CARNET DI MARCIA 2008 4

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Rivista mensile, novembre 2008 • n. 13 anno XXXII • Sped. in abb. post. Art. 2, Comma 20/c, Legge 662/96 • Filiale di Padova • ISSN 1127-0667

Carnet Marcia di

D 2008

SCOUT D’EUROPA


SOMMARIO SCOUT D’EUROPA

Con uno scatto... a risposta dalla Pattuglia Foto

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By Tullia e Giorgio Stupore

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Treppiedi, una proposta La luce d’oltre ombra...

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Tips and Tricks Concorso canoro due: la vendetta Questo nopn è un concorso fotografico ma una storia in 12 clic

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Vita da Rover, vita da Scolta Lo specchio dell’anima

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Di quale “sicurezza” abbiamo bisogno?

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Route “Il canto dell’acqua”

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A scuola di stupore

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Challenge distretto Palermo est

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Cadendo da cavallo... infuocando il mondo Lo stupore che allarga il cuore.

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Corner... l’angolo dello sport Quando a vincere è lo sport

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Sale in zucca Stupirsi... o istupidirsi

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Cartoline da...

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Cucù e Ciarlatani La tela del ragno

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L’altracopertina Riflettendo sullo stupore...

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Rivista mensile Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici della Federazione dello Scautismo Europeo Anno XXXII • n. 13, novembre 2008 Carnet di Marcia per Scolte e Rovers Direttore Responsabile Solideo Saracco Direttori Michela Bertoni, Pietro Antonucci REDAZIONE DI CDM Coordinamento redazionale Tullia Di Addario, Giorgio Sclip Responsabili rubriche L’ALTRACOPERTINA: Giorgio Sclip APERTAMENTE: Francesco e Laura Licenziato, Martino Piovesan ed Elena Pillepich CADENDO DA CAVALLO... INFUOCANDO IL MONDO: Don Fabio Gollinucci e fra Basito CORNER... L’ANGOLO DELLO SPORT: Carla Palermo, Tina Di Bari e Demetrio Gajo SALE IN ZUCCA: Monica D’Atti e Aldo De Menech SENTIERI D’EUROPA: Massimiliano Pastore e Massimiliano Pietrantoni TIPS & TRICKS: Marco Lucidi TREPPIEDI, UNA PROPOSTA: Commissari di Branca In redazione anche Enrico De Micheli, Elena Bratti, Micaela Moro, Gipo Montesanto, Serena Adinolfi, Don Paolo La Terra Hanno collaborato in questo numero: Fabio Ceccarani, Aline Cantono, Tullia Di Addario, Giorgio Sclip, Pietro Antonucci, Ale Barbaro, Paolo Morassi, Percheron nel vento, Andrea Diotalevi, Marta, fra Basito, Clan Crazy Horse, Don Fabio Gollinucci, Carla Palermo, Monica D’Atti Progetto grafico Ellerregrafica

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ingraziamo tutti coloro che ci hanno scritto e che ancora non vedono pubblicato su questo numero il loro contributo! Tranquilli, sarete sul prossimo numero!!

Direzione, Redazione e Amministrazione Via Anicia 10 • 00153 Roma Aut. del Tribunale di Roma n. 17404 del 29/09/1978 • Sped. in abb. post. Art. 2 Comma 20/c, Legge 662/96 • Fil. di Padova ISSN 1127-0667 Stampa ADLE Edizioni • Padova Manoscritti e foto, anche se non pubblicati, non si restituiscono, salvo diverso accordo precedente con la Direzione.Tutti i collaboratori hanno la responsabilità e conservano la proprietà delle loro opere. La riproduzione di scritti comparsi in questa rivista è concessa a condizione che ne venga citata la fonte. Chiuso in Redazione il 20 ottobre 2008

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Con uno scatto... a risposta dalla Pattuglia Foto

Da: “Messaggio per un’Aquila che si crede un Pollo” di Antony De Mello

Foto di Fabio Ceccarani

Dobbiamo mettere da parte il vecchio uomo, la vecchia natura, il sè condizionato, e tornare allo stato del bambino, ma senza essere bambini. Quando iniziamo nella vita, guardiamo la realtà con stupore, ma non è lo stupore intelligente dei mistici: è lo stupore senza forma del bambino. Poi lo stupore muore e viene sostituito dalla noia, man mano che sviluppiamo il linguaggio, le parole e i concetti. Poi forse, se siamo fortunati, torneremo di nuovo allo stupore.

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by Tullia e Giorgio Questo numero è dedicato al tema “Stupore”. E come potevamo stupire voi, spesso disincantati e già avvertiti di tutto, se non offrendo lo spazio che di solito occupiamo noi redattori ad una capo del Lazio, Aline (la nuova incaricata regionale), che ha steso per noi un contributo davvero interessante su questo tema? La riflessione di Aline ci aiuterà ad addentrarci meglio nel tema proposto e sarà per noi ulteriore spunto per riflettere e... provare stupore. Buona lettura! TULLIA E GIORGIO

Stupore ALINE CANTONO

Isaia 43, 19: “Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?”

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lzi la mano chi, incontrando il ragazzo o la ragazza di cui è innamorato, non è rimasto senza fiato, o non è arrossito, o non ha sentito uno strano subbuglio allo stomaco, o non è restato a bocca aperta accorgendosi che visto di persona l’amato è assai meglio di quel che si ricordava… Eccolo lì: quello è lo “Stupore”! E ti confido un segreto: quel formicolio elettrizzante che rende piene le tue giornate è qualcosa di ben più prezioso di quanto potresti pensare perché ti insegna un paio di cose fondamentali per rendere la tua vita felice. Esistono molti sinonimi di “stupore” e tutti hanno a che fare con la capacità di accorgersi delle sorprese che la vita ti regala: é una sorpresa vedere un panorama fantastico dopo una lunga salita, un tramonto dai colori incredibili, sentire che un tuo amico ti capisce in pieno, che sei in grado di superare una difficoltà che giudicavi insormontabile, che ti fa esclamare: “Cavolo! Che bel gesto… proprio non me l’aspettavo!”. In poche parole ti stupisce ciò che non potevi considerare possibile, ciò che ha una bellezza che non potevi immaginare. Questo è il primo insegnamento importante: per dare sapore alla vita bisogna essere umili, a molti non piace questa parola perché rimanda ad una sottomissione passiva come se dovessi stare a capo chino a ricevere bastonate a destra e sinistra, addirittura nel mio vocabolario leggo: “umile =

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umiliato, dimesso, depresso, povero, meschino, remissivo”…che tristezza! E che errore! L’umiltà è semplicemente accorgersi della fortuna che si ha nel non sapere già tutto: pensaci bene: se conoscessi già che panorama ti attende in cima alla vetta, affronteresti con lo stesso entusiasmo la fatica della salita o ti sembrerebbe un’ammazzata inutile? Attenzione! La presunzione di pensare che “so già tutto” mi frega, è controproducente, non gioca a mio favore: quante amicizie rovinate perché “tanto è inutile, so già com’ è fatto”, quante storie d’amore finite perché l’altro è dato per scontato o mi ha data per scontata, e che fastidio e che litigate quando i miei genitori mi affibbiano l’etichetta della “bambina” o dell’”irresponsabile”! Quanta gente conosci che si è persa belle cose davvero o che si è allontanata dallo Scoutismo e dalla Chiesa perché credeva di aver scoperto già tutto? Allora: vale la pena credersi onnipotente e onnisciente? Se ti precludi la capacità di stupirti delle persone e di ciò che ti circonda, corri seriamente il rischio di perderti il sale; la tua vita diventa sciapa e presto ti stanchi e ti stufi di chi ami. Quando sei innamorato tutto diventa piacevole e nuovo, quando non lo sei tutto diventa triste e uguale: è ragionevole pensare che non siano le cose che da belle si fanno improvvisamente noiose, ma che sia il tuo stato d’animo a giudicare… ti faccio un altro esempio: ti compri un vestito, te lo compri perché evidentemente ti piace, lo indossi con vero piacere; poi passa del tempo e com’è, come non è, cominci a trovarlo brutto e fuori moda: non è il vestito che si è trasformato ed ha cambiato taglio, inutile incolpare lui: è molto più


