori dall’ambito sportivo. La progettazione dello stadio e dei suoi ambienti, seguirà quelli che sono i metodi più tradizionali per garantire tutti gli obiettivi prefissati, ma sarà anticipata da una ricerca e da un processo progettuale innovativo. Per la modellazione delle gradonate e dell’involucro, ciò che dunque darà forma all’intera struttura che ospiterà tutti gi ambienti al suo interno, sarà adottata la strategia delle progettazione generativa. Verranno valutate alternative progettuali di uno stadio attraverso strumenti computazionali su base performativa finalizzati all’ottimizzazione del comfort visivo. In questo passaggio la rappresentazione viene sostituita dalla simulazione. “In sostanza nel generative design l’obiettivo è il processo e non solo il risultato”3. Questo significa che l’attenzione sarà focalizzata innanzitutto sull’iter di progettazione, prima ancora che sul prodotto finale: la nuova sfida allora sarà controllare il processo così da ottenere il miglior risultato, selezionare quindi da una gamma di possibilità quella che più corrisponde all’dea di progetto.

3. Costanza Peretti, Generative design: collaborare con l’algoritmo, 2019. Per approfondire l’argomento: https://www.01building.it/strumenti/generative-design-collaborare-algoritmo/

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02

RICERCA PRELIMINARE E I CASI STUDIO


02.1 NUOVO CONCETTO DI STADIO

Dalla seconda metà del ‘900 il mondo dello sport è mutato moltissimo, diventando un fenomeno di massa che inizia a coinvolgere persone in tutto il mondo, andando ben oltre dall’essere un’attività ludica. Nel corso degli anni l’approccio all’attività sportiva come organizzazione complessiva di un evento, che prima non richiedeva grandi competenze, è diventato di tipo aziendalistico e orientato sempre di più verso il mercato, trasformandosi quindi da semplice spettacolo a vera e propria industria del tempo libero vissuta in maniera continuativa. In parallelo all’evoluzione dello sport si è verificato un conseguente adattamento degli impianti che ospitavano le varie discipline sportive in maniera tale da poter svolgere il loro ruolo di “contenitore” nel miglior modo possibile; stessa sorte è toccata dunque agli stadi che hanno dovuto inchinarsi a questa mutazione. Le parole con cui Giovanni De Filippo esprime la nuova concezione di stadio nella sua tesi dal titolo “Il tema degli stadi di proprietà in Italia”, descrivono in maniera chiara quale sia il nuovo concetto di stadio1: L’idea tradizionale di stadio è cambiata in quanto, al semplice concetto di impianto progettato e realizzato per ospitare unicamente una determinata tipologia di eventi sportivi, è stata affiancata ad esso una nuova generazione di strutture di varie tipologie, le quali permettevano di ospitare una maggiore serie di eventi sportivi e non solo. Una rivoluzione che non si è manifestata casualmente, perché legata ad una più vasta serie di dinamiche che si sono verificate nel corso degli anni all’interno di un contesto urbano, una su tutte la cosiddetta “rivoluzione commerciale” che ha dato una svolta nella riorganizzazione delle imprese che potrebbe determinare altre difficoltà nella gestione degli effetti territoriali di tali processi, probabilmente tendenti a rafforzare i processi di concentrazione economica e dello spazio. Un fenomeno che a partire dagli anni ’70 inizia a crescere ed ha coinvolto prima i paesi nel nord Europa, come per esempio Inghilterra e Germania, per poi affermarsi nel resto del continente, interessando l’Italia con qualche decennio di ritardo. Questo fenomeno è legato all’aumento dei luoghi di commercio che, grazie alle dinamiche territoriali, non sono più concentrati esclusivamente nei centri urbani ma anche in tutto il territorio dell’interland delle città. La localizzazione di questi nuovi complessi avviene sostanzialmente in base alla possibilità e alla propensione degli utenti consumatori a spostarsi per effettuare i loro acquisti anche percorrendo distanze significative, sviluppando via via un atteggia1. Per un approfondimento sul tema, la tesi di Giovanni De Filippo dal titolo “Il tema degli stadi di prprietà in Italia - tra dibattiti e progetti” AA. 2016/2017 <https://issuu.com/giovanni. defilippo/docs/il_tema_degli_stadi_di_proprieta__i>

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mento “selettivo”; appare chiaro che per favorire questo devono collocarsi nelle vicinanze di una importante arteria infrastrutturale che supporti e sopporti il nuovo flusso viario2 Queste nuove aree rappresentano per gli operatori un canale molto importante per i nuovi investimenti e la crescita immobiliare di immobili presenti in quelle zone; dal punto di vista delle amministrazioni locali, questi luoghi costituiscono una potenziale risorsa in termini di acquisizione di oneri di urbanizzazione. A riguardo si potrebbe affermare che negli ultimi dieci anni c’è stato un ulteriore step legato molto probabilmente ai tempi e ai modi d’uso della società contemporanea, sempre più veloce e dinamica; il classico centro commerciale è divenuto qualcosa che soddisfa ancora di più le esigenze della società rispetto a un tempo, ma non ancora in maniera del tutto soddisfacente. C’è la sensazione che questo modello sia stato talmente sfruttato che il consumatore manifesta delle nuove esigenza; non a caso quindi, l’evoluzione di questo modello fa rotta verso il cosiddetto “complesso multifunzionale” in grado di soddisfare maggiormente gli utenti rispetto al tradizionale centro commerciale o impianto sportivo ribaltando, in certi casi, gli aspetti sociali, urbani ed economici all’interno della città in cui sorge, unendo in un unico contesto due realtà che all’apparenza sembravano distanti fra loro.

2. Negli ultimi anni sono emerse scelte localizzative che vanno a privilegiare logiche legate al mercato finanziario e al mercato immobiliare a discapito di logiche di buona gestione commerciale determinando quindi la realizzazione di complessi anche in presenza di un’offerta infrastrutturale debole.

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02.2 REFERENCES TIPOLOGICHE

Prima di procedere alla scrittura del programma funzionale dell’intervento urbano, ed al programma funzionale dettagliato dello stadio, sono stati analizzati differenti progetti dell’ultimo ventennio e ad oggi tutti realizzati. Questa analisi ha portato ad una conoscenza più concreta di questo tipo di progetti. Questi interventi urbani infatti, fanno sempre parte di una realtà più ampia. La progettazione di uno stadio, soprattutto se in un’area semi-urbana, si inserisce in un contesto differente. La realizzazione di un impianto di questo tipo genera automaticamente una serie di processi che vanno tenuti in considerazione. Infine, questa categoria di impianti è spesso affiancata da svariate funzioni che spesso passano inosservate, ma che quasi sempre sono il vero motore sempre in funzione di una piccola realtà urbana1. Per questa analisi sono stati tenuti in considerazione svariati impianti sportivi, ognuno caratterizzato da geometrie e funzioni differenti. Tanti di questi impianti sono stati studiati soprattutto dal punto di vista degli spazi interni, per capire quali sono le caratteristiche di uno stadio di categoria 4, quanti e quali sono gli ambienti che un impianto sportivo di questo genere deve e può ospitare. Per avvalersi di questi dati sono stati consultati differenti siti web delle società calcistiche e sono stati contattati i progettisti che hanno contribuito alla realizzazione di questi impianti. In tutte le strutture è chiaro quanto la distribuzione interna sia dettata dalle necessità che questa tipologia di architettura deve affrontare. Tra tutti i differenti stadi sottoposti ad analisi, sono stati riportati cinque esempi che comprendono quelle che sono le situazioni più frequanti, troviamo in analisi infatti tre stadi italiani e due stranieri, tra questi il Benito Stirpe di Frosinone è uno stadio di recente construzione, pensato per essere realizzato velocemente ed essere riproducibile in diversi contesti, lo stadio Atleti Azzurri d’Italia che ha un carattere più storico, Il Mapei Stadium di Reggio Emilia che ha subito diversi recenti interventi di ristrutturazione, il Viking Stadion e lo stadiodi Stožice che invece risultano essere dei progetti più complessi ed innovatici e che comprendono anche la realizzazione dell’intero complesso sportivo e dell’area urbana nella quale vengono inseriti.

