A S S O C I A Z I O N E
I T A L I A N A
GUIDE E SCOUTS d’EUROPA CATTOLICI DELLA FEDERAZIONE DELLO SCAUTISMO EUROPEO
Angela Vanini Grieco
RIFLESSIONI SULLO SCOLTISMO Leggendo “Girl Guiding” di B.-P. QUADERNI DI AZIMUTH ON LINE
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uaderni di Azimuth on line è una collana di testi ad
esclusivo uso delle Capo e dei Capi dell’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici, per lo svolgimento delle attività associative. E’ disponibile mediante download dal sito dell’Associazione. Ogni diritto di pubblicazione è riservato all’Associazione.
Supplemento ad Azimuth n. 2/2011 (aprile 2011). Direttore Responsabile: Giuseppe Losurdo Direttori: Marialuisa Faotto e Pietro Antonucci A cura di Pier Marco Trulli Collaborazione grafica: Donegrafica
Angela Vanini Grieco
RIFLESSIONI SULLO SCOLTISMO Leggendo “Girl Guiding” di B.-P. Intervento al Convegno del Centro Studi ed Esperienze B.-P. Roma, 14-15 novembre 2009
QUADERNI DI AZIMUTH ON LINE
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GIRL GUIDING “La guerra, nonostante tutti i mali, ha avuto per conseguenza un grande bene. ha dato alle donne la possibilità di mostrare il proprio coraggio, ed intelligenza, nonché la capacità di assumere dei compiti fino ad allora creduti al di sopra delle loro forze… si sono poste in una luce nuova, hanno acquistato una posizione sociale nuova… Sta ad esse, ed ora ne hanno la possibilità, di continuare quel servizio, che hanno reso al paese durante la guerra, impegnandosi nel più vasto campo che si è dischiuso loro: quello dello sviluppo della pace e della prosperità della nazione…” “Ancor prima dello scoppio della guerra le ragazze avevano cominciato a scoprire che la cosa più bella del mondo per loro era semplicemente di spendere la metà del tempo a comperarsi vestiti e l’altra metà a metterli in mostra…” Alcune pensavano che andare a ballare o a zonzo sul molo o per la strada era il solo modo per divertirsi, ma altre si accorsero che in realtà sciupavano una grande quantità di tempo e che dopo poco si annoiavano. Un gran numero delle seconde si accorsero di essere capaci di fare una quantità di cose che facevano i loro fratelli… Insomma le ragazze alla fine scopersero di poter utilizzare la propria vita invece di trascinarla senza scopo ottenendo da essa ben poca soddisfazione…” “Poi arrivò la guerra. Con essa le ragazze ebbero la loro grande occasione che furono pronte a cogliere… E’ stata una dimostrazione splendida di cosa le donne possono fare. “La donna, dissero, si è riappropriata di se stessa” e, cosa più encomiabile, lo ha fatto per merito esclusivamente proprio… In pace c’è altrettanta necessità di efficienza e di servizio volenteroso… Tuttavia c’era un difetto che non era stato previsto…si tratta della carenza di formazione e di preparazione preventiva per i compiti da svolgere… E’ proprio l’addestramento che ci proponiamo di dare nel nostro Movimento Guide. E’ utilissimo che la ragazza impari “le tre R” (reading, ‘riting and ‘rithmetic : leggere, scrivere e far di conto) e la montagna di nozioni fornite dalla scuola, ma tutto ciò assicura soltanto la base su cui costruire gli strumenti ulteriori.