merito della medaglia d’oro? Facci caso: le pasticche che vanno forte in discoteca sono tutte amplificatrici di sensi… il che di per sé è un desiderio buono e giusto: peccato che sia sbagliato il mezzo! La sola vera droga in grado di potenziare le tue percezioni è l’attenzione. Se sei sbronza: peccato! Ti sei persa quel bel tipo che è appena entrato! Stai incollato alla play station: peccato! Ti sei perso quel caro amico che aveva bisogno di una tua parola di conforto! Se ti isoli con l’ipod: peccato! Non hai sentito il bel complimento che ti hanno fatto! Vivi aspettando quel benedetto messaggino che non ti fa spengere il cellulare neanche di notte: peccato! Così, tutta presa, la tua mente ha ignorato un consiglio prezioso di chi ti vuol bene! Se sei incavolato e guardi in basso: peccato! Non hai visto un arcobaleno spettacolare che avrebbe rasserenato anche il tuo umore! Passi ore a maledire la tua ciccia allo specchio: peccato! Non noti in quanti ti amano! Spesso dimentichiamo che di occhi ne abbiamo due (e mica per caso), così ci intestardiamo a guardare come in un monocolo: ci si fissa su di una propria idea e non si vede il resto, la sorpresa. Come il cieco di Gerico, ci concentriamo su noi stessi, sui pensieri negativi o ci lasciamo distrarre dal frastuono delle cose e non osserviamo, non ci accorgiamo e soprattutto, mannaggia, intorpidiamo la capacità di meravigliarci che può portare alla depressione e alla mancanza di senso, e lasciandoci in balìa della noia e dell’apatia. Custodisci come un gioiello inestimabile il tuo stupore, allenalo, tienilo pulito, ti avvicinerà di più a te stesso, agli altri, alla vita, e ti riempirà di gratitudine verso Dio (che è poi l’unico modo di avere con Lui una relazione gioiosa, libera e senza paura)!

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by Tullia e Giorgio

probabile invece che sia il tuo occhio a esser diventato pigro e abituato! Se inizi a vedere i giorni identici, ti prende l’insoddisfazione, che è una brutta bestia, e che ti fa anche fare cavolate: è la ricerca continua di nuove emozioni che fa passare da un amore all’altro, da un amico all’altro, da un gruppo all’altro, da un’esperienza forte all’altra… ti prende una strana frenesia che ti trasforma in trottola e la pancia non è mai piena... ovvio: le esperienze, come le persone non le gusti, ma te le ingurgiti! Non servono tante situazioni differenti per avere emozioni diverse, la felicità è scoprire che anche una sola cosa può essere sempre nuova! E allora ti do una seconda dritta: abbi cura dei tuoi sensi. Il cristianesimo è una gran religione perché parla alla tua anima e al tuo corpo senza disgiungerli: l’anima si nutre e si entusiasma se i tuoi occhi sono aperti, ha bisogno di un cuore di carne che batte per emozionarsi, delle mani che toccano per sentire. I tuoi sensi sono i tuoi strumenti del mestiere: oliali, tienili efficienti: hai mai visto un disegnatore con matite spuntate senza temperino? C’è una indicazione importante però: la fatica di questa manutenzione ottiene risultati solo se a farla sei tu e non deleghi questo tuo lavoro ad altro (droghe, alcool, ecc): ti soddisferebbe, t’inorgogliresti nel mandare a correre alle Olimpiadi un altro al posto tuo beccandoti il

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treppiedi una proposta

La luce d’oltre PIETRO ANTONUCCI

È

buio, non buio assoluto, ma buio rispetto al resto; più che buio siamo nell’ombra, un’ombra che però sembra notte per quanta luce intuiamo esserci fuori, fuori da cosa? Fuori dal Bosco, fuori dalla parete che blocca la luce, fuori da questa terribile salita che ci sta spezzando le gambe. E già, al ritorno dal campo mobile mi ritrovo a pensare a queste situazioni vissute migliaia di volte nei campi, situazioni che anche voi avrete vissuto: sono quelle volte che, carichi come muli in stretta fila indiana, procediamo su una salita che non dà respiro, non cede un metro, non permette mai di tirare il fiato, e siamo in ombra, un’mbra fredda perché sotto un bosco cupo o in ombra senza bosco ma ugualmente fredda per l’alta quota unita al vento ed all’assenza del sole. In quelle situazioni non puoi fermarti, geleresti in un nanosecondo, tutte le parti del tuo corpo sudato in un attimo si trasformerebbero in un ghiacciolo, no. Non puoi fermarti ed allora vai avanti e ogni tanto guardi su e vedi la sella, vedi il finire del bosco e lì vedi la luce, intuisci il sole, sogni il caldo. Il guaio è che sono due ore che lo vedi, ma ancora sei lì, sembra a portata di mano, ma non arriva mai, ti sembra quasi di vivere un miraggio, cominci quasi a chiederti se è vero, o se rimarrà così e ti deconcentri, il passo si fa più difficile, il corpo tende a ribellarsi, le gambe fanno male, la schiena fa male,

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tutto duole e ti sembra che non ce la farai mai. Ho imparato che in quei momenti c’è una sola cosa da fare: riconcentrarsi, smettere di guardare su, cominciare a guardare in basso, gli scarponi o le ginocchia e riallineare lentamente il passo al respiro, piano, lento e costante. Smettere di guardare su è l’unica soluzione, tanto so dove devo andare, il sentiero mi porterà lì, non serve controllare ogni secondo e non serve neanche ripetersi continuamente la fatidica frase “QUANTO MANCA?” Non aiuta, anzi! Allora ricominci a muoverti bene, il tuo corpo si fa più ubbidiente e passo dopo passo arrivi alla sella, alla luce senza neanche accorgertene, te ne accorgi perché un lampo accecante ti coglie impreparato alzi gli occhi e ti dà quasi fastidio, troppa luce tutta insieme. Lentamente il tuo corpo esce alla luce e tu riuscendo finalmente a mettere a fuoco, hai una faccia incredula, davanti a te si apre un mondo illuminato: vette, valli, paesi, laghi, vedi tutto dall’alto, sei basito, impreparato a tanto stupore e allora ti fermi, ti blocchi, senti il sole scaldarti e il tuo corpo come rigenerato, non sai bene se dal sole, dal paesaggio, o dall’incredibile gioia per avercela fatta!! La


il tuo prossimo passo, ma che questo non ti distragga dal fine più alto. Il primo passo dipende dall’ultimo. Solo così riusciamo a cogliere al meglio lo stupore, la meraviglia che il buon Dio saprà donarci quando in cima alla salita riusciamo guardare indietro per capire il nostro percorso per poi riproiettare lo sguardo ancora ebbro di meraviglia davanti a noi , con la gioia nel cuore per ripartire ancora… Buona strada Pietro RYS

treppiedi una proposta

Strada insegna con il suo andare davvero molto. Dobbiamo solo avere la forza di cogliere a freddo tali insegnamenti, quante volte nella vita il nostro fare è annullato dall’ansia del risultato? Dalla frenesia di raggiunger qualcosa, qualcuno; ossessionati proprio dalla vista dell’obiettivo, perdiamo la concentrazione e spesso fatichiamo troppo o addirittura cediamo sul cammino. La Strada ci insegna che occorre guardare umilmente in basso e seguire la strada, il sentiero senza scorciatoie, senza soste inutili, ma lentamente e costantemente. ...L’ultimo passo dipende dal primo. Non credere mai d’essere arrivato solo perché scorgi la cima. Sorveglia i tuoi piedi, assicura

Servizio

ombra...

Strada

Comunità

P.S: Visto che questo CDM vi arriverà per il perido natalizio approfitto per fare i più caldi auguri di un sereno Santo Natale a tutti voi ed alle vostre Famiglie! Carnet di Marcia D•2008

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Tips and Tricks

Concorso canoro due: la vendetta Travolti da un insolito destino nel turbinio delle chiavi musicali. “Canta sonoro il fringuello”.