1. Guida UEFA agli stadi di qualità, Edizione UEFA 2011

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BENITO STIRPE Posizione: Frosinone, Italia Architetto: MSM Ingegneria Capacità: 15.125 Dimensioni: 42.000m2

Figura 2.1: Foto aerea dello stadio Benito Stirpe di Frosinone

Figura 2.2: Ortofoto del Benito Stirpe di Frosinone, 2019 (Google Earth)

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Lo stadio Benito Stirpe (conosciuto anche come stadio Casaleno e denominato precedentemente stadio Bellator Frusino) è un impianto calcistico della città italiana di Frosinone. Progettato sin dai primi anni ‘70 ed edificato a partire dalla seconda metà degli anni ‘80, è rimasto opera incompiuta per circa trent’anni: la sua ultimazione è infatti avvenuta tra il 2015 e il 2017 su iniziativa della squadra calcistica locale, il Frosinone Calcio, che ha ricevuto dal comune il diritto di usufrutto dell’impianto. Esso è così diventato il terzo impianto moderno gestito direttamente da un club calcistico in Italia, dopo l’Allianz Stadium di Torino (2011) e lo Stadio Friuli di Udine (2013). La sua ultimazione ha inoltre permesso la dismissione del vecchio stadio comunale. Capace di 16 227 posti tutti al coperto, è il più capiente impianto scoperto della provincia, nonché il terzo del Lazio dopo i due maggiori stadi di Roma (Olimpico e Flaminio). È dedicato alla memoria di Benito Stirpe, imprenditore e presidente del Frosinone Calcio negli anni 1960, nonché padre di Maurizio, suo successore alla guida del club ciociaro.


ATLETI AZZURRI D’ITALIA Lo stadio Atleti Azzurri d’Italia, originariamente stadio Mario Brumana e successivamente stadio Comunale, è il principale impianto sportivo della provincia di Bergamo. È situato nella città di Bergamo nel quartiere Conca Fiorita ed è utilizzato come sede di eventi calcistici. Ospita regolarmente le partite casalinghe dell’Atalanta dal 1928. Dall’estate del 2017 la proprietà dello stadio è stata acquistata dalla società Stadio Atalanta S.r.l., facente capo ad Antonio Percassi. Costruito nel 1928 con il nome di Brumana, aveva inizialmente una capienza di 12.000 posti. L’area occupata, 35.000 mq, è ancora la stessa, con un campo che misura 110m x 70m. Oggi lo stadio ha una capienza di poco meno di 22mila spettatori. Rispetto alla struttura originale sono state aggiunte la copertura alla Tribuna UBI Banca e due curve. La Curva Nord è dedicata a Federico Pisani, quella Sud a Piermario Morosini.

Posizione: Bergamo, Italia Architetto: Ing. Luigi De Beni Capacità: 21.300 Dimensioni: 35.000m2

Figura 2.3: Foto aerea dello stadio Atleti Azzurri d’Italia a Bergamo, 2018 (autore sconosciuto)

Figura 2.4: Ortofoto dello stadio Atleti Azzurri d’Italia, 2019 (Google Earth)

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MAPEI STADIUM Posizione: Reggio Emilia, Italia Architetto: A. Pavoni, C. Minem Capacità: 21.525 Dimensioni: 40.791m2

Figura 2.5: Foto aerea del Mapei Stadium a Reggio Emilia

Figura 2.6: Ortofoto del Mapei Stadium, 2019 (Google Earth)

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Il “Mapei Stadium” è l’impianto che, a partire dalla stagione 2013/14, ospita le partite casalinghe del Sassuolo Calcio. Sorto nell’area Nord di Reggio nell’Emilia nel 1994, l’impianto fu completato l’anno successivo. Alla sua inaugurazione, si presentò come uno stadio all’avanguardia nel panorama calcistico italiano. Infatti, oltre a essere stato il primo impianto in Italia di proprietà di un Club, fu costruito ricalcando il modello inglese di stadio per garantire al pubblico un’ottima visibilità da tutti i settori. L’impianto si trova ora al centro di un’area attiva dal punto di vista commerciale e ben collegata con la città grazie al servizio di trasporto pubblico. Da dicembre 2013, l’azienda Mapei è diventata proprietaria dello stadio per dargli nuova vita e inserirlo all’interno di un progetto legato al territorio. La nuova proprietà ha avviato un vasto progetto di ammodernamento, con diversi interventi inerenti il campo di gioco, tra cui la posa del manto in erba sintetica a bordocampo, l’allungamento delle panchine, l’aggiunta di led pubblicitari e riqualificazione della struttura dello stadio stesso. Inoltre, per soddisfare tutte le esigenze sia della squadra ospite sia della squadra di casa, gli spogliatoi sono stati completamente ristrutturati e arredati.


VIKING STADION Nel 2002 Signatur Arkitekter e NBBJ furono invitati a progettare il nuovo stadio di calcio e il nuovo quartier generale del Viking FK, un club norvegese di prima divisione con base a Stavanger. Signatur Arkitekter e NBBJ svilupparono il progetto per uno stadio per 15.000 spettatori, inclusivo del nuovo quartier generale del club, di strutture per VIP utilizzabili per conferenze nei giorni nei quali non si disputano le partite, ed altre strutture commerciali. I lavori di costruzione sono cominciati nel 2003 e la partita inaugurale si è giocata nel maggio 2004. Lo stadio è un impianto di calcio con soli posti a sedere. Ha anche la flessibilità e la capacità per ospitare grossi concerti. Dall’inaugurazione la sua capacità è cresciuta fino a 16.600 spettatori. Il Viking FK dispone delle sue strutture di allenamento nelle vicinanze dello stadio. La costruzione dello stadio ha giocato un ruolo centrale nello sviluppo di Jåttåvågen , una nuova zona di Stavanger. Lo stadio ospita negozi e ristoranti e fornisce un buon accesso al resto della città e della regione attraverso stazioni ferroviarie e di autobus integrate

Posizione: Stavanger, Norvegia Architetto: Signatur AS Capacità: 16.000 Dimensioni: 38.000 m2

Figura 2.7: Foto aerea del Viking Stadion di Stavanger, 2018

Figura 2.8: Ortofoto del Viking Stadion, 2019 (Google Earth)

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ŠRC STOŽICE Posizione: Ljubljana, Slovenia Architetto: Sadar + Vuga d.o.o. Capacità: 16.000 Dimensioni: 182.000 m2

Figura 2.9: Foto aerea del complesso sportivo di Ljubljana in Slovenia, 2019

Figura 2.10: Ortofoto del complesso sportivo di Stožice, 2019 (Google Earth)

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Il complesso sportivo di Stožice è un progetto ibrido. La sua implementazione è il risultato di una partnership pubblicoprivato tra la città di Lubiana e l’azienda costruttrice Grep. Il complesso sportivo di Stožice integra uno stadio di calcio ed una sala sportiva multifunzionale con un grande centro commerciale coperto dal paesaggio artificiale di un parco ricreativo. Il risultato è che il complesso sportivo di Stožice con i suoi 182.000 m2 è uno dei punti focali della vita cittadina di Lubiana e attrae persone con interessi ed età diverse, sia di giorno che di sera. Lo stadio di calcio, con una capacità di 16.000 spettatori, è collocato sotto il piano del parco. La struttura risultante è quindi “annegata” nel parco. Solamente il tetto sopra le tribune emerge sopra il piano del parco con un cratere monolitico. La sala sportiva, la cui capacità è di 12.500 persone, è collocata nella parte nord-occidentale del parco. I quattro livelli di corridoi e le tribune superiore, VIP e inferiore sono coperte da una cupola a forma di conchiglia, che si apre verso il perimetro con grandi aperture a mezzaluna che guardano verso il parco. Lungo l’intero perimetro c’è una sporgenza che circonda la sala e agisce come una derivata della conchiglia. Come lo stadio, l’intera conchiglia della sala è rifinita con un rivestimento esterno che cambia colore secondo le condizioni esterne e la distanza di vista.



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UN NUOVO QUARTIERE PER LA CITTA’


03.1 LA SCELTA DEL SITO

CONSIDERAZIONI GENERALI Prima della scelta del sito devono essere prese alcune decisioni importanti per assicurarsi che il nuovo stadio possa soddisfare la domanda di un mercato che cambierà velocemente nel futuro. Queste decisioni sono legate ad aspetti come il contesto e la posizione generale, la sua accessibilità e l’impatto ambientale sull’area circostante.

ATTUALE STADIO EZIO SCIDA La scelta di non riutilizzare l’attuale impianto attraverso un progetto di ammodernamento ricade sul fatto che il sito in cui questo è costruito, come si può vedere nelle tavole Archeologiche del Piano Regolatore Comunale, rientra nelle “Zone per le quali è in corso L’istruttoria di vincolo e precedentemente vincolate nel vecchio PRG (25); zona vincolata nel 1981 (3-6A-7)”.