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Se la ragazza deve essere efficiente nell’impegno nella società quanto i suoi fratelli, bisogna darle le stesse possibilità che ha lui: pari opportunità di sviluppare la personalità e le capacità, la disciplina e la salute fisica e pari opportunità di usarle una volta le abbia acquisite…” Aprendo le pagine di Girl Guiding leggiamo cosa B.P. ha scritto a proposito delle Scolte, ma evidentemente questo manuale, nelle cui pagine si possono rintracciare le motivazioni che portarono alla creazione di un’ultima tappa di formazione per le ragazze, non può essere considerato esaustivo per chi vuole individuare i caratteri fondamentali della branca Scolte negli scritti del fondatore dello scautismo. Più che un metodo specifico e pensato espressamente per le ragazze più grandi, si trattava inizialmente di un semplice adattamento del metodo delle Guide (Specialità più difficili, prove più elaborate…). Solo più tardi lo Scoltismo si è arricchito di tanti altri elementi armonizzati in un metodo vero e proprio e si è diffuso anche al di fuori dell’Inghilterra nei paesi latini in particolare in Francia, in Belgio, in Italia, adattandosi alla mentalità, alle caratteristiche e alla sensibilità diverse delle nostre ragazze. Certamente nella versione del 1938 di Girl Guiding, l’ultima ad essere visionata da BP stesso, è messa a fuoco la situazione della donna agli inizi del secolo scorso, ma emerge anche la geniale intuizione del fondatore dello scautismo sulla originalità delle potenzialità femminili per il bene della società, intuizione, questa, decisamente controcorrente rispetto alla mentalità del suo tempo. BP si rivolge alle ragazze e sembra quasi che offra loro un punto di vista diverso su come pensare se stesse, incoraggiandole a prendere in mano la formazione della propria vita. “In Giappone, quando nasce un bambino, si mette un segnale fuori della porta per informare i vicini se si tratta di un bambino o di una bambina. Se è una femminuccia si mette una bambolina, se è un maschietto viene esposto un pesce. Con questo si vuole dire che la bambina è in realtà un giocattolo il quale deve essere bello, mentre il bambino, come il pesce, deve trovare la sua strada lottando contro le tempeste della vita.
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Noi del Movimento Guide non siamo d’accordo con questa tradizione giapponese e per questa ragione il Pesce d’argento è la decorazione massima che una Guida possa conseguire, il riconoscimento e la ricompensa per la capacità e l’abilità della ragazza di scegliere la propria strada contro tempeste e difficoltà” B.-P. non pensa, come sarebbe stato comprensibile, alla formazione delle ragazze come un roverismo al femminile, ma identifica la funzione della donna in una GUIDA: per se stessa, per l’uomo con cui sceglierà nel matrimonio di condividere la sua vita, per i figli che da lei nasceranno, per la nazione intera. Utilizzando una terminologia più strettamente cattolica, potremmo dire, suggerisce un autentico discernimento sulla propria vocazione rispetto al Progetto di vita che Dio ha su ciascuna nel rispetto delle proprie specificità. Tutto ciò fa riflettere se si pensa in quale epoca vivesse e su quanto la società fosse allora unicamente pensata al maschile. “…Ora mi si dirà che io cerco di far diventare le ragazze dei maschiacci. Neanche per sogno, anzi è l’opposto. Ma le ragazze non vogliono essere bambole, hanno qualche ambizione superiore a questa. Ed anche gli uomini non vogliono avere in moglie una bambola: vogliono delle compagne. .. Questo è il modo giusto di guardare al matrimonio; quando è impostato su tali linee garantisce la più grande felicità ad ambedue: la felicità più grande che si può avere in terra… Essa può essere l’artefice del successo o della rovina dell’uomo. Essa può essere la sua vera GUIDA. Marito e moglie sono compagni nel piacere e nella sofferenza: le gioie si raddoppiano, le pene si dimezzano. Però, per essere buona compagna, la ragazza deve aver conosciuto anche lei il lavoro. Deve aver sperimentato la battaglia contro il fallimento e goduto il trionfo della riuscita, per essere capace di condividere pienamente con il suo compagno le difficoltà di lui e per poterlo aiutare a superarle… Credo che siamo stati messi in questo mondo per godere la vita e sfido qualsiasi sfaccendato a riuscirci” Anacronismo? problemi di altri tempi? Per molti lo scautismo possiede intrinsecamente possibilità pressoché illimitate di rinnovamento interno, nel rispetto della più grande fedeltà ai suoi principi e quindi può formare uomini capaci di perseguire con coerenza lo scopo della propria vita, qualunque siano le variazioni del contesto sociale e psicologico che li circonda.