IF

Se anche questa giornata si è aperta con un 4 sul compito di greco; Se, maledizione! la scheda del telefonino è andata in bolletta, Se a casa mia oggi anche il televisore ha smesso di funzionare, Se oggi pomeriggio ho un carico tremendo di compiti da fare, e non so proprio se ce la farò, Se la vendetta di Montezuma si è accanita sulla mia schiena Se... proprio oggi non è giornata! …

P

arafrasando il famoso If di R. Kipling, caro Rover e cara Scolta, è con immenso piacere che le Pattuglie nazionali di terza branca ti comunicano che è stato indetto il Concorso Canoro Nazionale Number Two “On i va dans la montagne”. Dopo l’impresa dei Canzonieri Rovers e Scolte, continua l’impegno delle Pattuglie per promuovere il canto, o meglio il “Bel Canto”, quale attività importante della vita di Clan e di Fuoco per vivere meglio”la fraternità all’aria aperta e nel servizio”. L’obiettivo è quello di riuscire a comporre un CD con gran parte dei canti del canzoniere Rover e Scolte per fornire

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Allora Canta che ti passa la paura, Canta che la vita è meno dura, Canta starai meglio domattina, Canta che la meta è più vicina. Canta ma fallo bene If

a tutti i Clan e Fuochi d’Italia una raccolta omogenea di composizioni dei più bei canti Scout consolidando una base canora da poter esportare poi in incontri nazionali ed internazionali futuri e, contemporaneamente, svolgendo un servizio di divulgazione corretta a tutto tondo o, come si dice ora, a 360 °. È importante perciò che voi Rover e Scolte cogliate questa opportunità attraverso un’attività di espressione che potrete realizzare di Clan, di Fuoco ma anche collaborando insieme. L’Impresa dovrà essere preparata al meglio secondo seguenti fasi: a) Inchiesta: individuazione di almeno 3 canti (uno di


Strada, uno di Comunità ed uno di Servizio o spiritualità) all’interno dei canzonieri Rover e Scolte. Ricerca delle interpretazioni già eseguite da cori a da altri Capi o Capo dei canti scelti; b) Capitolo: Analisi e comprensione dei testi. Eventuale coinvolgimento di un maestro di coro per chiedere un aiuto tecnico per armonizzare al meglio il canto. Definizione della composizione e della partitura. Programmazione delle prove dei canti. Prova di esecuzione in un’occasione di Servizio con una festa presso una casa di riposo per anziani, oppure durante una cena con Capi del gruppo o genitori. Allestimento presso la sede o in altro loco di una sala di registrazione; c) Impresa/Attività: Registrazione dei canti su MP3. Invio all’incaricato del Concorso…………… d) Verifica e… trepidante attesa dei risultati!

1) Partecipanti tutti i Clan e Fuochi della FSE Italiana; 2) Numero minimo di canti o canoni: 3 possibilmente trattanti i temi di strada comunità servizio o spiritualità;

7) I brani andranno registrati in modo oculato e preciso su MP3 ed inviati entro e non oltre il 30.03.2009 ad Ale Barbaro e-mail: barbaro@tin.it; 8) Qualora l’esecuzione dei canti preveda la suddivisione in voci (coro a cappella), dovrà essere inviata sempre su MP3 anche l’esecuzione delle singole voci incise separatamente; 9) Canti fuori concorso e quindi non selezionabili in quanto già in possesso delle PN in una buona forma e registrazione: Madonna degli Scouts Signore delle cime Canto Clan Kumbaja La Mula di Parendo È l’ora dell’addio Il richiamo della Strada Si va Il battaglion d’Aosta Scende la notte

Squilla Pronta a partir Un passo nuovo Il richiamo della Strada E camminare Strade delle mie routes Gaudeamus

3) Numero massimo: ad libitum (orientativamente 5);

10) Selezione. Per la compilation: i primi 25; per il F.D.B. all’Assemblea Nazionale di maggio 2009: i primi 5; per la tendina: ...il primo

4) I canti o canoni vanno scelti fra quelli inseriti nei canzonieri Rover e Scolte;

11) ...BUON CANTO!

5) L’esecuzione può essere fatta o solo dal clan o solo dal fuoco oppure in collaborazione

Fin d’ora Tutti Bravi! ALE BARBARO su supremo mandato commissariale di Pietro e Michela Carnet di Marcia D•2008

Tips and Tricks

Infatti ci sarà una selezione nazionale dei canti. Tutte le esecuzioni accettabili saranno utilizzate per allestire il CD dei canti di Branca Rover e/o Branca Scolte. Verranno poi scelti i migliori 5 Clan/Fuochi da una “Allegra e gioiosa Commissione”. La banda dei 5 prescelti verrà invitata ad esibirsi durante il Fuoco di Bivacco che si terrà in occasione dell’Assemblea Nazionale dei Capi nel maggio 2009. Durante questo meraviglioso Fuoco organizzato ed allestito ad hoc, verrà poi proclamata l’unità vincitrice del concorso che sarà premiata con una meravigliosa tendina. Ed ora attenti al regolamento del Concorso canoro nazionale di terza Branca numero due: “Canta Sonoro Il Fringuello”.

6) È possibile ottenere l’ausilio di un esperto nella conduzione ( maestro di coro);

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Tips and Tricks Questo non è un concorso fotografico ma una storia in 12 clic PAOLO MORASSI

S

i può raccontare una storia in dodici parole? Hemingway ci riuscì usandone solo sei, ma – a meno che tra di voi lettori non si nasconda uno scrittore veramente bravo – credo di poter affermare (nessuno si senta offeso…) che la cosa mi sembra alquanto improbabile! Il discorso è sicuramente diverso se parliamo di raccontare una storia in dodici immagini, dodici battiti di ciglia che catturano un istante irripetibile, che sappiano raccontare… il brivido freddo di un’alba con gli scarponi già ai piedi, al Campo Mobile; il respiro dello Spirito che fa divampare le Anime, alla Veglia per la Partenza; quel gesto di aiuto, di solidarietà, di prossimità, che testimonia il significato profondo di Servire; il calore di un Bivacco – e non parlo di quello del fuoco… Circa un anno fa, mi fu chiesto di elaborare il “film”

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dell’EuroMoot, che sicuramente ricorderete – montato proprio su uno sfondo tipo pellicola cinematografica – nello speciale di Carnet di Marcia dedicato alla nostra avventura da Levoca a Czestochowa. In quella occasione, incaricato di scegliere le 60-foto-60 che raccontassero quella storia, ho pensato che il presupposto per un racconto in cui ciascuno si potesse ritrovare fosse cercare la maggior varietà possibile di fonti da cui prendere le immagini. Mi misi così su Internet e – armato di santa pazienza – trovai e selezionai migliaia (non esagero!) di testimonianze fotografiche dell’EuroMoot. Decine di Clan, Gruppi o singoli Rover e Scolte, italiani, francesi, polacchi: nessuno aveva resistito alla voglia di pubblicare galllery in cui riportare il ricordo di un’esperienza così intensa. Così, prendendo qua e là immagini che mi sembravano significative, divertenti, o semplicemente utili a rappresentare i viaggi, la Strada, le celebrazioni, ecc. ho costruito quella storia, cercando di riaccendere in chi aveva partecipato il ricordo di quell’avventura e… di far nascere in chi non era venuto l’invidia verso di noi che invece all’EuroMoot ci eravamo stati! Perché questo è il significato e il fine del raccontare una storia: condividere con gli altri le tue sensazioni, le tue scoperte, le tue imprese… Perciò, animo, Clan d’Italia! Questa volta vogliamo che


raccontarci cose… che noi umani non possiamo neanche immaginare! Buona Strada e buon lavoro! PAOLO MORASSI per la Pattuglia Nazionale Rover “Non hai mai sentito dire che la bellezza delle cose ama sorprenderci? Ed avrei voluto trovarmi tra le tue parole più belle, raccogliere un brivido dai tuoi sguardi…” (Carmen Consoli, “La bellezza delle cose”)