ANALISI DEL PSC1 Stando agli obiettivi di assetto e sviluppo territoriale emanati dal Comune di Crotone attraverso il Piano Strutturale Comunale - PSC, la programmazione urbanistica futura deve avvenire lavorando all’interno della figura urbana attuale, rivedendo le previsioni non ancora attuate nell’ottica della salvaguardia del territorio in quanto patrimoni (produttivo-agricolo, ecc.) e stimolando il riuso e la riqualificazione di quanto già costruito. In tal caso tra le strategie e le azioni da attuare, nella zona industriale, sono state considerate le condizioni attuali delle attività di impresa localizzate nell’area industriale e le risultanze di alcuni anni di investimenti non armonizzati che non hanno di certo prodotto l’auspicato sviluppo di un vero e proprio polo per lo sviluppo economico, infrastrutturato e densamente agglomerato. Le direttrici per la destinazione dell’intera zona sono state dunque riviste ed in particolare le aree attorno allo svincolo tra SS 106 e SS 107 saranno destinate alla localizzazione dei grandi servizi di massa, tra i quali il nuovo stadio.

1. Le informazioni sono state ricavate dalla consultazione del Piano Strutturale Comunale PSC - documento preliminare, riguardanti: PSO/PSP - Obiettivi di assetto e sviluppo territoriale, strategie e azioni relazione illustrativa.

Figura 3.1: Ortofoto del sito di progetto elaborata tramite Google Earth, 2018

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Figura 3.2: Foto aerea scattata da drone, Dicembre 2019

Figura 3.3: Foto aerea scattata da drone, Dicembre 2019

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Figura 3.4: Foto aerea scattata da drone, Dicembre 2019

Figura 3.5: Foto aerea scattata da drone, Dicembre 2019

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03.2 INDAGINE DELL’AREA DI PROGETTO ANALISI SWOT L’analisi SWOT è uno strumento di pianificazione strategica usato per valutare i punti di forza (Strenghts), le debolezze (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) di un progetto. In questo caso è stata utilizzata per descrivere quelle che sono le caratteristiche del sito di progetto scelto, questa analisi serve a facilitare la fase di progettazione.

INTERNO PUNTI DI FORZA

PUNTI DI DEBOLEZZA

- Vicinanza alle arterie stradali principali: ottimo accesso alle reti stradali, connessione con SS 106 e SS 107, nonché vicinanza alla nuova variante della statale Jonica; - Vantaggi dati dall’essere un sito-semi urbano (economici e spaziali); - Location vicina alla città di Crotone; - Mancanza di competitor di primo piano nelle immediate vicinanze; - Ampio spazio, assenza di forti dislivelli; - Area ben delimitata, dalle strade statali ad Ovest ed Est e dal torrente ponticello a Nord; - Area identificata dal Piano Strutturale del Comune di Crotone e destinata alla localizzazione dei grandi servizi di massa, tra i quali il nuovo stadio; - Area esterna al perimetro della proposta di modifica ambito nucleo di industrializzazione di Crotone;

- Area quasi totalmente non urbanizzata, attualmente ad uso agricolo; - Presenza di due fabbricati in corrispondenza di un possibile accesso dalla rete ferroviaria; - Sito dislocato rispetto al principale asse stradale urbanizzato, sito attrattivo per la comunità; - Assenza di accessi pedonali e ciclabili dunque raggiungimento dello stadio per le manifestazioni sportive e non, reso possibile solo tramite lo spostamento in auto o attraverso trasporto pubblico;

ESTERNO OPPORTUNITA’

MINACCE

- Possibile connessione con la rete ferroviaria, distante poco meno di 1km; - Possibilità di futuri ampliamenti data l’assenza di urbanizzato; - Area interessata da una forte crescita commerciale; - Area interna all’attuale perimetro del nucleo di industrializzazione di Crotone; - Crescita urbana e socioeconomica della zona periferica di Crotone; - Possibilità di offrire servizi per la comunità; - Ridotto impatto ambientale dato dalla costruzione di un impianto di grandi dimensioni;

- Totale dislocazione dell’attuale stadio di Crotone situato in centro città; - Assenza di servizi di trasporto pubblici; - Presenza di Poli Commerciali provinciali già in funzione; - Immediato vicinato poco popoloso;

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PREESISTENZE All’interno dell’area di progetto sono presenti diverse preesistenze. Il sopralluogo ha portato ad identificare tra di esse un Motel ed una stazione di rifornimento ancora in uso e tre capannoni agricoli in disuso ed in completo stato di abbandono. Le strategie di intervento prevedono una riqualificazione del Motel con l’individuazione delle zone vicine ad esso come possibili aree adibite a nuove infrastrutture, il mantenimento della stazione di rifornimento e la demolizione completa dei capannoni agricoli. Il resto del territorio si presenta privo di infrastrutture. Queste scelte hanno guidato le successive riflessioni per la progetazione degli impianti.

ACCESSI L’area di progetto presenta attualmente già degli accessi carrabili. L’individuazione di questi è stata di fondamentale importanza per il processo di progettazione della viabilità interna. Questo perchè il disegno di nuovi ingressi era reso quasi impossibile soprattutto lungo il lato Ovest, dove l’area di progetto è delimitata dalla Strada Statale 106, una strada ad alta velocità di percorrenza e sopraelevata. Gli accessi ad Ovest sono infatti dei sottopassi già esistenti. Lungo il lato Nord non sono presenti accessi carrabili in quanto l’area di progetto è delimitata dal torrente ponticello. Ad Est sono invece individuati altri due ingressi già esistenti.

PUBBLICO & privato Una delle principali strategie per il disegno del territorio è stata quella di suddividere l’area in due macrozone. La volontà infatti di progettare nello stesso sito lo stadio ed il centro sportivo ha portato alla necessità di individuare una zona di interesse prettamente publico, dunque di facile acceso al cittadino ed una riservata alla società sportiva nella quale verranno inseriti i campi per l’allenamento gli uffici e le palestre. Questa divisione è stata dettata dalla morfologia del terreno e dal carattere intrinseco del territorio ed è quella che più di tutte ha determinato il disegno di quest’ultimo. 47


03.2 PROGRAMMA FUNZIONALE URBANO Il sito di progetto ha una superfice totale di circa 560.000 mq. Le vaste dimensioni permettono di considerare all’interno dell’area di progetto una grande destinazione ad aree verdi, che permettono di inserire tutte le strutture in un contesto più naturale, e di diminuire l’impatto visivo che potrebbero avere. Le analisi precedenti inoltre, hanno evidenziato quelli che sono ulteriori servizi da affiancare alla progettazione di uno stadio. Tutte le scelte fatte ricadono anche su analisi effettuate in base alle necessità del luogo. Sono descritti i “layer” che hanno costituito la progettazione in larga scala del territorio, suddivisi secondo uno schema funzionale in base al diverso utilizzo del cittadino ed alla differente “impronta” che lasciano al territorio. La sovrapposizione finale ha permesso di ottenere un disegno che si inserisce in modo chiaro e che cerca di evidenziare soprattutto i diversi impieghi dei collegamenti. Questa fase di progettazione in scala urbana ha infine portato ad individuare quella che sarà la superfice nella quale verrà inserito lo stadio.

a. INFRASTRUTTURE Una porzione del sito di progetto sarà destinata alla progettazione in scala urbana di edifici a destinazione variabile. Il progetto del masterplan può così definire spazi che potranno essere destinati a diversi usi, in base a quelle che saranno le tendenze e le necessità della città. Nel progetto urbano sarà dunque presente, oltre che lo stadio, un centro sportivo per la squadra di calcio del Crotone, sarà adibito alle sedute di allenamento della prima squadra e delle giovanili. Il centro sportivo dovrà comprendere campi da gioco, palestre, una struttura per allenamenti al coperto, ed altre sale di prima necessità per l’allenamento o lo svago di giocatori e staff. Le infrastrutture comprendono anche un motel e altri edifici che posseggono una funzione ricettiva e di accoglienza.

b. STRADE CARRABILI E PARCHEGGI Sono presenti due principali strade carrabili che si incrociano ortagonalmente in corrispondenza dei parcheggi e delle strade di servizio che si collocano ai bordi dell’area, in modo da non frammentare il disegno di suolo. I parcheggi sono divisi funzionalmente e sono situano in tre macro-aree. La prima, più grossa, è quella dei tifosi di casa e si colloca nella parte sinistra del progetto. La seconda, di dimensioni più ridotte, è quella individuata per i tifosi ospiti ed è collocata nella parte meridionale dell’area di progetto. Infine si individuano dei parcheggi sotterranei in corrispondenza dello stadio stesso riservati ai dipendenti e a i VIP. E’ fondamentale notare che, soprattutto i parcheggi sotteranei, hanno una doppia valenza. Infatti questi sono funzionali al centro commerciale che si colloca nello stadio e perciò vengono utilizzati nel caso ci siano o no manifestazioni sportive nello stadio. 48


a. INFRASTRUTTURE

b. STRADE CARRABILI E PARCHEGGI

c. SPAZI VERDI

d. PERCORSI PEDONALI

e. PARCO LINEARE ATTREZZATO

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c. SPAZI VERDI Gli spazi verdi costituiscono la stragrande maggioranza degli spazi aperti nell’area di progetto. Questi andranno a costituire il nuovo parco pubblico della città di Crotone e come tale sarà sempre accessibile ai cittadini. Questi spazi si presentano come un area verde non attrezzata, con le sembianze di un giardino all’inglese. Perciò a spazi prettamente boscati si alternano radure in cui è consentito il gioco e il pic-nic. Questa versalità degli spazi verdi permette di creare un ambiente dinamico e vissuto andando a riprovare la multifunzionalità di questa nuova area.