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Partendo da questa convinzione è facile cogliere quanto siano oggi attuali gli stessi problemi pur presentandosi in modalità differente Lo stesso obiettivo, formare buoni cristiani e buoni cittadini, pronti a far fronte alle inevitabili avversità della vita, quindi ancora oggi. Ma in un contesto sociale nel quale la mentalità corrente si sostanzia del “tutto e subito”, del “senza regole e senza limiti” che altro non è che una vita che rifugge da ogni responsabilità verso gli altri, della ricerca di una “vita da sballo” che si illude di trovare la felicità in una estenuante ricerca nelle cose, di un distacco dalla realtà in cui regna l’illusione di ritrovarla nella virtualità dei rapporti tra le persone e le cose, della convinzione della inutilità della fede e di confinare Dio nel privato. Ecco allora l’attualità di un metodo che propone la gradualità di un cammino per tappe, fatto di momenti forti e di tensione continua verso valori umani e spirituali, di un’educazione alla responsabilità e di una proposta di vita fatta di essenzialità in uno sfondo tutto naturale, di un’educazione alla manualità nella concretezza dei gesti e in una applicazione immediata di ciò che si apprende con la soddisfazione di fare e di imparare a fare bene. Quando le Capo si rivolsero a BP per trovare il termine con cui definire le ragazze più grandi delle Guide, la scelta cadde sul nome “Ranger” senza una particolare motivazione oltre quella di essere l’altro termine non scelto per definire i Rovers. Ma proprio perché le ragazze erano chiamate a conoscersi per valorizzarsi, subito dopo la seconda guerra mondiale, la traduzione in italiano di questo termine inglese fu Scolta, dal latino "ausculto", verbo che, tra l'altro, ha dato origine anche al vocabolo inglese scout. Nel Medioevo indicava la "sentinella", cioè "colui che è in ascolto", "colui che veglia". Per analogia la Scolta "sentinella" della propria vita, è una ragazza attenta e vigile, pronta ad ascoltare, a porgere attenzione agli altri ed alle situazioni con spirito di servizio, per essere presente in modo competente laddove ci sia bisogno di lei.
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Ne emergono i lineamenti di una "donna di carattere", persona che si realizza nella sua autenticità e nella specificità tipicamente femminile, consapevole della sua dignità, coerente con i propri ideali, pronta a portare un originale contributo per il miglioramento della società. L’attuale scelta di molte Associazioni in tutto il mondo di organizzarsi in Unità solo femminili per offrire alle ragazze, attraverso le attività scout, la scoperta delle proprie specificità e potenzialità prima di metterle a servizio degli altri, trova anche in Girl Guiding il suo fondamento. “…Come Scolta tu hai possibilità di rendere servizio al prossimo ed anche di trovare un impiego per te vivendo, allo stesso tempo, un periodo di vita salubre e felice in buona compagnia di altre della tua età. Puoi iniziare ad esercitare il lavoro che ti si adatta di più, preoccupandoti nello stesso tempo di raggiungere gli stessi buoni livelli nell’onore, nella disciplina e nel comportamento retto, sapendo che non lavori esclusivamente per te, ma a vantaggio degli altri e per l’onore e il benessere della nazione…” E’ facile intravedere in queste righe due dei tre punti che sono andati a formare il treppiede su cui si basa l’attuale metodologia nella branca Scolte: un periodo salubre e felice in buona compagnia di altre della tua età = Comunità; sapendo che non lavori esclusivamente per te, ma a vantaggio degli altri = Servizio. La scelta della Comunità come mezzo di formazione nasce dalla consapevolezza che nessuna persona, da sola, è in grado di raggiungere un ideale completo di persona umana. Ognuno ha una limitata esperienza di umanità, per cui la persona diventa pienamente autentica con l'aiuto di tutti gli altri; soprattutto quando, questi altri, sono uniti da uno scopo, accettano liberamente delle regole comportamentali, hanno dei valori comuni. Scopo comune nel Fuoco è quello di diventare delle "donne di carattere" buone cristiane e buone cittadine; le regole comportamentali accettate liberamente sono quelle espresse dai dieci articoli della Legge e dalla fedeltà alla Promessa; i valori comuni sono quelli più generali dello Scautismo: ideale di fraternità, di servizio, di vita cristiana, amore per la natura e per la vita all'aria aperta.