Tips and Tricks

siate voi a raccontarci una vostra storia, a testimoniare con le vostre immagini un racconto che ci porti a camminare insieme a voi. Ecco perché ciò di cui stiamo parlando – per ritornare al titolo – NON È (non lo è davvero) un concorso fotografico: è un invito, rivolto a ciascun Clan, a raccontare, con dodici immagini, una storia che parli di uno dei grandi temi che compongono la nostra esperienza di Rover: Strada, Comunità, Servizio, oppure Spiritualità. Non importa se ci vorrete raccontare qualcosa che avete già vissuto o se volete organizzare appositamente un’impresa che preveda anche il suo racconto: ciò che è importante è che le immagini e le didascalie che le accompagneranno siano organizzate con un inizio, uno svolgimento ed una fine, in modo che – oltre al racconto che ogni immagine porta con sé – anche tutte insieme possano trasmettere un significato. Prima di prendere la macchina digitale, o di tuffarvi negli sterminati archivi che ciascuno di voi possiede sul proprio hard-disk, è bene quindi che pensiate a quello che volete dire, e che lo facciate di Clan. Come lo vorrete dire – ne siamo certi – verrà di conseguenza. Siamo sicuri che saprete

Qualche nota tecnica Il tema deve essere uno a scelta tra “Strada”, “Comunità”, “Servizio” o “Spiritualità”; Per inserire le vostre immagini metteremo a disposizione sul sito associativo degli storyboard da scaricare (uno per ciascuno dei temi di cui al punto precedente); Gli storyboard andranno “riempiti” con le immagini, ciascuna delle quali andrà corredata da una didascalia che la commenti ed aiuti ad interpretarla; Per partecipare, invia una mail di Clan entro il 31 Gennaio 2009 a paolo.morassi@gmail.com. Ti manderemo anche una breve nota “tecnica” sulle caratteristiche che le foto dovranno avere (risoluzione, formato, ecc.); Gli storyboard completi andranno invece inviati entro il 31 Marzo 2009; I migliori storyboard verranno esposti in occasione della XI Assemblea Nazionale alla Base Associativa di Soriano sul Cimino, dal 1° al 3 Maggio 2009; Al Clan vincitore andrà in premio la pubblicazione dello storyboard su Carnet di Marcia e una macchina fotografica digitale di Clan.

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Vita da Rover, Vita da Scolta

Lo specchio dell’anima “Vi sono tre cose belle: una notte fiorita di stelle, un tramonto dorato sul mare, una vetta candida di neve. Ma ve n’è una quarta più bella di tutte: gli occhi di una persona quando ha il cuore sereno. Vi sono tre cose forti e grandi: il leone che ruggisce nella foresta, la montagna che sfida gli uragani, il braccio di un cavaliere che non ha paura. Ma ve n’è una quarta più forte e più grande: il cuore di una persona che sa vincere il male.”

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aino in spalla e via… verso una nuova avventura… La mente sovrastata da mille domande, dubbi, incertezze; ma allo stesso tempo colma di entusiasmo e voglia di imparare, convinta, fin dall’inizio, che questa Route potesse cambiare l’energia di ognuna di noi, accendendo semplicemente una piccola fiammella all’interno della nostra unità. Già da tre anni sono una Scolta viandante, ma come tale non ho mai avuto il grande onore di partecipare ad una Route di Servizio… ed eccomi qua, con penna alla mano a scrivere nero su bianco questi cinque giorni trascorsi insieme con un gruppo di persone disabili residenti in una Comunità Alloggio. Un’esperienza indimenticabile: scoprire tutti quegli occhi di ragazzi che, per varie storie di vita, non hanno la possibilità di far battere il proprio cuore; lo sguardo fisso a terra, chiusi in un mondo dove nessuno può entrare, avere l’opportunità di conoscere, capire ed emozionarsi di fronte a queste persone è stata per me un ottimo incontro di vita. Ho nutrito la mia anima di mille colori, di emozioni, sorrisi, perplessità ed angoscia… una vera esplosione di vitalità! Cinque giorni in cui delle giovani ragazze sono state catapultate in un mondo ignoto, governato da un ritmo molto più rilassato rispetto solite alle giornate frenetiche, in cui lo scandire del tempo prevale sulle nostre azioni: cinque giorni… solo cinque giorni! Però, nonostante la breve durata,

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siamo ritornate nel “nostro mondo” con qualcosa in più. Conserverò dentro di me quella strana magia, unica ed irripetibile… Queste persone: un vero esempio, una riflessione continua! Una domanda che ancora oggi non ha trovato risposta è la seguente: “Chi è veramente il “diverso – il disabile”?” Sono le persone che hanno solamente un deficit mentale o fisico inferiore alla norma, però hanno una forza incredibile, che fanno di tutto per integrarsi con la nostra società e, giorno


Percheron nel vento, Fuoco “Freccia Dorata”, Roncade 1

Vita da Rover, Vita da Scolta

dopo giorno, cercano di abbattere le barriere che vengono costruite attorno alla loro vita. Oppure siamo noi i “diversi/disabili”? Noi, che viviamo in un mondo di pregiudizi e stereotipi; noi, che quando vediamo una persona in difficoltà facciamo finta di non vedere la sua storia; noi, che pensiamo tanto di cambiare il mondo ma non pensiamo a cambiare prima noi stessi…? Non saprei… L’unica certezza che mi porto nel cuore è il valore che mi ha trasmesso questa Route: ho scoperto un mondo dove regna la semplicità e il presente, un mondo dove il cuore può vincere il male. Ho scoperto il piacere del Servire, il dare, aggiungendo sempre un po’ di me in quello che faccio; donare un battito del mio cuore o una vibrazione della mia anima: capire che il Servizio costa sacrificio, ma tanto più ne costa, tanto più valore acquista lo sforzo. E, la cosa più bella, è che alla fine non ci si sente bene perché si ha fatto chissà che cosa, ma perché siamo consapevoli di ave fatto la cosa giusta. Sperando che anche voi possiate scoprire il dono del vero Servizio, vi auguro una Buona Strada…

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Di quale “sicurezza” abbiamo bisogno?

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Vita da Rover, Vita da Scolta

iao a tutti ragazzi, prendo spunto da un articolo del giornalista Italo Di Sabato per proporvi una riflessione: “Le nostre città sono presidiate dai militari. Per almeno sei mesi. Un sistema di controllo che serve a piegare le coscienze, ricattare il bisogno, punire il dissenso. Civile, sociale, politico. Si sa che nel mondo politico e in quello dei media, che si assomigliano molto, le apparenze non coincidono quasi mai con la realtà. Ultimamente la persecuzione dei migranti, dei rom e dei cittadini italiani sinti è divenuta ossessiva. In questi ultimi mesi abbiamo assistito ai controlli della polizia

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sui bus, gli sgomberi dei nomadi, i rastrellamenti di prostitute nelle città maggiori, la schedature dei sinti, decreti che attuano principi discriminatori e incostituzionali. Infine la scelta di mettere i militati per le strade “ma solo per un anno”, come si affrettano a spiegare i giornali. Sugli stranieri e sui nomadi si possono scaricare l’insicurezza economica o esistenziale, la paura del futuro. Il benpensante medio crede davvero che i militari per strada, le schedature ai rom, la