d. PERCORSI PEDONALI I percorsi pedonali sonolo scheletro fondamentale di tutta l’area. Questi infatti innervano tutta la zona e divengono fondamentali elementi per la connessione di tutti i vari elementi del progetto. Oltre alla passeggiata che connette la stazione e lo stadio si possono trovare percorsi gerarchicamente minori, prettamente rettilinei, che ricalcano i segni del terreno agricolo. I percorsi lambiscono la passeggiata attrezzata e vanno poi ad innervare l’area del campo sportivo e lo spazio verde non attrezzato collocato nella porzione centrale dell’area di progetto.

e. PARCO LINEARE ATTREZZATO Il parco attrezzato congiunge la fermata della metropolitana leggera con tutta la zona dello stadio. Il percorso lungo all’incirca 1,5 km è la più importante via di accesso al sito mediante trasporto pubblico. La lunghezza è tale che permette un arrivo dilazionato e distribuito delle masse di tifosi una volta iniziato o finito l’evento sportivo. La passeggiata una volta arrivata in corrispondenza dello stadio si apre in un grande piazzale che ospita al suo centro lo stadio. Infine il percorso congiunge la zona dello stadio all’area dei campi di allenamento. Il parco attrezzato è costituito da una fascia multifunzionale polivalente. Perciò necesita di una discreta manutenzione ma può ospitare funzioni sportive (attrezzi per il corpo libero, skatepark, ecc.) funzioni ludiche (parchi giochi) e funzioni artistiche (installazioni) rendendo questa porzione del progetto un nuovo spazio aperto tutto l’anno ai cittadini.

Figura 3.6: Assonometria isometrica territoriale di una porzione del territorio di Crotone nel quale è presente l’area di progetto.

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03.3 MASTERPLAN DI PROGETTO

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03.4 SPAZI ESTERNI

Sono riportati attraverso delle rappresentazioni assonometriche degli zoom su quelle che potranno essere le sistemazioni degli ambienti esterni. Il parco attrezzato (fig.3.6) è composto da una serie di spazi multifunzionali che permettono a questo spazio di non essere vissuto solamente in concomitanza con eventi sportivi. Sono qui collocati parchi giochi o strutture sportive come attrezzi per il corpo libero o skatepark. Le aree a parcheggio (fig.3.7) sono caratterizzate da una folta alberatura che permettono una ombreggiatura dei mezzi con conseguente guadagno nel benessere degli utilizzatori. La presenza di rilievi permette di schermare e attenuare l’impatto visivo di questi parcheggi. Una percentuale dei parcheggi sono riservati a persone diversamente abili secondo normativa. Sono presenti percorsi pedonali che facilitano l’ingresso alle altre aree di progetto. La metropolitana leggera (fig.3.8) congiunge il nuovo stadio e il centro di Crotone. Per la sua realizzazione viene sfruttata il sedime ferroviario della tratta Crotone -Rossano e permette un facile ed efficente accesso alla passeggiata e al parco attrezzato.

Figura 3.6: Zoom assonometrico su una porzione del parco lineare attrezzato.

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Figura 3.7: Zoom assonometrico su una porzione di parcheggi all’aperto.

Figura 3.8: Zoom assonometrico sulla sosta della metropolitana leggera.

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04

PROGETTAZIONE PARAMETRICA


04.1 LUIGI MORETTI - L’ORIGINE DELL’ ARCHITETTURA PARAMETRICA Sin dagli anni ’30 Moretti lamenta l’inadeguatezza dell’architettura rispetto alla complessità del mondo moderno. L’architettura Moderna e quella razionalista in particolare, non erano state in grado, a suo giudizio, di rispondere alle nuove esigenze di funzionalità limitandosi a prospettare soluzioni empiriche ed essenzialmente formali per istanze meramente utilitarie. Una nuova architettura, o meglio un nuovo linguaggio architettonico, vivente “nell’affascinante respiro del mondo attuale permeato di faustiano spirito scientifico”, può nascere, secondo Moretti, soltanto dall’applicazione dei metodi della matematica e dall’analisi logica delle strutture fondamentali. Ciò implica a suo giudizio, l’individuazione e l’analisi dei parametri a cui si può ridurre la realtà, intesi come misure esprimibili numericamente e delle loro relazioni. L’architettura dell’avvenire pertanto è quella che Moretti definisce “architettura parametrica” ovvero un’architettura che assegni alle funzioni precisi valori matematici ponendoli in relazione in quanto parametri. Una volta definito, il campo di queste relazione costituisce l’ambito in cui si esercita la libertà della decisione formale. [...] I parametri e le loro interrelazioni, espressi in formule matematiche, divengono così l’espressione del nuovo linguaggio architettonico: la “struttura” nel senso delle forme e dei loro rapporti, rispondente a date funzioni di ordine pratico, etico, sociale e spirituale. [...] Incaricato dei progetti del teatro E42 e dello stadio Olimpico al Foro Mussolini, egli si chiede se le forme normalmente adoperate per queste costruzioni rispondano effettivamente nel modo migliore alle funzioni richieste. [...] Attraverso una serie di studi sulla distribuzione degli spettatori in un teatro in base a un abaco rettangolare e mettendo a punto delle formule per calcolare i coni visivi. Analogamente Moretti immagina per l’Olimpico una forma alata e tale da permettere a tutti gli spettatori di godere dello stesso spettacolo da qualsiasi punto delle gradonate.

1. Cecilia Rostagni, Luigi Moretti 1907-1973, Electa (2008)

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Figura 4.1: Schizzi di progetto per lo stadio Olimpico al foro.

Figura 4.2: Modello di studio in gesso del progetto per lo stadio Olimpico, architetto Morandi.

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04.2 PROGETTAZIONE GENERATIVA Prima di introdurre quelle che sono state le analisi svolte per la progettazione e lo sviluppo dell’impianto sportivo, che riguardano un processo di generazione e valutazione di alternative progettuali di uno stadio attraverso strumenti computazionali su base performativa finalizzata all’ottimiazzazione del comfort visivo, è doveroso descrivere che cos’è la nuova frontiera della progettazione descritta come “generative design”, nata dall’idea di utilizzare l’intelligenza artificiale a supporto dell’attività del progettista nonchè metodo che consente di migliorare e velocizzare i processi d’ideazione e creazione. Per fare questo mi sono avvalso delle parole di Costanza Peretti, che in un articolo pubblicato recentemente in rete, per la rivista Digital&Bim Italia, descive in modo chiaro la funzione di un processo di generative design1: All’architetto o al designer, per prima cosa, spetta il compito di impostare gli obiettivi e i vincoli relativi al progetto, utilizzando un software specifico e inserendovi dati quali la tipologia di materiale, il peso, le possibili prestazioni, i costi. A questo punto, il computer analizza il tutto e attraverso gli algoritmi genera opzioni sulle quali vengono evidenziate le diverse prestazioni. Il progettista il questo processo non è passivo, perché ha il compito di valutare le svariate alternative e, se necessario, modificare gli obiettivi e i vincoli originari, per focalizzare al massimo il risultato finale. Da lì in poi, il computer valuta le nuove informazioni e si rimette al lavoro.In sostanza, esiste una forte sinergia fra progettista e intelligenza artificiale: insieme, attraverso una serie di passaggi fondamentali che puntano a definire in maniera sempre più specifica quello che dovrà essere il prodotto finale, istinto umano e algoritmi riescono così a portare alla luce la migliore soluzione fra tutte quelle generate. Ecco che, contrariamente a quanto affermano i detrattori di questa tecnologia, la creatività di chi progetta viene incentivata grazie all’ideazione di un numero incredibile di possibilità che consente a designer e architetti di esplorare e sperimentare opzioni inattese e inconsuete.[...] Quello che è fondamentale nella progettazione è il giusto equilibrio fra creatività e controllo. L’approccio generativo utilizza sofisticati strumenti interattivi per accelerare e amplificare la fantasia umana, servendosi della tecnologia digitale per esplorare i processi creativi. Quindi, offre ad architetti e ingegneri l’opportunità di raggiungere risultati progettuali fino a poco prima inimmaginabili. 1. Costanza Peretti, Generative design: collaborare con l’algoritmo, 2019. Per approfondire l’argomento: https://www.01building.it/strumenti/generative-design-collaborare-algoritmo/