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La vita in comunità soddisfa le esigenze della persona considerata come centro dinamico che è teso ad espandersi sia in senso verticale (nella ricerca della verità e della propria personale realizzazione), sia in senso orizzontale per un profondo bisogno di fraternità ed amore in un'apertura agli altri che è superamento del piccolo, ristretto mondo personale. Composto da Scolte Semplici (Scolte al primo anno di Fuoco, riunite in una Equipe), Scolte Viandanti (Scolte che hanno firmato la Carta di Fuoco) e Scolte che si preparano alla Partenza, il Fuoco si configura come una comunità di sorelle che camminano verso gli stessi ideali; da qui il termine simbolico di Fuoco. Intorno ad un fuoco si canta, si scherza, si mangia, si prega, si apre il proprio cuore, si crea comunità, si alimenta la forza e l'entusiasmo che contraddistinguono una Scolta. Tutte le attività di Fuoco hanno il fine di suscitare in ogni Scolta un atteggiamento ed uno stile di Servizio nella vita di tutti i giorni. Il Gruppo, la scuola, l'ambiente di lavoro, la famiglia, le amicizie, il contesto sociale, sono gli ambienti dove praticare effettivamente il proprio Servizio che ha caratteristiche diverse a seconda che sia rivolto ad una Scolta Semplice oppure ad una Scolta Viandante: così le caratteristiche del servizio per le prime sarà periodico, comunitario e extra-associativo, mentre il servizio delle Scolte Viandanti è personale, continuativo e svolto prioritariamente nell’ambito associativo. Nel Consiglio di Fuoco si esprime e si concretizza la responsabilità della conduzione della comunità da parte delle Scolte Viandanti che, guidate dalla Capo Fuoco, con la propria esperienza di strada già percorsa, possono in modo qualificato essere propositive proponendo e equilibrando momenti di attività fisica, vita all'aperto, riflessione intellettuale, preghiera e di servizio In ogni Branca la formazione si sviluppa nelle medesime quattro direzioni, ma con livelli crescenti per ciascun grado, adeguati alla psicologia della ragazza delle diverse età. Carattere ed intelligenza: attraverso giochi, esercizi ed attività nonché onorificenze e distintivi di progressione; Destrezza e abilità manuale: promossa attraverso i distintivi di progressione;
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Salute fisica e igiene: mediante lo sviluppo dei livelli attraverso giochi ed esercizi appositi; Servizio del prossimo e solidarietà: mediante le buone azioni quotidiane, servizi pubblici organizzati… I primi Fuochi di Scolte evidentemente nacquero ancor prima dello Scoltismo vero e proprio; inizialmente alla vita e alle tecniche tipiche di un Riparto di Guide si aggiungeva unicamente l’assunzione di responsabilità personali nell’ambito di un servizio pubblico come: associazione di pronto soccorso, centri di protezione dell’infanzia, ospedali, asili nido, centri ricreativi… In Italia il primo raggruppamento di ragazze più grandi fu fatto nell’UNGEI da Antonietta Giacomelli che creò tre suddivisioni: le Primule, per le più piccole, le Esploratrici, per i 12-16 anni, le Fide per le più grandi. Però lo scioglimento del fascismo non diede modo di proseguire questa iniziativa. Il primo sentore di un metodo vero e proprio che caratterizzasse la Branca, si ebbe nel 1947 quando, durante la Settimana Santa, 114 fra Scolte e Capo Fuoco si incontrarono ad Assisi per mettere in comune le loro esperienze. Era la prima volta che l’AGI (Associazione Guide Italiane) sperimentava un raduno nazionale e fu lì che si iniziò a delineare la scelta della “strada” e della