Andrea Diotalevi, Pesaro 1

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Vita da Rover, Vita da Scolta

repressione ai migranti siano un bene ed è convinto che simili scelte siano l’attuazione del principio di legalità. Lo stesso benpensante, naturalmente, non si interroga sul fatto che alcune regioni (almeno quattro) sono in mano alla criminalità organizzata, che mafia e ‘ndrangheta hanno infiltrato l’economia del centro e nord Italia, che la corruzione nella pubblica amministrazione è diventata endemica. Ma ciò che appare inaudito, in una cosiddetta democrazia liberale, è l’atteggiamento della stampa (sulla tv meglio sorvolare). A parte la campagna xenofoba dei cosiddetti “giornali indipendenti”, che insistono sull’«insicurezza dei cittadini», mentre a essere minacciati e umiliati, giorno per giorno, sono esseri umani, cittadini italiani e no, discriminati in base all’origine. Da un mese circa i rom vengono cacciati da tutti gli insediamenti. Da qualche tempo i prefetti delle grandi città fanno schedare anche i sinti, per lo più di cittadinanza italiana, inviando la polizia all’alba nei loro insediamenti, come se si trattasse di criminali. In qualsiasi posto civile, questa sarebbe considerata discriminazione su base etnica (i cittadini sono schedati a seconda della loro supposta origine) e quindi inammissibile. Alle proteste giustificatissime di un sinti molto noto, sopravvissuto di una famiglia sterminata dai nazisti, il giornalista di un quotidiano diffusissimo obietta più o meno: «Ma lo fanno per voi, per stabilire chi si comporta bene e chi no…». Insomma, se ti svegliano alle cinque del mattino per

schedarti e terrorizzano i tuoi bambini, lo fanno per il tuo bene. Tutta la stampa nazionale ha riportato l’episodio: «Nomade rapisce un bambino a Napoli» Mi sarebbe piaciuta una controinchiesta, tenuto anche conto che da quelle parti opera la camorra (come ha ben descritto Saviano nel libro Gomorra), che non va tanto per il sottile quando si tratta di deviare l’attenzione pubblica dai propri misfatti. A distanza di un mese la magistratura ha stabilito che si è trattato di un equivoco. Ma i giornali hanno totalmente sottaciuto e non ci hanno pensato minimamente a chiedere scusa ai rom. Ed ecco che cos’è l’insicurezza, almeno nell’Italia d’oggi: un misto di balle mediali, cinismo politico e anche, perché no, panico generalizzato”. […] E noi, ragazzi, di quale “sicurezza” abbiamo bisogno? Di questa? A voi la risposta… Noi abbiamo tanto da dire su quali sono i nostri veri bisogni e le sicurezze da ricercare!!! Riporto la frase sopra: “Sugli stranieri e sui nomadi si possono scaricare l’insicurezza economica o esistenziale, la paura del futuro”. Parlatene in Clan e Fuoco, nelle parrocchie, con gli amici in compagnia, chiedetevi cosa ciascuno di noi può fare; non date retta a chi ci vuole intimorire, ma soprattutto guardatevi attorno, e vedrete le persone come fratelli e più non come nemici. E svegliandovi ogni mattina, aggiungete un esercizio a quelli di B.P.: passare dal dito puntato alle braccia aperte!!!

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Route “Il canto A

Vita da Rover, Vita da Scolta

ggancia bene le borse, controlla i freni, gonfia le ruote, ripara il fanale, la bici deve essere perfetta per poter affrontare una route, per poter percorrere ogni giorno 50Km, salite, discese e strade sterrate. Ogni mattina

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montavamo sulla nostra bici e pedalavamo tutto il giorno, e facendoci strada cantavamo, pregavamo, chiacchieravamo, ammiravamo il magnifico paesaggio e la fatica che si sentiva sulle gambe se ne andava per un po’. È proprio questo il bello della Route,

crescere insieme, condividere noi stesse e la nostra fatica, intraprendere la nostra Strada, ma senza mai rimanere sole. Siamo partite da Dobbiaco e la sera del primo giorno eravamo già a Lienz, le tappe dei giorni successivi sono state Spittal, Klagenfurt e Villach. Prima di partire, la mattina, recitavamo le lodi e veniva letto l’argomento del giorno sul quale ognuna di noi era libera di riflettere e poi condividere i propri pensieri la


dell’acqua” Mmessa; il tema della Route è stato molto interessante: l’affettività, come viviamo il nostro essere donne e le relazioni con le altre persone. Tra le tante cose, abbiamo imparato che la nostra vita è mossa dagli affetti, non facciamo mai niente per caso, tutto quello che compiamo e

diciamo è dettato dai nostri affetti. Lungo la strada ci fermavamo nei paesi per comprare il cibo per la giornata e la sera, giunte finalmente a destinazione, chiedevamo ospitalità presso le parrocchie, per campeggiare in un luogo sicuro; abbiamo trovato una grande disponibilità di accoglienza, non è facile ospitare alle sette di sera, per una notte, dodici sconosciute. Certamente come in tutte le

esperienze non sono mancati i momenti di divertimento, come un rinfrescante bagno al lago Worthersee prima dell’ultima fatica, prima di prendere il treno e tornare a casa.

Marta, Nocciolo misterioso, Fossalta 1

Vita da Rover, Vita da Scolta Carnet di Marcia D•2008

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non potevamo non chiedere a fra Basito di parlarci dello stupore

” A scuola di stupore S

Vita da Rover, Vita da Scolta

e smetteste di mettere il sale quando cucinate la pasta... Se non si muovessero più le mani in segno di saluto quando parte il treno con la persona amata... Se la mamma lasciasse piangere il suo neonato affamato perché non vuole perdere l’inizio della quattrocentoventunesima puntata della telenovela pomeridiana... Allora, che succederebbe? Già, la risposta è ovvia: la vita sarebbe molto triste. E se smettessimo di provare stupore nelle piccole e grandi realtà della vita? No, non oso immaginare una

RIGE A COR a ERRAT Pasqu

e di o a Rout lo sull ell’ultim o ic t it r c s on L’a u n t s la e rd Ov del “C del No M era ino o di Cd o - Alb g r u b numer s ’A d u lo g ido. Car r il dis Beat o mo pe ia s u c s 1°”. Ci

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situazione del genere! Con l’aiuto di Dio il nostro fare strada nella natura, l’impegnarci a crescere in Comunità, l’orientare tutta la vita al Servizio del prossimo, ci permettono di risvegliare continuamente la capacità di stupirci nello Spirito. Lo Scautismo, infatti, è una potente scuola di stupore. Considerando il metodo, credo si possa affermare che la porta più semplice ed immediata che apre allo stupore sia la vita all’aperto e, in particolare, per le terze Branche, la Strada: “Orgoglio dei cieli è il limpido firmamento, spettacolo celeste in una visione di gloria!


la casa di tuo padre. Credi nel seme, nella terra, nel mare. Ma soprattutto credi nell’uomo. Ama le nuvole, i fiori ed il libro. Ma soprattutto ama l’uomo. Senti la tristezza del ramo rinsecchito, del pianeta che si spegne, dell’animale ammalato. Ma soprattutto la tristezza dell’uomo. Che tutti i beni della terra ti procurino gioia; che l’ombra e lo splendore ti procurino gioia; che le quattro stagioni ti procurino gioia.

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Vita da Rover, Vita da Scolta

Il sole mentre appare nel suo sorgere proclama: «Che meraviglia è l’opera dell’Altissimo!». Osserva l’arcobaleno e benedici colui che l’ha fatto, è bellissimo nel suo splendore. Avvolge il cielo con un cerchio di gloria, l’hanno teso le mani dell’Altissimo. Fa scendere la neve come uccelli che si posano, come cavallette che si posano è la sua discesa; l’occhio ammira la bellezza del suo candore e il cuore stupisce nel vederla fioccare”. (Sir 43, 2.11s.18) La Strada dunque, ma anche la Comunità ed il Servizio non sono elementi neutri nei confronti della formazione allo stupore anzi, permettono di crescere in profondità anche in questo campo; aiutano, infatti, ad aprirsi sempre più allo stupore per la bellezza e la grandezza dell’essere umano, la creatura più nobile ed amata: “Non vivere su questa terra al modo di un inquilino o di un villeggiante nella natura. Vivi in questo mondo come se fosse

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Vita da Rover, Vita da Scolta

Ma soprattutto che l’uomo ti procuri gioia”. (Nazim Hikmet). Ora, se vuoi, puoi prendere la tua Bibbia e lasciarti guidare dal salmo 8. A questo punto il nostro breve itinerario di riscoperta dello stupore sembrerebbe aver raggiunto il suo apice, ma non è così. È necessario confrontare in quest’ottica anche la nostra vita di fede: “Solo nell’incontro con Lui, Verbo incarnato, l’uomo trova pienezza di autorealizzazione e di felicità. La religione stessa, senza un’esperienza di stupita scoperta e di comunione con il Figlio di Dio, fattosi nostro fratello, si riduce a una somma di

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principi sempre più ardui da capire e di regole sempre più difficili da sopportare”. (Giovanni Paolo II). Non ci resta allora che invocare su ogni persona lo Spirito Santo, l’unico in grado di aprire i nostri cuori e la nostra mente a cogliere con stupore la presenza di Dio Amore nella storia, in quella personale come in quella dell’umanità: Vieni Spirito Santo, manda a noi dal Cielo un raggio della tua luce!