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È evidente che per un umano l’elaborazione di forme così originali e complesse sarebbe impossibile. Tuttavia, il risultato della progettazione si ottiene proprio da una forte sinergia fra l’idea del progettista che acquista un incredibile potere di evoluzione attraverso lo strumento digitale e i limiti imposti dall’architetto mediante precisi vincoli e parametri, entro i quali questo flusso creativo che sembrerebbe del tutto incontrollato e libero, è invece costretto a stare. In sostanza nel generative design l’obiettivo è il processo e non solo il risultato. Questo significa che l’attenzione del progettista è focalizzata innanzitutto sull’iter di progettazione, prima ancora che sul prodotto finale: la nuova sfida allora è controllare il processo così da ottenere il miglior risultato, selezionare quindi da una gamma immensa di possibilità quella che più corrisponde alla sua idea di progetto. L’approccio della progettazione generativa sta modificando parte dell’attuale fase storica dell’architettura, diventando probabilmente il “motore” dei nuovo edifici più impressionanti. Si potrebbe dire che il Generative Design è oggi un movimento architettonico, che produce sicuramente nuove domande nel campo dell’architettura, “[...]con l’arte generale possiamo avvicinarci, direttamente, a questo complesso paradigma di proporzioni e logica, e possiamo progettare direttamente la Bellezza, o meglio la nostra idea di bellezza, prima della realizzazione di ogni singolo possibile artificiale evento”2. Progettare con il metodo generativo o parametrico vuol dire sicuramente indagare la connessione, l’intersezione o la contaminazione tra la complessità architettonica e la risorsa computazionale ”Il design prevede l’utilizzo dello spazio virtuale di computer in un modo analogo ai processi evolutivi in natura. Tenta di emulare i processi inconsci di progettazione dell’architettura vernacolare”3. Per concludere citerò un estratto delle conclusioni di Paolo Fiamma, in un articolo dal titolo:”Architettura...dalla progettazione generativa”4: L’obiettivo di ottenere questo nuovo scenario è molto semplice: programmazione del software secondo l’idea del designer di ottenere la sua architettura opera. Quindi, stiamo andando verso un’architettura “script” ... proveniente da uno script di computer. In parole diverse: script originale, dall’originale idea umana, all’architettura originale. La ricerca sembra totalmente aperta a scenari molto complessi e affascinanti ... È forse il momento di “programmare l’architettura”? I dati possono smettere di essere dati “virtuali” e possono essere considerati forma architettonica? 2. Celestino Soddu, 1998. Argenia, a Natural Generativ Design, in “Generative Art Conference” GA98 Papers, Editrice Librerie Dedalo. 3. J.H.Frazer, 1998, Macrogenesis: Generative Design at theUrban Scale, in “Generative Art Conference”, GA98 Papers, Editrice Librerie Dedalo. 4. Paolo Fiamma, 2011, Architettura...dalla progettazione generativa, in “Disegnare Con”.

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04.3 LA VISIBILITA’ NEGLI STADI

La visibilità è di primaria importanza nella progettazione di uno stadio. Questa ricerca ha come obbiettivo studiare differenti ipotesi, costruite secondo alcuni parametri standard per la progettazione degli spalti di uno stadio, e di trovare la soluzione migliore, in coerenza con quelle che sono anche le necessità morfologiche. Attraverso l’uso di un software è stato possibile determinare la qualità visiva di ogni singolo spettatore sotto diversi aspetti, ognuno di questi ha permesso di generare un valore medio che ha consentito il confronto diretto tra le opzioni. A questi aspetti è stato attribiuto un punteggio per ogni ipotesi, dal migliore al peggiore. I punteggi sono poi stati conformati in relazione ad un indice di influenza, deciso in base all’importanza dell’aspetto in analisi. Ciò ha permesso di ottenere una classifica delle diverse ipotesi e di scegliere la soluzione migliore.

DISTANZE Le distanze visuali sono un punto cardine nella progettazione della cavea, il raggio di visuale ottimale è di 90 metri dal centro del campo e tra i 150 e i 190 metri dalla bandierina di calcio d’angolo. La conformazione degli spalti risulta quindi dall’intenzione di dare la possibilità anche agli spettatori del secondo anello di avere una visibilità ottimale

C-VALUE E’ la distanza visuale che separa l’occhio dello spettatore dalla linea di vista dello spettatore seduto alle sue spalle. In linea di principio più alto è il c-value, più libera è la linea di vista, e migliore è la vista del terreno di gioco. Il dimensionamento delle sezioni è stato fatto tenendo in considerazione i valori consigliati dal regolamento UEFA, garantendo dunque i valori minimi del valore C per ogni singolo punto di vista. Per questa ragione il minimo valore C è sempre rispettato in tutte le varianti che sono state analizzate, si è riscontrata una leggerissima variazione solo negli angoli, causata dalla differenza di distanza dello spettatore dalla linea del campo di gioco. Queste differenze non sono influenti ai fini delle analisi per la visibilità, quindi sono state tenute in considerazione in fase di progetto delle differenti sezioni ma non nell’attribuzione del punteggio finale.

D(N+R) C= _______ -R D+T

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REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

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Figura 4.3: Rappresentazione schematica delle distanza che compongon la formula del C value.

D

R

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c

N

T 63

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Figura 4.4: Rappresentazione schematica delle lunghezze utilizzate nella formula per calcolare lo C value e della distanza che lo determina.


04.4 OPTIONEREENG E DESIGN STRATEGIES Questa ricerca ha come obbiettivo quello di studiare differenti ipotesi, costruite secondo alcuni parametri standard per la progettazione degli spalti di uno stadio e di trovare la soluzione migliore, in coerenza con quelle che sono anche le necessità morfologiche. Attraverso l’uso di grasshopper e della libreria Bowl-Builder è stato possibile determinare la qualità visiva di ogni singolo spettatore sotto diversi aspetti, ognuno di questi ha permesso di generare un valore medio che ha consentito il confronto diretto tra le opzioni, la scelta si è poi basata sull’analisi dei valori, conformati secondo un valore di influenza.

SEZIONI Le tipologie di sezioni analizzate sono tre. Le scelte sono ricadute sulla base di analisi di impianti sportivi di una capienza simile a quella di progetto, vale a dire circa 18.000 spettatori. Tutte le sezioni presentano un doppio anello, necessario per garantire un gradone più largo che interrompa la frequenza delle gradonate fondamentale per la normativa degli stadi. La differenza principale sta nella diversa possibilità di ricavare ambienti caldi in corrispondenza dell’interruzione. La sezione 1 infatti da la possibilita di ottenere posti al chiuso dai quali è possibile vedere il terreno di gioco ed assistere dunque alle partite.

s1

s2

s3

BOWL Le quattro differenti forme sono le principali utilizzate nella progettazione degli stadi contemporanei. Per tutte sono state programmate le stesse distanze dal terreno di gioco. La differenza principale delle prime 3 ricade sulla soluzione d’angolo, tagliato nettamente nella A, smussato nella B ed assente nela C. La soluzione D è invece di forma ellitica.

tA

tB

tC

tD 64


OPZIONI L’incorcio tra le sezioni e il layout ha permesso la generazione di dodici soluzioni differenti che saranno descritte tramite i codici assegnati. I diversi modelli generati saranno dunque individuati come: s1 tA; s1 tB; s1 tC; s1 tD; s2 tA; s2 tB; s2 tC; s2 tD; s3tA; s3tB; s3 tC; s3 tD; s4 tA; s4 tB; s4 tC; s4 tD. Per le analisi successive verrà mostrata graficamente solo un quarto del modello generato, in quanto esso presenta un doppio asse di simmetria.

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04.5 ANALISI DEGLI ATTRIBUTI

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H ANGLES (inf. 20%)

Calcola l’angolo di visione orizzontale al centro del campo sportivo. Minore è l’ampiezza dell’angolo e minore è il movimento che lo spettatore dovrà fare per visualizzare l’intera area di gioco, dunque minore è il numero migliore è la visibilità dello spettatore. Il numero rappresenta l’angolo esspresso in gradi e va da un minimo di 0 ad un massimo di 60. L’influenza di questo valore sarà del 20% ma si sommerà all’ Hfovs per la qualità visiva orizzontale. In questa analisi la media degli angoli non supera mai i 25 gradi ed i punti di vista critici, con angoli superiori a 45 gradi sono presenti solo ale estremità dei lati lunghi.