sua spiritualità come mezzo proprio dello Scoltismo. Anche il nome “Scolta” e il motto della Branca “Servire” acquistarono un nuovo spessore riflettendo sulle parole di Squilla, l’inno medievale di Assisi che fu fatto proprio dalla Branca proprio durante quell’incontro. La spiritualità della strada ed il cammino di Route, inteso come un’attività compiuta avanzando a tappe, con lo zaino sulle spalle e vivendo tutte le occasioni di scoperta e d’incontro che l’itinerario presenta, erano stati da tempo adottati dallo Scoltismo francese e belga di matrice cattolica. Per l’AGI pervenire ad una scelta analoga fu del tutto normale. ”La spiritualità della strada” di Folliet, sebbene non scritto espressamente per lo Scautismo, fu un testo che le Capo Fuoco usarono a lungo. La Strada, dunque, terzo paletto del treppiede, intesa come mezzo di formazione (fatto concreto e simbolo) che crea il più genuino spirito di comunità, ma richiede sforzo, esige una tecnica che non si improvvisa, una resistenza che si acquista con un continuo allenamento, un esplicito amore per una vita semplice, a volte, austera ed a contatto della natura.
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Così la Strada da il senso dell'impegno, lo stimolo ad un perfezionamento continuo e un richiamo ad un costante miglioramento personale per un graduale ed incessante arricchimento fisico e spirituale di tutta la persona. "Fare strada" nell’associazionismo cattolico si è andato configurando come una vera e propria "spiritualità", che anima il desiderio di progresso e di formazione personale della Scolta e la libera da tante paure o insicurezze. Per analogia, il fare strada si concretizza anche attraverso la progressione personale che collega tutte le proposte e le attività nel rispetto delle tre tappe scandite dalle mete personali (crescita personale, crescita comunitaria e crescita nella fede) che portano alla Partenza, ultimo atto della formazione scout che mette la Scolta di fronte alle sue responsabilità ed alla vita: perché sappia camminare con le proprie gambe e verificare con un impegno personale quanto nell’ avventura reale e quotidiana, con le ore di prova, di sofferenza e di lotta, sappia vincere con cuore generoso e fedeltà alla sua Legge. Comunità, Strada, Servizio, strettamente collegati tra loro dalla crescita nella Fede, "treppiede" dello Scoltismo così come del Roverismo, si configurano sia come mezzi di formazione, che come obiettivi educativi. Concludo riprendendo l’ultimo messaggio di BP agli scouts che sintetizza con il suo tipico stile semplice, ottimista e scorrevole la ricchezza interiore del fondatore dello scautismo. La certezza che fa da sottofondo è che la vita è dono: di un Dio creatore, sommo BENE, per un uomo creatura, peccatrice, che ha la responsabilità di custodire il mondo con tutto ciò che esso contiene. «Dio ci ha messo sulla terra per essere felici», egli scrive e la felicità nasce nell’uomo nel sapersi amato e nella tensione che lo porta alla fonte del suo Bene. La proposta fatta alla Scolta durante gli anni di Fuoco è di divenire autentica, che equivale a centrare lo scopo della propria vita, che è il “camminare” verso Dio, scoprendolo nelle due grandi tracce da lui lasciate affinchè lo conoscessimo: la natura e la Sacra Scrittura.. E la vita, dono di Dio, vale solo se posta al servizio degli altri. “…il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri”.
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QUADERNI DI AZIMUTH ON LINE 1. P. Ivan Žužek – Rosario meditato sui misteri gaudiosi 2. Angela Vanini Grieco – Riflessioni sullo scoltismo