Fra Basito


Challenge

STORIA DEL “CORPUS DOMINI”

“Quel sssss del xxxx di xxxx...”

distretto Palermo est

I

l 10 e 11 maggio si è svolto nel Bosco di Ficuzza l’annuale Challenge del distretto Palermo est. Il challenge è una delle poche occasioni di incontro tra i Rover del distretto; è una sfida non tra le pattuglie o tra i diversi Clan, ma tra noi Rover e i nostri limiti e paure (di perderci nel bosco durante la notte); è una sfida che ci ha sempre affascinati soprattutto per l’orario in cui si svolge (la notte). Ci siamo affrontati in un gioco

Clan Crazy Horse, Portella di Mare 1

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Vita da Rover, Vita da Scolta

topografico che ci ha portati dal Palazzo Reale di Ficuzza ad Alpe Cucco passando per Alpe Ramosa, e da Valle Agnese di nuovo a Ficuzza attraversando la vecchia linea ferroviaria. La domenica ci siamo riuniti in paese per pranzare e ricordare che la “sfida” deve stimolarci a “fare del nostro meglio”, non deve dividerci ma unirci. Dopo la S. Messa di Pentecoste, celebrata alle 15:00 nella Cappella del Palazzo Reale da Don Antonio Todaro, è avvenuta la cerimonia conclusiva con la premiazione del clan che più si è distinto nelle attività svolte. A nome del Distretto vogliamo ringraziare per l’organizzazione e la preparazione delle attività l’incaricato di Branca, Vito Giangreco, che per lavoro resterà lontano per qualche mese. Lo aspettiamo per riprendere le attività di Distretto del prossimo anno.

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cadendo da cavallo... infuocando il mondo

Lo stupore che allarga il cuore DON FABIO GOLLINUCCI

M

entre scrivo ho ancora viva in me la bellissima esperienza della Route terminata da poco e spero che tutti voi possiate richiamare dal cuore i momenti vissuti nel vostro cammino percorso di Fuoco e di Clan. Quelle sensazioni uniche che invadono tutta la persona dalla testa ai piedi (anzi, dai piedi alla testa) e che rimangono dentro a lungo, anche se il ritorno alla vita cittadina è come un ladro che con furbizia vuole rubare subito la forza e la magia della Strada, della fatica, della condivisione così naturale con il fratello o la sorella che suda con te. Sono meraviglie che non possono lasciarti indifferente. È l’esperienza della gratuità: ricevi qualcosa che non ti sei guadagnato. Anche lo splendore di un paesaggio in cima al monte dopo una lunga e faticosa salita non lo vivi come una conquista perché è sempre superiore alle tue

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aspettative; e ti sorprende, ti affascina, ti allarga il cuore. Ora, rileggendo la storia, rivedendo la strada percorsa, possiamo accorgerci che la nostra scelta di metterci in cammino non è stata solamente una sfida verso noi stessi. Non ci siamo forse incamminati credendo che la Strada in se stessa è portatrice di vita e che ci restituisce sempre una forza nuova per muoverci verso gli altri senza paura, e verso il mondo con speranza, e verso Dio con meraviglia? Sì, decidendo di metterci in cammino abbiamo anche aperto una porta a Colui che desidera tanto incontrarci e farsi conoscere. Gli abbiamo permesso di stupirci, non con effetti speciali, ma con le cose più belle e normali che, nell’essenzialità della vita all’aperto finalmente sono riemerse in tutto il loro splendore. Tutti i nostri sensi sono stati riattivati dallo stupore e dalla meraviglia di


Maria, Vergine del mattino Non permettere che il lamento prevalga sullo stupore, che lo sconforto sovrasti l’operosità, che lo scetticismo schiacci l’entusiasmo. Donaci la gioia di intuire, pur tra le tante foschie dell’aurora, le speranze del giorno nuovo. E infondici la sicurezza di chi già vede l’oriente incendiarsi ai primi raggi del sole. (+ Tonino Bello)

tocco che risana e guarisce; •La fragranza del pane condiviso e la freschezza dell’acqua di fonte hanno riempito il nostro desiderio di vita… e abbiamo gustato il Suo dono prezioso. È proprio di chi ama stupire e meravigliare l’amato: la forza dell’Amore si sprigiona da un desiderio infinito di donarsi. E per noi, così piccoli e fragili, questa forza di Vita piena e inesauribile si riconosce in tutta la sua potenza proprio nel momento del bisogno e della necessità. È lo scandalo della croce: in agonia sul legno di morte l’autore della Vita ci stupisce con amore infinito.

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cadendo da cavallo... infuocando il mondo

momenti inaspettati, di situazioni problematiche risolte, di provvidenza quotidiana, di compagni di viaggio riscoperti come fratelli e sorelle. La luce del tramonto e l’immensità del cielo stellato hanno riacceso il nostro sguardo spento e piegato in basso… e abbiamo ritrovato il Suo sguardo che ci ama senza misura; • Il soffio del vento e il canto degli uccelli hanno trapassato la nostra sordità… e abbiamo potuto ascoltare la Sua Parola che è vita; • L’odore dell’estate e delle erbe aromatiche hanno inebriato il nostro cuore… e abbiamo sentito il Suo profumo che si espande dappertutto; • Il contatto con la madre terra e la vicinanza di una mano amica che ci sorregge hanno allontanato la nostra solitudine… e abbiamo sentito il Suo

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corner... l’angolo dello sport

Quando a vincere è lo sport CARLA PALERMO

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a fiamma olimpica si è spenta sul grande stadio di Pechino, ma lo spirito che da sempre caratterizza le Olimpiadi non si è spento con la conclusione della XXIXa edizione dei Giochi Olimpici dell’era moderna. Nelle due settimane appena trascorse una grande chermesse di musica e colori ha accompagnato la più antica ed affascinante competizione sportiva, che, in questa edizione, ha coinvolto 204 Nazioni, 10.708 atleti, 38 discipline sportive, dalle più classiche (atletica, ginnastica, pugilato, tiro con l’arco), alle più moderne (ciclismo, hockey su prato, softball, nuoto sincronizzato). Atleti di tutto il mondo, famosi e meno conosciuti, con le loro performances hanno catturato l’attenzione di sportivi e non. Ovunque si trovassero, infatti, grazie alle Olimpiadi gli italiani hanno riscoperto la loro passione per lo sport, immedesimandosi nelle imprese dei campioni. Certo, il fervore dei tifosi è stato animato dall’incitamento dei propri beniamini, ma le Olimpiadi appena conclusesi hanno restituito un significato ben più grande della semplice ammirazione per gli atleti in gara o della gioia per l’assegnazione di una medaglia d’oro: lo spirito olimpico. Con l’accensione

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della braciere olimpico torna a rivivere, come per incanto, la vera essenza dei Giochi, perfetta espressione della cultura del dialogo e dell’incontro tra i popoli. Un’importanza così nota agli antichi greci che durante lo svolgimento delle Olimpiadi non si potevano dichiarare guerre e quelle in corso venivano sospese; i vincitori delle gare, poi, erano considerati veri e propri eroi, tanto da essere immortalati in poemi e statue. La forza simbolica dei Giochi olimpici fu tale che mille e cinquecento anni dopo la loro abolizione (393 a.C.), l’idea di reintrodurli (nel 1896) raccolse subito un grande entusiasmo. L’iniziativa, ispirata dagli scavi della antica città di Olimpia che avevano riportato alla luce lo splendore della cultura classica greca, fu opera dell’impegno profuso del barone francese Pierre de Coubertin (già fondatore di un’Associazione Scout: gli Éclaireurs Français), sportivo appassionato e convinto dell’importanza che l’educazione sportiva avrebbe rivestito nel sistema educativo e nello sviluppo personale dei giovani; attribuendo grande importanza alla formazione del corpo, avrebbe dato loro la forza di sostenere le fatiche della vita.