0-15

15-30

30-45

45-60

s1 tA

s2 tA

s1 tB

s2 tB

s3 tB

s1 tC

s2 tC

s3 tC

s1 tD

s2 tD

s3 tD

s3 tA

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V ANGLES (inf. 50%) Calcola l’angolo di visione verticale al centro del campo sportivo. In questo caso viene calcolato il movimento visivo in verticale che lo spettatore deve fare per visualizzare la distanza tra il punto della linea laterale più vicina ed il centro del terreno di gioco. Anche se gli settatori nelle gradonate inferiori faranno un movimento minore, avranno una vista ecessivamente di taglio. Per questa analisi infatti è stato anche considerato il campo visivo generale, dunque i valori che più di avvicinano all’intervallo 6-9 sono quelli che permettono una migliore visibilità. Risulta che i punti di vista centrali presentano una migliore qualità visiva.

0-3

3-6

6-9

9-12

12-15

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s1 tA

s2 tA

s3 tA

s1 tB

s2 tB

s3 tB

s1 tC

s2 tC

s3 tC

s1 tD

s2 tD

s3 tD


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H FOVS (inf. 30%)

Calcola il campo visivo orizzontale in cui si trova il campo sportivo. Più è alto questo valore e maggiore è il campo visivo, dunque migliore è la visibilità dello spettatore. Questo perchè il valore più è basso tanto sarà maggiore la visuale di scorcio del terreno di gioco per lo spettatore. E’ evidente infatti come la qualità visiva peggiora in prossimità degli angoli e tocchi i valori minimi negli angoli stessi. La media migliore si presenta infatti nelle opzioni con forma elittica. E’ stata assegnata un influenza del 30% che sommata all’ Hangles totalizza il 50% per la qualità visiva orizzontale.

60-90 90-120 120-150 150-180

s1 tA

s2 tA

s1 tB

s2 tB

s3 tB

s1 tC

s2 tC

s3 tC

s1 tD

s2 tD

s3 tD

s3 tA

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NORMALIZZAZIONE DEI VALORI Una volta ottenuti i valori medi, per permettere la somma di questi e stilare una classifica realistica e conformata secondo i valori di influenza assegnati è stato necessario normalizzare tutti i valori. Per fare questo i singoli punteggi degli attributi sono stati convertiti in modo da ottenere un punteggio da 0 a 100, assegnando il minimo ed il massimo ai valori limite ottenuti. Nel caso degli Hangles si è anche tenuto in considerazione il fattore che i valori più bassi rappresentassero i punteggi migliori, e si sono dunque ulteriormente conformati agli altri attributi attraverso una semplide differenza e dunque ad una inversione della classifica. Dopo aver dunque stilato tre diverse classifiche, una per attributo, tutte normalizzate in una scala da 1 a 100, i valori sono stati moltiplicati per l’indice di influenza, scelto precedentemente. Nel dettaglio è stato scelto di suddividere al 50% l’influenza visiva dei fattori che studiano angolo di visione e campo visivo orizzontale ed al 50% l’attributo che riguarda l’angolo di visione verticale. I primi dal momento che sono composti da due differenti tipologie di analisi, sono stati suddivisi ulteriormente, incrementando leggermente l’importanza dal campo visivo rispeto all’angolo di visione.

PUNTEGGIO TOTALE Per ottenere il punteggio totale e dunque la classifica finale che determina quali conformazioni garantiscono una migliore visibilità sono stati sommati i tre valori ricavati precedentemente. La classifica ottenuta descrive con i valori più alti le opzioni migliori. I valori sono stati inoltre tradotti in un diagramma che rende di più semplice lettura le analisi effettuate. Tutte le formule ed i diagrammi scritti e/o rappresentati sono stati ottenuti grazie all’uso di un foglio elettronico, che ha permesso di tradurre numericamente i dati elaborati in ambiente di programmazione visuale Grasshopper con impiego della libreria BowlBuilder.

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04.6 SINTESI E SCELTE PROGETTUALI OPZIONI Dalla lettura del diagramma conlusivo (fig. 4.5) si nota che i valori sono tutti contenuti tra lo 0 ed il 70. I Valori più alti sono dati dalle quattro opzioni generate con l’uso della sezione 3. Questo denota una forte influenza del angolo di visione verticale che aumenta drasticamente in tutte le altre opzioni in quanto la sezione presenta una differenza netta di altezza tra i due anelli. La soluzione migliore anche se di poco è dunque la s1 tA, la peggiore invece è la s2 tB. Si nota infine quanto la sezione 2 tende meggiormente a variare la qualità visiva in base alla forma usata.

OPZIONE s3 tA L’opzione migliore tra le dodici, in base agli studi effettuati risulta essere la s3 tA (fig. 4.6). Dunque quella che presenta la sezione che non permette l’inserimento di locali al chiuso per la visione della partita e che ha la tipologia di layout di forma rettangolare con angoli tagliati. Questa opzione ha il vantaggio di non avere porzioni di gradoni curve ed è perciò sicuramente più semplice la progettazione della strutura e degli ingressi, nonchè la collocazione dei gradini per il raggiungimento delle sedute. Ha però lo svantaggio di non poter essere usata per tutto il perimetro data l’assenza di ambienti chiusi.

SCELTA ADOTTATA Per rimediare all’assenza di spazi nei quali inserire i locali chiusi, quali SkyBox ed aree Vip la soluzione presa, è stata quella di adottare per le curve ed una tribuna l’opzione s3 tA e per un’altra tribuna l’opzione s1 tC, rilevatasi quella con migliore qualità visiva tra le sezioni di tipo 1. In questo modo sarà semplice differenziare le due tribune, infatti quella con sezione 1 sarà considerata in fase progettuale tribuna d’onore. Questa scelta di utilizzare per la conformazione delle gradonate due tipologie di sezioni differenti comporta però lo svantaggio nella soluzione d’angolo. I due anelli superiori delle sezioni sono infatti differenti e non permettono una congiunzione diretta tra le gradonate. Per prevenire a questo problema si è scelto di rimuovere le sedute in corrispondenza di questi angoli e di inserire due volumi pieni che potessero accogliere spazi per la collettività accessibili dall’esterno. Questa scelta, risultato della “somma” tra le due conformazioni (fig. 4.7) vedremo più avanti ha dettato la conformazione in pianta degli ambienti interni.

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Figura 4.5: Diagramma a colonne con la classifica finale dei punteggi ottenuti. Evidenziato il valore piĂš alto.

Figura 4.6: Rappresentazione assonometrica di un quarto del modello risultante il migliore per qualitĂ visiva.

Figura 4.7: Assonometria dell’intero modello delle gradonate, somma di due differenti conformazioni.

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05

IL PROGETTO


05.1 STRATEGIE PROGETTUALI

La struttura interna di uno stadio anche di piccole dimensioni prevede una moltitudine di funzioni di prima necessità per il funzionamento dello stesso. Durante un evento sportivo, anche diverso da quello calcistico o durante un concerto infatti, la concentrazione di persone in una singola struttura è elevatissima, gli spazi ed i servizi devono essere dunque garantiti per essere accessibili facilmente e a chiunque. Inoltre, i nuovi impianti sportivi, pensati per essere delle strutture polifunzionali ed in grado di offrire un’esperienza unica che vada oltre l’evento sportivo e progettati per offrire servizi che possano far funzionare lo stadio anche durante le ore in cui non ci siano eventi, dunque essere a servizio della comunità 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, devono offrire spazi utili alla città ma anche indispensabili per il sostentamento economico di chi gestisce la struttura. E’ per questo che prima della progettazione più in dettaglio degli spazi interni , sono state descritte le strategie che sono state utilizzate, e quelli che in linea di massima saranno gli ambienti che daranno funzione e forma alla struttura.

AMBIENTI A RIFERIMENTO DELLA NORMATIVA Per stilare il programma funzionale dello stadio sono state prima di tutto analizzate le normative di riferimento. Uno stadio di quarta categoria infatti, in grado di ospitare partite nella massima serie calcistica italiana, deve rispettare dei requisiti minimi dettati dalla UEFA. Tutti questi ambienti sono stati dimensionati in riferimento alle dimensioni dello stadio stesso, dunque al numero di spettatori massimo, per le analisi svolte in precedenza è di circa 18.000 posti.