Pechino saluta le Olimpiadi con una festa di colori: appuntamento a Londra 2012 Così concepite, nell’era moderna le Olimpiadi hanno guadagnato qualcosa in più rispetto al passato, dal momento che ad esse partecipano oggi le donne (prima escluse) e gli uomini di tutte le nazioni del mondo. Ma se qualcosa è cambiato rispetto al passato, anche in negativo, a causa del doping, lo spirito di fratellanza e il carattere universale dei Giochi sono rimaste immutate e sono ben espressi dalla bandiera olimpica, che, con i suoi cinque anelli intrecciati su sfondo bianco – i cui colori, presenti nelle bandiere di tutte le nazioni, simboleggiano

tutti i Paesi del mondo – rappresenta i cinque continenti e la supremazia dello spirito olimpico sopra i nazionalismi. Riscoperte nel loro significato più profondo, le Olimpiadi tornano ogni quattro anni a regalarci la favola dello sport che fortifica il corpo e rafforza lo spirito, che ispira la lealtà nella competizione nel segno del “vinca il migliore” e che concepisce l’agonismo sportivo come luogo di incontro ideale nel quale (come amava ripetere de Coubertin) “l’importante non è vincere, ma partecipare”.

corner... l’angolo dello sport

Pechino 2008. Ginnasta impegnata in un esercizio

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sale in zucca

Stupirsi... o istupidirsi MONICA D’ATTI

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tupirsi... o istupidirsi: sembra un dilemma amletico ma, oltre l’assonanza, c’è anche della sostanza che lo accomuna alla celebre domanda. Essere o non essere. Il dubbio è lo stesso. Si parla sempre della scelta di vita, della scelta tra vivere, quindi essere, o fare finta, quindi non essere. Si può vivere una vita intera con stupore. Quello stupore collegabile all’amore, quello stupore che ama il dono del mattino: alzarsi ogni giorno godendo del bene che si può fare e dell’amore che si può ricevere. Quello stupore collegabile alla speranza, forza invincibile in questo mondo disperato dove, nonostante tutto, trovano ancora spazio gesti di speranza che illuminano la notte dell’uomo come una lampada di biblica memoria. Quello stupore collegabile alla conoscenza; lo stupore, la meraviglia che Platone metteva all’inizio del filosofeggiare, all’inizio di ogni scienza umana. Quello stupore collegabile all’evento Cristo che irrompe nella storia del mondo lasciando stupiti tutti gli uomini di buona volontà capaci di stupore e istupiditi i benpensanti e le persone di “grande cultura” incapaci di stupore. Stupirsi o istupidirsi. Il dilemma diventa più chiaro. L’opzione ci propone anche di lasciare da parte lo stupore.

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Possiamo in effetti pensare di non aver bisogno di meravigliarci del mondo; anzi possiamo pensare di saperne già molto del mondo. Da brave persone vissute non abbiamo bisogno dello stupore, che richiama infantili visioni di bambini a bocca aperta. Lo stupore infatti può dare fastidio, può coglierci impreparati obbligandoci a pensare, a rivedere le nostre posizioni, a riconsiderare le cose. Forse è meglio non dare troppo spazio


“Spinto dal desiderio di scoprire la verità ultima dell’esistenza, l’uomo cerca di acquisire quelle conoscenze universali che gli consentono di comprendersi meglio e di progredire nella realizzazione di sé. Le conoscenze fondamentali scaturiscono dalla meraviglia suscitata in lui dalla contemplazione del creato: l’essere umano è colto dallo stupore nello scoprirsi inserito nel mondo, in relazione con altri suoi simili dei quali condivide il destino. Parte di qui il cammino che lo porterà poi alla scoperta di orizzonti di conoscenza sempre nuovi. Senza meraviglia l’uomo cadrebbe nella ripetitività e, poco alla volta, diventerebbe incapace di un’esistenza veramente personale”. (Fides et ratio, n. 4).

sale in zucca

allo stupore che genera inquietudine. Meglio un mare calmo dal quale lasciarsi cullare, senza preoccupazioni, tranquilli, istupiditi dal suo rollio. Meglio istupidirsi con falsi stupori, con le apparenze di vita che ci regala questo nostro tempo. Spazi virtuali, stupori chimici, ebbrezze dinamiche. Cervelli frullati e frollati perchè non si corra più il rischio di stupirsi, perchè nessuno alzi più la testa per vedere un nuovo mondo e un uomo nuovo. Tu non darai fastidio alla società con le tue utopie e sogni e speranze e neanche tu avrai i fastidi che provoca lo stupore, con il rischio di portarti sempre a rimetterti in gioco invece di lasciarti in pace. Stupirsi o istupidirsi. Il dilemma è forte. A voi la scelta.

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Cartoline da... 25 giugno 2008

G

iugno. Roma. Si schiatta di caldo. Ci siamo io qui nel mio studio e tu in ufficio o sui banchi di scuola e università… non ti conosco ma sono sicura di riuscire a leggerti nella mente quel pensiero rinfrescante che ci unisce: “Quando arrivano le vacanze? Quand’è che si parte?”. Personalmente l’unica attività sportiva che nell’afa pomeridiana mi riesce ad allettare è il “lancio del costume in valigia”… sono una campionessa, peccato la disciplina non sia ammessa alle prossime Olimpiadi. E qui entri in ballo tu. Ti chiederai: “E che è? Cosa si sono inventati “quelli” di Carnet di Marcia: una nuova rubrica di viaggi? Una specie di agenzia turistica cartacea?” Ci sei quasi…leggi fra le righe…muoversi, andare, uscire, spostarsi sono tutte azioni che si possono compiere in varie maniere: con il corpo, per divertimento, per lavoro, ma

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anche con la testa, l’anima, l’intelligenza, il cuore e per crescere. Ogni brava Partenza che si rispetti ha bisogno di una serie d’ingredienti… sono sicura che anche i più avventurosi nel programmarsi il viaggio tengono conto di un paio di cosette che ti elenco: 1) una destinazione; 2) un mezzo di trasporto; 3) un equipaggiamento; 4) una valigia più o meno capiente, trolley o zaino; 5) uno stato d’animo (curiosità, spirito di adattamento, convinzione, ecc); 6) una compagnia con cui sentirsi a proprio agio; 7) due lire per le emergenze; 8) e per i più premurosi: qualche medicinale, un paio di numeri di telefono di alberghi sicuri, una guida, ecc.

Dunque prendi e parti…nel tuo viaggio vedi cose e incontri persone… non è che hai nostalgia di casa, ma ci sono quegli amici che non sono potuti venire con te che in fondo in fondo un po’ ti mancano e con cui vorresti condividere le novità che stai vivendo. Passi da un paese, ti fermi in un negozio di souvenir e vedi riprodotta in foto quella baia magica in cui ti sei appena fatto un bagno fantastico. Sai io che faccio? Mi compro la cartolina e la spedisco a tutti quelli che vorrei fossero con me. C’è una partenza, LA Partenza, qualcuno la sta per affrontare, alcuni si sono appena messi per strada…e c’è un desiderio di raccontarla. Ci sono Scolte e Rovers entrati da poco in terza branca, che aspettano notizie da te che hai iniziato il tuo viaggio, qualche dritta su quali posti vedere o su quali cose portare, ci sono informazioni da fuori che invogliano chi è rimasto a muoversi, che rassicurano i più timorosi a lasciare la loro terra per luoghi che non conoscono. Ci sono cartoline che raccontano di meraviglie scoperte, d’inciampi


tu ora è un luogo sconosciuto per chi resta … raccontaci che posti hai visto, che difficoltà hai incontrato, di come ti sei preparato, di chi ti sei fidato, insomma cos’è che muori dalla voglia di dire e di ricordare della tua Partenza. Pensa in chiave metaforica: sei uno che ama viaggiare alla leggera o hai chiesto a qualcuno di sedersi sulla tua valigia per aiutarti a chiuderla? Ti sei ritrovato sprovvisto di costume da bagno in Grecia o con indosso il pail in Africa? La lista del bagaglio da avere te la sei fatta da solo o ti hanno consigliato? Cosa di fondamentale hai lasciato a casa? Cosa d’insostituibile e necessario ti sei portato dietro? Ce l’hai lo spazzolino

da denti? Che meta hai scelto? Che mezzo di trasporto hai preso? Ce l’avevi il biglietto? Sei arrivato? Ti sei perso? Hai chiesto indicazioni? Da chi ti sei lasciato guidare? Chi hai incrociato? Cosa hai attraversato? Cosa hai trovato? Cosa troverai? Uh! Come siamo curiosi di ricevere tue notizie! E aiuterai me a comporre il depliant di quel favoloso nuovo viaggio che invoglierà tutti a partire. La tua tour-operator alinecantono@libero.it