AMBIENTI PER LA COMMITTENZA E PER UNA MIGLIORE ESPERIENZA L’obiettivo principale di uno stadio moderno è naturalmente quello di fornire un ambiente adatto per un intrattenimento di alta qualità. La realtà commerciale impone però che essi debbano anche massimizzare il tempo e il denaro che gli spettatori e i visitatori spendono durante la loro visita. Il progetto dello stadio deve facilitare questa prospettiva. Dopo un’analisi effettuata su altri impianti, costruiti nell’ultimo ventennio in Europa e non, sono stati integrati nel programma funzionale ambienti che seguono le tendenze della progettazione di stadi negli ultimi anni. Lo scopo è quello di garantire aree che il committente dello stadio può sfruttare per massimizzare gli incassi il giorno delle partite. Il dimensionamento di questi spazi è stato fatto imitando quelli che sono gli standard e le consuetudini degli impianti analizzati, facendo una lettura percentuale rispetto alla dimensione totale della struttura o sulla base di quante persone ognuno di questi ambienti avrebbe dovuto ospitare, e quindi garantendo spazi minimi architettonici in funzione dell’ambente stesso. 74


AMBIENTI PER LA COMUNITA’ Un obiettivo primario di ogni stadio moderno è quello di essere parte integrante della comunità e del quartiere. Piani e proposte per uno stadio nuovo o ristrutturato dovrebbero quindi cercare di massimizzare i benefici ed il valore per la comunità locale, migliorando strutture di intrattenimento per i residenti o agendo come catalizzatore per una riqualificazione locale. Nel passato gli stadi di calcio erano usati solamente nei giorni di partita. Nel caso di stadi di club questo in generale significava un giorno ogni due settimane, e nel caso di stadi nazionali ancora di meno. Questo è il passato. Gli stadi moderni devono identificare altri mezzi per generare incassi giorno per giorno. Tutto ciò porta ad immaginare lo stadio non solo come uno spazio che possa ospitare le partite di calcio, questa grande struttura potrà anche ospitare concerti e festival di ogni genere. Inoltre, le dimensioni di uno stadio di calcio consentono di avere ampi spazi al coperto che spesso rimangono inutilizzati. Una buona progettazione dell’impianto permette di utilizzare questi ambienti per dei servizi a favore della città. Un’analisi del luogo ed un’analisi di impianti simili ha dunque portato ad inserire nel programma funzionale zone di interesse con il fine di ottenere una porzione dell’impianto sempre in funzione, aperta ad un pubblico anche privo di interessi sportivi. Questi spazi servono a generare quella che è la nuova concezione di questo genere di architettura, nuovo spazio per la città, luogo di interesse ed a servizio del cittadino.

LO STADIO Il progetto per il nuovo stadio per la città di Crotone rispetterà tutti i requisiti minimi di uno stadio UEFA di categoria 4, ovvero in grado di ospitare partite nella massima serie calcistica italiana. L’obiettivo principale sarà quello di fornire un ambiente adatto ad un intrattenimento di alta qualità, massimizzando però la commercializzazione di quest’ultimo. Per questo, la volontà è quella di progettare una struttura in grado di fornire spazi e attività per la comunità locale, in modo tale di estendere l’uso dello stadio ai giorni in cui non si svolgono partite; di identificare altri eventi che possono essere ospitati nello stadio, come concerti, festival ed altri eventi sportivi; offrire bar, ristoranti ed altre strutture di intrattenimento; progettare ambienti polifunzionali per rendere lo stadio un luogo di incontro per conferenze che fuoriescano dall’ambito sportivo.

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05.2 SPAZI INTERNI E COLLEGAMENTI COLLEGAMENTI I collegamenti, dimensionati secondo le normative di riferimento,corrispondono a tutti gli ambienti necessari alla connessione tra una sezione e l’altra dello stadio e sono necessari al fine del suo funzionamento. Questi possono essere sia pedonali che, in determinati casi, carrabili. 01 COLLEGAMENTO CARRABILE TRA TERRENO DI GIOCO ED ESTERNO 02 COLLEGAMENTO CARRABILE TRA TERRENO DI GIOCO E LOCALI SPORTIVI 03 ACCESSO AL TERRENO DI GIOCO 04 ACCESSO AI LOCALI SPORTIVI DAL PARCHEGGIO 05 COLLEGAMENTO DIRETTO TRA PARCHEGGIO E AREE VIP 06 ACCESSO AL LIVELLO COMMERCIALE DAL PARCHEGGIO 07 INGRESSO E USCITA CARRABILE E PEDONALE AL PARCHEGGIO

2. ANELLO DI COPERTURA L’ultimo livello è occupato dalla copertura, che al di sotto, in corrispondenza delle gradonate principali, ospita i locali tecnici, accessibili solo al personale qualificato per gli impianti. La copertura offre un efficace riparo da eventi metereologici a tutte le persone ospitate sugli spalti. 01 LOCALI TECNICI, ILLUMINAZIONE

1. ANELLO MANIFESTAZIONI Al primo piano si colloca l’anello necessario ad ospitare tutti gli ambienti fondamentali per le manifestazioni sportive di massima serie e per altri eventi come concerti. Risulta accessibile direttamente dall’esterno e permette un accesso diretto agli spalti ed una distribuzione circolare. 01 SERVIZI IGENICI 02 BAR & PUNTI RISTORO 03 LOCALI PER FORZE DELL’ORDINE 04 INFERMERIA SPETTATORI 05 SALA CONTROLLO E REGIA 06 POSTAZIONE RADIO-TELECRONISTI 07 SKY BOX 08 AREA VIP 76


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09 TERRAZZA PREMIAZIONI 10 CAVEDIO IMPIANTISTICO 11 MUSEO SOCIETA’ SPORTIVA 12 SALA PROIEZIONI 13 SALA EVENTI E CONFERENZE 14 LOCALI PER IL PERSONALE

0. ANELLO COMMERCIALE L’anello commerciale è l’elemento cardine del carattere multifunzionale dell’intero complesso. Difatti, quando non vi è l’evento sportivo, la struttura si caratterizza per ospitare delle attività commerciali, reinventandosi in funzione commerciale 01 SERVIZI IGENICI 02 BAR & PUNTI RISTORO 03 SPAZIO POLIVALENTE 04 FONDO COMMERCIALE 05 BIGLIETTERIA 05 LOCALE TECNICO 07 RISTORANTE 08 STORE SOCIETA’ 09 LOCALE TIFOSERIA 10 CAVEDIO IMPIANTISTICO 11 SALA STEWARD

-1. LOCALI SPOANELLO COMMERCIALE In questa sezione si collocano tutti quegli ambienti necessari allo svolgimento di una partita di massima serie. Perciò dagli spogliatoi divisi per squadre agli ambienti di servizio e infermierie. Inoltre si trovano i parcheggi coperti, utilizzati dalle squadre durante gli eventi sportivi. 01 SPOGLIATOIO SQUADRA 02 SALE PER STAFF TECNICO E DOTTORE 03 SPOGLIATOIO ARBITRALE 04 INFERMERIA 05 SERVIZI IGENICI 06 LOCALI PER OSPITI 07 LAVANDERIA 08 SALA PER DIPENDENTI 09 MIXED ZONE 10 SALA PRESS CONFERENCE 11 STANZA CONTROLLO ANTIDOPING 12 DEPOSITO & LOCALE TECNICO 13 SALA LAVORO & VAR 14 STANZA DELEGATI 15 PARCHEGGI

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05.3 ELABORATI DI PROGETTO

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Figura 5.1: Pianta piano terra

83 Tavola 5

Pianta piano terra 1:250 | Sezione trasversale


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Figura 5.2: Pianta piano primo

85 Tavola 6

Pianta piano primo scala 1:250 | Prospetto


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05.4 DETTAGLIO TECNOLOGICO DESCRIZIONE E LEGENDA L’assonometria mostra il dettaglio di una sezione dello stadio, dal terreno di gioco fino all’esterno. Rappresenta uno schema funzionale di massima degli elementi tecnologigi che compongono la struttura. E’ ben visibile la composizione degli spalti e la loro modularità, che permette un assemblaggio veloce ed un’ eventuale manutenzione semplice e mirata. Comprende inoltre il sistema di involucro esterno e copertura, sconnessi strutturalmente dalle gradonate. 01 TERRENO DI GIOCO 02 BORDOCAMPO PUBBLICITARIO 03 PARAPETTO IN VETRO 04 TRAVE PRECOMPRESSA 05 CAVEDIO PORTA IMPIANTI 06 GRADINI PREFABBRICATI IN CEMENTO 07 SEDILI DA STADIO 08 PILASTRO TUBOLARE IN ACCIAIO 09 GRADONI PREFABBRICATI IN CEMENTO 10 PARTIZIONI INTERNE 11 INFISSI IN ALLUMINIO 12 PILASTRO TUBOLARE IN ACCIAIO - PUNTONE 13 STRUTURA TUBOLARE INVOLUCRO ESTERNO 14 PANNELLI INVOLUCRO IN TESSUTO PVC 15 TIRANTI TUBOLARI IN ACCIAIO 16 TRALICCIO PREFABBRICATO IN ACCIAIO 17 PASSERELLA DI MANUTENZIONE 18 IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE STADIO 19 CONTROVENTI IN ACCIAIO - SOTTOSTRUTTURA 20 PANNELLI DI COPERTURA 21 SISTEMA DI FISSAGGIO PUNTUALE 22 INVOLUCRO DI COPERTURA IN TESSUTO PVC