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Cartoline da...

inaspettati, d’imprevisti superati, di sorprese belle e brutte, di cose andate storte e di cose andate come si era programmato, ci sono cartoline che dicono “Qui tutto bene e finalmente mi riposo”, “Mi manchi, quando arrivi?”, “Abbiamo bucato con la macchina e si è strappata la tenda, ma l’umore è sempre alle stelle”, “Ho conosciuto gente fantastica”, “Gli allenamenti in palestra sono proprio serviti: oggi quota 2000 mt con poca fatica!”, “Dal vivo è molto più bello di come sembra”, “Qua il cibo è divino e si sta una favola: non torno più”, “Piove sempre e non ho l’ombrello” e così via... Allora, mio caro novello R-S, questa rubrica è tua! È la tua cartolina spedita! L’indirizzo sono queste pagine, il destinatario il tuo Clan e Fuoco. Dove sei

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Cucù e Ciarlatani

La tela del ragno

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na recente ricerca ha testato su diverse tipologie di ragni l’effetto delle sostanze stupefacenti; la ricerca, condotta da luminari nel campo della biologia e della neuropsichiatria, ha provato a sottoporre questi poveri animaletti a dosi di cocaina, hashic, LSD e soprattutto a tutte quelle droghe sintetiche oggi tanto in voga. Hanno dopato i ragni e hanno misurato le reazioni del sistema nervoso, analizzato i comportamenti e tirato delle interessanti conclusioni. Va premesso che dallo studio emerge che la scelta del ragno è profondamente legata alle analogie che questo animale ha con il nostro sistema nervoso. Vengo al dunque: sembra che, al di là del tipo di droga somministrata, la reazione è praticamente la stessa e questi “fortunati” ricercatori hanno potuto osservare che i ragni “dopati”, rispetto agli altri, hanno una attività celebrare sensibilmente accelerata con evidenti ripercussioni nella loro attività quotidiana. I super ragni costruivano infatti tele a ritmo nettamente superiore degli altri con una

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produttività davvero incredibile; non solo: erano in grado di lanciarsi in avventure molto più ardite tessendo tele molto più grandi del normale e mostrando anche una sorta di creatività progettuale. Già ce li stiamo immaginando questi ragnetti strafatti di coca che saltano da uno spigolo all’altro imbastendo tele bellissime al pari degli architetti più blasonati. L’esperimento fino a questo punto sembrava convalidare il luogo comune che fa associare all’assunzione di droghe una resa fisica e mentale nettamente più alta, ma c’era una sorpresa dietro l’angolo che gli scienziati a prima vista non erano stati in grado di cogliere: le tele eseguite dai Super ragnetti erano sì più ardite e complesse, erano state costruite in maniera nettamente più veloce, ma avevano un sensibile e determinante difetto, erano terribilmente larghe, così larghe che nessuna mosca o altro insetto veniva bloccato. Il risultato finale era che questi ragni rimanevano a bocca asciutta sistematicamente non riuscendo a risolvere in nessun modo l’arcano. La perdita della corretta percezione delle distanze faceva sì che l’architettura perfetta della tela venisse


del sabato sera? La spiegazione sembra banale... ma forse qui non è il caso di dilungarci sul marcio che c’è dietro una pasticchetta assunta per gioco; ci piace osservare questi piccoli ragnetti che dopo l’esperimento si sono rifiutati di mangiare ancora droghe intuendone il “danno” e hanno proseguito in maniera lenta, ma perfetta a costruire le loro tele questa volta garanzia di un lauto pasto. C’è da imparare anche dai ragni...

Cucù e Ciarlatani

profondamente intaccata e quella che venisse considerata la trappola più efficace mai sviluppata in natura diventava uno sterile esercizio di stile senza nessuna efficacia. Fa piacere vedere sfatato ancora l’ultimo luogo comune sulle droghe; le droghe non servono a nulla, danno solo una percezione di potenza, ma nella realtà nascondono un enorme difetto di efficienza oltre che ad un comprovato effetto depressivo a fine percorso. Sotto effetto di sostanze stupefacenti il nostro sistema nervoso non è in grado più di calcolare le distanze; perché meravigliarci tanto allora delle stragi

PIETRO ANTONUCCI

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I

l vero dramma della Chiesa che ama definirsi moderna [ il vero dramma dei cristiani che vogliono essere moderni ] è il tentativo di correggere lo stupore dell’evento di Cristo con delle regole. (Giovanni Paolo I)

L

o stupore è la molla di ogni scoperta. Infatti, essa è commozione davanti all’irrazionale. (Cesare Pavese, Il mestiere di vivere)

P

erdonaci, fratello marocchino. Un giorno, quando nel cielo incontreremo il nostro Dio, questo infaticabile viandante sulle strade della terra, ci accorgeremo con sospesa che egli ha…il colore della tua pelle. (Tonino Bello, Alla finestra della speranza)

l’ALTRACOPERTINA di Giorgio Sclip Riflettendo sullo stupore... Auguro a tutti voi, artisti carissimi, di essere raggiunti da queste ispirazioni creative con intensità particolare. La bellezza che trasmetterete alle generazioni di domani sia tale da destare in esse lo stupore! Di fronte alla sacralità della vita e dell’essere umano, di fronte alle meraviglie dell’universo, l’unico atteggiamento adeguato è quello dello stupore. Da qui, dallo stupore, potrà scaturire quell’entusiasmo di cui … hanno bisogno gli uomini di oggi e di domani per affrontare e superare le sfide cruciali che si annunciano all’orizzonte. Grazie ad esso l’umanità, dopo ogni smarrimento, potrà ancora rialzarsi e riprendere il suo cammino. In questo senso è stato detto con profonda intuizione che “la bellezza salverà il mondo”. (Lettera di Papa Giovanni Paolo II agli artisti, 1999).

I

o non so come mi giudica il mondo: a me sembra di essere come un bambino che gioca sulla spiaggia del mare e si rallegra quando trova un ciottolo più liscio degli altri e una conchiglia più bella delle altre, mentre il grande oceano della verità sta inesplorato dinnanzi a lui (I. Newton)

D

io ci dà una giornata da Lui stesso preparata per noi. Non vi è nulla di troppo e nulla di “non abbastanza”, nulla di indifferente e nulla di inutile. Se potessimo frugare il mondo e vedere questo giorno elaborarsi e nascere dal fondo dei secoli, comprenderemmo il valore di un solo giorno umano. (M. Delbrel)

C

hi non è più in grado di provare né stupore, né sorpresa è per così dire morto; i suoi occhi sono spenti. (A. Einstein)

S 32

tupore è la circostanza in cui il vedere è costretto a diventare guardare. (Petrosino)

Carnet di Marcia D•2008

“ ”

Entrando da lei, disse: “Ti saluto , o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata… (Lc 1-28)

“Davvero vi basta credere che nulla di ciò che accade dipende dal vostro impegno o dalla vostra indignazione? Che in fondo tutti hanno di che campare e quindi tanto vale vivere la propria vita quotidiana e nient’altro? Vi bastano queste risposte per farvi andare avanti? Vi basta dire “non faccio niente di male, sono una persona onesta” per farvi sentire innocenti? Lasciarvi passare le notizie sulla pelle e sull’anima. Tanto è sempre stato così, o no? O delegare ad associazioni, chiesa, militanti, giornalisti e altri il compito di denunciare vi rende tranquilli? Di una tranquillità che vi fa andare a letto magari non felici, ma in pace? Vi basta veramente?” (R. Saviano)


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