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22

21

20

19

15

16

14

13 18 17

03

12

09

10

03

07

11 06 08

05 04 03

02 01

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RIFERIMENTI


06.1 BIBLIOGRAFIA

Bernard, J. F., Ciancio Rossetto P. 2014, Lo stadio di Domiziano: nuovi dati sull’architettura del monumento, École française, Roma. Brandizzi, G., Carbone, E. 2004, Edilizia per lo sport: palestre, piscine, palasport, stadi, complessi polisportivi, centri fitness, impianti all’aperto, impianti specialistici, UTET, Torino. Capanna A. 2012, Dizionario biografico degli italiani, vol. 76, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma. Castoldi M., Salvi U. 2013, Parole per ricordare. Dizionario della memoria collettiva, usi evocativi, allusivi, metonimici e antonomastici della lingua italiana, Zanichelli, Bologna. Chierici P. 2016, Sviluppo e valorizzazione degli stadi per il calcio. Strategie, strumenti e opportunità per la definizione di un modello italiano, <<Techne>>, vol. 11, n. 165. Detto, A. 2016, 10 spunti per 10 stadi. Applicazioni progettuali tra dinamismo metropolitano, equilibri locali e grandi eventi, Tesi di laurea presso il Politecnico di Milano. Faroldi, E., Allegri, D., Chierici, P., Vettori, M. P. 2007, Progettare uno stadio. Architetture e tecnologie per la costruzione e gestione del territorio, Maggioli Editore, Sant’Arcangelo di Romagna. Fiamma P. 2011, Architettura...dalla progettazione generativa, <<Disegnarecon>>, vol. 4, n. 7, pp. 52-61. Fuksas M., Ingersoll R., Iodice F., & Martinotti G. 2007, La civiltà dei superluoghi, Damiani Editore, Bologna. Gastaldi F., Traverso M 2018, Stadi di proprietà in Italia: una questione aperta, Vol. 8, Num. 2. Giovanni De Filippo 2017, Il tema degli stadi di proprietà, Tesi di Laurea presso l’università IUAV. J.H.Frazer 1998, Macrogenesis: Generative Design at theUrban Scale,<<Generative Art Conference>>, GA98 Papers, Editrice Librerie Dedalo. Marchesi A. 2016, Un luogo chiamato stadio: i teatri dello sport tra divertimento, aspetti sociali, tecnologia e buisness, Maggioli Editore, Sant’Arcangelo di Romagna. Migliavacca G. W. 2012, Il progetto di stadio integrato. Esperienze europee di nuovi format multifunzionali, Tesi di laurea presso il Politecnico di Milano. Moretti L., Ungaretti G. 1968, 50 immagini di architetture di Luigi Moretti, De Luca, Roma.

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Nixdorf S. 2008, Stadium Atlas, Ernst & Sohn Verlag fur Architektur und technische Wissenschaften, GmbH & Co. KG, Berlin. Piancatelli, L. 2018, L’importanza degli stadi di proprietà per le società di calcio, Tesi di laure presso l’università Luiss. Piano Strutturale Comunale - PSC - documento preliminare, riguardanti: PSO/PSP Obiettivi di assetto e sviluppo territoriale, strategie e azioni relazione illustrativa. Piccolroaz, S. 2008, Strategie e sport: il marketing degli stadi, Tesi di laurea presso Università del Piemonte Orientale A. Avogadro. Romagni, L. 2010, Lo stadio nella città, Alinea Editrice, Firenze. Rostagni C. 2008, Luigi Moretti 1907-1973, Electa, Milano. Sartori A., Nienholf H. 2013, A Blueprint for Successful Stadium Devolpment, KPMG Soddu C. 1998, Argenia, a Natural Generativ Design, <<Generative Art Conference>> GA98 Papers, Editrice Librerie Dedalo. Tedeschi, A., & Wirz, F. 2011, Architettura parametrica: introduzione a Grasshopper, Edizioni Le Penseur, Brienza. Tedeschi, A. 2014, AAD_Algorithms-aided design. Parametric strategy using Grasshopper, Edizioni Le Penseur, Napoli. U.E.F.A 2011, Guida UEFA agli stadi di qualità, Edizioni UEFA Nyon Wimmer M. 2016, Stadium Buildings: Construction and Design Manual, DOM publishers, Berlino. Zevi, L. 2003, Il nuovissimo manuale dell’architetto, Mancosu Editori, Roma

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06.2 SITOGRAFIA

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Luigi Moretti, l’origine dell’architettura parametrica: <<http://www.gasta.it/ciclo-i/l-origine-del-parametrico.html>> Luigi Moretti Architetto: <<https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Moretti_(architetto)>> Osservatorio Nazionale seulle Manifestazioni Sportive: <<https://www.osservatoriosport.interno.gov.it/>> Parametric Stadium: <<https://wikifactory.com/+archiologics/parametric-stadium>> SR-Bank Arena: <<https://www.transfermarkt.com/viking-stavanger/stadion/verein/239>> Stadio Benito Stirpe: <<http://togetherinfrastrutturesportive.it/stadio-benito-stirpe/>> Stadio Benito Stirpe: <<https://it.wikipedia.org/wiki/Stadio_Benito_Stirpe>> Stadio Ezio Scida: <<https://www.fccrotone.it/>> Stadio Stožice: <<https://it.wikipedia.org/wiki/Stadio_Sto%C5%BEice>> Stadio Stožice: <<https://www.archdaily.com/81969/update-sports-park-stozice-sadar-vuga>> Support for Grasshopper: <<https://www.food4rhino.com/support>>

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RINGRAZIAMENTI

Questo spazio vorrei dedicarlo alle persone che con il loro supporto, mi hanno aiutato, accompagnato, guidato e sostenuto in questo meraviglioso percorso. Grazie al mio relatore, il professore Giuseppe Ridolfi, una guida pronta a fornirmi strumenti, migliorie, suggerimenti utili ai fini della realizzazione di questa ricerca. Grazie Fede e Matte, che in questi ultimi mesi avete saputo ascoltare i miei sfoghi, grazie per i vostri indispensabili consigli e per aver condiviso con me tante esperienze, anche questo importante traguardo. Grazie Ale, Albi, Ciccio e Fra, per tutti i momenti di spensieratezza per gli infiniti discorsi e perchè è grazie a voi, che ho davvero scoperto cosa sia la condivisione. Grazie Carola, per avermi trasmesso la tua immensa forza ed il tuo coraggio. Grazie per tutto il tempo che mi hai dedicato. Grazie Tommy e Gae, che avete reso indimenticabile parte del mio persorso e perchè siete stati esempi da seguire. Grazie Matti, perchè è insieme a te che ho reso l’inizio di questo lungo cammino più semplice. Grazie alla mia Nonnina, ai miei zii e ai miei cugini, perchè comunque andrà voi resterete sempre la mia casa. Grazie La Frà, Michi, Sofi, Costi, Paola, Memme, Davide, Giovi, Jack e tutti i miei colleghi diventati amici, che hanno certamente avuto un peso nel conseguimento di questo risultato, che è punto d’arrivo e contemporaneamente di ripartanza per la mia vita. Grazie a me stesso, ai miei sacrifici ed alla mia tenacia che mi hanno permesso di arrivare fin qui. Ed infine, grazie Titty, amore fraterno, perchè sai sempre come starmi vicino e perchè hai da sempre, più di chiunque, creduto in me. Grazie Mamma e grazie Papà, dire che senza di voi tutto questo non sarebbe possibile è scontato perciò grazie per avermi fatto raggiungere questo obbiettivo ma sopprattutto grazie di essere stati sempre il sostegno nella realizzazione di tutti i miei progetti, appoggiando ogni mia decisione. Vi amo immensamente.

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L’autore si scusa per eventuali errori o omissioni delle fonti: bibliografiche, sitografiche ed iconografiche. E’ a completa disposizione di tutti gli eventuali proprietari dei diritti. The author apologizes for any errors or omissions from the sources: bibliographic, sitographic and iconographic. He is available for all possible rights owners.

Firenze, Aprile 2020


Marco Tedesco marcotedesco135@gmail.com





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